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Vox Populi Bollettino Interno dell’Associazione “Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà” Quello trascorso è stato un anno difficilissimo dal punto di vista economico. A peggiorare le cose ci hanno ben pensato lo Stato, con le sue imposizioni schizofreniche, e l’amministrazione Piemonte ap- plicando sempre il massimo delle tariffe comunali. In poche parole essere italiani è già difficile, ma se sei santantimese non alcuno scampo. Se pensiamo a quanto accaduto con la tassa sui rifiuti viene da ridere, difatti la bislacca maggioranza politica dei vari Ce- saro, Piemonte & compagnia, si è trovata ad applicare il vecchio regime Tarsu piuttosto che il pre- visto Tares solo perché lo Stato centrale ha concesso una proroga a fine anno. Per meglio intender- ci è opportuno specificare che la Tarsu si paga in base ai metri quadrati della proprietà di riferi- mento, mentre la Tares prevede un coefficiente fisso per i membri componenti il nucleo familiare del contribuente ed un coefficien- te fisso relativo alla metratura quadrata della relativa proprietà. Questo vuol dire che ancora una volta chi vive da solo sarà costret- to a pagare la stessa somma di chi, invece, è contribuente per un nucleo familiare numeroso ed ov- viamente produce più rifiuti. Ul- teriore ragionamento va obbliga- toriamente fatto circa l’IMU. Tale imposta sui beni immobili, come tutti sanno, è imposta dallo Stato, ma lasciando ai comuni dei mar- gini di tassazione che serviranno a costituire il gettito comunale. A Sant’Antimo ovviamente l’Imu non poteva non rappresentare un simpatico teatrino, come sempre del resto. Infatti, in un consiglio comunale, svoltosi prima dell’e- state del 2013, la maggioranza si era vantata di poter fissare la tarif- fa sulla seconda casa al 8,99 per mille, tra l’altro con tanto di ma- nifesto a colori recante i simboli di tutta la maggioranza. In quel consiglio, le parole dei consiglieri d’opposizione furono caratteriz- zate da un sintomatico e falsa- mente meravigliato sarcasmo, prevedendo ciò che è successo, nel mese di novembre, all’atto della discussione del bilancio. Infatti, in linea con le previsioni, il 29 novembre 2013, la maggio- ranza, bastonata da se stessa, è costretta a tornare sui suoi passi, alzando l’aliquota dell’Imu sulla seconda casa al 10,50 per mille. Accanto alle solite nefandezze, si consideri pure che sui com- mercianti è stato caricato un bel 30% in più sulla tassa dei rifiuti e che ovviamente la situazione è seriamente imbarazzante oltre che soffocante... Ma cari concitta- dini miei, non temete, le facce di questa numerosa maggioranza di Piemonte, non perderanno il loro caratteristico colore di bronzo. Giuseppe Italia “Un anno di tasse” www.associazioneagora.org #006 - Gennaio 2014 SEGUI LE FINALI E PARTECIPA ANCHE TU ALLA FESTA FINALE ! #LACAMORRANONVALENIENTE

Vox Populi #006, Gennaio 2014

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Vox PopuliBollettino Interno dell’Associazione “Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà”

Quello trascorso è stato un anno difficilissimo dal punto di vista economico. A peggiorare le cose ci hanno ben pensato lo Stato, con le sue imposizioni schizofreniche, e l’amministrazione Piemonte ap-plicando sempre il massimo delle tariffe comunali. In poche parole essere italiani è già difficile, ma se sei santantimese non alcuno scampo. Se pensiamo a quanto accaduto con la tassa sui rifiuti viene da ridere, difatti la bislacca maggioranza politica dei vari Ce-saro, Piemonte & compagnia, si è trovata ad applicare il vecchio regime Tarsu piuttosto che il pre-visto Tares solo perché lo Stato centrale ha concesso una proroga a fine anno. Per meglio intender-ci è opportuno specificare che la Tarsu si paga in base ai metri quadrati della proprietà di riferi-mento, mentre la Tares prevede un coefficiente fisso per i membri componenti il nucleo familiare del contribuente ed un coefficien-te fisso relativo alla metratura

quadrata della relativa proprietà. Questo vuol dire che ancora una volta chi vive da solo sarà costret-to a pagare la stessa somma di

chi, invece, è contribuente per un nucleo familiare numeroso ed ov-viamente produce più rifiuti. Ul-teriore ragionamento va obbliga-toriamente fatto circa l’IMU. Tale imposta sui beni immobili, come tutti sanno, è imposta dallo Stato, ma lasciando ai comuni dei mar-

gini di tassazione che serviranno a costituire il gettito comunale. A Sant’Antimo ovviamente l’Imu non poteva non rappresentare un

simpatico teatrino, come sempre del resto. Infatti, in un consiglio comunale, svoltosi prima dell’e-state del 2013, la maggioranza si era vantata di poter fissare la tarif-fa sulla seconda casa al 8,99 per mille, tra l’altro con tanto di ma-nifesto a colori recante i simboli

di tutta la maggioranza. In quel consiglio, le parole dei consiglieri d’opposizione furono caratteriz-zate da un sintomatico e falsa-mente meravigliato sarcasmo, prevedendo ciò che è successo, nel mese di novembre, all’atto della discussione del bilancio. Infatti, in linea con le previsioni, il 29 novembre 2013, la maggio-ranza, bastonata da se stessa, è costretta a tornare sui suoi passi, alzando l’aliquota dell’Imu sulla seconda casa al 10,50 per mille. Accanto alle solite nefandezze, si consideri pure che sui com-mercianti è stato caricato un bel 30% in più sulla tassa dei rifiuti e che ovviamente la situazione è seriamente imbarazzante oltre che soffocante... Ma cari concitta-dini miei, non temete, le facce di questa numerosa maggioranza di Piemonte, non perderanno il loro caratteristico colore di bronzo.

Giuseppe Italia

“Un anno di tasse”

w w w . a s s o c i a z i o n e a g o r a . o r g

#006 - Gennaio 2014

SEGUI LE FINALI E PARTECIPA ANCHE TU ALLA FESTA FINALE !# L A C A M O R R A N O N VA L E N I E N T E

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Potrebbe trattarsi di uno slogan pubblicitario in vista della pros-sima estate ma in realtà si tratta di un epopea che continuiamo a vivere da anni. Le nostre strade sono così dissestate che grazie

alle piogge di questi giorni si sono formate delle vere e proprie piscine. Peccato, però, che que-sto non sia periodo di tuffi ne un acquapark. Avevamo, sul nostro giornale, già scritto un articolo

al riguardo lo scorso Settembre ma da allora la giunta capitana-ta dall’imperturbabile Sindaco Piemonte ha fatto orecchie da mercante. Ogni giorno, si evince come il Sindaco non riesca più ad amministrare e a proporre le solu-zioni di cui il Paese ha bisogno(In realtà non l’ha mai fatto). Il no-stro Sindaco preferisce nascon-dersi e rimandare le questioni di Consiglio in Consiglio. Non è un caso che da Luglio a Dicembre si siano svolti pochissimi Consigli comunali, di cui uno convocato, in via straordinaria, dall’oppo-sizione . Intanto il paese crol-la, partendo dalle sue strade: In tale contesto non stupisce che il Sindaco non provveda alla ripa-razione nemmeno della strada principale(Via Roma). Il discorso principale, che sembra opportu-no affrontare, è che il Sindaco e

la giunta stiano sostanzialmente decidendo di non decidere, cosa del tutto in accettabile per chiun-que conosca una delle numerose definizioni della politica, ovve-ro intesa come agire, volontà di decidere. Sarebbe apprezzabile il tentativo di affrontare le que-stioni, anche sbagliando ma si preferisce giocare a nascondino. A questo punto la domanda sor-ge spontanea: Per quanto tempo vorrà nascondersi il nostro Sin-daco? In particolare l’assessore all’urbanistica quando deciderà di svegliarsi dal sonno di morfeo? Le domande meriterebbero delle risposte ma dubito che ci verrano date ,data la predisposizione della maggioranza a sparire in conti-nuazione, peccato che non si tratti di uno spettacolo di magia ma di una vera e propria tragedia.

Valentino Arena

Benvenuti nell’acquapark di Sant’Antimo.

“PONeteci tutti sullo stesso li-vello”, è questa la voce che negli ultimi giorni si sta elevando tra gli alunni del Liceo Scientifico L.Bassi. Dialoghi, assemblee e scioperi non sembrano smuovere

decisioni limitative ed inopportu-ne: il 28 ottobre scorso, durante il Consiglio D’Istituto, a segui-to della mancata partecipazione della componente alunna è stato deliberato all’unanimità, un ano-

malo criterio di partecipazione ai corsi Pon. Questi ultimi, da sem-pre facilmente accessibili ad ogni alunno sono oramai esclusiva-mente frequentabili da coloro che interamente hanno versato la cifra prevista (euro 90) del cosiddetto contributo volontario richiesto dall’Istituto e ottenuto una piena e regolare ammissione all’anno successivo, in casi straordinari è prevista poi una terza modalità di accesso: il sorteggio. Le percen-tuali legate a questi criteri costi-tuiscono rispettivamente il 70% e il 30%. Durante tale Consiglio, è stato in seguito stabilito che dal versamento di tale pagamento dipenderanno per tutta la durata dell’anno scolastico, le adesioni a viaggi d’istruzioni/visite gui-date, concessione di fotocopie e corsi di orientamento per classi

quinte. Tali decisioni sono sta-te dettate a seguito di un minore pagamento della cifra sopra indi-cata, è dunque lecito riflettere su quanto la scuola pubblica Italiana possa risultare facilmente iden-tificabile come un ente privato, capace di dimostrare funzionalità e organizzazione solo in caso di versamenti economici. Gli alunni dell’istituto Bassi dopo aver più volte sollecitato e sottolineato la difficile situazione, chiedono pertanto l’annullamento delle de-cisioni stabilite precedentemente affinché l’accesso ai corsi Pon risulti, libero e indipendente da qualsiasi vincolo. Prevista in que-sti giorni, un’assemblea straordi-naria tra alunni, genitori e com-ponenti del Consiglio d’Istituto.

Palma Scarano

Solo chi paga, studia?!

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Da quando Renzi è stato eletto segretario PD si sono susseguite “proposte” lanciate al Governo,-sconvolgendo l’agenda dell’E-secutivo (qualora esistesse). Ciò è avvenuto, soprattutto, con il “job act” (Legge sul lavoro). Ma cosa contiene? Riduzione del-le forme contrattuali (da 15 a 2) con un contratto indeterminato a tutele crescenti (quali e quan-te? Mistero), tagli agli incentivi energetici alle grandi imprese(-saranno d’accordo?!), legge sulla rappresentanza sindacale(costitu-zionalmente prevista,ma mai pro-mulgata/proposta), introduzione dei rappresentanti dei lavoratori all’interno dei consigli di ammi-nistrazione “alla tedesca” (cosa in realtà falsa: in Germania sono nel consiglio di sorveglianza e non di amministrazione), taglio dell’Irap finanziato da aumento aliquota sulle rendite finanziarie: insomma un vero e proprio piano industriale unico per tutti i settori dal turismo all’agricoltura.Se qualche proposta andasse in

porto, avremmo fatto una rivolu-zione economica nel nostro Paese ma la copertura finanziaria per attuare questa riforma non è nota o,quando lo è,risulta vaga,quasi come fossero slogan da campa-gna elettorale. Eppure non ce ne sono in vista,no? Tralasciando l’errore nel titolo, la proposta ha riscosso un gran successo in Italia presso Vendola, Cgil, Cisl, UIL e ,“Udite e udite” Fiom. Perfino l’UE e il Financial Times plaudono il Job act di Ren-

zi: un successo continentale.NCD sottolinea che non ci sono state vere proposte, ma slogan. E non a torto visto che i renziani non hanno depositato proposte di legge finora, mentre il segretario si è limitato alle proposte riporta-te talvolta anche in modo diverso da una trasmissione TV all’altra.Nel frattempo Alfano non si fa cogliere impreparato e, nonostan-te quasi un anno di Governo, in-spiegabilmente, solo da qualche giorno ha depositato una con-

tro-proposta assieme al fido, si fa per dire, Sacconi (ex PSI,ex Sini-stra liberale,poi l’illuminazione verso centro-destra Pdl, infine NCD: ce le ho tutte!) .Chi meglio di Sacconi (ex com-ponente commissione Lavoro alla Camera) poteva “spiegare” la proposta di legge, pur non aven-done mai fatta una quando po-teva? Ovviamente non c’è stata spiegazione della legge,ma solo qualche frase come “Bisogna li-berarsi dai pregiudizi del Nove-cento e superarli”: spiegazione esemplare. Le proposte sembrano bozze di programma elettorale, i ministri traballano, il “rimpasto” sembra all’ordine del giorno, la Consulta si è espressa sul Porcellum: ogni giorno c’è un Letta vs Renzi su una legge; magari piuttosto che rimediare alle piaghe del nostro Paese, pensano alle prossime elezioni? No,i nostri politici non farebbero mai una cosa del gene-re...O forse la stanno già facendo?

Ferdinando Paciolla

Renzi: il paroliere fiorentino.

La disoccupazione: il nuovo status italiano.

La nostra Penisola registra il più alto tasso di disoccupazione gio-vanile nella storia, attestandosi al 37.1%; il valore più alto degli ultimi dieci anni. L’Istituto nazio-nale di Statistica ha considerato i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, riscontrando che tra loro sono 641 mila i soggetti in cerca di occupazione, ovvero il 10.6% della popolazione che rientra in questa fascia anagrafica. L’Italia è tra gli ultimi in Europa, insie-me a Portogallo (38.7%), Spa-

gna (56.5%) e Grecia (57.6%). In questo scenario, preoccupan-te è l’ aumento del nu-mero di uomini, non solo giovani, rimasti senza lavoro: a no-vembre il tasso d’oc-cupazione maschile è sceso al 66.3% e in un lasso di tempo

di cinque anni (2007-2012) gli uomini occupati sono passati da circa 14.1 milioni a 13.38 milio-ni. I disoccupati in Italia sono 3 milioni e 189 mila, con 287 mila disoccupati in più (quasi il 10%)rispetto allo scorso anno. Secon-do l’Istat, a ottobre hanno perso il lavoro 13 mila giovani tra i 14 e 29 anni, mentre rispetto allo scor-so anno i posti di lavoro perdu-ti tra gli under 30 sono stati 151 mila. Complessivamente il nume-

ro di giovani disoccupati è di 663 mila, novemila in più rispetto a settembre e 35 mila in più in con-fronto a ottobre dell’anno scorso. Aumenta inoltre il numero degli scoraggiati, coloro che non cerca-no lavoro perché ritengono di non trovarlo, che salgono a 1 milione 901 mila su base trimestrale. La gravissima crisi economica e fi-nanziaria che dal 2007 ha colpito tutti i paesi occidentali, e che è ben lontana dall’essere superata, ha avuto come effetto principa-le un forte aumento della disoc-cupazione. In Italia, nel 2010, il tasso di disoccupazione ha rag-giunto il 9 per cento; ma se si tiene conto dei lavoratori in cassa integrazione, si arriva all’11 per cento. Se si guarda alla distribu-zione territoriale dei fallimenti, dal 2009 a oggi il territorio che ha sofferto di più è di certo la Lom-

bardia con 8.529 chiusure (22,1% del totale); segue il Lazio (3.833, pari all’11,9%) e il Veneto (3.720, pari all’8,2%). Ben un quinto del totale dei fallimenti registrati in Italia riguarda l’edilizia che è il settore in maggiore difficoltà con 1.345 casi, seguiti dal commer-cio all’ingrosso. Le imprese sono imprigionate nella recessione e nell’eccessiva rigidità. Secondo l’Osservatorio sulle crisi di im-presa di Cerved Group, sono cir-ca 200 le imprese che ogni giorno escono dal mercato del lavoro a causa di fallimenti (9.000),proce-dure concorsuali non fallimentari (1.500) e liquidazioni (45.000). Il dato più allarmante è che chiudo-no anche “le imprese in grado di creare ricchezza”.

Anna Russo

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C’è fermento politico a Grumo Nevano e Agorà – Lavoro, Parte-cipazione e Libertà fa la sua parte per contribuire al bene della città. Nelle scorse elezioni del 2013 a Grumo Nevano si è presenta-ta con una lista, raccogliendo i consensi necessari ad accedere al Consiglio Comunale con Ar-cangelo D’Errico. Grumo Neva-no e la sua politica, sia intra che extra consiliare, stanno vivendo un periodo di agitazione, dovu-to anche all’impegno di Agorà. Per Mercoledì 22 gennaio 2014 è stato convocato un consiglio,

su richiesta di Agorà e dei consi-glieri di Minoranza, per discutere sulla mancata adesione della città di Grumo Nevano al patto della Terra dei Fuochi. Tale patto, un protocollo di intesa firmato da province, molti comuni, enti non governativi e sponsorizzato dalla Regione, detta delle linee guida per combattere la dura questione dei roghi tossici e dell’abbandono dei rifiuti, concedendo finanzia-menti a progetti per un minimo di 30.000 euro. Agorà, insieme agli amici dell’opposizione, por-teranno in consiglio la relazione

in merito, e proporranno l’imme-diata adesione al protocollo d’in-tesa. Protocollata ma non inserita all’ordine del giorno del consiglio del 22 gennaio c’è anche un’altra annosa questione. In meno di 6 mesi a Grumo Nevano sono crol-lati due palazzine a distanza di 500 metri. Su proposta di Agorà, l’opposizione ha presentato una interrogazione per chiedere lo stato del sottosuolo grumese, da sempre caratterizzato dalla pre-senza di cavità, per controllare la stabilità degli edifici e la situa-zione idrogeologica del territorio.

“Sulle questioni della Terra dei Fuochi e dell’emergenza crol-li in via Toti e via Chiacchio, – dice D’Errico, consigliere Agorà al consiglio comunale di Grumo Nevano – Agorà ha messo al cen-tro del proprio operato la salute e la sicurezza dei cittadini, metten-do da parte la politica. Qui si par-la di questioni serie e che toccano la vita delle persone, e su questo non intendiamo né scherzare né mollare”.

Francesco Di Matteo

AGORÀ Lavoro, Partecipazione e Libertà

Tel.: 347 62 27 823 - 328 95 67 817Sitoweb: www.associaz ioneagora.orgMail: [email protected] Via Cardinale Verde, 11Sant’Antimo (NA) - 80029Associazione di promozione socialeC.F. 95177330636

Agorà mette al primo posto la sicurezzae la salute dei cittadini

Marchionne: “Nessuna ripresa”. Era alla presentazione della Panda.

Il debito italiano è salito di 114 miliardi nell’ulti-mo anno. Fortuna che non era bisestile.Stamattina ho visto Al Gore in fila al Tar del Pie-monte. Alla Camera un minuto di applausi per Bersani. Che sfiga, proprio oggi che non c’era.Disoccupato scrive a Berlusconi e riceve 50mila euro. Ma ora cammina in modo strano.Enrico Letta va in messico. Le nuvole le porta lui.

Spinoza.it

PRESIDIO SANT’ANTIMO