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Dislessia e adolescenza, un immagine di sé che influisce sull’intera personalità Cantù, 26 novembre 2010 Emanuela Iacchia Psicologa,psicoterapeuta – Socio Formatore AID Università degli studi di Milano-Bicocca www.dislessia.it [email protected][email protected] Sezione COMO e Provincia www.dislessia.it Info sulla vita associativa [email protected] Help Line 335-6683440 Verena Bassani Associazione Italiana Dislessia Piazza dei Martiri, 1/2 - 40121 Bologna tel. 051242919 - fax 0516393194

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Dislessia e adolescenza,un immagine di sé che influisce sull’intera personalità

Cantù, 26 novembre 2010Emanuela Iacchia

Psicologa,psicoterapeuta – Socio Formatore AIDUniversità degli studi di Milano-Bicocca

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Nel periodo della scuola secondaria si è in piena adolescenza, cioè in quel periodo dell'età caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello adulto dell'individuo;

In questa fase si consolidano nel ragazzo le sue strutture fisico-psichiche e ciò avviene nell'arco di tempo che va, approssimativamente, dai 12-13 ai 18 anni.

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L'adolescenza è stata spesso definita una fase contrassegnata da ribellioni e conflitti,

ma si tratta di una fase che assume significati diversi a seconda dei ragazzi

e dell'influenza dell'ambiente esterno:

In alcuni casi il ragazzo può essere sopraffatto dai cambiamenti e si

possono aggravare le tensioni portando a problemi del comportamento, ma ci sono anche ragazzi

per i quali l'adolescenza è un periodo stimolante, di arricchimento e di crescita psicologica.

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L'adolescente comincia ad essere sempre più autonomo e indipendente dalla propria famiglia e questo fa aumentare l'importanza degli amici. Le relazioni con il gruppo dei pari, infatti, diventano sempre più frequenti, intense e significative.

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SCUOLA FAMIGLIA AMICI

Sono gli ambienti dell’adolescenza

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Verso i 12 anni, i D.S.A. entrano in relazione con le problematiche tipiche dell'adolescenza,

e aumentano le richieste della scuola

Dalle analisi condotte si sa che i disturbi di lettura tendono a permanere anche in adolescenza e che la lettura dei ragazzi di 14 -15 anni con

dislessia è paragonabile a quella dei bambini di 9 anni!!!!

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Le caratteristiche dell'adolescenza (irrequietezza, difficoltà ad accettare

le regole sociali, vicende affettive coinvolgenti, crisi)

sembrano accentuarsi in presenza di dislessia e degli altri

disturbi di apprendimento.

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Una ricerca condotta negli Stati uniti da John Maag e altri studiosi, ha rilevato che i ragazzi con disturbi di

apprendimento usano in maniera significativamente superiore degli altri tabacco e marijuana

nel 1989, ha rilevato che il 36% degli incarcerati Nordamericani ha un disturbo di apprendimento. L'insuccesso scolastico, è

legato ad esperienze di critica, di rifiuto, di sviluppo di un auto-immagine negativa, di un atteggiamento critico verso la scuola e

le istituzioni, di aumento della frustrazione.

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Nel 2008 ci sono stati in Italia 171 suicidi in ragazzi tra i 14 e i 24 anni e 576 tentativi di suicidio per la

medesima fascia d'età.In Italia non esistono dati sulle percentuali di suicidio in ragazzi con D.A., ma spesso tra le motivazioni dei suicidi o tentativi di suicidio in

età scolare, vi sono riferimenti alla scuola, agli insegnanti e allo studio.

Negli Stati Uniti, invece, una stima di alcuni ricercatori, ha rilevato che il 14 per cento dei suicidi in

età adolescenziale, è dovuto alla presenza di un disturbo di apprendimento o di difficoltà scolastiche.

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I ragazzi con D.S.A. sono più a rischio di disagio sociale, a causa dei problemi emotivi vissuti, ma

molto dipende dall'ambiente (scuola, famiglia, contesto sociale, amici) in cui il soggetto vive e

cresce, dalla gravità del disturbo, dalla personalità dell'individuo, e dai messaggi

positivi o negativi che riceve.

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Spesso i ragazzi corrono il rischio di non capire cosa sta loro accadendo perché gli adulti sono i primi a non riconoscerlo, e questo è motivo di

sofferenza e di grande disagio...

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Un modo per affrontare il problema è renderlo visibile,

condividendolo con altre persone che

si trovano nella stessa situazione.

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QUINDI……..Per un bambino o un ragazzo dislessico,

è fondamentale capire e conoscere il disturbo che lo colpisce.

Questo lo aiuta a conoscere meglio se stesso, a riconoscere i propri limiti, ma anche le proprie

potenzialità e ciò' è importante nel suo processo di crescita psicofisica

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Gazzetta Ufficiale n. 244 del 18 ottobre 2010Legge 8 ottobre 2010, n.170Norme in materia di DSA Art. 1. (Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia).  1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia

quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura.3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme.7. Nell'interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5, si tiene conto dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia.

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La prima tappa per affrontare il problema, è dargli un nome, riconoscerlo e descriverlo.

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Art. 3. (Diagnosi). 1. La diagnosi dei DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già

assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate.

2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.

3. È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

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Se da una parte definirsi dislessici aiuta i ragazzi a capire le proprie difficoltà e a sentirsi più positivi verso se stessi, dall'altra, l'idea di avere un etichetta fa temere loro il giudizio degli altri, sopratutto dei propri compagni. I ragazzi, infatti, distinguono tra l'uso pubblico e privato dell'etichetta di dislessia. Per questo motivo, mentre ne parlano tranquillamente in famiglia, alcuni di loro preferiscono non dire di avere un disturbo dell'apprendimento, né a scuola, né ai propri amici.

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A scuola

Gli studenti costruiscono a scuola un'immagine di sé che influisce

sull'intera personalità. Non è facile pensare ad un'attività scolastica per

la quale non sia previsto leggere.

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Non riuscire in compiti apparentemente banali porta a un senso di inadeguatezza dal quale scaturiscono rabbia, isolamento,

insicurezza, scarsa autostima e spesso incomprensioni da parte di chi li

circonda. I D.S.A. possono rendere un ragazzo più sensibile, fragile,

esponendolo a stati depressivi, influendo sui comportamenti.

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Questi studenti non riescono ad apprendere allo stesso ritmo dei loro compagni e non ci

riescono con i metodi di insegnamento tradizionali.

Un atteggiamento di sfiducia da parte degli insegnanti, poi, non offre la migliore condizione

per l'apprendimento e contribuisce a creare l'idea negativa che il ragazzo ha di sé.

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Art. 5.(Misure educative e didattiche di supporto).

1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, a valere sulle risorse specifiche e disponibili a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, garantiscono:a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell'esonero.

3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari.

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I professori devono saper capire e comunicare con il ragazzo in difficoltà. Per rendere l'esperienza scolastica positiva, è

necessario che siano attenti, informati e che sappiano motivare e gratificare i loro studenti. Il problema può essere poi

affrontato e discusso insieme alla classe, previa autorizzazione del ragazzo. Non tutti, infatti, ne parlano volentieri e alcuni di loro

scelgono di non comunicare le proprie difficoltà perfino all'insegnante.

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Art. 4.(Formazione nella scuola).

1. Per gli anni 2010 e 2011, nell'ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, è assicurata una adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.

2. Per le finalità di cui al comma 1 è autorizzata una spesa pari a un milione di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente utilizzo del Fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, come determinato dalla tabella C allegata alla legge 23 dicembre 2009, n. 191.

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I D.S.A. condizionano i rapporti familiari. Quando gli insegnanti comunicano ai genitori le difficoltà del figlio, questi possono sentirsi offesi, feriti. I genitori possono reagire in modi diversi: possono diventare iperprotettivi, apprensivi, aggressivi o autoritari e a volte possono vivere i problemi del figlio come una colpa

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I genitori devono cercare insieme al proprio figlio sentieri nuovi lungo i quali egli può acquistare fiducia in se stesso. Per poter credere nelle sue possibilità, infatti, il ragazzo ha bisogno di conseguire risultati concreti,

attraverso la scoperta in sé di un talento al di fuori della scuola: un hobby, uno sport, la musica. L'incoraggiamento dei genitori è

fondamentale perché a volte il ragazzo ha il desiderio di provare a fare certe cose, ma non osa per paura di fallire o di dispiacere ai genitori.

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Art. 6.(Misure per i familiari).

1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell'istruzione con DSA impegnati nell'assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili.2. Le modalità di esercizio del diritto di cui al comma 1 sono determinate dai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

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Un aspetto importante è quello di cercare di mantenere un rapporto di cooperazione tra gli insegnanti e i genitori dei ragazzi dislessici.

Instaurare una relazione significativa intorno al ragazzo può non essere facile, ma è una vera e propria risorsa perché crea le condizioni che

favoriscono il benessere dell'alunno, grazie alla disponibilità e al lavoro reciproco di persone significative per lui, che lo circondano e lo

incoraggiano.

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E' necessario precisare però, che questi ragazzi sono in grado di differenziare la percezione che hanno di sé in quanto studenti, da quella che hanno in altre situazioni non scolastiche. Le capacità, le doti e la

bravura che un ragazzo mostra in attività extrascolastiche, come ad esempio lo sport o la

musica, può riuscire a riequilibrare l'autostima del ragazzo, proprio perché in questi contesti i ragazzi

non si percepiscono come “diversi” dagli altri.

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Art. 2.(Finalità).

1. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalità:a) garantire il diritto all'istruzione;b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

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Esistono carezze emotive e psicologiche (un complimento, un

incoraggiamento) che possono mettere il ragazzo in una migliore

disposizione d'animo.

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“Il vero cambiamento è stato avere davanti qualcuno

che ti diceva che ce la potevi fare”. Riflessioni di un adolescente

Brembati Federica, Donini Roberta, “Come una macchia di cioccolato. Storie di dislessia.”, Erickson, Trento 2007,