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Foglietto di domenica 13 settembre 2015, XXIV del Tempo Ordinario, della Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa di Ponte dei Nori in Valdagno
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LITURGIA DELLA SETTIMANAParrocchia Santa Maria Madre della Chiesa
& San Antonio ai Massignani
Domenica 13 SettembreOre 8,30 (cel. Don Matteo) : S. MessaOre 9,30 (cel. Don Matteo) : S. Messa ai Massignani Ore 10,30 (cel. Don Matteo) : Matrimonio; Jole, Giacomelli Guido e Ferrari
Roberto; 50° Binotto Claudio e Ivana; BicegoDrusiane e Massignani Cesare 20°anniversario
Ore 18,30 (cel. Don Matteo) : S. Messa
L unedì 14 SettembreOre 8,00 : S. Messa
Martedì 15 SettembreOre 8,00 : S. Messa
Mercoledì 16 SettembreOre 8,00 : S. Messa
Giovedì 17 SettembreOre 8,00 : S. Messa
Venerdì 18 SettembreOre 8,00 : S. Messa
Sabato 19 SettembreOre 19,00: (cel. Don Matteo) : Anniversario Lovato Teresa e sorelle; Visonà
Omero; Resi; famiglia Cuman
Domenica 20 SettembreOre 8,30 (cel. Don Matteo) : Balassio Alessio e Pegoraro; famiglie Crestani
e ZordanOre 9,30 (cel. Don Flavio) : S. Messa ai Massignani Ore 10,30 (cel. Mons. Ludovico Furian) : S. Messa e sacramento della
confermazione per 31 ragazzi del 2002Ore 18,30 (cel. Don Matteo) : Concetta e Mario, Emma e Nicola; Rigon
Elide
XXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO B 2015
tel. 0445/402673 • sito: www.prrocchiapontedeinori.it • Mail:[email protected]
Is 50, 5-9a; Sal 114; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35
AIUTIAMOLI A CASA LORO: PUZZANO E SONO VIOLENTISono barconi che affondano nel mare: inghiottiti nelle fauci rapaci di un
cimitero d'acque e di disperate concitazioni. Di trafficanti di speranza e didesiderio. Barconi e numeri, quelli che non dicono più nulla all'immaginario
collettivo: settecento oggi, quattrocento ieri, trecento dopodomani. Scafisti,cadaveri, traffico nei mari. Barconi, numeri e persone: “Sono uomini come noi”,
“ogni parrocchia ospiti una famiglia” ha sottolineato domenica scorsa papaFrancesco. Lui, figlio di emigranti piemontesi: Lui così ascoltato quando dice
cose che piacciono, così osteggiato quando addita l'imbarazzo dell'amore, Luicosì tirato per le vesti quando lo si vorrebbe veder fare “opera di tappezzeria”
con i potenti, come i più squallidi tra gli amanti, quelli senza verve e senzacarattere. “Come noi”, disse: più un tocco di profezia o un rintocco di memoria?
A ben pensarci, tanti di noi, se solo avessero il coraggio di risalire, come deisalmoni, la corrente dei propri alberi genealogici, scoprirebbero d'essere figli e
nipoti di gente salpata, tempi addietro, verso terre lontane, nel mezzo diemigrazioni e immigrazioni che avvengono sempre allo stesso modo.
Genealogie che sono incroci di sangui e di culture, di spazi e di prospettive, dipartenze certe e di ritorni appesi ai fragili fili della buona sorte. “Come noi”,
allo stesso modo, probabilmente con lo stesso fastidio cucito addosso di chi, iericome oggi, si trova a fronteggiare il diverso, lo straniero, l'unione nella
differenza.La storia racconta e protegge. A volte è tremendamente d'impaccio:
“Generalmente sono di piccola statura, di pelle scura, non amano l’acqua emolti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane; si
costruiscono baracche di legno nelle periferie delle città dove vivono gli univicino agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo
appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza conuso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano
lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti, fanno molti figliche faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che sono dediti al
furto e che, ostacolati, diventano violenti”. Che stiano parlando degli abitantidel Ghana, degli scappati da Aleppo o dei nigeriani in fuga dalla gola furiosa di
un assassino come Boko Haram? La risposta è molto più semplice: somiglia aquell'alito cattivo, per usare un'immagine colorita del Papa figlio di emigranti,
che, per averne consapevolezza, si necessita di qualcuno che te lo faccia notare.E' l'alito cattivo di una memoria, perché quella relazione non parla di profughi
di oggi ma degli italiani dei primi anni del Novecento: è la relazione alCongresso americano per l'Ispettorato per l'immigrazione stilata nel 1912 per
dare un'idea di chi fossero questi uomini italici così puzzolenti e dal forteaccento dialettale. La storia è un grembo materno: c'è traccia anche di ciò che,
abortito, si vorrebbe far scomparire dalla memoria stessa. “Quando sei partitosapevi che forse potevi anche morire in mare” ho chiesto ad uno di loro che ha
vissuto con me in canonica. La sua risposta è stata riprendere una parola dellamia domanda: “Forse”. Laggiù era sicura la morte, il mare porgeva il forse della
vita. Le migrazioni degli animali sono uno dei più grandi spettacoli dellaNatura, l'annuncio della primavera: qualcuno di loro, però, inzuppa l'aria di
odore, mangia le nostre erbe, dorme nelle nostre montagne. Perché nonpotremmo mettere una barriera al cielo per costringerli a stare nelle loro terre
natìe? Oppure nessuno è ancora riuscito a rinchiudere la primavera in unosgabuzzino? Lo si vorrebbe fare degli uomini: perché puzzano e son violenti.
Dicevano esattamente così anche degli Italiani.
Appuntamenti della settimana
Domenica 13 Settembre – 24^ Domenica del Tempo Ordinario
Sante messe orario festivo
Lunedì 14 Settembre – Esaltazione della S. Croce
Martedi 15 Settembre – B.V.M. Addolorata
Mercoledì 16 Settembre – Ss. Cornelio e Cipriano
Ore 20,30: Lectio divina ai Massignani
Giovedì 17 Settembre – S. Roberto Bellarmino
Ore 20,30: Adorazione eucaristica, in chiesa
Venerdì 18 Settembre – S. Giuseppe da Copertino
Sabato 19 Settembre – S. Gennaro
Domenica 20 Settembre – 25^ Domenica del Tempo Ordinario
Sante messe orario festivo
“CI INVADONO” - ALCUNI LUOGHI COMUNI SUI MIGRANTIL’Italia è prima nell’indice di ignoranza Ipsos-Mori sull’immigrazione.
Nell’Ocse siamo insomma i peggio informati sul tema. Molti italiani credono
che nel Belpaese un terzo della popolazione sia composta da immigrati (inrealtà sono il 7%) e che il 20% dei residenti sia musulmano, mentre gli islamici
sono il 4%. Colpa di una narrazione giornalistica che drammatizza. Sappiamoche la maggioranza degli italiani, quando conosce personalmente un migrante,
non si tira indietro se deve dare una mano. Tuttavia ci sono pericolose falsitàmesse in circolazione da politici senza scrupoli cui ribattere con l’evidenza dei
fatti.Sono troppi
FALSO L’Italia e l’Europa, che stanno attraversando una lunga crisi, non hannobisogno di immigrati che rubano lavoro soprattutto ai giovani e ai lavoratori
italiani meno qualificati.VERO Diverse ricerche demografiche hanno ipotizzato uno scenario Ue senza
affluenza di stranieri tra il 2010 e il 2030. Risultato, una perdita di 33 milioni dipersone in età lavorativa (-11%) fra i 28 Stati membri, una riduzione del 25%
dei giovani tra i 20-30 anni e un incremento del 29% per le persone compresefra i 60-70. Pesanti le ricadute anche sul sistema di welfare. L’Italia ha toccato
nel 2014 il record di denatalità dal 1861 ed è quella che rischia di più sullepensioni. Disoccupazione e immigrazione viaggiano in direzioni opposte. Da un
lato perché gli immigrati scelgono zone che possano garantirgli lavoro: infattisecondo l’Istat stanno lasciando il Belpaese. Dall’altro perché dove c’è piena
occupazione il mercato offre possibilità di impiego a immigrati e nativi.I soldi ai rifugiati
FALSO I rifugiati ricevono ogni giorno 30 euro (anche 90 secondo alcuni)dallo Stato, insieme con vitto, alloggio, biancheria, abbigliamento e servizi vari.
VERO La somma di 30 euro per profugo viene data solo alle strutture diaccoglienza per coprire le spese di vitto e alloggio e non assegnata direttamente
agli immigrati. Chi viene ospitato nei centri ha diritto normalmente a unascheda telefonica per chiamare la famiglia e a una diaria di 2,5 euro, il più delle
volte caricata sulle chiavette per distributori di bibite o bevande calde. Chespesso nei centri non sono funzionanti. Gli scandali di "mafia capitale"
dimostrano come la gestione di questi centri possa diventare un business per leorganizzazioni criminali italiane di cui i migranti sono in realtà le vittime.
Quanto ai fondi – 80% in carico allo Stato e il 20% ai Comuni – spesso sono diorigine europea, quindi pagati dai contribuenti continentali.