CANOBBIO )DAL 1926 LO SPETTACOLO CONTINUA
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CANOBBIO S.p.A. --DIREZIONE: Via Roma, 3 - 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Italy - Tel. (+39) 0131/823353 (r.a.) - Fax (+39) 0131/823521
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A Circo Fuentes - r ico City
APRIAMO IL NUMERO DI FEBBRAIO CON LA RECENSIONE DELLAPIO IMPORTANTE MANIFESTAZIONE CIRCENSE,
. PARLIAMO POI DI AL ClRQUE D'HlVER. DELE DEL CHE HA SCONVOLTO L'EU-
ROPA. F SCOMPARSO , RAFFAELE DE RlTIS CIRACCONTA IA SUA CARRIERA. STELLE DEL CIRCO: E
. ANTONIO GlAROLA HA VISTO, DEI GRUPPO . GLI ARCHIVI DI Rl-
CERCA DELIO SPETTACOLO POPOIARE ALESSANDRA LinAMODIGNANI CI PARIANO DEI . PALADINO FA IL RE-SOCONTO DEL RADUNO DEL ED ANTONIO BUCCIONIDELI7
REDAZIONE
Penai
CircoWeb Site. www. circo. it
N 2 Febbraio 2000
Claudio Monti - Alessandro Serena
CollaboratoriBassano, Roberta Battistln, Raffaele
De Ritls, Roberto Fazzinl, Antonio Giarola,Jordi Jané i Romeo, Michele Laganà,
Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli,Dominique Mauclair, Flavto Mlchi,
Francesco Mocetiin, Alessandra Litta
Modignani, Ettore Palladìno, RobeUo Pandinl,Guy Putteviis, Chris F'uttevitsCon la collaborazione di
Cirque (Svizzera), C/nyue dana Wniverse(Francia), C/rcus Zeifung (Germania), De Piste
(Olanda), Le Monda du Cirque (Francia)
Direziona, redazione, pubblicità,amministrazione
Ente Nazionale Circhi - Viale Cnstoforo
Colombo, 25 . 47042 Cesenatico (Fo)Tei 0547 672052 Fax 0547 674189Autorizzazione del Tribunale
di Livorno n 344 del 25 5. 1980Pubblicità inferiore al 45%
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Fotografie e manoscnttinon non saranno restituiti
Vanno del PRO
CLOWN D'ORO AD ANTHONY GATTO, IL MIGLIOR GIOCOLIERE DEL MONDO ED UNO DEI PIÙ FORTI DITUTTI l TEMPI. ORO Al VOLANTI COREANI E ALLA BASCULA RUSSA. ARGENTO ALLE PERTIGHE CINESI,AD UN ADAGIO DEL SOLEIL E AD UNA RIVELAZIONE DELL'AMMAESTRAMENTO: MARTIN LACEY JUNIOR.
L'immagine che più ci rimarrà impressa
di questo XXIV Festival del Circo di Mon-
tè Carlo è quella di un giovane america-
no di 26 anni che, pochi minuti prima del-
l'apertura al pubblico dello chapiteau di
Fontvieille, la pista occupata dalla gab-
bia delle belve, le luci quasi del tutto
spente, in un piccolo spazio ritagliato fra
il tunnel dei leoni J '1 sipario di vetluL
rosso, prova con 11 ̂ a' -e da un paio d'ore
circa. Otto clave, sei clave con una in
equilibrio sulla fronte, sette clave con una
palla rimbalzata sulla testa. Nove paffi-
ne. Dieci, undici, dodici cerchi, con il pa-
dre che, cronometro alla mano, gli dice:
"Fammi un bei lancio di dieci, tienili an-
cara qualche secondo, un po' più indie-
tro il braccio sintstro, ' Un gruppetto di
persone, quasi tutti giocolieri (fra i quali
Stephane Gruss), assiste in silenzio
quasi religioso. Spesso il Festival di
Monte Cario ha premiato artisti che sono
poi entrati nella storia del circo. Quello
di Anthony Gatto ci sembra un caso del
genere. E' la prima volta che ad un gio-
coliere viene attribuito il Clown d'Oro.
Prima solo tre argenti: Dick Franco, Kris
Kremo e Sergei Ignatov, l'ultimo in que-
sta disciplina a vincere nel lontano 983.
lo stesso anno in cui partecipava per la
prima volta il giocoliere americano, allo-
ra appena undicenne. Anthony Gatto,
nato ad Ellicot City, nel Maryland (USA)
nel 1973, è per certo il giocoliere tecni-
camente più dotato del dopo guerra. Ha
otto anni e pochi mesi
ito la medaglia d'Oro
Un prodigio. E' ri-
'Joto di quando a
'estro Herbert von
vergi! messo fra
no che Gatto
. nergere an-
a sempre la
sne mossa è
lastanza alla
.mero, con-
.ica. Questo
ito. II padre,
Le le prove,
lane dietro le
^uìnte ed a s jiocoliere è la gio-
vane e graziosa moglie Daniele. Anthony
si presenta in maniera semplice ed ele-
gante, con un sorriso sincero disegnato
sul volto anche mentre esegue gli eser-
cizi più difficili. A lui non servono il fumo,
le luci scure od un trucco strano. Duran-
tè lo spettacolo, oltre che per le sette cla-
ve e per gli undici cerchi, sbalordisce per
le routine con cinque e sette cerchi con
piroette complete, per le quattro clave
ed una palla e per la facilità con la quale
giocala con cinque clave in ogni manie-
ra possibile: davanti, dietro la schiena
un braccio alla volta, dietro la schiena
con due braccia contemporaneamente,
sopra la testa, persino gettandone una
sotto le gambe. U^ fenomeno. Il Cari
Lewis delle clave, o, per fare un parago-
ne più circense, il Miguel Vasquez dei
giocolieri, ovvero un artista che supera,
e di parecchio, tutti gli altri seppur meri-
tevoli colleghi. E pensare che, appena
nel 1996, aveva deciso di ritirarsi, gio-
vanissimo, dalla professione. Ma due
anni più tardi era tornato all'arte realiz-
zando quasi subito un ennesimo record
mondiale; le otto clave. E adesso il me-
ritatissimo Clown d'Oro che lo consacra
definitivamente. Standing Ovation nella
serata di gala.
Grandi troupe
Altri due Clown d'Oro attribuiti a due trou-
pe numerose. Quella di Pyongyang pre-
sentava l'ennesimo mirabolante intreccio
di corpi nell'alto della cupola con una
combinazione che, escludendo ancora
una volta il trapezio tradizionale, si av-
valeva di una barra fissa (di quelle delle
parallele), tre porteur stazionari ed uno
in oscillazione come nei "volanti" classi-
ci. Questa particolare architettura per-
metteva, come di consueto, la realizza-
zione di passaggi di grande effetto con
spettacolari voli da una parte all'altra
dello chapiteau e l'esecuzione di alcuni
esercizi davvero sensazionali come il
salto mortale in plancia con tripla piroet-
ta eseguito da Li Han Song e soprattutto
il "doppio" triplo salto mortale da un por-
teur all'altro eseguito da Kim Hun He.
L'anno scorso avevamo dubitato della
possibilità degli artisti orientali di presen-
tare ulteriori forti numeri aerei, ma pare
che ci sia ancora molto da attingere dal
serbatoio coreano. Felici di esserci sba-
gliati. L'altra troupe premiata con il mas-
simo riconoscimento è stata la bascula
dei russi Tchernievski: doppio salto mor-
tale sui trampoli, triplo con un trampolo
solo, e doppio con arrivo su una poltro-
na posta su una doppia pertica ad un'al-
tezza di almeno dieci metri. Il tutto rea-
lizzato con una musica folkloristica e con
buon ritmo. Anche in questo caso, come
per i coreani, l'Oro è quasi scontato, ma
è da dire che i numeri appartengono a
generi consueti e sono eseguiti con al-
cune cadute di stile. Tre gli argenti, Uno
alla troupe acrobatica di Hunan (Cina),
in gara con tredici artisti che si esibivano
su quattro pertiche disposte a quadrato
presentando delle figure complesse. In-
teressante la presentazione: i costumi e
le posture degli artisti sono ispirate al
celebre "esercito di terr~n/)tta", rinvenu-
to anni orsono in una t( 'a risalente al
220 a.c. l cinesi ti capito
il fascino che ei i sugli '
occidentali e cercano sem, > più spes-
so di ispirarsi ad una simbologia orienta-
le immediatamente riconoscibile anche
dajioi, come nel caso degli undici "pic-
coli Budda" di recente con i Bouglione,
che eseguivano, bisogna dirlo, esercizi
in tutto simili a quelli dei loro più adulti
connazionali.
Adagio e presto
Altro Argento all'adagio acrobatico di
Yves Decoste e Marie-Lare Mesnage, i
Vis Versa. Veterani del Soleil, i due arti-
sti presentavano un numero di "pose pla-
stiche" già in Mystére e in Quidam. Mol-
to bella l'apertura con un equilibrio schie-
na a schiena che dura circa metà nume-
ro, quasi quattro minuti. Il concetto crea-
tivo è molto raffinato: i corpi degli artisti
sono dawero statuarì e la musica è
rata al senso del silenzio. E crediamo cne
sia stato premiato pro) j alta
creazione, visto che di figure di
smo vero e proprio o di "mano
ve ne erano podie. La sorpresa, p
vole, del Festival di quest'anro si chia-
ma Martin Lacey jrnior, al cui numero di
otto leonesse è stato attribuito il terzo ed
ultimo Argento. Gran ritmo, b^le figure
classiche, alcuni salti originali e soprat-
tutto degli animali molto reattivi ed uno
stile di conduzione molto personale, ele-
gante ma deciso ad un tempo. Il numero
è stato formato da Dicky Chipperfield e
ci piace segnalare la presenza fra il pub-
blico del figlio Richard, gravemente feri-
to da una tigre due anni orsono, ora ap-
parso in ripresa e salutato da Sergio e
'oscianti degli spettato-
^
se.
i-a giuria ha aew ibiwe una men-
zone speciale ad Alfredo Rastelti. l clown
itatiart erano attesissimi e non hanno
deluso le aspettative, (n conferenza
stampa un gior' dista ha chiesto ilper-
che di que^i [ artecipaztone tardiva al
Festival del principato. "Ciò et» mi pre-
occupava - ha risposto Oreste - era il
c'nfronto di un'entrata comica con una
ti acrobatica di 15 person i no
o che la valutazione m'glìore sa-
'jta qLiella del pubbtico." E il pub-
ha risposto alla grande, salutecta
con entusiasmo la migliore enb^ta co-
nfca musicale del dopo guerra. Credia-
mo sia stato emozionante per tutti rive-
dere nella pista più importante d'Europa
l'entrata che ha fatto divertire di più negli
ultimi trent'anni di circo italiano. Una ri-
flessione preoccupante è caso mai legata
alla mancanza, a tutt'oggi, di continua-
tori del genere che siano almeno para-
gonabili agli originali. Ma a parte Ra-
stell la parte comica non era quest'anno
eccezionale. Il Soleil era presente anche
con un duo comico al trapezio presenta-
to da Nathalie Sabourine e Sylvette Bou-
dreau, che ci è sembrato però distante
dallo standard, per esempio, dei Coli ins
o anche dei nostri Betlo. Un po' meglio il
numero di trampolino dei rumeni Fanta-
stico, con Liuta ed Elena in serio ed il
"finto inseniente" Costantin ad interrom-
parli con delle gag non certo inaspetta-
tè. Ma anche la parte in serio difettava di
vette alfesime. Le riprese comiche era-
no affidate ai russi Toma e Boria
Oskotski. E' vero che il paragone con
l'anno precedente di David Larible sareb-
be stato ingeneroso per chiunque, ma
questa coppia di comici non è parsa pro-
prio all'altezza della situazione. Ha inve-
ce divertito per la sua originalità l'esibi-
zione a testa in giù del canadese Kai Le-
clero, già da Roncalli nelle due passate
stagioni. Questo artista, nato e cresciuto
a Milano, presenta un numero che era
del tutto sparito nel panorama del circo
e del varietà. Per sette minuti resta ap-
peso a testa all'ingiù presentando delle
gag semplici ma ben costruite ed alcuni
movimenti di base della giocoleria.
Animali
Franco Knie, con il sempre presente
Sacha Houcke, ha presentato due diver-
se versioni del suo gruppo di sette ele-
fanti indiani. Una era quella vista que-
st'anno al Circo Nazionale Svizzero, il
"lavoro", con i pachidermi impegnati a
spostare tronchi e far di conto, l'altra una
sorta di "libertà", con begli incroci a tre e
le classiche piramidi. Il tutto presentato
con lo stile Knie: comandi a distanza, si-
curezza, eleganza, in una parola classe.
E' chiaro che in pratica ogni numero del-
la famiglia svizzera potrebbe meritare
una statuetta ad ogni apparizione al Fe-
stivai, ma Franco aveva preso unArgen-
to solo tre anni fa e questo ha forse un
po' condizionato la giuria. Per la prima
volta al Festival era presente un numero
prodotto dal Circo Mundial di José Maria
Gonzales. Il figlio, José Maria Junior, era
alla testa di un'alta scuola presentata da
sei perewe (fra le quali Suzanne Chipper-
feld), moto w- -
t
cal
lan-
d" ew
piane , , ;, così
come llnsìeme del nuntero, ei jito fra
['altro con una scelt Tiusirale poco azzec-
cata.
L< me del pdb
Segr^e i uysreiue i (omia tra
la reeei , _ . fico e il parere de^
addetti ai lavori. Grande successo ad
esempio per il sostenuto aereo del Duo
Aragorn. l francesi Robert Boucher e Ma-
rie-Jo Adrover, hanno presentato il reper-
torio di base della disciplina, eseguito sen-
za nessuna protezione, ma neppure sen-
za vette tecniche particolari. Forse dawe-
ro ha inciso molto la scelta della musica, i
cori del Carmina Burana di Cari Orff, per
altro già ampiamente sfruttati nelle piste di
tutto il mondo. Applausi scroscianti anche
per il trio Teslenko, dei giovani giocolieri
mssi, molto veloci ma che non eseguiva-
no certo dei passaggi difFicitissimi. Un al-
trc rio tradizionale detta
, ui-.. *..., ^X), iiuiiniicii-
schanz ma abbaiai ntar Me sug-
gestiori cre^ d^ti ti s'; iri. Molto
apptauditi aiche i Danshouding, w duo
^manfKinese (Franck e Hui) le pre-
sentava un n di mano a n i "-^n
alcuni eser ' J' "-1- "^
co, ma nell'instene non all'altezza di ;-
l^ii come i Ses Lira od altri. Lo stesso d-
os del rusK) Gurwrg Khatchatrian, un
Wlwistico funamtolo che ppea
ne originali camminate come quelle su di
un bilanciere posto perpendicolarmente
alla fune, Bello invece il numero alla stan-
ga russa della troupe di Igor Boytsov, co-
reografato a quattro mani dal regista rus-
so Valentin e dal canadese Paul Bromte.
Costumi, musica e movimenti molto raffi-
nati. L'agile, molto elegante, esegue alla
perfezione dei virtuosismi come il doppio
in plancia con piroetta ed un triplo salto
mortale girato con una velocità e ad un'al-
tezza tale da far pensare che l'artista pos-
sa facilmente am'vare ad un quadruplo sen-
za troppa fatica. Il numero aveva già par-
tK*ioato al Festol cinque anni orsono, ma
":-" " irte
to ìeajto c
tre agili, du
fate al' Ite stanga.
?mi
ma
al-
IIU-
B Fes fa storia
-"..," ^ perfluo ripetersi sul-
l'ottima conc ;z jne di Sergio (tdvolta un
po' lungo), sufla direzione di pista di Fcan-
co Knie (anche quest'anno con Darix
luesca ed Enriai Caroli) e sufl'orchestra
dh-etta da Reto Parolari. Ribadiamo pìut-
tosto che, grazie al coordinamento arti-
stico di Jacques Provance, ma soprat-
tutto alla personale attenzione di SAS il
Principe Ranieri, accade sempre più
spesso che il Festival di Monte Carlo con-
tribuisca a scrivere pagine importanti
della storia del circo mondiale: i Cranes,
David Larible, alcuni numeri del Soleil, e
quest'anno il giocoliere Anthony Gatto,
rimarranno senza dubbio dei riferimenti
importanti per i futuri artisti e per tutti gli
storici del settore.
'. il^fcrT. slir!
TORNA AL ClRIIUE D'HlVER UNO SPOTACOLO FIRMATO BOUGLIONE. L'ESPERIENM ACCUMU-LATA IN TIHTA EUROPA DAI GIOVANI DEILA DINBSTU FRANCESE SI FA SENTIRE.Dopo diversi anni, durante i quali nel glo-
rioso Cirque D'Hiver di Parigi si sono sus-
seguite le tournée dei circhi cinesi e
coreani, del Soleil e le edizioni del Festival
du Demain, il celebre stabile di Rue
Amelot torna ad ospitare uno spettacolo
targato Bouglione. l giovani Joseph,
Nicolas, Sampion e Francesco hanno so-
speso le loro attività per dedicarsi piena-
mente all'allestimento di questa produzio-
ne intitolata Salto la cui impostazione tra-
dizionale lascia sovente il campo ad ele-
menti moderni. L'esperimento non sem-
pre sembra riuscire alla perfezione, ma il
risultato complessivo è in ogni caso più
che soddisfacente, per di più consideran-
do il fascino e la suggestione esercitata
dallo stabile napoleonico avente alle spal-
le 150 anni di storia, sede di grandi eventi
quali le pantomime La Perla del Bengala,
Davy Crocket, oltre ai gala della "Piste aux
Etoiles", ed alla trasformazione in set per
il film Trapezio. Una tale comice conferi-
sce eleganza e stile a qualsiasi rappre-
sentazione vi abbia luogo. Per quanto ri-
guarda lo spettacolo, tutti i numeri sono
di un certo richiamo, nonostante si faccia
sentire ['assenza forzata degli animali,
dovuta all'inagibilità delle antiche scude-
rie nelle quali per l'occasione è stata alle-
stita un'esposizione di manifesti d'epoca.
Inoltre manca un'attrazione forte, in gra-
do di stupire il pubblico. Apre lo spettaco-
lo il giocoliere ucraino Ruslan Fomenko
la cui peculiarità consiste nel lanciare in
aria non i consueti oggetti, bensì palloni
legati tra loro a coppie. Segue il verticalista
Pat Bradford che alterna perfetti
verticalismi a passi di tip-tap, anche con
,--. \^
'-, V-cslt". "
;--.A:.-
le mani in verticale. Gioca in casa Marina
Bouglione con la sua eccellente esibizio-
ne alla corda verticale che tanto succes-
so riscosse a Monte Carlo lo scorso anno,
Alle otarie giganti di Nadia Gasser, uni-
che rappresentanti del mondo animale, è
affidata la chiusura della prima parte; la
presentazione al femminile aggiunge mol-
to a questo tipo di numero di per sé abba-
stanza visto, ma in questo caso valoriz-
zato dalla bella ammaestratrice. La secon-
da parte vede in pista gli ungheresi Enemy
Squad la cui break dance acrobatica, pur
d'effetto ed apprezzata dal pubblico, sem-
bra ferire le mura del Cirque D'Hiver, abi-
tuato ad esibizioni più tradizionali e
consone ad un circo classico. Seguono i
giochi con fruste e /azos di Patrick Gruss
Jr., forse l'attrazione più debole del pro-
gramma per quanto riguarda i trucchi ese-
guiti e per questo sorretto da una coreo-
grafia "western" che coinvolge il balletto
e due solisti dell'orchestra. Sotto la cupo-
la Jean-Cristophe Fournier propone la sua
performance al trapezino (bronzo al
Festival du Demain) nota per le tournée
da Ringling ('94) e presso il nostro Ameri-
cano ('98/'99). Concludono lo spettacolo
i giovanissimi componenti della troupe di
Shen Yang alle pertiche fisse in una co-
reografia ispirata ai monaci tibetani ed a
L'ultimo imperatore di Bertolucci. Molto
nutrita la parte comica affidata alle bre-
vissime e divertenti apparizioni del
moscovita Andreij Nicolaiev; meno brevi
e più frequenti gli interventi di Mimi, il co-
mica francese in forza da Knie nel '96 che
ripropone i goffi tentativi di un elettricista
di diventare artista. Nonostante le sue ri-
prese sembrino rallentare il corso dello
spettacolo, il pubblico parigino gradisce
la sua comicità, forse anche in quanto
sorretta da una spalla d'eccezione: il
poliedrico augusto Petit Gougou, qui nei
panni di Monsieur Loyal, infatti, da un'ot-
tima prova di sé nell'intero corso dello
spettacolo, pur senza svolgere assoluta-
mente la funzione di presentatore, figura
del tutto assente in questa produzione. Da
rimarcare ancora l'eccellente orchestra di
undici elementi diretta dal maestro Tony
Bario (discendente degli omonimi clown,
molto noti in Francia), il balletto ed un
impianto luci che nessun circo itinerante,
per ovvi motivi tecnici, potrà mai permet-
tersi. Probabilmente ['iniziativa verrà
riproposta anche l'anno prossimo operan-
do le opportune modifiche nel rispetto
delle indicazioni del pubblico (chiamato ad
esprimere giudizi e suggerimenti attraver-
so un questionario distribuito all'ingresso)
nonché introducendo esibizioni equestri
in seguito alla sistemazione di una scu-
deria provvisoria sul retro dello stabile.
\
\.[
m
du
QUELIIDIGROCK, GRUPPO STORICO DEL TEATRO UIIANESE IL CUI NONE È ISPIRATO AL CELE-BRE CLOWN, SI SONO MESSI A CERCARE "L CHIAVE DELLO CHAPITEAU"
Teatro di Portaromana
a Milano, accolto favo-
revolmente dalla critica
televisiva e giornalistica, si è svolto
per gran parte del mese di gennaio
La de du chapiteau, l'ultima produ-
zione della Compagnia Teatrale Quel-
lidigrock. Incuriositi dal discreto clamo-
re delle recensioni, e non conoscendo i
precedenti lavori di questo gruppo, ab-
biamo voluto assistervi, anche perché
sappiamo la difficoltà che comporta af-
frontare un tema impegnativo come il cir-
co: in primo luogo perché è un ambiente
mitizzato e che si presta fin troppo a fa-
cili banalizzazioni se interpretato da arti-
sti che non sono circensi; in secondo luo-
go per la responsabilità culturale che
bene o male ha una compagnia teatrale
che dedica il proprio nome ad un clown
tanto famoso. Eppure La c/é du chapite-
au, il paradosso che identifica per anto-
nomasia un luogo privo di chiave, è una
felice metafora che titola il lavoro di que-
sti bravi attori-ballerini, che pur non fa-
cendo concretamente nulla di circense
sono riusciti ad interpretare il circo in
modo poetico e veritiero. Così le sugge-
stioni che arrivano al pubblico attraver-
so controluci ed ombre da un immagina-
rio quanto reale ric/eau, che delimita e
visualizza la classica pista, i testi recitati
splendidamente e ben intercalati nell'in-
sieme (testi che assemblano con fluidità
quanto di meglio è stato scritto sul circo
da Riike, Starobinski, Gomez cfe//a Ser-
na), simbolici balletti (questi sì talora un
po' troppo insistiti) e parodie create con
giocosa ironia sull'affabulazione circen-
se con un probabile e spassoso dialetto
emiliano-romagnolo. E i tanti giuochi poi,
sono quelli di surreali giocolieri, eppure
così veri nell'immaginare che nel circo
tutto è possibile, come far volare persi-
no tavole enormi che divengono, come
per incanto, danzanti caleidoscopi in gra-
do di far vivere proiezioni altrimenti stati-
che. E ancora i colori e il fumo, i costumi
scintillanti di lustrini e paillettes, sono
proprio quelli del circo che sta dentro ai
nostri occhi, smaliziato talvolta e "profu-
mato" di segatura e stereo d'animali... Il
tutto poi ritmato e felicemente accompa-
gnato da marce classiche, delicati val-
zer ed alcune caldissime sarabande di
Goran Bregovìc. Gli interpreti di questo
originale spettacolo sono Susanna 6ac-
cari, Valeria Cavalli, Luca Gatti, Alessan-
dro tarocca, Andrea Ruberti, Alessandro
Sampaoli. Il regista è C/aucf/o Intropido.
Tra gli autori, nuovo a questo tipo di espe-
rienza, va ricordato Alessandro Serena.
La loro, non è solo una bella dedica, è
un vero atto d'amore per il circo.
egli articoli pubblicati fi-
nora, ci siamo sempre
occupati di famiglie e
personaggi abbastanza noti, anche alle
generazioni più giovani. Alcune famiglie
però risultano del tutto sconosciute a
questi giovani, non perché non siano fa-
mose, ma perché, ad esempio, hanno
lavorato soprattutto nei night all'estero.
La storia del circo italiano è comunque
fatta anche di queste "micro" famiglie, ri-
maste sempre di nazionalità italiana, al-
cune delle quali con un'antica discenden-
za. E' il caso ad esempio della famiglia
Castagnoli, di Prato (Firenze), in origine
girovaga nei "baracconi". Enrico Casta-
gnoli, classe 1869, e sua moglie Carla
Benenti classe 1883, hanno sette figli nati
tra il 1898 e il 1911 Enrico è sicuramen-
tè un tipo stravagante e monta un nume-
ro di trapezio sulla mongolfiera. "A Livor-
no - racconta il figlio Celeste - il papa ha
avuto un incidente con questa mongol-
fiera, qualcosa non ha funzionato, la palla
si è sgonfìata e papa è cascato in mare...
non si è fattto niente e l'hanno subito rac-
colto da una barca". Di avventure, o me-
glio, incidenti, durante l'esibizione di nu-
meri all'aperto, come questo capitato ad
Enrico, ce ne sono tantissimi. Per fortu-
na vanno anche a finire bene! Intanto i
figli di Enrico crescono e purtroppo la
prima guerra mondiale è alle porte; la
famiglia si ferma a Roma dove gestisce
un "museo anatomico viaggiante", Enri-
co assume il maestro di acrobatica Egi-
dio Porzio che instrada i ragazzi verso
questa disciplina, infatti montano un nu-
mero di acrobatica a terra mentre le ra-
gazze diventano trapeziste.
Nel 1919 partono per un "Oriente" non
meglio definito con il circo della famiglia
Madrigali. Arriviamo così al 1929, anno
veramente difficile, non solo per il fatidi-
co crollo della borsa, ma soprattutto per
il lavoro che manca. Enrico è già dece-
duto e i suoi figli sono alla ricerca di in-
gaggio. Si recano al famoso "Caffè degli
Artisti" in Piazza Duomo a Milano, dove
impresari e artisti di diverse scuole si ri-
trovano per i reciproci interessi ed affari.
Incontrano in questo modo i titolari del
circo Brizio, alla ricerca di "nuovi talenti",
come si direbbe oggi. La fortuna gira per
il verso giusto e i fratelli Castagnoli ven-
gono assunti al circo Brizio: per la gior-
nata sono 80 lire fisse, e 40 di camerata;
se fanno anche qualche matinée sono
altre 40 lire. All'epoca infatti gli artisti era-
no pagati a giornata, parola gergale per
definire un compenso di base dell'artista.
La camerata, altro termine gergale, in-
vece era un compenso aggiuntivo quan-
do il circo lavorava. Nel caso la direzio-
ne del circo riuscisse ad inserire anche il
matinée (o spettacolo del mattino), c'era
una paga supplementare. Non è poi così
male, per incominciare. Il circo viene si-
stemato a Bra, in Piemonte, dove è tutto
pronto per il debutto, l due fratelli Casta-
gnoli, Cesare e Clemente, avendo alle
spalle una solida base di acrobatica, la
sfruttano per montare il numero comico
del tavolo (tradizionale per l'epoca; mol-
tè coppie di fratelli presentavano nei loro
spettacoli questa disciplina, oggi quasi
scomparsa, che però divertiva molto gli
spettatori). Un numero che non richiede
molta attrezzeria, basta un tavolo norma-
le e la comicità di ognuno; molto adatto
dunque in teatro e nei night. Anche Ce-
leste (fratello minore di Cesare e Clemen-
tè), raggiunta l'età per poterlo fare, s'in-
serisce nel numero comico acrobatico.
Celeste si trova bene al circo Brizio dove
trova anche la compagna della sua vita:
Germana, cavallerizza nel circo familia-
re.
Arriviamo così alle porte della seconda
guerra mondiale e Celeste viene man-
dato in Russia, Risulta tra i fortunati che
riescono a tornare nel 1942, ma si ritro-
va con i piedi congelati. Dopo un perio-
do di convalescenza, Celeste e la mo-
glie si staccano dalla famiglia Brizio, ini-
ziando un lunghissimo pellegrinare tra
teatri e night all'estero, soprattutto in In-
ghilterra. Celeste deve trovare un nuovo
compagno per il suo numero e lo trova
in Alberto Bricherasio, personaggio ben
noto nel mondo del circo. Celeste ed Al-
berto fanno coppia fissa per diversi anni.
Il numero comico acrobatico del tavolo
prende il nome di "Bill & Bill" e con que-
sto numero la coppia vive e lavora conti-
nuativamente all'estero. Intanto la fami-
glia di Celeste cresce: i figli studiano dan-
za, diventano ballerini, ma non si avvici-
nano al mondo del circo. Contrariamen-
tè a quanto si verifica in genere nelle fa-
miglie di artisti anche i figli di Cesare e
Clemente non si avvicinano al mondo del
circo. Quasi tutti i discendenti Castagnoli
attualmente sono nel luna park. Da par-
tè delle donne Castagnoli invece, la stir-
pe continua il circo con la figlia di Cle-
mente, Gorina Oresti e con Clorinda, (so-
rella di Celeste) e la sua discendenza.
di gran classerrivava come sparato da
una pistola, liberatesi a
fatica dal sipario, con
l'aria approssimativa di
un dilettante incosciente, con quella
faccia irreale da marionetta che ha per-
so il suo ventriloquo, sulle cui rughe
quasi leggevi scolpita la storia del
music-hall. Per otto minuti (ma in alcu-
ni casi fino a quindici) sarebbe riuscito
a fare... niente. O meglio, non riuscen-
do neppure a non fare niente, vittima so-
prattutto del microfono e dell'innocente
cappello. Quella che sarebbe dovuta es-
sere un'esibizione non meglio precisata,
si riduceva ai brandelli di un numero, fino
a quando non restava che uscire di sce-
na con le gambe che sparivano gradual-
mente sotto la giacca, in quella sua im-
mortale camminata di spalle, Senza aver
avuto bisogno di concederci il mistero
della sua voce, II fascino della sua arte
silenziosa era nella paranoia surreale
che ogni gag e ogni stupido incidente
avrebbero potuto protrarsi all'infinito se
non interrotte solo da un altro imprevisto
ancor più banale. E la loro concatena-
zione meravigliava per quanto semplice
e naturale, Un trionfo di logica e irrazio-
nalità al tempo stesso: dal microfono al
filo, al cappello, al pollice che finiva nei
IL 3 GENNAIO SCORSO È SCOWPARSO ALL'ETA DI 83 ANNI,GEORGE CARI, U CUI SAGOUA INCONFONDIBILE ERA NOTA AlPUBBIICO DI TUHO IL MONDO. CARRIERA COLMA DISUCCESSI.posti più impensati alla giacca pace, un tormentane finale l'orchestra
recalcitrante, all'inatteso chewing-gum insisteva ad attaccare il "can can" inve-
invisibile, fino a che, una volta trovata la ce che la sua aria per armonica a bocca.
Tutte gag rigorosamente vecchissime,
viste e riviste, ma che buttate da anni di
mestiere in quel frullatore umano gene-
ravano uno dei più grandi numeri comici
di tutto il secolo, Corto e semplice come
il personaggio era il suo nome: George
Cari, l'ultimo rappresentante di una spe-
cialità scenica tipica del Novecento: il co-
siddetto "eccentrico", owero quell'artista
di pantomima, spesso virtuoso musica-
le, il cui tentativo di numero si trasforma
in sublime catastrofe.
Tra i contemporanei, la sua capacità
mìmìco-espressiva e la precisione del
suo lavoro, erano eguagliate solo da
Jerry Lewis. Non c'è posto al mondo in
cui l'ometto americano non si sia esibi-
to, e forse non c'è altro numero che an-
che il più distratto spettatore televisivo
del globo non identifichi con lucidità. Pro-
vate a chiedere in giro anche in Italia,
dove passò molto spesso sui nostri
teleschermi. Soltanto all'Ed Sullivan
Show era stato invitato 24 volte; si era
esibito davanti ai Reali di Svezia, d'In-
ghilterra (per la Royal Command Perfor-
mance del 1983), e con la keatoniana,
paradossale indifferenza dei comici mo-
desti aveva ricevuto dal Principe Ranieri
il primo e a lungo unico Clown d'Oro an-
dato ad un comico. In effetti la difficile
pista del circo, da cui Cari proveniva
(pare iniziò come inserviente, poi acro-
bata trasformato in clown da un inciden-
tè, come nelle migliori leggende) gli era
altrettanto congeniale che la scena. Anzi,
si apprezzava molto di più il talento del
minuscolo ometto alle prese col suo mi-
crofono nel centro dell'arena deserta che
sul più intimo palcoscenico del Crazy
Morse parigino, dove rimase per quasi
tutti gli anni '80, già dopo essere stato
una delle primissime attrazioni a calcare
tutti i palcoscenici possibili dei casinò di
Las Vegas. Lungo tale carriera, pochi
furono i circhi a poterselo permettere in
intera stagione: in particolare Scott nel
79 e Knie nell'83. Lo scorso 3 Gennaio
a Las Vegas dove abitava, George Cari
è morto a 83 anni per complicazioni do-
vute a cancro. Come per Grock, anche
nel caso di George Cari la settima arte
ha immortalato un grande del circo, e
giusto in tempo: è del 1997 il film inglese
// Commediante con Jerry Lewis e
Nathan Lane, in cui Cari interpreta un
vecchio clown sulla pista di Blackpool. A
questo film, e alle tante registrazioni te-
levisive, è affidata la memoria dell'omino
col microfono che ha fatto ridere mezzo
pianeta. Ma a noi piacciono anche quel-
le memorie meno presenti, e quindi più
compiici dell'immaginazione, come le ri-
ghe che seguono: la traduzione del fo-
glietto che Cari si portava in giro per il
mondo con la "partitura" del suo intero
numero, Sembra quasi una poesia
surrealista, asciutta come la lista della
spesa di un pazzo, ed è con questa stra-
vagante semplicità che vogliamo dire ad-
dio all'omino del microfono e, con lui,
anche a un'epoca della risata.
Ingresso (buffa danza).
Caos col microfono, caos col filo.
Giacca fuori posto, gag tasche scompar-
se.
Cappello giù, inchino, testa contro micro-
fono.
Gag giacca fuori-dentro.
Gag cappello che rotola.
Altro caos col filo, pollice nell'occhiello,
lotta con braccia, dito nell'occhio.
Gag maniche lunga/corta.
Tavolino pieghevole/dito nel tavolo.
Regolazione microfono, armonica a boc-
ca.
Piede fuori controllo.
Gag chewing-gum: microfono - tasca -
piede - lingua.
Armonica, pezzo "honeysuckle Rose"
Gag con orchestra "Can Can".
Esplosione armonica a bocca.
Tavolino troppo pesante.
Uscita.
a
ARRIVA ALU TERZA EDIZIONE, CON CADENZA BIENNALE, U PIÙIMPORTANTE MAN FESTAZIONE DELL'EUROPA DELL'EST.ISTVAN KRISTOF ED EDUARDO MURILLO SONO RIUSCITIANCHE (UEST'ANNO AD ALLESHRE UNA BUONA RASSEGNA.
Il Festival di Budapest arriva alla terza
edizione. Già solo questa continuità, sep-
pur breve, merita un elogio vista la quan-
tità di manifestazioni analoghe subito
naufragate. Una continuità che balza an-
cora di più agli occhi nell'anno del disa-
stro parigino che ha forse contribuito a
dirottare in Ungheria un discreto nume-
ro di addetti ai lavori. Certo la disponibi-
lità di una struttura stabile in una capita-
le come quella ungherese posta al cen-
tro d'Europa permette di chiamare a rac-
colta senza troppe difficoltà artisti, diret-
tori ed operatori del settore provenienti
non solo da ovest ma anche dall'estre-
mo est, attingendo dall'ampio serbatoio
composto da tutti i paesi dell'ex blocco
socialista, vecchie repubbliche sovieti-
che, Cuba e Cina comprese. Senza di-
menticare l'operosità e la rete di cono-
scenze messe in gioco dai componenti
del comitato organizzativo, fra i quali su
tutti citeremo Istvan Kristof ed Eduardo
Murillo. Di livello, anche in questa edi-
zione la giuria: oltre allo stesso Murillo
erano presenti la tedesca Renate Wa-
sdrack (Wintergarten), il giapponese Hi-
roaki Hayashi, lo svizzero Conny Gas-
ser, l'argentino Jorge Bernstein, il cine-
se Lin Jian, il russo Maimilian Nemchin-
skiy, l'ungherese Orloczi Bela e l'ameri-
cano Tim Holst. Nella passata edizione
erano presenti fuori concorso Oleg Izos-
simov e il Duo Manducas, quest'anno era
la volta di Douglas Mac Valley con un
globo della morte eseguito con tre moto,
numero di sicuro effetto ma tanto ingom-
brante da non poter essere portato den-
tro montato. E' stato così necessario
montarlo e farlo lavorare al termine dei
normali spettacoli di selezione, mentre
buona parte del pubblico aveva già la-
sciato lo stabile, per altro quasi sempre
al completo nel corso della manifestazio-
ne. l numeri in concorso erano una tren-
tina, dodici le nazioni rappresentate. La
troupe cinese dello Hunan, composta da
15 ragazze, presentava quattro numeri:
i classici piatti rotanti e biciclette, una
bascula ed un originale numero di gio-
colerla di tappetini, di quelli solitamente
utilizzati dalle antipodiste. Quest'ultimo
era anche il più valido dal punto di vista
tecnico. Non del tutto convincente la par-
tè comica con le riprese del canadese
Jonah Logan (originale, ma forse adatto
ad altro contesto) e quelle del giovane
ungherese Zozo. Altri magiari in gara il
mano a mano dei Rippel Brothers, la
stanga dei Tirano (tre giovani ex allievi
degli Halassy), due giovani artiste alla
pertica chiamate le "Principesse Guer-
riere", e il giocoliere Nereus Lajos, otti-
ma tecnica (bei passaggi con 5 clave e 5
palline e fino a 10 cerchi giocolati) e una
personalità che va affinandosi con gli
anni. Per la Romania gareggiava Ewelin
Marinof, con il marito Christian, in una
bascula a due, dopo lo scroglimento del-
la gloriosa troupe capitanata dalla ma-
dre Rodica, La troupe cubana degli Arias
eseguiva un vivaw numero di acrobati-
ca in banchina. It blocco russo era com-
posto dal numero di pertica su bkxletta
degli Chaimordanovi, datl'elegantissimo
filo alto di Marina OvinsRaia, dall'unico
numero animati in gara (due leopardi
al guinzaglio) di Sergey e Elena Nesto-
rov. E dal blocco dei numeri creati dal
regista Nikolai Chelnokov, già presentati
allo scorso Festival russo Saratov: una
stanga russa chiamata R vwK.ua-
no, il nupc'c i\nton, giovane figlio del
regista, il quale eseguiva anche un nu-
«ici'o di gtobo, i Ruzsila, due giovani gio-
rolieri e Sergei Mazurin che presentava
un originale numero di "catena" vertica-
le, Dafl'Ucraina proveniva una doppia
altalena russa della troupe di Sergei Di-
dyk. L'Italia non era in gara, ma concor-
reva un allievo dell'Accademia del Circo
di Cesenatico, l'equilibrista francese Mi-
chael Guillaume, che ha ben figurato.
Terzo ed ultimo occidentale il tedesco
Volker Maria Maier, giocoliere con "devii
stick". Ma il fenomeno del festival è sta-
to senza dubbio il cinesino Zhang Fan,
di soli 12 anni, capace di eseguire al filo
mollo prodezze non inferiori a quelle del
ben più maturo connazionale You Dong
Chen, Argento l'anno scorso a Monte
Carlo. Il piccolo Zhang Fan ha conqui-
stato, oltre alla simpatia di tutti, anche il
Pierrot d'Oro. Tre argenti assegnati, ma
solo due consegnati, quelli alla russa
Osinskaya e ai Rippel Brothers. Il terzo
sarebbe dovuto andare alla stanga rus-
sa del regista Chelnokov, il quale ha ri-
fiutato il premio e ritirato dalla finale tutti
i suoi numeri. Tre i bronzi: alla troupe di
ragazze dello Hunan, al giocoliere Ne-
reus Lajos e alla troupe di Sergei Didyk.
Forse da migliorare la parte comica, la
parte aerea e quella dei numeri di ani-
mali. Ma indubbiamente un buon succes-
so per la più importante manifestazione
dell'Europa dell'Est.
?s 9^
BASE ASSEMBLEARE COM-PATTA E ATTENZIONE DELLE
ISTITUZIONI. E' POSITIVO ILBILANCIO DELL'ASSEMBLEADEL 2000
radizionale appuntamento
assembleare di inizio anno
per il mondo del circo. Gio-
vedi 13 gennaio scorso, i di-
rettori di oltre 70 complessi nazionali si sono
ritrovati a Roma, presso la sede dell'Agis,
per meglio conoscere e condividere
l'azione svolta dall'Ente nel corso del
1999 nonché prospettive ed intendimenti
all'alba del nuovo millennio, l lavori han-
no avuto un iter piacevolmente inconsue-
to: si è proceduto dapprima alla riammis-
siane in seno all'Associazione dei com-
plessi guidati da due conosciuti ed ap-
prezzati direttori, Benito Larible ed Eleu-
terio De Bianchi; il "ritorno a casa" da
parte di operatori negli anni allontanati o
allontanatisi senza motivazioni plausibili
o contrasti insanabili è stato auspicato
da molti e costituirà impegno precipuo
dell'Ente che aspira ad arrivare all'as-
semblea elettiva del prossimo anno rap-
presentando, come nei tempi meno re-
centi, la pressoché integralrtà de! mon-
do circense italiano, l gralitissimi inter-
venti esterni del Senatore Franco Asciut-
ti, Vice Presidente della \^t Commissio-
ne (Cultura) del Senato e della Dottores-
sa Rossana Rummo, Capo Dipartimen-
to dello Spettacolo, accompagnata dal
solerte e prezioso Dottor Giampiero Tu-
lelli, hanno reso evidente ;i"" platea
come il circo continui ad ac< !WM
amici importanti. Il Sen; utti ha
confermato il pieno e a . egno
alle tesi propugnate da -,He ntìll' 300-
sizione al disegno dì legge 1703 in ma-
teria di divieto di uso de^t animali nei
circhi. La Dottoressa Rumnro si è dichia-
rata fiera di aver contribuito con il pro-
prio determinante atteggiamento a favo-
rire, al rapporto tra amministrazione e
categoria, un decollo qualitativo quale
non si riscontrava da tempo. Con dette
edificanti premesse l'assemblea è quin-
di proseguita linearmente, con ['unanime
consenso da parte dei presenti circa i
contenuti della relazione del jente,
approfondita so"o alcuni asp . ul-
tenori pre
Buc
che i com^. -, associati, c
to e vittime di comportamen
tè scorretti o comunque irregolari da par-
tè di concorrenti non associati, potranno
sistermtieamente far leva su una solida-
rietà concreta ed attiva che l'Ente assi-
ENTE lC. l. S.
, C IRRO
^
l presenti
curerà in nome e per conto di tutti circhi
aderenti. La mozione, approvata con un
aito voto cc 'itrario e con ur' stensione,
ha funzione di r-"
compr mettere in i
lavoro li chicchfc,
d mblea e l'unità di inte
t ìche dalla durata rea ird dei la-
^uatd'e ninuto p. ims delle
1 tto in taluni m nti-
mento dì n roi"
di passate indimenticabili diat ;he
avevano l'indiscutibile merito d ".. -..
tare un clima di grande effervescenza in
sala e nei corridoi. Scherzi a parte, con-
(ando di poter ancora una volta relazio-
nare circa prestigiosi traguardi conseguiti
dall'organizzazione non mancherà in
ogni caso l'impegno per favorire in futu-
ro una presenza sostanzialmente totali-
taria di realtà operanti e di protagonisti
dell'arena.
Presidente: Egidio PalmiriVice Presidente: Antonio Buccioni
Consiglieri effettivi: Ugo De Rocchi,Walter Nones, Aldo Zucchetto, RobertoBellucci, Nevio Errani, Paolo Codanti.Consigliere sostituto: ArmandoCanestrelli.
Revisori dei conti effettivi: Giovanni Lupo,Danglar Taddei, Luciano Giarola.Revisori dei conti supplenti: EugenioBusnelli, Pietro Folloni.Soci: Alvaro Ernesto Bizzarro, ClaudioCarbonari, Attilio Mario Castellucci, Vin-cenzo Cirillo, Pietro Coda Prin, RobertoCoda Prin, Roberto Cussadié, MarioD'Amico, Andrea De Angelis, LeandroErrani, Mauro Errani, Gianluca Folco, An-ionio Formisano, Giancarlo Franchetti,
Pasquale La Veglia, Ercole Medini,Pierino Medini, Vittorio Medini, GuidoNiemen, Amedeo Orfei, Giovanna Rapini,Nevio Attilio Pellegrini, Davide Rossi,Barbara Savio, Rosaria Tofani, EnnioTogni, Viviana Valentini, Alberto Vassal-lo, Ferdinando Zavatta.
Il atore Asciutti all'Enc"Sono contrario a! DL 1703 e sto lavo- tura, con una maggioranza che, mi au-
rando per impedirne l'app' ovazione". guro - e dovrebbe augurarselo tutto il
Parola di Franco Asciutti (nella foto), se- paese - sia diversa da quella attuale. Il
natore di Forza Italia eletto nel collegio senatore Asciutti ha comunque assicu-
di Perugia e vicepresidente della setti- rato il suo impegno per rafforzare il cir-
ma commissione che sta esaminando co, che ha
il decreto "anticirco". Intervenendo al- definito uno
l'Assemblea dell'Ente si è detto certo spettacolo
che in questa legislatura la proposta che ha anco-
animalista non diventerà legge, ra grande fa-
"Ne riparleremo nella prossima legisla- scino.
Più spazio
Si è svolto a Roma il 16 gennaio, presso
il circo di Moira Orfei, il convegno dal ti-
tolo "Circo e spettacolo popolare: origi-
ne e attualità". Organizzato dal Club
Amici del Circo in occasione del trenten-
nale della sua costituzione e ampiamen-
tè pubblicizzato su queste pagine. Ilcon-
vegno aveva lo scopo di allargare gli oriz-
zonti culturali del Cadec e di contribuire
alla diffusione dei tanti aspetti della sto-
ria dello spettacolo circense. Il tema del
convegno si inseriva nell'ambito del "Pro-
getto Arcipelago", attivato lo scorso anno
in seno all'Agis.
Diciamo subito che il convegno è da va-
lutarsi positivamente in merito ai conte-
nuti ed al numero dei partecipanti: circa
sessanta i soci del Cadec, nonché quasi
tutti i componenti della Commissione
ministeriale per le attività circensi ed al-
cuni rappresentanti dell'Associazione Ita-
liana Cultura e Sport, che ha contribuito
alla pubblicazione del volume su acro-
batica e atletica presentato nell'ambito
del convegno. Come da programma ha
iniziato i lavori il prof. Mario Verdone che
ha spiegato come lo spettacolo circense
possa senz'altro farsi derivare dalle for-
me più ancestrali di spettacolo, ponen-
dosi così a pieno titolo come il "primo"
fra gli spettacoli che la storia umana ri-
UN CONVEGNO CON NOMI DI PRESTIGIO, LA PRESENTAZIONE DI UNLIBRO, UN PREMIO A NOIRA E NOIRA JUNIOR. UN IWE^ RICCO PER ILRADUNO DEL TBENTENNALE.cordi. Numerosi sono gli esempi di com- corporea, facendo risaltare come in ori-
mistione fra circo, teatro e cinema come gine le due discipline abbiano trovato
dimostrano personaggi del calibro di molti punti e protagonisti comuni. Il dot-
Petrolini, Charlot, Stanlio ed Olito ed - tor Turco, responsabile del settore Sport
tri, dell'Aics ha tenuto una breve introduzio-
Raffaele De Ritis ha invece il|ystr_o ne sottolinean ^comel'Associazioneda
come molti elementi dellospettacolo pò- egli rapprese lata ha voluto curare la
polare siano ancora presenti nello spet- pubblicazione del to nell'ambito di un
tacolo circense di oggi. Egli ha giusta- progetto di sostegno culturale deilo sport,
mente sottotineato come il periodo attua- ed ha auspicato che i due settori poss'
le, al di là degli andamenti ricorrenti del no colìaborare in questa ricerca di pro-
mercato, vede il circo in una fase di mas- mozione culturale, viste le numerose af-
sima creatività e sviluppo. De Ritis ha finita da cui sono legati.
detto che ['apporto detlo spettacoto pò- 11 presidente Ettore Paladino ha quindi
polare continua tuttora ad essere uno chiuso i lavori confermando il prop^ito
stimolo importante per lo sviluppo dello di far divenire questo convegno un ap-
spettacolo circense, e come sia utile al puntamento annuale, ricordando come
di là di sterili discussioni e contrapppsi- nella discussione siano venuti fuori molti
zioni, che le varie tendenze si integrino aspetti che meritano un approfondimen-
e si stimolino a vicenda. to e che potranno costituire il tema dei
Ai due relatori è seguita la presentazio- prossimi convegni. In ultimo ha conse-
ne del libro Lo spettacolo del corpo: !a gnato ai due relatori a nome del Cadec
singolare storia di acrobatica ed atletica, due simpatici omaggi a ricordo della gior-
scritto a quattro mani da Alessandro Se- nata. Ma oltre al convegno svoltasi do-
rena ed Emilia Vita, che ripercorre la sto- menica 16 gennaio, c'è da dire che il
ria dell'acrobazia e dell'atletica, entram- Raduno ha visto anche la riunione del
be intese come forme di espressione Consiglio direttivo e l'assemblea del
Club. Nella sua relazione introduttiva il
presidente ha parlato dello spirito nuovo
che il Consiglio ha voluto dare all'attività
del Csdec e che ha voluto trovare nel-
l'organizzazione del convegno una sua
manifestazione tangibile. L'Assemblea
ha sostanzialmente approvato la linea del
Consiglio confermando anche la scelta
del periodo per il Raduno mediante ap-
posila votazione. L'Assemblea ha appro-
vato all'unanimità la delega al Consiglio
per l'approvazione dei bilanci relativi al-
l'attuale periodo in quanto, visto il cam-
biamento della data del raduno, essi ver-
ranno stilati sulla base dell'anno solare.
Al termine dell'Assemblea si è svolto un
Secolo rinfresco e poi tutti al circo di Mira
Orfei per assistere allo spe iacolo sera-
le. Al termine ancora un appuntamento,
una cena organizzata in un ristorante
nette vicinanze. Domenica mattina ritro-
vo al circo per assistere ai convegno, pri-
ma del quale alcuni soci hanno improv-
visato un cotorito mercatino degli scam-
bi. Al termine ricco pranzo n^ foyer del
circo, reso ancora più gradevole dal per-
fetto allestimento logistico del personale
del circo, che ha dato a tutti la possibilità
di consumare il pasto comodamente se-
duti. Durante il primo dei due affollatissi-
mi spettacoli pomeridiani il presidente
Paladino ha offerto dei simpatici omaggi
alle due vedettes del circo: la giovanissi'
ma Moira junior, che a soli sei anni di-
mostra già la stoffa della grande artista,
e la "padrona di casa" Moira Orfei. Arri-
vederci al prossimo anno.
Avventure teatrali
(e circensi) del '900Mario Verdone, uno dei relatori del
dibattito organizzato dal CADEC, ha di
recente dato alle stampe la sua ultima
pubblicazione: Avventure teatraii del
Novecento. D n percorso formato da scritti
dedicati agli argomenti più frequentati
dallo studioso nei suoi lunghi anni di
militanza accademica, Così sfilano
personaggi incontrati personalmente,
come Filippo Tommaso Marinetti eAnton
Giulio Bragaglia. Si tratta del futurismo
(argomento sul quale Verdone ha scritto
moltissimo), si affrontano dissacratori
come Francesco Cangiullo ed Ettore
Petrolini, si sosta su Pirandello. Ma
soprattutto, ispirato dalla recente
assegnazione del Premio Nobel a Dario
Fo, Verdone compie un excursus sullo
spettacolo popolare (circo, teatro d'ombre,
marionette e burattini) che interesserà di
sicuro i lettori di questa rivista. Parlando
del circo, lo studioso romano scrive come
nell'arena circense si possa vedere "la
madre di tutti gli spettacoli". L'autore
propone una breve introduzione già
pubblicata in precedenza, che a noi piace
riportare per esteso: "Prima ci furono
l'improvvisatore giocoso o il danzatore
rituale che si esibirono nella tribù: gli
spettatori si raccolsero intorno, in cerchio,
e nacque il circo. Le forme di esibizione
si moltiplicarono: si fecero corse e salti,
si domarono animali, si abbozzarono
pantomime e fantasie. E le corse furono
a piedi e a cavallo, all'aperto e poi in arene
circoscritte e ippodromi. Nacquero i circhiin muratura e Roma ebbe il suo Circus
Maximus che ospitò pompe, battaglie vere
e finte, giuochi atletici, cacce, gare di
cavalieri e di aurighi, parodie di sileni e di
satiri, balli armati e accompagnati da
musiche. Le forme di spettacolo
accrebbero e si basarono sugli esercizi
del corpo e della voce, sul ballo e sul
canto, sul magico e sul meraviglioso,
reclamando il concorso di poeti e musici,
di creatori di complessi apparecchi scenici
e di comici dell'Arte. Cercarono nuovi
luoghi di esibizione, anfiteatri e teatri, corti
di castello, sale di palazzo. Si ebbero
tornei e feste rinascimentali, balli equestri
e mascherate, commedie e tragedie,
opere e balletti, nuove attrazioni di piazza
- fino ai padiglioni delle meraviglie, ai
tunnels della morte, agli uomini-proiettili
- e cinematografi di fiera. Ed ogni forma
di spettacolo ebbe le proprie origini nel
circo e nei trattenimenti popolari.
Scrivendo la storia del circo si raccolgono
le fonti per la storia di tutto lo Spettacolo."
Una volta di più il Professor Mario Verdone
ha dimostrato di trattare del circo con
amore e competenza e soprattutto
inserendo lo studio di tale disciplina in un
contesto più ampio di quello della stampa
specialistica. Di Mario Verdonericorderemo che è stato Vice-Direttore del
Centro Sperimentale di Cinematografia eRedattore della rivista "Bianco e Nero",
fondatore dell'lstituto di Scienze dello
Spettacolo, della Musica e dellaComunicazione, nonché Professore
Emerito della Terza Università di Roma.
Il libro di Mario Verdone è edito
da Rubbettino e costa 30.000 lire.
a angiNON SI MCOBMNO MNNI PIÙ CRffl EDIfFUSI CAUSATI DAI MAITEUPO IN TERIiÌniRIO EUROPEO. DmmUNA DECINA DI CIBCNI. SOSPESO IL FESTIVAI DU DENfllN.Un vero e proprio tornado ha scosso piùdi mezza Europa immediatamente dopoNatale, l danni sono stati gravissimi do-vunque a causa di un vento fortissimo che
ha raggiunto in qualche caso anche i 200
km orari. Solo a Parigi, come è stato ripor-t8te ''"' """"'- - :30UtÌ ben 140. 000
alberi tra i boschi di Bologne e Vincen-nes. Figuriamod l'effetìo che una tempo-sta dei genere può aver provocato suglichapitaayx! Le imin; altij dei cfrcN d< Pari-
gi le abbiamo viste anche nei telegiomali,le Mwiàe ha frtolato "nessuno chapiteauha resistito"! La Petouss de Reudy cheospitava il Cit ;o di Arlette Gruss, if Cirquede Petti e Pinder d è apparsa in tutto il
suo dramma in una rifxesa aerea che par-lava da soia. Il Cirque de Pekin cte agiva
sotto un grande chapiteau e per il qualeera prevista una breve tournee francese è
riuscito a ripartire riparando nei palazzi del-
lo sport. Ben due gli chapteaux di Pinder
che sono andati distrutti: uno da 2000 po-sti e ralfro, utilizzato soprattutto per i Galaparigini, cte 5000 posti! Dopo soli 4 giorni,grazie ad una struttura aififata, gli ̂etta-coti sono ripresi, Brutta sorte anche per Ar-lette Gmss, come dicevamo. Le antenne
sono nnmte in piedi ed anche le gradina-tè nm hanno avuto gravi danni, ma to cha-
pftesu e tutte le. ifetedde sono state -nm-
pletamente distrutfe, Stessa sorte pe m-ponete impianto luci e quello audo. Mo
da rifare! E sicuramente un circo come
auesto, che ha uno spettacoto ricercato e
che dedica molta cura aU'atmosfera, ha
molte più difficoltà a rimettersi in carreg-giata anche se riuscirà a riaprire tra breve
tempo. Fortunatamente la tragedia è av-
venuta di prima mattina. In orario di swt-
tacolo avrebbe potuto assumere un aspet-to ben più dranmatico! L'Ariette Gfìjss, co-munque, il 26 e 27 sarebbe rimasto chiu-
so in al Mondial du Cir-
quede "sete questo cha-pìteauperil28-29-£,v.., .^,,,,,.
Festival purtroppo era gfà slittato anche io
scorso anno. Evidentemente questa XXi)
edeione non si ̂iesce proprio a fare. Gran-
^ sfortuna, quinefi, ̂ %r i) patron Domini-
que Mouclair e anche per tutti gii artisti.Ma la Ma dei circhi francesi volati è, pur-troppo, ancora molto funga. H?nno sjbitodanni gravissimi, irtfatti andìeAlexis Gruss
col suo Cirque Nationale, Diana Morena,Joseph Bouglione e il circo dei Martini Llata
di cui molti si ricorderanno. Se la Francia
e stata così colpita anche da Svizzera e
Germania sono arrivate brutte notizie. Vo-
lati infatti anche ('Alfredo Nock, i circhi di
Natale di Offemburg, Ulm e una serie di
chapiteaux che erano stati affittati a Mo-
naco di Baviera. Qualche danno anche nel
nostro paese ma, per fortuna, di entità mi-nore.