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E CONOMIA E S OCIETà 7 marzo 2014 16 Vita Nuova L’On. Gigli: «La sussidiarietà in campo scolastico è condizionata dal pensiero unico» Scuola e libertà di scelta: opinioni a confronto al convegno interregionale di Pordenone «E ducare è di per sé un atto di speranza, non solo per- ché si educa per costruire un futuro, scommettendo su di esso, ma perché il fatto stesso di educare è attraversato da una prospettiva di speranza»; con queste parole Papa Francesco esprimeva il suo pensiero sull’educazione dei giovani. L’attuale emergenza educativa esige oggi che tutta la società dia il proprio contributo per affrontare quella sfida che contraddistingue il nostro tem- po nel quale sia la comunità che la famiglia e la scuola vedono mutare il loro ruolo e la loro importanza. Una rilevante questione riguarda la libertà di scelta; una libertà ricono- sciuta e tutelata dalla Costituzione italiana che riconosce alla famiglia il dovere e il diritto di educare e istruire i figli secondo una linea educativa liberamente scelta. È necessario considerare sempre di più e sempre meglio la scuola come bene pubblico e ciò significa superare retaggi di ca- rattere ideologico che hanno a volte condizionato negativamente scelte diverse. L’intervento dell’On. Gianluigi Gigli dei Popolari per l’Italia, organizzato- re del convegno interregionale sul tema “Per un sistema scolastico inte- grato a misura europea. Scuole pari- tarie e libertà di scelta educativa” di Pordenone, si è aperto confrontando le realtà scolastiche europee e quella italiana. «In confronto all’Europa in Italia esiste una realtà “ostile” alla scuola paritaria, retaggio che ha con- traddistinto altri periodi storici. In campo medico non esiste, ad esem- pio, questa ostilità verso il privato». Secondo le direttive europee, ag- giunge l’On. Gigli, «la sussidiarietà in campo scolastico è condizionata dal pensiero unico, per quanto riguarda le modalità di insegnamento. Per uscire da questa logica, si deve entra- re nell’ottica dei diritti declinati nelle libertà di scelta dell’educazione. Nell’Università è stato inserito un certo grado di autonomia che manca negli altri livelli di istruzione. Attra- verso i costi standard nella scuola, si può consentire a ciascuna famiglia di scegliere l’educazione ritenuta più adatta ai propri figli. È uno spazio di libertà, non di privilegio». L’On. Simonetta Rubinato ritiene che uno sguardo attento all’esperienza passata possa essere una guida per il futuro. «I primi anni di istruzione so- no fondamentali. È necessario re- sponsabilizzare il livello governativo che ha in mano la macchina buro- cratico-organizzativa. I contributi stanziati per la scuola paritaria devo- no passare attraverso le regioni e i limiti del patto di stabilità. Il mini- stro Fioroni nel 2008 aveva stanziato i contributi direttamente a favore delle scuole paritarie, ma le regioni Veneto e Lombardia fecero ricorso alla Corte Costituzionale, la quale ha riconosciuto la competenza delle Re- gioni, precisando tuttavia che le pre- stazioni scolastiche appartengono ai diritti fondamentali del cittadino e quindi lo Stato deve garantire la con- tinuità delle stesse». In relazione all’articolo 2 della Costi- tuzione, continua l’On. Rubinato, il singolo è considerato anche nella sua partecipazione a formazioni so- ciali nelle quali si esplica la sua per- sonalità, quindi anche la scuola; l’apparato dello Stato deve essere al servizio dello “Stato” comunità. Nel- la Legge n° 62 del 20 marzo 2000, ri- guardante le “norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”, la scuola pubblica si suddivide in statale e pa- ritaria. Secondo l’On. Rubinato si potrebbe imitare il modello della sa- nità per la scuola. La proposta di leg- ge dell’On. Rubinato propone di fi- nanziare le scuole paritarie in base ai costi standard (pubblicati sul sito uf- ficiale del Miur). Il servizio essenzia- le dell’educazione è esigibile sia da una scuola statale che da una parita- ria. Don Fabrizio, direttore di una scuola professionale del Veneto, presente tra il pubblico, evidenzia che vengo- no erogati più fondi per la dispersio- ne scolastica che per la formazione professionale mancante. Invoca il principio di libertà di educazione e la centralità della persona, facendo ap- pello allo sviluppo delle scuole pro- fessionalizzanti, in alternativa ad al- tri istituti con quote elevate di ritiro. A conclusione, pregnante l’interven- to del Consigliere regionale Franco Codega, presidente della Commis- sione istruzione Regione Friuli Vene- zia Giulia che ha evidenziato il ritar- do dei contributi dello Stato, anche se la Regione FVG ha anticipato i fondi. Si avverte l’urgenza di inter- venti mirati affinché il sistema edu- cativo sia al passo con i tempi e si pone l’accento sulla necessità del collegamento tra scuola media e scuole professionali. “Il Convegno — conclude Gian Luigi Gigli — intende stimolare le istitu- zioni e le forze politiche a compiere un passo avanti per riportare l’Italia, anche per quanto riguarda la libertà di educazione, nella mainstream dell’Europa, individuando quanto è possibile fare da subito, soprattutto a livello regionale e comunale, e aiu- tando a identificare un progetto di riforma condiviso, capace di supera- re per sempre l’ideologia ottocente- sca della scuola di Stato”. Pierandrea Vinci G iovedì 27 febbraio si è svolto l’ultimo dei cin- que incontri della ras- segna “La cultura torna in cen- tro: il mese della cultura slove- na in città” con l’obiettivo di presentare e scoprire insieme il carattere sloveno di una città multietnica e multiculturale come Trieste. Appuntamento in Stazione Rogers dunque, per la presentazione del libro “Un eroe in famiglia - Mio fra- tello Janko-Vojko” di Rodosla- va Premrl (a cura di Martina Clerici, Nuova dimensione, Portogruaro 2013). Il libro è un memoriale scritto da Rodoslava “Rada” Premrl, moglie dello scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor, presente alla conferenza orga- nizzata dallo Slovenski klub e dal Gruppo/Skupina 85 e mo- derata dai giornalisti Poljanka Dolhar e Pierluigi Sabatti. Il volume presentato è la raccol- ta unitaria del libro pubblicato a puntate sulla rivista Zaliv (Golfo) tra il 1966 e il 1972, ri- vista realizzata a Trieste dalla dissidenza culturale slovena al regime comunista jugoslavo. “Un eroe in famiglia - Mio fra- tello Janko-Vojko” è infatti la testimonianza di due totalita- rismi, fascismo e comunismo, del Secolo Breve. L’eroe in que- stione è Janko Premrl, fratello maggiore di Rada e forte soste- nitore del Cristianesimo catto- lico sociale, caduto in battaglia non ancora ventitreenne nel 1943, mentre era a capo delle brigate antifasciste slovene. Dopo la prima Guerra mon- diale infatti, le popolazioni an- nesse all’Italia furono soggette a forti e crudeli discriminazio- ni da parte del regime fascista, tanto da portare il giovane Jan- ko a combattere per la libertà della propria terra e a morirne, venendo ufficialmente procla- mato eroe nazionale nel 1944. A Janko venne consegnata la tessera del partito comunista poco prima della morte, ma egli non condivideva le idee del comunismo leninista-stali- nista; era infatti un cattolico antifascista per il quale la lotta antifascista e antinazista rap- presentava soprattutto e un dovere etico. Attorno ai due fratelli si snoda un insieme di eventi e persone che va a comporre lo scorrere della vita della famiglia Premrl, dove episodi del quotidiano sono spesso interrotti da mo- menti tremendi e drammatici, come l’uccisione della sorella minore Bozena da parte dei collaborazionisti. Ecco dun- que la storia di Janko, la storia di una famiglia, di una popola- zione umiliata prima dalla dit- tatura fascista e poi dal regime comunista, una storia dove l’autrice Radoslava Premrl, maestra partigiana, trova la forza alzarsi e raccontare il po- tere della dignità e della liber- tà. Serena Cappetti foto di Andrea Lasorte «A ttenzione pericolo giallo!», dicevano i nostri vecchi tanti anni fa preoccupandosi di una fantomatica invasione dall’Oriente, ma i tempi cam- biano e oggi vedere nelle no- stre città ristoranti, negozi e persone provenienti dalla Ci- na è ormai una consuetudine. Sfatati gli antichi pregiudizi e avviata la strada dell’integra- zione resta però ancora un lungo percorso di conoscenza di questa comunità immigrata insediatasi nei nostri territori. Un contributo importante in tal senso è stato offerto vener- dì 28 febbraio dall’Associazio- ne culturale “Porta d’Oriente” e dal “Centro Studi Eurasia - Mediterraneo” (CeSEM), che nell’Aula magna della Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori han- no presentato il nuovo nume- ro (4/2013) della rivista di stu- di geopolitici “Eurasia” intito- lato “Il secolo cinese?”. Lite Huang, giovane referente di “Porta d’Oriente” e apparte- nente alla 2ª generazione di immigrati cinesi della comu- nità di Trieste, ha presentato la sua associazione, rivolta al- la «diffusione della cultura ci- nese sul territorio, come pun- to di riferimento e collega- mento tra Italia e Cina in un’ottica di dialogo, cono- scenza e rispetto reciproco», senza scordare il lavoro di aiu- to e appoggio ai nuovi conna- zionali in arrivo in Italia alle prese soprattutto con le diffi- coltà linguistiche. Accanto alle criticità dettate dal rapporto d’inserimento Huang ha evi- denziato però anche le poten- zialità derivanti da una mag- giore apertura culturale verso il mondo cinese parlando del loro turismo in Italia, pratica- to soprattutto dalle nuove ge- nerazioni colte e informate. Lorenzo Salimbeni, presiden- te del CeSEM è entrato nel merito del nuovo numero di “Eurasia” illustrando gli argo- menti di alcuni articoli princi- pali della sezione dedicata al “Secolo cinese”: dalla nuova Via della Seta all’analisi dei partiti nella Cina popolare; dalla quinta generazione al potere alla residenza in Cina; e poi approfondimenti su Myanmar, turismo cinese in Italia e ricezione della filosofia di Carl Schmitt in Cina. Altrettanto prezioso l’inter- vento di Li Xiaoyong, Primo Segretario e Capo Ufficio Poli- tico dell’Ambasciata della Re- pubblica Popolare Cinese in Italia. Colpito dal soggiorno triestino Xiaoyong ha lodato la realtà di «una città che lavora e fa ricerca», auspicando per il prossimo futuro più occasioni di incontri e collaborazione con il suo Paese. All’insegna della parola chiave “riforma” ha poi illustrato la strategia della Cina per il 2020, con molte sfide da affrontare tra sviluppo rurale, sfida all’in- quinamento, trasformazione del settore sanitario-sociale e del sistema giuridico, in un’ot- tica di espansione e innova- zione sempre più ampia in equilibrio tra Mercato e Stato. Virna Balanzin foto di Andrea Lasorte Presentato il nuovo numero della rivista Eurasia La Cina è vicina: anzi, a casa nostra Alla scoperta della comunità cinese locale Semplicemente cattolico: la storia di Janko Premrl in un libro

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Scuola e libertà di scelta: opinioni a confronto al convegno interregionale di Pordenone

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  • Economia E SociEt7 marzo 201416 Vita NuovaLOn. Gigli: La sussidiariet in campo scolastico condizionata dal pensiero unico

    Scuola e libert di scelta: opinioni a confrontoal convegno interregionale di Pordenone

    Educare di per s un atto di speranza, non solo per-ch si educa per costruire un futuro, scommettendo su di esso, ma perch il fatto stesso di educare attraversato da una prospettiva di speranza; con queste parole Papa Francesco esprimeva il suo pensiero sulleducazione dei giovani. Lattuale emergenza educativa esige oggi che tutta la societ dia il proprio contributo per affrontare quella sfida che contraddistingue il nostro tem-po nel quale sia la comunit che la famiglia e la scuola vedono mutare il loro ruolo e la loro importanza.Una rilevante questione riguarda la libert di scelta; una libert ricono-sciuta e tutelata dalla Costituzione italiana che riconosce alla famiglia il dovere e il diritto di educare e istruire i figli secondo una linea educativa liberamente scelta. necessario considerare sempre di pi e sempre meglio la scuola come bene pubblico e ci significa superare retaggi di ca-rattere ideologico che hanno a volte condizionato negativamente scelte diverse.Lintervento dellOn. Gianluigi Gigli dei Popolari per lItalia, organizzato-re del convegno interregionale sul tema Per un sistema scolastico inte-grato a misura europea. Scuole pari-tarie e libert di scelta educativa di Pordenone, si aperto confrontando le realt scolastiche europee e quella italiana. In confronto allEuropa in Italia esiste una realt ostile alla scuola paritaria, retaggio che ha con-traddistinto altri periodi storici. In campo medico non esiste, ad esem-pio, questa ostilit verso il privato.Secondo le direttive europee, ag-

    giunge lOn. Gigli, la sussidiariet in campo scolastico condizionata dal pensiero unico, per quanto riguarda le modalit di insegnamento. Per uscire da questa logica, si deve entra-re nellottica dei diritti declinati nelle libert di scelta delleducazione. NellUniversit stato inserito un certo grado di autonomia che manca negli altri livelli di istruzione. Attra-verso i costi standard nella scuola, si pu consentire a ciascuna famiglia di scegliere leducazione ritenuta pi adatta ai propri figli. uno spazio di libert, non di privilegio. LOn. Simonetta Rubinato ritiene che uno sguardo attento allesperienza passata possa essere una guida per il

    futuro. I primi anni di istruzione so-no fondamentali. necessario re-sponsabilizzare il livello governativo che ha in mano la macchina buro-cratico-organizzativa. I contributi stanziati per la scuola paritaria devo-no passare attraverso le regioni e i limiti del patto di stabilit. Il mini-stro Fioroni nel 2008 aveva stanziato i contributi direttamente a favore delle scuole paritarie, ma le regioni Veneto e Lombardia fecero ricorso alla Corte Costituzionale, la quale ha riconosciuto la competenza delle Re-gioni, precisando tuttavia che le pre-stazioni scolastiche appartengono ai diritti fondamentali del cittadino e quindi lo Stato deve garantire la con-

    tinuit delle stesse.In relazione allarticolo 2 della Costi-tuzione, continua lOn. Rubinato, il singolo considerato anche nella sua partecipazione a formazioni so-ciali nelle quali si esplica la sua per-sonalit, quindi anche la scuola; lapparato dello Stato deve essere al servizio dello Stato comunit. Nel-la Legge n 62 del 20 marzo 2000, ri-guardante le norme per la parit scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e allistruzione, la scuola pubblica si suddivide in statale e pa-ritaria. Secondo lOn. Rubinato si potrebbe imitare il modello della sa-nit per la scuola. La proposta di leg-ge dellOn. Rubinato propone di fi-

    nanziare le scuole paritarie in base ai costi standard (pubblicati sul sito uf-ficiale del Miur). Il servizio essenzia-le delleducazione esigibile sia da una scuola statale che da una parita-ria. Don Fabrizio, direttore di una scuola professionale del Veneto, presente tra il pubblico, evidenzia che vengo-no erogati pi fondi per la dispersio-ne scolastica che per la formazione professionale mancante. Invoca il principio di libert di educazione e la centralit della persona, facendo ap-pello allo sviluppo delle scuole pro-fessionalizzanti, in alternativa ad al-tri istituti con quote elevate di ritiro. A conclusione, pregnante linterven-to del Consigliere regionale Franco Codega, presidente della Commis-sione istruzione Regione Friuli Vene-zia Giulia che ha evidenziato il ritar-do dei contributi dello Stato, anche se la Regione FVG ha anticipato i fondi. Si avverte lurgenza di inter-venti mirati affinch il sistema edu-cativo sia al passo con i tempi e si pone laccento sulla necessit del collegamento tra scuola media e scuole professionali.Il Convegno conclude Gian Luigi Gigli intende stimolare le istitu-zioni e le forze politiche a compiere un passo avanti per riportare lItalia, anche per quanto riguarda la libert di educazione, nella mainstream dellEuropa, individuando quanto possibile fare da subito, soprattutto a livello regionale e comunale, e aiu-tando a identificare un progetto di riforma condiviso, capace di supera-re per sempre lideologia ottocente-sca della scuola di Stato.

    Pierandrea Vinci

    Gioved 27 febbraio si svolto lultimo dei cin-que incontri della ras-segna La cultura torna in cen-tro: il mese della cultura slove-na in citt con lobiettivo di presentare e scoprire insieme il carattere sloveno di una citt multietnica e multiculturale come Trieste. Appuntamento in Stazione Rogers dunque, per la presentazione del libro Un eroe in famiglia - Mio fra-tello Janko-Vojko di Rodosla-va Premrl (a cura di Martina Clerici, Nuova dimensione, Portogruaro 2013).Il libro un memoriale scritto da Rodoslava Rada Premrl, moglie dello scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor,

    presente alla conferenza orga-nizzata dallo Slovenski klub e dal Gruppo/Skupina 85 e mo-derata dai giornalisti Poljanka Dolhar e Pierluigi Sabatti. Il volume presentato la raccol-ta unitaria del libro pubblicato a puntate sulla rivista Zaliv (Golfo) tra il 1966 e il 1972, ri-vista realizzata a Trieste dalla dissidenza culturale slovena al regime comunista jugoslavo. Un eroe in famiglia - Mio fra-tello Janko-Vojko infatti la testimonianza di due totalita-rismi, fascismo e comunismo, del Secolo Breve. Leroe in que-stione Janko Premrl, fratello maggiore di Rada e forte soste-nitore del Cristianesimo catto-lico sociale, caduto in battaglia

    non ancora ventitreenne nel 1943, mentre era a capo delle brigate antifasciste slovene. Dopo la prima Guerra mon-diale infatti, le popolazioni an-nesse allItalia furono soggette a forti e crudeli discriminazio-ni da parte del regime fascista, tanto da portare il giovane Jan-ko a combattere per la libert della propria terra e a morirne, venendo ufficialmente procla-mato eroe nazionale nel 1944.A Janko venne consegnata la tessera del partito comunista poco prima della morte, ma egli non condivideva le idee del comunismo leninista-stali-nista; era infatti un cattolico antifascista per il quale la lotta antifascista e antinazista rap-presentava soprattutto e un dovere etico.Attorno ai due fratelli si snoda un insieme di eventi e persone che va a comporre lo scorrere della vita della famiglia Premrl, dove episodi del quotidiano sono spesso interrotti da mo-menti tremendi e drammatici, come luccisione della sorella minore Bozena da parte dei collaborazionisti. Ecco dun-que la storia di Janko, la storia di una famiglia, di una popola-zione umiliata prima dalla dit-tatura fascista e poi dal regime comunista, una storia dove lautrice Radoslava Premrl, maestra partigiana, trova la forza alzarsi e raccontare il po-tere della dignit e della liber-t.

    Serena Cappettifoto di Andrea Lasorte

    Attenzione pericolo giallo!, dicevano i nostri vecchi tanti anni fa preoccupandosi di una fantomatica invasione dallOriente, ma i tempi cam-biano e oggi vedere nelle no-stre citt ristoranti, negozi e persone provenienti dalla Ci-na ormai una consuetudine. Sfatati gli antichi pregiudizi e avviata la strada dellintegra-zione resta per ancora un lungo percorso di conoscenza di questa comunit immigrata insediatasi nei nostri territori. Un contributo importante in tal senso stato offerto vener-d 28 febbraio dallAssociazio-ne culturale Porta dOriente e dal Centro Studi Eurasia - Mediterraneo (CeSEM), che nellAula magna della Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori han-no presentato il nuovo nume-ro (4/2013) della rivista di stu-di geopolitici Eurasia intito-lato Il secolo cinese?. Lite Huang, giovane referente di Porta dOriente e apparte-nente alla 2 generazione di immigrati cinesi della comu-nit di Trieste, ha presentato la sua associazione, rivolta al-la diffusione della cultura ci-nese sul territorio, come pun-to di riferimento e collega-mento tra Italia e Cina in unottica di dialogo, cono-scenza e rispetto reciproco, senza scordare il lavoro di aiu-to e appoggio ai nuovi conna-zionali in arrivo in Italia alle prese soprattutto con le diffi-

    colt linguistiche. Accanto alle criticit dettate dal rapporto dinserimento Huang ha evi-denziato per anche le poten-zialit derivanti da una mag-giore apertura culturale verso il mondo cinese parlando del loro turismo in Italia, pratica-to soprattutto dalle nuove ge-nerazioni colte e informate. Lorenzo Salimbeni, presiden-te del CeSEM entrato nel merito del nuovo numero di Eurasia illustrando gli argo-menti di alcuni articoli princi-pali della sezione dedicata al Secolo cinese: dalla nuova Via della Seta allanalisi dei partiti nella Cina popolare; dalla quinta generazione al potere alla residenza in Cina; e poi approfondimenti su Myanmar, turismo cinese in Italia e ricezione della filosofia di Carl Schmitt in Cina.

    Altrettanto prezioso linter-vento di Li Xiaoyong, Primo Segretario e Capo Ufficio Poli-tico dellAmbasciata della Re-pubblica Popolare Cinese in Italia. Colpito dal soggiorno triestino Xiaoyong ha lodato la realt di una citt che lavora e fa ricerca, auspicando per il prossimo futuro pi occasioni di incontri e collaborazione con il suo Paese. Allinsegna della parola chiave riforma ha poi illustrato la strategia della Cina per il 2020, con molte sfide da affrontare tra sviluppo rurale, sfida allin-quinamento, trasformazione del settore sanitario-sociale e del sistema giuridico, in unot-tica di espansione e innova-zione sempre pi ampia in equilibrio tra Mercato e Stato.

    Virna Balanzinfoto di Andrea Lasorte

    Presentato il nuovo numero della rivista Eurasia

    La Cina vicina: anzi, a casa nostraAlla scoperta della comunit cinese locale

    Semplicemente cattolico:la storia di Janko Premrl in un libro