P r e s e n z a P a s t o r a l e i n O s p e d a l e
Dicembre 2012 Anno 1 n. 5
“Lo pose in una mangiatoia…” (Lc 2,7)
Questo gesto solenne con cui Maria, la Madre di Gesù, pone il suo bambino nella mangiatoia può essere per noi un modo perrichiamarci al senso vero del Natale.Gesù è deposto in un luogo dove trovavano nutrimento gli animali e quindi un luogo che ci appare per certi versi “squallido” per unbambino, e per giunta, un bambino così “sacro” ai nostri occhi.Eppure quel gesto apparentemente incomprensibile dice tutta la grandezza del messaggio dell’Incarnazione. Gesù viene deposto lìperché si farà per noi nutrimento, perché nutrendoci della sua esistenza noi capiamo cos’è la vita e quale è il suo valore.Inoltre quella “deposizione” nella mangiatoia rimanda alla “deposizione” dalla croce, quando Gesù viene deposto, avvolto con unlenzuolo e messo nel sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era statoancora posto (cfr Lc 23,53).Due gesti simili che esprimono il desiderio di Dio di donarci il suo unicoFiglio, lui che si farà pane (… la mangiatoia) e vino (… la croce)per la nostra vita spesso carica di sofferenza e di fatiche.È soprattutto a tutti i fratelli e le sorelle che soffrono in questoOspedale e in tutte le realtà del mondo, che giunge il mio augurio diun santo e fruttuoso Natale; perché chi vive la stagione della malattiapossa trovare in quel bambino deposto nella mangiatoia e poideposto dalla croce, quella speranza, quella consolazione, quellapace che solo lui, il Dio, bambino, uomo d’amore, uomo della croce,uomo della risurrezione riesce a dare alle nostre vite. Comunità CamillianaOspedale di B.go Trento P. Pierpaolo Valli
sulla VIA della VITA
Credere o non credere? Questo è il problema!Come ti chiami e quale ruolo svolgiall’interno dell’Ospedale di B.goTrento?Mi chiamo A. F., ho 43 anni, sono sposatoe ho un figlio. In Ospedale sono operatore socio sanitario.A., passando nel tuo reparto. Abbiamo talvolta avuto modo di scambiarciqualche idea sulla fede religiosa. Hoscoperto così che coltivi da diversianni l’interesse per argomenti filosoficoreligiosi. Siccome il Papa ha dedicato quest’anno pastorale alla fede,mi piacerebbe farti alcune domandeal riguardo. Per Cominciare, com’è lostato attuale della ricerca riguardo il"problema di Dio" e della "religione"in generale?Considerato l’esiguo spazio che abbiamo,devo enormemente semplificare la questione. Direi innanzitutto che in questequestioni si deve tener conto sia di quelloche sappiamo riguardo Dio e la religione,cioè il problema della conoscenza dellaverità (aspetto gnoseologico) sia di quelloche desideriamo, cioè il problema delsenso della vita o della realizzazione significativa dell'uomo (aspetto esistenziale).Sono due aspetti fondamentali dell'uomo,entrambi presenti, che però, per quantopossibile, devono essere valutati separatamente.
Consideriamo allora la questione dalpunto di vista gnoseologico.Possono darsi tre posizioni principali riguardo la possibilità di affrontare il problema di Dio e della religione.Si possono ritenere più plausibili razio
nalmente l'esistenza di Dio e la verità diuna qualche religione rivelata (peresempio del Cristianesimo); in altri termini, si può ritenere di avere dei buoni motivi per considerare ragionevoli taliprospettive. A questa prospettiva teoreticasegue normalmente la posizione esistenziale del credente in Dio.
All'opposto, si possono ritenere piùplausibili razionalmente l'inesistenza diDio e l’infondatezza delle religioni rivelate; in altri termini si può ritenere di avere dei buoni motivi per considerareragionevoli queste altre prospettive. Aquesta prospettiva teoretica seguenormalmente la posizione esistenzialedell'ateo.Infine, si può ritenere che non sia possibile stabilire la maggiore o minore plausibilità dell'esistenza o inesistenza di Dio edella verità o infondatezza di qualche religione; in altri termini, si possono considerare tali questioni indecidibilirazionalmente, perché ci sarebbero tanteargomentazioni a favore quante contrarie.A questa posizione teorica segue a pag.2
Giovedì20 dic 2012
Visita nataliziadel Vescovo
all’ospedale diB.go Trento
Presso piazza del cannetodel Polo Confortini
alle ore 15:00
Ci sarà , la celebrazione della S. Messa di Natale, presieduta da Mons.Giuseppe Zenti, proposta a tutti coloro che, per salute o professione,sono presenti in Ospedale.È l’occasione per ascoltare la paroladel pastore della diocesi in questoanno in cui i cristiani sono chiamatia ritrovare le radici della propria fede. La liturgia sarà animata dal cantodel coretto dell’ospedale.Dopo la liturgia mons. Zenti farà unavisita particolare al reparto di Ortopedia.
TestimonianzaMi chiamo Maria Rosa Solimani, ho 49anni, abito nella città di Alessandria,sposata e un figlio maggiorenne. Circa15 anni fa, ricoverata nell’ospedale diAlessandria, fui avvicinata dalcappellano, un frate cappuccino. A queltempo ero una cattolica piuttosto fredda,come si suol dire “una cristiana nonpraticante”: il Signore e la praticareligiosa erano l’ultimo dei miei pensieri.Ma la misericordia di nostro Signore nonsegue certamente le vie dell'uomo e orapenso che stava solo aspettando cheaprissi gli occhi e che mi accorgessi cheLui era lì vicino a me.Quel cappellano mi invitò ad uncammino di conversione, e quando fu iltempo incominciai la mia attività divolontariato come operatore pastoralenel medesimo ospedale. Ero la prima,poi pian piano se ne aggiunsero altre. Fulo stesso Cappuccino a prepararci perquesto servizio, ma col tempo cirendemmo conto che il gruppo che sistava formando aveva bisogno di unapreparazione più approfondita, e cosìinvitammo il camilliano padre AngeloBrusco a tenere degli incontri diformazione.Tre anni fa il Vescovo, riconoscendol'importanza e il lavoro del gruppo divolontari pastorali che si era formato, cidiede il “mandato” di cappellania inmodo solenne, invitando alla cerimonia idirigenti dell’Ospedale; in quantodecana, venni eletta Presidente delgruppo. Siccome per quel compitoavvertivo il bisogno di più formazione,presi la decisione di seguire al completol’iter formativo offerto nel CentroCamilliano di Formazione di Verona, checomprendeva anche periodi di praticaclinica supervisionata presso i repartidell’ospedale di Borgo Trento.Devo dire che in questa struttura misono sempre sentita, fin dal primo anno,a mio agio.La cappellania dell'ospedale,la quale comprende padri e collaboratorilaici, mi ha accolto in un ambiente dicollaborazione e di armonia e nei repartidove ho operato – prima Ortopedia epoi Nefrologia ho soprattutto notato lagentilezza e la disponibilità delpersonale infermieristico e dellacaposala.Approfitto di questa opportunità perringraziare sia i cappellani dell’ospedaledi Borgo Trento, sia padre AngeloBrusco, per la pazienza e disponibilitàche dimostra nel seguire il nostrogruppo di cappellania ospedaliera.
continua dalla prima Credere o ...
dell'agnosticismo possono seguire due posizioni esistenziali diverse tra loro: una,aperta nei confronti della fede religiosa, incui la persona, pur consapevole della incapacità della ragione di appoggiare la propria fede, spera o confida che Dio esista;l'altra, chiusa alla fede, in cui la persona,pur consapevole dell'incapacità della ragione di sostenere la sua incredulità, siconvince che Dio non esista.Insomma una questione un po’ intricata! Hai solo accennato all’aspettoesistenziale. Che altro puoi dire al riguardo?Direi che il credente oltre alla suaconvinzione teoretica della plausibilità (oalmeno possibilità) della prospettiva teistica della vita è colui che cerca una dimensione "verticale" della vita, un piùampio contesto significativo della sua esistenza. Non vuole soffocare la sua aspirazione ad una felicità e pienezza definitive.È colui che spera giungano a compimentoquei "momenti" di senso e felicità che costruisce e sperimenta già nella sua vita, come l'amore, la bellezza, la pace, e confidache non abbiano l'ultima parola l'ingiustizia, l'odio, il dolore, e soprattutto, lamorte. Insomma, il credente spera in unsenso ultimo positivo del tutto, che naturalmente, visti i limiti della vita umana,può eventualmente darsi solo in una dimensione trascendente. Si potrebbe direche segue la “logica dell'investimento”.Il non credente, invece oltre alla suaconvinzione teoretica della plausibilità (oalmeno possibilità) della prospettiva ateistica della vita è colui cui basta la dimensione "orizzontale" della vita, che siconcentra su quello che può fare dentro lasua esistenza, che s’impegna del tutto pergodere e plasmare quel che la vita qui puòdonargli, con tutti i suoi aspetti crudeli estupendi. Si accontenta della sua dimensione finita, si prende tutta la responsabilitàdi dare un senso alla sua vita dando sensoalle piccole cose, una per una; non credeche per vivere pienamente sia necessariodurare eternamente, né che la felicità,l'amore o il pensiero perdano valoreperché finiscono. Si potrebbe dire che segue la “logica della moderazione”.Ma oltre alle divergenze, ci sonoanche aspetti comuni tra credenti enon credenti?Certo. Nessuno può dire di essere in possesso della verità assoluta sull'uomo e sulproblema di Dio. Non ci sono per nessunoprove o dimostrazioni. Religiosità e ateismo sono entrambi indimostrabili einconfutabili. Visto che altri uomini comenoi colti, intelligenti e in buona fede come noi la pensano diversamente o addirittura all'opposto di noi, dovremmopersuaderci che, malgrado le nostreconvinzioni, potremmo alla fine sbagliarci.
È quindi probabilmente vero, per stessaammissione di alcuni rappresentanti autorevoli del pensiero credente e non credente, che ogni uomo che rifletteconsapevolmente su questi temi, portadentro sé entrambe le posizioni, religiosee non religiose, sopradescritte.E quindi?Ognuno vivrebbe, in diversi momenti dellasua esistenza, la fede, il dubbio e l'incredulità. È stato detto che il credente pensoso potrebbe essere considerato un ateo che ognigiorno si sforza di cominciare a credere,che deve rinnovare continuamente il suoatto di fede, di fiducia, nell'esistenza diDio. Perché credere non è possesso, o garanzia o sicurezza umane, bensì abbandono e rischio. Perché anche il credente sache, dopotutto, "forse è proprio vero cheDio non esiste". E, d'altra parte, è stato anche detto che ilnon credente pensoso potrebbe essereconsiderato un credente che si sforza dinon credere, che deve rinnovare, talvolta ocostantemente, la sua incredulità contro ildubbio o la fede. Perché anche l'incredulità non si appoggia su una certezza assoluta. Perché anche il non credente sa che,dopotutto, "forse è proprio vero che Dioesiste". Per tutti sarebbero presenti, poco o tanto,la lotta e la ricerca: la lotta del credentecontro il dubbio e l'incredulità, e la lottadel non credente contro il dubbio e la credenza; la ricerca di entrambi per amoredella verità, per avere nuove conferme alleproprie posizioni o per rivalutarle. Ancoraper entrambi, la consapevolezza del rischio, piuttosto che una pace e una sicurezza incrollabile e stabile, acquisita unavolta per tutte.Al riguardo ci possono illuminare un paiodi citazioni. La prima è di uno scrittoreagnostico francese, che riferendosi all'esistenza di Dio e alla vita eterna, ha detto:“Non so nulla, mi è difficile credere, sperotutto”. L’altra è del teologo e vescovo Bruno Forte: “Dio non ci chiederà se l’abbiamo trovato, ma se l’abbiamo cercato”.Insomma, credenti e non, siamo un po’tutti sulla stessa barca.Direi proprio di sì. Pertanto il rispetto, latolleranza, il dialogo con chi la pensa diversamente da noi dovrebbero essereatteggiamenti doverosi, normali e non giàstraordinari o meritevoli. Anche perché cipossiamo avvicinare alla verità solo colcontributo di tutti, nel cammino e nelconfronto con l’altro. Come diceva qualcuno: “Non mi interessa convincere di erroreil mio interlocutore, quanto unirmi a lui inuna verità più alta”.
NOTIZIE VARIE:L’esperienza del lutto illuminata dalla Parola di DioDa alcuni anni hanno luogo regolarmente i corsi – autunnale e primaverile – di mutuo aiuto perpersone in lutto. Anche quest’autunno ne è partito uno. Quest’anno però è avviata ancheun’altra iniziative per persone che rielaborano il lutto, stavolta con una prospettiva chiaramentespirituale/liturgica. Si tratta di un incontro di lectio guidata che, a partire da un brano evangelico,arriva alla interiorizzazione della Parola, alla meditazione ed alla contemplazione. Si tratta ditrarre luce e consolazione anche dalla luce della fede. Il calendario degli incontri, sempre nellachiesa S. Camillo (adiacente l’alloggio dei cappellani) alle ore 20:30, è il seguente: 26 ottobre, 23novembre e 28 dicembre 2012; 25 gennaio, 22 febbraio, 22 marzo, 26 aprile e 24 maggio 2013.
Convegno di Assisi e corso di eserciziL’Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria (A.I.Pa.S.) ha celebrato ad Assisi, dal 15 al 18 ottobrescorsi, il suo annuale convegno nazionale dal tema: “Testimoni delle fede nella pastorale dellasalute”. Le quattro giornate dei lavori erano siglate da altrettanti professioni di fede che sonoanche delle forme di lode e di preghiera rivolte al Dio Padre di Gesù Cristo: “Tu sei bellezza”, “Tusei Salvezza”, “Tu sei Misericordia”, “Tu sei speranza”. Dal 18 al 22 febbraio 2013, inoltre, l’AIPASorganizza a Varazze (SV ) un corso di esercizi spirituali dal tema “I luoghi della compassione”. Talieventi formativi dell’AIPAS non sono esclusive per gli addetti ai lavori (i cappellani) e sono apertia tutti coloro che sono interessati a corroborare la propria professione sanitaria con lemotivazioni cristiane.Chi fosse interessato, contatti Fra Angelo De Padova cell. 328.2420044 [email protected]
Il nostro volontario pastorale Fabio Mazzi è accolitoAffiancando il ministero del cappellano, alcuni laici fanno un servizio di volontariato visitando unpaio di volte la settimana i degenti di un reparto loro assegnato. Fra costoro avrete avuto mododi notare un signore sulla cinquantina bendisposto dagli occhi azzurri e dal sorriso bonario. Sichiama Fabio Mazzi, come lavoro conduce il treno, come vocazione è felicemente marito e padredi due splendide ragazze, come “speciale vocazione” sta portando a conclusione il percorso peraccedere al Diaconato permanente.Domenica 2 dicembre è stato istituito nel ministero minore dell’accolitato nella Chiesaparrocchiale di Sona dove risiede. I nostri affettuosi auguri per lui, che a maggio potrà coronareil suo sogno.
Il coretto di Borgo Trento è aperto a tutti. Venite!Si sta di anno in anno consolidando il coretto che anima le celebrazioni liturgiche più ufficiali delnostro Ospedale. L’ampia “piazza canneto” che sta al centro del Polo Confortini ha permesso diavere una cornice di prim’ordine per questi momenti che generalmente raccolgono una riccapartecipazione di rappresentanti di ogni di ogni settore e di ogni categoria professionale delnosocomio. Una solenne cerimonia richiede anche un’adeguata animazione liturgica. Per questoè due volte benvenuta quest’iniziativa del coretto, nata in modo spontaneo e per una sorta dipassa parola. Il coretto unisce l’umiltà alla serietà: esegue canti che sono alla sua portata e perquesto si ritrova circa tre volte nelle prove nelle settimane imminenti all’impegno. Maestra dicanto nonché organista è Daniela, coordinatrice Marina (int. 2219 )… A loro si possonorivolgere coloro che fossero interessati ad impinguare l’organico. Non occorre essere grandiesperti, basta la buona volontà. E la voglia di lodare il Signore.
La “peregrinatio” di San Zeno al nostro OspedalePeregrinazione delle reliquie del Patrono San Zeno. Inoccasione dell’Anno delle Fede indetto dal Papa la chiesaveronese ha inteso con questo evento dare particolarerisalto al credo. La visita al nostro Ospedale è l’ultimadell’anno 2012. Si è iniziato col rito dell’accoglienza alle15:00 guidato da P. Gavotti, poi religioso silenzio e visitadei fedeli all’urna. Alle 16:00 la S. Messa votiva presiedutada don Roberto Vesentini, concelebranti i cappellani(assente il Superiore per pregressi impegni) e col cantodel coretto dell’Ospedale (una decina). Alle 17:45 il rito dicommiato con la presenza di alcuni fedeli e la partenza alleore 18:00. Il direttore Generale è stato presente fino quasialla fine della permanenza rendendo onore al Santo edicendo anche un breve pensiero al termine della Messa.Don Vesentini con forza ha annunciato il Dio di GesùCristo, che non è quello della punizione, quello deifilosofi, quello che manda i castighi, quello insomma chesuscita la reazione dell’ateismo. Il Dio Padremisericordioso che sta accanto ad ogni singolo malato nelsuo letto di dolore, colui che possiamo invocare la seraprima di metterci a dormire e che non ci fa mai sentire solima ci dà un immenso coraggio.
sulla VIA della VITAPeriodico del Servizio Religioso presentenell’Ospedale di B.go Trento, Verona.Il bollettino viene distribuito in cartaceo ein digitale sul sito AziendaleOspedale Civile MaggioreB.go Trento VeronaTelefono: 045.812.2110email: [email protected] ONLINEhttp://issuu.com/sullaviadellavita
Orario SS. MesseBorgo TrentoChiesa centraleFeriale 7.15 15.30Prefest. 16.15Festiva 11.00
GeriatricoFeriale 7.15Festiva 10.30
MaternitàFestiva 10.15
Polo Confortini(Festive)Cappella 17.00Cardiologia, (3° p. Azzurro) 9.30Chirurgia, (5° p. Arancione) 11.00
Borgo RomaFeriale 17.00Prefest. 17.00Festiva 10.30 17.00
Ci h@nno scritto… ci h@nno chiesto…
Il camilliano,prete o medico?
Incontrando nei reparti molte persone,spesso ci sentiamo rivolgere questadomanda: “Ma a voi Camilliani, chelavorate a servizio dei malati, fannostudiare anche Medicina?”Questa bella domanda, che dice un certointeresse per il nostro carisma camilliano,ci fornisce l’occasione per precisare che ilnostro Ordine è a servizio di tutta lapersona, nel corpo e nello spirito. Esso ècomposto da Fratelli e da Padri; i primiaccanto alla formazione teologica sipreparano con corsi specifici comeinfermieri, medici, fisioterapisti, operatorisanitari, tecnici di laboratorio, mentre isacerdoti compiono studi teologici especialistici nei vari ambiti della teologia,specialmente nel campo della pastoraledella salute e della relazione di aiuto.Specialmente nelle nostre missioni, alcuninostri padri sono anche laureati in scienzeinfermieristiche o in medicina, e sispecializzano a seconda delle emergenzesanitarie del loro territorio. Un esempio?Visitate il sito www.camilliani.it, dove sullaHome page è inserito il nostro videointervista a padre Paul Ouedraogo, che aluglio si è specializzato in Pediatriaall’Ospedale di Brescia ed è rientrato inBurkina Faso per dirigere un Ospedale.Buona visione!
Invito alla collaborazioneChi vuole, può collaborare inviando ilproprio contributo per il giornalino:testo, immagini, domande, segnalazioni,..., alla mail:[email protected] contattando i cappellani.Grati per quanto vorrete donare aquesta causa, con stima ed amicizia.La Redazione
http: / / i s suu.com/sul lav iadel lav i ta
I cappellani della diocesi e l’andamento della Sanità.L’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute, diretto da don Roberto Vesentini, il 5 dicembrescorso ha organizzato al Centro Mons. Carraro per gli operatori pastorali della salute e per laConsulta di pastorale della salute un incontro di confronto sulle prospettive e le problematicheche attraversano il mondo della Sanità italiano in generale e veronese in particolare. Invitati aparlare vari esponenti apicali delle nostre aziende ospedaliere e territoriali, non esclusi il nostroDirettore Generale Sandro Caffi ed il Presidente dell’Ospedale di Negrar, fratel Mario Bonora, cheè anche presidente dell’Aris (Associazione Religiosa Istituti SocioSanitari). Era presente anche ilVescovo. Fra i temi più caldi emersi si segnalano: a) il ripensamento del rapportomedico/paziente postula il recupero dell’anamnesi come “narrazione del paziente”, l’integrazionedi tecnologia con umanizzazione, il rilancio di un ponte con la persona e la comunità; b) lasostenibilità del sistema sanitario richiede responsabilità a tutti i livelli, revisione di stili di vita,riorganizzazione della medicina di base, valorizzazione della componente professionale,ridistribuzione delle risorse con tagli agli sprechi ed attenzione alle fasce deboli (rivisitazione deiLEA); una parola è stata spesa anche sul rapporto pubblico/privato che deve restare nell’alveodell’equità e del rispetto della sussidiarietà. Al riguardo moms Zenti vuole mettere i puntini sullei: in realtà “va purificato lo stesso linguaggio, perché tutto è pubblico, anche quello che noichiamiamo – etimologicamente sbagliando – privato. Se distinzione si dà, è fra “realtà pubblichegestite dallo direttamente Stato” e “realtà pubbliche gestite dal sociale”.
Adesso è diventato proibitomettere l’asino e il buenella grotta di Betlemme?
Qualcuno se lo domanda perché nel suoultimo libro sull’infanzia di Gesù, pare cheil papa Benedetto XVI abbia fatto cennoalla non sostenibilità storica della presenzadi tali animali domestici accanto alBambino Gesù, come al contrario sicontempla in ogni presepe che si dica tale.Chi risponde non ho ancora letto queltesto, ma non ha alcuna remora a dire chetale dichiarazione non deve affatto faremeraviglia. Molte delle credenze popolaricristiane più che sul testo evangelicoaffondano le radici sulla tradizione, laquale a sua volta può essere molto datatanel tempo (per esempio derivante daivangeli apocrifi) e altre volte più recente(per esempio dovuta all’iconografia).Nel caso dei presepi, poi, molti elementisono dovuti allo specifico genererappresentativo nato solo con Francescod’Assisi. Il popolino si sbizzarrisce, si sa. Seandiamo a Napoli, per esempio, ogni annoci sono nuove sorprendenti presenzeall’insegna dell’attualità. Sono scaltri inapoletani! Hanno capito da tempo, loro,che si può benissimo sostituire quelle duelodevoli bestie l’asino e il bue con altrilodevoli individui del nostro panorama vipitaliano.Pertanto, resta tranquillo amico delpresepe. Gesù Bambino ha sempre accoltotutti e lo farà ancora: puoi mettergliaccanto tutti quelli che vuoi… asini e buoidei paesi tuoi.