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Presenza Pastorale in Ospedale Dicembre 2012 Anno 1 n. 5 “Lo pose in una mangiatoia…” (Lc 2,7) Questo gesto solenne con cui Maria, la Madre di Gesù, pone il suo bambino nella mangiatoia può essere per noi un modo per richiamarci al senso vero del Natale. Gesù è deposto in un luogo dove trovavano nutrimento gli animali e quindi un luogo che ci appare per certi versi “squallido” per un bambino, e per giunta, un bambino così “sacro” ai nostri occhi. Eppure quel gesto apparentemente incomprensibile dice tutta la grandezza del messaggio dell’Incarnazione. Gesù viene deposto lì perché si farà per noi nutrimento, perché nutrendoci della sua esistenza noi capiamo cos’è la vita e quale è il suo valore. Inoltre quella “deposizione” nella mangiatoia rimanda alla “deposizione” dalla croce, quando Gesù viene deposto, avvolto con un lenzuolo e messo nel sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora posto (cfr Lc 23,53). Due gesti simili che esprimono il desiderio di Dio di donarci il suo unico Figlio, lui che si farà pane (… la mangiatoia) e vino (… la croce) per la nostra vita spesso carica di sofferenza e di fatiche. È soprattutto a tutti i fratelli e le sorelle che soffrono in questo Ospedale e in tutte le realtà del mondo, che giunge il mio augurio di un santo e fruttuoso Natale; perché chi vive la stagione della malattia possa trovare in quel bambino deposto nella mangiatoia e poi deposto dalla croce, quella speranza, quella consolazione, quella pace che solo lui, il Dio, bambino, uomo d’amore, uomo della croce, uomo della risurrezione riesce a dare alle nostre vite. Comunità Camilliana Ospedale di B.go Trento P. Pierpaolo Valli sulla VIA della VITA Credere o non credere? Questo è il problema! Come ti chiami e quale ruolo svolgi all’interno dell’Ospedale di B.go Trento? Mi chiamo A. F., ho 43 anni, sono sposato e ho un figlio. In Ospedale sono operato re socio sanitario. A., passando nel tuo reparto. Abbia mo talvolta avuto modo di scambiarci qualche idea sulla fede religiosa. Ho scoperto così che coltivi da diversi anni l’interesse per argomenti filoso ficoreligiosi. Siccome il Papa ha de dicato quest’anno pastorale alla fede, mi piacerebbe farti alcune domande al riguardo. Per Cominciare, com’è lo stato attuale della ricerca riguardo il "problema di Dio" e della "religione" in generale? Considerato l’esiguo spazio che abbiamo, devo enormemente semplificare la que stione. Direi innanzitutto che in queste questioni si deve tener conto sia di quello che sappiamo riguardo Dio e la religione, cioè il problema della conoscenza della verità (aspetto gnoseologico) sia di quello che desideriamo, cioè il problema del senso della vita o della realizzazione signi ficativa dell'uomo (aspetto esistenziale). Sono due aspetti fondamentali dell'uomo, entrambi presenti, che però, per quanto possibile, devono essere valutati separata mente. Consideriamo allora la questione dal punto di vista gnoseologico. Possono darsi tre posizioni principali ri guardo la possibilità di affrontare il pro blema di Dio e della religione. Si possono ritenere più plausibili razio nalmente l'esistenza di Dio e la verità di una qualche religione rivelata (per esempio del Cristianesimo); in altri termi ni, si può ritenere di avere dei buoni mo tivi per considerare ragionevoli tali prospettive. A questa prospettiva teoretica segue normalmente la posizione esi stenziale del credente in Dio. All'opposto, si possono ritenere più plausibili razionalmente l'inesistenza di Dio e l’infondatezza delle religioni rive late; in altri termini si può ritenere di ave re dei buoni motivi per considerare ragionevoli queste altre prospettive. A questa prospettiva teoretica segue normalmente la posizione esistenziale dell'ateo. Infine, si può ritenere che non sia possibi le stabilire la maggiore o minore plausibi lità dell'esistenza o inesistenza di Dio e della verità o infondatezza di qualche reli gione; in altri termini, si possono conside rare tali questioni indecidibili razionalmente, perché ci sarebbero tante argomentazioni a favore quante contrarie. A questa posizione teorica segue a pag.2 Giovedì 20 dic 2012 Visita natalizia del Vescovo all’ospedale di B.go Trento Presso piazza del canneto del Polo Confortini alle ore 15:00 Ci sarà , la celebrazione della S. Mes sa di Natale, presieduta da Mons. Giuseppe Zenti, proposta a tutti co loro che, per salute o professione, sono presenti in Ospedale. È l’occasione per ascoltare la parola del pastore della diocesi in questo anno in cui i cristiani sono chiamati a ritrovare le radici della propria fe de. La liturgia sarà animata dal canto del coretto dell’ospedale. Dopo la liturgia mons. Zenti farà una visita particolare al reparto di Orto pedia.

Dicembre2012 Anno1n.5 sulla VIA della VITA · struisce e sperimenta già nella sua vita, co me l'amore, la bellezza, la pace, e confida che non abbiano l'ultima parola l'ingiusti

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P r e s e n z a P a s t o r a l e i n O s p e d a l e

Dicembre 2012 Anno 1 ­ n. 5

“Lo pose in una mangiatoia…” (Lc 2,7)

Questo gesto solenne con cui Maria, la Madre di Gesù, pone il suo bambino nella mangiatoia può essere per noi un modo perrichiamarci al senso vero del Natale.Gesù è deposto in un luogo dove trovavano nutrimento gli animali e quindi un luogo che ci appare per certi versi “squallido” per unbambino, e per giunta, un bambino così “sacro” ai nostri occhi.Eppure quel gesto apparentemente incomprensibile dice tutta la grandezza del messaggio dell’Incarnazione. Gesù viene deposto lìperché si farà per noi nutrimento, perché nutrendoci della sua esistenza noi capiamo cos’è la vita e quale è il suo valore.Inoltre quella “deposizione” nella mangiatoia rimanda alla “deposizione” dalla croce, quando Gesù viene deposto, avvolto con unlenzuolo e messo nel sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era statoancora posto (cfr Lc 23,53).Due gesti simili che esprimono il desiderio di Dio di donarci il suo unicoFiglio, lui che si farà pane (… la mangiatoia) e vino (… la croce)per la nostra vita spesso carica di sofferenza e di fatiche.È soprattutto a tutti i fratelli e le sorelle che soffrono in questoOspedale e in tutte le realtà del mondo, che giunge il mio augurio diun santo e fruttuoso Natale; perché chi vive la stagione della malattiapossa trovare in quel bambino deposto nella mangiatoia e poideposto dalla croce, quella speranza, quella consolazione, quellapace che solo lui, il Dio, bambino, uomo d’amore, uomo della croce,uomo della risurrezione riesce a dare alle nostre vite. Comunità CamillianaOspedale di B.go Trento ­ P. Pierpaolo Valli

sulla VIA della VITA

Credere o non credere? Questo è il problema!Come ti chiami e quale ruolo svolgiall’interno dell’Ospedale di B.goTrento?Mi chiamo A. F., ho 43 anni, sono sposatoe ho un figlio. In Ospedale sono operato­re socio sanitario.A., passando nel tuo reparto. Abbia­mo talvolta avuto modo di scambiarciqualche idea sulla fede religiosa. Hoscoperto così che coltivi da diversianni l’interesse per argomenti filoso­fico­religiosi. Siccome il Papa ha de­dicato quest’anno pastorale alla fede,mi piacerebbe farti alcune domandeal riguardo. Per Cominciare, com’è lostato attuale della ricerca riguardo il"problema di Dio" e della "religione"in generale?Considerato l’esiguo spazio che abbiamo,devo enormemente semplificare la que­stione. Direi innanzitutto che in questequestioni si deve tener conto sia di quelloche sappiamo riguardo Dio e la religione,cioè il problema della conoscenza dellaverità (aspetto gnoseologico) sia di quelloche desideriamo, cioè il problema delsenso della vita o della realizzazione signi­ficativa dell'uomo (aspetto esistenziale).Sono due aspetti fondamentali dell'uomo,entrambi presenti, che però, per quantopossibile, devono essere valutati separata­mente.

Consideriamo allora la questione dalpunto di vista gnoseologico.Possono darsi tre posizioni principali ri­guardo la possibilità di affrontare il pro­blema di Dio e della religione.Si possono ritenere più plausibili razio­

nalmente l'esistenza di Dio e la verità diuna qualche religione rivelata (peresempio del Cristianesimo); in altri termi­ni, si può ritenere di avere dei buoni mo­tivi per considerare ragionevoli taliprospettive. A questa prospettiva teoreticasegue normalmente la posizione esi­stenziale del credente in Dio.

All'opposto, si possono ritenere piùplausibili razionalmente l'inesistenza diDio e l’infondatezza delle religioni rive­late; in altri termini si può ritenere di ave­re dei buoni motivi per considerareragionevoli queste altre prospettive. Aquesta prospettiva teoretica seguenormalmente la posizione esistenzialedell'ateo.Infine, si può ritenere che non sia possibi­le stabilire la maggiore o minore plausibi­lità dell'esistenza o inesistenza di Dio edella verità o infondatezza di qualche reli­gione; in altri termini, si possono conside­rare tali questioni indecidibilirazionalmente, perché ci sarebbero tanteargomentazioni a favore quante contrarie.A questa posizione teorica segue a pag.2

Giovedì20 dic 2012

Visita nataliziadel Vescovo

all’ospedale diB.go Trento

Presso piazza del cannetodel Polo Confortini

alle ore 15:00

Ci sarà , la celebrazione della S. Mes­sa di Natale, presieduta da Mons.Giuseppe Zenti, proposta a tutti co­loro che, per salute o professione,sono presenti in Ospedale.È l’occasione per ascoltare la paroladel pastore della diocesi in questoanno in cui i cristiani sono chiamatia ritrovare le radici della propria fe­de. La liturgia sarà animata dal cantodel coretto dell’ospedale.Dopo la liturgia mons. Zenti farà unavisita particolare al reparto di Orto­pedia.

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TestimonianzaMi chiamo Maria Rosa Solimani, ho 49anni, abito nella città di Alessandria,sposata e un figlio maggiorenne. Circa15 anni fa, ricoverata nell’ospedale diAlessandria, fui avvicinata dalcappellano, un frate cappuccino. A queltempo ero una cattolica piuttosto fredda,come si suol dire “una cristiana nonpraticante”: il Signore e la praticareligiosa erano l’ultimo dei miei pensieri.Ma la misericordia di nostro Signore nonsegue certamente le vie dell'uomo e orapenso che stava solo aspettando cheaprissi gli occhi e che mi accorgessi cheLui era lì vicino a me.Quel cappellano mi invitò ad uncammino di conversione, e quando fu iltempo incominciai la mia attività divolontariato come operatore pastoralenel medesimo ospedale. Ero la prima,poi pian piano se ne aggiunsero altre. Fulo stesso Cappuccino a prepararci perquesto servizio, ma col tempo cirendemmo conto che il gruppo che sistava formando aveva bisogno di unapreparazione più approfondita, e cosìinvitammo il camilliano padre AngeloBrusco a tenere degli incontri diformazione.Tre anni fa il Vescovo, riconoscendol'importanza e il lavoro del gruppo divolontari pastorali che si era formato, cidiede il “mandato” di cappellania inmodo solenne, invitando alla cerimonia idirigenti dell’Ospedale; in quantodecana, venni eletta Presidente delgruppo. Siccome per quel compitoavvertivo il bisogno di più formazione,presi la decisione di seguire al completol’iter formativo offerto nel CentroCamilliano di Formazione di Verona, checomprendeva anche periodi di praticaclinica supervisionata presso i repartidell’ospedale di Borgo Trento.Devo dire che in questa struttura misono sempre sentita, fin dal primo anno,a mio agio.La cappellania dell'ospedale,la quale comprende padri e collaboratorilaici, mi ha accolto in un ambiente dicollaborazione e di armonia e nei repartidove ho operato – prima Ortopedia epoi Nefrologia ­ ho soprattutto notato lagentilezza e la disponibilità delpersonale infermieristico e dellacaposala.Approfitto di questa opportunità perringraziare sia i cappellani dell’ospedaledi Borgo Trento, sia padre AngeloBrusco, per la pazienza e disponibilitàche dimostra nel seguire il nostrogruppo di cappellania ospedaliera.

continua dalla prima ­ Credere o ...

dell'agnosticismo possono seguire due po­sizioni esistenziali diverse tra loro: una,aperta nei confronti della fede religiosa, incui la persona, pur consapevole della inca­pacità della ragione di appoggiare la pro­pria fede, spera o confida che Dio esista;l'altra, chiusa alla fede, in cui la persona,pur consapevole dell'incapacità della ragio­ne di sostenere la sua incredulità, siconvince che Dio non esista.Insomma una questione un po’ intri­cata! Hai solo accennato all’aspettoesistenziale. Che altro puoi dire al ri­guardo?Direi che il credente ­ oltre alla suaconvinzione teoretica della plausibilità (oalmeno possibilità) della prospettiva teisti­ca della vita ­ è colui che cerca una di­mensione "verticale" della vita, un piùampio contesto significativo della sua esi­stenza. Non vuole soffocare la sua aspira­zione ad una felicità e pienezza definitive.È colui che spera giungano a compimentoquei "momenti" di senso e felicità che co­struisce e sperimenta già nella sua vita, co­me l'amore, la bellezza, la pace, e confidache non abbiano l'ultima parola l'ingiusti­zia, l'odio, il dolore, e soprattutto, lamorte. Insomma, il credente spera in unsenso ultimo positivo del tutto, che natu­ralmente, visti i limiti della vita umana,può eventualmente darsi solo in una di­mensione trascendente. Si potrebbe direche segue la “logica dell'investimento”.Il non credente, invece ­ oltre alla suaconvinzione teoretica della plausibilità (oalmeno possibilità) della prospettiva atei­stica della vita ­ è colui cui basta la di­mensione "orizzontale" della vita, che siconcentra su quello che può fare dentro lasua esistenza, che s’impegna del tutto pergodere e plasmare quel che la vita qui puòdonargli, con tutti i suoi aspetti crudeli estupendi. Si accontenta della sua dimensio­ne finita, si prende tutta la responsabilitàdi dare un senso alla sua vita dando sensoalle piccole cose, una per una; non credeche per vivere pienamente sia necessariodurare eternamente, né che la felicità,l'amore o il pensiero perdano valoreperché finiscono. Si potrebbe dire che se­gue la “logica della moderazione”.Ma oltre alle divergenze, ci sonoanche aspetti comuni tra credenti enon credenti?Certo. Nessuno può dire di essere in pos­sesso della verità assoluta sull'uomo e sulproblema di Dio. Non ci sono per nessunoprove o dimostrazioni. Religiosità e atei­smo sono entrambi indimostrabili einconfutabili. Visto che altri uomini comenoi ­ colti, intelligenti e in buona fede co­me noi ­ la pensano diversamente o addi­rittura all'opposto di noi, dovremmopersuaderci che, malgrado le nostreconvinzioni, potremmo alla fine sbagliarci.

È quindi probabilmente vero, per stessaammissione di alcuni rappresentanti auto­revoli del pensiero credente e non cre­dente, che ogni uomo che rifletteconsapevolmente su questi temi, portadentro sé entrambe le posizioni, religiosee non religiose, sopradescritte.E quindi?Ognuno vivrebbe, in diversi momenti dellasua esistenza, la fede, il dubbio e l'incredu­lità.­ È stato detto che il credente pensoso po­trebbe essere considerato un ateo che ognigiorno si sforza di cominciare a credere,che deve rinnovare continuamente il suoatto di fede, di fiducia, nell'esistenza diDio. Perché credere non è possesso, o ga­ranzia o sicurezza umane, bensì abbando­no e rischio. Perché anche il credente sache, dopotutto, "forse è proprio vero cheDio non esiste".­ E, d'altra parte, è stato anche detto che ilnon credente pensoso potrebbe essereconsiderato un credente che si sforza dinon credere, che deve rinnovare, talvolta ocostantemente, la sua incredulità contro ildubbio o la fede. Perché anche l'increduli­tà non si appoggia su una certezza assolu­ta. Perché anche il non credente sa che,dopotutto, "forse è proprio vero che Dioesiste".­ Per tutti sarebbero presenti, poco o tanto,la lotta e la ricerca: la lotta del credentecontro il dubbio e l'incredulità, e la lottadel non credente contro il dubbio e la cre­denza; la ricerca di entrambi per amoredella verità, per avere nuove conferme alleproprie posizioni o per rivalutarle. Ancoraper entrambi, la consapevolezza del ri­schio, piuttosto che una pace e una sicu­rezza incrollabile e stabile, acquisita unavolta per tutte.Al riguardo ci possono illuminare un paiodi citazioni. La prima è di uno scrittoreagnostico francese, che riferendosi all'esi­stenza di Dio e alla vita eterna, ha detto:“Non so nulla, mi è difficile credere, sperotutto”. L’altra è del teologo e vescovo Bru­no Forte: “Dio non ci chiederà se l’abbia­mo trovato, ma se l’abbiamo cercato”.Insomma, credenti e non, siamo un po’tutti sulla stessa barca.Direi proprio di sì. Pertanto il rispetto, latolleranza, il dialogo con chi la pensa di­versamente da noi dovrebbero essereatteggiamenti doverosi, normali e non giàstraordinari o meritevoli. Anche perché cipossiamo avvicinare alla verità solo colcontributo di tutti, nel cammino e nelconfronto con l’altro. Come diceva qualcu­no: “Non mi interessa convincere di erroreil mio interlocutore, quanto unirmi a lui inuna verità più alta”.

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NOTIZIE VARIE:L’esperienza del lutto illuminata dalla Parola di DioDa alcuni anni hanno luogo regolarmente i corsi – autunnale e primaverile – di mutuo aiuto perpersone in lutto. Anche quest’autunno ne è partito uno. Quest’anno però è avviata ancheun’altra iniziative per persone che rielaborano il lutto, stavolta con una prospettiva chiaramentespirituale/liturgica. Si tratta di un incontro di lectio guidata che, a partire da un brano evangelico,arriva alla interiorizzazione della Parola, alla meditazione ed alla contemplazione. Si tratta ditrarre luce e consolazione anche dalla luce della fede. Il calendario degli incontri, sempre nellachiesa S. Camillo (adiacente l’alloggio dei cappellani) alle ore 20:30, è il seguente: 26 ottobre, 23novembre e 28 dicembre 2012; 25 gennaio, 22 febbraio, 22 marzo, 26 aprile e 24 maggio 2013.

Convegno di Assisi e corso di eserciziL’Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria (A.I.Pa.S.) ha celebrato ad Assisi, dal 15 al 18 ottobrescorsi, il suo annuale convegno nazionale dal tema: “Testimoni delle fede nella pastorale dellasalute”. Le quattro giornate dei lavori erano siglate da altrettanti professioni di fede che sonoanche delle forme di lode e di preghiera rivolte al Dio Padre di Gesù Cristo: “Tu sei bellezza”, “Tusei Salvezza”, “Tu sei Misericordia”, “Tu sei speranza”. Dal 18 al 22 febbraio 2013, inoltre, l’AIPASorganizza a Varazze (SV ) un corso di esercizi spirituali dal tema “I luoghi della compassione”. Talieventi formativi dell’AIPAS non sono esclusive per gli addetti ai lavori (i cappellani) e sono apertia tutti coloro che sono interessati a corroborare la propria professione sanitaria con lemotivazioni cristiane.Chi fosse interessato, contatti Fra Angelo De Padova cell. 328.2420044 [email protected]

Il nostro volontario pastorale Fabio Mazzi è accolitoAffiancando il ministero del cappellano, alcuni laici fanno un servizio di volontariato visitando unpaio di volte la settimana i degenti di un reparto loro assegnato. Fra costoro avrete avuto mododi notare un signore sulla cinquantina bendisposto dagli occhi azzurri e dal sorriso bonario. Sichiama Fabio Mazzi, come lavoro conduce il treno, come vocazione è felicemente marito e padredi due splendide ragazze, come “speciale vocazione” sta portando a conclusione il percorso peraccedere al Diaconato permanente.Domenica 2 dicembre è stato istituito nel ministero minore dell’accolitato nella Chiesaparrocchiale di Sona dove risiede. I nostri affettuosi auguri per lui, che a maggio potrà coronareil suo sogno.

Il coretto di Borgo Trento è aperto a tutti. Venite!Si sta di anno in anno consolidando il coretto che anima le celebrazioni liturgiche più ufficiali delnostro Ospedale. L’ampia “piazza canneto” che sta al centro del Polo Confortini ha permesso diavere una cornice di prim’ordine per questi momenti che generalmente raccolgono una riccapartecipazione di rappresentanti di ogni di ogni settore e di ogni categoria professionale delnosocomio. Una solenne cerimonia richiede anche un’adeguata animazione liturgica. Per questoè due volte benvenuta quest’iniziativa del coretto, nata in modo spontaneo e per una sorta dipassa parola. Il coretto unisce l’umiltà alla serietà: esegue canti che sono alla sua portata e perquesto si ritrova circa tre volte nelle prove nelle settimane imminenti all’impegno. Maestra dicanto nonché organista è Daniela, coordinatrice Marina (int. 2219 )… A loro si possonorivolgere coloro che fossero interessati ad impinguare l’organico. Non occorre essere grandiesperti, basta la buona volontà. E la voglia di lodare il Signore.

La “peregrinatio” di San Zeno al nostro OspedalePeregrinazione delle reliquie del Patrono San Zeno. Inoccasione dell’Anno delle Fede indetto dal Papa la chiesaveronese ha inteso con questo evento dare particolarerisalto al credo. La visita al nostro Ospedale è l’ultimadell’anno 2012. Si è iniziato col rito dell’accoglienza alle15:00 guidato da P. Gavotti, poi religioso silenzio e visitadei fedeli all’urna. Alle 16:00 la S. Messa votiva presiedutada don Roberto Vesentini, concelebranti i cappellani(assente il Superiore per pregressi impegni) e col cantodel coretto dell’Ospedale (una decina). Alle 17:45 il rito dicommiato con la presenza di alcuni fedeli e la partenza alleore 18:00. Il direttore Generale è stato presente fino quasialla fine della permanenza rendendo onore al Santo edicendo anche un breve pensiero al termine della Messa.Don Vesentini con forza ha annunciato il Dio di GesùCristo, che non è quello della punizione, quello deifilosofi, quello che manda i castighi, quello insomma chesuscita la reazione dell’ateismo. Il Dio Padremisericordioso che sta accanto ad ogni singolo malato nelsuo letto di dolore, colui che possiamo invocare la seraprima di metterci a dormire e che non ci fa mai sentire solima ci dà un immenso coraggio.

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sulla VIA della VITAPeriodico del Servizio Religioso presentenell’Ospedale di B.go Trento, Verona.Il bollettino viene distribuito in cartaceo ein digitale sul sito AziendaleOspedale Civile MaggioreB.go Trento ­ VeronaTelefono: 045.812.2110email: [email protected] ONLINEhttp://issuu.com/sullaviadellavita

Orario SS. MesseBorgo TrentoChiesa centraleFeriale 7.15 ­ 15.30Prefest. 16.15Festiva 11.00

GeriatricoFeriale 7.15Festiva 10.30

MaternitàFestiva 10.15

Polo Confortini(Festive)Cappella 17.00Cardiologia, (3° p. Azzurro) 9.30Chirurgia, (5° p. Arancione) 11.00

Borgo RomaFeriale 17.00Prefest. 17.00Festiva 10.30 ­ 17.00

Ci h@nno scritto… ci h@nno chiesto…

Il camilliano,prete o medico?

Incontrando nei reparti molte persone,spesso ci sentiamo rivolgere questadomanda: “Ma a voi Camilliani, chelavorate a servizio dei malati, fannostudiare anche Medicina?”Questa bella domanda, che dice un certointeresse per il nostro carisma camilliano,ci fornisce l’occasione per precisare che ilnostro Ordine è a servizio di tutta lapersona, nel corpo e nello spirito. Esso ècomposto da Fratelli e da Padri; i primiaccanto alla formazione teologica sipreparano con corsi specifici comeinfermieri, medici, fisioterapisti, operatorisanitari, tecnici di laboratorio, mentre isacerdoti compiono studi teologici especialistici nei vari ambiti della teologia,specialmente nel campo della pastoraledella salute e della relazione di aiuto.Specialmente nelle nostre missioni, alcuninostri padri sono anche laureati in scienzeinfermieristiche o in medicina, e sispecializzano a seconda delle emergenzesanitarie del loro territorio. Un esempio?Visitate il sito www.camilliani.it, dove sullaHome page è inserito il nostro videointervista a padre Paul Ouedraogo, che aluglio si è specializzato in Pediatriaall’Ospedale di Brescia ed è rientrato inBurkina Faso per dirigere un Ospedale.Buona visione!

Invito alla collaborazioneChi vuole, può collaborare inviando ilproprio contributo per il giornalino:testo, immagini, domande, segnala­zioni,..., alla mail:[email protected] contattando i cappellani.Grati per quanto vorrete donare aquesta causa, con stima ed amicizia.La Redazione

http: / / i s suu.com/sul lav iadel lav i ta

I cappellani della diocesi e l’andamento della Sanità.L’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute, diretto da don Roberto Vesentini, il 5 dicembrescorso ha organizzato al Centro Mons. Carraro ­ per gli operatori pastorali della salute e per laConsulta di pastorale della salute ­ un incontro di confronto sulle prospettive e le problematicheche attraversano il mondo della Sanità italiano in generale e veronese in particolare. Invitati aparlare vari esponenti apicali delle nostre aziende ospedaliere e territoriali, non esclusi il nostroDirettore Generale Sandro Caffi ed il Presidente dell’Ospedale di Negrar, fratel Mario Bonora, cheè anche presidente dell’Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio­Sanitari). Era presente anche ilVescovo. Fra i temi più caldi emersi si segnalano: a) il ripensamento del rapportomedico/paziente postula il recupero dell’anamnesi come “narrazione del paziente”, l’integrazionedi tecnologia con umanizzazione, il rilancio di un ponte con la persona e la comunità; b) lasostenibilità del sistema sanitario richiede responsabilità a tutti i livelli, revisione di stili di vita,riorganizzazione della medicina di base, valorizzazione della componente professionale,ridistribuzione delle risorse con tagli agli sprechi ed attenzione alle fasce deboli (rivisitazione deiLEA); una parola è stata spesa anche sul rapporto pubblico/privato che deve restare nell’alveodell’equità e del rispetto della sussidiarietà. Al riguardo moms Zenti vuole mettere i puntini sullei: in realtà “va purificato lo stesso linguaggio, perché tutto è pubblico, anche quello che noichiamiamo – etimologicamente sbagliando – privato. Se distinzione si dà, è fra “realtà pubblichegestite dallo direttamente Stato” e “realtà pubbliche gestite dal sociale”.

Adesso è diventato proibitomettere l’asino e il buenella grotta di Betlemme?

Qualcuno se lo domanda perché nel suoultimo libro sull’infanzia di Gesù, pare cheil papa Benedetto XVI abbia fatto cennoalla non sostenibilità storica della presenzadi tali animali domestici accanto alBambino Gesù, come al contrario sicontempla in ogni presepe che si dica tale.Chi risponde non ho ancora letto queltesto, ma non ha alcuna remora a dire chetale dichiarazione non deve affatto faremeraviglia. Molte delle credenze popolaricristiane più che sul testo evangelicoaffondano le radici sulla tradizione, laquale a sua volta può essere molto datatanel tempo (per esempio derivante daivangeli apocrifi) e altre volte più recente(per esempio dovuta all’iconografia).Nel caso dei presepi, poi, molti elementisono dovuti allo specifico genererappresentativo nato solo con Francescod’Assisi. Il popolino si sbizzarrisce, si sa. Seandiamo a Napoli, per esempio, ogni annoci sono nuove sorprendenti presenzeall’insegna dell’attualità. Sono scaltri inapoletani! Hanno capito da tempo, loro,che si può benissimo sostituire quelle duelodevoli bestie ­ l’asino e il bue ­ con altrilodevoli individui del nostro panorama vipitaliano.Pertanto, resta tranquillo amico delpresepe. Gesù Bambino ha sempre accoltotutti e lo farà ancora: puoi mettergliaccanto tutti quelli che vuoi… asini e buoidei paesi tuoi.