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“La mia voglia di vivere ha vinto anche sulla malattia” è il libro di Rosa Oliverio, vittima di un errore di malasanità Settimanale indipendente di informazione Anno 38 - 12 Luglio 2014 - Numero 28 euro 0,50 di Lucia De Cicco “Saperi” e “sapori” nella terra del Paradiso LA CALABRIA DA SCOPRIRE di Pietro De Leo Una stessa “radice” a testimonianza che le due cose sono inscindibili Farmacie e celiachia, accuse senza alcuna “Regione” LA PILLOLA NON VA GIÙ Nessuna serrata: semplicemente la richiesta di minore burocrazia Cosenza è una città che fa... la differenza DA NON CESTINARE Premiata a Roma come “Comune riciclone”

Voce ai giovani

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Sabato 12 luglio 2014

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Page 1: Voce  ai giovani

“La mia voglia di vivere ha vinto anche sulla malattia”è il libro di Rosa Oliverio, vittima di un errore di malasanità

Settimanale indipendente di informazioneAnno 38 - 12 Luglio 2014 - Numero 28 euro 0,50

di Lucia De Cicco

““SSaappeerrii”” ee ““ssaappoorrii””nneellllaa tteerrrraaddeell PPaarraaddiissoo

LA CALABRIA DA SCOPRIRE

di Pietro De Leo

Una stessa “radice” a testimonianzache le due cose sono inscindibili

FFaarrmmaacciieeee cceelliiaacchhiiaa,, aaccccuusseesseennzzaa aallccuunnaa““RReeggiioonnee””

LA PILLOLA NON VA GIÙ

Nessuna serrata: semplicementela richiesta di minore burocrazia

CCoosseennzzaaèè uunnaa cciittttààcchhee ffaa......llaa ddiiffffeerreennzzaa

DA NON CESTINARE

Premiata a Roma come“Comune riciclone”

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Anche alla luce degli interventi promossi da alcune forze politichea livello parlamentare, Federfarma Calabria precisa che le farmaciedella Regione non hanno promosso alcuna “serrata” nei confrontidei pazienti celiaci e che i prodotti privi di glutine sono normalmenteerogati da tutte le farmacie della Regione.Le farmacie hanno semplicemente denunciato pubblicamente l’as-soluta indisponibilità della Regione Calabria a dare seguito a una ri-chiesta banalissima riguardante le modalità di fatturazione; moda-lità che sono state arbitrariamente modificate dalla Regione, ren-dendo estremamente difficoltoso e complesso, se non impossibile,per le farmacie ottenere il rimborso dei prodotti erogati.Le farmacie hanno, infatti, fatto presente alla Regione che - vista ladiminuzione delle richieste di prodotti per celiaci a seguito dell’al-largamento della platea dei fornitori anche agli esercizi commer-

ciali, decisa in modo del tutto legittimo dalla Regionestessa e contro la quale le farmacie non hanno fatto enon fanno la minima opposizione - non sarebbero sta-te in grado di sostenere l’erogazione del servizio con lenuove modalità di fatturazione. Al riguardo, va segna-lato che le farmacie che hanno attivato il nuovo e com-plesso meccanismo di richiesta di rimborso dei buonistanno ancora aspettando, dopo mesi, il pagamento deiprodotti consegnati ai pazienti.La soluzione più semplice, che le farmacie hanno chie-sto alla Regione di poter continuare ad adottare, è quel-la di inserire gli importi relativi ai prodotti per celiacinelle Distinte Contabili Riepilogative (Dcr), cioè neidocumenti contabili che vengono presentati alle Asl perottenere il rimborso dei medicinali erogati in regime diSsn. Tale modalità garantisce la massima trasparenza eprocedure di verifica e pagamento ormai standardizza-te, senza comportare alcun onere aggiuntivo per laRegione. Al contrario, in base a un accordo stipulatooltre 10 anni fa, le farmacie praticano alla RegioneCalabria uno sconto sugli importi loro spettanti per l’e-rogazione di prodotti senza glutine equivalente a quel-lo praticato sui rimborsi per i medicinali Ssn.A fronte di questa situazione non si capisce perché laRegione non abbia voluto dare seguito alla richiesta del-le farmacie, costringendole a presentare fatture, maga-ri anche per importi estremamente ridotti, in uffici di-versi da quello farmaceutico addirittura di altre Asp seil paziente viene da un’altra provincia, senza nessunacertezza riguardo alla possibilità di ottenere il relativorimborso in tempi accettabili.Non è quindi la farmacia, che è quotidianamente im-pegnata a dare risposte ai propri utenti, a voler impedi-

re ai pazienti celiaci di accedere ai prodotti a cui hanno diritto, so-prattutto nei piccoli centri dove la farmacia è l’unico punto di rife-rimento anche per i celiaci, ma un’amministrazione che, anzichéagevolare i cittadini e gli operatori, adotta procedure burocraticheche complicano la vita a tutti.

Federfarma Calabria

sabato12 luglio 2014

II

PRODOTTI PER CELIACI: DALLE FARMACIE NESSUNA SERRATA, SOLO UNA LEGITTIMA

RICHIESTA DI SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA

Accuse senza RegioneAccuse senza Regione

La pillola non va giù

Le farmaciehannodenunciatola nondisponibilitàdella Regionea dare seguitoa unarichiestariguardantele modalità difatturazioneche sono statemodificatein manieraunilateralerendendodifficoltosoe complessoottenereil rimborsodei prodottierogati

Dopo oltre 12 anni di ‘onorato’, ma soprattutto utile servizio aicittadini con diabete, il distretto sanitario Reggio Calabria 1dell’Asp di Reggio Calabria dispone la chiusura dello “Sportellodel diabete”, istituito nei locali dell’Asp 5 Rc - PST Gallico, ReggioCalabria.«Nato nel febbraio 2012, su richiesta dell’associazione per l’aiu-to alle persone con diabete Diabaino Vip-Vip dello Stretto, conl’intento di assistere le persone con diabete e i loro familiari cheaccedono alle strutture sanitarie diabetologiche, e far conoscereloro i diritti e i doveri della persona con diabete, tutelati da Leggidello Stato e della Regione Calabria, lo sportello aveva sempreassolto a questa funzione riscuotendo grande favore da parte delpubblico e anche degli stessi operatori sanitari», racconta GabriellaVioli, presidente dell’associazione per l’aiuto alle persone condiabete Diabaino Vip-Vip dello Stretto e componente del consi-glio di presidenza di Fand- Associazione italiana diabetici.«Di punto in bianco, tre settimane orsono, ci viene comunicato,senza ulteriori spiegazioni, che l’autorizzazione a svolgere que-sto servizio è revocata», prosegue Violi nella sua denuncia. Lalettera della Asp, firmata dal direttore del distretto sanitario,Vincenzo Malara, recita freddamente «si chiarisce che non pos-sono essere concessi a nessun titolo locali per attività non diIstituto» e «vengono pertanto revocate tutte le eventuali autoriz-zazioni a qualsiasi titolo concesse ad Associazioni di volontaria-to ad operare all’interno dei locali di proprietà dell’Asp».«La burocrazia sembra avere vinto ancora una volta - concludeamareggiata Gabriella Violi -. Bontà»

Sportelli sbattutiper i diabetici

Protesta a Gallico

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La mia voglia di vivere ha vinto anche sulla malattia, edizioniProgetto editoriale 2000, è il nuovo libro della scrittrice Rosa Oliverio,sottotitolo Io ce l’ho fatta…e te lo racconto, presentato nella corni-ce dei “Giovedì letterari” della libreria Domus di Cosenza conDemetrio Guzzardi, a introdurre, letture del gruppo DiciasetteBi,Costantino Guzzardi alla chitarra con brani di Rino Gaetano, con-terraneo della Oliverio. L’autrice è nata a Scandale (Kr), anche selei con la sua energia sembra molto più giovane degli anni anagra-fici, si trasferisce con la sua famiglia a Varese dove diventa con ilsuo bagaglio d’insegnante dentro e fuori dalla Calabria, dirigentescolastica fino al 1999, anno del pensionamento. È già autrice conla stessa casa editrice di “Pane e fichi secchi”, racconto autobiogra-fico degli anni che la videro, in Calabria, in quei d’Isola Capo Rizzuto,Scandale e Crotone.Di questo nuovo lavoro si legge nella quarta di copertina: «Scriverequesto libro ha avuto per me un significato importante, mi ha aiu-tata a dimenticare, e come un atto liberatorio, mi è servito a guar-darmi dentro per capire se ho veramente accettato quanto mi è suc-cesso. La fede e i miei figli (cui è dedicato il testo) hanno dato unaiuto prezioso e posso dire che ho superato la prova perché sentodentro di me la voglia di essere d’aiuto a quanti si sono trovati o sitrovano, come me, ad affrontare momenti difficili, senza però cre-dere mai nella disperazione».

La disperazione, che invece è sopraggiunta nell’immediato momen-to della sua paresi, in seguito all’iniezione tramite flebo di un me-dicinale cui nessuno sapeva fosse allergica, perché ricoverata d’ur-genza per una sensazione di soffocamento, che le stringeva il petto,dovuta forse allo stress di avere accettato un nuovo incarico da par-te di un suo amico come direttrice di una scuola privata, che la stes-sa autrice dice, in sede di presentazione, sarebbe stato meglio nonaccettare come responsabilità. Una disperazione che le ha fatto de-siderare di lasciare la vita terrena e di chiedere un medicinale, chele offrisse quella pace dell’aldilà che quella terribile condizione nonle dava. Per fare comprendere il perché di tale richiesta, l’autrice tra-sferisce su noi presenti quella sensazione terribile provata: il pen-siero di come ci si deve sentire di pensare di muovere gli arti, sen-tirne la loro presenza e vedere che rimangono immobili, è come sta-re imprigionati in un muro.Il testo è intervallato dai pensieri di Papa Francesco e madre Teresadi Calcutta, ma anche da Victor Hugo, Romano Battaglia e dai prin-cipali elementi che caratterizzano la storia: una sedia a rotelle eClaude il fisioterapista, che detestava le dirigenti scolastiche. Claudio,questo il vero nome del giovane fisioterapista non si arrende davantia quella prima, stanca, volontà di Rosa, la imbraca e la tira versol’alto in una posizione eretta come ha affermato Oliviero «in quel-la posizione (anche se non naturale) mi piaceva comunque rimane-re».

Uno dei dirigenti dell’ospedale di riabilitazione, dove si trovava nonle aveva dato alternative che la sedia a rotelle. «Io volevo alzarmi eil fisioterapista è stato bravo a penetrare in questo mio stato d’ani-mo, credo lo abbia fatto di proposito, per farmi capire che era ne-cessaria la buona volontà e fare uno sforzo».Quanto la fede ha pesato nella sua situazione? «Tanto. Passato quelprimo momento di sconforto, la fede è stata la mia arma principa-le».

In un passaggio del libro è descritto un episodio particolare. A Rosaè regalata l’immaginetta di San Pio da Pietralcina, che con il cam-bio del personale e della stanza sparisce. Cosa che per Rosa era di-ventata, anche una semplice immagine, importante, perché in quel-le condizioni tutto lo era e tutto era momento di speranza. Duranteuna broncopolmonite virale, che contrasse nella struttura e attacca-ta alle macchine, che pompavano antibiotici nel corpo, presa dallosconforto una sera, si lasciò andare al pianto e una stagista senten-do il lamento esclamò passando di lì: «Ma come? Mi avevano av-visata tu fossi una dura e adesso piangi?» Era la disperazione di nonpotere chiamare aiuto attraverso il campanello, era troppo dolorosociò che seguì. La stagista lo avvolse in una garza e glielo avvicinòalla bocca. Fu tanto il senso d’impotenza che avvertì Rosa.All’indomani il cappellano dell’ospedale le consegnò una immagi-netta, la infilò tra le mani. Persa l’immaginetta, lo sconforto presedi nuovo il sopravvento; in quel momento la suora del reparto laconsolò dicendo che quella era la caratteristica propria delle mani-festazioni di San Pio, oltre al profumo di rose, che lei aveva avver-tito nella consegna di quella mattina al passaggio del caporeparto;vista la sua disperazione, le portò all’indomani la stessa identica im-magine del Santo e senza che lei gliel’avesse descritta. Per l’autri-ce tutto ciò ha assunto una valenza d’incoraggiamento maggiore aresistere.Perché, se potesse tornare indietro non accetterebbe altro incaricodopo il pensionamento? «Mi disturbava un poco il fatto che ci po-tesse essere chi pagava per andare a scuola, provenendo dalla scuo-la pubblica, capisce non era facile, ma non volevo deludere questoamico, che richiedeva la mia professionalità. Tuttavia, misi in chia-ro che avrei creato un nuovo ambiente e stavo lì da mattina a sera.Avevo altre attività sociali ed ero consigliere comunale, poi era ap-pena trapassata mia sorella. Si vede che erano troppe le cose e il miofisico ha ceduto».

Rosa Oliverio è una donna forte, tiene la scena della presentazionecon quella voglia di fare capire a tutti che anche da un baratro conla forza della volontà, l’affidamento a chi può aiutare e la Fede sipuò uscire da situazioni difficili. Dedica il libro oltre che ai figli al-la sorella Rita e al marito Lino. Alla cognata, ai nipoti e a tutti co-loro che si trovano a vivere situazioni simili. Un aneddoto diver-tente: tutto il Sud e il Varesino si mobilitò per lei, non lasciandolamai da sola, meraviglia degli stessi medici, ma l’Amore è più cheevidente sposta le montagne, però, per dirla alla Victor Hugo: «Essenon sono niente in confronto a ciò che fa la volontà».

sabato12 luglio 2014

III

Io ce l’ho fatta... e te lo racconto

Una battaglia vinta su un errore di malasanità

La volontàche sposta le montagneLa volontàche sposta le montagne

di Lucia De Cicco“La mia

vogliadi vivereha vinto

anche sullamalattiaӏ il nuovolibro dellascrittrice

Rosa Oliverio

Rosa Oliverioè seduta al centro,la terza da sinistra

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Si terrà dal 17 al 19 luglio a Cirella di Diamante (Cs) la prima par-te dell’edizione 2014 di Calici sotto le Stelle. Com’è consuetudinela manifestazione si ripeterà nel mese di agosto, quest’anno nei gior-ni del 21/22/23 agosto. È la quinta edizione per Calici Sotto le Stelle,la manifestazione dedicata alla promozione e valorizzazione dellespecificità enologiche calabresi, organizzata dall’associazione cul-turale Cerillae e che si è affermata come una delle più importantirassegne del settore in ambito territoriale. E in effetti i risultati con-seguiti nel 2013 lasciano ben sperare anche per l’edizione di que-st’anno: numerose le cantine calabresi presenti, per lo più della pro-vincia di Cosenza, e circa 30.000 presenze testimoniano l’impor-tanza dell’evento.

Le iniziative della quinta edizione saranno molteplici e tutte di si-curo successo. Anche quest’anno, oltre all’ormai consolidato per-corso del vino, che vedrà schierate eccellenti cantine calabresi, è sta-to predisposto un percorso tematico alternativo dedicato all’artigia-nato locale e ai prodotti tipici,curato dall’Accademia italianadel peperoncino che, come al so-lito, impreziosirà l’evento graziealla sua consolidata esperienza;il tutto arricchito dai consuetispettacoli di strada, che nel com-plesso risultano cresciuti in qua-lità e quantità rispetto all’annoprecedente. Poi vi sarà uno standinteramente dedicato al Chiarellodi Cirella, antico e nobile vinodel nostro paese, che nel perio-do tardo-medievale, e soprattut-to in epoca rinascimentale, eramolto conosciuto ed apprezzatonelle corti italiane, soprattuttopresso la corte pontificia di PapaPaolo III (1534-1549) dove ilChiarello era annoverato tra i 53vini più buoni d’Italia, secondoquanto raccontato da SanteLancerio, storico “bottigliere”del papa.

Un’altra importante iniziativa legata alla manifestazione sarà la pro-mozione di una serie di dibattiti, organizzati sempre lungo il per-corso della manifestazione, su argomenti correlati al vino, nell’am-

bito dei quali si discuterà delle sue caratteristiche organolettiche,delle conoscenze scientifiche legate alle sue proprietà benefiche eai danni che lo stesso può arrecare se utilizzato male, di educazio-ne al bere sano e responsabile.

A testimonianza del legame tra vino e cultura - che Calici Sotto leStelle vuole mantenere vivo e promuovere in tutte le sue forme- al-meno altri tre interessantissimi eventi culturali: l’esposizione di pre-sepi artistici del Maestro Luigi Marrello, la mostra di pittura, scul-tura e maioliche decorate dei maestri Costantino Comella (Kostas),Franco Salemme, Simonetta Volpe e, dulcis in fundo, l’apertura del-la cellula museale di Cirella in tutte e sei le serate della manifesta-zione, che sarà così visitabile, gratuitamente, da tutti gli ospiti diCalici 2014. Inoltre, nel corso della manifestazione lo chef GiuseppeTosto, dell’Hotel Imperiale di Roma, guiderà i visitatori, in orari pre-stabiliti, nella realizzazione di un dolce tipico a base di peperonci-no di Calabria, che sarà preparato e commentato in diretta e che po-

trà poi essere degustato abbi-nandolo a degli assaggi del mi-tico Chiarello di Cirella.Importantissima anche l’inizia-tiva verso cui saranno finalizza-ti eventuali utili di gestione diCalici Sotto le Stelle: un labora-torio di restauro archeologico cheverrà realizzato in piena sinergiacon la Soprintendenza per i Beniarcheologici della Calabria el’amministrazione comunale diDiamante e che sarà allestitopresso la delegazione municipa-le di Cirella, dove è già attiva unacellula museale realizzata anchegrazie all’interessamento del-l’associazione culturale Cerillae.Altissima resta, quindi, la valen-za culturale di Calici Sotto leStelle, capace di associare allapromozione delle specificità eno-gastronomiche del nostro terri-torio anche iniziative di alto spes-sore, come i concerti e gli even-

ti culturali legati ai sapori, alla tradizione e alla salute che, come nel-l’edizione precedente, accompagneranno i visitatori nell’articolatopercorso della manifestazione.

sabato12 luglio 2014

IV

Dal 17 al 19 luglio a Cirella di Diamante (Cs) la prima parte dell'edizione 2014

Estate da vivere

Calici sotto le stelleCalici sotto le stellePromuoveree valorizzarele specificitàenologichecalabresiper manodellaassociazioneculturaleCerillae

Una delle piùimportantirassegnedel settorein ambitoterritoriale

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Come è noto, sapere e sapore hanno la medesima radice, sap, atte-stata in età antica nelle aree osco-umbra e germanica, da cui derivaanche sapa “vino cotto” e saft “succo”.Sapere o meglio sàpere significa avere conoscenza di una cosa perattestazione autorevole o per propria testimonianza.Sapore da sàpor è la proprietà di alcuni corpi che ci viene rivelataattraverso le papille gustative.Saperi e sapori si connotano come genuini o mistificanti con unagamma di varietà che vanno dal gradevole all’acido, dal dolce al-l’amaro, dal piacevole all’ostico, dal frizzante all’insipido, dal soa-ve al rancido, dall’amabile al nauseante, dal forte all’insulso, dallosquisito allo scipito, dall’autentico al contraffatto e via dicendo.Partendo proprio da tali elementari, ma allo stesso tempo essenzia-li osservazioni, da alcuni anni in molte regioni d’Italia si svolge laFiera dei “Saperi e sapori”, che dovrebbe radicarsi anche in Calabriacon significative iniziative.

Obiettivo principale di tale piano è quello di ricongiungere la cultu-ra “materiale” del cibo alle radici storiche, sociali ed economicheche l’hanno generata.La tradizione gastronomica di un paese, di una regione, di una cittànon può essere né compresa, né apprezzata, infatti, se non si rin-tracciano le matrici culturali e i motivi concreti e che l’hanno de-terminata.

E per la Calabria - anzi per le Calabrie - una regione che in passatosi declinava al plurale -, tante sono le varietà di caratteri culturali,

luoghi ed umori racchiusi in uno spazio tutto sommato ridotto dalPollino all’Aspromonte, dalla Sila all’Appennino paolano, dalMarchesato alla Piana, dallo Jonio al Tirreno e via dicendo: un ve-ro scrigno di saperi e sapori, che fanno capo alle variegate genti diCalabria, colorate di storiche etnie come la grecanica, la valdese ela diffusa arbresh, portatrici di ataviche culture, ma anche di saporidiversi, mescolati con quelle dei popoli del Mediterraneo, come ara-bi ed ebrei.

Ha ancora senso occuparsi oggi di tradizioni popolari? La domandaè antica e la risposta valida resta quella data nel lontano 1971 daAlberto Mario Cirese, un maestro degli studi antropologici nel no-stro paese. «Nessuno o quasi, almeno a mio parere, - rispondevaCirese - se gli oggetti e i modi dello studio non vengono risoluta-mente collocati, e intesi, nel quadro reale dei problemi del nostrotempo e delle tensioni che lo attraversano a tutti i livelli».

I “sapori”, e dunque le complesse tecniche di trasformazione del ci-bo, non sono elementi astratti e legati soltanto alla dimensione in-dividuale o collettiva del gusto, ma possiedono al contrario unaprofonda memoria storica: sono cioè inestricabilmente intrecciati,come molti altri elementi della cultura materiale, ad una serie infi-nita di “saperi”: dalle conoscenze nutrizionali alle credenze tera-peutiche, dalle convenzioni cerimoniali alle convinzioni religiose,dalle testimonianze letterarie, pittoriche e musicali fino alla crea-zione di un vera propria cultura “specialistica” del cibo.E come non ricordare che proprio nelle Serre calabresi le tradizio-ni anche culinarie oltre che erboristiche e fitonomiche, che alcunieremiti che nel secolo XII vivevano su queste montagne, portaronoad Erveux in Francia e poi in Germania, dopo che le avevano amal-gamate con quelle provenienti da Bisanzio e dal mondo greco?Tradizioni che in parte ancora resistono nella Certosa di Serra SanBruno e in parte anche tra i frati minimi, con il loro voto di astinenzaperpetua dalle carni.

È questa l’altra Italia, l’altra Calabria che dobbiamo scoprire: quelladei centri minori, custode di un inestimabile patrimonio artistico,naturale e culturale. È in queste zone infatti che si trova vasta partedei beni culturali dell’intero Paese: chiese e conventi, dimore stori-che e giardini, archivi e biblioteche, che dobbiamo far scoprire e va-lorizzare ai nostri giovani, in particolare ai nostri bravi laureati, chesono tanti e sono anche bravi.Sarebbe interessante stabilire periodici incontri sul valore storico eculturale del cibo, che si estendano anche alla farmacopea e alla me-dicina sia attuando specifici eventi in cui i valori e le caratteristichedell’eno-gastronomia calabrese vengano inserite nelle cornici cul-turali di appartenenza, il recupero e la conservazione della “tradi-zione gastronomica familiare”, ma anche organizzare corsi di edu-cazione al cibo rivolti ai bambini e alle giovani generazioni e infi-ne la promozione e la valorizzazione della tradizione culinaria, coin-volgendo in primo luogo gli Istituti Alberghieri, ma anche tanti ot-timi ristoranti nel recupero e la conservazione della tradizione fa-miliare della cucina, attraverso la raccolta e la divulgazione di quelsapere gastronomico “a rischio di estinzione”.

Un solido e pregevole contributo a tale riguardo lo ha fornito di re-cente Pina Oliveti, scrittrice/artigiana nel bellissimo edito daPellegrini: Le donne del pane: Cuti: storie di rughe, profumi e me-morie Cosenza, 2014.La valorizzazione dell’intreccio tra uomo, cultura e natura vuol di-re scommettere sui vantaggi economici, culturali, ambientali e so-ciali di quest’Italia minore. Salvaguardare la biodiversità e valoriz-zare la realtà sociale, culturale, economica dei piccoli comuni, è an-che il modo per rafforzare il senso identitario di quelle comunità,depositarie di norme, servizi, saperi e valori condivisi, legami, chesono i veri baluardi contro un’idea della globalizzazione come pro-cesso “omologante”, e costituiscono i migliori terreni d’incontro trabisogni ambientali e interessi sociali.

sabato12 luglio 2014

V

La Calabria da scoprire

Hanno la medesima radice “sap” attestata in età antica nelle aree osco-umbra e germanica

da cui deriva anche “sapa”, "vino cotto" e “saft”, "succo"

Saperi e saporinella terra del ParadisoSaperi e saporinella terra del Paradiso

di Pietro De Leo Da alcunianni in molteregionid’Italiasi svolgela Fiera dei“Saperie sapori”che dovrebberadicarsianche inCalabria consignificativeiniziative

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Un’operazione artistica, tra storia, archeologia e arte contempora-nea, il progetto Tèmenos all’interno della I edizione del Festival del-la Sibaritide (Francavilla Marittima 22- 24 agosto). A presentarel’evento, negli spazi del Caffè Telesio a Cosenza: il curatore GiovanniViceconte; gli organizzatori del Festival internazionale della Sibaritide,Claudia Oriolo e Leonardo Filardi; i videoartisti, Fonte&Poe(Alessandro Fonte e Shawnette Poe) e Michela Pozzi. “Tèmenos- arte contemporanea tra archeologia e territorio”, ante-prima del Festival internazionale della Sibaritide, è una sorta diviaggio tra passato e presente alla scoperta dei luoghi sacri, dei mi-ti e delle tappe più significative dell’incontro tra la popolazione de-gli Enotri e i Greci. I videoartisti, Pozzi e Fonte &Poe, in una resi-denza artistica che si è concluso il 6 luglio, hanno raccolto sul luo-go, la Piana di Sibari, gli imput e l’ispirazione per poter poi realiz-zare un’opera di videoarte per la rassegna 2video. Ospiti nel sug-gestivo borgo di Francavilla Marittima (Cs) sulla sponda setten-trionale del torrente Raganello. Accompagnati da studiosi e guidedel luogo hanno potuto visitare e prendere contezza delle peculia-rità del luogo e dell’immenso patrimonio storico e artistico.

«L’obiettivo del progetto che ho curato - spiega Giovanni Viceconte- è quello di trasformare l’esigenza creativa in un confronto pro-duttivo tra l’arte del passato e i nuovi linguaggi dell’arte artistici del-la contemporaneità: codici di continuità e di unione-relazione tratempi-spazi e storie diverse presentato».«Gli artisti Michela Pozzi e il duo Fonte & Poe, nella prima gior-nata di residenza - continua Viceconte - sono stati accompagnatida Rossana Lucente a scoprire la cittadina di Francavilla Marittima(Cs) e il Parco archeologico Timpone della Motta di Macchiabate,dove sono stati recuperati numerosi e importanti reperti archeolo-gici, oggi conservati all’interno del Museo nazionale della Sibaritide.Reperti che attestano che le prime tracce d’abitato nel territorio diFrancavilla Marittima sono collocabili tra il IX-VIII sec. a. C.».

La I edizione del Festival internazionale della Sibaritide - Città diLagaria, si svolgerà, dunque, dal 22 al 24 agosto, presso il Parco ar-cheologico Timpone della Motta - Macchiabate di FrancavillaMarittima. A promuovere l’evento l’associazione Smile, ente socioculturale no-profit attivo da alcuni anni sul territorio. In collabora-zione con l’amministrazione comunale di Francavilla Marittima (Cs)e il Museo archeologico nazionale della Sibaritide. Il Festival godedi importanti patrocini: l’ambasciata di Grecia in Italia, il ministerodei Beni e delle Attività culturali e del Turismo - Soprintendenza deiBeni archeologici della Calabria, il Parco nazionale del Pollino edil Consorzio di bonifica dei bacini dell’Alto Jonio cosentino.

«Il Festival nasce dall’idea di rievocare l’antico splendore dei terri-tori di Sybaris, importante polis (città-stato) della Magna Grecia,decantata dagli storici per la sua potenza e la sua ricchezza - spiegail direttore artistico Leonardo Filardi - Attraverso un affascinante“viaggio nella storia”, si ripercorreranno le tappe più significativedell’incontro tra la popolazione indigena, gli Enotri, già presenti neiterritori dell’Alto Ionio a partire dal IX-VIII sec. a.C., e gli AntichiGreci».

«Nel corso dei tre giorni - racconta l’organizzatrice Claudia Oriolo- verranno proposte manifestazioni in costume, visite guidate, di-battiti, laboratori, cene a tema ed numerose altre attività, per risco-prire rituali e tradizioni della civiltà antica, nonchè bellezze natura-li, cultura, arte e storia del fertile e ricco territorio della Sibaritide».

Fonte&PoeAlessandro Fonte e Shawnette Poe iniziano la loro collaborazio-ne nel 2008, in parallelo alle ricerche artistiche individuali. Fonteha studiato alla Unical di Arcavacata e alla Estav di Barcellona, Poesi è formata alla University of Arts di Brema. Vivono e lavorano aLjubljana. Utilizzano diversi linguaggi espressivi: installazione, per-

formance, video. Attraverso la loro ricerca artistica si interroganosulla posizione e significato dell’identità contemporanea in una realtàinstabile e ridefinita dal crollo continuo dei punti di riferimento, sul-la trasformazione del concetto di appartenenza e sulla mutevolezzadella memoria.Oscillando tra dimensione intima e collettiva, i loro lavori prendo-no forma attraverso un processo di sintesi degli elementi materialie corporali, interrogando la stabilità univoca della loro usuale rap-

sabato12 luglio 2014

VI

Rievocare l’antico splendore

Presentato a Cosenza il progetto “Tèmenos” all'interno della I edizione

del Festival della Sibaritide (Francavilla Marittima 22-24 agosto)

Anteprimadel festival,

una sortadi viaggio

tra passatoe presente

alla scopertadei luoghi

sacri,dei miti

e delle tappepiù

significativedell’incontro

tra lapopolazionedegli Enotri

e i Greci

Viaggio tra i mitiViaggio tra i miti

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presentazione, verso un’immagine che, portata alla sua essenza, siacapace di ramificarsi con autonomia, svincolarsi dalla sua origine einnescare un dialogo diretto ed emozionale con l’osservatore e conil suo apparato iconografico e culturale di riferimento.

Mostre personali e collettive - selezione.SPLIT/ME/RESONANCE, a cura di Ada Biafore (in collaborazio-ne con Fabio Rao e la performer Elisabeth Kaiser), Chiostro del

Bramante, Roma, 2012. Pane Quotidiano (DAILY BREAD), Variouslocations, Cosenza, 2011. I Won’t chase Gallerists like You Do (NR.1BERLIN), Temporares Mandelstudio, Berlin, 2009.Incen•Diario, Panoply Performance Laboratory, New York, 2014.VIDEONOMAD / Dak’art Off, 11ème Biennale de l’Art AfricainContemporain, a cura di Alina d’Alva e Christine Bruckbauer, RawMaterial Company, Dakar, Senegal, 2014. VIDEONOMAD, a cu-ra di Alina d’Alva, Tobi Ayedadjou, Christine Bruckbauer, Souterrain,La Marsa - Tunisia, 2013. VIVA | Performance Lab - InternationalFestival of Performance Art, a cura di Tania Bruguera e CristianaPerrella, prodotto da Fondazione MAXXI - Museo nazionale dellearti del XXI secolo – Roma - Cosenza, 2012. Lo Stato Dell’arte /Calabria, Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d’Artedella Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, Villa Zerbi,Reggio Calabria, 2011. La Formazione Dell’uno, a cura di FabioDe Chirico, Franco Gordano, Mimma Pasqua, Galleria Nazionale,Cosenza, 2011. Punto Critico , a cura di Tonino Sicoli e RobertoSottile, Museo del Presente, Rende, 2011. Siamo Altrove, a cura dichroma arte contemporanea, Complesso Monumentale di SanDomenico, Cosenza, 2010. Residui, a cura di Stefania Bosco, ParcoStorico del Ninfeo, Vadue di Carolei, 2009. CLOSED, Villa Mokotuv,Warsaw, 2008.

Michela PozziLa poetica di Michela Pozzi è in gran parte incentrata sulla con-nessione, sentimentale e insieme esistenziale con lo spazio. Infatti,attraverso l’installazione, il video e la fotografia, concentra la suaattenzione sulle emozioni comunicatele dal luogo scelto, che divie-ne il punto di partenza per una riflessione profonda sulla possibilitàche l’uomo ha di personalizzare lo spazio nel quale vive.Sono, infatti, veri e propri habitat sentimentali quelli che l’artista al-lestisce con cura scenografica in luoghi certo significativi ma spes-so poco frequentati dalla società contemporanea. Tutti questi spazisono egualmente ricreati come dei piccoli microcosmi del senti-mento, “aree temporanee” che estendono poeticamente le possibi-lità umane dell’abitare.L’operazione artistica di Michela Pozzi su questi spazi ribadisce co-me l’esperienza ripetuta con un luogo stabilisca con esso un ine-quivocabile legame affettivo.Negli ultimi anni la ricerca dell’artista è incentrata sul confine co-me luogo della biodiversità, come spazio antropologico dove le iden-tità si incontrano.

Principali mostre personali e collettive.Aree e confini, Galleria Garage Contemporary, Gabicce Monte (Pu),a cura di Marianna Perazzini; Ad-dress, Songe Living Space, Pergola(Pu), a cura di Stefano Verri.Ti’tano/ - Little Constellation al Teatro Titano, a cura di AlessandroCastiglioni, Rep. San Marino; Errors Allowed, Mediterranea16,Biennale dei Giovani Artisti, a cura di Alessandro Castiglioni,Ancona; FaberArtista #0, Teatro La Fenice, Senigallia (An), a curadi Federica Mariani; Sarajevo Winter Festival, Collegium Artisticum,Sarajevo (BiH); Dream and Migrations, finalista al Premio Metrocubo2011, Quattrocento metriquadri Gallery, Ancona, a cura di RiccardoLisi; Invasion one, video e videoinstallazioni tra territorio fisico eterritorio virtuale, Convento dei Domenicani, Altomonte (Cs), a cu-ra di Giovanni Viceconte; Strategie di sopravvivenza, Valsassina(Lc), a cura di Nila Shabnam Bonetti; Nemeton, perdersi nel boscoiniziatico, Riserva Naturale La Fagiana, Magenta (Mi), a cura diNila Shabnam Bonetti e Marco Garegnani; Premiata Officina Trevana2011, Palazzo Lucarini Contemporary, Centro per l’ArteContemporanea, Trevi (Pg), a cura di Maurizio Coccia e MatildeMartinetti; Border Transit, Paratissima,Torino, galleria 91 mQ,Berlino, a cura di Valeria De Simoni e Massimiliano Messieri;Videoart Yearbook, Chiostro di Santa Cristina, Bologna, a cura diRenato Barilli, Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi,Fabiola Naldi e Paola Sega; Videozoom BizArt Center, Shanghai(China; Accademie allo scoperto, Trevi Flash Art Museum, Trevi(PG), a cura di / curated by Maurizio Coccia, Mara Predicatori; Fuoritema, Palazzo Ducale, Sala del Maniscalco, Urbino; Play ‘04, GalleriaValentina Moncada, Roma, Galleria Neon>Campobase, Bologna,CareOf Milano, a cura di / curated by Leilo Aiello, Cecilia Casorati,Daniela Landi, Luca Valerio. Videominuto Pop Tv, Centro per l’ArteContemporanea Luigi Pecci, Prato 2003; Cosmos, Biennial of YoungArtists from Europe and the Mediterranean (BJCEM), Athens, Ilios’Tower Park.

sabato12 luglio 2014

VII

Rievocare l’antico splendore

Page 8: Voce  ai giovani

Sono stati consegnati a Roma nel salone dell’hotel Quirinale i pre-mi della XXI edizione di “Comuni ricicloni” organizzata daLegambiente nazionale.La città di Cosenza, nell’ambito della partecipata iniziativa, ha ri-cevuto il riconoscimento “Start up” che è stato ritirato direttamen-te dal sindaco Mario Occhiuto, accompagnato nella capitale dal pre-sidente del soggetto gestore della raccolta rifiuti sul territorio bru-zio, Eugenio Guarascio, e dal presidente del Consorzio Valle CratiMaximiliano Granata.Si tratta di un’attestazione prestigiosa che rappresenta ulteriore mo-tivo di stimolo nel progetto rimodulato e avviato dall’esecutivoOcchiuto, che si sta gradualmente estendendo a tutti i quartieri del-la città. Dopo l’ondata dei piccoli Comuni italiani chiamati sul pal-co per la premiazione (Comuni dove, per grandezza e organizza-zione, è notoriamente più semplice ottenere risultati di rilievo nelladifferenziata), i riflettori sono meritoriamente toccati ai Comuni conmaggior numero di abitanti come Milano, quindi al Comune diCosenza, con la menzione speciale del premio Start up assegnatadal Conai nella persona del direttore generale Walter Facciotto. Lamotivazione del premio da’ soddisfazione all’impegno dell’ammi-nistrazione comunale: «“Il Comune di Cosenza - ha dichiaratoFacciotto - ha modificato con successo il sistema di gestione di ri-fiuti, passando in poco tempo da percentuali quasi nulle al ben il52% di raccolta differenziata».

Come si ricorderà, fra Conai e Comune nel 2013 è nata una collabo-razione siglata da un protocollo di intesa grazie al quale il Consorzioha sostenuto il Comune di Cosenza nella fase di start up del nuovo

sistema, nel co-finanziamento della campagna di comunicazionepropedeutica all’avvio di questi servizi e nella formazione degli ope-ratori addetti alla raccolta e alle consegne dei kit da distribuire allefamiglie, implementando al contempo un sistema di tracciabilita’dei rifiuti urbani prodotti.

Un’attività fruttuosa, su cui si è soffermato nel suo intervento il sin-daco Occhiuto, indicando quelli che saranno i futuri obiettivi: «Conil supporto di Conai - ha affermato davanti alla platea gremita - sia-mo arrivati a quasi il 55% di raccolta differenziata. Ciò significa cheuna sfida del genere si può vincere anche al Sud, riducendo l’in-quinamento nel sottosuolo e apportando benefici alla comunità. Èun risultato importante che ci inorgoglisce, soprattutto perché rag-giunto in condizioni, spesso, di non funzionalità del sistema, e dun-que nonostante i blocchi continui delle discariche in cui smaltire ilresiduo. Nei prossimi mesi - ha poi concluso Occhiuto - contiamodi sfiorare il 70% di raccolta differenziata. Sento di condividere que-sto premio con Conai, con il soggetto gestore del Comune e con inostri cittadini».Al sindaco sono state così consegnate una targa e una pergamena.La manifestazione si è tramutata in una sorta di festa nella quale tra-smettere il messaggio di come la raccolta differenziata si possa fa-re bene a tutti i livelli. Non sono mancate le riflessioni diFederAmbiente sugli impianti di smaltimento, i video ‘coloriti’ coivolti delle anziane meridionali orgogliose di dare una mano alla buo-na pratica urbana del riciclo e l’atmosfera di vanto generale dei‘Comuni ricicloni’ sulle rispettive ‘pesate’’ differenziate che oggivalgono premi e domani un futuro migliore.

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VIII

Soddisfazioni da non cestinare

Cosenza...fa ladifferenza

Cosenza...fa ladifferenza

La cittàdei Bruzinell’ambitodellainiziativaha ricevutoil riconosci-mento“Start up”che è statoritiratodirettamente dal sindacoMarioOcchiuto

Consegnati a Roma i premi della XXI edizione di "Comuni ricicloni" organizzata da Legambiente nazionale

Page 9: Voce  ai giovani

Le segreterie regionali della Calabria di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil E Ugl telecomunicazioni, esprimono forte preoccupazione e di-sappunto per l’attuale situazione di stallo relativamente alla verten-za Infocontact.

A pochi giorni dalla scadenza del primo termine (29.07.2014) datodal tribunale per la presentazione della proposta di concordato, l’a-zienda Infocontact continua in maniera inspiegabile a non fornireinformazioni ufficiali in sede sindacale, alimentando le tante vociincontrollate che giornalmente sono diffuse anche dagli stessi re-sponsabili.

Purtroppo dopo l’ultimo incontro avuto il 28 maggio, alla presenzadella società E-Care, la proprietà di Infocontact ha deciso di non ag-giornare più le parti sociali sugli avanzamenti delle trattative con leaziende che hanno presentato la manifestazione d’interesse, che,sappiamo per certo, non sono soltanto quelle comunicate al sinda-cato, mentre parrebbe che, ad altre aziende, non viene data la pos-sibilità di manifestarsi.

Temiamo che si stia giocando una partita occulta fra la proprietà, icompratori e i committenti, per lucrare sul dramma che vivono i la-voratori Infocontact e le loro famiglie, incuranti delle ricadute so-ciali che un eventuale fallimento dell’azienda comporterebbe. Comeorganizzazioni sindacali ed Rsu ci opporremo con ogni mezzo a so-luzioni di comodo che passino attraverso il licenziamento dei lavo-

ratori, come già avvenuto fra Vol 2 e Comdata. Pertanto chiediamoa tutte le società interessate ad acquisire Iinfocontact di uscire alloscoperto e dichiararsi ufficialmente, di convocare il sindacato e co-municare il loro progetto industriale finalizzato al mantenimentodelle attività e dei posti di lavoro.

Le organizzazioni sindacali Slc, Fistel, Uilcom e Ugl telecomuni-cazioni, ritengono che tale situazione non sia ulteriormente tollera-bile e quindi sia necessario attivare immediatamente dei tavoli a li-vello istituzionale (Prefettura, Regione, Comune, Tribunale) per co-stringere la proprietà e gli altri soggetti in campo a ricercare insie-me al sindacato, soluzioni utili che evitino un ulteriore dramma so-ciale alla Calabria.

Si dichiara pertanto a partire da subito lo stato di agitazione, prean-nunciando la realizzazione di manifestazioni di protesta presso lesedi istituzionali, al fine di riportare chiarezza su una vicenda che dichiaro ha sempre meno.Le organizzazioni sindacali diffidano inoltre l’azienda e i propri re-sponsabili, dal continuare nell’azione diffamatoria del sindacato al-l’interno di riunioni appositamente convocate con alcuni lavorato-ri, preannunciando che si è già dato mandato ai legali per verifica-re la presenza di condotte antisindacali ai sensi dell’art. 28 legge300/1970.

Segreterie regionali e Rsu InfocontactSlc Cgil - Fistel Cisl - Uilcom Uil - Ugl telecomunicazioni

L’aziendacontinuaa non fornireinformazioniufficialialimentandole tante vociincontrollateche sonodiffuse anchedagli stessiresponsabili

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IX

Ennesimo dramma per i lavoratori

Preoccupazione e disappunto per l’attuale situazione di stallo relativamente alla vertenza Infocontact

Cosa bolle in pentola?Cosa bolle in pentola?

Passaggio di consegne tra Silvio Gambino ed Guerino D’Ignazio alla gui-da della Scuola superiore di Scienze delle amministrazioni pubblichedell’Università della Calabria. Il cambio al vertice, che ha riguardato anchela carica di vice direttore con l’avvicendamento tra l’uscente Walter Nocitoe Francesco Raniolo, è stato formalizzato alla presenza del magnifico ret-tore, prof. Gino Mirocle Crisci e del direttore generale Fulvio Scarpelli. Allacerimonia hanno partecipato anche i professori Pietro Fantozzi, Enzo Bova,Antonella Salamoni, Francesco Manganaro dell’ Università Mediterraneadi Reggio Calabria, Umberto Gargiulo e Antonio Viscomi dell’UniversitàMagna Graecia di Catanzaro. «Il bilancio della scuola è certamente positivo - ha spiegato il direttore uscen-te, Silvio Gambino - . Siamo partiti nel 2006 concentrandoci prevalente-mente sui master rivolti alle amministrazioni pubbliche ma, nel corso deltempo, abbiamo affrontato, con successo, anche materie piuttosto delicatecome la digitalizzazione e la comunicazione. La scuola negli anni è cre-sciuta, erogando a centinaia di corsisti una formazione di alto livello. È, inaltre parole, una realtà in salute, capace di determinare effetti positivi sia perl’Università della Calabria che, più in generale, per il territorio regionale».La sfida di migliorare ulteriormente i già ottimi risultati raggiunti dalla scuo-la è stata prontamente raccolta dal neo direttore, prof. Guerino D’Ignazio,che nel suo intervento ha indicato le linee strategiche che orienteranno il suomandato.«Sarà necessario raggiungere un livello di interdisciplinarietà ancora più al-to - ha detto - , coinvolgendo tutti i dipartimenti dell’UniCal e continuandonella proficua collaborazione con gli altri Atenei calabresi».D’Ignazio ha poi aggiunto che l’attività della scuola potrà essere sviluppa-ta anche dalla Fondazione voluta dall’ex ministro Gelmini - di cui fa partel’Unical assieme ad altre Università del Sud - che presto comincerà a soste-nere l’attività formativa rivolta ai dirigenti della Pubblica amministrazione.L’incontro è stato concluso dal rettore Crisci, che dopo aver ringraziatoGambino per l’attività svolta e sottolineato l’importanza dell’alta formazio-ne rivolta ai dipendenti della pubblica ammnistrazione, s’è detto molto sod-disfatto della designazione di D’Ignazio che non mancherà - ha chiosato -«per le grandi capacità e per la straordinaria forza di volontà, di fare beneanche alla Scuola Superiore di Scienze delle amministrazioni pubblichedell’Università della Calabria».

Passaggio di consegneGuerino D’Ignazio alla guida della Scuola superiore di Scienze delle amministrazioni pubbliche Unical

Page 10: Voce  ai giovani

Il grande evento è promosso, organizzato e sostenuto dalConservatorio di Musica Tchaikovsky di Nocera Terinese con lacollaborazione del Comune di Lamezia Terme e del Festival inter-nazionale Lamezia Jazz.L’evento organizzato e sostenuto dal Conservatorio di musicaTchaikovsky di Nocera Terinese con la collaborazione del Comunedi Lamezia Terme e del Festival internazionale Lamezia jazz si rea-lizzerà presso il Teatro Grandinetti di Lamezia Terme alle ore 21,30.

Per la prima volta un Conservatorio di musica calabrese dopo i nu-merosi musicisti di fama mondiale di grande livello artistico, che haprogrammato negli anni, alza il tiro, organizzando un concerto conuno dei più Grandi pianisti al mondo: Michel Camilo, eccezionalecompositore e pianista, un band leader ed un professore di musica,straordinario musicista dominicano è anche produttore, vincitore diGrammy ed Emmy Award ed ha ricevuto in patria le onorificenzecivili più alte. Ma Michel Camilo è questo e molto di più: un vorti-ce di entusiasmo, passione per la musica ed amore per la vita. Lasua maestria attraversa i generi, dal jazz alla classica, al pop allaworld. Un pianista dalla tecnica brillante e che compone i suoi bra-ni attingendo alle diverse spezie di cui dispone: ritmi caraibici edarmonie jazz.

Michel Camilo nasce in una famiglia di musicisti, dimostrando fin dapiccolo una particolare attitudine per la fisarmonica e, in seguito,per il pianoforte, frequentando la Scuola Elementare di musica ElilaMena presso il conservatorio di Santo Domingo (dove poi studieràper 13 anni).Formatosi come pianista classico, a soli 16 anni fa parte della or-chestra sinfonica nazionale della Repubblica Dominicana.Durante il periodo di formazione classica, Camilo ascolta e subiscel’influenza di jazzisti tradizionali come Horace Silver, Erroll Garnere Scott Joplin e di jazzisti contemporanei come Herbie Hancock,Keith Jarrett, Chick Corea e Amilton Godoy (quest’ultimo pianistadi Zimbo Trio, formazione “brazilian-jazz” famosa negli anni ses-santa).Nel 1979 si trasferisce a New York, dove studia al Mannes Collegee alla Juilliard School, debuttando sulla scena internazionale nel1983, quando Tito Puente lo sceglie per sostituire il pianista dellasua formazione al Montreal Jazz Festival. Questa esperienza lo fa

conoscere a Paquito D’Rivera, che gli offre un posto nella sua bande con la quale registra due album.La svolta della carriera di Camilo avviene nel 1985, quando debut-ta col suo trio alla Carnegie Hall. Nello stesso anno registra il suoprimo album da leader, Why not?Nel 1988 registra l’album Michel Camilo, che lo lancia ai verticidelle classifiche dei migliori album jazz per 10 settimane consecu-tive.Vincitore di un Grammy e di un Emmy, la sua collaborazione conil chitarrista flamenco Tomatito lo porta nel 2000 a vincere il Grammynella sezione Best Latin Jazz Album.Ad oggi sono oltre 20 album che ha registrato per le più importan-ti etichette discografiche Blue Note, Telarc, Columbia Records, EpicRecords, Decca e tante altre.

Il pianista Camilo si esibirà insieme all’Orchestra Filarmonica dellaCalabria diretta straordinaria dal maestro Filippo Arlia musicista digrande spessore con una carriera faraonica che ha già oltrepassatoi confini dell’Italia con risultati eccellenti. Insieme eseguiranno LaRapsodia in blu, una delle più famose composizioni musicali dellostatunitense George Gershwin.

In un’intervista, il maestro Pierfrancesco Pullia, direttore del con-servatorio di musica “Tchaikovsky”, ci ha dichiarato «...lavorare perun grande evento è una esperienza affascinante. Partire da zero, qual-che dato e una data. A volte occorre inventarsi un progetto intero. Epoi si parte. Cercare location, fornitori, servizi. Piano piano l’even-to prende forma, montagne di carta e innumerevoli telefonate, l’a-drenalina cresce di pari passo con la forma e la dimensione dell’e-vento. Incastri magici avvengono tramite computer e scrivanie perpoi andare sul campo, installare, seguire, costruire, controllare e in-fine aprire le porte al pubblico. Che meraviglia: una creazione. Civuole molta determinazione, precisione e tempo. L’adrenalina è tan-ta, lo stress può arrivare ad alti livelli, le soddisfazioni anche».Un appuntamento per gli amanti della buona musica, un grande re-galo a tutti i Calabresi firmato dal Conservatorio di musicaTchaikovsky di Nocera Terinese (Cz).Per ascoltare Michel Camilo e l’Orchestra filarmonica della Calabriail costo del biglietto intero è di 20 euro, il ridotto è di 15 euro.

sabato12 luglio 2014

X

Il conservatorio di musica “Tchaikovsky” di Nocera Terinese promuove la musica

di Michel Camilo a Lamezia Terme il 15 luglio

Note mondiali

Un pianoforte d’eccezioneUn pianoforte d’eccezionePer la primavolta unConservatoriodi musicacalabresealza il tiroorganizzandoun concertocon uno deipiù grandipianistial mondo

Page 11: Voce  ai giovani

L’associazione culturale “Eventi d’arte”, nasce a Serra San Brunodiretta da Irene Pace. Ha come principale obiettivo quello di ritro-vare antichi mestieri artigianali, che ancora sopravvivono alla mo-dernità e alla globalizzazione delle merci, e scoprire nuovi artisti. A questo scopo nei giorni scorsi si è realizzata una mostra concor-so dal titolo “Bruno e Karol, due uomini uniti dalla fede”, pressopalazzo Chimirri nel centro di Serra San Bruno. Quest’anno ricor-re il giubileo per San Bruno, e nella città delle montagne boschivedel Vibonese, sono custodite le sacre reliquie del Santo. Cinquecentoanni dalla sua canonizzazione a Santo Patriarca e a cinque secoli delritorno dei Certosini nell’eremo dopo un’assenza di ben quasi quat-trocento anni. Poi la recente canonizzazione di Giovanni Paolo II.Due eventi di grande rilevanza per la Calabria e per il mondo cat-tolico e alla luce della valenza storico-spirituale, che essi assumonocome esempio di rettitudine, nascondimento a servizio della gentee soprattutto dei giovani.Nel mese di novembre 2013, papa Francesco ha benedetto una sa-cra icona di San Bruno, presentata dal priore della Certosa e procu-ratore generale dell’Ordine, padre Jacques Dupont, Icona che saràesposta, a breve, nella chiesetta adiacente all’entrata frontale del-l’entrata alla Certosa. L’icona è opera dell’iconografa ed eremita dirito greco ortodosso, madre Mirella Muià, che vive da qualche tem-po in una grotta a servizio della gioventù. Ricordiamo che i luoghiadiacenti alla Certosa, come il laghetto dove soleva fare meditazio-ne in ginocchio San Bruno, la sua tomba e la chiesa e la Certosa stes-sa nel 1984, sono state tappe della visita di due papi, Giovanni PaoloII e Benedetto XVI: a ricordarlo ci sono tante lastre marmoree.

Tornando alla mostra concorso: i premi sono stati degli originali piat-ti in ceramica, che ricordano l’evento religioso della canonizzazio-ne dei due Santi. A vincere il primo premio assoluto, un’artista delCosentino, Grazia Calabrò con la sua opera di Giovanni Paolo II inatteggiamento meditativo.Un’opera quella della Calabròche anche dal web buca l’o-biettivo: sembra parlare edesprimere ciò che questo papaha rappresentato per le genera-zioni, che hanno avuto la fortu-na di poterlo ascoltare, cono-scere e anche incontrare.

Vediamo che cosa diconodi Grazia alcuni critici.Ciro Maglio (artista): «Si vedeche l’artista ama molto laNatura che la circonda. Ancheun piccolo particolare, lo esal-ta, realizzando un vero capola-voro».Francesca Paola Alparone (gior-nalista, critico d’arte): «Le sueopere sono una raffinata fattu-ra che, unita alla ricerca dellaluce, conferisce loro quell’ariaromantica e poetica che le ca-ratterizza, rendendole originalie identificative».Giuliana Carluccio (giornalista,critico d’arte): «L’artista ha unapredisposizione al colore e al di-segno fin dall’infanzia, come silegge nella sua biografia.L’esercizio e la qualità pittoricasono ben evidenti nella sua pro-duzione artistica e nel suo mo-do di rappresentare realistica-mente la natura nella forma enei colori. Pur con una particolare attenzione ai dettagli, coglie nelsuo fare la lezione impressionista del dipingere. La scelta dei temi,

prevalentemente naturalistici-paesaggistici, non esclude la presen-za di figure umane o animali».Il critico d’arte Daniele Marino commenta alcune sue opere evi-denziandone i vividi colori usati e la luminosità dei toni caldi. C.Mulè, U. Falvo e L. Costa (critici d’arte) hanno affermato che l’ar-tista riesce a esaltare il mondo dell’arte, dei fiori e dei colori, conispirazione ed espressività.

Nell’opera si scorge la meditazione di Karol nel cui sguardo tra-spaiono quella fiducia e quell’allegrezza che l’hanno sempre ac-compagnato in ogni incontro con le Nazioni e soprattutto con i gio-vani. La somiglianza è perfetta e gli occhi riflettono quel carisma,che era proprio di questo grande papa.Vito Carchidi e Rocco Giancotti ottengono rispettivamente III e IIposto, con attestazione di vittoria assoluta, preziosi perché scritti edecorati da I.P. Pace, con su riportati loghi ufficiali (imprimitur) del-la Certosa di Serra e stemma pontificale di Papa Wojtyla. Durantela manifestazione sono stati consegnati anche attestati di “ricono-scimento professionale” ad Assunta Zaffino, Concetta Nardi,Valentina Tassone, per aver esercitato attività di estetica durante lemanifestazioni indette da “Eventi d’arte”. Si registrano anche le pre-senze di Mauro Bittoni, presidente “Teatro temponuovo”, C.le; NicolaDe Luca, architetto artista giunto alla biennale di Venezia; MarcoPrimerano, incaricato del sindaco per la Cultura a Serra San Bruno;Giuseppe De Raffele, presidente del Consiglio comunale, che ha ri-tirato una lirica scritta dalla poetessa e pittrice Maria EleonoraZangara. Poi Franco Cuturello; Vincenzo Certo, Amalia Alia, ItaloCosenza, Francesco Giardina, Fiorentino Raffaele Pace, Irene Fazzari,Carlo Di Bella ospiti della kermesse con loro opere; e poi, i con-correnti del premio: Maria Eleonora Zangara di Locri, Alba AbrittaCosenza, Silvana Dell’ordine Parghelia, Giuseppe Manno, LidiaPugliese Vibo Valentia, Tutti hanno ricevuto certificato di parteci-pazione scritto a mano e un oggetto in terracotta con il logo deiCertosini decorato a mano da Irene Pamela Pace, come ricordodell’Anno Bruniano.

Abbiamo parlato con GraziaCalabrò che ci ha ricordato an-che i suoi prossimi impegni omeglio i desideri che la ac-compagneranno per l’estate:«Mi sono ricordata di lei,Lucia, quando mi hai dettoche questa opera comunicadavvero, così è stato vincen-do il primo premio Adesso infotografia ad alta risoluzioneverrà pubblicato sulla rivista“Arte e fede” dell’Ucai na-zionale, quadrimestrale di ar-te e cultura, così dalle paroledella vicepresidente Ucai diCosenza, Giuliana Franco. Latecnica usata è olio su tela,che è la mia tecnica preferitatra le altre. Adesso sto pen-sando di portare quest’operain giro ma non solo nel terri-torio, anche fuori dallaCalabria, fare conoscere lamia arte fuori, da poco ho par-tecipato a una mostra aTorino, dopo una attenta se-lezione ho potuto fare questabella esperienza in un museodi arte internazionale, tra ar-tisti Italiani e Americani perconfrontarsi sulle tecniche (ri-cordiamo che Torino da cittàprettamente industriale negliultimi anni ha intrapreso una

politica di percorso turistico per rilanciare questa città anche da unpunto di vista storico culturale)».

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XI

Pillole di fede

Il primo premio a Serra San Bruno va a Grazia Calabrò

Bruno e Karol uniti nella fedeBruno e Karol uniti nella fedeConcorsoorganizzatodallaassociazione“Eventid’arte”per ricordarea 500 annidalla cano-nizzazionea Santopatriarca e acinque secolidel ritornodei certosininell’eremodopo unaassenzadi ben quasiquattrocentoanni

di Lucia De Cicco

L’artista insiemealla sua operaal momentodella premiazione

Page 12: Voce  ai giovani

Potrebbe apparire come un fatto eccezionale; poco corrente. Inveceè quello che faccio tante volte, in tanti mesi, ed è sempre come fos-se una prima volta; staccata dalle altre. Eppure faccio le stesse co-se per lo più, anche perché il paese presenta solamente cose di sem-pre, spopolamento, strade deserte, case vuote. Solo poca gente, qual-che rimanenza di antiche famiglie sterminate da vecchiaia o trasfe-rimenti di intere famiglie che una volta popolavano tutto il paese, oemigrazione non più finita. Al mio paese o ci vado o ci penso o fac-cio l’una e l’altra cosa. È una radice intoccabile. Non potrei viveresenza che il pensiero fosse rivolto ad esso. Sta con me il suo pen-siero. Quando vado è come se andassi nel mondo anche se il miomondo è a Reggio dove ho casa, famiglia, amici in quantità.

Ma gli amici di Reggio non sono come quelli del mio paese. Forsequelli del mio paese sono anche una cosa diversa. Ma egualmentemi danno soddisfazione di vita. Lì c’è gente sempre eguale, con leabitudini di prima, con i pensieri di sempre, senza mai presentarenovità nei gesti, nei pensieri, nei modi di fare, nelle proprie abitu-dini. Tanto che mi sembrano persone sempre vissute tra quelle sem-plici e povere case e senza novità comportamentali o nel maturaregusti e interessi. Mi sembrano persone chiuse in un frigorifero chequando vado caccio fuori e con loro confermo la vita di sempre. Edio ritorno alle mie origini. Vivo le ore come fossero un altro mon-do.

Una cosa è Reggio, altro è Sant’Ilario. Due mondi. Una è una cosa,l’altro è altra cosa. Gente diversa, con tendenze opposte. ASant’Ilariotutti e sempre eguali. A Reggio tutti e sempre diversi. Con tenden-ze simili giro per i paesi viciniori. Trovo i rimasti del mio vecchiomondo giovanile e dell’epoca scolastica. Locri è la solita città del-le scuole. Siderno è un centro di attività tecnica, commerciale.Roccella è la perla della costa Jonica in fatto di caratteristiche dacittà turistica. Gioiosa, la marina e la superiore, rimane centro com-merciale e paesaggistico con caratteristiche sempre eguali: prodot-ti agricoli originali, qualche attività musicale consistente in negoziper vendite di strumenti e la scuola da cui sono nati alcuni miei ami-ci di scuola, allora compagni di svago nelle spiagge e nei luogi do-ve si poteva cantare, suonare la chitarra, esporre la nostra caratteri-stica voce o la nostra semplice passione per lo svago e il canto alsuono di chitarra.Vittorio Condemi, Gaetano Surace, Mimmo Carnì, Mimmo Damae io cantavamo mentre alla chitarra avevamo sempre suonatori chesuonavano come quelli della radio, con grande capacità di accordiedi ritrmi. Penso a Pasquale Simonetti di Roccella, a Lanzetta diMammola, a Mimmo Agostini, vissuto a Bovalino dove suo padreera vigile urbano, ma nato a Diamante.Una volta un chitarrista di Caulonia, che spesso stava con noi e cheora stranamente dimentico il nome - e non lo posso citare come vor-rei - sentendomi cantare per la prima volta, mi disse. «Madonna chevoce che hai, Aprile!». Non dimenticherò mai questo suo dire, per-ché mi sentivo timido, meno bravo degli altri anche se la voce erachiaramente forte e sviluppata. Ma sapevo che una cosa era averela voce, ben altro era il saper cantare bene, farsi accompagnare dal-la chitarra, cantare in coro andando a tempo come gli altri, saperecantare per me che venivo da un ambiente che era completamenteall’oscuro rispetto al saper suonare e cantare come ai primi tempi inquelle zone dove c’erano suonatori e cantanti che non limitavano laloro vocazione come me che pur venivo da un paese dove in tantisuonavano e diversi cantavano potendo frequentare scuole e mezzinei loro centri esistenti nel mentre da noi ci arrangiavamo ad orec-chio, come si dice e senza scuola alcuna.

Mi accompagneranno per tutto il resto della mia vita, i ricordi deitempi scolastici. Sono stati sempre presenti in me, ma più il tempopassa e più mi rendono felice e penso di non scordarli mai più. CiccioMandarano, un mio compagno d’infanzia che assieme a MimmoChianese era il più vicino e affettuoso con me, mi parlava sempre

di Vittorio Condemi, di Mimmo Dama, di Mimmo Carnì. Erano di-ventati, questi, suoi compagni di Liceo una volta che prese quellascuola, dopo la Media. Il maggiore era Vittorio Condemi, autenticocantante proveniente da Gioiosa Ionica. Aveva una voce simile aquella di Patt Boon e cantava sempre la sua Words, assieme a Il cie-lo in una stanza di Gino Paoli e dell’indimenticabile Mina, alle can-zoni dei Platters tra cui Only you ed altre ancora che andavano perla maggiore. Mimmo Carnì, invece cantava le canzoni napoletaneperché aveva una voce potente e adeguata.Di Locri, del periodo della mia prima fanciullezza, precedente al pe-riodo delle scuola, quando andavo con il carrozzino di mio padre,ricordo sempre il famoso pianino con il quale cantava Luna rossa,tipica canzone di allora. Lo vidi affacciato dal balcone di miei cu-gini che abitavano a Locri dove ci offrivano il gelato del bar marti-no, allora il migliore in circolazione. Cantava girando, con una ma-novella, il carion del pianino e, alla fine di ogni canzone, cercava uncontributo economico ai tanti che si fermavano per ascoltarlo. Vivevain quella maniera. Quella del pianino e del suo cantante, forse è la

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XII

Radici profondeRadici profondeQuando il proprio paese è una radice intoccabile

Il racconto

di Giuseppe Aprile

Lì c’è gentesempreeguale, conle abitudinidi prima,con i pensieridi sempre,senza maipresentarenovitànei gesti,nei pensieri,nei modidi fare,nelle proprieabitudini

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prima immagine della mia prima presenza a Locri, una cittadina me-ravigliosa bella, paradisiaca, sogno della mia prima infanzia stu-penda, assieme a mio padre che non scorderò mai. Il tragitto traSant’Ilario e Locri lo passavo sempre seduto sul sedile del carroz-zino di mio padre, sotto il sole o con la pioggia, mentre mio padreincitava il cavallo a correre il più possibile, anche perché voleva di-vertirmi. Mi divertiva spronando il cavallo a correre all’impazzata,tirandogli con i frustino delle belle frustate, dicendo «avaa..., corriche dobbiamo arrivare presto! Non hai voglia di correre? Corri cheti faccio vedere io come si fa e come si vive!». Ed io gioivo, dimo-stravo a mio padre tutto il mio piacere nel vederlo incitare il caval-lo, nel vedere quella corsa meravigliosa, sotto i miei occhi, con meassai gioioso. Quando lasciavamo la strada nazionale, bitumata, pergirare verso sopra, nella strada di breccio, verso il paese che dista-va ancora circa quattro chilometri, a volte ci fermavamo perché c’e-ra la bottega di don Filippo Mandarano. I due, mio padre e donFilippo Mandarano avevano una bella amicizia e si scambiavanofavori. Entrambi avevano il cavallo con il carrozzino, mi sembra.

La bottega di don Filippo era anche il nostro punto di riferimento perle nostra andate a mare. Stava vicinissima a quel passaggio a livel-lo che attraversavamo per scendere in spiaggia, il grande arenile do-ve stava sempre l’indimenticabile barca di Middonti, il marinaio chela sera portava la barca a mare per la pesca con le lampare che noivedevamo dal balcone della mia casa, al paese. Mia madre ci face-va affacciare sul balcone per vedere le lampare accese della barcadi Middonti che pescava per tutta la notte. Io mi addormentavo, sulbalcone, guardando la sua luce stupenda. Dopo il passaggio a livel-lo, alla stazione di Sant’Ilario, sulla spiaggia, era sempre pieno diasini che venivano li “parcheggiati” dai bagnanti che ogni sera scen-devano dal paese per farsi i bagni.

L’andata al mio paese era di obbligo. Non riuscivo a stare lontanodalla mia Sant’Ilario con il meraviglioso Castello di Condojanni, lesue campagne piene di uliveti e agrumeti, di ghiande e di more, diviti e querce. Ora penso il mio paese e mi duole il cuore. Una voltaera un paesello calmo, dalla gente laboriosa, tranquillo, che vivevasi serenità e meraviglioso operare, con tanti artigiani, commercian-ti, persone meravigliose e tranquille. Ora è diventato con tanta ma-la gente. È stravolto dalla mafia. Anche la politica di una volta nonc’è più. Ora il municipio è diventato uno strumento per guadagna-re. Allora era occasione per ben fare, bene promettere, confrontarsitra le forze politiche che scendano in campo e si esibivano in me-ravigliose battaglie elettorali. Una volta era prestigioso fare il sin-daco, il vice sindaco, il consigliere comunale. Ora non è più così.La politica ha lasciato il passo all’affare. Uno dovrebbe vergognar-si di fare politica. Non più le belle battaglie elettorali con i comizidi Pepè Parisi, impareggiabile oratore e giornalista e Ciccio Noceradi Condojanni e le piazze piene di gente in ascolto, impegnata perla contesa elettorale, anche se in presenza di soliti personaggi cheapprofittavano per farsi affari privati anche con il municipio. C’erauna grande lotta per liberare il paese da due personaggi che si con-tendevano il potere approfittando della bontà e della laboriosità del-la massa di persone impegnate in buona fede e con grande ardore.C’era una grande lotta tra personaggi e giovani che lottavano per-chè la politica diventasse sempre più fatto di idealità legata a parti-ti, nel mentre due persone, in modo più marcato, puntavano all’usodei partiti per far primeggiare la propria vocazione personale, per laquale la politica era strumento per comandare. C’era lotta, confronto,battaglia tra il bene ed il meno bene e qualcosa di pessimo, di ma-le. Ma erano tutti in battaglia e sono davvero storiche le lotte fatteattorno a simboli (la Campana, lo scudo crociato, la spiga di grano,i simboli del partito comunista e di quello socialista, della fiammatricolore dei fascisti tifosi del Duce).

Certo non tutto era positivo in quelle lotte. A Sant’Ilario è stata sem-pre forte l’aspirazione di trasformare un passato di personalismi inun presente ed un futuro di lotte ideali. Ma la gente era sostanzial-mente libera, e poteva esprimere la sua opinione. Ora, da diversotempo, non c’è più la lotta politica. C’erano anche allora piccoli eisolati gruppi di prepotenti e di mafiosi, Ma erano limitati, poco in-fluenti: quel poco che c’erta era da una parte e dall’altra. Ora è un’al-tra cosa. Dopo gli anni illuminati dalla più evidente e bella battagliapolitica tra democristiani da una parte e socialisti, comunisti ed in-dipendenti( lista di sinistra ) dall’altra che sotto il simbolo della Torreavevano costruito una lista che aveva liberato il paese da un cin-quantennio di dominio di don Gino Mollica, autentico e capacissi-mo capo di una fazione sempre vincente. Ad un certo punto il pae-se ha smesso di fare politica. Ognuno s’è fatto i fatti propri ed ha ri-nunciato a ritenere il paese centro di lotta politica. È diventato benaltra cosa. Di questa è preferibile non parlare quasi definitivamen-te. Il paese antico è stato definitivamente tradito. Sono finiti i tem-pi dei Parisi, dei Nocera, dei Capogreco quando, chi nel giusto e chinella ragione, chi in un modo e chi in un altro, chi facendosi in-fluenzare dall’uno e chi dall’altro e chi puntando ad un discorso diautonomia generale e per far emergere ragioni ideali in tutto, ave-vano l’obiettivi positivo di partecipare alla costruzione di una gui-da politica ed amministrativa del paese. Ora è tutto diverso. La po-litica è fiinita ed è diventata ben altro. Sai tornerà all’antico? È lanostra speranza perchè allora il paese era vivo nel mentre ora è ab-bandonato definitivamente e su esso è calato un silenzio assordan-te, una cupa atmosfera di niente.

sabato12 luglio 2014

XIII

Il racconto

Sembranopersonechiuse in unfrigoriferoche quandovado cacciofuorie con loroconfermola vitadi sempreVivo le orecome fosseroinfiniteUna cosa èReggio, altroè Sant’Ilario

Il castello di Condojanni

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Nell’ambito della manifestazioni per il decennale della sua attivitàil Maon, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende, ospita finoal 20 settembre la mostra personale di Francesco Correggia dal ti-tolo “In-verso. 1976-2014”.

Francesco Correggia (Catanzaro, 1950) è stato uno degli artisti chefra gli anni Settanta e Ottanta, prima del suo trasferimento a Milano,dove ha insegnato fino a qualche anno fa presso l’Accademia diBelle Arti di Brera, ha operato sul territorio calabrese con iniziativedi carattere pubblico e istituzionale. In quegli anni in CalabriaCorreggia fu uno dei protagonisti di una un’azione finalizzata a sen-sibilizzare la politica sul rapporto fra arte e Istituzioni pubbliche, ar-te e politiche culturali ma anche sulla necessità di aprire spazi e strut-ture qualificate per l’artecontemporanea e le sueproblematiche.Con questa mostraCorreggia offre una sele-zione di opere che tendo-no a evidenziare il suo rap-porto con l’arte e la filoso-fia, la parola e la scrittura,il luogo e il libro, dagliesordi negli anni Settantadove la componente scrit-turale e performativa eraprevalente, fino agli ultimiquadri di questi anni, in cuila parte verbale e testuales’incrocia con la pittura. Latraccia da seguire vienedallo stesso artista che nel-le frasi e nei titoli delle te-le dichiara il processo dievoluzione e transizioneappunto inverso da un mo-mento creativo all’altro, eche per rilanciare una nuo-va fase della ricerca si ri-congiunge con quella pre-cedente in un percorso cir-colare costante nel tempo.

Il Maon accoglie già nellesue collezioni permanentialcune opere di Correggia.Il Museo - lo ricordiamo -è stato inaugurato il 4 mag-gio 2004 per iniziativa delCentro per l’arte e la cul-tura “A. Capizzano” diRende e nasce da un pro-getto del critico d’arteTonino Sicoli, che né è ildirettore artistico. Esso nonsolo è una delle poche isti-tuzioni museali meridionalidedicate all’arte modernae contemporanea, ma è an-che l’unico museo che rac-coglie le opere dei mag-giori artisti in Calabria delXIX e XX secolo. Esso hasede a Palazzo Vitari, nelcentro storico di Rende, concessa in comodato d’uso ventennale dal-l’amministrazione comunale, che lo annovera fra le strutture delPolo museale rendese. Il Maon gode del patrocinio della soprintendenza Bsae della Calabriaed ha il riconoscimento, fra i luoghi del contemporaneo, del mini-stero per i Beni e le Attività culturali.

sabato12 luglio 2014

XIV

Nell’ambito della manifestazioni per il decennale della sua attività, il Maon, Museo d’arte dell’Otto e Novecento

di Rende, ospita fino al 20 settembre la mostra personale di Francesco Correggia

1976-2014

La tracciada seguire

vienedallo stesso

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di evoluzionee transizione:

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un momentocreativoall’altro

Scheda biografica

FRANCESCO CORREGGIA è nato a Catanzaro nel 1950, dal 1985 vive ed opera a Milano.È stato docente di Decorazione dal 1979 al 2012 e docente di Problemi espressivi delcontemporaneo e Scrittura creativa presso l’Accademia di Belle Arti di Brera dal 2006fino al 2013. Ha coordinato il Dipartimento di ricerca di Brera sul contemporaneo dal2004 al 2007 ed ha curato le attività culturali del CRAB (Centro di ricerca Accademia diBrera) dal 2007 al 2012.

La sua attività artistica documentata inizia nella metà degli anni Settanta con una serie diazioni sul territorio e performances (scritture e segni rituali), interventi in cui il propriocorpo diventa il soggetto e l’oggetto di una poetica metaforica. Seguono nei primi anni

Ottanta le opere concepite “da e per il luogo”. Fin dagli esordi (la sua pri-ma azione/performance avviene nel 1976 all’Università Popolare diNapoli) è sempre stato interessato al corpo e alla scrittura ed al rapportofra arte e filosofia. È del 1979 la mostra-progetto “Marginalia. L’Operae il Luogo, il Luogo e l’Opera”, che nel1982 si concretizza a San Lucido(Cosenza). Dagli anni Ottanta ritorna in maniera più intensa alla dimen-sione della pittura, che si fa densa, visionaria, carica di colore, caratte-rizzandosi sempre di più per la presenza di testi scritturali, filosofici epoetici. Sono di questo periodo le mostre: “L’erranza poetica”, Chiesa diSanta Maria Maggiore, Taverna, Catanzaro nel 1982; “I Post Meridionali”,Centro Di Sarro, Roma 1983 ; “Fall-Out. Aspetti della pittura interna-zionale senza centro né margini”, Palazzo Galluppi, 1984, Catanzaro, tut-te mostre curate da Tonino Sicoli; e ancora “Futura. Una NuovissimaGenerazione nell’Arte Italiana” a cura di Enrico Crispolti, FortezzaMedicea, Siena,1985.Successivamente il suo lavoro si orienta sempre più verso una dimen-sione pittorica dove primeggia la parola poetica e letteraria fino ad arri-vare ai recenti quadri monocromi con qualche presenza scritturale.Continua la sua attività legata alla performance con una serie di videodedicati al pensiero e alla parola di grandi filosofi come Kant ed Hegel.L’artista ne assume le sembianze e le abitudini fino a riconoscersi com-pletamente in loro.

Ha partecipato a numerose rassegne e mostre internazionali, tra le qualiricordiamo nel 1993: “Insulae” alla XLV Biennale di Venezia curata daAchille Bonito Oliva, la XXXII Biennale Nazionale di Milano al Palazzodella Permanente; la Quadriennale di Roma nel 1996; “Nuova insularità”a cura di Massimo Donà, ai Musei Civici, Galleria Internazionale d’ArteModerna, Ca Pesaro, Venezia nel 1995; “Le universali individualità del-l’arte” all’Istituto Italiano di Cultura a Vienna nel 1996; “L’arte contem-poranea per l’arte antica” al Palazzo Reale di Milano nel 1998. Nel 2009è invitato a “Détournement Venice 2009” evento collaterale della 53^Esposizione Biennale di Venezia ed ancora nel 2011 alla 54^ Biennaledi Venezia. Ha esposto in gallerie private ed istituzioni culturali interna-zionali a Stoccarda, Amburgo, Marsiglia , Atene, San Francisco...Tra le mostre più recenti: le personali “Out-Now” presso lo Studio Valmorea Vicenza nel 2006 e “I turn Round to Immanuel Kant” presso la GalleriaStudio Ra di Roma nel 2008. Del 2010 è la mostra personale “Una bel-la giornata” alla Galleria Antonio Battaglia di Milano. Nel 2011 è invi-tato alla mostra “Un’altra Storia, Arte Italiana dagli anni Ottanta agli an-ni Zero” nell’ex Chiesa di San Francesco a Como. Sempre nello stessoanno esegue presso la Fondazione Giuseppe Morra, Museo HermannNitsch, Napoli, una performance dal titolo: “L’ombra di Hegel control’immutabile Hegel”.

Nel 2012 espone con una personale dal titolo “Adesso si mostra” allaGalleria Fusion di Torino. Nel 2013 espone in “A case study” a Veneziaall’Arsenale, Venice Doks, Castello 40, a cura di Fortunato D’Amico, eal Centro Luigi Di Sarro di Roma in “Avvio e sviluppo di una ricerca1982/1985”. a cura Emanuele Meschini.

È del 2014 la sua personale “Nevermore” alla Galleria Donna Leathermann, New York.Ha pubblicato anche diversi saggi di filosofia e teoria dell’arte. Fra tutti si ricorda “Dinuovo il senso. Un passaggio fra arte e filosofia”, edito da Arcipelago, Milano, 2007;“Un dialogo con Carlo Sini”,nel volume “In contrattempo” a cura di R. Gasparotti, edi-zioni Mimesis, Milano, 2006.

Pennelli all’In-versoPennelli all’In-verso

Page 15: Voce  ai giovani

Giunto alla sue terza edizione, il progetto Young at art, promossodal Maca (Museo arte contemporanea Acri), in collaborazione conl'associazione culturale “Oesum led icima”, presenta anche que-st'anno delle importanti novità rispetto alle annualità precedenti. “We art Calabria” - questo il sottotitolo scelto per il progetto, doveart (arte) va a sostituire tanto il verbo essere (Noi siamo la Calabria),quanto heart, traduzione inglese di “cuore” (Noi amiamo la Calabria)- esplicita l'intenzione di trovare nei giovani artisti il volto e l'animadi un territorio che sta vivendo un profondo cambiamento. I talen-ti Under 35 che prenderanno parte al progetto espositivo itinerantesuddiviso in tre mostre sono: Cristina Comi (fotografia), MariaRosaria Cozza (fotografia), Antonio Cugnetto (scultura), RoccoMortelliti (video-arte), Davide Negro (installazione multimediale),Francesca Procopio (fotografia), Paolo Scarfone (opere su carta au-toprodotta) e Francesco Votano (pittura). I curatori Massimo Garofaloe Andrea Rodi hanno deciso di premiare la dimensione progettua-le dei lavori selezionati, evidenziando la capacità di ciascun artistadi portare avanti un discorso maturo e in grado di evolversi nel tem-po, pur mantenendo un'importante coerenza concettuale.

Per la prima volta, oltre alla partecipazione alle tre tappe espositi-ve, gli artisti vedranno le loro opere pubblicate su di un catalogoche, assieme a quelli dell'edizione 2014, presenterà i lavori degli ar-tisti selezionati nelle annualità 2012 e 2013 di Young at art. Altraimportante novità è la prestigiosa sede della seconda mostra del pro-getto espositivo itinerante: dopo la mostra del Maca, che inaugureràsabato 12 luglio 2014, in contemporanea con l'importante mostraVasarely - Fontana, le opere degli 8 artisti faranno tappa al Mam(Museo delle arti e dei mestieri) di Cosenza, dove verranno espostedal 27 settembre al 18 ottobre e dove verrà presentato il catalogodelle prime tre edizioni del progetto. L'ultima tappa, come lo scor-so anno, si terrà all'inizio del mese di novembre nell'ambito dellamanifestazione Paratissima, la fiera d'arte contemporanea più visi-tata d'Italia, dove i giovani artisti avranno la possibilità di incontra-re un pubblico stimato in oltre 100.000 unità (fonte: Il Giornale del-l'arte).

Young at Art. We Art CalabriaPrima tappa espositivaLuogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Piazza Giovanni Falcone 1, 87041, Acri (Cs)Artisti: Cristina Comi, Maria Rosaria Cozza,

Antonio Cugnetto, Rocco Mortelliti, Davide Negro, Francesca Procopio, Paolo Scarfone,Francesco Votano

Curatori: Massimo Garofalo, Andrea RodiDate: Dal 12 luglio al 31 agosto 2014Vernissage: Sabato 12 luglio 2014, ore 18Orari: dal martedì al sabato, 9-13 e 16-20

la domenica, 10-13 e 16-20Info: Ufficio stampa MACA

Tel. 0119422568; [email protected];[email protected];www.museomaca.it; youngatart2014.com

sabato12 luglio 2014

XV

La rivoluzione dei pennelli

Gli otto artisti vincitori e la prima tappa espositiva del Museo di arte contemporanea di Acri

Se non è arte è amoreSe non è arte è amore

Per la primavolta, oltrealla parteci-pazionealle tre tappeespositivegli artistivedrannole loro operepubblicatesu di uncatalogo

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