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RP Robert Parker WS Wine Spectator JR Jancin Robinson GJE Grand Jury Européen IWC International Wine Challenge

Vinifera

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Catalogo Vinifera

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RP Robert Parker WS Wine Spectator JR Jancin Robinson GJE Grand Jury Européen IWC International Wine Challenge

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CROTTA DI VEGNERON L’azienda, guidata dal presidente Elio Kornaz e dall’enologo Andrea Costa, raccoglie le uve da 130 soci con vigneti collocati tra Nus e Chambave, che danno il nome alla denominazione di origine. Oggi la cantina conta 120 soci, e produce 350.00 bottiglie di altissima qualità, raccogliendo le uve di due importanti zone di produzione che danno il nome alle denominazioni di origine Chambave (che comprende anche i comuni di Chatillon, Saint Vincent, Daint Denis e Verrayes) e Nus (che comprende anche i comuni di Quart e Fénis). La zona interessata è esposta a sud ed è per lo più collinare, con un microclima particolarissimo caratterizzato da scarse precipitazioni e temperature medie levate durante il periodo estivo. La politica aziendale è marcatamente votata alla valorizzazione dei vitigni autoctoni (Petit Rouge, Fumin, Vien de Nus) e quelli tradizionali (Muscat de Chambave, Nus Malvoisie). Con il recente rinnovo del Disciplinare di produzione possono fregiarsi della Denominazione di Origine Controllata anche altri vitigni autoctoni “riscoperti”, quali Mayolet e Cornalin. La produzione dell’azienda verte anche su vitigni dai nomi più internazionali Pinot Noir, Gamay e Muller Thurgau. L’obiettivo dell’azienda è quello di dimostrare l’enorme potenzialità dei vitigni autoctoni della Valle, tra i migliori vini “di montagna” al mondo. Oltre ai vini, la tradizione aziendale continua in distilleria con la produzione di grappe di monovitigno, rappresentative dei prodotti migliori. Fumin 2007 3 BICCHIERI Chambave Muscat Passito 2005 5 GRAPPOLI

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RIVETTO dal 1902 Enrico e Alessandro rivetto

Nel 1902 la Famiglia Rivetto fonda la sua casa vinicola proprio ad Alba, capitale della regione langarola. Nel lontano 1939 l'attività subisce la svolta: il nonno Ercole acquista la Tenuta Loirano dai Conti Vassallo. La tenuta è sita nella località Loirano, una zona sinonimo di qualità sin dall'antichità: ne è testimonianza il fatto che i Falletti, signori delle Langhe, la cedettero in dono ai propri cugini Conti Vassallo in segno di stima e ospitalità. Questa tenuta si trova a 400 m di altitudine con un'estensione di 35 ettari, di fronte al maestoso castello di Serralunga d'Alba. I vigneti sono esposti a sud e ad ovest e si distendono nella parte più alta della collina. Le varie fasi di lavorazione in cantina sono il compendio dell’esperienza di quattro generazioni di vitivinicoltori, della tecnologia e della tipicità dei territorio, intese ad esaltare le peculiari caratteristiche intrinseche dei vitigni autoctoni e dei nostri terreni argilloso-calcarci. La vinificazione avviene interamente a temperatura controllata al fine di mantenere i profumi integri ed ottenere un’ottima estrazione di colore. Le lavorazioni del vino in cantina hanno lo scopo di fondere la tradizione, la tecnologia e la tipicità del territorio esaltando le caratteristiche intrinseche dei nostri vitigni autoctoni. L’invecchiamento avviene in locali al riparo dalla luce e dai bruschi sbalzi termici. Il vino viene stoccato in contenitori di acciaio ed invecchiato in botti di rovere francese di circa 225 litri e di Slavonia di circa 3000 litri. Agli attuali possedimenti si aggiungeranno a breve alcuni grandissimi Cru di Serralunga. Oggi l'azienda è guidata dai giovani Enrico e Alessandro Rivetto, i quali stanno producendo vini davvero luminosi, armonici e di carattere, che esaltano la tipicità del terroir unico di Langa. Barolo Giulin 2004 Best Value Decanter Barolo Leon 2004 1° posto Fine Wine Magazine Barolo Leon 1998 91/100 WS Barbaresco CeVanin 2005 90/100 WS Barolo Giulin 2003 90/100 WS Barbera Lirano Soprano 1°posto GJE

L’azienda è l’unica, assieme ad altri due produttori, a

vinificare in Piemonte il vitigno Nascetta, producendo un

grande vino bianco chiamato Matirè

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Roberto voerzio Esistono pochi casi in cui un produttore, nel volgere di 20 anni, sia riuscito a diventare uno dei più prestigiosi ed apprezzati “vigneron” al mondo. Roberto Voerzio deve questo risultato alla sua tenacia nel perseguire la strada della massima qualità, senza compromessi. Roberto è un lavoratore del vigneto, e crede che dipenda tutto da questo. Il suo lavoro in vigna è meticoloso, quasi maniacale, e gli permette di estrarre da essa, con mortificanti diradamenti, una sostanza di tale purezza che i suoi vini risultano sempre al di sopra degli altri. Oggi possiamo tranquillamente affermare che Roberto Voerzio è divenuto il Re del Barolo. Nell'arco di pochi anni Roberto è riuscito ad acquistare alcuni dei più famosi “cru” del comprensorio del Barolo, all'interno della zona collinare del comune di La Morra e Barolo. All'inizio degli anni '80 fu tra i primi vignaioli di Langa a reinterpretare radicalmente il lavoro in vigna, prima procedendo a nuovi impianti ad alta densità, poi praticando un minuzioso lavoro tra i filari, optando per una drastica riduzione delle rese per ettaro, a favore di una materia prima di qualità elevatissima. Chi, all'epoca, passeggiava tra i suoi poderi, pensava fosse matto…tutta quell'uva in terra ! Oggi dalle sue vigne, curate come giardini, escono dei vini straordinari, grandi come nessun altro per costanza e qualità, esempio di eleganza e di interpretazione del terroir. Un vero modello di qualità totale. Dalla metà degli anni Novanta Roberto Voerzio è costantemente nelle primissime posizioni in ogni classifica mondiale delle più importanti pubblicazioni di settore,grazie ai suoi magnifici Barolo a cui ha saputo dare un impronta moderna e innovativa, sempre nel solco della tradizione.

Barolo Rocche dell’Annunziata 2000 100/100 WS Barolo Brunate 2005 99/100 WS Barolo Brunate 1997 100/100 WS Barolo Sarmessa 2000 100/100 WS Barolo Ris Capalot Brunate 1997 97/100 WS Barolo Ris Capalot Brunate 1997 98+/100 RP

Roberto sta preparando un nuovo Barolo, prodotto con

uve delle proprietà a Fossati e Case Nere, che affinerà per almeno 10 anni. L’uscita è

prevista per il 2013

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Garlider CHRISTIAN KERSCHBAUMER

Christian Kerschbaumer, classe 1974, ha iniziato a vinificare le proprie uve nella propria cantina solo nel 2003, ma ha già dimostrato con risultati degni di nota il valore e l'unicità dei suoi vini. Vini, prodotti da un'uva di primissima qualità dal padre di Christian, Alois Kerschbaumer, proprietario dell'Azienda agricola Garlider che, nei 2,3 ettari di vigna, coltiva le seguenti varietà: Müller Thurgau, Sylvaner, Kerner, Veltliner, Gewürztraminer, Pinot Grigio,Pinot Nero e Schiava. Il vigneto è su di un pendio che parte dai 540 mt ed arriva ai 650 metri sul livello del mare. Ha una pendenza che arriva fino al 50%, ed è posizionato verso sud, sud-ovest e ovest. Il terreno è scistoso con presenza di quarzite. Le vinificazioni avvengono in acciao e legno grande, dove possibile utilizzando solo lieviti autoctoni. Dall'unicità di queste uve, la tradizione che le lega al territorio – un tempo le uve erano conferite alla Cantina produttori Valle Isarco di Chiusa (BZ) - e attenti criteri in cantina nascono etichette che faranno storia. Christian è davvero la giovane promessa della Valle Isarco. Sylvaner 2007 3 BICCHIERI Veltliner 2008 3 BICCHIERI Muller Thurgau 2006 90/100 RP Sylvaner 2007 88/100 RP

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BORGO DEL TIGLIO NICOLA MANFERRARI

Nicola Manferrari, dopo una breve attività di farmacista, all’inizio degli anni ’80 inizia questa attività in una delle località più affascinanti del Collio e dell’intero Friuli. Un piccolo borgo quello di Brazzano nel comune di Cormons, un tempo luogo di villeggiatura di prelati, che conserva un fascino discreto e antico. Fanatico sostenitore del territorio e grandissimo conduttore dei vigneti, ha sempre utilizzato tutte le sue forze per cercare il rapporto ideale tra terreno e vitigno al punto di utilizzare sistemi antichi come la Margotta (un sistema di riproduzione per propagazione), rifiutando l’idea tanto di moda nel sistema sanitario-vivaistico che l’assenza di virosi sia di per se un pregio. Questo atteggiamento lo ha anche spinto a non tentare inutilmente l’allargamento dei vigneti nel semplice intento di aumentare la produzione. Fautore di una viticoltura attenta, i suoi vigneti sono tutti inerbiti, non si è però mai spinto fino ad un approccio totalmente “naturale”. Anzi, nei suoi periodici comunicati inviati a clienti e amici, sostiene un interventismo ragionato ed arriva a denunciare atteggiamenti fintamente “naturalisti”. Anche in cantina l’intervento è riflettuto. Utilizzo di lieviti selezionati solo quando possono rendersi necessari. Il tutto al fine di cogliere il massimo di complessità aromatica da uve veramente perfette. Legni piccoli e lenta maturazione per uno stile di ispirazione Borgognona. Il Collio è noto per donare ai suoi vini una struttura ed ricchezza zuccherina straordinarie ed anche i vini di Borgo del Tiglio non sfuggono a questa regola, coniugata però ad una eleganza ed una complessità non casualmente frutto di un lavoro serio ed attento. Tocai Ronco della Chiesa 2007 93/100 RP Tocai Ronco della Chiesa 2006 93/100 RP Studio di Bianco 2006 94/100 RP Chardonnay 2005 92/100 RP Rosso della Centa 2001 92/100 RP Chardonnay Sel 2003 3 BICCHIERI Tocai Ronco della Chiesa 2006 3 BICCHIERI

Dominique Lafon sta alla Borgogna, come Nicola

Manferrari sta al Collio. Potremmo avere anche usato

un paragone azzardato, ma non siamo poi così distanti...

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CASE BASSE Gianfranco soldera Gianfranco Soldera può essere oggi considerato a tutti gli effetti “mister Brunello”, il produttore più prestigioso e conosciuto dai numerosi estimatori del noto vino di Montalcino, insieme al “padre” del Brunello, Biondi Santi. La produzione di Case Basse è improntata unicamente su di un vino (cui si aggiunge dal settembre 2008 Il Pegasos), il Brunello di Montalcino DOCG, prodotto esclusivamente dalle uve provenienti dai vigneti di proprietà denominati Case Basse e Intistieti. Ogni anno escono dalla cantina di Soldera circa 15.000 bottiglie. Il livello qualitativo dei suoi vini ha ormai raggiunto livelli altissimi. Il lavoro è improntato principalmente sul vigneto, con tecniche culturali molto vicine alla biodinamica, nel totale rispetto delle piante e del terreno, in modo da ottenere uve perfettamente sane. In cantina vengono utilizzati solo lieviti autoctoni, il processo di vinificazione non viene forzato ma Gianfranco lascia che segua il suo naturale corso. Non vengono in alcun modo utilizzati prodotti chimici e l'affinamento del vino, che varia a seconda dell'annata, non è mai inferiore ai 5 anni. Il risultato è sotto gli occhi (e soprattutto nel palato) degli appassionati di tutto il mondo. I Brunello di Gianfranco Soldera sono dei veri e propri monumenti alla natura ed alla sensibilità dell'uomo, con caratteristiche uniche di tipicità, complessità ed eleganza. La crescita in bottiglia (non amo il termine invecchiamento, richiama alla mente una sensazione negativa, di qualcosa che imbruttisce) dei vini di Soldera è stupefacente, pare interminabile, ed è la conferma di quello che spesso dice Gianfranco: “il vino è l'unico prodotto naturale dell'uomo che può durare più della vita di un uomo”. Tutte queste caratteristiche, unite al fattore rarità che caratterizza questo vino, determinano un notevole incremento nel tempo del valore delle bottiglie di Soldera, scatenando spesso delle vere battaglie nelle aste di mezzo mondo. Brunello di Montalcino Riserva 1990 99/100 RP Brunello di Montalcino Riserva 1995 96/100 RP Un 1990 degustato il 1° dicembre è stato uno dei quattro o cinque più grandi vini italiani io abbia mai provato (Robert Parker)

Un giornalista chiede: “Cose pensa dei lieviti selezionati?”.

Gianfranco: “Lei che ne pensa se qualcun altro andasse a letto

con sua moglie?”

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PIETROSO GIANNI PIGNATTAI L’azienda agricola Pietroso nasce a Montalcino negli anni ’70 grazie alla passione per la terra, e per il vino in particolare, del viticoltore Domenico Berni , con l’obbiettivo di produrre in quantità limitate vini pregiati, quali Brunello e Rosso di Montalcino. Oggi è condotta con estrema cura ed entusiasmo dal nipote, Gianni Pignattai. L’ azienda ha un’ estensione di 8,5 Ha, di cui 3,5 coltivati a vigneto iscritto alla produzione di vino Brunello di Montalcino e di 1 Ha a oliveto. Il vigneto è impiantato esclusivamente a Sangiovese e si trova in tre zone distinte nel comune di Montalcino, ciò permette di avere un prodotto equilibrato anche in annate con caratteristiche climatiche particolari. I terreni sono molto vocati, ricchi di scheletro, godono di un ottima insolazione e di un microclima estremamente favorevole, questo favorisce la produzione di una materia prima di alta qualità,grazie anche al costante ed attento lavoro manuale, alla potatura verde e al diradamento dei grappoli. L’altezza varia dai 350 ai 450 mt slm , questo rende possibile una maturazione graduale delle uve. La densità di impianto è di 4500 viti per ettaro e la forma di allevamento è il cordone speronato con un numero ridotto di gemme per contenere la resa in circa 70 q.li/ Ha .La vendemmia si svolge esclusivamente a mano dopo avere effettuato durante l’estate un drastico diradamento dei grappoli. La cantina si trova a ridosso di Montalcino, a circa 500 mt dal centro storico. Qui avvengono tutte le operazioni di vinificazione, affinamento e imbottigliamento. La cantina di vinificazione è ubicata in un locale interrato, di recente costruzione, nascosto sotto una terrazza naturale e efficientemente coibentata. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox termoregolate della capacità di 60 Hl. La cantina di affinamento è costruita con muri a pietra naturale ed è dotata di un impianto di condizionamento. L’affinamento in legno avviene in botti di rovere di Slavonia della capacità media di circa 30 Hl. Brunello di Montalcino 2003 88+/100 IWC

Già nel 1363 i possedimenti oggi chiamati Pietroso, erano

considerati in assoluto tra i più vocati di Montalcino

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ROCCOLO GRASSI MARCO SARTORI Roccolo Grassi è una splendida azienda situata a Mezzane, nel cuore della produzione di Valpolicella e Amarone, proprietaria di 14 ettari: nei pressi della cantina vi è il vigneto "La Broia" di 3 ettari, da cui derivano i vini della tipologia Soave, mentre sulle colline il vigneto "Roccolo Grassi" di 10 ettari, da cui la tipologia Valpolicella. Alla guida c’è il giovane e geniale Marco Sartori, classe 1975. A metà degli anni ’90, terminati gli studi alla scuola enologica di Conegliano Veneto, Marco ha impresso una straordinaria svolta qualitativa alla produzione di famiglia. Il primo passo è stato quello di vendere una parte dei vigneti della piana di Mezzane per finanziare l’ampliamento della proprietà del magnifico vigneto dal suolo di origine vulcanica “Roccolo Grassi”, che dà il nome all’azienda. A questo si aggiungerà a breve la produzione del nuovo vigneto di San Briccio, un piccolo Cru dalle straordinarie potenzialità che donerà vini di grande stoffa e mineralità. Negli tempo Marco, con grande passione e competenza, ha sperimentato quali potevano essere i migliori vitigni e i più adatti metodi di vinificazione e di affinamento che avrebbero potuto portare i suoi Valpolicella e Amarone al massimo della qualità. Elevate densità, scelta delle varietà più adatte al terreno ed al microclima di ogni vigneto, pratiche colturali volte alla massima naturalità, maniacale selezione delle uve in alla raccolta, vinificazioni e affinamenti tesi ad esaltare la massima purezza della materia prima portata in cantina: tutto questo ha permesso a Marco Sartori, nel giro di pochi anni, di presentare vini al vertice della denominazione, identificandolo come uno dei più capaci e talentuosi giovani vignaioli italiani, anche a detta dei suoi colleghi produttori della Valpolicella. Marco interpreta la sua terra in maniera molto personale, senza l’ausilio di enologi e consulenti, producendo vini di grandissima classe e finezza , capaci di trasmettere le emozioni che solo i vini di grandi terroir sanno dare. Amarone della Valpolicella 2004 93/100 RP Soave La Broia 2004 92/100 RP Valpolicella Sup 2006 92/100 RP Amarone della Valpolicella 2000 3 BICCHIERI Amarone della Valpolicella 1999 3 BICCHIERI Valpolicella Sup 2004 3 BICCHIERI

Marco interpreta il territorio e le sue vigne a modo suo, con

una filosofia leale e determinata,senza seguire

mode o consigli.

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MADONNA DELLE GRAZIE PAOLO E MICHELE LATORRACA L'Aglianico è senza dubbio un vitigno principe, in grado di esprimere il meglio vinificato in purezza, come il Nebbiolo in Langa o il Pinot Noir in Borgogna. Quello prodotto nella zona del Vulture da tempo è conosciuto come il “Barolo del Sud”, grazie alla sua struttura, la sua trama tannica ed alla marcata tipicità. A dimostrazione di questo, basta pensare che negli anni 60 e 70, parte del Barolo e del Barbaresco commercializzati, erano proprio…Aglianico del Vulture! Ormai i tempi sono decisamente cambiati, ed in Basilicata si continuano a produrre grandi vini. Tra questi ci sono quelli dei giovanissimi Paolo e Michele Latorraca, che nella loro nuova cantina di Venosa producono due fantastici Aglianico, Il Liscone ed Il Bauccio, in quantità davvero limitata. I vigneti si estendono su una superficie complessiva di 8 ha, distribuiti in 4 contrade tutte nell'agro di Venosa, ad un'altitudine compresa tra 400 e 550 m. Sono tutti rigorosamente allevati a controspalliera, sistema di potatura guyot, con densità media di impianto di 4.500 ceppi/ha. Le rese sono rigidamente controllate, e le vendemmie, sfidando alle volte la buona sorte, sono volutamente tardive. Paolo Latorraca ha meno di 30

anni ed è una delle giovani promesse dell’enologia della

regione.

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TENUTE DETTORI ALESSANDRO DETTORI Se essere Homo Sapiens Sapiens significa guardare ma non osservare, mangiare ma non gustare, sentire ma non ascoltare, sentire un odore ma non annusare…allora sono fiero di essere Homo Sapiens e basta. Mi sento animale alla pari con gli altri animali, parte del pianeta terra e dell'universo. Voglio essere animale con la minima razionalità indispensabile alla mia libertà. Per questo faccio il vino: è il metodo che conosco per farmi sentire quello che sono: istintivamente animale. Io non seguo il mercato, produco vini che piacciono a me, vini del mio territorio, vini di Sennori. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano. Siamo piccoli artigiani del vino e nella nostra Terra, Badde Nigolosu, nell'agro del Comune di Sennori, coltiviamo la vite in 33 ettari di Terra. Il Territorio è 100% collinare. L'altitudine è di 250 metri sul livello del mare. La composizione del terreno è prevalentemente calcarea e il colore pertanto è praticamente "bianco panna". I vigneti di oggi sono rimasti quelli di allora: alberello sardo, senza irrigazione, con una fittezza di 5.000 / 7.000 piante per ettaro. La tecnica usata per capire quando l'uva va raccolta è semplice: passeggiare tra la vigna e "masticare" l'uva. Tutte le lavorazioni: in Vigna come in Cantina sono svolte in Famiglia e soprattutto manualmente. La nostra agricoltura può essere definita tradizionale, quella cioè che veniva fatta prima dell'avvento della “chimica artificiale” e prima della “meccanizzazione”. Tutte le lavorazioni si muovono attorno agli equilibri della natura. Le nostre viti ad alberello, permettono di far scorrere il maestrale. Due trattamenti l'anno di zolfo per tenere a bada le ondate di umidità portate dalle rare basse pressioni. Nessun grammo di solforosa in vinificazione e nella maggior parte dei vini neanche dopo. Nessun tipo di chiarifica e filtraggio. Neanche la stabilizzazione. Solo due massimo tre travasi. L'uso solo dell'acciaio e del cemento. In vinificazione si cerca di evitare "intromissioni" nel naturale processo di fermentazione. Dettori 2005 97/100 RP Dettori 2004 95/100 RP Tenores 2003 94/100 RP Dettori 2004 3 BICCHIERI Dettori Bianco 2006 91/100 RP Dettori Bianco 2006 3 BICCHIERI

Le viti di Dettori tra i 40 e i 130 ann, tutte coltivate ad

alberelloi. Le rese variano dai 40 ai 15 q.li di uva per ettaro

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In esclusiva per VALLE D’AOSTA

TORINO

ROMANO DAL FORNO

Romano Dalforno all'età di 22 anni conobbe Giuseppe Quintarelli. Quell’incontro cambiò la sua vita e segnò la nascita di una nuova setlla nel firmamento dell’enologia mondiale. La prima annata significativa fu la '83 che gli permise di iniziare a farsi conoscere. Per molti anni produsse i suoi vini in modo artigianale, senza attrezzature adeguate, finché, nel '90, decise di rischiare il grande passo: rinnovare completamente la cantina. Era l'unico modo per fare un concreto passo in avanti. L'appassimento delle uve è una fase molto delicata, se non ci sono le strutture adatte, si rischia di perdere l'intera produzione. Nel '95, ai 12 ettari vitati di proprietà, si aggiunsero 8 ettari del cognato e, nel 2000, altri 5 di un cugino, che gli consentirono di lavorare intensamente nella sperimentazione. La fittezza d'impianto era arrivata, in alcuni casi, fino a 11.000 ceppi per ettaro. Attualmente la fittezza media di 11-13.000 piante per ettaro che garantiscano una produzione annua di circa 40.000 bottiglie di Valpolicella e 15.000 di Amarone. A Romano Dal Forno vanno molti meriti: la scelta di eliminare la Molinara dall'uvaggio dell'Amarone, un vitigno che ha dimostrato di avere chiari limiti; la riscoperta dell'Oseleta, impiantata nel '91, sulla quale ha potuto effettuare molte sperimentazioni e che oggi fa parte in modo determinante delle uve che confluiscono nell'Amarone; la radicale trasformazione del Valpolicella, un vino che fino a qualche anno fa veniva considerato adatto alla pizza dagli stessi addetti ai lavori e che, grazie ai suoi sforzi, è diventato complesso, morbido, ampio, paragonabile per struttura e finezza ad un Brunello, ma con in più un colore vivissimo, fino ad ora impensabile. Un altro merito che gli va riconosciuto è l'aver creduto nel Recioto, vino rosso dolce, quasi dimenticato ed unico esempio di incredibile valore in questa rara tipologia. Ma dei vini di Dal Forno non si può parlare, non ci sono parole sufficienti a rendergli giustizia.

Amarone della Valpolicella 1997 99/100 RP Amarone della Valpolicella 1996 99/100 RP Amarone della Valpolicella 1995 98/100 RP Amarone della Valpolicella 1994 97/100 RP Amarone della Valpolicella 1990 95/100 RP Valpolicella Sup 2004 3 BICCHIERI Amarone della Valpolicella 2000 3 BICCHIERI

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VIA DEL PARADISO

I COLORi DEL BRUNELLI COLORi DEL BRUNELLI COLORi DEL BRUNELLI COLORi DEL BRUNELLOOOO SILVANA BIASUTTI

Chocolat nasce dalla volontà della vulcanica Silvana Biasutti, che dopo 20 anni di direttore della comunicazione alla Mondadori, ha deciso di trasferirsi nel 2004 a Montalcino. Nello spirito di partecipare all'innalzamento dell'immagine del capoluogo ilcinese, di sperimentare nuovi format di comunicazione e di fare sano marketing territoriale, nel 2006 nasce I Colori del Brunello. L'idea del cioccolato unito al Brunello ha originato un prodotto unico nel suo genere: piccoli sorsi racchiusi in batons di cioccolato fondente, creano un binomio di eccellenza. “Ne I Colori del Brunello c’è qualcosa che viene da lontano, e che racconta il gusto degli uomini per la scoperta, e qualcos’altro che invece appartiene alla terra in cui a un certo punto della mia vita ho scelto di stare: Montalcino. Quando ho cominciato a far assaggiare ad amici e conoscenti i primi bâtons ho capito che la mia scoperta colpiva immancabilmente il gusto dei più severi ed esigenti e questo mi ha incoraggiato a lavorare per offrire a un pubblico più vasto questo viaggio esplorativo. Un pubblico più vasto, ma non un pubblico qualsiasi. Perché questo è un prodotto veramente artigianale, che non deve (né vuole) diventare di massa. È difficile definire semplicemente cioccolatini I Colori del Brunello; sono una vera specialità, che piace alle signore, e che allo stesso tempo ha un passo piuttosto virile. Sono un prodotto unico, che non si mette in concorrenza con il cioccolato così come lo conosciamo – nemmeno con quello di altissima qualità – perché sono fortemente legati a un’idea, quella che mi sono fatta di Montalcino e del Brunello, la stessa idea che attrae qui tanta gente di gusto. Un’idea molto ben visibile. I Colori del Brunello sono davvero un prodotto che spariglia le carte, in una confezione che colpisce perché è semplice e molto elegante, e perché parla di qualità superiore, ma lo fa senza gridare, in modo sobrio” Silvana Biasutti

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Quotazioni tratte

Barolo Brunate 2005 Roberto Voerzio

Barolo La Serra 2001 Roberto Voerzio

Barolo Leon 2000 Rivetto

Brunello Riserva 2001 Soldera

Amarone 2000 Roccolo Grassi

Amarone 1997 Romano Dal forno

Quotazioni tratte da

Barolo Brunate 2005 Roberto Voerzio Barolo Cerequio 1997

Roberto Voerzio Barolo Rocche dAT 200

Brunello Riserva 1988 Soldera

Amarone 2001 Roccolo Grassi

Tenores 2003 Tenute Dettori

Amarone 1994 Romano Dal forno

Roberto Voerzio

2000 Roberto Voerzio

Brunello Riserva 1988 Soldera

Roccolo Grassi

Tenores 2003 Tenute Dettori

Amarone 1994 Romano Dal forno

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Parte del ricavato di alcuni prodotti verrà destinata all'aiuto

di Associazioni che si occupano di sostenere bambini poveri,

ammalati, senza istruzione, sfruttati ed emarginati.