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9/2014 www.samaritani.ch oggi Attualità Sezioni e fusioni, garantirsi il futuro. Pagine 12–13 Buono a sapersi Gli sviluppi nella cura delle ferite. Pagina 16 Associazione Cercasi Samaritani per il care team. Pagina 20 Voglia di festa a Ginevra. Pagina 4

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9/2014www.samaritani.ch

oggi

AttualitàSezioni e fusioni, garantirsi il futuro.Pagine 12–13

Buono a sapersiGli sviluppi nellacura delle ferite.Pagina 16

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Sommario

oggi samaritani 9/2014 3

Reportage

04 Feste di Ginevra sott’occhioCome occuparsi dei Posti sanitari in una manifestazione che attira migliaia e migliaia di spettatori? Ce lo racconta Sophie Pieren.

Attualità

10 Piattaforma Redcross-eduLa piattaforma per i corsi redcross-edu.ch offre molti vantaggi alle Sezioni Sa-maritane, non da ultimo quello di aumentare i partecipanti ai loro corsi e di farsi conoscere. Importante è registravi subito tutti i corsi in calendario.

12 Sezioni Samaritane e fusioniIl positivo esempio di alcune Sezioni che, di fronte a grosse difficoltà di soprav-vivenza, hanno scelto la via della fusione, uscendone rafforzate, con nuovi soci e nuovi stimoli per il futuro.

Buono a sapersi

16 Com’è cambiata la medicazione La medicazione è stata una delle prime misu-re terapeutiche ad essere applicata e sviluppata dall’Uomo. Negli ultimi 50 anni ci sono stati enormi cambiamenti: qui scopriamo modalità e mezzi di medicazione dall’antichità fino ad oggi.

Ritratto

18 Ursula Millius si raccontaAppassionata Samaritana, madre di tre figli, questa dinamica vallesana d’ado-zione ha abbracciato con entusiasmo la causa samaritana formandosi in vari ambiti. È socia attiva della Sezione di Briga-Glis.

Associazione e Sezioni

20 Appello per il «team care ticino»Anche i Samaritani possono far parte di questo Team. L’Associazione Sezioni Samaritane Ticino e Moesano (ASSTM) ne spiega gli scopi.Una Samaritana racconta l’importanza del ruolo samaritano nei picchetti.

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Fusionare al posto di …

«vivacchiare»

Siamo proprio sicuri che, al posto di chiudere e sciogliere una Sezione – dovunque essa sia – non ci siano altre possibilità o alternative per continua-re in un qualche modo l’attività? E questo specialmente se, nella stessa regione o Distretto, vi sono altre Sezioni Samaritane che – magari a nostra insaputa – hanno più o meno gli stessi problemi della nostra Sezio-ne. Ossia: difficoltà a trovare Sama-ritani disposti a formarsi e quindi ad insegnare ai corsi, difficoltà a reclu-tare nuove e giovani leve, difficoltà a trovare persone interessate a sedere in Comitato. A volte le soluzioni sono possibili, basta «uscire da casa propria», guardarsi in giro e chiedere aiuto. Lo dimostrano chiaramente gli esempi riportati alle pagine 12 e 13 di questo numero di «oggi Samaritani» dove, nella regione di Berna e Soletta, a fusionare assieme sono state addirit-tura quattro Sezioni. E l’unione delle forze è stata decisamente una buona cosa! Anche nella valle dove abito le Sezioni Samaritane hanno tro-vato il coraggio di compiere questo passo. Chi parecchi anni fa, come la Sezione di Blenio (Alta Valle) e chi in tempi più recenti come la Sezione di Acquarossa-Serravalle. E le cose funzionano!Lo scorso 13 settembre le due Sezioni hanno organizzato congiuntamente la Giornata Samaritana a Pian Ca-stro, nel cuore della Valle di Blenio. Un momento sì ricreativo sulle note della musica Country, ma durante il quale si sono anche divulgati gli scopi e le attività samaritane. E sicu-ramente si è pure reclutato qualche nuovo socio!

Sì, forse vale decisamente la pena, in caso di gravi difficoltà, di pensare anche a delle fusioni!

Mara Zanetti Maestrani

Editoriale

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4 oggi samaritani 9/2014

I Samaritani alle frequentatissime Feste di Ginevra

Festaioli sotto stretta sorveglianzaI Samaritani hanno lavorato senza sosta per avere sotto controllo le Feste di Ginevra. Più di 170 volontari si sono divisi le ben 1640 ore di servizio necessarie per la copertura di questo grande evento. Grazie ad un dispositivo sanitario ottimamente strutturato, in 25 giorni di festa solo 11 persone hanno dovuto essere evacuate verso una struttura ospedaliera.

Testo e foto: Sophie Pieren

Malgrado la meteo capricciosa, le tradizio-nali Feste di Ginevra hanno attirato anche quest’anno più di un milione di visitatori. Turisti e ginevrini non hanno dunque esitato a sfidare la pioggia per approfittare delle of-ferte delle numerose bancarelle, stands con prelibatezze varie, giostre, concerti e altri divertimenti organizzati sul lungo lago dal 17 luglio al 10 agosto scorsi. Come d’abitu-dine, il grande evento si è concluso sabato

10 agosto con un enorme spettacolo di fuochi d’artificio. Considerato uno dei più impressio-nanti d’Europa, questo spettacolo pirotecnico ha attirato solo quella sera mezzo milione di spettatori sulla riva del Lago Lemano.

Ovviamente, dar vita ad un tale assembra-mento di persone in un luogo molto confi-nato come lo sono le tratte di lungo lago di una grande città non è senza rischi. Affinché la folla potesse divertirsi in sicurezza e tran-quillità, il Comitato d’organizzazione ha do-vuto mettere in atto un ottimale dispositivo

di sicurezza. In totale sono state mobilitate più di 300 persone: poliziotti del Corpo co-munale e della Polizia cantonale, Pompieri, ma anche agenti di sicurezza privati e soccor-ritori sul lago. E, ancora una volta, il com-pito di assicurare il servizio medico-sanita-rio della manifestazione è stato assegnato ai Samaritani ginevrini. Una grossa sfida che la Commissione cantonale dei Servizio sanitari (CCSS) ha preparato nel dettaglio.

I quadri della CCSS hanno infatti impiega-to più di 10 mesi per organizzare al meglio i

Benoît de Haller, responsabile dei Posti sanitari in seno all’Associazione cantonale ginevrina dei Samaritani, istruisce la sua squadra.

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Reportage

La stupenda ed imponente ruota gigante è una delle attrazioni delle feste sulle rive del Lemano.

Patricia Buchet e Kevin Durmus controllano il materiale prima che venga

usato nel Posto sanitario.

Benoît de Haller e Kevin Durmus stanno trasportano il materiale

necessario per allestire uno dei Posti sanitari.

loro compiti. «Il lavoro di preparazione è stato enorme», ha sottolineato Benoît de Haller, re-sponsabile CCSS. «Non solo abbiamo dovuto mettere in atto il nostro proprio dispositivo, ma pure coordinarci con gli altri servizi di sicurez-za.» A questo scopo, dall’ottobre dello scorso anno fino a luglio e per due volte al mese si sono tenute delle riunioni con tutti i partners e le società presenti. «Lo scopo era quello di lavo-rare in modo unito e coordinato», ha precisato Benoît de Haller.

Nel suo interno, una delle sfide maggiori per la CCSS è stata quella di trovare il suffi-ciente numero di persone per assicurare le ben 1640 ore di picchetto necessarie alla copertura dell’intero evento. Al fine di costituire questo gruppo di persone, la CCSS ha pure lanciato un appello ai Samaritani delle 11 Sezioni del Canton Ginevra, nonché ai Samaritani inte-ressati provenienti anche da Sezioni di altre regioni della Svizzera.

Scambio di esperienze e conoscenzeIn totale sono stati ben 173 i volontari che si sono offerti per il grande evento, di cui 2 valle-sani. A questa «avventura» hanno partecipato anche sei membri della Croce Rossa di Monte Carlo e della Croce Rossa belga. Ogni anno, infatti, la CCSS approfitta di questo evento per invitare dei colleghi di questi due Paesi. In cambio, i Samaritani ginevrini partecipano ad ogni edizione del Grand Prix di Monaco et del Grand Prix del Belgio. «Questo scambio è sempre molto ricco e utile in termini umani e ci permette di conoscere altri modi di lavo-rare», ha spiegato Patricia Buchet, dei quadri della CCSS.

Una delle particolarità delle Feste di Gi-nevra, è l’elevata densità della folla presente, soprattutto durante la serata dei fuochi artifi-ciali. Nel corso di questo spettacolo, in poche

Le Feste di Ginevra si concludono sempre con un grandioso spettacolo di fuochi artificiali.

(Foto: David Freeman, Genève Tourisme)

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Reportage

ore la Città di Calvino raddoppia il numero dei suoi abitanti  ! «C’è talmente tanta gente che spostarsi diventa pressoché impossibile. La nostra preoccupazione principale è quindi quella a sapere come possiamo raggiungere il più velocemente possibile il nostro paziente», ha osservato Françoise Watts, responsabile della comunicazione presso la CCSS.

Questo dato di fatto fornisce la chiave per la ripartizione dei Posti sanitari e per la struttura del personale. Quest’anno sono stati messi a diposizione degli spettatori due infermieri durante i giorni della settimana. Nei fine settimana, il numero di infermieri è stato portato a 5, mentre la sera dei fuochi era-no 6. «I Posti sanitari erano relativamente vi-cini gli uni agli altri allo scopo di permettere a chi ne aveva bisogno di accedervi senza dover

prima percorrere centinaia di metri attraverso la folla», ha spiegato Françoise Watts.

Evitare gli spostamentiDurante lo spettacolo pirotecnico, le tribune installate sul ponte Mont-Blanc e gli spettatori seduti in massa lungo i «quais» rendono quasi impossibile ogni movimento. Ogni punto d’as-sistenza medico-sanitaria è stato quindi appo-sitamente predisposto per essere totalmente autonomo ed era gestito da un’équipe formata da Samaritani, ma anche da un medico per le urgenze e da un infermiere. A livello di mate-riale, ogni Posto era dotato di un dispositivo completo per la rianimazione, incluso un ap-parecchio defibrillatore e delle bombole d’ossi-geno. «Tutto è stato previsto e predisposto per evitare un’evacuazione durante lo spettacolo»,

ha spiegato Françoise Watts. Per garantire il passaggio dell’ambulanza, è stato mantenuto un accesso all’interno del perimetro della fe-sta, per tutta la durata della stessa. Inoltre, sul ponte del Mont-Blanc i Samaritani avevano a disposizione barelle e sedie a rotelle.

Per fortuna, tutte queste precauzioni non hanno dovuto concretizzarsi, dato che non si sono registrati gravi casi e che durate lo spettacolo non è stata necessaria nessun’eva-cuazione. Tuttavia, i 35 Samaritani che erano impiegati quella sera non hanno «sciopera-to», anzi! «Come ogni anno, il momento più intenso e critico è stato l’inizio dei fuochi», ha sottolineato Françoise Watts. «La gente aspetta tutto il giorno al sole, a volte magari senza bere ed evitando di andare alla toilette per non perdere il posto. Quanto tutte le luci si spengono per permettere allo spettacolo di iniziare, molti sono stremati e cadono come mosche.» I Posti sanitari allora si riempiono di pazienti, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di malesseri leggeri: cefalee, ver-tigini o ancora crisi d’ansia causate dalla calca della folla.

Missione compiuta!In generale, i Samaritani si son dovuti occupa-re soprattutto di casi di piccola traumatologia: tagli, ecchimosi, bruciature, piccoli strappi o contusioni o punture di insetti. «Quest’anno abbiamo trovato un nido d’api vicino alle ban-carelle», ha detto Benoît Haller. «Le vibrazio-ni generate dalla folla e dalle giostre hanno eccitato le api. In molti sono stati punti. Per fortuna nessuna persona si è rivelata essere al-lergica alla puntura d’ape.»

In questo genere di feste, solitamente l’abu-so di alcool rappresenta il maggior problema. Ma, fortunatamente, quest’anno non ci sono stati grossi problemi su questo fronte: in 25 giorni, sono stati presi a carico solo 24 pa-zienti in stato di ebrezza, su un totale di 341 interventi fatti. «È un numero basso, ciò prova il fatto che la gente comincia a fare più atten-zione al loro consumo di alcool», ha rivelato soddisfatta Françoise Watts. La CCSS era co-munque pronta per far fronte anche a gravi casi di abuso di bevande alcooliche. In questo senso, il Posto sanitario principale era dotato di una tenda d’assistenza con tre letti. La sera dello spettacolo pirotecnico, questa struttura è rimasta aperta fino alle 7 del mattino.

Ancora una volta, dunque, i Samaritani han-no assolto molto bene il loro compito: la gran parte dei pazienti ha potuto essere assistita e curata sul posto evitando in questo modo un «intasamento» dei Pronto soccorso ginevrini. Sull’arco di poco meno di un mese di feste, sola-mente 11 persone hanno dovuto essere evacua-te e trasportate in una struttura ospedaliera. •

Damaris si prende cura di Chloé che è stata punta da una vespa.

Lissa Giacometti e Jonas Curchod davanti al loro Posto sanitario.

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I bambini hanno un loro modo di percepire il trafficoSolo a partire dai 7 anni i bambini riescono a valutare correttamen-te la velocità di un’automobile: prima di questa età, impiegano dai 3 ai 4 secondi per capire se è ferma o si muove lentamente nella loro direzione. Inoltre, i bambini sono amanti del rischio e si lasciano facilmente distrarre, soprattutto se sono insieme a compagni e com-pagne di scuola.

Per i bambini tra i 6 e i 9 anni il rischio di incidenti è due volte più

alto rispetto agli adulti.

Gli strumenti didattici del TCS per bambini dai 4 ai 7 anniPer questa fascia di età sono disponibili opuscoli da colorare e car-te da gioco che illustrano situazioni frequenti, ad es. strisce pedo-nali con o senza isola salvagente, strade con o senza marciapiede, segnali stradali per pedoni, ecc. Grazie a questo materiale rivolto specificamente a questa fascia di età, i bambini possono imparare giocando a muoversi sicuri sulle strade.

Dagli 8 ai 9 anniQui si pone l’accento, oltre che sulle regole fondamentali del com-portamento nel traffico (strisce pedonali presenti o assenti, isole salvagente, semafori), anche sul comportamento in bicicletta. Oggi-giorno i bambini iniziano molto presto a spostarsi in bici. Per loro, rispettare le regole e padroneggiare il loro mezzo è fondamentale

per la sopravvivenza. Con l’ausilio di opuscoli e carte da gioco pos-sono imparare a conoscere e capire queste regole.

Nota bene: per bambini di età inferiore ai 12 anni e di altezza

inferiore a 150 cm, è obbligatorio avere un seggiolino.

Dai 10 ai 12 anniIn questa fascia di età il bambino riconosce molto meglio i pericoli e viene sensibilizzato a evitare comportamenti rischiosi. Gli strumen-ti didattici si concentrano in questo caso sull’andare in bicicletta e sull’esatta conoscenza e osservanza delle diverse regole stradali. Questi strumenti si prestano bene anche alla preparazione dell’esa-me – obbligatorio in alcuni cantoni – volto a verificare la conoscen-za delle regole e la padronanza della propria bicicletta da parte dei bambini.

Il Mondo della sicurezza della Basilese: assicurare e prevenireQuesti consigli di sicurezza sono forniti dal Mondo della sicurezza in collaborazione con il TCS. Tutto ciò che facciamo alla Basilese è orientato alla vostra sicurezza: abbiniamo l’assicurazione ad una prevenzione intelligente.www.baloise.ch/mondodellasicurezza

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Bambini più sicuri per strada

In Svizzera, ogni anno si verificano circa 1300 incidenti nei quali sono coinvolti bambini sul percorso da casa a scuola. Per i bambini fra i 5 e i 14 anni

si tratta della prima causa di mortalità. Insegnando loro il giusto comportamento da tenere per strada, molti di questi incidenti possono tuttavia

essere evitati. Presso il TCS, genitori e pedagoghi possono ordinare gratuitamente materiale didattico per ogni fascia di età.

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10 oggi samaritani 9/2014

redcross-edu.ch, la grande potenzialità di Internet

Guadagnare nuovi partecipanti ai corsi

Oggi le iscrizioni attraverso Internet sono cosa ovvia per i partecipanti ai corsi e un «muss» per chi offre i corsi stessi. La piattaforma di formazione redcross-edu.ch della Croce Rossa svizzera unisce queste due esigenze e favorisce ulteriori nuove iscrizioni ai corsi delle Sezioni.

Da quasi due anni, la piattaforma per i corsi redcross-edu.ch è a disposizione delle Sezioni Samaritane e delle Associazioni cantonali per divulgare i loro corsi. Anche le modalità di iscri-zione devono stare al passo coi tempi e ora siamo decisamente in piena era elettronica. Sono soprattutto i giovani ad usare spesso Internet per informarsi sui corsi o per iscriversi. Grazie alla piattaforma, le offerte dei Samaritani sono presenti nei media online e possono essere vi-sionate in ogni momento.

Anche la nuova App Primi soccorsi, disponibile da metà agosto, conduce direttamente i visi-tatori alla piattaforma di corsi delle Organizzazioni di salvataggio della Croce Rossa svizzera. Vale quindi la pena sfruttare questa grossa opportunità. Per far questo, è importante che le Sezioni e le Associazioni cantonali non solo coordinino i corsi tra di loro, ma che li annuncino e registrino anche sulla piattaforma redcross-edu.ch. In questo modo, i molti candidati automo-bilisti possono trovare e frequentare subito il Corso soccorritori rispettivamente l’eSoccorrito-re. Se non trovano subito un corso nella loro regione, molto facilmente questi potenziali giovani clienti si rivolgeranno alla concorrenza. La stessa cosa vale per le persone che vogliono aggior-nare le loro conoscenze nei Primi soccorsi e che non trovano il corso desiderato. Le potenzialità della piattaforma redcross-edu.ch non sono quindi ancora sfruttate in modo ottimale.

Pubblicizzare i corsi ... a costo zeroAdattamenti del design come pure l’aggiunta di alcune funzioni e l’integrazione della possibilità di feedback da parte dei clienti hanno fatto sì che, fino alla fine del 2014, la maggior parte delle Associazioni cantonali della CRS come pure altre organizzazioni di salvataggio come la SSS hanno usato la piattaforma per annunciare i loro corsi.

Le Associazioni cantonali come pure le Sezioni Samaritane possono usare gratuitamente questo moderno strumento per un’ottimale gestione dei corsi. I corsi registrati sono visibili, oltre che su redcross-edu.ch, anche sull’interfaccia del sito www.samaritani.ch come pure nelle pagine Internet delle Associazioni cantonali e delle Sezioni Samaritane. Quelle Sezioni che ancora non lavorano con redcross-edu.ch sono pregate di annunciarsi al segretariato della loro Associazione cantonale.

Petra Zenhäusern

www.redcross-edu.ch •

Sempre più persone si annunciano on-line ai corsi. (Foto: Patrick Lüthy)

Bisogno di esperienze in comune

Recentemente ho letto un’intervista al politologo Markus Freitag. Egli ha studiato i rapporti sociali in Svizzera ed ha constatato che nelle città cresce il desiderio di maggior comprensio-ne e di disponibilità all’impegno a favore della comunità, mentre nello stesso tempo nei piccoli paesi vi è la tendenza al disimpegno a scapito della socialità e dell’unità.

Negli Anni 70, quasi il 90 % della popolazione svizzera apparteneva ad una società o sodalizio; oggi sono solo i due terzi della popolazione. Nel 1976 il 44 % di tutti i soci di enti e società avevano meno di 40 anni; oggi solo la metà. Questo sviluppo lo sentiamo e percepiamo anche nel nostro movimento samaritano e nelle nostre Sezioni.

Anche se la nostra società odierna è incentrata su una presenza libera, in-dipendente, e sull’assunzione di pochi obblighi, è tuttavia ancora presente il desiderio di vivere delle esperien-ze con persone che hanno gli stessi interessi. In questo senso, ci si ritrova ad esempio nei workshop di teatro o nella coltivazione degli orti comuni nelle città. Sono cose che divertono e procurano piacere.

Queste spensierate occasioni di incontro sono in crescita: creano legami e accomunano senza troppi impegni. Forse occasioni simili sono, in questa o quella Regione, anche un modello per le Sezioni Samaritane per coinvolgere persone potenzial-mente interessate ai Primi soccorsi.

Regina Gorza

Segretaria centrale

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Attualità

Presidente dell’Associazione di Bienne, Giura bernese e Giura

In ricordo di Alain Pantet

Alain Pantet è deceduto inaspettatamente lo scorso 9 agosto all’età di 71 anni, a St.Imier (BE). Era presidente dell’Associazione Samaritani di Bienne, Giura bernese e Giura (ASBJBJ).

Alain Pantet deteneva la carica di presiden­te dell’Associazione Samaritani ASBJBJ da 5 anni. Ma il suo attaccamento e il suo im­pegno per i Samaritani risale a molto tempo prima. Egli era infatti entrato in Sezione nel 1977. Più tardi ha preso la conduzione del­la sua Sezione, presidenza mantenuta fino al suo decesso. Durante i funerali svoltisi a St. Imier, la presidente centrale della FSS Mo­nika Dusong ha elogiato e ricordato lo scom­parso come una figura preziosa e un partner

importante dell’Organizzazione centrale. «In occasione delle Confe­renze dei presidenti – ha detto – sapeva intervenire in modo riflessivo, calmo e costruttivo su vari temi, apportando così contributi preziosi alle discussioni. Le cose nuove riuscivano sempre ad entusiasmar­lo. Con Alain Pantet perdiamo un Samaritano impegnato e di lunga esperienza e una persona gentile ed amabile.»

Alain Pantet ha lavorato fino al pensionamento presso le Ferrovie federali svizzere. Viveva con la sua compagna a St. Imier. Oltre ai Samaritani, era appassionato di musica e bravo musicista.

Eugen Kiener •Alain Pantet

Olten aiuta!

«Aiuto, ho dimenticato la password!»

L’eLearning non funziona? Non ho accesso ad Extranet? Dove posso annunciare i nuovi soci? Password dimenticata?

Se avete delle domande sui programmi eLearning o su Extranet, le collaboratrici e i collaboratori dell’amministrazione presso il Segretariato centrale sono volentieri a vo­stra disposizione per aiutarvi. Ma non solo: il Team del Segretariato vi aiuta ben vo­lentieri anche in caso di informazioni sulla Colletta samaritana, o di cambiamenti in seno alla vostra Sezione o se volete saperne

di più sui corsi della FSS. Potete raggiungere il personale del Segretariato al numero 062 286 02 00 (orari ufficio) oppure all`indirizzo mail: [email protected] o [email protected].

25 ottobreGiornata dei responsabili cantonali del lavoro con i giovani, Olten

1-2 novembreAggiornamento monitori per i giova­ni, Vordemwald

15-16 novembre Conferenza d’autunno, Olten

4 dicembreGiornata degli Ex, Olten

Agenda

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12 oggi samaritani 9/2014

Sezioni Samaritane verso il futuro: due esempi concreti

Dal fondo della crisi, lo slancio verso la rinascita

«Alti e bassi» fanno parte della vita, anche di una Sezione. Se una Sezione si imbatte in una difficile crisi c’è il rischio che rinunci all’attività. I due esempi qui raccontati mostrano invece come le difficoltà possono essere superate e come si può guardare fiduciosi al futuro.

Samaritani di Wallisellen: la rinascita di una Sezione ... «morente»

Lo scioglimento della Sezione Samaritani di Wallisellen era all’ordi-ne del giorno dell’assemblea straordinaria del 2013. Tuttavia alcuni «inguaribili» Samaritani hanno avuto la forza di dare nuova vita alla Sezione che, dopo poco tempo, aveva già trovato 12 nuovi soci.

Wallisellen, comune dell’agglomerato zurighese, conta quasi 13 000 abitanti. La locale Sezione Samaritani è stata fondata nel lontano 1914. Negli anni migliori aveva addirittura 66 soci attivi. Pochi mesi prima del suo 100.mo anniversario di fondazione, la Sezione si era trovata ad un passo dallo scioglimento. Il numero di soci era sceso a sole 26 unità mentre dall’altra parte la richiesta di Posti sanitari era ed è in costante aumento. I soci attivi rimasti si sentivano sovraccarichi di incombenze. Era vieppiù difficile trovare le persone per le cariche in Comitato. Alla Sezione mancava insomma qualsiasi slancio.

Così nell’autunno del 2013 i soci hanno ricevuto la convocazione all’assemblea straordinaria che prevedeva un’unica trattanda: lo «scio-glimento della Sezione» Tuttavia, come detto, tre persone e più preci-samente i soci onorari Ernst Schmid, Anita Dennler e Nina Heini non erano disposti a «gettare la spugna». Anche se tutte e tre avevano già alle spalle molti anni di lavoro in Comitato, si sono messi a disposizione ancora una volta nella conduzione della Sezione. In poco tempo hanno trovato altre due persone pronte ad occuparsi della contabilità e del segretariato. E subito dopo è iniziata la ricerca di nuovi soci, e già in occasione dell’assemblea generale per il 100.mo anniversario, svoltasi il 14 marzo 2014, la Sezione Wallisellen ha potuto dare il benvenuto a 12 nuovi soci. Ma come si è arrivati a questo cambiamento di tendenza?

Serate informative pienamente riuscitePer la sua campagna soci, la Sezione ha organizzato due serate infor-mative. Per divulgare questi due appuntamenti, sono stati stampati dei

A Wallisellen, comune di 13 000 abitanti vicino a Zurigo, la locale Sezione Samaritani era ad un

passo dalla chiusura poco prima del suo 100.mo anniversario. Alcuni soci onorari hanno reagito e

hanno dato il via alla rinascita. (Foto: Reto Peter) Nina Heini, pres. dei Samaritani di Wallisellen.

volantini che sono stati allegati ai sacchi per la raccolta degli abiti usati recapitati a tutti i fuochi del Comune. Inoltre, un articolo sul giorna-le locale ha informato sulla situazione della Sezione, mentre durante le Azioni di donazione di sangue, ai donatori è stato chiesto se non fossero interessati ad entrare in Sezione. Alle serate informative sono accorse numerose persone. I Samaritani hanno mostrato loro il mate-riale per i Primi soccorsi e le hanno motivate a provare la rianimazione cardio-polmonare. Alla fine, ben 12 persone si son dette interessate a partecipare in futuro alle attività della Sezione, compresi i Posti sanita-ri. Tra di loro, due hanno espresso l’intenzione di seguire la formazione di monitore.

Potenziale: i Seniori e i nuovi arrivati«Non siamo ancora in cima alla scala, ma siamo fiduciosi», spiega Nina Heini che, sebbene da tempo in pensione, si è di nuovo messa a disposi-zione nella qualità di presidente, dandosi tempo 2 anni per la rinascita della Sezione. È convinta che poi all’assemblea generale potrà essere proposto un suo successore ai vertici della Sezione.

Nella ricerca di nuovi soci, l’accento dei Samaritani di Wallisellen non è stato posto solamente sui giovani. «Spesso infatti non restano a lungo in Sezione», osserva Nina Heini. «Tra i nostri nuovi soci ci sono invece anche persone con una buona formazione: un’infermiera 40enne e un medico in pensione che vogliono mettere a disposizione degli altri le loro conoscenze; ma ci sono anche un ingegnere elettronico e un paio di stranieri che abitano in zona già da tempo e che desiderano integrarsi meglio grazie all’attività in Sezione.» Nina Heini vede un grosso po-tenziale anche nei pensionati: «Seniori attivi e vigorosi possono ancora essere di aiuto nei Posti sanitari e hanno il vantaggio che possono essere impiegati nei giorni lavorativi.» La Sezione ha ora in programma una presentazione pubblica e uno stand al mercato autunnale. Tanti auguri!

Eugen Kiener •

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Attualità

Quattro Sezioni Samaritane tra Lyss (BE) e Soletta hanno fusionato: «Improvvisamente il vento è cambiato»

«LORA»: una sigla che sta per le quattro Sezioni Samaritane fusio-nate nella Regione di Soletta-Lyss, ossia: Leuzigen, Oberbuchegg-berg-Oberwil, Rüti bei Büren e Arch. I 35 soci entusiasti e motivati della «nuova» Sezione ora remano tutti assieme nella stessa direzione.

Anton P. Jurt di Arch (BE), presidente della nuova Sezione Samari-tani LORA (dai nomi – iniziali – delle 4 precedenti), ci spiega come si è arrivati alla fusione: «Nelle singole Sezioni i problemi erano diventa-ti pressoché insormontabili: il reclutamento di quadri per la formazio-ne era diventato molto difficile; tra i molti e anziani soci attivi, alcuni volevano smettere la loro attività ma non potevano farlo a causa della mancanza di nuove leve, in tutti i settori.»

Un giorno, la presidente della Sezione Samaritani di Leuzigen ha constatato che, andando avanti così, la «Sezione sarebbe morta; bi-sognava fare qualcosa.» Era insomma giunta l’ora di sviluppare ul-

teriormente e dare una nuova forma alla già buona collaborazione esistente tra le quattro Sezioni.

Lo scorso anno, i vertici dei quattro sodalizi hanno quindi messo sul tavolo l’idea di una fusione. Dapprima la cosa non ha sollevato nessun entusiasmo, racconta Anton B. Jurt: «Dovevamo sciogliere delle paure e fare un intenso lavoro di spiegazione e motivazione. In maggio 2013 abbiamo organizzato una manifestazione informativa durante la quale una presidente di una Sezione Samaritani frutto di una fusione raccontava la sua esperienza.»

Oltre ai membri dei quattro Comitati, anche Carmen Segessen-mann, capo dei monitori di corso e di Sezione e pure monitrice Help, si è molto adoperata a favore della fusione. Anche lei è intervenuta alla discussione: «Molti soci, di primo acchito, temevano l’ignoto e il fatto di aver a che fare con persone sconosciute. Ma poi il vento è cambiato! I soci attivi hanno dimostrato sempre maggior interesse a questa soluzione.» Tutti i soci sono del resto stati ben informati.

Sostegno alla fusionePoi è arrivato un passo molto importante e impegnativo da compiere: la lettura dei quattro statuti, l’estrapolazione dei punti rilevanti e la stesura di un nuovo statuto per la Sezione fusionata. In seguito, il rapporto completo sulla fusione e il contratto di fusione sono stati sottoposti alle rispettive quattro assemblee sezionali, che hanno ap-provato i due documenti. Infine il grande momento: l’assemblea co-stitutiva del 2 maggio 2014 ha sancito la nascita della nuova Sezione Samaritani LORA. Durante tutto il lungo periodo di preparazione, discussione ed elaborazione dei documenti, i gruppi di lavoro e specie Anton Jurt e Carmen Segessenmann hanno ricevuto sostegno e ap-poggio dall’Istruttrice bernese Silvia Schwab, da Helen Baumann del Segretariato centrale della FSS come pure dall’ex Segretario centrale della FSS Kurt Sutter, molto generoso in utili consigli.

Una gioventù Help attrattiva«Oggi i 35 soci di LORA sono più forti. Siamo fieri dell’elevata par-tecipazione all’ultimo esercizio mensile: più del 50 % di presenze!», dice Anton Jurt. La fusione ha permesso di mantenere nella regione un’organizzazione competente per i corsi nell’ambito dei Primi soc-corsi e per i Servizi sanitari. Anche il Gruppo Help raccoglie molto successo: da due anni raggruppa molti bambini e giovani grazie alle attrattive attività proposte da Carmen Segessenmann: «Avviciniamo i bambini già nelle scuole con visite e momenti informativi in classe.» I vertici della nuova Sezione sono convinti che in questo modo riusci-ranno ad entusiasmare i giovani all’attività samaritana.

Kurt Venner •

I buoni rapporti di vicinato e di collaborazione tra le Sezioni Samaritane

dei Comuni bernesi di Leuzigen, Oberwil, Rüti und Arch (foto sopra) e

quello solettese di Oberbucheggberg hanno reso possibile lo sviluppo e

il concretizzarsi della fusione, che ha rafforzato e dato un nuovo futuro

alla neonata Sezione LORA. (Foto: Kurt Venner)

Come sta la nostra Sezione?

Con la «Cassetta degli attrezzi» la Federazione svizzera dei Samaritani mette a disposizione dei Samaritani e delle Sezioni svariati strumenti di lavoro e d’aiuto per superare o gestire situazioni particolari o di difficoltà.

www.samaritani.ch > servizi > Cassetta degli attrezzi

Le Sezioni Samaritane possono chiedere aiuto anche alla loro Associazione cantonale o al Settore Formazione e Consulen-za del Segretariato FSS a Olten, telefono 062 286 02 00.

Info

Anton P. Jurt, presidente, e Carmen Segessenmann, monitrice di corso e

di Sezione della nuova Sezione Samaritani LORA.

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1. Come ha saputo del progetto «Samaritano scolastico»?Ero alla ricerca di temi adeguati per la nostra annuale settimana di progetto e ho saputo dell’iniziativa «Samaritano scolastico» da Ursula Held, monitrice degli Help di Kreuzlingen. Precedentemente avevamo già avuto dei contatti nell’ambito della formazione continua dei docenti sul tema dei Primi soccorsi.

2. Come hanno reagito gli scolari?Abbiamo brevemente presentato il progetto «Samaritano scolastico» su un volantino. Nonostante ci fossero altri 20 progetti tra cui sce-gliere, al primo colpo abbiamo attirato l’entusiasmo di 10-12 allievi dalla 4a fino alla 6a classe. Nel corso dell’intensa settimana di for-mazione, ho ricevuto delle impressioni positive sia dai bambini, che dai genitori e dai docenti coinvolti. Specialmente la parte conclusiva della settimana di progetto, con l’allarme e l’arrivo reale di un’ambu-lanza con due soccorritori professionisti, è stato molto emozionante e interessante per gli allievi. Se successo vi è stato, ciò è anche grazie a Ursula Held, che ha saputo comunicare le nozioni in modo compren-sibile secondo l’età degli allievi.

3. C’è stata anche qualche difficoltà?Quando, terminata la formazione, i rispettivi Samaritani scola-stici erano conosciuti, i loro docenti hanno spiegato gli scopi del progetto «Samaritano scolastico» alle loro rispettive classi. Anche gli altri docenti hanno informato le loro classi sulla presenza dei Samaritani scolastici. Tuttavia, non tutti i bambini avevano capito questa nuova funzione e alcuni hanno addirittura preso in giro i compagni Samaritani. È stata quindi necessaria una seconda spiegazione dei compiti e un primo caso reale di soccorso durante una pausa ha finalmente permesso di chiarire la funzione dei Sa-maritani. Ursula Held ha poi discusso con i Samaritani scolastici

L’intervistato: Ralph Huber, direttore scolastico di Kreuzlingen

«Aiutare, è un concetto da coltivare.»

Il Centro scolastico Bernegg a Kreuzlingen è una delle scuole che ha partecipato con successo al Progetto «Samaritano scolastico». La formazione è avvenuta grazie alla Sezione Samaritani di Kreuzlingen. Il direttore scolastico Ralph Huber ci racconta questa esperienza.

durante gli incontri settimanali degli Help, cercando se del caso di risolvere problemi o rispondere a domande. Ovviamente i bambini non hanno assunto la responsabilità della sorveglianza durante le pause, responsabilità che rimane al corpo docenti.

4. Quanti bambini sono stati formati?Il primo anno i bambini che hanno seguito la formazione di base sono stati 10; 8 di loro sono attivi come Samaritani scolastici. Il secondo anno altri 10 bambini hanno seguito la formazione. Nella nostra scuola, i Samaritani scolastici si riconoscono dal cappellino e dalla cintura-farmacia. Oggi, grazie anche alla loro nuova funzione, questi bambini godono di un’immagine positiva.

5. I Primi soccorsi influenzano il comportamento sociale. Avete notato un cambiamento negli allievi?È molto difficile valutare questo atteggiamento su un totale di ben 320 allievi. Il lavoro concreto dei bambini viene però molto apprezzato. L’aiuto va coltivato!

6. I Samaritani scolatici hanno un ruolo ulteriore? La formazione di base è un tema indiscusso della nostra settimana. Se tutti i moduli che i Samaritani scolastici devono assolvere, posso-no essere fatti, è una questione finanziaria. Siamo però fi-duciosi e vogliamo au-mentare i ranghi dei nostri Samaritani scolastici!

L’App Primi soccorsi della CRS

I Primi soccorsi con un click

Semplice, gratuita e incredibilmente preziosa e utile: stiamo par-lando della nuova App Primi soccorsi della Croce Rossa svizzera, disponibile da circa un mese. Un’occasione unica per avere sempre con sé le prime misure di soccorso e le informazioni utili in caso di emergenza. Le istruzioni vengono fornite in modo chiaro, pas-so dopo passo, e in maniera interattiva. Mai prima d’ora era così semplice rivedere e aggiornare le proprie conoscenze in Primi soc-corsi.

L’App apre anche le porte delle Sezioni Samaritane: grazie ad un link gli interessati possono infatti accedere alle offerte di corsi delle Sezioni in tutta la Svizzera, visibili sulla piattaforma www.redcross-edu.ch. L’App si può scaricare direttamente dall’App Store o da Google Play. •

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Panorama

Croce Rossa svizzera (CRS)

Premio Croce Rossa 2015

La Croce Rossa svizzera premia persone o organizzazioni per le loro particolari prestazioni umanitarie. Proposte e candidature possono essere inoltrate fino a fine 2014.

La Croce Rossa svizzera conferisce il suo Premio generalmente ogni due anni. La distinzione premia prestazioni e attività uma-nitarie dal carattere esemplare ed eccezionale, con effetti duraturi nel tempo. Possono candidarsi o venir proposte persone domicilia-te in Svizzera, organizzazioni con sede in Svizzera, organizzazioni svizzere attive all’estero oppure ancora cittadini svizzeri che vivono all’estero le cui attività si svolgono secondo i principi fondamentali d’umanità, d’imparzialità, di neutralità e del volontariato. Il premio è dotato di 30 mila franchi e sarà consegnato nel corso dell’assem-blea della Croce Rossa svizzera a fine giugno 2015.Non possono candidarsi:• persone o organizzazioni estere operanti all’estero• le organizzazioni della CRS, i membri dei loro organi e i loro

collaboratoriLa presentazione delle candidature non deve rispondere a nessu-

na forma particolare. È tuttavia indispensabile descrivere perché l’azione proposta è esemplare, eccezionale e duratura nel tempo.

La candidatura va inoltrata entro il 31 dicembre 2014 alla CRS, Comunicazione, Casella postale, 3001 Berna, o: [email protected]. •

Annemarie Huber-Hotz consegna il premio Croce Rossa 2013 al capo

della «Bourse à Travail». (Foto: CRS)

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Testo: Patrick Bindschedler*

La medicazione di una voltaUn esempio di cicatrizzazione della ferita proviene dalla natura. Sin dall’inizio dell’u-manità si è osservato che alberi e piante se-cernono succhi o resine se vengono lesionati. Questi succhi si incollano sul danno a mo’ di cerotto, portando chiaramente alla cicatriz-zazione della lesione. Pertanto oggi si suppo-ne che le prime medicazioni, fatte di foglie, resine e cortecce, siano nate da questa ispira-zione tratta dalla natura.

Una delle prime testimonianze lettera-rie sul trattamento delle ferite è il papiro di Edwin Smith, risalente all’anno 1900 a.C. Nel manoscritto si trovano descrizioni e

istruzioni dettagliate sulla medicazione di lesioni acute: «Ora, dopo averla suturata con un punto, devi applicare (carne) fresca sulla ferita per il primo giorno. Non devi fasciarla. Fissa il paziente al suo punto di ancoraggio (che potrebbe intendersi come l’osservanza dell’abituale stile di vita), finché la ferita non si è cicatrizzata. Ogni giorno devi trattarlo con grasso, miele e garza.»

Come materiale di bendaggio, negli scrit-ti viene menzionato il lino sottile, come ad esempio quello utilizzato anche dagli imbal-samatori di mummie. Un’altra testimonianza dell’antica tecnica di bendaggio è l’immagine di Achille raffigurata su una ciotola di terra-cotta che, nel 500 a.C., benda le ferite del suo amico Patroclo (Figura 1).

Come è cambiato il trattamento della cura delle ferite

La medicazione nel corsodel tempoLa medicazione è stata una delle prime misure terapeutiche ad essere applica-ta e ulteriormente sviluppata dall’uomo. Soprattutto negli ultimi 50 anni c’è stato un cambio di paradigma radicale a riguardo. In questo articolo, intraprendete un viaggio nel tempo, dall’antichità fino alla medicazione moderna del XXI secolo.

Alcuni secoli dopo Claudius Galen (129– 210 d.C.), medico e filosofo romano di ori-gine greca, si occupò intensamente del tema della «cicatrizzazione». A lui si deve anche la descrizione dei classici fenomeni clinici dell’infiammazione validi ancora oggi: Ru-bor (arrossamento), Tumor (gonfiore), Calor (calore), Dolor (dolore), Functio laesa (alte-razione della funzionalità). Una priorità del suo lavoro scientifico era il fondamento teo-rico e la sistematizzazione delle conoscenze mediche.

I primi tre libri dedicati esclusivamente al tema della medicazione provengono da Para-celso (dal 1493 al 1541 d.C.) e furono pub-blicati per la prima volta nel 1563. Dal titolo (qui in versione tedesca) «Drei Bücher Von wunden und schäden, sampt allen jren zufel-len, und derselben vollkommener Cur, Des Hochgelarten und weitberhümpten Aureoli Theophrasti Paracelsi von Hohenheim», le tre opere descrivono in modo molto detta-gliato, in 152 pagine, le osservazioni fatte da Paracelso su «l’oggetto vivente» durante il processo di guarigione delle ferite. Anche in questo caso sono contenute affermazioni valide ancora oggi, come ad esempio «La guarigione di ferite e lesioni avviene secondo determinate leggi. La natura non segue te, ma sei tu a doverla seguire.»

Nel corso dei secoli successivi, le tecniche di medicazione divennero sempre più all’a-vanguardia e più differenziate. Allo scopo si utilizzavano soprattutto lino, stoppa, lana e cotone come tessuti di bendaggio. Nella Germania del XIX secolo esistevano due libri, considerati per lungo tempo le opere fondamentali in materia di medicazione: (qui i titoli in lingua tedesca): «Gründli cher Be-richt von den Bandagen», scritto da Heinrich Bass intorno al 1720, e «Kurze praktische Verbandlehre» di Joachim Friedrich Henckel

Figura 1: un’antica tecnica di fasciatura: Achille medica Patroclo.

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Buono a sapersi

del 1849. A questo periodo risale anche la scoperta della pulizia della ferita con liquidi antisettici da parte di Joseph Lister (1827–1912), che nel 1864 scoprì casualmente l’ef-fetto battericida dell’acido fenico. Fu così possibile arginare un grande rischio per il paziente, ovvero che la sua ferita si infettas-se per via dei batteri. Un anno dopo furono individuati e descritti i tanti effetti collatera-li causati dal fenolo. L’assoluta necessità di trattare le ferite infette con sostanze antiset-tiche resta però un requisito fondamentale ancora oggi.

Tuttavia il reale decorso di cicatrizzazio-ne della ferita restava comunque un mistero. Tutte le raccomandazioni e le teorie deriva-vano dalle osservazioni e dalle deduzioni di medici ricercatori, ma non esistevano ancora prove o risultati di misura a riguardo.

La medicazione di oggi La storia della medicazione moderna di oggi inizia nel 1962. George D. Winter, conducen-do esperimenti sui maiali, scoprì che la forma-zione di un nuovo tessuto può avvenire fino al 50 % più velocemente in un ambiente umido, isolato da influssi esterni, rispetto che sotto a una crosta più secca, la crosta della ferita o bendaggi asciutti. Un modello naturale per le sue ricerche è stata la bolla che si forma per sfregamento (ad es. camminando) e che gua-risce esattamente secondo lo stesso principio. Venne così confutata l’opinione predominante fino a quel momento, che una ferita si doves-se asciugare e trattare quanto più possibile all’aria, affinché respirasse. Inoltre George D. Winter riuscì ad appurare che un ambiente umido offre un clima ottimale per numerose sostanze che favoriscono la cicatrizzazione. Fu così scoperta l’importanza delle sostanze contenute nell’essudato della ferita! (Figura 2).

Queste nozioni innovative portarono a un cambio di paradigma nel trattamento del-le ferite acute e croniche. Molti ricercatori dagli orientamenti scientifici più disparati scoprirono il tema in prima persona e, sulla base delle conoscenze di Winter, tentarono d’indagare ulteriormente sul processo della cicatrizzazione. Inoltre l’industria aveva sco-perto un potenziale per i «rimedi terapeutici moderni». Nel 1965 arrivò sul mercato la

Specialisti per la medicazione moderna

L’azienda 3M, che dal 2014 sostiene la FSS in veste di sponsor principale, offre una vasta gamma di medicazioni moderne e dispone delle conoscenze speciali-stiche necessarie per una consulenza competente in materia di medicazione. Per saperne di più su questo tema avvincente, avvaletevi dell’attuale offerta di for-mazione continua. Tra l’altro il prossimo 25 ottobre a Olten è previsto l’evento «Medicazione moderna» organizzato congiuntamente dalla Federazione svizze-ra dei Samaritani e dalla 3M. Anche alcune Associazioni cantonali offrono una formazione continua su questo tema.

Saperne di più

prima medicazione idrocolloidale: Varihesi-ve. Il principio base di questo prodotto era la medicazione in ambiente umido, che s’i-spirava alla bolla che si forma naturalmente. L’effetto può essere paragonato anche a quel-lo di una serra (Figura 3), che crea un clima ottimale per le piante, e i principi attivi non sono necessari a riguardo.

Circa due decenni dopo, gli studi clinici ri-uscirono inoltre a provare non solo che l’am-biente umido contribuisce notevolmente ad una guarigione più veloce, ma anche che una temperatura costante (circa da 35 a 37 °C) è un requisito essenziale ai fini di una cicatriz-zazione ottimale (Figura 4).

Arrivati nel XXI secolo, abbiamo un nu-mero pressoché incalcolabile di prodotti di medicazione moderni, che garantiscono una cicatrizzazione in ambiente umido, regolano il flusso dell’essudato e possono essere lascia-ti sulla ferita per più giorni.

*Patrick Bindschedler è Infermiere dipl. SSS

Infermiere specializzato nella cura delle ferite

Akademie-ZWM®. •

Figura 3: l’effetto delle prime medicazioni

idrocolloidali può essere paragonato a quello

di una serra.

Figura 4: una temperatura costante ed un am-

biente umido favoriscono una rapida guarigio-

ne della ferita.

Figura 2: un ambiente umido della ferita offre

un clima ottimale alle numerose sostanze che

favoriscono la cicatrizzazione.

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Persone

Ursula Millius, Briga-Glis VS

«Volevo fare qualcosa di utile»Dall’altopiano zurighese all’Alto Vallese: Ursula Millius si è ben ambientata nella sua nuova «patria». La dinamica Samaritana ricopre varie cariche in seno all’Organizzazione samaritana e pratica volentieri sport, specie lo sci.

Testo e foto: Kurt Venner

Madre di tre figli, Ursula Millius è da poco tempo diventata anche nonna e lavora come assistente in una farmacia. L’abbiamo incon­trata un soleggiato pomeriggio d’agosto in un caffé nel centro di Briga. Nel suo colorito e melodioso dialetto vallesano («Walliser­ditsch») ci dice subito sorridendo che, tutta­via, «pochi sanno che non sono per nulla vallesana, bensì zurighese: originariamente provengo dall’Oberland zurighese.»

Suo padre era impiegato postale, la mam­ma consigliera comunale a Wetzikon. Tut­tavia Ursula Millius non ne vuol sapere di politica, anche se a Briga molto probabil­mente sarebbe stata eletta. La gente infatti la conosce molto bene. Mentre cammina nel centro città, ad ogni passo qualcuno la salu­ta: «Qui tutti si conoscono. Briga è una cit­tadina tranquilla e famigliare.» E per lei gli aperitivi spensierati con gli amici, lo sport e il bel tempo per stare all’aria aperta sono cose molto importanti.

Non una società qualsiasiUrsula è socia della Sezione Samaritani di Briga­Glis da più di 20 anni. Nella sua qua­lità di assistente di farmacia può portare in Sezione molte e utili conoscenze mediche. Quando era mamma e casalinga a tempo pie­no, ha cercato anche una nuova sfida: deside­rava fare qualcosa di utile per la comunità, ma non voleva entrare in una società qual­ siasi. Fu così che una compagna (e cassiera della locale Sezione Samaritani) del corso di inglese che seguiva allora l’ha incentivata ad entrare nei Samaritani.

Ursula Millius si è così poi costantemen­te formata nell’ambito samaritano: dappri­ma come monitrice di corso e di Sezione e più tardi ha assunto sempre nuove funzioni. Così, tra le altre cose, ora è Istruttrice, for­matrice OC, capo della Commissione tecni­ca come pure capo allarme. Una cosa che le procura molto piacere e anche divertimento è la collaborazione in seno alla Commissione di gara delle Gare samaritane. All’interno di

questa commissione, assieme ai suoi colleghi svolge vari compiti ed elabora le domande e i quesiti formulati poi ai partecipanti alle gare.

Ursula si è formata pure come ausiliaria di trasporto. Inoltre, per due anni, è stata a disposizione del Servizio ambulanza per due giorni alla settimana. Questa funzione, ci confessa, ha arricchito molto le sue cono­scenze di Samaritana, soprattutto a seguito del confronto diretto con situazioni di emer­genza e casi reali.

Trovare nuove leve diventaproblematicoUna grossa sfida delle Sezioni vallesane come pure della rispettiva Associazione cantonale è quella di trovare un numero sufficiente di

Samaritano deve imparare bene se desidera trasmetterle in modo sicuro e competente agli altri nell’ambito di istruzioni o corsi.

E non è neppure facile trovare nuovi e giovani soci: «La maggior parte dei giovani vallesani sono già impegnati, nel proprio co­mune di domicilio, in minimo due o tre altre società.» A questo si aggiunge il fatto che, per mancanza di posti di lavoro, i giovani spesso lasciano le regioni e le vallate disco­ste per andare nelle città. Tuttavia la nostra Sezione non può lamentarsi potendo conta­re su di un sufficiente numero di nuove leve. La Sezione ha inoltre un dinamico Gruppo Help, anche se non è scontato che poi i giova­ni entrino o rimangano in Sezione, dato che molti lasciano il paese per studio o per lavo­ro, osserva la nostra interlocutrice.

Le fusioni comportano anche rischiAlla domanda se le fusioni possono rappre­sentare una valida possibilità per combattere il calo di soci nelle regioni discoste, Ursula Millius ritiene che «Di per sé sì. Ma ci sono anche molti rischi. Spesso dopo una fusio­ne non funziona più nulla. Non sempre una fusione è la soluzione miracolosa contro la chiusura di una Sezione. Sicuramente noi ab­biamo potuto realizzare con successo alcune fusioni, ma questo solamente grazie a mem­bri di Sezione convinti e trascinatori.» Un buon esempio in questo senso è la Sezione di Saastal, dove la collaborazione è riuscita e la nuova Sezione è ora forte. I villaggi discosti sono più impegnativi anche per il lavoro sa­maritano. Se, ad esempio, in una valle a cau­sa di una strada bloccata o di una valanga il medico e/o l’ambulanza non possono arriva­re, non sarà di certo la fusione tra Sezioni ad aiutare in questi casi. Ben più importanti, per Ursula, sono nuovi soci che siano pronti ad impegnarsi, ad assumersi delle responsabilità e a formarsi come monitore o istruttore.

Oltre al lavoro in seno alla Sezione Sama­ritani, Ursula insegna alle future e futuri as­sistenti di farmacia alla Scuola professionale di Briga e, per rilassarsi, pratica sport. •

persone interessate a funzioni quadro. «È difficile motivare le persone, invogliarle ad assumersi del lavoro e a dedicarvi del tem­po.» E non bisogna nemmeno dimenticare che la formazione e la formazione continua dei Samaritani sono sempre più esigenti, af­ferma Ursula Millius: «Per alcuni, le pretese elevate sono dei buoni stimoli, per altri sono semplicemente un problema.» I Primi soc­corsi si basano su nuove conoscenze che ogni

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ASSTM, Associazione Sezioni Samaritane Ticino e Moesano

Anche i Samaritani possono aderire al «care team ticino»

Il Canton Ticino, con l’appoggio delle Regioni di protezione civile, sta creando un sostegno psicosociale d’urgenza definito «care team ticino». Di cosa si tratta esattamente? Cos’è il «care team»? È un gruppo di persone formate nello specifico per gli interventi psicosociali d’urgenza e permette di ridurre ed evitare danni ulteriori alla psiche delle vittime.

In concreto, si intende creare un gruppo di operatori che, in caso di eventi traumatici, possa aiutare le vittime nell’immediato offrendo loro le seguenti relazioni:• ricevere informazioni tempestive, esatte e verificate sulle condizio-

ni di salute dei loro cari coinvolti nell’evento• disporre di un unico interlocutore sul quale potersi appoggiare in

maniera continua• essere compresi e rispettati nei loro bisogni• garantire la protezione della loro intimità e della loro sfera privata

allontanandoli dai media• garantire i bisogni primari (infondere sicurezza, vitto e alloggio,

ecc…)

Campagna adesioni, serata informativa il 9 ottobreIn una prima fase verrà organizzata una serata informativa destinata a quelle persone che di principio hanno una predisposizione a far parte di questo gruppo. Lo scopo di questa serata è di raccogliere le vostre adesioni di massima. In una seconda fase, sulla base delle risposte date sul formulario che sarà consegnato durante la serata informativa, gli interessati saranno convocati ad un colloquio per-sonale.

La selezione avverrà tenendo in considerazione in particolare i se-guenti criteri:• resistenza mentale e psichica allo stress• buona gestione delle proprie emozioni• buona conoscenza di sé e dei propri limiti• avere una base formativa nell’ambito delle relazioni sociali• possedere una buona dialettica e avere buone conoscenze sulla

comunicazione

• avere la possibilità di lasciare il posto di lavoro in tempi brevi per poter intervenire (eventuale accordo scritto con il datore di lavoro) in quanto vi sarà picchetto a livello cantonale (circa 1 settimana ogni 6).

• automunitoLa formazione si terrà presso il Centro di istruzione della PCI di Ri-

vera sotto la direzione dell’Ufficio federale della protezione della popo-lazione (UEPP) ed avrà una durata, a dipendenza della funzione, da 5 a 7.5 giorni. Gli interessati a questo progetto sono invitati a partecipare alla serata informativa (prima fase) che si terrà giovedì 9 ottobre 2014 alle ore 20.30 presso il centro di istruzione della PCI di Rivera. Chi fosse interessato a far parte di questo progetto è invitato ad annunciarsi al Segretariato cantonale, mail: [email protected] o telefonare al numero 091 930 68 61. Potete portare con voi anche persone interes-sate che non sono Samaritani. Termine d’iscrizione 1 ottobre 2014.

Associazione Sezioni Samaritane Ticino e Moesano, presidente Janine Hunkeler •

Organizzazione di salvataggio della CRS

«oggi Samaritani» 9/2014Data di apparizione: 17 settembre 2014

EditoreFederazione svizzera dei Samaritani FSSMartin-Disteli-Strasse 27Casella postale, 4601 OltenTelefono 062 286 02 00Telefax 062 286 02 [email protected]

Segretaria centrale: Regina Gorza

Abbonamenti,cambiamenti d’indirizzo per scritto all’indirizzo citato

Prezzo d’abbonamentoSingolo abbonamento per terzi: Fr. 33.– annuali

10 numeri all’annoTiratura: 4800 copie

Redazione centrale Olten:Petra ZenhäusernSegretariato: Monika NembriniTelefono 062 286 02 67

Redazione Ticino e MoesanoMara MaestraniCasa Vescovi, 6717 DangioTelefono e fax 091 872 17 [email protected] articoli: entro il 15 di ogni mese

InserzioniZürichsee Werbe AGVerlag und AnnoncenSeestrasse 86, 8712 StäfaTelefono 044 928 56 11Telefax 044 928 56 00

Impaginazione, stampa, spedizioneAVD GOLDACH AG, 9403 Goldach

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Sezioni, Associazione

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«Trial Ticino» e il servizio dei Samaritani

Il Posto sanitario visto … dall’altra parte, un grande Grazie ai Samaritani

Cosa c’è di più bello, caloroso e rassicurante – durante una dura prova di corsa in montagna, tra fatica e condizioni meteo avverse – che vedere ed abbracciare gli amici Samaritani ai Posti sanitari? Una presenza che già di per sé, è un incoraggiamento morale.

Come Samaritana, questa volta non ero al Posto sanitario ma … dall’altra parte! Infatti ho vissuto queste sensazioni gli scorsi 8, 9 e 10 agosto quando, dopo essermi ben allenata, ho partecipato all’impegnativo «Trail Ticino» sulla distanza di 80 km (c’erano percorsi da 50 km o addirittura da 130km).

Dopo la partenza da Faido, il percorso del Trail si snoda su sentieri, non sempre facili da percorrere, tra la Media Leventina, Valle di Blenio, Val Piora, Val Canaria, Gottardo e Passo della Novena con arrivo ad Airolo. Per chi ha scelto la distanza più corta di 50 km, la partenza era al sabato mattina alle 9, mentre per gli altri era a mezzanotte di venerdì, e l’arrivo degli ultimi sportivi era previsto durante la giornata di domenica 10 agosto attorno alle 15. Purtrop-po le condizioni meteorologiche, come spesso la scorsa estate, non sono state favorevoli, anzi! Temperature fredde e pioggia che hanno reso, in più punti del percorso, i sentieri infangati e scivolosi, dunque molto pericolosi specie se ripidi.

La partenza era posta a 700 metri di quota, l’arrivo ad Airolo a circa 1200 metri, mentre la quota massima da raggiungere erano i 2570 metri della capanna Cadlimo. Non è stata, insom-ma, una passeggiata: il dislivello complessivo era elevato. Lo sforzo fisico richiesto, notevole.

Partecipare ad una tale manifestazione è mettere alla prova sofferenza fisica e mentale, e sfidare sé stessi, le intemperie e il cronometro. E in tutto questo c’è una cosa che riscalda pro-fondamente il cuore e che ti dà energia: arrivare ai Posti sanitari lungo il percorso e vedere visi a me familiari che, con un sorriso, buone parole e gesti, ti chiedono se serve qualcosa, se hai problemi, ti incoraggiano se hai il «fiatone» e ti danno forza per continuare. Tutto questo è semplicemente fantastico, stupefacente, incredibile!

In momenti di difficoltà una buona parola aiuta e ricarica la parte mentale. Spesso il lavoro dei Samaritani è «nascosto»: le buone e calde parole non si vedono come si vede invece una fa-sciatura o di un cerotto. Per arrivare in alcuni Posti discosti e non raggiungibili da strade, i Sa-maritani hanno dovuto camminare parecchio, sotto la pioggia, e poi rimanere di picchetto per diverse ore, esposti al freddo e magari in posti dove non c’era la possibilità di un locale asciutto dove ripararsi. E non bisogna dimenticare che i picchietti hanno coperto anche la fascia di ore notturne, quando i corridori erano ancora in gara (non era previsto il riposo notturno). Molti di loro hanno famiglia e hanno rinunciato ai loro familiari per dedicarsi alla causa samaritana aiutando e sostenendo gli altri. Essi hanno sempre accolto e accolgono in altre occasioni tutti i bisognosi, con cordialità e rassicuranti sorrisi. Una cosa davvero lodevole!

Ringrazio qui di cuore tutti i Samaritani, amici e colleghi, e i medici presenti. Ringrazio tutti quelli che mettono a disposizione di queste manifestazioni il loro entusiasmo, la loro energia

e soprattutto il loro tempo e il cuore! Sie-te esemplari!

Una Samaritana •

Corso soccorritori, solo una questione di soldi?

La trasmissione svizzero tedesca «Espresso» ha condotto l’inchiesta, il giornale «20 Minutes» ne ha dato ampia eco. Un «fornitore di presta-zioni» svizzero tedesco vendeva i certificati del Corso soccorritori ad allievi senza dare loro la rispettiva formazione. Una volta avvisato, l’Ufficio federale delle strade ha denunciato il caso alla giustizia e ha ritirato la licenza a questa persona. Sulla vicenda, è interessante leggere i commenti sulla pagina Internet del giornale. Gli Svizzero tedeschi, da una parte, sottolineano l’importanza di seguire il corso (conoscenze dei Primi soccorsi = un atto civile), men-tre i commenti da parte dei romandi sono molto meno. Ma in Svizzera francese si menziona spesso il prezzo elevato del corso. C’è quindi mani-festatamente uno sforzo importante da fare, soprattutto in Romandia, affinché si evidenzi l’importanza del modo di insegnare. Un internauta romando scrive addirittura che ha se-guito il corso e che pensa che non gli abbia servito a nulla. Tuttavia scrive che una volta ha potuto mettere in posizione laterale un suo compa-gno ubriaco. E pensare che forse, con questo atto, gli ha salvato la vita! Questi commenti sui siti Internet sono un eccellente mezzo per fare della comunicazione a favore dei Sa-maritani. Infatti qualche Samaritano ha osato difendere il Corso soccorri-tori e fornire messaggi positivi. Un grande «Bravi!» in particolare anche alla Sezione svizzero tedesca che ha approfittato del caso per proporre un ribasso agli allievi lesi dal mal agire del «fornitore» sospeso. Un gesto che dà una buona imma-

gine dei valori samaritani.

Stéphane Birrermembro del Comitato centrale FSS

Colonna

(Dal Pizzo Canariscio;

zona San Gottardo)