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A scuola di volontariato UNALTRO SGUARDO SULLA FAMIGLIA DI EMMA CICCARELLI* entre i giovani tornano tra i banchi di scuola, c’è chi non si è fermato neanche ad agosto. Come gli operatori dei Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio. Con l’anno scolastico ormai iniziato, ricomincia anche il progetto Scuole e volontariato. Si tratta di un programma per la promozione della cittadinanza attiva negli istituti scolastici. Si parte con un incontro di due ore su regole e opportunità. A ogni studente viene data l’occasione di collaborare con le associazioni del terzo settore del territorio. Le scuole invece vengono sensibilizzate all’accoglienza di percorsi sulle tematiche più diverse. Sul sito è possibile consultare l’elenco di tutte le proposte delle associazioni. La ricerca può essere effettuata attraverso parole chiave, una tematica precisa, l’ente, la provincia o il comune. L’obiettivo finale è l’educazione al senso civico e la fornitura di competenze extra scolastiche. Nella regione sono presenti sette sedi del Cesv. Una per ogni capoluogo, più due per la città Roma e la sua provincia. Oltre alla sede centrale, sita in via Liberiana 17, a metà strada tra la Stazione Termini e la fermata di Vittorio Emanuele. Ulteriori informazioni si possono chiedere chiamando lo 06.44702178 e scrivendo all’indirizzo [email protected] Mirko Giustini M Un programma pensato per promuovere la cittadinanza attiva negli istituti scolastici Agli studenti è data l’opportunità di collaborare con le associazioni del terzo settore DI CARLA CRISTINI l reddito di inclusione sociale (Rei) è stato definitivamente approvato martedì 29 agosto 2017, dal Consiglio dei Ministri e partirà dal 1° gennaio 2018. Sarà possibile richiedere il reddito di inclusione sociale dal 1° dicembre 2017 presso i “punti di accesso” che verranno organizzati dai Comuni, enti preposti all’attuazione del progetto. Il Rei sostituirà il Sostegno all’inclusione attiva e l’assegno di disoccupazione Asdi, diventando un unico strumento di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Sarà formato da due parti: un assegno mensile, che avrà un I importo variabile secondo le dimensioni del nucleo familiare e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Nella erogazione del Rei verrà data la precedenza alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in gravidanza e disoccupati con età superiore ai 55 anni. Il progetto ha lo scopo di accompagnare le famiglie a superare situazioni di difficoltà, non solo per la dimensione lavorativa in senso stretto, ma anche per la ricerca di una casa, la somministrazione di cure mediche e l’educazione dei figli. Potranno ricevere il Rei anche le famiglie che grazie a un nuovo impiego dovessero superare la soglia minima di reddito prevista. Lo scopo è quello di evitare la “trappola della povertà”, fenomeno per cui alcuni preferiscono non cercare lavoro per non dover poi perdere i sussidi statali. Alla definizione del nuovo strumento di integrazione del reddito per le fasce più deboli ha contribuito anche l’Alleanza contro la povertà, nata nel 2014 da un’idea di Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento e consulente scientifico dell’Istituto per la Ricerca Sociale, a Milano e “visiting senior fellow” presso la “London School of Economics” a Londra. Si tratta di un insieme di soggetti sociali che si sono uniti per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese. Nel perseguire questo obiettivo, l’Alleanza ha condotto un insieme di varie attività, tra cui la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, il confronto con le forze politiche e l’elaborazione di una propria proposta di riforma. A una settimana dall’approvazione in via definitiva da parte del Consiglio dei ministri, l’Alleanza contro la povertà ha riscontrato delle gravi criticità, prima tra tutte la scarsità dei fondi erogati, che porterebbe al sostegno di un povero su quattro. Su questo nuovo progetto di sostegno abbiamo raccolto il parere di don Cesare Chialastri, delegato per la Caritas nella regione Lazio. «Si tratta di una misura strutturale varata dal Governo dopo molto tempo, che solo l’Italia e la Grecia non avevano. In sostanza si tratta di un contributo economico in vista di un percorso formativo volto al reinserimento di soggetti disoccupati. La Caritas, insime ad Acli, è uno dei soci promotori dell’Alleanza contro la povertà. Una struttura innovativa, che riunisce tutte le realtà civili ed ecclesiali. Ci sono delle criticità, ma si continua a star dentro la struttura per non perdere l’efficacia delle misure. Nella regione Lazio il Rei non è inserito in maniera uniforme. È l’assistente sociale del comune che conferma le condizioni e le erogazioni da parte dell’Inps. Se si blocca il sistema nessuno riesce a dare spiegazioni. In alcune situazioni le assistenti sociali vedono queste cose come un lavoro aggiuntivo. Il Lazio si sta organizzando sotto l’impulso dell’assessore ai Servizi sociali Rita Visini, affinché si aumenti il personale nei comuni. Il problema sta nella struttura organizzativa del comune nel far rete con le altre istituzioni. Non si riesce a costruire la forza sinergica degli interventi che già esistono sul territorio. Il comune dovrebbe assumere la regia. Le Caritas provano a favorire questo progetto, ma alcune non hanno aderito per non scontrarsi con una realtà comunale poco organizzata. Lo scopo è innanzitutto quello di accompagnare le persone verso tutte le forme di assistenza a livello regionale e comunale (dai buoni pasto, ai sussidi ecc.) che andrebbero eliminati e convogliati verso questa nuova misura di contrasto alla povertà. Come Caritas si cerca di fornire uno stimolo per dimostrare quanto questa, sia una legge necessaria. Le misure concrete sono quelle di sempre: lo scopo è quello di raccordarle. Si ha dunque un’azione politico–culturale per promuovere lo sviluppo di questa misura. La Caritas prova a sostenere i comuni in questa dimensione culturale, per far sì che la struttura funzioni è necessario raccordarsi su ciò che fa ciascun ente verso un soggetto o un nucleo familiare. Si deve far strada l’idea di povertà multidimensionale, che comprende tutti gli aspetti della persona, per una azione sinergica che porti l’individuo a risollevarsi dalla situazione di disagio». el 2016, in Italia, secondo l’Istat, si stima siano 1 mi- lione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila in- dividui. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di indi- vidui. Si tratta di nuclei familiari che non hanno reddito sufficiente per una spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi “essenziali”. L’incidenza di povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli indivi- dui, l’incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con u- na variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015. Mentre nel resto d’Italia c’è una sostanziale stabilità, nel Lazio il 2016 ha registrato un peggioramento della po- N vertà assoluta delle famiglie arrivando a un indice del 9,7% contro il 6,9% dell’anno precedente. Una situazione che se- condo l’Istituto di statistica riguarda in particolare i nuclei con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9). Nu- meri ben più consistenti se si parla di povertà relativa, quel- la calcolata in base a una soglia convenzionale che oltre al reddito tiene conto di altri fattori. L’elaborazione dell’Istat consente di trarre molte inferenze: sono sempre più nu- merose sia le famiglie a basso reddito di stranieri sia gli in- dividui stranieri, impoveriscono ulteriormente le donne anziane sole e i giovani disoccupati, le famiglie a basso red- dito di italiani. Reggono invece i pensionati che, sempre più spesso, “sostengono” i figli e i nipoti. Alberto Colaiacomo Un concreto aiuto alle realtà fragili L’ EDITORIALE povertà. Fare rete tra le istituzioni, ottimizzare gli interventi sul territorio I numeri aiutano a capire l’andamento del fenomeno a notizia recente della crescita del PIL si è affiancata, in questi giorni, a quella che le famiglie italiane avrebbero perso, in dieci anni, l’1,7% del risparmio. Per reggere alla crisi economica, le famiglie hanno dato fondo ai propri risparmi e spesso anche ai patrimoni; hanno pagato sulla propria pelle le disfunzioni di un sistema economico e fiscale iniquo. Le famiglie pertanto non si percepiscono fuori dalla crisi: troppe le incertezze, a partire dal tema lavoro. Un quadro di questo genere è quello che giornalmente rileviamo dall’osservatorio privilegiato che è il Forum delle Famiglie: tante storie di fatiche, sacrifici, incertezze che contribuiscono ad indebolire qualsiasi progetto familiare. I segnali di ripresa economica rischiano di essere vanificati da situazioni interne di immobilismo, di ingiustizia fiscale e di carenza di servizi. I bonus alla natalità e a sostegno del reddito poco aiutano a cambiare la situazione. Il punto dolente è che lo sguardo che viene dato sulla famiglia è viziato da un approccio errato e ideologico: la famiglia è vista più come un moribondo cui viene dato dell’ossigeno che come una risorsa del paese. Se usciamo dal campo delle idee e ci addentriamo in quello della realtà possiamo constatare che la famiglia è un motore potente del sistema sociale ed economico, un soggetto che, se potenziato e sostenuto nelle sue funzioni, può accelerare processi di sviluppo. La famiglia è impresa, è cultura, è economia di scala, è investimento, è figli, è futuro. È tempo pertanto di cambiare sguardo sulla famiglia: non è una idea ma concretezza, ci trascina nella realtà, senza sconti. Per raccontarlo partirà dall’1 all’8 ottobre prossimo a Roma (e nel Lazio) la seconda edizione della “Settimana della Famiglia” promossa dal Forum Lazio insieme al Vicariato di Roma: una manifestazione che vuole portare questo nuovo sguardo sul tema famiglia. Il programma prevede circa 50 eventi, che si svolgeranno nei vari quartieri della città. Ascolteremo la vita reale delle famiglie, con le gioie e le fatiche di ogni giorno. Spazi e luoghi che diventano laboratori per riflettere insieme e costruire il futuro. È un lavoro artigianale che abbiamo potuto realizzare solo grande al grande spirito di squadra delle varie associazioni che hanno aderito alla iniziativa. La manifestazione si pone proprio a ridosso della Conferenza Nazionale sulla Famiglia ed avrà come tema trainante “Famiglia, la sfida di educare”. Sarà possibile a giorni scaricare il programma direttamente dal sito www.settimanadellafamiglia.it * presidente Forum famiglie Lazio L ALBANO IRC: IL CONVEGNO ANNUALE a pagina 3 ANAGNI TORNARE A CASA DOPO SANTIAGO a pagina 4 C.CASTELLANA LA FORMAZIONE PAROLA CHIAVE a pagina 5 CIVITAVECCHIA IN RICORDO DI DON SMACCHIA a pagina 6 FROSINONE A CASAMARI FESTA CON PAROLIN a pagina 7 GAETA IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO a pagina 8 LATINA IL VESCOVO ASCOLTA LE PARROCCHIE a pagina 9 PALESTRINA FEDELI FESTEGGIANO SAN ROCCO a pagina 10 PORTO-S.RUFINA CATTOLICI UNITI IN CAMMINO a pagina 11 SORA EDUCATORI ALLA FEDE a pagina 13 TIVOLI SANT’AGOSTINA TESTIMONE D’AMORE a pagina 14 LAZIO SETTE l viaggio del Papa in Colombia ha permesso di cogliere molto bene come i piccoli problemi della nostra Italia non possono essere la len- te con cui guardare alle cose del mondo e l’azione della Santa Sede e del romano Pontefice. I diversi discorsi, gli incontri, la storica riconci- liazione della nazione colombiana avvenuta sotto la “benedizione” di Francesco e poi la conferenza stampa tutto ci ha fatto comprendere l’ampiezza delle questioni del nostro tempo di cui l’accoglienza dei mi- granti è solo un piccolo tassello. Un messaggio chiaro: l’amore o allar- ga il cuore allo scempio del mondo intero o non è l’amore del Signore, ma un velo di commozione, una fiammella che finisce il giorno stesso che è nata e non genera nulla, se non l’orgogliosa soddisfazione di sen- tirci più buoni. Quando si era giovani seminaristi mi colpì una bella ri- sposta che ci diede un padre missionario alle nostre belle idee e domande sulla sua attività: “se non venite a stare in missione, non potete vivere davvero l’amore di Dio”. Mi parve così vero. Così autentico. Poi varie vol- te ebbi la possibilità di stare in diversi paesi del Sud del mondo. E im- parai la verità di quelle parole. L’amore che rimane confinato nelle be- ghe delle nostre parrocchie, delle curie diocesane o delle nostre bene- ficenze non è l’amore di Cristo. Questo allarga il cuore ai confini del mon- do e della storia. E ci dona di vivere con libertà e autentica attenzione alle persone, anche le piccole questioncelle dei nostri ambienti. Abbia- mo appena celebrato il mistero della Croce gloriosa: le sue braccia rag- giungono tutto il mondo e tutta la storia. Così è la carità che dovrebbe abitare il nostro cuore, le nostre braccia e la nostra fede. Francesco Guglietta I NELLE DIOCESI RIETI IL CONFRONTO FRA LE GENERAZIONI a pagina 12 Vivere l’autentico amore di Dio Domenica, 17 settembre 2017 LAVORO RIFLETTORI ACCESI SUL LAZIO a pagina 2 IL FATTO Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Varato il reddito di inclusione sociale

Vivere l’autentico amore di Dio - diocesiportosantarufina.it · sette sedi del Cesv. Una per ogni capoluogo, più due per la città Roma e la sua provincia. Oltre alla sede centrale,

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A scuola di volontariato

UN’ALTRO SGUARDOSULLA FAMIGLIA

DI EMMA CICCARELLI*

entre i giovani tornano tra ibanchi di scuola, c’è chi non si èfermato neanche ad agosto.

Come gli operatori dei Centri di Servizioper il Volontariato del Lazio. Con l’annoscolastico ormai iniziato, ricominciaanche il progetto Scuole e volontariato.Si tratta di un programma per lapromozione della cittadinanza attivanegli istituti scolastici. Si parte con unincontro di due ore su regole eopportunità. A ogni studente viene datal’occasione di collaborare con le

associazioni del terzo settore delterritorio. Le scuole invece vengonosensibilizzate all’accoglienza di percorsisulle tematiche più diverse. Sul sito èpossibile consultare l’elenco di tutte leproposte delle associazioni. La ricercapuò essere effettuata attraverso parolechiave, una tematica precisa, l’ente, laprovincia o il comune. L’obiettivo finaleè l’educazione al senso civico e lafornitura di competenze extrascolastiche. Nella regione sono presentisette sedi del Cesv. Una per ognicapoluogo, più due per la città Roma e lasua provincia. Oltre alla sede centrale,sita in via Liberiana 17, a metà strada trala Stazione Termini e la fermata diVittorio Emanuele. Ulterioriinformazioni si possono chiederechiamando lo 06.44702178 e scrivendoall’[email protected]

Mirko Giustini

M

Un programma pensato perpromuovere la cittadinanzaattiva negli istituti scolasticiAgli studenti è datal’opportunità di collaborare conle associazioni del terzo settore

DI CARLA CRISTINI

l reddito di inclusione sociale(Rei) è stato definitivamenteapprovato martedì 29 agosto

2017, dal Consiglio dei Ministri epartirà dal 1° gennaio 2018. Saràpossibile richiedere il reddito diinclusione sociale dal 1° dicembre2017 presso i “punti di accesso”che verranno organizzati daiComuni, enti prepostiall’attuazione del progetto. Il Rei sostituirà il Sostegnoall’inclusione attiva e l’assegno didisoccupazione Asdi, diventandoun unico strumento di contrastoalla povertà e all’esclusionesociale. Sarà formato da due parti:un assegno mensile, che avrà un

Iimporto variabile secondo ledimensioni del nucleo familiare eun progetto personalizzato direinserimento sociale e lavorativo.Nella erogazione del Rei verrà datala precedenza alle famiglie configli minorenni o disabili, donnein gravidanza e disoccupati conetà superiore ai 55 anni. Ilprogetto ha lo scopo diaccompagnare le famiglie asuperare situazioni di difficoltà,non solo per la dimensionelavorativa in senso stretto, maanche per la ricerca di una casa, lasomministrazione di cure medichee l’educazione dei figli. Potrannoricevere il Rei anche le famiglie chegrazie a un nuovo impiegodovessero superare la soglia

minima di reddito prevista. Loscopo è quello di evitare la“trappola della povertà”,fenomeno per cui alcunipreferiscono non cercare lavoroper non dover poi perdere i sussidistatali. Alla definizione del nuovostrumento di integrazione delreddito per le fasce più deboli hacontribuito anche l’Alleanza controla povertà, nata nel 2014 da un’ideadi Cristiano Gori, docente dipolitica sociale all’Università diTrento e consulente scientificodell’Istituto per la Ricerca Sociale,a Milano e “visiting senior fellow”presso la “London School ofEconomics” a Londra. Si tratta diun insieme di soggetti sociali che

si sono uniti per contribuire allacostruzione di adeguate politichepubbliche contro la povertàassoluta nel nostro Paese. Nelperseguire questo obiettivo,l’Alleanza ha condotto un insiemedi varie attività, tra cui lasensibilizzazione dell’opinionepubblica, il confronto con le forzepolitiche e l’elaborazione di unapropria proposta di riforma. A una settimana dall’approvazionein via definitiva da parte delConsiglio dei ministri, l’Alleanzacontro la povertà ha riscontratodelle gravi criticità, prima tra tuttela scarsità dei fondi erogati, cheporterebbe al sostegno di unpovero su quattro.Su questo nuovo progetto disostegno abbiamo raccolto ilparere di don Cesare Chialastri,delegato per la Caritas nellaregione Lazio. «Si tratta di unamisura strutturale varata dalGoverno dopo molto tempo, chesolo l’Italia e la Grecia nonavevano. In sostanza si tratta di uncontributo economico in vista diun percorso formativo volto alreinserimento di soggettidisoccupati. La Caritas, insime adAcli, è uno dei soci promotoridell’Alleanza contro la povertà.Una struttura innovativa, cheriunisce tutte le realtà civili edecclesiali. Ci sono delle criticità,ma si continua a star dentro lastruttura per non perdere l’efficaciadelle misure. Nella regione Lazio ilRei non è inserito in manierauniforme. È l’assistente sociale delcomune che conferma lecondizioni e le erogazioni da partedell’Inps. Se si blocca il sistemanessuno riesce a dare spiegazioni.

In alcune situazioni le assistentisociali vedono queste cose comeun lavoro aggiuntivo. Il Lazio si sta organizzando sottol’impulso dell’assessore ai Servizisociali Rita Visini, affinché siaumenti il personale nei comuni.Il problema sta nella strutturaorganizzativa del comune nel farrete con le altre istituzioni. Non siriesce a costruire la forza sinergicadegli interventi che già esistono sulterritorio. Il comune dovrebbeassumere la regia. Le Caritasprovano a favorire questoprogetto, ma alcune non hannoaderito per non scontrarsi con unarealtà comunale poco organizzata.Lo scopo è innanzitutto quello diaccompagnare le persone versotutte le forme di assistenza a livelloregionale e comunale (dai buonipasto, ai sussidi ecc.) cheandrebbero eliminati e convogliativerso questa nuova misura dicontrasto alla povertà. Come Caritas si cerca di fornireuno stimolo per dimostrarequanto questa, sia una leggenecessaria. Le misure concretesono quelle di sempre: lo scopo èquello di raccordarle. Si ha dunqueun’azione politico–culturale perpromuovere lo sviluppo di questamisura. La Caritas prova asostenere i comuni in questadimensione culturale, per far sì chela struttura funzioni è necessarioraccordarsi su ciò che fa ciascunente verso un soggetto o un nucleofamiliare. Si deve far strada l’ideadi povertà multidimensionale, checomprende tutti gli aspetti dellapersona, per una azione sinergicache porti l’individuo a risollevarsidalla situazione di disagio».

el 2016, in Italia, secondo l’Istat, si stima siano 1 mi-lione e 619mila le famiglie residenti in condizione di

povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila in-dividui. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilitàdella povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di indi-vidui. Si tratta di nuclei familiari che non hanno redditosufficiente per una spesa mensile minima necessaria peracquisire un paniere di beni e servizi “essenziali”. L’incidenzadi povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in lineacon i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli indivi-dui, l’incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con u-na variazione statisticamente non significativa rispetto al2015. Mentre nel resto d’Italia c’è una sostanziale stabilità,nel Lazio il 2016 ha registrato un peggioramento della po-

N vertà assoluta delle famiglie arrivando a un indice del 9,7%contro il 6,9% dell’anno precedente. Una situazione che se-condo l’Istituto di statistica riguarda in particolare i nucleicon 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9). Nu-meri ben più consistenti se si parla di povertà relativa, quel-la calcolata in base a una soglia convenzionale che oltre alreddito tiene conto di altri fattori. L’elaborazione dell’Istatconsente di trarre molte inferenze: sono sempre più nu-merose sia le famiglie a basso reddito di stranieri sia gli in-dividui stranieri, impoveriscono ulteriormente le donneanziane sole e i giovani disoccupati, le famiglie a basso red-dito di italiani. Reggono invece i pensionati che, sempre piùspesso, “sostengono” i figli e i nipoti.

Alberto Colaiacomo

Un concreto aiutoalle realtà fragili

L’ E D I T O R I A L E

povertà.Fare rete tra le istituzioni,ottimizzare gli interventi sul territorio

I numeri aiutano a capire l’andamento del fenomeno

a notizia recente della crescita delPIL si è affiancata, in questigiorni, a quella che le famiglie

italiane avrebbero perso, in dieci anni,l’1,7% del risparmio. Per reggere allacrisi economica, le famiglie hannodato fondo ai propri risparmi e spessoanche ai patrimoni; hanno pagatosulla propria pelle le disfunzioni diun sistema economico e fiscaleiniquo. Le famiglie pertanto non sipercepiscono fuori dalla crisi: troppele incertezze, a partire dal tema lavoro.Un quadro di questo genere è quelloche giornalmente rileviamodall’osservatorio privilegiato che è ilForum delle Famiglie: tante storie difatiche, sacrifici, incertezze checontribuiscono ad indebolirequalsiasi progetto familiare. I segnali di ripresa economicarischiano di essere vanificati dasituazioni interne di immobilismo, diingiustizia fiscale e di carenza diservizi. I bonus alla natalità e asostegno del reddito poco aiutano acambiare la situazione. Il puntodolente è che lo sguardo che vienedato sulla famiglia è viziato da unapproccio errato e ideologico: lafamiglia è vista più come unmoribondo cui viene datodell’ossigeno che come una risorsa delpaese.Se usciamo dal campo delle idee e ciaddentriamo in quello della realtàpossiamo constatare che la famiglia èun motore potente del sistema socialeed economico, un soggetto che, sepotenziato e sostenuto nelle suefunzioni, può accelerare processi disviluppo. La famiglia è impresa, ècultura, è economia di scala, èinvestimento, è figli, è futuro. Ètempo pertanto di cambiare sguardosulla famiglia: non è una idea maconcretezza, ci trascina nella realtà,senza sconti.Per raccontarlo partirà dall’1 all’8ottobre prossimo a Roma (e nelLazio) la seconda edizione della“Settimana della Famiglia” promossadal Forum Lazio insieme al Vicariatodi Roma: una manifestazione chevuole portare questo nuovo sguardosul tema famiglia. Il programmaprevede circa 50 eventi, che sisvolgeranno nei vari quartieri dellacittà. Ascolteremo la vita reale dellefamiglie, con le gioie e le fatiche diogni giorno. Spazi e luoghi chediventano laboratori per riflettereinsieme e costruire il futuro. È unlavoro artigianale che abbiamo potutorealizzare solo grande al grandespirito di squadra delle varieassociazioni che hanno aderito allainiziativa. La manifestazione si poneproprio a ridosso della ConferenzaNazionale sulla Famiglia ed avrà cometema trainante “Famiglia, la sfida dieducare”. Sarà possibile a giorniscaricare il programma direttamentedal sito www.settimanadellafamiglia.it

* presidente Forum famiglie Lazio

L

◆ ALBANOIRC: IL CONVEGNOANNUALE

a pagina 3

◆ ANAGNITORNARE A CASADOPO SANTIAGO

a pagina 4

◆ C.CASTELLANALA FORMAZIONEPAROLA CHIAVE

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAIN RICORDO DI DON SMACCHIA

a pagina 6

◆ FROSINONEA CASAMARIFESTA CON PAROLIN

a pagina 7

◆ GAETAIN ALTERNANZASCUOLA-LAVORO

a pagina 8

◆ LATINAIL VESCOVO ASCOLTALE PARROCCHIE

a pagina 9

◆ PALESTRINAFEDELI FESTEGGIANOSAN ROCCO

a pagina 10

◆ PORTO-S.RUFINACATTOLICI UNITI IN CAMMINO

a pagina 11

◆ SORAEDUCATORI ALLA FEDE

a pagina 13

◆ TIVOLISANT’AGOSTINATESTIMONE D’AMORE

a pagina 14

LAZIOSETTE

l viaggio del Papa in Colombia ha permesso di cogliere molto benecome i piccoli problemi della nostra Italia non possono essere la len-

te con cui guardare alle cose del mondo e l’azione della Santa Sede edel romano Pontefice. I diversi discorsi, gli incontri, la storica riconci-liazione della nazione colombiana avvenuta sotto la “benedizione” diFrancesco e poi la conferenza stampa tutto ci ha fatto comprenderel’ampiezza delle questioni del nostro tempo di cui l’accoglienza dei mi-granti è solo un piccolo tassello. Un messaggio chiaro: l’amore o allar-ga il cuore allo scempio del mondo intero o non è l’amore del Signore,ma un velo di commozione, una fiammella che finisce il giorno stessoche è nata e non genera nulla, se non l’orgogliosa soddisfazione di sen-tirci più buoni. Quando si era giovani seminaristi mi colpì una bella ri-sposta che ci diede un padre missionario alle nostre belle idee e domandesulla sua attività: “se non venite a stare in missione, non potete viveredavvero l’amore di Dio”. Mi parve così vero. Così autentico. Poi varie vol-te ebbi la possibilità di stare in diversi paesi del Sud del mondo. E im-parai la verità di quelle parole. L’amore che rimane confinato nelle be-ghe delle nostre parrocchie, delle curie diocesane o delle nostre bene-ficenze non è l’amore di Cristo. Questo allarga il cuore ai confini del mon-do e della storia. E ci dona di vivere con libertà e autentica attenzionealle persone, anche le piccole questioncelle dei nostri ambienti. Abbia-mo appena celebrato il mistero della Croce gloriosa: le sue braccia rag-giungono tutto il mondo e tutta la storia. Così è la carità che dovrebbeabitare il nostro cuore, le nostre braccia e la nostra fede.

Francesco Guglietta

I

NELLE DIOCESI

◆ RIETIIL CONFRONTOFRA LE GENERAZIONI

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Vivere l’autentico amore di Dio

Domenica, 17 settembre 2017

◆ LAVORORIFLETTORIACCESI SUL LAZIO

a pagina 2

IL FATTO

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected]: Salvatore Mazza

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]

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Varato il reddito di inclusione sociale

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

rriva anche nel Lazio l’iniziativasolidale Un pasto al giorno. Il 23 e 24settembre oltre 3 mila volontari

della Comunità Papa Giovanni XXIII(Apg23), fondata da don Oreste Benzi nel1968, saranno in 1.000 piazze italiane conl’evento solidale per garantire un pasto achi soffre la fame. Quest’anno, in cambiodi un’offerta libera, i volontaridistribuiranno #iosprecozero, un libro conidee, spunti e consigli per combattere glisprechi di tutti i tipi: alimentari, di oggetti,di energia, di tempo, di vita. «Il libro nonambisce ad essere un manuale né unvademecum, ma un compagno utile a chi,

giorno dopo giorno, vuole restituire ilgiusto valore alle cose della vita», spieganoi promotori in una nota. «Ogni volta chesprechiamo – si legge nell’introduzionedel testo – mandiamo in malora un belpo’ del futuro di tutti». Le parole chiave dell’iniziativa sono«solidarietà, responsabilità e dignità» laquale «mira a mettere in luce le situazionidi malnutrizione e ingiustizia che, anchenel terzo millennio, affliggono tantiindividui». Con le donazioni raccolte nelcorso dell’evento, la Comunità fondata dadon Oreste, di cui quest’anno ricorre ildecennale della scomparsa, potràcontinuare a garantire almeno un pasto algiorno alle migliaia di fratelli e sorelle cheogni giorno siedono alla sua tavola.«È anche attraverso il cibo che si realizza ladignità dell’uomo», afferma GiovanniRamonda, presidente della ComunitàPapa Giovanni XXIII, il quale ricorda che«quello al cibo è uno dei diritti umani

fondamentali, ma non basta affermare ericonoscere solo questo, occorre garantireanche il diritto all’istruzione, ad un lavoroe anche quello ad avere una famiglia edegli affetti stabili». La Comunità nata nel 1968, serve ognigiorno 7 milioni e mezzo di pasti in Italiae all’estero a tutte le persone che accoglieper combattere la povertà e lamalnutrizione. Con 5 Capanne diBetlemme, case di pronta accoglienzaserale e notturna per senza dimorapresenti a Bologna, Rimini, Milano, Forlì eChieti; 2 mense di strada a Torino e aRoma che tutte le settimane dell’annoaiutano in totale più di 200 persone; altre317 realtà di accoglienza sparse in tuttaItalia, la Comunità Papa Giovanni XXIII,solo sul territorio nazionale, dàaccoglienza, sostegno e soprattutto unafamiglia a oltre 3.800 persone ogni anno,bambini soli o che non possono restarecon i loro genitori, anche con gravissime

disabilità, anziani, ragazze vittime disfruttamento sessuale, persone senzadimora. Quello dell’eccedenza e la facilità delbuttar via sono «sinonimo d’indifferenza einsensibilità, gli stessi atteggiamenti cheportano all’emarginazione di tantepersone lasciate sole ad affrontare iproblemi e le difficoltà della vita»sottolinea Ramonda. L’obiettivo di fondo èfare in modo che «i bambini che arrivanoogni giorno nei nostri centri nutrizionaliin Africa, i senza dimora che incontriamoogni sera in tutta Italia, in Russia, in Greciao in Sudamerica, le persone in difficoltache ogni giorno siedono alla nostra tavola,almeno loro che hanno volti, nomi estorie, possano avere un pasto caldo e unpo’ di affetto ogni giorno», conclude ilpresidente della Comunità. Per informazioni:www.unpastoalgiorno.apg23.org.

(c.c.)

A

«Il lavoro? per donne e giovaninon c’è»

Segnali ancora contrastanti per l’occupazione,tra mutamenti in atto e prospettive di ripresaIntervista a Lidia Borzì, presidente dell’Acli della Provincia di Roma

uasi 86mila persone entro il prossimomese di ottobre nel Lazio inizieranno a

lavorare. In otto su dieci saranno assunti daaziende che operano nel settore dei servizi, ilresto andrà a lavorare nell’industria. Molteopportunità saranno riservate alle donne,seppur non in tutti i settori. Sono i datirisultanti dall’analisi del sistema informativoExcelsior, realizzata da Unioncamere in accordocon l’Anpal, sulle previsioni occupazionali delleimprese private dell’industria e dei servizi traagosto e ottobre 2017. «Indipendentemente dalgenere, maggiori opportunità di lavoro sitroveranno in generale nel settore terziario e,di queste, ben oltre la metà è diretta ai servizialle persone (tra cui sanità, istruzione, serviziculturali), al commercio eai servizi legatiall’accoglienza e allaristorazione. Mentreall’interno del settoreindustriale più chance ditrovare occupazione ladaranno i comparti dellameccanica, dellametallurgia e della filieraalimentare», è riportatonell’analisi. Nonostante lacrisi dell’occupazione, perle aziende laziali non èsemplice trovare personeda assumere, tanto che la«difficoltà di reperimento»è indicata al 20 percento.

Q La piccola e media impresa è quella che fa laparte del leone nelle assunzioni, d’altronde èindicativo della costituzione del compartoproduttivo italiano, a maggior ragione nel Lazioche ha una forte connotazione nel settore delterziario specie avanzato. Una focalizzazioneviene fatta anche sulle opportunità di genere.Le richieste di assunzioni particolarmenterivolte alle donne provengono dalle industriealimentari, dai servizi operativi di supporto allepersone e alle imprese e infine dai servizi allepersone. Invece, ai giovani sarà destinato il34,2% dei posti di lavoro. Ma le aziendestimano che sarà più difficile reperire sulmercato le figure professionali ricercaterispetto ai mesi precedenti. Una riflessione va

fatta sul rapporto dilavoro che saràinstaurato: la metà deicontratti sarà solo atempo determinato,solo il 26% avrà uncontratto a tempoindeterminato, al 7%sarà propostol’apprendistato, il 6%lavorerà ugualmentegrazie al lavorointerinale, mentre unrestante 11% avrà altritipi di inquadramentispecie con lecollaborazioni.

Remigio Russo

Il 23 e 24 settembre i volontaridella Comunità Giovanni XXIIIsi mobiliteranno per garantirecibo alle persone bisognose

Nel Lazio l’iniziativa solidale «Un pasto al giorno»

Il Pastificio Strampelli apre unostabilimento su un’area di quasi5mila metri quadrati a Torrita,frazione di Amatrice

ontinuare a parlare di quanto èaccaduto lo scorso 24 agosto nelCentro Italia è più che mai doveroso.

I media non possono far calare l’attenzionesui disagi delle popolazioni colpite dalterremoto. Ma a distanza di più di un annourge cambiare tipo di narrazione. Da oggiLazio sette inaugura una nuova inchiestasulla ricostruzione, raccontando il rilanciodella piccola e media imprenditoria neicomuni del cratere. La prima puntata èdedicata al Pastificio Strampelli, che apriràuno stabilimento su un terreno di quasi

C

5mila metri quadrati nella frazione diTorrita, ad Amatrice. L’azienda prende ilnome dal genetista e agronomo di famainternazionale Nazareno Strampelli (1866–1942) e produce un tipo di pastaartigianale, trafilata in bronzo, erede dellatradizione dei maestri pastai. Questarealizzazione la compie avvalendosidell’Istituto Carlo Jucci, un centro di servizie ricerca che seleziona il grano migliore. Ilprogetto è antecedente alla prima scossa ein un primo momento era destinato allacittà di Rieti. Quanto accaduto però hacambiato le carte in tavola. Il tutto si è vistocon una prospettiva diversa. L’iniziativaimprenditoriale, resa possibile grazie afinanziamenti privati e comunitari, haavuto una eco davvero rilevante, soprattuttoper le opportunità occupazionali che potràoffrire. Silvio Rossignoli, il presidente diFederLazio, ha dichiarato: «Siamo

veramente orgogliosi di poter annoveraretra i nostri associati una azienda come ilpastificio Strampelli. Il patron Leoncini hadimostrato a tutti che non è affatto unazzardo scommettere su un territoriomartoriato dal terremoto come quello diAmatrice ma, anzi, può essere motivo dinuova speranza per le persone del posto». Ilriferimento è a Marzio Leoncini, exassessore allo Sport e all’Urbanistica delComune di Rieti. Sull’imprenditore pendeuna condanna in primo grado a un anno esei mesi per abuso d’ufficio e violazionedelle norme edilizie in merito allaricostruzione della capanna Trebbiani alTerminillo. La sua iscrizione nel registrodegli indagati per il crollo del campanile diAccumoli invece è stata archiviata, come lacandidatura a sindaco del capoluogo inquota Forza Italia. Monica Ruzza, laresponsabile delle comunicazioni, ha

stimato che la produzioneverrà avviata nellaprimavera del 2018 e ilpersonale, necessario acoprire tra le 12 e le 20posizioni, verrà scelto dallaforza lavoro del territorio.«Le attuali confezioni dipasta – recita uncomunicato – subiranno uncambiamento di immagine,in quanto ladenominazione finale del prodotto sarà:“Strampelli – Il Pastificio di Amatrice”». Trala famiglia Leoncini e le istituzioniintercorre un buon rapporto. Allaconferenza stampa di presentazione c’eranoil sindaco di Amatrice, l’ex Alleanzanazionale Sergio Pirozzi, e il consigliereregionale forzista, Antonello Aurigemma. Aproposito dell’investimento il figlio di

Storie d’impresa che rinascono dopo il terremoto

Marzio, Diego, ha spiegato al Sole 24 Oreche volevano «diversificare, vista la crisi delsettore delle costruzioni». La pasta verràvenduta nel reatino, a Roma e nella Cittàdel Vaticano attraverso la Grandedistribuzione organizzata. Con unobiettivo finale a dir poco ambizioso:l’espansione internazionale.

Mirko Giustini

DI GIOVANNI SALSANO

avoro che c’è e non c’è, lavoro checambia e fa cambiare, soprattutto igiovani, che devono adeguarsi a un

mercato sempre più fluido, vario e incerto.In prima linea a sostegno dei lavoratori cisono le Acli che, proprio in questi giorni, aNapoli, stanno riflettendo nell’annualeincontro nazionale di studi sul tema“Valore Lavoro. L’umanità del lavoronell’economia dei robot”.Ne abbiamo parlato con Lidia Borzì,presidente Acli della Provincia di Roma.Qual è la situazione del lavoro giovanilee quali dinamiche caratterizzano ilmercato del lavoro nel Lazio?Ci troviamo in un momento importante diripresa del mercato del lavoro, anche se alpalo restano sempre donne e giovani. Unproblema cronico, che tocchiamo conmano ogni giorno con il nostroosservatorio fatto di incontri con oltre

150mila persone l’anno. Il nostro punto divista è incentrato su Roma Capitale e la suaprovincia che pesa per 72% sulla RegioneLazio, ma che è anche paradigmatica ditutto il Paese, nel bene e nel male. Nel casodell’occupazione giovanile soprattutto nelmale, purtroppo. E quanto emerge conun’ultima ricerca nazionale, progettatadall’Iref e realizzata con il Dipartimentostudi e ricerche delle Acli, in linea conquanto già rilevato da un’indagine AcliRoma “Avere 20 anni, pensare al futuro”,rimanda un’immagine dei giovani che dauna parte preoccupa, dall’altra deve farciassumere delle responsabilità urgenti. Illavoro manca e quando c’è è spessoprecario, in nero, mercificato. Solo unnumero bassissimo di giovani (il 28%nella ricerca Acli), fa il lavoro dei sogni,quello per cui ha studiato e si èspecializzato. Abbiamo troppi giovanioverskilled, cioè troppo qualificati, che nontrovano la giusta collocazione. Ma,

nonostante questo, comedimostra la nostra ricerca,ritengono importante laformazione permanente equesto fa loro onore. Adessersi dovutiaccontentare, secondo lanostra indagine, sonosoprattutto quelli dellacosiddetta G2, i ragazzicon genitori stranieri.Altro dato che fa riflettere,è che i giovani espatriatistanno meglio di quelliche rimangono.Quali sono le propostecomprese nel “pacchettoformazione” che come

Acli presenterete a breve?Alle mutevoli esigenze del tessutoproduttivo rispondiamo con unrafforzamento e ampliamento dell’offertaformativa nel suo complesso. Per questo,nel corso del 50° incontro di studi delleAcli, verrà presentato un piano strategico,mutuabile anche a livello regionale,articolato in 6 punti: investire nellaformazione professionale, consolidare ediffondere l’infrastruttura formativa,innovare le qualifiche e i diplomi,sviluppare il sistema terziarioprofessionalizzante e investire in unsistema accogliente di formazioneprofessionale. Dietro alle proposte c’èsempre un percorso ben preciso, “visione econcretezza”. Da qualche anno, come Aclidi Roma ci stiamo impegnando perdiffondere un cambiamento culturale perriportare l’attenzione sul valore del lavoroquale virtù capace di far crescere la personae la comunità avendo come faro laDottrina sociale della Chiesa.Nel convegno di Napoli si parla di“cambiamenti dovuti a processi diautomazione, che potrebbero portare adisuguaglianze più marcate”. Ci può farequalche esempio?Basta guardare i negozi di vendita aldettaglio che chiudono a vantaggio dell’e–commerce. Se non si cerca una soluzione,rischiamo di creare ancor piùdiseguaglianze. Ai robot bisognarispondere con la promozionale del valorerelazionale del lavoro, che non è soloscambio di prestazione–compenso, mauno dei vettori di inclusione e sviluppononché il più importante ammortizzatoresociale capace di far uscire le persone dacondizioni di emarginazione sociale.

LAlla ricerca di un posto in aziendaEcco quali sono i profili più richiesti

Lidia Borzì, presidente dell’Acli di Roma

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 17 settembre 2017

evento di solidarietà

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Con la Madonna di Ceri per «camminare insieme» nell’assemblea ecclesiale

«Debitori di nulla a nessunose non di amore reciproco»Il vescovo Reali: «Il progetto pastorale deve essere ripresodappertutto nelle comunità parrocchiali, nei gruppi e nelle associazioni che vogliono definirsi cattoliche» perché l’esperienza di Chiesa è del popolo unito in cammino

DI SIMONE CIAMPANELLA

l sabato successivo alla Natività di MariaSantissima la Chiesa portuense si èradunata a Ceri per il pellegrinaggio alla

Madre della Misericordia. I fedeli,provenienti da tutta la diocesi, si sonoritrovati all’edicola mariana perincamminarsi verso la strada che conducealla rocca del santuario diocesano. Lungo la

Ivia sfregiata dalla trombad’aria, che lo scorso anno neha sradicato gli alberi, ilRosario meditato correveloce, complice l’attenzionerispettosa della gente. Econcede lo spazio alleinvocazioni per poveri,malati, giovani. Con parolespontanee il popolo incammino, fatto da pezzidifferenti, si coinvolge inun’unica orazione. Maqualcuno avanza più deciso,e altri invece rimangonoindietro. Allora ci si fermaper continuare compatti. Èinteressante questo aspettodella processione. Come unalegge che sta dentro ognunoe che il gruppomisteriosamente condividesi è spinti a restare uniti,modificando il propriomovimento. Si accelera o si riduce l’andaturaper pregare assieme. Niente come laprocessione simboleggia meglio il desiderioe la volontà innata di camminare insieme, diascoltarsi.Certo. Se si cercasse questo atteggiamentonella vita delle comunità, forse non lo sitroverebbe così naturale. Si coglierebbeprobabilmente la fatica di mantenere vicinipassi distanti che necessitano di continueopere di mediazione. La Chiesa riconoscequesta difficoltà, in modo particolarequando le domande del mondo si fannoinsistenti e attendono risposte proprio dallacomunità dei fedeli. Allora si cerca dipromuovere ogni utile via per proporre unritmo possibile per tutti, che, però, si sappiaandare a tempo con le istanze della società,della cultura, dei singoli. In questo processo

continuo, il Sinodorappresenta una chiave perraccogliere speranza,difficoltà e differenze, ancheprofonde, di donne euomini. In questa prospettiva la Chiesa diPorto–Santa Rufina quest’anno ha volutosottolineare il legame tra la comunionespirituale che la Signora di Ceri insegna el’esperienza dell’assemblea diocesana cheriunirà le comunità dal 22 al 23 settembre.Con questo pellegrinaggio, dice il vescovoReali nell’omelia, «ribadiamo di voler dare alcammino della nostra Chiesa e al nostrocammino personale una chiara improntamariana mettendo nella mani dellaMadonna il progetto pastorale diocesanoche, lo sappiamo bene, deve essere ripreso

dappertutto nella comunità parrocchiali, neigruppi e nelle associazioni che voglionodefinirsi cattolici». La scelta del temaassembleare, “Camminare insieme”, traduceletteralmente il Sinodo del 2018 che siconcentrerà su «I giovani, la fede e ildiscernimento vocazionale». Un tema che,avverte monsignor Reali, non escludenessuno, ma chiede a ognuno di fare la suaparte riscoprendo la giovinezza della fede.«Si è giovani quando nella nostra vita c’èspazio per il canto, la letizia e la festa»,purtroppo tanti ragazzi «non conosconoqueste esperienze; li vediamo tristi einsoddisfatti; ci pare che abbiano tutto masono sempre alla ricerca di qualcosa di più eci rimproverano perché non sappiamo

aiutarli». Apercorrere la stradainsieme, spiegainfine il presule,concorre l’amorereciprocodisinteressato che sifa anche correzionefraterna per il beneche voglio all’altro.«Camminareinsieme saràpossibile sesceglieremo divivere come SanPaolo suggeriva aiprimi cristiani diRoma senza essere“debitori di nulla anessuno se non

dell’amore vicendevole”, senza preoccuparcidi un’osservanza formale delle norme, stavoper dire pignole senz’anima, perché “solochi ama l’altro ha adempiuto la Legge”».Nella piazza davanti al santuario abbastanzalungo il silenzio attende che molti abbianorisuonato la riflessione del vescovo. Igonfaloni, gli scout, l’Unitalsi, gliinstancabili abitanti di Ceri con il loroparroco, gli altri fedeli con i sacerdoti, leautorità e molti altri ancora. Sono tessereche hanno contribuito a formare l’immaginedi una comunità che vuole essere fraterna.

Sulla via di Ceri (foto Lentini)

Due giornate d’incontroa XVI assemblea ecclesiale dio-cesana ha come tema: «Il Sinodo

ricorda che l’esperienza di Chiesa è“Camminare insieme”». Il program-ma si sviluppa dal pomeriggio del 22settembre alla mattina del 23.

VenerdìAlle 14.30, arrivi, accoglienza e i-scrizione.15, preghiera e introduzione del ve-scovo Reali.15.30, «Andare, incontrarci, parlarci,riconoscerci, progettare», suor Ma-ria Teresa Spiga, docente Pfse Auxi-lium.17, lavoro nei gruppi di studio.19.30, preghiera del Vespro.

SabatoAlle 8.30, concelebrazione dell’Eu-caristia – mandato agli operatori dipastorale battesimale.9.30, lavoro nei gruppi di studio.11, contributi dei gruppi di studio edegli uffici pastorali.12, conclusione e saluto del vescovo.

L

nomina.Padre Jesus Dajaceletto superiore generale

adre Jesus Dajac è stato eletto superiore generaledei Missionari della fede. Il religioso è parroco diSanta Maria della Divina Grazia dal settembre del

2014. È nato il 25 gennaio 1971 nella municipalità diManito della regione di Bicol, nella zona centro–orientale delle Filippine. Ha pronunciato i voti perpe-tui nella Congregazione dei Missionari della Fede a 25anni. L’anno seguente, nel 1997, è stato ordinato sa-cerdote. Ha poi conseguito la laurea in Teologia dog-matica presso la Pontificia università urbaniana di Ro-ma nel 1998.I Missionari della fede sono nati dall’intuizione di Ma-dre Provvidenza, al secolo Anna Maria Andreani, di so-stenere i fedeli, in particolare i sacerdoti, nell’adesionesempre più sicura alla professione di fede cattolica. Fupoi con padre Luigi Graziotti, dopo la morte della re-ligiosa, ad assumere la sua eredità spirituale dedican-do la vita a dare una strutturazione più organica dellacongregazione.Esprimiamo i migliori auguri a padre Jess per il nuovoservizio a cui è stato chiamato.

PAd Aranova la veglia per padre PioI gruppi di preghierasi riuniscono venerdì dalle 21 alle 24in memoria del transito

DI GIANNI CANDIDO

l 22 settembre i gruppi dipreghiera di san Pio daPietrelcina festeggiano il

49° anniversario deltransito con una vegliaorganizzata nella parrocchiadi Aranova a Fiumicino. Lacomunità di Nostra Signoradi Fatima con il parroco,don Michael Joser,coordinatore diocesano deigruppi, accoglieranno i

I

fedeli dalle 21. Ilprogramma inizia con laMessa, segue poil’Adorazione eucaristica e ilRosario meditato.Dall’anno scorso la veglia siconclude a mezzanotte,nelle edizioni precedentiinvece ci si prolungava finoalle 02.30: l’ora esatta dellamorte del santo, avvenuta il23 settembre del 1968.«Visto che la maggior partedei fedeli non possonorimanere fino a quell’ora,abbiamo deciso diconcludere prima per offrirea tutti la possibilità di vivereappieno la proposta dipreghiera», spiega don Joser.Il sacerdote sottolinea

l’importanza di questomomento di condivisioneche unisce devotiprovenienti da parrocchielontane della diocesi. Nonsi tratta infatti di un gestovuoto, ma di un’occasioneecclesiale per tenere amente, e nel cuore, il sensodella preghiera. Ricordarecioè che gli incontri dimeditazione e riflessionesono una forma importantedi carità spirituale: «I gruppidi preghiera di Padre Piosono stati fondati da lui peressere fari di luce nellaChiesa e nel mondo. Essisono pienamente inseritinelle parrocchie e sempreguidati da un sacerdote,

preferibilmente della stessaparrocchia diappartenenza».Gli incontri avvengonosolitamente una volta almese con la catechesi,l’Adorazione, il Rosario e laMessa nella quale si cerca ditrasmettere l’insegnamentodi Padre Pio, «l’unicosacerdote nella storia dellaChiesa che aveva il donodelle stigmate».Padre Pio, spiega infine donMichele, diceva, «“farò piùrumore da morto che davivo” per indicare la suaperpetua intercessione dalcielo. Tutti i membri deigruppi diventanoautomaticamente figli

spirituali di Padre Pio». Mala proposta della veglia nonè un’esclusiva di pochi: èun’iniziativa rivolta a tutticoloro che voglionocondividere qualche ora divicinanza con Dio.(Parrocchia di NostraSignora di Fatima, ViaMichele Rosi, 186 00050Fiumicino – Aranova tel./fax06.66.74.633www.parrocchia–aranova.it).

I contenutil testo che fa da sfondo allaprossima assemblea eccle-

siale è il documento prepara-torio del Sinodo (www.dioce-siportosantarufina.it sezioneAvvisi). L’introduzione del ve-scovo, il testo indicato e la re-lazione di suor Maria TeresaSpiga prepareranno i parteci-panti all’elaborazione neigruppi di studio. Saranno ap-profonditi il significato di si-nodalità, la situazione dei gio-vani nelle dinamiche genera-li e in quelle del territorio.

I

Gruppo di preghiera

mosaico

«Il fotoreporter di Dio»otoreporter di Dio. È il titolodell’iniziativa proposta dalla

parrocchia di Marina di Cerveteridall’11 al 15 settembre per offrire unincontro personale con Gesù all’iniziodell’anno pastorale. Attraverso alcunefigure del Vangelo di Giovanni lacomunità di san Francesco d’Assisi siè messa in ascolto della Parola di Dio,approfondendo alcuni personaggi deltesto sacro. Un percorsoesperienziale, guidato da AnnamariaCorallo, che ha accompagnato ipartecipanti a scoprire il personaggioche più somigliava loro. Nicodemo, lasamaritana, il paralitico, Maria diMandala o il discepolo amato. Volticoncreti ma anche simbolici cheattraversano situazioni singolari eoffrono possibilità di conversione pertutti.«Questa settimana biblica cheabbiamo proposto all’iniziodell’anno, – ha detto il parroco, donDomenico Giannandrea –, ci haaiutato a capire innanzitutto chisiamo. Sono stati dei “selfie” cheabbiamo scattato utilizzando lafotocamera dell’evangelista Giovanni.Osservando poi la composizionedell’immagine abbiamo riconosciutonella foto, i nostri limiti e le nostrerisorse. Ma queste foto, non sonolasciate isolate. Le abbiamo raccolte esistemate in un “album”, cherappresenta la nostra comunità etutta la Chiesa. Alla fine ci siamo resiconto che tutti i personaggi sonopresenti tra di noi e, in fondo,ognuno può essere l’uno o l’altronella vita. Questi episodi del Vangeloci possono aiutare a costruire unacomunità sempre più consapevoledella fede in Gesù».

L’affetto verso Pio Xomani ricorre l’ordinazionesacerdotale di san Pio X,

avvenuta nel 1858. La comunità dicui è patrono a Pantan Monastero loricorderà nella preghiera dopo averloonorato lo scorso 20 agosto in SanPietro per l’anniversario della morte.Un’esperienza ancora viva nei moltifedeli chi vi hanno partecipato, circa150. Il parroco di Santi MarcoEvangelista e Pio X, don CristoforoDudala, ha presieduto la Messasull’altare dedicato proprio a papaSarto, assistito nel servizio dai diaconiMichele Sardella e Ivoneo Pietrobon.Il sacerdote ha tracciato un profilodella figura di questo pontefice,ricordandone l’impegno profusonell’organizzazione dell’iniziazionecristiana. Al pontefice veneto si deveinfatti il Catechismo del 1905, che daallora porta il suo nome. Unostrumento fondamentale, nato inrisposta alle istanze di fine Ottocento,per aiutare i cattolici a orientarsi inun momento di profondicambiamenti sociali e culturali.Grande affetto riserva questacomunità a papa Pio X. Il motivo è lacomune origine veneta. Questa zonadella periferia nord di Roma, più dialtre, è stata costruita, nel vero sensodella parola, da gente volenterosa eappassionata che dal nord Italiaemigrò nella campagna romana incerca di nuove possibilità. La figuradel papa “compaesano” diede laforza e la spinta a quelle persone,che riuscirono a far crescere unanuova comunità unita e solidale.

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F

1 OTTOBREGiornata della Chiesa locale(speciale colletta per la costruzionedi nuove chiese).

3 OTTOBRERiunione dei vicari foranei e degliuffici pastorali (curia 9.30).

5 OTTOBREFesteggiamenti in onore disant’Ippolito.

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 17 settembre 2017

L’agenda

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