16
N. 23 • 24 giugno 2018 • 1,00 Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Antonio Botta Rosanna Borzillo Antonio Colasanto Roberto De Cicco Doriano Vincenzo De Luca Virgilio Frascino Michele Giustiniano Peppe Iannicelli Bianca Iengo Rosaria La Greca Carolina Montuori Francesco Piccirillo Cristina Righi Epicoco Debora Ruffolo Elena Scarici Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Gli interventi Quale pastorale per i giovani 2 Il “compleanno” di Enrichetta 3 Promozione al sostegno della Chiesa: incontro ad Ercolano 4 Preghiera ecumenica alla Chiesa evangelica di Volla 10 Il Cardinale Sepe all’Addolorata alla Pigna 12 A Poggioreale i detenuti riflettono su vita e futuro 14 Il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli per parlare di minori e criminalità 11 CITTÀ Un farmaco per tutti 5 VITA DIOCESANA Il Plenum dei diaconi permanenti con il Cardinale Arcivescovo 4 VITA DIOCESANA I laboratori e i gruppi di studio al convegno di programmazione pastorale a Pacognano 8 e 9 SPECIALE La pazienza di ricominciare a pagina 3 @ Crescenzio Card. Sepe Uno degli elementi che più facilmente saltano all’occhio nella parabola del seme è l’assoluta marginalità del contributo umano. Il seme è gettato da un uomo ma il focus del racconto non affatto su di lui. Lo sarebbe stato se fosse stato descritto con attenzione il lavoro di aratura, di cura del terreno, di difesa della pianta dai parassiti.

VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

N. 23 • 24 giugno 2018 • € 1,00

Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Antonio Botta • Rosanna Borzillo Antonio Colasanto • Roberto De Cicco

Doriano Vincenzo De Luca • Virgilio FrascinoMichele Giustiniano • Peppe Iannicelli

Bianca Iengo • Rosaria La Greca Carolina Montuori • Francesco PiccirilloCristina Righi Epicoco • Debora RuffoloElena Scarici • Mariangela Tassielli

Gianpiero Tavolaro

Gli interventiQuale pastorale per i giovani 2

Il “compleanno” di Enrichetta 3

Promozione al sostegno della Chiesa: incontro ad Ercolano 4

Preghiera ecumenica alla Chiesa evangelica di Volla 10

Il Cardinale Sepe all’Addolorata alla Pigna 12

A Poggioreale i detenuti riflettono su vita e futuro 14

Il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli per parlare

di minori e criminalità

11

CITTÀ

Un farmacoper tutti

5

VITA DIOCESANA

Il Plenum dei diaconi permanenti

con il Cardinale Arcivescovo

4

VITA DIOCESANA

I laboratori e i gruppi di studio al convegno di programmazione

pastorale a Pacognano

8 e 9

SPECIALE

La pazienzadi ricominciare

a pagina 3

@ Crescenzio Card. Sepe

Uno degli elementi che più facilmente saltano all’occhio nella parabola del seme è l’assolutamarginalità del contributo umano. Il seme è gettato da un uomo ma il focus del racconto nonaffatto su di lui. Lo sarebbe stato se fosse stato descritto con attenzione il lavoro di aratura, dicura del terreno, di difesa della pianta dai parassiti.

Page 2: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 24 giugno 2018

Cresime inCattedraleQueste le prossime date del

2018 in cui viene conferito,

nella chiesa cattedrale di

Napoli, il Sacramento della

Confermazione.

8 luglio

22 luglio

9 settembre

30 settembre

7 ottobre

21 ottobre

11 novembre

25 novembre

9 dicembre

23 dicembre

* * *

Chiesadel GesùNuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghiera

dei malati con San Giuseppe

Moscati. Il prossimo

appuntamento è per

mercoledì 18 luglio, a partire

dalle ore 16. Alle ore 17,

celebrazione della Santa

Messa. I padri sono

disponibili ad accogliere i

fedeli che desiderano ricevere

il sacramento della

Penitenza.

* * *

AssociazioneFigli in CieloLe famiglie aderenti

all’Associazione “Figli in

Cielo” si incontrano ogni

terzo sabato del mese, a

partire dalle ore 17, presso la

Basilica del Buon Consiglio a

Capodimonte. Le riflessioni e

le preghiere sono guidate da

mons. Nicola Longobardo.

Prossimo appuntamento 21

luglio.

Ufficio di Pastorale giovanile

Progetti per un “mondo migliore”Alle spalle del Duomo di Napoli, luogo

dei “professionisti dell’attesa”, come defini-va i fedeli devoti a San Gennaro lo scrittoreungherese Sándor Márai, si trova l’ufficiodel Servizio Diocesano per la PastoraleGiovanile. In questa nuova sede, inauguratalo scorso 27 aprile, c’è una ragazza che fa delproprio tempo un dono a tutti i giovani diNapoli.

Come è nata la tua partecipazione nel-la pastorale giovanile della Chiesa diNapoli?

È grazie a don Pasquale Incoronato, in-caricato diocesano del servizio per laPastorale giovanile, che da circa tre anni so-no partecipe della vita, fin dalla GiornataMondiale della Gioventù di Cracovia. Inquella occasione ho incontrato mons. LucioLemmo, il quale mi fece capire che, nono-stante la mia giovane età, potevo esprimereun “sì” per un impegno più serio. Infatti, alritorno dall’esperienza in Polonia, ho rice-vuto un’interessante proposta da parte delVescovo: dare il mio contributo alla Diocesicome segretaria della Pastorale giovanile.

In occasione della presentazione delDocumento Preparatorio per il Sinodo sultema “I giovani, la fede e il discernimentovocazionale”, venne riportato un passo dellaRegola di San Benedetto: «Spesso è proprioal più giovane che il Signore rivela la soluzio-ne migliore».

È mai capitato nella tua esperienza ditrovarti in una situazione simile?

Dopo una lezione all’università mi recaiin Cattedrale per confessarmi. Il sacerdotemi diede una penitenza bella e singolare:ogni qualvolta mi sarebbe capitato di incon-trare un giovane senza sorriso, avrei dovutodonargli il mio.

Quali novità ha in programma ilServizio della pastorale giovanile in vistadel Sinodo dei giovani?

In vista del Sinodo dei giovani, l’Ufficio

di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi diNapoli in collaborazione con la FacoltàPontificia dell’Italia Meridionale, ha dato ilvia a due percorsi di formazione, da pococonclusi.

Il primo progetto dal titolo “I giovani, lafede e il discernimento vocazionale”, è statodiretto da don Pasquale Incoronato e donEmilio Salvatore, presso la sezione SanLuigi. “Abitare la vita quotidiana.

Per una pastorale giovanile e familiaredal volto umano”, invece, è il percorso pro-posto dalla sezione San Tommaso, realizza-to da don Antonio Ascione e a cura del pro-fessore Francesco del Pizzo, docente diSociologia e di don Pasquale Incoronato,docente di Teologia pastorale.

Inoltre, abbiamo partecipato ad una se-rie di incontri per riflettere sui tre verbi deldocumento preparatorio al Sinodo: ricono-scere, interpretare e scegliere.

Grazie a padre Roberto Del Riccio, gesui-ta e già rettore del Seminario di Posillipo),padre Fabrizio Cristarella, priore delMonastero di Ruviano e don MicheleFalabretti, incaricato nazionale per la

Pastorale giovanile, siamo stati accompa-gnati con la preghiera a vivere consapevol-mente questa attesa.

Un’altra iniziativa conclusa di recente è il“tour” diocesano, in cui il nostro Cardinaleha ascoltato i giovani e le loro riflessioni.Esse sono emerse grazie ad un questionario,precedentemente compilato nelle parroc-chie, su aspetti riguardanti fede, religione,vocazione, Chiesa e social.

Infine è in preparazione un cammino ri-volto ai giovani previsto da martedì 7 a ve-nerdì 10 agosto. Il pellegrinaggio “X MilleStrade”. Attraverseranno tutta la nostra re-gione per raggiungere Roma, sabato 11 e do-menica 12 agosto, per vivere, insieme a PapaFrancesco, un momento di festa al CircoMassimo, nonché la notte bianca e, infine,una celebrazione conclusiva in piazza SanPietro.

Vorrei esortare tutti i giovani a questa ini-ziativa con le parole di Papa Francesco: «Unmondo migliore si costruisce anche grazie avoi, alla vostra voglia di cambiamento e allavostra generosità!».

Carolina Montuori

Incontro alla Facoltà Teologica

Quale paese per quale famiglia?(c. m.) «Quanto resta della notte?» (Is 21, 11) è l’interrogativo

posto da don Pasquale Incoronato, docente di Teologia pastora-le, in occasione dell’incontro-dibattito conclusivo del corso diformazione “Abitare la vita quotidiana“.

Per una pastorale giovanile e familiare dal volto umano”, te-nutosi lo scorso 5 giugno presso la Facoltà Pontificia dell’ItaliaMeridionale di Napoli, sezione San Tommaso d’Aquino.Responsabile del progetto è stato don Antonio Ascione, che ha vi-sto come curatori Francesco Del Pizzo, docente di Sociologia allaPontificia Facoltà Teologica, e don Pasquale Incoronato, docentedi Teologia pastorale della stessa Facoltà.

L’incontro, dal titolo “Quale paese per quale famiglia?”, in col-laborazione con l’Ufficio della Pastorale Giovaniledell’Arcidiocesi di Napoli e patrocinato dal Forum delleAssociazioni Familiari, ha espresso le prospettive della pastoralenella delicata interazione paese-famiglia-giovani.

Gli interventi hanno dato spunto ad un susseguirsi di notevolicontributi, a partire dallo stesso don Pasquale Incoronato, il qua-le ha richiamato l’importanza dell’idea di cura educativa, comegaranzia di progresso sociale.

«La famiglia non è un problema, ma una risorsa» è stata la si-gnificativa affermazione del Presidente Nazionale del Forumdelle Associazioni Familiari Gianluigi De Palo. Egli ha ricordatoche sposarsi costituisce ancora “una scelta di bellezza”, che pren-de a modello proprio quella del Vangelo. È intervenuto successi-vamente Lello Savonardo, docente di Comunicazione e CultureGiovanili della “Federico II” di Napoli e coordinatoredell’Osservatorio Territoriale Giovani, sempre della “FedericoII”. Savonardo ha esaltato il ruolo della conoscenza per i giovani:essa è un ulteriore strumento di prevenzione della delinquenza edi passaggio dalla paura ad una rinnovata fiducia in se stessi enelle istituzioni.

Maria Luisa Iavarone, docente di Pedagogia generale e socialedell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” è nota per lasua lotta contro il fenomeno sociale contemporaneo delle babygang e per il coraggio di suo figlio Arturo, accoltellato lo scorsodicembre da un gruppo di minorenni. La relatrice ha promossoil tema della genitorialità competente, utile ad impedire qualsia-si forma di violenza.

A conclusione del confronto, S. E. Mons. Gennaro Pascarella,Vescovo di Pozzuoli, nonché delegato della ConferenzaEpiscopale Campana per la Pastorale Familiare, ha posto l’atten-zione sull’importanza del dialogo, come forma di arricchimentoreciproco. In particolare i giovani e le famiglie, realtà indissolu-bilmente legate, devono essere accompagnate da una pastoraleche si metta in ascolto dei tempi perché, come ha ribadito mons.Pascarella, «camminare insieme è ricchezza e fatica».

Page 3: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Vita DiocesanaNuova Stagione 24 giugno 2018 • 3

104 anni dalla nascita della Serva di DioEnrichetta Beltrame Quattrocchi

Il mestolino di DioL’evento di Apertura dell’inchiesta

diocesana sulla Serva di DioEnrichetta Beltrame Quattrocchi,desiderato e presieduto dal CardinaleCrescenzio Sepe, avvenuto il 6 aprilescorso in Duomo, ha fatto convenireun gran numero di persone da tanteparti d’Italia.

Questa possibilità di comunione edi incontro tra molti è ciò che avreb-be riempito di gioia la caraEnrichetta che tanti di noi hanno co-nosciuto in questa vita, col nutrimen-to speciale della sua amicizia. Io stes-sa non ho potuto fare a meno di ricor-dare quei momenti speciali trascorsicon lei, così come anche le tante amiche con cui si è potuto scambiare qualche parola.Grande festa anche in cielo perché, ancor più gioiosi i Beati genitori della Serva di DioEnrichetta, Maria e Luigi nell’osservare, nella corona della comunione dei Santi, questa bel-lezza di Chiesa Napoletana.

Il 6 aprile, se Enrichetta fosse stata tra di noi, avrebbe compiuto ben 104 anni ma, il 16giugno del 2012 fu richiamata alla casa del Padre e così, in questo evento speciale, abbiamonoi celebrato il suo compleanno! Toccanti le parole dell’Arcivescovo Sepe che ha evidenziatocome la Serva di Dio Enrichetta si spendesse nel servizio in totale obbedienza al Vangelo,consacrandosi a Dio nella famiglia, ereditando i meravigliosi insegnamenti di una vita or-dinaria ma resa straordinaria dai beati genitori.

Padre Massimiliano Noviello, frate minore cappuccino e Postulatore della Causa diBeatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Enrichetta, ha espresso con emozionee forza spirituale ciò che incarna perfettamente la figura di Enrichetta riflettendo sulla qua-lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con-tinua ricerca di Dio, ponendo, al di sopra di tutto, carità e servizio in favore dei fratelli. LaServa di Dio Enrichetta ha appreso questo dalla sua “santa” famiglia e ne ha fatto il suo abi-to. Insieme al Cardinale Sepe e al Postulatore P. Massimiliano Noviello erano presenti P.Luigi Ortaglio, Cancelliere arcivescovile di Napoli e Francesco Beltrame Quattrocchi, nipo-te e figlio adottivo di Enrichetta.

Davvero numerosissimi i presenti, da tutta Italia, da tante diverse Diocesi tra cui Roma,Perugia, il Molise, le Marche e tanti partenopei. L’occasione ha permesso la conoscenza trale diverse realtà di cammino nella Chiesa molte delle quali scaturite proprio dalla comuneamicizia con Enrichetta Serva di Dio che, ora, anche attraverso la preghiera composta dallaRev.ma Madre Anna Maria Cànopi, Fondatrice e Abbadessa dell’Abbazia Benedettina“Mater Ecclesiae” dell’Isola San Giulio (Novara), può ben aspirare alla gloria degli altari edeffondere nel cuore di tutti Grazia su Grazia!

Cristina Righi Epicoco

La pazienza di ricominciare@ Crescenzio Card. Sepe *

Uno degli elementi che più facilmentesaltano all’occhio nella parabola del semeè l’assoluta marginalità del contributoumano. Il seme è gettato da un uomo mail focus del racconto non affatto su di lui.Lo sarebbe stato se fosse stato descrittocon attenzione il lavoro di aratura, di curadel terreno, di difesa della pianta dai pa-rassiti. Non c’è nulla di tutto ciò e non è uncaso. Viene scelta, poi, una pianta da orto,utilizzata per condire le pietanze e per nu-trire gli uccelli. Una pianta i cui semi maivengono citati nel patrimonio scritturisti-co, né nella versione ebraica né in quellagreca dei Settanta. L’uso da parte di Gesùè totalmente innovativo.

Il tema, quindi, non è il contrasto traciò che è grande e ciò che è piccolo, né ilprocesso di crescita che porta dal seme al-la grande pianta. Piuttosto il raccontoconverge rapidamente sul finale in cui sidescrive l’esito della semina e della cresci-ta: il Regno di Dio arriverà, rapidamente,in modo imprevedibile e certo, trasfor-mando il mondo. È dunque una parabolache annuncia l’ineluttabilità del Regno eche invita ad una speranza temeraria,quasi utopica, nell’agire trasformante diDio. È anche una parabola sulla capacitàdi distacco dei discepoli da ciò che sannoe possono realizzare. Il Regno non dipen-de solo dalle loro opere.

Il Regno passa per la testa, il cuore, lemani degli uomini ma guai a pensare chedipende esclusivamente da essi o che siesaurisca solo nelle loro azioni! C’è evi-dente un ribaltamento di logiche e la di-chiarazione che la realizzazione piena delRegno avviene in maniera imprevedibile,sorprendente e inatteso. Un modo chesovverte gli ordini costituiti e le logiche

zienza come perseveranza, come corag-gio, come volontà di affrontare i fatti, divederli nella trasparenza della promessa,di aprirli facendo germogliare in essi ciòche è positivo, che va verso l’adempimen-to, e combattendo tutto ciò che c’è di ne-gativo ed è d’ostacolo al Regno.

Il modo più cristiano di pagare la spe-ranza è la pazienza operativa di chi aspet-ta il futuro compromettendosi, come faGiovanni Battista. E se possibile, con unsorriso, quello dei “servi inutili” il cui uni-co onore e vanto è quello di mettere a di-sposizione di Dio una bella schiena dapiegare e un bel sorriso appunto per nonperdere il senso delle proporzioni. Gioia epazienza: sono i materiali con cui è lastri-cata la “via della cura” non solo per la no-stra Chiesa di Napoli, ma anche per ilmondo intero.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

umane. L’invito è di ricominciare, sem-pre. L’invito è a non arrendersi all’eviden-za della sconfitta. L’invito è a non lasciarsiprendere dalla tentazione di mandare tut-to all’aria o, peggio ancora, di camminaresenza una meta, senza una motivazioneforte che dia senso e significato alla nostravita.

Nei giorni scorsi abbiamo vissuto l’e-sperienza del Convegno annuale di pro-grammazione nella bella terra diPacognano.

Abbiamo sperimentato – assieme – labellezza del ricominciare, la gioia di ri-piantare il seme del Regno, la pazienza disaper attendere frutti maggiori. L’uomodella pazienza è uno che non si arrende,non si dà per vinto nemmeno dopo un fal-limento. Accetta i ritardi, il buio fitto, lecontraddizioni, i rifiuti. Ma non li consi-dera “la parola ultima”, definitiva. Ad ogni

smentita della realtà, ad ogni delusionel’uomo della pazienza (e della fede e dellasperanza) incrementa il proprio capitaledi forza interiore e … ricomincia!

È vero: la storia e la cronaca spessovanno in senso totalmente contrario aquello che sentiamo e celebriamo. Ma lanostra è una speranza che non delude.Essa è fondata sulla fede nella promessadi Dio e sulla sua fedeltà. La promessa diDio è vera e rimane per sempre. Dio nontradisce i suoi figli. Il suo amore è come laroccia su cui si abbarbica, in maniera si-cura e solida, l’ancora della nostra vita, lasperanza che non delude.

Una volta, dunque, che la nostra spe-ranza si appoggia sulla fede nella promes-sa di Dio, essa è immune da quella smen-tita che deriva dai fatti. E allora la stessasperanza si trasforma in indomabile pa-zienza. Pazienza non in senso passivo: pa-

Page 4: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 24 giugno 2018

MovimentoDives inMisericordiaDomenica 24 giugno,appuntamento mensile con ilMovimento “Dives inMisericordia”, presso lachiesa di Nostra Signora diLourdes a CalataCapodichino.A partire dalle ore 18,accoglienza dei Gruppi.Ore 18.15 – Coroncina allaDivina Misericordia.Ore 18.30 – Santo Rosario.Ore 19 – SolenneCelebrazione Eucaristica inonore di GesùMisericordioso, presieduta daMons. Raffaele Ponte, VicarioEpiscopale del Settore AffariEconomici della Diocesi diNapoli. Concelebra ilparroco, don GiuseppeCesarino.Accompagna la celebrazionela “Corale della NuovaAurora”, del Movimento“Dives in Misericordia”.

* * *

PostulazioneCardinale Sisto RiarioSforzaSono disponibili, oltre lenuove immaginette giàdistribuite, anche deicartoncini pieghevolipreparati sul VenerabileCardinale Sisto RiarioSforza. Si possono ritirarepresso la Curia Arcivescoviledi Napoli, telefonando alSegretario della Postulazionedon Francesco Rivieccio(33.55.77.77.26) o nei giornidi lunedì, martedì, mercoledìe giovedì, dalle ore 9 alle ore12, presso l’Archivio StoricoDiocesano (081.557.42.95). Chiunque ricevesse grazie perintercessione del VenerabileCardinale Sisto RiarioSforza, Arcivescovo diNapoli, è vivamente pregatodi darne subitocomunicazione scritta a:Postulazione CardinaleRiario Sforza – CuriaArcivescovile – LargoDonnaregina, 22 – 80138Napoli Le comunicazioniscritte devono esserecorredate di indirizzocompleto e recapitotelefonico.

Plenum dei diaconi permanenti con il Cardinale Crescenzio Sepe

Custodi del servizioSabato 9 giugno ha avuto luogo, nell’Aula magna della Facoltà

Teologica di Capodimonte il consueto ed atteso incontro annuale trail nostro cardinale Arcivescovo Crescenzio Sepe e il collegio dei dia-coni permanenti.

L’incontro avviene a poche settimane dalla ordinazione degli ul-timi diaconi, dodici, che porta il loro numero a ben 337 ordinati.

Non sembri un numero alto anche se le altre diocesi italiane edeuropee hanno meno diaconi di Napoli. La Chiesa, così come neces-sita di un numero necessario di presbiteri, necessita anche di un nu-mero di diaconi che possano completare, con il loro particolare ca-risma, la composizione della Chiesa stessa. La comprensione di que-sta necessità ha caratterizzato i Pastori della nostra diocesi, e sin daitempi del card. Ursi, promotore a Napoli del Diaconato Permanentee primo ad ordinare Diaconi, in Italia, alcuni accoliti, le ordinazionidiaconali si sono susseguite costantemente anche con il card.Giordano e poi il nostro attuale Pastore.

I diaconi, custodi del servizio nelle parrocchie e in altre strutturedella Chiesa napoletana, svolgono il loro ministero a favore di coloroche hanno meno voce in capitolo, quindi dei poveri, degli esclusi, deimalati. Una Chiesa che si pone quindi in uscita dalle sacrestie e dalla‘tenda’ per poter incontrare il disagio lì dove esso si manifesta.

È questo tra l’altro il tema su cui tutta la Chiesa napoletana si èconfrontata a Pacognano nell’annuale Convegno annuale di pro-grammazione per il nuovo anno pastorale, ispirato alla quinta Operadi Misericordia corporale “Visitare gli Infermi”, tema centrale dellaprossima Lettera Pastorale dell’Arcivescovo.

Tra le esperienze di vita presentate al Plenum dei diaconi, presie-duto dal cardinale, vi è stata l’esperienza del diacono AntonioPiccolo, che ha raccontato il suo servizio diaconale presso il rioneConocal che è su confine di Ponticelli e Volla. Questo impegno cate-chetico in una zona in cui si rendono evidenti particolari difficoltàambientali si pone proprio nella linea di impegno diaconale che ilnostro Arcivescovo vuole portare all’attenzione di tutta la Chiesa na-poletana, ma in principal modo dei suoi più diretti collaboratori, ipresbiteri e i diaconi.

L’esperienza del diacono Antonio non è stata la sola a caratteriz-zare l’incontro del Plenum, altre esperienze hanno punteggiato lamattinata. La coppia composta dal diacono Roberto Amodio e la suasposa Ornella ha intessuto un dialogo in base all’esperienza di diecianni di lavoro diaconale; cosa si aspettava un diacono appena ordi-nato dieci anni fa e come si è evoluta la dinamica diaconale di questacoppia nel corso di questo tempo?

Può il matrimonio essere un ostacolo all’impegno diaconale, onon è piuttosto un rafforzamento e un incoraggiamento a lavoraremeglio e insieme per tutta la Chiesa?

Anche altre testimonianze hanno caratterizzato l’incontro, comequello del diacono neordinato Mirco Ragazzon, di Antonio Furiatiin riferimento al mondo del lavoro, dei coniugi Galluccio e i coniugiGuida che hanno portato l’esperienza della loro partecipazione agliEsercizi Spirituali, del diacono Romualdo Guerriero partecipantealla giornata regionale del 3 marzo a Pompei.

Questo incontro dei diaconi con il loro Arcivescovo è stato ac-compagnato dal Vescovo Ausiliare don Gennaro Acampa, sempreconcretamente vicino alle esigenze dei diaconi e dal Direttoredell’Ufficio Diaconi Permanenti, don Carmine Nappo e guidato nellapreghiera dal Diacono musicista Ciro De Chiara.

Un momento di convergenza affettuosa di diaconi e spose (oltreduecento intervenuti) più molti bambini figli dei nostri fratelli dia-coni più giovani che ci ha confermato nella fiducia che il nostroArcivescovo nutre in noi e nel nostro diaconato a servizio dellaChiesa di Napoli.

Parrocchia Santa Maria del Pilar a Ercolano

Sovvenire alle necessità della Chiesa:partecipazione e comunione

Si è svolta, lo scorso mese di maggio, presso la comunità parrocchia-le di Santa Maria del Pilar” di Ercolano una promozione sul tema delSostegno economico alla Chiesa cattolica in Italia. Gli incontri sono sta-ti programmati e vissuti con una grande affluenza da parte di tutta la co-munità. Sono stati appuntamenti dedicati all’informazione sulSovvenire, sul tema: “Queste opere sono anche opera tua”.

L’informativa è stata concepita per poter coinvolgere capillarmentetutta la comunità parrocchiale, predisponendo in tal senso punti diinformazione sull’“Abc” del Sovvenire e alle necessità delle comunitàparrocchiali. Nell’ultimo incontro, organizzato nel complesso oratoria-le “San Domenico Savio”, con l’aiuto del materiale cartaceo, pervenutodalla Conferenza Episcopale Italiana, è stata sviluppata la formazionespecifica sul tema: “Sovvenire alle necessità della Chiesa – partecipazio-ne e comunione” rivolto, in modo particolare, al cuore pulsante della co-munità: Consiglio parrocchiale Pastorale e il Consiglio per gli AffariEconomici.

È stato illustrato dal diacono Giovanni Dentice, il complesso sistemadi sostentamento economico della Chiesa Italiana post-concordatario,fino alla destinazione dei fondi raccolti con l’8xmille. Di grande interes-se è stato anche l’intervento del diacono Bruno Scarano, referente dio-cesano sul micro-credito alle parrocchie ed esperto di economia pasto-rale; responsabile del progetto nazionale “Parrocchie in Solidarietà”,ovvero, come finanziare le parrocchie più povere ed emarginate.L’incontro è avvenuto all’interno di un più vasto movimento di informa-zione e formazione coordinato dal referente parrocchiale al Sovvenire,il diacono Emilio Icario; dal parroco don Pasquale Incoronato, promo-tore e facilitatore dell’evento, convinto sostenitore del progetto di pro-mozione formativa.

In questo tempo di necessità, culturali, sociali e anche economici, ab-biamo consentito la realizzazione di innumerevoli progetti che quoti-dianamente portiamo avanti a volte anche con affanno. Progetti di vitacomunitaria, raggiungendo quasi tutte le realtà difficili, presenti sul ter-ritorio.

Realtà troppo spesse lasciate sole dalle istituzioni cittadine e gover-native. In questo mare di necessità, don Pasquale Incoronato, a partiredal 2000 ha realizzato un Centro di pastorale giovanile dove ragazzi di-sagiati trovano amicizia, una famiglia e l’opportunità di sfuggire alla ca-morra. La “Locanda di Emmaus” è nata come Centro di pastorale gio-vanile e lo è ancora con la preghiera e le celebrazioni. È qualcosa di piùper i ragazzi dagli otto ai sedici anni: mensa, doposcuola, laboratori,

giochi. “Figli dell’agio e figli del disagio”. Offriamo a questi ragazzi un posto diverso dalla strada, con la libertà,

ma anche con le regole. Una sfida che ci vede impegnati tutti i giorni sul-la credibilità: siamo credibili con i fatti, è “l’evangelizzazione” della ca-rità.

Inoltre, quest’anno, la parrocchia ha partecipato al Concorso nazio-nale, indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana, Tutti x Tutti. Nel pro-sieguo dell’evento, il parroco e il diacono Giovanni Dentice responsabilediocesano del Servizio per la promozione ed il sostegno economico dellaChiesa, hanno fatto riflettere sul senso di partecipazione e comunionedelle comunità parrocchiali al nuovo sistema di sostegno economico al-la Chiesa e su come promuoverlo; sulla necessità di creare una vera co-munione, che sia frutto di condivisione dei beni e con essa ad una giustaperequazione che soddisfi ogni realtà ecclesiale. In sintesi riuscire adamare e servire la Chiesa nella sua totalità.

Dentice, prendendo spunto dalle varie indicazioni del PrimoTestamento e poi dalle lettere di San Paolo, ha evidenziato l’importanzadelle Offerte, come espressione della comunità in sintonia con l’Offertadel Cristo redentore. La comunità deve per la propria parte Sovvenire esupportare la Chiesa.

Continuando il proprio intervento il diacono, ha dato una perfettaspiegazione da dove giunge storicamente il finanziamento dell’8xmille.È un’offerta che non costa nulla, ed è per il credente un atto di coerenzacon la propria fede; infine ha espletato che l’offerta per il clero ha unmaggior valore di partecipazione ecclesiale poiché comporta un esbor-so personale, sia pure ripagato in parte dal vantaggio della deducibilitàin sede di dichiarazione dei redditi.

Sono emersi chiari all’Assemblea dei partecipanti i valori delSovvenire: comunione, corresponsabilità, partecipazione, perequazio-ne, solidarietà, trasparenza e libertà. Si tratta ancora oggi di un tema de-licato per la mancanza di notizie e chiarezza sull’argomento, che dovràessere approfondito e divulgato.

Al termine della relazione si è aperto un dibattito con i partecipanti.Tutti i presenti si sono interrogati su come riuscire a sensibilizzare ulte-riormente la nostra comunità parrocchiale e a sostenere con donazionie “Offerte” la Chiesa italiana.

L’assemblea altresì ha accolto l’invito del diacono Dentice a visitaree divulgare il sito della Conferenza Episcopale Italiana:www.sovvenire.it dove, con chiarezza e trasparenza, emergono dove so-no destinati i nostri contributi.

Page 5: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Vita DiocesanaNuova Stagione 24 giugno 2018 • 5

Il Servizio Farmaceutico Solidale Diocesano, nato con il progetto “Un farmaco per tutti”, voluto dal CardinaleSepe, ha permesso di avviare una esperienza arricchente dal punto di vista umano, professionale e pastorale

Una porta aperta sulla povertà legata alla malattia

di Bianca Iengo*

Il Servizio farmaceutico solidale diocesa-no, nato con il progetto “Un farmaco per tutti”voluto e sostenuto da Sua Eminenza ilCardinale Crescenzio Sepe nel dicembre 2015,ha permesso di avviare una esperienza davve-ro unica, formativa e arricchente con e versol’intera Diocesi di Napoli, dal punto di vistaumano, professionale e pastorale.

Il principio ispiratore del servizio è innan-zitutto quello di contribuire a garantire e tute-lare la salute di ciascuna persona che, in quan-to tale, ha diritto di rispetto, di accoglienza e dipromozione umana, soprattutto se è in condi-zione di indigenza. Lo spirito del Progetto hatrovato ampio sostegno in ciò che è stato riba-dito durante i giorni di questo convegno, ossiaincarnare l’opera di misericordia e andare allaricerca dell’incontro con chi è infermo. Si ri-scontra purtroppo che sono in aumento i pa-zienti hanno rinviato prestazioni sanitarie.

Le visite specialistiche, seguite dall’acqui-sto dei farmaci o dal pagamento del ticket, perproseguire con gli accertamenti diagnostici,l’odontoiatria, le analisi del sangue, lenti e oc-chiali da vista, le prestazioni di riabilitazione,protesi, tutori, ausili vari e spese di assistenzasociosanitaria. Più in difficoltà sono le personea basso reddito, le famiglie con al proprio in-terno una persona non autosufficiente e gli an-ziani che hanno più bisogno di cure. Il serviziopertanto si muove a tre livelli: ascolto e ricezio-ne dei bisogni favorendo l’incontro con il pa-ziente; analisi specifica dei bisogni alla lucedelle competenze professionali in sinergia conla preziosa collaborazione dei centri di ascoltoCaritas; ricerca e attivazione di soluzioni tera-peutiche concrete in campo ogni volta semprepiù mirate e aderenti alla reale esigenza.

Le malattie che emergono sono diverse e ri-guardano spesso condizioni di degrado socialee culturale e di conseguenza economico. Lapersona che in molti casi si trova a vivere inscarse condizioni igieniche o deriva da situa-zioni familiari di grave indigenza culturale edeconomica, finisce per perdere anche una cer-ta autonomia e consistenza psicologica, que-sto porta ad uno stato di abbandono e di rinun-cia del soggetto, che pertanto trova difficoltà areagire e a curarsi, soprattutto nel caso di alcu-ne patologie che richiedono un certo coinvol-gimento economico. La risposta al bisognotiene conto innanzitutto della migliore solu-

zione terapeutica ma anche di tutti gli altriaspetti che riguardano la dignità della per-sona, l’incidenza ponderale del grado di in-digenza economica nella vita della persona,la necessità di una vicinanza e di un accom-pagnamento in un momento o in una storiadi sofferenza, se legato ad una precarietàprovvisoria oppure di una condizione dimalattia cronica o invalidante nel tempo.

Le differenze socio-economiche si riper-cuotono sulla salute: basso livello di istru-zione e disagio sociale peggiorano ad esem-pio la salute del cuore. Le persone con livel-lo di scolarità più basso, sedentarie e conabitudine al fumo e all’alcol sono più a ri-schio di ipertensione, dislipidemia (livelloanomalo di grassi nel sangue), obesità, dia-bete. Storie di disuguaglianze sociali: i piùfragili e i più vulnerabili hanno maggioredifficoltà di accesso, utilizzazione e qualitàdi servizi di assistenza sanitaria adeguata.Dimissioni con esposizione a condizioniclimatiche e ambientali sfavorevoli.Malattie croniche, psichiatriche, vascolari,osteo-articolari, infettive-dermatologiche.Precarietà abitativa e lavorativa.

Salute “in cerca di dimora” di un corpo ricco di umanità e di un’anima assetata di amore

La nostra salute essendo in gran parteinfluenzata anche da fattori esogeni, per es-

sere efficace l’attività sanitaria deve coin-volgere anche altre realtà, in particolare:politica sociale e regionale; fiscalità; am-biente; istruzione e ricerca. L’assistenzaprimaria ha un ruolo chiave. È stato impor-tante infatti la collaborazione di giovani vo-lontari socio-sanitari, infermieri impegnatinella Pastorale Universitaria Diocesana, inAzione Cattolica, nell’Unitalsi. Grazie a lo-ro è stato possibile realizzare: accoglienza eascolto dei fratelli; monitoraggio terapie;raccolta solidale di farmaci, presidii, ausiliimaggiormente richiesti; attenzione all’ap-propriatezza delle prescrizioni; riconosci-mento del ruolo prioritario del ServizioSanitario Nazionale; orientamento e inte-grazione ai servizi sanitari dei fratelli indi-genti che si trovano in condizioni disagiatee di povertà di vario livello; coordinamentoe formazione operatori volontari di settoree non; disponibilità alla condivisione di in-contri, percorsi, progetti, risorse diocesani;ampliamento di disponibilità capillare diservizio sia informativo che pratico.

Si è lavorato e si lavora su: collegamentoe collaborazione tra le figure professionalipubbliche e private coinvolte (farmacisti,medici, infermieri); cammino sinergicocon la Caritas Diocesana; cammino insie-me a sostegno per Enti, Associazioni,Parrocchie, richiedenti il servizio, e che siadoperano costantemente all’ascolto, al-

Il percorso del progettoDal dicembre 2015, ha avuto inizio l’attività del

Progetto “Un farmaco per tutti”, un servizio intera-mente rivolto ai fratelli più bisognosi, che spessonon hanno la possibilità di procurarsi un farmacooppure un presidio sanitario necessario per curarsi,come testimoniato dalle tante richieste pervenuteall’Arcivescovo, alla Caritas diocesana e alle parroc-chie. Il progetto, fortemente voluto dal CardinaleSepe e condiviso dall’Ordine dei Farmacisti e daFederfarma, è nato dal cuore della nostra amataChiesa Diocesana, proprio in apertura dell’AnnoGiubilare della Misericordia.

Rilevanti sono i risultati ottenuti: oltre 70 i Centriaccreditati a tale servizio solidale, tra parrocchie,Centri di ascolto Caritas, Associazioni, Uffici dioce-sani di pastorale, che usufruiscono di farmaci, pre-sidii e aiuti per le cure degli ammalati indigenti; 150le farmacie che hanno aderito al progetto; oltre100.000 i prodotti raccolti e dispensati nella nostraDiocesi, all’Elemosiniere del Papa per i poveri delColonnato, alle missioni religiose che operano all’e-stero; ben oltre un milione di euro il valore dei far-maci, presidii e ausilii distribuiti. Una tale solida-rietà è possibile grazie all’impegno di tanti volontarie, in particolare, di un volenteroso gruppo di farma-cisti, in collaborazione con varie figure professiona-li di ambito sanitario tra medici, infermieri e opera-tori, così che ciascuno offre il proprio gratuito aiuto

in quei casi in cui è indispensabile una risposta ade-guata e qualificata.

Al fine di garantire un efficace servizio di carità edi vero amore, attraverso anche un’accoglienzasempre più umana e rispettosa della dignità dei no-stri fratelli più bisognosi, si chiede a tutti un genero-so e puntuale lavoro di collegamento e di collabora-zione nell’accesso ai benefici del Progetto. Per inol-trare richiesta di farmaci, l’indirizzo di riferimentoè: biancaiengo.farmacosolidale@chiesadi napoli.it.Per informazioni e consulenza tecnica è possibilechiamare al numero 345.519.56.96, dalle ore 11 alleore 20. Per il ritiro dei farmaci richiesti ci si può ri-volgere il mercoledì e venerdì, dalle ore 16 alle ore20.30, in via Sanitàn° 95/96, Napoli, presso il Centro“La Tenda” onlus. È necessario che la richiesta, for-mulata secondo apposito schema, venga sempre ef-fettuata dalla parrocchia, dall’istituto, o da una as-sociazione e sia accompagnata, al primo accesso,da lettera di presentazione dell’esigenza di servizioe, di volta in volta, da modulo di richiesta.

La richiesta di farmaci viene vagliata ed evasa intempi ragionevolmente brevi, sulla base delle dispo-nibilità effettive e, comunque, nel rispetto delle re-gole di dispensazione dei farmaci. Affinché il farma-co richiesto venga consegnato per tempo e nelle giu-ste modalità, è importante organizzare con puntua-lità la richiesta, seguendone l’iter indicato.

l’accoglienza dei bisogni socio-sanitari deifratelli più poveri e ammalati della nostraDiocesi; ruolo fondamentale del farmacistanella relazione e comunicazione con il pa-ziente; importanza della presenza di consa-crate nell’accoglienza nella condizione diprecarietà della malattia (l’ammalato: “ter-ra promessa” da scoprire, possibilità di spe-ranza e di credere nella vita).

Alcuni obiettivi Un Centro unico di prenotazioni di pre-

stazioni specialistiche e diagnostiche per leemergenze sanitarie a partire dallaMedicina Solidale Diocesana in collabora-zione con le strutture ospedaliere presentisul territorio diocesano. Disponibilità e ac-coglienza telefonica per informazioni e in-dicazioni farmacologiche. Disponibilità diservizio mail per ricezione richieste e di-sponibilità di prodotti. Sistemazione e ca-talogazione farmaci, presidii, integratoriraccolti. Accoglienza e dispensazione biset-timanale (mercoledì, venerdì), salvo ulte-riori emergenze.

Queste dunque alcune delle piaghe cheincontriamo con un servizio che è una “por-ta aperta sulla povertà legata alla malattia”,con braccia e cuore spalancati alla richiestadi Gesù povero, ammalato e forestiero sa-pendo di non dover curare ma di poter di-ventare strumenti di guarigione, se utiliz-ziamo la “medicina della misericordia” eannunciamo con la nostra stessa vita la bel-la notizia del Vangelo.

E allora dal Convegno Diocesano 2018,a Pacognano, grata a sua Eminenza e a tut-ti, porto con me una grande esperienza diconferma del valore delle relazioni sincere,dei gesti di accoglienza e dei confronti co-struttivi, che sanno dare fiducia ai compa-gni di viaggio, dare una mano a chi è piùgiovane ma ha buona volontà e incoraggia-mento a chi si sente chiamato al dono ma èin difficoltà. Il primo miracolo può realiz-zarsi in noi e tra noi se sapremo stringercila mano e camminare insieme per unaChiesa sempre più bella, più autentica, piùvera.

*Responsabile diocesana del progetto“Un farmaco per tutti”, Consacrata laica ov

Farmacista e Farmacologa

Come accedere ai farmaci

Il parroco o il legale rappresentan-te della fondazione, associazione oistituzione deve declinare la richie-sta, con apposita domanda, indiriz-zata al Cardinale Arcivescovo (largoDonnaregina 23 – 80138 Napoli) e perconoscenza alla responsabile dioce-sana del progetto, dott.ssa BiancaIengo, (via Sanità 95/96, Napoli, pres-so il Centro “La Tenda”), indicandol’attività svolta e l’esigenza riscontra-ta sul territorio di competenza.

Si chiede, quindi, al CardinaleSepe l’autorizzazione all’accesso alprogetto “Un farmaco per tutti”, dopoavere acquisito le indicazioni fornitedalla responsabile diocesana delServizio Farmaceutico, dott.ssaBianca Iengo.

Page 6: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 24 giugno 2018

Salute in carcereNegli istituti di pena del

nostro Paese è emergenza

sanitaria. A delinearne lo

scenario in un’intervista al

Sir è don Raffaele Grimaldi,

per 23 anni cappellano nel

carcere di Secondigliano

(Napoli) e da un paio

d’anni ispettore generale dei

cappellani delle carceri

italiane, auspicando

maggiore attenzione da parte

della politica e la ripresa

dell’iter della riforma

dell’ordinamento

penitenziario. «L’emergenza

sanitaria nel nostro Paese

riguarda tutte le fasce deboli

della società – spiega -, ma

negli istituti di pena è

ulteriormente acuita perché

la popolazione carceraria

è estremamente vulnerabile. I

detenuti sono realmente gli

ultimi degli ultimi» e «i

direttori dei penitenziari

conoscono bene le grosse

difficoltà per far venire uno

specialista, per sottoporre i

reclusi a visite, esami

diagnostici e specialistici

esterni, ricoveri e/o interventi

chirurgici. Le procedure per

autorizzazioni e permessi da

parte dei magistrati e dei

tribunali rallentano molto gli

interventi sanitari e il

problema si aggrava

ulteriormente in presenza di

detenuti in regime di alta

sicurezza (41 bis). I

tempi talvolta si allungano

anche per mancanza di mezzi

o personale per la scorta,

pure in caso di interventi di

emergenza». Dei 198 istituti

di pena (circa 58 mila

detenuti) solo una

quindicina dispone di un

centro clinico-diagnostico,

ma alcuni di questi non

funzionano per mancanza di

personale e/o di attrezzature.

La Catechesi settimanale di Papa Francesco

Il dono della sana inquietudine di Antonio Colasanto

Iniziamo oggi un nuovo itinerario dicatechesi sul tema dei comandamenti, haannunciato Papa Francesco in aperturadella udienza generale: i comandamentidella legge di Dio. Per introdurlo prendia-mo spunto dal brano appena ascoltato:l’incontro fra Gesù e un uomo, è un giova-ne, che, in ginocchio, gli chiede come po-ter ereditare la vita eterna (cfr. Mc 10, 17-21). E in quella domanda c’è la sfida diogni esistenza, anche la nostra: il deside-rio di una vita piena, infinita. Ma come fa-re per arrivarci? Quale sentiero percorre-re? Vivere per davvero, vivere un’esistenzanobile. Quanti giovani cercano di “vivere”e poi si distruggono andando dietro a coseeffimere.

Un giovane mediocre è un giovane confuturo o no? No! Rimane lì, non cresce,non avrà successo. La mediocrità o la pu-sillanimità. Mitezza, forza e niente pusil-lanimità, niente mediocrità. Il Beato PierGiorgio Frassati, che era un giovane, dice-va che bisogna vivere, non vivacchiare.

Vivere con la forza della vita. Bisognachiedere al Padre celeste per i giovani dioggi il dono della sana inquietudine. La vi-ta del giovane è andare avanti, essere in-quieto, la sana inquietudine, la capacità dinon accontentarsi di una vita senza bel-lezza, senza colore. Se i giovani non sa-ranno affamati di vita autentica, mi do-mando, dove andrà l’umanità? Dove an-drà l’umanità con giovani quieti e non in-quieti?

La domanda di quell’uomo del Vangeloche abbiamo sentito è dentro ognuno dinoi: come si trova la vita, la vita in abbon-danza, la felicità? Gesù risponde: «Tu co-nosci i comandamenti» (v. 19), e cita una

parte del Decalogo. Come si passa dallagiovinezza alla maturità? Quando si iniziaad accettare i propri limiti.

Com’è bello essere uomini e donne!Com’è preziosa la nostra esistenza!Eppure c’è una verità che nella storia degliultimi secoli l’uomo ha spesso rifiutato,con tragiche conseguenze: la verità deisuoi limiti.

Il Signore Gesù regala il compimento,è venuto per questo. Chi, potendo sceglie-re fra un originale e una copia, scegliereb-be la copia? Ecco la sfida: trovare l’origi-nale della vita, non la copia. Gesù non of-fre surrogati, ma vita vera, amore vero,ricchezza vera! Come potranno i giovaniseguirci nella fede se non ci vedono sce-

gliere l’originale, se ci vedono assuefattialle mezze misure?

È brutto trovare cristiani di mezza mi-sura, cristiani, li ha definiti PapaFrancesco, “nani”; crescono fino ad unacerta statura e poi no; cristiani con il cuorerimpicciolito, chiuso. In queste catechesiprenderemo le due tavole di Mosè da cri-stiani, tenendoci per mano a Gesù, perpassare dalle illusioni della giovinezza altesoro che è nel cielo, camminando dietrodi Lui.

Scopriremo, in ognuna di quelle leggi,antiche e sapienti, la porta aperta dalPadre che è nei cieli perché il SignoreGesù, che l’ha varcata, ci conduca nella vi-ta vera. La sua vita. La vita dei figli di Dio.

La famiglia è il cuore della Chiesa

L’accompagnamento pastorale è esercizio di pazienza emisericordia. Si tratta, in sostanza, di aiutare le persone acamminare secondo le proprie possibilità fino alla cima dellamontagna, non di abbassare la montagna.

La prima di queste sfide è il confronto con una realtà se-gnata soprattutto dalla perdita della speranza umana e cri-stiana nell’amore e dalla conseguente difficoltà dei giovani diassumere una responsabilità verso il partner e un impegnoper tutta la vita.

A ciò si aggiungono le problematiche morali e antropolo-giche legate all’accoglienza della vita umana e all’eserciziodella sessualità intesa come espressione matura di gesti chepermettono ai coniugi di vivere intensamente la comunionein un dono reciproco totale.

Infine, va considerata l’esigenza di misurare il singolo pro-getto familiare con la visione più ampia del contesto nel qualesi vive e con il ruolo sociale che viene riconosciuto alla fami-glia. In tale ambito si inserisce la questione educativa, legataal problema della trasmissione della fede alle nuove genera-zioni.

Più in generale emerge l’urgenza di valorizzare il disegnocristiano complessivo riproposto con chiarezza dalla “Amorislaetitia”. Qui subentra il ruolo degli operatori di pastorale fa-miliare, chiamati a misurarsi con gli esiti di una secolarizza-zione che presenta due punti critici: il primo si riferisce allamancata corrispondenza tra il progetto di sposarsi in chiesae una vita di fede attiva; il secondo riguarda la tendenza, cheinizia a manifestarsi in alcuni Paesi, a rinunciare al Battesimodei figli, privandoli della grazia del Sacramento.

Sulla base di questa analisi, alcune piste di azione, rileg-gendo, in sostanza, le provocazioni pastorali dell’EsortazioneApostolica, rappresenta una vera e propria tabella di marcia

per coloro che lavorano a favore delle famiglie. In particolare,l’immagine della Chiesa come ospedale da campo, ricordan-do che, se è necessario curare i feriti, è ancora più necessarioprevenire le ferite.

Il legame coniugale è un viaggio che dura tutta la vita, uncammino che conosce la bellezza e la gioia di essere amati edi amare, ma che conosce anche i difetti e i peccati, le diffi-coltà e le sofferenze. Per questo deve essere considerato conrealismo e fiducia, come un crescere e uno svilupparsi insie-me, a poco a poco, passo dopo passo, con l’esercizio pratico,paziente e perseverante.

In tal senso l’Amoris laetitia invita a una pastorale realistae diretta alle persone concrete, con una grande attenzione allacomune esperienza umana. Una pastorale che non pretendedi imporre obblighi in modo autoritario ma piuttosto di edu-care alla libertà responsabile, aiutando le persone a maturarele proprie convinzioni e i propri comportamenti per scoprirela verità su se stessi.

È necessario mostrare la bellezza del piano di Dio sulla fa-miglia soprattutto con esempi concreti piuttosto che conenunciazioni di principio. Da qui l’importanza di valorizzarela formazione al matrimonio coinvolgendo le diverse realtàecclesiali e le stesse famiglie con la loro responsabilità missio-naria.

La parola d’ordine è aggiungere, non togliere. Oggi, più chemai, la testimonianza di comunione ecclesiale e di santità per-sonale rappresentano una vera urgenza pastorale. Le prospet-tive di lavoro futuro, nell’ambito della pastorale familiare, so-no l’accompagnamento, la preparazione dei futuri sposi, l’e-ducazione affettiva, la pastorale degli anziani: il metodo checi chiede di seguire Papa Francesco con l’Amoris laetitia.

Virgilio Frascino

Page 7: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

San Guglielmo di MontevergineAbate – 25 giugno

La sua statua nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, ha un lupo accovacciato ai piedi, in ricordo diun prodigio che gli attribuisce la tradizione. Quando viveva da eremita sui monti, l’asino che era il suo pre-zioso mezzo di trasporto fu sbranato da un lupo, che poi Guglielmo prodigiosamente trasformò in man-sueto animale da soma. Guglielmo lo incontriamo quindicenne, già vestito da monaco e in viaggio comepellegrino. Cammina per mesi e per anni. Va a San Giacomo di Compostella, poi a Roma, poi si avvia versola Puglia, da dove vorrebbe imbarcarsi per la Terrasanta. Ma lo dissuase un futuro Santo, Giovanni daMatera, da lui incontrato presso Taranto: «Non è lì che ti vuole il Signore», gli disse Giovanni. E lui, dopoindecisioni e prove, va infine a stabilirsi sui 1.500 metri di Montevergine, nel gruppo appenninico delPartenio, presso Avellino. Terra ancora di orsi e di lupi, dove vive da solo per un anno.

Poi arrivano altri uomini ed alcuni sacerdoti attratti dalla vita eremitica, che intorno a lui formano unacomunità. Ma poi salgono anche i pellegrini, i fedeli, a cui bisogna predicare e amministrare i sacramenti,nella chiesetta consacrata nel 1124. Guglielmo ha adottato la Regola benedettina con marcata accentua-zione eremitica, ma quest’affluenza di gente rende necessaria anche un’attività pastorale, una cura d’ani-me. Nel 1128 egli affida la comunità al futuro beato Alberto e va a stabilirsi in Lucania sul monte Cognato,dove presto nasce un monastero; e quando è ben stabilito, ecco che Guglielmo riparte fermandosi a Goleto,ancora nell’Avellinese. Altri monasteri egli fa nascere in Irpinia e in Puglia. Così si forma quella che saràchiamata Congregazione Benedettina di Montevergine. Guglielmo muore nel monastero del Goleto, e nel-le sue comunità si incomincia subito a venerarlo come Santo. Alcuni Vescovi autorizzano anche il cultopubblico, che sarà poi esteso a tutta la Chiesa nel 1785. Il suo corpo verrà traslato nel 1807 dal Goleto aMontevergine, dove si trova tuttora, in quello stesso monastero che, per tutta la durata della seconda guer-ra mondiale, sarà il rifugio segreto e sicuro della Sacra Sindone.

Santa Vincenza GerosaVergine – 28 giugno

Non avrebbe mai pensato di diventare una fondatrice. Il suo orizzonte era la terra bergamasca diLovere. Era l’impresa commerciale che faceva dei Gerosa una casata benestante. Battezzata col nome diCaterina, ha poi incominciato a studiare dalle Benedettine di Gandino, in Val Seriana. Ma la poca salutele impedì di continuare e tornò a Lovere. La sua vita è costellata di progetti che poi le circostanze conti-nuamente stravolgono. Era contenta di starsene nel negozio di famiglia, ma l’azienda va in crisi sotto il ci-clone napoleonico, mentre Lovere passa dal dominio veneziano a quello francese, nella RepubblicaCisalpina. Caduto Napoleone, e passato il Bergamasco sotto l’Impero degli Asburgo, Caterina si dedica al-l’insegnamento gratuito per le ragazze povere, ad attività di assistenza e di formazione religiosa, incorag-giata da due successivi parroci. Questa dimensione locale dell’impegno le basta, l’appaga: anche perché sirivela assai ricca di stimoli e di sfide. Nel 1824 fa amicizia con una maestrina, anch’essa di Lovere:Bartolomea Capitanio, di 17 anni. L’incontro la spinge in un’avventura nuova: creare un ospedale. Ci rie-scono, inaugurandolo un paio di anni dopo.

L’ha reso possibile lei, con beni ereditari del casato dei Gerosa. Ma per un’attività stabile occorre per-sonale votato e preparato all’assistenza. E la maestrina Capitanio ha un suo progetto: fondare un Istitutoreligioso per assistere i malati, istruire le ragazze, creare orfanotrofi. Bartolomea Capitanio muore il 26luglio 1833. Caterina Gerosa, sola e poco istruita, vorrebbe lasciare tutto ma non si rassegna: decisa: ac-coglie le prime giovani e nel 1840 arriva il riconoscimento pontificio. Prendono vita le Suore di MariaBambina, con le regole scritte da Bartolomea Capitanio e con la guida di Caterina Gerosa, che prende ivoti assumendo il nome di suor Vincenza. Già nel 1842, sebbene siano ancora poche, le chiamano a Milano.L’Arcivescovo Gaysruk vorrebbe farne una sua istituzione diocesana. Ma suor Vincenza resiste: a Loveresono nate, e Lovere dev’essere la loro casa, con le loro regole. Quando muore, le suore sono 171. All’iniziodel terzo millennio saranno oltre cinquemila. Nell’Anno Santo 1950, Papa Pio XII ha canonizzato insiemeBartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa. Il corpo si trova nel santuario delle Suore di Carità, dette diMaria Bambina, a Lovere.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 24 giugno 2018 • 7

Paura o fede?Paura e fede: sembrano cosìlontane, così opposte… l’una tilega alle sicurezze, l’altra dilibera in nome di una fiduciacerta, a cui non servono prove.Paura e fede sembrano distantianni luce tra loro… eppure nonlo sono! Sono separate daconfini labili e imprecisati…Basta poco per passare dall’unaall’altra: eventi, imprevisti,sorprese inattese.E forse ciò che descrive Marconel brano della tempesta sedatanon è altro che la nostra stessaesperienza. Il racconto dellanostra povera e fragile fedesfidata dalle mille tempeste chein modo spesso sconvolgente siabbattono su di noi, sulla nostrasemplice normalità e lasconvolgono. Le nostre certezze,come quella povera barcaevangelica, si riempionod’acqua: disorientamento,disperazione, paura, terrore,sconforto, sfiducia. Tutto, ognitraguardo, ogni certezza èimprovvisamente in balìa dionde e vento.Ognuno di noi, se fermi, concoraggio e dia alle onde e alvento un nome. Per qualcunopotrà essere malattia, per altriseparazione, per altri ancoramorte. Per alcuni perdita delposto di lavoro, per molti sceltesbagliate… Le onde e il ventoche si abbattono sulla nostravita hanno molti nomi, maproducono sempre lo stessoeffetto: ci fanno passare dallafede e fiducia alla paura echiusura.E allora cosa fare?Una è la sola cosa giusta:chiamare in causa Dio. Nonallontanarci da lui. Purdubitando, non tirarci fuoridalla relazione con lui. Purdubitando! Già… l’ho scrittoperché ci credo. In quel gridodegli apostoli: «Maestro, non tiimporta che siamo perduti?» siera raccolta tutta la disperazioneumana che in quel momentoattraversava i loro cuori.Pur dubitando, pur bloccatidalla paura e dalle lacrime,facciamo sì che nella nostra vitaci sia sempre la possibilità di ungrido rivolto a Dio. La pauraspinge a gridare verso colui dicui ci si fida!

La preghieraSvegliati, Signore, non dormire!Abbiamo bisogno di te:della tua Parola cheplaca le tempeste,della tua presenzache fa tacere ogni paura.Abbiamo bisogno di teper poter credere, ancora di più.Abbiamo di te per continuarea far brillare amorelì dove venti di buferaci stanno insegnando odio.Svegliati, Signore,e scuotici da noi stessi! Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

24 giugno. Dodicesima Domenica del Tempo Ordinario

Il coraggio del rischioGb 38, 1. 8-11; Sal 106; 2 Cor 5, 14-17; Mc 4, 35-41

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

La mia letteraalla Chiesa

Attento ai temi della spiri-tualità nel corso di tutta la vitae la carriera, Ermanno Olmiha scritto di getto questa lette-ra appassionata negli anni del-la vecchiaia. Una sorta di te-stamento spirituale, in cuiriaffermare con forza che lareligiosità è frutto del senti-mento più ancora che delladottrina, perché «i sentimentisono misteriosi, e hanno den-tro più verità di qualsiasi ragio-namento». Sono pagine forti,intense, che attingono alleemozioni più profonde del suoautore, fra i più grandi cinea-sti del nostro tempo, scrittenella sincera convinzione chel’Occidente e la nostra Italiaabbiano profondamente biso-gno di un “supplemento d’ani-ma”. Il profetico registadell’Italia contadina, che hatestimoniato una profonda vi-cinanza di approccio alla vitae al mondo con PapaFrancesco, chiude il suo sognodi un’umanità profondamenterinnovata con un’immaginefilmica e potente: dalla faccia-ta della basilica di San Pietroappare un uomo, che dice:«Sono tornato... come vi avevopromesso... non fate della casadel Padre una bottega.Distruggete questo tempio e,come allora, in tre giorni risor-gerà dentro di voi». Questa let-tera d’amore è l’ultimo lascitodi un maestro visionario.Ermanno OlmiLa mia lettera alla Chiesa. Iltestamento spirituale di unmaestro visionarioEdizioni Piemme - 2018Pagine:114 – euro 12,90

Il discorso in parabole viene seguito, nelvangelo di Marco, da una sezione narrativa,che raccoglie alcuni miracoli, con lo scopo diaffermare che il vangelo viene portato agli uo-mini in parole e in opere: le opere confermanole parole, attestandone l’efficacia, mentre leparole rendono chiare le opere (in questo ca-so, i miracoli), alle quali permettono di accor-dare un valore salvifico (in essi Dio è all’opera,ma questo richiede l’accoglienza dell’agire di-vino nella fede) ed escatologico (nella misurain cui essi manifestano anticipatamente la si-gnoria assoluta di Dio, che alla fine dei tempiristabilirà ogni cosa nella sua integrità, vin-cendo il male, il dolore e la morte). E così, an-che nel vangelo di Marco, i miracoli acquista-no il valore di segni al servizio della fede piùche di gesti straordinari tesi a suscitare lo stu-pore: la fede viene suscitata dalla parola, comericorda anche Paolo ai cristiani di Roma (cfr.Rm 10, 17), e i miracoli la rendono più forte epiù chiara, benché non siano essi a produrla.

I miracoli, dunque, avendo a che fare conla fede e, quindi, con il rivelarsi di Dio al qualel’uomo è chiamato a dare una personale rispo-sta, non solo mostrano solo la “potenza” diGesù, che si manifesta nel dominio esercitatosulla natura (come ricorda la tempesta seda-ta), sul demonio (come emerge dall’episodiodell’indemoniato gerasèno) e in favore del-l’uomo prigioniero dell’impurità e della morte(come nel caso della guarigione dell’emor-roissa e della resurrezione della figlia diGiàiro), ma narrano anche la sua misericor-

dia: ne risulta un volto di Dio che è “onnipo-tente nell’amore” un Dio, cioè, la cui onnipo-tenza si manifesta nell’amore e con esso devesempre essere coerente. Il primo miracolo cheGesù compie, domando il mare intempesta, ha lo scopo di condurre il lettore,anzitutto, a porsi la domandaessenziale nellarelazione con Gesù: «Chi è costui?».

Il Signore si rivela così, al tempo stesso, co-me colui che è il solo capace di suscitare do-mande (essendo la domanda dei discepolisuccessiva al miracolo), ma anche l’unico ingrado di offrire risposte che, però, bisogna co-gliere, ancora una volta, nella fede.L’evangelista, infatti, si mostra attento a spo-stare l’attenzione del lettore e uditore dalla po-tenza di Gesù sul mare alla fede dei discepoli,che diviene il centro, anzi l’obiettivo, di tuttala narrazione. In questo senso, benché l’im-magine di Gesù che dorme in mezzo alla tem-pesta si presenti alquanto illogica dal punto divista narrativo, risulta molto efficace, in quan-to permette di mettere in risalto la dimensionedella fede nella fatica quotidiana del vivere: se,infatti, la fede del discepolo non resta saldaproprio nelle difficoltà e nelle tempeste inevi-tabili della storia, quando il Signore pare chedorma, allora essa è una fede “immatura”,non capace, cioè, di una vera adesione a Dio,ma solo di una relazione dal carattere “religio-so” (vale a dire una relazione che pretende diricevere sempre un contraccambio).

Il dormire tranquillo di Gesù, sottolineatoin Marco dall’annotazione «su un cuscino», è

potente metafora dei silenzi tragici di Dio nel-le spire della storia: è lo stesso silenzio cheGesù dovrà portare alla fine del vangelo quan-do il Padre, che pure aveva parlato all’inizio(«Tu sei il Figlio mio, l’amato»: 1, 11) e al cuoredel vangelo («Questi è il Figlio mio, l’amato:ascoltatelo!»: 9, 7), nel Getsemani tace, pur es-sendo invocato con il nome della tenerezza fi-liale («Abba! Padre! Tutto è possibile a te: allon-tana da me questo calice!»: 14, 36).Ugualmente, il Padre tace sulla croce, tanto daprovocare in Gesù la più terribile delle do-mande: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai ab-bandonato?» (15, 34). Contemplare Gesù chedorme sul cuscino, a poppa della barca diPietro, diviene così una grande lezione per ildiscepolo, chiamato a credere a una parolache tante volte pare smentita dalla storia, lun-go la quale il Signore sembra assente o addor-mentato, benché già il salmista assicurasseche «non si addormenterà, non prenderà sonnoil custode di Israele» (Sal 121, 4). Il Vangelo sirivolge, ieri, come oggi, a una comunità che èsballottata in tempeste che appaiono tantopiù grandi e forti di lei: questa comunità èesortata a non dubitare della custodia delSignore, al quale non deve cessare di crederee, quindi, di affidarsi. Credere non è mai un at-to che si compie “a buon mercato”: la fede ri-chiede il coraggio del rischio, ma è proprioquesto l’atto necessario a vincere la paura.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

Page 8: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Speciale Nuova Stagione8 • 24 giugno 2018

Criteriper comprenderela pastorale di evangelizzazioneIl primo criterio è quello ditener conto che una pastoraledi evangelizzazione non puòignorare la dimensione della“relazionalità”. Un processopastorale di evangelizzazionedovrebbe essere capace dipromuovere relazionifinalizzate a coinvolgeresoprattutto i lontani,favorendone la conversionepersonale e comunitaria.Un tale processione conducepoi al secondo criterio:“edificazione dellacomunione”. Un’azionepastorale evangelizzante devecontribuire all’edificare lacomunione nell’unità conDio, allargandosidinamicamente verso tutti,soprattutto nei riguardi dicoloro che hanno smarrito ilsenso di appartenenzaecclesiale.Un altro criterio è quello chedovrebbe aiutare adimmaginare un percorsopastorale che aspiri ad essere,nell’orizzonte delrinnovamento missionario,un “agire nella fede”. Ildinamismo di fede porta adefinire quelle funzioni chemaggiormente eprioritariamente nedefiniscono le caratteristichee che, sviluppandosi con unacerta continuità nel tempo,ne favoriscono lo sviluppo.Esse sono certamente laliturgia, le forme disolidarietà fraterna, vissutenell’ottica della promozionedell’amore cristiano, e quelpercorso attraverso il quale sivive un vero e proprioitinerario di iniziazionecristiana, inteso comeprocesso globale attraverso ilquale si diventa cristiani.Un ultimo criterio, “agirenella pluriforme variabileantropologica”, si pone comefinalità quello di immaginareun processo dievangelizzazione attento alleistanze di complessitàdell’uomo e della societàodierna. La comunità deicredenti, infatti, oggi deveconfrontarsi con parametriantropologici e sociali mutatiche impongono nuove epertinenti modalitàoperative.

Convegno diocesano di programmazione pastorale a Pacognano: la sintes della quinta Opera di Misericordia “Visitare gli I

Una Chiesa attenta al cuore di Francesco

Il cammino della Chiesa di Napoli, a parti-re dal Piano pastorale “Organizzare la speran-za”, è stato segnato da scelte significative chehanno determinato un metodo di approccioalle diverse realtà di cui è composta la nostradiocesi.

Il Piano pastorale, infatti, «ebbe o scopo ditracciare le coordinate generali della chiesa diNapoli. Esso individuava le luci e le ombre del-la comunità ecclesiale, indicava gli obiettivi ele linee programmatiche da seguire.L’impianto si articolava su tre pilastri: comuni-care la fede, educare alla fede, vivere la fede. Sudi essi si sarebbe retta l’architettura della futu-ra pastorale della comunità» (C. SEPE, Letterapastorale “Vestire gli ignudi”, 7). Il Piano ci invi-tava anche a camminare in modo sinergico:«comunicare è allo stesso tempo educare e vi-vere, così come vivere, cioè testimoniare, è laprima forma per comunicare e per educare allafede» (Piano pastorale, 19).

Il Giubileo per Napoli ha operato, poi, lasvolta che sta accompagnando le tappe annualidel nostro itinerario di fede: «Come icona delGiubileo fu scelta la tela del Caravaggio. Essasimboleggiava l’apertura della Chiesa ai biso-

gni della città, la concretezza dei suoi interven-ti, lo spirito di misericordia che l’avrebbe carat-terizzata. Risultava così tracciato il percorsopastorale per gli anni successivi. L’attenzionealla città, l’interesse per il bene comune si sa-rebbe caratterizzato ogni anno attraverso lapratica, una dopo l’altra, delle sette opere dimisericordia» (C. SEPE, Lettera pastorale“Vestire gli ignudi”, 9).

Se guardiamo attentamente la tela delle set-te opere notiamo che la Madonna col Bambino-affacciata come da un balcone dei tanti vicolidella nostra città e delle città della Diocesi - sisporge oltre ogni limite per partecipare allescene delle opere, alla vita caotica ma reale delpopolo.

La Chiesa - diceva Mazzolari - è iniziata perstrada ed è lì che la troverete. Il Piano pastoraleaffidava anche un impegno a ciascuno di noi:costruire la nostra Chiesa come casa e scuoladi comunione, incentivando la necessità dellacomunione a tutti i livelli: diocesano, decanalee parrocchiale. E la comunione si testimonianei fatti. Qualche anno prima di morire ilCardinale Congar affermava: «Abbiamo biso-gno di riscoprire la grande lezione del Concilio:

SinodalitàLasciarsi accompagnare dai gio-

vani accompagnarli a nella vita diogni giorno, creando relazioni auten-tiche. Le parole prioritarie sono “si-nodalità” e “ascolto” per superare glistereotipi con i quali viene letta lacondizione giovanile odierna, conuna tendenza al giudizio senza un ve-ro ascolto dei processi di cambiamen-to.

Occorre formare un gruppo dioce-sano per l’evangelizzazione sul mo-dello dei settantadue discepoli inviatida Cristo per la missione, da mettersia servizio delle varie realtà della vitadella Diocesi, formato da giovani pro-venienti dai vari Decanati, in ascoltodelle esperienze di fede.

In preparazione al Sinodo dei gio-vani è stato pensato un “Pre-Sinodo”,con l’Arcivescovo, allo scopo di avvia-re un processo di ascolto del mondogiovanile nella linea dell’evangelizza-zione, da tenersi il 14 e il 15 settem-bre.

SacerdotiVa riconosciuta l’attualità del XXX

Sinodo della Chiesa di Napoli, specie inriferimento al commino di insieme. Èvero che ogni parrocchia ha una suastoria, ma questo deve essere uno sti-molo a valorizzare le differenze perchépossano contribuire alla missioneevangelizzatrice.

La nuova evangelizzazione ha ilcompito di formare l’uomo completo,di risvegliare in lui un’inquietudine chepossa portarlo ad avvertire la presenzadi un Dio che lo attira a sé e vuole do-nargli il suo amore senza nulla chiede-re. Questo vuol dire che tale azione mis-sionaria debba essere attuata primaall’interno delle nostre stesse comu-nità. Solo così potrà uscire dalle par-rocchie per incontrare le esigenze degliuomini e delle donne del nostro tempo.

I parroci vanno sostenuti nel mini-stero. Hanno bisogno di sentire il soste-gno e l’affetto delle proprie comunità.Solo così il loro entusiasmo si manterràforte e stabile per un servizio semprepiù attento alla vita delle comunità.

FragilitàImportante è l’accompagnamento e la

relazione nella malattia, il prendersi curadi ogni forma di fragilità. Sarebbe oppor-tuno rafforzare una rete diocesana checoinvolga tutto il mondo degli operatori sa-nitari per realizzare una pastorale sanita-ria integrata.

È indispensabile focalizzare l’attenzio-ne su due livelli: la domanda naturale ri-spetto alla religione e alla fede; la domandada educare sempre rispetto alla religione ealla fede. Sono ancora tante le sollecitazio-ni che la chiesa vive rispetto alla fede e aibisogni della gente. I sacramenti dell’ini-ziazione cristiana chiedono vigilanza, one-stà intellettuale, e soprattutto proposta sal-vifica e non un’azione semplicemente lega-ta alla tradizione.

Si vive in un tempo che ci sollecita co-munque a dire “se questo è un uomo” difronte alle innumerevoli condizioni di ne-cessità di tanti fratelli e sorelle. È verosimi-le che diventeremo una minoranza forseresa impotente, ma finalmente saremoquel lievito e quel sale che determina la cre-scita e il sapore dell’umanità.

RelazionalitàParola chiave è “relazionalità”, che sot-

tintende ascolto attento che non si inventa.Essa richiede attenzione e metodologieche si possono e si devono imparare evitan-do il rischio dell’improvvisazione che dan-neggia sia le relazioni che il processo dievangelizzazione.

È necessaria una buona formazione dilaici e sacerdoti e pensare con “audacia” anuovi percorsi pastorali, favorendo metodid’insieme, che facciano riscoprire il gustodella comunità e diano forza a strategiemissionarie nuove. Il processo di evange-lizzazione deve incarnarsi nella societàodierna in cui giovani e adulti sono condi-zionati da messaggi subliminali difficil-mente codificabili.

La pastorale della sacramentalizzazio-ne come trampolino di lancio per una nuo-va evangelizzazione, in un processo chetenga conto dei bisogni effettivi della gen-te, con una particolare attenzione ai mi-granti, ai diversamente abili, alle famigliebisognose, favorendo una alleanza educa-tiva con la scuola e le altre agenzie, attra-verso la pastorale di ambiente.

Page 9: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

SpecialeNuova Stagione 24 giugno 2018 • 9

In FacoltànasceilDipartimentogiuridico Al termine dei lavori delConvegno diprogrammazione, ilCardinale Crescenzio Sepe haannunciato, con grande gioiae soddisfazione, la nascita del“Dipartimento giuridico”nella sezione San Tommasod’Aquino della PontificiaFacoltà Teologica dell’ItaliaMeridionale. Il Decano, donFrancesco Asti, ha precisatoche «si tratta di un primopasso per ottenere ilriconoscimento della Facoltàdi Diritto Canonico aCapodimonte». IlDipartimento, ha spiegatoancora don Francesco,«formerà operatori di primolivello specializzati nelsettore, rilasciando undiploma sul diritto difamiglia e sui casi gravi». Hatenuto a specificare che per ilmomento si tratta di unsemplice diploma e non diun biennio dispecializzazione né di undottorato.Intervenendo, poi, sul ruolodella Facoltà Teologica circala formazione, il Decano haspecificato che il ruolodell’Ateneo è quello di offrireuna formazione non solo aichierici ma a tutto il popolodi Dio e che, in virtù anchedella presenza dell’Istituto dipastorale con indirizzoprofetico, sarebbe opportuno«valorizzare quanto giàesiste, evitando unamoltiplicazione di enti».Infine, è stato presentatoanche il corso di formazionesulle nuove frontiere dellabioetica, organizzato incollaborazione con ilVicariato per il clero, guidatoda don Aldo Scatola, che siarticolerà in due semestri: ilprimo su “Bioetica clinica”(vita, morte e alleanza dicura in prospettivacristiana), con la presenzadei professori NicolaRotundo e Lucio Romano, ilmercoledì dalle ore 11 alle ore12.45, da ottobre 2018 agennaio 2019; il secondo su“Questioni di bioeticateologica” tenuto dalprofessor Maurizio PietroFaggioni, sempre ilmercoledì, dalle ore 9.15 alleore 12.45, da febbraio amaggio 2019.

i dei laboratori e dei gruppi di studi, alla luce del Piano pastorale del 2008, Infermi” e delle nuove forme di evangelizzazione

e di Dio e al cuore dell’uomo o Piccirillo*

la comunione. L’importante non è che la Chiesafaccia molte cose, ma che le faccia insieme. Noinon abbiamo bisogno in questo momento digrandi protagonisti ecclesiali. Noi oggi abbia-mo bisogno della coralità di un popolo, abbia-mo bisogno di testimoniare un popolo umile,di gente però che si accoglie, si vuole bene, sidice parole vere, non si nasconde dietro le ma-schere, abbiamo bisogno di questa grande au-tenticità». Quest’anno, in preparazione alConvegno diocesano di programmazione, uni-tamente alla quinta opera di misericordia “vi-sitare gli infermi”, l’Arcivescovo ha incoraggia-to la sinergia tra l’«unità centrale» (Curia) e le«unità periferiche» (decanati), riproponendo iltema della “nuova evangelizzazione”, nuovaperché nell’ottica di una chiesa missionaria ein uscita, come ci ricorda l’Evangelii gaudiumdi Papa Francesco. Il settore “evangelizzazionee catechesi”, pertanto non si è appropriato diuna dimensione che è tipica di tutta la Diocesi,nelle sue diverse articolazione, ma ha soltanto,per il suo ruolo specifico, supportatol’Arcivescovo e i Vicari generali nel lavoro diconsultazione e di sintesi. Non è stato un lavo-ro in solitudine!

Ciò che è stato presentato da don ArmandoSannino, infatti, rappresenta un impegno co-mune nella fase preparatoria del secondo gior-no del Convegno: ha coinvolto i decanati, gli uf-fici del settore evangelizzazione e catechesi,l’Ufficio per la pastorale giovanile. Ai facilitato-ri è stato consegnato il lavoro concluso ma“aperto” e, con esso, le tracce per i laboratori, ilcui lavoro costruirà, con l’apporto degli altrisettori e degli organismi di partecipazione, leproposte che saranno consegnateall’Arcivescovo per il necessario discernimen-to.

La pastorale, al di là delle sfumature che as-sume, dovrebbe porre sempre al proprio cen-tro la dimensione relazionale piuttosto chequella funzionale ed organizzativa. Al cuoredell’essere chiesa vi è la relazione personalecon il Signore, dunque la dimensione spiritua-le nutrita dalla fede e dalla preghiera, e la rela-zione con le persone fatta di conoscenza, amo-re, ascolto, dedizione, dono della vita. Unachiesa in uscita è attenta al cuore di Dio e alcuore dell’uomo.

* Vicario episcopale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

CulturaL’università ha per statuto la “terza

missione”, ossia la ricaduta sul territo-rio del sapere che, tropo spesso, è slega-to dalla realtà in cui è immersa e nonaiuta la persona ad essere membro atti-vità della società; manca una cernieratra cultura alta e cultura popolare.Emerge qui il compito che deve svolge-re la pastorale universitaria indirizzatanon solo agli studenti ma anche ai do-centi.

La chiesa guarda con simpatia ilmondo della cultura perché sia in gradodi rispondere al disorientamento del-l’uomo contemporaneo e rispondere al-la domanda di senso che lo attanaglia.È necessario che la comunità ecclesialeparta dalla realtà e con questa dialoghisenza superbia. Si profila il ruolodellaFacoltà teologica come centro di for-mazione per i chierici e per tutto il po-polo di Dio.

Il primo passo da compiere è la crea-zione di una consulta per la cultura cheformuli un programma di azione bendettagliato e scadenzato nel tempo.

TerritorioUno degli ambiti in cui è necessario

impegnarsi è quello liturgico-sacra-mentale che richiede l’attenzione e il ri-spetto delle persone che vivono la ma-lattia o la morte.

Altro ambito è quello della pastora-le familiare che permette di conoscereferite, difficoltà e sofferenze che spes-so si riflettono sulle generazioni piùgiovani.

La comunità deve farsi carico dellamalattia: visita di ragazzi e giovani agliammalati, da includere nei percorsi ca-techetici, gruppi di volontari, gruppi dicompagnia.

Questo richiede una formazione de-gli operatori pastorali e una riorganiz-zazione della pastorale d’insieme nellacomunità parrocchiale, favorendo lanascita di una équipe di evangelizza-zione e attivando percorsi di formazio-ne a più livelli. La parrocchia dovrebbelavorare in rete con le altre istituzioni.

ParrocchiaL’autoreferenzialità è ancora diffusa ed

è una ferita nella comunione ecclesiale. Sisente la necessità di una programmazionepastorale secondo una progettualità co-mune che preveda una seria e periodica ve-rifica delle azioni messe in campo. Gli am-biti nei quali si ritiene sia più urgente unimpegno di cura sono soprattutto quelliche feriscono i giovani, gli adolescenti, glianziani, i malati e quanti hanno fragilitàevidenti.

Si tratta di promuovere un rinnovatosforzo di osservazione della realtà soprat-tutto nei contesti più a rischio, uno sforzopiù sinergico tra tutte le compenti socialeed ecclesiali, di intensificare le esperienzedi reale accompagnamento alla conoscen-za delle fragilità e delle ferite dell’altro, dirilanciare una pastorale dell’accompagna-mento sostenuta da una formazione uma-na e culturale. Il primo soggetto chiamatoad evangelizzare è la parrocchia,dove si in-contra la gente e si fa esperienza di relazio-ne, che ha insito in sé l’elemento della ter-ritorialità, e che favorisce il recupero dellamemoria e delle radici.

MissioneViene ribadita l’utilità di non nasconde-

re la malattia, ma di parlarne con disinvol-tura e tranquillità, anche nei nostri conte-sti pastorali, favorendo sempre più una“pastorale della cura” e non della guarigio-ne. La comunità è maggiormente valoriz-zata e sente il peso e la responsabilità delproprio servizio quando si coinvolge nellavita di ciascuno. Questo coinvolgimento èvisibile nella preghiera della comunità che,a volte, è fatta anche di gesti e segni che va-lorizzano il “tocco” del fratello sofferente.Per questo si invoca un maggiore aiuto, an-che a livello formativo, dal Decanato e dallaDiocesi. Oggi si parla sempre meno dellamalattia, anche nelle omelie, e questo nonfacilita il processo di integrazione del ma-lato né favorisce il processo di cura.

Per riattivare l’attenzione all’evangeliz-zazione viene proposta una “missione po-polare” finalizzata alla costituzione di nuo-vi “Centri del Vangelo”, individuando unsoggetto che si faccia carico del difficilecompito del coordinamento e che sappiaindividuare le giuste sinergie sia a livellodiocesano che decanale e parrocchiale.

AccoglienzaIn questi ultimi anni si è compiuto un

cammino di incarnazione ma non manca-no situazioni nelle quali emergono ancoratratti di autoreferenzialità. È opportuna lacura pastorale non solo degli ammalati maanche degli operatori sanitari, esercitandoanche, se necessario, una coscienza criticaverso la mala sanità.

Si punta ad una maggiore qualità dellerelazioni che intercorrono sia tra i sacerdo-ti, sia tra sacerdoti e laici. Si evidenzia lanecessità di far crescere e consolidare laconvinzione che non ci può essere integra-zione di nuove persone senza una adeguataaccoglienza.

Le nuove forme di evangelizzazione so-no esperienze forti e significative, ma è ne-cessario soffermarsi sulla dimensione or-dinaria della pastorale parrocchiale, inmodo da renderla sempre più capace didialogare anche con i lontani, concependomeglio l’identità, la formazione e la missio-ne del pastore, prioritarie rispetto alla stes-sa organizzazione pastorale o alle strategiedi evangelizzazione. Servizio a cura di:

Doriano Vincenzo De Luca

Page 10: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 24 giugno 2018

Preghiera ecumenica allaChiesa evangelica di Volla

Riscoprire la gioia

dell’essereunica Chiesa

di Michele Giustiniano*

«Insieme per testimoniare Cristo in modo credibile»:potrebbe essere solo uno dei tanti bei slogan o una dellesuggestive frasi che si dicono e si ripetono ciclicamentedurante le celebrazioni ecumeniche. Ma così non è.Queste parole, infatti, sono state pronunciate dai giova-nissimi fedeli della Chiesa evangelica libera di Volla, chelo scorso sabato 16 giugno hanno voluto far sentire le lo-ro fresche voci e portare la loro schietta testimonianzanel corso della riunione di preghiera ecumenica delGiaen (Gruppo interconfessionale di attività ecumeni-che di Napoli). Gioendo della fraterna presenza pressola loro comunità dei rappresentanti delle diverse con-fessioni cristiane, questi ragazzi, nel ribadire concettibasilari del cammino ecumenico, col loro sincero fervo-re li hanno liberati dalla stanchezza di cui sono spessoincrostati nei discorsi dei “grandi”, donando nuovo vi-gore alle parole. È accaduto così che affermazioni come«è necessario vincere l’egoismo e trasformare la convi-venza in speranza» o come «ecumenismo non è unifor-mità né assorbimento, non è farsi concorrenza, ma ècollaborazione» – frasi che potrebbero apparire trite eritrite agli addetti ai lavori – sono risuonate nell’assem-blea con la gentile potenza delle voci dei più piccoli, ri-destando nei cuori un rinnovato desiderio di unità.

La celebrazione, guidata dal Pastore GiuseppeVerrillo, ha visto la partecipazione del coordinatore delGiaen e delegato arcivescovile per l’ecumenismo mon-signor Gaetano Castello, del coordinatore della com-missione ecumenica diocesana don Enzo Lionetti, delladottoressa Elisabetta Kalampouka in rappresentanzadella Chiesa ortodossa di Napoli del PatriarcatoEcumenico di Costantinopoli, di altri rappresentantidella Chiesa cattolica e della commissione stessa e delnovello Pastore Salvatore Manzi, che ha spezzato laParola predicando sul brano della Scrittura letto in as-semblea (Matteo 19, 16-22). Ciascuno ha offerto unabreve testimonianza in linea con il proprio ruolo e lapropria esperienza ecumenica. Dopo la preghiera delPadre Nostro e la benedizione letta da tutti i rappresen-tanti delle confessioni presenti, la celebrazione si è con-clusa con il canto dell’Inno finale, che ha coinvolto fe-stosamente l’intera assemblea.

La partecipazione dei membri più giovani della co-munità ha arricchito di senso l’intera celebrazione, nonsolo perché la presenza dei giovani garantisce anche inambito ecumenico quel ricambio generazionale tantonecessario alla vita delle nostre chiese, ma anche per-ché – è il caso di ribadirlo – con il loro genuino fervore,non contaminato da retoriche di circostanza, essi rie-scono a donare linfa e slancio alle istanze ecumeniche,che altrimenti rischierebbero di isterilirsi nella consue-tudine dei gesti.

* Commissione diocesana Ecumenismo e Dialogo interreligioso

A Mugnano solidarietàper l’Africa

Serata di beneficenza organizzata dalle suore Vittime Espiatrici di GesùSacramentato di Madre Maria Cristina Brando per i progetti in Burkina Faso

Il 9 giugno scorso, nell’accogliente strutturadell’Istituto Sacro Cuore in Mugnano di Napoli, che ospi-ta la Congregazione delle suore vittime espiatrici di Gesùsacramentato si è svolta la serata di beneficenza “StreetFood Napoletano”, con animazione e intrattenimentoper bambini a cura delle animatrici Ole e Ilvia. In attesadello spettacolo serale di Massimo Andrei, la gente ha po-tuto degustare in una mite serata cibi preparati dalleSuore Sacramentine di S. Cristina Brando e da volontarilaici. Il ricavato della vendita di panini imbottiti, pizzette,graffette, bibite e bottigliette di acqua minerale sarà de-voluto, come stabilito dalla Madre Superiora, suor CarlaDi Meo, a favore dei bambini e dei progetti da realizzareper la missione in Burkina Faso, tra cui quello di scavareun pozzo da cui attingere acqua potabile. La somma rac-colta sarà portata direttamente a destinazione dai volon-tari.

La serata di beneficenza, si è conclusa splendidamen-te con la rappresentazione teatrale “Favole Del Mare” delcolto autore e regista, attore versatile e abile affabulatoreMassimo Andrei, di cui il docente Francesco Palladino,prima dello spettacolo, ha posto in evidenza le spiccatequalità di uomo di cultura e di teatro, creativo, geniale,estroso. L’Artista, ispirato dall’opera di GiambattistaBasile (1570 -1632) “Lo cunto de li cunti”, overo Lo tratte-nimento de’ peccerille” e attingendo da altre fonti, ha nar-rato e animato con impareggiabile maestria, vis espres-siva e gustosi passaggi umoristici, alcune leggende su

Napoli ambientate nel mare, la prima delle quali ha ri-guardato Partenope, sirena che, insieme alle sorelleLigea e Leucosia, ammaliava con il melodioso e angelicocanto i marinai di passaggio lungo la costa campana perattrarli e ucciderli Quindi, Andrei,validamente affianca-to da Eduarda Iscaro (voce e fisarmonica), dall’attoreMario Zinno e dal tenore Christian Moschettino, ha incu-riosito e reso attento e partecipativo il pubblico, lasciato-si captare nella semplice familiarità creata, come neltempo che fu, dall’accattivante e avvincente ritmo narra-tivo impresso da Andrei. Mediante, allora, la sua piacevo-le affabulazione , il canto armonioso della Iscaro, che im-personava Leucosia, le interpretazioni coinvolgenti diZinna e di Moschettino, gli spettatori hanno acquisito laconsapevolezza di quanto sia ricca la tradizione che lamitologia greca riserva alle leggende su Napoli . Tra esse,quella sulle origini del capoluogo campano: la sirenaPartenope, innamorata del suo Cimone, amore contra-stato, fugge con lui su una nave; sbarcano, poi, per lorofortuna, sul litorale campano, e qui la leggenda vuole chevivano finalmente la stagione del loro amore, mettendoal mondo tanti figli in una terra bellissima, Napoli appun-to, illuminata dal sole e addolcita da inebrianti aromi eprofumi.

Lo spettacolo di Andrei ha, dunque restituito alla “pa-rola” il posto che le compete, sommersa, purtroppo, dallapervasività dei social media.

Antonio Botta

Page 11: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

CittàNuova Stagione 24 giugno 2018 • 11

Centridi aggregazionegiovanilePur mancando un modelloorganizzativo standard, i centridi aggregazione giovanile sonopresenti in numerose cittàitaliane, e la loro attivitàrappresenta un importanteelemento di prevenzione dellacriminalità minorile. I centrirappresentano delle opportunitàdi confronto, scambio e crescitaculturale. Sono gestiti daorganizzazioni del Terzo settorein un’ottica comunitaria. Sioccupano di lotta alla povertàeducativa, sviluppo socioculturale e integrazione; offronosostegno psicologico e supportoallo studio. Una stima orientativa dei costi èstata effettuata attraversointerviste ai responsabili dialcuni centri di aggregazionegiovanile presenti nelle regionimeridionali ed individuati comebuone pratiche sostenute dallaFondazione con il Sud. Agli intervistati è stato chiesto dispiegare il modello organizzativoadottato, il numero di utenti chefrequentano il centro e unastima dei costi totali, compresividei costi del personale, strutturee altre attività gestionali. I costitotali sono stati rapportati alnumero di utenti al fine di avereuna stima orientativa del costomedio per utente.Dall’analisi effettuata risulta cheil costo medio annuo di unutente presso un Centro diaggregazione giovanile è circa €1.400.00, con oscillazioni chevanno dai € 500,00 ai €2.200,00 in funzione del tipo diattività offerte dal centro edall’intensità di frequenza delminore. In assenza di unmodello “istituzionalizzato”ciascun centro ha una propriaorganizzazione che prevedediverse tipologie di attività. Lavariazione dei costi è legata alnumero ed alla tipologia diservizi offerti, alle diverse formeorganizzative e gestionaliadottate dai singoli centri,nonché alle scelte dei minoricirca la tipologia ed il numero diservizi di cui usufruire. Inparticolare, i centri analizzatiperché individuati come buonepratiche offrono i seguentiservizi: Officine Gomitoli (Napoli):centro culturale e di scambio fraitaliani e stranieri nell’otticadell’integrazione e della crescitainterculturale; laboratori discambio culturale; laboratoriartistici; counseling familiare;supporto all’attività scolasticaanche tramite peer tutor;biblioteca; corsi di lingua;percorsi formativi e di tirocinio.

Dibattito pubblico a Napoli sulla criminalità minorile promossa da Fondazione con il Sud e associazione Artur. Tutti concordi sull’importanza

della prevenzione e dell’educazione. L’esempio virtuoso del Rione Sanità

Lotta alle disuguaglianze sociali e alla dispersione scolastica

Servizio a cura di Elena Scarici

A sei mesi dall’aggressione di Arturo, av-venuta in via Foria alle 17 del pomeriggiodel 18 dicembre, ad opera di altri minoren-ni, la comunità civile si interroga. LaFondazione Con il Sud, presieduta da CarloBorgomeo e l’associazione Artur, guidatadalla mamma di Arturo, Maria LuisaIavarone, hanno promosso un incontropubblico il 18 giugno all’Orto Botanico alquale ha preso parte il presidente dellaCamera, Roberto Fico. Con lui si sono con-frontati sul fenomeno delle baby gang e piùin generale sulla criminalità a Napoli, l’as-sessore regionale alla Sicurezza urbana,Franco Roberti, l’assessore comunaleall’Educazione, Annamaria Palmieri, il ret-tore dell’Università Parthenope, AlbertoCarotenuto, l’attore Salvatore Striano. Leperiferie urbane delle città meridionali con-tano oltre 1 milione di abitanti e sono quellecon il maggior numero di minori rispetto al-le altre aree del Paese. Si tratta di aree carat-terizzate dalla scarsità dei servizi essenzialied educativi, dalla povertà economica e dal-la disoccupazione giovanile, dall’illegalità edalla presenza della criminalità organizza-ta.

«Ma sono aree che, se opportunamentevalorizzate e sostenute nei percorsi di fidu-cia e coesione sociale, sanno fornire rispo-ste impressionanti in termini di capacità etempi di riscatto» – ha detto Borgomeo, ci-tando un esempio: un caso su tutti è la ri-nascita in corso del Rione Sanità. Nel 2006le Catacombe di San Gennaro accoglievano6.000 visitatori e coinvolgevano 5 ragazzivolontari. Ai 9 soci iniziali della cooperativache gestisce le visite, oggi si sono aggiunti14 dipendenti e tanti volontari: nel 2017 so-no stati accolti 104.000 visitatori. Giovani ebellezza sono la chiave di questo successo.La presenza di spazi e luoghi liberi, ma allostesso tempo protetti dalla comunità locale,ha fatto la differenza. Attraverso la musica,l’arte, lo sport, il fare e il dialogare, i Centridi aggregazione giovanile tolgono letteral-mente i ragazzi dalla “strada”, sottraggonomanovalanza a basso costo alle mafie e pro-pongono ai ragazzi modelli educativi e cul-turali alternativi ma reali. «Quanto contanoper il Rione Sanità quelle decine di contratti

di lavoro per i giovani e quelle migliaia di tu-risti che attraversano il quartiere? - si è do-mandato provocatoriamente Borgomeo - sidovrebbe ribaltare il paradigma che preve-de prima l’obiettivo della crescita economi-ca e poi, eventualmente, l’investimento dirisorse nel welfare, nella cultura e nella coe-sione sociale. Crediamo sia esattamente ilcontrario. La dispersione scolastica ci costafino al 6,8% del Pil nazionale».

Da qui la proposta della Fondazione conil Sud: un modello alternativo concreto, so-stenibile, immediatamente praticabile econ risultati lungimiranti: i centri di aggre-gazione giovanile. «Il fenomeno della de-vianza e della criminalità minorile è stretta-mente legato alla dispersione scolastica e al-la mancanza di opportunità e di politiche dicoesione sociale –ha spiegato ancora il pre-sidente della Fondazione Con il Sud - abbia-mo elaborato dei dati: un ragazzo che fre-quenta attivamente un centro di aggrega-zione giovanile ‘costa’ quattro volte meno ri-spetto a un minore che entra nel circuito pe-nale. Togliamo i ragazzi dalla strada e of-friamo loro opportunità e fiducia, oltre a ri-spondere a diritti negati e disuguaglianzeinaccettabili, scopriamo che è una soluzio-ne perfino conveniente». Dai dati elaboratidalla Fondazione CON IL SUD – disponibilisul sito - emerge che, per quanto riguarda ilcircuito penale minorile, il costo medio an-nuo per utente Ë di 6.200 euro (92% relativoalle carceri e il restante ai tribunali), mentre

un ragazzo che frequenta un centro di ag-gregazione ha un ìcostoî medio annuo chevaria dai 500 ai 2.200 euro, a seconda dellatipologia di centro e dallíintensit‡ educativaproposta.

«Per troppi ragazzi la strada è l’unicopunto di riferimento – ha dichiarato MariaLuisa Iavarone - questo è il fallimento diun’intera comunità. La missione pedagogi-ca dell’associazione Artur è contrastare, cu-rare, corresponsabilizzare».

«Il contrasto alla criminalità si rafforzacon la lotta alle disuguaglianze sociali ecombattendo la dispersione scolastica – haspiegato Roberti – la Regione ha già all’atti-vo il progetto scuola viva che coinvolge fa-miglie e studenti e in fase di avvio il progettodenominato scuole di comunità, rivoltoproprio a quegli alunni che rientrano incontesti disagiati». Sull’importanza dirafforzare l’impegno sulla formazione e sul-l’educazione sono stati tutti concordi, a co-minciare dal Presidente della Camera che loha ribadito più volte. Così l’assessoreAnnamaria Palmieri: «Sulla vicenda diArturo si è incanalata la nostra paura, cheabbiamo vissuto un po’ tutti soprattutto lemamme di ragazzi adolescenti, bisogna mi-gliorare e dare più sostegno alle leggi e aiprogetti per la scuola. Aiutare la scuola si-gnificare salvare i nostri figli». In sala tantiesponenti delle Forze dell’Ordine. Presentianche il prefetto Carmela Pagano e ilQuestore Antonio De Iesu.

Le parole del Presidente della Camera, Roberto Fico

Per Napoli, un’attenzione speciale«Sul fronte della sicurezza a Napoli non servono leggi speciali ma

un’attenzione speciale». Il presidente della Camera Roberto Fico, incittà ieri mattina per un convegno sulle baby gang, fa un lungo di-scorso nell’aula magna dell’Orto Botanico, mentre a pochi passi, invia Carbonara, poche ore prima c’è stata una sparatoria, diversi col-pi di pistola e un principio di incendio. «Bisogna creare un’attenzio-ne speciale e costante - insiste - e risolvere davvero, come Stato, que-sti problemi. Se non ci siamo riusciti finora, bisogna interrogarsi sulperché. Non c’è una sola soluzione – aggiunge - le forze dell’ordinefanno un lavoro encomiabile e presidiano il territorio, ma è la faserepressiva». La sparatoria di via Carbonara purtroppo non è un epi-sodio isolato, giovedì scorso la bomba al bar in via Toledo, le “stese”a San Giovanni a Teduccio, come in altri quartieri della città, sonoall’ordine del giorno, che Napoli stia vivendo un’emergenza, l’enne-sima, sul fronte criminalità, è sotto gli occhi di tutti.

Per Fico, infatti, la repressione non basta, insiste molto sui pro-getti contro la dispersione scolastica: «Alla repressione deve seguireuna fase di educazione, di formazione, di scolarizzazione e di presi-dio culturale sul territorio, se non investiamo e non mettiamo soldinella scuola, nelle strutture pubbliche, non andiamo da nessunaparte. Dobbiamo riuscire a occupare, come Stato, i vuoti che sonooggi liberi e terra di nessuno: vuoti anche esistenziali, familiari, del-le periferie che non sono geografiche, sono anche del centro». Ma

mai lavorando da soli, è un punto sul quale il presidente dellaCamera batte molto, ricorda che Napoli è la sua città, che ci conti-nua ad abitare e che non la abbandonerà. Elogia il ruolo degli assi-stenti sociali, per i quali, dice, bisognerebbe investire molto di piùche sulle autostrade. Dopo l’intervento in sala, l’abbraccio calorosocon Arturo, il ragazzo aggredito in via Foria, lo scorso dicembre, se-duto con le istituzioni. Il presidente della Camera si è intrattenutocon una ragazza che vuole diventare parlamentare e con una dele-gazione di migranti arrivati da Castelvolturno, ai quali ha promessodi far visita presto.

Page 12: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Città Nuova Stagione12 • 24 giugno 2018

Due milioni di passeggeriperRyanairRyanair, la prima compagniaaerea in Italia, ha raggiunto, loscorso 13 giugno, la quota didue milioni di passeggeri intransito per l’aeroporto di Napolie, contemporaneamente hafesteggiato un anno di attivitànella sua ultimissima baseitaliana. La programmazione diRyanair a Napoli per l’estate2018 include 121 volisettimanali per 28 destinazioni,di cui 18 nuove per lo scalo diNapoli, come Brema, Lisbona,Stoccolma e Varsavia. Un nuovoservizio bisettimanale perMarrakech inizierà a ottobrecome parte dellaprogrammazione per l’inverno2018/2019 di Ryanair a Napoli,con 25 rotte in totale chesupporteranno 1.500 posti dilavoro in loco.Clienti e visitatori di Napolipossono prenotare i proprispostamenti fino a marzo del2019, approfittando di tariffeancora più basse e delle piùrecenti innovazioni delprogramma denominato“Always Getting Better”, tra cuiil costo ridotto per il bagaglio instiva con una tariffa da 25 euro,un bagaglio da 20 chili, RyanairRooms con Credito di Viaggiodel 10 per cento. Inoltre èpossibile usufruire di un’ampiascelta di mezzi di trasporto viaterra con il nuovo partnerCarTrawler, Massimapuntualità, con il 90 per centodei voli in orario e prezzogarantito, ossia se si trova unatariffa più economica, saràrimborsata la differenza sulproprio conto MyRyanair conun bonus aggiuntivo di 5 euro.Per celebrare il trasporto di duemilioni di passeggeri a Napoli,Ryanair ha messo in venditaposti a partire da soli 20 europer viaggiare fino a settembre edisponibili per prenotazione solosul sito Ryanair.com.«In qualità di più grandecompagnia aerea in Italia – harimarcato Kenny Jacobs,direttore marketing di Ryanair aNapoli – siamo lieti di celebrareil nostro primo anno di attivitàa Napoli e di aver movimentatodue milioni di clienti e visitatoriin questo aeroporto. Perfesteggiare, stiamo mettendo invendita posti a partire da soli 20euro per viaggiare fino asettembre. Poiché i posti a questifantastici prezzi bassi andrannoa ruba velocemente, invitiamo ipasseggeri ad accedere subito alsito www.ryanair.com perevitare di perderli».

Il Cardinale Sepe benedice la statua di San Gennaro al molo di San Vincenzo

Il saluto del Patrono per chi arriva e chi parte

Presenti il sindaco Luigi De Magistris, il Presidente dell’Autorità Portuale Pietro Spirito,l’Ammiraglio Arturo Faraone e il Cappellano del Porto don Sabatino Perna

Gli emigranti meridionali, che partiva-no dal porto di Napoli per l’America, vede-vano, come ultimo ricordo insieme alVesuvio, la statua di San Gennaro postaalla testata del Molo San Vincenzo, che lisalutava…un’immagine che portavanonel loro cuore nella terra nuova dove an-davano a cercare altro destino. Il Moloborbonico, un lungo corridoio in acquache si conclude col faro del 1930 e la sta-tua del Santo Patrono, resta ancora oggiuno spazio bellissimo e dal forte valoresimbolico, anche se abbandonato per an-ni. È in atto un progetto di riqualificazio-ne e recupero della passeggiata a mare,che per metà appartiene alla Autorità eper metà alla Marina e simbolicamente al-la città di Napoli. La sfida proposta e por-tata avanti dalle diverse associazioni cit-tadine e dall’associazione “Friends ofMolo San Vincenzo” è quella di restituireil molo alla città, sia nella sua funzioneportuale (yacht e crociere) sia come spa-zio pubblico aperto alla comunità urbanaattraverso piccoli eventi, favorendo il dia-logo e la collaborazione tra le istituzionicoinvolte. Già nel 2012 un ottimista sin-daco de Magistris parlò per il Molo di«un’area dedicata allo Sport, al tempo li-bero e alla cultura».

Ma il passaggio all’area è ancora inter-detto e oggi vi si accede attraverso laMarina Militare oppure si può costeggia-

re assieme ai barcaioli di Napoli. I “FM-SV” (Friends of Molo San Vincenzo) stan-no organizzando per il Comune di Napolie per il Porto, con il consenso della Marinamilitare, una serie di eventi che hanno giàreso fruibile il Molo per le singole manife-stazioni, in attesa della imminente apertu-ra.

Nell’ambito di queste iniziative dome-nica 17 giugno si è compiuto un ulterioreimportante passo per riportare il molo piùantico di Napoli nel corpo vivo della città.

Il Molo S. Vincenzo, infatti, è stato rag-giunto a bordo di una motovedetta dalCardinale Crescenzio Sepe, dal Sindaco diNapoli Luigi de Magistris, dal Presidentedell’Autorità Portuale Pietro Spirito,dall’Ammiraglio Arturo Faraone e dalCappellano del Porto don Sabatino Pernaper presenziare alla cerimonia di benedi-zione della statua di S. Gennaro, SantoPatrono della città, posta lì a rappresenta-re un segno di accoglienza per chi arriva edi benedizione per chi parte.

Chiusura delle attività pastorali alla parrocchia dell’Addolorata alla Pigna, con il Cardinale Sepe

Come in una famigliadi Rosaria La Greca

La parrocchia Addolorata alla Pigna, con la chiusura delle at-tività pastorali dell’anno 2017/2018 si ferma in un momento difesta e condivisione per raccontarsi e fare il punto delle attivitàsvolte e quelle da svolgere nel prossimo anno, in un clima di pal-pabile familiarità. Una famiglia, come il parroco don VittorioSommella definisce la comunità che gli è stata affidata, che conle sue tante braccia compone un unico corpo. Alla presenza delcardinale Crescenzio Sepe, nello spazio parrocchiale di traversaCorreale, “Play time”, le varie realtà che compongono la parroc-chia, dalla pastorale giovanile a quella degli anziani, passandoper la pastorale dell’infanzia, raccontano o danno piccoli saggidelle attività svolte durante l’anno appena concluso. «Una fami-glia che fa un passo in avanti – dice don Vittorio - con le nostrenumerose attività intendiamo incarnare la Chiesa in uscita. Unafamiglia, prosegue, che come un piccolo granello di senape in-tende diventare un grande albero». La parrocchia che si estendeda via Omodeo a via Pigna abbracciando parte di via Jannelli,propone al territorio numerose attività. Da ormai sette anni, in-fatti, vede attivi 11 centri del Vangelo, ovvero gruppi che compostida varie fisionomie parrocchiali, anziani ammalati famiglie, vi-vono incontri periodici presso private abitazioni di parrocchianiper crescere nella fede meditando il Vangelo. Un’ occasione dicondivisione che ci dà l’opportunità di essere meno estranei, com-menta una donna componente di uno dei centri.

Attiva e vivace la pastorale giovanile, grazie anche alla presen-za dell’Alberti, liceo che insiste sul territorio vicino alla parroc-chia. Sono infatti i ragazzi dell’Alberti, che nell’ambito del pro-getto scuola viva, tramite un piccolo reading incentrato sulle bel-lezze della città di Napoli, raccontano il loro percorso teso versola consapevolezza di una cittadinanza attiva. Due giovani ragaz-ze inoltre, raccontano la loro partecipazione alla ScolasOccurrentes, esperienza che, dicono, le ha maturate sia sotto ilprofilo emotivo che relazionale.

Nella parrocchia sono inoltre presenti vari gruppi di preghie-ra tra cui il Rinnovamento nello Spirito che si definisce una fiam-ma d’amore, e il gruppo di lode ed evangelizzazione Comunità diGesù Risorto. La pastorale dell’infanzia dà infine un piccolo sag-gio delle attività sportive che i più piccoli svolgono proprio nelcentro play time, dove, complice il bel tempo, mostranoall’Arcivescovo in pochi minuti le loro performance sul campettoda calcio. «Punto di confluenza e convivenza - commenta ilCardinale Sepe - meravigliosa rappresentazione di una Chiesa.Dai bambini che giocano ai giovani che si impegnano con leScolas, si respira una fede partecipata dove ognuno dà il suo con-tributo proprio come in una famiglia. Perché la fede non è esclu-siva di nessuno». La serata si è conclusa con la benedizione cheil Cardinale dà alla cappellina dedicata a Maria di recente posanell’area del play time.

Page 13: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

CittàNuova Stagione 24 giugno 2018 • 13

Presentato a Villa Pignatelli il piano lavoro del Presidente della Regione Vincenzo De Luca

Obiettivo giovaniper la Campania e il Sud

Presentato a Villa Pignatelli il pianodella Regione per il Sud. Diecimila giova-ni da immettere nella PubblicaAmministrazione della Campania al ter-mine di un percorso di ventiquattro mesifatto di tirocini della durata di dieci mesia 1.000 euro lordi al mese, per un investi-mento complessivo da 104 milioni di eu-ro. Questa la manovra annunciata dal go-vernatore della Campania Vincenzo DeLuca «per dare una speranza ai nostri gio-vani». Una operazione che il governatorecampano mette a disposizione delle altreregioni meridionali.

«La Funzione Pubblica – ha spiegato ilpresidente campano – calcola che ci sa-ranno 450mila unità di vuoto nelle pianteorganiche della Pubblica amministrazionenei prossimi tre anni. Noi abbiamo stimatoche in Campania ci sarà un esodo compre-so tra i settemila ed i tredicimila occupatinegli enti pubblici. Quindi, ci saranno die-cimila unità da collocare nel sistema deinostri Comuni. Gli enti locali troverannosicuramente interesse ad assumere giova-ni, sulla base di graduatorie pubbliche e diun percorso di formazione che viene pagatodalla Regione».

«Non si tratta di una proposta miraco-lista – ha sottolineato De Luca – ma, se l’i-dea comincia a prendere corpo, già a gen-naio 2019 alcuni giovani inizieranno adentrare nei nostri Comuni e a capire comefunziona la macchina amministrativa».

Erano presenti alcuni presidenti delleregioni del Sud tra i quali NelloMusumeci per la Sicilia, Mario Oliverio,Calabria e Marcello Pittella per laBasilicata, che hanno sottoscritto unasorta di memorandum per il rilancio dellavoro pubblico nel Mezzogiorno. «Per ilSud è una grande occasione – si legge neldocumento – per abbassare l’età media deilavoratori e aumentare il numero dei lau-reati. Tutti obiettivi che le sei regioni firma-tarie del memorandum condividono e chepossono perseguire senza costi ulteriori dibilancio pubblico perché tutte le assunzio-ni verranno effettuate rispettando i vincoli

te le quali il lavoratore accede alle possibi-lità di lavoro, il riconoscimento di una re-tribuzione certa e dignitosa, costruire tute-le minime e concrete in termini di protezio-ne sociale».

«Per dialogare e parlare la stessa linguatra pubblica amministrazione e imprese –ha sostenuto Sebastiano Leo, assessore alLavoro della Regione Puglia – è necessarioimmettere i giovani negli uffici pubblici, sevogliamo arrivare a progetti efficaci. Le al-tre Nazioni corrono e se non investiamodavvero sulla macchina amministrativanon possiamo fare quel salto di qualità conla velocità necessaria in un mondo globa-le».

Leo ha parlato anche dell’immigrazio-ne e dell’esperienza di una regione comela Puglia che ha conosciuto un massiccioarrivo di emigranti albanesi negli anniNovanta: «Noi meridionali siamo per na-tura ospitali. L’integrazione e la contami-nazione sono necessarie, penso che il mi-grante sia un’opportunità e una ricchezza,anche perché stiamo diventando vecchi, di-minuiscono le nascite e il fatto di inserirenella società persone di altre terre che sonopiù giovani di noi rappresenta una ricchez-za».

di finanza pubblica vigenti. La PubblicaAmministrazione deve tornare ad essere unpezzo fondamentale del motore dello svi-luppo del Mezzogiorno».

«La proposta lanciata da De Luca – haprecisato il segretario generale della CgilCampania, Giuseppe Spadaro – ci vedefortemente interessati e continueremo acollaborare per il ruolo che ci compete.Poniamo solo due vincoli.

Le istituzioni, specie nel Sud Italia, nonpossono più permettersi di creare aspettati-ve che non hanno sbocchi adeguati, ritenia-mo che i numeri di possibile occupazionedebbano essere certi, come certe e continuele risorse disponibili. Inutile creare false osoverchie aspettative. Il lavoro buono per-mette di pensare al futuro, lo dobbiamo spe-cialmente alle nostre ragazze e ai nostri ra-gazzi».

Due gli obiettivi fondamentali che, se-condo Doriana Buonavita, segretaria ge-nerale della Cisl Campania, il Piano per illavoro lanciato dalla Regione dovrà perse-guire: l’innalzamento della qualità dei ser-vizi alla collettività e la possibilità di co-struire una concreta risposta in terminioccupazionali per il territorio. «Anche nel-la Pubblica Amministrazione – ha prose-

guito Buonavita – vanno declinati e pro-mossi i processi già previsti per poter co-struire una classe dirigente più competente,ringiovanita e competitiva. Le misure rela-tive a formazione, sviluppo e crescita devo-no camminare a braccetto, in un percorsodi virtuosismo funzionale in grado di pro-durre risultati tangibili e misurabili in ter-mini di crescita dei livelli occupazionali».

«Riteniamo che preliminarmente occor-re un attento monitoraggio delle situazionidi precariato diffuse nel pubblico come nelprivato, al fine di provare a tutelarle nellaloro specificità.

In tal senso – avverte ancora Buonavita– è fondamentale avviare con immediatez-za i tavoli di lavoro annunciati dallo stessoDe Luca sul Precariato nella Sanità,Lavoratori Socialmente Utili, Bacini di cri-si, per i quali le politiche attive messe incampo finora non hanno prodotto risultatisignificativi, e la Povertà nella sua accezio-ne più ampia. Quella che oggi si inauguracome una nuova Costituente per ilMezzogiorno, dovrà impegnarsi per indivi-duare, attraverso lo strumento della con-trattazione, soluzioni mirate per un ade-guato livello di rappresentanza di tali feno-meni, definire le regole di ingaggio median-

Vacanze napoletane in VespaGrande successo per i tour turistici a bordo del ciclomotore. Da Piazza Plebiscito a Posillipo,

sempre con il casco e la simpatica guida di “Gennarino”

Alla scoperta di Napoli, in Vespa è con il casco. Ed i turisti li accompagna“Gennarino”. Si arricchisce l’offerta turistica del capoluogo con un nuovo sim-patico servizio che ricalca l’esperienza dei bus panoramici rossi (Sightseeing)ormai diventati di casa sulle strade di Napoli, della Costa d’Amalfi e dellaPenisola Sorrentina. Il servizio “Vespa Sightseeing®”, dinamico e giovanile,realizza il sogno di scoprire Napoli ed i suoi segreti guidando la nuova VespaPrimavera. I primi riscontri del pubblico sono altamente positivi anche perchéutilizzando il ciclomotore si riducono i tempi di percorrenza schivando il traf-fico metropolitano riuscendo così a vedere e fare più cose nel tempo a propriadisposizione.

Chi prenota il Vespa tour panoramico di Napoli trascorre circa 3 ore tra lestrade più belle della città lungo un itinerario di circa 30 km che attraversa l’a-rea monumentale di Piazza del Plebiscito, il Maschio Angioino, il Casteldell’Ovo ed il lungomare fino all’amena collina di Posillipo dove si sfiorerà ilmare di Riva Fiorita. Un viaggio fantastico alla scoperta degli angoli più sugge-stivi di una città millenaria che ad ogni metro regala una sorpresa. Un viaggiosu due ruote ed in totale di libertà di fermarsi quando la luce giusta ed il pano-rama mozzafiato offrono la possibilità di un selfie irripetibile. Il Tour in Vespa,previsto con tre partenze giornaliere, è condotto da un city trainer che resteràa disposizione dei turisti per qualsiasi necessità. A dare le informazioni salientisarà “Gennarino” l’audio-guida multilingua targata Vespa Sightseeing®.

Gennarino è uno scugnizzo napoletano. La sua voce aiuta a calarsi nell’at-mosfera della città raccontando aneddoti della vita quotidiana, folclore, miste-ri. Un’immersione nell’universo partenopeo destinato a rimanere nel ricordodei viaggiatori.Le Vespa utilizzate sono le nuovissime Vespa Primavera 125 con

cambio automatico che il turista potrà guidare senza patenti speciali se nonquella valida per le auto. Chi non se la sente di guidare potrà prenotare il servi-zio di driver e viaggiare da passeggero in pieno comfort e sicurezza. VespaSightseeing® ha pensato anche alle famiglie con bambini che possono vivere iltour a bordo di una magnifica Ape Calessino vintage degli anni 70 che ospitafino a 5 passeggeri. Tutti i dettagli sul sito www.vespasightseeing.it

Peppe Iannicelli

Page 14: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Provincia Nuova Stagione14 • 24 giugno 2018

“Caro prof ti scrivo”, il libro di Ciambriello e Ventura, commentato dai detenuti del carcere di Poggioreale. Presente la direttrice Maria Luisa Palma

Diversamente liberi di raccontarsi

di Rosanna Borzillo

Le parole di Luca rimbombano nella picco-la sala del carcere di Poggioreale: lui lo cerca ilsenso della vita, nelle parole, nei gesti, neglisguardi. Ma soprattutto si interroga e com-menta: «Viviamo tutti sotto lo stesso cielo.Ogni volta che cadiamo c’è la certezza, che an-che se siamo a terra, possiamo rialzarci». Nonc’è solo Luca, i detenuti che si confrontano edibattono sul libro “Caro prof ti scrivo” diSamuele Ciambriello e di Giuseppe Ventura,edito da Rogiosi, sono trenta. Loro davvero illibro lo hanno letto e ne hanno fatto occasionedi riflessione.

Si percepisce stando alla presentazione,promossa lunedì 18 giugno dal garante regio-nale dei detenuti Samuele Ciambriello (autoredel libro con Giuseppe Ventura), a cui hannopartecipato la direttrice del penitenziarioMaria Luisa Palma ed Eloisa Crocco, in rap-presentanza della Rogiosi. Sarà forse, anchegrazie ai volontari de “La Mansarda” che lìhanno organizzato un laboratorio per «tirarfuori le emozioni», sarà perché i detenuti pen-sano per davvero che il senso della vita, l’ami-cizia, la felicità, il futuro sono temi e valori for-ti su cui vale la pena confrontarsi, ma certo iprotagonisti indiscussi della mattinata sono idetenuti del Padiglione Genova e Firenze chehanno partecipato.

Sono loro, infatti, che sono hanno scelto ilprogetto, denominato “A corto di idee”, pro-mosso da “La Mansarda”, che ha lo scopo disviluppare il senso critico e le capacità di di-scussione, analizzando argomenti, che sia di-rettamente che marginalmente, toccano la vi-ta carceraria.

Il libro di Ciambriello e Ventura, nato dallaselezione di 960 temi in classe, scritti daglialunni delle scuole superiori di Napoli, Arzanoed Afragola, nei quattro anni di insegnamentodi Ciambriello, si presta perciò ad una rifles-sione. E i detenuti che - Ciambriello preferiscechiamare – “diversamente liberi”: liberi lo so-no davvero, nei giudizi e nei commenti, nell’i-dea che hanno della vita, del futuro.

«Ho imparato che non bisogna dare nulladi scontato», dice Strato, padiglione Firenze.

Tredicesima edizione del Premio San Gennaro

Ecco le eccellenze di Napoli Il Comitato Diocesano San Gennaro – Guardia d’onore alla

Cripta – comunica alla cittadinanza che la XIII Edizione delPremio San Gennaro, patrocinato da Sua Em. il CardinaleCrescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, avràluogo sabato 30 giugno, con inizio alle ore 18,00, presso laSala Conferenze del Seminario Maggiore “Alessio Ascalesi”,in viale Colli Aminei, 2.

La prestigiosa iniziativa promossa dal ComitatoDiocesano premia ogni anno tre eccellenze che onoranoNapoli e la Regione Campania nel campo artistico, culturalee del lavoro, in Italia e nel mondo.

I personaggi premiati nella XIII Edizione sono: EdoardoCosenza, laureato in ingegneria, professore ordinario di tec-nica delle costruzioni, presidente dell’Ordine degli ingegneridella provincia di Napoli. Autore di circa 500 pubblicazioniscientifiche, ha ricoperto molteplici incarichi nelle istituzio-ni pubbliche e private.

Altra premiata: Luisa Franzese, laureata in giurispruden-za, nel corso della sua carriera le sono stati affidati numerosiincarichi ministeriali. Dal 2014 è Dirigente del Ministerodell’Istruzione e ricopre la prestigiosa carica di DirettoreGenerale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania.Infine, Gianluca Guida, laureato in giurisprudenza, giornali-sta pubblicista. E’ dirigente penitenziario e da oltre vent’annia capo dell’Istituto penale per minorenni di Nisida. Dal 2014collabora volontariamente al Laboratorio “Filippo Luciani”promosso dalla Curia di Napoli.

Prossimi appuntamenti artisticia San Potito,sede del gruppodei“Sancarlini”Dal 1° al 15 luglio, altrieventi in programma sono“Masterclass” e un concertosu “La serva Padrona” diGiovanni Paisiello. Docenti:Mariagrazia Schiavo eFilippo Morace. Il progetto, che si realizzanella chiesa di San Potito, in via Salvatore Tommasi, ha il patrocinio delConsolato di Francia edell’istituto Grenoble diNapoli. Previsto, inoltre, un“Seminario sull’OperaBuffa”, a cura di CarloMorelli. Interventiseminariali di Rosanna DiGiuseppe, docente di Poesiaper Musica e DrammaturgiaMusicale al Conservatorio diSalerno.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Editore: Verbum Ferens s.r.l.Organo di informazione ecclesiale

e di formazione cristiana

Reg. Tribunale di Napoli N. 1115

del 16.11.57 e del 22.10.68

Iscrizione Reg. Roc. N. 19131del 18.02.2010

Direttore Responsabile

CRESCENZO CIRO PISCOPO

Vice Direttore VINCENZO DORIANO DE LUCA

Redazione, segreteria e amministrazione:

Largo Donnaregina, 22 - 80138 NAPOLI

Tel. 081.557.42.98/99 - 081.44.15.00Fax 081.45.18.45

E-mail: [email protected] numero € 1,00

abbonamento annuale € 40 c.c.postale n. 2232998

Pubblicità: Ufficio Pubblicità

di NUOVA STAGIONE

Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati

non si restituiscono

Aderente alla Federazione Italiana

Settimanali Cattolici

“Nuova Stagione”, tramite la Fisc (Federa -zione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderitoallo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicita -ria) accettando il Codice di Autodisciplina dellaComunicazione Commerciale. 

A.C.M. S.p.A. - Torre del Greco

Stabilimento Tipo-Litografico

Tel. 081.803.97.46

Chiuso in tipografia alle ore 17 del mercoledì

E si aggancia Sergio: «Il mio futuro è quandoritornerò a casa e riprenderò la mia vita in fa-miglia».

«Una vita difficile non può essere, né un ali-bi né una colpa», dichiara Ciambriello, e pro-segue: «Per determinati reati e fasce d’età quel-la del cosiddetto “branco” dovrebbe essereconsiderata aggravante». Mentre Ventura in-calza: «Grazie per aver letto il nostro libro. Miemozionano le vostre parole, in cui mi ricono-sco. Vengo anche io da un quartiere di perife-ria, la scrittura mi ha salvato dalla strada. Lasalvezza può essere anche fantasia. Essere quioggi per me è un onore e un privilegio».

Poi prosegue Sebastiano, con la sua testi-monianza: «Aprirsi agli altri, nella solitudinedi una pagina è difficile: ci si mette a nudo e siscommette anche sugli altri».

«Se avessi avuto un professore comeSamuele non avrei snobbato la religione comemateria. Noi non siamo abituati ad ascoltarcied ascoltare», dice Paolo. Poi incalza Roberto,

con la passione del pugilato, che racconta conla voce rotta dall’emozione: «La persona piùimportante nella mia vita è il mio maestro diring. Stamattina mi ha telefonato. Quando ildolore è troppo forte e ci viene la nausea, dob-biamo avere la forza di non mollare. Questi ra-gazzi con i loro temi ce lo insegnano».

Entusiasta la direttrice Palma: «Ci aveteemozionato, con le vostre parole e il vostro per-corso che significa che avete letto e interioriz-zato il libro e i temi in esso contenuti». Ma so-prattutto riflettuto su una proposta: comeAbdul, il ragazzo musulmano di Afragola che -come aggiunge Ciambriello - scrive che «insie-me si vivono importanti e decisive esperienzema è importante che ognuno trovi lo spazio ne-cessario per esprimersi, confrontarsi, condivi-dere». Ciò che è importante – aggiunge ilGarante – è «imparare a guardare con una pro-spettiva diversa, per leggere negli occhi dell’al-tro». A Poggioreale i detenuti lo stanno facen-do.

Queste le personalità che riceveranno dalle mani delCardinale Sepe l’artistico busto del Santo Patrono, simbolodel Premio.

Saluterà gli ospiti presenti nella Sala Conferenze delSeminario Maggiore il dottor Carminantonio Esposito, pre-sidente del Comitato Diocesano San Gennaro-Guardiad’Onore alla Cripta. Concluderà la cerimonia di premiazioneil Cardinale Crescenzio Sepe.

Page 15: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

CulturaNuova Stagione 24 giugno 2018 • 15

Appuntamenti musicali della Fondazione “Pietà de’ Turchini”

I Suoni, le Parole, i GestiDa giovedì 21 giugno a venerdì 6 luglio la Fondazione “Pietà de’ Turchini” pro-

pone cinque appuntamenti nati dalla collaborazione con altrettante realtà del ter-ritorio: Le voci del 48, L’orchestra di San Giovanni, il Complesso Museale delPurgatorio ad Arco, il NapoliTeatroFestival e AltoFest, che spazieranno dalla mu-sica vocale a quella strumentale dalle conferenze al teatro, per un “fuori stagione”da non perdere.

Venerdì 22 giugno – ore 20.00Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco – “Cor mio, deh non lan-guire”La generosa e prodiga fortuna di una lirica del Cavalier Battista Guarini attraversouno straordinario affresco sonoro reso da diversi compositori: A. Banchieri, G. M.Bononcini, L. Del Prete, S. D’India, G. B. Mazzaferrata, L. Leoni, L. Luzzaschi, G.Panariello A. Scarlatti, A. Scialla.Ensemble InCanto di Partenope. Direttore Davide Troìa.Introduce Maria PaolaDel Duca. Ingresso libero.

Domenica 24 giugno – ore 19.00Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco – “Se i languidi mieisguardi”.Lezione-concerto intorno a “La lettera amorosa” di Claudio Monteverdi e il recitarcantando a cura di Dino Villatico.Francesca Biliotti, contralto. Stefano Demicheli, clavicembalo. Ingresso a contri-buto libero.

Sabato 30 giugno – ore 18.30Chiesa di Santa Caterina da Siena - Orchestra San Giovanni e coro Polifonico VoxArtis.Musiche di Vivaldi, Mozart, Goodman, Caccini.Marco Gaudino, flauto. Keith Goodman, direttore. Ingresso a pagamento.

Mercoledì 4 luglio – ore 21.30Cappella Palatina della Reggia di Caserta.Sirene e Ninfe napolitane – Nell’ambito del NapoliTeatroFestival 2018.Ideazione artistica Paologiovanni Maione. Naomi Rivieccio, sopranoEnsemble Talenti Vulcanici. Stefano Demicheli, clavicembalo e direzioneIngresso a pagamento.

Venerdì 6 luglio – ore 23.00Chiesa di Santa Caterina da Siena.Elementare – Nell’ambito di AltoFest 2018.A cura di Federica Rocchi. Progetto e idea del Colletivo Amigdala.Musiche originali: Meike Clarelli.Drammaturgia sonora: Davide Fasulo, Meike Clarelli.Conduzione coro: Davide Fasulo con le voci di: Meike Clarelli, Elisabetta.Dallargine, Davide Fasulo, Fulvia Gasparini, Antonio Tavoni.Testi: Gabriele Dalla Barba. Scena: Sara Garagnani con la collaborazione di SilviaTagliazucchi. Ingresso libero.

Il giornalismonell’era del web e delle fake news

Carla Verna (Odg): “La carta stampata è un elemento di riflessione”

di Roberto De Cicco e Debora Ruffolo

Il Messaggio di Papa Francesco per la 52ma Giornata mondiale perle Comunicazioni sociali “La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake newse giornalismo di pace” ci mette in guardia dalle “bufale”. Nell’era incui viviamo che valore assumono le fonti?Il Messaggio di Papa Francesco è da leggere e rileggere, e poi si concludecon una preghiera che dovrebbe essere la preghiera del giornalista. La veri-fica delle fonti per un giornalista professionista è fondamentale, anzi credoche debba essere l’attività principale. Un tempo si usava dire “scarpinare”,consumare le suole, oggi qualcuno pensa che si possano verificare le noti-zie virtualmente, magari incrociando i dati provenienti da diversi siti. Nonfunziona così, il giornalista è sempre un testimone, un mediatore tra la fon-te e il pubblico, e per essere testimone deve andare sul posto, verificare evalidare la notizia. Se mette in pratica questo fa un ottimo servizio alla co-munità civile e sociale e riesce effettivamente a rispettare la verità, perchéanche quando la verità non si riesce completamente a raggiungere ci deveessere quello sforzo pieno che legittimi la possibilità di parlare almeno diverità putativa.

L’eterno dibattito sull’oggettività della cronaca.Nella storia non c’è oggettività così come nel giornalismo, che potremmodefinire “storiografia dell’istante”; si può non riuscire a raggiungere la ve-rità ma se ci si mette il presupposto psicologico soggettivo di cercarla contutto il cuore e l’onestà professionale, mettendo in essere tutti quelli che so-no i protocolli professionali di verifica, sicuramente anche la verità putati-va sarà stato un servizio alla comunità che, come dice il Papa, deve esseremessa in condizioni di vivere in comunione. La notizia che distorce la ve-rità, invece, crea l’effetto opposto.

Quanto la rapidità con la quale oggi molto spesso si fa informazio-ne non aiuta a dare “buone notizie”?La rapidità è la peggiore compagna del giornalista, anche se la partita conla velocità c’è sempre stata. Adesso siamo maggiormente travolti da questaesigenza perché ci sono le radio e le tv all news, il web, c’è l’esigenza di fareil prima possibile nell’andare in onda o nel mettere in rete la notizia.Bisogna fare un recupero di responsabilità professionale. La notizia nonpuò essere resa pubblica se prima non c’è stata una verifica. Dobbiamo darragione agli americani quando dicono “slow news no news”, perchè è me-glio una notizia che arriva dopo che una notizia infondata. Infatti, capitasempre più spesso di trovarci di fronte a situazioni per le quali dopo varistep di verifica la notizia cambia.

Qual è il futuro della carta stampata? Sopravvivrà di fronte all’of-ferta e all’immediatezza del web che cattura l’attenzione di milioni diutenti?Siamo già in questo futuro. Credo che ci siano degli elementi di sinergia in-dispensabili. I giornali devono necessariamente essere strutturati in modotale da fornire un’offerta multimediale che ampli i loro servizi. Comunque,a parte questo discorso, spero che la carta stampata non scompaia mai per-ché è un elemento di riflessione, perché spesso l’informazione troppo velo-ce finisce con l’essere non sempre corretta. Una riflessione su questi temi ciaiuterà a trovare le risposte che il giornalismo deve dare. Perché se è cam-biata la modalità di offerta, occorre recuperare il concetto morale, filosofi-co e democratico del giornalismo.

Page 16: VITA DIOCESANA La pazienza di ricominciare giugno.pdf · lità di un “cuore dilatato” chiamato a vivere nel quotidiano la vita nello Spirito e nella con - tinua ricerca di Dio,

Nuova Stagione16 • 24 giugno 2018

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXXII • Numero 23 • 24 giugno 2018

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

ma 1, DCB Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

E-mail: [email protected]

SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Quote 2018

Gli abbonamenti si sottoscrivono presso la segreteria di “Nuova Stagione” oppure tramite versamento

sul c/c postale n. 2232998 intestato a Verbum Ferens s.r.l., largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli.

Abbonamento ordinarioAbbonamento amico

Abbonamento sostenitoreBenemerito a partire da

€ 40,00€ 50,00€ 150,00€ 500,00

Grande Pellegrinaggio Diocesanoa Lourdes

Da giovedì 20 a lunedì 24 settembre presieduto dal Cardinale Crescenzio Sepe

Partenza in aereo da NapoliQuota di partecipazione: 640 euro (tutto incluso)

Le prenotazioni si accettano entro e non oltre martedì 24 luglio, con un acconto di 200 euro, presso l’Ufficio Turismo, al secondo piano della Curia, in largo Donnaregina 22,

il lunedì, il martedì ed il giovedì dalle ore 10 alle ore 13.

Per ulteriori informazioni: 081.557.42.33 – 333.84.50.211, oppure inviare una mail all’indirizzo: [email protected]. Il saldo deve essere effettuato entro e non oltre mercoledì 5 settembre.

Arcidiocesi di Napoli