BRESCIAIMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI, MOSTRE, TENDENZE N°39 GIUGNO 2018 _ € 4.90
Selection
CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0
DEL BONOSINDACOUBI LOGGIAEMILIORESTAT?
L’ULTIMO LIBRODI ALDO BUSI“OMO SCRIBENS”LA GRANDEABBUFFATA
RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI
RISPOSTAAL SINDACO
DOPOLE DIMISSIONIDI NICOLAIIN AIB TORNAIL SERENO?
Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori.
3
PAGINA 16GRANDI AZIENDE
BRESCIA SELECTIONRIVISTA BIMESTRALE
IMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI,
MOSTRE, TENDENZE
EDITRICE Publimax Srl
Via Romanino, 1 Brescia Tel. 030 [email protected]
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Salvetti
COORDINAMENTO EDITORIALE Massimo Boni
HANNO COLLABORATO:Alessandro Cheula, Claudia Lazzari,
Laura Sorlini, Eleonora Raschi, Lucia MarchesiMassimo Cominetti, Velvet, Wonka,
Agenzia Fotolive.
DISTRIBUZIONE Diffusione@Logistica Brescia spa
STAMPA Tipolitografia Pagani – Passirano (BS)
Aut. trib. di Brescia – N° 53/2001del 28/02/2001
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀSU BRESCIA SELECTION
CARLO [email protected]
ANNALISA [email protected]
insideBRESCIAIMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI, MOSTRE, TENDENZE N°39 GIUGNO 2018 _ € 4.90
Selection
CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0
DEL BONOSINDACOUBI LOGGIAEMILIORESTAT?
L’ULTIMO LIBRODI ALDO BUSI“OMO SCRIBENS”LA GRANDEABBUFFATA
RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI
RISPOSTAAL SINDACO
DOPOLE DIMISSIONIDI NICOLAIIN AIB TORNAIL SERENO?
Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori.
GIUGNO 2018_
STORIE DI COPERTINA_
CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0
pagina otto
PAGINA 28AIB
PAGINA 30AIB
PAGINA 34DA MARGHERITA
PAGINA 42MILLE MIGLIA
PAGINA 51IL SESSO E IL SACRO
PAGINA 56IL SESSO E IL SACRO
IN AIB TORNA IL SERENO?
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE PERL’INDUSTRIA 4.0
AMARCORDGARDESANO
E GIRA GIRAL’ELICAROMBA
IL MOTOR…
TRA MORBOSITÀE MODERNITÀ
CULTO DEL CORPO COME VOLONTÀ
DI POTERE «cultura» del corpo come
volontà di sapere
PAGINA 22LIBRI
PAGINA 20AMMINISTRATIVE
PAGINA 18GRANDI AZIENDE
PAGINA 24AUTOREFERNZIALITÀ
PAGINA 26IL PD ISOLATO
ALDO BUSI“omo scribens”
RISPOSTA AEMILIO
DEL BONO
BUFFETTI investe in Cartiere
Paolo Pigna Spa
RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI
L’ONDIVAGOAVENTINO DEL PD
PAGINA 4EDITORIALE
PAGINA 14PERSONAGGI
UBI BANCABRIXIA
CESSAT?
“MARKETING FINANCE”DI PAOLO
COLUCCELLI
GRANAPADANO DOP:
primo trimestre 2018: consumo retail vola
con +180mila forme
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S T O R I E D I C O P E R T I N A
DOPO BRESCIA E SAREZZO IL CREDITO LOMBARDO VENETOHA APERTO A BERGAMO LA TERZA FILIALE.
CRE.LO-VE, ACRONIMO DI “CREDITO LOMBARDO VENETO”, LETTO ALL’INGLESE FA CRE.LOVE, AMORE PER IL CREDITO. DA QUI UNA MISSION CHIARA: SOSTEGNO ALLE
REALTA’ ECONOMICHE PRESENTI SUL TERRITORIO
Se l’Abi, l’associazione bancaria italiana, dovesse bandire un
premio dedicato alla “RELAZIONE CON IL CLIENTE”, è molto
probabile che il Credito Lombardo Veneto di Brescia conqui-
sterebbe il primo posto. La relazione con il cliente infatti, è
la prima preoccupazione del Direttore Generale, Sergio Simo-
nini, e di tutto il management e il team di collaboratori che
lavorano con lui. Per rendersene conto basta entrare in una
filiale della banca.
Credito Lombardo Veneto, banca nata 5 anni fa a Brescia, con-
solida il proprio modello di business, incentrato sull’obiettivo
UNA BANCA 4.0 CHE, ACCANTO
ALLE TECNOLOGIE DIGITALI,HA “MESSO A FUOCO” UN ALTRO
MUST GESTIONALE:LA RELAZIONE CON IL CLIENTE
S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A
AL CENTRO DI TUTTO, PER IL DIRETTORE GENERALE SERGIO SIMONINI, C’E’ IL RAPPORTO CON IL CLIENTE. RAPPORTO
FONDATO SU TRE ASSET: ESPANSIONE TERRITORIALE DIALOGO INTERPERSONALE RELAZIONE IMPRENDITORIALE.
SE SI TENESSE IL CONCORSO BANCARIO NAZIONALE DEDICATO ALLA “RELAZIONE CON IL CLIENTE”, CRELOVE POTREBBE ESSERE
UNA BANCA DA PRIMO PREMIO ASSOLUTO.
di sostenere il territorio attraverso l’offerta di un servizio a
360 gradi a favore delle realtà produttive e delle famiglie attive
nel contesto locale. Ciò è reso possibile da una completa gam-
ma di prodotti, arricchita oggi da servizi articolati e mirati al
soddisfacimento delle esigenze della clientela che si fanno nel
tempo sempre più complesse e diversificate.
L’implementazione di nuovi prodotti e servizi ha proceduto di
pari passo con lo sviluppo territoriale della banca, che ha visto
negli ultimi due anni, l’apertura di due nuove filiali.
10
S T O R I E D I C O P E R T I N A
Nel settembre 2016, infatti, ha preso avvio la filiale a Sarezzo.
La scelta di sviluppo in Val Trompia, terra che ha visto la nasci-
ta di molte realtà bresciane da tempo consolidate sul territorio
provinciale, ha consentito di rendere più accessibile la banca
alle realtà produttive presenti in quell’area, artigiane e piccole
imprese in primis, e, al tempo stesso, ha permesso alla banca
di crescere rapidamente e di stare al passo con gli ambiziosi
progetti di budget che la stessa si è data.
Nel dicembre 2017, la missione di essere un istituto bancario del
territorio è proseguita con l’apertura della terza filiale di Ber-
gamo. Anche in questo caso, la scelta del territorio non è stata
casuale: Credito Lombardo Veneto ha deciso di focalizzare il
proprio sviluppo in un’altra area territoriale caratterizzata da un
tessuto imprenditoriale estremamente sviluppato e in un conte-
TRE FILIALI TERRITORIALI DI CUI L’ULTIMA, DOPO BRESCIA E SAREZZO, A BERGAMO NEL CENTRO URBANO IN VIA PALEOCAPA
sto socio economico sotto vari aspetti similare a quello brescia-
no; tale scelta strategica, come dichiarato dal Direttore Genera-
le Sergio Simonini, oltre a rafforzare in maniera significativa la
presenza sul territorio, riconferma la volontà di estendere gra-
dualmente la propria presenza in ambito extra provinciale. Per
quanto riguarda l’allestimento dei locali, anche la filiale di Ber-
gamo è stata realizzata sul modello della filiale di Brescia: uno
spazio accogliente e gradevole, lontano dal modello di “sportel-
lo” bancario tradizionale e più vicino al concetto di consulenza,
volto ad affiancare e guidare il cliente nelle proprie scelte.
Analogamente a quanto accaduto per la filiale di Sarezzo, a soli
tre mesi dall’apertura della filiale di Bergamo i risultati sono
lusinghieri: 250 nuove relazioni, oltre 5 milioni di raccolta di-
retta e oltre 8 milioni di impieghi.
16
g r a n d i a z i e n d e
ECCELLENZE MADE IN BRESCIA
GRANA PADANO DOP:PRIMO TRIMESTRE 2018: CONSUMO RETAIL
VOLA CON + 180MILA FORME (+16%)
“Nel 2017 Grana Padano ha fatto registrare un nuovo re-
cord produttivo di 4.942.054 forme, vale a dire il 2,4% in
più rispetto all’anno precedente. Risultati che ci gratificano,
confermando Grana Padano il prodotto DOP più consumato
al mondo. E se ci lasciamo alle spalle un ottimo 2017, an-
cora più lusinghieri sono i dati del primo trimestre 2018,
che è andato ben oltre le aspettative con un incremento nei
consumi retail nazionali ed esteri di circa 180mila forme,
il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un successo, questo, che ha agito da stimolo sulle quotazioni
all’ingrosso favorendone la ripresa”.
Lo ha detto Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Con-
sorzio Tutela Grana Padano, durante l’Assemblea Generale
dei produttori di Grana Padano svoltasi presso il centro con-
gressi di Verona Fiere (VR) lo scorso 27 aprile. Un trend positi-
vo che trova importanti riscontri anche nell’export con una cre-
scita, rispetto al 2016, del 2,1% pari a 1.799.227 forme vendute
in ogni parte del mondo. Il mercato più importante, in termini di
consumi, si conferma la Germania con 455.878 forme esportate,
seguito dalla Francia (207.276 forme) e, oltre oceano, dal Nord
America con 194.333 tra Stati Uniti (145.177) e Canada.
“Nonostante i numeri positivi, dobbiamo fare i conti con
una situazione che nel mercato italiano dei formaggi duri
vede marchi di fantasia cercare di affermarsi approfittan-
do di lacune normative e accordi commerciali aggressivi –
ALL’ASSEMBLEA GENERALE APPROVATA LA MODIFICA STATUTOPER LA VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ DEL PRODOTTO
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puntualizza Stefano Berni, direttore Consorzio Tutela
Grana Padano. Per contrastare questo fenomeno abbiamo
approvato alcune modifiche statutarie che renderanno più
difficile l’affermarsi di prodotti di imitazione e che rappre-
senteranno un elemento determinante di garanzia, serietà
e trasparenza rispetto all’operato del CdA per valorizzare
meglio il Grana Padano sul similare. Il secondo, è il Piano
Produttivo cardine dell’organizzazione consortile dal 2006
ad oggi, che ci ha permesso di difendere il valore del prodot-
to e l’aumento delle quantità. In questa direzione dobbiamo
continuare e ne riproporremo pertanto l’approvazione entro
l’autunno per il prossimo triennio 2019-2021”.
“L’innovazione è un altro dei punti essenziali su cui stiamo
investendo risorse ed energie per offrire un prodotto sempre
migliore e per differenziarci rispetto ai similari patendo dal-
la qualità – prosegue Baldrighi. Grazie alla ricerca continua
stiamo arrivando alla possibilità di usare il caglio vegetale,
di abbandonare il lisozima, di identificare il Grana Padano
come un prodotto DOP sempre più sostenibile sia dal punto
di vista ambientale che per quanto riguarda il benessere ani-
male. Sulla sostenibilità – conclude il presidente Baldrighi -
serve un cambio di mentalità che potrebbe rivelarsi un discri-
mine tra chi, adeguandosi, potrà continuare a produrre latte
per Grana Padano e chi, invece, dovrà uscire dalla filiera”.
La qualità e l’eccellenza del Grana Padano continuano a essere scandite dalla se-
rietà dei nostri caseifici che portano sulla tavola dei consumatori un formaggio
basato su un disciplinare ‘rigoroso’ che lo rende unico e inimitabile. Un concet-
to, certificato dal numero dei controlli del 2017 effettuati direttamente sul latte
(2.223) e sui campioni di formaggio prelevati (1.751) successivamente analizzati
dai laboratori certificati e autorizzati dal Ministero. Le visite ispettive sono state 226
e il risultato ottenuto è più che soddisfacente, non sono infatti emerse situazioni di
non conformità tali da dover intraprendere azioni correttive. Ai controlli si aggiunge
anche l’attività di vigilanza che in Italia ha portato a termine 985 controlli presso
preconfezionatori, 3.847 visite presso punti vendita ubicati in tutto il territorio na-
zionale, prelievi di 220 campioni; all’estero 3.109 visite in punti vendita UE, 32
servizi di appostamento per contrastare utilizzo latte estero, 21 visite presso i ma-
gazzini di stagionatura, 25 verifiche in relazione alla corretta stagionatura riporta-
ta sulle confezioni nei punti vendita, 83 verifiche documentali, 12 visite notturne e
6 visite in giorni festivi presso le aziende grattugiatrici, 55 verifiche di siti web che
offrivano Grana Padano a prezzi ribassati, o utilizzavano la denominazione “Gra-
na” e/o “Padano”, 11 verifiche sul formaggio retinato, 80 ristoranti monitorati, di
cui 60 in Italia e 20 all’estero. Queste attività, fondamentali per garantire e tutelare
i consumatori, sono state rese possibili grazie alla stretta collaborazione instaurata
ormai da anni con tutte le autorità e forze di Polizia. In particolare segnaliamo
quelli ormai consolidati con i vari Ispettorati Repressione Frodi dello Stato e con i
Nuclei Antisofisticazioni dei Carabinieri del Ministero della Sanità.
VIGILANZA E CONTROLLI
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g r a n d i a z i e n d e
BUFFETTI INVESTEIN CARTIEREPAOLO PIGNA S.P.A.
GIORGIO JANNONE SIGLA ALLEANZA ANCHECON BUFFETTI, DOPO DE AGOSTINI, IN CARTIERE PIGNA
Il Gruppo Buffetti S.p.A. ha concluso un accordo di investi-
mento con IDeA Corporate Credit Recovery I (“IDeA CCR I”),
primo fondo di DIP (Debtor-in-Possession) Financing italiano,
gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR (società del
Gruppo DeA Capital), e con il Gruppo Jannone che prevede
l’ingresso di Buffetti nella compagine societaria di Cartiere Pa-
olo Pigna S.p.A. (‘’Pigna’’), storica società italiana operante nel
mercato della Cartotecnica.
Nell’ambito di una più importante operazione di rilancio della
società, Gruppo Buffetti Spa ha quindi perfezionato l’acquisto
del 40% del pacchetto azionario di Cartiere Paolo Pigna S.p.A.
Le quote residue continuano ad essere detenute da IDeA CCR
I 31% e da Giorgio Jannone 29%.
Con origini industriali che risalgono al 1600, fondata ad Alza-
no Lombardo (BG) nel 1839 da Paolo Pigna, mercante di car-
ta di origine spagnola, Cartiere Paolo Pigna S.p.A. oggi è una
azienda specializzata nella produzione e commercializzazio-
ne a livello internazionale di prodotti cartotecnici ad elevato
standard qualitativo, livello raggiunto mettendo in sintonia la
miglior tradizione dell’arte di creare la carta con l’impiego di
nuove tecnologie in grado di ottimizzare la qualità della produ-
zione. L’inconfondibile marchio dell’aquila ad ali spiegate ha
acquisito negli anni quell’aura di pregio, prestigio ed affidabi-
lità che è rimasta intatta fino ai giorni nostri. Pagina dopo pa-
gina, intere generazioni hanno scritto le loro vite scolastiche e
di lavoro sui prodotti Pigna.
L’ingresso di Buffetti, accanto al Fondo IDeA CCR I, avviene
nell’ambito di un progetto strategico che prevede un forte svi-
luppo della società, fornendo a Pigna un decisivo accesso a
nuovi canali distributivi con l’obiettivo di valorizzarne l’impor-
tante know-how tecnologico e progettuale patrimonio della
Società, nonché il brand storico italiano leader nella scolasti-
ca.
Ad esprimere la propria soddisfazione per l’operazione è Rinal-
do Ocleppo, Presidente della Gruppo Buffetti S.p.A.: “Buffetti
negli ultimi anni ha investito molto sulla qualità dei prodotti
e sul rinnovo del proprio canale distributivo concretizzando
una crescita nel numero di punti vendita che sono ora 790 e
prevediamo diventino 830 alla fine del 2018. Uno dei settori
in maggiore espansione è quello della scolastica per cui sono
stati introdotti molti nuovi prodotti e servizi specificamente
orientati a questo mondo. L’accordo di investimento con i soci
Pigna consente ora di mettere a fattor comune l’esperienza
e la notorietà di due aziende che hanno fatto la storia della
produzione e della distribuzione cartotecnica nel mercato ita-
liano, con l’opportunità di sviluppare importanti sinergie tec-
niche e commerciali e con l’obiettivo dichiarato di diventare
rapidamente il punto di riferimento di questo mercato”.
S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E
19
g r a n d i a z i e n d e
“A distanza di appena un anno dal nostro ingresso, insieme
all’azionista Giorgio Jannone, abbiamo concluso un’importan-
te operazione di consolidamento del progetto strategico ed
industriale di rilancio di un marchio storico del Made in Italy.
Nel 2017 abbiamo investito nel rafforzamento della struttura
organizzativa e manageriale con la nomina di Alberto De Mat-
thaeis in qualità di Amministratore Delegato, raggiungendo gli
obiettivi di riequilibrio economico e rispettando tutti gli im-
pegni finanziari del concordato. Nel 2018 vogliamo prosegui-
re con il piano di rilancio del fatturato del gruppo e riportare
nel 2019 l’azienda stabilmente a marginalità e cassa positiva”,
dichiara Vincenzo Manganelli, Managing Director del Fondo
IDeA Corporate Credit Recovery I.
Giorgio Jannone, azionista di Cartiere Pigna ha sottolineato:
“Il nuovo assetto societario conferisce a Pigna rimarcata soli-
dità e stimolanti prospettive per il futuro. All’ingresso nel ca-
pitale sociale del più importante fondo di DIP Financing italia-
no, gestito dal Gruppo De Agostini, si aggiunge ora Buffetti, la
più antica e prestigiosa realtà commerciale ed industriale del
comparto dei servizi per l’ufficio, realtà perfettamente com-
plementare a Pigna, leader assoluto del comparto scuola. I
marchi Pigna e Buffetti rappresentano una eccellenza italiana
conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Abbiamo lavorato
con grande entusiasmo per raggiungere questo accordo che
rende attuabili sinergie significative, supportate da un portafo-
glio prodotti davvero completo per la scuola, l’ufficio e la casa,
disponibile in tutti i canali distributivi.
Le nostre antiche origini (1839 e 1859), lo stile italiano, la lea-
dership di mercato, gli spunti volti al futuro apportati da DeA
Capital Alternative Funds rappresentano punti di partenza che
sono certo potranno consentire il raggiungimento di obiettivi
sempre più importanti ed ambiziosi”
Buffetti è leader nella distribuzione di una vasta gamma di
prodotti per ufficio, modulistica, consumabili per informa-
tica, scolastica, pelletteria, regalistica e oggettistica pro-
mozionale, attraverso una rete di 790 negozi in franchising,
distribuiti su tutto il territorio italiano. Tramite i propri af-
filiati è anche uno dei leader nazionali nella distribuzione
ed assistenza di software gestionale e di servizi relativi alla
firma digitale, editoria fiscale (oggi su piattaforma online),
al processo telematico, all’erogazione di fad e servizi SAAS
per la conservazione digitale a norma e la digitalizzazione
dei processi aziendali e dello studio professionale.
Nel 2016 Buffetti ha acquisito il controllo della Campo Mar-
zio, società leader nella creazione e commercializzazione di
prodotti e accessori di moda per la scrittura ed altri prodot-
ti di regalistica, contraddistinti da un design molto origina-
le, ispirato allo Stile Italiano. Oggi i prodotti Campo Marzio
sono distribuiti con negozi diretti di Roma, Londra e Hong
Kong, nonché tramite siti e-commerce proprietari e accordi
con 60 dealer locali nelle maggiori capitali mondiali.
Dal gennaio 2006 Buffetti è entrata a far parte del Gruppo
Dylog. La capogruppo Dylog Italia S.p.A. di Torino è lea-
der nello sviluppo, distribuzione ed assistenza tecnica di
software gestionali per le aziende e i professionisti. All’atti-
vità software si affianca Dylog Hi-Tech, leader a livello mon-
diale nel settore dei controlli non distruttivi tramite visione
a raggi X, dedicati all’industria alimentare e farmaceutica.
DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A. (già IDeA Capi-
tal Funds SGR S.p.A.), fondata nel dicembre 2006, è con-
trollata al 100% da DeA Capital S.p.A., società del Gruppo
De Agostini attiva nell’Alternative Asset Management. E’
uno dei principali operatori indipendenti italiani nel setto-
re del private equity, con circa 2 miliardi di Euro di masse
gestite, investite sia in fondi di fondi globali, sia in fondi
diretti che investono prevalentemente in aziende italiane.
DeA Capital Alternative Funds SGR gestisce quattro fondi
di fondi, tre fondi diretti tra cui IDeA Taste of Italy. Nel
giugno 2016 ha avviato l’operatività del primo fondo di DIP
(Debtor-in-Possession) Financing italiano, IDeA Corporate
Credit Recovery I (CCR I) e nel dicembre 2017 ha lanciato
il secondo fondo IDeA CCR II.
GRUPPO BUFFETTI S.P.A.
DEA CAPITAL ALTERNATIVE FUNDS SGR S.P.A.
Nell'immagine, Giorgio Jannone
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a s s o c i a z i o n e i n d u s t r i a l e b r e s c i a n a
DOPO LE DIMISSIONIDEL DIRETTORE GENERALE
IN AIB TORNAIL SERENO?
S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E
Se è ancora presto per parlare di “riconciliazione” tra le due
anime dell’Aib è tuttavia attuale, dopo gli ultimi avvenimenti,
scrivere di una minoranza non più “di opposizione”, così come
è pertinente parlare di una presidenza non più autoreferenzia-
le, quale secondo alcuni è stata in passato, ma collaborativa e
collegiale come si è proposta con l’avvento di Giuseppe Pasini.
Nessun “precipitare della situazione dagli esiti imprevedibi-
li”, dunque, come sembrava sottendere nello scorso gennaio
Ugo Calzoni, e nessuna “inevitabile spaccatura”, come pareva
augurarsi nello stesso frangente Firstonline, il giornale web
di Ernesto Auci e Franco Locatelli, a proposito della situazio-
ne interna all’Aib. Dopo le dimissioni del direttore generale
Nell'immagine, Giuseppe Pasini Nell'immagine, Marco Bonometti
29
a s s o c i a z i o n e i n d u s t r i a l e b r e s c i a n a
Marco Nicolai – richieste della minoranza non per incapacità
ma per incompatibilità in quanto proveniente dalla Cdo (Com-
pagnia delle opere) l’associazione presieduta da Graziano Ta-
rantini storica quanto “irriducibile” antagonista dell’Aib nel
mondo delle imprese – e all’indomani del Consiglio Generale
dell’Associazione industriale che ha preso atto della decisio-
ne congedandosi da lui, va detto come il presidente Giusep-
pe Pasini abbia rimosso l’ostacolo principale al ripristino di
buoni rapporti con la minoranza. Distinzione indebita quanto
impropria, detto per inciso, quella tra “maggioranza” e “mino-
ranza”, massime in un associazione imprenditoriale dove l’in-
teresse dovrebbe essere comune seppur non sempre condivi-
so il modo di perseguirlo, eppure una realtà oggettiva di cui
prendere atto come una conclamata specificità bresciana. In
ogni caso, l’aver ottemperato da parte del presidente Pasini
alla motivata richiesta di dimissioni del direttore generale –
richiesta ispirata anche da un suo possibile rinvio a giudizio
da parte della Procura di Milano a causa di un’inchiesta per
truffa e corruzione legata alla gestione pesantemente deficita-
ria di Finlombarda – sgombera l’Aib di un macigno che aveva
pesantemente condizionato le relazioni tra le due componenti.
Tutto bene quel che finisce bene, allora? Molto lascia pensare
che alla prossima imminente assemblea annuale Pasini possa
presentarsi con una associazione ricompattata, per non dire
riconciliata, e tale da lasciarsi alle spalle un anno di divisioni,
indotte più da reciproche soggettive incomprensioni, così al-
meno è apparso all’opinione pubblica bresciana, che non da
motivazioni oggettivamente plausibili. C’è un aspetto comun-
que che la minoranza – cosiddetta almeno finchè resta “di op-
posizione”, ma non è escluso che la riconciliazione in atto porti
ad un suo superamento o meglio a una “fusione per incorpo-
razione” nella maggioranza – tiene recisamente a smentire. Si
tratta della diffusa vulgata secondo la quale, una volta rimossa
la questione del direttore generale, pretese per litigare e prete-
sti per bisticciare continuerebbero ad essere strumentalmente
avanzati e artatamente alimentati, in una contesa infinita il cui
epilogo si avrà solo con la fine del mandato di Pasini. Ebbene,
pare che allo stato delle cose e a detta degli interessati non vi
sia niente di più falso e fuorviante. Se l’unità è considerata,
come è sempre stato nella storia di Confindustria e dell’Aib,
quale bene primario, e se tale requisito è una delle condizioni
necessarie per il prestigio dell’associazione e la sua autorevo-
lezza nel contesto locale e nazionale, tutto lascia pensare che
maggioranza e minoranza, almeno per il tempo che resteran-
no tali, rinunceranno a conflitti inutili e dannose forzature. Il
modo migliore per recuperare unità e restituire autorevolezza
all’associazione è nella ricucitura del tessuto delle imprese
iscritte all’Aib e nel ripristino del rapporto fiduciario, e quindi
costruttivo ancorchè dialettico, tra maggioranza e minoranza.
Come? La strada maestra è tornare a unire gli interessi con i
valori. Uniti sono vincenti, divisi sono perdenti. Poichè se gli
interessi senza valori sono miopi, i valori senza interessi sono
presbiti.
Nell'immagine, Aldo Bonomi Nell'immagine, Eugenio Bodini
35
D A M A R G H E R I T A
AMARCORDGARDESANO
SULLA SCOMPARSA DELLA TRATTORIA IN ITALA
S C R I V E J A N E R O S S
L’ULTIMO MITO DI UNA VITA EPICUREA
Non troppi anni fa, sul lago di Garda, nel paese di Fornico,
situato sopra la baia di Bogliaco, si trovava la trattoria Da Mar-
gherita. Una porta stretta accanto ad un santuario si apriva su
una grande cucina dominata da un camino. Sulle pareti , nel
corso degli anni, si era formata una patina di fuliggine ricoper-
ta dai vapori della polenta e della carne cotta alla griglia. In
questa cucina Margherita, una donna alta dagli occhi azzurri ,
vestita con un grembiule blu, cucinò per una vita sughi per la
pasta e verdure sul fuoco della sua stufa.
Chi voleva sedersi ai tavoli in terrazza doveva attraversare
una stanza decorata da santini e calendari e portare riverenza
all’oste Margherita che teneva sempre tra le mani un coltello
o un matterello senza scordarsi mai scordarsi di salutare an-
che la cugina , una grossa vestale, che le dava una mano nei
suoi lavori duri ed instancabili. Nel centro della stanza, sul cui
pavimento svolazzavano piume di galline, era posto un grande
tavolo coperto da una tovaglia a quadretti bianchi e marroni
sul quale si ammucchiavano piatti, cestini di pane, asparagi
selvatici in primavera, fichi neri in estate, funghi in autunno
e limoni in inverno. La cucina sembrava una stanza d’ altare
e sull’altare stesso, il tavolo al centro, si trovavano già pronti
stoviglie, vino , tovaglie inamidate e bianchi tovaglioli per la
domenica. Da qui si raggiungeva una terrazza ricoperta da un
fitto pergolato. Lo sguardo , attraverso il fogliame gli olivi , ca- Nell'immagine, Jane Ross
42
m i l l e m i g l i a
E GIRA GIRA L’ELICAROMBA IL MOTOR…SI SCRIVE BRESCIA,SI LEGGE 1000MIGLIA
S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A
CHIUSA CON SUCCESSO L’EDIZIONE 2018, QUELLA DEL NOVANTUNESIMO COMPLEANNO DELLA CORSA, GRAZIE
ALL’IMPEGNO DI ALDO BONOMI, PRESIDENTE DELLA 1000MIGLIA SRL, E PIERGIORGIO VITTORINI, PRESIDENTE ACI DI BRESCIA, LA
GRANDE KERMESSE SI AVVIA A VIVERE UN ALTRO DECENNIO RICCO DI NOVITA’ E DI CONTENUTI AL PASSO CON I TEMPI E IN SINTONIA
CON LA ORMAI CONSOLIDATA PROIEZIONE INTERNAZIONALE. NATA NEL 1927 GRAZIE A QUATTRO APPASSIONATI PASSATI ALLA STORIA COME “4 MOSCHETTIERI” - SECONDO LA PRIMA DEFINIZIONE DI
BRUNO BONI CONIATA NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA A CASA DEI CONTI MAGGI DI CALINO - LA GRANDE CORSA HA ATTRAVERSATO
CON ALTERNE VICENDE E DIVERSE VERSIONI I TRE QUARTI DEL VENTESIMO SECOLO, SCRIVENDO LE VICENDE PIU’ EPICHE DELLA STORIA DEI MOTORI E LE PAGINE PIU’ AVVINCENTI E AGONISTICHE
DELLE GARE AUTOMOBILISTICHE. EVENTI GRAZIE AI QUALI E’ ENTRATA NELLA LEGGENDA E NELLA LETTERATURA, NON SOLO
SPORTIVA, DI TUTTO IL MONDO.
LA MITICA CORSA, CHE NEL 2027 AVRÀ 100 ANNI
43
MILLE MIGLIA DAL MITO AL RITO(DAL MITO DI IERI AL RITO DI OGGI)
NEL SITO PIU’ AMBITO UN EVENTO DIVENUTO EPOPEA CIOE’ EPOCA EPICA
ECCO PERCHE’ LA MILLE MIGLIA E’ BRESCIA, COME BRESCIA E’ LA MILLE MIGLIA
SULLA BASE DELLA STORIA DEL PASSATO E DEI SUCCESSI DEL PRESENTE OCCORRE PENSARE ALLE PROSPETTIVE DEL FUTURO AUSPICANDO UNA
RINNOVATA UNITA’ DI INTENTI TRA I TRE PROTAGONISTI: ACI DI BRESCIA, MILLE MIGLIA SRL , MUSEO MILLE MIGLIA DI S. EUFEMIA CONDOTTO DA VICO CAMOZZI, FIGLIO DI ATTILIO, L’IMPRENDITORE CHE E’ STATO L’ARTEFICE DEL
RISANAMENTO E DEL RILANCIO DELLA SEDE MUSEALE INSIEME COL PRESIDENTE VITTORIO PALAZZANI. LA MILLEMIGLIA E’ DI PER SE’, PER LE FORZE CHE
MOBILITA OGNI ANNO DA OGNI ANGOLO DEL MONDO, UNA “MOTRICE”, UNA ENERGIA PRODUTTIVA CHE, SE BEN COORDINATA, PUO’ DIVENTARE MATRICE DI
NUOVE SINERGIE PROPULSIVE PER LA CITTA’ E LA PROVINCIA.
E’ ovvio parlare dei “quattro moschettieri” - Maggi e Mazzot-
ti, Castagneto e Canestrini - che nel 1927 l’hanno fondata. E’
banale rammentare le decine e decine di pionieri che l’han-
no illustrata. E’ scontato rimembrare i campioni che l’hanno
consacrata quale “corsa più bella del mondo”. Come è facile
ricordare, anche se pochi lo sanno, che la prima monoposto
italiana è stata fabbricata a Brescia IN DUE ESEMPLARI da
Rino Berardi nel 1926 per la Mille Miglia di Aymo Maggi.
Certo la Mille Miglia è stata ed è tutto questo, ma guardare al
passato non basta. Occorre levare lo sguardo al futuro, COME
DICE ALDO BONOMI. Pensare, insieme a quello che è stata,
a quello che sarà e soprattutto a cosa servirà la Mille Miglia.
Cosa dovrà essere per Brescia. Cosa potrà essere per i brescia-
ni. Come potrà continuare a vivere per la provincia che l’ha
generata. Nuove idee, affinchè la storia non sia solo nostalgia
del passato ma stimolo ad arricchire il presente per migliorare
il futuro. Che è poi il modo migliore per conservare il passato
stesso. E’ ciò che tentiamo di fare, secondo nostro costume,
in queste righe.
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I conti con la cosiddetta “modernità” che assillano la Chiesa
da mezzo secolo (da un secolo se comprendiamo la condanna
del modernismo e la scomunica del povero Ernesto Buonaiu-
ti) sono soprattutto, non solo ma in gran parte, i conti con il
sesso e con la “prassi” sessuale (un aspetto del secolarismo
che secondo la Chiesa rima con “materialismo”, nel senso pra-
tico e comportamentale prima che filosofico). E’ da qui che
nascono i ritardi e le contraddizioni (i “complessi” o meglio i
tabù) della Chiesa rispetto alla morale sessuale contempora-
nea radicalmente improntata alla libertà di rapporti interper-
sonali e alla totale disponibilità del corpo. Soprattutto da parte
della donna, poichè la morale sessuale cattolica (ANALOGA
per molti versi, seppur preferibile, A QUELLA ISLAMICA e
per altri versi più “elastica” e possibilista di quella protestante
puritana) almeno così come è stata applicata fino ad oggi ha
sempre inibito alla donna, e assai meno all’uomo, la disponi-
bilità del proprio corpo e la soddisfazione e dei propri sensi.
Per inciso, anche in tale significato si può dire, come diceva
Ida Magli e come dice l’antropologia moderna, che le religio-
ni, in particolare quelle monoteiste, sono state invenzioni dei
maschi prima ancora che degli uomini, per ciò si può ipotiz-
zare che le rivoluzioni religiose del prossimo futuro saranno
declinate teologicamente al femminile. E sarebbe bello in pro-
posito conoscere, dopo quelle di Mancuso, le posizioni di te-
ologi “modernisti” di casa nostra come Gibellini e Cannobio,
e dei loro mentori laici quali Francesca Bazoli, ma non pare,
almeno fino ad oggi, che i circoli culturali cattolici nostrani
amino mettere il sesso e i comportamenti sessuali nell’agenda
dei loro incontri (da qui il perdurante imbarazzo della Chiesa e
dei suoi rappresentanti, anche i più emancipati e moderni, nei
confronti della sfera sessuale). Imbarazzo perché il primo tabù
da abbattere è il pregiudizio verso il polimorfismo sessuale
moderno, considerato “deviante” ossia contro natura quando
non praticato nei limiti canonici della etero-sessualità natu-
rale. Una eterosessualità volta alla procreazione come valore
primario, pur legittimando il piacere carnale e sessuale come
optional secondario ma sempre all’interno di un consolidato
(consacrato) rapporto di coppia. Anche se va detto che, in una
prospettiva visionaria cioè di comportamenti sessuali futuri-
bili ma già visibili “in nuce” come le odierne pratiche LGBT
omosex, bisex e transex (tutto fuorchè etero sex) gli unici a
difendere la teoria e la prassi del buon vecchio sesso natura-
le saranno proprio i cattolici, gli ortodossi e gli islamici, cioè
quelli che oggi passano per pervicaci conservatori e inveterati
tradizionalisti passatisti. Lo stesso dicasi, absit iniuria verbis,
per la pedofilia cosiddetta “cattolica” che forse in futuro rim-
piangeremo, è il caso di dire, di fronte al dilagare sempre più
massivo della odiosa e violenta pedofilia criminale.
I L S E S S O E I L S A C R O
TRA MORBOSITÀE MODERNITÀL’IRRISOLTA AMBIGUITÀ
DELLA MORALESESSUALE RELIGIOSA
S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E
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con i suoi collaboratori.