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“Il simbolo è una figura che vale non precisamente per se stessa, Perché allora non sarebbe più simbolo di nulla, Ma mediante se stessa” P. Godet L’analisi critica delle immagini costituisce un elemento importante per riuscire a capire le opere d’alcuni autori, nel caso particolare di Calderón de la Barca queste rappresentano il punto di collegamento tra i piani terreni, astrali e divini, Calderón fa uso delle immagini per trasmettere dei concetti. Questo lavoro ha come obiettivo principale, quello di analizzare i diversi archetipi che sono presenti nell’opera La vida es sueño di Calderón de la Barca, la ragione per cui abbiamo scelto questa opera è perché già dal titolo c’indica che le sue immagini appartengono ad una dimensione onirica, per rendere il testo compatibile con il contenuto del corso, abbiamo selezionato i frammenti che contengono immagini collegate con l’elemento terra, ma non abbiamo potuto evitare di analizzare indirettamente immagini collegate con altri elementi. Il nostro compito è stato diviso in due capitoli di cui, il primo serve principalmente ad introdurre la vita dell’autore, il secondo invece costituisce proprio l’analisi critica di una delle sue opere: La vida es sueño dramma filosofico che mette in scena temi come il libero arbitrio, la razionalità, la libertà, l’essenza; argomenti che vengono mesi in manifesto attraverso delle immagini; l’opposizione tra ragione e istinto è rappresentata dal contrasto luce- tenebre, il libero arbitrio si presenta come un’ scelta labirintica che conduce l’uomo ad imprigionarsi nella torre che a sua volta costituisce lo scenario della casa e della tomba, il personaggio di Segismundo la cui anima lotta tra il dominio dell’istinto e della ragione presenta tratti che lo relazionano con la figura del Minotauro e altri tratti che lo collegano al personaggio d’Icaro. In quest’opera in cui gli archetipi sono manipolati con maestria, il lettore ha soltanto l’obbligo di lasciarsi portare al mondo onirico per capire il significato metafisico dei simboli, la nostra tesi è consistita nel trattare d’interpretare questi simboli per riuscire a stabilire il loro significato trascendentale. 1

vida es sueno

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Studio del labirinto nella vita è sogno di Calderon de la BarcaPer Leonor TAIANO CAMPOVERDE

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“Il simbolo è una figura che vale non precisamente per se stessa,Perché allora non sarebbe più simbolo di nulla,

Ma mediante se stessa”P. Godet

L’analisi critica delle immagini costituisce un elemento importante per riuscire a capire le opere d’alcuni autori, nel caso particolare di Calderón de la Barca queste rappresentano il punto di collegamento tra i piani terreni, astrali e divini, Calderón fa uso delle immagini per trasmettere dei concetti.

Questo lavoro ha come obiettivo principale, quello di analizzare i diversi archetipi che sono presenti nell’opera La vida es sueño di Calderón de la Barca, la ragione per cui abbiamo scelto questa opera è perché già dal titolo c’indica che le sue immagini appartengono ad una dimensione onirica, per rendere il testo compatibile con il contenuto del corso, abbiamo selezionato i frammenti che contengono immagini collegate con l’elemento terra, ma non abbiamo potuto evitare di analizzare indirettamente immagini collegate con altri elementi.

Il nostro compito è stato diviso in due capitoli di cui, il primo serve principalmente ad introdurre la vita dell’autore, il secondo invece costituisce proprio l’analisi critica di una delle sue opere: La vida es sueño dramma filosofico che mette in scena temi come il libero arbitrio, la razionalità, la libertà, l’essenza; argomenti che vengono mesi in manifesto attraverso delle immagini; l’opposizione tra ragione e istinto è rappresentata dal contrasto luce- tenebre, il libero arbitrio si presenta come un’ scelta labirintica che conduce l’uomo ad imprigionarsi nella torre che a sua volta costituisce lo scenario della casa e della tomba, il personaggio di Segismundo la cui anima lotta tra il dominio dell’istinto e della ragione presenta tratti che lo relazionano con la figura del Minotauro e altri tratti che lo collegano al personaggio d’Icaro.

In quest’opera in cui gli archetipi sono manipolati con maestria, il lettore ha soltanto l’obbligo di lasciarsi portare al mondo onirico per capire il significato metafisico dei simboli, la nostra tesi è consistita nel trattare d’interpretare questi simboli per riuscire a stabilire il loro significato trascendentale.

Il titolo .- se prendiamo in considerazione il titolo dell’opera intendiamo che è collegata con il piano onirico, pero sarebbe interessante scoprire in quale misura il piano onirico è veramente presente, il titolo indica che la opera non cerca di interpretare un piano realistico, rappresenta il piano onirico, per raggiungere a questo piano è necessario arrivare allo stato di sonnolenza, i due modi di raggiungere questo stato sono due: uno naturale e un indotto (come nel caso di Segismundo che è stato narcotizzato, noi partimao della nozione di sogno indotto per analizzare questa opera, poiché è questo stato di sonnolenza indotta che permette a questa opera di collegarsi con due piani interessanti: quello astrale e quello immaginario.

Jornata I

Ad un lato monte aspro, e al altro una torre che serve di prigione a Segismundo, l’azione ha inizio al cominciare l’alba.

Scena 1

Nella scena 1 della giornata prima, la scena è dominata di due personaggi, il primo è una donna Rosaura vestita da uomo, che compare nello alto delle rupe e cerca di scendere alla pianura

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accanto a lei scende Clarin, all’inizio di questa scena troviamo un collegamento diretto delle rupe con il labirinto, la natura delle rupe a sentire a Rosaura nel mezzo di un labirinto, in cui si trova un essere ridotto alla bestialità pero che non possiede il bestiale istinto.

Rosaura:

Hipogrifo violento

Que corriste parejas con el viento

Donde, rayo sin llama,

pájaro sin matiz, pez sin escara,

y bruto sin instinto

natural, al confuso laberinto

destas peñas

te desbocas y te despeñas !

Traduzione:

Ippogrifo Violento

Che corresti al pare con il vento

Dove, il raggio senza la fiamma.

L’uccello senza sfumatura, il pesce senza scaglia,

il bruto senza istinto

naturale, al confuso labirinto

di queste nude rupe

ti sbocchi e precipiti!

Quando Rosaura compare in scena, menziona un essere magico, L’Ippogrifo, una creatura magica volante, di natura doppia, metà aquila e metà cavallo, considerato un essere favoloso di natura buona, anche se diffidente con le persone in comune si può addomesticare da determinati scelti, soprattutto se si mantiene un contatto visivo e si inchina in segnale di rispetto, forse questo essere magico può essere interpretato come una rappresentazione di Segismundo chi alla volta potremo identificare con il Minotauro, questi tre esseri hanno in comune la loro natura doppia per questo appartengono ad un mondo simbolico difficile da penetrare dalla realtà :

Ippogrifo Segismundo Minotauro

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Per arrivare alla sfera dove si possono raggiungere questi esseri si bisogna attraversare per i camini che portano a loro, questi camini sono complessi come la loro natura, sono costruzioni fatte per nascondere una natura diversa, di là che Rosaura continua a nominare esseri di natura paradossale per indicare che le rupe che descrivono uno spazio tortuoso servono anche per arrivare ad un piano dell’eterico abbastanza complesso, gli esseri elencati presentano una serie di contraddizioni per accentuare la diversità che esiste tra il piano immaginario e il piano reale.

Rosaura:

Rustico nace entre desnudas peñas

Un palacio tan breve,

Que al sol apenas a mirar se atreve

Con tan rudo artificio

La arquitectura está de su edificio,

Que parece a las plantas

De tantas rocas y de peñas tantas

Que al sol tocan la lumbre

Peñasco que ha rodado della cumbre

Traduzione:

Rustico nasce tra nude rupe

Un palazzo tanto breve,

che al sole appena a guardare riesce

con aspro artificio

l’architettura alle piante

di tante rocce e ruppe tante

che al sole toccano la lume

macigno rotolato dell’apice.

Sempre il personaggio di Rosaura costituisce la fonte di rivelazione della natura delle immagini, quando questa comincia ad incamminarsi per la via corretta di questo labirinto naturale,

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riesce ha trovare lo scenario principale dell’opera che è il palazzo nella cui torre si trova incarcerato Segismundo, attraverso della sua descrizione intendiamo che il palazzo è anche padrone di un’ essenza doppia, una natura in cui dominano le tenebre ma in cui riesce a penetrare un poco di luce, è un palazzo di natura mistica dove lottano costantemente queste due forse e che alla fine una riuscirà a dominare sull’altra, il palazzo come costruzione si collega con il piano umano ma la sua natura aspra ci conduce ad un atmosfera istintiva, questa opera c’indica non solo la presenza d’immagini ma queste immagini sono in constante lotta tra loro, forze totalmente opposte che è implicito che una deve trasmutare l’altra.

Rosaura:

La puerta (mejor diré funesta boca) abierta

Esta, y desde su centro

Nace la noche, pues la engendra dentro)

(suenan dentro cadenas)

Traduzione

La porta (meglio dire funesta bobba) aperta

Sta, e dal suo centro

Nacque la notte, poi la procrea dentro.

(suonano dentro le catene)

La porta segno della presenza umana e della ragione ci porta all’incontro di Segismundo, il protagonista, questa è considerata una bocca funesta perché attraverso di questa si penetra allo scenario in cui un essere che possiede la ragione è stato ridotto alla condizione istintiva, questa porta costruita per l’uomo genera nel suo centro l’irrazionalità.

Scena 2

Segismundo nella torre Rosaura, Clarin.

Rosaura:

No es breve luz aquella

Caduca exhalación, pálida estrella,

que en trémulos desmayos,

pulsando ardores y latiendo rayos,

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hace más tenebrosa

la oscura habitación con luz dudosa?

Si, pues a sus reflejos

Puedo determinar (aunque de lejos)

Una prisión obscura,

que es de un vivo cadaver sepultura ;

y porque más me asombre,

en el traje de fiera yace un hombre

de prisiones cargado,

y solo de una luz acompañado.

Traduzione:

Non è breve luce quella

Labile esalazione, pallida stella

Che in tremanti svenimenti,

Pulsando ardori e palpitando raggi,

Fa la più tenebre

La oscura abitazione con luce dubbiosa

Si, poiché ai suoi influssi

Posso determinare(anche da lontano)

Una prigione oscura

Che è di un vivo cadavere sepoltura,

E per più che mi stupisca,

Nell’abito di fiera giace un uomo.

Nella scena due si mete in rilievo ancora di più la differenza tra la luce e l’ombra, Rosaura insiste che la natura di questa luce è dubbiosa, questa affermazione potrebbe servire di sfondo per determinare che è proprio questa luce a portare le tenebre, proprio la ragione ha portato a

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Segismundo ad uno stato istintivo, questa luce diventa più oscura l’abitazione perché attraverso i suoi riflessi si può conoscere la condizione di precarietà a cui è stato ridotto Segismundo, la missione di Rosaura si collega forse con il rapporto lucetenebreluce, la luce manipolata in modo negativo ha prodotto la oscurità, la missione di Rosaura è di trasformare l’oscurità in luce, ma non di natura dubbiosa sino assoluta.

La prigione oscura serve come sepoltura per la ragione di Segismundo che ridotto allo stato brutale possiede una natura ragionale, è Rosaura chi capirà questo e cosi riuscirà a comprendere la natura nobile del Ippogrifo.

Rosaura:

Pues huir no podemos,

Desde aqui sus desdichas escuchemos.

Sepamos lo que dice.

Traduzione:

Dunque fuggire non possiamo,

Da qui le sue sventure ascolteremmo,

sappiamo ciò che dice.

A causa di riuscire a far fiorire la parte nobile dell’ippogrifo, si bisogna conoscere la sua anima, si affermava che per riuscire a penetrare nell’anima dell’ippogrifo occorreva guardarlo agli occhi, sono gli occhi a permettere il contatto, in questo caso il contatto sarà attraverso la parola, Segismundo che rappresenta all’ippogrifo eufemizzato aprirà sua anima colla parola, Rosaura e Clarin sentiranno e attraverso loro sentiremo anche noi.

(Si aprono le porte e si scopri a Segismundo con una catena e vestito di pelli, c’è luce nella torre)

Segismundo:

Ay misero de mi! Ay infelice!

Apurar , cielos, pretendo,

ya que me tratáis así,

que delito cometí

contra vosotros naciendo ;

aunque si nací, ya entiendo

que delito he cometido;

bastante causa ha tenido,

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vuestra justicia y rigor,

pues el delito mayor

del hombre es haber nacido.

Traduzione:

oh povero di me, oh infelice

Esaurire i cieli, pretendo,

Poiché mi trattate cosi,

che delitto feci,

contro di voi al nascere,

giacche si nasci, capisco

quale delitto feci,

molta ragione ha avuto,

la vostra giustizia e rigore,

dato che il delitto maggiore

dell’uomo è la sua nascita.

Nella prima scena solamente avevamo avuto una nozione della presenza di Segismundo attraverso l’immagine dell’ippogrifo de del palazzo, nella scena seconda invece questo personaggio comincia a manifestarsi direttamente, mette in chiaro la sua infelicità e chiede ragioni per capire il suo stato di prigionia, la sua sofferenza e in certo punto identificata colla sofferenza del genere umano, la torre archetipo ambivalente che in questo caso rappresenta al nido e alla prigione serve di sfondo per dimostrare la sottomissione dell’uomo dalla nascita, identificata come il primo delitto dell’uomo, forse la carica semantica della parola nascita come delitto si potrebbe connettere all’idea che l’uomo sin dalla nascita possiede la ragione.

Segismundo:

Solo quisiera saber…

Qué más os pude ofender

Para castigarme más?

No nacieron los demás?

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Pues si los demás nacieron

Que privilegios tuvieron.

Que yo no gocé jamás?

Traduzione:

Soltanto vorrei sapere…

Che altro ha potuto offendervi

Per punirmi di più?

Non nacquero anche gli altri?

Ma se gli altri nacquero

Quali privilegi ebbero

Di cui io non gode mai?

È proprio questa scena che ci permette di stabilire il rapporto che esiste tra questa opera e il mondo delle immagini, per mezzo delle immagini Segismundo ci da la facoltà di stabilire il contrasto ragione-istinto, le immagini ci offrono una gamma infinita di significati in cui lo stesso Segismundo potrebbe essere considerato come delle manifestazioni alternative di Minotauro e d’Icaro, la torre con suo doppio ruolo di labirinto e di torre propriamente detta, richiama a questi due personaggi, Segismundo è visto come un personaggio ridotto allo stato brutale come il Minotauro, pero il suo lamento ci fa pensare alla presenza di tratti icariani nel personaggio:

Segismundo:

Nace el ave, y con galas

Que le dan belleza suma,

Apenas es flor de pluma

Ramillete con alas,

Cuando las etéreas salas

Corta con velocidad,

Negándose a la piedad

Del nido que deja en calma:

Y yo teniendo mas alma,

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Tengo menos libertad?

Traduzione:

Nasce l’uccello e con gale

Che li danno bellezza profonda,

è appena fiore di piume

mazzo con ali,

quando gli eterei saloni,

taglia con velocità,

negandosi alla pietà

del nido che lascia in calma,

ed io avendo più anima

ho meno libertà.

La torre identificata con il nido serve a mettere in contrasto la differenza tra Segismundo e i volatili, Segismundo un essere con capacità di ragione è prigioniero in una torre le cui pareti non può tagliare, quest’incapacità di volo del personaggio si collega indirettamente colla incapacità di volo d’Icaro le cui ali di cera sono state consumate dal sole, Segismundo è incapace di volare è un essere terrestre, la sua prigione e solida e lo ferisce, egli non ha capacità di sfuggire di questa torre che è la sua prigione, ha più anima ed è proprio quest’anima che lo incatena, egli è come Icaro ma a differenza di questo neanche intenterà di raggiungere il piano eterico, il suo modo di liberarsi sarà attraverso la scelta di una delle sue due nature, Segismundo è un uomo, collegato con la terra e solo la scelta lo potrà salvare, la terra è strettamente collegata con il libero arbitrio.

Segismundo:

Nace el bruto, y con la piel

Que dibujan manchas bellas,

Apenas signo es de estrellas...

Cuando atrevido y cruel,

La humana necesidad

Le enseña a tener crueldad,

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monstruo de su labirinto:

y yo con mejor instinto.

Tengo menos libertad!

Traduzione:

Nasce il bruto, e con la pelle

Che disegna macchie belle

Appena segno è di stelle

Quando ardito e crudele,

l’umana necessità

li insegna ad avere crudeltà,

mostro del suo labirinto:

ed io con miglior istinto.

Ho meno libertà

La via eterica era una via impossibile per Segismundo, se inizialmente sembra che egli sia incatenato alla terra quando si compara con i volatili, quando si compara alle bestie terrestri vediamo che per lui le catene si basano nella ragione, le bestie hanno saputo sviluppare l’istinto per difendersi dell’umanità la bestia è il mostro creato dal labirinto umano, Segismundo quand’anche appare come un essere di doppia natura, ci fa intendere che in questa sua dualità predomina la ragione sull’istinto, la sua via non è la crudeltà, egli deve sviluppare la via della razionalizzazione,del libero arbitrio che apparentemente implica una perdita di libertà, il labirinto di Segismundo è il labirinto delle scelte delle ragioni, lui è una vittima del libero arbitrio.

Segismundo:

Nace el pez, que no respira,

Aborto de ovas y lamas,

Y apenas, bajel de escamas,

Sobre las ondad se mira,

Cuando a todas partes gira,

Midiendo la inmendidad

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De tanta capacidad

Como le da el centro frio:

Y yo con más albedrío,

Tengo menos libertad.

Traduzione:

Nasce il pesce, che non respira,

Aborto d’uova e limi,

Appena battello di scaglie,

Nelle onde si contempla,

Quando a tutti i posti gira,

Misurando l’immensità

Di tanta capacità

Come lì dal centro freddo,

Ed io con più arbitrio,

Ho meno libertà

Il tema del libero arbitrio è abbordato palesemente in questa parte della scena, Segismundo si compara con gli acquatici e mette in rilevanza due aspetti importanti che sono: la trasparenza del loro mondo e l’immensità del loro universo, Segismundo essere umano dotato del libero arbitrio si trova in una torre-labirinto di pareti solide che feriscono la sua anima e che non li ammettono di contemplare la grandezza della realtà.

Segismundo:

En llegando a esta pasión

Un volcán, Un Etna hecho,

Quisiera arrancar del pecho

Pedazos del corazón,

Que ley, justicia o razón

Negar a los hombres sabe

Privilegio tan suave

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Exepción tan principal,

Que Dios le ha dado a un cristal,

A un pez, a un bruto y a un ave?

Traduzione:

Arrivando a questa passione

Un vulcano, un Etna fatto,

vorrei strapar del petto

pezzi del cuore,

quale legge, giustizia o ragione

negare agli uomini sa

privilegio cosi soave

eccezione tanto principale,

che dio ha dato ad un cristallo,

ad un pesce, ad un bruto e ad un volatile?

In questo modo finisce il monologo di Segismundo, egli ha esaminato esseri che corrispondono ai quatro elementi fondamentali che costituiscono l’universo, riflette sulla condizione di diversità dell’anima umana senza riuscire a trovare le ragioni soddisfacenti per spiegare la mancanza di libertà di questo, l’uomo ha la capacità del libero arbitrio, qualità che non è presente negli altri esseri ma questa qualità è una qualità labirintica che serve soltanto ad imprigionarlo.

Segismundo: (a Rosaura)

Tu voz pudo enternecerme

Tu presencia suspenderme

Y tu respeto turbarme.

Traduzione:

Tua voce poté intenerirmi

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La tua presenza poté sospendermi

E il tuo rispetto turbarmi.

Quando Rosaura si dirige con rispetto a Segismundo, e ascolta le sue sventure comincia la sua missione di trasmutazione, Segismundo identificato col Ippogrifo riesce a fare fiorire in sé la razionalità, Rosaura è l’agente che riesce a modificare l’Ippogrifo.

Segismundo:

Que cuna y sepulcro fue

Esta torre para mí;

Y aunque desde que nací

(si esto es nacer) sólo advierto

este rústico desierto,

donde miserable vivo,

siendo un esqueleto vivo.

Siendo un animado muerto.

Traduzione:

...

Che culla e sepolcro fu,

Questa torre per me,

E da quando nacque

(se questo è nascere) soltanto avverto

questo rustico deserto

dove miserabile vivo,

essendo uno scheletro vivo,

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essendo un animato morto.

Il quadro speziale di Segismondo è ridotto all’unica immagine della torre, la torre collegata colla idea di casa costituisce allo stesso tempo il contenitore di due concetti antagonistici che sono la vita e la morte, la casa vista come culla e come tomba rappresenta un testimone silenzioso degli eventi, Segismundo mette in dubbio la sua esistenza e al medesimo istante si classifica come un essere che non appartiene n’alla vita n’alla morte.

Conclusioni .-

Segismundo è un essere di doppia natura, in lui si trovano in lotta costante la ragione e l’istinto, egli rappresenta la lotta di due elementi che cercano di dominare l’uno sull’altro, questo tipo di lotta potrebbe essere collegata con una trasmutazione dell’essere che attraverso diverse manifestazioni sceglierà la via a lui corrispondente, l’immaginazione simbolica ha stabilito che l’immaginario si trova classificato in due regime che hanno come funzione quella di stabilire l’equilibrio, se relazioniamo questi due regimi con la trasmutazione di Segismundo probabilmente impareremo che la ragione e l’istinto non sono cosi diversi e che la trasmutazione dello stato di Segismundo può accadere se lui invece di cercare un polo cerca il punto medio, questa è la funzione di Segismundo e la funzione d’ogni essere umano, cercar di far fiorire la ragione e l’istinto nella misura giusta, perché mai nessuna di loto potrà regnare sull’altra neanche nel piano onirico, ognuno di noi ha un poco di Segismundo, ognuno di noi e un essere con istinto e con ragione, ognuno di noi possiede un libero arbitrio che non riesce ha controllare, la missione d’ogni uomo è quella di cercare di riuscire a manifestate la miglior parte della sua doppia natura.

Bibliografia essenziale .-

Su Calderón de la Barca: F. Estrella, Manual de literatura Espanola, Buenos Aires,1979, Editorial Karpeluz, pp 321-387.

Sugli Archetipi:

Archetipi in Generale: M. Tordini, Dentro il mito, Torino, Paravia Editori, 2001, pp. 62-83, 115-139.

Sulla Terra: G. Bachelard, la terre et les rêveries, tr. Italiana M. Citterio, Como, 1994, 17-273.

Sull’ immaginazione simbolica : G. Durand, l’imagination symbolique, tr. Italiana G. Rossetto, Roma, il pensiero scientifico editore, pp. 7-122.

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