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La Verità 16 SABATO 24 SETTEMBRE 2016 La Verità 17 SABATO 24 SETTEMBRE 2016 Z FOCUS SUL DOPO LAVORO Guida ai rendimenti dei fondi pensione Ecco l’analisi di 155 prodotti previdenziali. Con gli esperti di Consultique abbiamo dato un rating agli strumenti per valutare performance e costi occulti. Ferrari: «Fare sempre attenzione alle spese a 10 anni e 35 anni». Lì si nascondo le insidie di CLAUDIO ANTONELLI E GIANLUCA BALDINI Le pensioni si assottigliano. Gli anticipi degli assegni, se mai entreranno in vigore, saranno sicuramente penalizzanti. Per chi ha un minimo di possibilità economica ed è in grado di met- tere da parte almeno un gruzzo- lo mensile è bene che si orienti verso il sistema privatistico. Solo così potrà integrare l’assegno In- ps. Purtroppo la componente fi- scale ha ancora una serie di limi- ti. «I fondi pensione sono sog- getti a un’imposta sostitutiva (delle imposte su redditi) pari al 20% (fino al 31 dicembre 2014 tale aliquota era pari all’11%) del risultato netto di gestione matu- rato in ciascun periodo d’impo- sta (“criterio di maturazione”), indipendentemente quindi dal- la percezione dei proventi realiz- zati», spiega a La Verità, Giulio Andreani, senior advisor per lo Studio DLA Piper. «Tale risultato», prosegue, «è pari alla differenza tra il valore del patrimonio netto del fondo al termine di ciascun anno solare (al lordo dell'imposta sostituti- va, aumentato delle erogazioni effettuate per il pagamento dei riscatti, delle prestazioni previ- denziali erogate e delle somme trasferite ad altre forme pensio- nistiche, e diminuito dei contri- buti versati, delle somme ricevu- te da altre forme pensionistiche, nonché dei redditi di capitale soggetti a ritenuta, esenti o co- munque non soggetti ad impo- sta) e il valore del patrimonio stesso all'inizio dell'anno». IMPOSIZIONE FISCALE Per ragioni di uniformità con forme di investimento alternati- ve, è «auspicabile una modifica legislativa diretta ad adottare il “criterio della percezione” anche per la tassazione del risultato netto di gestione dei fondi pen- sione, in luogo di quello della maturazione attualmente vi- gente», conclude Andreani. Nel frattempo è bene orientarsi tra costi, rendimenti e perfor- mance. «Chi sta pensando di scegliere un fondo pensione, dovrebbe orientarsi verso prodotti obbli- gazionari perché in un’ottica di lungo periodo sono quelli che of- frono il migliore mix tra rischio e rendimento». A dirlo è Paola Ferrari, analista dell’ufficio stu- di e ricerche di Consultique, so- cietà di consulenza indipenden- te che dal 2004 ha creato un ra- ting dei fondi pensione che aiuta i risparmiatori a scegliere il pro- dotto migliore. «Noi, all’interno della nostra classificazione, divi- diamo i fondi pensione chiusi in quattro categorie: garantiti, ob- bligazionari, bilanciati e aziona- ri. Mentre quelli aperti vengono divisi in monetario, obbligazio- nario, bilanciati obbligazionari, bilanciati, bilanciati azionari e azionari. Questo nostro rating si basa sul benchmark dichiarato e sulla percentuale di azionario presente nel sottostante. I fondi azionari sono quelli che hanno una parte azionaria maggiore del 75%. Al decrescere della quota azionaria, la categoria cambia fino ai monetari». Ma come funziona il rating? CATEGORIE «Tutti i fondi analizzati vengono classificati in queste categorie e poi vengono analizzati in base ad alcune variabili, sia quantitative che qualitative», spiega Ferrari. «Innanzitutto il rating viene svolto su fondi pensione che hanno una sede storica di alme- no tre anni, poi prendiamo a ri- ferimento gli indicatori sintetici di costo, l’eventuale garanzia del capitale e la dimensione del pa- trimonio del fondo. Riteniamo infatti che prodotti che abbiamo una dimensione del patrimonio più ampia siano anche quelli più solidi in termini di rendimento. Per ogni variabile, tra cui anche il rendimento che hanno avuto, viene assegnato un punteggio. Il rating si traduce poi in una valu- tazione che va da una a cinque stelle». Ma non è sempre ovvio capire quale prodotto scegliere. Le va- riabili in gioco sono molte. Pri- ma tra tutte l’avversione al ri- schio dell’investitore. «Capire quali siano i fondi pensione più – o meno – interessanti – non è fa- cile. A livello di rating, i migliori sono quelli che hanno ottenuto un rating di almeno 4 o 5 stelle. Ma va sottolineato che non sem- pre chi ha il rendimento più alto, ha il rating migliore. Il motivo è che una forte incidenza l’hanno i costi. Quindi, fondi che hanno avuto un buon rendimento, a volte sono penalizzati da alti co- sti, mentre fondi con un rendi- mento inferiore possono sem- brare migliori perché offrono costi più contenuti». Ad esem- pio, come spiega l’esperta di Consultique, «tra i nomi di fondi che abbiamo analizzato con un orizzonte a cinque anni, emerge ad esempio che a Credemvita (azionario) abbiamo assegnato tre stelle perché, nonostante mostri rendimenti tra i più alti, è tra i prodotti più salati. Altri fon- di a cui abbiamo assegnato ra- ting tre sono quelli di Aviva (azionario) e Mediolanum Ge- stione Fondi (azionario). Certo, molto dipende dalle linee del fondo in cui il cliente vuole inve- stire. Ad esempio il fondo Insie- me di Allianz ha cinque stelle ma è soltanto azionario, quindi il cliente deve sapere che, se com- pra questo prodotto, si espone a un’alta volatilità». Per questo motivo, data anche la natura previdenziale di questi investimenti, scegliere un pro- dotto con una percentuale obbli- gazionaria aiuta ad abbassare la volatilità. «Guardando con gli occhi del passato», spiega Ferra- ri, “in questi anni i fondi obbliga- zionari o i bilanciati obbligazio- nari hanno avuto un buon rendi- mento, merito soprattutto della discesa dei tassi del mercato. L’azionario è un comparto che nel lungo periodo può avere ren- dimenti molto più elevati degli altri però è anche un comparto molto volatile. Meglio evitare, invece, i prodotti monetari ga- rantiti (che offrono garanzie di capitale, ndr). Dati gli attuali tassi di mercato, stanno renden- do poco». COSTI Un’altra variabile da leggere con attenzione è quella dei costi. «Bisogna sempre attenersi al- l’indicatore sintetico di costo, guardando sempre il dato a due, cinque anni, 10 anni e 35 anni», sottolinea Ferrari. «È anche im- portante controllare sempre se ci sono delle commissioni di in- gresso che vengono applicate, se ci sono costi di riallocazione del- la posizione nel caso si voglia scegliere una linea diversa da quella attuale e controllare se ci sono costi di riscatto. Tutte que- ste spese sono sempre esplicitate nella nota informativa. L’errore che può fare il singolo investito- re è di non andare a leggere nel dettaglio la nota, dando uno sguardo soltanto alla scheda riassuntiva». Ma non finisce qui: attenzione anche ad eventuali garanzie di capitale o di rendimento. «Ci so- no prodotti che garantiscono il capitale e quelli – pochi - che of- frono una garanzia di rendimen- to. Il punto è che, se vengono proposte garanzie di questo ge- nere, potrebbe trattarsi si pro- dotti inefficienti. Spesso, per avere qualcosa di certo, vengono offerti rendimenti più bassi». © RIPRODUZIONE RISERVATA FISCO Il riscatto d’anticipo può costare il 23% in tasse Il lavoratore dipendente può richiedere un’antici- pazione della somma ma- turata con la pensione inte- grativa, che è assoggettata a ritenuta a titolo d’impo- sta da parte del fondo, in caso di: sostenimento di spese sanitarie. Per acqui- sto della prima casa da par- te del lavoratore o dei suoi figli o realizzazione di in- terventi di manutenzione straordinaria. C’è inoltre la possibilità per il lavora- tore dipendente di trasfe- rire il Tfr maturato e matu- rando al fondo pensione. «Tale trasferimento non viene considerato antici- pazione e quindi non origi- na alcuna tassazione», spiega il professor Giulio Andreani. Infine l’ultima opzione. Ovvero, il riscatto (totale o parziale) che è soggetto a tassazione in mi- sura differenziata a secon- da delle cause che per cui è richiesto. Infatti, «sono assoggettate alla stessa imposizione prevista per l’erogazione della prestazioni pensioni- stiche», conclude Andrea- ni, «le somme erogate in caso di riscatto parziale, previsto nei casi di cessa- zione dell’attività lavorati- va che determina l’inoccu- pazione del lavoratore per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi o cassa integrazione. E’ previsto anche il riscatto totale, am- messo al termine dell’atti- vità lavorativa nelle ipotesi di invalidità permanente». Se il riscatto è richiesto per cause diverse, la somma è soggetta alla ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 23%». L’INTERVISTA GIULIO ANDREANI «Deduzioni e sconti fiscali Ecco la pensione complementare» di CLAUDIO ANTONELLI I lavoratori dipendenti iscrit- ti ai fondi pensione sono titolari di una posizione contributiva (volontaria) cui apportano flus- si finanziari (contributi) in ma- niera periodica e lo stesso trat- tamento di fine rapporto lavo- rativo (Tfr); gli importi così ver- sati, annualmente rivalutati, sono investiti dai gestori del fondo pensione per poi essere restituiti al lavoratore (insieme con i rendimenti conseguiti) sotto forma di rendita periodica o (fino al 50% della somma) di capitale. Abbiamo rivolto alcu- ne domande al professor Giulio Andreani, senior advisor dello studio DLA Piper. Su quali principi si fonda la di- sciplina fiscale dei fondi pen- sione? «In sostanza si tratta di quattro punti. La de- duzione (par- ziale) dei con- tributi versati al fondo ai fini della determi- nazione del reddito impo- nibile del la- voratore. Il rinvio, in capo al lavoratore, della imposi- zione dei rendimenti derivanti dalle somme versate al fondo al momento dell’erogazione della prestazione previdenziale da parte del fondo stesso. Terzo punto, l’imposizione, in capo al lavoratore, delle prestazioni pensionistiche all’atto della lo- ro percezione, con esclusione della quota costituente restitu- zione di contributi versati al fondo eventualmente non de- dotti in quanto eccedenti i limiti di deducibilità previsti dalla legge. Infine, la tassazione delle rendite finanziarie realizzate dal fondo pensione con un’ali- quota del 20%». Come funzionano le deducibili- tà? «I lavoratori dipendenti hanno la possibilità di dedurre dal loro reddito complessivo imponibi- le i contributi versati, nel limite di 5.164,57 euro all’anno. Nel calcolo di tale importo vanno computati anche i contributi accantonati dal datore di lavoro a fondi di previdenza comple- mentare a favore del lavoratore dipendente e i contributi versati nell’interesse di soggetti fiscal- mente a carico, per la parte da questi non dedotta. I lavoratori dipendenti, che al 1° gennaio 2007 non erano titolari di una posizione contributiva, se nei primi cinque anni di partecipa- zione a forme pensionistiche complementari hanno effettua- to a favore di queste versamenti inferiori a 5.164,57 euro posso- no recuperare l’importo non de- dotto nei 20 anni successivi (al quinto anno di partecipazione); durante tale periodo, infatti, es- si hanno diritto a dedurre anche la differenza tra 25.822,85 euro (5.164,57 x 5) e i contributi ver- sati nei primi cinque di anni di partecipazione, tenendo co- munque presente che il mag- giore importo così deducibile in ciascun anno non può essere su- periore a 2.582,29 euro». © RIPRODUZIONE RISERVATA G. Andreani LA LEGGE DEL GOVERNO MONTI Secondo l’ex ministro Cesare Damiano l’incontro del 27 set- tembre, relativo al tema dell’anticipo pensioni, servirà per an- dare verso un cambio strutturale dell’attuale riforma voluta da Elsa Fornero (nella foto). Il presidente della commissione La- voro ha detto: «Tre anni fa venivo deriso per cercare di modifi- care la legge, ora il governo va nella stessa direzione». PER L’EX MINISTRO DAMIANO A BREVE IL CAMBIO DELLA FORNERO

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LaVer ità16 SABATO24 SETTEMBRE 2016 LaVer ità 17SABATO

24 SETTEMBRE 2016

ZFOCUS SUL DOPO LAVORO

Guida ai rendimenti dei fondi pensioneEcco l’analisi di 155 prodotti previdenziali. Con gli esperti di Consultique abbiamo dato un rating agli strumenti per valutareperformance e costi occulti. Ferrari: «Fare sempre attenzione alle spese a 10 anni e 35 anni». Lì si nascondo le insidiedi CLAUDIO ANTONELLIE GIANLUCA BALDINI

n Le pensioni si assottigliano.Gli anticipi degli assegni, se maientreranno in vigore, sarannosicuramente penalizzanti. Perchi ha un minimo di possibilitàeconomica ed è in grado di met-tere da parte almeno un gruzzo-lo mensile è bene che si orientiverso il sistema privatistico. Solocosì potrà integrare l’assegno In-ps. Purtroppo la componente fi-scale ha ancora una serie di limi-ti. «I fondi pensione sono sog-getti a un’imposta sostitutiva(delle imposte su redditi) pari al20% (fino al 31 dicembre 2014tale aliquota era pari all’11%) delrisultato netto di gestione matu-rato in ciascun periodo d’impo-sta (“criterio di maturazione”),indipendentemente quindi dal-la percezione dei proventi realiz-zati», spiega a La Verità, GiulioAndreani, senior advisor per loStudio DLA Piper.«Tale risultato», prosegue, «èpari alla differenza tra il valoredel patrimonio netto del fondoal termine di ciascun anno solare(al lordo dell'imposta sostituti-va, aumentato delle erogazionieffettuate per il pagamento deiriscatti, delle prestazioni previ-denziali erogate e delle sommetrasferite ad altre forme pensio-nistiche, e diminuito dei contri-buti versati, delle somme ricevu-te da altre forme pensionistiche,nonché dei redditi di capitalesoggetti a ritenuta, esenti o co-munque non soggetti ad impo-sta) e il valore del patrimoniostesso all'inizio dell'anno».

IMPOSIZIONE FISCALEPer ragioni di uniformità conforme di investimento alternati-ve, è «auspicabile una modificalegislativa diretta ad adottare il“criterio della percezione” ancheper la tassazione del risultatonetto di gestione dei fondi pen-sione, in luogo di quello dellamaturazione attualmente vi-gente», conclude Andreani.Nel frattempo è bene orientarsitra costi, rendimenti e perfor-mance.«Chi sta pensando di scegliereun fondo pensione, dovrebbe

orientarsi verso prodotti obbli-gazionari perché in un’ottica dilungo periodo sono quelli che of-frono il migliore mix tra rischio erendimento». A dirlo è PaolaFerrari, analista dell’ufficio stu-di e ricerche di Consultique, so-cietà di consulenza indipenden-te che dal 2004 ha creato un ra-ting dei fondi pensione che aiutai risparmiatori a scegliere il pro-dotto migliore. «Noi, all’internodella nostra classificazione, divi-diamo i fondi pensione chiusi inquattro categorie: garantiti, ob-bligazionari, bilanciati e aziona-ri. Mentre quelli aperti vengonodivisi in monetario, obbligazio-nario, bilanciati obbligazionari,bilanciati, bilanciati azionari eazionari. Questo nostro rating sibasa sul benchmark dichiarato esulla percentuale di azionariopresente nel sottostante. I fondiazionari sono quelli che hannouna parte azionaria maggioredel 75%. Al decrescere dellaquota azionaria, la categoriacambia fino ai monetari». Macome funziona il rating?

CAT E G O R I E«Tutti i fondi analizzati vengonoclassificati in queste categorie epoi vengono analizzati in base adalcune variabili, sia quantitativeche qualitative», spiega Ferrari.«Innanzitutto il rating vienesvolto su fondi pensione chehanno una sede storica di alme-no tre anni, poi prendiamo a ri-ferimento gli indicatori sinteticidi costo, l’eventuale garanzia delcapitale e la dimensione del pa-trimonio del fondo. Riteniamoinfatti che prodotti che abbiamouna dimensione del patrimoniopiù ampia siano anche quelli piùsolidi in termini di rendimento.Per ogni variabile, tra cui ancheil rendimento che hanno avuto,viene assegnato un punteggio. Ilrating si traduce poi in una valu-tazione che va da una a cinquestelle».Ma non è sempre ovvio capirequale prodotto scegliere. Le va-riabili in gioco sono molte. Pri-ma tra tutte l’avversione al ri-schio dell’investitore. «Capirequali siano i fondi pensione più –o meno – interessanti – non è fa-cile. A livello di rating, i migliori

sono quelli che hanno ottenutoun rating di almeno 4 o 5 stelle.Ma va sottolineato che non sem-pre chi ha il rendimento più alto,ha il rating migliore. Il motivo èche una forte incidenza l’hanno icosti. Quindi, fondi che hannoavuto un buon rendimento, avolte sono penalizzati da alti co-sti, mentre fondi con un rendi-mento inferiore possono sem-brare migliori perché offronocosti più contenuti». Ad esem-pio, come spiega l’esperta diConsultique, «tra i nomi di fondi

che abbiamo analizzato con unorizzonte a cinque anni, emergead esempio che a Credemvita(azionario) abbiamo assegnatotre stelle perché, nonostantemostri rendimenti tra i più alti, ètra i prodotti più salati. Altri fon-di a cui abbiamo assegnato ra-ting tre sono quelli di Aviva(azionario) e Mediolanum Ge-stione Fondi (azionario). Certo,molto dipende dalle linee delfondo in cui il cliente vuole inve-stire. Ad esempio il fondo Insie-me di Allianz ha cinque stelle ma

è soltanto azionario, quindi ilcliente deve sapere che, se com-pra questo prodotto, si espone aun’alta volatilità».Per questo motivo, data anche lanatura previdenziale di questiinvestimenti, scegliere un pro-dotto con una percentuale obbli-gazionaria aiuta ad abbassare lavolatilità. «Guardando con gliocchi del passato», spiega Ferra-ri, “in questi anni i fondi obbliga-zionari o i bilanciati obbligazio-nari hanno avuto un buon rendi-mento, merito soprattutto delladiscesa dei tassi del mercato.L’azionario è un comparto chenel lungo periodo può avere ren-dimenti molto più elevati deglialtri però è anche un compartomolto volatile. Meglio evitare,invece, i prodotti monetari ga-rantiti (che offrono garanzie dicapitale, ndr). Dati gli attualitassi di mercato, stanno renden-do poco».

C O ST IUn’altra variabile da leggere conattenzione è quella dei costi.«Bisogna sempre attenersi al-l’indicatore sintetico di costo,guardando sempre il dato a due,cinque anni, 10 anni e 35 anni»,sottolinea Ferrari. «È anche im-portante controllare sempre seci sono delle commissioni di in-gresso che vengono applicate, seci sono costi di riallocazione del-la posizione nel caso si vogliascegliere una linea diversa daquella attuale e controllare se cisono costi di riscatto. Tutte que-ste spese sono sempre esplicitatenella nota informativa. L’erroreche può fare il singolo investito-re è di non andare a leggere neldettaglio la nota, dando unosguardo soltanto alla schedariassuntiva».Ma non finisce qui: attenzioneanche ad eventuali garanzie dicapitale o di rendimento. «Ci so-no prodotti che garantiscono ilcapitale e quelli – pochi - che of-frono una garanzia di rendimen-to. Il punto è che, se vengonoproposte garanzie di questo ge-nere, potrebbe trattarsi si pro-dotti inefficienti. Spesso, peravere qualcosa di certo, vengonoofferti rendimenti più bassi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FISCOIl riscatto d’a nt i c i p opuò costareil 23% in tasse

n Il lavoratore dipendentepuò richiedere un’antici -pazione della somma ma-turata con la pensione inte-grativa, che è assoggettataa ritenuta a titolo d’impo -sta da parte del fondo, incaso di: sostenimento dispese sanitarie. Per acqui-sto della prima casa da par-te del lavoratore o dei suoifigli o realizzazione di in-terventi di manutenzionestraordinaria. C’è inoltrela possibilità per il lavora-tore dipendente di trasfe-rire il Tfr maturato e matu-rando al fondo pensione.«Tale trasferimento nonviene considerato antici-pazione e quindi non origi-na alcuna tassazione»,spiega il professor GiulioAndreani. Infine l’ultimaopzione. Ovvero, il riscatto(totale o parziale) che èsoggetto a tassazione in mi-sura differenziata a secon-da delle cause che per cui èrichiesto.Infatti, «sono assoggettatealla stessa imposizioneprevista per l’erogazionedella prestazioni pensioni-stiche», conclude Andrea-ni, «le somme erogate incaso di riscatto parziale,previsto nei casi di cessa-zione dell’attività lavorati-va che determina l’inoccu -pazione del lavoratore perun periodo di tempo noninferiore a 12 mesi e nonsuperiore a 48 mesi o cassaintegrazione. E’ previstoanche il riscatto totale, am-messo al termine dell’atti -vità lavorativa nelle ipotesidi invalidità permanente».Se il riscatto è richiesto percause diverse, la somma èsoggetta alla ritenuta allafonte a titolo d’imposta del23%».

L’I N T E RV I STAGIULIO ANDREANI

«Deduzionie sconti fiscaliEcco la pensionec o m p l e m e nt a r e »di CLAUDIO ANTONELLI

n I lavoratori dipendenti iscrit-ti ai fondi pensione sono titolaridi una posizione contributiva(volontaria) cui apportano flus-si finanziari (contributi) in ma-niera periodica e lo stesso trat-tamento di fine rapporto lavo-rativo (Tfr); gli importi così ver-sati, annualmente rivalutati,sono investiti dai gestori delfondo pensione per poi essererestituiti al lavoratore (insiemecon i rendimenti conseguiti)sotto forma di rendita periodicao (fino al 50% della somma) dicapitale. Abbiamo rivolto alcu-ne domande al professor GiulioAndreani, senior advisor dellostudio DLA Piper.Su quali principi si fonda la di-sciplina fiscale dei fondi pen-sione?«In sostanza si tratta di quattropunti. La de-duzione (par-ziale) dei con-tributi versatial fondo ai finidella determi-nazione delreddito impo-nibile del la-voratore. Ilrinvio, in capoal lavoratore,della imposi-zione dei rendimenti derivantidalle somme versate al fondo almomento dell’erogazione dellaprestazione previdenziale daparte del fondo stesso. Terzopunto, l’imposizione, in capo allavoratore, delle prestazionipensionistiche all’atto della lo-ro percezione, con esclusionedella quota costituente restitu-zione di contributi versati alfondo eventualmente non de-dotti in quanto eccedenti i limitidi deducibilità previsti dallalegge. Infine, la tassazione dellerendite finanziarie realizzatedal fondo pensione con un’ali-quota del 20%».Come funzionano le deducibili-tà?«I lavoratori dipendenti hannola possibilità di dedurre dal lororeddito complessivo imponibi-le i contributi versati, nel limitedi 5.164,57 euro all’anno. Nelcalcolo di tale importo vannocomputati anche i contributiaccantonati dal datore di lavoroa fondi di previdenza comple-mentare a favore del lavoratoredipendente e i contributi versatinell’interesse di soggetti fiscal-mente a carico, per la parte daquesti non dedotta. I lavoratoridipendenti, che al 1° gennaio2007 non erano titolari di unaposizione contributiva, se neiprimi cinque anni di partecipa-zione a forme pensionistichecomplementari hanno effettua-to a favore di queste versamentiinferiori a 5.164,57 euro posso-no recuperare l’importo non de-dotto nei 20 anni successivi (alquinto anno di partecipazione);durante tale periodo, infatti, es-si hanno diritto a dedurre anchela differenza tra 25.822,85 euro(5.164,57 x 5) e i contributi ver-sati nei primi cinque di anni dipartecipazione, tenendo co-munque presente che il mag-giore importo così deducibile inciascun anno non può essere su-periore a 2.582,29 euro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

G. Andreani

LA LEGGE DEL GOVERNO MONTI

n Secondo l’ex ministro Cesare Damiano l’incontro del 27 set-tembre, relativo al tema dell’anticipo pensioni, servirà per an-dare verso un cambio strutturale dell’attuale riforma voluta daElsa Fornero (nella foto). Il presidente della commissione La-voro ha detto: «Tre anni fa venivo deriso per cercare di modifi-care la legge, ora il governo va nella stessa direzione».

PER L’EX MINISTRO DAMIANOA BREVE IL CAMBIO DELLA FORNERO