Zabughin- Oltremba Medievale Dantesco 1922

Embed Size (px)

Citation preview

2 \t.>nz.

PONTIFICIA ACCADEMIA DEGLI ARCADIVI

CENTENARIO DANTESCO

VLADIMIRO ZABUGHIN(filarete prianeo)

L'OLTRETOMBA CLASSICO MEDIEVALE DANTESCO

NEL RINASCIMENTO

PARTE PRIMAITALIA: SECOLI XIV E

XV

Roma

-

Tipografia Poliglotta Vaticana

-

1922.

L'OLTRETOMBA CLASSICO MEDIEVALE DANTESCO

NEL RINASCIMENTOI.

L* oltretomba antico e medievale in Dante.

Il

primo germe della Commedia racchiuso nel 23 della Vita Nuova,

quella che io

chiamo

la

prima visione fiorentina

di

Dante. Essa visionemedievali derivanti

strettamente affine a tuttodai molteplici

un gruppo inseriti

di consorelle

transiti di

anime

nel IV dei Dialoghi di S. Gregorio.le

Queste, pur non essendo vere rivelazioni d'oltretomba, spesso

introdu-

cono o

le

accompagnano. Anche nei Detti di padre Pafnuzio da Borovsk,il

collana di visioni russe, raccolte verso

1427, che s'inizia,

comeal

il

Deca-

merone, condi

la

descrizione di una pestilenza, vediamola

come

granduca:

Mosca

Ivan Danilovic venga rivelatain

morte del metropolita Pietrodi

il

Granduca vede

sogno un monte, copertochela

neve; questalui

siil

scioglie al

sole. Gli spiegano,

neve Pietro,

il

monte

stesso,Il

sovrano

di

Russia. Pietro muore, seguito a breve distanza da Ivan.risce in visione

Granduca appapotente

ad una monaca ei

la

guida attraverso un Paradiso ed unoltreterreni

Inferno.

Nel regno dannatodi Lituania,

pellegrini

scorgono

il

Granduca Vitovtfa

il

cristiano ingordo, cui

un diavolo

giustizieretro-

ingozzare oro rovente; nello spazio neutro tra Inferno e Paradisoletto,

vano un riccosimboloe delil

ricoperto di pelle di zibellino; vi disteso un cane,,

di

infedele misericordioso

stretto

parente del Veltro dantesco

Re elemosiniere dell'iconografia bizantina; un mussulmano che spinseal

proprio disdegno dell'avarizia

segno

di riscattare

non solo

prigionieri

cristiani,

ma

persino uccelli.visione d'oltretomba dila

Anchedi

la bella

Immanuel Romano, amico ebreoil

Dante, comincia con

morte

di

un giovane, ondei

poeta stesso per-

vaso dall'orrore della tomba e sente tormentosi

rimorsi della coscienza.

La

prima visione fiorentina

dell'Alighieri appartiene diil

pieno

diritto

alla famiglia dei

pellegrinaggi oltreterreni, tanto per

motivo fondamentale

cui essa

si

ispira,

quanto per

i

particolari del

suo svolgersi. Dante tramor-

Vladimiro Zabughin

lisce; delle visi

donne

scapigliate

gli,

preannunziano

la

morte; poi

certi

diversi ed orribili a vedere

delle larve diaboliche,al

vengono

a dirgli

tu se'

morto

.

Ora,

l'apparizione di diavoli

capezzale di un agoniz-

zante o col dove smarrisce lo spirito vitale un tramortito, era cosa comunissima, anzi obbligatoria, in tuttoI

il

Medio Evo occidentale edla

orientale.

due esempi

classici

per l'Occidente sonoinItalia

Vis.

Fursei edi

la

Vis.

Tung-

dali,

entrambe conosciutissime

ai

giorni

Dante. Nella primatra questi

l'apparire degli Angeli neristri

sboccapadre

in

un

contrasto

ed

i

mini-

del Cielo,

contrasto

di

portentosa figliuolanza, a cui apparle

tengono anchediaboliche

gli

episodi analoghi della Commedia. Nella secondarintuzzate da

voglie

vengono

un Messo divino.

In Oriente

troviamo, invece di un semplice

altercoin

,

pi

o

menoregi-

vivace, qualestrata

si

svolge sul ponte del Purgatorio, anchetra milizie

una visione

da

S.

Gregorio Magno,

paradisiache ed infernali, un proceesi

dimento giudiziario meticoloso, che dura quaranta giorniverso parecchie diecine d'istanze successive:ossiai

svolge

attra,il

Greci dicevano

telonia

dogane, ove

degl'inflessibili

dazieri

facevano sborsare all'animaalla

tesoro

dei meriti propri o quello attinto

provvidenziale borsetta del

Santo protettore.

Comunque,trice lo

i

diavoli

non molestano Dante;

l'idea della

morte

di

Bea-

pervade assai pi della contemplazione dei peccati propri.

In

unadella

maravigliosa cornice di paesaggio apocalittico egli sente

l'annunzioil

morte

di

sua mirabile donna; poi, volgedi

lo

sguardo verso

cielole

e

vede

una moltitudine

Angeli che volano verso l'Empireo, seguendo,

rapide

orme

di

una

nubiletta bianchissima

cantando VOsannainfasti

excelsis.

Anche

codesta

nubiletta

ha una storia neidi

delle

visioni

escatologiche.

L'animaigneoy

di

Germano, vescovo

Capua, viene

rapita al Cielo, in globo

come

narra S. Gregorio. Tresi

nuvole

o cortine luminose, dai simpovera fantescaParadiso. Del

bolici colori bianco, rosa, oro,

schiudonogli

agli occhi della

greca Teodora, prima ch'essa miripari, treal

eccelsi splendori

del

sono

le

cortine istoriate che Polifilo oltrepassa prima di giungere

palagio di Eleuterilide. Nella Vita II di S. Brandano (testo volgare edito

dal Villari), l'appressarsi deiziato dal

monaci

al

Paradiso terrestre viene preannuns

comparire

di

una grande nuvola e

spessa che appena potevasi

vedere l'uno

l'altro ,

piena di tuoni e baleni, che

squarcia.Il

dopo

un'ora,

lasciando trasparire

come un'aurora

di colore giallo

motivo essenil

zialmente bizantino del

catapetasmasi

o velo, che nascondeal

Santuario

agli occhi dei fedeli orientali,

sposa armonicamente

ricordo classico

della

nuvola

ove vengono rinchiusi

gli eroi dell'antichit

quando vogliono

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

giungere inavvertiti ed

insalutati.

Codesta

nuvoletta

che ospita un Angelo,

un Santo, un'anima trapassata

e assunta al cielo,

un

ingegno

comunisil

simo delle Sacre Rappresentazioni. oltremodo probabile, chespunto dell'immagine dantesca sia dovuto precisamenteai al

primoo

teatro sacro

Dialoghi

di S.

Gregorio, ove trovansi pure

altri

motivi della visione del

poeta: presenza di Angeli e musiche soavissime.Assai affine alle Sacre Rappresentazionicelebre e tormentato episodio della canz.diI

ed

alle

laude

spirituali

il

di essa Vita lo

Nuova. un germesvolto in pieno Cin-

contrasto

tra Piet e Giustizia,

come

vedremo

quecento da Lionardo Sforza degli Oddi, poeta-monaco cassinese.per, neppurein

Non

embrione, una visione d'oltretomba, giacch non sapdi Beatrice nell'Inferno, scen

piamo puntodendovilare

se

Dante intendesse ragionare

virtuosamente

in

carne ed ossa, o

viziosamente

dopo

rego-

condanna

e lasciando

nella

bara

la

spoglia mortale; non

sappiamola

neanche se

l'Alighieri,

per avventura, nonsospetta

chiamasse Inferno

nostrail

misera valle terrena,

come

un giovane e valente dantologo,si tratti

Guerri. La supposizione pi probabile che

di

un descensus

vitiosus;

anche

la Vis.

Tungdali narra, comeallai

alle

anime ree venga mostrata, primaesilio, la

che esse siano avviatediso, e

sede dell'eterno

fulgida gloria del Parai

come

viceversa

beati

vedano, prima

di salire al cielo,

tormenti

dei peccatori.L'

amore

spiritualeil

di

Dante verso BeatriceS. Cristina

fu

paragonato

di recente

a quello di Pietro

Danese per

da Stommeln, reso celebre da l

Ernesto Renan. Senza spingerci cotanto lontano nelle nebbie,

sotto

il

freddo cielo, rammentiamo a chi legge

il

dolce idillio monastico

della pisana S. Gherardesca. Quivi la Santa che

assume

la

parte di Dante,le

e l'Innominato,di Beatrice.

il

religioso da

lei

prediletto,

che apparisce sotto

spoglie

Le assonanze conil

la

Vita

Nuova sonoin

impressionanti,

al

segno

di costringere

critico

ad un forte dubbiola

merito all'effettiva dimestidi

chezza dell'Alighieri conalla

leggenda toscana, anteriorel'amore di Dante erale

un cinquantennioche

morte

di Beatrice. Certo,letterarie

tutt'altro

letterario ;

estatiche pi chespirito

erano anchedi

sue visioni.

Ma

l'affinit

dello

produce un'identit

abito mentale,

una

stretta

rassomiglianza di

forma.

Or

sentite S.

Gherardesca.l'abito religioso.

Essa ha da poco vestitosera,

Prega nel suo oratorio versola

come, due

secoli

dopo,

S.

Francesca Romana. Nell'estasi che

rapisce

ode un canto paradisiaco,stelle in

indi scorge tre

colombe con

ali

trasparenti,di

con

fronte,

con corone d'oro, condi

petti

bianchi tempestati

pietre

cristalline.

La contemplazione

esse colombe dura tre giorni e tre notti.

Vladimiro Zabughin

All'alba del quarto giorno apparisce neiroratorio un'aquila, rivestita di piviale,

con corona d'oro

in

capo

e turibolo aureo sul collo,

con cinque

stelle insi

fronte. Sul petto essa reca

un

libro d'oro. Indi sul

dorso dell'aquila

erge

un trono

regale:

il

Redentore

vi si asside; ai suoi fianchi,

come

nelle scol-

ture gotiche francesi del Giudizio, stanno la Vergine e S.gelista.

Giovanni Evan-

Indi,

il

religioso Innominato viene condotto

dai

due Giovanni,tolgonoil

il

Battista e l'Evangelista, al cospetto

del Redentore. Essialla

piviale

dal dorso dell'aquila e lo

porgono

Vergine, che ne riveste l'umile frate;il

Cristo stesso toglie all'aquila la

corona aurea e ne ricingeil

capo delin

reli-

gioso.ai

In

un'altra

visione

la

Santa scorgeal

suo

dilettodi

mortoS.

preda

diavoli

che

lo

trascinanoil

giudizio. Per ordine

Giov.

Battista,

l'arcangelo Michele,

grande psicopompo del Medio Evo,infernale e la scorta adS.

libera l'anima

tapina dalla

masnada

una lucente magione, ov'essaS.

viene accolta da S. Giov. Evangelista,un'ancella della Santa vede in estasiil

Savino e

Martino. Ancora:

religioso assunto al cielo. Gherardel-

desca

si

strugge, piangendo,In tale

come Dante: pensa all'imminente mortela

l'amico.

cruccioalla

essa viene rapita, vedeil

Vergine a fianco del

Signore, assieme

Vergine

fedele Evangelista.

La donna celestedi fare contenta

fa

chiamarerardesca,

il

Battista e S.il

Giacomo, ordina a costororeligioso

Ghe-

premiando

Innominato

disi

una

palma

uguale a

quella di S. Giovanni Evangelista.

Ed

i

Santi

avviano con Gherardesca,.

e

giungono ad un bellissimo

chiostro, tra alberi dilettosi

Indi, salendo,

costoro scorgono un mirabile giaciglio, circondato da giovani indicibilmentebelli,

scorgono

la

SS. Trinit e tutta

la

Curia

celeste....

Tutto ci, badate bene, incastonatodi

tra visioni di

smaglianti Paradisi etutta toscana,

cupe scene

infernali,

ove

si

sposano, con soave armonialiturgica,

ricordi biblici, lembi di

leggenda eucaristica e

reminiscenze esca-

tologiche.

Dopoal

avere ragionato del suo incontro con

i

pellegrini romei, giunto

termine della Vita Nuova, Dante preannunzia solennemente unavisione.

mirabile

Siamo

giunti alla

seconda visione fiorentinae,

,

superstite nella

parte pi antica di Inferno (I-VII),

forse, negli ultimi canti del Paradiso,in

Adagio.canti

A

tutti

noto

il

racconto boccaccesco

merito

ai

primi sette

dtW Inferno. Questo

racconto fu ripetuto da Filippo Villani, accettatofatica biografica del Certaldese, tutta

da Lionardo Bruni, punto tenero dellapiena - com'egli dice -

d'amore e

di

sospiri e di cocenti lagrime; fusecoli.

rite-

nuto veritiero

da Giannozzo Manetti. Passarono dei

Ugo Foscolo

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

7

volle

negare fede a messer Giovanni, scorgendo nel racconto suo una

patriotticastata

leggenda fiorentina; che Firenze mal s'acconciava

al

non essere

culla del divino poema. Niccol

Tommaseo impugnegli

la

veridicit del

Boccaccio per una ragione retorico-sentimentale:narsi

non poteva immagilaI

una Commedia soggetta amaggioranza pertorto.

revisioni e

mutamenti;

voleva crederecritici

fusa d'un sol getto in un'unica colata di bronzo rovente.

moderni

sono

in

la

tesi

del

poeta ionio

e

del

critico dalmata,

secondo me, adel cantor difatto

A

favore della sincerit storica della testimonianzamilita innanzi tuttoil

Fiammetta

verisimile psicologico.della

un.

innegabile che Dante

avverte

i

lettori

Vita

Nuova

di

essersi

accinto a voler dire di BeatriceSimili avvertenze

quello che mai

non

fu detto d'alcuna

si

fanno,

al

secolo di Dante

come

oggi,

quando un'operaSarebbestol-

impostata

,

quandoil

in lavorazione o sta per entrarvi.

tamente assurdo

supporre, che

dopola

tale

preavviso Dante fosse rimastonel sacrario della propria

senza sedersi a scranna, serbandocoscienza, per otto o magaritutto

Commedia

quindici anni.

non sarebbe n

italiano

n toscano.

Non sarebbe umano, Non un poeta italianoil

soprae por-

tentosamente volitivo

come

Dante, che metta trala

dire e

il

fare anni e lustri.

Ancora:

tutti

sanno, che

prima stesura delle Grazie fu ben diversasanno, che v' molto divariotra

dalla redazione in

tre libri; tuttila

Sposi Pro-

messi e Promessi Sposi, chedal

modesta Morte di Sigfrido ideata dapprimaalla

Wagner

ben lungi dal rassomigliarei

Tetralogia definitiva. Perchal

negare a Dante ci chezoni, al

fatti

costringono a concedere?

Foscolo,

al

Manla

grande romito

di

Bayreuthal

N

basta. Al pari della

Commedia,

Tetralogia fu interrotta in esilio;

pari dlia

Commedia,

fu ripresa auspice

un mecenate

illustre....

Ma

possibile

immaginare

l'Alighieri quasi,

dimentico degli amori

fiole

rentini, della

mirabile visionei

dell' istessa

Beatricedella

beata? Leggetevi

prime otto Epistole, scorreteincontro un

primi

due

libri

Monarchia:

verr

nuovo Dante, contraddizione quasi completa

di quello del.

Can-

zoniere, della Vita

Nuova

e della

seconda visione fiorentinapolitico violento,

un Dantele

cospiratore, pubblicista, polemista

un Dante lontano

mille miglia dalla pace quasi claustrale della

Vita

Nuova

e dall'oltretomba

primigenio della Commedia fiorentina. Al posto di Beatrice nell'animo dell'Alighieri

signoreggiano

la

miseranda

Italia

e l'Impero; e

sela

il

poeta

vuole riposarsi dalla tempesta delle passioni politiche, trovanel seno di

sua pace

madonna

Sapienza.la

Certo, Dante

riprese

Commedia nonla

solo

per compiacere

il

suo

magnifico

marchese Moroello, ma per

gran dolcezza dei ricordi

patrii,

8

Vladimiro Zabughin

per

la

rimembranza

di ci

che promise

alla

memoria dell'amata donzellail

fiorentina.

E per codesta Commedia :

fedelt ai pii ricordi egli fu pietoso verso

primo

getto della

lo incaston, sia in

pure con

stenti

non

lievi,

nel gran-

dioso edificio della

Commedia

cento canti, mentre, concediamolo ad un

dotto e caro amico dantologo, ben poteva immolarlo sull'altare della propria infuocata fantasia.

Senonchnare sarebbesacrato

- e

veniamo all'argomento pi saldo

e certo -

il

nostro ragio-

fallace, se

non fosse

suffragato dalla testimonianza dell' istessoi

Poema. Guardate attentamente

primi sette canti

tW Inferno. Ognialmenola

canto contiene un cerchio infernale, ogni cerchio un peccato mortale. Stiamo

dunque dinanzi ad un Infernoper Dante

di sette cerchi e di sette peccati, giacch,

come per

Giotto, essi peccati erano sicuramente sette.

Neppur,

pi lontana allusione alle tre

disposizion che

ciel

non vuole

ai

nove

cerchi infernali, alla meticolosa e sproporzionatadei cerchi pi bassi. Nel

divisione

e suddivisione

primo deW/nferno, anche nelal

testo definitivo

che;

Dante pubblic, troviamo un accenno

solo

fuoco

del Purgatorio

nel

secondo incontriamo un'allusionemente, attraverso una zonaa S.

alla

Rosa Mistica;

quindi

ovvio supdiretta-

porre, che dall'Inferno dei sette peccatidi

Dante intendesse passare

fuoco, simile a quella che

divamp attorno.

Furseo

al

suo calare

in terra,

su

alle

beate gentiil

ancora

pi

ovvio immaginare,diso di Dantesi

come

gi fece l'Amati nel 1875, che

primitivo Para-

limitasse alla candida Rosa, ispirata ai Paradisi del teatro

sacro, a quello di Tungdalo, magari a quello di S. Gherardesca, sebbene

quest'ultimo sia assai pi vario, pi ricco ed alquanto

meno ortodosso

dal

puntodalle

di vista teologico (la

Vergine

vi

fa la

comunione

sette volte all'anno

maniGiil

di S.

Giovanni Evangelista).di

Boccaccio sospettava, che l'episodio

Ciacco fosse interpolatoil

nel

corpo primitivo della Commedia,

ma non ebbe

coraggio

di

ammet-

terlo francamente, per l'onesta ragione,privi di

che non trovava codici danteschi

codesto squarcio

di

Inferno VI. Noi possiamo invece ritenere, chenel

l'Alighieri introdusse

con una cotale violenzadi

corpo primitivo dei

sette

canti

non solo

la

scena della profeziaal

Ciacco,

ma

ancora

il

vaticinio dialtre

Vergilio in merito

Veltro, l'incontro

con Francesca e forse

giunte

minori difficilmente precisabili. Perch?tesi? - ribatter

O

non perch

fa

comodo

alla vostra

un avversario.

-

Il

perch semplicissimo.sul principio delil

La profezia del Veltro-Dux, che Dante introduceInferno definitivo, alla fine del Purgatorio, ainscindibile.

suo

mezzo

Paradiso, una edalla

un suggellodi

potente, che

il

poeta volle imprimere

Com-

media prima

pubblicarla.

Ora,

in

bocca a Cacciaguida essa profezia

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

9

sgorga spontanea dalle premesse dell'operaAnchise, e

;

Cacciaguida un novelloi

come

tale,

chiamato a vaticinare a Dante

dolorosi misteri della

sua

vita futura. Sulle labbra di Beatrice

essa profezia chiude una storia sim-

bolica della Chiesa: chiusa alquanto stentata e

non

del tutto

consona a

sil

solenne esordio,

ma

legittima e logica. Nel

prologo tWInferno invece

Veltro viene ad essere un vero e proprio intruso,

come tentammo

di pro-

vare altrove e

come vedremo megliouna

in seguito.

L'episodio di Francesca

fa le veci di quello vergiliano di

Didone, incontrata da Enea nella mirtea

selva. L'idea di

simile luogotenenza poteva nascere nell'animo del poeta

a Firenze

come

a Ravenna;

ma

solo a

Ravenna essa pot venire

affidata a

Francesca. Si badi che l'amorosa donna di Casa JPoIenta l'unica

infelice

amantenella

moderna, che Dante scorga:

tolte le interpolazioni,il

non vedremoalla vita polirifiuto

seconda visione fiorentina neppuredel

menomo accennol'uomo del

tica e sociale

secolo di Dante, giacch

gran

certamente Esa.

Accostiamoci

alle fonti

di

codesta visione. Dante

si

prefigge un comvergiliano con

pito titanico; vuol conciliare

sin dapprincipio l'oltretomba

quello medievale; vuol

portare l'armonia e l'ordine dei teologi nel vaga-

bondaggio varioIl

e pittoresco della fantasia dei visionari.

Vediamolo

all'opera.

prologo del poema, compresa l'apparizione

di Vergilio, tutto

medie-

vale.

La

calata

di

Enea

agli

Inferi

era,

oltrech

virtuosaal

,

spontanea.deil'Anchil'ai

Esempi consimili non mancaronosiade,

nei secoli di

mezzo:

pari

che

si

present

alla Sibilla

per chiederle un passaporto persi

di l,

coloro che scendevano nel pozzo di S. Patriziosito deliberato all'autorit ecclesiastica del

rivolgevanola

di

propo-

luogo.

Ma

tradizione prevalentela

era diversa: ne ottimo

esempio

la

regina delle visioni medievali,volere,

Vis.

Tungdali. Quividagli angelicostuistigi,

un peccatore tramortisce per superno

assalito

soccorso dal proprio Angelo custode, portato dasi

per vedere e patire delle pene, che

meriterebbe

in

eterno, se;

perseverasse sullaegli

mala

via.

Dante accoglie codesto motivo primigenio

non

fa

che spostare l'Angelo custode vero e proprio sulla soglia dellaassegnandogli una parteaffatto

citt di

Dite,

secondaria e riservando quella

dile

guida escatologica principale ad un poeta antico prediletto, un po' dietro

orme

di

Brunetto Latini, molto in omaggio

al

propriotutti gli

lungo studio

,

quel magicovia di

lungo studio

che sapr abbattere

ostacoli sull'ardua

una pellegrina

oltreterrena ammiratrice di Dante, Cristina de Pisan.riservata al basso Inferno e sostituita

La diavolaglia viene anch'essatre fiere

dalle

simboliche di Geremia; all'intero esordio del

poema

sacro Dante

imprime un suggello

di trasparente allegoria, ispirandosi

ad un versetto del

10

Vladimiro Zabughin

Cantico dei Cantici

(4,

6)

commentato

dai suoidi

amati mistici Vittorini,ai

al

maraviglioso sermone terzo de diversisIs.

S.

Bernardo, dedicato

versetti

28,

10-20 (canticoinfer),

di Ezechia: dixi in

dimidio dierum meorum: vadamdi S.

ad portasun

ad un episodio delia Vita I

Brandano, che venivaIl

accolto in molte leggende posteriori, tra cui quella di S. Ranieri.sale

poeta

dilettoso

montegioia

,

l'Amana

della Bibbia, forse, assalito dai

monte

dell'irre

quieta ed insaziabilevi

mondana;fieredi

leoni

e pardi

che

stanno

rintanati, dalle tre

Geremia, interpretate

moralmente

da Niccol da

Lira,i

comequali,

tre incarnazioni del diavolo, dai tre peccati fon-

damentali, secondo

vedremo, sar

costituita

la

topografia dei treuniti,*

regni d' Inferno presso S. Francescasulle porte infernali, varcate

Romana, che incontreremo, sempred'Alvernia, nel serraglio delle

da

Ugoin

fiere

simboliche dell'Ecl.

X

del Boccaccio, cheI

possiamo scorgere, ancoradi S.

uniti,

primamoltidi

dialtri

Dante, nel sermoneluoghi. Dante riservadi

Annunt. Mariae

Bernardo ed

in

al

classicissimo

famoso saggio

una partepi

guida ohreterrena

stampo rigorosamente medievale. Non

si tratta

di chiedere diil

un

non indebito regno

auspici

i

propri fati ;

non

si tratta

raggiungere

il

caro genitore

- in tutto V Inferno di

Dante non troviamoAldighieri -;si

bench minimo accenno a Cacciaguida

e tanto

meno adsimbolico,in

tratta di

salvare, alla medievale, all'ascetica, l'anima minacciata dal

demonio.la

Solo questo; nient'altro. una

caccia

al

lupo

come

narradel

Ugo daSanti,

S. Vittore.

Anche a Dante conviene deporre

terra

l'abito

peccato, sbattere l'una contro l'ahra due pietruzze, simboli di Cristo e dei

come

consiglia di fare

Ugo

a chi assalito dal lupo e

non

si

pu

difendere; senonch questa

catarsi

mistica

viene suggerita da Vergilio

a Dante in una forma concreta e punto rara nel

Medio Evo:

quella di un

viaggioin

nell'ai

di l.

A

differenza di S. Furseo, schiaffeggiato da un usuraio

pieno Purgatorio, per essersi appropriato un vestito di costui, a differenza

di

Tungdalo, Dante deve solo;

vederesi

e

non pi

patire

le

pene deigli

malnati

il

suo purgarsi personalesofferenze ch'ei vede,

riduce a dei moniti eloquenti, cherimorsidi

offrono

le

ai

coscienza propria, ad unalla gravit dei peccati

cristiano ed

umano sensodi

di piet,

pur commisurato

commessiIl

dalle

anime perse.porre l'antichit a fianco del Medio Evo spunta

primo tentativo

nell'Antinferno e nel Limbo.e

Sono due

raffigurazioni parallele, simmetricheletterario

punto contraddittorie. L'Antinferno vergiliano e come motivo

e

come paesaggio; ma

principi

.

Per, sin dal

tempo

di S.

Gre-

goriocepita.

Magno unaIl

spartizione

moralechegli

dell'Inferno viene nettamente conla

Santo osserva,*

difatti,

Angeli leganoi

zizania che stanno

per dare alle fiamme in tante fascine quanti sonoi

generi dei peccati, ondelussuriosi, gli avari

superbi siano arsi coi superbi,avari,glii

i

lussuriosi

con

i

con

gli

fallaci

con

i

fallaci,

gli

invidiosi

con

gli

invidiosi, gli infedelid' intensit

con

infedeli. Tutti

all'

Inferno,

ma

tutti

puniti

con tormenti

disuguale.

Una

spartizione

morale

e settenaria delle

pene

si

fa innanzi

nelle giunte medievali alla Vis. Pauli. L' iconografia orientale

conosce solorisulta

quattro generi di pene: fuoco, ghiaccio, verme, tenebre;

non

sem-

pre chiaro, se

i

dannati

li

debbano

patire successivamente,

o se ciascunadi tormenti.

suddivisione di anime perse sia destinata adNella Vis. Tungdalidi questa, unito a\

un solo genere

due concettidelle

si

sovrappongono;

e sottol'

l'influsso

quello

chiose gregoriane a Giobbe,

idea dellacui dis-

pena

alternatain

penetra anche nella mente di S. notevolissima per

Tommaso,il

la

sertazione

merito all'Inferno

grande sforzo, non

sempre

vittorioso, ai liberarsi dalle

consuete e care immagini dei visionari,e

onde

costruiresi

un

tartaroalle

schiettamente simbolico

rigidamente logico.

L'Aquinate

attiene

poche pene mentovate

dalla Scrittura: fiamma,in l. Egliil

gelo, tenebre, pianto, verme.ritiene

Onorio d'Autuni

fa

un passo pi

che

le

pene

siano nove, giacch;

malnati

neglessero,

consorzioi

delle

nove schiere Angeliche

il

noto

verso scolastico

diffuso per

14

Vladimiro Zabughin

ludi

medievali ne annovera otto o nove, secondo

il

modo

di interpre-

tare fetor

cum vermibus come due pene od unaBernardo, nel curioso capitoletto14) esse

sola. Nella versione, riferita

da

ps. S.(HI,

infernale

deW Instructio

sacerver-

dotis

pene sono decisamente nove: malleus et fetor cumstaccati), ignis et algor, visio

mibus (come due martiri

daemonica, tenebrae,diversis tesse tutto

rubor, ignea vincla. S. Bernardo nel

sermone XLI dei

un

pellegrinaggio idealeil

dell'anima attraverso

vari

regnila,

,

il

mondo oil

regio dissimilitudinis,diso.Il

paradiso claustrale,

il

Purgatorio,

geenna,

Para-

suo Inferno

spartito

ugualmente

in

nove

pene

che corrispon-

dono ad un dipresso

a quelle test citate.ai penitenti, siIII.

Unarisce le

divisione novenaria rigida, estesa alle pene ed

trovarife-

nel curiosissimo trattato

De

contemptu mundi

di

Innocenzo

Costui

pene

il

a noi gi note in ordine

diverso

e riservail

il

fuoco

alla

concupiscenza,

freddo

alla malizia, lai

puzza

alla lussuria,

verme indecolpa di

fidente

all'invidia

ed all'odio,

martelli

percussori

alla

coloro che non meritarono di essere flagellati in questo secolo, giacch

tentarono di esacerbare

il

Signore

(ps. 77, 38),

le

tenebre palpabili peralla

la la

pertinacia degli infedeli,

almeno

quelli

posteriorichi,

venuta

di

Cristo,

confusione dei peccatila

per

il

peccato di

dopola

confessatosi, tra-

scura

penitenza,

1'

orribile vista dei

demoniil

perlesi

malvagit di colorola.

che

in vita

vedono

e

fanno volentieri

male,

catene di fuoco per

cattiveria di chi

cammina

ne' propri desideri eil

rende schiavo del vizio

Vincenzo Bellovacense non precisa

numero

delle

pene

;

seguendo

leil

orme

di

un visionario innominato,

egli insegna,

che prima del Giudizio

martirio infernale viene somministrato dal solo fuoco;finale

dopo

lail

condannadissociarsisi

una nuova

machina

cruciatoria

verr instaurata conle

delle

opposte qualit dei quattro elementi, ondeil

pene

logicamente

ridurrebbero ad otto, senonchinfinite e

polistore avverte, che le loro varietla

sono

che esse sono disposte secondo

legge del contrapasso. L'in

terpolatore pre-umanista della Vis, Pauli vuol essere

meglio informatopi,

:

per

lui

esse

pene

sono centoquarantaquattromila, non una

non una

meno.La divisione settenariadi

Dante poteva derivaremagiscola medievali.

in

parte da Vergilio,sa,

chiosato, attraverso Servio, dai

Si

che l'oscuro

accenno vergiliano

ai

nove

giri

dello Stige

venne

interpretato da Servio

e da Macrobio, quale allusione alle

novel'

sfere

celesti

che l'anima deve

attraversare, calando dall'Empireo verso

inferno terrestre,i

onde

incarnarsi.

Nel

Medio Evo

codesti

circuii ritennero

nomi

dei

pianeti,

ma

si

tra-

sformarono man mano

in vere e

proprie magioni oltreterrene,

sette delle

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

15

quali erano riservate all'Inferno,si

una

al

Purgatorio, una

ai

Paradiso. Dante

ispira

evidentemente a codesto

modo

volgato di chiosare Vergilio, a cuiparticolari del sacrotali

ricorre pi d'una volta

anche

in episodi

poemail

;

egli

accoglie nellail

Commedia duealtro

circuii vergiliani,

e

quali;

primo ed

quarto, oil

secondo

calcolo, seguitoil

da una tradizione

di cui sar

esponente

Petrarca, l'antinferno ed

terzo circolo {infantes,

morti per

amoredallaterla

).

All'uscita dalla

selva dei mirti

egli

deve per forza scostarsipij inIl

scorta saputa

dell'

Eneide, giacch non era

grado

di

met-

d'accordo con

le

esigenze di un Inferno cristiano.

tentativo di con-

servarefallisce

un

equilibrio, sia pure instabile, tra oltretomba classico e medievalei

dopo

primi sforzi.trarci

N debbonodanteschi coni

in

un

fallace

abbaglio

i

custodi dei singoli cerchidi

loro

nomi

e le loro fattezze.

La presenzadi

Minos

,

condel

cediamolo, dovuta ad un puro zelo umanistico

Dante; cos

quella

gran nimico

Pluto, retrocesso

da diavolo maggiore a custode della quartamaledetto lupo

lacca, a servo di

Satana ed ail

defraudato dalla compapianto,

gnia di Proserpina, che

poeta

proclama

regina dell'eterno

senza trovarle un posto

condecente

nella tartarea reggia.

Malo

quella dei

loro colleghi nei cerchi pi bassi deriva dalla schietta tradizione medievale.

Che ogniancheS.

reparto dell'Inferno abbia

il

suo diavolo speciale,

sapr diresi

Francesca; qualcosa

di simile, in

forma assai confusa,

immagi-

nava Giacomino da Verona. Fontela

di tutti costoro la

Vis. Pauli, in cui

differenziazione delle pene porta anche logicamente a

quella dei giusti-

zieri.

Certo, Cerbero, simbolo della terra divoratrice di ogni cosa, Gerione,

simboloallail

tW aggregano

peccatorum, occultatio et perseverantia, sono dovuti

volgata vergiliana delle scuole;

ma

essa volgata

si

ispirava pure, per

sesto

tW Eneide,dei

alla tradizione dei visionari

d'oltretomba.

Abbiamonumero

intravisto,

chela

i

chiosatori vergiliani

ora,

comprendonola

nel

nove

circuii

soglia

degl'infanti

ora

escludono.

assai difficile giudicare, se nella

Commedia

primitivadei cerchi;

Antinferno e

LimboDante.

fossero compresi nel

numero complessivo

ma

ci

non sposte

rebbe notevolmente l'economia della

seconda visione fiorentina

di

Enea non varcail

la scellerata

porta del Tartaro. Dante, pur

immaginando

suo Vergilio stregato

dall'

Eriton

crudaed

dialle

Lucano, totalmente abbanproprie forze.al

donato nel basso Inferno

alla tradizioneil

Avendo

ripreso

seguitando

la

Commedia,

poeta tenta riaprire

mondo

classico:

un

novello spiraglio, con un tratto di violenza tipicamente

dantesca

abban-

16

Vladimiro Zabughin

dona

la

divisione dell'Inferno in sette reparti e vi innesta

la

tripartizione

aristotelica. L'unit logica e

morale del regno buio ne usc compromessa,

mala

r intento

non

fu raggiunto.

Ad

onta della dottrina aristotelica, che insidiadi

mente

di

Dante e che tormenta quellail

S.

Tommaso, quando

il

grande

Dottore ed

vate geniale ragionano delle pene tartaree, l'Inferno dantescoil

rimane schiettamente medievale;

poeta

si

limita a scostarsi

alquanto dalla

volgata letteraria per seguire quella iconografica,costruire

che

gli

permetteva di

un regno dannato saldo

e scevro di contraddizioni

almeno

archi-

tettoniche.

Le poche pietruzze vergiliane, che Dante raccoglie fuori delper incastrarle gi trai

sesto

dtW Eneidecol

dirupi del basso Inferno, venil

gono muratesi

cemento

della tradizione. Nella selva dei suicididi Aen.,Ili,

poeta

rammenta indubbiamentesono

ma

l'

istessa presenza

di

codesta

vegetazione tartarea nellaI

citt di

Dite

si

spiega solo

con

la

Vis. Pauli.

centauri arcieritesti

eletti

a giustizieri infernali,

non

gi per piet versoessi

dei

antichi,il

ma

perch nel simbolismo medievaleI

comunementetolti

raffigurano

demonio.

giganti dell'estremo

pozzo infernale sono ben

a Vergilio ed a Ovidio;

ma

la

loro

parte

di

guardiani della magione dii

Lucifero suggerita dalla Vis. Tungdali. Isidoro avvert gitori,

suoi

pii

let-

che

Nemrod gigas

diaboli

typum

expressit. Lucifero stesso, conficcato

nel ghiaccio, tricipite e dalle

ali di

pipistrello,

un elaborato alquanto comla

plesso,

ma

tutto contesto di elementi

medievali:il

bestia alata suso

uno

lago de giazzail

della

Vis.

Tungdali,

principo delle tenebre

della

medesima,

Lucifero tricipite del Battistero fiorentino, forse ancheil

quello,

ora scomparso, di S. Gallo, di cui ragiona

Boccaccio, pu darsi ancora,tre faccie di

qualche scohura romanica sul genere del Satana aTuscania.Il

S. Pietro in

pi rappresentativo dei personaggi classici del basso Inferno Ulisse

:

maS.

egli narra

a Dante una

favola

strettamente

ispirata alla Vita II di

Brand ino, che Dante adopera anche nel Purgatorio. Essa Vita non eraItaliatutti

sconosciuta ineII

sino

al

tardo Rinascimentoa

:

ne trovai due codici

latini

due

volgari,diil

posteriori

Dante, due addirittura del Quattrocento.

nomeUna

Brandanocosidetto

viveva ancora nel contado toscano nel secolo xvi;

ne

fa fede

Brandano senese.la

robusta squilla umanistica aprel

seconda cantica; la

di

Dante. L'azione

comincia

dove l'acqua

di

Tevero s'insala

prima figura umana che

Dante e Vergilio incontranodi

sul loro

cammino, Catone. Ladi

leggenda

Catone non garbava persino a qualche amico

Dante; un anonimoin

ravennate, che

pu

essere

Menghino

de'

Mezzano, osservala

merito, nelle

proprie chiose inedite alla Commedia, che

lode dantesca di Catone viene

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

17

contraddetta da S. Agostino, e che

la

favola

della sua redenzione, anzi

delia scelta a giudice del Purgatorio, destituita di autorit.

Ma

tale ardi-

mento umanisticoTroviamo ancheviil

non

si

spinge oltre

i

primi due canti del Purgatorio.lieve

nella

seconda cantica qualchedel

reminiscenza classica;

troviamopoeta non

tutto

un grosso frammento

Limbo

dei gentili virtuosi, che

riesci

ad interpolare nella sua sede naturale e dov abbinare

all'episodio di Stazio; vi rinveniamo qualche similitudine, qualche simbolo,toltoall'antichit.

Qualche lembo delil

paesaggio paradisiacodeiil

di Vergilio

venne ad arricchire

colorito di quello della valletta

principi;

ma

la

valletta stessa tolta diallala

peso

alla Vis.

Tungdali,

comeai

Paradiso terrestre

Leggenda del Paradisovenerabile processioneCerto, l'ardimento del

deliziano, diffusissima

giorni di Dante,

come

degli

ultimi canti

alla

Leggenda patriziana.

poeta in codesta sua cantica pi bella e pi

organica grande.Sin dal

tempo

di

Origene

il

Purgatorio era raffigurato quale fiume dial

fuoco, che conveniva attraversare per giungere

cospetto di Dio. Codesto

concetto anteriore allo stesso cristianesimodi

:

fuoco ed acqua, come materia

purgazione,

si

ritrovano anche presso Vergilio. Tale motivo primigenionel

viene tramandatoentra nellala

basso Medio Evo dalla diffusissimala

Vis.

Fursei edsi

Commedia, ovestessa,

traversata del

;

Battista al posto,

che secondoS.

l'usanza francese, accolta pie-

namente da

S.

Oherardesca, spettava a

Giovanni Evangelista. La dispo-

sizione dei Santi in codesto suo Paradiso tradizionale segue a

un dipresso

quella dei beati cori nell'iconografia,

ma

talvolta se

ne scosta capricciosa-

mente.L'Alighieri trascura affattole

una forma abbastanza comune

di raffigurare

beatitudini

paradisiache, che

pur non poteva ignorare. Tale forma

documentata da Onorio d'Autun e da Vincenzo Bellovacense, nonch daparecchi

monumenti

iconografici. Essa rende simbolicamente la gloria celestedi beatitudini del

con

sette

o quattordici figureil

corpo e dello

spirito; s'in-

tende bene, che Dante,varsi di

poeta del

sommo

dinamismo, non poteva giola ieratica

codeste figure immobili, ottime per

calma

d

un portale

scolpito,

ma

inutili

e pericolose in

un poema. Anch'egl crea un suo Paraletterale ;

diso simbolico accanto a quello

ma

esso Paradiso intessuto

d fiammelle incorporee, carolanti su

sfondo neutro

d

pura luminosit

e di

musiche soavissime.Il

poeta non cammina neanche qui su terreno perfettamente sgombrolu

:

ebbe una fonte ed -un predecessore afonte

probabilmente sconosciuto. Lail

come ognuno s'immagina, l'anonimo visionario tW Ascensione sprigionarsi, al pari eW Apocalissi d,

il

Somniuni Scipionis,d' Isaia,

predecessore,

che un giorno potr forse

Esdra, da qualche zibaldone pre-umainstella

nistico.

Il

profeta guidato di

stella

da un Angelo del settimo

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

21

cielo.

Egli comincia col salire

nel

firmamento ee di

vi

assiste

ad una zuffarisaputo, chei

diabolica, prototipo didiavoli

quelle di

Tungdalo

Dante.

avevano

il

potere di vivere e nuocere

sin nella sfera sublunare, e

perci picchiano di santa ragione Ountelno, novizio cistcrciense, nella suascalatalari.

al

Paradiso; S. Francesca narrer in meritonel primocielo.

molti

gustosicieli

partico-

Dal firmamento Isaia sale

Quivi e nei

succes-

sivi

non vede anime beate,

ma

solo

i

troni di quei singoli Angeli motori,

dei quali ragionercisti.

anche Dante. Essi troni sono circondati da Angeli musii

Di

stella in stella

fulgori

si

fanno pi abbaglianti

;

al

pari di Dante,

Isaia si

trasforma anch'egli nel

salire,

acquistando sempre maggior splensesto

dore; nel terzo cielo egli dimentica ogni cosa di quaggi. Nelpi trono, n Angelo motore;Iviil

non

moto viene direttamente

dal

primo mobile.che neicieli

spariscono anchestavano

gli

Angeli

men

perfetti e

menal

gloriosi,

inferiori

alla sinistra di

esso trono. La luce dei primi cinque

cieli

sembra tenebraal

nel sesto

;

Isaia vial

prende parteprofeta solo

canto angelico. La

salitasi

settimo cielo viene concessala

dopo provato chegiusti

col

custodiva

biancasi

stola,

riservata a costui. Vi dardeggiatuttii

una luce marada

vigliosa; viin

scorgono Angeli senza numero etutti

AdamoCotanta

poi;

Abele, Enoc,sedutisui

rivestiti

di

splendide vesti

paradisiache, nonincoronati.Iviil

perancogloria

troni

ad

essi

apparecchiati,

n

supremai

riservata a

dopo

l'Incarnazione del Verbo.

profeta

vedeivi

librisi

dei destini futuri dell'umanit, le vesti per le trasfigurae,

anime

nasciture,

Isaia

trasumanato, ha

la

grazia di vedere Cristo Dio ed

Uomo.Cosil

visionario orientale del

i

secolo, in stretto accordo con Dante.

La voce

di costui

pote\fa essere fioca

o muta nel Trecento;si

ma unatutto:

debole

eco delle sublimi armonie da essa evocate nonfedele

spense del

ne fanno

due

visioni italiane di Alberico e S. Gherardesca. Nella

prima vediamo,,

all'uscita del Purgatorio,

un

campo

splendido, soave e decoroso

olez-

zante di gigli e di rose. Nel

mezzo

di

esso

ove

le

anime dei

giusti

entreranno soloal

campo Paradiso deliziano, dopo Giudizio: una planitiesil il

immensa,

altissima, vicina

cielo.

Circa Paradisumvi

si

erge un giaciglio,

custodito da due sacerdoti con turiboli fumanti;l'essere del quale svelato

riposa un Innominato,S. Pietro,

ad Alberico dalla sua guida,mortali.Indi,

mavede

che

deve rimanereS. Pietro e

nascosto

ai

scortatoal

da una Colomba, dacielo

da Angeli, Alberico s'innalzasuperne.I

primocieli

e da

l

in

estasi tutte le regioni

primi cinque

sono vuoti; nel sesto

sono

raccolti

i

cori

Angelici, Patriarchi, Profeti, Apostoli, Martiri, Confes-

sori, Vergini. Oli

Apostoli hanno degli scanni pi eminenti, S. Pietro siede

22pi in alto di

Vladimiro Zabughin

tutti.

Nel settimo cielo

si

erge

il

trono di Dio, circondato da

Cherubini.

La visioneItalia

di Alberico,

che generalmente

si

ritiene sconosciutissima in

sino alla sua scoperta, nell'estremo Settecento, erasi

meno

ignorata di

quanto

creda. S. Gherardesca

ne ebbe probabilmente sentore; ancheceleste

essa perviene allanetari e vi

Gerusalemmescorge e

dopo avere

attraversato

i

cieli

pla-

vede dei beati scannivi

di livello

disuguale; senonch l'immagi-

nosa donna toscanain

torri e castelli

ed attendamenti, sovrappostidella Rosa.;

modo un

po' indigesto sulla primigeniala

immagine

Non

giu-

rerei

che Dante abbia del tutto ignoratoil

visione di Alberico

la

conobbe

quasi certamenteserv nella sua

Boccaccio, che pot leggerla a Montecassino e se ne

decima Ecloga.rivestito

La Commedia un maraviglioso quadro medievale,tenue cornice classica.sopratuttogli

da una

Quando

il

poeta confessa di avere attinto a Vergilio

lo bello stile ,

ha profondamente ragione. La materia classica

serve,

come

servir pi tardi all'Ariosto, quale insuperabile

modello

di

tecnica poetica, divalegli

buon

gusto, di possente

freno d'arte

;

quella medie-

offre

il

pietrame greggio, di cui egli costruisce

la

sua grandiosale

cattedrale epica.

Sarebbe per ingiusto voler affermare che

leggende

medievali fossero per Dante non pi di quello cheil

per Michelangelo era

marmo

della Lunigiana,il

che costui pur tanto faticosamente ricercava. Esse

leggende erano peri

divino poeta esattamente ci che per l'Ariosto saranno

romanzi del ciclo

di

Carlo e

di Art, fonti di ispirazioni, sorgenti di soave,

fresca poesia, or mesta ore selvatica fragranza.

lieta,

sempre vivaard

di colori e

profumata

di

sana

Nessuno

mai negare a messer Lodovico una

dimestichezza con

la

materia di Francia; a Dante, Immaginato quale super-

uomolino di

e superpoeta,

disumanosi

nella sua transumanazione, vistasi

con

l'occhiatutti

pigmei pedanti,di

vorrebbe negare ci che

concede a

gli

uomini

genio:

il

diritto di far

tesoro della tradizione preesistente.arzilla

Esino

quale tradizione! Viva, salda,

lunghesso

tutto

il

Rinascimento,le

al

Tasso!

Una

tradizione

ches

elimina spietatamente tutte o quasigli

innovazioni

dantesche e fa

che

umanisti e

gli

uomini del Barocco,classici e

pur ammirando Dante, vedano l'oltretomba con l'occhio deiquello dei visionari medievali.

con

;

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

23

II.

I

primi seguaci e detrattoridel

romanzo

di

ranonimo rifacitore italiano Ugo d*Alvernia, Immanuel Romano, Albertinodi

Dante

:

Mussato, Cecco d'Ascoli.I

primordi dellaper cotantoil

fortuna

di

Dante

in Italia

sono pi che modesti,

specie

nome: qualche frammento

della

Commediala

trascritto,

mentre

sommole

poeta era ancor vivo,

sulle carte di notai

bolognesi; unpreghiera di

prezioso sonetto di Giovanni Quirini a

Can Grande con

schiudere

bellezze, tuttora

nascoste, del Paradiso; un

codice ebraicoin caratteri

livornese, probabilmente di

Immanuel Romano, con trascrizioneai

ebraici di brani del Purgatorio e del Paradiso, chiose ebraiche

medesimi,di

e strane varianti nel testo di Dante.

Siamo ben lungi

dalle

esplosioni

copioso,del varo

madi

stereotipato entusiasmo, che diventeranno d'uso nelle cerimonienavicelle

poetiche costruite nel Rinascimento:ai

il

legno

di

Dante errava troppo solingo, lasciandocioletta

loro

lidi

gli ascoltatori della pic-

barca

.

Eppure, coloro dellamossi.I

piccioletta barca

ascoltavano, riverenti e

com-

primissimi ammiratori di Dante dovevano formare una

compagniae

alquanto eterogenea: grandi signori d'Italiaoscuricantastoriedi

come Can Grandein

Moroelloil

del

tipo;

di

colui

che

rifeceai

versii

franco-veneti

romanzo

Ugo

d'Alverniala

novizi domenicani,

quali

superiori credet-

tero saggio proibire

lettura di

Dante, segno che era ben gustata; gio-

vani aspiranti alla

palma

della poesia volgare, che

venivano a Ravenna

a farsi istruire dall'altissimo poeta; popolani fiorentini, assai probabilmenteanalfabeti,giato.

che biascicavano e storpiavano

i

versi del concittadino

bandegtacce-

Tutta gente che, con maggiore o minordi idiota .ufficiale e l'arte dell'incipiente

rispetto, gli umanisti

ranno

La scienza

Rinascimentoil

si

mostrarono

sin dapprincipio riservate e

guardinghe. Tutti conosconopresso Dante, onde

passo diploma-

tico dilariola

Giovanni

di Virgilio

convertirlo ad

un formotutta

poetico, venuto giusto allora di:

moda

e che

doveva durare per

prima met del Rinascimento

lingua latina, forma pi otutti

menodi

classica,

soggetto rigorosamente moderno; del pari,passo. Dante

sanno

l'esito

codesto

non

si

convert che a met.

Impugn

la fistola pastorale latina,

anche per non essere dapoesia epica volgare, allo

menostile di

fiorentina segue a pennello, invertendola, la

topografia morale

S.

Gre-

gorio Magno, cominciando dai

peccati della carne. Risulta ancora, che laavariziail

giustaposizione della superbia (o vanagloria), lussuria,etradizionale. S.

era ovvia

Bonaventura dedicaXLII della parteII

tutto

un dubium,

terzo, del

suo

Commentoedpertreil

alla dist,

del Liber Sententiarum al

numeroegli

alla classificazione dei

peccati capitali. Al pari di S.

Tommaso

optatenta

numerodili

settenario,

conglobando superbiaessi

e vanagloria; indiIl

modi

spartizione ragionata di

peccati.

primo, non accettatola

dal Santo,

divide secondo l'appetito di un apparente bene, o

fuga

di

un apparente male; ora cotale appetito pu volgersi verso un benee sar superbia,

interiore,

o verso un bene esteriore e sar o gola; cotale fuga,

avarizia,

o verso un benetre

inferiore, e sar lussuria

distnta

secondo

mali con-

simili, sar invidia, ira, accidia....

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

55

Rimane adunquechiamo qualche lumetetro anzi

incontrovertibile, che le tre

prime

fiere

del Boc-

caccio corrispondono appieno a quelle di Dante.in

E

le

altre

cinque? Cer-

merito nel vocabolario allegorico dici

Rabano Mauro,Reg.

che no,

ma

pur lume. Intanto, Rabano

tranquillizza sul conto del{I

l'orso moraleggiato: ursus crudelis {Isaia, 11,

7),

o immunditia

17, 36)

od anche

imperatoreal

Romanosimbolo

{/V Reg.Il

2, 24):

stiamo quindi con ogni

probabilit dinanzi

dell'ira.

cane pu simboleggiare una gran(P/"(7i'.

quantit di concetti: peccatore impudentegentile, giudeo, diavolo,

26, 11) infermo, vilissimo,

ma anche

S.

Paolo Apostolo, predicatore zelante,

predicatore negligente, ecc.

Ma

il

can dimonio per eccellenza, Cerbero, era

inteso generalmente quale simbolo della gola, cos

da Dante stessoil

e dalla

maggior parte de' suoi commentatori;gereai

il

castigo, che

Boccaccio

fa infligi

molossi

quadra benissimo con

tale interpretazione.

Ed

tardi

onagri

,

accoppiati nella pena agli

immaniil

orsi

? L'onagro una bestia

prediletta

da Giobbe; secondo Rabano,

libro a lui intitolato lo presenta

quale simbolo di Cristo, quale tipo di gentilesimo, di eresia; nel salmo lOQ, 11

onagri

sonoeretici

i

giudei

;

per Garner, nel

Gregorianum, onagri nel plu-

rale

sono

o giudei, onagro nel singolare, un qualunque giusto, ereil

mita,

o Dio incarnato, o l'uomo carnale, odifficile

gentile infedele.

dunquePer

benil

indovinare

il

peccato speciale, cui

messer Giovanni destina

tipo di

onagro,>

Tardo

pu voler

dire

accidioso

o

triste .

i

setolosi porci

la

spiegazione altrettanto

irta

di difficolt

;

cinghiale

vuol dire per Rabano quanto

imperatore:

Romanole

{Ps. 79, 14),il

porco

quanto

immondo

peccatorevanagloria

>.

sarei tentato di spiegare

geroglifico boclinci .la

caccesco, quale

Rimangono

fascinate

Piero di

Dante,

memore

del

primola

dell'

Eneide, mette

in

correlazioneil

maculatala

lynx di Vergilio con gi rivestita delle

lonza dantesca;

maalla

presso

Boccaccio

lussuria

consuete spoglie lupesche; quindi per essa lince non

rimane che

l'invidia,

bene appropriata

varia

pelle dell'animale sim-

bolico, punito

con un famelico vagabondaggio per plaghe deserte.

Unrievocadi

respiro di sollievo.

Siamo

nel Purgatorio.pie'

Qui almeno camminiamo conun'atmosfera

pi

saldo.

NeH'ff/.

XVil

il

poeta

morale, che rammenta alquanto quellail

della visione

Immanuel Romano. Parlano Filostropo,in

Tetrarca, Tiflo,

Boccaccio.

autunno

Certaldo

ed autunno nell'anima del

cantor di Fiammetta,la

deluso dalle fallacie di questo misero mondo. Tornerper suo antico costume, scioglierRicchezza, edil

primavera?

11

sole,

le

nevi? Criside e Dione, l'abbagliantes

versuto

Piacere tenderanno

nuovamente

i

lacci,

ma

non apparecchieranno che catene

laggi, nel buio oltretomba che ospita di

56gi re Roberto {Argus) edsaprei identificare.leIl

Vladimiro Zabughin

il

pervigile Dafni

,

un poeta amico che noned

Petrarca,

da buon predicatore, descrive vivacementedi ricchezze terrenelail

miserie congiunte alla

brama

mal

fine degliil

amanti di Criside. E Dione? La blanda,si

crudele Dione? Qui

Petrarca

rammenta

del

proprio Triumphus Cupidinis, nonch deldelloSpirito del

tono cattedraminaccia

tico e della

veemenza

Corbaccio, ed in ultimo

l'amico senza troppebiascica

perifrasi

con

le

pene dell'Inferno: messer Giovannilui,

malamente

delle

difficili -

per

poveretto - parole greche;di S.

mala

ci che egli fa dire all'amico Petrarca

Vangelo

Matteo, secondo

Volgata.si

Quando

poi Tiflo-Boccaccio,la tesi

dopo

vari tentativi di

vana resistenza,

trmcera dietro

epicurea, l'amico predicatore lo fulmina con l'auto-

rit d Aristotele

e di Pitagora,

nonchCristo

dei filosofi

romanicol

- leggi

Cicerone

e Seneca - poi con quella di

che

purg

propriovicinial

sangue

il

greggedella

infetto

.

Findi

qui,

dunque, stavamo abbastanzail

prologoumanisti

Commedia

Dante. Messer Giovanni,

pi

modesto

tra gliatti

italiani,

non poteva

certo essere punto dalla coscienza per

di superbia,gli

ma benoffr

pativa gli assalti delle altre

due

fiere .

Ora,

il

rimedio, che

offre Filostropo-Petrarca

singolarmente simile a quello che Vergilio gi

a Dante

:

vorrei

- dic'egli -

che tu potesti sfuggire congli

me

le

fiamme

tifee e

vedere

le

nuove roccie

e

scogli

...

Invito

somigliantissimo a,

quello che S. Bernardo indirizza fiera

all'

anima peregrina

affinch

visiti

la

mercato

del

mondoil

oltreterreno e vi acquistii

preziose mer-

canzie

spirituali.

Ed ecco

Petrarca schiude all'amico

lontani misteri

del Purgatorio. , caso rarissimo,

non gi

la

tradizionale bolgia di fuoco,Sicilia, sotto

mail

il

monte

dantesco; assai lontano, ben pi lontano della,

cardine sinistro del cielo

ma

all'aperto, rivestito di aspre

boscagliealla

e di sasso rosseggiante. Quest'ultimo particolare

pu richiamare

nostra;

memoria un

caratteristico episodio della

leggenda del Paradiso deliziano

ma

pu

altres

essere una semplice allusione alla purgatio per ignem. Giudice

(e giustiziere?) di

codesto Purgatorio il

1'

insigne pastore Teoschiro

:

Cristo

o Dio Padre secondo

Lidonnici, Theos Kyrios. Vi, si

pascolano

poche

pecore scelte e domati giovenchidalla roccia esi

abbeverano all'acqua viva che sorgesi

cibano

di erbe, sbocciate dalla pietra, ossia

nutrono.

di

fede e disi

vita.

Ma,

ribatte Tiflo,

sono indegno

di cotanta grazia

Egli

sente in quell'istante un po' ne' panni di Licida.di Teoschiro,ai

Ha

rapito anch'eglii

una

giovenca del gregge

ha calpestato

le

leggi ed

riti

de' suoi,

gett esse leggi in pasto

porci di Dione....

Poi, la via dell'ascesi

dura;

porta con se

fami e freddila

Il

Petrarca,il

sempre da buon predicatore,perdono, additandogli l'esem-

inculca all'amico

penitenza e

gli

promette

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

1!n

pio dei grandi Apostoli S. Pietro e S. Paolo, che entrambi peccarono gra-

vemente, ed entrambi furonoall'erto

glorificati.

Anche

il

Boccaccio trover,il

in

cimapro-

monte, un

lieto Paradiso deliziano,;

ove spira

sacro zeffiro.intravvedele

priodelle

il

Paradiso terrestre di Dante

messer Giovanni

vi

ombre

ninfe,

Dee

e Driadi

,

facilmente identificabili con Matelda, Beatrice

e

le tre

Virt personificate.

Masit,

ora viene davvero

il

bello. Tif lo

domanda, con un' ingenua

curioalil

che ritroveremo ntWEcl. XIV:

quale voce port codeste novelle.

tuo orecchio? o forse tu stesso andasti lass?

Ed

il

Petrarca puntella,

proprio dire col consenso deiquali fu

pastori arcadi,1'

italici

ed antichi sicani:

ai

primamente datol'autorit dilo

di salire

ardua vetta

ossia, se

non m'in-

ganno, convertirsi,

Omero,il

di Vergilio e di

Dante. Tiflo pronto a conlo

ma

spaventa

duro

calle ch'ei

deve percorrere, e Filostropoesso

rassicura inprincipio,

modo assai dantesco, dicendo che ma poi si vince con poco travaglio,II

cammino

aspro dap-

e che le forze verranno dal

Redentore stesso.{Inf.FI,

sole cala nelle onde. Tiflo dice all'amico di precederlo

139 sgg.) e

si

congeda

dalla felix laurea e dalle

caprette

,

onde

riportare

una palma dalil

sirio lido , ossia rivolgersi alleil

Sacre Carte.

Fin qui

Purgatorio,

pi

dantesco

dei tre

regni oltreterren di

messer Giovanni. Col Paradiso rientriamo nel campo della pura tradizionemedievale.Nell'Inferno e nel Purgatoriomatori,il

cantor di Fiammetta ebbe, quali infor-

due amici;

le

novelle

del

Paradiso

gli

vengonola

portate da

unanel

donna assuntaCanzoniere,

alle beatitudini celesti.la

Non

pi

donna amata, come

ma

dolce figliuoletta Violante, ribattezzata in cielo

come una

monacaL'

e diventata,

come

la

Beatrice dantesca, guida

suprema dell'anima

del poeta.

Ecloga comincia come

la Vis.

Karini et Leucii, comedi

la

venerabile

precissione

della

leggenda patriziana e, si

Dante. Nella notte simbolica, chela

ammanta

la

selva

diffonde miracolosamentele

chiara luce del giorno:

pare un incendio, e non bruciaterra.il

piante

;

notte nel cielo, luce fulgida inin tutto

Il

cane Lieo, unica ed ultima propaggine del Veltro dantesco

Rinascimento, d segni di irrequietezza; va e viene, scodinzolando edin

abbaiando lietamente, comel'aere si f'

attesa d'amico.,

Che

sotto

i

verdi rami

quale un foco acceso

messer Giovanni dice auspice Dante

{Purg. XXIX, 34 sgg.);trail

ma

il

diffondersi dell'insolito olezzo di piante sabee

folto della boscaglia

un particolare

attinto allaal

visione

patriziana.si

Tra canti soavi,padre

tra fiori recenti

che nascono

suo apparire,

rivela al

la figliuoletta

Violante-Olimpia. Essa svela l'esser suo, calma

le

appren-

58sioni paterne,

Vladimiro Zabughin

dicendo

di essere scesa in terrala

per volere dei Divi. maragli

vigliosamente bella: ha

candida veste intessuta d'oro,

occhi sfavillanti,

cresciuta, pare ragazza

da marito. Che bella compagnia ha poi d'intorno!Narciso edi

Sono

i

fratellini

e

le

sorelline, pi belli di

Dafni: hanno

la

veste gloriosa, apparecchiata dalla Vergine a coloro che Essa

ama

...

Prima

di udire dalla

bocca

di

Olimpia-Violante

la

descrizione ingenua-

mente sublime degli splendori del Paradiso, soffermiamoci alquanto. Chei

beati

possano scendere dai loro

fulgidi scanni

ed apparire

ai

vivi, al pari

dei purganti, per divino volere, lo

ammettono ad una voceS.

e S.

TommasoChe

e S. Bonaventurale

;

anche qui funge da autorit supremaadessi beati

Gregorio.

stole

di gloria siano distribuitela

per intercessione della

Vergine, lo dicetatti,

leggenda

di S.

Gherardesca. Cotale credenza ha dei con-

non ancora benovei

precisabili,

con

le

immagini del Patronato

di

Maria

SSrfia,

la

Vergine raffigurata con

immenso manto

( lo

real

manto

di tutti

volumi del

mondo

,

dice Dante), in atto di stenderlo sulla misera

umanit.

La

figliuoletta parla,

narrando

al

padre

le;

glorie del Paradiso.

La forma

bucolica,dall' ispirarsi

con

il

solito

verso intercalare

ma

il

contenuto ben lungi

all'antichit.tutti

Olimpia-Violante comincia a cantare, con accenti

pi sublimi di

quelli dei vati classici - cos

almeno

il

padre estasiato al

l'incarnazione

del Verbo, lail

Sua mortefinale.

in croce, la discesa

Limbo,

la

Risurrezione

ed

Giudiziopatria,

Per ultimo essa annunzia, che bena

morta, che sta

in

e che

messer Giovanni stesso riservata in Elisio.d

Teterna salvezza.

Dunque

la figliuoletta

Ricordo, dice

il

poeta,Elisi:

che

il

Minciade dottissimo cantava un

con

il

suo flauto de' campi

vero ci ch'ei canta? Mi giover impararlo

.

E

la figlia: In

virt della

sua mente (ecco

il

Vergilio simbolico di Dante) costui ebbe sentore di grandi

cose, ed in parte della faccia del luogo,

ma poco

ne cant, se vedi.Il

le

molte

e belle sedi dei

pii,

e dei nostri Divi (ossia degli Angeli)

padre incalza:

Quali sonoil

i

monti di esso luogo? Quali plaghe lo rivestono?

Dimmi

ci

che

Minciade non vide o spontaneamente tacque; l'udirne fu spesso...

utile

conforto ne' miei travagli; forse verr l'animo di vedere

Ecco l'oltretomba classico nettamente contrapposto a quello

cristiano.

N

si

creda, che messer Giovanni sfoggi una curiosit puramente letteraria.

Al pari del pi umile contadino analfabeta, egli ha l'ansia di sapere

per

davvero

l'aspetto della

dolce patria

dell'umanit.i

Olimpia parla nuovamente, svelandodiso nettamente

fulgori del Paradiso.di

E un

Para-

irlandesei

,

che ha

forti

assonanze con quello

Tungdalo.

Va

notato, che se

visionari medievali confondevano spesso Inferno e Pur-

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

59

gatorio, essi

sposano non meno

volentieri in

un solo quadro

di

sovrumanaIl

bellezza gli splendori del Paradiso Terrestre e quelli dell'Empireo.

Para-

diso del Boccaccio fondamentalmente

un Paradiso

deliziano,

con fiumi

argentei, lauri, cedri, ulivi, uccellini dorati, frutti aurei, simili a quelli delle

Esperidi,

con

capretti e

damme

dalle corna d'oro, agnelle dal vello

candidole

tutto sfolgorante

d'oro. Tutto

ci

irlandese ;dei Santi!

nella

Vis.

Tungdaliin

dorature sono estese anche

alle

chiome

Di dantescogrifoni,

codesto

Paradiso bucolico non v' che l'apparizione dizialmente demoniaci,volto intuttoil

animali essen-

cui significato simbolico stato violentemente capodall'Alighieri, violentemente,

bonam partem

ma

in

modo nonun

del

arbitrario.

Che,

in

codesta dimora risplendanotutti

un aureo sole edpar-

un'argentea luna

che

gli

astri

rifulgano pi che in terra,

ticolare nettamente tolto alla

Vita di S. Maccario

Romano;

l'eterna prima-

vera, la luce perpetua, l'armonia delle sfere costituiscono dei motivi

comu-

nissimi e tradizionali.in seguito. Archesilao,

Non comune

invece ci che Olimpia-Violante dicein

Dio Padre, siede

trono;

la

Sua bellezza

inespri-

mibile: grande, bello, tutto sereno. Neldai

grembodella

tiene l'Agnello mistico;si

due procede una fiamma consolatrice dei mesti, onde

purgano

gli

occhi della mente.nel

quindi un'immaginetipo,

SSfha Trinit col CrocefissoinItaliaal

grembo;

di

Dio Padre,la

che era prevalente

tempo

del

Boccacciodi fuoco,

solamentela

tradizionale

colomba

sostituita

con una vampata

con

fiamma

della Pentecoste.

Ma

il

fatto singolare , che,

ragionando dell'Agnello, l'anima beata soggiungeet vescimurS.ilio.

silvicolis

gratus cibusche, al

est,

Inde salus venit nobis et vita renatis.alla

O

pari di

Oherardesca, messer Giovanni abbia creduto

leggenda della Messa

paradisiaca?Poi

vengono

gli

ordines dei Santi. Primai

la

longeva coorte

de' Satiri,

con

cetre e

corone

di rose,

ventiquattro Seniori1'

AtW Apocalissinivea

di

Giovannirivestiti

e della processione dantesca; poidi

ordine

venerabile dei Santi,i

porpora e

cinti di

verde alloro

(Martiri). Indi la schiera

incoronatafratelli

di gigli (Vergini); asorelle. In ultimoil

questa schiera appartiene Olimpia stessa,gloriosoal

e

le

ordine croceo

,

fulgido, che canta le lodi

divine e presta servizio

soglio regale (Giusti).

Una

tripartizione di beati

secondo

i

tre colori

simbolici bianco-rosso-oro (o nella vers. volgare dellaII

Vis. Oeni, quattro: bianco, rosso, oro, verde) trovasi nella vita

di S.

Bran-

danoche

e nella

leggenda patriziana, che vengono cos a

rivelarsi, quali fonti del

Boccaccio.di

Va

notato, che la leggenda patriziana, nel testo volgare, offre alcun

simile al

bizzarro

accenno

eucaristico, che

riferimmo poc'anzi.

Il

cavalier

Oveni

cibato in Paradiso miracolosamente

da

una cosa

risplen-

60dente, che pareva quasi

Vladimiro Zabughin

una fiammale

di

fuoco

:

il

cibo

celestiale

chei

nutre una voltabeati

al

giorno

anime del Paradiso deliziano; ma nell'Empireoquanto l'animo loro disidera

ne sono pasciutiIl

tante volte ogni d...

.

Paradiso boccaccesco non poteva mancare di un Anchise o di unDifatti

Cacciaguida.ordinela,

Boccaccino, padre del Boccaccio, sfolgora nella

croceo

Costui accolse nel regno della gloria

piccina morta, l'abbracci,la

baci, inton in suo onore, dantescamente.allala

Veni sponsa de Libano,le

present

Vergine,

la

quale, con rito claustrale,

impone

il

nome

di

Olimpia e

riveste della bellissimaaltri

stolaVis.

-

stole di seta

con candidi

vestimenti etdi

ornamenti

-

dice

la

Tungdali. La vestizione celestedi petali di rose,

Olimpia accompagnata da una pioggia

da uno

sfol-

gorio indescrivibile e da canti paradisiaci. Rammentiamoci della gloria deisanti

monacie

e

monache,

simili agli angioli ,

che cantano senza aprireli

bocca

suonano senza

affaticarsi,

giacch dal terso cielo che

sovrasta

pendonorati,

catene d'oro purissimo con verghe d'ariento, di vari colori colo-

dalle quali

pendevano coppe

e guastade, cembali, campanelle, gigli,

viole et rose tutte d'oro e tra esse

volavano angeli con

alie

d'oro tanto

soavemente, che rendevano uno suono dolce... {Vis. Tungdali).

Chi

la

Vergine?

,

domanda

il

poeta.

E

la figlia

beata

gli ricanta inle

latino l'esordio

dell'estremo

canto di

Dante, contemperandone

ardue

bellezze quasi condella

un presentimento

di ci

che saranno

le

bucoliche lodi

Donna

del Cielo presso G. B. Spagnoli. Essa apparisce nella foggia

tradizionale delle immagini dell'Incoronazione di Maria, seduta alla destradel trono del Divin Figliuolo, circondata da Angeli. Codeste immagini pene-

trano regolarmente anche nei commenti pittorici allae ne

Commedia

di

Dante

coronano

il

Paradiso.

E

voi, pargoli, cosa fate in Paradiso?

-

domanda ancora

il

padre. -

Olimpia -Violante risponde con un maraviglioso quadretto bucolico, forseimitato dal Prezzi nel

Limbo

del

suo Quadriregio. Colgonole

fiori,

fanno

ghirlande, carolano lietamente per

selve e presso

ai

rivi: al

Boccaccio

balenava anche qui

il

ricordo della Matelda dantesca.

Chi mi daril

le ali di

Dedalo per spingermi cotantoindica, quale

in alto? , sospirale

mesto

poeta. La figlia

gli

mezzo per acquistarerammentate

penne

d'aquila,

onde

involarsi al cielo, le opere evangeliche

nella scena

del Giudizio dal

Vangelo

di S. Matteo, indi svanisce,il

come ombra

fugace,

portando seco

i

profumi del Paradiso. Sorge

sole.

Ecco l'ohretomba boccaccesco, sincero,di

sentito,

commovente, contestodi

reminiscenze della leggenda escatologica irlandese eVita di S. Gherardesca.

quella toscana

tipo

Essa

leggenda

fa

in

cotale

guisa

il

suo

Uoltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

61

ingresso trionfale

nei

prati

fioriti

del

Rinascimento.

Non

li

abbando-

ner pi.

Sarebbe ingiusto

lasciare

il

laborioso,

buono

e

sorridente Certaldese

senza dare uno sguardo 2^V Amorosa Visione. Codesta opera, assai anteriorea tutte quelle che studiammo,

meno

il

Canzoniere, fu

scritta

prima della

morteil

di re Roberto,

prima quindi del 1343, circa l'agosto 1342, secondola

Torraca. Essa merita

nostra attenzione pi rispettosai

:

capostipite di

una figliuolanza imponente,quecento.

cui discendenti vivranno sino nel tardo Cin-

Adiano

parlare franco,di

essa

Visione ha

maggiorela

affinit

con VAnticlau-

Alano de

Insulis,

che non con

Commedia. A codestonel,

poema,i

tanto vituperato e pur tanto

saccheggiato

Rinascimento, risalgonola

nove decimiderivaredal

di quelle pretese

assonanze

che

critica

moderna amatipo

Roman

de la Rose e dalle sue propaggini

Fiore

di

Durante da Firenze; come vedremo, da esso Anticlaudiano e dalnaturae del medesimo Alano dipende strettamenteil

De pianeta

massimo romanziere

dell'umanesimo, Francesco Colonna. Ma, conviene subito aggiungere, chel'intonazione

laica

,

mondana,

carnale

,

l'idealizzazioneil

dell'amore

terreno quale scopo ultimo di una grande lotta simbolica, rende

Boccaccio

tW Amorosaod a Dante.

Visione pi affine a Jehan

de Meung, che non ad Alano

Comemadi

nei

Trionfi,

non

si

tratta gi di

una vera visione d'oltretomba,

un'allegoria, ispirata alle lotte, le bramosie, le passioni dell'uomo in

terra:

ed codesto spunto chela

il

Boccaccio deve ad Alano.

A

Dante

egli

deve

idealizzazione di Fiammetta lontana,

ma

pur sempre viva ed amata

sensualmente.

Ondetra

la

forma dantesca, seguita con una discreta diligenza

nei cinquanta capitoli del

poemail

-

met giusta della Commedia:

-, riveste

un contenuto

goliardicoe

ed umanisticosegreto

questa la

grande innosuo romanzo

vazione di messer Giovannirimato nel Rinascimento.

della fortuna del

Assorto nella contemplazione della sua donna,Si

il

poeta

si

addormenta.

vede soloai

in deserta

piaggia

;

gli

apparisce una donna regale e lo con-

ducedila

piedi di

un nobile

castello.

Essa guida del Certaldese la

la

Ragione

Alano, l'Intelligenza di Dino Compagni, sarSibilla di Cristina

Minerva del Frezzi ele

de Pisan.

Come

nella

Vis.

Tungdali,

mura

del ca-

stello

mancanoil

di

porte,

almeno a prima

vista,

giacch

la

guida accom-

pagna poi

poeta ad una porticina

stretta e bassa,

che

fa

capo ad una

scala ripidissima: l'accesso allapigliato nei lacci di Dione,

Vita

che messer Giovanni, ancor imregalese

rifiuta.

La donna

ne adonta

alta-

62

Vladimiro Zabughin

mente;scinano

ma compaiono dueil

giovani

vestiti

di

bianco e

di

porpora

e tra-

Certaldese

alla larga e

comodapresso

porta dei piaceri mondani. Assai

pi attaccaticcia della sua collega regale vien dietro.Il

Francesco Colonna,

la

donna

poeta, che ritiene, inla

modo De

alquanto,

azzardato, che

istruirsi

nel

peccato non peranco

perdizione

entra nel palagio incantato, piuttostoe,

simile a quello della Natura nel

pianeta di Alano

come

questo, tre-

scato con grandi istorie. In ossequio allail

moda

del giovane Rinascimento,

Boccaccio immaginadi

i

soffitti

delle sale su

sfondo bleu e con dorature.

La visione

codeste istoriedi Giotto,

-

dei veri Trionfi dipinti - gli fa venire allasala

mente

lai

memoria

morto cinque anni prima. Nella prima

vedonsi

Trionfi della Scienza, Ricchezza, Gloria eddella

Amore,

i

quattro capi-

saldi morali

mentalitforti

umanistica;

la

composizione immaginata daLa seconda

messer Giovanni denota

influssi della tecnica di Giotto.

sala offre nuovi affreschi, dedicati stavolta al rovescio della splendida me-

daglia della vita

mondana:ai

l'incostanza della Fortuna emoralisti

la

caducit delle

cose umane, tema carodi

almeno

sin dal

Deil

contemptu Mundila

Innocenzo

III.

Dopoil

cotale

insegnamento figurato

donna

regale

cerca di ricondurre

poeta alla malagevole porticina;

Boccaccio rispondesi

picche e preferisce inoltrarsi nel maraviglioso giardino chele

schiude oUre

sale del palagio.

uno

dei

tanti

Paradisi

deliziani

laicizzati,

con

influsso pi oalla

menola

forte degli orti di Antinoo,

che

offrir in

abbondanzasi

nostro sguardo

poesia umanistica. Nel mezzo di esso giardino

erge

fontana di acqua viva, eredit delle varie Apocalissi e della Vis. Tung-

dali,

ma

retrocessa a funzioni puramente decorative. Vi

seggono

delle belle

napoletane, tra cui Fiammetta.

Come

nella

Commediariconcilia

all'apparizione della

donna amata segue unmettala

po' di storia dell'amore stesso. Nel

nome

di

FiamBoc-

donna

regale,i

punto arcigna,

si

coli'

impenitente

caccio ed unisce

due amanti, comepoigli

far adi

suo temporiposarsi

la

Venere ignudapratoil

eW Mypnerotomachia ;compieresi

ingiunge

nel

prima

di

la

gioconda ascensione

nel paradiso

d'Amore. Qui

Boccaccio

sveglia.

Come ognunsi

vede, in tutto ci

v'

ben poca ispirazione dantesca se;

toglie quel tanto che la

maggioranza dei

critici

attribuisce

ad

influsso

dell'Alighieri e

che va invece ricondotto a quello di Alano e consimili,la terza

non

vi

rimarr di dantesco che

rima, parecchie assonanze formali

e l'idea, travestita all'umanistica, dell'* ascensione per

Amore

.

L'oltretomba classico medievale dantesco nel Rinascimento

63

IV.

Dante

e la mentalit umanistica.

Dicemmo cheschiettamente

la

cattedrale epica, eretta dall'Alighieri, un'opera d'arte

medievale.

romanico-bizantini eciate moli dell'arte

Come architettura, una gotici; ma dissimile dalle nude

fusionee

di

elementislan-

paurosamentedi

gotica del

Nord, quella dantesca adornasi

marmi

bianchi e negri, di preziosissime pittare e scolture, oveil

specchia di gi

sorriso della bellezza classica, di sfarzosi pavimenti istoriati, che perpela

tuano

tradizione musiva degli artigiani del Basso Impero. La

Commediadi Siena.

gotica,L'arte di

ma

festosa,

pomposa,

gentile e raccolta

come

il

duomodel

Dante tiene dal romanico come quella

di Giotto, del gotico,

comela

quella di Niccol Pisano,

ma

al

pari

di

codesti stile

giganti

pennello e

dello scalpello trasforma potentemente lo

imparato a scuola con

scorta della Natura e dell'Antichit.

Dante sfugge aSicuro: egli

tutti

i

tentativi di classificazione.

un pre-umanista?le

ama

sillogizzare,

comesi

S.

Tommaso, ha conaffettuosa

Sacre Carte

e con tutta quella letteratura che

considera quale chiosa perpetua delladimestichezza,

Rivelazione cristiana quella intima ed

che verr

menopocodei

agli umanisti, nutritos

insomma

di quella mentalit, tra scolastica e

mistica, che lo rende

caro agli uomini del morente Medio

Evosi

e cotanto

accessibile agli umanisti di cartello. Eppure, egli

non

accontenta

pre-umanesimo

delle

Somme,

degli

Specchi, dei Tesori, dei

poemi

didattico-sentimentali, tipo Anticlaudiano. Eterno esule, eterno

ribelle, egliil

cerca nuovi

lidi

e novelli orizzonti. Egli

si

avvia decisamente verso

Rina-

scimento.

dunque umanista? Nemmeno per sogno, ad ontache incatenanola

dei molteplici anellifa irru-

sua mente a quella degli umanisti. L'umanesimo

zione nella Commedia, e con minor violenza,

ma con maggior

sicurezza,

prende possesso delle opere scientifiche del poeta. Nella Commedia esso

umanesimopaginedi

entra a scatti, tumultuariamente, cercando didi

rompere

la

com-

una venerabile tradizione,

conquistare delle posizioni tenute

per secoli da immagini e da forme mentali preesistenti.subito sulla portata del terminenisti

bene

intenderci

umanesimo

applicato a Dante. Oli umaalla ciceroniana, urba-

stessi

spiegano che intendevano con humanitas,

nitas, civilitas,

un'eleganza di costumi, un bel vivere {pulchritudo vivendi),

raggiunto coll'ornato parlare. Alla ricerca del vero sillogizzato subentr