Coordinatrice del Corso:
Ch.ma Prof.ssa MARIA CRISTINA LA ROCCA
Supervisore:
Ch.mo Prof. MARCO FINCARDI
Dottoranda:ANNA DI QUAL
CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI, GEOGRAFICI, ANTROPOLOGICICURRICULUM: STORIA SOCIALE EUROPEA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA
CICLO XXIX
ERIC J. HOBSBAWM tra marxismo britannico
e comunismo italiano
SEDE AMMINISTRATIVA: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
Università Cà Foscari Venezia
Università degli Studi di Padova
Università degli Studi di Verona
ERIC J. HOBSBAWM tra marxismo britannico
e comunismo italiano
Coordinatrice del Corso:
Ch.ma Prof.ssa MARIA CRISTINA LA ROCCA
Supervisore:
Ch.mo Prof. MARCO FINCARDI
Dottoranda:ANNA DI QUAL
CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI, GEOGRAFICI, ANTROPOLOGICICURRICULUM: STORIA SOCIALE EUROPEA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA
CICLO XXIX
Università Cà Foscari Venezia
Università degli Studi di Padova
Università degli Studi di Verona
Quandostoperme.ermidavan1aunfogliodicartaeaunamacchinadascrivere,
considerosempremoltoa.entamentecomeesprimequelproblemapar1colare.
Pensochesiamoltoimportante.Pensocheletesidido.oratosianolamortedellastoria,
perchéquelchesitentadifareinquelcasoècercaredicavarselaefareimpressionesudueotreesper1,
cosamoltodifferentedaunpubblicodile.ori.Hosemprepensatochelastoria
dovrebbeessereperilpubblicoingenerale,oltrecheperglispecialis1.
EdwardPalmerThompson,1992
INDICE
ELENCODELLEABBREVIAZIONI 3
INTRODUZIONE 5
PRIMAPARTE:RETI 31
Capitolo1. Ilritornodallaguerra
1.1 Riappropriarsidelfuturo 32
1.2 Traaccademiaepoli?ca 55
1.3 OltrelaManica 70
Capitolo2. Lascopertadell’Italia
2.1 Mediatori 84
2.2 Viaggiericerche 1202.3 IntelleIualiorganici 144
Capitolo3. 1956
3.1 Lachiavedell’autoritraIo 161
3.2 RoIure 164
3.3 Conferme 174
SECONDAPARTE:PROGETTI 193
Capitolo4. NelsegnodiMarx…
4.1 Ritardiecorteggiamen? 194
4.2 NuovileIorienecessitàdisintesi 222
4.3 LaStoriadelmarxismoEinaudi 228
Capitolo5. …ediGramsci
5.1 Laboratoripoli?ci 265
5.2 Unnuovofrontepopolare 275
5.3Dall’Italiaall’Europa,almondo 282
�1
TERZAPARTE:RITRATTI 304
Capitolo6. Ricezioniefortuna
6.1 GranBretagna 305
6.2 Italia 310
6.3 Storiografiaepoli?ca 333
FONTIEBIBLIOGRAFIA 342I.Fon?inedite 343
II.Fon?edite 350
III.Periodici 352
IV.Interviste 353
V.Bibliografia 355
RIASSUNTODELLATESI 385
RINGRAZIAMENTI 386
�2
ELENCODELLEABBREVIAZIONI
Archivi
AST ArchiviodiStato,Torino
ADLB ArchiviodidepositodellacasaeditriceLaterza,sedediBari
BSF BibliotecacivicaErnestoRagionieri,SestoFioren?no
CULA CambridgeUniversityLibraryArchive,Cambridge
FA FamigliaAgos?,Torino
FDP FamigliaDalPane,GranaroloFaen?no
FF FondazioneFeltrinelli,Milano
FG FondazioneGramsci,Roma
FV FamigliaVenturi,Torino
HHA HullHistoryArchive,Hull
IF Ins?tutdeFrance,Parigi
IG FondazioneIs?tutoGramsci(FG)
KCA King’sCollegeArchive,Cambridge
LHA LabourHistoryArchiveandStudyCentre,Manchester
MRC ModernRecordsCentre,WarwickUniversity,Warwick
NAL Na?onalArchives,Londra
SNS Centroarchivis?codellaScuolaNormaleSuperiore,Pisa
TCA TrinityCollegeArchive,Cambridge
Fondi
AE ArchiviodellacasaeditriceEinaudi(AST)
CAA CorrispondenzaAldoAgos?(FA)
CDC CorrispondenzaDelioCan?mori(SNS)
CFB CorrispondenzaFernandBraudel(IF)
CLPD CorrispondenzaLuigiDalPane(FPD)
CPGBA CommunistPartyofGreatBritainArchive(LHA)
CFV CorrispondenzaFrancoVenturi(FV)
EER EpistolarioErnestoRagionieri(BSF)
EHF-MI5 EricHobsbawm’sFiles(NAL)
EHP EricHobsbawm’sPapers(MRC)
�3
FBGGF FondazioneBibliotecaGianGiacomoFeltrinelli(FF)
HGF Hobsbawm’sgraduatefiles(CULA)
JSC JohnSaville’sCorrespondence(HHA)
MDP MauriceDobb'sPapers(TCA)
NA NoelAnnan'sPapers(KCA)
NK NicholasKaldor’sPapers(KCA)
PSP PieroSraffa’sPapers(TCA)
Altreabbreviazioni
BCGD Bri?shCouncilforGermanDemocracy
CISH Comitéinterna?onaldesscienceshistoriques
CPGB CommunistPartyofGreatBritain
CUL CommunistUniversityLondon
CUSC CambridgeUniversitySocialistClub
DC Democraziacris?ana
IISH Interna?onalIns?tuteofSocialHistory
KPD Kommunis?scheParteiDeutschlands
KPÖ Kommunis?scheParteiÖsterreichs
PCCh Par?doComunistadeChile
PCE Par?doComunistadeEspaña
PCF Par?communistefrançais
PCI Par?tocomunistaitaliano
PCUS Par?tocomunistadell’UnioneSovie?ca
RLI Rhode-LivingstoneIns?tute
RME RassemblementMondialdesÉtudiants
SISSCO SocietàItalianaperloStudiodellaStoriaContemporanea
SPD Sozialdemokra?scheParteiDeutschlands
SSB Sozialis?scherSchülerbund
YCL YoungCommunistLeague
�4
Introduzione
1. Sollecitatocircailmo?vodelsuoessere«cosìfilo-italiano»,EricHobsbawmsul
finiredelloscorsosecolorisposecheeradifficilenonesserlo .Eraapar?redaiprimi1
anni Cinquanta che egli era entrato in contaIo con il mondo culturale e poli?co
italianoconcuiavevastreIorappor?diamicizia,diaffinitàpoli?ca,professionaliedi
cui ora, ormai anziano, riconosceva l’intensità e l’influenza subita. Si era traIato in
effes di un legame che non solo lo stesso Hobsbawm ma anche i suoi biografi
avrebberopiùvoltedefinitodifondamentalerilevanzanellasuaasvitàintelleIualee
ancordipiùnellasuaiden?tàdimilitantecomunista.Nonostanteciò,mancatuIora
unesamesistema?codellanatura,dell’evoluzioneedegliesi?diquestorapporto.Il
presente lavoro si propone di colmare tale lacuna, nella convinzione che lo studio
dellerelazionitraHobsbawmegliintelleIuali,ilPCIelecaseeditriciitaliane,nonché
l'esamedegliscambiedellereciproche(omeno)influenzepermeIanodianalizzare–
apar?redalcasobiografico–quadriculturaliesocialipiùampi,nonsoloindividuali
ma anche collesvi, in un contesto non solo italiano e britannico, ma più
generalmenteinternazionale .2
Questa ricerca, sviluppando il genere biografico aIraverso un approccio di
«microstoriatranslocale»,meIeafuoco l’affinitàelesvache legò lostorico inglese
all’Italia. Si interroga dunque sulle modalità aIraverso cui avvenne e si rinnovò
l’incontro di Hobsbawm con questo paese; analizza le re? di relazioni che egli vi
sviluppòeviesteseapar?redaglianniCinquantafinoalnuovomillennio;esaminai
risulta? che questa interazione provocò a livello di produzione scien?fica e di
riflessione poli?ca, cercando di cogliere allo stesso tempo le trasformazioni che
l’iden?tàpoli?cadiHobsbawmsubìnelcontaIoconilPar?tocomunista italiano;si
sofferma sulle influenze che la sua produzione esercitò sul mondo storiografico
E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,acuradiA.Polito,Laterza,Roma-Bari1999,p.127.1
UnapprocciodiquestogenereèbeneesemplificatoinN.ZemonDavis,IlritornodiMar1nGuerre.Un2
casodidoppiaiden1tànellaFranciadelCinquecento,Einaudi,Torino1984[ed.or.1982].Sivedaanchelapos}azione:C.Ginzburg,Proveepossibilità.Inmarginea‘IlritornodiMar1nGuerre’diNatalieZemonDavis, in ivi., pp.131-154. Recentemente Linda Colley presentano al pubblico una sua ricerca sullabiografiadiunadonnadelSeIecentohaaffermatoche«nonèsemplicementelastoriadiunindividuo[…]: è anche la storia di un’epoca»: L. Colley, L’odissea di ElizabethMarsh. Sogni e avventure di unaviaggiatrice instancabile, Einaudi, Torino2010 [ed. or. 2007], p. V. Per il passaggio da storie di singoliuominialcollesvosivedaanche:A.Portelli,Avereragionedifrontealpadrone.Stru.uraedeven1nellavita di Valterò Peppoloni, lavoratore, in id., Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo, Donzelli,Roma2007,pp.235-250.
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Introduzione
italiano; tenta inoltre di cogliere i caraIeri della figura di Hobsbawm e del suo
pensierochesisonosedimenta?nell’opinionepubblicaitaliana,interrogandosiinfine
suglielemen?delsuosuccessoinquestopaese.
Qualifuronoimo?vicheportaronoHobsbawminItalia?AIraversoqualicanali
egli entrò in contaIo con i maggiori rappresentan? e le is?tuzioni culturali della
sinistraitaliana?IncosaconsisteIeilfascinocheloaIrasseaquestoPaeseeperché
virimaselegatofinoallamorte?Apar?redaisuoiprimiviaggiinItaliamol?uomini
della cultura, della poli?ca, dell’editoria italiana rimasero colpi? da questo
intelleIuale inglese, con cui si premurarono di mantenere buoni rappor?,
corteggiandolo e ricercandone la collaborazione. Cosa videro in lui? Perché l’Italia
divenne uno dei paesi in cui le sue opere furono più vendute? Questo lavoro,
confrontandosicon leprospesvedianalisimesseafuocodallarecentestoriografia
internazionale, si propone di rispondere a queste domande. Usando il punto di
osservazione italiano, la ricerca vuole in ul?ma istanza delineare un ritraIo di un
uomo che visse, strinse rappor? e ragionò sulla società e su se stesso aIraverso e
oltreiconfinidisingolista?nazionali.
2. Quando, nel 2012, Hobsbawm morì mol? furono gli epitaffi apparsi in suo
ricordo sulla principale stampa europea. Se in Francia fu presentato come un
«éminenthistorienbritannique» , lamaggiorpartedellealtre testate collocò il suo3
percorsointelleIualeinuncontestopiùampio,riconoscendoinluiunodeiprincipali
protagonis? del panorama storiografico internazionale della seconda metà del
Novecento: fu ricordato comeunodeimaggiori studiosimarxis? ad aver raggiunto
una«genuinena?onalandworldrenown» .VennedeIochelenumerosissimeopere4
cheavevapubblicato inpiùdicinquant'annidiasvitàavevano«turnedhistory into
an art» , esercitandouna grande influenza sulle generazioni successive non solo di5
storicimaanchedipoli?ci .EdMilibandaffermò,econluialtriesponen?laburis? ,6 7
cheHobsbawmaveva«broughthundredsof yearsofBri?shhistory tohundredsof
P.J.Ca?nchi,L'éminenthistorienbritanniqueEricHobsbawmestmortlundi1eroctobreàl'âgede953
ans,in«LeMonde»,1°oIobre2012.
M. KeIle, D. Wedderbun, Eric Hobsbawm Obituary, in «The Guardian», 1° oIobre 2016; W.4
Oppenheimer,MuereEricHobsbawm,pensadormarxistaclavedelsigloXX,in«ElPaís»,1°oIobre2012;R.Floud,ProfessorEricHobsbawm:Historianacclaimedasoneofthefinestofthe20thcentury,in«TheIndependent», 1° oIobre 2016;Morto lo storico Hobsbawm. Fece del 900 il ‘Secolo breve’, in «LaRepubblica»,1°oIobre2012.
P.Florence,EricHobsbawmturnedhistoryintoanart,in«TheTelegraph»,5oIobre2012.5
E. Addley, Eric Hobsbawm dies, aged 95. Lifelong Marxist, whose work influenced genera1ons of6
historiansandpoli1cians,diesaferlongillness,in«TheGuardian»,1°oIobre2012;R.Bennet,Marxist,historianandteacherEricHobsbawmdiesaged95,in«TheTimes»,2oIobre2016.
G. Andrews, Hobsbawm's legacy for Labour, in «opendemocracy», 16 oIobre 2012, <hIps://7
www.opendemocracy.net/geoff-andrews/hobsbawm’s-legacy-for-labour>. (L’ul?ma consultazione diquestocomedeilinksuccessivamenteindica?èdatataal1°luglio2017).
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Introduzione
thousandsofpeople»,portando la storia«outof the ivory towerand intopeople's
lives» .Lasuacommemorazionetoccòanchetonienfa?citantochevennecelebrato8
come «the history men» o come un «Legendärer Historiker» . Il tributo che la9 10
stampa a livello europeo gli riconobbe è da solo indica?vo della sua levatura
intelleIualeedellafamacheraggiunseanchealdifuoridell’ambitostoriografico.Dilì
abreveunavocebiograficaasuonomefuinseritanellepiùimportan?enciclopedie
biografiche: il profilo che gli dedicò, ad esempio, l’Oxford Dic1onary of Na1onal
Biography, presentandolo come un intelleIuale cosmopolita e allo stesso tempo
profondamente ancorato alla tradizione britannica, sancì ufficialmente l’entrata di
HobsbawmnelpantheondellepersonalitàbritannichecelebriintuIoilmondo .11
Alla scomparsa di Hobsbawm si verificò una spontanea reazione anche da
parte del mondo universitario: allievi e colleghi a lui lega? da vincoli affesvi o di
filiazioneaccademicamanonsolonefirmarononumerosiritras;ques?comparvero
spesso in posizione editoriale in apertura delle principali riviste accademiche di
storiografiadituIoilmondo.SitraIadites?celebra?vi,struIura?informabiografia
econnumerosiriferimen?allasuaproduzioneprofessionale.
Con lamortediHobsbawmscompariva– fuasserito– l’ul?moesemplarediquella
straordinariagenerazionedistoricimarxis?britannicicheavevacontribuito,apar?re
daglianniCinquanta,atrasformareradicalmentelapra?caelascriIuradellastoria.
Hobsbawm fu unanimemente riconosciuto come uno storico marxista, quasi lo
storicomarxistaper eccellenza. Fuproprio sul suomarxismo chemol?necrologi si
soffermarono,cercandodicoglierneedelinearnel'originalità.MauricioPilatowsky,ad
esempio,affermòcheilmarxismoperHobsbawmeraconsis?toin«unametodología
paraentendersealmismo?empocomoel sujetoqueanaliza y alobjectodeestas
inves?gaciones» . Era questa una definizione che richiamava le stesse parole che12
Hobsbawm aveva usato per mo?vare la sua impostazione marxista: «credo che il
marxismo – aveva infas deIo alla fine degli anni SeIanta – sia la migliore
impostazione per interpretare la storia perché, più chiaramente di altri approcci, è
consapevole di ciò che gli uomini possono fare come sogges costruIori di storia,
comepurediciòchenonpossonofareinquantooggesdistoria» .Dapiùpar?si13
E. Addley, Eric Hobsbawm death: Miliband leads tributes to ‘extraordinary’ historian, in «The8
Guardian»,1°oIobre2012.
M.Mazower,EricHobsbawm:theHistoryMan,in«TheGuardian»,1°oIobre2012.9
LegendärerHistoriker.EricHobsbawmisttot,in«Spiegel»,1°oIobre2012.10
M. Jacques, Eric John Ernest Hobsbawm (1917-2012), inOxford Dic1onary of Na1onal Biography,11
OxfordUniversity Press, Oxford2016. Una voce biografica di Hobsbawm si trova anche inM. Cox, C.Riches(acuradi),ADic1onaryofWritersandtheirWorks,OxfordUniversityPress,Oxford2015.
M. Pilatowsky, Eric Hobsbawm y su lecturamarxista de la historia, in «Isegoría», 2014/50, p. 25512
(253-268).
E.Hobsbawm,La storiaèprogredita?, in Id.,Dehistoria,Rizzoli,Milano1997 [ed.or.1997] ,p.8313
(73-89).LoscriIoriproponeunalezioneinauguraletenutaalBirkbeckCollege,Londra,1979.
�8
Introduzione
soIolineò l’importanza delle leIure dei tes? di Gramsci nell’approccio marxista di
Hobsbawm, e il contributo che egli aveva dato per la loro diffusione nel mondo
anglofono .FuinoltremessoinevidenzacheilrapportointessutodaHobsbawmcon14
i tes? di Marx si era caraIerizzato da sempre e fino all’ul?mo come un rapporto
aperto: una rinnovata leIura di Marx per andare oltre Marx. Donald Sassoon
evidenziò, adesempio, che l’ul?moMarxdiHobsbawmnonerapiù il teoricodella
rivoluzionemondiale quanto piuIosto quello della globalizzazione e della crisi del
capitalismo .Erad’altrondepossibilevederlonell’introduzioneallaraccoltadisaggi15
che Hobsbawm aveva pubblicato l'anno prima di morire e in cui aveva rifleIuto
sull’u?litàdelriferimentoculturalemarxistaintempidicrisi .Inoccasionedellasua16
ul?mafestadicompleanno,avevad’altrocantoraccontatocon ironiacheunadelle
maggiori soddisfazioni raggiunte invecchiaiaera stataquelladi vedere riconosciuta
dal«FinancialTimes»l’importanzadileggereites?diMarxpercapireilmondo .17
Non era stato fino all'ul?mo solo uno storicomarxista: ciò che faceva tanto
parlare i media era la sua militanza comunista, una militanza che egli mai aveva
rinnegato. La chiave di leIura di mol? necrologi apparsi sui quo?diani ruotava
aIorno a questo tema, al faIo cioè che egli fosse diventato un grande storico
nonostante la tessera di par?to . Anche nei ricordi a firma dei colleghi la sua18
appartenenza poli?ca non fu trascurata; in alcuni casi venne additata quale faIore
decisivoperlafortunaolasfortunaconcuilesueopereeranostateaccolteindiverse
realtà nazionali . Se sulle colonne di uno dei più vendu? quo?diani britannici19
Hobsbawm fu presentato come un apologeta di Stalin , la maggior parte dei20
necrologisoIolineòinvececomeilsuocredopoli?cononavesseinficiatoilsuorigore
P.Favilli,L’uditofinedellostorico:EricHobsbawmtraMarxeGramsci,in«HistoriaMagistra»,2013/214
pp.94-104.L’ar?coloriproponeuninterventotenutonelcorsodelseminarioPerchériscoprirel'ereditàdelmarxismo.OmaggioaEricJ.Hobsbawm,UniversitàdegliStudidiSalerno,13dicembre2012.Sivedaanche Id.,Storiaedemancipazione. Le sceltedi vitadi EricHobsbawm, in«Studi storici», 2013/4,pp.801-832; J. Foster, Eric Hobsbawm, Marxism and social history, in «Social History», 2014/2, p. 161(160-171).
D. Sassoon, Hobsbawm’s Capitalism, in «Studi Storici», 2013/4, p. 792 (791-799). Il testo venne15
presentatoalconvegnointernazionaleEricHobsbawmelaformazionedelmondomoderno,acuisifaràriferimentopocooltre.
E.Hobsbawm,Comecambiareilmondo.Perchériscoprirel’ereditàdimarxismo,Rizzoli,Milano201116
[ed.or.2011].
L’aneddotoèraccontatodaA.Agos?,EricHobsbawm:unmaestro,unamico,in«PassatoePresente»,17
2013/88,p.8(5-12).
W.Grimes,EricHobsbawm,MarxistHistorian,Diesat95,in«TheNewYorkTimes»,1oIobre2012;T.18
Snyder,EricHobsbawm:WhyHistorian’sLoyaltytoMarxismneverwavered,inCNNwebsite,1°oIobre2012,<hIp://edi?on.cnn.com/2012/10/01/opinion/hobsbawm-communism/>;EricHobsbawm,in«TheTehegraph», 1° oIobre 2012, <hIp://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/9579079/Eric-Hobsbawm.html>;ancheinItaliasitrovaunasimileinterpretazioneadesempioinL.DeMon?s,MortoEricHobsbawm,autoredelSecolobreve,in«IlGiornale»,1°oIobre2012.
F. Jarrige, Eric J. Hobsbawm, l’histoire et l’engagement, in «Cahiers d’histoire. Revue d’histoire19
cri?que»,2013/120,pp.157-164.
A.N.Wilson,HehatedBritainandexcusedStalin’sgenocide,in«DailyMail»,2oIobre2012.20
�9
Introduzione
professionale.Anchechi,comeNiallFerguson,sidichiaròtotalmentelontanodatali
posizionepoli?chee infas?ditodalfaIocheHobsbawmmai leavesserinnegate,gli
riconobbe un marxismo an?dogma?co . Simon Shama disse che Hobsbawm era21
riuscitonell’intentodi«uncoupledMarxismfromCommunism» .Lasuaadesioneal22
Par?tocomunistadellaGranBretagnavenne interpretatacome lacifradi tuIauna
generazionecheavevavistonell’impegnopoli?colaragionedellapropriavita .23
Se i ritras dei colleghi all'unisono ne cantarono il rigore scien?fico, raramente
evidenziarono i passaggi controversidella suaesperienzapoli?ca.Anche làdove fu
messoinevidenzacomeegliavessepropostounraccontodiséedellasuaesperienza
comunista interminieccessivamentelineariecoeren? ,mancòunatema?zzazione24
delle contraddizioni nel suo percorso poli?co. Le sue discon?nue posizioni in
occasione, ad esempio, della crisi del 1956 furono raramente ricordate. Donald
Sassoon, allievo di Hobsbawm che assieme al maestro aveva ragionato a lungo di
comunismointerrogandoloanchesullasuaesperienzapersonale,ful’unicoafarlo .25
Allostessomodo,raramentevennericordatoloscontrocheneglianniSeIantaaveva
visto contrapporsi Hobsbawm alle storiche delle donne, da cui era spesso stato
definito come un an?femminista; le sue diffiden? posizioni verso le prospesve
aperte dalla storia delle donne vennero solo eccezionalmentemesse in evidenza e
definitecome«hisfoundamentalweakness» .26
IlrestodegliscrisinmortediHobsbawm,inlineaconlecaraIeris?cheproprie
delgeneredell’epitaffio ,teseroinveceaselezionareeusaretonimi?gan?:fissarono27
la rammemorazione di Hobsbawm su esperienze più concilian?. Un esempio fu
l’insistenzasullasuapartecipazione,traanniQuarantaeCinquanta,alGruppodegli
storici marxis? del Par?to comunista della Gran Bretagna, assieme a storici come
Christopher Hill, Edward P. Thompson, Rodney Hilton. Era all’interno di
quest’esperienza di par?to, ma con l’aspirazione a una «wider intellectual
N.Ferguson,Atrulygreathistorian, inEricHobsbawm:ahistorian’shistorian, in«theGuardian»,121
oIobre2012.
«FinancialTimes»,2oIobre2012.Riprendoquestacitazioneda J.Foster,EricHobsbawm,Marxism22
andsocialhistory,in«SocialHistory»,cit.,p.160.
G.DeLuna,NessunasalvezzaaldifuoridellaPoli1ca,in«LaStampa»,2oIobre2012.23
IlnecrologiocheforsepiùdialtririfleIesullamilitanzacomunistadiHobsbawminrapportoancheal24
raccontocheeglinefecenellasuaautobiografiaèS.Pons,Comunistaavita,in«l’Unità»,2oIobre2012.
D.Sassoon,EricHobsbawm(1917-2012),in«NewLeâReview»,2013/77,pp.35-37(35-42).25
L. Barrow,AnatomisingMethuselah, inRoundtable on Eric Hobsbawm’s Legacy, in «Labour History26
Review»,2013/3,p.353(351-371);J.Miller,TheFeminineMistake.WhatEricHobsbawmmissedinhisdismissal of feminism, in «In This Times», <hIp://inthese?mes.com/ar?cle/14216/the_feminine_mistake>.PerlarispostacheHobsbawmavevadatoaquestecri?che:A.Agos?,Unastoriaper‘cambiareoalmenopercri1careilmondo’. IntervistaaEricJ.Hobsbawm, in«PassatoePresente»,1998/43,pp.104-105(91-107).
G.Zazzara,Poli1chedellu.o,poli1chedellamemoria.Epitaffidistoricitrabiografiaeautobiografia,in27
«S-nodi.pubbliciepriva?nellastoriacontemporanea»,2007/1,pp.70-101.
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Introduzione
cons?tuency» ,cheHobsbawmavevacontribuitoafondarenel1952eadirigereper28
ilrestodellasuavita,determinandonetraieIoriesiatema?chesiametodologiche,la
rivista«PastandPresent».Mol? ricordi si soffermaronosul ruolochequestaaveva
rives?to nel rinnovamento del lavoro stesso degli storici e nell'apertura di un
approccio ‘dal basso’ ; per questo venne più volte paragonata alle «Annales».29
Propriosullesuepagineeranoapparsimol?importan?lavoridiHobsbawm.Rosario
Villari, ricordando l’amico, si soffermò sull'influenza esercitata da alcuni suoi saggi,
rimarcando come essi avessero contribuito fin dagli anni Cinquanta a indirizzare le
sue ricerche storiografiche e a espandere «l’influenza dell'autore e di quella rivista
sulla svolta che stava aIraversando in quel momento la storiografia, cioè sul
passaggiodalpredominiodellaconcezionepoli?co-diploma?caallanuovaedecisiva
apertura verso l'insieme dei rappor? e dei movimen? sociali» . Michelle Perrot30
ricordò importanza della sua partecipazione alle tavole rotonde internazionali di
storia sociale organizzate negli anni SeIanta presso la Maison des Sciences de
l’HommeaParigi . JoséAntonioPiquerasaffermòche inAmericaLa?nanonpochi31
erano gli storici che si erano dedica? alla storia sociale dopo aver leIo i libri di
Hobsbawm : l’omaggio,ampiamentepartecipato, chenel2005 laEscuelaNacional32
deAntropologíaeHistoriadelMessicoavevatributatoaHobsbawm–disse–neera
unsintomo.
Unanime fu inoltre l’ammirazioneper ilmodusoperandiche lo storico aveva
messo in pra?ca nelle sue opere. Non c’è necrologio che non soIolinei l’abilità
dimostratadaHobsbawmdipadroneggiare contes?geograficimoltoampie seIori
disciplinari tra loro diversifica? e anche estranei alle consuete competenze degli
storici. Quadri territoriali e tema?ci estesi dunque furono individua? come
caraIeris?chedelsuoorizzontestoriografico,nelqualeegliavevasaputoaffrontarli–
venne rimarcato – non solo aIraverso sguardi compara?vi,ma facendoli interagire
l’un l’altro e mostrandone le correlazioni su scala globale. Josep Fontana e
GianpasqualeSantomassimo,traglialtri,lodefinironopropriounostoricoglobale ;33
anchechi,comeMadhavanPalat,miseindiscussionelaraggiuntaglobalitàdellasua
R.Foster,EricHobsbawm,in«PastandPresent»,2013/218,p.3(3-15).28
R.MiguelGonzález,EricJ.Hobsbawm,laHistoriadesdeabajoyelanálisisdelosagenteshistóricos,in29
«Rubricacontemporanea»,2013/2,pp.5-22.
R.Villari,RicordodiEricJ.Hobsbawm,in«Quadernodistoriacontemporanea»,2013/52,p.11(11-14)30
M. Perrot, P. Fridenson, Rencontres aver Eric Hobsbawm, in «Le Mouvement Social», 2013/1, pp.31
149-155.
J.A.Piquers,EricHobsbawmenAméricaLa1na.Unarevisión,in«HistoriaMexicana»,2013/1,p.36632
(359-409).
J.Fontana,EricHobsbawm:elhistoriadorcomointérpretedelpresente, in«Ayer:RevistadeHistoria33
Contemporánea», 2014/1,p. 242 (241-250);G. Santomassimo,Lo storicoglobale, in«ilmanifesto», 2oIobre2012;U.DeGiovannangeli, ‘Il suosogno? fareunastoria totale’, in«l’Unità»,2oIobre2012:l’ar?coloproponeun’intervistaaRosarioVillarichedisseche«ilsuo[diHobsbawm]mododipensarelastoriaerainterminiglobali».
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Introduzione
analisi,parlòdiHobsbawmcomediunostoricoconun’ambizioneplanetaria .Sela34
sua riflessione storiografica si eramossadunque inunadimensione internazionale,
egli non aveva mai perso di vista l’aIenzione per il deIaglio: su questo duplice
aspeIotusgliepitaffiinsisteIero,dimostrandocomeHobsbawmproprioaIraverso
ildeIagliofossespessoriuscitoadesplicitarel’esistenzadiconnessioniglobali.Lucio
Sponza, che nei primi anni SeIanta aveva seguito il corso di Social and Economic
Historyof19thCenturyBritain tenutodaHobsbawmalBirkbeckCollegedi Londra,
ricordò ad esempio che le sue lezioni passavano dal «deIaglio apparentemente
insignificante […]a sintesi folgoran?»aIraverso con?nuecomparazioni temporali e
spaziali ; caraIeris?ca che si ritrova nella sua prosa e del suo ragionamento35
storiografici.Riconosciutedatusfuronoanchelafluiditàel’eleganzadelsuos?lee
la sua facilità di espressione, la sua abilità di scrivere non solo per colleghi e
studen? ,maperunlargopubblico.Erastatoquestod’altrondeunpallinosucuiegli36
stessoavevaesplicitamenteinsis?tofindaisuoiprimilibri,quandoavevaindividuato
nel ciIadino intelligente e istruito, curioso di capire l’oggi conoscendo il passato, il
suoleIoreideale.L’esempiopiùcitatofulatetralogiacheHobsbawmavevadedicato
allo studio del capitalismo dal 1789 al 1991 e che aveva difas riscosso un ampio
successodipubblico .37
FumessoinevidenzacheTheAgeofRevolu1on,TheAgeofCapital,TheAgeof
Empire,TheAgeofExtremes, iquaIrovolumicheHobsbawmeraandatoscrivendo
nell’arcoditrent’anni,avevanoridisegnatolaperiodizzazione–anchesenonsempre
acceIata – di due secoli di storia e le stesse denominazioni e definizioni usate in
contesto storiografico. La stessa sorte era toccata a molte altre sue opere: David
Priestland affermò cheHobsbawm aveva «reframed theway historians look at the
past» .GiovanniDeLunadissequalcosadi simile,asserendochecon le sueopere38
M.K.Palat,TheInteres1ngIdeasofEricHobsbawm,NehruMemorialMuseumandLibrary,NewDelhi34
2013. Il pamphlet ripropone una versione arricchita della Public Lecture tenuta in memoria diHobsbawmpressoilNehruMuseumandLibrarydNewDelhi,22novembre2012,p.8.
L. Sponza, Eric Hobsbawm. Un ricordo personale, in «storiAmestre», 31 maggio 2013, <hIp://35
storiamestre.it/2013/05/hobsbawmunricordo/>. L’ar?colo riproduce l’intervento di Sponza tenuto alconvegnoAscoltare il lavoro. Seminario di storia e scienze sociali, nella sessionedi apertura in?tolataStorici al lavoro. Omaggio a Eric Hobsbawm. Il convegno, organizzato dall’Ires (Is?tuto ricercheeconomicheesocialiVeneto),dall’Aiso(Associazioneitalianadistoriaorale)edalDipar?mentodistudiumanis?cidell’universitàCa’Foscari,Venezia,9-10maggio2013.
CatherineMerridalericordòadesempiol’ammirazioneche,dastudentessa,provavaperi«clarityand36
dynamismofhiswri?ng»nelleggerecometes?d’esamiilibridiHobsbawm.C.Merridale,'Wecanlearnfromthisdazzlingprofessional’,inEricHobsbawm:ahistorian’shistorian,in«theGuardian»,1°oIobre2012.
E. Hobsbawm, Le rivoluzioni borghesi, 1789-1848, Il Saggiatore, Milano 1963 [ed. or. The Age of37
Revolu1on.Europe1789-1848,1962];Id.,Iltrionfodellaborghesia,1848-1875,Laterza,Roma-Bari1976[TheAgeofCapital,1848-1875,1975];Id.,L’etàdegliimperi,1975-1914,Laterza,Roma-Bari1987[ed.or.TheAge of Empire 1975-1914,1987]; Il secolo breve,Rizzoli,Milano 1995 [TheAge of Extremes. TheShort20thCentury,1914-1991,1994].
D. Priestland, 'He reframed the way historians look at the past’, in Eric Hobsbawm: a historian’s38
historian,in«theGuardian»,1°oIobre2012.
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Introduzione
Hobsbawm aveva «disegnato una sorta di mappa» grazie alla quale era più facile
comprenderee«percorreregli intrica?i?neraridellastoriadell’umanitàdegliul?mi
due secoli» . Deimolteplici interessi di Hobsbawm, i ?toli dei libri che più di altri39
tornavanonegli scris in suamemoria, oltre agliAges, furonoquelli che egli aveva
dedicatoallostudiodelleclassisubalterne ,albandi?smo ,eall’analisidelconceIo40 41
edellacostruzioneculturaledellenazionimoderne .Ilricordosiconcentròanchesu42
L’invenzione della tradizione , un volume collesvo nato su inizia?va di «Past and43
Present»eincuiall’iniziodeglianniOIantasieraragionatosullamanipolazionedei
mi?edeirituali:glifuriconosciutalapaternitàdelprogeIo .44
Il ritraIo che uscì nel clima delle rievocazioni insisteva principalmente dunque su
questepeculiaritàdiHobsbawm:tusloriconobberocomeungrandestoricosociale;
tusdiederoinoltreperscontatocheegliavevamessoafruIol'analisimarxistadella
società; fu infine rimarcato che la sua adesione al comunismo che si supponeva
avrebbepotutosminuirelasuecapacitàcri?cainrealtànonloavevafaIo.
Accanto a ricordi e ritras estemporanei, a par?re dalla sua morte si sono
sussegui?diversi tenta?vidi fareunbilanciodellasuaproduzionestoriograficaedi
ragionare sui suoi lasci?. Convegni e forum di discussione hanno focalizzato
l’aIenzione su alcuni filoni dei suoi ampi interessi di studio e dei diversi strumen?
metodologici messi da lui in pra?ca. In par?colare si è indagato l’apporto di
Hobsbawmallo specifico campodella labour history ; si è rifleIuto sugli influssi e45
sullericadutedellasuaproduzionesullacrisidelXVIIsecoloesulbandi?smosociale
incontes?storiograficieuropei .L’analisiinoltreèstatapostasulleopereinmeritoal46
nazionalismo,rimarcandoneloiatorispeIoallasuccessivastoriografiaculturalistasul
G.DeLuna,Nessunasalvezzaaldifuoridellapoli1ca,«LaStampa»,2oIobre2012.39
E.Hobsbawm, I ribelli. Formeprimi1vedi rivolta sociale,Einaudi, Torino1966 [ed.or.1959]. Id.,G.40
Rudè,CapitanSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,EditoriRiuni?,Roma1973[ed.or.1968].
E.Hobsbawm,Ibandi1:bandi1smosocialenell’etàmoderna,Einaudi,Torino1971[ed.or.1969].41
Id.,Nazionienazionalismo,Einaudi,Torino1991[ed.or.1990].42
Id.,T.Ranger(acuradi),L’invenzionedellatradizione,Einaudi,Torino1987[ed.or.1983].43
R.Foster,EricHobsbawm,in«PastandPresent»,cit.,p.10.44
Roundtable on Eric Hobsbawm’s Legacy, in «Labour History Review», 2013/3, pp. 351-371; Eric45
Hobsbawm:inMemoriam, in«Interna?onalLabourandWorkingClassHistory»,2013/83,pp.5-20;M.Nani, ‘Le classi lavoratrici come tali’. Eric Hobsbawm e i mondi del lavoro, in P. Capuzzo (a cura di),Percorsi della storiografia di Eric J. Hobsbawm, «Contemporanea», 2015/2, pp. 289-296 (il saggioriprende l’intervento tenuto nel corso del seminario veneziano già citato in onore di Hobsbawm, 9maggio2013).
ÈilcasoadesempiodelconvegnointernazionaleEricHobsbawmelaformazionedelmondomoderno,46
organizzato dall’Is?tuto Gramsci in collaborazione con il Dipar?mento di Scienze Storiche Filosofico-SocialideiBeniCulturaliedelTerritoriodell’UniversitàdiRomaTorVergata(29novembre2013,Roma).In par?colare si veda l’intervento di A.M. Rao,Transizioni. Hobsbawmnellamodernis1ca italiana, in«StudiStorici»,2013/4,pp.761-790.
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Introduzione
tema .OggeIodistudiosonoanchesta?isuoistudisulleclassisubalterne,dicuisi47
sonoindividua?ilimi?,dovu?–comeeragiàstatosoIolineatodaRanajitGuha –48
all’eurocentrismo dello storicismo marxista . Tema di discussione è stata anche49
l’interpretazione avanzata da Hobsbawm sul XX secolo . Il maggiore tenta?vo di50
ragionaresui lasci?della suaproduzioneè stato faIopresso laSenateHousedella
UniversityofLondon,dovetraaprileemaggio2014si riunirono, inunaconferenza
organizzatadalBirkbeckCollegeeda«PastandPresent»,storicidituIelamaggiori
universitàmondialiperdiscuteredelletraieIoriedellacontemporaneastoriografia,o
meglio–comediceva il?tolodell’evento–diHistoryaferHobsbawm .L’obiesvo51
degli organizzatori eraquello infasdi ragionare sul futurodelladisciplina storicaa
par?redallafiguraedallaoperadiungrandestorico.SuddivisiinquaIordicisessioni
parallele, i lavorisifocalizzaronosull’esamedeiprincipalitemiconcuiHobsbawmsi
era confrontato. Sanjay Subrahmanyan, Geoffrey Parker e John EllioI parlarono di
TheCrisisof the17thCentury; LucyRial, François Jarrigee IlariaFavreIodiProtest
andRebels inModern Times; tra gli altriMaya Jasannof diBritain, Empire, Europe.
Paulo Drinot parlò dell’America La?na, nella sessione ad essa in?tolata, come
dell’«Eric Hobsbawm’s Laboratory of Historical Change». Si discusse di Stories of
FamilyandClassinModernBritain,diGlobalEnvironmentalHistory,diResistancein
the Colony and in theMetropole;diMarxismand Post-Marxism.E ancora vennero
affronta? temi come il capitalismo, la classe, l’invenzione della tradizione, il
nazionalismo, la storia economica e la cultura materiale. Le conferenze plenarie
vertevano suMarxism; World Histories; Gendering Property, Racing Accumula1on.
Nelcorsodellaquartaconferenzaci fuun’esecuzionemusicale jazz, riferimentoalla
passione di Hobsbawm per questo genere musicale a cui aveva dedicato anche
numeroserecensionieunostudiodistoriasociale .I?tolida?allediversesessioni52
delconvegnobeneres?tuisconol’ampiezzadellospeIrodiindaginediHobsbawme
F.Gironda,Eric J. Hobsbawme la storiografia su nazione e nazionalismo, in P. Capuzzo (a cura di),47
PercorsidellastoriografiadiEricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2,pp. 297-302;F.Tuccari,‘Un1cnervosodel capitalismo’. Ilnazionalismonell'analisidiEric J.Hobsbawm, in L.Bonanate (a curadi)Giornata di studio in ricordo di Eric John Ernest Hobsbawm, «Quaderni», Accademia delle scienze diTorino,2015/22,pp.17-56.
RanajitGuha,riconoscendoaHobsbawm«agreatdeal»perilsuopionieris?colavoro,soIolineòallo48
stessotempocomeilsuomaterialed’analisifosselimitatamenteeuropeo:R.Guha,ElementaryAspectsofPesantInsurgencyinColonialIndia,DukeUniversityPress1999,pp.5-6.
P.Capuzzo,EricHobsbawmstoricodelleclassisubalterne,inId.(acuradi),Percorsidellastoriografiadi49
EricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2,pp.302-310.
F.Traniello,Ilruolodel‘fascismo’edell’‘an1fascismo’nelSecolobreve,inivi.,pp.310-317;Id.,Quello50
chec’èequellochemancanel‘Secolobreve’,inL.Bonanate(acuradi),GiornatadistudioinricordodiEricJohnErnestHobsbawm,cit.,pp.57-67.
Sonoincorsodipreparazionegliasdelconvegno,lacuipubblicazioneèprevistaperlafinedel2017.51
J.H.Arnold,M.Hilton,J.Rüger,HistoryaferHobsbawm.Wri1ngthePastfortheTwenty-FirstCentury,OxfordUniversityPress.
E.Hobsbawm,Ilmondodeljazz,Ed.Riuni?,Roma1963[ed.or.1959].52
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Introduzione
fanno eco ai ?toli di molte sue opere. Si traIa di lavori che, alla loro uscita,
riceveIero innumerevoli recensioni e con?nuano a suscitare rileIure e riscoperte.
Alcuni sonodiventa?deiveriepropri classici– si ritrovano infasnelle listedeLes
«classiques»del’histoireauXX°siècle –ehannoavutodellericaduteancheesterne53
allediscussionistoriografiche.Neèunaspiailmodoincuimol??tolidellesueopere
sonodiventa?oggeIodellacosiddeIapra?cadelname-dropping,finendocioèper
circolare da soli e per essere cita? come riferimen? e allusioni a conces e
periodizzazionistoriche,spessosenzaalcunancoraggioallaleIurarealedellibro.Chi,
adesempio, non sadefinire ilNovecento come«il secolobreve»anche senza aver
leIol’operacosìin?tolatadaHobsbawm?
Non sorprende dunque che sia entrato nei libri di storia della storiografia.
Studiatoall’internodelmilieumarxistabritannicodelsecondodopoguerra,cheguidò
se non addiriIura dominò la storia sociale , a Hobsbawm, così come a Edward P.54
Thompson,GeorgeRudé,ChristopherHill,RodneyHilton,èstatoricondoIoilmerito
diaversviluppatoilconceIoelapra?cadellastoriadalbasso .GeorgG.Iggersha55
affermato che essi diedero alla storia «a human face» . Fra ques?, è riconosciuto56
come uno dei maggiori sperimentatori : con i suoi studi – ha, ad esempio,57
soIolineatoPeterBurke– fece«acuteosservazionisullaculturapopolare»findagli
anni Cinquanta e fu capace di aIuare anche un «punto di roIura rispeIo alla58
storiografiamarxistaprecedete» .Ilsuonomeèpresenteancheneimanualidistoria59
dellastoriografia,dovevienedescriIocomeunodeiprincipalipromotoridellastoria
SivedaadesempioJ.Bou?er,D.Julia,Passésrecomposés:champsetchan1ersdel’Histoire,Édi?ons53
Autrement,Parigi1995,p.334.
H.J.Kaye,TheBri1shMarxistHistorians:anIntroductoryAnalysis,PlagraveMacmillan,Londra199554
[ed.or1984];P.Schofield,HistoryandMarxism, in Id.,P.Lambert,MakingHistory:An Introduc1ontotheHistoryandPrac1cesofaDiscipline,Routledge,LondraeNewYork2004,pp.180-192.
J.Shape,Lastoriadalbasso,inP.Burke(acuradi),Lastoriografiacontemporanea,Laterza,Roma-Bari55
1993,pp.31-36(31-50).
G. G. Iggers,Marxist Historical Science from HistoricalMaterialism to Cri1cal Anthropology, in Id.,56
Historiography in the Twen1eth Century. From Scien1fic Objec1vity to the Postmodern Challenge,WesleyanUniversityPress,Middeltown1997,p.87(78-94)
C.Wasters, G. Noiriel, Is there s1ll a place for social history?, in R. Gildea, A. Simonin (a cura di),57
Wri1ngContemporaryHistory,HodderEduca?on,Londra2008,pp1-3,9-10(1-22).
P.Burke,Lastoriaculturale,IlMulino,Bologna2006,p.28.58
P.Burke,‘Nientecultura,siamoinglesi’: lastoriaculturaleinGranBretagnaprimaedopoilcultural-59
turn,inP.Poirrier(acuradi)Lastoriaculturale:unasvoltanellastoriografiamondiale?,QuiEdit,Verona2010,pp.141-142 (135-160).Si vedaanche:A.Green,CultrualHistory,PalgraveMacmillan,NewYork2008, pp. 197-109; Dworkin D., Cultural Marxism in Postwar Britain. History, the New Lef and theOrigins of Cultural Studies, DukeUniversity Press, Durhamand London 1997; P. Bounds,From folk tojazz:EricHobsbawm,Bri1shCommunismandCulturalStudies,inId.,D.Berry(acuradi),Bri1shMarxismandCulturalStudies:EssaysonaLivingTradi1on,Routledge,LondraeNewYork2016,pp.87-105.
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Introduzione
sociale e di una «storiografia scien?fica emul?disciplinare» ; Paolo Viazzo lo ha60 61
definito come«unodeipadri riconosciu?dell'antropologia storica» .Èannoverato62
traiFifyKeyThinkersonHistory .63
L’aIenzione da parte della storiografia nei confron? della produzione e della
vita di Hobsbawm è accresciuta con la sua scomparsa. Recentemente sono sta?
pubblica? alcuni studi monografici che affrontano, con modalità differen?, la sua
produzione scien?fica. AIraverso il contributo ex novo di più studiosi, è stato
indagatounfilonedellasuaproduzionestoriograficafinoratrascurato,quellosuljazz:
è statamessa in luce l’importanzacheques?suoi studiebbero sulfiniredegli anni
Cinquanta nell’apertura della prospesva culturalista . Al contrario altri volumi,64
aIraversolaraccoltadicontribu?giàedi?otenu?nelprimoanniversariodellasua
morte,omaggidi colleghi a luiuni?davincoli affesvi,di grandeammirazioneedi
vicinanzapoli?ca,o intervistedaques?faIeallostessoHobsbawm,hannoribadito
l’importanzadelsuoapportoallepra?chedellastoriasociale .Risalgonoinvecealla65
secondametà degli anni Duemila, quando egli era ancora vivo, due biografie a lui
dedicate.Laprima,pubblicatainSpagna,delineaunavelocericostruzioneperlopiù
faIualedelpercorsobiograficodellostoricoinglese:l’autriceneripercorredaunlato
imomen?chiavedellavita,seguendol’interpretazionefornitadallostessobiografato
nellesuememorie(pubblicatepocoprima),edall’altro–inmododis?ntorispeIoal
percorsobiografico–nepassainrassegnaleopere .PochiannidopoGregoryEllioI,66
leggendo il percorso intelleIuale di Hobsbawm all’interno del contesto poli?co
britannico,netracciòunabiografiaintelleIuale,focalizzandol’aIenzionedaunlato
sullaformazionestoricaesullamilitanzapoli?ca,dall’altrosualcuniaspesdellasua
riflessione storiografica matura, soffermandosi in par?colare sull’interpretazione
elaboratadaHobsbawmsulXXsecolo .67
3. Uno dei temi indaga? in queste biografie è la militanza comunista di
SivedaancheP.Sorcinelli,Ilquo1dianoeisen1men1.Viaggionellastoriasociale,Mondadori,Milano60
2002,pp.8-9,64-65.
A.D’Orsi,Piccolomanualedistoriografia,Mondadori,Milano2002,pp.110-113;A.D’Orsi,Allaricerca61
della storia. Teoria, metodo e storiografia, Paravia, Torino 1999 [prima ed. 1996]: il volume èaccompagnatodaunRegestodeglistoriciincuicompareancheunprofilobiograficodiHobsbawm.
P.P.Viazzo,Introduzioneall'antropologiastorica,Laterza,Roma-Bari2000,p.16.62
M. Hughes-Warrington, Fify Key Thinkers on History, Routledge, Londra e New York, 2015, pp.63
154-163.IlprofilodiHobsbawmerapresentefindallaprimaedizionediquestolibro(2000).
Un esempio è il libro A. Lisenmann, T. Hindrichs (a cura di) Hobsbawm, Newton und Jazz. Rum64
VerhältnisvonMusikundGeschichtsschreibung,Schöningh,Paderborn2016.
J.A.Piqueras,LaeraHobsbawmenhistoriasocial,ElColegiodelMéxico,CiIàdelMessico2016.D.65
Morgan, D. Paker, W. Thompson, Eric Hobsbawm: Socialist Historian, Socialist History OccasionalPublica1onn.36,2015.
M.Gallego,EricHobsbawmylahistoriacri1cadelSigloXX,CampodeIdeas,Madrid2005.66
G.EllioI,Hobsbawm.HistoryandPoli1cs,PlutoPress,Londra2010.67
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Introduzione
Hobsbawm. Il comunismo in effes si configura comeun tema centrale e della sua
vitaedellasuariflessionestoriografica .Hobsbawmsiavvicinòalcomunismonella68
BerlinodellaRepubblicadiWeimarormaialcollasso,enel1936aCambridgeaderìal
Par?to comunista della Gran Bretagna. A par?re dal periodo universitario e per il
resto della sua vita sperimentò una dimensione internazionale e internazionalista
della militanza: nel 1937 e nel 1939, ad esempio, collaborò all’organizzazione dei
congressidellaRassemblementMondialdesÉtudiantstenu?aParigi;duranteglianni
dellaguerrastrinserappor?conicomunis?tedeschiedaustriaciesuliinInghilterra.
Nel dopoguerra le sue amicizie francesi ruotarono all’interno degli ambien?
comunis? intelleIuali parigini; poco dopo iniziò a tessere contas con il mondo
culturaledel PCI.Dall’iniziodegli anni Sessanta frequentòpoi importan?esponen?
comunis? la?noamericani.Lasua iscrizionealCPGBnonerastataaltrodunqueche
l’adesionea«thelocalbranchofaninterna?onalmovement»;unmovimentopoli?co
epar??cocheHobsbawmmaiabbandonò,comeamavadire,«un?lthebiIerend» .69
Adifferenzadel restodegliesponen?dell’Historians’Groupof theCPGBegli infas
non lasciòmai ilpar?to.ÈquestounaspeIosucuiHobsbawmtornòmoltospesso
nel corso della sua vita. Divenuto famoso, imedia nonmancaronomai di porgli la
domanda sul perché, adifferenzadi ChristopherHill, EdwardP. Thompson,Rodney
Hilton, dei suoi colleghi cioè con cui aveva condiviso l’esperienza dell’Historians’
Groupecheavevanolasciatoilpar?tonel1956,egliinveceerarimastoesulperché
non avesse mai rinnegato l’adesione comunista. La sua autobiografia, che scrisse
all’età di 85 anni, ruota aIorno a questa domanda. La risposta che Hobsbawm vi
elaborò è questa: a differenza dei suoi compagni, egli rimase leale al movimento
comunistaperchévieraentrato inuncontestogeograficoe temporalediverso.Era
diventato comunista non da giovane britannico in Inghilterra, ma da adolescente
nellaBerlinodeiprimianniTrenta,quandoesserecomunista–disse–significavada
unlatoan?fascismoedall’altroRivoluzioned’OIobre.E,comepos?lla,feceappello
adunamo?vazionepsicologica: l’orgogliopersonaledi aver raggiunto inunmondo
aspramentean?comunistarisulta?professionalmenteal?,nonostantelasuatessera
di par?to. Questa affermazione è stata diversamente valutata. Secondo Perry
Anderson si traIa di una «plain biographical truth, well stated» ma poco70
convincenteelacunosa.AncheSilvioPonshanotatochel’autobiografiadiHobsbawm
sedaunlatoèriccadisignifica?vispun?percomprenderel’adesionealcomunismo,
E. Hobsbawm,Rivoluzionari,Einaudi, Torino 1975 [ed. or. 1972]. Nell’interpretazione del XX secolo68
fornita daHobsbawm inoltre il comunismo gioca un ruolo di primopiano. Id., Il secolo breve, Rizzoli,Milano1995,[ed.or.1994].
LecitazionisonotraIedaD.Sassoon,EricHobsbawm,cit.,pp.35,38.69
P.Anderson,TheAgeofEJH,in«LondonReviewofBooks»,3oIobre2002,pp.3-7.70
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Introduzione
dall’altro «offers very liIle evidence on the erosion of communist iden?ty» e,71
possiamoaggiungere,sullasuatrasformazionedopoil’56.
Per trovare rispostealle lacuneevidenziate, tra gli altri, daAndersonePons,
estremamente u?le risulta approcciare la vita di Hobsbawm da un punto di
osservazione italiano. Nella rappresentazione che egli elaborò di se stesso collocò
proprionel1956lasua“entrata”ufficialenelcomunismoitaliano.
Inpra?ca–scrissechiudendolesuememoriesuquell’anno–miriciclai,passandoda
militanteacompagnodistradaosimpa?zzante,operdirlainaltritermini,damembro
effesvodelpar?tocomunistabritannicodiventaiunaspeciedimembrospiritualedel
par?tocomunista italiano, cheeramoltopiùconsonoallamia ideadi comunismo. (I
comunis?italianicontraccambiaronolemiesimpa?e) .72
Questacitazionepuòdasolaan?cipareilmo?vopercuisiproponeinquestasededi
guardareallavitadiHobsbawmaIraversoun’angolazioneitaliana.SitraIad’altronde
diunvincolo,quellocon l’Italia,cheèstatorimarcatocomediestrema importanza
anchedaisuoibiografinonsoloperlasuanaturapoli?ca,perilfascinoesercitatosu
diluidaites?diGramsciodall’eurocomunismo,maancheperglistudicheeglifecein
Italia o sollecitato da leIure italiane . Alcuni scris inmorte di Hobsbawm hanno73
rimarcatoques?aspes,ricordandoanchecomed’altrocantolastoriografiaitaliana
sia stata da lui influenzata . Nonostante ciò è un aspeIo che spesso è rimasto74
nell’ombra: Aldo Agos?, recensendo l’autobiografia di Hobsbawm, ha ad esempio
lamentato il faIo che l’autore poco avesse indugiato «sulla natura di questa
consonanza»,dicuisisarebbevolutosaperedipiù .75
4.Macomescrivereoggiunabiografia?Eperchéuna«biografiaitaliana»diunuomo
inglese?
Ilgenerebiograficoèstatovissutoafasialterneconunacertaambivalenzada
S. Pons, History as Autobiography. Communism in EJH’s “Short Century”, in « Journal of Modern71
EuropeanHistory»,2013/4,p.416(410-416).
E. Hobsbawm, Anni interessan1. Autobiografia a.raverso la storia, Rizzoli, Milano 2002 [ed. or.72
Interes1ngTimes:ATwen1eth-CenturyLife,2002],p.241(citodall’edizione20133).
G. EllioI, Hobsbawm. History and Poli1cs, Pluto Press, London 2010, pp. 63-65; M. Gallego, Eric73
Hobsbawm y la historia cri1ca del Siglo XX, Campo de Ideas, Madrid, 2005, p. 30; D. Sassoon, EricHobsbawm (1917-2012), in «New Leâ Review», cit., p. 38; A. Agos?, Eric Hobsbawm. Un amico, unmaestro,cit.
A. Agos?, Il test di una vita, Il test di una vita: profilo di Eric Hobsbawm, in «Passato e Presente»,74
2011/82,pp.115-140;A.M.Rao,Transizioni.Hobsbawmnellamodernis1caitaliana,cit.;sivedaancheE. Menduri, Fra storia sociale e storia della società: Eric Hobsbawm, in «Studi storici», 1973/3, pp.681-698.
A. Agos?, Eric Hobsbawm. Anni interessan1. Autobiografia di uno storico, in G. Turi (a cura di),75
Autobiografie,in«PassatoaPresente»,2005/65pp.151-152.
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Introduzione
parte della storiografia, che ha oscillato tra il suo riconoscimento come forma
storiografica legisma e un profondo scescismo, emerso sopraIuIo nel corso
dell’OIocento,neiconfron?dellesuecapacitàdi formulareun’analisisofis?catadel
passato . Sulla spinta della riscoperta della biografia da parte delle esperienze76
storiografiche “dal basso”, negli anni SeIanta e OIanta dello scorso secolo si è
sviluppataunadensariflessionesulmetodobiografico.JacquesLeGoff,adesempio,
haespressofor?perplessitàneiconfron?delritornoadunabiografia«tradi?onnelle
superficielle, anecdo?que, platement chronologique, sacrifiant à une psychologie
désuète, incapable de montrer la significa?on historique générale d’une vie
individuelle» . Lo stesso Hobsbawm ha rifleIuto sui rischi di un ritorno alla77
storiografia narra?va . Pierre Bourdieu parlando di «illusion biographique» ha78
richiamato il rischio corsodalle scienze socialidipensareepresentare la vitadiun
individuocomeunprogeIocoerente, razionaleeunidirezionale;di ritornareauna
storia cronologica, non problema?ca . Giovanni Levi, in un ar?colo apparso in79
apertura a un numero delle «Annales» dedicato alle metodologie di ricerca nelle
scienze sociali, è tornato sul tema, soIolineando la necessità di riservare una
specificaaIenzionearilevan?ques?onichepongonolabiografiaalcroceviadiuna
seriedi relazioni: tra individuoe gruppo, tranormaepra?che, tradeterminismoe
libertà, nodi invece spesso trascura? . Il ricorso allabiografiaè statodunque visto80
dallamaggiorpartedeisuoicri?cicomeuncedimentointelleIualeadunostrumento
eccessivamentemodesto, con funzionimeramente sugges?ve o illustra?ve, se non
addiriIuraillusorie,difficilmenteanali?che.
Il sospeIo nei confron? della biografia è stato par?colarmente vivo nella
storiografia accademica italiana che, a differenza di quella anglo-sassone, l’ha
tradizionalmente considerata preroga?va della scriIura giornalis?ca, poco adaIa a
una declinazione storiografica . Non che siano mancate le biografie, sopraIuIo81
grazieallamicrostoria,masoloconilnuovomillenniotalediffidenza,erededaunlato
dello storicismo idealista e dall’altro dell’avversione marxista verso un approccio
storiografico formulato aIraverso vite di grandi uomini ma anche di individui
S.Loriga,Labiografiacomeproblema,inJ.Revel(acuradi),Giochidiscala.Lamicrostoriaallaprova76
dell’esperienza, Viella Ed., Roma2006, pp. 201-226; A.Momigliano, Lo sviluppo della biografia greca,Einaudi,Torino1974,pp.3-9.
J.LeGoff,Commentécrireunebiographiehistoriqueaujourd’hui?,in«Débat»,1989/54,p.49(48-52).77
E.Hobsbawm,TheRevivalofNarra1ve:SomeComments,in«PastandPresent»,1980/86,pp.3-8;ora78
conil?toloLarinascitadelracconto,inId.,Dehistoria,Rizzoli,Milano1997,[ed.or.1997],pp.220-226.
P. Bourdieu, L’illusion biographique, in «Actes de la recherche en sciences sociales», 1986/62, pp.79
69-72.
G. Levi, Les usages de la biographique, in «Annales. Histoire, Sciences Sociales», 1989/6, pp.80
1325-1336.
DonaldSassoonosservaperesempiochel’artedellabiografia«doesnotbloominItalythewayitdoes81
inAnglo-Saxonworld».D. Sassoon,Foreword, inA.Agos?,Palmiro TogliaÅ.ABiography, I. B. Tauris,London2008,p.XI.
�19
Introduzione
comuni ,halasciatospazioadunorientamentosemprepiùaIentoversolabiografia82
da parte della storiografia accademica italiana .Nell’ul?modecennio, ad esempio,83
numerosiprofilibiograficidiuominipoli?ci,inpar?colaredicomunis?,odiuominidi
cultura tra i quali anche storici, sono al centro della produzione e dell’editoria
accademicaitaliana .84
Gli interroga?vi sui caraIeri e sulla specificità del genere biografico hanno
accompagnatoquesta ricerca. Come ci si deve approcciareoggi alla biografia in un
lavoro che vuole essere a tus gli effes storiografico? Ricostruire la vita di un
individuoènecessariamente soloaneddo?caopuò inveceaiutareadanalizzareun
periodostorico?FaIotesorodellecri?cheemerseneglianni‘80,ilmioragionamento
è stato rinforzato dalle posizioni e dai risulta? che la storiografia internazionale ha
recentemente raggiunto nel ritornare alla biografia come metodo di analisi
storiografica.DavidNasawm,traendolesommediunatavolarotondasubiografiae
storia,harimarcatocheilfascinodiquestogenereperglistoricidelXXIsecolostanel
faIo che«it allows, evenencourages,us tomovebeyond the stricturesof iden?ty
poli?cswithouthaving toabandon itsever-expandingandoâenusefulcategories»,
permeIendocidunquedipenetrarelaformulazioneelariformulazionediiden?tàe
categorie. Ma non solo: «it offers – ha suggerito – a way of transcending the
theore?caldividebetweenempiricistsocialhistoryandlinguis?c-turnculturalhistory
without sacrificing the methodological or epistemological gains of either» . In85
occasione di un dibasto sulla biografia in ambito storiografico promosso da
«Contemporanea»,sintomodelrinnovatointeresseitalianoversotalegenere,Regina
Pozzihaasseritocheilsensodellabiografiadevegiocarsinellospaziodelle«infinite
interrelazionichecorronotraunindividuoelarealtàincuivive» .Studiarelavitadi86
alcuni individui si è inoltre recentemente rivelato un mezzo par?colarmente
appropriatoperinterrogarsisullaagencystorica,rendendocosìpossibileunamigliore
comprensione dei ruoli sociali, e anche sulle re? sociali in par?colare in contes?
B.Caine,BiographyandHistory,PalgraveMcMillan,NewYork2010,pp.17-19.82
A.Agos?,Prefazione,inA.Höebel,LuigiLongo,unavitapar1giana(1900-1945),Carrocci,Roma2013,83
pp.13-19.
Per il primo caso si possono citare, a ?tolo d’esempio, A. Casellato,Giuseppe Gaddi: storia di un84
rivoluzionario disciplinato,Cierre, Sommacampagna 2004; A. Höebel, Luigi Longo, una vita par1giana(1900-1945), Carrocci, Roma 2013; M. Albeltaro, Le rivoluzioni non cadono dal cielo. Vita di PietroSecchia, Laterza, Roma-Bari 2014. Per il secondo caso esemplifica?vo è il modo in cui un’is?tuzioneculturalequalelafondazioneGianGiacomoFeltrinellidiMilanoabbiarecentementedecisodiricostruirela propria storia non solo ricorrendo alla storia delle idee o alla storia delle struIure, ma ancheaIraversounaseriediprofilibiograficidegliuomini(conun’intervistaaunadonna)chelaidearonoevilavorarono:G.Berta,G.Bigas(acuradi),LaBiblioteca Is1tutoFeltrinelli.Proge.oestoria, in«AnnalidellaFondazioneFeltrinelli»,2016/50.
D.Nasaw,Historians andBiography.AHRRoundtable. Introduc1on, in «AmericaHistorical Review»,85
2009/3,pp.576-577(573-578).
R.Pozzi,Genereminoreo impresadamaestri?, inC.Cassina,F.Traniello(acuradi)Labiografia:un86
generestoriograficointrasformazione,«Contemporanea»,1999/2,pp.289-294.
�20
Introduzione
geograficiampi,nonsoloeurocentrici .Èallalucediquestobagagliodiriflessionie87
inpar?colarediquest’ul?moaspeIo,dellacapacitàcioèdellabiografiadiricostruire
la dimensione concreta di ampie interazioni, di pra?che di saperi e di iden?tà
mutevoli,chesimuovequestaricerca.
NatoadAlessandriad’EgiIonel1917daunagiovanedonnaaustriacadibuona
famiglia ebraica e da un impiegato in una compagnia commerciale britannica,
Hobsbawmtrascorsel’infanzianellaViennapostbellica.Nel1931,rimastoorfano,si
trasferìassiemeallasorelladagli ziiaBerlino.Dueannidopo,acausadell’ascesaal
potere di Hitler, migrò in Inghilterra dove il nonno paterno, un ar?giano ebanista
ebreo, eraarrivatonella secondametàdell’OIocentodallaPolonia russa.Apar?re
dalla militanza comunista degli anni universitari a Cambridge, dalle frequentazioni
es?veallaLondonSchoolofEconomicseancordipiùdallafinedelsecondoconfliIo
mondiale, Hobsbawm fu in grado di col?vare una rete di amicizie e di relazioni
intelleIuali,professionaliepoli?chediportataeuropeaepoimondiale, incui forte
ruolofusvoltoanchedall’iden?tàculturaleebraica.Questaampiezzadegliorizzon?
geograficisirifleIe–comegiàaccennato–,assiemeaunlargorespirocronologico,
anche nella sua produzione storiografica. Un percorso biografico di tale portata,
caraIerizzato cioè da una con?nua mobilità e da uno spiccato cosmopoli?smo,
richiedeunoschemadianalisicapacedioltrepassaregli«stecca?convenzionalieres
dalcanonenazionale» :difficilerisulterebbeinterpretarelafiguradiHobsbawmalla88
luce di dis?n? spazi nazionali. Anzi, il suo i?nerario internazionale sollecita una
prospesvaanali?cachemeIaindiscussioneilconceIostessodinazione.Comeha
notatoAnnLauraStoler,«researchthatbeginswithpeople’smovementsratherthan
fixed poli?es opens upmore organic histories that are not compelled by originally
narra?ves designed to show the ‘natural’ theology by […] na?ons» . Questa89
osservazionerisultapar?colarmenteadaIanelcasodiHobsbawmnonsoloperisuoi
con?nui e diffusi spostamen?, ma anche per la sua ferma appartenenza al
comunismo,aunmovimentocioèchericonobbenelladimensione internazionalista
una componente fondante, da lui vissuta come un elemento decisivo (assieme
all’an?fascismo) della propria militanza poli?ca. E anche della sua riflessione
storiografica: a par?re da questa ispirazione internazionalista, come si è visto,
Hobsbawmaffrontòlostudio,persmontarnelastruIura,delconceIodiiden?tàedi
Adesempio:N.ZemonDavis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,Laterza,Roma-Bari2008;D.Lamberte87
A.Leser(acuradi),ColonialLivesAcrosstheBri1shEmpire: ImperialCareeringintheLongNineteenthCentury,CambridgeUniversityPress,Cambridge2006;S.Subrahmanyam,Mondiconnessi,Lastoriaoltrel’eurocentrismo(secoliXVI-XVIII),Carrocci2014,pp.167-220.
G. Marocci, Gli intrecci della storia. La modernità globale di Sanjay Subrahmanyam, in S.88
Subrahmanyam,Mondiconnessi,cit.,p.10(9-22).
A. L. Stoler, Tense and tender 1es: the poli1cs of comparison in North American history and (post)89
colonialstudies,in«TheJournalofAmericanHistory»,2001/3,p.852(829-865).
�21
Introduzione
mi?nazionali .90
Mi è sembrato dunque appropriato collocare l’i?nerario personale di
Hobsbawm in un orizzonte ampio, non nazionale, in modo da coglierne gli
spostamen?all’internoeall’esterno–senzasoluzionedicon?nuità–deisingoliPaesi
da lui frequenta?. In altre parole unmodo adeguato aIraverso il quale cogliere le
peculiarità del percorso individuale di Hobsbawm risulta, pur tenendo conto delle
cri?che che le vengonomosse , quello della prospesva transazionale : solo così91 92
diventa possibile cogliere la complessità e la ricchezza delle connessioni, delle
relazioniedei reciprociflussiepercezioni, aIraversoeoltre le fron?eredei singoli
sta?daluifrequenta?,traHobsbawmeisuoiinterlocutoriinternazionali,difficilida
cogliereinveceseapproccia?inmodoisolato.
QuestaricercaprendeinanalisiicontastraHobsbawmeundeterminatopaese.
La scelta di analizzare i collegamen? internazionali di Hobsbawm focalizzando
l’aIenzionesuunloropar?colarespaccato,sullegamecioètraHobsbawmel’Italia,
rispondeall’impiantometodologicotransnazionale?OèpiuIostounasuanegazione,
unacon?nuitàdiragionamentointerministoriograficinazionali?Èpossibile inaltre
E.HobsbawmeT.Ranger(acuradi),L’invenzionedellatradizione,Einaudi,Torino1987[ed.or.1983];90
E.Hobsbawm,Nazionienazionalismo,Einaudi,Torino1991[ed.or.1990].
In occasione, ad esempio, del panel Re1 e saperi transnazionali fra l’Europa, gli Sta1 Uni1 e il91
Mediterraneo (anni ’30-’50): ques1onimetodologiche e prospeÅve di ricerca, tenuto durante l’oIavaedizione dei Can?eri di Storia (Viterbo, 14 seIembre 2015), è stata messa in discussione la realeinnovazione e l’u?lità del metodo transnazionale rela?vamente alla ricostruzione di re? e di saperiintelleIualiinternazionali.Atalicri?cheèstatoribaditochel’u?litàdeglistrumen?anali?cipropridellaprospesvatransnazionaleconsistenellacapacitàdivalorizzareglieffesprodosdai“transfers”culturaliedalla“crossfer?liza?on”(sivedanoinpar?colareipapersdiFédericAIaleValeriaGalimi).Èall’internodi questa seconda strada che ho posto il mio lavoro. Per il potenziale offerto da un approcciotransnazionale e comparato allo studio della vita di intelleIuali si veda ancheM. G. Ash, A. Söllner,ForcedMigra1on and Scien1fic Change. Emigre German-Speaking Scien?sts and Scholars aâer 1993,CambridgeUniversityPress,Cambridge1986,pp.1-19;R.Camurri,Introduzione,inG.Salvemini,Le.ereamericane,1927-1949,acuradiR.Camurri,Donzelli,Roma2015,p.XXXIV.
P.Y.Saunier,Transna1onalhistory,PalgraveMacmillan,NewYork2013,pp.1-21;A.Curthoys,M.Lake,92
Introduc1on,inId.,ConnectedWorlds.HistoryinTransna1onalPerspec1ves,ANUPress,Canberra2005,pp.5-20.Perl’u?litàdiunapprocciotransnazionaleincontestobiograficosivedaP.Brunello,Lafamigliaveneziana di Émile Zola, in «storiAmestre», 8 giugno 2014, <hIp://storiamestre.it/2014/06/famigliavenezianadiemilezola/>.Ampiamente u?lizzato negli studi antropologici e storici rela?vi ai processi migratori (Per unapanoramica sull’uso della prospesva storiografica transnazionale in ricerche rela?ve a fenomenimigratori si vedaD. Romeo, L’evoluzione del dibaÅto storiografico in temadi immigrazione: verso unparadigma transnazionale, in «Altreitalie», 2001/23; <hIp://www.altreitalie.it/Pubblicazioni/Rivista/N u m e r i _ A r r e t r a ? / N _ 2 3 / S a g g i /LEvoluzione_Del_Dibasto_Storiografico_In_Tema_Di_Immigrazione_Verso_Un_Paradigma_Transnazionale.kl>), il conceIo di transnazionalità assume complesse connotazioni a secondadell’interpretazione del soIostante conceIo di nazione, associato a quello di nazionalismo, na1on-building e stato-nazione. Benedict Anderson ha ad esempio definito la nazione come una «comunitàpoli?ca immaginata», evidenziandone il progeIo nazionalista alla sua base (B. Anderson, Comunitàimmaginate: origini e diffusione dei nazionalismi, Manifestolibri, Roma 1996). Dall’altro lato iltransnazionalismo è stato definito anche come una forma di nazionalismo border-crossing (AA. VV.,Na1onsUnbound:TransnazionalProject,PostcolonialPredicamentsandDeterritorializedNa1on-States,GordonandBreach, LanghornePA,1994).Nel casodiquesta ricerca, transnazionalismovuole riferirsipiuIosto alla tendenza di Hobsbawm a espandere le sue re? di relazioni e di ricerca oltre i confininazionali.
�22
Introduzione
parole res?tuire l’ampiezza di respiro e di azione di Hobsbawm analizzandola
dall’angolazione italiana? A queste domande, che hanno percorso il mio lavoro
meIendolo indiscussione,credodipoterdareunarispostaafferma?vagiovandomi
diunaproposta–quelladi «microstoriatranslocale»–recentementeintrodoIanel
dibastostoriografico internazionaleecercandodi faremiei iconcesegli impian?
metodologicicheessaimplica.
Lamia ricerca non si struIura secondo una linea bidirezionale Hobsbawm-Italia e,
viceversa, Italia-Hobsbawm.PiuIosto, secondo ilmetodoe il linguaggiodellasocial
network analysis, guarda a Hobsbawm come al nodo primario di una rete
egocentrata . Studiando l’intensità e la densità dei legami che unirono lo storico93
inglese a sogges e a luoghi italiani si può vedere come ques? legami non furono
immedia?,bensìsollecita?ofacilita?damediatorichespessononeranosoloinglesi
o italiani,machesimuovevanoessi stessi inunospaziosovranazionaleocondegli
obiesvi internazionali.Esipuòulteriormentevederechesi traIònontantodiuna
solarete,madipiù«cerchisociali» –alcuicentrorimanesempreHobsbawm–tra94
lorospessointerseca?,cherispecchianolegamididiversanatura:poli?ci,diamicizia,
trastorici,trastoricimarxis?,editoriali.
Hobsbawm ha più volte ricordato che a introdurlo negli ambien? italiani fu
Piero Sraffa, un economista torinese che dal 1927 si trovava all’università di
Cambridge.DalledeIagliateagendediSraffaèpossibilededurreche i suoi incontri
con Hobsbawm avvenissero spesso in compagnia di Maurice Dobb, amico e
collaboratorediSraffa(introdoIoanch’eglidaquest’ul?monegliambien?editorialie
comunis?italiani)emembroassiemeadHobsbawmdelHistorians’GroupdelCPGB.
Il contaIo non solo accademico ma anche di sintonia poli?ca tra Sraffa, Dobb e
Hobsbawmaprìaquest’ul?mo laportadell’Is?tutoGramsci romano. Iprimi legami
italiani di Hobsbawm nacquero dunque a par?re da una comune appartenenza
poli?ca.Siconnotaronodasubitoperòanchecomescambi intelleIuali, sopraIuIo
tra storici marxis?. Il primo vincolo che egli strinse in Italia e che si rivelò poi di
grande importanza, fu quello con Delio Can?mori. AIraverso la mediazione dello
storicoamericanoSamuelBernsteinedellaoxfordianaBarlylSmalley,Hobsbawmnel
1951 contaIò Can?mori col fine di chiederne la collaborazione per «Past and
Present», e per coinvolgere storici marxis? italiani in discussioni storiografiche
europee. Amici e interlocutori di una vita, come per esempio Corrado Vivan? e
RuggieroRomano,venneroinoltreavvicina?daHobsbawminuncontestoparigino,in
occasione cioè dei seminari dires da Fernand Braudel presso l’École de Hautes
F.Piselli(acuradi),Re1.L’analisidinetworknellescienzesociali,Donzelli,Roma2011[ed.or.1995].93
E.Pozzi,Testoegeneredelmetodobiografico, inM.I.Macio?(acuradi)Biografia,storiaesocietà.94
L’usodellesingolevitenellescienzesociali,Liguori,Napoli1985,pp.73-83.
�23
Introduzione
Études en Sciences Sociales . Ebbe poi occasione di incontrare ed entrare in95
confidenzaconGiulioEinaudinelcorsodiuncongressonel1968incuisiradunarono
aL’AvanacinquecentointelleIualidellasinistrainternazionale.Manonsolo.InItalia
lo storico inglese fu coinvolto in proges culturali che lo posero al centro, per
diventarnecoordinatore,diunarete intelleIualeeuropea.Èquantoaccaddecon la
Storia del marxismo, un progeIo ambizioso in linea con la poli?ca einaudiana di
grandi opere di cui Hobsbawm assunse la direzione all’inizio degli anni SeIanta
accantoadErnestoRagionieri,FranzMarekeGeorgeHaupt.
Ques? esempi mostrano come l’Italia, pur restando un osservatorio
necessariamenteparziale,siriveliuncontestoefficaceperpenetrareleconnessionie
ricostruire le re? e le dinamiche di relazione (non solo streIamente italiane ma
internazionali) in cui la vita di Hobsbawm era inserita e di cui era intessuta. Un
contestochemisonopropostadiguardarecomeunospazioaperto,comeuna«zona
dicontaIo»tramoltealtreeconquestealtre,asuavolta,incontaIo.U?leinquesto
senso ho trovato la proposta avanzata recentemente da Chris?an G. De Vito di
«superareunaconcezionechiusadellaspazialitàecontemporaneamentegiungeread
una visione ar?colata del ‘globale’» aIraverso il conceIo di «translocalità» e di
«microstoriatranslocale» ;diunamicrostoriasensibilecioèallaspazialità,valeadire96
capace di «studiare in modo integrato i legami di breve, media e lunga distanza,
all’internooaIraversoiconfinipoli?ci,amministra?vi,linguis?cieculturali».SitraIa
di un approccio che ho trovato convincente anche perché consente di «meIere in
discussione la separazione traglobalee localeaIraversoun’analisideIagliatadelle
relazioni tra si? e tra (gruppi di) individui». In questo modo sono stata spinta a
guardare più in deIaglio i luoghi specifici delle connessioni di Hobsbawm in Italia:
nonhoquindiguardatoall’ItaliacomeaunbloccocompaIo,mapiuIostohocercato
diindividuareidiversicentriitalianiconcuiHobsbawmentròinrelazionepercogliere
laselesvitàdeisuoiscambi.DeVitohadapocoprecisatoassiemeadAnneGerritsen
lepotenzialitàdiunatalepropostaaffermando«thataresearchstrategy ispossible
that exceeds the local boundaries by closely ‘following the traces’, connec?ng
mul?plecontextsbyexploringthecircula?onofindividuals,objectsandideas» .Un97
taleimpiantomihadunquepermessodi«seguireletracce»italianediHobsbawmda
un lato aIraversoun approcciomicrostorico combinatodall’altro aunaprospesva
globale, dove ho inteso «globale» come «metodo» (e non come «scala»). Nel
C.Vivan?,LagenerositàdiRuggieroRomano, inPauloBusdeLima (a curadi),RuggieroRomano,95
ScuolaSuperioredistudistoricidiSanMarino,SanMarino,2014,p.189.
C.G.DeVivo,Versounamicrostoriatranslocale.(Micro-spa1alhistory),in«Quadernistorici»,2015/3,96
pp.815-833;lecitazionisuccessivesonotraIedap.821.
C.DeVito,A.Gerritsen,Micro-Spa1alHistoriesofLabour:TowardsaNewGlobalHistory,inid.(acura97
di),Micro-Spa1alHistoriesofGlobalLabour,PalgraveMacmillan,diprossimapubblicazione(seIembre2017).
�24
Introduzione
tenta?vo di coniugare queste due prospesve,mi sono in altre parole proposta di
lavorareallastoriadivitadiHobsbawmcomeuna«microstoriaglobale» .98
Hobsbawm,comegiàdeIo,siavvicinòalcomunismoduranteglianniberlinesi,
aderìalCPGBnel1936edivenneunprofondoammiratoredelPCIdallasecondametà
degli anni Cinquanta . Il legame che ebbe con l’Italia avvenne dunque anche e99
sopraIuIoaIraversoilcomunismo.Lavorareauna«biografiaitaliana»diHobsbawm
nonsignificasoloricostruirere?escambi internazionalidiunélite intelleIuale,ma
richiededi ragionareallo stesso temposull’iden?tàcomunistadello storico inglese,
per domandarsi se e quali trasformazioni essa abbia subito nell’incontro con il
comunismo italiano. Nell’impostare questo aspeIo della ricerca, ho cercato non
tantodiricostruireilbackgroundpoli?coingleseel’ambientecomunistadiadozione,
ma di immaginare lo storico inglese come un soggeIo «liminare», un aIore di
connessioni e in movimento tra queste due tradizioni comuniste. Evitare di100
ragionare in termini schema?camente compara?vi e immaginarmi Hobsbawm101
come un soggeIo ibrido , in movimento tra due par??, credo compor? due102
vantaggi.Aiutaaindividuaremeglioalcuniaspesdelleduestesserealtàcomuniste–
scorgendonedifferenze,parallelismi,ibridazioni –eallostessotempopermeIedi103
superarealcunecri?chemossealgenerebiograficodallastoriografiadeglianni ’80.
PermeIecioèdaunlatodinonridurrelasuaindividualitàadunaeccessivaaderenza
algruppopoli?co(néquellodioriginenéquellodiadozione)edall’altropermeIedi
noncadereinunaricostruzionelineareecoerentedellasuaesperienzapoli?ca,maal
contrario di evidenziarne le incertezze e le contraddizioni. Seguire il modo in cui
Hobsbawm,iscriIoalCPGBeasvomembrodelGruppodeglistoricidiquelpar?to,
entrò in sintonia con il movimento comunista italiano o meglio con i ver?ci del
F. Trivellato, Is There a Future for ItalianMicrohistory in the Age of Global History?, in «California98
ItalianStudies»,2011/2,<hIp://escholarship.org/uc/item/0z94n9hq#page-1>.Ladefinizionedi«globalmicrohistory»èstataintrodoIadaFrancescaTrivellatoperdefinirelaricostruzionedi«globallives»,diquelle vite di individui cioè «who emoby geographical and cultural disloca?on» che rappresentano ilterreno maggiormente fer?le per una integrazione tra i due piani, quello locale e quello globale, dianalisi.
DonaldSassoonhaaffermatocheHobsbawmriconoscevanelPCI l’unicopar?tocomunistaalquale99
avrebbeaderitosenzariserve.Tes?monianzaoralediD.Sassoonall’autrice,Londra17dicembre2014.
Riprendo qui i conces di “connected histories” formulato da Subrahmanyam, come quello di100
“histoirecroisée”coniatodaWernereZimmermann.
Per un’analisi delle cri?che avanzate verso i limi? del metodo compara?vo ho trovato u?le H.G.101
Haupt,Compara1veHistory:aContestedMethod,in«BuildingthePast.OnlinePaper»,papern.2.(s.d.),<hIp://virgo.unive.it/eurodoct/ed/index.php?op?on=com_content&view=category&id=49&Itemid=77>,pp.1-15.
Suibridismoeconcezioneinbetweentraduemondisiveda:A.Malena,IdemonidiAlvisa.Ilracconto102
autobiograficodiAlvisaZambellialiasLeaGaon,inLafededegliitaliani.PerAdrianoProsperi,I,acuradiG.Dall’Olio,A.Malena,P.Scaramella,EdizionidellaNormale,Pisa2011,pp.383-402.
M. Espagne,Comparaison and Transfer: A Ques1on ofMethod, inM.Middell, L. Roura i Aulinas,103
Transna1onal Challengers to Na1onal HistoryWri1ng,PalsgraveMacmillan, New York e Londra 2015[2013]pp.36-53.
�25
Introduzione
seIore culturale del PCI, permeIe in altre parole di cogliere conmaggiore facilità
quelli che Edward P. Thompson ha chiamato i «nodi confliIuali» dell’esperienza
poli?cadiunindividuo,inmododailluminare–sempreconleparolediThompson–
«il suoaIeggiamentoe ilmodo in cui la suamente si confronta con ilmondo» .104
Credo anche compor? una riflessione su ciò che recentemente Giovanni Levi ha
individuatocomeil«sensopluraledell’in?mità»diunindividuo ,cogliendoidiversi105
livelli di iden?ficazione di Hobsbawm. Guardare a Hobsbawm come a un aIore in
movimento tra comunismo britannico e comunismo italiano può aiutare in
conclusionenonsoloaconfrontareleduerealtàdaluifrequentate,masopraIuIoa
trovaremaggiori risposte alle lacune evidenziate, tra gli altri, da Anderson e Pons
sullasuaiden?tàpoli?caesullanaturadellasuavicinanzaalPCI.Macome?Edward
H.Carr,all’iniziodeglianniSessanta,avverïdell’u?litàdipar?redallabiografiadello
storicoprimadileggerneilibri:«[p]rimadistudiareifas–disse–bisognastudiarelo
storico che li espone» . Pur tenendo fermo questo consiglio, ho pensato fosse106
opportuno fare mio anche l’insegnamento di Natalie Zemon Davis che nel
ripercorrerelavitadial-Hasanal-Wazzan,unintelleIualedelXVIsecolo,habasatoil
suostudiosull’analisideisuoiscriscercandodicogliereinloroenellinguaggiousato
lestrategieelamentalitàdell’autore .107
5. Quest’approccioalla vitadiHobsbawmaIraverso i suoi libri è solounadelle
direIriciaIraversocuihocercatodiinseguirelesuetracce;laricercasibasainfassu
fon?inlargamisuraarchivis?che.«Nelcasocifosseroaltrefon?storichedisponibili
oltre ai miei ricordi, a quale conclusione potrebbe giungere uno storico – senza
pregiudizi che derivano da un coinvolgimento personale nei fas – […]?» . Così108
Hobsbawm,nellesuememorie,ragionavasullesceltecheluiventennesieratrovato
acompiere.Adieciannidaquelleriflessioni,Hobsbawmmoriva.Dilìabreve,lasua
famigliadecisedidonarealModernRecordsCentredell’UniversitàdiWarwickilsuo
archivio privato; quasi contemporaneamente furono resi accessibili altri documen?
che is?tuzioni inglesi di diverso ordine e di diversa natura, come l’Università di
CambridgeoiServiziSegre?britannici,avevanocreatonegliannisudilui.Apar?re
dal2014sièquindiapertalapossibilitàdirispondere(oquantomenoprovareafarlo)
E.P.Thompson,ApocalisseeRivoluzione.WilliamBlakeelaleggemorale,Cor?naEd.,Milano1993104
[ed.or.1993],p.11.
G. Levi, In1mité marrane, in «Penser/Rêver», 2014/25, pp. 103-113; tr. it. in «storiAmestre», 31105
dicembre2015,<hIp://storiamestre.it/2015/12/in?mita-marrana/>.
«Primadistudiareifasbisognastudiarelostoricocheliespone»,cosìsieraespressoinoccasione106
dellaPrimalezionesullastoria:E.H.Carr,LostoricoeifaÅstorici,inId.,Seilezionisullastoria,Einaudi,Torino1966[ed.or.1961],p.30(14-37).SuquestariflessioneèritornatoG.DeLuna,Lapassioneelaragione,Mondadori,Milano2004,pp.45-56.
N.Z.Davis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,cit.,p.14.107
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.376.108
�26
Introduzione
alla domanda ipote?ca che Hobsbawm nella propria autobiografia si era posto (in
mododeltuIoretorico)permegliospiegareal leIoreletappee lesceltedellasua
vita. Ed è a par?re da queste fon? archivis?che inedite, finoramai u?lizzate dagli
studiosi, che si basa la presente ricerca; la quale alle fon? inglesi intreccia fon?
italiane, archiviste e non. Rimando alla sezione Fon1 e bibliografia, in chiusura di
questatesi,perunadescrizioneaccurataecri?cadellefon?u?lizzate.
6. GabrieleTurihaipo?zzatocheunmo?vodelritardodell’entratadellabiografia
nel contesto storiografico accademico italiano sia da individuare nella scarsa
sensibilità italiana nei confron? della divulgazione storica, «che nella biografia ha
trovato spesso un canale privilegiato» . Nella stessa occasione Luisa Passerini ha109
affermato che la biografia deve «acceIare le sfide che si pongono alla storia nel
campo del metodo e della narrazione», accennando all’apertura di una possibile
sperimentazioneintalsenso .Sullaspintadiquesteconsiderazioni,holavoratoalla110
ricostruzionedelpercorsobiograficoitalianodiHobsbawmequindialsuomontaggio,
proponendomi di indagare la sua esperienza biografica aIraverso pun? di
osservazionedifferen?,seguendoinsommaunmetodoar?gianale .111
Hobsbawmgiunseper la prima volta in Italia nel 1951e la frequentòfinoal
nuovo millennio. L’arco cronologico di analisi dovrebbe dunque estendersi lungo
ques? sessant’anni.Hopreferitoperòan?cipare il temineaquo agli anni Trenta in
modo da comprendere meglio la formazione poli?ca di Hobsbawm. All’interno di
ques? confini cronologici, la ricerca si struIura in tre par?.Mentre ragionavo sulle
traieIorie di Hobsbawm e su come res?tuire per iscriIo la mia ricerca, mi sono
imbaIutanelleparolediVsevoldPudovkin,unregistasovie?cocheinunmanualedi
regiacinematograficascrisse: l’osservatore«primadevearrampicarsisul teIod’una
casapervederedall’altoilcorteonelsuoinsiemeecalcolarnelagrandezza;poideve
scendereeguardaredaunafinestradelprimopianoperleggereicartelliporta?dai
dimostran?, e infine deve mescolarsi con la folla per farsi un’idea dell’aspeIo
G. Turi, La biografia: un «genere» della «specie» storia, in C. Cassina, F. Traniello (a cura di), La109
biografia:ungenerestoriograficointrasformazione,«Contemporanea»,1999/2,pp.295-296(294-298).
L.Passerini,DallapretesadioggeÅvitàallapluralitàintersoggeÅva,inivi.,p.305(302-305).110
Prendo la definizione del biografo quale ar?giano da V. Woolf, L’arte della biografia, in Ead., La111
signoradell’angolodifronte,IlSaggiatore,Milano1979,pp.188-195.
�27
Introduzione
esteriore dei partecipan?» . Quest’osservazione mi ha spinta a immaginare un112
montaggiodellaricercaintrepar?:purseguendounoschemacronologico,laricerca
rispondeallostessotempoaun’impostazionedicaraIereanchetema?coe,nellasua
suddivisione tripar??ca, si proponedi res?tuire in ciascunaparteundiverso livello
delpianodiosservazione.
PreselemossedalritornodiHobsbawmallavitaciviledopolaguerraconuna
digressionesul suobackground familiareesulperiodouniversitarioepoibellico, la
prima parte della tesi si concentra sugli anni Cinquanta. Affronta l’arrivo di
Hobsbawm in Italia, ricostruisce le sue re? di relazioni e le figure dei mediatori, i
viaggidiricercanelMezzogiorno.Siinterrogasucomeegliabbiavissuto(ericordato)
lacrisipoli?cadel1956esulperchéindividuiproprioinquell’announavvicinamento
par?colare al Par?to comunista italiano, proprio quando i suoi amici in Inghilterra
abbandonavanoilPar?tocomunistabritannico.Questaprimaparte,chehoin?tolato
Re1,l’hoimmaginatacomeun’inquadraturadiprimopianosuHobsbawm.
La tesi nella sua seconda parte analizza due contes? di analisi: da un lato
scien?fici, dall’altro poli?ci. Dà cioè aIenzione ai rappor? editoriali che legarono
Hobsbawm alla casa editrice Einaudi, focalizzando in par?colare l’aIenzione sulla
ricostruzionedelprogeIoeinaudianodellaStoriadelMarxismo,dicuiHobsbawmfu
regista .Dall’altro latoesamina l’adesionedellostorico ingleseall’eurocomunismo,113
meIendoinmostracomeconisuoiinterven?contribuìadiffonderel’ecodiinteresse
nei confron? del PCI e dei tes? di Gramsci a livello non solo britannico ma
internazionale.Inquestasecondaparte,chesiproponedunquediindagareiProgeÅ
acuiHobsbawmdacomprimariopartecipò,l’inquadraturasifapiùampia.
Laterzaparte,RitraÅ, indaga laricezionediHobsbawmin Italiadapartedel
mondo accademico da un lato e dell’opinione pubblica dall’altro. Riprendendo i
risulta? emersi nel corso della ricerca e aIraverso il confronto con l’accoglienza
riservataadaltri storici inglesi, comeadesempioEdwardP.Thompson, si interroga
suimo?vicheinciserosullafortunaitalianadiHobsbawm,meIendoinlucecomeil
suolegameconilPCIgiocòinciòunruolofondamentale.Ilpuntodiosservazionequi
MisonoimbaIutaper laprimavolta inquestoriferimentonelcorsodiundibastochehatoccato112
per lunghimesi lacomunitàaccademica italianae inprimoluogo l’universitàCa’Foscari inmeritoallacondannadiunaexlaureandacafoscarina,RobertaChiroli,aduemesidicarcereperaverpartecipatoaunadimostrazioneNoTav,mentrestavasvolgendoricercheaifinidellatesidilaureainantropologia.Ladiscussionecheall’internodiCa’Foscarineèscaturitamihapermessodiragionaresulposizionamentodel ricercatore, sullo sguardo di chi osserva, sull’importanza di una scriIura consapevole. Ho poiritrovato la citazione di Pudovkin in due scris chemi sono sta? u?li per definire il «montaggio» diquesta ricerca: C. Ginzburg, Par1colari, primi piani, microanalisi. In margine a un libro di SiegfriedKracauer, in Id., Il filo e le tracce. Vero falso finto, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 225-240; P. Brunello,Narra1vaestoriografia:scri.urafic1onescri.uranonfic1on,inP.Los,E.Monari(acuradi)Incrocidilinguaggi.Rappresentazioniar1s1chedelpassatonelladidaÅcadellastoria,mnamon,2016,pp.85-105.
Con EinaudiHobsbawm collaborò anche ad un’altra tardiva grande opera, La storia d’Europa,non113
presainconsiderazioneinquantoidocumen?rela?viaqueglianninonsonoancorasta?deposita?inarchivio.
�28
Introduzione
risulta rovesciato: non tanto Hobsbawm in Italia o con italiani, ma piuIosto
Hobsbawm percepito dall’Italia. In questa terza parte in altre parole ho voluto
osservareHobsbawmmeIendoafuocol’angolaturaitaliana.
7. Nel 2002 Hobsbawm, all’età di oIantacinque anni, diede alle stampe la sua
autobiografia,presentandolacome«l’altrafacciadelSecolobreve».Seinquest’opera,
cheavevasancitopocomenodiunadecinad’anniprimalasuafamainternazionale
anche al di fuori dell’ambito accademico, lo storico inglese aveva sviluppato
un’interpretazione storiografica delNovecento come l’età degli estremi, con le sue
memorieeglisiproponevadioffrireunostrumentoalterna?voperlacomprensione
diquellostessosecolo.Lasuaesperienzabiografica,plasmatadagliavvenimen?del
Novecentoda lui vissuto cronologicamentequasi per interoe in contes? geografici
differen?,avrebbepermessoalleIore–scrivevaHobsbawm–dicomprendere«inun
modo più profondo» – perché da una prospesva interna – il «secolo più
straordinarioeterribiledellastoriaumana». IlsoIo?tolodell’edizioneingleseeraA
Twen1eth-Century Life . Alla base dell’autobiografia si poneva un secondo, non114
dichiaratoperchéimplicito,maallostessomodoimportanteobiesvo:Hobsbawmvi
sviluppava un bilancio della propria esistenza umana e professionale. Non era la
prima volta, ovviamente, che si confrontava con i propri ricordi: fugaci ma
«illuminan?flash autobiografici» accompagnanonondi rado i suoi ragionamen?115
storiograficiconferendo lorounachiarezzaesemplifica?varara. Inquestocasoperò
egli si trovava impegnato a ricostruire per intero il proprio i?nerario personale e a
conferireaessounsignificatoedunastruIuracodificata.Allafinedellasuaesistenza,
Hobsbawmconsegnavaalla scriIuraautobiografia l’interpretazionedella sua stessa
vita, oltre a quella del secolo che aveva vissuto. Lungo tuIo lo svolgersi
dell’autobiografia, egli rimarcava la difficoltà per uno storico di affrontare il genere
autobiografico ,palesandoladifficoltàdiscindereipropriricordidallericostruzioni116
storiografichesuccessive ;specificavapiùvoltedioscillaretra«l’oscadellostorico»117
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,[ed.or.Interes1ngTimes:ATwen1eth-CenturyLife,2002],p.11.114
Sull’intento di Hobsbawm di presentare la sua biografia come un documento sul Novecento si puòleggere la dichiarazione in apertura dell’autobiografia stessa: «Se non volete capire la storia delNovecento, leggete le autobiografiedi chi sente il bisognodi autogius?ficarsi, di chiperora lapropriacausaeanchedichifaesaIamenteilcontrario,cioèilpeccatorepen?to».
A.Agos?,Iltestdiunavita,Iltestdiunavita,cit.,p.116.115
«Scrivereun’autobiografiasignificapensareasestessicomenonsiamaifaIoprima.Nelmiocaso,116
significaliberarsidaisedimen?geologiciditrequar?disecoloerecuperareoscoprireericostruireunestraneochevierasepolto».Anniinteressan1,cit.,p.72.QuestoaspeIoèstatoproblema?zzatodaJ.D.Popkin,History,HistoriansandAutobiography,TheUniversityofChicagoPress,Chicago-Londra2005;siveda ancheM. Nani, Review of J.D. Popkin, History, Historians & Autoiography, Chicago-London, TheUniversityofChicagoPress,2005,in«Cromohs»,2006/11,pp.1-3.
«Comepossodissociareiricordidaquellocheoggisocomestorico,daquellocheoggipensodopo117
unavitadiriflessioniedibas?poli?cisuciòcheavrebbedovutofareononfarelasinistratedesca?»;E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.87.
�29
Introduzione
equella«delbiografodisé» .118
Allo stesso tempo però nell’elaborare la sua biografia, proprio perché
consapevole dell’importanza che questa assumeva nel fissare l’immagine e
l’interpretazionedisestessodaconsegnareaiposteri,eglisembravarivendicarease
stessol’unicainterpretazionepossibiledellapropriavita.Nedefinivaunacronologia,
fissava delle censure, decideva quando non c’era più niente di cui parlare e da
indagare.Riferendodelperiodosuccessivoalsuosecondomatrimonio,avvenutonei
primianniSessanta,adesempioscriveva:«Ormaimistavochiaramenteconformando
ai canoni di rispeIabilità quo?diana di un accademico borghese. A questo punto,
faIaeccezioneper iviaggi,al soggeIodiun’autobiografianonaccadepiùnulla, se
nonnellasuatestaoinquelladeglialtri.Ciòvaleancheperisoggesdellebiografie,
come hanno dovuto apprendere a proprie spese generazioni di autori di biografie
intelleIuali. Per quanto eccelsi siano i risulta? raggiun?da CharlesDawin dopo il
ritornodalviaggiodelBeagleedopoilsuomatrimonio,nonrestapiùmoltodadire
sugli even?materiali succedu?sinei suoiul?miquarant’anni, senonaffermareche
‘vivevaaDown, inKent,comeungen?luomodicampagna’eavanzare ipotesisulle
cause dei suoi problemi di salute» . Con queste parole Hobsbawm spiegava al119
leIore le insidie che il genere autobiografico ordiva per uno storico di mes?ere,
ribadiva quanto povera e inadeguata potesse essere una biografia rispeIo alla
complessitàdellavita;eraunmodo,anche,periden?ficarsiconledifficoltàdiquan?
scrivonobiografie.AllostessotempoHobsbawmsembraquasirivendicasseasésolo
la possibilità di parlare della sua vita, lasciando intendere l’inaIuabilità di andare
oltrequanto lui stessoaveva scriIo.Come interpretare, senon inques? termini, il
tonosufficienteconcuiridevadelledifficoltàacuiibiografidevonofarfronte?
MisurarsiconHobsbawm,lostoricocheèstatodefinitodapiùpar?«thegreatest»,è
unaprovadicoraggioedipresunzione:caraIeris?chechemisonodeltuIoestranee.
Questaricercasièconfiguratacomeunasfidaimpegna?va,avoltepesante,perviadi
una serie di distanze chemi pongono agli an?podi di Hobsbawm. Se egli simosse
sempre in una dimensione internazionale e metropolitana, il mio punto di
osservazioneèperiferico,senonprovinciale;cisonopoidifferenzegenerazionali,di
ambiente, di genere. Distanze, differenze: limi?, mi son deIa per lungo tempo.
Congedandoquestatesi,michiedosequestedistanzepiuIostocheesseredeilimi?
non abbiano cos?tuito invece un privilegio sul piano conosci?vo: la possibilità di
guardaredaunpuntodiosservazionecosìdistanteforsepermeIe–cosìalmenooso
sperare – di meIere a fuoco un’interpretazione dell’esperienza della vita di
HobsbawmdiversarispeIoaquelladaluistessotracciata.
Ivi.,pp.242-243118
Ivi.,p.247.119
�30
primaparte:Re1
primocapitolo
ILRITORNODALLAGUERRA
1.1.Riappropriarsidelfuturo
Un giorno del febbraio 1946 Eric John Hobsbawm, dopo sei anni spesi
nell’esercitobritannico,ritornavaafrequentare l’universitàdiCambridge . IlKing’s120
Collegedal1936,quandovieraentratoconunaborsadistudio,erastatolasuaunica
base permanente. Al momento dell’arruolamento aveva lasciato alcune casse
conten?libri,carteeoggespersonali inunripos?gliodelcollegenonavendoaltro
posto dove depositarli o una famiglia a cui recapitarli. Era a Cambridge che negli
ul?mianniprimadellaguerraHobsbawmavevavissutointegrandosiinunatramadi
molteplicirelazioni.SieraimpegnatonelcorsodistudiinstoriaalqualeeraiscriIo;
aveva costruito, superando le iniziali difficoltàdi entrare inunmondoalqualenon
sen?vadiappartenere(erailprimodellafamigliaadandareall’università),unaretedi
amicizie all’internodelle associazioni studentesche, prendendoparte ad unadensa
vita sociale e poli?ca. Dal suo arrivo a Cambridge era entrato nella redazione del
«Granta», larivistadell’università,occupandosidirecensirefilm–unapassioneche
aveva appreso dallo zio Sidney, che negli ul?mi anni gli aveva faIo da padre –,
scrivendo reportage e finendo per assumerne la direzione. «[C]i diver?vamo tanto
nella direzione di Market Street, sorseggiando tè, chiacchierando e scherzando»,
ricorderà invecchiaia,soIolineandocomeall’epocaavessededicatomoltotempoa
lunghe e appassionate discussioni faIe sopraIuIo al di fuori delle aule
universitarie . Cambridgenegli anni Trentaera in ambitoumanis?coun’università121
chiusaenons?molante.RaymondWilliams,anch'eglistudenteaCambridge,avrebbe
ricordato che «thewholemood of our student culturewas: ‘what can you expect
fromthissortofteachingestablishment?’Wedidnotonthewholeconfrontthem;
Congedatoall’iniziodifebbraio,rientròalKing’sintempoperiniziareglistudinelcorsodelLentTerm,120
il secondo trimestre, come le regole del college richiedevano. Cambridge University Library Archives[d’orainpoiCULA],Hobsbawm'sgraduatestudentfile,[d’orainpoiHGF](UABOGS1,1950-1File123),Corrispondenza tra E. Hobsbawm e il Secretary of the Board of Research Studies dell’Università diCambridge,8dicembre1945-22gennaio1946.
E.Hobsbawm,Anni interessan1.Autobiografiaa.raverso la storia, Rizzoli 2013 [primaed. italiana121
2002;ed.or.2002]p.132.
�32
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
we tended to ignore them» . La crescita intelleIuale degli studen? si sviluppava122
dunque inmodoautonomoaIraversogruppididiscussionechenascevano intorno
ad argomen? di aIualità, a temi di studio o a nuove prospesve metodologiche.
Grazie a ques? gruppi prendeva forma una ramificata struIura associa?va e di
scambiointelleIualecheoltrepassavalemuradeicollegeeilimi?dell’insegnamento
accademico. Hobsbawm, seguendo la sua passione per la leIeratura inglese e per
quelle straniere, aveva preso parte agli incontri dell’English Club e delle società
francese e tedesca. Aveva collaborato al gruppo di studi coloniali sulla storia
dell’imperialismo,organizzatodaalcunidocen?eresoasvodastuden?indiani,suoi
amici,comeIndrajitGuptaeMohanKumaramangalam.Nel1939eradiventatoanche
membro degli Apostoli, una società segreta maschile interna all’università.
Appassionatodijazz,suonaval’armonica.Eraunostudentechefacevaparlaredisé,
suscitandocuriositàesoggezione«bythelegendandtheerudi?on»chenonperdeva
occasionedimostrareeperun’aria,almenoall’apparenza,disuperiorità,nonostante
fosse – a deIa dei suoi amici – una persona «extremely modest and self-cri?cal,
debunkinghimselfwithconsiderablethoroughness» .123
LospazionelqualeHobsbawmventennesierafaIonotarenonerasoloquello
streIamenteuniversitario.«Hewaspusngovertheline–venivascriIodaunamico
sul «Granta» in occasione del suo ven?duesimo compleanno –with enough savoir
fairetobemarkedoutasacomingman»ancheall’internodelCambridgeUniversity
Socialist Club e del Par?to Comunista della Gran Bretagna. Un anonimo profilo124
biografico scriIo in vista della sua partecipazione alla scuola della sezione
studentescadelCPGBloritraevanel1939inques?termini:
EricHobsbawmwasbornintheYearofRevolu?on,thoughthis?meitwas1917.The
first two years of his life, the forma?ve ones, were spent in Alexandria, where he
imbibed that strong loveofOriental imagery that is sono?ceablewhenyougethim
talkingasmantoman.Aâerthat,Ericbegantoinfluencetheworldmorethanitcould
influencehim.From1919to1931helivedat(sic)Vienna;in1927,althoughonlyten,
hewasgivinglecturesonMarxismtotheworkersinarms.From1931to1933wewas
inBerlin(hencethesong«Dubistverrueckt,meinKind,DumusstnachBerlin»);there
he was one of the brightest planet in the Party’s solar system, being the star
theore?cianoftheSozialis?scheSchuelerbund,orSocialistSchoolboyband.
R.Williams,Poli1csandLe.ers.InterviewswithNewLefReview,Verso,London-NewYork2015[ed.122
or.1979],p.133.
Pieter Keuneman in occasione del ven?duesimo compleanno di Hobsbawm gli dedicò un ritraIo123
scherzoso e ammirato sul «Granta» (7 giugno 1939), ripubblicato con il ?tolo Eric Hobsbawm, aCambridgeProfile(1939),inR.SamueleG.StedmanJones,Culture,ideologyandpoli1cs.EssaysforEricHobsbawm,Routledge&KeganPaul,London1982,pp.366-368.
Ivi.,p.367.124
�33
primaparte:Re1
ThenhecametoEnglandandpenetratedtheacademicstrongholdsofan?-Marxism.
In1936hewentuptoCambridge,andthePartyjoinedEric.Therewasnoholdinghim
back.TheUniversityPrintersranoutofstars forhisfirsts,andhetalkedhisway into
theEditorshipoftheGranta.ItneededstrictordersfromKingStreettostophimfrom
issuingasupplementconsis?ngoftheuntranslatedGermanworksofMarxandEngels.
ThatisthebeautyofEric.Hewillalwaysputyouontheline,andwecanpredictgreat
thingsfromhim.
HemeanstobeaDonoraJournalist,andaseitherhewillgetintotheheadlines.You
askhimwhatishisfavouritebook,andhewillsaythathehasn’twriIenityet,hewill
singforyousongsfullofnostalgiainGerman,hecan,inshort,doeverything.Infact,
thegreatques?oninthemindsoftheconoscen?is,IsheBelaKunindisguise,orishe
justBelaKun?Ifyouwanttoknow,askhim,andyouwilllearnalot .125
È il ritraIo di un ragazzo talmente brillante da sollecitare in chi lo scrisse –
presumibilmente un amico d’università e compagno di par?to – un tono tra il
mi?zzantee il canzonatorio, chepuòaiutarci a comprenderequale immaginedi sé
all’epocaHobsbawmdesse.
Modern Records Centre dell’Università di Warwick [d’ora in poi MRC], Papers of Eric Hobsbawm125
[d’ora in poi EHP] Poli?cs, Student Poli?cs, Profili biografici e ritras dei partecipan? alla CommunistStudentPartySchooldel1939,(937/6/1/6).
�34
Ritra.ocheaccompagnalabiografiadiE.Hobsbawmperla
scuolaes1vadelpar1tocomunistadellaGranBretagna,1939.
MRC,EHP,(937/6/1/6).
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
Stupiva innanzituIoilsuobackground familiarecosmopolita.Eranatodauna
giovane donna viennese di buona famiglia ebraica, Nelly Grün, e da un inglese,
LeopoldPencyHobsbaum, che si erano incontra?adAlessandriad’EgiIonel 1913,
doveNellysierarecataperunviaggiopremiodopolamaturitàeLeopoldlavoravada
alcunianninelseIoredelcommerciocoloniale .Ericavevatrascorsol’infanzianella126
Viennapostbellicainunasituazionefamiliareefinanziariasemprepiùprecaria.Nel
1931,rimastoorfano,sieratrasferito–raggiungendolasorella–aBerlino,pressogli
ziiSidneyHobsbaumeGretelGrün,cheavrebberoridatoaluieallasorellastabilità
affesvaedeconomica,eperunbreveperiodoconMimi, laterzaziamaterna.Due
anni dopo la famiglia di Hobsbwam migrava in Inghilterra dove il nonno paterno,
David Obstbaum un falegname ebreo, era arrivato dalla Polonia russa nella127
secondametàdell’OIocento.
Un’altra peculiarità di Hobsbawm risaltava agli occhi dei suoi coetanei a
Cambridge: la sua iniziazionepoli?canelcontestodell’ul?marepubblicadiWeimar.
Hobsbawmsieraavvicinatoallapoli?caaquindiciannigrazieallamediazionediun
cuginomaggioredisoccupato,membrodelKommunis?scheParteiDeutschlands,edi
altriamicipiùgrandidiluicheloavevanointrodoIonellaSozialis?scherSchülerbund
(SSB), un’associazione giovanile vicina al par?to, e alla leIura di romanzi sovie?ci
nonchéaiprimites?marxis?.ÈprobabilechedelleesperienzeberlinesiHobsbawm
raccontasse ai suoi compagni universitari la sensazione di estasi che aveva provato
partecipando all’ul?ma dimostrazione che il più fortemovimento operaio europeo
erariuscitoaorganizzarepochigiorniprimacheHilterfossenominatocancellieredel
Reich. Riecheggiava forse melodie di canzoni come l’Internazionale o Der kleine
Trompeteroancora Brüder zie Sonne zar Freiheit cheaveva imparatopartecipando
allemanifestazionidipiazza;necustodivaites?inunopuscolodiinnidibaIaglia .128
Probabilmenteinoltredescrivevaaisuoiamiciuniversitarilospiritodiavventuracon
cuiavevasvoltoasvitàdivolan?naggioperilKPDinvistadelleelezionidelmarzodel
1933, che avrebbero consegnato legalmente lamaggioranza al Par?to Nazionalista
Tedesco dei Lavoratori. I suoi coetanei inglesi dovevano subirne il fascino quando
verosimilmenteeglirievocavailbrividodelrischiocolquale,dopoladurarestrizione
della libertà di stampa e di associazione seguita all’incendio del Reichstag, aveva
nascosto nell’appartamento della zia il ciclos?le con cui la SSB stampava i propri
volan?ni.
E.Hobsbawm,TheAgeofEmpire(1875-1914),VintageBooks,NewYork1989,p.1-3.126
Ilcognomedellafamigliapaternasubìduevariazioni.LaprimafuvolutadalnonnoDavid,mirantead127
anglicizzarel’originariocognomepolaccoObstbaumconl’aggiuntadellaHinizialeelacadutadellat,dacuiHobsbaum.UnsecondopassaggioavvenneallanascitadiEricefudovutoadunerroreortograficonelmomentodellaregistrazioneanagraficaadAlessandriad’EgiIo,dovelauvennetrasformatainw.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,p.90.128
�35
primaparte:Re1
Nella sua autobiografia senile Hobsbawm avrebbe deIo: «i mesi passa? a
Berlinofecerodimeuncomunistaavita,oalmenounuomolacuivitaperderebbela
sua natura e il suo significato senza il progeIo poli?co a cui si è dedicato da
scolaro» .Lafrequentazionedispazisociali–comeleriunionidellaSSB–ediluoghi129
fisici di loIa poli?ca – come le strade berlinesi – aveva lasciato in Hobsbawm
un’impronta indelebile, contribuendo profondamente a formare la sua coscienza
poli?caeaplasmarelasuamilitanzacomunistainbaseaipronunciamen?ufficiali,ai
temi e alla cultura visuale promossi in quei frangen? dal KPD. Nell’incandescente
atmosferadellaBerlinodeiprimianniTrenta ilgiovaneHobsbawm–anchegraziea
unamaggiorelibertàdatadaltrasferimentomomentaneodeglizii –sierariversato130
in un asvismo poli?co che il Par?to comunista tedesco incoraggiava, rispondendo
con ciò probabilmente anche al fascino che in lui adolescente s?molava l’azione
direIa. Un’azione che era indirizzata alla rivoluzione. La propaganda comunista
tedescanegliannidellarepubblicadiWeimaravevasemprepiùguardatoall’Unione
Sovie?cacomeaunaroccafortedipaceeprogressoecomeilmodellorivoluzionario
acuilaGermania,cheavevafallitolarivoluzionesociale,dovevamirare .L’URSS,la131
patriasocialistadeilavoratoridituIoilmondo,andavadunquearives?reunacarica
simbolicamoltofortenell’iden?tàpoli?cacheHobsbawminiziavaacostruirsi.Nelle
memorieseniliavrebbericondoIol’importanzaesercitatadalperiodoberlinesenella
sua scelta comunista proprio al «sogno della rivoluzione d’oIobre». Un sogno che
all’epocarappresentava«lasperanzadelmondo»futuro ,maanchel’esempiovivo132
di una possibile alterna?va al mondo capitalista in crisi. L’ironica allusione che gli
anonimiautoridellabiografiasopracitata facevano rimarcandocheHobsbawmera
natonell’annodellarivoluzioned’oIobre,quasiciòfosseunapredes?nazioneallasua
militanza comunista, richiama l’importanza che nell’immaginario di Hobsbawm
studenteuniversitario (come inquellodi chi scrivevaquellabiografia)manteneva il
marxismorivoluzionario.
A quarant’anni di distanza, ragionando sulla figura dell’intelleIuale
rivoluzionario,HobsbawmsoIolineeràcomel’adesionealcomunismofossestataper
lui, esponente della «civiltà ebraica delle classimedie dell’Europa centrale dopo la
primaguerramondiale»,l’unicaopzionepossibile.
Ivi.,p.71.129
Nel 1932 gli zii SidneyHobsbaum, fratello del padre di Eric, eGretelGrün, sorella dellamadre, si130
trasferironoconilfiglioPeterperlavoroinSpagna,lasciandoEriceNancyaBerlinoconlaziaMimiGrün,checoncedevaainipo?marginidilibertàmaggiori.Nellaprimaveradel1933EriceNancysiriunironoaSidney,GretelePeterper trasferirsi in Inghilterra.Sidney, rimastovedovonel1936, lasciò l’InghilterraassiemeaPetereNancynel1939pertrasferirsiinCile.
E. D. Weitz, Crea1ng German Communism (1890-1990). From Popular Protest to Socialist State,131
PrincetonUniversityPress,Princeton1997,inpar?colarepp.233-279.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.71.132
�36
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
Checosaeranodiventa?,inquestecircostanze,igiovaniintelleIualiebrei?Noncerto
liberali, giacché il mondo del liberalismo (che includeva la democrazia sociale) era
precisamente quello che era caduto. Come ebrei, ci era preclusa per definizione la
possibilitàdisostenerepar??chefosserobasa?sull’osservanzaconfessionale,osuun
nazionalismo che escludesse gli ebrei, e, in ambedue i casi, sull’an?semi?smo.
Divenimmoperciòcomunis?ounaqualcheformaequivalentedimarxis?rivoluzionari;
oppure, se sceglievamo una qualche forma di nazionalismo di sangue e terra,
sionis? .133
Non c’è storico diHobsbawmchenon ci? questa sua considerazione. L’adesione al
comunismonellasuaautoriflessionematuraverràquindiricordataepresentatacome
unasceltaintegrale,unacausaacuidedicarelapropriavita.
Nonc’erapra?camentealtrascelta.NonsitraIavatantodiunarivoltacontrolasocietà
borgheseeilcapitalismo,cheavevanoevidentementeraggiuntolaloroul?masponda.
SemplicementesceglievamoilfuturopiuIostodell’assenzadifuturo, ilchesignificava
rivoluzione.Masignificavarivoluzionenoninsensonega?vomainsensoposi?vo:un
nuovomondopiuIostochenessunmondoaffaIo.Lagranderivoluzioned’oIobreela
Russiasovie?cacidimostravanocheunmondonuovoerapossibile,e forsecheesso
stavagiàfunzionando.[…]Divenimmoperciòrivoluzionari[…]perchélavecchiasocietà
nonfunzionavapiù .134
L’ascesa al potere di Hitler e lemisure an?ebraiche subito prese spinsero la
nuova famiglia di Hobsbawm a lasciare nella primavera del 1933 il con?nente per
approdareaLondra.DopolapassivitàimpostaglidagliziiSidneyeGretelneidueanni
londinesi trascorsi frequentando la St. Marylebone Grammar School , l’ingresso135
all’università apriva ad Hobsbawm, per la prima volta libero dai vincoli e dalle
restrizioni familiari, inedi? spazi di inizia?va in un periodo in cui l’università di
Cambridge era il palcoscenico di una straordinaria effervescenza della sinistra
studentesca.
All’iniziodel1939ilCambridgeUniversitySocialistClub(CUSC)annunciavatrionfante
che aveva raggiunto, raddoppiando le adesioni in due anni, il migliaio di iscris .136
Id.,Gliintelle.ualielalo.adiclasse,inid.,Rivoluzionari,Einaudi,Torino2002[primaed.1975,ed.133
or.1972],p.304.
Ivi.,pp.304-305.134
Peruno sguardo sul percorso scolas?codiHobsbawmsi rimandaaM.Pala, Imaestri deimaestri.135
Scuola, società, cri1ca in ‘Interes1ng Times’ di Eric Hobsbawm e ‘Out of Place’ di Edward Said, in«Between»,2013/6,pp.1-30.
Ricavoques?numerida:Retrospect, in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,1°dicembre136
1936(incuiilnumerodegliiscrisè520)e1000Members,inivi.,17gennaio1939.
�37
primaparte:Re1
Sebbenerappresentasseunaminoranza(unquinto)dellapopolazioneuniversitaria,il
CUSCeraunarealtàmoltovivacee–soIoladirezionecomunista–benorganizzata.
RispecchiavalatendenzaemersanelmondoaccademicobritannicodeglianniTrenta
in cui si registrava un’egemonia intelleIuale comunista nella sinistra studentesca,
dovuta in parte alla scelta laburista ampiamente impopolare di aderire al ‘na?onal
government’. Il CUSC si autodefiniva come un luogo d’incontro «for all people of
progressiveideas»chefosserointeressate,senzadoveraderirenecessariamente«to
any party or any dogma», a capire e a migliorare il mondo che le circondava .137
RispeIoalrestodelleassociazioniuniversitariesipresentavacomeunlaboratoriodi
socialitàalterna?vochedeIavaunafiIaagendaintelleIualeepoli?cainlineaconil
climaeilcostumepoli?codelFrontePopolare.IlCPGB(unpiccolopar?tofondatonel
1920 chenella secondametàdegli anni Trenta, sebbeneavesse vistounanotevole
crescita dei propri iscris, rimaneva una forza poli?ca minima ) aveva assimilato138
subito la svolta poli?ca espressa nel VII congresso dall’Internazionale Comunista
(1935)–chemiravaadunapoli?cabasatasull’alleanzadelleforzean?fascistecontro
laminaccianazista–enfa?zzando l’importanzache inessaavrebbedovutoavere il
lavoro culturale e intelleIuale.Già nel 1934WillieGallacher, unodei due deputa?
comunis?, aveva esortato gli studen? comunis? di Cambridge a impegnarsi
seriamentenello studioperché il par?toavevabisognodibuoni scienzia?, storici e
insegnan?. L’anno successivo Harry PolliI, segretario nazionale del par?to, aveva
osservatocomestuden?eintelleIualiavrebberopotutocontribuirecomeallea?alla
viIoria della classe operaia . Il CUSC aveva accolto queste sollecitazioni e le139
riproponeva ai propri iscris organizzando gruppi di discussione, incontri di leIura,
cinematografi. Nel 1936 era stata lanciata inoltre un’inizia?va culturale a livello
nazionale, il LeâBookClub (LBC):unampiogruppodi leIuraconunapropriacasa
editrice,controllatoanchesenonapertamentedaicomunis?,chediffondeva libria
bassocostodiaIualitàpoli?caesocialecomeanchedileIeratura:Cambridgeaveva
una libreriadelLBCpubblicizzatadalCUSC .C’eranopoi«lotsofpoli?calmee?ng140
goingonbecauseHitlerhadjustcometopowerandpoli?calissueswereverymuch
to the fare» : la minaccia fascista era il nodo centrale aIorno al quale ruotava141
l’asvitàdelCUSCinneIocontrastoconlapoli?cadiappeasementportataavan?dal
MRC,EHP,Poli?cs,StudentPoli?cs,DepliantchesponsorizzailCUSCin?tolatoAreyouinterestedin?,137
1938(dataaggiuntaamano),(937/6/1/2).
Tra il1934e ildicembre1938 ilCPGBerapassatoda5.000a18.000 iscris.A.Thorpe,TheBri1sh138
Communist Party and Moscow, 1920-1943,Manchester University Press, Manchester and New York,2000,p.284.
M.Heinemann,ThePeople’sFrontandtheIntellectuals,inJ.Fyrth(acuradi),Britain,Fascismandthe139
PopularFront,Lawrence&Wishart,London1985,pp.161-162.
J.Lewis,TheLefBookClub:AnHistoricalRecord,London,VictorGollancz,1970.140
Intervista a George Bernard di KevinMorgan in Cambridge Communism in the 1930s and 1940s.141
Reminiscencesandreflec1ons,in«SocialistRegister»,2003/24,p.51.
�38
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
governoChamberlain.LapauradiunanuovaguerrameIevainprimopianoinizia?ve
come quella del Cambridge Scien?sts’ An?-War Group che si mobilitava contro la
militarizzazione della scienza. Faceva sì che frequen? fossero le campagne per
sensibilizzarel’opinionepubblicainglese«ontheimmediatedangerofwarandtoput
beforethemthenecessityforconstruc?veac?on» ;pacifis?comeBernardRussell142
erano chiama? a tenere conferenze. OggeIo di numerosi incontri e film, l’Unione
Sovie?ca veniva presentata come il paladino della pace e come un paese
culturalmenteedeconomicamenteavanzato . Eraperò la guerra civile spagnola il143
nodoprincipaledell’asvitàan?fascistadegli studen?progressis?diCambridge– la
definivanoinfas«themostimportantpartofourwork» –eilsimbolodell’intero144
movimentoan?fascista:«thewarinSpainisthewarforthehumanfuture»recitava
un verso di una famosa poesia scriIa nel marzo 1937, ampiamente recitata nelle
dimostrazioni enegli incontri poli?ci . Il CUSCavevapoi creatounCommiIee for145
the Support of Spanish Democracy, sollecitandovi l'adesione delle sezioni ciIadine
delPar?tolaburistaediquellocomunista;avevapromossoraccoltefondiperinviare
aiu? alimentari in Spagna e campagne di solidarietà per la repubblica; ricordava
periodicamente i suoi membri mor? in quella guerra, enfa?zzandone il caraIere
internazionale. La fotografia di John Cornfod, studente comunista di Cambridge
mortoinSpagna,eraappesaaimuridimoltestanzedeicollege.
Il clima di Cambridge non poteva lasciare indifferente un ragazzo che aveva
conosciuto direIamente le tensioni della minaccia nazista e aveva partecipato
asvamenteallasuaopposizione.GeorgeMosse,rifugiatoanch’egliinGranBretagna
dalla Germania, arrivato all’università di Cambridge nel 1937 e subito diventato
membro del CUSC, nelle sue memorie avrebbe deIo che la poli?ca non poteva
all’epocaessereignorata:«interestinpoli?cswasthefateofsomeonebornasaJew
into the postwar world. One could not be an ‘unpoli?cal German’[…]. Being
unpoli?cal would mean in fact suppor?ng all exis?ng regimes» . Anche per146
Hobsbawmdev’esserestatocosì.PuressendociIadinobritannico,egliavevavissuto
a Berlino un’iniziazione alla poli?ca che poteva ora riprendere e sviluppare
liberamente. L’an?fascismo, la preoccupazione per l’evoluzione del fronte spagnolo
ThisisPeaceWeek,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,9novembre1937.142
Sintomi di questo interesse sono, ad esempio, le conferenze Russian educa1onal system (Other143
mee1ngs,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,24novembre1936)oSovietRussiaisanewcivilisa1on(Diary,inivi.,16novembre1938);comeanchegliincontricheilGeographyGrouporganizzasuIndustrialGeographyoftheURSS(Diary,inivi.,22novembre1938)esuTransportintheURSS(Diary,inivi.,29novembre1938).
Spain,inivi.,17novembre1936.144
J.Lindsay,OnguardforSpain!,originariamenteapparsain«LeâReview»(marzo1937),ripubblicata145
inJ.CallaghaneB.Harker(acuradi),Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,ManchesterUniversityPress,Manchester2011,pp.141-142.
G.L.Mosse,Confron1ngHistory.AMemoir,UniversityofWisconsinPress,Wisconsin2000,p.100.146
�39
primaparte:Re1
interpretato come il simbolo di una loIa internazionale, la mobilitazione pacifista
controlaminacciadiunanuovaguerra,lasperanzanell’UnioneSovie?ca–tustemi,
ques?, caldi a Cambridge – trovavano di certo adesione in Hobsbawm. Egli era
arrivato a Cambridge inoltre con un bagaglio di esperienze poli?che, direIe e
pra?che, che dovevano esercitare un certo fascino nei suoi coetanei inglesi, i quali
d’altro canto riconoscevano nel suo percorso dei pun? fermi comuni. Entrato
all’università, Hobsbawm si iscrisse subito al CUSC e alla sezione studentesca del
CPGB, diventandone in poco tempo rispesvamente componente del consiglio
diresvoemembrodellasegreteria.
ParryAndersonhagiustamentelamentatochenellememorieautobiografiche,
dateallestampeall’etàdi85anni,Hobsbawm,rispeIoall’intensitàriservataaimesi
berlinesi, abbia ricostruito l’esperienza poli?ca successiva in modo generico e
lacunoso. Assente risulta la descrizione del percorso poli?co, dello sviluppo
intelleIuale nonché dei legami sen?mentali di Hobsbawm; nella narrazione del
periodo universitario la prima persona singolare cede il passo a un «anonimo e
generazionale ‘noi’» . Il racconto declinato al plurale – in contrasto con i capitoli147
sull’infanziaesull’adolescenza incuipredominaunaforte introspezione–comporta
undissolvimentodellasoggesvitànell’azionedigruppo.Ciòsedaunlato,comedice
Anderson, conduce a un «ingannevole […] occultamento dell’Io» , dall’altro lato148
illuminaunelementocaraIerizzantelamilitanzapoli?cadiHobsbawm.
Dagli anni berlinesi, seppur con un’asvità tuIo sommato mite, Hobsbawm aveva
potuto sperimentare che essere comunista comportava una vita di impegno e
dedizione al par?to e alle organizzazioni ad esso associate. Nel diario scriIo
quand’eradicioIenne,ricordandolasuapartecipazioneallemanifestazioniberlinesi
del 1933, aveva individuato nella sensazione di «esta? di massa» (Massenekstase)
una delle basi della sua adesione al comunismo . A Cambridge deve aver149
sperimentato un’eccitazione per cer? versi simile – seppur in chiave ridoIa,
certamente però più consapevole – a quella berlinese: era spesso impegnato in
incontri,volan?naggi,manifestazioni;sipreoccupavadelreclutamentodinuoviiscris
alClubsocialistaedera istruIorepoli?codella sezionecomunista.Si traIavadiun
asvismo incessante che il par?to sollecitava e dal quale la sua esistenza riceveva
significatoproprioinquantodireIaaun’azionecollesva.Invecchiaiaricorderàcheil
par?to all’epoca era la sua «massima passione dominante», alla quale dedicava
un’«asvità quasi con?nua?va» . Un’asvità che cercherà di ridimensionare: nelle150
P.Anderson,La sinistra sconfi.a:EricHobsbawm, in id.,Spectrum.Dadestraa sinistranelmondo147
delleidee,BaldiniCastoldiDalaiEd.,Milano2008,p.347.
Ibid.148
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.90.149
Ivi.,p.131.150
�40
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
suememorieinfasparleràdelsuoimpegnopoli?couniversitarioinchiaveironicae
nesminuiràladedizioneelacapacitàancheinterminiorganizza?vi .Inrealtàdagli151
scrischeHobsbawmpubblicòsul«CUSCBulle?n»allafinedeglianniTrentaemerge
comeegli credevanell’azionedi gruppo, ne sollecitava l’organizzazione, biasimava i
tenta?vi manca? . Marco Albeltaro ha soIolineato come i militan? comunis?152
dell’Europaoccidentale fosserodispos?a far sliIaregli assidelle loroesistenzadal
livello individuale a quello collesvo, dal singolare al plurale, finendo anche per
rinunciare a volte ad elemen? di individualità e in?mità a favore di una dedizione
totale e totalizzante alla poli?ca . È il caso anche di Hobsbawm, il cui racconto153
declinatoalplurale,perquantocompor?unaperditadimoltesfacceIaturedellasua
esistenza giovanile, diventa estremamente indica?vo di un’esperienza, quella nella
sezionestudentescadelCPGB,chevisse–ericordò–comeun’esperienzacollesva:
lavitaindividualeacquisivavaloreesignificatosolonellapluralitàdellacausapoli?ca.
IlsoggeIoassumevaimportanzainquantopartediun’iden?tàpiùampia,chenelle
memoriediHobsbawmtrovaespressioneformalenelladeclinazioneplurale.
Il lavoro di gruppo oltrepassava inoltre l’ambito poli?co e inves?va anche
quello intelleIuale. È probabile che Hobsbawm condividesse (magari ne era egli
stessol’autore )ladisis?macheilCUSCHistoryGroupindirizzavaal«roleplayedby154
the University in prepara?on for later life» dei suoi studen?, denunciando come
l’università stesse fallendo«toequipuswith thepossibili?esof acquiringadeeper
understandingof theproblemswhich faceeveryoneofus inmodern society,with
thetreatofFascismandwaraseverydayandpressingreali?es»,emostrandounavia
alterna?va nel CUSC . Il CUSC aveva infas dato vita a una serie di gruppi che155
rendeva la vitauniversitariaun«extraordinary forma?vemoment», come l’avrebbe
definita Edward P. Thompson , «very exci?ng intellectually, not just poli?cally»156
secondoilparerediPeterWorsley .Èall’internodiques?gruppi,aimarginidunque157
di un’associazione studentesca socialista che spesso collaborava con la sezione del
Ricorderà, ad esempio, che quella presso la segreteria della sezione studentesca del par?to151
comunistafulapiùaltacaricapoli?cadaluirives?ta.Ivi.,p.130
Un esempio è EJH, How about recrui1ng?, in «Cambridge University Socialist Club Bulle?n», 2152
novembre1937.
M.Albeltaro,TheLifeofaCommunistMilitant,inS.A.Smith(acuradi),TheOxfordHandbookOnline153
oftheHistoryofCommunism,OxfordUniversityPress,2014,p.10.
FapensarecheHobsbawmsiastatounodegliorganizzatoridelgruppodeglistoricidelCUSCilfaIo154
che molte conferenze del gruppo fossero tenute nella sua stanza, al King’s college, come più voltepubblicizzato dal «Bulle?n of the Cambridge University Socialist Club». Come esempi: Fabianism v.Revolu1on(2novembre1937);SocialismandEduca1on(16novembre1937);EnglishWorkingClass(23novembre1937).
TheteachingofHistory,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,15febbraio1938.155
Intervista a E. P. ThompsondiMikeMerrill inH.Abelove, B. Blackmar, P.Dimock e al. (a cura di),156
VisionofHistory,PantheonBook,NewYork,1984,p.11.
IntervistaaP.WorsleydiK.MorganinCambridgeCommunisminthe1930sand1940s,cit.,p.70.157
�41
primaparte:Re1
par?to comunista di Cambridge, cheHobsbawm si avvicinò agli strumen? teorici e
metodologici della lezionemarxista conmaggiore sistema?cità rispeIo alle leIure
marxiste degli anni preceden?. Come lui stesso avrebbe rimarcato, conun accento
forsetroppoentusiastasull’adesionealmarxismoditusglistuden?diOxbridge,
[t]he university establishment was generally hos?le to Marxism in those days.
Nevertheless,wewere allMarxists as students in Cambridge and to some extent in
Oxford,and,infact,atuniversityIwouldhavethoughtmostofuslearnedagooddeal
moretalkingtoeachotherthanwelearnedfromallexceptoneortwoprofessors. 158
DifaIomol?gruppina?insenoalCUSCmiravanoaleggerevariedisciplinedistudio
secondo una prospesva marxista . L’Economics Faculty Group che all’inizio del159
1939cambiavanome inMarxistEconomicsStudiesGroup,adesempio,eraunodei
gruppi più asvi in cui veniva invitato a tenere conferenze ancheMauriceDobb ,160
lecturer di economia del Trinity College, membro del CPGB dagli anni Ven? e
impegnato localmente in un’intesa asvità poli?ca contro l’ascesa fascista e la
minacciadellaguerra .ÈprobabilecheHobsbawm,descriIo ironicamentenel ’39161
daisuoicompagnidipar?tocomegrandeconoscitoredelleoperediMarxedEngels
(tanto da esserne un instancabile traduIore), partecipasse con aIenzione a ques?
incontri. Tanto più che prima del suo arrivo all’università aveva leIoOnMarxism
Today,illibrocheDobbavevapubblicatonel1932conl’intentodifornirealpubblico
inglese non specialista un’introduzione al marxismo . Durante le vacanze es?ve162
inoltre seguiva le sue lezionimarxiste in occasione delle summer schools presso il
Fabian(poiLabour)ResearchDepartmentaLondra .Omaggiandoloallasuamorte,163
HobsbawmavrebbedeIocheDobberastatoperlagenerazionedistuden?disinistra
degli anni Trenta «not only a lucid and sophis?cated guide toMarx, but onewho
couldtranslatemarxisteconomicsintotermsfamiliartothoseeducatedinacademic
IntervistaadE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inH.Abelove,B.Blackmar,P.Dimockeal.(acura158
di),VisionofHistory,cit.,p.30.
A ?tolo d’esempio l’History Group parlava di marxismo e storia (Socialist Diary, in «Cambridge159
University Socialist Club Bulle?n», 2 marzo 1937); il Geography Group proponeva incontri dal ?tolo:MarxismandGeographyoMarxismandAnthropology(Diaryinivi.,2novembre1937);l’EnglishFacultyGroupinveceintervenivasuMarxismandLiterature(Diaryinivi.,7febbraio1939).
Adesempio:MauriceDobb,MarxandCapitalistCrises, (Diary in ivi.,22novembre1938);Maurice160
Dobb,Theeconomicsofpopularfront,(Diaryinivi.,25oIobre1938).
Per un profilo diMaurice Dobb in ques? anni si rimanda aRandom Biographical Notes:Maurice161
Dobb,in«CambridgeJournalofEconomics»,1978,2,pp.115-120.
Questopar?colareè ripreso in T. Shenk,MauriceDobb:Poli1cal Economist, Palgrave Studies,New162
York2013,p.71.
E.Hobsbawm,MauriceDobb(1900-1976),inOxfordDic1onaryofNa1onalBiography,2004.163
�42
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
economics» . D’altro canto Dobb doveva essere un interlocutore ricercato e164
apprezzato dagli studen? del CUSC anche per via della sua conoscenza direIa
dell’URSS.ComehasoIolineatoMarcelloFlores, lediverseedizionidel suoRussian
Economic Development since the Revolu1on, la più deIagliata ricostruzione della
storiaeconomicasovie?cadisponibileininglesedal1928,esercitaronoun’influenzae
un riferimento tuI’altro chemarginali per un pubblico di studen? che – come già
accennato – era profondamente aIraIodall’URSS .Hobsbawm, unodi ques?fin165
dal periodo berlinese, trovavamodo di accrescere la sua fascinazione per il Paese
dellaRivoluzionegraziealeIureeincontricomeques?.Eanchegrazieaconferenze
ecorsiditeorialeninistatenu?dallasezionedelpar?tocomunistadiCambridge.
Ma non solo. Hobsbawm aveva risposto all’invito della University Labour
Federa?on di provare a «socialist long vaca?on» , scegliendo di partecipare166
nell’estatedel1937e inquelladel ’39aicongressidelRassemblementMondialdes
Étudiants (RME) tenu? a Parigi. È probabile che tra le varie opzioni di un impegno
poli?coes?vopropostodalCUSCHobsbawmscegliessequellapariginaperundoppio
mo?vo. Da un lato perché affascinato dall’esperienza poli?ca del Fronte Popolare
francese. Nell’estate 1936 aveva potuto vivere direIamente l’entusiasmo del clima
poli?co parigino: assieme allo zio Sidney – impegnato nelle riprese di film e
cinegiornalipoli?cifinanzia?dallasinistrafrancese–avevapartecipatoil14luglioai
festeggiamen?organizza?dalFrontePopolare,aunannodallara?ficadellapoli?ca
diunitàan?fascista,inmemoriadellapresadellaBas?glia.Èindica?vochetralesue
carte private del periodo universitario conservasse la copia del 15 luglio 1936 de
«L’Humanité» e de «Le Populaire», organi ufficiali rispesvamente del Par?to
comunista edel Par?to socialista francesi, chedescrivevano in termini entusias? la
manifestazione del giorno precedente, dando ampio risalto al discorso di Léon
Blum . Dall’altro lato è probabile che Hobsbawm abbia preferito Parigi per un167
secondomo?vo.NellasegreteriadellaRMElavoravaJamesKlugmann,cheneiprimi
anniTrentaerastatoil leaderdeglistuden?comunis?diCambridgemantenendosu
loro,anchenegliannisuccessivi,unnotevolecarisma.Dal1935Klugamnnsitrovavaa
Parigi dove ad un lavoro di ricerca storica su intelleIuali e Rivoluzione francese
conciliaval’impegnopoli?conellaWorldStudentAssocia?on,dicuieraunafiguradi
spicco.LaRMEeraun’organizzazione,controllatadalComintern,nataaBruxellesnel
1934che,supressioneanchediKlugmann,avevamutatoilproprionomedaComité
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,BozzadelnecrologiodiM.Dobb164
scriIadaE.Hobsbawmper«Rinascita»,1976,(937/4/4/2).
M.Flores,L’immaginedell’URSS.L’Occidentee laRussiadiStalin (1927-1956), IlSaggiatore,Milano165
1990,p.95.
MRC, EHP,Poli?cs, Student Poli?cs,Makeup to havea socialist long vaca1on!!!, in «ULF Summer166
Ac?vi?es»,ladatanonspecificataèriconducibileal1937,(937/6/1/2).
MRC,EHP,Poli?cs,StudentPoli?cs,Frenchpresscusng,15luglio1936,(937/6/1/3).167
�43
primaparte:Re1
MondialdesÉtudiantscontrelaGuerreetleFascismeinRassemblementMondialdes
ÉtudiantspourlaPaix,laLibertéetlaCultureecheavrebberaggiuntoun’adesionedi
circa 1.500.000 studen? in 45 Paesi. Nell’agosto 1937, in concomitanza con
l’Esposizione Internazionale, la RME teneva a Parigi un congresso di 120 delega?
provenien?da35paesi.
La militanza di Hobsbawm negli ambien? comunis? di Cambridge e la sua
conoscenza plurilinguis?ca (all’epoca parlava oltre all’inglese e al tedesco anche il
francese )gliaprironolapossibilitàdilavorarealcongressocometraduIore.Deve168
essere stata un’esperienza molto forma?va: presenziare alle discussioni sul ruolo
degli intelleIuali e sulla libertà nelle università, sen?re voci di eminen? an?fascis?
spagnoliecinesi,confrontarsiconstuden?provenien?damol?Paesidelmondo in
unaciIàcheeradiventatalacapitaledegliesulipoli?cieilcentrodiunafiIaretedi
organizzazioni an?fasciste fu per Hobsbawm una palestra in cui cimentare
direIamente una dimensione internazionale della poli?ca e in cui for?ficare la
propriafedenelruolodell’URSSedell’InternazionaleComunista.Lavorandoafianco
diKlugmanninoltreHobsbawmprobabilmentenesubìl’interpretazioneosmistache
il segretario della RME diede della situazione poli?ca internazionale, in una
prospesvadipace,progressoesperanza.
Un osmismo che non fu la cifra dominante invece del successivo (l’ul?mo)
congressointernazionaledellaRMEallacuipreparazioneHobsbawm,assiemeadaltri
inglesi come la comunista Margot Heinemann e il laburista Bernard Floud ma
AvevainiziatoaimparareilfrancesedabambinoinquantolamadreeratraduIricedalfrancese.168
�44
PassServiceD’Ordre,14luglio1936,(MRC,EHP,937/7/8/1)
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
immerso anche in un clima fortemente internazionale sopraIuIo a contaIo con
asia?ci,lavoròpertuIal’estateprimadell’iniziodellaguerra .Vistalagravitàdella169
situazionepoli?ca internazionale, Klugmann volle che i cinque giorni del congresso
ruotasseroaIornoal temacentralediDemocracyandNa1on, con incontri specifici
suTheUniversi1esintheDefenceofDemocracyeTheValueTodayoftheIdeasofthe
FrenchRevolu1on.Mo?vandoquestadecisionedisse:
Students today, facedwith the gravity of events throughout theworld, take amore
ac?vepartthanformerly inthena?onalandsocial lifeoftheircountry[…] Infaceof
theseproblemsthestudentsarebecomingawareof thecommonaimsand interests
which bind them together, irrespec?ve of their philosophical poli?cal or religious
opinion. An important factor has made its appearance in university life; the
consciousnessofsolidaritybetweenthestudentsofeachcountryandothercountries
inthedefenceofpeace,ofthena?ons,offreedomandofculture .170
InvitòquindiadaprireilcongressoJeanDaudin,unmembrodell’Ac?onUniversitaire
pour la Liberté e degli Étudiants Communistes de France, il quale richiamò
l’aIenzionedei250delega?presen?sull’importanzadellaRivoluzionefrancesecome
modelloacuiguardare.Klugmannaconclusionedelconvegnorimarcòcomel’eredità
culturaleepoli?cadellaRivoluzionefrancese,acui–comeabbiamoricordato–stava
dedicando la sua riflessione storiografica,dovesseessere internazionalmentedifesa
dalle forze del fronte popolare dalla distruzione a cui il nazifascismo voleva
consegnarla.
Presenziare a questo congresso e averci lavorato per la sua preparazione a
fianco di colui che ne aveva deciso la linea interpreta?va deve aver contribuito a
cementare ulteriormente la militanza comunista di Hobsbawm in direzione
internazionalista, secondo la strategia an?fascista del fronte popolare. L’esperienza
dei fron? popolari, che egli visse non solo seguendone le parole chiave da un
osservatorio lontano come quello della Gran Bretagna ma anche partecipando ai
congressiparigini,rappresentòperHobsbawmdunqueunpassaggiomoltoinfluente
che, come si vedrà, si sarebbe sedimentato nella sua memoria e anche nella sua
rielaborazionestoriografica.RicostruendonelSecolobreveques?frangen?lidefinirà
comepartediuna«guerracivileideologicainternazionale»:
E. Hobsbawm,AsUsual duringWorld Crisis a SuperbDay, in «Granta», 2 novembre 1964, pp. 57169
(57-58).
LacitazioneètraIadaG.Andrews,TheShadowMan.AttheHeartoftheCambridgeSpyCircle,I.B.170
Tauris, London - New York 2015, p. 98, a cui rimando anche per la ricostruzione più generale delcongresso.
�45
primaparte:Re1
Inquestaguerracivile ladivisionefondamentalenoneraquellatra ilcapitalismoe la
rivoluzione sociale comunista, ma tra quella che separava due diverse famiglie
ideologiche: da un lato i discenden? dell’illuminismo seIecentesco e delle grandi
rivoluzioni,compresa,ovviamente, laRivoluzionerussa;dall’altro, isuoioppositori. In
breve il confine non opponeva capitalismo e comunismo, bensì ciò che in termini
oIocenteschisisarebbedefinito‘progresso’e‘rivoluzione’ .171
ComehasoIolineatoAldoAgos?,questavisionebipolaredelprocessostoricofecesì
cheleparolechiavepropriedellastagionedeifron?popolarisisedimentasseronella
memoriaindividualeecollesvadeicomunis?edellasinistraeuropea,perriapparire
annidopocomeideaforza .Saràilcaso,comevedremo,anchediHobsbawm,che172
concluso il congresso di Parigi rientrava in Inghilterra poche sesmane prima che
ChurchilldichiarasseguerraallaGermania.
DilìapochimesiHobsbawmdoveIeabbandonarelavitauniversitaria.Prima
di farlo,assiemeaWilliamRaymondsscrisseunpamphletsullaguerrad’inverno, in
cui prendeva le difese dell’aggressione della Finlandia da parte dell’URSS . Nel173
febbraio del 1940 venne quindi chiamato alle armi. Dapprima fu arruolato come
genieredella560°FieldCompanyche,vistal’avanzatasulcon?nentedellaGermania
tra aprile e giugno, venne impegnata nella costruzione di opere difensive nell’East
Anglia. Dal giugno del 1942 poi fu trasferito all’Army Educa?onal Corps a Salisbury
Plain,nellazonacentro-meridionaledell’Inghilterra,conilruolodisergenteistruIore
incaricatodi insegnare la lingua tedesca,di redigeregiornalimurali edi coordinare
dibas? sull’aIualità tra le truppe.Nello svolgere quest’ul?mo compitoHobsbawm
asròisospesdelServizioSegretobritannico(ilMilitaryIntelligence,sezione5;MI5)
pericontascheintessevaconcomunis?tedeschiasviinGranBretagna.Alleprime
indaginipromossedalMI5,HobsbawmvenivadescriIocontonitranquillizzan?.Agli
occhidelcolonnellodelSouthernCommanddiSalisbury,Hobsbawmappariva
likemost recent university graduates in history, […] poli?callyminded, and takes an
intense interest in ‘current affairs’. He has being edi?ng a wall newspaper, which is
censoredbythelocalSecurityOfficerbeforepublica?on.Thetoneofhispublica?onis
good.WarOfficestaffofABCA[ArmyBureauofCurrentAffairs]haverequestedseveral
originalcopiesassamples .174
E.Hobsbawm,IlSecolobreve(1914-1991),Rizzoli,Milano2014[primaed.1995,ed.or.1994],p.175.171
A.Agos?,Bandiererosse.Unprofilostoricodeicomunis1europei,EditoriRiuni?,Roma1999,p.93.172
Il pamphlet, dal ?toloWar on the URSS?, si concludeva con un’esortazione «No Volunteers for173
Finland, Hands Off Russia!». Per la ricostruzione di questo episodio D. Smith, Raymond Williams: aWarrior’sTale,Parthian,Cardigan2008,pp.104-105.
Na?onal Archives London [d’ora in poi NAL], Records of the Security Service, Eric Hobsbawm Files174
[d’orainpoiMI5-EHF],KV2/3980,ComplainsagainstInstructorsA.E.C.,10luglio1942.
�46
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
Nonc’eranodunqueragionipersospeIaredi lui, inunasituazionedove lepotenze
anglosassoni erano alleate dell'URSS. Nel corso dell’estate il giudizio però cambiò
notevolmente:duramenteripresoperaverabusatodellasuaposizionediinsegnante,
Hobsbawm fu trasferito nella divisione corazzata della guardie reali e soIoposto a
interceIazioniecontrollidell’intelligence .PostosoIostreIaosservazione,venne175
privato della libertà di intavolare qualunque discussione su temi di aIualità. Gli
rimanevasolo lapossibilitàdi tenereuncorsobasedi lingua tedesca .Ciòchegli176
veniva contestato era di aver affrontato negli incontri con le truppe temi «highly
par?san».Nelmomentoincuilaspintaespansivadell’Asseraggiungevailsuoculmine
nell’Europaorientale,conl'ArmatarossarespintaquasiagliUrali,glianglo-americani
aldilàdellaManicaelaRoyalArmyindifficoltàinEgiIo,Hobsbawm–seguendole
diresve date da Harry PolliI – propagandava la necessità di aprire un fronte di
guerrainOccidenteperalleggerirelapressionetedescasull’URSS.Il‘secondofronte’
era, ai suoi occhi, una ques?onemolto delicata di cui era doveroso convincere le
truppe e l'opinione pubblica inglese, sempre più aIestate in una forma di
aIendismo.
Lately,–scrivevaHobsbawmadunamiconell’agostodel1942–I’veheardallsortsof
fantas?ctheoriesputforwardbysoldiers:‘Wecan’thaveit[‘secondofronte’]thisyear;
when we were alone, Russia never helped us; what’s the use of just running into
anotherDunkirk [sic,Dunkerque]’,ansoon.Themore theRussianarepressedback,
themorelikelythemenaretocamouflagetheirdefea?smintheseways,which,they
neverrealise[,]areplayinginthehandsoftheAppeasers.(Allthisdoesn’tchangetheir
fundamentalastudetoRussia).Asweadvance,thesimpledemandforasecondfront
involvesmore andmore complex arguments on the effec?veness of democracy, the
natureofpoli?calac?onandsoon[…]Thereisnoslackeningofpeople’swillingnessto
takepart ina second front.Butwehave to face thepossibilityofa sortofmunichit
feeling(inaminorkey),arelapseintothetemporaryparalysisofwaitandsee.English
peoplearetoodamnlikelytodothatanyway .177
UnaIeggiamentodi aIesa che, in realtà, inves?va lo stessoHobsbawm.Confidava
all’amico,infas,che«[a]llthisisn’tmadeanyeasierbythedefea?smofagoodmany
sensiblepeople. Imust admit, I feel itmyself» .Avevanutritopesan?perplessità178
anche anni prima nei confron? della poli?ca seguita dal par?to fino all’ingresso
Ivi.,Sgt.InstructorE.J.Hobsbawm,A.E.C.,7seIembre1942.175
Ivi.,Secretreport,30seIembre1942.176
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaJ.Alexander,3agosto1942.177
Ibid.178
�47
primaparte:Re1
dell’URSS in guerra. Sebbene in vecchiaia avrebbe ricordato che all’epocadel paIo
Molotov-Ribbentrop non aveva nutrito riserve , dallo sfogo epistolare all’amico si179
evince in realtà che l’evoluzionepoli?caa cui anche il CPGB– sebbene riluIante–
avevaaderito fossegiudicatadaHobsbawmcontonimoltopolemici.Parlavainfas180
di un «exaspera?on at a policy which was so obviously suicidal; the secret and
unadmiIedfeelingthatweweren’tgoingtobein?me».Econcludevadicendo:«Of
courseweneveradmiIedittoourselvesandtoothers,butitmayhavecolouredour
work» .181
Se in privato confessava tali ?tubanze, pubblicamente seguiva e alimentava
invece la propaganda per il ‘secondo fronte’ perseguita dal par?to: cosa che
comportò per Hobsbawmmargini sempre più stres di libertà d’azione e di parola
all’interno dell’esercito. «I can’t even do the liIle things that CUSC could do, and
which, if they didnt [sic] influence world history, certainly kept our consciences
reasonablyquiet. If Ido–sisfogavaconunamico–Igetmyballschewedoff,and,
fromthecolonel’spointofview,rightly» . Ildinamismopoli?coe intelleIualedel182
periodo prebellico aveva dunque dovuto lasciar spazio ad una possibilità di
espressionesemprepiùridimensionataedalì inavan?costantementecontrollatae
arginata.ScontentodiquestasituazioneHobsbawmchieseiltrasferimentonell’Army
Propaganda Unit, che gli venne negato come gli sarebbero state negate tuIe le
successiverichiestedinuovemansioniediincarichi ,tantochenell’apriledel1944183
– in seguito a una nuova reprimenda per aver reso una discussione con i solda?
troppopoli?cacheglisarebbecostataaltritrasferimen?–Hobsbawmsilamentòcon
ilcolonnellodefinendosiuna«vismapoli?ca».
Lafrustrazioneel’insoddisfazionecheprovavaperlasuaposizionebenesicogliein
questa conversazione telefonica, interceIata e trascriIa dai Servizi Segre?, tra
Hobsbawm e Margot Heinemann, compagna di par?to che aveva conosciuto
frequentandoilLabourResearchDepartmentedicuieradiventatoamico:
M:[…]Youares?lldoingthesamejobareyou?
E:Yes,withknobson,wellanywaywithknobsoff!
M:Off!
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,p.175.179
K. Morgan, Against Fascism and War. Ruptures and Con1nui1es in Bri1sh Communist Poli1cs180
(1935-1941),ManchesterUniversityPress,Manchester1989;D.Childs,TheBri1shCommunistPartyandtheWar,1939-41:OldSlogansRevived,in«JournalofContemporaryHistory»,1977/12,pp.237-253.
NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiE.HobsbawmaJ.Alexander,cit.181
Ibid.182
Nelmaggiodel1945HobsbawmfecedomandadilavorareperlaBBCnellaServiceEduca?onalUnit.183
Perintercessionedell’IM5,illavoroglivennenegato,cosìcomeaguerrafinitanonoIenneunpostodilavoropresso l’AustrianSec?onofPIDper lostessomo?vo. Ivi., LeIeradiOsbornaSchelmerdine,12maggio1945.
�48
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
E:WellaboutastuckedawayasIcanpossiblybe!
M:That’sverybadluckyImustsay.
E:Oh,Idon’tknow.
M:WellnobodywhoisnearLondonisverytruckedawayImustsay.Frontline!
E:Yesthat’strue .184
Ineffes, la vitamilitare conobblighi ridosa cuiera costreIo sedaun lato
risultavainappagateeopprimente,dall’altrolatoglipermeIevadiritagliarsispazidi
evasioneesterniall’esercito,finendocolcondurreunavitamoltosimileaquelladei
civili.Potevadedicarsipiùliberamenteallapassionedeljazz eriprendereleleIure185
elostudio.Uncambiamentonelleregoleuniversitariepericurriculadeglistuden?in
guerrapermiseaHobsbawmdiconseguireilmasterinstorianelfebbraiodel1943 .186
Laprossimità a Londradegli accampamen?dove si trovavadi stanza gli consen?va
inoltrediraggiungerelacapitaleneifinesesmanaconregolarità.Le interceIazioni
dell’Intelligence, i cui microfoni vigilavano gli uffici londinesi del par?to comunista
britannico(perunbreveperiodoall’iniziodellaguerraerastatoven?latodirendere
illegaleilpar?to),mostranocomeHobsbawmall’epocasimantenesseincontaIocon
alcuni quadri londinesi. Ques? lo consideravano un «excellent Comrade» a cui
chiedere reportage sull’esercito , ma ne lamentavano anche una mancanza di187
pra?cità e un’incapacità di adaIarsi alle nuove condizioni in cui il par?to stava188
operando .189
Le frequentazioni londinesi non si limitavano streIamente al CPGB. Amici
conosciu?neglianniprimadellaguerra,quandoeglifrequentavalebibliotecheegli
ambien?della LondonSchoolofEconomics, lo introdussero inunmilieu comunista
internazionale, quello degli esuli tedeschi e austriaci. Nel 1942 l’Intelligence aveva
iniziatoa sorvegliarloproprioperchéera in contaIoconHansKahle,un comunista
tedesco di vecchia data che aveva partecipato alla guerra spagnola, era stato
internato inCanada,dadoveerarecentementeritornatoecheoraeraosservato in
quantosospeIaspia sovie?ca .Nel1944,entrando incontaIoconWolfgangvon190
Ivi.,InterceIazionetelefonica,2luglio1944.184
Sivedal’avvertenzaallaprimaedizione(1959),inE.Hobsbawm,Storiasocialedeljazz,EditoriRiuni?,185
Roma1982[primaed.it.F.Newton,Ilmondodeljazz,1963;ed.or.1959],p.53.
CULA, HGF, (UA BOGS 1, 1950-1 File 123), LeIera di E. Hobsbawm al Board of Research Studies186
dell’UniversitàdiCambridge,2dicembre1945,incuidichiaradiaverconseguitoilMAnelfebbraio1943.
NAL,MI5-EHF,KV2/3980,InterceIazionediunaconversazionedel25novembre1942.187
«Robson [un quadro del par?to] explained how he had tried to make Hobsbawm a liIle more188
prac?calandlessofanidealist».Ivi,InterceIazionediunaconversazionedel23novembre1942.
«Heiss?llthinkingintermsofdecisionsandorganiseddiscussions»,secondoilparerediSidMorris.189
Ivi.,InterceIazionediunaconversazione9dicembre1942.
Perunprofilodiquestafigurasecondo le indaginidelMI5siveda:F.StonorSanders,Stuckonthe190
Flypapers,in«LondonReviewofBooks»,2015/7,p.6(3-10).
�49
primaparte:Re1
Einsiedel,Hobsbawminiziòascriveresul«DieZeitung»,ilsesmanaledellacomunità
tedesca in esilio in Gran Bretagna, profili di eminen? figure del socialismo inglese,
comeadesempioWilliamMorris,opiùgeneralmentedellaculturaanglofona .Dal191
1945 iniziòacollaborareanchecon icomunis?austriaciaLondra, impegna? inuna
campagna di mobilitazione degli intelleIuali per la ricostruzione dell’Austria.
Interveniva alle conferenze da ques? organizza? e partecipava al Free Austrian192
Movement(FAM).SitraIavadiunampiomovimentosocialeeculturalechelavorava
per influenzare la poli?ca britannica nei confron? dell’Austria, coordinando e
ar?colandoleaspirazionipoli?chedeirifugia?austriaci.NelFAMpredominanteerala
presenza comunista, che sulmodellodel frontepopolare si eramostrata capacedi
creareunfrontenazionaleditusgliaustriacichesiopponevanoaHilter.Ques?nel
lungo periodomiravano a progeIare il futuro postbellico dell’Austria in termini di
libertà, indipendenzaedemocrazia;alivellopiùimmediatolavoravanopercostruire
un’iden?tàculturaledell’Austriadis?ntarispeIoallospeIropan-germanico.Unodei
piùprolificitragliintelleIualiaustriaciinGranBretagna,JenöKostmann,unveterano
delpar?tocomunistaaustriacoconcuiHobsbawmeraincontaIo,neisuoipamphlet
pubblica?dalFAMdescriveval’Austriacomeprimavismadell’aggressionenazistae
raccontavaunacrescenteresistenzaaustriacacontroilnazismo .«Austriawillnever193
bepartofGermany:herhistorical,culturalandethnologicalbackgroundisdifferent
from that of Germany» , si leggeva in «Austrian News», il giornale che il FAM194
pubblicava in lingua inglese per raggiungere un pubblico di anglofili al quale
Hobsbawmcontribuiva, comecontribuivaancheal sesmanaledel FAM in tedesco,
«Zeitspiegel» con ar?coli sulla contemporanea situazione poli?ca e sulla storia
dell’Austria .Nel fraIempo,con?nuavaaesseresorvegliatodaiServizi segre?che195
iniziavano a descriverlo come un «very prominent member of the Communist
Party» , a cui dovevano essere riservate posizioni appartate e secondarie196
A ?tolo d’esempio: E. Hobsbawm,WilliamMorris, in «Die Zeitung», 10 novembre 1944; id., Sean191
O’Casey,inivi.,15seIembre1944.
Un esempio è la conferenza tenuta da Jenö Kostmann su «The Communists and the place of the192
IntellectualsinthenewAustria»,30agosto1945.
Si veda: C. Brinson, R. Dove, Publishing with a Purpose: Free Austrian Books, in M. Bearman, C.193
Brinson, R. Dove, e al.,Out of Austria. The Austrian Centre in London in World War Second, TaurisAcademicStudies,London-NewYork2008,pp.89-92.
Editorial, «Austrian News», 16 novembre 1943, p. 3 citato in J. Taylor, The Press of the Austrian194
Centre,inivi.,p.75.
Alcunisuoiar?coliin«AustrianNews»sono:TheHabsburgs,n.9,novembre1945,pp.6-7;Na1onal195
Oppression in theHabsburgEmpire,n.10,gennaio1946,p.8;12March,1938,n.12, febbraio-marzo1946,p.1;OneYearoftheSecondRepublic,n.13,marzo-aprile1946,p.1;su«Zeitspiegel»:BismarckundOesterreich,7aprile1945;Koeniggraetz:DieLiberaleZeit,15dicembre1945;DasGrossdeutschtum,23febbraio1946.
NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiJ.B.MilneaBird,5seIembre1944.196
�50
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
nell’esercito . Concluse l’esperienza bellica in un ospedale militare nel197
Gloucestershire.
Hobsbawm ritornava a tus gli effes un civile solo nel febbraio 1946. La
smobilitazionepertuIaunagenerazionedistuden?cheavevadovutointerrompere
gli studi per la guerra era vissuta – nella parole di Peter Worsely – «with great
trepida?on» . Anche Hobsbawm nutriva una forte ambizione di ricominciare a198
tempo pieno l’impegno universitario. Un suo amico, a guerra appena conclusa, gli
scriveva: «As you say,we are not qualified for anything and, from theprofessional
point of view, have wasted six years, or will have, by the ?me we get out» . Il199
desiderio eraquellodi lasciarsi alle spalle l’esperienzanell’esercito, cheHobsbawm
avevavissutoconfrustrazione.Amol?annididistanzaavrebbedeIo,conamarezza,
che la sua non era stata né una buona né una casva guerra, ma «una guerra
vuota» : si era visto tarpare le ali e avevadovuto ridimensionare l’asvismodegli200
anni universitari per agire invece da «anonimo militare» , che in nessun modo201
avevacontribuitoall’evolversidellaguerra:«nonfecinulladisignifica?voenessuno
michiesedifarlo.Furonogliannimenopiacevolidellamiavita» .202
Ilrientroallavitaciviledovevaesseredunquevissutocomeunaliberazione,un
riappropriarsi del proprio futuro. Significava innanzituIo riprendere le redini dei
propristudicheperHobsbawmvolevadireiniziareunaricercadidoIorato.Ritornava
allasuavitauniversitariaincircostanzeperòdifferen?rispeIoagliesaltan?annidel
periodoprebellico.InnanzituIoperl’età:Hobsbawmoraavevaquasiven?noveanni,
nonpotevapiùiden?ficarsiconlostudentediseianniprima.Insecondoluogo,era
sposato.Nel1943sieraunitoaMurielSeamen,unacompagnadipar?tocheaveva
conosciuto frequentando gli ambien? della London School of Economics e con la
quale aveva preso in affiIo un appartamento a Camden Town, un quar?ere nella
parteseIentrionalediLondrachenell’immediatodopoguerraasravagliintelleIuali.
LefrequentazionidiCambridgesifacevanodunquepiùsporadiche,benchéaguerra
finitariprendessealcuneasvitàinterneall’università:fuadesempiotracoloroche,
in qualità di vice-presidente, ridiede vita agli Apostoli, riorganizzandone la vita
associa?va nel dopoguerra . Proprio il legame con Muriel contribuì non poco a203
Trasferito all’isola diWight nelmaggio del 1944, vi fu subito allontanato per evitare che potesse197
entrareincontaIoconinumerosicon?ngen?distanzasull’isolainvistadellosbarcoinNormandia:Ivi.,LeIeradelColonnelloR.E.PickeringalmaggioreE.Bird,12maggio1944.
IntervistaaP.WorselydiK.MorganinCambridgeCommunisminthe1930sand1940s,cit.,p.71.198
NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiW.WallichaE.Hobsbawm,19maggio1945.199
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.175.200
Id.,Ilpresentecomestoria(1993),inid.,DeHistoria,Rizzoli,Milano1997[ed.or.1997],p.269.201
Id.,Anniinteressan1,cit.,p.175.202
MRC, EHP, Personalia, Other Personal Papers, Autobiographical material, Typescript notes on203
Apostoles,(senzadata),(937/7/8/1).
�51
primaparte:Re1
delineare il tema a cui avrebbe dedicato la ricerca di doIorato.Muriel lavorava al
Ministero del commercio e dell’industria, non poteva quindi lasciare Londra. Per
questo Hobsbawm decise di abbandonare l’iniziale idea, nata sulla spinta del suo
interesse per gli studi coloniali, di affrontare l’analisi dei problemi agrari dell’Africa
seIentrionale, per scegliere invece un argomento che avrebbe potuto affrontare
senzadoversispostaredaLondra.SoIo latuteladiMouniaPosnan iniziavadunque
unaricercasullaSocietàFabianaacavallotraXIXeXXsecolo,«averysuitablepiece
ofresearch» secondoilgiudiziodeisuoiprofessori,«wellchosentosuithisinterest204
and par?cular ap?tudes» , per il quale nel corso della guerra aveva faIo205
abbondan? leIure preliminari. C’era infine un terzo mo?vo per cui il ritorno
all’università non si rivelava propriamente un ritorno: la stessa esperienza della
guerra aveva portato dei cambiamen? all’interno della vita poli?ca universitaria.
RaymondWilliamsavrebbericordatoilfrangentedelsuoritornoaCambridgedopola
guerraconquesteparole:«thestudentculturehadaltered.[…]Therewasreallyno
longeraconsciousleâpresence.ThefirstpersonImetagainwhomIknewwasEric
Hobsbawm.Weagreedthatwewereinadifferentworld» .206
SempremenotempoHobsbawmdeveavertrascorsoaCambridge:dalfebbraio
1947allaricercasulfabianesimoaffiancava«inhourswhentheBri?shMuseumand
other libraries in which he works are not available» – assicurava Posnan –207
l’impegno di lecturer presso il Birckbeck College di Londra, un is?tuto universitario
seralecontradizioniradicalialqualesarebberimastolegatoperilrestodellavita.A
Londra svolgeva anche il suo impegnopoli?co, che seppur non esaltante comenel
periodo prebellico, rimaneva comunque pervasivo e totalizzante. IscriIosi ad una
sezionelondinesedelCPGB,collaboravaallastampadelpar?to,come«DailyWorker»
e «WorldNews», e «Our Time», l’organoufficiale del CulturalGroupCommiIee. Il
suo impegno poli?co manteneva inoltre un orizzonte opera?vo internazionale e
internazionalista. Come negli anni del secondo confliIo mondiale, proseguiva la
collaborazioneafiancodegliesulitedeschi.Nel1948eraasvoall’internodelBri?sh
Council for GermanDemocracy (BCGD), un’organizzazione chemirava a presentare
all’opinionepubblicabritannicalanecessitàdiunaGermaniaconunpropriogoverno
unitarioe liberadaogniereditànazista.Sebbeneufficialmentesipresentassecome
non par??co, il BCGD in realtà lavorava all’interno di organizzazioni comuniste di
lungatradizione.Icontastragliesulicomunis?tedeschieilCPGBd’altrondesierano
avvia? già nel corso degli anni Trenta, si erano intensifica? durante la guerra e
nell’immediato dopoguerra si facevano molto stres anche intelleIualmente:
CULA,HGF(UABOGS1,1950-1File123),LeIeradiM.PostanaSartain,22dicembre1945.204
Ivi.,LeIeradiMorrisaSartain,26dicembre1945.205
R.Williams,Poli1csandLe.ers,cit.,p.180.206
CULA,HGF,(UABOGS1,1950-1File123),LeIeradiM.PostanaSartain,29oIobre1947.207
�52
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
ChristopherHill,ArthurL.Marton,DonaTorr,nomicheritornerannopocooltre,come
MauriceDobb eranoinrappor?d’amiciziaconl’intellighenziatedescacomunistain
esilio;Hobsbawmeraamicodi JürgenKuczynski .Probabilmentesu indicazionedi208
von Einsiedel , assunse per un breve periodo la direzione di «Searchlight», il209
giornaledelBCGD .210
La sua asvità poli?ca poi non vedeva separazione tra pubblico e privato. Il
faIochefossesposatoconunacompagnadipar?toneèunsintomo:«aquell’epoca
–avrebbericordatoinvecchiaia–avreitrovatoinconcepibilesposareunadonnache
nonappartenesse al par?to» . Lapoli?caera vissutadunquenon solo in gruppo,211
ma anche in coppia. Assieme alla moglie nel 1947 partecipò al primo fes?val
mondiale della gioventù a Praga. Le riunioni della cellula comunista dei funzionari
dellapubblicaamministrazione,acuiMurielSeamenapparteneva,sitenevanonella
nuova casa che lei e Hobsbawm avevano preso in affiIo di fronte a Clapham
Common,inunquar?ereasuddiLondra.Èverosimilechetralemuradellalorocasa
cifosseun’atmosferasimileaquelladescriIanellasuaautobiografiadaDorisLessing,
lacuicucinanellimitrofoquar?erediKensingtonera«spessopienadicompagni,che
facevano uno spun?no, parlavano, urlavano e riportavano no?zie in tono
confidenziale», e con«osmismoper il futuro», sulla poli?ca internazionale e sulla
ricostruzionedell’Inghilterra .212
Sivedalates?monianzadiHobsbawmriportatainS.BergereN.LaPorte,FriendlyEnemies.Britain208
andtheGDR(1949-1990),BerghahnBooks,NewYork-Oxford,pp.52-53.
NAL,MI5-EHF,KV2/3981,EstraIodiunaleIeradivonEinsiedelaE.Hobsbawm,17novembre1945.209
Tra il 1951 e il 1952 Hobsbawm abbandonerà la direzione del giornale, a causa dell’eccessivo210
impegnato accademico tra Cambridge e Londra e credendo più fruIuoso riversare lo sforzo non in«Searchlight», ma in giornali di maggiore ?ratura. Si veda lo sfogo che fece scrivendo a DorothyDiamond: NAL, MI5-EHF, KV2/3981, Copia di una leIera interceIata di E. Hobsbawm a DorothyDiamond,23giugno1951,(KV2/3981/166a).
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.199.211
D.Lessing,Camminandonell’ombra.Lamiaautobiografia, secondovolume (1949-1962), Feltrinelli,212
Milano1999,pp.27e20.
�53
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
1.2.TraaccademiaepoliSca
Ricordando,atrent’annididistanza,ildecenniosuccessivoallasecondaguerra
mondialeHobsbawmavrebbedeIocheall’epocainteseevissel’asvitàscien?ficain
streIa relazione con l’impegno poli?co . Quella tra scholarship e commitment fu213
una convergenza che non venne sperimentata dal solo Hobsbawm, ma che
caraIerizzòun’interagenerazionedi intelleIuali comunis?. L’impegnoe?co-poli?co
cheessi,spin?dalladramma?citàdellasituazionepostbellica,assunseroinvistadella
ricostruzione si intersecò con la loro riflessione professionale, in un intreccio che
comportònuoveprospesveenuovi interroga?vistoriografici.La«tensione–come
l’hadefinitaPaoloFavilli–tracompi?poli?ci,indirizziideologici,necessitàdiricerca
ed analisi» ad alto livello scien?fico permeò nel secondo dopoguerra, infas,214
l’esperienza dimol? storici comunis? a livello europeo. Rosario Villari ad esempio,
cheaguerraconclusaavevavent’anniecheneglianniCinquantaavrebbeiniziatocon
HobsbawmunostreIolegamediaffinitàpoli?caeideologica,avrebbericordatoche
«igiovanicheallorasiavvicinavanoallaricercastoricapartecipavano,osen?vanodi
dover partecipare, anche aIraverso l’esercizio e la pra?ca della storiografia,
all’impegnocollesvoadaffrontareesuperareiproblemicheilfascismo,laguerrae
lasconfiIaavevanolasciatoineredità»all’Italia .MichellePerrot,storicafrancese215
che allametà degli anni Cinquanta si sarebbe iscriIa per un breve periodo al PCF,
avrebbe deIo che i migliori studen? della Sorbona postbellica erano aIras dal
marxismo che li «seduceva con la sua capacità di analisi e classificazione. Ai nostri
occhi–avrebbeaggiunto–Labrousseneera ilportavoce.Nella ‘mia’Sorbonadegli
anni1947-1951,Labrousseerailsimbolodiunatriplicepreoccupazioneperilrigore,
perlariflessioneteoricaeperl’aperturasociale:inunaparola,lamodernità»chesi
opponevaallastoriografiatradizionaleecheriscuotevaconsiderazioneanchetragli
storici non marxis? . Anche in Gran Bretagna, l’impegno deIato dalla militanza216
indirizzava la riflessione degli storici comunis?, sia in una direzione propriamente
storiografica sia in un lavoro culturale con con?ngen? finalità poli?che. Così
ammonivaundocumentodel1948:
E.Hobsbawm,TheHistorians’GroupoftheCommunistParty,inM.Cornforth(acuradi),Rebelsand213
TheirCauses.EssaysinHonourofA.L.Morton,LawrenceandWishart,Londra1978,pp.26e43(21-48).
P.Favilli,Marxismoestoria.Saggiosull’innovazionestoriograficainItalia(1945-1970),FrancoAngeli,214
Milano2006,p.155.
R. Villari, Storia e giudizio storico, in «Annali dell’Is?tuto italiano per gli studi storici», 1998/15,215
Bologna,IlMulino1999,p.4(3-14).
M.Perrot,UnostoricomilitanteallaSorbona.IntervistaaErnestLabrousse,in«PassatoePresente»,216
1985/7,pp.87-88e90(87-109).
�55
primaparte:Re1
It cannotbedenied thatbourgeois ideologypredominated inBritain to-day,nor that
weareseeinganintensifica?onofthebourgeoisideologicaldrive.ThebaIleofideasis
amanysidedstruggle.Itfollowsthatwemustintensifyourstruggleagainstbourgeois
ideasandforMarxismonmanyformssimultaneously.[…]Thecompletelyofourwork
makesitallthemoreimpera?vetosecureanoverallplanofworkandcentraldirec?on
ofac?vity .217
Il ‘noi’ a cui questo documento alludeva è quello degli storici iscris al Par?to
comunista britannico, del cui lavoro venivano evidenzia? l’importanza e il valore
poli?ci.Gli storici, fosseroessidocen?universitari, insegnan?o studen?,dovevano
essere «class fighters in the ideological field» . Lo storico comunista doveva218
dimostrarsiversa?le,dandoprovadellacapacitàdideclinare lepropriecompetenze
incampidiversi.Laprioritàd’azioneeraindividuatanel lavoroperenelmovimento
operaio; doveva inoltre lavorare nel par?to, nelle scuole, intervenire sulla stampa,
fare ricerche e pubblicare libri. Una sfera molto delicata d’intervento era poi
individuatanell’ambitouniversitario.Adocen?ericercatorierarichiestodinon«bury
themselves in the libraries and turn out highly specialist works readable only by
professional historians», ma di farsi compartecipi di un lavoro più popolare,
prendendo parte alle scuole di par?to, al lavoro delle sezioni di base, pubblicando
interven? leggibili «by the intelligent and class consciousworkers» .Queste linee219
guidanonvenivanoscriIedaunsemplicemilitantecomunistachevedevanelproprio
lavoro intelleIuale una prosecuzione di quello poli?co; erano bensì scriIe per
delineareicompi?eiruolicheglistoricidelpar?tocomunistabritannicodovevano
assumere:eraaques?chevenivanoindirizzateinformadimanifestoprogramma?co.
Nell’autunno1946venneinfasformatoinsenoalpar?tounGruppodistorici.
Hobsbawm,cheinqueglistessimesiriprendevalavitauniversitaria iniziandolasua
ricercadidoIoratoecheera–comesièvisto–partecipedellediscussionicomuniste
sia britanniche che internazionali, prese parte fin dalle fasi iniziali al progeIo del
Gruppo inprimafila:nevennenominatotesoriere,ChristopherHillpresidente . Il220
Gruppo nasceva da un incontro volto a promuovere una revisione di A People’s
History of England di Arthur LeslieMorton, una storia nazionale in chiavemarxista
pubblicatadalLeâBookClubprimadellaguerra,diventatacentralenellebiblioteche
MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the217
CommunistPartyHistorians'Group,1940-1952,Draâstatementon the roleand tasksofBri?shpartyHistorians in the BaIle of Ideas, 1948 (la data si ricava dalla leIera che accompagna il documento),(937/6/2/1).
Ibid.218
Ibid.219
Verbaledellasedutadel27-28-29seIembre1946.220
�56
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
deicomunis?britanniciecheoragliintelleIualidelpar?tovolevanoripubblicarecon
dellemodificheinunanuovaedizione .Quest’inizialeriunioneavevapoiapertola221
strada alla nascita di un nuovo gruppo di intelleIuali iscris al CPGB, quello degli
storici appunto, che si affiancava ad una decina di altri gruppi di intelleIuali e di
professionis?membridelpar?to.
RispeIoal restodeinumerosiprofessionalgroupsdelpar?tocomunistabritannico,
quello degli storici si sarebbe dimostrato il più asvo. A par?re dagli ul?mi anni
Quarantailgruppodegliscienzia?comequellodegliscriIoriequellodegliar?s?ad
esempio, sempre più insofferen? nei confron? della subordinazione poli?ca che
l’URSSrichiedevaallascienzacomeallear?,sistavanosgretolando .Adifferenzadi222
questerealtà,l’Historians’Groupinstauròconilpar?to–elomantennefinoa1956–
un rapporto che nelle memorie dei partecipan? sarebbe stato concordemente
definitolibero.JohnSaville,adesempio,loricorderàcome«friendlyandhelpful» ;223
RodneyHiltonrievocheràcomeillorolavororaccogliessericonoscimen?es?matrai
quadri del par?to «which made no aIempt […] to intervene in any way» ;224
HobsbawmsoIolineeràl’autosufficienzadicuiilGruppogodevaanchedaunpuntodi
vistaorganizza?voedeconomico .L’indipendenzadelGruppodeglistorici rispeIo225
allelineedelpar?to,inrealtà,risultamoltomenolinearediquantoappaiadaques?
ricordi.Ineffescifuun’autonomia,chevennesubitapiuIostocherivendicata.Essa
fu vissuta come sintomo di debolezza: una mancanza di direzione poli?ca e un
disinteressamentoorganizza?vodapartedelpar?tocherischiavadi indebolire,agli
occhi degli storici del Gruppo, i loro proges e le loro esigenze . D’altro canto, i226
A. L.Morton,APeople’sHistoryofEngland,VictorGollancz, London1938. Il testo integratocon le221
revisioniemersedallediscussioniinternealGruppodeglistoricivennedatoallestampenel1948.PerilsignificatodellibrosivedaM.Cornforth,A.L.Morton:PortraitofaMarxistHistorian,inid.(acuradi),RebelsandTheirCauses,cit.,pp.13-14(7-20)eR.Samuel,Bri1shMarxistHistorians,1880-1980:PartOne,in«NewLeâReview»,1980/1,p.41(21-96).Il libro sarebbe stato guardato con interesse dalla casa editrice Einaudi a par?re dalla fine degli anniQuaranta(L.Mangoni,Pensareilibri.LacasaeditriceEinaudidagliannitrentaagliannisessanta,Bolla?Boringhieri, Torino1999, n.672p. 793); avrebbeperò trovato traduzione solodecenni più tardi con il?toloStoriadelpopoloinglese,Officina,Roma1981.
PerilrapportosemprepiùvacillanteepoiinterroIotraCPGBescriIorisivedaA.Croâ,AuthorsTake222
Sides:Writersand theCommunistParty,1920-56, inG.Andrews,N.FishmaneK.Mordan (acuradi),OpeningtheBooks.EssaysontheSocialandCulturalHistoryoftheBri1shcommunistParty,PlutoPress,Londra1995,pp.95-100(83-101).Perlecrepeinternealgruppodegliscienzia?delpar?to,aseguitodelcasoLysenko,sirimandaaN.Wood,CommunistsmandBri1shIntellectuals,GollanczLTD,Londra1959,pp.121-156.PerunosguardopiùgeneraledellapresenzadiGruppidiintelleIualiall’internodelCPGBnel decennio successivoalla secondaguerramondiale: J. Callaghan,ColdWar, Crisis andConflict. TheCPGB1951-1968,LawrenceandWishart,London2003,pp.94-98.
J.Saville,MemoirsfromtheLef,ThMerlinPress,London2003,p.87.223
MRC, EHP, Obituaries and other biographical wri?ngs, Obituaries and profiles wriIen by others,224
IntervistadiR.HiltondapartediJ.Hatcher,senzadata,(937/4/4/4).
E.Hobsbawm,TheHistorians’Group,cit.,p.27.225
MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the226
Communist Party Historians' Group, 1940-1952, Draâ Report of Communist Party Ancient Historians,April1948,(937/6/2/1).
�57
primaparte:Re1
buoni rappor? che i partecipan?delGruppomantennero,finoallametàdegli anni
Cinquanta,conilpar?toeranogaran??,comeharimarcatoDennisDworkin,dauna
sortadiautocensuradeipartecipan?stessichesitennerolontanidall’affrontaretemi
spinosiperilpar?to ;nodiche–comevedremo–sarebberoarriva?alpesnenel227
1956.
Il nucleo dei partecipan? al Gruppo era formato da quella generazione di
studen?radicaliiscriIasialpar?tocomunistabritanniconeglianniTrentaeneiprimi
anniQuaranta,cheavevavissutoilclimadelfrontepopolare,lemanifestazioniperla
Spagna, la guerra contro il nazifascismo. Alcuni di loro si conoscevano e avevano
streIorappor?diamiciziadaquegliannieora,seguendolacomunepassioneperla
storiaeperl’impegnopoli?co,siritrovavanoinregolariincontrilondinesi .AIorno228
a quest’esperienza si radunarono – non senza frizioni – militan? interessa? alla229
storia e al marxismo, insegnan? e sindacalis? di diverse aree del paese, storici
accademicicheneldopoguerra–maicomeprima–eranonumerosinelpar?to.Fra
ques?ul?mic’eranoGeorgeThompsoneRoyPascal,classicistailprimoegermanista
il secondo entrambi da anni presso l’università di Birmingham; Christopher Hill e
Victor Kiernan, invece, avevano iniziato da poco a lavorare l’uno a Oxford l’altro a
Cambridge e avevano già dato alle stampe i loro primi lavori. Di poco più giovani
c’erano poi, assieme a Hobsbawm, Royden Harrison, Rodney Hilton, John Saville,
Dorothy Towers; solo più tardi avrebbero aderito anche suomarito EdwardPalmer
Thompson, associato inizialmente alGruppodegli scriIori,GeorgeRudé eRaphael
Samuel. Si traIava sopraIuIo di giovani ricercatori che, come Hobsbawm, erano
all’iniziodellalorocarrieraechenegliincontridelGruppopotevanoconfrontarsinon
solo tra coetanei, ma anche con intelleIuali di una generazione più anziana. Le
memoriedegli iscrissonounanimementeconcordineldefinire lapartecipazioneal
Gruppo come estremamente s?molante e forma?va . Fu un’esperienza che230
contribuìaindirizzaregiovanistudiosi,ancoraincer?sullorofuturo,nellasceltadella
storiografia come proprio campo professionale. Edward P. Thompson ad esempio,
avrebbesemprericonosciutograndeimportanza(adifferenzadiunricordopiuIosto
D.Dworkin,CulturalMarxism in Postwar Britain.History, theNew Lefand theOrigins of Cultural227
Studies,DukeUniversityPress,DurhamandLondon1997,p.24.
C.Hill,R.HiltonedE.Hobsbawm,PastandPresent.OriginsandEarlyYears, in«PastandPresent»,228
1983/100,p.3(3-14).
Gli iscris al Gruppo degli storici che non ricoprivano ruoli accademici nel 1950 lamentarono229
un’eccessivapredominanzadegli accademicinella ges?onedelGruppo stesso. Si veda il confronto traBeIyGranteRodneyHiltonripresodaD.Dworkin,CulturalMarxisminPostwarBritain,cit.,pp.23-24.
ChristopherHillparleràdiques?annicome«themosts?mula?ngintellectualexperienceIhaveever230
had»,dacui«anything IhavewriIensincederives» (C.Hill,Foreword, inH. J.Kaye,TheEduca1onofDesire.Marxists and theWri1ng of History,Routledge, London 1992, p. IX); John Saville in vecchiaia(MemoirsfromtheLef,cit.,p.88)ricorderàcomefossestatoun«privilegeofbeingassociatedwithsomany lively and interes?ng intellectuals», le cui discussioni secondo Rodney Hilton (intervistato daHatcher,cit.)eranostate«extremelys?mula?ng,par?cularlyintheatmospherebeforetheColdWarandevenaâer».
�58
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
freddo della sua partecipazione al gruppo degli scriIori ) alla frequentazione –231
seppursporadica–delleriunionidell’Historians’Group.Parlandodellasuainiziazione
allaricercastoricadirà:
Ithinkit[beingahistorian]islikebeingapainterorpoet.Apoetloveswords,apainter
lovespaint.Ifoundafascina?oningesngtotheboIomofeverything,inthesources
themselves. I got this fascina?on with the archives. I suppose this plus the cri?cal,
comradely help of one or two people in par?cular, especially Dona Torr, and
par?cipa?on in the Communist PartyHistorians’Group, inwhichwehad theore?cal
discussions all the ?me – this made me into a historian. The formal and informal
exchange with fellow socialists helped me more than anything I had found in
CambridgeUniversity .232
RispeIoallachiusuradellefacoltàdistoriadelleuniversitàinglesieinpar?colaredi
Cambridge , dove oltre a Thompson e Hobsbawmmol? altri si erano forma?, il233
Gruppo degli storici del par?to comunista apriva spazi e modalità di discussione
nuovi,chepotevanorichiamareallamemoriadiHobsbawmquelleformeautoges?te
di discussione proprie della sezione comunista studentesca e dei gruppi del
Cambridge University Socialist Club . Si configurava come un forum privato di234
confronto che poneva i suoi partecipan? a proprio agio: essendo aperto a soli
militan? comunis?, esso si estraniava da osservazioni e cri?che deIate dal
pregiudizio an?comunista che iniziava a diventare, anche in ambito accademico,
preponderante .Allostessotempo lastessaopposizioneechiusuraan?comunista235
s?molava e obbligava i partecipan? del Gruppo ad un rigore scien?fico. La
caraIeris?capeculiaredellediscussionidelGrupposaràriconosciutadaHobsbawm
in«asenseofequality» :unsen?rsiliberidiintervenire,cri?care,acceIarecri?che;236
un sen?rsi liberi anche di esporsi in campi di indagine e riflessione nuovi e
sconosciu?. A mol? anni di distanza Hobsbawm avrebbe definito l’esperienza nel
Gruppo come «qualcosa di simile a un seminario permanente nel quale tus noi
abbiamoappresounaquan?tàenormedicosee,percosìdire,siamocresciu?come
P.Corfield(acuradi),IntervistaaE.P.Thompson,in«Quadernistorici»,1996/2,p.413.231
IntervistaaE.P.ThompsondiM.Merill,inVisionsofHistory,cit.,p.13.232
Hobsbawm l’avrebbe descriIa come «self-sa?sfied, insular, culturally provincial, deeply prejudiced233
againstheories,explana?onsandideas».SivedaE.Hobsbawm,ALifeinHistory,in«PastandPresent»,2002/177,pp.4-5(3-16).
Sulla con?guità tra le sezioni comuniste studentesche degli anni Trenta e i gruppi di professionis?234
comunis? dei decenni successivi si rimanda alle considerazioni di K. Morgan, G. Cohen e A. Flinn,CommunistsandBri1shSociety(1920-1991),RiverOramPress,Londra2007,pp.84-90.
R.Hewison,InAnger:Bri1shColtureintheColdWar(1945-1960),NewYork-OxfordUniversityPress,235
1981,pp.1-31.
E.Hobsbawm,TheHistorians’Group,cit.,p.25.236
�59
primaparte:Re1
storici, senza aver cercato sistema?camentedi farlo» .Ma come? Spin?da cosa?237
SeguendoqualileIureeavviandoqualidiscussioni?
Il Gruppo nasceva, come si è deIo, da un impulso poli?co che si legava
all’inclinazione intelleIuale degli iscris: ques? riconoscevano una profonda
unitarietàtrailpropriolavorodistoricielapropriamilitanzacomunista.Un’unitarietà
chevenivaincen?vatadalpar?to,acuiritornavau?le.Nel1947HarryPolliIdavaalle
stampeunpamphletin?tolatoLookingAhead,incuian?cipavalanuovalineapoli?ca
che il par?to avrebbe ufficializzato quaIro anni dopo con The Bri1sh Road to
Socialism.FacendoproprieleindicazionidiDimitrov,secondocuilarealizzazionedel
socialismo avrebbe dovuto seguire percorsi autonomi in base agli specifici contes?
nazionali,ilCPGBindividuòlapropriaviaalsocialismonel‘governodelpopolo’,cioè
nel perseguire una sua effesva ed ampia rappresentanza parlamentare. L’obiesvo
eraquellodi trasformareuna«capitalistdemocracy intoarealPeople’sDemocracy,
transformingParliament,theproductofBritain’shistoricstrugglefordemocracy,into
the democra?c instrument of the will of the vast majority of her people» . Era238
un’aspirazione cheancheHobsbawm facevapropriae indicava comefinepoli?coa
cui tendere: «The condi?on for a poli?cally conscious movement of the Bri?sh
people, under the leadership of a socialist labour movement, – diceva – are […]
coming into being» . Del popolo britannico il par?to si proponeva poi di239
salvaguardare la tradizione culturale nazionale che denunciava essere gravemente
minacciata dall’imperialismo nord-americano. Nel 1947 veniva fondato il Na?onal
CulturalCommiIeepercoordinareleasvitàeidiversigruppiculturalidelpar?to;il
fine a cui i comunis? e in par?colare gli intelleIuali del par?to erano chiama?era
quello di esplorare gli effes corrosivi della penetrazione statunitense non solo
nell’economiabritannicamaanchenellasuavitaculturale,percontribuireafrenarne
l’invasione e, d’altro canto, per rinforzare «our na?onal dignity and
independence» .240
Inquestaprospesvaglistoricicomunis?–comerimarcavaRodneyHilton,nel
ruolodipresidentedelGruppodeglistoricidelpar?to,nelgiugnodel1951–avevano
unfondamentalecontributodaoffrire:«NowthatToryismandRight-wingLabourare
selling our country to the American imperialists, it is a task of prime poli?cal
A.Agos?,Unastoriaper ‘cambiareo lamentocri1care ilmondo’. IntervistaaEric J.Hobsbawm, in237
«PassatoePresente»,1998/43,p.95(91-107).
TheBri1shRoad to Socialism: ProgrammeAdopted by the Execu1ve Commi.ee of the Communist238
PartyofBritain,gennaio1951,riportatoinJ.CallaghaneB.Harker,Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,cit.,p.180.
E. Hobsbawm, The Taming of Parliamentary Democracy in Britain, in «The Modern Quarterly»,239
1951/4,p.339(319-339).
K.Woddis,AnotherAmericanexportforBritain, in«WorldNewsandViews»,5giugno1948,p.235240
ripresoinJ.CallaghaneB.Harker,Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,cit.,pp.172-173.
�60
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
importancetomobilisethepatrio?cins?nctsofthepeopleagainstthisbetrayal» ,il241
tradimento del popolo britannico che l’assoggeIamento della Gran Bretagna
all’imperialismo americano – aveva denunciato ufficialmente pochi mesi prima il
par?to– stavadeterminando . Il climapoli?co fortementedominatodallaGuerra242
Fredda e la sconfiIa che il par?to aveva subito alle elezioni poli?che del 1950,
quandoavevapersoanchegliunicidueseggioccupa?nellelegislazionipreceden?da
Willie Gallacher e Phil Pira?n, comportarono una ridefinizione della funzione e dei
compi? degli storici comunis?, che andavano ben oltre quelli delinea? alcuni anni
prima sempre in seno al par?to. La «baIaglia delle idee» in cui gli storici erano
inves?? dal par?to implicava ora un ripensamento della storia stessa, delmodo di
fare storia, dei sogges da studiare, delle prospesve con cui analizzarli. Hilton
osservava:
HistoryhasalwaysbeenwriIenasiftheonlythingthatmaIeredwerethedoingsof
therulingclass.When ‘social’historyhasbeenwriIentoshowhowordinarypeople
lived, peasants andworkers have depicted either as passively accep?ng the exis?ng
order, or (when the theme cannot be avoided) as momentarily s?rred against the
exis?ngorderbyagitatorsfromoutside.Butthebourgeoishistorians,almostwithout
excep?on,havebeenunabletoenvisage[immaginare]theexploitedclassesofsociety
asplayinganindependentandcrea?vepartinhistoricalprogress.[…]Hencethemany
peasant revolts at the end of the middle ages are depicted as brutal uprisings,
achieving nothing that would not have come in the course of ?me. The English
Revolu?onisdescribedasanaffairofthegentry.
Di fronte a questa constatazione, gli storici comunis? erano chiama? a contrastare
quellochevenivadefinito«theprocessofthefalsifica?onofhistory».
Ourproblem ishow togiveback to theBri?shpeople its truehistory, thehistoryof
popular struggleandpopular crea?veenergy. […] It is therefore the responsibilityof
the Communists, almost alone at first, to lead the fight for true Bri?sh history. Our
teachersandwritersinschool,collegesanduniversi?esmustnotonlydotheirutmost
in their own sphere of work to correct distor?on of history. They must put their
knowledge at the disposal of the moment. Comrades in the Party Districts with a
special interest in thehistoryof local strugglesmustnot keep their inves?ga?ons to
themselvesasasortofan?quarianhobby.Theymustseehowtheexperienceofpast
MRC,EHP,Poli?cs,CommunistPartyHistorians’Group,LocalHistoryBulle?n,nos.2-20,22-26,Nov241
1950-Sep 1953, The Historians’ Group and Bri?sh Tradi?on (firmato da Rodney Hilton), giugno 1951,(937/6/2/5),dacuisiriprendonoanchelesuccessivecitazioni.
TheBri1shRoadtoSocialism,cit.parlapropriodi«betrayal»,p.178.242
�61
primaparte:Re1
struggles can throw light on present poli?cal problems, and how pride can be
s?mulatedamongsttheworkersintheirownpastandpresentpowerofindependent
ac?on.
L’obiesvo ul?mo era quello di creare connessioni, mostrando come le loIe del
presente e del futuro avessero radici nel passato. Era un programmadi lavoro che
Hilton indirizzavaallevariesezioni localidell’Historians’Groupchesieranoformate
sul territorionazionale.All’iniziodel1951 ilGruppoaveva iniziatoapubblicareuna
propria rivista, «Local History» che nel 1953 avrebbe cambiato il nome in «Our
History»,pers?molareprogrammidiricerchedapartedistoricidileIan?(venivano
fornite anche forme di vademecum per «amateur historical research workers» )243
sulla storia urbana, sulla storia delmovimento operaio e delle rivolte contadine in
varieregionidelPaese .Irisulta?diquesteindaginitrovavanospaziosullarivistao244
venivanorappresentateindocumentariespeIacoliteatralineicircolidelpar?to .Il245
messaggio trasmesso era che molte realtà britanniche, apparentemente anonime,
nascondevanoinrealtàloIeesollevazionipopolarisconosciutecherisalivanofinoal
medioevo: era questo un passato che il movimento operaio e progressista inglese
doveva far proprio, salvandolo dall’oblio e trasformandolo in fondamento
legismanteperlebaIagliepoli?chedelpresente .246
AllabasedelGruppostava,comehasoIolineatoGeoffEley, l’inclinazionead
aIribuireunprofondosensopedagogicoallastoria .Natonelclimataglientedella247
Guerra Fredda sulla scorta di un’esigenza poli?ca con?ngente – la necessità di
contrastare l’assimilazioneculturaledellaGranBretagnaagliUSA–questo impulso,
collegatoaurgenzedirinnovamentostoriografico,influenzòimportan?ripercussioni
a livello storiografico. Nell’intenzione cioè di riscoprire il passato del movimento
operaio e contadino inglese, per usarlo con immedia? fini poli?ci, gli storici del
Gruppopreserosulserioleazionie le loIedeicontadini,dellaclasseoperaia,della
gente comune inglese finendo per delineare una nuova prospesva di indagine
storica,quellacheèstatadefinitala‘storiadalbasso’.
Nel 1954 Christopher Hill riconobbe che un ruolo importante nel sollecitare
questa apertura di ricerca all’interno del Gruppo era stato giocato Dona Torr,
un’intelleIualetraifondatoridelCPGBemembrodellaredazionedellacasaeditrice
HowandWheretoBegin,in«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/3.243
Si vedano, a?tolod’esempio, i resocon?delle asvitàdi ricercanelloYorkshire, aBirminghamea244
Londrapubblica?in«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/2.
Èquantoaccade,adesempio,aLiverpool:«LocalHistoryBulle?n»,marzo1951/6.245
OutlinetheClassStruggleintheCountryside,«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/3.246
G.Eley,ACrookedLine. FromCulturalHistory to theHistoryof Society,TheUniversityofMichigan247
Press,AnnArbor2005,p.26.
�62
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
Laurance&Wishart,promotricedaglianniTrentadellostudiodellastoriainsenoal
par?to,traduIricediMarxedEngels .TorrinsistevasulfaIochelaclasseoperaia248
avesseun’organicaconnessioneconilpassato .Daannistavainoltrelavorandoad249
un voluminoso profilo biografico di Tom Mann , in cui il vissuto concreto e250
l’esperienza umana del biografato assumevano par?colare rilevanza nella
ricostruzione più generale del movimento operaio inglese della seconda metà
dell’OIocento. Ques? due appor? di Torr contribuirono a spingere gli storici del
Gruppodaun latoa riconsiderare il passatonazionale, dall’altro a studiare l’azione
dellagentecomunenellasuaresistenzacontrooppressionirecen?elontane.Diuna
generazione più vecchia, Torr agli occhi deimembri del Gruppo appariva come un
modelloperilfaIodiaversempreconciliatoricercastoricaeasvitàpoli?ca;eraper
loro una guida influente nelle loro ricerche e una regista di lavori collesvi. Nel
festeggiareilsuoseIantesimocompleanno,alcunistoricidelpar?toavrebberodeIo
che
Shehastaughtushistoricalpassion.[…]Shemadeusfeelhistoryonourpules.History
was notwords on a page, not the going-on of kings and primeministers, notmere
events.Historywasthesweat,blood,tearsandtriumphsofthecommonpeople,our
people. Above all we learnt from her, with this deep human sympathy for our
forefathers,aprofoundbuttemperedop?mism.Therhythmofhistorywasseentobe
notthesteadyprogressupwardsoftheVictorianWhigs,s?lllessthetreadmillsoftheir
degenerate successors, but a dialec?cal progress in which gains and loss are two
aspectsofonemovement .251
EraquestaunaprospesvachepenetravanelGruppoevenivafaIapropriadaivari
soIogruppicronologiciincuil’Historians’Groupsierasuddiviso(an?chità,medioevo,
XVIeXVIIsecolo,XIXsecolo;vieraancheunsoIogruppoperinsegnan?).JohnSaville
ricorderànellesuememoriecomelariflessionedellasezionedelXIXsecolo,incuilui
edHobsbawmerano gli unici accademici, fosse par?colarmente indirizzata al ruolo
della classe operaia nella società capitaliste e in par?colare alle loIe da essa
intraprese per raggiungere libertà democra?che e rappresentanza poli?ca. Era una
discussione par?colarmente importante in quanto, come avrebbe soIolineato lo
stesso Saville «[t]he struggle of classes was s?ll largely omiIed in the general
D. Renton,Opening the Books: the Personal Papers of Dona Torr, in «HistoryWorkshop Journal»,248
2001/52,pp.236-245.
G.GómezBravo,LaHistoriaSocialBritánica:memoriadeunacontribu1oncolec1va, in«Historiay249
ComunicaciónSocial»,2003/8,p.123(119-137).
D.Torr,TomMannandHisTime(1856-1890),Lawrence&Wishart,London1956.250
G.Thompson,M.Dobb,C.Hill,J.Saville,Foreword,inJ.Saville(acuradi),DemocracyandtheLabour251
Movement,Lawrence&Wishart,London1954,p.8.
�63
primaparte:Re1
teachingofhistoryanditwasuponthishistoryfrombelowthatourearlydiscussion
mostlycentred» .252
Glistoricicomunis?sieranod’altronderiuni?performareunGruppointerno
al par?to non solo perché condividevano una comune appartenenza poli?ca, ma
anche e sopraIuIoperché spin? dallo s?molo di elaborare una nuova prospesva
storica.Conlafinedellasecondaguerramondialestavainfasiniziandoademergere
unaculturastoricaalivelloeuropeocaraIerizzatadaunnuovomododiconcepirela
storia e le sue funzioni e da un modo nuovo di pensare lo stesso lavoro dello
storico .Ponendosiinunsolcodian?caorigineedicarsichecon?nuità,conlafine253
del confliIo si verificava un impulso al rinnovamento deIato da una sensazione,
percepitaalivelloeuropeo,diinadeguatezzadelparadigmastoricotradizionale.Paul
Veynehaaffermatoche
[l]a generazione che ha seguito la Liberazione […] era spinta da un’avidità
rivoluzionaria,daunafebbreintelleIuale,daundesideriodinovità.[…]Infasnonho
maivistounfenomenoanalogonelleepochepreceden?,eccezionfaIaperlaroIura
operatadalle«Annales».Masi traIavadidueotre individui isola?chenonavevano
potere.Dopo il1945,nonsipensavapiùascrivere lastoria […]come lagenerazione
precedente. […] Nella febbre della novità, si provava di tuIo: marxismo,
struIuralismo .254
Era questo un clima che permeava la cultura storica europea, in par?colare quella
impersonata dai suoi esponen? più giovani. Gli storicimarxis? britannici in questo
percorsosipercepivanocomeun’avanguardia,nonisolatabensìpartecipe–secondo
latradizionedelfrontepopolare –diunapiùampiastoriografiaprogressistachesi255
opponevaalparadigmastoriograficotradizionale.Hobsbawmdiràcheall’epocaessisi
vedevano «not as trying, say, to dis?nguished ourselves from Tawney, but to push
forwardthattradi?on,tomakeitmoreexplicit,toseeMarxismaswhatthesepeople
ought to have been working toward» . Si sen?vano quindi degli eredi e dei256
con?nuatorinonsolodiRichardH.Tawney,maanchediSidneyeBeatriceWebb,di
J.Saville,MemoirsfromtheLef,cit.,p.88.252
P.Burke,Prologo:lanuovastoria,passatoefuturo,inid.(acuradi),Lastoriografiacontemporanea,253
Laterza, Roma-Bari 2000, pp. 3-29. C. A. Aguirre Rojas, Manuale di storiografia occidentale. Dalmarxismoallamicrostoriaitaliana,Aracne,Roma2010,pp.39-74.
P. Veyne, Il quo1diano e l’interessante. Conversazioni con Catherine Darbo-Peschanski, La Nuova254
Italia,Firenze1998,p.82citatodaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.155.
Hill,HiltonedHobsbawm(PastandPresent.OriginsandEarlyYears,cit.,pp.4-5)nel festeggiare il255
centesimonumerodi«PastandPresent»avrebbero ricordatoche:«Wewere trying tocon?nueor torevive in the post war period the poli?cs of broad unity we had learned in the days of prewaran?fascism».
IntervitadiE.HobsbawminVisiononHistory,cit.,p.33.256
�64
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
John L. e Barbara Hammond, di quella tradizione storiografica britannica di studi
operaie radicali cioèche inparte siera formata in senoallaSocietàFabianadi cui
Hobsbawminquegliannistavaricostruendolastoria,ancheincontrandodipersonai
membrianzianiancoravivi.
Findalleprime riunionidelGruppodegli storicidelCPGBveniva rimarcata la
necessitàdiunacondivisionedeipropristudiperavereunapanoramicageneraledei
temi traIa?,pervagliarnegliambi?temporalie territoriali,per lamentarne i limi?,
peresaminarenuoveprospesve .L’intentoeraquellodimigliorare«thequalityof257
our individualwri?ng and teaching and –more than that – help us tomake really
crea?vecontribu?onstoMarxisttheory» .Unproposito,quest’ul?mo,chesarebbe258
statoampiamente raggiunto: lediscussioniall’internodelgruppo furono infasuna
specie di «incubatrice», come l’ha definita Dennis Dworkin , di un contributo259
collesvo sia nel campo della storiografia sia in quello della teorica sociale i cui
migliori esi? sarebbero emersi a par?re dai primi anni Sessanta . Il collante degli260
storici che avevano aderito al Gruppo era «a desire to be Marxist» . Essere261
comunis?d’altrondesignificava,necessariamente,aderirealmarxismo .262
L’approccioallastoriacheipartecipan?alGrupposperimentavanoprendevaspunto
dalleriflessionistorichediMarxedEngels.LeIurecheHobsbawm,comemol?altri,
aveva già affrontato prima della guerra, sia individualmente sia discutendone
all’internodigruppidistudio.Ora,l’interpretazionemarxistadellastoriaentravanelle
discussioni dell’Historians’Group inun tenta?vo– come l’avrebbedefinitoHill –di
«refinement» . Ciò era reso possibile grazie alla maggiore reperibilità dei classici263
marxis?rispeIoaglianniTrentaegrazieancheallapossibilitàdiunconfrontodireIo
con intelleIuali marxis? più anziani. Tra i vari tes? che ispirarono il Gruppo, la
raccolta degli scambi epistolari traMarx ed Engels, tradose commenta?daDona
MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the257
Communist Party Historians' Group, 1940-1952,Minutes of 1°mee?ng of the XVI and XVII CenturiesSec?on,5gennaio1947,(937/6/2/1).
DaphneMay,WorkoftheHistorians’Group,in«CommunistReview»,maggio1949,p.541citatoinD.258
Dworkin,CulturalMarxism,cit.p.23.
Ivi,p.11.259
Perunosguardodellaproduzionestoriograficadeglistoriciforma?siall’internodelGruppoedelloro260
apporto collesvo si rimanda, oltre ai tes? già cita?, a H. J. Kaye, The Bri1shMarxist Historians: anIntroductory Analysis, Macmillan Press, Basingstoke 1995; R. Samuel, Bri1sh Marxist Historians,1880-1980, cit., pp. 21-96; G. G. Iggers, Historiography in the Twen1eth Century. From Scien1ficObjec1vitytothePostmodernChallenge,WesleyanUniversityPress,Middeltown1997,pp.78-94.
E.Hobsbawm,TheMarxistHistorians’Group,cit.,p.43.261
Per alcune riflessioni di Hobsbawm circa la coincidenza tra militanza comunista e adesione a262
marxismofinoallametàdeglianniCinquantasivedaE.Hobsbawm,Ildialogosulmarxismo(1966),inid.,Rivoluzionari,cit.,pp.138-139(133-147).
T.HarriseC.Husbands,TalkingwithChristopherHill,Part.I,inG.EleyeW.Hunt(acuradi)Reviving263
theEnglishRevolu1on.Reflec1onsandElabora1onsontheWorkofC.Hill,Verso,Londra-NewYork1988,p.101.
�65
primaparte:Re1
Torr ,contribuìafissarepiùdialtrilaconcezionedellastoriaall’internodelGruppo264
esopraIuIoilsignificatocheperisuoipartecipan?avevaildefinirsistoricimarxis?.
Il dialogo privato traMarx ed Engels aIraverso l’interpretazione datane da Torr –
leIuracentralepertusimembridelGruppo –contribuìaindirizzarecioèilmodo265
in cui si pensava, si discuteva, si faceva storia all’interno del Gruppo. John Saville
avrebbericordatoche«wewereaccustomedtoraisingques?onsinthestyleofthe
Selected Correspondence» . Nel libro curato da Torr Marx ed Engels erano266
presenta? come teorici molto aIen? alla poli?ca e alla realtà sociale a loro
contemporanea, capaci di trarre da questa con?nue revisioni del proprio pensiero
teorico. Erano inoltre riprese alcune delle riflessioni teoriche più importan? sul
materialismo storico. L’interesse che il Gruppo, e in par?colare la sezione del XVII
secolo,sviluppòneiconfron?delleoperediMarxedEngelssicaraIerizzavaperòper
unaforte lontananzadadiscussioniteoricheastraIe. IlGrupposolonel1953vagliò
l’ipotesi di organizzare un incontro sulmaterialismo storico, di cui – semai venne
realmente tenuto – non è rimasta traccia. Due anni dopo il comitato poli?co del
CPGB, nella figura di Emile Burns, avanzò agli storici del par?to la richiesta di
realizzareunlibrosull’approcciomarxistaallastoria.Fuquestouninvitononraccolto
dalGruppo,chelasciò ilcompitoditenereunaseriediconferenzesulmaterialismo
storicoesuiconcesdistruIuraesovrastruIuraaungiornalistadel«DailyWorker»,
Peter Fryer.Organizzò inveceunaSchool ofBri1sh LabourHistory, 1832 topresent.
Preferì cioè indirizzare il proprio lavoro – nelle parole di Rodney Hilton – verso la
necessità di un «concrete historical wri?ng as against theore?cal polemics of the
recent King Street kind» . L’inclinazione degli storici accademici del par?to, in267
par?colarequellichefrequentavanolasezionedelXVIeXVIIsecolo,erariluIantenei
confron? di un approccio streIamente astraIo: le riflessioni teoriche e
metodologiche,comehasoIolineatoDavidParker,silimitaronodunqueadunaparte
minoritaria degli incontri e della produzione dei partecipan? al Gruppo . Vi era268
piuIostolaprospezione–comelostessoHobsbawmosserveràadannididistanza–
ad un’applicazione empirica e faIuale del metodo di Marx piuIosto che ad una
K.MarxeF.Engels,SelectedCorrespondence,1846-1895:withCommentaryandNotes,(acuradi)D.264
Torr,Lawrence&Wishart,London1936.
Tes?monianzediE.HobsbawmeJ.SavilleraccoltedaA.HoweecitateinD.Parker, Introduc1on, in265
Ideology,Absolu1smandtheEnglishRevolu1on.DebatesoftheBri1shCommunistHistorians,Lawrence&Wishart,Londra2008,p.25.
IntervistaaJ.Saville(1984),inD.Dworkin,CulturalMarxism,cit.,p.268,n.80,dacuiriprendoanche266
l’analisidellibrodiTorr.SivedaancheilrichiamocheSavillenellesuememoriefaallacorrispondenzatraMarxedEngels,incuisievincelalorocapacitàedisponibilitàarivedereleproprieformulazioniteoriche:J.Saville,MemoirsformtheLeâ,cit.,p.87.
Le parole di Hilton sono citate da D. Parker, Introduc1on, in Ideology, Absolu1sm and the English267
Revolu1on,cit.,p.13.
Ivi.,p.13-14.268
�66
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
leIuracommentataedastraIadeisuoites?:l’ideaeraquelladipar?redaMarxper
«con?nuareildiscorsochelui[aveva]cominciato» .269
Sulla scorta anche di Selected Correspondence, in cui Torr meIeva in luce
l’aIenzionecheMarxedEngelsavevanoriservatoalle formepoli?chedella loIadi
classestudiandonelacomplessitàelespecificitàstoriche,ilGruppoindividuavanella
loIadi classe «themo?ve force in history» e nel campodella labour historyun270
nodo centrale del proprio lavoro. Dennis Dworkin ha soIolineato che la centralità
conferita nell’interpretazione storica alla loIa di classe fece sì che gli storici del
Gruppo aprissero un’alterna?va teorica al rigido determinismo del modello
produsvis?co. Ciò fece sì che le discussioni che essi avviarono portarono ad
affiancare al classico approccio determinista e funzionalista del marxismo, una
maggiore aIenzione alla componente soggesvadella classe, aprendoun interesse
sempremaggioreperl’azioneumana.Quest’aperturaderivavaanchedaunpassione
culturale che inves?va il milieu del gruppo degli storici: alcuni di loro si erano
inizialmente dedica? alla leIeratura per poi spostarsi al campo della storiografia.
DonaTorr,ChristopherHill,VictorKiernan,LeslieMorton,RoyPascal,E.P.Thompson
eranoappassiona?dipoesiaedi leIeratura;etramutavanoquesto interesseper le
espressioni ar?s?che, interpretandole – come ha deIo Favilli – come «indici
preziosissimi per l’indagine del mutamento culturale e sociale» . Hobsbawm271
condivideva questa stessa preoccupazione già nei primi anni universitari, quando
«wasoneadroitlypersuadingthem[isuoicolleghistorici]thattheywerehungryfor
an adventure in the cultural arts» : in effes, anche in vecchiaia, Hobsbawmdirà272
che il suo principale interesse era essenzialmente culturale. Ricordando nella sua
autobiografia senile la sua adesione alla dimensione marxista dirà che il suo
marxismosisviluppòall’etàdidiciasseIeanni«comeuntenta?vodicapirelear?» ,273
tenta?voincuiu?leerailmodellomarxistadi‘struIura-sovrastruIura’.SoIolineerà,
infas: «What Iwanted to know – and I remember formula?ng this ques?on even
whenIwasathighschool–wasjusthowworksofartorgreatwri?ngsarerelatedto
thesociety inwhichtheyoccur.Or, ifyou like,howideologyreflectsor is rooted in
thehistoricsitua?onsinwhichitcorresponds» .274
E.Hobsbawm,Marxelastoria,inid,Dehistoria,cit.,p.200(pp.189-203).269
C.Hill,MarxismandHistory, in«ModernQuarterly»,1948/3,p.63 ripresodaD.Dworkin,Cultural270
Marxism,cit.,p.29.
P.Favilli,Storiaedemancipazione.LesceltedivitadiEricHobsbawm,in«Studistorici»,2013/4,p,823271
(801-832).
P.Keuneman,EricHobsbawm,aCambridgeProfile(1939),inR.SamueleG.StedmanJones,Culture,272
ideologyandpoli1cs,cit.,p.367.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.116.273
MRC, EHP, Personalia,Otherpersonal papers,Autobiographicalmaterial, Text of speechonMarx's274
influenceonHobsbawm's viewof history (forNewEnglandHistorical Associa?on symposiumon 'EricHobsbawmasBri?shhistorian’),1990,(937/7/8/1).
�67
primaparte:Re1
Hobsbawm doveva essersi inserito a pieno e doveva aver beneficiato
profondamente del clima del Gruppo: ne era uno degli organizzatori, seguiva con
passione le discussioni frequentando le riunione di più soIogruppi, introieIava le
linee guida delle riflessioni sull’analisi della loIa di classe in esso sviluppate. Fu in
ques? anni che si addentrò nella storia della classe operaia britannica, tema che
sarebbe rimasto centralenella suaproduzione successiva. Fu infascoinvolto inun
progeIo debitore della spinta ideatrice di Dona Torr. Si traIava di un’ambiziosa
raccolta di documen? inedi? – per la serie «History in theMaking» per i ?pi della
Lawrence&Wishart– chevolevameIere in luce il pensieroe l’azionediuominie
donne «engaged in the historical movement for social and poli?cal freedom» .275
Pensato per un ideale pubblico di sindacalis? e studen? lavoratori, il progeIo si
tradusse nella pubblicazione tra 1948 e 1949 di alcuni volumi che miravano a
illustrare lastoriadelmovimentodellaclasseoperaianelXIXsecolo .Hobsbawm,276
soIolatuteladiDorr,curòl’ul?modiques?volumi:giornaliepamphlet,biografiee
memorie, carte parlamentari e giudiziarie del ventennio conclusivo dell’OIocento
eranopresenta?daHobsbawmconunadupliceintenzione.Daunlatostudiarliinuna
prospesva storica, dall’altro rendere quegli aIori storici più vicini e accessibili ai
leIori del presente:d’altrondequegli uomininoneranoaltro che«our fathers and
grandfathers» . La Selected Correspondence of Marx and Engels era individuata277
comelamiglioreinterpretazionecontemporaneadeglieven?traIa? .278
Oltre a Dona Torr, un’altra figura centrale per l’Historians’ Group fuMaurice
Dobb.L’economistadiCambridge,cheeragiàdiventatoneglianniTrentaunpuntodi
riferimentopergli studen?aIrasdalmarxismo,sebbeneoranonprendesseparte
regolarmente agli incontri del Gruppo, grazie ai suoi scris lo influenzò in modo
decisivo.Nel1946DobbdavaallestampeStudiesintheDevelopmentofCapitalism,
chedivenne–comeavrebbericordatoHobsbawm–«theHistorians’basicdraâ» ,279
s?molando lediscussioni nei vari soIogruppi cronologici delGruppo, inpar?colare
nella sezione del XVI e XVII secolo. Nonostante Hobsbawm, che si stava
PublisherNote, inFromCobbe. to theChar1sts, 1815-1848:Extracts fromContemporary Sources,275
Lawrence&Wishart,London1948,p.14.
La serie era composta da: M. Morris, From Cobbe. to the Char1sts, 1815-1848: Extracts from276
Contemporary Sources, Lawrence & Wishart, London 1948; J. B. Jefferys, Labour’s Forma1ve Years,1849-1879: Extracts fromContemporary Souces, Lawrence&Wishart, London 1948; E. Hobsbawm (acura di), Labour’s Turning Point: Extracts from Contemporary Sources, Lawrence & Wishart, London1948.VennequindiallargataanchealXVIIsecoloconilvolumeC.HilleE.Dell(acuradi),TheGoodOldCause: the English Revolu1on of 1640-1660: Its Causes, Course and Consequences: Extracts fromContemporary Sources, Lawrenche & Wishart, London 1949. Sebbene prevedesse un ampliamentoanchesulXXsecolo,questononvenneportatoatermine.
E.Hobsbawm,Introduc1on,inId.(acuradi),Labour’sTurningPoint,p.XIII(XIII-XVI).277
Ivi.,p.XXV.278
Tes?monianzaoralediE.HobsbawmrilasciataaD.Dworkin(1984),inD.Dworkin,CulturalMarxism,279
cit.,p.30.
�68
primocapitolo:Ilritornodallaguerra
specializzandosulsocialismoriformistainglesetralafinedel1800elaprimadecade
del 1900, facesse ufficialmente parte della sezione del XIX secolo, seguiva con
maggiore assiduità e interesse le riunioni della sezione del XVI e XVII secolo,
confrontandositraglialtriconChristopherHill,cheneera laguidae l’organizzatore
dei dibas? del soIogruppo, Victor Kiernan, Roy Pascal e Brian Pearce. In queste
riunioni,chesitenevanoneifinesesmanaaLondrapressolaMarxHouseoinuna
stanzadiunvicinoristorantenell’areacentralediClerkenweel,Hobsbawmtrail1947
eil1950fucoinvoltoindibas?sutema?checomelatransizionedalfeudalesimoal
capitalismo,cheprendevanospuntopropriodalla leIuraedall’analisidiDobb,esu
unaseriediques?onicorrelatechepar?vanodallaleIuradiunsaggiocheHillaveva
scriIonel trecentenariodellaRivoluzione inglese : lo sviluppodell’assolu?smo, la280
natura delle rivoluzioni borghesi, le dimensioni agrarie per lo sviluppo del
capitalismo . Si traIava di temi che avrebbero di lì a poco portato gli storici del281
Gruppoainserirsiinunadimensionedeldibastostoriograficopiùampia,aldilàdei
confininazionali.
C.Hill,TheEnglishRevolu1on1640.AnEssay,Larence&Wishart,Londra1940.280
D. Parker (a cura di), Ideology, Absolu1sm and the English Revolu1on: Debates of the Bri1sh281
CommunistHistorians(1940-1956),Lawrence&Wishart,Londra2008.
�69
primaparte:Re1
1.3.OltrelaManica
Lafinedellaguerraavevaconsen?toadHobsbawmdiriprendereaviaggiare.
Iseianninell’esercitosarebberorimas?ilperiodopiùlungodituIalasuavitaincui
nonaIraversò fron?ere.Durante il confliIo, comesi è visto,era stato costreIoad
un’immobilità che aveva vissuto come innaturale e asfissiante. Appena gli fu
possibile,subitodopo lasmobilitazione,oltrepassò laManica,soddisfacendocosì la
suaesigenzarepressadievasione,perrecarsinellacapitalefrancese.«Gliinglesi[…]
pertuIaladuratadellaguerraeperqualcheannodopo–avrebbeosservatoDoris
Lessing–eranorimas?blocca?sull’isola.Tusparlavanodiquantoavesserosofferto
diclaustrofobia,sognandodiandareall’esteroeinpar?colareaParigi.LaFranciaera
unacalamita[…],eral’emblemadellaciviltà» .FuproprioParigilaprimaepreferita282
meta dei viaggi anche di Hobsbawm nell’immediato dopoguerra e nei primi anni
Cinquanta. La Francia d’altronde era sempre stata per lui luogo di vacanze es?ve:
l’aveva frequentata dall’inizio degli anni Trenta prima come turista poi inserendosi
nella comunità cosmopolita parigina, faIa di immigra? poli?ci o di stranieri di
passaggio.FinoalloscoppiodelconfliIoagliocchidiHobsbawmlaFranciaerastata
«l’ul?mogranderifugiodellaciviltàeuropea»ela«patriadellasperanza» .283
Diversemo?vazionilospingevanoorainquelPaeseeinquellaciIàcheaveva
frequentatofinoapochesesmaneprimadelloscoppiodelconfliIo.Inprimoluogo
Parigiera ilcentrodellaculturaeuropea:Hobsbawmvisirecavaper inserirsi inuna
dimensione culturale vivace e internazionale, diversa daquella insulare chepoteva
respirareinInghilterra.Insecondoluogo,provavaunasortadivincolosen?mentale-
poli?coversoquestoPaese.Perdefinire il suo legamecon laFrancia invecchiaiasi
sarebberifaIoallessicopropriodellasferaamorosa:dissediavervissutounalunga
«storia d’amore con la tradizione della sinistra francese [che] era iniziata sul
camioncinodiunatroupedelcinegiornaleil14luglio1936»quandoassiemeallozio
aveva partecipato alle manifestazioni che il governo Blum aveva riservato
all’anniversariodellapresadellaBas?glia .Un’affinitàcheaguerraconclusaveniva284
rinnovataealimentatadaunnuovoelemento.AccantoalfascinochelaFranciaaveva
sempre esercitato in quanto «classico paese della rivoluzione dell’Europa
D.Lessing,Camminandonell’ombra,cit.,p.34.282
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.355.283
Ivi.,p.370.284
�70
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
occidentale» (ilcuipatrimonioHobsbawmavrebbesempredifesocome«posi?vo285
sull’umanitàelastoria» )eaccantoallamemoriadelFrontePopolarefranceseacui286
eglieralegatodalperiodouniversitario,dovevaoraaffiancarsianchel’aIrazioneche
sudi luipotevaesercitare ilprotagonismocheicomunis?francesiavevanorives?to
nella Resistenza. La Francia era il primo Paese con cui Hobsbawm si confrontava
direIamentecheavevasubitosulpropriosuolol’invasionenazista;erailprimoPaese
inoltreincuiHobsbawmpotevasperimentareilsignificatoeilasci?delmovimentodi
Resistenza, in par?colare quelli dell’azione che i comunis? avevano svolto al suo
interno. A distanza di anni avrebbe ricordato che fin dal 1945 avevamaturato una
certadisaffezioneeunaperditadi s?manei confron?delPar1 comuniste français.
Nonostante ciò avrebbe però sempre riconosciuto un profondo eroismo al ruolo
svoltodalPCFnellaloIacontroilnazismo,avvalorandoancheinsedestoriograficala
definizionecheilpar?tocomunistafranceseavevadatodisestessocomedelpar1de
fusillés, del par?to cioè che aveva perso circa 15 mila militan? per fucilazione
nazista .D’altrondepropriodalruologiocatodaicomunis?nellaResistenzaedalle287
radicicheessiavevanosaputoradicarenellesocietàfrancesenelperiodotra ledue
guerrenasceval’exploitorganizza?voedeleIoraleraggiuntonell’immediatosecondo
dopoguerradalpar?to.UnarealtàchedicertodovevaaIrarreungiovanecomunista
inglese francofilo quale Hobsbawm, che nel PCF probabilmente cercava e trovava
quel par?to comunista dimassa che in Gran Bretagna non poteva sperimentare e
anche un par?to che, nell’immediato dopoguerra, aIraeva in gran numero gli
intelleIuali.
C’era una terza spinta verso la Francia, una spinta questa volta di natura
professionale. Hobsbawm aveva da poco concluso la sua ricerca di doIorato sulla
Fabian Society e ricevuto una fellowship presso il King’s College di Cambridge,288
quandonell’agostodel1950si recòaParigiperprenderepartealprimocongresso
internazionaledistudistoricidopolaguerra.SitraIavadelnonoforumdidiscussione
che il Comité interna1onal des sciences historiques (CISH), un corpo creato
Id.,Ilcomunismofrancese,inRivoluzionari,cit.,p.22.285
E. Hobsbawm, Echi dellaMarsigliese. Due secoli giudicano la Rivoluzione francese, Rizzoli,Milano286
1991[ed.or.Verso,Londra–NewYork1990],p.11.
E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,pp.201-202.287
Tesicheavrebbediscussoafinenovembre1950,venendogiudicatadaunodegliesaminatoricome288
una «real and important contribu?on to our knowledge of the poli?cal and, to some extent, ofintellectualhistoryof thefirstpartof this century […and…]on the forma?onof theLabourParty», inCULA,HGF(UABOGS1,1950-1File123),Examiner’sReportonThesissubmiIedforthedegreeofPh.D.en?tledFabianantheFabians,1884-1914,24novembre1950.LatesivienesoIopostaallaCambridgeUniversity Press, ma non trova pubblicazione se non nei primi anni Sessanta in forma di ar?colo: E.Hobsbawm, I fabiani:unanuova interpretazione in Id.,Studidi storiadelmovimentooperaio,Einaudi,Torino1972,pp.292-316.
�71
primaparte:Re1
ufficialmente nel 1923 ma che aveva iniziato a riunirsi quinquennalmente da fine
OIocento,organizzava.Eraun’occasionedanonperdereperungiovanericercatore
conambizioniaccademiche.Trail1949eil‘50all’internodelgruppodeglistoricidel
Par?tocomunistabritannicoinoltreerastataavanzatalapropostadicreareunnuovo
periodico che si facesse portavoce del lavoro del drappello degli storici marxis?
britannici. O meglio all’interno dell’Historian group stava nascendo, sulla spinta di
John Morris, Hobsbawm stesso, Hill e Hilton in primis, l’esigenza di un confronto
aperto anche a storici non marxis?, che voleva trovare formalizzazione in un
periodico . Il convegno di Parigi si configurava quindi come il luogo ideale per289
verificare e inserire in una scala più ampia le linee di discussione interne alla
comunità storica inglesee alla comunitàmarxistabritannica:Hobsbawmassiemea
RodneyHiltondecisediparteciparvi.
Il congressodel 1950 rappresentò la ripresa dello scambio internazionale tra
storici;undialogointelleIualechelasecondaguerramondialeavevaresodifficilee
che ora ricominciava seppur a volte ostacolato dalle tensioni della guerra fredda.
Nella stessa estate del 1950 era iniziata la guerra in Corea, le cui ripercussioni si
facevanosen?reanchenegliinterven?enelleassenzealcongresso.Nonviavevano
aderitoadesempioglistoricisovie?ciedell’Europaorientale,faIaeccezioneper la
Polonia,comequellitedeschi. Ilpresidentedelcomitatointernazionale, inapertura,
parlòdel congressocomediuna tappa tra la crisidella secondaguerramondialee
l’aIesadellaterza .290
Ilavoridelconvegnoeranosta?imposta?inseIesessioni,secondounasuddivisione
innova?va,noncronologicabensìtema?ca.Unasessionediscutevadiantropologiae
demografia; una di storia delle idee e dei sen?men?; un’altra ragionava di storia
economica;laquartadistoriasociale;un’altraancoradistoriadellacultura;lasesta
affrontava problema?che rela?ve alla storia delle is?tuzioni e infine un’ul?ma
sessioneeradedicataallastoriadeglieven?poli?ci.Adeccezionediquest’ul?mache
erastatainseritanellefasipreparatoriefinalisuvolerediCharlesWebsterpresidente
della Bri?sh Academy, il convegno era stato organizzato da Charles Morazé (in
collaborazioneconRobertFaw?er),membrodelcomitatodiresvodelle«Annales»e
streIocollaboratorediLucienFebvre.LastessaarchiteIuradelcongressorifleIeva
leparolechiavediquella«rivoluzionestoriografica»chedallafinedeglianniVen?era
stata incarnata dalla rivista fondata daMarc Bloch e Febvre e che dalla fine della
secondaguerramondialeavevatrovato,grazieall’abilitàdiquest’ul?mo,nuovicanali
di sviluppo e diffusione, come la VI sezione dell’École Pra?que des Hautes Études
(in?tolata«dellescienzeeconomicheesociali»,perdistanziarsidalla‘vecchia’quarta
R.Hilton,C.Hill,E.Hobsbawm,PastandPresent.OriginsandEarlyYears,cit.,p.3.289
IXCongrès Interna1onaledesSciencesHistoriques:Paris28Aout -3Septembre1950,Actes,vol. II,290
Paris1951,p.V.
�72
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
sezione, deIa delle «Scienze storiche e filologiche»), fondata nel 1947, e come –
all’interno di quest’ul?ma – il Centre des Recherches Historiques. Nelle ?tolazioni
dellesessionidelcongressorisuonavadunquelasfidacheilgruppodelle«Annales»
aveva avanzato contro la storiografia posi?vista, proponendo la costruzione di una
nuova storia non narra?vama anali?ca; una storia totalizzante che comprendesse
tuIoil tessutosocialenelsuo insieme;unastoriache indirizzasse lasuaaIenzione
alle struIure economiche, alle classi sociali, alle credenze collesve popolari, alla
cultura;unastoriainoltrecheapplicasseunapprocciointerdisciplinareebeneficiasse
dell’apportodellescienzesociali .291
Ogni sezione tema?ca del congresso era poi suddivisa al suo interno in
soIosezioni cronologiche (an?chità, medioevo, tempi moderni, epoca
contemporanea).Hobsbawm,probabilmentesuindicazionediMouniaPostan,dicui
era stato allievo a Cambridge e che rives?va una posizione di spicco a livello
internazionale e nello stesso congresso, venne nominato presidente della sezione
contemporaneadellasessionedistoriasociale.SitraIava,conogniprobabilità,della
primaapparizionedeltermine‘storiasociale’inun’assiseinternazionale:ciòalmeno
faintuirelosforzodidefinizioneacuiipartecipan?aquestasezionesoIoposerotale
denominazione. Dai resocon? delle discussioni si evince come ci fosse un comune
intentoa interpretarelastoriasocialecomeuncampodiricercacheoltrepassassei
limi?deIa?daesperienzeormaicollaudate,comequelladell’Interna?onalIns?tute
of Social History di Amsterdam. Quest’ul?mo dall’inizio degli anni Trenta aveva
iniziato a parlare di storia sociale raccogliendo e salvando dal pericolo della
distruzione per mano dei regimi autoritari la documentazione quindi la storia del
movimentooperaioedelleorganizzazionisocialisteeuropee.Eraquestounapproccio
alla storia sociale che già Bloch e Febvre (trascurando la natura poli?ca di questa
operazione) avevano cri?cato una decina di anni prima definendolo come
eccessivamenterestrisvo echeorasembravaesseresuperato. Ipartecipan?alla292
sessione rimarcavano come la storia sociale dovesse riguardare sì il movimento
operaio,leclassieimovimen?sociali(comeribadivanoHobsbawmstessoelostorico
francese Pierre Vilar), ma soIolineavano come dovesse essere data altreIanta
aIenzioneancheallerelazionetraifenomenieconomiciequellisociali ,cosìcome293
– nelle parole dello storico economico olandese Van Dillen – alle «influneces
réciproques entre les faits économiques et le phenomènes poli?ques, juridiques,
P.Burke,Unarivoluzionestoriografica,Laterza,Roma-Bari1992.291
WorkingforLabour,inJ.KloostermaneJ.Lucassen(acuradi),Rebelswithacause.FiveCenturiesof292
SocialHistoryCollectedbytheInterna1onalIns1tuteofSocialHistory,Aksant,Amsterdam2010,p.19.
M.Malowist,Rapport,Sec1onIV_HistoireSocial,inIXCongrèsinterna1onaldesscienceshistoriques,293
Paris26août-3septembre1950,vol.IRapport,Colin,Parigi1951,pp.303-324.
�73
primaparte:Re1
religieux,etc» .Hobsbawm,commentandoilrapportoinviatodallostoricopolacco294
MarianMalowist, invitò i colleghi a discutere e a cercare proposte per superare i
problemideIa?daunapprocciosocialeallastoria.
Ibelievethatthemostimportanttaskisnottogiveanaccountofworkdone–because
there isn’tyetverymuch–butofproblemswhosesolu?on isurgent.Letmecorrect
myself. A lot ofwork has been done – but hardly at all by historians: the American
enquiries into the social structure of towns («Black Metropolis», «Prairie City»,
«Yankee City», etc., and of course the remarkable «Middletown» studies), are by
sociologists; studies likeProfessorPierreGeorge’s«Banlieu»,byhumangeographers;
theinteres?ngstudiesofBri?shtowns,–Middlesborough,London–byarchitectsand
town-planners; the surveys of Bri?sh industrial areas between the wars, largely by
economists. Demographers have contributed – but hardly at all the historians. Our
primarytask,ashistorians isthustorecogniseourresponsibilityforthisfield.[…]we
havemuchtocontribute .295
Registrando il ritardo che gli storici avevano accumulato, Hobsbawm mostrava
interesse verso cer? temi e cer? approcci di ricerca propri delle scienze sociali. E
implicitamente invitava a un rinnovamento della prospesva storica anche grazie
all’apporto fornito da tali scienze. Nel suo intervento, con?nuava dicendo che le
relazioni di classe e la loIa di classe dovevano essere centrali nell’analisi storica
sociale. Individuava le fon?a cui gli storici sociali dovevanoguardare (da? sta?s?ci
comeilcostodellavitaeillivellodioccupazione;materialebiografico;necrologisulla
stampalocale:«onlythus–con?nuava–canwehopetogiveaquan?ta?veanswer
to the fundamental ques?on: howdid the commonpeople live?What sort of life-
histories did they have?» ); esortava alla necessità di un approccio compara?vo,296
individuando nelmodus operandi di Labrousse il modello da seguire. Concludeva
ricordandoallasuaplateacheperquantolorofossero‘storicisociali’,illorocompito
nondovevalimitarsiascriverestoriasociale,maascriverestoria,«whichcannotbe
subdividedinreallife» .297
L’apertura dell’intervento di Hobsbawm racchiudeva in sé una proposta innova?va.
Rolf Torstendahl ha commentato che nulla di simile era stato pronunciato in
precedenza in occasioni ufficiali: «Hobsbawm did not say that historians ought to
ParolediM.VanDillenriportateinRaportdeM.AC.Ruter,sezionediTempsModerns,inIXCongrès294
interna1onaldesscienceshistoriques,Paris26août-3septembre1950,vol.II.Actes,Colin,Parigi1951,p.142.
InterventodiE.HobsbawmsuRapportdeM.Malowist,inivi.,p.144.295
Ivi.,145.296
Ivi.,p.147.297
�74
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
make American sociologists their models, but he came rather close to it. And he
praised other social scien?sts as well for taking up important problems, which
historians had overlooked» . Non fu in realtà un’apertura del solo Hobsbawm:298
quellodell’apportoche lescienzesocialipotevanodareal ragionamentostoricoera
un nodo che fu affrontato anche in altre sessioni del congresso. Nella sessione di
«History of Civiliza?on», ad esempio, Pierre Francastel rimarcava la necessità di
definire una metodologia propria per lo studio della storia culturale, che Georges
Friedmann individuava nell’adozione del punto di vista etnologico . Fu però299
Hobsbawm a spingersi più lontano nel raccomandare una sorta di «‘social science
history’» .Èdifficileconcordareconl’interpretazionepropostadaErmann,secondo300
il quale quello di Parigi fu un congresso in cui per mano di un gruppo di storici
collega? alle «Annales» si verificò «a paradigm shiâ from historicism to historical
social science» . In occasione di questo simposio, piuIosto, divenne esplicita la301
volontà condivisa da una parte del mondo della storiografia internazionale di
ripensare e rielaborare le coordinate tema?che e metodologiche della propria
disciplina.
Tracciando un resoconto del suo i?nerario professionale dal periodo
universitarioall’iniziodelXXIsecolo,Hobsbawmavrebbericonosciutoun’importanza
decisivaalcongressopariginoeavrebbeindividuatonellasessionedistoriasocialeda
lui presieduta il luogo di nascita della storiografia del dopoguerra . Fu in302
quell’occasione – avrebbe deIo – che si radunò un gruppo di storici irregolari e
marginali per la maggior parte ancora sconosciu? che sarebbero diventa? i
protagonis?dellastoriografiaeuropeadeglianniCinquantaeSessanta.SitraIavadi
quellicheHobsbawmdefinìpiùvoltecome«historiographicmodernizers»,storiciche
al di là di differenze ideologiche e nazionali condividevano l’urgenza di
democra?zzare la storia, di ampliarne gli ogges di ricerca e di elaborare una
metodologia più sofis?cata: in altre parole storici che si contrapponevano alla
storiografiadominantedell’immediatosecondodopoguerra.Maincheterminiques?
storiciproponevanounrinnovamentodellalorodisciplinaecontrochisimuovevano?
Per rispondereaquestadomandapuòessereu?le ricorrere aduno scriIodi poco
successivo al congresso. Nel febbraio del 1952 uscì su inizia?va di alcuni storici
accademici dell’Historians Group of the Bri?sh Communist Party il primo numero
R.Torstendahl,HistoricalProfessionalism.AChangingproductofCommuni1eswithintheDiscipline,298
in«Storiadellastoriografia»,2009/56,p.19(3-26).
Ques?passaggisonorichiama?inibid.299
Ivi.,p.20.300
K.D. Erdamnn,TowardsaGlobal Community ofHistorians. The Interna1onalHistorical Congresses301
and the Interna1onalCommi.eeofHistorical Sciences (1898-2000), BerghamBooks,NewYork-Oxford2005,pp.206-207.
E.Hobsbawm,ALifeinHistory,in«PastandPresent»,2002/177,pp.7-8.302
�75
primaparte:Re1
dellarivistaacuistavanodaqualchetempolavorando:prendendoinpres?toil?tolo
daunseriedipubblicazionichecomprendevasiaoperemarxistechenonmarxiste,
venne chiamata «Past and Present». Hobsbawm, in qualità di assistant editor,
assiemealdireIore,lostoricodell’an?chitàJohnMorris,eaunmembrodelcomitato
diresvo, il medievalista Geoffrey Barraclough, ne scrisse l’editoriale, una sorta di
manifesto programma?co del ?po di storia che essi avevano in mente e si
proponevanodisviluppareinopposizioneaduetendenze.
Da un lato proponevanouna storia che rifuggisse da una semplificazione eccessiva
taledaridurlaai ranghidiscienzanaturale .Dall’altro latoprendevano ledistanze303
anchedallaripresadi«certainschoolsofthought,descendentdirectlyfromthean?-
ra?onalWeltanschauung of early nineteenth-century Roman?cism,which deny the
very possibility of a ra?onal and scien?fic approach to history»; si ponevano in
esplicito antagonismo all’idealismo filosofico crociano . Dicevano inoltre di voler304
studiare i fenomeni storici con metodi propri della ragione e della scienza: il
soIo?tolodellarivistaeraJournalofScien1ficHistory.All’economia,all’antropologia,
alla sociologia e alla psicologia inoltre venivano riconosciu? contribu? importan?–
per quanto potessero dimostrarsi anche campi scivolosi – alla comprensione della
storia.
Se queste erano le linee chiave della metodologia che la nuova rivista avrebbe
seguito, l’oggeIo che essi ponevano come principale campo d’indagine era
presentato aIraverso le parole di Ibn Khaldun, una citazione voluta dallo stesso
Hobsbawm. La storia per loro, come per lo storico arabo del XIV secolo, era «the
recordofhumansociety,orworldcivilisa?on;of thechangesthat takeplace inthe
nature of that society […]; and in general, of all the transforma?ons that society
undergoes by its very nature». Questa aIenzione alla storia sociale era un lascito
anchedelcongressoparigino,cosìcomedall’assise internazionale francesederivava
la sensibilità a un orizzonte che oltrepassasse quello tema?camente e
linguis?camentelimitatodellastoriografiaanglosassone.
AlcongressodiParigiHobsbawmdunquetrovòverosimilmenteilclimaideale
in cui confrontarsi con storici di diverse scuole e provenienze che condividevano
quelle stesse preoccupazioni e quelle stesse urgenze di rinnovamento delmodo di
pensareedifarestoria,chedaalcuniannieranolecoordinateentrocuisisvolgevano
le discussioni anche della cerchia degli storici marxis? britannici. Il confronto che
prese forma a Parigi alla fine dell’estate del 1950 deve essere stato vissuto da
Hobsbawm, dunque, come un riscontro che da un lato avvalorava il percorso fin lì
faIoedall’altrolos?molavaulteriormente.
TheEditors,Introduc1on,in«PastandPresent»,1952/1,p.III.303
Ivi.,p.II.304
�76
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
L’impostazione innova?va del congresso era stata deIata, come si è deIo, dagli
ambien?delle«Annales»eavvenivainuncontestostoriografico,francese inprimis,
dominato dal successo de Le Méditerranée di Fernand Braudel, pubblicato l’anno
precedente e recepito posi?vamente anche fuori dalla Francia. A ParigiHobsbawm
subì di certo il fascino di quella che avrebbe chiamato la «novelle vague» della
storiografia francese. Sebbene a Cambridge l’avesse conosciuta aIraverso la
mediazione di Postan, ora poteva sperimentarla in prima persona, entrando
direIamente incontaIocon i suoiesponen?.Nelprimoparagrafodell’editorialedi
«Past and Present» sarebbero sta? richiama? i nomi di Bloch e Febvre, nella cui
tradizionestoriograficalanuovarivistainglesedicevavolersiinserire.Traiconsiglieri
stranieri della rivista fin dal primo numero ci sarebbe stato Georges Lefebvre, lo
storicodellaRivoluzionefrancesecheaveva insegnatoaStrasburgoneglistessianni
di Bloch e Febvre e il cui interesse per la storia della mentalità lo avvicinava alle
«Annales»; storico di cui «Past and Present» apprezzava il repubblicanesimo, il
radicalismo (condivideva con gli storici britannici il proprio supporto al fronte
popolareeunacertavicinanzaalPCF )esopraIuIoilsuopionieris?costudiodei305
movimen?dellagentecomunedaunaprospesva‘dalbasso’ .306
HobsbawmavevaleIoillibrodiBraudelcongrandeentusiasmoallasuauscita .Nel307
corsodelcongressoseguìgliinterven?diErnestLabroussesullastoriaeconomica,ne
ricalcòlepolemichedaquestosollevate;dalìinpoisisarebbemantenutoconluiin
contaIo grazie alle comuni frequentazioni dei convegni di storia economica. In
occasione della sessione di storia sociale inoltre ebbe l’opportunità di confrontarsi
direIamente con storici vicini alle «Annales», come Paul Leuillot, segretario della
rivista,eJeanMeuvretePierreVilar;discussetraglialtriancheconlospagnoloJaime
Vicens Vives. Ques?, che avevano mostrato una concezione nuova della storia,
sarebberodiventa?di lì a pocodegli interlocutori costan?del gruppodi «Past and
Present».GraziealsimposiopariginoHobsbawminiziòatesseredunquedei legami
all’interno della cerchia storiografica internazionale: legami che nascevano e si
sarebberosviluppa?daspintediverse,anchesespessotralorointersecate.
Un primo risultato del congresso del 1950 si evince dei rimandi bibliografici
presen? negli scris che Hobsbawm avrebbe pubblicato di lì a poco; rimandi che
Perunanotabiograficadi Lefebvre: L.H.Davis,Georges Lefebvre (1874-1959), inP.DaileadereP.305
Whalen(acuradi)FrenchHistorians(1900—2000).NewHistoricalWri1nginTwen1eth-CenturyFrance,Wiley-Blackwell,pp.417-427.
Georges Lefebvre, in «Past and Present», 1960/17, p. 96. L’importanza degli studi di Lefebvre306
verranno rimarca? nuovamente da Hobsbawm anche in E. Hobsbawm, La storia dal basso, in id.,Dehistoria,cit.,p.239.
E. Hobsbawm, La storiografia inglese e le «Annales»: una nota, in id., De historia, cit., p. 212.307
Recensendo la secondaedizione francese,HobsbawmdiràcheLaMediterranéeerastato riconosciutofin dalla sua uscita come un classico della storiografia; dirà inoltre che gli storici che leggendolo nonfosserosta?s?mola?anuoveideeericerche,avevanosbagliatomes?ere.
�77
primaparte:Re1
par?vanopropriodai contasna?a Parigi sulla spintadi una comune sensibilità al
rinnovamento della disciplina storica. Uno dei primi contribu? di Hobsbawm a
oIenere un riscontro internazionale, un duplice ar?colo sulla crisi del XVII secolo
pubblicato nel 1954 , si reggeva su un’impalcatura bibliografica ancorata alle308
«Annales» e ad alcuni interven? dei partecipan? alla sessione parigina di storia
sociale; inpar?colaresidichiaravadebitoredeisuggerimen?diJeanMeuvret«who
confirmedmanyofmynon-specialistguesses» .309
La leIura delle «Annales» nei primi anni Cinquanta da parte di Hobsbawm inoltre
deveesserestatas?molatadalfaIocheinquestarivistavipotevaritrovarelastessa
aIenzione per la storia economica e sociale chemuoveva le discussioni in cui era
coinvolto in Inghilterra.AlcunidecennidopoavrebbedeIoche imarxis?britannici
all’epoca«pensavanoasestessi comeagenteche loIa[va]dalla stessapartedelle
«Annales»» .Essi,forseperviaanchedelloroisolamento,furonoinfascoloroche310
risposero più volen?eri alla «mano tesa» di Braudel verso il marxismo nella
congiunturadiunastoriaeconomicachesifocalizzassesullaprimaetàmoderna .Si311
traIava di un interesse, quello inglese verso la storiografia delle «Annales», non
unidirezionale:anchegiovanistoricifrancesiviciniallarivistadiBlochsarebberosta?
infasaIrasda«PastandPresent».JacqueLeGoffadesempioavrebbericordatodi
esserestatononsolounsuoregolare leIore,ma«anadmirer,a friend,almost (if I
mightsayso)asecretlover»findalsuoprimonumero .312
Hobsbawm in par?colare deve aver trovato nella rivista francese quello stesso suo
interesse per lo studio dell’economia del XVI e del XVII secolo, affrontato inmodo
sistema?co e innova?vo. Il Méditerranée di Braudel d’altronde aveva dato risalto
straordinario a questo tema che – come si è accennato – era centrale anche
all’internodelGruppodegli storici del par?to comunista d’Oltremanica. La crisi del
XVIIsecolo,sopraIuIo,iniziavaaconfigurarsiinquegliannicomeuntemacaldoper
lastoriografiasiaeuropeachenordamericana,sulqualeglistoricimarxis?britannicie
glistoricidelle«Annales»sisarebberoconfronta?alungo .Apar?redaiprimianni313
Cinquanta sarebbe iniziato uno scambio reciproco di materiali, ad esempio con
Ruggiero Romano, storico italiano collaboratore di Braudel dalla fine degli anni
E.Hobsbawm,TheGeneralcrisisoftheEuropeanEconomyintheSeventeenthCentury,in«Pastand308
Present»,1954/5,pp.33-53.
Ivi.,nota2p.50.309
E.Hobsbawm,Comments,in«Review»,1978,1,p.158,citatoinI.Wallerstein,Braudel,le«Annales»310
elastoriografiacontemporanea,in«Studistorici»,1981/21,p.14(5-17).
Ivi.,pp.12-15.311
J.LeGoff,LaterHistory,in«PastandPresent»,1983/100,p.15(14-28).312
J. Dewald, Crisis, Chronology, and the Shape of European Social History, in «American Historical313
Review»,2008/4,pp.1031-11052.Sull’originediquestodibastoinGranBretagnanegliannitraledueguerresiveda:F.Benigno,SpecchidellaRivoluzione.Confli.oeiden1tànell’Europamoderna,Donzelli,Roma1999,pp.64-72.
�78
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
Quaranta .314
IlcontaIo,anchepersonale,conilmondodelle«Annales»devedunqueessere
stato par?colarmente aspirato da Hobsbawm. Nel 1954 inviò, con dedica, i suoi
ar?colisullacrisidelXVIIsecoloaFernandBraudel,ricevendoneincambiouncaldo
apprezzamentoes?molandoneunacertacuriositàverso«PastandPresent».Braudel
scrisse:
J’ai luavec leplusgrandplaisirvotrear?cleexcellent,mȇmesi l’onn’enpartagepas
toujourslesconstruc?ons;maisj’aipasséeàvouslireunesoiréetrésagréable.S’ilvous
étaitpossibledemefaireadresserunoudeuxnumérosdelarevue«PastandPresent»
vous me feriez plaisir; le cas échéant je prourrais vous envoyer des numéros de la
revue«Annales»quejedirigeauxcȏtésdeLucienFebvre,commevoussavez .315
Iniziava tra le due riviste una streIa e duratura relazione. Questa convergenza di
interessisarebbesfociata incontasdiresstabiliapar?redallasecondametàdegli
anni Cinquanta. Alla morte di Febvre (1956), Braudel gli sarebbe succeduto alla
direzionedelle «Annales» e alla presidenza della VI sezionedell’École Pra?quedes
HautesÉtudesedelCollegedeFrance;pochiannidopo(1963)avrebbefondatouna
nuovaorganizzazionededicataallaricercainterdisciplinare,laMaisondesciencesde
l’homme.SitraIavadiuninsiemedirealtàincuiBraudelstavacercandodireclutare
un gruppo di ricercatori a tempo pieno, programmando una poli?ca di ricerca
collesva,e,graziealsupportodiClemensHeller ,didarevitaaununiversosempre316
piùinternazionale,apertoallafrequentazionedigiovanistudiosinonsolofrancesima
anchestranieri.MauriceAymardhaparlatodiun«vero‘par?to’italiano» all’École317
Pra?que, composto tragli altridaRuggieroRomano,AlbertoTenen?,CarloCipolla,
GaetanoCozzi;c’eranopoistudiosidell’Europaorientale,comeipolacchiWitoldKula
eMarianMalowist, o rumeni comeGeorgeHaupt, spagnoli e portoghesi; più tardi
sarebbero arriva? inglesi e americani. Fu frequentando gli spazi e i seminari nelle
is?tuzioniges?tedaBraudelcheHobsbawmdilìaqualcheannoavrebbeavvicinato
M. Aymard, Ruggiero Romano a Parigi, in P. Bus de Lima (a cura di), Ruggiero Romano. AÅ314
dell'incontro di studi, San Marino, giugno 2012, Edizione della Scuola Superiore di studi storici, SanMarino2014,pp.9-28(RingrazioLorenaBaraleperavermiregalatoquestolibroeavermiindirizzatosualcunestradediricerca).
Ins?tut de France [d'ora in poi IF], Corrispondenza Fernand Braudel [d'ora in poi CFB], LeIera di315
BraudelaHobsbawm,23oIobre1954.
Figura estremamente innova?va nel panorama culturale francese. Heller, grazie al suo316
cosmopoli?smoeallasuaretedicontaseamicizieinternazionali,fecedellaVIsezioneununicumnelpanorama culturale francese ed europeo, asrandovi talen? da tuIa Europa e fondi anched’oltreoceano.M.Aymard, Inmemoriam:ClemensHeller(1917-2002), in«SocialScienceInforma?on»,2003/3,pp.284-287.
M.Aymard,LaFrancia,l’ItaliaeilMediterraneo.ConversazioneconMauriceAymard,in«Meridiana»,317
1992/13,p.172(167-183).
�79
primaparte:Re1
anche degli italiani che sarebbero diventa? interlocutori e amici di una vita: ad
esempio,comesiègiàaccennato,RuggieroRomano;manonsolo:CorradoVivan?,a
Parigidal1957,fu–comeemergeràpiùavan?–unodiques? .318
Hobsbawm in vecchiaia avrebbe ricordato che a coinvolgerlo sempre più negli
ambien?braudeliani fuHeller , suocoetaneoe colquale condividevauncomune319
background viennese e affini percorsi biografici internazionali. Dai tardi anni
CinquantaHobsbawmsarebbestatoquindiinvitatoallaVISezionedell’ÉcolePra?que
pertenereconferenzecorrelatealtemadellarivoluzioneindustriale:unadelleprime
di cui è rimasta traccia sarebbe stata tenuta nella primavera del 1958 presso il
seminario di Braudel sul tema Le révolu1on industrielle et le niveau de la vie
materielleenAngleterre.All’iniziodeglianniSessantaavrebbepresoparteaiseminari
organizza?daMeuvret;alcuniannipiùtardi(1966)sarebbeintervenutoinvecesuLes
classes ouvrières et la culture dépuis de la révolu1on sociau. Ma questo
coinvolgimentosisarebberealizzatocompiutamentesolodaitardianniCinquanta.
Nell’immediato post congresso Hobsbawm a Parigi sviluppò re? di relazioni
diverse. Il congresso internazionale del 1950 fu infas importante per un secondo
mo?vo:entrandoincontaIoconun’ampiarappresentanzadellastoriografiaeuropea,
Hobsbawmsviluppò i rappor? inpar?colareconquegli studiosiconcuicondivideva
nonsololatensionealrinnovamentostoriograficomaancheunasintoniaideologica.
DuranteilcongressoincontròadesempioPierreVilar,storicopiùvecchiodiluidiun
decennio che stavadamol? anni lavorandoaduna corposa tesi di doIorato su La
Catalognedansl’Espagnemoderne.Durantelasessionedistoriasocialeavevanotato
in lui, come avrebbe deIomol? anni dopo, una grande vivacità intelleIuale . In320
compagniadiVilaravevaancheseguitogliinterven?diErnestLabrousse,dicuiVilar
–suoallievo–avevaintroieIatolalezionemarxista .Hobsbawmamol?decennidi321
distanza avrebbe riconosciuto in Vilar «the most dis?nguished specimen» tra gli
storicimarxis?francesi .322
Fu proprio nella cerchia degli storici marxis? francesi che Hobsbawm cercò di
inserirsi, sforzandosi anche – come si vedrà più approfonditamente nel prossimo
C.Vivan?,LagenerositàdiRuggieroRomani,inP.BusdeLima(acuradi),RuggieroRomano,p.189318
(185-195).
Coniqualiavrebbeinstauratoanchestabilirelazioniaccademiche.NeglianniSeIantaverrànominato319
perunperiododirecteurderecherchenellanuovaÉcoledesHautesÉtudes.
RicordandoVilarmol?annidopo,diràche«hiseyeswerebrightasbuIons,hisbrainobviouslyeven320
brighter». Tes?monianza di Hobsbawm riportata in J. L.Marfany, Pierre Vilar, in «The Guardian», 17seIembre2003.
Futuri studen? di Vilar, come Le Roy Ladurie, ricorderanno che dietro al marxismo di Vilar c’era321
Labrousseche incen?vava«tendenzemarxiste inunospiritoesentedaqualsiasiseIarismoeapertoatuI’altreconcezioni»:E.LeRoyLadurie,Autobiografia,Rizzoli,Milano1984,p.194;P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.159.
J.L.Marfany,PierreVilar,in«TheGuardian»,cit.322
�80
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
capitolo – di far sbocciare i propri contas individuali in confron? storiografici di
gruppo. I fascicoli crea? dall’Intelligence britannica permeIono di vedere come
HobsbawminterloquissenonsoloconVilarmaancheconaltristoriciestorichecome
JeanChesnaux,che l’MI5definivasegretariodelgruppodegli storici lega?alPCF,e
Claude Mosse nell'organizzazione, per esempio, di conferenze – che Vilar voleva
rivolteaunlargopubblico–sullatransizionedalsocialismoalcapitalismo .323
La partecipazione al congresso di Parigi deve aver aperto ad Hobsbawm la
stradapernuovicontasefrequentazioniancheoltre iPirenei.Nell’apriledel1951,
adesempio, trascorsequalchegiornoaBarcellona. Èuna tappadi cui resta traccia
negli incartamen? dei Servizi segre? britannici, che anche dopo la guerra
con?nuaronoasorvegliarepermol?anniglispostamen?eicontasdiHobsbawm.Il
MI5annotavaallarmatocherimanevasconosciuto ilmo?vodiquelviaggio.Dopo il
suo rientro a Londra, Hobsbawm aveva incontrato alcuni comunis? spagnoli,
contaIa? grazie alla cerchia comunista del Bri?sh Council for German Democracy,
aggiornandoli sulla situazione poli?ca e sociale della Spagna . In Catalogna324
Hobsbawmavevaassis?toa scioperiemanifestazionidipiazza,di cuiparlò in tono
entusiasta in due ar?coli scris soIo pseudonimo o in anonimato al suo rientro in
Inghilterra. In occasione della festa del 1° maggio sul quo?diano del Par?to
Comunista della Gran Bretagna, scriveva che «the Barcelona strike was not marly
proofthatsomethingcouldbedone-itprovedthatFrancocouldbeforcedtoretreat
by the ac?on of the common people»; e rimarcava come la caduta del diIatore
sarebbe stata causata da forze interne alla Spagna . L’intelligence britannica non325
sapevadunqueseeglisifosserecatoinSpagna«forsomepurelyCommunistpurpose
ormerely for general interest» . La guerra civile spagnola, come si è visto, aveva326
scaldato i dibas? poli?ci degli anni universitari di Hobsbawm. La Spagna aveva
rappresentato negli anni Trenta un simbolo di loIa an?fascista e, sebbene fosse
venutamenolaRepubblica,losarebberimastapertuIalasuavita:nelSecolobreve
diràchelaguerracivilespagnola«ancheaconsiderarlaretrospesvamente,man?ene
lapurezzaelacogenzaidealecheebbenel1936» .Perquesto,comeharimarcato327
JohnH.EllioI,mol?diquellagenerazionecheavevanovistocaderelaRepubblicasi
sarebberorifiuta?dimeIercipiedefinoallacadutadiFranco .PerHobsbawmnon328
NAL,MI5-EHF,KV2/3982,Notemen?onHobsbawm,12novembre1952e LeIera interceIatadiP.323
VilaradE.Hobsbawm,18novembre1952.
Ivi.,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.311,767,3maggio1951.324
F.H.Ramsbury(pseudonimodiE.Hobsbawm),Franco’sPoliceSeeTheWri1ngontheWall,in«Daily325
Worker»,1maggio1951,p.2;FrancoinRetreat,«NewStatesmanandNa?on»,14aprile1951,p.415.
NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.211,764,27aprile1951.326
E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.193.327
J.H.EllioI,HistoryintheMaking,YaleUniversityPress,NewHaveneLondon2012,p.5.328
�81
primaparte:Re1
fu così. Condivideva con i suoi amici parigini una sosle aIenzione per la penisola
iberica, fruendo di prodos culturali spagnoli spesso non accessibili o quantomeno
ignora? dal pubblico internazionale. Si trovano frequen? echi di questo interesse
nelleconversazioniconHeleneRaymond,unadellesueamichepiùstreIenellaParigi
deglianniCinquanta.ComequandoHelenegliraccomandavalavisionediBenvenido
MrMarshall,unfilmdiLuisGarcíaBerlangadebitorediunaforteinfluenzasurrealista
che – a suo giusto parere – res?tuiva, grazie a un tono oscillante tra commedia e
crudeltà,unarealtàspagnolasvincolatadallasolitarappresentazionestereo?pata .329
L’MI5, interrogandosi sui proposi? del soggiorno spagnolo di Hobsbawm, poteva
affermare che egli era stato ospite di un professore universitario di Barcellona .330
Viene da pensare si traIasse di JaimeVicens Vives, lo storico economico e sociale
dell’età moderna catalana che Hobsbawm aveva conosciuto a Parigi l’anno
precedente e che sarebbe diventato un interlocutore apprezzato da «Past and
Present» .Inoccasionedelcongressoparigino,VicensVivesavevapresopartealle331
discussioni della sessione di storia sociale presieduta da Hobsbawm e, accanto a
Hobsbawm e altri studiosi come Pierre Vilar e Witold Kula, aveva ascoltato con
interessegliinterven?diLabroussenellasessionedistoriaeconomica .Èprobabile,332
ma non cer?ficato, che i due si fossero mantenu? in contaIo visto la comune
propensioneaun rinnovamentodella storiaeall'interesseper la storiaeconomica,
sebbene pra?cata con prospesve diverse, nonché alla comune amicizia con Pierre
Vilar,s?matodaentrambi.Lacomunitàstoricaspagnola,aseguitodellaguerracivile,
soffrivadiunisolamentointernazionalee,ancheperquesto,riservavaunapar?colare
accoglienzaaglistoricistranierichevisitavanoilPaeseochenestudiavanolastoria.
John H. EllioI, che comeHobsbawm iniziò a frequentare la Spagna nei primi anni
Cinquanta, avrebbe ricordato che si trovò «intellectually at home in the circle of
Vicensandhispupils» .NonèpossibiledireperHobsbawmlastessacosainquanto333
lerelazioni,anchestoriografiche,cheegliinstauròall’iniziodeglianniCinquantanon
hanno lasciato traccia e i rappor? che gli avrebbero aperto la strada allo studio
dell’anarchismo spagnolo sarebbero sta? stres più avan?. È comunque verosimile
MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond329
(1952-1962),LeIeradiH.RaymondaE.Hobsbawm,12novembre1953,(937/1/2/9).Perun’analisidell’originalitàedellacircolazionenoninternazionaledelfilmspagnolocitatorispeIoallaproduzionecinematograficapiùdiffusachepresentavainvecel’immagineirrealedellaSpagnasirimandaa R. Mestre, A. del Ray e K. Stanishevski, The Image of Spain as Tourist Des1na1on Built ThroughFic1onalCinema,in«JournalofTravelandTourismMarke?ng»,2008/24,pp.187-188(185-194).
NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.211,764,27aprile1951.330
UnnecrologiodiVicensVivesapparesu«PastandPresent»propriopersoIolinearecome,sebbene331
lostoricospagnolononfossemaiintervenutosullepaginedellarivistainglese,erastatodaquestavistocome uno di coloro che avevano contribuito al «kind of scholarship which we try to represent»: lacitazioneètraIadalleEditorialNotes,«PastandPresent»,1960/18,p.5(3-7).
P.Vilar,Memoria,historiaehistoriadores,BibliotecadeBolsillo,Granada2004,p.46.332
J.H.EllioI,HistoryintheMaking,cit.,p.43.333
�82
primocapitolo:IlritornodallaGuerra
chel’interesseversolaSpagna,doveHobsbawmtorneràspessoneglianniCinquanta
anche come turista, avesse una spinta professionale in linea con quello sforzo di
creare contas internazionali di cui era promotore. I suoi viaggi oltremanica
dopotuIoiniziaronoafarsipiùfrequen?perunulterioremo?vo:stavaentrandoin
crisilarelazioneconsuamoglie.
�83
primaparte:Re1
secondocapitolo
LASCOPERTADELL’ITALIA
2.1.Mediatori
La separazione da Muriel Seaman, avvenuta all’inizio degli anni Cinquanta,
lasciòHobsbawm«inunacondizionediprofondainfelicità»acuireagìbuIandosinel
lavoroeneiviaggi .Lasciò lacasanellacapitaleallamoglieper iniziareuna«half-334
and-half nomadic London-Cambridge life», che si prolungherà con pesantezza fino
allametàdeldecennio .IlKing’sCollege,dovenel1949avevaoIenuto–comegià335
ricordato–una fellowshipperunaricercasulNewUnionism,glioffrìnelseIembre
1950un alloggio che gli permise di reinserirsi nella vita accademica e sociale della
ciIadina del Cambridgeshire. All’impegno serale al Birkbeck College di Londra
affiancò presto l’impiego lavora?vo come supervisore ed esaminatore presso la
facoltà di economia di Cambridge. Negli stessi anni iniziò a pubblicare su riviste
nazionalialcunisaggichedavanocontodellesuericerchedilabourhistoryeassunse
posizionidirilievoall’internodellaEconomicHistorySociety .IlKing’serad’altronde336
ilcollegepiùrinomatoperglistudidieconomiadalmomentochefinoapochianni
prima vi avevano insegnato economis? come John M. Keynes e storici economici
come JohnClapham,di cuiHobsbawmaveva seguito conaIenzione, cri?candone i
limi?, il pensiero . Tra gli economis? di Cambridge in quegli anni furono poi suoi337
interlocutoriepun?diriferimentodicertoNoelAnnan,suoamicoalKing’s,ecome
sempreilsuocompagnodipar?toMauriceDobb.
Il ritorno nella ciIadina universitaria, che – come ha soIolineato Perry
Anderson –erastatofacilitatodallesueconoscenzedialtolivelloalKing'sedalla338
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.209.334
NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Copiadiuna leIera interceIatadiE.HobsbawmaDorothyDiamond,23335
giugno1951,(KV2/3981/166a).
E.Hobsbawm,75Yearsof theEconomicHistorySociety:SomeReflec1ons, inP.Hudson(acuradi),336
LiyingEconomicandSocialHistory:EssaystoMarkthe75thAnniversaryoftheEconomicHistorySociety,Glasgow,2001,pp.136–140.
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Bozzadelnecrologiodi Sir John337
Clapham,1948,(937/4/4/2);pezzopubblicatosuunarivistacecoslovaccaconil?tolo:SirJohnClapham(1873-1946),in«SborníkProHospodàřskáaSociálníDějiny»,1948/3-4.
P.Anderson,Spectrum,cit.,p.349.338
�84
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
sua filiazione agli Apostoli , si sarebbe sedimentato nellamemoria di Hobsbawm339
con ?nte piuIosto cupe che dall’ambito sen?mentale si sarebbero riversate senza
soluzione di con?nuità in quello professionale e insieme poli?co. «Che cosa fu più
doloroso – si sarebbe chiesto ad esempio in Anni interessan1 – il mio divorzio o
l’esecuzionedeiRosemberg [sic]?» . La condanna capitaledei coniugi statunitensi340
per spionaggio filosovie?co fu vissuta da Hobsbawm con profondo turbamento;
un’amica che gli scriveva da Parigi pochi giorni prima dell’uccisione sulla sedia
eleIricadiJuliuseEthelRosenbergglidescrisselasuaossessioneeilsuo?more,che
sapevaesserecondivisidaHobsbawm,ditrovarsidifrontead«unnouveauSaccoet
Vanzes» .Pare interessantesoffermarsi sulladomandacheHobsbawmsipose in341
quantol’interroga?vomeIeafuocolostatod'animoconcuieglivissequegliannieil
modo in cui reagì. L’interroga?vo infas accosta il dolore per il divorzio alla
preoccupazioneeall'esasperazionedeIatedagli esi?della guerra fredda;edèuna
domanda che, significa?vamente, rimane sospesa: Hobsbawm cioè non le diede
risposta,mostrando così un’incapacità di scindere tra sfera pubblica e privata.Una
sofferenza tuIaprivata,quelladeIatadallafinedel suo rapporto coniugale, venne
rielaborata da Hobsbawm come streIamente intrecciata ai coevi sviluppi poli?ci.
Cosacheèindicedellapervasivitàchemantennelasuamilitanzapoli?caanchedopo
il ritorno aCambridge, nonostante egli l’avrebbepoi ridimensionatanellememorie
senili . La frustrazioneper la crescenteos?litàan?comunista si fecepoi ancora342 343
piùamaraperirisvol?professionalidaessacausa?:gliincarichicheeglisiaspeIava
diricevereaCambridgeglifurononega?acausadellasuaappartenenzacomunista;
cosachesuscitòunafortedelusioneeuncertodisagioversol’universitàincuisiera
formatoe incuineglianniTrentaavevamaturatosenzadifficoltàepregiudizi il suo
impegnopoli?coasvo.
Ancheperquestoreagivaconazioniprovocatorie.Comequandoinvitòaduna
festaalKing’sCollegeAlanNunnMay,fisico ingleseconcui intraIenevarappor?di
Nel 1946 Hobsbawm ne venne eleIo vice presidente e partecipò alla vita dell’associazione con339
regolaritàunavolta rientratoaCambridge.MRC,EHP,Miscellaneous,Autobiographicalmaterial,TestodasloscriIosullapropriaesperienzaall’internodegliApostoli,s.d.(937/7/8/1).
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.209.340
MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond341
(1952-1962),LeIeradiHeleneRaymondaE.Hobsbawm,17giugno1953,(937/1/2/9).
Hobsbawm ricorda (Anni Interessan1, cit., p. 214.) posi?vamente il trasferimento da Londra a342
Cambridge in quanto gli permise di defilarsi dalle asvità della sezione londinese a cui eraprecedentementeiscriIo.
W. Thompson, Bri1sh Communists in the ColdWar (1947-52), in «Contemporary Bri?sh History»,343
2001/3,pp.105-132.
�85
primaparte:Re1
frequentazione e che aveva appena scontato in carcere l'accusa di spionaggio344
nucleare a favore dei sovie?ci . Ma non solo: per uscire dalla pesante cappa da345
guerra fredda in cui le is?tuzioni erano piombate, Hobsbawmmaturò il bisogno di
uscire,diandare,dicercarealtroveedaséluoghididiscussioneesterniall’accademia
e all’insularità britanniche. Un bisogno che lo portò – come si è visto nel capitolo
precedente – a diventare uno dei promotori delle asvità del Gruppo degli storici
marxis?eunassiduoviaggiatoreincercadicontes?doveinstaurarenuoviepiùliberi
rappor? professionali e umani. DopotuIo viaggiare per un britannico – come ha
notato Paul Fussell – non si configurava come un lusso, ma piuIosto come una
essenziale necessità della vita per superare l’insularità geografica a cui era
costreIo . La fine del matrimonio contribuì a favorire ques? spostamen? già346
piuIostofrequen?,eaprogrammarlinonsoloperques?oniprofessionalimaanche
per piacere, non solo in solitudinema a volte assieme a compagni di viaggio che
spessoarrivavanodallesuefrequentazionifrancesi.
ÈinquestoperiodocheHobsbawmprogeIòdifareunviaggioinItalia.Eraun
Paesechenonavevamaivisitato;loavevasoltantosfioratonellontano1919,quando
ilvaporeIosucuiavevalasciatoassiemeaigenitoril’EgiIoeraaIraccatonelportodi
Trieste, da dove la famiglia era subito ripar?ta alla volta di Vienna. D’altronde,
commenteràinvecchiaiadifronteaunaplateaitalofila,unan?fascistacomeluinon
poteva sen?rsi aIraIo dal Paese in cui era nato e governava il fascismo .Ora le347
coseeranoperòcambiate.NelgirodipochiannitraguerraedopoguerrainItaliasi
eraverificatounostraordinarioradicamentodelPar?tocomunista,chegiànel1946
aveva raggiunto più di due milioni di iscris. Anche nel quadro di generale
ripiegamentoacuierastatocostreIoilmovimentocomunistainternazionaledopoil
1947, la realtà italiana rappresentava un’anomalia di rilievo che di certo doveva
aIrarre un militante comunista come Hobsbawm, che aveva già cercato e
sperimentatoqualcosadisimileinFrancia.Tantopiùcheilsuopuntodiosservazione,
benché inunaprospesvachiaramente internazionalista,eradall’internodelPar?to
comunista britannico, una realtà di dimensioni estremamente più ridoIe che, pur
mantenendo un certo risultato a livello sindacale, stava gradualmente perdendo
influenzasianegli ambien?parlamentari che inquelli intelleIuali,quando invece il
Le interceIazioni telefoniche a cui la casadiHobsbawm fu soIoposta per tusgli anni Cinquanta344
tes?moniano il rapporto di frequentazione tra i due. Si veda, a ?tolo d’esempio, NAL, MI5-EHF,KV2/3983, InterceIazione di una telefonata di Alan May a casa di Hobsbawm, 15 maggio 1956,(KV2/3983/8a).
B. Cathcart, May Alan Nunn (1911-2003), physicist and spy, in Oxford Dic1onary of Na1onal345
Biography,OxfordUniversityPress2007.
P.Fussell,All’estero.Viaggiatoriinglesifraledueguerre,IlMulino,Bologna1988,pp.89-90.346
E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,(acuradi)A.Polito,Laterza,Roma-Bari1999,p.127.Illibro347
nacquedaun’intervistafaIadalgiornalistaitalianoallostoricoinglesepressol’ItalianCulturalIns?tutediLondra(tes?monianzadiLucioSponzachevipartecipòcomeuditore).
�86
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
PCIricevevasemprepiùadesionidapartediques?ul?mi.
Hobsbawmdeveaveravutooccasionedi raccoglierequalcheno?ziadiprima
manoedi scambiarequalche impressione sulla realtàdel PCI non tanto all’interno
degli ambien? del par?to britannico, quanto piuIosto nella stessa Cambridge. Più
volte avrebbe ricordato di essere stato introdoIo in Italia da Piero Sraffa ,348
l’economista torinese che si trovava a Cambridge dalla fine degli anni Ven? e che
manteneva una costante aIenzione verso quanto succedeva in Italia nonché un
coinvolgimento asvo nelle sue vicende poli?che. Sraffa era arrivato in Inghilterra
all’inizio degli anni Ven?, proveniente da una famiglia ebraica dell’alta borghesia
torinese, con una laurea in giurisprudenza. Era entrato alla London School of
Economics come research student per perfezionare i suoi interessi economici,
frequentandoancheilLabourResearchDepartment,doveeraentratoincontaIocon
gliambien?dellasinistralaburistaecomunistainglese .Quindidallafinedeglianni349
Ven?sierastabilito,chiamatodaKeynes,aCambridge,doveavevamantenutouna
posizionedefilatarispeIosiaagliimpegnididascisiaallavitasocialedell’universitàe
anche una certa riservatezza in merito alla sua adesione al marxismo . Era una350
personadigrandeaffabilitàmaanchedigrandediscrezione:gelosodelleproprieidee
nelcampoeconomico,tendevaaessereelusivoquandochiacchieravaconicolleghiin
meritoaipropricampidiricerca ;eparlavapocoanchedelleproprieideepoli?che,351
defilandosidapubblichediscussionisullapoli?cainglese .352
Questa riservatezza venivameno solonelle relazioni più streIe, comequella
peresempioconMauriceDobb.SraffadallafinedeglianniQuarantaavevachiestoa
Dobb diaffiancarlonellavoro,incuieraimpegnatodapiùdidiecianni,diedizione353
delle opere e della corrispondenza dell’economista inglese David Ricardo : per354
discuterneiduesiincontravanoalTrinityCollegeeloavrebberofaIoconregolaritàe
E.Hobsbawm,AnniInteressan1,cit.,p.384.348
N.Naldi,TheFriendshipbetweenPieroSraffaandAntonioGramsci intheyears1919-1927, in«The349
European Journal of the History Thought», 2000/1, p. 82 (79-114). Per il percorso personale eprofessionalediSraffasirimandaa:Id.,PieroSraffa:emigrazioneandscien1ficac1vity(1921-45),inH.D. Kurz, L. L. PasineseN. Salvadori,Piero Sraffa: theManand the Scolar. ExploringHisUnpublishedPapers,Routledge,NewYork2008,pp.7-30.
M.C.Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,inivi.pp.65-66(51-78).350
Cosìloricordaunsuoamicoees?matorecomeNicholasKaldor:N.Kaldor,Ricordidiuneconomista,351
(acuradi)M.C.Marcuzzo,Garzan?,Milano1986,p.50.
A.Roncaglia,PieroSraffa,PelgraveMacmillan,Bacsingstoke2009,p.8.352
Per la mo?vazione che spinse Sraffa a scegliere Dobb in questo monumentale lavoro: S. Steve,353
RicordodiPieroSraffa,in«Rivistadistoriaeconomica»,2000/2,p.185(183-186).
D.Ricardo,TheWorksandCorrespondenceofDavidRicardo,(acuradi)P.StaffaeM.Dobb,11voll.,354
CambridgeUniversityPress,Cambridge,1951–1973.
�87
primaparte:Re1
grandefrequenzafinoalmenoallametàdeglianniCinquanta .Eraunrapportonon355
solodilavoromadifamiliaritàcheduravadamol?anniecheeracresciutononsolo
per ques?oni intelleIuali,ma anche su una comune affinità poli?ca ed ideologica.
Dobb, che lo aveva incontrato fin dai suoi primi soggiorni in Inghilterra, era a
conoscenza dei rappor? di Sraffa con i quadri dirigen? del PCI in esilio durante il
ventennio fascista, così comeera a conoscenzadell’amicizia che lo aveva legato ad
AntonioGramscifindal1919.Loavevaaiutatoinfasatradurreinunbuoningleseun
testo, da pubblicare nel 1927 sul «Manchester Guardian», di denuncia delle
condizioni carcerarie diGramsci . Anchedopo lamorte di quest'ul?moe finita la356
guerra,SraffapurnonessendosiiscriIoalPCImantenevastreslegamiconiquadri
dirigen?e culturali del par?to , che lo avrebbero guardatonei decenni successivi357
semprepiùconammirazioneereverenzacomeuninterlocutorediprimopianonella
poli?caeditoriale gramsciananonché comeun tes?mone ricercatodagli storici che
avrebbero scriIo la storia del par?to . Egli aveva in effes dato un importante358
sostegnoaffesvo,economicoe intelleIualeaGramscieallasuafamigliadurante il
periodo di detenzione e aveva dimostrato grande premura nel salvare gli scris
carcerari dell’amico. Anche di questo o quantomeno di alcuni aspes di questo
coinvolgimentodelcollegaDobberaaconoscenza:Sraffad’altrondenell'immediato
dopoguerrasiconsultavacon luicircaglieditoripiùadasper la traduzione inglese
degli scris gramsciani . Di frequente poi Sraffa accoglieva a Cambridge italiani di359
passaggioederapuntodi riferimentoadistanzaper studiosi italiani interessa?alla
LeagendecompilatedaPieroSraffaannotanodal seIembre1947una frequentazioneassiduacon355
Dobb che si man?ene tale almeno fino allametà degli anni Cinquanta. Trinity College of CambridgeArchive [d’ora inpoi TCA],PieroSraffa’sPapers [d’ora inpoiPSP],Diaries1947-48 ->1953-54 (E20 ->E26).
Il testo,mandatoaSraffadaTasca,vennepubblicatosoIo formadi leIeraafirmadiAn Italian in356
Englandsul«ManchesterGardian» il24oIobre1927.Per laricostruzionedei fassi rimandaaNaldi,TheFriendship,cit.,p.95.
Apar?redallacadutadelfascismoleagendediSraffa,cheprimaeranostatescarnediannotazioni,357
iniziarono a registrare frequentazioni costan?, anche private, con i quadri dirigen? nazionali del PCI:frequen?gli appuntamen?conpersonaggi comeToglias,Amendola,Donini, Sereni. TCA,PSP,Diaries1944-45->1975-76(E17->E48).Nel1954donavaall’Is?tutoGramsciunfondoappartenenteallasuafamigliadileIereineditediLabriolaaCamilloDeWeis:TCA,PSP,Correspondence,LeIeradiP.SraffaaP.Toglias,1°febbraio1954(C312).
Assiduifuronoicontaschegliuominieledonnedell’Is?tutoGramsciromanocercaronoconSraffa358
inmeritoaites?gramsciani.Sivedaa?tolod’esempioTCA,PSP,Correspondence,LeIerediElsaFubiniaP. Sraffa, 6 aprile 1963 (C343); 29 aprile 1965 e 25 giugno 1971 (C103). Sraffa fu anche punto diriferimento per gli storici della storia del par?to. Si veda ad esempio ivi., LeIera di Paolo Sriano a P.Sraffaerisposta,9e18dicembre1969 (C298).PerviadellasuaamiciziaconGramsciedel ruolochegiocò nel salvare gli scris dell’amico e nell’assistere quest’ul?mo durante gli anni di carcere, Sraffadivenneun«mito»perdiversegenerazionidistoricicomunis?;inmeritoaquestoaspeIosivedaR.Finzie G. Giliber?, Sviluppo ‘distorto’, merci di lusso, salario di sussistenza in uno scambio epistolare fraRenatoZangheriePieroSraffa(1967-69),in«Studistorici»,2011/2,pp.357-372.
T.Munari,L’EinaudiinEuropa,Einaudi,Torino2016,capitoloquarto.359
�88
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
produzione accademica inglese . A par?re dal secondo dopoguerra inoltre era360
diventato consulente cercato e apprezzato diGiulio Einaudi, non solo prodigandosi
nella traduzione inglese delle opere di Gramsci ma anche, viceversa, facendosi
mediatoredell’introduzionedistudiosiinglesinellaculturaitaliana,inprimisdiDobb.
Tra anni Quaranta e Cinquanta Sraffa giocò un ruolo di primo piano, per esempio,
nell’indirizzare in chiave marxista il progeIo einaudiano di una nuova collezione,
quella dei «Classici dell’economia». Consigliò di pubblicare il Theorien über den
MehrwrtdiMarx,amo’divolumeIointrodusvodellacollana:neltestodiMarxsi
rispecchiava–avevaspiegatoSraffaegliuominidell’Einaudineeranosta?persuasi–
ilprogrammastessodellanuovacollezione,perchélìMarxfacevariferimentoaquegli
economis? classici che ora era opportuno presentare al pubblico italiano . Storia361
delle teorie economiche di Marx sarebbe uscito nel 1954, accompagnata da
un’introduzione a firma – su suggerimento ancora di Sraffa – proprio di Dobb .362
PrestoilnomediDobbsarebbepassatodagliambien?einaudianiagliasguiambien?
editoriali comunis?: Gastone Manacorda per gli Editori Riuni? lo avrebbe, ad
esempio, cercato per pubblicarne i tes? chiave la cui traduzione italiana era stata
inizialmentevagliatadaEinaudi .Apar?redaques?rappor?editoriali,Dobbebbe363
occasionedientrareincontaIoconilmondoculturaleitaliano, inprimisconquello
comunista:dalleannotazionidiSraffasulleproprieagendeèpossibileaffermareche
Dobbconoscevabenealcunideiquadriculturalidelpar?toitaliano,comeadesempio
AmbrogioDonini ;di lìapochianniavrebbeavutooccasionediviaggiare in Italia,364
A?tolod’esempio:FrancoRodano,impegnatoinalcunericerchepoli?co-filosofiche,sirivolseaSraffa360
per richiedere la spedizioni di libri introvabili in Italia, tra i quali in primis quelli di Dobb. TCA, PSP,Correspondence,LeIeradiF.RodanoaP.Sraffa,19 febbraio1950 (C267).DelioCan?morialla ricercadella corrispondenza tra Pasquale Villari e di John S. Mill chiese a Sraffa dei consigli: TCA, PSP,Correspondence,LeIerediD.Can?moriaP.Sraffa,7gennaioe2febbraio1961(C52).
Per la ricostruzione della nascita della collana si veda L.Manconi,Pensare i libri. La casa editrice361
Einaudidagliannitrentaagliannisessanta,Bolla?Boringhieri,Torino1999,pp.484-485.
TCA,MauriceDobb'sPapers [d’ora inpoiMDP], In leIers,LeIeradiAntonioGiolisaM.Dobb,19362
dicembre1952(CA54).Illibrosarebbeuscitoconil?tolo:K.Marx,Storiadelleteorieeconomiche.VolI:LateoriadelplusvaloredaWilliamPe.yaAdamSmith,Einaudi,Torino1954.
TCA,MDP, In leIers, LeIerediG.ManacordaaM.Dobb,17dicembre1955,24gennaio1956,14363
marzo1956 (CA50). Per sbloccare la pubblicazione ferma in casa Einaudi e volutadagli Editori Riuni?fondamentaleful’interessamentodimostratodaGiulianoProcaccitramiteChristopherHill:TCA,MDP,InleIers, LeIere di C. Hill a M. Dobb, 21 seIembre 1955 (CA54). I libri in ques?one erano: Storiadell’economia sovie1ca, Editori Riuni?, Roma 1957; Problemi di storia del capitalismo, Editori Riuni?,Roma 1958; Teoria economica e socialismo, Editori Riuni?, Roma 1960. Dopo la pubblicazione dellatraduzioneitalianadiDevelopmentofCapitalism,sisviluppòuncertointeressenelmondoaccademiconostrano. Nel marzo del 1962 Dobb, invitato da Paolo Fortuna? – direIore all’epoca dell’Is?tuto dista?s?ca dell’Università di Bologna –, tenne a Bologna tre lezioni su temi di storia del capitalismo,pubblicate nella rivista dell’Is?tuto bolognese (M. Dobb, Alcune ques1oni di storia del capitalismo,«Sta?s?ca», 1962/XXII, pp. 147-196; oggi sono accessibili online: <hIp://storicamente.org/storia_del_capitalismo>).
TCA,PSP,Diaries,Annotazionediportareisalu?aDoninidapartediDobb,1°aprile1950,(E22).364
�89
primaparte:Re1
ancheassiemeaSraffa ,rimanendopoicolpitoperlacalorosaaccoglienzaricevuta365
dadirigen?comunis?come,adesempio,GiorgioAmendola .366
È verosimile che nelle camminate che Dobb e Hobsbawm facevano assieme
nelle estese aree verdi alle spalle dei college di Cambridge , il primo riferisse al367
secondolesueimpressionicircal’ambientecomunistaitalianoecirca«unpaeseche
[poteva]vantare–nellestesseparolediDobb–unacosìriccatradizionenelcampo
della discussione e dello sviluppo del pensiero marxista» . Per un giovane che368
ambiva viaggiare ed entrare in contaIo con altre realtà l’esperienza italiana di un
maestro come Dobb doveva di certo s?molare la sua curiosità; la realtà del PCI
dovevainoltrerappresentareperluiunafinestraapertasuuncomunismodiversoda
quelloinglese,daapprofondireescoprire.Tantocheneparlò,grazieaDobb,anche
conSraffa.Idue,adireilvero,dovevanoessersigiàincontra?inunadellerarissime
occasioniincuiSraffaavevapartecipatoallavitapoli?cadell’università.Nell'autunno
del1950HobsbawmsieraspesonellacampagnaeleIoraleafavorediPanditNehru,
primoministroindiano,perilruolodiChancellordell’universitàdiCambridge .Era369
questaunacandidaturapoli?ca,promossaefinanziatadaaccademicicomeAbramS.
Besicovitch,EdwardM.Foster,JosephNeedhameSraffaappunto .Inopposizioneal370
nomepropostodall’establishment,quellodiLordArthurW.Tedder,unaltoufficiale
dell’areonau?ca che era stato vice di Eisenhower durante la guerra, una fazione
minoritariainternaall’universitàavevainvecepropostoilnomediNehrunonsoloin
segnodiammirazioneversolastaturapoli?caeintelleIualedell’exstudenteindiano
diCambridge,maanche–comeavrebbericordatounsuosostenitore–comesegno
«ofourhopeandtrustinthepeacefulreconcilia?onofthedifferentracesandcreder
ofmankind» . Il tono e l'umore, più preziosi ancora dei singoli deIagli, di quella371
campagna eleIorale e più in generale di quella stagione si possono trovare nel
commentoallarmatocheunsesmanaleconservatoredavaallavigiliadelleelezioni:
«TheSpectator»registrava inorridito lapossibilitàcheCambridge, is?tuzioneBri1sh
pereccellenza,vista laprobabile separazionedell'IndiadalCommonwealth,venisse
Nella primaveradel 1955Dobb racconta a PalmeDuI (del CPGB) di un viaggio a Rapallo assieme365
Sraffa.TCA,MDP,OutleIers,LeIeradiM.DobbaP.DuI,20maggio1955(CB17).
Ivi.,LeIeradiM.DobbaP.Sraffa,4oIobre1960(CB27).366
DellepasseggiatecarichedilunghediscussionifaIedaDobbconamiciecolleghipressoiBackseil367
Fallow’sGardendiCambridgefariferimentoproprioHobsbawminoccasionedelFestschrifdiDobb:E.Hobsbawm,MauriceDobb, in C.H. Feinstein (a cura di),Socialism, Capitalismand EconomicGrowth.EssaysPresentedtoMauriceDobb,CambridgeUniversityPress,Cambridge,1967,p.6(1-9).
M.Dobb, Introduzione, inK.Marx,Storiadelleteorieeconomiche.Vol I:Lateoriadelplusvaloreda368
WilliamPe.yaAdamSmith,Einaudi,Torino1954,p.XXV(XII-XXV).
Della partecipazione di Hobsbawm alla campagna eleIorale a favore di Nehru ne parla M. C.369
Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,cit.,p.64.
TCA,PSP,Correspondence,CorrispondenzatraP.SraffaeE.M.Foster,31oIobree2novembre1950370
(C97).
T.Gold,TakingtheBackofftheWatch:aPersonalMemoir,Springer,Berlin2012,p.83esegg.371
�90
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
direIadaunostraniero .372
LapartecipazionediSraffaeHobsbawmaquestacampagnaeleIoraleallafine
perdente(fuinfaseleIoTedderdifronteallarinunciadiNehru),mostracomeidue
avesserounacomunesensibilitàan?-imperialistacheprobabilmenteapprofondirono
grazieacontasdires,media?daDobb.DalledeIagliateagendediSraffasievince
che isuoi incontriconHobsbawmavvennerospesso,sopraIuIoneiprimianni ’50,
alla presenza del comune amico. Non è un caso tra l’altro che nei ricordi
autobiografici di Hobsbawm,ma anche in altri suoi scris, i nomi di Sraffa e Dobb
sianosoventeassocia?.Purtroppononèrimastatracciadeitemiaffronta?nelleloro
conversazioni: tuse tredi stanzaaCambridge,avevanooccasionedi incontrarsidi
persona e di parlare a voce nei locali e nei giardini dei college senza il bisogno di
ricorrereallacartascriIa.Adognimododifronteallecuriositàdiungiovanestorico
che sapeva essere coinvolto in discussioni non ortodosse con i migliori marxis?
inglesi , che sapeva impegnato in un gruppo di intelleIuali interno al Par?to373
comunista britannico e che sapeva anche essere studioso del movimento operaio,
Sraffadeveaver ritenutoopportuno indirizzarlo versogli ambien? culturali vicini al
PCI romano, ambien? che egli conosceva molto bene e che supponeva potessero
essereinlineaconleprospesveeleaspeIa?vedelgiovaneinglese.Verosimilmente,
di fronte alle domande di Hobsbawm su dove andare e cosa visitare in Italia,
l’economista italiano gli consigliò gli ambien? della Fondazione Gramsci, il centro
culturale che il PCI aveva da poco inaugurato (nell’aprile del 1950) per valorizzare
l’ereditàgramscianaechesiproponevadidiventareproprioapar?redagliscrisdi
Gramsci un «centro nazionale per l’approfondimento, la popolarizzazione,
l’irradiazione culturale del marxismo-leninismo» . Dell'importanza di questo374
consiglio Hobsbawm – come vedremo – si renderà conto e lo ringrazierà
indireIamente anni dopo. Parlandone conHobsbawmSraffa, pur omeIendo– per
viadellariservatezzachelodis?ngueva–ilfondamentaleruolocheeglistessoaveva
giocato nel rendere possibile la produzione intelleIuale dell’ul?mo Gramsci,
probabilmente fece cenno al nucleo di grande valore simbolico aIorno al quale la
Fondazioneeranata:ilpatrimoniolibrariocheilfondatoredelPCIavevaaccumulato
durante la prigionia e che era da poco rientrato in Italia da Mosca, dov’era stato
speditonel1938ecustoditofinoallaconclusionedelconfliIomondiale.Edeveaver
s?molato ulteriormente l’interesse del giovane Hobsbawm raccontandogli che la
LacitazioneèripresadaM.C.Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,cit.,p.65.372
Sraffaapprezzavainpar?colareilmarxismodiChristopherHillcheconoscevabeneeche–parlando373
conEinaudinel1948–definì«unodeimigliorimarxis?inglesi».SivedailpareredileIuradatodaSraffaallibrodiHill,LeninandtheRussianRevolu1oninT.Munari(acuradi),Centole.ori.Ipareridile.uradeiconsulen1Einaudi,Einaudi,Torino2015,p.35.
CitazionetraIadaunrapportosullaFondazioneindirizzatoallasegreteriadelPcieallacommissione374
per il lavoro ideologico del novembre 1948 e ripresa in A. ViIoria, TogliaÅ e gli intelle.uali. Storiadell’Is1tutoGramscineglianniCinquantaeSessanta,EditoriRiuni?,Roma1992,p.8.
�91
primaparte:Re1
Fondazione si proponeva di costruire una biblioteca specializzata nella storia del
movimento operaio, un filone storiografico che il fascismo aveva cancellato ; si375
traIava insomma di una piccola realtà,ma in via di sviluppo. Tanto più che Sraffa
all’inizio dell’aprile 1951, pochi giorni prima di un appuntamento a Cambridge con
Hobsbawm,avevapartecipatoalVIIcongressonazionaledelPCI.Uncongressoincui
si era consumato un duro scontro interno al par?to e che a livello di poli?ca376
culturale aveva portato ad un profondo mutamento. Carlo Salinari, chiamato a
sos?tuireEmilioSerenialver?cedellacommissioneculturaledelPar?to,proponeva
diaccantonare l’impostazione internazionalis?caezdanovianadelpredecessoreper
spostare – in linea con l’impostazione che voleva Toglias – l’aIenzione sul piano
nazionale, riservando al ruolo degli intelleIuali un caraIere più costrusvo nella
poli?ca culturaledelpar?to . Sraffa che li aveva segui?moltodavicino,non solo377
presenziando al congresso ma frequentando assiduamente in quei giorni la
FondazioneGramsci,con?nuandoneaparlareinambienteeinaudianoeincontrando
dipersonaToglias ,unavoltarientratoaCambridgeprobabilmenteriportòalcuni378
aspes di quei dibas? o ne fece intendere l’atmosfera a Hobsbawm . Gli diede379
anchealcuninomidipersonedacontaIareunavoltainItalia.
Dilìapoco,ametàagostoHobsbawmparïconunprogrammariccoditappe:
visitòdisicuroVerona,RavennaePerugia,quindiprimadiarrivareaFirenzesifermò
aRoma .«IlprimonomesullalistadiSraffaalqualetelefonaiaRoma–ricorderàin380
vecchiaia – [fu quello del] più autorevole storico comunista di quell’epoca, Delio
Can?mori» .Inrealtà,HobsbawmerastatoindirizzatoaCan?morigrazienontanto381
a Sraffa , quanto piuIosto all’intercessione di Samuel Bernstein. Storico382
statunitense, Bernstein era entrato in contaIo con Hobsbawm probabilmente a
G.Zazzara,Lastoriaasinistra.Ricercaeimpegnopoli1codopoilfascismo,Laterza,Roma-Bari2011p.375
67.
G.GozzinieR.Mar?nelli,StoriadelPar1tocomunista italiano.VIIvolume:Dall’a.entatoaTogliaÅ376
all’VIII congresso, Einaudi, Torino 1998, pp. 211-252 e 484-487 sull’arrivo di Salinari alla commissioneculturale.
A. ViIoria, TogliaÅ e gli intelle.uali. Storia dell’Is1tuto Gramsci negli anni Cinquanta e Sessanta,377
EditoriRiuni?,Roma1992,p.33.Eadem,LacommissioneculturaledelPCIdal1948al1956, in«Studistorici»,1990/1,pp.142-143(135-170).C.Salinari,Lasvoltanellapoli1caculturaledelPar1tocomunista(1975),inId.,Trapoli1caecultura,Te?,Milano1980,pp.75-82.
Il31marzoèallafondazioneGramsci,doveincontraSerenieDonini;il7aprile1951èallaconferenza378
editorialedellaEinaudiassiemea,traglialtri,Giolis,Can?mori,MusceIa,Calvino,Bolla?.
TCA,PSP,Diaries,AnnotazioneperappuntamentoconMauriceeHobsbawm,10maggioe26luglio379
1951(E23).
ArchiviodellascuolaNormaleSuperiorediPisa[d’orainpoiSNS],CorrispondenzadiDelioCan1mori380
[d’orainpoiCDC],LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,4agosto1951.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1.,cit.,p.385.381
Sraffa e Can?mori, benché si conoscessero e avessero comuni frequentazioni, non avevano un382
rapporto direIo. Lo tes?monia il tono formale e distaccato con cui lo storico italiano si rivolgevaall’economista di Cambridge nelle sole due e tarde leIere da questo conservate: TCA, PSP,Correspondence,LeIerediD.Can?moriaP.Sraffa,7gennaioe2febbraio1961.
�92
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
par?redaalcunecollaborazionidiquest’ul?mo adunarivistadicuiBernsteinera383
redaIore dall’inizio degli anni Quaranta. Con duplice sede a New York e Boston,
«Science and Society» dal 1936 si era dis?nta come un «independent journal of
Marxism» , un forum di rigorosa discussione accademica interdisciplinare e384
internazionale che asrava numerosi marxis? d’oltreoceano, tra i quali anche i
britannici. Privi di un equivalentemezzo di discussione e confronto – lo avrebbero
creatonel1952con«PastandPresent»–ques?ul?micollaboravanoasvamentealla
rivista;MauriceDobb,JosephNeedham,LancelotHogbenfacevanoinoltrepartedel
Board of Foreign Editors. La rivista aveva esercitato una certa influenza in Gran
Bretagnaestavagiocandounruolodiprimopianoanchenellosviluppodellascuola
deglistoricimarxis?.Igiàricorda?dibas?cheessiavevanointavolatoapar?redagli
StudiesintheDevelopmentofCapitalimdiDobbvenneroripresiproprioainiziodegli
anniCinquantasullepaginedi«ScienceandSociety»apar?redallecri?cheavanzate
daPaulSweezy,unodeimaggiorieconomis?marxis?statunitensi ,acuirisposero385
tra gli altri Christopher Hill e Rodney Hilton . All’interno di ques? ambien? deve386
essersistreIounprimocontaIotraBernsteineHobsbawmpoievolutosiinamicizia
a Parigi, ciIà che Bernstein frequentava spesso per via delle sue ricerche sul
socialismofrancese eanchepergliassiduirappor?chelolegavanoalle«Annales».387
EntrambidunquebaIevano le stesse cerchie storiograficheparigineedèprobabile
che nelle conversazioni che i due intraIenevano, forse anche negli ambien?
dell'Insi?tutfrançaisd’hiso?resociale ,fosseuscitoilnomediDelioCan?moriche388
Scris di Hobsbawm iniziarono a comparire su questa rivista dall'immediato dopoguerra con dei383
contribu?sulfabianesimo.A?tolod’esempio:E.Hobsbawm,ReviewofMargaretCole,BeatriceWebb,in«ScienceandSociety»,1946/10,pp.321-323;BernardShaw’sSocialism,inivi.,1947/11,pp.305-326.
D.Goldway,FifyYearsof«Science&Society»,in«ScienceandSociety»,1986/3,p.263(260-279).384
PaulSweezy(1910-2004)sieraavvicinatoalmarxismoneglianniTrentainInghilterra,negliambien?385
dellaLondonSchoolofEconomics.DallafinedeglianniQuarantaassunseunacertaautorevolezzaancheagliocchideglistoricimarxis?inglesinonsoloperlesueelaborazioniditeoriamarxistamaancheperlebaIagliepoli?cheeculturalichesvolsenegliannipiùtesidellaguerra fredda inAmerica.L’aIenzioneneiconfron?deisuoilibriancheditemanonstreIamentemarxistadapartedell’ambientebritannicoèriscontrabileinunarecensionediHobsbawmalsuoSocialism:E.Hobsbawm,ReviewofSocialismbyP.Sweezy,in«ScienceandSociety»,1949-1950/1,pp.77-79.
Nel 1948 la rivista dedicò un numero monografico al tema della transizione dal feudalesimo al386
capitalismo,poiripresoeampliatoconsaggidiR.Hilton,M.Dobb,P.Sweezy,K.Takahashi,G.Lefebvre,C. Hill, G. Procacci, E. Hobsbawm e J.Merrington nel libro R. Hilton (a cura di), The Transi1on fromFeudalismtoCapitalism,NLB,Londra,1976.
S.Bernstein,Contribu1onál’histoiredusocialismeenFrance:delaRévolu1onde1789álaCommune387
de 1871, Edi?ons Hier et Aujourdʻhui, Parigi 1949. Del rapporto tra Bernstein e Hobsbawm si sonoconserva? solo gli scambi epistolari successivi a questo periodo che tes?moniano l’amicizia tra i due:MRC,EHP,Correspondence,Pastfriendsandcolleagues,SamuelBernstein,1967-1974(937/1/1/2).
Marie Geneviève Dezes, aIuale segretaria di questa is?tuzione fondata a Parigi nel 1949, ha388
ipo?zzatocheBernsteineHobsbawm–daleiconosciu?personalmente–sisianoincontra?all'internodella Commission Interna?onale des Mouvements Sociaux et Structures Sociales, nata all’internodell’Insi?tutfrançaisd’hiso?resociale.Gliarchividitalecommissione,nonpiùesistente,sonoconserva?solo parzialmente: impossibile quindi poter approfondire questa strada per le dovute verifiche.(Tes?monianzascriIadiMarieGenevièveDezesall’autrice,13seIembre2016).
�93
primaparte:Re1
Bernsteinpresentòall’amicoinglesecomeunodeimaggioristudiosiitalianidiMarxe
delmarxismo.Loconoscevabene:cieraentratoincontaIodopolaguerraapar?re
verosimilmente dal comune interesse per Filippo Buonaros . Una comunanza di389
ricerche che presto era sfociata in un rapporto di amicizia esteso anche ad Emma
Mezzomon?,moglie di Can?mori, e che si alimentava nell’invio reciprocodi novità
editorialiodiricercateedizionidites?oargomen?chiavedelmarxismooIocentesco
enelloscambiodiopinionievalutazioniancheafinieditorialidisaggichetraIavano
invariomododimarxismo .Bernsteinavevabenpresenteillavoro,«fruIo–come390
l’hadefinitoWernerKaegi–delletensioniaccumulatesinelperiododellaguerra» ,391
chelostoricoitalianostavaportandoavan?;probabilmenteneparlòconHobsbawm,
raccontandoglicheCan?morielamoglieeranoimpegna?nellatraduzioneitalianadi
Marx: proprio nel 1951 stavanouscendonella serie «I classici delmarxismo»delle
Edizioni Riunite (curata, tra gli altri, da Toglias, Donini, Manacorda, dallo stesso
Can?mori) il primo volumedelCapitale tradoIoe interpretatodaCan?mori e il392
carteggio traMarx ed Engels a cura dellamoglie . Nel 1946-47 inoltre Can?mori393
aveva dedicato il suo corso di Filosofia della storia alla Normale di Pisa alle
Interpretazioni tedesche di Marx nel periodo 1929-1945 ; un corso che stava394
aprendo nuove prospesve di studio tra i suoi allievi. Si traIava di un lavoro
ammirevole agli occhi di Bernstein, che meritava di essere allargato ad una
dimensione internazionale. In una leIeradelmaggio 1952, per esempio, Bernstein
avrebbeavver?tol’amicoitalianodiaverappenaconclusounbrevestudiosullaPrima
Internazionale a par?re da documen? provenien? dal BelgianMinistery of Foreign
Affairs ;avevatral'altrogiàesaminatolastoriadell’organizzazionedalpuntodivista395
Al Buonaros Can?mori dedicò due capitoli del suo Utopis1 e Riformatori italiani (1794-1847),389
Sansoni,Firenze1943,pp.128-176,mentrediBernsteinfuilprimostudiomonograficouscitoinItalia:FilippoBuonaroÅ,Einaudi,Torino1946.
SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,16dicembre1948;3giugno1951;18maggio1952;390
13oIobre1955.
W.Kaegi,RicordodiDelioCan1mori, inDelioCan1mori.OmaggiodellaRivistaStorica Italiana, Ed.391
Scien?ficheItaliane,1967/4,p.21(13-25).
K.Marx,Ilcapitale.Cri1cadell'economiapoli1ca.Libroprimo,Ed.Riuni?,Roma1951.392
EmmaMezzomon?davaallestampeletraduzionidiManifestodelpar1tocomunista,Einaudi,Torino393
1948;CarteggioMarx-Engels.5:1867-1869,Ed.Rinascita,Roma1951;Perlacri1cadellateoriapoli1ca,Ed.Riuni?,Roma1957.
SitraIavadiuncorsotrascriIoecuratodaFrancoFerri,orainD.Can?mori,Studidistoria,Einaudi,394
Torino 1959, pp. 139-237; al periodo successivo alla fine della guerra appartengono invece leApprossimazionimarxiste,ivi.,pp.10-138.
SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,18maggio1952.395
�94
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
francese eorasisarebbeapprestatoafarlodaquellostatunitense .Perchénon396 397
fareun lavorosimileancheper laGranBretagna, ilBelgioe l’Italia?Avrebbequindi
incitatoaprendereinconsiderazionelapropostaproprioiconiugiCan?mori.«Ithas
been my opinion – avrebbe argomentato – that no good general history of the
organiza?onispossibleun?litsstoryinthemajorcountriesofEuropehasbeendone
thoroughly».Forseerailcaso–avrebbeconclusoBernstein–dipubblicareunaserie
distoriesullaprimainternazionale;echiedendoilparereel’interventodiCan?mori,
avrebbe faIo i nomidi Einaudi e Feltrinelli comepossibili interessa? . Eraquesta398
un’idea che nasceva dal faIo che entrambi, Bernstein e Can?mori, erano coinvol?
come collaboratori in una nuova realtà culturale: alla fine degli anni Quaranta era
nato aMilano un polo bibliotecario, archivis?co ed editoriale che si proponeva di
salvare materiale rela?vo al movimento operaio internazionale. L’associazione
BibliotecaGiangiacomoFeltrinellisarebbestatainaugurata–«declinazionemilanese»
diquellostessoprogeIochestavamuovendoaRomalafondazioneGramsci –alla399
fine del 1951, dopo tre anni di intenso lavoro da parte del finanziatore, il ricco
imprenditoreculturaledacuilabibliotecaprendevailnome,edelsuocollaboratore
GiuseppeDelBo,nonchédiunanutritaretedicollaboratoricheagivanoanomedella
Biblioteca per le acquisizioni del materiale archivis?co sul mercato an?quario
internazionale: fin dai primi anni Cinquanta tra ques? c'eranoDobb, Sraffa, Franco
Venturi,LuigiDalPane,eCan?morieBernsteinappunto .400
Non è un caso dunque cheBernstein consigliasse aHobsbawm, una volta in
S. Bernstain, Storia del socialismo in Francia, Ed. Riuni?, Roma 1963, traduzione di Elsa Fubini e396
GiuseppeGerratano.(InizialmenteillibroerastatoconsideratodaEinaudi;dopounritardoimportante,vennepubblicatodalle Ed.Riuni?. Sulle traIa?vedella traduzione italiana si vedaArchiviodi StatodiTorino[d’orainpoiAST],ArchivioCasaEditriceEinaudi[d’orainpoiAE],Corrispondenzaconautorieen?stranieri,1°serie-Rappor?diresconautoriecollaboratori,cartella3,fascicolo75,SamuelBernstein,1949-1957).
S.Bernstein(acuradi),PapersoftheGeneralCounciloftheInterna1onalWorkingmen'sAssocia1on397
NewYork: 1872-1876, in «Annali della FondazioneGiangiacomo Feltrinelli», 1961/4, pp. 401-549; id.,TheFirstInterna1onalinAmerica,AugustusM.Kelley,NewYork1962.
SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,18maggio1952,cit.398
G. Zazzara, La nuovissima storia. Genesi della «storia contemporanea» nell'Italia del secondo399
dopoguerra, Tesi di doIorato in Storia sociale europea dal medioevo all'età contemporanea, a.a.2006-2007,UniversitàCa'FoscaridiVenezia,p.195.
Di questo rapporto sono conservate alcune tracce epistolari: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli400
[d'ora in poi FF], Fondo della BibliotecaGiangiacomo Feltrinelli [d’ora in poi FBGGF], Corrispondenza,busta12, fascicolo1,Corrispondenza traS.BernsteineF. Ferri,novembre1952-gennaio1953. Si vedapoi: D. Bidussa, Le raccolte della FondazioneGianGiacomo Feltrinelli, in IALHI (a cura di),ACTA XXIXAnnual Conference. The Labour Movement in Italy: History and Archives Collec1ng and AppraisingLabourandBusinessRecords,Milano16-19seIembre1998,IALHI1999,p.9(5-17);F.Lusanna,Poli1cae cultura: l’Is1tuto Gramsci, la Fondazione Basso, l’Is1tuto Sturzo, in ead. e G.Marramao (a cura di)Culture,nuovi soggeÅ, iden1tà,Rubesno, SoneriaMannelli 2003,p.91.Perun’analisi dellefiguredicorrisponden?‘esteri’dellaBibliotecaFeltrinellisivedaA.Panaccione,I‘corrisponden1librari’esteri,inG. Berta e G. Bigas (a cura di), La Biblioteca Is1tuto Feltrinelli. Proge.o e storia, «Annali dellaFondazioneGiangiacomoFeltrinelli»,2014-2015/50,pp.98-118.Aquesto«Annale»sirimandaperunacompletaeaggiornataricostruzionedellestruIureedegliuominiaIornoegrazieaiqualisorseepreseformalaBiblioteca,poiIs?tutoFeltrinelli.
�95
primaparte:Re1
Italia,difarvisitaaCan?mori:perunostoricomarxistal’interlocutorepiùinsignecon
cuiparlare in Italiaeraproprio lo storico romagnolo;diquesto loavevaavver?to–
come si è visto – anche Sraffa. Hobsbawm arrivava a Can?mori dunque da due
direzioni, due re? di relazioni entrambe marxiste: l’una italiana con sede a
Cambridge,asguaagliambien?marxis?inglesi;l’altracheapar?redaParigiedagli
USA si sviluppava su comuni interessi storiografici e archivis?ci internazionali. Ed è
proprio sul marxismo che Hobsbawm, nel presentarsi a Can?mori, pose l’accento.
PreannunciandogliilsuoviaggioinItalia,glidissecheavrebbeavutopiaceredifargli
visitanonsoloper lacomuneamiciziaconBernstein,ma inqualitàdipromotoredi
una nuova rivista, fruIo dei proges e delle discussioni del gruppo degli storici
marxis? inglesi, in cui il «votrenom– specificava–figurebeaucoup»,anchegrazie
alla buona presentazione faIane in quegli stessi ambien? da Baryl Smalley ,401
medievalista oxfordiana che frequentando per ricerche spesso Roma conosceva di
personaCan?mori .402
Il primo mo?vo che portò Hobsbawm a contaIare Can?mori è dunque da
ricercarenellavorochelovedevainqueimesiimpegnatoall'internodelgruppodegli
storicimarxis?britannici. Il1951,avrebbericordatoadecennididistanza,«wasthe
worst period of the ColdWar» a causa dell’isolamento che, in quantomarxis?,403
soffrivano all’interno dell’accademia e della vita culturale britannica. Per vincere e
superare il quale, stavano lavorando– comegià ricordato– adunnuovoprogeIo:
immaginavanocheunanuovarivista,costruitacomeunforumdidiscussioneapertoa
storici marxis? e non marxis?, avrebbe potuto contribuire a superare le divisioni
ideologicheealegismareillorolavoroscien?fico.Pergiovanisconosciu?emarginali
comelorositraIavadiun’operazionenonfacilenonsoloacausadiunaforteos?lità
internaall’establishmentuniversitario,maancheperviadiunageneralediffidenza:
colleghi non marxis?, sebbene simpate?ci verso un dialogo aperto e libero da
condizionamen?ideologici,temevanodifinireintrappola,usa?perfinipoli?cidagli
amiciecolleghicomunis?.
Alcuni del Gruppo degli storici interni al CPGB pensarono fosse quindi opportuno
conquistarsiilsostegnodi«eminentseniormarxists» inprimabaIutainglesi,come404
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,27giugno1951.401
Per un ritraIo biografico di B. Smalley si veda a H. Leyser e D. Copeland Klepper, Beryl Smalley402
(1905-1984),inJ.Chance(acuradi),WomenMedievalistsandtheAcademy,TheUniversityofWisconsinPress,London2005,pp.657-669;R.W.Southern,BerylSmalleyandthePlaceof theBible inMedievalStudies(1927-1984),inK.WalsheD.Wood,TheBibleintheMedievalWorld.EssaysinMemoryofBerylSmalley,BasilBlackwell,Oxford1985.Sull’asvitàdiSmalleyall’internodelgruppodeglistoricimarxis?sivedaRaphaelSamuel,Bri1shMarxistHistorians,cit.,p.73.SmalleyeraincontaIoconCan?mori,anchegrazie al comune amico Momigliano: in merito si rimanda a SNS, CDC, LeIere di B. Smalley a D.Can?mori,s.de2luglio1954.
MRS,EHP,Personalia,OtherPersonalPapers,Autobiographicalmaterial,Textofpaperon 'TheCold403
Warandtheuniversi?es',NewYork,13Nov1997,(937/7/8/1).
Ibid.404
�96
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
per esempio Gordon Childe (che sarebbe entrato nell’Editorial Board di «Past and
Present»), e ben presto anche d’Oltremanica. Hobsbawm stesso cercò la
collaborazione per esempio dell’orientalista francese Claude Cahen, Hill quella del
ceco J.V.Polišenský ; grazie aGeorgeRudé sarebberoentra?più tardi in contaIo405
conGeorge Lefèbvre;Morris stava invece prendendo contas con l’americanoMax
Savelle e con l’australiano Max Crawford. Can?mori era il lato italiano di questo
SulrapportodiPolišenskýcon«PastandPresent»siveda:R.J.W.Evans,ACzechHistorianinTroubled405
Times:J.V.Polišenský,in«PastandPresent»,2002/176,pp.264-265(257–274).
�97
PAST & PRESENT Editorial Board:
G. BARRACLOUGH Professor of Medieval History, University of LiverPool
R. R. BETTS Masaryk Professor of Central European History, University of London
V. G. CHILDE Professor of Prehistoric European Archaology, University of London
M. H. DOBB Fellow of Trinity, College, Cambridge
J. E. C. HILL Fellow of Balliol College, Oxford
R. H. HILTON Lecturer in History, University of Birmingham
A. H. M. JONES Professor of Ancient History, University of Cambridge
D. B. QUINN Professor of History, University College of Swansea
Editor : John Morris
Assistant Editor : E. J. Hobsbawm
A DV I SEBRS:
Professor C. Cohen Strasbourg Dr. Abdul Haq Karachi Professor D. Cantimiori Florence Professor G. Lef&bvre Paris Professor M. Crawford Melbourne Dr. J. V. Polisensky Prague
Professor M. Savelle, Washi'ngton and scholars from the U.S.S.R., China, and other countries
CONTENTS:
An Interpretation of Chinese Economic H-istoryI The Economic Basis of Athenian Democracy 13 Capitalism - What's in a Name? 32 Evangelicalism and the French Revolution 4 The Machine Breakers 57 Theodor Mommscn's Last Wishes 71
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«Past&Present»,1952/1.
primaparte:Re1
«curious assortment of foreign advisers» che avrebbe accompagnato fin dal suo
nascerelarivista :ilprimonumerolinominavatus,ricordandoanche–annota?in406
una più generica allusione – collaboratori sovie?ci, cinesi e di altre nazionalità. Si
traIavadi contaschenel ricordodiHill,HiltoneHobsbawmnongiocaronoalcun
ruolonellarivista ,mostrandosi«moredecora?vethanuseful» ;inrealtàfurono,407 408
almeno per due mo?vi, preziosi pun? di riferimento per la fortuna di «Past and
Present». Focalizzando l’aIenzione su uno di ques? contas, quello con Delio
Can?mori, è possibile osservare gli esi? a cui portò lo sforzo di creare una rete di
collaboratorieconsiglieriascalaeuropea.SeguendoleleIerecheHobsbawmmandò
aquest’ul?monelprimolustrodeglianniCinquanta,èpossibileosservarelacostante
solerzia con cui il primo informava il secondo circa il laboratorio della rivista, il
tenta?vo di coinvolgerlo in essa e i frus che questo dialogo portò sul territorio
italiano, a livello di nuove e sempre più numerose relazioni personali e a livello di
transizioniericadutestoriografiche.
Nel seIembre 1951, pochi giorni dopo aver concluso il suo primo viaggio in
l’Italia,HobsbawmscrisseaCan?moriperringraziarlodell’ospitalitàeinformarlocirca
il prosieguo dei suoi spostamen? italiani; non perse l’occasione per avvisarlo
tempes?vamente anche di un progeIo, appena dibaIuto, di un futuro numero
specialedi«PastandPresent»dadedicareallostudiodelcris?anesimoradicalecome
fenomenostorico .Neimesiseguen?con?nuòfrequentementeadaggiornarlocirca409
i progressi che la rivista faceva: all'inizio del gennaio 1952, a un mese dalla
pubblicazione del primo numero, gli comunicava, per esempio, importan?
acquisizioni, come la collaborazione esterna di Lefèbvre e come la promessa di un
contributodapartediEugeneA.Kosminskydell’AccademiadelleScienzediMosca .410
Quandopoilostoricosovie?cosarebbestatoinvitatoatenerelezioniall’Universitàdi
Cambridge e di Londra, Hobsbawm, eccitato dall'apertura dimostrata dalle due
is?tuzioniincuilavorava,avrebberiferitoaCan?morichesitraIavadel«firstSoviet
scholar fora long?metobesoasked» .AggiornavaquindiCan?moriall'uscitadi411
ogni numero di «Past and Present», esprimendo la propria soddisfazione . La412
MRS,EHP,Personalia,OtherPersonalPapers,Autobiographicalmaterial,Textofpaperon 'TheCold406
Warandtheuniversi?es',NewYork,13Nov1997,(937/7/8/1).
Ibid.407
C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,OriginandEarlyYears,in«PastandPresent»,1983/100,p.9(3-14).408
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.409
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,8gennaio1952.Ilsaggiosarebbeapparsoqualcheanno410
piùtardi:E.A.Kosminsky,TheEvolu1onofFeudalRentinEnglandfromtheXIthtotheXVthCenturies,in«PastandPresent»,1995/7,pp.12-36.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.411
A?tolod’esempio si vedano: ivi., 21 febbraio 1952e 19 giugno1952, in cui commenta: «Did you412
no?cetheverywarmwelcomewhichtheTimeLit[erary]Supp[lement]gaveto‘PastandPresent’?[…]Itisallveryencouraging».
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secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
redazioneavrebbepoipensatoproprioaCan?moriperlarecensionediunabiografia
diLutero,poiaffidata–perques?oniditempo,sisarebbegius?ficatoHobsbawm –413
aRoyPascal ;«ifyouknowofanybookofgeneralimportance–Hobsbawminoltre414
losollecitava–,oronasubjectofgeneral interest,whichyouwould like to review,
please let us know, so thatwe can arrange for it» . A dire il vero,Hobsbawmfin415
dallasuaprimavisitaaRomaavevachiestoaCan?moridiscrivere–comevedremo–
un pezzo ben più significa?vo. Gli inviava inoltre i suoi scris, chiedendogli un
commentoeipo?zzandolereazionidelsuointerlocutore .416
InprimoluogodunquepersonaggicomeCan?morieranoricerca? interlocutori,per
viadellaposizionecherives?vanoneirispesvicontes?nazionali,concuiconfrontarsi
sullalineadadareallarivistaedacoinvolgereinessasopraIuIoperaveredaloroun
riconoscimento del valore scien?fico del proprio progeIo editoriale. La ramificata
cerchia marxista di cui la redazione di «Past and Present» si stava man mano
circondandorispondevainsecondoluogoeinmodopiùsignifica?voallastrategiache
l’Historians’Groupperseguiva,quella cioèdi trovare inessaunacassadi risonanza
perladiffusionedellarivistaalivellointernazionale.EcosìfuancheinItalia.
Nellacerchiacan?morianainiziaronoacircolareriferimen?allarivistainglesegiàdai
primi anni Cinquanta. La fiIa corrispondenza tra Can?mori e Gastone Manacorda
mostracomeall’internodegliambien?culturali comunis?romani l’uscitadelprimo
numerodelperiodicobritannicofosseaIesaconinteresse .LeandroPerini,allievo417
diCan?moriaPisaproprioneglianniCinquanta,ricorderàinun'affeIuosamemoria
del maestro che Can?mori mostrò grande «generosità» verso il giovane collega418
inglese, parlando di «Past and Present» ai suoi studen?. Can?mori presentò
l’esperimentodellarivistaingleseancheadunpiùvastouditorio,comequandodalle
colonnede«IlNuovoCorriere»nelmaggio1953neelogiò«ilcaraIereapertamente
edecisamenteinternazionale»dellarivista,facendoinomideicollaboratorialivello
planetario, e il «caraIere di ‘intrapresa' ardimentosa» visto l’autofinanziamento;
invitòdunqueglistudiosiitalianiadareilpropriocontributoaldibastodellarivista,
riconoscendola in linea con la tendenza, anche italiana, di conoscere e indagare la
storia «razionalmente, cri?camente, senza mis?ficazioni irrazionalis?che di nessun
Ivi.,19giugno1952.413
RecensionediR.Bainton,HereIStand(HodderandStoughton,London1951)faIadaRoyPascal,in414
«PastandPresent»,1952/2,pp.60-62.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952.415
Ivi.,16novembre1954.416
LeIerediG.ManacordaaD.Can?mori,9febbraioe5marzo1951,inD.Can?morieM.Manacorda,417
Amiciperlastoria.Le.ere1942-1966,acuradiA.ViIoria,Carrocci,Roma2013,pp.157-160.
L.Perini,DelioCan1mori: storiae storiografi, in id.,DelioCan1mori.Unprofilo,Edizionidi storiae418
leIeratura,Roma2004,p.73.
�99
primaparte:Re1
genere» .L’ar?colovennenotatoeapprezzatotraglialtridaZangheri .419 420
InvistadelXcongressointernazionaledistudistorici,chesisarebbetenutoa
Romaallafinedell'estatedel 1955,Hobsbawmavrebbepoi scriIoaCan?mori per
chiederesuggerimen?circailmodomiglioreperpubblicizzarelarivistaeraccogliere
adesioni durante l’importante assise internazionale di storici, domandandogli se
avrebbepotutocoinvolgere«any friendly Italianstudents»nell’organizzazionediun
bancheIoriservatoallavenditadi«PastandPresent» .421
SeilprogeIodellarivistafulaspintaeilnodoaIornoalqualefuricercatoe
nacqueillegameconCan?moriel’Italia,essosialimentòprestodinuovielemen?;in
primis di una fascinazione derivante dalla calorosa accoglienza ricevuta in Italia,
sopraIuIo negli ambien? comunis?. «Arriver en Rome – confessò Hobsbawm a
Can?mori–avecquelquesleIresd'introduc?onettrouverunaccueilamical,comme
le votre, c’est beaucoup, meme entre camarades» . È questo un aspeIo su cui422
Hobsbawm avrebbe insis?to più volte: nelle suememorie autobiografiche avrebbe
ricordato che al suo primo viaggio in Italia venne accolto, in quanto comunista
straniero,«automa?camentecomeunfratello,comeun‘compagno’alqualedaredel
‘tu’enondel‘lei’» .Altrovediràcheilfascinopiùprofondodell’ItaliastanelfaIo423
che«adifferenzadialtripopoli,gliitaliani[…]reagisconoall’estraneoinunmodoche
rendemoltofacileintendersi» .Eraunacosadicuiavevasen?toparlaregiàinGran424
Bretagna:alcuniamicicheavevanocombaIutolaguerrasulfronteitalianosierano
salva? grazie all’aiuto disinteressato di famiglie contadine : ges? che avevano425
impressionatomol?dellasuagenerazioneechesisarebberosedimenta?nella loro
memoria . Ora quel sen?rsi a proprio agio poteva sperimentarlo di persona, e426
percepirne la distanza rispeIo all'accoglienza ricevuta in altri Paesi: in Francia per
esempio, dove la società gli sembrava «un teatro con ruoli e procedure ben
defini?» , sempre molto cerimoniosi, e dove gli intelleIuali non perdevano mai427
occasione di palesare un «senso della formalità legata al [proprio] status» . Far428
visita,peresempio,adunostoricocomeErnestLabrousse,cheHobsbawmconosceva
D.Can?mori,Passatoepresente,in«IlNuovoCorriere»,31maggio1953p.3.419
SNS,CDC,LeIeradiR.ZangheriaD.Can?mori,2giugno1953.420
Ivi., LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori, senzadata.L’indicazionecronologicaèscriIaama?ta421
1952,mapericontenu?èchiaramentedariferirsiallaprimavera-estatedel1955.
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.422
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.385.423
Id.,Intervistasulnuovosecolo,cit.,p.127.424
Ibid.425
P.Fussell,Tempodiguerra.Psicologia,emozionieculturanellasecondaguerramondiale,Mondadori,426
Milano1991,pp.151,160-162.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.358.427
Ivi.,p.359.428
�100
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
bene per il comune interesse verso la storia economica, significava di regola fare
an?cameraperdieciminu?primadiesserericevu?nellostudio .ConCan?morile429
cose andarono diversamente: il professore italiano, un’autorità in diversi e
diversifica?ambi?di studio,non rimarcò ladistanzad’etàediposizione rispeIoal
giovane ospite ; assieme alla moglie lo invitò subito a fermarsi nella loro casa a430
Trastevere:«Jen’oblieraipas laviaFilippoCasini!» (l’indirizzoromanodiCan?mori)
gli scriverà Hobsbawm, con?nuando a serbare gra?tudine e riconoscenza nella
successiva corrispondenza e iniziando presto a rivolgersi allo storico italiano con
«Cherami» .Findaigiornichenellatardaestatedel1951trascorsenellacasacon431
una grande biblioteca dei Can?mori Hobsbawm capì che quella era – come a
Can?mori piaceva definirla – un «laboratorio ar?giano» di grande importanza .432
Scoprì in Can?mori uno studioso di vasta erudizione che spaziava dal pensiero
marxiano, alle minoranze religiose del Rinascimento, alla genealogia delle idee
poli?che europee , di brillante intelligenza e di inusuale aperturamentale .Ma433 434
non solo: ciò che apprezzò di lui fu l’opera di educazione poli?ca e civile che con
rigore lo storico italiano svolgeva e aIraverso l’asvità che dalla fine della guerra
avevafaIoinsenoallapoli?caculturaledelPCI (alqualeavevaaderitonel1948)e
per il ruolo is?tuzionale che rives?va in diverse università italiane (Roma, Pisa, dal
1951 Firenze) . Nutrì da subito una profonda ammirazione per il carisma435
intelleIualecheCan?morigodevapressogiovanistudiosi,concuiavevaunrapporto
(almenofino allametàdegli anni Cinquanta) dimaestro, di amico, di compagnodi
par?to . Dal congresso parigino dell’anno precedente Hobsbawm era stato436
tes?mone e protagonista di una convergenza di diverse generazioni di storici che
avevanovissutol’an?fascismo:unincontrocheeglirives?vadigrandeimportanza.In
Ivi.,p.358.429
Sul carisma intelleIualecheCan?morigodeva tra studiosipiùgiovanidi lui, verso iqualiavevaun430
aIeggiamentotuI'altrochegerarchicosi rimandaaG.Zazzara,Lastoriaasinistra,cit.,p.22, incuièdichiarataladefinizionedatadaRenzoDeFelicediunCan?mori«maestro-amico».
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,8gennaio1952.431
L’espressione,cheriprendeun’immagineacuiCan?morifacevaspessoriferimentoparlandodelsuo432
lavoro,è traIada:G.Manacorda,Lostoricoe lapoli1ca.DelioCan1morie ilPCI, in Id., Ilmovimentorealeelacoscienzainquieta,acuradiC.Natoli,L.Rapone,B.Tobia,p.226(209-248).
Can?mori, cheaveva insegnatoaRoma,nelprimodopoguerrastava insegnandoaPisa; si sarebbe433
presto trasferito anche all'Università di Firenze. Teneva corsi che traIavano di eresie medievali,socialismoutopicofrancese,MarxeWeber.
E.Hobsbawm,DelioCan1mori,in«PastandPresent»,1966/35,p.158(157-158).434
SuquestoaspeIosiveda:P.Chiantera-StuIe,DelioCan1mori,Carrocci,Roma2011,pp.97-120;M.435
Berengo,LaricercastoricadiDelioCan1mori,inOmaggiodellaRivistaStoricaItaliana,p.35(26-67);G.Manacorda, Lo storico e la poli1ca, cit.; G. Miccoli, Delio Can1mori. La ricerca di una nuova cri1castoriografica,Einaudi,1970pp.247-278;P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,pp.122-152.
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,ObituarieswriIenbyHobsbawm436
fortheGuardian,TestodelricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedellamortedell’amico,Firenze1976,(937/4/4/3).
�101
primaparte:Re1
Can?mori Hobsbawm poteva riconoscere una figura che stava giocando
consapevolmenteundecisivoruolonel«bridgethegapbetweenthepre-fascistand
post-fascist genera?ons» . Dedicandogli un necrologio su «Past and Present» nel437
1966,HobsbawmloavrebbedescriIocome«oneofthearchitectsoftherenaissance
ofItalianintelleIuallifewhichemergedoutofan?fascismandResistence»eavrebbe
deIo che la sua importanza era percepibile non solo dai suoi lavori edi? ma
sopraIuIodagli innumerevoli libricheegliavevaresopossibile .Can?morieradi438
solitrediciannipiùvecchiodiHobsbawm,mafudaquestopercepito–ancheperil
faIo cheportavamale i suoi anni – comeunmaestro. Erad’altrondeapertamente
riconosciuto comeun«maestrodimarxismo»da tuIaunagenerazionedi studen?
chetralafinedeglianniQuarantaegliinizideiCinquantasistavaavvicinandoinItalia
allo studio della storia e che egli indirizzava verso temi e interessi fino a quel
frangentetrascura? :ilcorsopisano,giàricordato,sulleinterpretazionitedeschedi439
Marx,lasuapra?cadiuna«storiadelleideecomestoriafilologica» ,cosìcomela440
sua traduzione del primo libro del Capitale stavano dando e avrebbero dato un
contributo decisivo alla ripresa in Italia degli studi sul socialismo, sul movimento
operaioesuMarx .441
Nonc’eranodunquemiglioripersonedeiconiugiCan?moriacuichiederedelle
lezioniprivatecircalarealtàdiquestofilonedistudiinItalia.Difronteallacuriosità
del suo ospite, Can?mori spiegò che la corrente storiografica dominante nelle
universitàitalianeeraquellaidealista,dicuiilpiùautorevolereferenteeraBenedeIo
Croce. Si traIava di un nome di fama internazionale che, di lì a pochi mesi,
Hobsbawmavrebberichiamatonell’introduzionechescrisseper ilprimonumerodi
«PastandPresent»,incuil’idealismofilosofico«evenwhenpresentedbyBenedeIo
Croceandhisdisciples»sarebbestatoindividuatocomeilpolooppostoacuilarivista
mirava . Dei grandi storici italiani Can?mori deve avergli faIo i nomi di Walter442
Maturi, di Federico Chabod, di Arnaldo Momigliano, alcuni dei quali negli anni
successivi Hobsbawm avrebbe avuto occasione di incontrare in Inghilterra .443
E.Hobsbawm,DelioCan1mori,in«PastandPresent»,cit.,p.158.437
Ibid.438
P. Favilli, Marxismo e storia, cit., p. 128. Sull’importanza rives?ta da Can?mori all’interno del439
marxismostoriograficoitalianosivedaancheG.Manacorda,Lostoricoelapoli1ca,cit.
RiprendoquestacitazionedaunpassaggioincuiSantomassimosoIolineal’importanzadelmetodo440
filologico can?moriano nella formazionemarxista di Ragionieri: G. Santomassimo, La storiografia deimaestri, in T. Des e G. Gozzini, Ernesto Ragionieri e la storiografia del dopoguerra, Franco Angeli,Milano2003,p.44(39-54).
E.Garin,Intelle.ualiitalianidelXXsecolo,EditoriRiuni?,Roma1974,p.212(171-213).441
TheEditors,Introduc1on,in«PastandPreset»,1952/1,cit.,p.III.442
SNS, CDC, LeIera di E. Hobsbawm a D. Can?mori, 19 giugno 1952: «Chabod is lecturing on443
MachiavelliinLondontomorrow,andIthinkI’llgotolistentohim,hopingthatmyItalianisgoodenoughtounderstandanuninterruptedlecture».NellasuaautobiografiaricorderàMomiglianocomeospitesuoedisuamoglieMarleneperipranzidiNatale.E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.344.
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secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
Assecondando il principale interesse del giovane interlocutore, che dopotuIo
coincidevaconilsuo, lostoricoitalianodevepoiessersi intraIenutolungamentesu
altrifilonistoriografici.Glirivelòconosmismoche«lemiglioriforzedellenuovissime
generazioni di studiosi di storia risent[ivano], direIamente o indireIamente, del
nuovointeressedestatofragliintelleIualidalmarxismo–comematerialismostorico
edialesco–»:uninteresses?molato–avràcon?nuatoCan?mori–siadalritornodei
classici, a cui lui stesso stava contribuendo, sia dall’influenza esercitata dalla
pubblicazionedelleoperediun singolaremarxista,AntonioGramsci . Ilproblema444
stava nel faIo che si traIava di un lavoro non «organizzato» : le is?tuzioni e le445
rivisteaccademichededicateaglistudistoriciinItalianonmostravanoalcuninteresse
nei confron? della metodologia marxista; raramente finanziavano tali studi che
guardavano piuIosto «con benevola e ironica diffidenza» . Luoghi disponibili a446
ospitarequesto?podiconfronto–deveaversoIolineatoCan?mori–eranopiuIosto
daricercareall’internodegliambien?comunis?:gliconsigliòprobabilmentedidare
un’occhiata a «Società» che, sebbene non fosse una «rivista di studi storici, come
sarebbedesiderabilecenefosseuna» ,eraintentaaraccoglierequestenuoveforze447
graziealladirezione,dall’annoprecedente,diGastoneManacorda,unodeimaggiori
esponen?–secondoCan?mori–dellastoriografiamarxistaitaliana .448
Lastoriadelmovimentooperaioedel socialismoera in Italiaun lavoro iniziatoalla
metàdeglianniQuarantae,proprioperquesto,nonpotevacheessereancorainuno
«stato frammentario»; inalcuni casi tendevapoi– lamentòCan?mori–a rimanere
unastoria«distaccatadallaconsiderazionedellastorianazionale»:unesempioerala
rivista «Movimento operaio» fondata e direIa da uno storico sui generis qual era
GianniBosio .Aldi làditali limi?questastoria incostruzione,chepotevavantare449
illustripredecessoriacuiricollegarsi–gliraccontòprobabilmentelavicendaumanae
intelleIualediNelloRosselli–,venivacondoIacon«serietàdistudi,[…]abbandono
della Geistesgeschichte astraIa, ricerche par?colareggiate, apertura a nuovi
problemi» . Con probabilità insisteIe poi sul «lavoro di erudizione storica» che a450
ques? giovani era richiesto: e cioè lavoro in archivio, ricerca di materiale inedito,
scrupolosa analisi deimateriali bibliografici e documentari, precisione filologica nei
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItaliadal1926al1951(gennaio1952), inid.,Storiciestoria.444
Metodo,cara.eris1cheesignificatodellavorostoriografico,Einaudi,Torino1971,p.269(268-280).
Ivi.,p.280.445
Ivi.,p.278.446
Ivi.,p.280.447
Ibid.448
Ivi.,p.271.449
Ivi.,280.450
�103
primaparte:Re1
deIagli .Laricognizionedellefon?alivelloitaliano–deveaverappresoHobsbawm451
–e la loro inventariazioneeraunaltro importanteaspeIosucui in Italiacisistava
impegnando:erailcasodellaBibliotecaFeltrinelliedellafondazioneGramsciincui,
comesivedrà,Can?moriloavrebbeintrodoIo.
Di fronte a questa panoramica piuIosto osmista faIa da Can?mori 452
Hobsbawm probabilmente chiese in par?colare i nomi di alcuni «collegues qui
s'occupendel’histoireéconomiquemoderne,oudumouvementouvrier»inItalia .453
Can?moriverosimilmenterisposedicendochelastoriaeconomicasoffrivadiuncerto
distacco «dal corpo generale degli studi storici» italiani , «dalla storia poli?ca e454
civile generale»; rimaneva una «storia tecnica, delle asvità economiche, non
dell’asvità produsva in rapporto alla storia della società» . Qualcuno che si era455
baIutoper romperequesto isolamento– con?nuòCan?mori – era LuigiDal Pane,
chedadiversianniinsistevasullanecessitàdirinnovarelastoriografiaediintendere
lastoriaeconomicacomestoriasociale .Inunaconferenzadel1949DalPaneaveva456
invitatoisuoistuden?ecolleghia«diventarepiùdemocra?cinelcampodeglistudi»
cosa che«significava scenderenell’animodelle folleanonime,ascoltarne le vocied
intenderne le aspirazioni, vederne i bisogni e studiarne le asvità; significava
rimeIere il lavoro al posto reale che esso [aveva avuto] nella vita e fare della vita
realelaragionedellastoria» ;avevainoltreinsis?tosull’ideachelastoriadellavoro457
doveva essere intesa come storia dei lavoratori . Quello di Dal Pane non era un458
nomenuovoperHobsbawm;loavevaconosciutocomestudiosodiAntonioLabriola
Ivi.,p.269.451
Can?moriavrebbemutatolasuaopinioneneiconfron?dellagiovanestoriografiamarxistaitalianadi452
lìaqualcheanno:D.Can?mori,Epiloghicongressuali,in«Società»,1955/5,pp.945-960;perun'analisidiquesta evoluzione si veda: A. ViIoria, Il PCI, le riviste e l’amicizia. La corrispondenza tra GastoneManacordaeDelioCan1mori,in«StudiStorici»,2003/3-4,pp.786-800(745-888).
Ladomandal'avevarivoltaaDalPaneprimadellostessoprimoviaggioitaliano:ArchivioprivatoLuigi453
Dal Pane [d’ora in poi ALDP], Corrispondenza di Luigi Dal Pane [d’ora in poi CLPD], LeIera di E.HobsbawmaL.DalPane,13luglio1951.
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.271.454
Ivi.,p.270.455
P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,pp.114-121.456
L. Dal Pane, Imodernimoderni indirizzi delle scienze storico-sociali e gli studi romagnoli in questo457
campo,in«StudiRomagnoli»,1950/1,orainid.Lastoriacomestoriadellavoro,Pàtron,Bologna1971,p.46(44-69).NellostessoscriIo,originariamentediscorsoinauguraledelIConvegnodistudiromagnoli(Cesena,13 seIembre1949), aveva soIolineatoanche comegiàdallametàdegli anni Trenta si fossesforzato di «allargare i confini che tradizionalmente si assegnano alla Storia economica, dimostrandoinoltre come lo sviluppodeinostri studi fossedes?natoad incidereprofondamente sull’orientamentodeglialtriramidellastoriografiaecomeadessispeIassepar?colarmentel’ufficiodisegnareilpassoinquellapiùampia sferadi studi storici chepotremochiamarecolnomedistoriografiadelle stru.ure»:l’importanzadiquestopassoèrimarcatadaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.113.
Una revisione cri?ca delle riflessioni sul metodo storico di Dal Pane sono offerte da R. Zangheri,458
L’operastoricadiLuigiDalPane,inStudiinmemoriadiLuigiDalPane,CLUEB,Bologna1982,pp.16-19(1-19).
�104
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
l'anno precedente a Parigi . In occasione della sessione di storia sociale del IX459 460
congresso internazionale di studi storici i due dovevano essersi manifesta? un
comune interesseverso lostudiodelmarxismo,seHobsbawm–appenaconcluso il
congresso – avevaprovveduto a inviare copia dasloscriIadi undocumentoda lui
rinvenutonei Bri?shRoyal Archives che, aveva commentato, era stato fin ad allora
ignoratodaibiografidiMarx .Loscambiodimaterialitra idueerapoicon?nuato461
anche nei mesi successivi ; Dal Pane gli aveva faIo conoscere i suoi lavori su462
Labriolaedistoriadellavoro eleul?menovitàstoriograficheitalianeinmeritoalla463
storia del movimento socialista . Ora, in casa Can?mori Hobsbawm sen?va464
dell’importanza di Dal Pane e nella storia economica e nella storia del lavoro in
Italia , nonché nel filone degli studi del marxismo, grazie al lavoro ormai465
pluridecennale in cui era impegnato per l’analisi del contributo di Labriola alla
L. Dal Pane, Lesmanuscripts de Antonio Labriola et leur importance pour l’Histoire dumarxisme:459
comunicazione faIaal IXCongressodi scienze storicheepubblicata in Italia con il?tolo ImanoscriÅinedi1 di Antonio Labriola e la loro importanza per la storia delmarxismo, in «MovimentoOperaio»,1950/11-12,pp.302-306.
SappiamocheDalPanepartecipòaquestaspecificasessionedairiferimen?cheeglistessofainL.Dal460
Pane, Storia economica e storia sociale, in «Giornale degli Economis? e Annali di Economia»,marzo-aprile1952,orainid.,Lastoriacomestoriadellavoro,Pàtron,Bologna1971,pp.72-74(71-116).
ALDP, CLDP, LeIera di E. Hobsbawm a L. Dal Pane 4 seIembre 1950, a cui è allegata copia461
dasloscriIadeldocumentoarchivis?co.SitraIadiunaleIeradel1879diSirMountstuartElphinstoneGrantDuff,deputatoliberaletraanniCinquantaeOIantadell’OIocentoesoIosegretarioperleIndie,incuiraccontavaallamadreunsuoincontrodipersonaconMarx.
DapartesuaHobsbawminviavainformazionibibliografichecircastudiinglesisullasinistraitaliana(W.462
H. Young, The Italian Lef, Green & Co., Londra 1949), di cui lamentava la superficialità e il tonodivulga?vo,o rispondendoalle curiositàdiDalPane circa studi sulla classeoperaia inglese, comeTheStateof thePoororanHistoryof the LabouringClasses in England from theConquest to thePresentPeriod(3voll,J.Davis,Londra1797)diFedericMortonEden(citatodaMarx).GliavevafaIoavereancheunsuo«pe?tar?clesurlesmigra?onsouvrièresenAngleterrequejeviensdepubliquer»,ilsaggiochesarebbe apparso in italiano con il ?tolo Gli ar1giani migran1, in E. Hobsbawm, Studi di storia delmovimentooperaio,Einaudi, Torino1972,pp.42-75. (LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPane,13 luglio1951).
Hobsbawmloringraziavaperaverricevuto«leLabriola»(moltoprobabilmentesitraIavadiunodei463
numerosistudicheDalPaneavevadedicatoaLabriola)e«Faseteorie»,larivistafondataedireIadaDalPane(LeIeradiE.HobsbawmaL.dalPane,4seIembre1950),chegliinviòanchelasuaStoriadellavoroinItalia.DagliinizidelsecoloXVIIIal1815(Giuffrè,Milano1944)(LeIeradiE.HobsbawmaDalPane,22seIembre1950).
GliinviòmoltoprobabilmenteillibrodiElioCon?,LeoriginidelsocialismoaFirenze(1860-1880)(Ed.464
Rinascita,Roma1950),cheerastatosalutatoinItaliacomela«primatappaconclusivainquelfervorediinteressi per la storia del nostromovimento operaio che caraIerizza da qualche anno la più aIentagiovane storiografia italiana» (nelle parole di G. Carrocci, Le origini del socialismo a Firenze, in«Belfagor»,1951/6,p.344).Quest’informazionesiricavadairingraziamen?cheHobsbawminviòaDalPane«pour le livre sur leSocialismeenToscane» (LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPanedel13 luglio1951).
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.270.465
�105
primaparte:Re1
concezione marxista e per la valorizzazione e la trasmissione della sua eredità .466
Can?moriraccomandòadHobsbawmdivisitarevillaLeMura?ne,laresidenzaes?va
dello storico romagnolo a Granarolo Faen?no : lì avrebbe potuto ammirare di467
persona la riccabibliotecadiDalPane. Fuun consiglio cheHobsbawmseguì:dopo
aver lasciato Roma e trascorso alcuni giorni a Firenze, fece tappa nel ravennate,
facendo poi avere a Can?mori le suemeravigliate impressioni su quanto Dal Pane
custodiva:«unepremièreedi?ondumanifeste,alemanneetitalienne,unepremière
desDeutsch-Franzoesische Jahrbücher, et bien d’autres – en general lesmeilleures
chosesproviennentdelabibliothèqueLabriola.Mais–aggiungevaironico–,comme
vousdites,D[al]P[ane]estd’unevanitéextraordinaire» .468
Nonostanteciò,Hobsbawmfucolpitodaquestostorico tantochedi lìapochianni
avrebbe presentato sulle pagine della pres?giosa rivista della «Economic History
Society», in occasione della pubblicazione della seconda edizione, la sua Storia del
lavoro in Italia .Avrebbericordato lostorico italianocome«thepupiland literary469
executorofpioneerMarxistphilosopher,AntonioLabriola»egliavrebbericonosciuto
«apassing tribute to the […]courage indeclaringhisconvinc?on […]withsomuch
frankness» in tempi ancora pericolosi: la prima edizione dell’opera era stata
pubblicata infas nel 1944 . Il libro con la sua aIenzione volta ai lavoratori470
rappresentava, visto che la generale situazione delle ricerche italiane era –
soIolineavaHobsbawmrifacendosiallastessaterminologiausatadaCan?mori–«in
thepresentfragmentarystate»,un«massivepioneeringwork,(whosemainvaluewill
lieinthehandypresenta?onofanimpressivemassinforma?on)» .471
DalPane–ilcuicontaIoconHobsbawmnonèpossibileseguireoltreil1951 472
–nonfuperòl’uniconomeacuiCan?morifeceriferimentoneidialoghiromanicon
Hobsbawm. Con grande probabilità gli parlò di CarloMorandi, professore di storia
moderna a Firenze che a guerra appena conclusa aveva incitato i suoi allievi in un
saggiometodologicamentemolto denso a studiare, sulla scia dell’amico Rosselli, la
PerglistudilabriolanidiDalPanesirimandaN.SicilianideCumis,DelPaneelafortunaddiAntonio466
Labriola nei primi decenni del Novecento, in Giornata di studio in onore di Luigi Dal Pane, AÅ delConvegno,Faenza, 16 giungo 1984, Società torricelliana di Scienze e leIere, Faenza, 1985, pp. 35-58.RenatoZangheri,chefusuoallievo,haasseritocheilmaggiormeritodiDalPanefupropriol’averintuitolagrandezzadiLabriolael’averlavoratoalladiffusionedelsuopensiero:R.Zangheri,L’operastoricadiLuigiDalPane,inStudiinmemoriadiLuigiDalPane,CLUEB,Bologna1982,pp.1-8(1-19).
ALDP,CLDP,LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPanenondatata,mariferibilealperiodoincuilostorico467
inglesefuospiteincasadeiCan?mori.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,12seIembre1951.468
L.DalPane,Storiadel lavoro in Italia:dagli inizidelsecoloXVIIIal1815,Giuffrè,Milano(primaed.469
1944)1958.E.Hobsbawm,ReviewofL.DalPane,StoriadellavoroinItalia,volIV,DagliinizidelsecoloXVIIIal1815,Giuffrè,Milano1958,in«EconomicHistoryReview»,1959-1960/12,pp.338-339.
Ivi.,p.339.470
Ibid.471
Nonsonoinfasconserva?scambiepistolarisuccessiviallavisitadiHobsbawmnellacasadiDalPane.472
�106
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
«storiadelsocialismocomestoriadelmovimentopoli?conelquadropiùvastodiuna
storia dei par?? poli?ci italiani, alla quale egli stesso [aveva] dato contribu?
d’importanzafondamentalie indicandoil lavorodafare(biografie,storiepar?colari,
temieproblemi)» .Morandieradapocoscomparso,ma il suo insegnamentoera473
statocoltodaalcunisuoibrillan?allievi:Can?moridovevafare inomidiElioCon?,
Ernesto Ragionieri, Giuliano Procacci, Armando SaiIa; da seguire erano poi – avrà
conclusoCan?mori–ancheilavorideigiovaniRenatoZangherieAlbertoCaracciolo.
Si traIavadicoetaneidiHobsbawm,na?tra lafinedeglianniDiecie lametàdegli
anni Ven?, alcuni dei quali sarebbero diventa? di lì a pochi mesi o anni i suoi
interlocutoriitaliani.Can?morisiconfiguròdunquebenprestocomeilnodoaIorno
al quale e dal quale si svilupparono i legami italiani di Hobsbawm: quella italiana,
comesivedrà,nonsisviluppòtantocomeunasingolaretedirelazioni,mapiuIosto
comeun insiemedi«centrisociali»,cherispecchiavano legamididiversanaturatra
lorospessointerseca?.OltreaconsigliarglidifarvisitaaDalPane,Can?moriglifece
anche il nome di Cesare Luporini: lo avrebbe potuto incontrare – disse lo storico
Romagnolo–aFirenze.Hobsbawmperò,unavoltagiuntoinToscana,preferìgodersi
la ciIà, senza l’impegno di ulteriori appuntamen? : ciò di cui andava in cerca in474
Italiaeranocontasprofessionali con storicimarxis?, con iquali condividevaanche
una comune appartenenza poli?ca. Era un’aspirazione che – come si è visto nel
capitoloprecedente–loavevaportatoaoltrepassarelaManicaeancheiPirenei,alla
ricercadiundialogoeprofessionaleepoli?coeuropeo.
Un esempio significa?vo di questa prospesva mirante a un lavoro
trasnazionaleèpossibileevincerlodallarichiestacheHobsbawmavanzòaCan?mori
nell’estatedel1952,quandosipremuròdiriferirglicheeraimpegnatoneiprepara?vi
di un incontro anglo-francese di storici marxis?. Stava organizzando un confronto
internazionale sul problema della transizione dal feudalesimo al capitalismo, sul
passaggio«fromprimi?vecommunaltoclasssociety(whichinterestsalotofpeople)
andtheproblemoftransi?onfromfeudaltobourgeoissociety» .AccantoaPierre475
Vilar,eranoprevis?uninterventodiCharlesParaineunafoltadelegazionedistorici
comunis?britannici . L’incontro,di cui– sevenne tenuto–nonè rimasta traccia,476
risulta meritevole di aIenzione per più mo?vazioni: per ora ne ricorderò una, di
natura storiografica e metodologica. Hobsbawm nel programmare quest’incontro
miravaadarvitaaunacollaborazionediportatainternazionale.Eperquestoscriveva
aCan?mori:
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.277.473
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.474
Ivi.,13luglio1952.475
NAL, MI5-EHF, KV2/3982, Note men?on Hobsbawm, 12 novembre 1952 e LeIera di P. Vilar a E.476
Hobsbawm,18novembre1952interceIatadall’MI5.
�107
primaparte:Re1
Thepointis,thatweshouldboth[inglesiefrancesi]liketheItalianstotakepartinthis
mee?ng-whichwouldlastaboutthreedays.Soweshouldliketofindouta)whether
the Italian marxist historians would like to send people alone — primarily in this
instance those interested in the epochs before the Industrial Revolu?on, but not
exclusivelyso–andb)whether,iftheycame,theywouldprefersuchamee?ngtobe
heldinLondonorinParis .477
Laprospesvainternazionalesarebbestata–comesiègiàaccennato–daiprimianni
CinquantaunacostantedelragionamentostoriograficodiHobsbawm.Unitalianoche
avrebbe probabilmente partecipato, Hobsbawm avver?va Can?mori, assieme ai
francesieraGiulianoProcacci,unallievodiMorandichedal1949sitrovavainFrancia
grazieadunaborsadistudioedcheera inrapportod’amiciziaedisintoniapoli?ca
con alcuni giovani studiosi comunis? . «Would you find it possible – con?nuava478
HobsbawmconCan?mori–totalkitoverwithothercomradesandletmeknow?» .479
Un altro allievo di Morandi con cui Hobsbawm entrò in contaIo, grazie a
Can?mori, fuErnestoRagionieri.ACan?moripiacevacircondarsidistuden?eamici
piùgiovanidi luianche fuoridalleauleuniversitarie;nericercava lacompagniaper
quo?diane passeggiate maIu?ne o in scampagnate fuori Firenze . In una simile480
occasione, nell’estate 1955 Hobsbawm avrebbe incontrato Ernesto Ragionieri. Era
stato Can?mori a chiedere al giovane toscano di accompagnare Hobsbawm alla
Consuma, luogo in cui era in villeggiatura con lamoglie: cominciò così l'amicizia di
Hobsbawm con Ragionieri «– per le strade di Firenze, in giro in autobus,
passeggiando quel giorno lontano in montagna, ma col passo lento di Can?mori,
piuIosto che con il passo atle?co di Ernesto – parlando di poli?ca, di storia, di
marxismo» . Ragionieri, con cui sarebbe rimasto in contaIo e con cui avrebbe481
collaborato per importan? proges editoriali negli anni SeIanta, era solo uno dei
contas can?moriani di Hobsbawm. Corrado Vivan?, che a quegli stessi proges
editorialiavrebbelavoratoassiduamente,fuunaltro.AllafinedeglianniCinquanta,
SNS,CDC,LeIeradiHobsbawmaCan?mori,13luglio1952.477
G. Procacci, Con GastoneManacorda a «Studi storici», in G.Manacorda, Il movimento reale e la478
coscienzainquieta,FrancoAngeli,Milano1992,pp.301-302(301-311).
SNS,CDC,LeIeradiHobsbawmaCan?mori,13luglio1952.479
Sulle«memorabilipasseggiatemaIu?nenutritediconversazionistorichecheDelioCan?morifaceva480
a scopo terapeu?co e propedeu?co» si veda L. Perini,Corrado Vivan1 incontra la storia, in id., DelioCan1mori.Unprofilo,cit.,p.47.
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,ObituarieswriIenbyHobsbawm481
for the Guardian, Testo del ricordo di E. Ragionieri pronunciato da E. Hobsbawm in occasione deldecennale della morte dell’amico, Firenze 1985, (937/4/4/1). In questo ricordo Hobsbawm collocal’incontro con Ragionieri nel 1953; scambi epistolari, che verranno richiama? più avan?, portano apos?ciparel’incontrodidueanni.
�108
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
Can?moriavrebbepoispronatoun?midoCarloGinzburg,aLondraperunsoggiorno
di studio al Warburg Insistute, a far visita a Hobsbawm: «preso da un aIacco di
?midezza» non ci sarebbe andato , ma avrebbe leIo gli studi che Hobsbawm482
pubblicava proprio in quell'anno rimanendone profondamente influenzato . Con483
molta probabilità poi già in occasione della sua prima visita romana, Can?mori lo
avevaindirizzatoversoGastoneManacordaeversolafondazioneGramsci.
Se in Can?mori Hobsbawm trovava un grande studioso del marxismo, un
intelleIuale iscriIo al par?to, la persona grazie alla quale entrare – dalla porta
principale – in contaIo con il mondo culturale marxista italiano, d’altro canto
Can?mori vedeva inHobsbawmqualcuno che gli poteva aprireuno sguardonuovo
sullarealtàinglese.L’InghilterranoneraPaesesconosciutoaCan?mori,cheloaveva
frequentato più volte, anche recentemente, per compiere delle ricerche . Nè484
inesisten?eranoirappor?trastoriografiaitalianaestoriografiaanglosassone .Ma485
Hobsbawm poteva aprire – come vedremo – uno sguardo inedito sia su un piano
culturale che poli?co. Lo abbonò subito ad alcune riviste: al «Times Literary
Supplement» peresempio,maancheal«CommunistReview»,l’organoufficialedel486
Par?to comunistabritannico, e al «LabourMonthly»,un’altrapubblicazionedi area
comunista .Gli avrebbeanche ricercato sulmercato inglesepar?colari edizioni di487
tes?marxis? ;sarebbestatopoiunpuntodiriferimentopernuovicontasinglesidi488
Can?mori .Infine,HobsbawmsimostravacomeungiovanepromeIentechegrazie489
SNS,CDC,LeIeradiC.GinzburgaCan?mori,16seIembre1959,incuiGinzburgscrisse:«Atrovare482
Hobsbawm non sono andato;mi è venuto un aIacco di ?midezza e nonmi sono deciso. È stato unerrore,maormaièfaIa.Vuoldirecheandròatrovarlolaprossimavolta».
RifleIendosullepropriericerchesullastregoneria,Ginzburgnel1992,avrebbedeIo:«Dietrolamia483
ipotesi c’era la leIura dei saggi di Eric Hobsbawm: sia quelli raccol? inPrimi1ve Rebels (1959) sia, esopraIuIo, di una rassegnadi studi da lui pubblicata nel 1960, su «Società», la rivista ideologica delPar?to comunista italiano, con un ?tolo – Per la storia delle classi subalterne – che riecheggiava untermineusatodaAntonioGramsci leIoe interpretatoaIraverso l’antropologia socialebritannica».C.Ginzburg, Streghe e sciamani, in id., Il filo e le tracce cit., p. 286 (281-293). I tes? di Hobsbawmsarebberosta?tra iprimiriferimen?bibliograficidi Il formaggioe ivermi. Ilcosmodiunmugnaiodel‘500,Einaudi,Torino1976,pp.XXVI,XXVIII(citodall’edizionedel1999).
Nell'estatedel1950Can?morierastatoaLondrapercondurrealcunericerche,chenonavrebbero484
poiportatoaunapubblicazione,sulla«formazioneeladiffusioneinEuropacon?nentaledelledoIrinestorico-sociologichediAdamFergunson,inrapportoallaformazionedelledoIrinediAdamSmitheallaformazionedelmarxismo».G.Miccoli,DelioCan1mori.Laricercadiunanuovacri1castoriografica,cit.,pp. 347-348. Si veda inmerito ancheC.Vivan?,Poli1cae riflessione storiografica:DelioCan1mori, in«Studistorici»,1991/4,p.795(777-797).
J.A.Davis,DallaGranBretagna, inF.Mazzonis (acuradi),L’Italiacontemporaneae lastoriografia485
internazionale,Marsilio,Venezia1995,pp.101-103(93-113).
SNS,CDC,LeIerediE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951e16giugno1952.486
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1951.487
Èilcaso,peresempio,dellibrodiKautsky,AusderFruhze.desMarxismuscheHobsbawm,dopouna488
lungaricerca,riuscìatrovareperCan?mori.Ivi.,LeIerediHobsbawmaCan?mori,12seIembre1951e8gennaio1952.
NAL,MI5-EHF,KV2/3982,LeIeradiDelioCan?moriaE.Hobsbawm,25novembre1952,interceIata489
dalMI5.
�109
primaparte:Re1
alle sue inizia?ve poteva contribuire a sprovincializzare e rinnovare la cultura
italiana : non a caso Can?mori prestò sempre grande aIenzione alle proposte490
provenien?daHobsbawm.Comequando,adesempio,allafinedel1952Hobsbawm
chiese a Can?mori di indirizzarlo verso qualcuno della Biblioteca Feltrinelli per la
pubblicazione deiNachlass di GustavMayer rela?vi alla Conferenza internazionale
socialista di Stoccolma del 1917, di cui voleva farne l’edizione e l’introduzione .491
Hobsbawm aveva già proposto questomateriale all’interna?onal Ins?tute of Social
History di Amsterdam (IISH) , suscitando un pronto interesse da parte del suo492
direIore Adolf Rüter . Nonostante ciò, confidava a Can?mori che avrebbero493
preferito lades?nazionemilanese–rispeIoaquellaolandese,concui labiblioteca
Feltrinellierainrelazione –inquanto«asthey[IISH]areveryclosely?edupwith494
theSocialDemocra?cPar?es, I amnot surewhether theywould likeme todo the
edi?on».Pubblicaregliinedi?diMayernegliambien?dellaFeltrinelliavrebbedato–
scrivevaHobsbawm–«theideologicalsenseoftheStockolmevensmuchclearer» .495
La richiesta veniva subito faIa propria da Can?mori, che proponeva a Franco Ferri
tale pubblicazione su «Movimento operaio» . Ferri a sua volta accoglieva496
posi?vamente la no?zia rilanciando a Can?mori la domanda se Hobsbawm avesse
potutodiventareunconsigliereestero«pereventuali serie ricercheoaltridignitosi
incarichi» .Can?moririspondevadandounveloceprofilobiograficoeprofessionale497
diHobsbawm– lecturerdi«storiacomparatadelmovimentooperaio; […]autoredi
diversi studi di storia del movimento operaio inglese, e fra l’altro dell’antologia di
documen? Labouring touring point (1880-1900) nella nota serie ‘History in the
Nel 1944 Can?mori aveva deIo «riteniamo che solo aIraverso due vie la nostra cultura, rimasta490
provincialmentecircoscriIanellacontemplazioneenell’analisidisestessa,potràconseguireunradicalerinnovamentoe superare i tradizionali limi?umanis?cie individualis?ci […].Questeduevie sono […]:l’eliminazionedellafraIuracheseparalaculturadagliinteressi,dalleaspirazioniedagliidealidelnostropopolo (perché siamo convin? che solo la partecipazione del popolo gius?fichi una qualsiasi asvitàculturale);ilristabilimentodelcontaIocolmodernopensierostoriografico,poli?co,sociale,economico,al quale la nostra cultura è rimasta estranea per tanto tempo». La citazione è riportata in E. Garin,Intelle.ualiitalianidelXXsecolo,cit.,p.211.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.491
Interna?onal Ins?tute of Social History, Archief Interna?onaal Ins?tuut voor Sociale Geschiedenis492
(IISG), inventorynumber361, cartella361D, LeIeradiE.HobsbawmadA.Rüter,30oIobre1952; siveda anche la successiva corrispondenza tra i due, 1 e 5 gennaio 1953. Ringrazio per questaconsultazionearchivistaKeesRodenburg.
NAL,EHF-MI5,kv2/3982,LeIerainterceIatadiA.RüteraE.Hobsbawm,10novembre1952.493
J.Kloosterman,LasoÅleartedellerelazioni.LaBibliotecael’Ins1tuutneglianni’50,inG.BertaeG.494
Bigas,LaBibliotecaIs1tutoFeltrinelli,cit.,pp.52-67.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.HobsbawmavrebbeaddoIole495
stessemo?vazioni,oltreal?morediunritardonellaeventualepubblicazionepressol’Is?tutoolandese,nellaprima leIeracheavrebbe indirizzatoallaBibliotecaFeltrinelliperoffrire imanoscris:FF,FBGGF,Corrispondenza,Busta12,fascicolo1,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,9febbraio1953.
Ivi.,LeIeradiD.Can?moriaF.Ferri,23dicembre1952.496
Ivi.,LeIeradiF.FerriaD.Can?mori,29dicembre1952.497
�110
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
Making’acuradiDonaTorr»–,consigliandoaFerrilaleIuradi«PastandPresent»e
incoraggiandoloaprenderecontaIoconl’inglese.
Credo che Hobsbawm andrebbe benissimo come consulente qualificato della
Feltrinelli:tantoperlasuaposizionescien?fica,quantoperquellaaccademica,quanto
per i suoi interessi e orientamen? generali, che sono quelli della Biblioteca da te
direIa.LavorafraCambridgeeLondra;conosce(parlapoco l’italiano)allaperfezione
altre principali lingue. Lo conosco personalmente, potete eventualmente scrivergli
facendoilmionome;mifaresteunfavorefacendolo,senonvidispiace .498
Ferri dunque seguiva il consiglio dell’amico, prendendo contaIo con Hobsbawm e
ripetutamentecercandola«suacollaborazione,cheonorailnostrois?tuto,[eche]ci
stamoltoa cuore» .Questo rispondeva inviando ilmanoscriIoedicendoche, se499
avesserodecidodipubblicarlo,«wemightdiscussdetailsfurther» .SitraIòdiuna500
pubblicazione e sopraIuIo di una collaborazione che sarebbe fallita: l’acquisizione
deiNachlassdiMayerdapartedellaFeltrinelli,chegiàpossedevaunnutrito fondo
Mayer, non andò infas a buon fine e i rappor? con Hobsbawm sebbene si501
mantenessero buoni , anche con visite di Hobsbawm alla fondazione , non502 503
Ivi.,LeIeradiD.Can?moriaF.Ferri(inrispostaallaprecedente),senzadata.498
Ivi. LeIera di F. Ferri a E. Hobsbawm, 26 oIobre 1953. Ferri aveva scriIo a Hobsbawm altre due499
leIere(29febbraio1953324aprile1953,laprimaandatapersa),nonavendodaquestorisposta,quindiscrivevanuovamentenell’oIobre,ricevendounriscontro.
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,6novembre1953.500
INachlasssarebberosta?acquisi?dall’Interna?onalIns?tuteofSocialHistoryduedecennisuccessivi.501
Interna1onal Ins1tute of Social History Amsterdam, Annual Report, 1972, pp. 16, 18, 35, hIps://socialhistory.org/sites/default/files/docs/annualreport1972.pdf.
Can?moridovevapreoccuparsicircairappor?diHobsbawmcongliuominidellaFeltrinelli,seFranco502
Della Peruta gli scriveva: «Hobs. nonmi ha scriIo.Ho capito cosa c’è sorto la storia delmanoscriIo;nulladigrave,tranneunimpegnogenericodellaMayerconl’Is?tutodiAmsterdam.Nonesistonoaltri[parolaincomprensibile].Bosiononèd’accordo,perchéhaaltripiani,masarebbebeneinvececheHobs.si facessevivo»: SNS,DCD, LeIeradi F.DellaPerutaaD.Can?mori, 27gennaio1953.DinuovoDellaPerutascrivevaaCan?moripersapereseHobsbawmsifossefaIonuovamentevivo(ivi,CorrispondenzaconlaBibliotecaFeltrinelli,LeIeradiF.DellaPerutaaD.Can?mori,27oIobre1953)epercomunicareche«sonoriuscitofinalmenteadavereildasloscriIodell’operadiGustavMayer,“ThepolitcalhisotryoftheEnglishLabourMoviemnt,from1857to1872,DocumentsandCommentaries”.LavedovaMayerhapiù volte espresso il desiderio di veder pubblicato da noi, Biblioteca, questo lavoro. Io ho ancora deidubbiseacceIareosecompierepassiaffinchélapubblicazioneavvengaadoperadellacasaeditriceGGFeltrinelli, laquale, comesai,è indipendentedallaBibliotecanella suaasvitàeneinostri confron?èsolostampatricedeivolumidanoicura?.Potres?aiutarmiconunconsiglio,seio?facessiaverequestomalloppo?Ci sonounaseriediques?onidelicate (tradurreodare l’opera inoriginale, condizioneconqualche is?tuto ingleseecc).Amebasterebbeche tudessiun rapido sguardoal lavoro, riservandomisuccessivamente di farlo avere ad Hobsbawm, col qualemanteniamo osmi rappor?», ivi, 13 giugno1955.
InterrogatodaCarloFeltrinellicircaisuoicontasconGiangiacomoFeltrinelli,Hobsbawmrisposeche503
aveva visitato la fondazione durante il processo di costruzione delle collezioni e prima del congressostorico romanodel1955quandoFeltrinelli si eramostrato interessato "Inaproject togetBri?shandItalian Communist historias together». MRC, EHP, Correspondence, General Correspondence Files,LeIeradiE.HobsbawmaC. Feltrinelli, 18 febbraio1997 (in rispostaa leIeradel12dicembre1996),(937/1/6/10).
�111
primaparte:Re1
sfociarono in collaborazioni stabili. Nonostante ciò, l’episodio mostra come
Hobsbawmvennevistoqualepossibileponteversomerca?an?quarie storiografici
internazionali.
Èpossibilericostruireconverosimiglianzale‘lezioniprivate’cheCan?morifece
ad Hobsbawm sulla storiografia italiana rifacendosi a un ar?colo che lo storico
italianoscrissenelgennaiodel1952sulpercorsocompiutodaglistudistorici italiani
negli ul?mi ven?cinque anni. Era stato proprio Hobsbawm, in occasione del suo
primocontaIoconCan?mori,a richiedergliunsimilecontributocon l'intenzionedi
pubblicarloneipriminumeridi«PastandPresent» .Eraunapra?causualequelladi504
richiedere contribu? agli adviser d’Oltremanica, che rispondeva al disegno di
allargamento del piano del discorso che la rivista – come si è deIo – voleva
costruire . Can?mori rispose all’invito posi?vamente, impegnandosi a congedare505
congrandepuntualità lo scriIo .Si traIavadiunpezzocheavrebbepermessodi506
aprire la storiografia marxista italiana a un dialogo europeo. Ne era consapevole
anche GastoneManacorda che si premurò di leggere il manoscriIo: «L’ho trovato
interessante e – mi pare – sulla linea giusta» scrisse a Can?mori , suggerendo507
alcune osservazioni terminologiche, invitando l’amico ad essere maggiormente
esplicito in alcuni passaggi e proponendogli delle integrazioni, accolte da
Can?mori .Eraun’occasionedacoglierenelmiglioredeimodiperfarsiconoscere,508
come storici italiani, in Gran Bretagna. E anche per prendere contas e magari
osservarecomecolleghiinglesisiproponevanodirealizzareunarivistadistoria,che–
come aveva soIolineato Can?mori proprio in questo saggio – in Italia mancava.
Un’occasionecheperònonsirealizzò: loscriIorimaseinfasinedito;sarebbestato
pubblicatopostumoinunaraccoltaeinaudianadiscriscan?morianiuscitanel1971.
IlpezzononrimasenelcasseIodellascrivaniadiCan?mori,comeèstatopiùvolte
ipo?zzato:lostoricoitalianoprovvidetempes?vamenteainviarloadHobsbawm,che
adunaprimaleIuralogiudicò«oftherightlenghtandrightsort,andadmirablysuite
for Past and Present» . Allo stesso tempo lo avver?va però che l’Editorial Board509
Hobsbawm chiede a Can?mori informazioni circa «vostre coup d’oeuil our l’historiographie504
Italienne»:SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,8gennaio1952.
Alcuni di ques? saggi sono: C. Cahen,An Introduc1on to the First Crusade, in «Past andPresent»,505
1954/6,pp.6-30;J.V.Polisensky,TheThirtyYears’War,inivi.,pp.31-43;R.MondolfoeD.S.Ducan,TheGreekAÅtudetoManualLabour,inivi.,pp.1-5.
IlmanoscriIoèdatato«gennaio1952»,NotesuglistudistoriciinItaliadal1926al1951,inStoricie506
storia. Metodo, cara.eris1che e significato del lavoro storiografico, Einaudi, 1971. Recentemente ilmanoscriIoèstatoespostonellamostraDelioCan1mori(1904-1966).Libri,documen1e immaginidaifondi della Scuola Normale Superiore, a cura di D.Menozzi, F. Torchiani, alles?ta presso i locali dellaBibliotecadellaScuolaNormalediPisa(2-10dicembre2016).
LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,16febbraio1952,inAmiciperlastoria,p.158.507
Ivi.,5marzo1952,inivi.,pp.158-160.508
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,31gennaio1952.509
�112
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
dellarivistadovevaapprovarlo .«[M]inutesshouldgoouttoalladvisers»,spiegava510
Hobsbawma Can?mori: era questa una regola che la redazione si era imposta nel
corsodelprimoannodivitadellarivista pergaran?recheinessanonfinisseper511
prevalere l’impostazione marxista . Mo?vo per cui il saggio tardava a uscire,512
spiegavaunsemprepiù imbarazzato Hobsbawmche rimeIeva laques?onenella513
mani del suo Editor: «John Morris will probably have wriIen to you about your
ar?cle,onwhichwewouldlikesomefurtherdiscussions» .Questenonavvennero,514
o quantomeno di queste non rimane traccia archivis?ca: lo scriIo ad ogni modo
vennebocciato .Perché?515
Per rispondereaquestadomanda,allaquale le fon?archivis?chenondanno
risposta, si possono avanzare alcune ipotesi, tra loro intrecciate. InnanzituIo si
traIava di un genere, quello della storia della storiografia, che non trova alcuno
spazioin«PastandPresent».Nelprimodecenniodellarivistasipuòtrovareunsolo
simileriscontro:colpretestodirecensireunlibrodirecentepubblicazione,JohnFlint
proponeva una panoramica sulla contemporanea storiografia africana in relazione
allanuovasituazionepoli?caesocialedellecoloniebritanniche .Altricontribu?con516
una simile prospesva non sono riscontrabili. Inaugurando i lavori della rivista gli
Editorsavevanod’altrondespecificato,cheessaavrebbedatospazio«notbymeans
ofmethodologicalar?clesandtheore?caldisserta?on,butbyexampleandfact»;gli
ar?coli che sarebbero sta?pubblica? inoltredovevanoavere«afirm founda?onof
scholarly research» : una panoramica generale di storia della storiografia non517
rispondevanérientravainques?proposi?.
SitraIavainoltrediunpezzochenonrispecchiavaunaltrointentoacui«Past
andPresent»tendeva:findall’inizio i redaIori inglesiavevanochiestoar?coliscris
«inordinaryEnglishprose»inmodochepotesseroesserefrui?daunlargopubblico
interessatoallastoria .IlsaggiodiCan?morieralontanodaunataleimpostazione518
anglosassone e sarebbe stato facilmente leggibile solo da un pubblico di esper?.
HobsbawmdelicatamenteglieloavevafaIopresente,avvertendolodellanecessitàdi
Ibid.510
«WeonlydecidedrecentlythatminutesofthePastandPresentBoardshouldgoouttoalladvisers.511
Thatiswhyyouhadnotreceivedpreviousone»scrivevaHobsbawmaCan?moripergius?ficareilritardodiunarisposta:ivi.,19giugno1952.
C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,in«PastandPresent»,cit.,p.9.512
Vi è un’allusione a questo faIo in ibid., in cui si parla di «acute embarassment of one Board513
member».
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952514
C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,in«PastandPresent»,cit.,p.9.515
J.Flint,AfricanHistoriansandAfricanHistory,inivi.,1956/10,pp.96-101516
TheEditors,Introduc1on,inivi.,1952/1,p.I.517
C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,inivi.,cit.,p.4.518
�113
primaparte:Re1
aggiungere «a few notes explaning references to writers not well-known in the
English speaking countries» . Anche Manacorda aveva soIolineato che519
«specialmente per una rivista straniera, unamaggior chiarezza (di forma, intendo,
anzi di termini) sarebbe stata u?le» . Al di là della forma, il saggio molto520
probabilmente non piacque per altri mo?vi. Come si è deIo, la rivista aveva reso
obbligatoria–vistolamaggioranzaall’internodellasuaredazionedellacomponente
marxista– la leIuracollesvadeimanoscrisperavere l'assensoallapubblicazione
da tuIa la redazione. Evidentemente il saggio di Can?mori, oltre al genere e alla
forma, non piacque per i contenu?. Il proposito che egli perseguiva era quello di
ricostruireletraieIoriedeglistudistoriciinItaliatrail1926eil1951,enelfarlofiniva
per citare anche Palmiro Toglias. Pur avvertendo che non si traIava di uno degli
«studiosi professionali di storia», ne ricordava gli scris su Gramsci e Giolis come
«interpretazionifondamentalidimomen?decisividellastoriaitalianapiùrecente» :521
un riferimento che di certo non deve aver convinto non solo i nonmarxis?ma lo
stesso gruppo marxista a capo della rivista che proprio nella rivista riponeva i
maggiori sforzi di dimostrare il proprio lavoro quale scien?fico e lontano da
condizionamen?poli?ciedideologici.C’erailpericolocheunsimilear?colopotesse
delegismare la rivista invece di irrobus?rla di fronte al mondo accademico
britannico.
Infine, al di là della forma e degli scivolosi riferimen? al leader comunista
italiano, ciò che agli occhi degli storici marxis? inglesi non doveva convincere era
l’oggeIo stesso su cui il saggio can?moriano maggiormente dibaIeva: il filone di
studistoricisulsocialismoesull’operaismo in Italia.Le informazionicheHobsbawm
eraandatoavidamentecercandoprimaancoradiarrivareinItalia,graziealcontaIo
con Dal Pane e poi giovandosi delle lezioni private che Can?mori gli aveva dato a
Roma, lo avevano portato a intuire che esisteva una discrepanza nelle pra?che
storiografichetramarxis? italianiemarxis?britannici.Se l’annoprecedenteaParigi
avevasperimentatounasostanzialesintoniaconilmodusoperandidelle«Annales»,
oraversolastoriografiaitaliana–anchequelladimatricemarxista–egliscoprivauna
certadistanza.Neèindicelospazio,semprelimitatoelapidario,cheeglidedicònelle
conversazioniscriIeconCan?moriallarealtàstoriograficaitaliana.Comequandoad
esempio disse, probabilmente sollecitato da una domanda dell’interlocutore, che
«Movimentooperaio»,nonpiùbollesnociclos?latomapubblicazionerinnovatacon
nuovavestegraficadellaBibliotecaFeltrinelli, «strikesmeasmuchmore luxurious,
buts?ll– liketheoldone–muchtoonarrowandan?quarian inconcep?on» .La522
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,31gennaio1952.519
LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,5marzo1952,inAmiciperlastoria,cit.,p.159.520
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.279.521
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952.522
�114
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
lontananza dall’elaborazione storiografica italiana è dimostra anche da altri scambi
epistolari. Quello con Emilio Sereni, ad esempio. Alla richiesta avanzata da
quest'ul?modiunarecensionedelsuolibrosullecomunitàruralinell’Italiaan?casu
«Past and Present» , Hobsbawm promise che ne avrebbe discusso con Gordon523
Childe,l’an?chistachesedevanell’EditorialBoarddellarivista ;diquestoconfronto524
non diede riscontro a Sereni, che non vide apparire nessun riferimento al proprio
lavoro sulle pagine del periodico britannico. Una rivista da cui era molto aIraIo,
tantocheproposeaHobsbawmunoscambiotra«RiformaAgraria»,ilperiodicodicui
Sereni era diventato da poco direIore, e «Past and Present» : proposta che525
Hobsbawm però declinò. Una mancanza di interesse e di ammirazione che era
condivisadatuIalaredazionedi«PastandPresent»:alcuniannipiùtardi,diritorno
dalXcongressointernazionaledistudistoricitenutoaRoma–comevedremo–nel
seIembredel1955,alcunimembridi«PastandPresent»avrebberocommentatoche
il largo numero di relatori italiani al congresso internazionale era «almost certainly
duetocourtesy» .526
L’unicostoricoitaliano,fraquelliconosciu?all’iniziodeglianniCinquanta,che
Hobsbawm presentò al pubblico inglese fu Luigi Dal Pane. In occasione della
pubblicazione della seconda edizione della Storia del lavoro, il contributo più
significa?voeduraturoalla storiaeconomicadellostorico romagnolo,Hobsbawm–
come già ricordato – lo recensì sulle pagine dell’«Economic History Review». Si
traIavadiun’opera incuieranodelineate lecaraIeris?chedellaripresaeconomica
delXVIIIsecoloealcuicentrovenivanopos?i lavoratori, la loroproletarizzazione, i
salari e il costo della vita, l’alimentazione, la condizione di vita e di lavoro, le
supers?zioni, le feste: «una storia dei lavoratori e delle loro condizioni […] in
connessioneconlastoriadellasocietàintusisuoiaspes,senzaesclusioniesenza
preferenze preconceIe» specificava l’autore . Ed era proprio questo aspeIo che527
Hobsbawm,pur nonmancandodi soIolineare alcune lacunedel volume, apprezzò
definendoillibro«morethanasimplehistoryoftheItalian‘labouringpoor’and[…]a
useful introduc?on to the social structure and some aspects of the economy of
EighteencenturyItaly» .528
Un insegnamento, quello di Dal Pane, che era stato faIo proprio da Ernesto
LeIeradiE.SereniaE.Hobsbawm,11novembre1955,inE.Sereni,Le.ere(1945-1956),acuradiE.523
Bernardi,Rubesno,SoneriaMannelli2010,p.280.Illibroè:E.Sereni,Comunitàruralinell'Italiaan1ca,Ed.Rinascita,Roma1955.
LeIeradiE.HobsbawmaE.Sereni,18novembre1955,inE.Sereni,Le.ere(1945-1956),cit.,p.282.524
LeIeradiE.SereniaHobsbawmerisposta,11e18novembre,cit.525
TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»1955/8,526
p.85,(83-90).
L.DalPane,Prefazioneallasecondaedizione,inStoriadellavoro,cit.,p.XIV.527
E.Hobsbawm,ReviewofL.DalPane,Storiadellavoro,cit.p.338.528
�115
primaparte:Re1
Ragionieriinunodeisuoiprimilavori.Nel1955quandoHobsbawmloincontròperla
primavolta,Ragionierigliregalòcondedicailsuoprimolibro,uscitodueanniprima
nella«Bibliotecadelmovimentooperaioitaliano»delleEdizioniRinascita,sullastoria
diSestoFioren?no,suopaesenatale .Hobsbawmnerimasecolpitononsoloperla529
viva aIualità del libro – era infasnato in unmomento in cui Sesto Fioren?noera
teatrodiloIeoperaieacuil’autoreavevapartecipato–,maancheperalcunepagine
di storia sociale di grande sosgliezza. RifleIendo sul percorso storiografico di
Ragionieriadieciannidallasuamorte,Hobsbawmnel1985avrebbedeIo:
Nonc’èstatomoltospazionelRagionierideli(sic)anni’60e’70,perl’esploratoredel
nuovocon?nentedellastoriasocialeche luierastratotra iprimissimiascoprire;per
quelli (sic) raggi dell’immaginazione storica che illuminano gli (sic) grandi problemi.
OgnitantopensoconunacertanostalgiaaitempiquandoErnestoscrisselebellissime
paginesulla«disgregazionedellavitaparrocchiale»aSesto,quandofecelascoperta–
tan?anniprimadiMauriceAgulhon–dellarivoluzioneculturaledelpopolosubalterno
visto nello specchio dei nomi (di baIesimo); quando fece l’esame dei (sic) elenchi
telefonici della Toscana per stabilire aIraverso quella onomas?ca originale, le
divergenze culturali fra il (sic) insediamento poli?co socialista in un centro e quello
anarchico .530
Eranoquelledellepaginechenascevano–comeharicostruitoSimoneIaSoldania
par?redagliappun?edalmaterialepreparatorioallibro–dasollecitazioniannaliste
efrancesi .Allalorobaseinfasc’eranoleIurediSoboul,Bloch,Lebel,Lefebvreche531
avevano sollecitato in Ragionieri una sensibilità verso temi storiografici (in Italia
trascura?) che Hobsbawm non poteva, vista la sua ammirazione per la scuola
francese,chenotare,anchesediquelleleIurefrancesiRagionierinonavevalasciato
rimandi bibliografici nel volume. Li aveva epura? dopo che Delio Can?mori, il suo
maggiore punto di riferimento dopo la morte di Morandi, lo aveva ripreso
spiegandogli – nella veste di «custode implacabile dell’ortodossia marxista» – che
quegli autori, Lefebvre in par?colare, erano «undilavamento, uno stemperamento,
unadeformazionedellastoriografiamarxista,delmaterialismostoricoecri?co» .In532
E.Ragionieri,Storiadiuncomunesocialista:Sestofioren1no,EditoriRinascita,Roma1953.529
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodel530
ricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedeldecennaledellamortedell’amico,Firenze1985.
S. Soldani,Uno sguardo in periferia. Ernesto Ragionieri e la storia locale, in T. Des e G. Gozzini,531
ErnestoRagionierielastoriografiadeldopoguerra,FrancoAngeli,Milano2001,pp.90-94(82-104).
Così si rivolgevaCan?mori aRagionieri inmeritodi Lefebvre allafinedel 1949, ivi., p. 93. Si veda532
ancheG.Santomassimo,Laformazioneintelle.ualediErnestoRagionieri,«Passatoepresente»,1985/8,pp.120-121(103-144).Esemplifica?vorisulta ilpareredi leIuradatodaCan?morialMediterraneodiBraudel:T.Munari(acuradi),Centole.ori,cit.,pp.58-59.
�116
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
anniincuiforteerailclimadellaguerrafredda,RagionieriavevapreferitoomeIereil
riferimento ai francesi e chiudere qualunque possibilità di dialogare con loro:
con?nuareinquelladirezionesarebbestatovissutodaRagionieri–comehaspiegato
Soldani–«comeunasortadifugadallaresponsabilitàpoli?cadellostorico» .Fuun533
peccato, avrebbe deIo Hobsbawm: «Ernesto non si permise di seguire la sua
passione per la storia di tus i giorni, la storia della gente anonima operaia e
contadina.Comenonrammaricarsi»–sisarebbelamentatoHobsbawm–difrontea
un percorso storiografico che aveva visto Ragionieri preferire la storia poli?ca alla
storiasociale.Eraquestal’impostazioneprevalentenellastoriografiamarxistaitaliana
dell’epoca:semprenel1953leEdizioniRinascitaavevanodatoallestampeil librodi
GastoneManacorda su Ilmovimentooperaio italianoa.raverso i suoi congressi :534
giàdal?tolosi intuiscechel’interessedell’autoreèrivoltoall’analisidelle is?tuzioni
delmovimento operaio. Si traIava di un impianto di studio in cui Hobsbawmnon
doveva rispecchiarsi: in quegli stessi anni anch’egli si stava occupando di labour
history, pubblicandostudicheprendevano inanalisiGliar1gianimigran1 (1951), I
distru.ori di macchine (1952), L’aristocrazia operaia della Gran Bretagna del XIX
secolo (1954): saggi che cercavano di oltrepassare l’impostazione cronologia e
narra?vapropostadallastoriadelmovimentooperaiodeiconiugiWebbedaCollper
focalizzarel’aIenzioneinvecesul«puntodivistadellavoratorestesso»,proponendo
– come ha soIolineato Michele Nani – una «leIura non economicissima dei
movimen? sociali» e dando aIenzione non solo e non tanto alla storia delle535
organizzazioni e del movimento operaio in sé, ma – nel caso ad esempio del
fenomeno del luddismo, di cui proponeva una sostanziale reinterpretazione – dei
«problemipra?ci»acuiillavoratoredovevafarfronteinterminiditenoredivita,di
salari,dilibertàedidignità .RaccontandoallafinedeglianniSeIantacomesiera536
avvicinatoallastoriadelmovimentooperaiotraanniQuarantaeCinquantadirà:
ImustconfessthatIhadaratherstrongprejudice,andIs?llhave,againstins?tu?onal
labourhistory,historyoflabourseenexclusivelyasahistoryofthepar?es,leaders,and
othersoflabour,becauseitseemstomequiteinadeguate–necessarybutinadeguate.
It tends to replace the actual history of themovement by the history of the people
whosaidtheyspokeforthemovement.Ittendstoreplacetheclassbytheleadersof
S.Soldani,Unosguardoinperiferia,cit.,p.95.G.Mari,Can1mori,Febvreele«Annales»,inBandini(a533
curadi),Storiaestoriografia.StudisuDelioCan1mori,Roma1979,pp.201-225.
G.ManacordaIlmovimentooperaioitalianoa.raversoisuoicongressi.Dalleoriginiallaformazione534
delPar1toSocialista(1853-1892),EditoriRinascita,Roma1953.
M.Nani,«Leclassilavoratricicometali».EricHobsbawmeimondidellavoro,inP.Capuzzo(acuradi)535
PercorsidellastoriografiadiEricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2p.293(289-296;287-318).
E.Hobsbawm,Idistru.oridimacchine(1952),inId.,Studidistoriadelmovimentooperaio,cit.,p.15536
(8-27);Gliar1gianimigran1(1951);L’aristocraziaoperaiadellaGranBretagnadelXIXsecolo(1954),inivi.,rispesvamentepp.42-75epp.317-367.
�117
primaparte:Re1
the organised sectors of the class. And, it leaves the doorwide open, partly for the
crea?on ofmythologies and for the sort of diploma?c difficul?es that havemade it
extremely hard towrite official histories of trade unions, poli?cal par?es, and other
organisa?ons .537
Anche all’inizio degli anni Sessanta, recensendo il libro dell’americano Daniel L.
HorowitzsulThe ItalianLabourMovement dicevachenegliul?mianni in Italiasi538
eraverificataunaapprezzabilefiorituradeglistudisulmovimentooperaio(citava,ad
esempioilavoridiPaoloSprianoediGiulianoProcacci),soIolineandoperòche«the
bulk of Italian labour history remains poli?cal and ideological. The very strong
bibliographical orienta?on, which made much of the old ‘Movimento Operaio’
somewhat unreadable, though invaluable to the researcher, persists» .539
Un’impostazionechenonpotevaessere in lineacon ilnuovo indirizzoculturologico
propriodel lavorodeglistoricimarxis?britannici,cheeramaturato–sullaspinta in
primisdiChristopherHill–nelcontestodiunpiùgenerale«changeintheemphasis
of the Marxist history» perseguito per far fronte alla crescente «voga del
namierismo».«Sincebourgeoishistory–scrivevaHobsbawmstessonel1955–have
adoptedwhatisapar?cularformofvulgarmaterialism,Marxistshavehadtoremind
them that history is the struggle ofmen for ideas, as well as a reflec?on of their
materialenvironment» .540
DavidForgacshadeIocheaffinchéuntestodiunacertalinguaodiunacerta
cultura possa essere leIo in un’altra è necessario che esista una determinata
«conformità e omogeneità […] tra cultura mandante e cultura ricevente» .541
Tommaso Munari ha aggiunto che la non-ricezione di un autore, in questo caso
diremmo di un filone storiografico nazionale, è «paradossalmente una forma di
ricezione» .Lachiusuradi«PastandPresent»almondostoriograficoitalianoèda542
ricondurreal faIochemancavauna sintonianonchéunaconformitàdiprospesve
tra i due mondi storiografici. Quasi a mezzo secolo di distanza dall’inizio delle
frequentazioniitaliane,alledomandediAldoAgos?suqualirappor?lolegasseroagli
storiciitaliani,Hobsbawmrisponderà:
IntervistaadE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inH.Abeloveeal.(acuradi),VisionofHistory,537
cit.,p.31.
D.L.Horowitz,TheItalianLaborMovement,HarvardUniversityPress,Cambridge1963.538
E.Hobsbawm,ReviewofDanielL.Horowitz,TheItalianLabourMovement,in«Bulle?nofthesociety539
forthestudyoflabourhistory»,1963/7,p.42(38-42).
E.Hobsbawm,WhereareBri1shHistoriansgoing?,in«TheMarxistQuarterly»,1955/1,p.22(14-26).540
D. Forgacs, In Gran Bretagna, in A. Santucci (a cura di),Gramsci in Europa e in America, Laterza,541
Roma-Bari1995,p.62(55-70).
T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,p.542
�118
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
devodirechenelcomplessoinques?primianni,ancheseebbicontasconloro,non
trassigranchédaglistoriciitaliani,datocheprovenivodallatradizionemarxistainglese;
enonostantelagrandeammirazionecheavevoperpersonecomeCan?moriealtri, il
par?colare s?le della ricerca storica italiana, che forse si potrebbe definire di
«erudizione filologica», era uno s?le diverso. […] e devo dire che, con tuIo il mio
amore e la mia ammirazione per Can?mori, non pensavo che gli storici marxis?
dovesserooperarecomeloro,chesimuovevamomoltopiùcomenormalistoricinon
marxis? ai quali era capitato di essere comunis?. […] Naturalmente conoscevo
Zangheri, che era uno storico economico; Ragionieri era essenzialmente uno storico
poli?co.Ora, imiei interessi sono sta? di storia sociale e culturale, talvolta di storia
economica.Manelcomplessolatradizionemarxistainglesesiètrovatamoltopiùsulla
lunghezza d’onda della storiografia struIale francese delle «Annales» che di quella
italiana.Questanonvuolessereunacri?caallatradizioneitalianadellastoriapoli?ca,
perchécomesappiamoquestaèunadimensionedellastoriaassolutamenteessenziale
ecentrale,toltalaqualenonsihastoria;manonostanteciò,pensochequestoabbia
limitato imiei contaspersonali congli storici italiani.Direi chenellamiaevoluzione
storicaèstatomoltopiùimportanteilcontaIoconifrancesichehostabilitoapar?re
dalcongressointernazionaledel1950 .543
Sel’incontroconlastoriografiapra?catainItaliasirivelòprestopiuIostodeludente,
fuqualcos’altrocheentusiasmòHobsbawmfindalsuoprimoviaggioeche loportò
ad approfondire negli anni successivi la frequentazione e la conoscenza di questo
Paese.
A. Agos?,Una storia per ‘cambiare o almeno cri1care ilmondo’. Intervista a Eric J. Hobsbawm, in543
«Passatoepresente»,1998/43,pp.103-104(97-107).
�119
primaparte:Re1
2.2.Viaggiericerche
Durante la sua prima visita romana, negli ul?mi giorni dell’agosto 1951,
Hobsbawm entrò in contaIo, grazie all’intercessione di Can?mori, con i quadri
culturali del Pa?to comunista italiano: era un ambiente, quello della fondazione
Gramsci,dovedopotuIoerafacileessereaccol?congrandionorisesipotevadire,
come feceHobsbawm,di conoscereSraffa.LapersonaconcuiCan?mori lomise in
contaIofuAmbrogioDonini,cheall’epocaeradireIoredelGramsci,delleedizionidi
«Rinascita»così come,afiancodiToglias,anchedelmensile«Rinascita», la rivista
poli?caculturaledelpar?to.MilitantecomunistadaglianniVen?,conallespalleuna
storia di loIa an?fascista in Europa e di emigrazione poli?ca Oltreoceano, Donini
dalla fine della guerra era entrato nel comitato centrale del PCI: era un convinto
assertoredelruolodell’URSScomeguidadelmovimentocomunistainternazionaleed
eramolto impegnatonelmovimento internazionaledeipar?gianidellapace;di lì a
breve sarebbe diventato anche senatore . Non era solo un uomo di par?to, era544
ancheunimportantestudiosodellastoriadellereligioni:Can?mori,piùomenosuo
coetaneo, lo aveva definito nelle chiacchierate con Hobsbawm uno dei maggiori
storici marxis?-leninis? italiani . Una commis?one, quella tra asvità poli?ca e545
asvitàintelleIuale,che–comevedremo–colpìHobsbawm.
A mol? anni di distanza avrebbe ricordato che, invitato a cena nella casa
romanadiDonini,fuaffascinatodalla«verysubstan?alknowledgeofwhatwasgoing
oninplaceslikeSouthItaly»dimostratadalsuoospitecongrandecapacitàdirendere
contodell’aIualitàricorrendoaspiegazionidilungadurata .Doninigliraccontò,ad546
esempio, che la dirigenza del PCI tra il 1949 e il 1950, in concomitanza con i
movimen? di loIa contadina nel Sud Italia, si era trovata in difficoltà in quanto in
diverse sezioni comuniste rurali del Sud i congressi avevano scelto dei tes?moni di
Geovacomesegretaridelle sezionidipar?to, cosa cheponeva seriproblemiadun
par?tomarxistaqualeilPCI.Esponendogliirisulta?cheilmovimentodioccupazione
delleterrenelSudItaliaavevaraggiunto,grazieancheall’impegnoorganizza?vodel
PCI, Donini accennò anche al fenomeno del brigantaggio nel Meridione,
raccontandoglidiaverincontratodipersonaalcuniexbandi? .Sisoffermòpoisulla547
vicenda di Davide Lazzares. Umile barrocciaio della zona delmonte Amiata, negli
A.Donini,Sessant’annidimilitanzacomunista,Te?,Milano1988.544
D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.279.545
L’episodio è ricordato in E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., p. 381-383; la citazione è traIa546
dall’intervistaaE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inVisions,cit.,p.31.
E.Hobsbawm,Iribelli.Formeprimi1vedirivoltasociale,Einaudi,Torino1966,p.33,nota1.547
�120
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
anni successivi all’unificazione italiana Lazzares si era proclamato ‘seconda
incarnazione del Cristo’. Ispirandosi ad un socialismo vagamente religioso a sfondo
repubblicano, Lazzares – spiegò Donini – si era posto a capo di «un movimento
sociale e religioso che esprimeva il bisogno di emancipazione di larghe masse di
contadini e pastori della Toscana meridionale» ; aveva anche annunciato548
l’imminente venuta sulla terra del ‘regno di Dio’, che aveva descriIo come una
‘repubblica universale’. Nel 1878, guidando una ‘milizia crociana’ nell’aIesa
dell’inaugurazionedell’etàmessianica,erastatouccisodall’esercitosabaudo.Lacosa
ancorpiùinteressante–fecenotareDonini–eraaccadutaperòseIant'annipiùtardi:
egli,cheeraunespertodistoriadellereligioni,spiegòaHobsbawmchequellespinte
millenaristenonsieranoaffievolite con lamortedi Lazzares.Nell'estatedel1948,
quando si era diffusa la no?zia che Toglias era stato gravemente ferito in un
aIentato, ampi stra? del Paese erano insor? interpretando le revolverate rivolte
all'indirizzodel leadercomunista come l’iniziodiunaIaccoalla sinistra. Sulmonte
Amiata si era verificato uno degli episodi insurrezionali più violen?: due agen? di
pubblicasicurezzaeranosta?uccisimentreiminatoridelluogosieranoimpossessa?
dellacentralinatelefonicachecontrollavalecomunicazionitrailCentroeilNord .549
Perrinforzareilsuoracconto,DoniniriportòaHobsbawmunaneddotopersonale:in
occasionediuncomiziotenutonellezonadiArcidosso,Donininonavevaresis?toalla
tentazione di richiamare il passato rivoluzionario del luogo, facendo esplicitamente
riferimento a Lazzares e ricevendo un caloroso riscontro da parte dei locali che,
dichiarandosi seguaci del profeta e «naturally also Communists», apprezzarono il
faIo che il PCI riconoscesse «the great work of Lazzares»: fu qualcosa che
impressionò Hobsbawm, che infas anni dopo avrebbe raccontato pubblicamente
l’episodio in Inghilterra . Donini rimarcò il faIo che i lazzaress? avevano550
mantenuto,anchesesoIerraneamente,leloroaspirazioni,legandosi«socialmenteai
par??dellaclasseoperaia,dicuicondivid[evano]gliidealidigius?ziaedifratellanza
umana» :eraqualcosached’altrondestavaverificandosiancheinItaliameridionale551
dove,nelcontestodelle tensionidelle loIeper la terra, il comunismofinivaspesso
peressereinterpretatoaIraversounasuafusioneconglielemen?utopici,religiosie
mis?cipresen?nellaculturacontadina .552
VoceLazzareÅDavide,inA.Donini,Enciclopediadellereligioni,Te?,Milano1977,p.256(256-257).548
SivedaancheA.Donini,Lineamen1distoriadellereligioni,EditoriRiuni?,Roma1964.
P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,cit.,p.157.549
L’episodio è richiamato da Hobsbawm in una relazione da lui dasloscriIa in vista di una550
presentazione pubblica dell'edizione inglese diPrimi1ve Rebles.MRC, EHP, Papers, Publica?ons, BookDraâ, Primi?ve Rebels (1956-1958), Testo di un intervento di Hobsbawm tenuto in occasione di unapresentazionepubblicaall’uscitadellibroPrimi1veRebels,6novembre1959,p.2(937/4/2/3).
VoceLazzareÅDavide,inA.Donini,Enciclopediadellereligioni,cit.,p.257.551
P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,cit.,p.167.552
�121
primaparte:Re1
QuellodiLazzareseraunfenomeno–dovevaavercon?nuatoDonini–sucui
nonesistevanostudinéricerchealdilàdiquellelambrosiane:soloAntonioGramsci
loavevaseriamenteaffrontatoneisuoiQuadernidelcarcere,doveerapar?toproprio
dallastoriadiLazzaresperargomentarealcunedellesuepiù importan?riflessioni.
Gramsciavevaosservatochelaculturadominantetendevaacancellarequellichelui
chiamava «i gruppi sociali subalterni», svilendo il significato poli?co e storico delle
loroazioniedelloropensiero:«questoerailcostumeculturaledeltempo:invecedi
studiare le origini di un avvenimento collesvo, e le ragioni del suodiffondersi, del
suoesserecollesvo,siisolava–avevascriIoGramsci–ilprotagonistaecisilimitava
a farne la biografia patologica, troppo spesso prendendo le mosse da mo?vi non
accerta? o interpretabili in modo diverso» . In questo modo si nascondeva la553
profonditàdelmalesseresociale,economicoepoli?codicui leribellionie lerivolte
dei gruppi subalterni erano espressione. Necessario, agli occhi di Gramsci, era
studiarelastoriadelleloIesubalterne:«ognitracciadiinizia?vaautonomadaparte
dei gruppi subalterni dovrebbe […] essere – aveva scriIoGramsci e probabilmente
Doninirimarcò–divaloreines?mabileperlostoricointegrale» .Eraquesta–come554
harimarcatoJosephA.Busgieg –unadellepiùsignifica?veintuizionidiGramsci,555
chenelsecondodopoguerrastavaaprendo lastrada–avràcommentatoDonini–a
nuoveprospesvediricerca.
Fu sicuramente su Gramsci che Donini insisteIe: proprio nel 1951 finiva di
essere pubblicata in Italia l’edizione tema?ca dei Quaderni, uno sforzo editoriale
portatoavan?congiuntamentedalPCIedallacasaeditriceEinaudi,iniziatonel1948
eprecedutodallapubblicazionedelleLe.erenel1947.Si traIavadiunprogeIosu
cuiilpar?tostavainvestendomoltoeproprioall’internodiessosierainserital’idea
di is?tuire la fondazione Gramsci, il cui compito originale era rivolto appunto alla
preparazione di questa edizione e alla valorizzazione dell’eredità di Gramsci.
ProbabilmenteDoninispiegòaHobsbawmchelapubblicazioneditaliscrisrientrava
inunprogeIopiùampiodi«traduzioneediffusionedegliscrisclassicidelmarxismo
in Italia [che], dopo la liberazione, cos?tui[va] uno dei fas più significa?vi del
dopoguerra»; e verosimilmente presentò Gramsci come colui che «del marxismo-
leninismo[era]statoinItalial’interpretepiùgeniale,impegnatoinunaloIapoli?cae
ideologica che la cultura italiana non [aveva] potuto ignorare»: ne era riprova il
successochestavariscontrandolapubblicazionedellesueopere .556
Q25,I,2279.553
Q25,2,2284.554
J. A. Busgieg, Sulla categoria gramsciana di «subalterno», in G. BaraIa e G. Liguori (a cura di),555
Gramscidaunsecoloall’altro,EditoriRiuni?,Roma1999,pp.27-38.
A. Donini, Traduzione e diffusione dei classici del marxismo, in «Rinascita», 1954/11-12, p. 759556
(756-579).
�122
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
HobsbawmrimaseaffascinatodallaprospesvadistudiopropostadaGramsci
cheDonini gli accennò:nell’esempiodelmovimentomillenaristadelmonteAmiata
Hobsbawmdeve aver colto il «dono» di Gramsci – come lo avrebbe chiamato una
ven?nad’annipiùtardi–«ditrasformarelascin?lladiunavvenimentospecificodella
storia in un fuoco generale» . Doveva aver sen?to parlare di Gramsci già in557
InghilterradaSraffaeprobabilmente–cosacheavrebbedeIoperòsolointardaetà
– anche da Hamish Henderson. Quest’ul?mo, un comunista scozzese che aveva
combaIutolaguerrasulfronteitaliano,erarimastoincontaIoconalcunicomunis?
italianiancheaconfliIoconclusoevenivadaques?informatocircalapubblicazione
delle opere gramsciane, di cui nel 1948 aveva cominciato a tradurre in inglese,
chiedendo consulenze anche a Sraffa, le leIere . Furono traduzioni che non558
trovarono ricezione nell’Inghilterra dei primi anni Cinquanta, né ebbero una
considerevolecircolazioneall’internodegliambien?comunis?britannici.Nelleriviste
delCPGBdellapubblicazioneitalianadelleoperegramscianeinquegliannigiungeva
solo una flebile eco . Fu, dunque, negli ambien? della fondazione Gramsci che559
Hobsbawm entrò direIamente in contaIo con gli scris gramsciani: lesse prima le
«commoven?Le.ere» ,grazieallequalipotéconoscere«lastoriaesemplaredelle560
sofferenze e della resistenza» italiana al fascismo , poi iQuaderni. Fu una leIura561
fa?cosa:nontantoperilfaIocheHobsbawminiziavaproprioall’epocaadavvicinarsi
allalinguaitaliana,masopraIuIoperviadellapeculiaritàdellos?leedelleallusioni
diGramsci,nonsempredifacilecomprensioneperuninglese.Ciònonostantefuuna
leIurachegli si rivelòdiestrema importanza.Gramscigli apparve–avrebbedeIo
nel1958inoccasionedelprimoconvegnogramscianoaRoma–comeun«esempio
prezioso di unmarxismo crea?vo» . L’aIenzione cheGramsci aveva dedicato alle562
«classi subalterne» fu qualcosa che Hobsbawm percepì come estremamente
s?molanteeallostessotempoinqualchemodofamiliare.Comesièvisto,infas,gli
storicimarxis?britannici inquegli anni stavanoperseguendo,prestandoaIenzione
anchealleesperienzestoriografiche francesi incui il«pe?tpeuple»eradiventato il
soggeIo protagonista dell'analisi storica,unamessa in pra?ca di una «perspec?ve
d’en bas». Hobsbawm trovò in Gramsci, come avrebbe deIo sul finire degli anni
E.Hobsbawm,Ilteoricodelnuovo‘Principe’,in«Librinuovi»,oIobre1975,p.2(1-2).557
T.Neat,HamishHenderson.ABiography.ThemakingofthePoet(1919-1953),Vol.I,WestNewington558
House,Edinburgh2007,pp.238-253.
S.B.,Italy,in«TheModernQuarterly»,1952-1953/8,p.60(60-61).559
CaroNino.EricJHobsbawminterrogaAntonioGramsci,CUEC,Cagliari2014:sitraIadiun’intervista560
di Hobsbawm da parte di Giorgio BaraIa, con la collaborazionene di Derek Bootman, Londra 2007(DVD).
E.Hobsbawm,NotesuGramsci,cit.,p.328.561
Intervento di Eric Hobsbawm, in Studi gramsciani. AÅ del convegno. Roma 11-13 gennaio 1958,562
EditoriRiuni?,Roma1958,p.535(535-536).
�123
primaparte:Re1
Cinquanta, un «osservatore e analizzatore acu?ssimo della storia», il cui valore
principalestavanella«capacitàcrea?va»enel«metodo»;avrebbeindividuatoinlui
un esempio prezioso per «noi storici» . Ricordando il suo incontro con i tes?563
gramsciani,quand’eraormaivecchio,avrebbedeIo:
Rimasicolpitoquasiimmediatamentenontantodall’approcciopoli?codiGramsciche
peraltro all’epoca era molto originale per un marxista, ma sopraIuIo dal suo
approccioallastoriadelleclassisubalterne,popolari.[…]Ilmiorapportopersonalecon
Gramsci è stato, in un certo senso, fonda?vo: Gramsci è una dellemaggiori fon? di
ispirazionedelmiolavorostorico .564
I raccon? che Donini richiamandosi a Gramsci gli fece sui lazzaress? e sui
brigan? aprivano una finestra su una realtà per Hobsbawm inedita: lui, uomo
metropolitano che frequentava ambien? intelleIuali di alto livello tra Cambridge,
LondraeParigitrovòs?molanteilfaIocheametàdelNovecentoesistesserotracce
di«peoplewhotrytocopetwentycenturywithequipmentdesignedforthemiddle
ages inwhich theyhave livedun?lyesterday» .Egli che,comesivedrà, soffriva il565
faIodiviverelasuamilitanzacomunistainambien?meramenteintelleIuali,doveIe
essereancorpiùaIraIoasaperechedapocoinSudItalia,nelbiennio1949-1950,si
era verificata una nuova ondata di occupazioni, con risulta? fecondi anche da un
puntodivistadipoli?cagenerale .«Affascinatoecommosso»dairaccon?diqueste566
presenze, decisedi andarle a cercareper vederledi persona, viaggiandonegli anni
successivi lungo le strade di campagna dell’Italia meridionale e più in generale
dell’Europa mediterranea . Di ques? viaggi sono rimas? alcuni bloc notes,567
fa?cosamente u?lizzabili come fon? sia a causa di una grafia veloce, di difficile
interpretazione, sia in quanto materiale frastagliato . I quaderni sono spesso568
interros,mol?foglisonosta?strappa?,quindismarri?otrasforma?incartesparse,
con una perdita di linearità cronologica e tema?ca non agevolmente ricostruibile,
ancheperilfaIochesonoappun?nondata?.InessiHobsbawmannotavaspesedi
Ibid.563
CaroNino.EricJHobsbawminterrogaAntonioGramsci,cit.564
MRC,EHP,Papers,Publica?ons,BookDraâ,Primi?veRebels (1956-1958),Testodiun interventodi565
Hobsbawm tenuto in occasione di una presentazione pubblica all’uscita del libro Primi1ve Rebels, 6novembre1959,p.2(937/4/2/3).
C.Petraccone,Le‘dueItalie’.Laques1onemeridionaletrarealtàerappresentazione,Laterza,Roma-566
Bari2005,pp.215-241;P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,Einaudi,Torino1989,pp.160-171;F.Renda,IlmovimentocontadinoinSicilia,inA.Pasquale(acuradi),Campagneemovimento contadinonelMezzogiornod’Italia dal dopoguerraaoggi,vol. I,DeDonato,Bari1979,pp.559-625;F.Barbagallo,Mezzogiornoeques1onemeridionale(1860-1980),GiudaEditore,Napoli1980,pp.70-80.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.382.567
MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits,SouthernItaly:general,(937/3/4/2).568
�124
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
viaggio, contas telefonici (come, ad esempio, quello di Alberto Caracciolo),
indicazionibibliografiche,riferimen?all’andamentoeleIoraledell’Italiameridionale.
Davapoispazioaciòchedovevacolpirlonelloscoprireunpaesechesebbenepovero
mostrava,adifferenzadiquantoavevavistoinSpagna,iprimisegnididinamismoedi
trasformazione . Probabilmente vide ben rappresentata la realtà italiana tra569
arretratezzaemodernitàinunacanzonediRenatoCarosoneche,mescolandojazze
musicaswing,raccontavalecontraddizionidelmitoamericanoinItalia :trascriveva570
neisuoitaccuini,traducendoloparzialmenteininglese,ilritornello.
Traquestecarteèconservatoancheunresocontoincompleto,graziealqualeè
possibileseguireHobsbawminalcunispezzonideisuoiviaggi inSudItalia,comead
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.381.569
R.Carosone,UnamericanoaNapoli,conF.Vacalebre,Sperling&Kupfer,Milano2000,p.54.570
�125
Paginadiunquadernod’appun1diHobsbawm(MRC,EHP,937/3/4/2)
primaparte:Re1
esempiounagiornatadellasuaprimavoltainSicilia.SitraIadicartenondatate,la
cui stesuraperòè riconducibile con verosimiglianza tra lametà e la finedegli anni
Cinquanta : nellememorie senili Hobsbawmavrebbe deIo di aver visitato per la571
prima volta la Sicilia nel 1953. Dal tono a volte romanzato e a tras caricato del
raccontoèpossibileipo?zzare–senzaaverperòpossibilitàdiconferma–chesitras
del canovacciodiun intervento radiofonicocheHobsbawmtennenel1957 inGran
Bretagna . Se la tale des?nazione è confermata, il testo diventa di ulteriore572
interesseinquantopermeIenonsolodiricostruirel’esperienzadiHobsbawminSud
Italia, ma anche il modo in cui egli la presentò ad un ampio pubblico inglese,
scorgendonequindiimmaginiestereo?pisullarealtàmeridionale.
When Iwas inPalermo, trying tofindoutsomethingaboutSicilianaffairs,a lawyer I
knowsuggestedImighthavealookatoneofthebest-knowofthecommunistpeasant
township inland.We’ll call himAngelo.Poli?cs inPalermoare s?ll at the stagewere
peopledon’tlikepublicity,especiallyiftheyhavealotofcontactsindifferentpoli?cal
par?es. ‘Youmust go to Piana’ Angelo said. ‘Used to be called Piana deiGreci, now
calledPianadegliAlbanesi.They’rereallynotSiciliansbutAlbanians,onlytheyusedto
callthemGreeksbecausetheyfollowtheGreekrideoftheCatholicchurch,andaway
thelocalpopula?oncouldn’thavetoldaGreekformofAlbanian.Pianahasbeenred
forgenera?ons.Rebellingisthelocalindustry.WhenGaribaldiinvadedSicilyin1860to
raise the country against the Bourbons, the Pianesi were right there expec?ng him.
They’drebelledontheirownandweresendingmessengersroundtotheothervillages
asking them to come out. When the Fascists fell, they declared themselves an
independent republic forawhile. It tooka lotof talkingbefore theyagreedtocome
backintoItaly’.
UntaleraccontodoveIeentusiasmarlo.AncheperchédirecentePianadegliAlbanesi
era stata teatro di imponen? loIe contadine, in cui forte era stata la presenza
comunista;sitraIavapoidiunluogo–comeglivenivaoradeIo–incuilaribellione
sociale era di vecchia data,messa in aIo tra l’altro da una popolazione di origine
albanesechemantenevalinguaeabitudinisecolari. Iniziandoilresocontodiviaggio
Hobsbawmdicevachequesteeranopopolazionichesierano insediate in Italia,per
Nel testo si trova l’indicazione temporale«Acoupleof yearsago»: ciò fa ipo?zzareche il testo sia571
stato scriIo nel 1955, se si ?ene fede alla datazione del 1953 del primo viaggio in Sicilia propostanell’autobiografia.Dapos?cipareal1955seinvecesitraIadelcanovacciodellatrasmissioneradiofonicadel1957.MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits,(937/4/2/3):lesuccessivecitazioni,senonindicatodiversamente,sonotraIedaquestodasloscriIo.
Hobsbawm scrisse che la «parte essenziale di un capitolo» (non specificato) del libro che avrebbe572
traIodaqueste ricercheera stata leIaalla radionel1957.E.Hobsbawm, I ribelli. Formeprimi1vedirivoltasociale,Einaudi,Torino1966,p.11.
�126
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
fuggireall’avanzata turca, soIo laguidadiGeorgeScanderbeg «[a]bout the?me573
thatChristopherColumbusdiscoveredAmerica»;daqueltempoquestepopolazioni
avevano mantenuto lingua e tradizioni, «and s?ll, if it comes to that, roo?ng for
Scanberger». Arrivandoda Palermo, Piana doveIe sembrargli una «white andblue
washedtownof6000inhabitantsleaningagainstthehillsideabovetheplateaufrom
whichittakesitsname».Hobsbawmquindinotavache
Sicilians peasants live in these large agglomera?ons in the middle of an empty
countryside,walkinggreatdistances to theirfields,ormoreusually to the landlords’
fields. In thepast themenusedostay in thefields for theweek, leavingthetowna
hive of women. Sicilian women belong to the house and don’t work outside. Even
when they sit outside their doors, they face into the sleazy hovels inwhichmost of
themliveinsteadofontothestreet.ButPianashowednosignofdepopula?onwhen
wearrived.
Seres?tuivainmodoasciuIolarealtàsocialedelpaeseepocaaIenzioneriservava
alpaesaggio,sidilungavainvecenelritraIodellapersonacheloaccompagnòlungo
lestradediPiana:ilmediatorepalermitanochegliavevaconsigliatodivisitarePiana
lo aveva anche messo in contaIo con quello che aveva dovuto giudicare la guida
ideale per un comunista stranieronon soloper il faIoera il sindacodel paese, da
pocodiventatoanchedeputato comunista,maancheperchépoteva comunicare in
inglesevistolasualungaesperienzamigratorianegliSta?Uni?.
The mayor, the Hon. Michele Sala, was a small whipcord of a man with a pencil
moustache, a sharp look and a well-pressed coIon suit in fawn stripes. He looked
aboutfiâeenyears younger thanhis age,whichwasfiây.He insistedon talking in a
Sicilian version of Brooklyn, which was no easier to understand than Italian. ‘I ain’t
beenback toNewYork since1943’ he said. “Youbeen there?” Iwasn’t expected to
answertheques?on.TheHonSala (he isHonourable,becausehe isalsoadeputy in
the Rome Chamber) never stopped talking long enough for more than the briefest
ques?on.TheHon.Salawas,andnodoubts?llis,aformidablecharacter.WhatIknow
about him comes partly from himself, partly from Angelo, partly from a journalist
round theMontecitorio inRomewhoknowsaboutdepu?es,andboilsdownto this.
ThoughnotasAlbanian,heisofAlbaniandescent.(Thetalentforpoli?cswhichused
F. Al?mari,Gli arbëreschë: significato di una presenza storica, culturale e linguis1ca, in Id., L. M.573
Savoia(acuradi), IdialeÅitalo-albanesi.Studi linguis1cisullecomunitàarbëreschë,Bulzonied.Roma1994,pp.9-32;Id.,G.Birken-Silverman,M.Camaj,R.Rohr(acuradi),AÅdelcongressointernazionaledistudisullaLingua, lastoriae laculturadegliAlbanesid’Italia (Mannheim,25-26giugno1987),Centroeditorialelibrariodell’UniversitàdellaCalabria,1991;D.A.Fiorella,L’Albaniad’Italia.ComunitàalbanesinelMezzogiornotraXVeXVIsecolo,EdizioniCannarsa,Vasto1998;A.Vallone,StudistoricisuGiorgioCastriotScanderberg,Argo,Lecce2013.
�127
primaparte:Re1
tomake scoresofAlbanians intoGrantViziers in theoldTurkishEmpirehasnot got
lost. They have produced at least one Italian PM, the fire-ea?ng Crispi, and their
presentscoreincludesatleastoneItaliancabinetminister–Chris?anDemocrat–and
agroupofdepu?esandsenators,mainlycommunist).HecomesfromParco,avillage
halfwayupthemountainsbetweenPalermoandPiana.‘TheFascists,theydon’tthink
Parco is classy enough’ said the Hon. Sala. ‘They call him Altofonte. But I call him
Parco’.Bythe?mehewassixteenhewasalreadygesnghimselfarrestedfroman?-
warpropaganda.Hepointedouttheexactspotwithprodeaswedrovepast.Hewas
alsobeginningtoshowaSiciliansenseofrealisminpoli?cs.Atleastthereisapossibly
apocryphal story thatwhenheorganisedaSocialistPartybranch inPalermo– there
wasnoCommunistPartyyet–hedecidedthattheidealspotforthepartyroomswas
onthesamelandingasaspor?ngestablishment.Thetheorywasthatlargenumberof
youngmenwere bound towalk up and down those stairs anyway, and if the good
propagandist stood outside his door, he had a ready-made audience; at least when
theycomeout.Therearenosta?s?csabouthissuccess,butatoneprominentItalian
intellectualispointedoutasoneofhisconvertsformthisperiod.
WhentheFascistcame,MicheleSalawent.Thenexttwentyyearshespent inNew
Yorkas abarber, tradeunionorganiser and later in andaroundan?-fascist emigrant
papers.He is supposed to have led a barber’s strike in 1927 or thereabouts. Aman
broughtupinthepoli?calschoolofwesternSicily ispreIywellequippedtofacethe
world of New York barbershop trade unionism in the twen?es and thir?es, and
converselyamanwhocanholdhisownamongthehardmenofNewYorkcraâunions
inthatperiod,hasn’tmuchtolearnwhenhegetsbackintoSicilypoli?cs.WhenFascist
fell Michele Sala went back to Palermo where the Communist Party, recognising
troubleshooterwhen it sees one, put him in charge go the Camera de Lavoro - the
Trade and Labour Council; an assignment which, what with the Mafia, was by no
meansapicnicevenforamanofhisexperience.ButSalahadwhatittakes.‘He’snot
the perfect poli?cian’ my journalist friend told me later. ‘He hasn’t got the giâ of
SenatorXwhocanfindoutallthedirtaboutalltheministers,andcanblackmailpost-
officesandtrunkroadsoutofthemforhisconsistencyinthemostimpressiveway;but
nobodyhaseversaidthatMicheleSalaisshortonguts.Hehastheheartofalion’.S?ll,
evenasapoli?ciantheHon.Salaisnobeginner.
Dovevaessereunpersonaggiocarisma?coMicheleSala:anchechi,comeEmanuele
Macaluso, loconoscevabeneperviadiuncomuneimpegnosindacaleepoli?cone
avrebbedatounadescrizionecherichiamavaitrasdelinea?daHobsbawm:Salaera
un«combaIente, unpoli?co is?n?vo, chefiutava il pericoloedis?ngueva subito il
�128
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
marcio dal sano» . Forse anche per questo era stato scelto come dirigente574
comunistadellazonainunmomentopar?colarmenteturbolento.
Some?me – con?nuava nel racconto Hobsbawm – in 1950 the Party began to get
worried aboutPiana. Thepleasewas gesngoutof hand. In ’47 thebanditGiuliano
hadshotupthelocalMayDaydemonstra?on,killingnineandwoundingseveralothers
– the transac?onwas arrangedwith the goodwill of theMafia,which does not like
compe??on in its territory and now the Peace Campaign had started and already a
couple ofmen had got themselves killed. Itwas ?me for amanwho couldmanage
trouble. SoMicheleSala foundhimselfheeding the communist list for themunicipal
elec?ons, and as about 60% of the Pianesi vote the straight communist ?cket, not
coun?ng those who vote Socialist, he soon found himself mayor, and shortly
aâerwardsDeputy.And in facts, since thennobodymuchhasgotkilled,except fora
wealthy person returned from the USA who was found shot in circumstances into
whichnobodycarestoenquiredeeply,andafewprivatequarrels.
Hobsbawmdovevarendersenecontovisitandoilcimitero,«anareabristlingwithvast
vaults,stonestatuesandotheroutsizemonumentsofunbridledgriâ»,incuiSalalo
accompagnò. Facendo caso ai cognomi ricorren? sulle tombe, egli – che era un
appassionatodimusicajazz–trovavaoccasionedinotarechefamosijazzis?diNew
Orleans–comeArnoldandPeteLoycano–dovevanoessered’originesiciliana . Il575
cimitero,cosìcomelascuolael’ediliziaeranoalcunideimol?can?ericheHobsbawm
sisorpresedivedere,echeSaladimostròdicontrollareconunfarecheHobsbawm
definìdasceriffo.LopotevadiredacomeilsindacosirelazionavaconisuoiciIadini.
Purnoncapendoicontenu?delleconversazioniperviadellalingua,potevacoglierne
i toni, spesso duri, che il sindaco usava nel parlare con gente che agli occhi di
Hobsbawm sembrava poco raccomandabile o nello stringere «large numbers of
brownhands,givingoutwithwidesmiles,butwithoutalteringthewaryexpressionin
hiseyes».AlladomandadiHobsbawmseci fosse laMafia,Sala rispondevache«it
wass?llabout.‘Somethingswecan’tdoonaccountofMafia’.
Passeggiando lungo le strade della ciIadina, Sala raccontò poi la storia della
comunitàarbëreshdiPianainunmodocheHobsbawmavrebbesinte?zzatoinquesto
modo:«Whenevertherewasarevoltgoing,theyrevolted»:sitraIavadiunpopolo
E.Macaluso,50anninelPCI,Rubbesno,SoveriaMannelli2003,pp.29-30.574
L’intuizionediHobsbawmeraineffescorreIa.Siveda:B.BoydRaeburn,StarsofDavidandSonsof575
Sicily: Constella1ons Beyond the Canon in Early New Orleans Jazz, in Jazz Perspec?ves», 2009/2, pp.123-152; Id., Italian Americans in New Orleans Jazz: Bel CantoMeets the Funk, in «Italian AmericanReview», 2014/2, pp. 87-108; L. Cerchiari, Italian Jazz Trumper Style: American and EuropeanResonances during Fascism (1920-1940), in H. T. Weiner (a cura di), Early Twen1eth-Century BrassIdioms:Art,Jazz,andOtherPopularTradi1ons,TheScarecrow,Toronto2009,pp.73-76.
�129
primaparte:Re1
chesempreavevamostrato,adeIadiSala,unapropensioneallarivoltasociale.
Buttherealturning-point inthehistoryofPianacameintheearly1890s,duringthe
so-calledSicilian-Fasci,ana?on-widepeasantrising.Un?lthemthelocalpeasantshad
taken no stock in poli?cs, except for an occasional revolu?on. The Mafia used to
provide some sort of self defence organisa?on, aswell as opera?ng as a protec?on
racketforthebenefitoflocalbusinessmenandland-contractors.Atanyrateitkeptthe
lawawayfromthevillage,andapeasantcould‘makehimselfrespected’byjoiningthe
‘boys’ (piccios) or being known as a friend of the ‘boy’. But by the 1890s socialist
propagandawas about, aswell as depressed?mes in farming. For the peasants the
speechesoflocalintellectualswerenotmerelypoli?cs,butrevela?on.Theyjoinedthe
‘Fasci’ – peasants leagues organised by the socialists – because theywere the ‘true
Church’, pusng up large crucifixes and portraits of Christ the King in the mee?ng-
room. The socialist propagandists were widely regarded as angels come down from
Paradise.[…]ThetriumphoftheFasciwascertainwithinamaIerofmonths,andthere
would be a world without poverty, hunger and cold, because God has willed it so.
Therehavebeenfewmoreremarkablemillenarianmovementsinmodern?mes.
NobodyjoinedthefasciwithgreatabandonthanAlbaniansofPiana.Two-thousands
eighthundredofthemwereinit,morethantwiceasmanyasinanyothertownshipof
the province, except for Palermo itself. (Another 2000 to 2500 joined in the lesser
surroundingAlbanianvillages).Thiswasduetothefactthatoneofthechiefapostles
came from Piana. Dr. Nicola Barbato, a medical man with a taste for revolu?onary
oratoryandquiteexcep?onalgiâsasaleaderandorganiser.Heorganisedhistownso
?ght that therewere not even any riots: andwhat is perhapsmore remarkable, he
even managed the problem of the Mafia. Nowhere is Sicily was the Mafia more
powerfulthaninPalermoprovince;butonthemaponwhichthecarefulSignorCutrera
ofthepoliceploIeditslocaldis?nc?onsomeyearslater–darkredforheavilyinfested
areas, white for free ones – Pianawas an island of pale pink surrounded scarlet .576
Furthermore, when the millennium did non arrive – premier Crispi, anther Sicilian
Albanian, saw to it that it did’t – Piana did not relapse into disorganisa?on, even
thought the eloquent doctor was jailed. The peasant league stayed. It s?ll had
fluctua?ngmembershipof from500 toa thousands in1906-8.Thecoopera?ve farm
whichthedoctorhadsounddidnotcollapse; infact it iss?ll there.Assoonasthere
weremunicipalcouncils, thePianesivoted intheSocialistand later theCommunists.
Andfrom1893ontheygot intothehabit,toghterwiththemenofSanCipirello,San
Giuseppe IatoandSantaCris?naGela, toarchout intoa glenof themountains, the
QuiHobsbawmfa riferimentoallamappaposta inappendiceal volumediA.Cutrera,Lamafiae i576
mafiosi. Origini e manifestazioni. Studio di sociologia criminale, Palermo 1900 [ristampa anasta?ca,BrunoLeopardi,Palermo1996].
�130
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
Portella della Ginestra, onMay Day and to listen to inspira?onal speeches by local
leaderswhostoodontherockonwhichDr.NicolaBarbatohadaddressedthem,and
whichisthereforeknownasDrBarbato’sstone.
Per avvalorare questo racconto, Sala accompagnò Hobsbawm a Portella della
Ginestra.Era lì, sulpianoro traPianadegliAlbanesie la valledello Jato, cheNicola
Barbato–vistoildivietoditenereriunionipoli?cheneiborghieneipaesi–salendo
suunsasso,chepoiavrebbepreso ilsuonome,avevatenuto icomizial tempodei
Fascisiciliani.Daallora,avràcon?nuatoSala,radunarsiperilprimomaggioaPortella
della Ginestra era diventato un appuntamento annuale che, distorcendo la realtà,
diceva non essere venutomeno nemmeno durante il fascismo. Ciò che gli stava a
cuore rimarcareeraun’altra cesura, avvenutaquandonel 1947 il bandito Salvatore
Giuliano con la sua banda aveva insanguinato la festa del primo maggio. Si era
traIato–comelastoriografiaharicostruito–diuneventochenelnuovoclimadella
guerrafreddanascevadaunintrecciotramafia,bandi?smo,esponen?monarchico-
fascis?, servizi segre? americani e si configurava come «un’operazione di guerra
psicologica» indirizzata a troncare da un lato il movimento contadino e dall’altra
l’avanzatadellesinistrealivellolocale(ilBloccodelPopolonell’apriledel1947aveva
vinto leprimeelezionidell’Assembleadella regioneSicilia) enazionale .Portando577
Hobsbawm a Portella, Sala doveIe raccontargli i fas della strage mostrandogli i
luoghiincuilafollasieraradunatae,agitandolebracciaindirezionedellemontagne,
da dove invece i bandi? avevano sparato. AHobsbawmquel paesaggio sembrò un
«wonderfulterritoryforbandits:bareandwithsmoothcontours,butplentyofcover
and a properly dressed man could melt away in three seconds». Descrivendo i
territori dell’entroterra siciliano egli richiamò l’immagine del West ben presente
nell’immaginario dei suoi ascoltatori radiofonici. Probabilmente poi Sala raccontò a
HobsbawmcherecentementesieraconclusoaViterboilprocessosuquellastrage:la
sentenza aveva deciso l’ergastolo per alcuni membri della banda di Giuliano nel
fraIempomorto,mentre era stato faIo cadere qualunque approfondimento delle
dinamichepoli?checheinveceeranoemersenelcorsodeldibasmento .LaleIura578
N.Tranfaglia,Mafia,poli1caeaffari(1943-2000),Laterza,Roma-Bari2001,capitoloprimo;M.Ridolfi,577
Prefazione,inS.Cruciani,M.P.DelRossi,M.Claudiani(acuradi),PortelladellaGinestraeilprocessodiViterbo. Poli1ca, memoria e uso pubblico della storia (1947-2012), Ediesse, Roma 2014, p. 11; F. M.Biscione,ConsiderazionisullastragediPortelladellaGinestra,inivi.,pp.45-56;E.Montali,Ilpanoramadegli studi e il dibaÅto storiografico, in ivi., pp. 57-74;M.PiermaIeri,Gli avvenimen1del 1°Maggio1947elereazionidelmondopoli1coesindacale,inivi,pp.75-99;F.Renda, PortelladellaGinestraelaguerra fredda. I cento anni della CILGL siciliana. Conversazioni con Anotnio RIolo, Ediesse 2008; U.San?no, La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l’emarginazione delle sinistre,Rubesno,SoneriaMannelli1997.
S.Cruciani,PortelladellaGinestrael’usopubblicodellastoria:le.eratura,pitura,cinema,televisione,578
inS.Cruciani,M.P.DelRossi,M.Claudiani(acuradi),PortelladellaGinestraeilprocessodiViterbo,cit.,pp.144-146(137-173).
�131
primaparte:Re1
cheperònedavaSalaeratrionfalis?ca; lacomunitàdiPianaavevareagito inmodo
deciso: «[n]ext year there were more of them than ever». Hobsbawm lo poteva
vedere anche nel bar di Piana degli Albanesi, dove prima di congedarsi da Sala,
notavairitrasdiGaribaldi,Barbato,MaIeos,TogliaseStalinappesil’unoaccanto
all'altrosuunaparetedel locale.Lagiornata trascorsaaPianadegliAlbanesigrazie
all’iniziazione di Michele Sala doveIe essere per Hobsbawm un’esperienza di
par?colarevalore:inquelluogoeaIraversolaleIuracheilsuoospiteneavevadato
eglipotevavederecondensa?alcunitemi– lamafia, ilbandi?smo, iFascisiciliani–
perluiinedi?echeprestoavrebbetrasformatoinpistediricerca.
Nonerailsolostudiosostranieroamuoversi inqueiprimianniCinquantanel
Mezzogiorno;lazonaall'epocaerabaIutadamol?ricercatorianglo-americani.IlSud
Italia, che per lungo tempo nell’immaginario collesvo dei nord europei aveva
rappresentatoun luogodi fron?era con l’Africa tramitologiae soIosviluppo ,nel579
secondodopoguerraerarientratoneldibastopoli?coitaliano:dopol’eclissifascista,
la chiave di leIura dominante era il tema dell’arretratezza. L’azione propulsiva nel
Mezzogiornovolutaall’epocadaigoverni italianieradebitricediunaforte influenza
americana:nell’impegnochegliSta?Uni?avevanoassuntoperrilanciarel’economia
europeadistruIadallaguerrarientravaanchel’asvitàdinumerositecniciedesper?
americani che dal 1945 vennero inseri? come consulen? nell’asvità prima della
SVIMEZ, l’associazioneper losviluppo industrialenelMezzogiorno,edal1950della
Cassa del Mezzogiorno . Nel Sud inoltre gli USA finanziavano un numero580
considerevolediricerchesociali,cheeranoparteintegrantedelpianodiricostruzione
capitalis?ca dell’Italia. Antropologi, scienzia? sociali, politologi, fotografi e
documentaris? anglo-americani iniziarono a fare ricerche in piccoli villaggi
meridionali. Si traIava di studi, fas su realtà per lo più isolate emarginali, da cui
uscival’immaginediun?pizzatoegenericoMeridionecontadino ,caraIerizzatoda581
grande arretratezza e miseria e che essi proponevano di portare, aIraverso un
interventodall'altroedall’esterno,adunacompletamodernizzazione in lineacon il
modello americano di crescita . Precedute da alcune ricerche condoIe ad582
A.Billi,ViaggioinItalia.L’i1nerarioricorrenteeleci.àrituali,IlMulino,Bologna2006,pp.195-199;579
V. I. Comparato, Viaggiatori inglesi in Italia tra Seicento e Se.ecento: la formazione di un modellointerpreta1vo,inG.BoIa(acuradi),Culturadelviaggio,Unicopli,Milano1989,pp.31-58;F.FarineseT.Isenburg,Leintenzionidelpi.oresco:iviaggiatoristranieriinItaliameridionaletra‘700e‘800,inivi.,pp.195-202.
G.Gribaudi,LeimmaginidelMezzogiorno,inR.LumleyeJ.Morris(acuradi),Oltreilmeridionalismo.580
NuoveprospeÅvesulMezzogiornod’Italia,Carrocci,Roma1999,pp.94-95(89-113).
M.Miniuci,Antropologiemezzogiorno,in«Meridiana»,2003/47-48,p.142(139-174);F.BenignoeS.581
Lupo,Mezzogiornoinidea:amo’diintroduzione,inivi.,p.17(9-21).
P. Filippucci,Anthropological Perspec1vesonCulture in Italy, inD. ForageseR. Lumley (a curadi),582
ItalianCulturalStudies,OxfordUniversityPress,Oxford1996,pp.53-54(52-71).
�132
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
occupazioneancora in corso , lamaggiorpartedi ques?progesvenneaIuata a583
par?redaiprimianniCinquanta.Nel1950GeogePeck,adesempio,aveva lavorato
sulla comunitàdi Tricarico inBasilicata,Walter Sangree suMelli in Sicilia; nel 1952
DonaldPitkinsullastruIurafamiliareesulladivisionedellaterraaLa?na .Sempre584
nel 1950 Friedrich Fiedmann, un tedesco naturalizzato statunitense che insegnava
all’università dell’Arkansas, aveva iniziato a studiare grazie ad una borsa di studio
Fulbright «la filosofia di vita dei contadini del sud Italia». L’anno successivo la
RockefellerFounda?ongliavevafinanziatounostudiosuMaterachedivenne,grazie
anche all’UNRRA Casas (l’agenzia delle Nazioni Unite in Italia per i programmi di
ricostruzione postbellici) e all’appoggio di industriali locali come Adriano Olives,
un’imponente ricerca di un’équipe interdisciplinare volta a sgombrare gli
insediamen? abita?vi dei Sassi di Matera. L’immagine che usciva dagli studi di
Friedmann era quella di una «povertà – come lui stesso scrisse nel 1952 –
trasformata in prospesva filosofica»: il contadino meridionale era rappresentato
come un «?po» fisso, dalla mentalità immutabile, silenziosamente remissivo nei
confron? della propria condizione sociale . Di lì a pochi anni nel 1954 un altro585
americano, lo scienziato poli?co Edward Banfield, avrebbe avviato – grazie alla
mediazionedellamoglie italiana–unostudiodicomunitàsuChiaromonte,unaltro
piccolo centrodellaBasilicata, per esaminare«i faIori cheostacola[va]no formedi
azione comune in un sistema culturale che […] per alcuni aspes si avvicina[va] al
mondo mediterraneo e levan?no». L’arretratezza del Sud Italia sarebbe stata
presentata da Banfield come la conseguenza dell’incapacità «degli abita? di agire
insieme per il bene comune o, addiriIura, per qualsiasi bene che trascend[esse]
l’interesse immediato della famiglia nucleare» : Banfiled lo avrebbe chiamato586
«familismoamorale» . Inunclima incui con laguerra fredda l’Italiadiventavaun587
paese di fron?era poli?ca, il Meridione veniva dunque individuato come un
laboratoriodiprimopianoperlamessaapuntodiuninterventopoli?comirato.
AlcunediquestevengonoannotatainT.Tentori,ProspeÅveperlostudiodeifenomeniculturalinelle583
societàcontemporaneeinItalianeglianni’50.
M.Squillacios,L’approcciosocio-antropologicoinItalia:matricestatunitenseericerchesulcampo,in584
P.ClementeeM.L.Meoni,IldibaÅtosulFolkloreinItalia,Guerini,Milano1996,pp.259-268.
F. G. Friedmann, Osservazioni sul mondo contadino dell’Italia meridionale, in «Quaderni di585
sociologia», 1952/3, pp. 148-161. Il testo venne tradoIo in inglese: The world of ‘La Miseria’, in«Par?sanReview»,1953/2.
E.Banfield,TheMoralBasisofaBackwardSociety,Glencoe,ThefreePress1958;tr.it:Unacomunità586
delMezzogiorno, IlMulino, Bologna 1961. Venne ripubblicato dalla stessa casa editrice con una riccaappendice di saggi cri?ci in una nuova veste e con un nuovo ?tolo: Le basi morali di una societàarretrata,acuradiD.DeMasi,1976.
Sulla cri?ca del conceIo di «familismo amorale» rimando, a ?tolo d'esempio, a G. Gribaudi, Il587
paradigmadel‘familismoamorale’,inP.Macry,A.Massafra(acuradi),Frastoriaestoriografia.ScriÅinonorediPasqualeVillani,IlMulino,Bologna1994,pp.337-353.
�133
primaparte:Re1
Hobsbawm doveva essere giunto in Sicilia senza questo bagaglio di
conoscenze. Si traIava di una produzione, quella dell’accademia statunitense, che
non si riscontra negli appun? bibliografici chemanmando egli andava annotando
nellesueagende,néneisuoiscrisdipocosuccessivi,nénellerecensionidi libridi
soggeIomeridionalista che faceva per il «Times Literary Supplement» . Non era588
questad’altrondeunacosainusuale:piùvoltesonosta?nota?sial’incomunicabilità
sia il reciproco disinteresse tra ricercatori stranieri e italiani impegna? in studi sul
campoanchenellestesseareeeneglistessianni .EranodopotuIolavoriimposta?589
con osche tra loro alterna?ve. Molte ricerche di antropologi e storici italiani
nascevanoinfasnonsolosullaspintadellesugges?onidelleoperediCarloLeviedi
Antonio Gramsci, ma anche sulla scia dell’incontro, avvenuto sul piano della loIa
poli?ca, tra gli stessi ricercatori e il mondo contadino meridionale. A par?re
dall'impegno degli studiosi all'interno del movimento per la terra, aveva preso
spessorel’esigenzadiunaconoscenzaprofondaenuovadellastoriaedelletradizioni
della realtà che poli?camente volevano trasformare. Il par?to nuovo di Toglias
dopotuIo aveva dedicato fin dall’immediato dopoguerra una forte aIenzione alla
«ques?onemeridionale»,interpretandolaqualeprincipalenodoirrisoltodelprocesso
di formazione dello Stato nazionale. Oltre agli scris gramsciani (nel 1945 su
«Rinascita» era stato ripubblicato il manoscriIo gramsciano Alcuni temi della
quis1onemeridionale con il nuovo ?tolo La ques1onemeridionale), avevano avuto
un’ampia diffusione anche le riflessioni di Emilio Sereni ; dal 1949 poi «Società»,590
seppurpalesandounacertadistanzadallesueposizioni ,avevaospitatounar?colo591
diErnestoDeMar?nochesieradelineatocomeunmanifestoprogramma?coperla
«storicizzazionedelle formecultualidelmondopopolaresubalterno» . InessoDe592
A?tolod’esempio:VoicesoftheSouth,in«TimesLiterarySupplement»,21oIobre1955,p.1;Guys588
andMolls, in ivi., 12 giugno 1959; TheMood of Sicily, in ivi., 21 agosto 1959, p. 481; E. Hobsbawm,SicilianSpeaking,inivi.,9oIobre1959;Id.,SouthofEboli,inivi.Iprimiduear?coliapparvero,com’eraconsuetudineperquestarivista,informaanonima.
F.BenignoeSLupo,Mezzogiornoinidea,cit.,p.19;M.Minuicuci,AntropologieMezzogiorno,cit.,p.589
149.
E.Sereni,Laques1oneagrarianellarinascitanazionale,Einaudi,Torino1946;Id.,Ilcapitalismonelle590
campagne,1948;Id.,IlMezzogiornoall’opposizione,Torino1948.
L'ar?colo veniva presentato con una nota redazionale che, soIolineando l’importanza delle591
argomentazionisollevatedaDeMar?nopertuIalaculturamarxistacontemporanea,avver?vachenontuIeletesidemar?nianeeranostatefaIepropriedallarivista.DilìabreveCesareLuporini,sempresu«Società» (Intorno alla storia del «Mondo popolare subalterno», in «Società», 1950/1, pp. 95-106),avrebbe richiamato De Mar?no alla «funzione par?colare della classe operaia, come classecoseguentementerivoluzionariaeprogressivanelmondomoderno».
E. De Mar?no, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, in «Società», 1949/3, pp.592
411-435,ora inC.Pasquinelli,Antropologiaculturaleeques1onemeridionale.ErnestoDeMar1noe ildibaÅtosulmondopopolaresubalternoneglianni1948-1955,LaNuovaItaliaEditrice,Firenze1977,pp.58-59(46-73).
�134
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
Mar?noavevasoIolineatocomefossenecessariononguardarepiùal«mondoche
viveoltreEboli»comeadunarealtàstorica(«mondodicosepiùchedipersone») ,593
ma di guardare alla masse popolari come protagoniste della storia: nelle zone
coloniali così come nel Mezzogiorno d’Italia «le masse popolari combaIono –
scriveva DeMar?no – per entrare nella storia, per rovesciare l'ordine che le ?ene
subalterne» . Si traIava dunque di indagare a fondo le forme culturali e la594
religiosità popolare in modo da «conoscere il significato degli is?tu? culturali
primi?vi» e da intenderli come prodos di circostanze storiche par?colari. Era595
aIraversoquestaoperazionechel’intelleIualepotevaevitarecheleformeculturali
del «mondo popolare subalterno» potessero essere trasformate in una ideologia
reazionariaalserviziodelleclassidominan?.SitraIavadiun’impostazione intotale
contrastorispeIoall’approcciochemuovevainveceFriedmanneBanfield.Seques?
ul?mi,lega?aunmodellonorma?vodisviluppopoli?coedeconomico,«elevavano–
come ha soIolineato David Forgacs – le loro descrizioni a condizioni senza tempo
piuIosto che comprenderle come prodoIo di circostanze storiche par?colari», De
Mar?noproponevaunastradaedi ricercaedi interventopoli?codifferente .Nel596
1954venivapoifondatalarivista«Cronachemeridionali»che,conduplicedirezione
comunista e socialista,mirava a «compiere un’opera di documentazione cri?ca sui
principali aspes della vita del Mezzogiorno e sulla loIa popolare per il suo
rinnovamento»: un’opera che si poneva «fini di u?lità pra?ca e streIamente lega?
all’azionepoli?casindacale,culturale,amministra?va» .597
Eranoques?,enonquellidellecoevespedizionidi ricercastatunitensi, i riferimen?
teorici epoli?ci con cuiHobsbawmeragiunto in Sicilia. Inessi, dovevavedereuna
certa con?nuità con la posizione an?-americana e an?-capitalista che era molto
presenteinqueglistessianninellapropagandadelCPGB:l’Historians’sGroupdiquel
par?to,comesièvisto,avevadatovitaainizia?veculturaliinquelladirezione.Trail
materiale cheall’epoca raccolsedurante i soggiornimeridionali ritornanoar?coli in
par?colaresumafia,sulla ‘ndranghetaebandi?smotrasda«Rinascita»,«l’Unità»,
Ivi.,p.48.593
Ivi.,p.55.594
Ivi.,p.47.595
D.Forgacs,Marginid’Italia:l’esclusionesocialedall’Unitàadoggi,Laterza,Roma-Bari2015.p.177.596
Ladirezione,Ai le.ori, in«Cronachemeridionali»,1954/1,p.2(1-2).Sivedaanche:Lavicendadel597
Mezzogiornonell’interpretazionedellastoriografiamarxista:«Cronachemeridionali» (1954-1964), inL.Bussos, Studi sulMezzogiorno repubblicano. Storia poli1ca ed analisi sociologica,Rubesno, SoveriaMannelli20013,pp.151-184.
�135
primaparte:Re1
«Paese sera», «Cronache meridionali» : probabilmente fu in questo periodo che598
avvicinòRosarioVillari,giovanestoricocomunistaanimatorediquest’ul?marivistae
concuiavrebbeinstauratounrapportod’amiciziamoltoduraturo.Conservavaanche
un numero di «Prospesve meridionali»; le annotazioni bibliografiche sui taccuini
rimandano inoltre a «Nord e Sud», «Movimento operaio» così come a una
leIeratura,sopraIuIorela?vaallamafia,difineOIocento.Nel1954sul«Cambridge
Journal» pubblicava un ar?colo che res?tuiva uno degli aspes su cui il viaggio in
Sicilialoavevaasrato:Poli1calTheoryandthe‘Mafia’ .599
Dalla metà degli anni Cinquanta inoltre Hobsbawm presentava ai leIori
inglesiiprodoseditorialisopraIuIoitalianisullaques?onemeridionale:neparlava
con frequenza e competenza in par?colare sulle pagine del «Times Literary
Supplement». Presentando ad esempio la traduzione inglese di Le parole sono
pietre di Carlo Levi poteva affermare che l’immagine del Meridione come600
paesaggioeso?coconrovineclassiche,resafamosainGranBretagnadalromanziere
NormanDouglas,eraormaidaconsiderarsicosapassata.DiLeviesaltavalacapacità
descrisva, dovuta anche alla sua asvità di piIore; lamentava il faIo che il libro
«lacks that sense of being ‘inside’» che invece era emerso inCristo si è fermato a
Eboli .Giànel1955sullaprimapaginadel«TimesLiterarySupplement»avevadato601
conto del «meridionalist revival» in aIo in Italia, che diceva trovare il suo apice in
lavori di «novels, films, government blue-books, theory, and especially that
combina?on of descrip?ve poetry, anthropology and agrarian economics which is
familiartousfromLevi’sbook» .Affermavaquindiche:«[a]llinquiryintotheSouth602
is fundamentally economic and social, […] But inquiry is rarely conducted by
specialisedeconomistsorsociologists.Southernsquire-philosopherstaketoagrarian
economics; poets become mayor of Lucania villages; sociologists become poets;
thereisanoddairofamateurismaboutthem».SitraIava,agliocchidiHobsbawm,
di una fase temporanea: presto sarebbero arriva?, diceva, ricercatori e sta?s?.
Nonostanteciò,Contadinidel SuddiScotellatocosì come l’Inchiesta suOrgosolodi
FrancoCagneIadovevanoessergliapparsi lavoridigrandevaloreperchéavevano il
merito,puntualizzava,
QuestomaterialeèraccoltoinMRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veandBandits,SicilyandCalabria598
(937/3/4/1);Bandits:ar?cles,papersandcorrespondence,1950-1982(937/3/4/8).
E.Hobsbawm,Poli1calTheoryandthe‘Mafia’,in«CambridgeJournal»,1954/12,pp.738-755.599
C.Levi,Leparolesonopietre:tregiornate inSicilia,Einaudi,Torino1955;tr. ingleseTheWordsare600
Stones.ImpressionsofSicily,traduzionediAngusDavidson,1958.
TheMood of Sicily, in «Times Literary Supplement», 21 agosto 1959, p. 481. Gli ar?coli, com’era601
abitudinedell’epoca,apparivanononfirma?.
VoicesoftheSouth,in«TimesLiterarySupplement»,21oIobre1955,p.1.602
�136
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
to have pioneered that combina?on of close local knowledge and observa?on with
interviews and autobiographeries, which, for almost the first ?me, gives us direct
accesstotheSouth. […]What isnew is that fusionbetweenthemwith iscapableof
rousingthenon-specialistreadertomarvel,tosympathize,tomakesimilardiscoveries,
totakepoli?calac?on.
Allostessotempo,meIevainguardiai leIori inglesidelfaIochelibricomeques?,
cosìcomeilcapolavorodiLeviCristosiè fermatoaEboli ,oancoraFontamaradi603
Silone ,descrivevanouna realtà totalmente remota rispeIoal leIorediMilanoo604
Londra;sitraIavadidescrizionidi«civiltàcontadine»chenienteavevanoincomune
«with the twen?eth century except the contact with its crushing heel. But for its
poverty it is even temp?ng to idealise it».Hobsbawmdunque riproponeva in sede
inglese le polemiche comuniste che in Italia avevano inves?to il libro di Levi. Era
all’interno di un’osca preIamente italiana e comunista dunque che egli si era
avvicinatoalSudItalia.
Tra i riferimen? teoriciepoli?ci italianifinora ricorda?uno risultadel tuIo
assente tra le cartediHobsbawm: si traIadiquellodi ErnestoDeMar?no.Non si
riscontra un rimando all’antropologo italiano né nei suoi bloc notes né negli scris
successivi, una mancanza di cui più di qualcuno si sarebbe decenni più tardi
lamentato .RisultadifficilepensarecheHobsbawmnonavessesen?toparlaredelle605
ricerche di De Mar?no anche per via delle polemiche di cui era stato inves?to
all’internodelPCI.Condividevanoprospesvepoli?cheeaffiniinteressidiricerca:si
haunriscontrodiquestoinunnuovoviaggiocheHobsbawmfecenelMezzogiorno,
questa volta con?nentale. Dopo aver scoperto a Piana degli Albanesi la comunità
arbëresch, iniziò a studiarne la storia e la cultura: prima sui libri, poi andando a
cercare di persona, anche perché, come scriveva nel resoconto di viaggio già
ricordato,
surprisinglyliIleisorhaseverbeenknowaboutthem.Anoccasionaltravellerwould
reportonthesestrangepeople;buttouristsinplaceslikeCalabria,LucaniaandApulia
werefew.Prac?callyanyonewhoeventravelledalongtheminroadssouthofNaples
C.LeviCristosièfermatoaEboli,Einaudi,Torino1945.603
I.Silone,Fontamara,Ed.Faro,Roma1947.604
Suquestamancanzasi sarebbe lamentatoancheCarloGinzburg,TheNightBaIles.Witchcraâand605
Agrarian Cults in the Sixteenth and Seventeenth Centuries, JHU Press, 2013, pp. IX-X; R. Ciavolella,Egemonia e sogge.opoli1co in antropologia, Intervento tenuto al seminarioEgemoniaprimae dopoGramsci,20e21oIobre2014,UniversitàdiUrbino,<hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.
�137
primaparte:Re1
felt inworthwri?ngabookaboutit,butevensotherearenomany.Fromaboutthe
18th century on somemembers of the beIer-class Albanians families also began to
writebooksabouttheirpeople,asparttothemovementtoreviveAlbanianna?onal
consciousnessbothinItalyandinthehomecountry.Itdoesnotadduptomuch.
Forse con le stesse mo?vazioni, nell’aprile del 1954 Ernesto De Mar?no e Diego
CarpitellavisitavanooIocomunitàdellaCalabriaedellaBasilicataperraccogliere il
patrimonio etno-musicale arbëresch, con una par?colare aIenzione ai lamen?
funebri, ai can? e alle danze di nozze e ai rituali pasquali . Si traIava anche in606
questocasodiunaricercanatadaunrapportomoltostreIoconilmondopoli?coe
sindacaledellasinistracalabrese.TommasoMaroIa, ingaggiatocomemediatoreda
DeMar?no, avrebbe ricordato decenni dopo che all’epoca, studente comunista di
Lungro,avevaaccompagnatol’équipediDeMar?noneidintornidiCrotone:«Crotone
alloragodevadiunampioconsensocomunista,piùdel55%eipaesialbanesierano
ugualmenteamministra?dasindacicommis?:Pallagorio,Carfizzi,maancheLungro,
Castroregio.Siconfondeval’Arbëreshconilcomunismo,eperme,chealloraseguivo
streIamente il movimento comunista, era commovente, risultava un’appartenenza
piùstreIa:l’esserearbëreshsiiden?ficavaconl’esserecomunis?» . 607
A. Ricci, R. Tucci (a cura di),Musica arbëreshe in Calabria. Le registrazioni di Diego Carpitella ed606
ErnestoDeMar1no(1954),Squilibri,Roma2006.
Id.,LamusicaarbëreshedellaCalabrianellericerchediDiegoCarpitellaedErnestoDeMar1no,inivi.,607
p.12(7-104).
�138
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
SeDeMar?noeCarpitella lavoravano inéquipeesulcampo,Hobsbawmper
questa ricerca doveIe muoversi da solo e sopraIuIo in treno. In primis
frequentandobiblioteche,comequelladiCosenzaadesempio,andando incercadi
informazionisullastoriaeletradizionidiquestecomunità .Nedannocontoalcune608
carte, mal conservate, in cui sono appunta? proverbi e traduzioni di spezzoni di
canzoni, che vennero verosimilmente trascris dalla leIeratura sulle credenze
L’avrebbe ricordata assieme a quella dell’Is?tuto Feltrinelli di Milano e alla biblioteca Gius?no608
FortunatodiRomanellaPrefazioneaIribelli,cit.,p.9.
�139
MappadellaCalabriaconso.olineaturechedenotanol’interessediHobsbawmversolecomunitàarbëreshdellazona(MRC,EHP,937/3/4/1).
primaparte:Re1
popolari albanesi . DoveIe poi andare a visitare di persona alcuni paesi della609
Calabria:SanGiovanni inFiore,FalconaraAlbanese,SpezzanoAlbanese.Èprobabile
che le soIolineature che tracciò suunamappadellaCalabria, conservata tra i suoi
materialidiricerca,desserocontodialtripaesidaluivisita?opresiinconsiderazione.
Ques? doveIero apparirgli come «those places in which, un?l the last fiây years,
nothing even changed. It is a museum of social fossils», diceva alla radio nel
resocontoprecedentementericordato .610
SeitaccuinidiHobsbawmpermeIonodivederecomefosseunleIoremoltovorace,
nonpermeIonoalcontrariodiricostruirecomesimossenellesuericerchesulcampo
e come si approcciò agli arbëreshë. È comunque possibile ipo?zzare che in ques?
luoghisimossegrazieadunaretedimediatoricomunis?,comeadesempioilsindaco
di SanGiovanni in Fioreoppure l’organizzatrice femminiledelPCIdellaprovinciadi
CosenzaRitaPisano:liavrebbericorda?annidopoall’uscitadellibronatodaques?
viaggi . Doveva d’altronde essere un aiuto, quella delmediatore locale, piuIosto611
importante e necessario non solo per la sua estraneità ai luoghima anche per via
della differenza linguis?ca; ancora alla fine degli anni Cinquanta l’italiano di
Hobsbawmeraancorainsicuro .Doverparlareconarbëreshë,intervistandolianche612
(impossibile dire, anche perché il resoconto radiofonico si è conservato solo
parzialmente, come Hobsbawm raccolse queste tes?monianze, se usò della
strumentazione per registrarle, ed eventualmente secondo quale metodologia le
trascrisse) ,sarebbestatoancorpiùimpossibilesenzadeimediatori.Gliincontriche613
fece in queste zone con contadini e ar?giani albanesi, come quelli a Piana degli
Albanesi, con?nuavano a meravigliarlo per via della «persistente tendence of the
Albaninastogocommunist».
Se la prima spinta ai viaggi in Meridione era stata sopraIuIo poli?ca e
italiana,oppure incoraggiatadasugges?oni leIerarie (nel1957 feceunavacanza in
PugliaconamicipariginidopoaverleIounromanzoinqueiluoghiambientato )o614
accademiche francesi (doveva aver leIo ad esempio lo studio sulla comunità
MRC,EHP,Researchmaterials,Setoffiles:interna?onalsubjets,Albanians(937/3/2/2).609
MRC, EHP, Research Material, Primi?ve Rebels and Bandits, (937/4/2/3); E. Hobsbawm, Anni610
interessan1,cit.,p.386.
E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.10.611
Nel1958Hobsbawm,comevedremo,tenneunarelazionealconvegnodistudigramscianiaRoma.612
Parlò in italiano,benché inun«italianopienodierrori»avrebberiferitounpeIegolezzodiRagionieri,riportatodaCan?moriaManacorda.LeIeradiD.Can?moriaG.Manacorda,24gennaio1958,inAmiciperlastoria,cit.,p.370.
In appendice aiRibelli sarebbe apparsa la tes?monianza ad uno di loro: Giovanni Lopez, calzolaio613
comunistadiSanGiovanniinFiore(seIembre1955),E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,pp.243-244.
R.Vailland,Leloi,Gallimard,Parigi1957(l’annosuccessivosarebbestatotraIounfilmconlostesso614
?tolo). L’episodioviene richiamatodaHobsbawm,Anni interessan1,cit., e inuna suavisitaaBarinel2003:A.diGiacomo,Hobsbawm,unastoriapugliese.‘ChescopertalassùnelGargano’,in«laRepubblica-Bari»,15luglio2003,p.XI.
�140
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
conver?ta all’ebraismodi SanNicandro) , in un secondomomento ilmodo in cui615
iniziòainterpretareesistema?zzareleinformazioniraccolteeifasosserva?venne
deIato da un background più scien?fico ed inglese. In quegli anni era entrato in
contaIoconMaxGluckman,unantropologochedallafinedeglianniQuarantaaveva
mostrato una sempremaggiore aIenzione nei confron? della storia. Già nel 1947
aveva pesantemente cri?cato quella che definiva l’«ossessione an?storica» di
Malinowski, rimproverandogli di aver sconsigliato lo studio degli archivi e di non
avereun’ideachiaradelladisciplinastorica .Gluckmand’altronde,provenientedal616
Sudafrica,avevastudiatonellasecondametàdeglianniTrentaadOxfordconEvans-
Prichard che proprio a par?re dal 1950 avrebbe sostenuto rivolgendosi ai suoi
colleghiantropologiche lasocietànonpotevaesserecapitasenzacomprenderne la
storia. Se le tesi di Evans-Prichard riscossero subito una grande eco, minore
circolazioneaveva inveceavuto ilprimoar?colodiGluckman,chenondovevaperò
esserepassato inosservatoaidireIoridi«PastandPresent».Egli veniva infasben
prestocoinvoltonellarivista,primaaIraversosingolicontribu? ,edal1957come617
membro dell’Editorial Board . Quella tra Hobsbawm e Gluckman doveva essere618
ancheunasintoniapoli?ca:quest’ul?mo,dipochiannipiùvecchiodiHobsbawm,pur
nonessendosimaiiscriIoalPar?tocomunistadelSudAfricaoaquellobritannicone
eramoltovicino;erapoiunmoltoasvonellacampagnaan?-aparthaind .Dopoun619
periodo al Rhode-Livingstone Ins?tute (RLI) , dalla fine degli anniQuaranta si era620
stabilitoall’universitàdiManchester,dovemantenendostreslegamiconilRLIeraa
capodiunnuovodipar?mentodiantropologiasociale.Dovevaessereunapersonaa
cui piaceva lavorare in gruppo circondandosi da colleghi e studen? . Tra ques?621
ul?mic’era–comeavrebbericordatounodiloro–«asmallhandfulofnewboysina
Ivi.LostudiosullacomunitàdiS.Nicandro:E.Cassin,SanNicandro.Historiad’uneconversion,Parigi615
1957. Renée Rochefort, che nel 1954 avviò una ricerca di doIorato di geografia sociale in Sicilia, haricordatocheall’epocainFranciasimol?plicavanolepubblicazionisulMezzogiornoesidiscutevamol?di problemi del soIosviluppo in Italia. R. Rochefort, Sicilia anni Cinquanta. Lavoro cultura società,Sellerio,Palermo2005[ed.francese1961],p.49.
M.Gluckman,Malinowski,‘Func1onal’AnalysisofSocialChange,in«Africa»,1947/12,pp.103-121.616
P.P.Viazzo,Introduzioneall’antropologiastorica,Laterza,Roma-Bari2000,p.65
A?tolod’esempio:M.Gluckman,ThePeaceintheFeud,in«PastandPresent»,1955/8,pp.1-14.617
C. Hill, R. Hilton, E. Hobsbawm,Past and Present. Origins and Early Years, in «Past and Present»,618
1983/100,pp.6e11.
A. Kuper, Isaac Schapera (1905-2003). His Life and Time, in J. L. Comaroff, D. James (a cura di),619
Picturing a Colonial Past: TheAfrican Photograph of Isaac Schapera,TheUniversity of Chicago Press,ChicagoeLondra2007,p.25(19-42).
R.Brown,Passages in the Lifeof aWhiteAnthropologist:MaxGluckman inNorthernRhodesia, in620
«JournalofAfricanHistory»,1979/20,pp.525-541.
M.Gluckman,OrderandRebellioninTribalAfrica,RedwoodPress,Londra1971[ed.or.1963],p.VII.621
�141
primaparte:Re1
new discipline», come Ronnie Frankenberg, Freddie Bailey, Victor Turner ;622
Gluckman aveva poi offerto una research scholarship a Peter Worsley , un altro623
antropologo che stato stato cooptato nell’Editoriale Board di «Past and Preset» in
queglistessi .All’internodiquestocontestoGluckmanavevadatovitaaprogesdi624
ricerca, con un’impostazionemarxista, sui conflis sociali in contes? sia urbani sia
rurali . In par?colare ciò a cui era interessato era lo studio del confliIo e della625
ribellione nelle società tribali, di cui – vista la disgregazione del sistema coloniale
britannico in aIo – vi erano esempi in più colonie: egli, ad esempio, aveva faIo
ricerche presso gli Zulu. C’era poi un interesse generale in Gran Bretagna sul
movimentodeiMauMaunelKenyacentrale,doveviolenteinsurrezionian?-coloniali
eranorepressenelsanguedalgovernobritannico.Dovevanoesseretemiques?che
alla scuola di Manchester venivano spesso dibaIu? . Fu a par?re da riflessioni626
comequestecheGluckmaninvitòHobsbawm,dopoaversaputodellesuericerchein
SudItalia,aparlaresuimodernimovimen?millenaris?ciinItaliaeNormanCohn,un
altro storico, a presentareparallelimovimen?nell’Europamedievale.Qualcunopoi
parlò delle ribellioni an?-coloniali dei MauMau nel Kenya centrale, affermando –
comeaveva faIoPeterWorsely, adesempio, su«TheNewReasoner»– chenonsi
traIavadimanifestazionedi «African atavism», come la leIura emozionaledatane
dalla stampabritannica voleva, bensì dimoderne reazioni alla situazione coloniale:
«Movementsofthiskindgenerallyoccur–spiegavaWorsely–intheearlystagesof
contactwithEuropeans» .LostessoWorselyrelazionòinvecedeiCargocultsdella627
Malanesia . Si traIò – a deIa di quest'ul?mo – del «most s?mula?ng weekend628
seminar I have ever experienced» . DoveIe esserlo anche per Hobsbawm, che629
con?nuò negli anni successivi a dedicare molta aIenzione ad analoghi studi di
P.Worsley,AnAcademicSka1ngonThinIce,BerghanBooks,NewYork-Oxford2008,p.73.622
Ivi.,p.69-79.623
Lano?ziasiricavadall’EditorialeNote,in«PastandPresent»,1958/14,p.93.624
B.M.Knauâ,GenealogiesforthePresentinCulturalAnthropology,Routledge,Londra2013,p.28.625
T.M.S.Evans,D.Handelman(acuradi),TheManchesterSchool.Prac1ceandEthnographicPraxisin626
Anthropology,BerghamBooks,NewYork-Londra2006.
P.Worsley,TheanatomyofMauMau,in«TheNewReasoner»,1957/1,pp.16-22.627
P.Worsley,AnAcademicSka1ngonThinIce,cit.,p.124.628
Ibid.629
�142
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
antropologiancheitaliani,comeadesempioquellidiViIorioLanternaricherecensì
sul«TimesLiterarySupplement» .630
Se Gluckman lo aveva cercato perché voleva capire da uno storico se esistessero
fenomenieuropeidiquesto?po,Hobsbawmdall’altro lato inqueiseminaridoveIe
venireincontaIoconimodoincuigliesponen?dellaScuoladiManchesterstavano
studiando i conflis an?-coloniali in Africa e i movimen? millenaris?ci. DoveIe
scoprirecer?parallelismitraquanto isuoiamiciantropologistudiavanonellerealtà
colonialiormaialdisfacimentoe la situazionedell’Italiameridionale.PeterWorsely
nel 1960, introducendo al leIore italiano i suoi studi sui cul? millenaris?ci della
Malanesia, soIolineò questa vicinanza affermando che «la ‘ques?one
meridionale’[inItalia]èunproblemacoloniale,propriocomeil‘Nord’inAustraliaeil
‘West’ nel Nord America erano e spesso rimango problemi ‘coloniali’» . Ciò che631
doveIe ulteriormente s?molare Hobsbawm, al contaIo con gli antropologi di
Manchester,fuancheladis?nzioneteoricacheGluckmanapar?redaricerchenelle
comunità Zulu stava elaborando tra forme di ribellione e forme di rivoluzione, tra
azioni cioè capaci o meno di sovver?re la struIura sociale e poli?ca . Fu con632
probabilitàdaques?seminaricheHobsbawminiziòapensareallepersonecheaveva
incontrato inSud Italiaoai lazzaress?di cuiDoninigli avevaparlatocomeadelle
forme di ribellione pre-poli?ca . Pochi anni dopo avrebbe raccolto, su invito di633
Gluckman, i frus di ques? viaggi e di queste conferenze nel suo primo libro e
pubblicatoperi?pidellaManchesterUniversity,in?tolatoPrimi1veRebels.
Aspects of themillennium, in «Time Literay Supplement», 29 seIembre 1961, ora con il ?tolo di630
Religione e rivoluzione, inV. Lanternari,Movimen1 religiosi di libertà e salvezza,Editori Riuni?, Roma20033 [ed. or. Feltrinelli 1960]. Lanternari, nell'approcciarsi a ripubblicare il suo libro, chiedeva aHobsbawm il permessodi inserirvi la recensione,dicendogli chegrazieadessa il suo studioera statotradoIo in numerose lingue. MRC, EHP, General Correspondence, Various enquiries, LeIera di V.LanternariaE.Hobsbawmerisposta,30gennaioe5febbraio2003,(937/1/6/20).
P.Worsley,Latrombasuonerà.Cul1millenaris1cidellaMalanesia,Einaudi,Torino1961,p.13.631
M. Gluckman, Chied and Na1ve Commissioner inModern Zululand, in Id.,Order and Rebellion in632
Tribal Africa, cit., pp. 171-177; Id.,Rituals of Rebellion in South-East Africa, in ivi., pp. 110-136; Id.,SuccessionandCivilWaramongtheBemba.AnExerciseinAnthropologicalTheory,inivi.,pp.84-109.
R.Ciavolella,Egemoniaesogge.opoli1coinantropologia,InterventotenutoalseminarioEgemonia633
prima e dopo Gramsci, 20 e 21 oIobre 2014, Università di Urbino, <hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.
�143
primaparte:Re1
2.3.IntelleUualiorganici
«Prima di Ernesto non avevomai rincontrato (sic) ilmodello gramsciano del
(sic) intelleIuale organico» . Così a metà degli anni OIanta Hobsbawm avrebbe634
ricordato, nel decennale della scomparsa, l’amico Ernesto Ragionieri, rimarcando il
faIo che l’incontro con lo storicodi Sesto Fioren?noera statoparte fondamentale
dellasuascopertadell’Italia. Inalcunenotepreparatorieall’orazionedipuò leggere
cheperHobsbawmRagionieriera
un italiano insolito per noi stranieri, fuori delle sterreo?pi (sic): biondo, tarchiato, e
inoltre, ilprimoamicochemeparlònel (sic)accentoeconquell'ah toscano-etrusca.
Maerainsolitoinunaltrosenso.Noi,academici(sic),professorialmenoquellidiuna
certaetàsonoperlapiùgrandepartesradica?.Siamodivisidalnostropopolopureper
lanostraoriginesociale,oppureperlanostracondizionediintelleIualeperl’ambiente
in che (sic) lavoriamo, per gli (sic) traslochi frequen? di una professione sempre più
vagante.InveceErnestoRagionieri,dallanascitaallamorterimanere(sic)radicatonella
suaregione,nellasuaciIàdiFirenze,nelsuopaesediSesto.Anzi,lìviveva,lìlavorava,
lìmilitava,lìinsegnava,lìerapresentenellavitapoli?ca,culturaleedelcomune .635
Ciò su cuiHobsbawm insisteIenella commemorazionefioren?na fu cheRagionieri
erastatointelleIualeorganicoeinsiemeintelleIualemilitante:l’«impegnopoli?codi
Ernesto, lasuavitadimilitante,eranoradica?–disse–nellasuaorganicità» .Era636
questo che aveva colpitoHobsbawmfindai suoi primi contas italiani. Era rimasto
affascinatogiàdaAmbrogioDoninipercomequest’ul?mosieradimostratogrande
conoscitore della realtà sociale del Sud Italia. Nel 1955 ricevendo l’ul?ma fa?ca
storiograficadiEmilioSereni ,cheavevanelfraIempoconosciutosempreaRoma,637
lo ringraziò con queste parole: «Ta capacité de mener une carrière poli?que bien
remplie et en même temps de produire du travail érudit massif ne cesse pas de
m’émerveiller» .Nella sua autobiografia senile avrebbepoi deIodi aver avuto la638
fortuna di incontrare in Italia un gruppo di comunis? che si erano forma?
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodel634
ricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedeldecennaledellamortedell’amico,Firenze1985(937/4/4/1).
Ibid.635
Ibid.636
E.Sereni,Comunitàruralidell’Italiaan1ca,EdizioniRinascita,Roma1955.637
LeIeradiE.HobsbawmaE.Sereni,18novembre55,inE.Sereni,Le.ere,cit.,p.282.638
�144
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
poli?camentetrafascismoeResistenza,lacuicaraIeris?caprincipalestavanelfaIo
che«ipoli?ciatempopieno[…]avevanolatendenzaamantenereancheunprofilo
di intelleIuali e scriIori […]. Gli accademici tendevano a rives?re anche ruoli
poli?ci» .Traques?avrebbefaIoinomidiGiorgioAmendola,GiorgioNapolitano,639
GiulianoProcacci,RosarioVillari,RenatoZangheri,checonobbenellasecondametà
deglianniCinquanta.Ricordandoconammirazionelastoriaindividualeefamiliaredi
BrunoTren?n,avrebbeinoltredeIochesoloinItaliaunintelleIualeditalestaturasi
sarebbepotutodedicareancheallavorosindacale.EntrandoincontaIoconiquadri
culturalidelPCI,primaquelliromanipoiquellimeridionali,Hobsbawmscoprìinloro
dunquedegliintelleIualidialtolivelloche,«unendoteoriaeprassi» ,sirivelavano640
aIen?osservatoridellarealtàdelloroPaese,nellaqualesiimpegnavanoasvamente
anchedaunpuntodivistapoli?co.EraquestaunanovitàperHobsbawm.All’interno
dei quadri dirigen? del par?to comunista britannico non era infas usuale trovare
figuredispessoreintelleIuale:findallasuafondazionelaleadershipbritannicaaveva
contatounapresenzadiintelleIualiassaipiùlimitatarispeIoallecorrispesverealtà
francese e italiana; non che mancassero adesioni di uomini di cultura, ma ques?
eranoconfina?infunzionisubordinate,nondirigenziali .TralefiladegliintelleIuali641
delpar?topochieranocolorochesidedicavanoall’asvapoli?caquo?diana:Edward
P. Thompson, impegnato dalla fine degli anni Quaranta come quadro locale della
sezione comunista dello Yorkshire District CommiIee, era un dei rari esempi. Tra i
quadridirigen?delpar?tofiguredialtastaturaculturalecomePalmeDuIeJames
Klugmanneranoinfrequen?.L’incontrodiHobsbawmconiquadridelPCInazionale
doveIeesseres?molanteancheperquesto.
Alla fine del 1952 Hobsbawm si soIopose alla pra?ca usuale nel mondo
comunistainternazionalediscriverelapropriastoriadivitaperilpar?to.SitraIadi
uno scriIo in cui rispose in modo asciuIo alle domande avanzate dal CPGB .642
Nell’indicare i ruolidiresponsabilitàcheeglistavarivestendoall’internodelpar?to,
ricordò che, dopo essere stato par?colarmente asvo nella sezione comunista
universitarianellasecondametàdeglianniTrentaedaverfrequentatodopolaguerra
duediverse sezioni londinesi (quelladi S. Pancreas tra il 1946e il 1947equelladi
Clapham tra il ’47 e il ’50), era ora iscriIo alla sezione comunista del Cambridge
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.386639
Ibid.640
K.Morgan, G. Cohen, A. Flinn, Communists and the Bri1sh Society 1920-1991, River Oram Press,641
Londra2007,pp.76-92.
La autobiografia scriIa da Hobsbawm, come da altri comunis? britannici (raccolte in un fascicolo642
archivis?co, che ricordo nella nota successiva), risponde ad uno schema deIato da un ques?onariobiograficoprestampato,cherichiamalepar?colaritàdelgeneredelques?onariobiograficoinambientecomunista francese per il quale si veda C. Penne?er, B. Pudal, Le ques1onnement biographiquecommuniste en France (1931-1974), in Id. (a cura di), Autobiographies, autocri1ques, averx danno lemondecommuniste,Belin,2002,pp.129-133(119-153).
�145
primaparte:Re1
University Senior. Faceva poi parte del comitato del Gruppo degli storici ed era
membro del Na?onal University Staff CommiIee. Per un breve periodo era stato
anche«brenchsecretaryofAssocia?onofUniversityteachers,delegatetocouncilin
pastyears» .L’ambitod’azionepoli?caincuiHobsbawmsimuovevainques?anni,643
dopolaseparazionedaMurieleilrientroaCambridge,eralimitatodunqueallasola
cerchiauniversitaria.EraqualcosachedovevastarglistreIo:puraffermandoche«my
sortofprofessionalworkisprobablythebestIcando»,rivelavache«I’dquitelike,if
possible,tohavemoretodowithfactoryworkers» :esprimevaquindiundesiderio644
diriversareleproprieforzeinunseIorepra?codiloIapoli?ca,sebbenemostrasse
un certo ?more verso la propria capacità organizza?va . Essere comunis? per645
Hobsbawmavevasignificato,comesièvisto,unamilitanzaasva:loavevaimparatoa
Berlino, lo aveva sperimentato con tuIe le sue forze durante gli anni universitari
come studente e, dopo il ritorno dalla guerra, anche in coppia. Ora, con i limi?
impos?dalla guerra fredda, il clima che si respirava all’università di Cambridge era
cambiato:sempreminorieranoglispaziperuninterventopoli?coasvo.Lapropria
asvità all’interno del par?to veniva quindi risolta con un impegno indirizzato ad
ambien?eafinalitàpreponderatameneintelleIuali:ilgruppodeglistoricicomunis?
del par?to, ad esempio. Era una soluzione che Hobsbawm doveva sen?re quale
insufficiente. Nell’auto-confessione che rivolgeva al par?to infas scriveva: «On the
whole,whiletherearebitsandpieces,I’vedonesincethewarwithwhichI’mnottoo
dissa?sfied, I don’t feel that I’vedonewhat Imight for thePartyor that I’vebeen
advancinginmycapacitytodo» .646
Prendendo contaIo con gli ambien? culturali del PCI romano, Hobsbawm
doveva sen?re questa lacuna ancora più forte.Nel 1951 su «Società», passando in
rassegna le riviste progressiste anglo-americane, Gianfranco Corsini elogiava
l’ampiezzadeidibas?marxis?inglesicheinambi?disciplinaridiversifiorivanosulle
pagine di «Communist Review» e di «Modern Quarterly». Allo stesso tempo però
rilevavauna«certaastrazione»di tale lavoroche– lamentava– restavacircoscriIo
«entro limi? un po’ intelleIualis?ci o accademici» . Deve essere stata proprio647
questa differenza, tra un lavoro intelleIuale preIamente accademico e un lavoro
intelleIuale invece calato nella realtà poli?ca e sociale, che Hobsbawm percepì al
contaIo con i comunis? italiani. Tanto più che era giunto in Italia proprio nel
LabourHistoryArchiveandStudyCentre[d’orainpoiLHA],CommunistPartyofGreatBritainArchive643
[d’ora in poi CPGBA], Autobiographies, CP/CENT/PERS/3/05, Autobiografia di Eric Hobsbawm, 2novembre1952.
Ibid.644
Ibid.645
Ibid.646
G.Corsini,Rivisteprogressisteangloamericane,in«Società»,1951/4,pp.511-512(511-520).647
�146
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
momentoincuistavaconcludendosilapubblicazionedelleoperediGramsci,acuiera
statointrodoIodallaportaprincipale,dachicioèavevaorchestratoanchenell’ombra
(come Can?mori oltre che Donini) la diffusione del pensiero di Gramsci come
un’impresaeditorialedigrandeportata.Questanonera infasstata limitataentro i
confini dell’educazione ideologica, ma piuIosto era stata imposta – e per questo
affidata alla casa editrice Einaudi – come l’apice di un processo di rinnovamento
culturaledell’intera Italia .Nel1951con la sos?tuzione,comesièvisto,diSereni648
con Salinari a capo della commissione culturale del PCI si era imposta inoltre una
nuova linea interpreta?vadellastessafiguraedellostessopensierodiGramsci,più
sganciatadalrapportoconl’URSS.Seil1951erastatoanchel’annodell’espulsionedi
ViIorinidalpar?to,èancheverocheconlanuovadirezionediSalinarieconlafine
della pubblicazione dei Quaderni erano state poste le basi per una nuova
considerazione degli intelleIuali dentro il par?to, dove il lavoro intelleIuale non
venivasvilitointerminidipropagandapoli?ca .SitraIavadiuntemacheriempiva649
le pagine delle riviste comuniste in quegli anni. Fabrizio Onofri, per citare solo un
esempio, nel 1953 si interrogava su «Rinascita» sugli insegnamen? gramsciani
assimila?daiquadridirigen?comunis?:ilprincipialelascitoconsisteva,aisuoiocchi,
nella «concezione che Gramsci ci ha tramandata del par?to come di un grande,
supremo formatore di ‘intelleIuali’, anzi dei nuovi intelle.uali organici della classe
operaia,equindidiunanuovacultura» .650
Nonera statoun casod’altronde se, sulla spintadelle sollecitazioni avuteda
Donini,Hobsbawmaveva sceltodi andarea toccareconmanoquei luoghiequelle
tema?chechecondensavano,comeuno«specchioemblema?co» ,lespecificitàdel651
movimento operaio italiano e del par?to che voleva starne a capo. Si era infas
addentrato nelle campagne dell’Italia meridionale, partendo da quelle siciliane,
proprioperchéinqueiluoghisieranodapococonsumatedureloIecontadine:loIe
capeggiatedaipar??della sinistrae in cui avevanoaderito semprepiù intelleIuali
(scriIori, poe?, uomini di teatro e di cinema, piIori) e studen? non solo con
manifestazioni di solidarietà, ma con un coinvolgimento asvo e con un direIo
impegnoall’elaborazione–nelleparolediunodi loro–diuna«visionenuovadella
F. ChiaroIo,OperazioneGramsci.Alla conquistadegli intelle.uali nell’Italiadel dopoguerra,Bruno648
Mondadori,Milano2011,pp.64-77;F.Lusanna,Leedizioni,letraduzioniel’impegnoperladiffusionediGramsci, in ead. e A. ViIoria, Il lavoro culturale. Franco Ferri dire.ore della Biblioteca Feltrinelli edell’Is1tutoGramsci,Carrocci,Roma2000,pp.239-260(239-298);P.Spriano,MarxismoestoricismoinTogliaÅ, in E. Hobsbawm (a cura di), Storia del marxismo. Vol. III. Il marxismo nell'età della TerzaInternazionale.TomoII.DallaCrisidel‘29alXXCongresso,Einaudi,Torino1981,pp.777-786.
A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali.Storiadell’Is1tutoGramscineglianni’50e’60,cit.,p.21.649
F.Onofri,Gramscielaculturaitaliana,«Rinascita»,1953/8-9,p.508(507-509).650
La Sicilia come «specchio emblema?co» degli sviluppi e delle contraddizioni dell’Italia degli anni651
Cinquantaèun’immaginepropostadaSavinoMazzamuto, IntroduzioneaF.Renda,LaSiciliadeglianniCinquanta.Studietes1monianze,Guidaed.,Napoli1987,p.7(7-12).
�147
primaparte:Re1
Siciliacontadina,democra?ca,progressista» .ProprioGramsci–Hobsbawmaveva652
sen?todirenegli ambien?della fondazione romanaa lui in?tolata–aveva insis?to
sullafunzionespecificachegliintelleIualidovevanosvolgereinmeritoallaques?one
meridionale e in merito alla necessaria alleanza tra classe operaia e classe
contadina .ViaggiandoinqueiluoghiHobsbawmdunquenonerasolostatoaIraIo653
dauncertosensodell’eso?co,maerastatosemprepiùaffascinatodallapresenzae
dall’azionedellesezionicomunisteedairisulta?cheilPCIriuscivaariscuoterenelle
elezioni amministra?ve e poli?che.Ne sono sentore le percentuali di voto che egli
annotava nei suoi quaderni di viaggio e il faIo che tra le sue carte di studio654
sull’Italia meridionale conservasse volan?ni o pamphlet sull’azione di loIa e di
amministrazione di alcune sezioni comuniste locali, come ad esempio quella di
Cosenza .Lapossibilitàdi immergersi inunasimilerealtàeraun’esperienzanuova655
per un intelleIuale abituato a confrontarsi con gli ambien? elitari dell’università
ingleseeconquellichiusidelCPGB,unpar?todalledimensionisemprepiùridoIe,
poli?camente assediato e costante oggeIo di denigrazione da parte deimedia. La
guerra fredda inGranBretagnastava infasdeterminandounaprogressivachiusura
culturale del par?to comunista che, proponendo un ragionamento poli?co solo in
terminiinternazionalis?,stavacadendoinunisolamentosempremaggiorerispeIoal
resto della società nazionale . L’asvità che Hobsbawm svolgeva all’interno del656
Gruppo degli storici del par?to si risolveva in discussioni seminariali su argomen?
che, per quantomirassero ad avere un’incidenza poli?ca con?ngente, rimanevano
ristresaunambitostoriografico.
Il PCI invece doveva apparirgli tuI'altra cosa per il faIo che riusciva a
mantenersi – come avrebbe deIo alcuni decenni dopo parlandone con Giorgio
Napolitano–un«faIoreimportante,maitrascurabilenellavitanazionale» .InItalia657
trovòinoltreunambienteincuiragionamentointelleIualeeprassipoli?caandavano
insieme. A trent’anni dai suoi primi viaggi nel sud Italia, in occasione del
SuquestoaspeIoF.Renda,IlmovimentocontadinoinSicilia,inA.Pasquale(acuradi),Campagnee652
movimentocontadinonelMezzogiornod’Italiadaldopoguerraaoggi,cit.,pp.627-642(559-685).
V.Gerratana,L’operadiGramscinellaculturaitaliana,«Rinascita»,1954/11-12,pp.749-753.653
MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits1950-2004,SicilyandCalabria,Appun?654
conda?sta?s?ci sullepercentualidi votocomunistanellaprovinciadiCosenza,1953e sui risulta?divoto in Sicilia nel 1952 (937/3/4/1); ivi., Southern Italy: general, Appun? in bloc notes rela?vi a da?sta?s?cisurisulta?eleIoralitrail1952eil1956nelsudItalia(937/3/4/2).
A?tolod’esempio:MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits1950-2004,Sicilyand655
Calabria,Icompi1deiComunis1cosen1niperunnuovoindirizzodellapoli1caitaliana,1954(937/3/4/1).Nellaprefazionedi I ribelli, ringrazieràtra lealtrepersoneche loavevanoaiutatoacapire ilsud Italia,Rita Pisano «già contadina ed ora organizzatrice femminile per il par?to comunista nella provincia diCosenza»(cit.,p.10),comedirigentedellafederazionedelpar?todiCosenza,disegretarioprovincialedelCNAeconsiglierecomunalediCosenza.
Per il progressivo e sempre più esasperato isolamento del CPGB si veda: W. Thompson, Bri1sh656
CommunistsintheColdWar,1947-52,in«ContemporaryBri?shHistory»,2001/3,pp.105-132.
G.Napolitano,IntervistasulPCI,acuradiE.Hobsbawm,Laterza,Roma-Bari1975,p.23.657
�148
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
cinquantesimo anniversario della morte di Gramsci, Hobsbawm sulle pagine di
«Rinascita» lo avrebbe ringraziato per avergli «insegnato che lo sforzo per
trasformareilmondononsoloècompa?bileconilpensierostoricooriginale,mache
senza di esso è uno sforzo impossibile» . La «forza dell’impegno intelleIuale di658
Gramsci», avrebbe aggiunto, «sta nel faIo che non si traIava di un impegno
puramente accademico. La prassi s?molava e fecondava la sua teoria fino a
rappresentarneloscopofinale» .AHobsbawm,cheoltreadavereun’esperienzadi659
militanzanelpar?tobritannicofrequentavaanchegliambien?comunis?francesi, il
PCI devedunque essere sembrato non solo unpar?to «extremely large, influen?al
andably led» ,masopraIuIounpar?toconuna fortepropensione intelleIuale.660
Recensendo un libro americano sulmovimento operaio italiano all’inizio degli anni
Sessanta, esordì soIolineando come dalla fine della guerra gli italiani avessero
dimostrato un'aIenzione sempre maggiore verso la storia del proprio movimento
operaio, non solo con la pubblicazione di nuovemonografie,ma anche grazie alla
pubblicazione di nuove riviste (nominava «Movimento operaio», la «Rivista storica
del socialismo italiano» e «Movimento operaio e socialista in Liguria») e alla
fondazione di is?tu? di ricerca (il Gramsci e la Feltrinelli): un asvismo che egli
riconduceva agli stessi par?? della classe operaia: «The generally high level of
intellectual ability andar?culateness in the socialist and communist par?es, and in
thetradeunions,–diceva–hasfurtherfacilitatedthetaskoftheobserver» .661
«TheintelligenceandtheflexibilityoftheItalianCommunists»inpar?colare 662
furono qualcosa che Hobsbawm poté sperimentare di persona. Nel 1952 ai fini di
organizzare l’incontro tra storici marxis? britannici e francesi – di cui si è già
accennato – scrisse a Can?mori per raccogliere una partecipazione anche italiana.
NonèconservatalarispostadiCan?mori,malareazionedeveesserestataposi?vase
nemmeno un mese dopo Manacorda, rispondendo all’amico romagnolo, lo
ringraziava dell’informazione, dicendo che «del congresso di Hobsbawm parlerò a
Salinari e con gli altri» . Sembra che l’incontro non sia avvenuto, se quaIro anni663
dopo Hobsbawm con?nuava a prospeIare all’interno della cerchia dell’Historians’
Group of the CPGB – rimarcando di poter sfruIare per una buona riuscita i suoi
E.Hobsbawm,Per capire le classi subalterne.Gli impulsi vitali trasmessi alla storiografia inquesto658
cinquantennio,in«Rinascita»,28febbraio1987,p.23.
Ibid.659
Id.,ReviewofD.L.Horowitz,‘TheItalianLabourMovement’,cit.,p.38.660
Ibid.661
Ibid.662
LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,5agosto1952,inAmiciperlastoria,cit.,p.162.663
�149
primaparte:Re1
contas romani – un simile incontro sugli stessi temi e con la stessa prospesva664
internazionale .Nonostantemoltoprobabilmentel’incontrononebbeluogo,risulta665
comunquemeritevolediaIenzione inquantoper la suaorganizzazioneHobsbawm
doveIeconfrontarsidaunlatocongliambien?culturalidelPCIdall’altroconilPCF,
che rispose in modo molto diverso rispeIo a quanto fecero gli italiani. Il Par?to
francese infas non si dimostrò favorevole all’incontro e non collaborò alla sua
realizzazione. Fu un’esperienza profondamente deludente per Hobsbawm , che666
iniziò da allora a provare una sorta di distanza nei confron? del Par?to comunista
francese, seppur i suoi contas parigini rimanessero, sopraIuIo nel periodo
successivo al IX congresso internazionale di studi storici, sopraIuIo comunis?.
Proprio a Parigi, molto probabilmente in occasione della preparazione di
quest’incontro,Hobsbawmentrò incontaIoconGiulianoProcacci,concuiavrebbe
intessutounrapportodiamiciziadilungadurata.Diunadecinad’annipiùgiovanedi
Hobsbawm,ProcaccidopoaveraderitoallaResistenza,sieraiscriIoalPCInel1948,
ma le sue frequentazioni comuniste erano nei primi anni Cinquanta sopraIuIo
francesi.DopoessersilaureatoconMorandi,dal1949Procaccisierainfastrasferito
aParigiecisarebberimastograzieadunaborsadistudiofinoal1952.AParigiera
entrato in rapporto d’amicizia e di sintonia poli?ca con alcuni giovani studiosi
comunis? come Jean Chesnaux, Francois Furet, Emmanuel Le Roy Ladurie e Denis
Richet .Ricordandoadecennididistanzalasuamilitanzanegliambien?comunis?667
francesi,ProcacciavrebbedeIochesi traIavadi«circoli ristres» incui regnava la
«separatezza»eil«seIarismo».RientratoinItalianel1952einiziatoafrequentaregli
ambien?dell’Is?tutoGramsciromanosisarebberesocontoche
essere comunis? e anche essere marxis? in Italia, nel paese di Gramsci, era cosa
diversadall’esserloinFrancia.Quinonesistevanocompar?men?stagnienellesezioni
siincontravanomilitan?didiversice?sociali,ferminellelorocertezze,maanchericchi
direalismoediesperienzapoli?ca.Ancheilrapportotrailpar?toegliintelleIualiera
Ineffesera incontaIoconSergioBertelli,segretariodell'Is?tutoGramsci,chenellaprimaveradel664
1956gli proponevaun incontro tra storici francesi, inglesi e italiani apar?reda contasconSabouleMalowitz,cheprobabilmenteavrebberotoccato«astudyonthepassagefromfeudalismtocapitalism».Hobsbawmrispondeva«youcanbeassuredthatwearefullyinsupportoftheideasandwouldwishtotake part in it so far aswe can». Is?tutoGramsci [d’ora in poi IG], Archivio della Fondazione Is?tutoGramsci[d’orainpoiAIG],Serie3-CorrispondenzadeidireIori,soIospecie2-CorrispondenzaNaIa,UA41-CorrispondenzaNaIa1956,LeIeradiS.BertelliaHenry(sic)Hobsbawm,1°marzo1956;leIeradiE.HobsbawmaS.Bertelli,17marzo1956.
LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 85° riunione dell’Historians’ Group665
CommiIee,25marzo1956,p.126.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.361.666
G. Procacci, Con GastoneManacorda a «Studi storici», in G.Manacorda, Il movimento reale e la667
coscienzainquieta,cit.,p.301(301-311).
�150
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
diverso(SocietànonassomigliavaaffaIononsoloallaNouvelleCri1que,maneanche
allaPensée)ediversiglistessiintelleIuali .668
Hobsbawmdeveaverpercepitoqualcosadisimile:seversoiquadridirigen?delPCI
provavaunaforteammirazione,avrebbedefinitoilPCFun’organizzazione«governata
da sergen? della poli?ca» . Una differenza di fondo tra i due maggiori par??669
comunis? europei che si sarebbemanifestata sopraIuIo dalla secondametà degli
anni Cinquanta , ma che già all’epoca si palesava nel modo in cui i due par??670
andavano presentando la propria azione poli?ca: «mediata, teorizzata,
conceIualizzata»dai dirigen?delpar?to italiano, senzaun’esigenzadi riflessionee
piùpropensoalpragma?smoquello francese . Lapoli?ca culturaleavevaassunto671
nel PCI un’importanza di primo piano: veniva intesa dal suo leadernon in termini
meramente funzionali allapoli?ca,ma in terminiproposi?vie centraliper la stessa
elaborazione dello sviluppo della linea poli?ca del par?to; e questo – come ha
dimostratoAlber?naViIoria–nonsolodopoil1956,madaiprimianniCinquanta .672
Con il 1956 questa differenza si sarebbe esasperata portando ad una sempre
maggiorestalinizzazionedelpar?tofrancese ,mentrela«tensioneteorica»–come673
l’ha definitaMarc Lazar – introdoIa in seno al par?to italiano da Toglias avrebbe
spinto il PCI ad una sofis?cata elaborazione del conceIo di democrazia : la «via674
italianaalsocialismo»,incuilapoli?caculturalevenivariconosciutacomestrumento
di fondamentale importanza. Un’elaborazione che, come vedremo, fece sì che
Hobsbawmsiavvicinasseancoradipiùalpar?toitalianodopoil1956.
Maancoraprimadiquelladatacifuun’altraoccasioneincuiHobsbawmpoté
meIersi in gioco negli ambien? comunis? romani, i quali apprezzarono il suo
protagonismo:merita soffermarcisi per coglierenon tanto l’azionediHobsbawm in
Italia,quantopiuIostoilmodoincuigliitalianiiniziaronoapercepirlo.Acinqueanni
dall’assisediParigi,nel seIembre1955 si tennenelpalazzodei congressi all’EURa
Roma il X congresso internazionale di studi storici: un’occasione da non mancare,
Ivi.,p.302.668
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.361.669
C.Guiat,TheFrenchandtheItalianCommunistPar1es.ComradesandCulture,FrankcanPublishers,670
London2003,pp.55-85;
M. Lazar,Maisons rouges. Les Par1s communistes français et italien de la Libéra1on à nos jours,671
Aubier,Parigi1992,pp.60-113;LecitazionisonotraIeda:Id.,LastrategiadelPCFedelPCIdal1944al1947.Acquisizionidellaricercaeproblemi irrisol1, inE.Aga-RossieG.Quagliariello,L’altrafacciadellaluna:irappor1traPCI,PCFeUnioneSovie1ca,IlMulino,Bologna1997,pp.98-99(70-100).
A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali,cit.,pp.XV-XXIV,11-130.672
A.Krieges,Theinterna1onalRoleoftheFrenchCommunistPartysincetheSecondWorldWar,inD.L.673
M.BlackmereA.Kriegel,TheInterna1onalRoleoftheCommunistPar1esofItalyandFrance,CenterforInterna?onalAffairs,HarvardUniversity,1975,pp.35-60.
M.Lazar,LastrategiadelPCFedelPCIdal1944al1947,cit.,p.98.674
�151
primaparte:Re1
vista la posi?va esperienza parigina e vista l’opportunità che il congresso dava di
ritornareinItalia.Hobsbawmvipartecipò,assiemeadaltridellacerchiadeglistorici
comunis? britannici e della redazione di «Past and Present». A Roma poteva
rinnovareicontasconErnestLabrousse,PierreVilar,WitoldKula;crearnedinuovi.
RispeIo al protagonismo inaspeIato che aveva rives?to a Parigi, quando si era
trovatoapresiederelasessionecontemporaneadistoriasociale,nelcorsodell’assise
romanaHobsbawm assunse una posizione più defilata. Erano d’altronde cambia? i
ver?ci organizza?vi del congresso così come differente era l’impostazione data ai
lavori. Ques? furono struIura? su base cronologica (storia an?ca, medievale,
moderna,contemporanea);quaIrostudiosidifamainternazionalefeceropoiilpunto
dellasituazionedelpanoramadeglistudineidiversiambi?epocali.SitraIavadiuna
organizzazione tradizionale, volutamente in an?tesi rispeIo all’impostazione
annalis?ca del congresso parigino , a capo della quale c’era Federico Chabod,675
unanimemente riconosciuto come il maggiore rappresentante della storiografia
italiana ed eleIo a conclusione dei lavori presidente del Comité Interna?onal des
SciencesHistoriques .676
Si traIò di un congresso di cui gli storici di «Past and Present» rimasero
insoddisfas: rientra? in Inghilterra, alcunimembri della redazione presentarono ai
loroleIorileproprieimpressionisulcongresso.RichieseroinnanzituIounarevisione
delle struIure stesse del CISH sia in quanto corpo internazionale, sia nelle sue
declinazioni nazionali; denunciarono «the somewhat undemocra?c fashion of
organizing Congresses, the absence of widespread preliminary discussion of the
programme in many countries» . Nonostante segnalassero che si traIava del677
congressoconlamaggiorepartecipazioneinternazionaleinassoluto(cifurono1600
presenze provenien? da 34 Paesi), ne contestarono l’impostazione eurocentrica: la
maggiorepartecipazionedeicongressis?eraoccidentale (francesi, italiani, tedeschi,
americani,britannici), cosacheavevacomportatoun focusdelcongresso limitatoa
taleproduzionestoriografica .Segnalaronoinoltrechec’eranosta?–seppurraried678
intermiIen? – «echoes of ‘coldwar’» . Hobsbawm stesso ne era stato coinvolto,679
M. Mathus, ll X congresso internazionale di scienze storiche, Roma, se.embre 1955. Un bilancio675
storiografico,inH.Cools,M.EspansaBurgos,M.Gras,M.Mathues,M.Miglio(acuradi)Lastoriografiatrapassatoefuturo.IlXCongressoInternazionalediScienzeStoriche(Roma1955)cinquant’annidopo.AÅdelconvegnointernazionale,Roma21-24se.embre2005,Roma2008,p.6(1-8).
P.Prodi,IlXcongressointernazionalediscienzestoriche,Roma1955.Cinquant’annididistanza,inivi.,676
p.12(9-23).SulruolosvoltodaChabodnelCISHsivedaM.Angelini,Farestoria.Cultureepra1chedellaricerca in Italia da Gioacchino Volpe a Federico Chabod,Carrocci, Roma 2012, pp. 225-234 e Ead, D.Grippa,Caro Chabod. La storia, la poli1ca, gli affeÅ (1925-1960),Carrocci, Roma 2015, pp. 250-254;311-319
TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»,cit.,p.677
84.
Ivi.,p.85.678
Ivi.p.84.679
�152
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
alimentando le discussioni e le polemiche nate nel corso della sezione di storia
contemporanea,inmeritoallarelazioneLeproblèmedel’Atlan1queduXVIIIèmeauXX
siècles,presentatacongiuntamentedal franceseJacquesGodeghotedall’americano
Robert R. Palmer . Ques? ul?mi, richiamandosi metodologicamente al680
MediterranéediBraudel,avevano focalizzato lapropriaaIenzionesulla storiadelle
relazionitransatlan?che,presentando l’Atlan?cocomeelementonondiseparazione
bensì di raccordo tra le due sponde dell’oceano. Si traIava di un ambito di studio
ancorapocoesplorato,mo?voper cui idueautori avevanodeIodi voleravanzare
unaseriediproposteecontro-proposte.Essiavevanoaffermatochenel1850siera
registrata l’apicediunavera«Atlan?c cultural civiliza?on», venutapoimenofinoa
scomparireconl’iniziodelprimoconfliIomondiale;dal1945talecomunitàculturale
transatlan?caerarinata .Fuun’affermazionechesuscitòrumoreinsala.Ilpolacco681
Lesnodorskireagìperaffermarecheladivisione–chesoIostavaalleargomentazioni
dell'intervento–traun’Europadell’esteunadell’ovesterastoricamenteinfondata ;682
il russo Khvostov cri?cò la visione della storia europea e della storia mondiale
«gratuitamentedivisa inatlan?caenonatlan?ca» .Nonfuronosologlistoricidel683
blocco sovie?co a prendere posizione. Anche l’inglese CharlesWebster intervenne,
facendonotareche lacomunitàatlan?ca«mightbea temporaryphenomenon. […]
Aâer all the United States had entered the war not because of the Atlan?c but
because of Pearl Harbour» . Furono osservazioni subito riprese daHobsbawm, ai684
cuiocchilapropostadiGodeghotePalmererastataportata«intohistoricalanalysis
as a result of the poli?cal situa?on since 1945, which may be a very temporary
situa?on» .Rifiutava ladivisione traEuropaenordAmericadaun latoedEuropa685
orientaledall’altrocomeerrataepericolosa.Concludevaquindifacendopresenteche
nelleAmerichenonsierasviluppataun’economialibera,bensìbasatasullaschiavitùe
sullavoroforzato .Furonoparolechefecerointervenirel’americanoDavidLandes,686
che soIolineò non solo che la panoramica faIa da Hobsbawm «of the economic
exploita?onoftheworldbywesternEuropeisgrosslyoversimplified»,maancheper
difendere contro Hobsbawm l’opportunità e la libertà di elaborare delle ipotesi
IlcongressofuprecedutodallapubblicazionedellerelazioniedellecomunicazioniinseIevolumi,che680
vennerodistribui?primadelcongresso.
La argomentazioni della relazione sono riprese in W. Schieder, La presenza della storia681
contemporaneaalCongressoInternazionalediScienzeStorichedel1955,inLastoriografiatrapassatoefuturo,cit.,pp.142-143(131-154).
InterventodiLesnodorskinelcorsodellaSedutaan1meridianadel5se.embre1955,SezioneV,Storia682
contemporanea, in Comitato Internazionale di Scienze Storiche, AÅ del X congresso internazionale,Roma4-11se.embre1955,acuradellaGiuntaperglistudistorici,Roma1957,pp.569-571.
InterventodiKhvostov,inivi.,p.574(573-574).683
InterventodiWebster,inivi.,p.571(571-572).684
InterventodiHobsbawm,inivi.,p.572(572-573).685
Ivi.,p.573.686
�153
primaparte:Re1
storiograficheaprescinderedalleconsiderazionipoli?che .687
Aldi làdiques?basbecchiedellagenerale impostazione,ci fuqualcosadel
congressodicuiiredaIoridi«PastandPresent»rimaseroentusias?:«weareatthe
beginning – affermarono – of a period of genuine interna?onal coopera?on and
cross-fer?lisa?on» .EralaprimavoltadaiprimianniTrentacheaunasimileassise688
internazionale prendevano parte anche studiosi provenien? dall’URSS e dai Paesi
dell’Europaorientale.Nonostantefosserogiàsta?invita?aquellodiParigi,solodopo
lamortediStalin,larisoluzioneaGinevradelleos?litàinCorea,laconclusionedella
ques?onediTriesteelafinedelloStaatsvertragaustriacoilquinquennalecongresso
deglistoricipotéraggiungere,comeladefinìRobertFaw?erinaperturadeilavori,un
«eumenicalcharacter» .HobsbawmavevagiàsperimentatouncontaIodireIocon689
icolleghid’oltrecor?na,quandoneldicembredell’annoprecedenteerastatoospite
dell’Accademia sovie?ca delle scienze di Mosca come membro – assieme a
ChristopherHill,ArthurL.MortoneRobertBrowning–delladelegazionedelGruppo
deglistoricidelCPGB.SieratraIatodiunviaggiodacuierarimpatriatosenzaaver
cambiato le sue idee poli?che, ma in uno stato di depressione: l’incontro con i
colleghieconlarealtàsovie?cinonerastatoentusiasmante:cosìavrebberaccontato
nelle suememorie senili . In realtà, Hobsbawm cercò di potenziare la possibilità690
offerta dall’assise romana di incontrare nuovamente gli storici d’oltre cor?na. In
an?cipo rispeIo al congresso, Hobsbawm scrisse a Can?mori – che avrebbe
presiedutoilavoridiunasezioneerelazionatosullesuericerche –perchiederese691
gliitalianistesseroorganizzando«somesortofmee?ngwithourvariousfriendsfrom
Easterncountries,aswellasmee?ngofprofessionalhistoriansfromWesternEurope,
tomeetandexchangeviews» .LadomandatrovòimpreparatononsoloCan?mori,692
ma anche i giovani che ruotavano aIorno alla fondazione Gramsci: Ragionieri,
interpellato da Can?mori, circa l’esistenza di un simile programma tra lemura del
Gramsci commentava: «Hai proprio ragione: facciamo una figura da pagliacci, e
finiamocoldareragioneaScelbaec.,checiimpedisconoocirendonocosìdifficiledi
meIere il naso fuori d’Italia» . Provvedeva quindi, dopo averne parlato693
personalmenteconlostessoHobsbawmeconCan?morinelcorsodellagiàricordata
gitaallaConsumma,ainterpellareiresponsabilidellacommissioneculturaledelPCI
InterventodiD.S.Landes,inivi.,p.574.687
TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»,cit.,p.688
90.
K.D.Erdmann,TowardaGlobalCommunityofHistorians,cit.,p.230.689
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.221-225.690
SNS,CDC,LeIeradiR.Faw?eraD.Can?mori,5seIembre1955.691
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,senzadata,[1955].692
Ivi.,LeIeradiE.RagionieriaD.Can?mori,5agosto1955.693
�154
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
circa la fasbilità dell’inizia?va, invitando Alicata e Santarelli a farsene artefici ;694
ricevevaquindiladisponibilitàdiSalinariesimeIevaincontaIoconSergioBertelli,
segretariodell’Is?tutoGramsci .695
Quest’ul?moassiemeadAlessandroNaIa,divenutoproprionel1955direIore
dell’is?tuto, si stava già muovendo con l’associazione Italia-URSS e l’ambasciata
sovie?caperorganizzareun ricevimentodelladelegazionedi storici sovie?cipresso
l’Is?tutoGramsci .Semprepiùconsciodella«mostruosaimportanza»cheavrebbe696
assunto il congresso internazionale romano (un evento – soIolineava scrivendo a
NaIa – in cui «è impegnato il governo italiano e nel quale i sovie?ci partecipano
ufficialmente»), Bertelli accanto a quell’inizia?va aveva iniziato a pensare che la
commissioneculturaledelpar?todovessesfruIareaIentamentel’opportunitàdata
dall’assisedeglistoriciinternazionali,inmododasoIolinearneapieno«‘lospiritodi
Ginevra’ nel campo della collaborazione e della ricerca per gli studi storici» .697
L’occasione, agli occhi di Bertelli, si faceva importante in quanto, organizzando un
evento non solo «a uso ‘interno’», avrebbe permesso di «stabilire dei rappor?
internazionali, magari (nell’ipotesi più felice) riuscendo a oIenere in un secondo
momento dei ‘membri corrisponden?’ del nostro is?tuto» . Bertelli dunque698
accoglieva la proposta di Hobsbawm, che Can?mori non tardava a riferirgli
ipo?zzandouna riunione con storici sovie?ci e polacchi «meno larga» alGramsci e
«una larghissima» all’Einaudi , come una «buona no?zia» : la possibilità di699 700
allacciarerappor?con«uncompagnodelgruppodiPastandPresent[…]–diceva–è
unafortuna»perl’allargamentodeicontasinternazionalidell’is?tutoGramsci .Le701
propostedelgiovanesegretarioconvinseroNaIa,sequest’ul?mofeceproprial’idea
di promuovere all’Is?tuto un «qualcosa di più ristreIo, un incontro né ufficiale né
ufficioso» con gli storici sovie?ci, invitando Can?mori a coinvolgere
nell’organizzazione non solo Ragionieri, ma ancheManacorda e Gerratana , in702 703
vista di una riunione preparatoria da tenersi con Hobsbawm alla vigilia dell’assise
Ivi.,16agosto1955.694
Ivi.,23agosto1955.695
Ivi.,LeIeradiS.Bertelli(Is?tutoGramsci)aD.Can?mori,19agosto1955.696
IG, AIG, Serie 3 - Corrispondenza dei direIori, soIospecie 2 - Corrispondenza NaIa, UA 41 -697
CorrispondenzaNaIa1956,LeIeradiS.BertelliaA.NaIa,12agosto1955.
Ibid.698
Ivi., Serie 4 - Asvità dell’Is?tuto, SoIoserie 2 - Convegni, seminari, inizia?ve culturali, UA 55 -699
Corrispondenza1954-1957,LeIerediD.Can?moriaA.NaIaeaS.Bertelli,15agosto1955.
Ivi.,Serie3 -CorrispondenzadeidireIori,SoIoserie2 -NaIa,UA41-Corrispondenza1954-1958,700
LeIeradiS.BertelliaA.NaIa,19agosto1955.
Ibid.701
Ivi.,LeIeradiA.NaIaaD.Can?mori,18agosto1955.702
Ivi., Serie 4, Asvità dell’Is?tuto, SoIoserie 2 - Convegni, seminari, inizia?ve culturali, UA 55 -703
Corrispondenza1954-1957,LeIerediG.GerratanaaS.Bertelli,29agosto1955.
�155
primaparte:Re1
internazionale dell’EUR. Tali sforzi organizza?vi trovarono realizzazione e per alcuni
aspes risultarono anche fruIuosi. Sebbene gli ambien? dell’Is?tuto Gramsci
riscontrassero tra gli storici sovie?ci presen? al Congresso una preparazione
storiografica a volte non aggiornata , gli storici polacchi apprezzarono704
par?colarmente – come ha puntualizzato Karl Erdmann analizzando riviste come
«Kwartalnikhistoryczny»e«Voprosy»– l’incontrocongli storicibritannicidi«Past
andPresent»econglistoriciitalianidell’is?tutoGramsci .705
Èparsoopportunosoffermarsisuquest’episodioinquantopermeIedicogliere
un aspeIo della «scoperta dell’Italia» faIa da Hobsbawm dal punto di vista però
italiano,edirisponderealladomandasulperchéecomenelgirodipochiannisisia
creatounrapportointensoeduraturotraHobsbawmegliambien?culturalidelPCI.
Di certo influirono le sue qualità umane: Hobsbawm creava con facilità relazioni
empa?cheeavevaunapar?colarecapacitàdisedurreisuoiinterlocutori,risultando
fin dal primo incontro «molto in gamba e anche assai simpa?co» . Anche tra le706
personecheloavrebberoincontratodecennipiùtardi,quandoormaiavevaraggiunto
una certa notorietà, l’impressione che dava era sempre posi?va . C’era però707
dell’altro:ilcontestoincuieglisiinserì,anchesemplicementeaccendendolascin?lla
diunincontroconglistoricid’oltrecor?nanelseIembre1955,gli fufavorevole.La
fondazioneGramsciallafinedel1954erastatateatrodiunapolemicadaitonimolto
duri, da cui stava nel 1955 cercando di uscire reindirizzando la propria asvità. Più
voci intelleIuali avevano infas avanzato una serie di cri?che verso un is?tuto che
non si era dimostrato all’altezza dei suoi proposi?, finendo per proporre un’asvità
seIariaelimitata.Larichiesta,rinforzatadallapresadiposizionedellostessoToglias
che aveva in quell’occasione insis?to sulla necessaria autonomia dei ricercatori
rispeIo al par?to, era quella di una maggiore concretezza e di una maggiore
ampiezza degli orizzon? . Trasformatosi da fondazione ad is?tuto, soIo la nuova708
direzionediNaIa ilGramsci si proponeva tra le altre coseanchedi intensificare le
P.Alatri,Acolloquio con lo storico sovie1coA. Sidorov, in«Rinascita»,1955/9,pp.569-572.Anche704
Can?morineisuoi«Epiloghicongressuali»(955-956)faràcri?cheaAnnaPankatova.
Sull’importanzadeicontasconglistoricidi«PastandPresent»econquellidell’Is?tutoGramsciper705
glistoricipolacchiesovie?ci,apar?redaunosguardosullerivistedeglistoricid’oltrecor?na,haparlatoK.D.Erdmann,TowardsaGlobalCommunityofHistorians,cit.,pp.235-236.Un’ecodiques?rappor?traglistoricidell’Europadell’Estel’Is?tutoGramscisonodariscontrareinNiektorespostrzezeniaiwniowskiz XKongresuNaukHistorycznychwRzymie, «Kwartalnikhistoryczny», 1956/1,pp. 3-11e in«VoprosyIstorii»,1956/2,pp.214-19.
SNS,CDC,LeIeraE.RagionieriaD.Can?mori,16agosto1955.706
AldoAgos?chesarebbeentratoinrapportoconHobsbawmneglianniSeIanta,nericordalagrande707
disponibilità e una par?colare gen?lezza: tes?monianza orale di A. Agos? all’autrice, marzo 2015.Alber?naViIoria,cheloavrebbeincontratonegliambien?dellafondazioneGramscineglianniOIanta/Novanta,nehaevocatolasimpa?aelacordialità.
A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali.Storiadell’Is1tutoGramsci,cit.,pp.46-70;G.Zazzara,Lastoriaa708
sinistra,cit.,pp.112-116.
�156
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
relazioniconilmondouniversitario .Laspinta–chetrasparedalleconversazionitra709
Bertelli, NaIa e Can?mori sopra ricordate – verso un dialogo con ambien?
accademici anche internazionali, come ad esempio quello degli storici marxis? di
«Past and Present», doveva rispondere al progeIo di sprovincializzare l’asvità del
Gramsci e di aprirlo a un confronto con altre culture storiografiche. Hobsbawm si
inserì in questo spazio: garan?va cioè al Gramsci un’apertura verso il mondo
anglosassone che in Italia risultava sinonimo di modernità. Nelle sue memorie
avrebbescriIo:
Adifferenzadegli inglesi edei francesi gli italiani sonoaffascinan?, lusinga?eanche
sprona?dall’interesse chegli stranieri dimostranoper le loro vicende, ancheo forse
sopraIuIoquandoques?stranierisonovisibilmentediversida loro. […]Equasiogni
riconoscimento dei risulta? italiani che provenisse dall’estero era salutato con
favore .710
Già l’accoglienza che Hobsbawm aveva ricevuto nel 1952 dal precedente
direIore della fondazioneGramsci, AmbrogioDonini, rientrava trasversalmente nel
propositodelPCIdidiffondereancheoltre iconfininazionali i tes?diGramsci.Una
diffusione che in Gran Bretagna, nonostante mediatori di alto livello come Sraffa,
stentava a concre?zzarsi nei canali editoriali ufficiali , ma che – come si vedrà –711
avrebberaggiuntodilìapochianniunarealizzazioneconcreta,seppurparziale,grazie
anche alla conoscenza che proprio Hobsbawm andò acquisendo in Italia dei tes?
gramscianiealladiffusionecheassiemeadaltriavrebbeincen?vatoall’internodegli
ambien? marxis? britannici. Nel 1958 quando l’Is?tuto romano organizzò la sua
prima uscita scien?fica ufficiale con il primo convegno internazionale di Studi
gramsciani, fu premura degli uomini del Gramsci invitare anche amici britannici:
ricercaronodapprimalacollaborazionediMauriceDobbacuichieserodientrarenel
comitato d’onore del convegno , quindi quella di Hobsbawm a cui Franco Ferri712
espresse«anomedell’Is?tutolasperanzadipoter?averetraipartecipan?ailavori»
con una «comunicazione su qualche aspeIo di Gramsci» . Onorato dell’invito,713
Hobsbawm si rese disponibile «if there is anything I can do to help you from the
Bri?sh end»: fece quindi presente a Ferri la recente pubblicazione di un’antologia
Ivi.,p.116.709
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.388-389.710
T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,pp.711
IG,AIG,Serie4 -Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2 -Convegni, seminari, inizia?veculturali,UA78 -712
Convegnodistudigramsciani,1957-1958,soIocartellaM.Dobb,CorrispondenzatraBianchiBandinellieDobb,seIembre1957.
Ivi.,soIocartellaE.Hobsbawm,LeIeradiF.FerriaE.Hobsbawm,9novembre1957.713
�157
primaparte:Re1
gramscianainGranBretagna .714
Fupropriosuquest’aspeIochel’is?tutoGramsci,avutano?ziadell’assenzadiDobb
alcongresso ,caldeggiòsiconcentrasselarelazionediHobsbawm :unarelazione,715 716
faIa in italiano incuidiedecontodell’influenzadiGramscinelRegnoUnitoedello
sforzocheglistoricimarxis?britannici–comesivedràmeglionelprossimocapitolo–
avevanonelfraIempofaIoperpubblicareGramscianchenelRegnoUnito .717
Ilpropositodell’Is?tutoGramscidimirareacollaborazioniesterenonsirealizzò
solo con l’estemporaneo intervento di Hobsbawm al convegno gramsciano, ma si
concre?zzò in modo più compiuto di lì a breve, quando l’Is?tuto diede vita alla
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,29seIembre1957.714
Ivi.,soIocartellaM.Dobb,LeIeradiDobbaBianchiBandinelli,7dicembre1957.715
Ivi.,CorrispondenzatraHobsbawmeFerri,10,14,18,24dicembre1957e4gennaio1958,dacuisi716
evince una contraIazione tra i due circa la copertura delle spese di viaggio. Ferri, che inizialmenteproposeunrimborsoparziale,allafine,dopol’autautdiHobsbawm,gligaranï«tuIoilnostroaiutoperletuespese»:indicediquantogliitalianiritenesseroimportantelapartecipazionediunrappresentanteinglese.
Intervento di Eric Hobsbawm, in Studi gramsciani. AÅ del convegno. Roma 11-13 gennaio 1958,717
EditoriRiuni?,Roma1958,pp.535-536.
�158
EricHobsbawmalprimoconvegnodistudigramsciani(Roma,gennaio1958).
secondocapitolo:Lascopertadell’Italia
seconda «importante occasione [dopo il congresso] di rilancio – come l’ha definita
Alber?naViIoria–dellapoli?caculturaledelPCIedello[stesso]Is?tutoGramsci,sul
piano dell’alta cultura» : la nascita di una nuova rivista, edita e finanziata718
dall’is?tuto. «Studi Storici», una delle tante riviste che sarebbero nate nel post
1956 , uscì su inizia?va di un gruppo di giovani storici quali Ragionieri, Procacci,719
Zangheri, Rosario Villari e soIo la direzione di Gastone Manacorda . Proprio720
quest’ul?mo,grazieallamediazionediCan?mori,coinvolseHobsbawmnelprogeIo.
NonostanteCan?morisimantenessedistanteepiuIostodiffidenterispeIoaquesta
nuovainizia?vaeditoriale ,daLondraavvisaval’amicoromanodiaverincontrato–721
incompagniadiCorradoVivan?eAlbertoTenen? –Hobsbawmediavergliparlato722
del progeIo della nuova rivista, annotando in calce l’indirizzo di quest’ul?mo .723
Manacorda,ringraziandoloperlamediazione ,nontardavaasfruIareilcontaIo ,724 725
che si sarebbe concre?zzato ben presto: nel suo primo anno «Studi Storici» ospitò
infas,comesi vedrà,uncontributo in cuiHobsbawm,adistanzadialcuniannidai
primi ar?coli apparsi su «Past and Present», presentava al pubblico italiano la sua
riflessionesullacrisidelXVIIsecolo .726
NeiprimianniSessanta inoltredivenne lavoce inglesedi«Rinascita».Sefino
adalloralarivistaavevadedicatounospazioestremamenteresidualeallasituazione
britannica ,preferendofocalizzarel’analisipoli?cainternazionalesualtricontes?,la727
penna di Hobsbawm a cadenza ristreIa aprì a par?re dal seIembre 1963 – con
A.ViIoria,La‘ricercaoggeÅva’:ilrapportofralapoli1caelaculturaperGastoneManacordaeDelio718
Can1mori.Introduzionealcarteggio,inD.Can?morieG.Manacorda,Amiciperlastoria,cit.,p.112.
D.Bidussa,Storiaestoriografiadelmovimentooperaionell’Italiadel secondodopoguerra.Glianni719
dellaformazione(1945-1956), inL.Cortesi(acuradi), Ilsocialismoe lastoria.StudiperStefanoMerli,Franco Angeli, Milano 1998, pp. 183-230; M. Scos, ‘Passato e Presente’ (1958-1960). Tra i faÅd’Ungheria e l’elaborazione del centrosinistra, in «Passato e presente», 2004/62, pp. 57-84; Ead.,Dasinistra.Intelle.uali,par1tosocialistaitalianoeorganizzazionedellacultura(1953-1960),Ediesse,Roma2011,pp.200-240;G.Zazzara,Lastoriaa sinistra,cit.,pp.118-120;Ead.,DelioCan1morie la ‘Rivistastoricadelsocialismo’.CarteggioconLuigiCortesieStefanoMerli,in«Belfagor»,2009/5,pp.567-595.
G.Manacorda,Nascita di una rivista di tendenza (1985), in Id., Ilmovimento reale e la coscienza720
inquieta,cit.,pp.293-297;G.Procacci,ConGastoneManacordaa‘StudiStorici’, inivi.,pp.301-311;R.Villari,IncontroconGastoneManacorda,inivi.,pp.312-319;A.ViIoriaeG.Bruno,NotaintroduÅva,in«StudiStorici»,Indice1959-1984,acuradiG.BrunoeA.ViIoria,Ed.RIuni?,Roma1985.
A.ViIoria,La‘ricercaoggeÅva’,cit.,pp.114-125.721
CartolinadaLondrafirmatadaCan?mori,Hobsbawm,Tenen?,Vivan?aManacorda,giugno1959,in722
ivi.,p.406.
LeIeradiD.Can?moriaG.Manacorda,10giugno1959,inivi.,p.404.723
LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,13giugno1959,inibid.724
LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,28giugno1959,inivi.,pp.409-410.725
E.Hobsbawm,IlsecoloXVIInellosviluppodelcapitalismo,in«StudiStorici»,1959-60/4,pp.661-676.726
FrancoCalamandrei, il corrispondentede«l’Unità»da Londra, aveva contribuito conalcuni ar?coli727
ancheper«Rinascita»;A?tolod’esempio:F.Calamandrei, Il risvegliodel LabourParty, in«Rinascita»,1960/11,pp.909-914.SivedaF.eP.Calamandrei,Unafamigliainguerra:le.ereescriÅ(1939-1956),A.Casellato(acuradi),Laterza,Roma-Bari2014.
�159
primaparte:Re1
qualche an?cipazione su «Società» – ai leIori comunis? italiani la possibilità di728
conoscere dall’interno la realtà poli?ca, sindacale e sociale del Regno Unito, in un
momentodi transizionedai governi conservatori aquelli laburis?guida?daHarold
Wilson,dicuiHobsbawmdavacontocontagliopolemico.Fuancheinquestomodo
che Hobsbawm divenne conosciuto negli ambien? comunis? italiani a livello
nazionale.LucioSponza,chesarebbestatoallievodiHobsbawmalBirkbeckCollege
all’inizio degli anni SeIanta, ha recentemente ricordato che scoprì con stupore la
produzionestoriograficadiHobsbawmsolounavoltainInghilterra,credendolofinoa
quelmomento–proprioapar?redallecolonnedi«Rinascita»–unfinegiornalista .729
La vicinanza traHobsbawme il PCI e il valore che inquestoavvicinamentogiocò il
modellodiintelleIualegramscianotrovònellacrisidel1956unmomentodecisivo.
E. Hobsbawm, La poli1ca inglese nel XX secolo, in «Società», 1958/1, pp. 101-118; ar?colo che728
riprende, ampliandolo, il testo pubblicato con il ?tolo Twen1eth-Century Bri1sh Poli1cs, in «Past andPresent»,1957/11,pp.100-108.
L. Sponza, Eric Hobsbawm. Un ricordo personale. Intervento tenuto in occasione del convegno729
Ascoltare il lavoro. Seminario di storia e scienze sociali, nella sessione di apertura in?tolata Storici allavoro. Omaggio a Eric Hobsbawm, Venezia 9-10 maggio 2013, in «storiAmestre», <hIp://storiamestre.it/2013/05/hobsbawmunricordo/>.
�160
primaparte:Re1
Terzocapitolo
1956
3.1.Lachiavedell’autoritraUo
NellarappresentazionecheHobsbawmavrebbeelaboratodisestesso il1956
occupa un posto di primo piano. A seguito degli even? di quell’anno, da un lato il
rapporto segreto con cui Khrushchev denunciò i crimini di Stalin e dall’altro la
repressione della rivoluzione ungherese , la quasi totalità dei membri730
dell’Historians’ Group del CPGB uscì nel giro di pochimesi dal par?to. Hobsbawm
invece rimase. Fu questa una scelta che egli avrebbe trasformato nella chiave
interpreta?va del suo percorso biografico. Divenuto personaggio di fama
internazionale,imediadituIoilmondononmancaronomaidiporgliladomandasul
perché non lasciò il CPGB dopo il 1956 e sul perché non rinnegò mai la propria
adesione comunista. Le sue memorie autobiografiche, scriIe all’età di 85 anni,
ruotanoaIornoaquestadomanda.LarispostacheHobsbawmviavrebbeelaborato
è questa: a differenza dei suoi compagni britannici, egli rimase leale almovimento
comunista perché vi era entrato – scrisse – in un contesto geografico e temporale
diverso.Eradiventatocomunistanonda studenteuniversitarionell’Inghilterradegli
anni Trenta, com’era successo a mol? suoi compagni, ma da adolescente in una
repubblicadiWeimarormaialcollasso,quandoesserecomunista–disse–significava
daunlatoan?fascismoedall’altroRivoluzioned’OIobre.Feceinoltreappello–come
pos?lla–adunamo?vazionepsicologica:l’orgogliopersonalediaverraggiuntoinun
mondoaspramentean?comunista risulta?professionalmenteal?nonostante lasua
tessera di par?to . Si traIa, come ha commentato Perry Anderson, di una «plain731
biographicaltruth,wellstated»mapococonvincenteelacunosa .AncheSilvioPons732
hanotatochel’autobiografiadiHobsbawmsedaunlatoèriccadisignifica?vispun?
percomprenderel’adesionealcomunismo,dall’altrolato«offersveryliIleevidence
M. Flores, 1956, Il Mulino, Bologna 1996; sulle ripercussioni del XX congresso del PCUS sul730
movimento comunista internazionale e sul suo significato poli?co si veda F. Gori (a cura di) Il XXCongressodelPCUS,FrancoAngeli,Milano1988.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.242-243.731
P.Anderson,TheAgeofEJH,in«LondonReviewofBooks»,3oIobre2002,p.5.732
�161
terzocapitolo:1956
on the erosion of communist iden?ty» e, si può aggiungere, anche sulla sua733
trasformazione dopo la crisi del 1956. Proprio nel corso di quell’anno infas
Hobsbawmavrebbefissatoundecisivocambiamentonellasuamilitanzacomunista:
nonsolorimasenelpar?to,maconquell’annoavvennelasuaadesione«ufficiale»al
Par?tocomunista italiano.Avrebbechiuso lesuememorieautobiografichesul1956
affermandoche:
Anche se, al contrariodellamaggiorpartedeimiei amici delGruppodegli storici, io
rimasi nel par?to comunista, la mia situazione di uomo che aveva perso i propri
ormeggipoli?cinoneramoltodiversadallaloro.[…]EssereiscriIoalpar?tononaveva
piùlostessosignificatocheavevaavutofindal1933.Inpra?camiriciclai,passandoda
militanteacompagnodistradaosimpa?zzanteo,perdirlainaltritermini,damembro
effesvodelpar?tocomunistabritannicodiventaiunaspeciedimembrospiritualedel
par?tocomunista italiano, cheeramoltopiùconsonoallamia ideadi comunismo. (I
comunis?italianicontraccambiaronolemiesimpa?e) .734
Oltrearimarcareunadiscon?nuitàtralasceltache–dopomesididiscussioni–egli
fece a differenza dei suoi compagni dell’Historians’ Group, Hobsbawm nelle sue
memorieavrebbedunquesoIolineatoancheunadiscon?nuitàrispeIoalsuopunto
di riferimentopar??co: nonpiù quello britannico, bensì quello italiano.Dicendodi
raccontaregli avvenimen?diquell’annooscillando tra laposizioneedi storicoedi
biografodisestesso,Hobsbawmavrebbedunquepresentatoil1956comeunannodi
svoltaediroIuranellasuaesperienzabiografica.Fudavverocosì?
Perprovare–comesifaràinquestocapitolo–arispondereaquestadomanda
opportunorisultaanteporreunanotadimetodo.Lavorareaduna“biografiaitaliana”
di Hobsbawm non significa solo ricostruire re? e scambi internazionali di un élite
intelleIuale.Richiedediragionareanchesull’iden?tàcomunistadellostoricoinglese,
perchiedersiseequalitrasformazioniessaabbiasubitonell’incontroconilPCI.U?le
nell’affrontare questo aspeIo, appare immaginare lo storico inglese come un
soggeIo «liminare», un aIore di connessioni e in movimento tra queste due735
tradizionicomuniste.Evitarediragionareinterminischema?camentecompara?vi 736
e immaginare Hobsbawm come un soggeIo ibrido, in movimento tra due par??
S. Pons, History as Autobiography. Communism in EJH’s “Short Century”, in «Journal of Modern733
EuropeanHistory»,2013/4,p.416(410-416).
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.241.734
Riprendo qui i conces di “connected histories” formulato da Subrahmanyam, come quello di735
“histoirecroisée”coniatodaWernereZimmermann.
Perun’analisidellecri?cheavanzateversoilimi?delmetodocompara?vohotrovatou?leH.G.736
Haupt,Compara1veHistory:aContestedMethod,in«BuildingthePast.OnlinePaper»,papern.2.(s.d.),<hIp://virgo.unive.it/eurodoct/ed/index.php?op?on=com_content&view=category&id=49&Itemid=77>,pp.1-15.
�162
primaparte:Re1
comunis?, comporta dei vantaggi. PermeIe in primis di superare alcune cri?che
mossealgenerebiograficodallastoriografiadeglianni’80 :aiutacioèanonridurre737
lasuaindividualitàadunaeccessivaaderenzaalgruppopoli?co(néquellodiorigine
né quello di “adozione”) e permeIe di non cadere in una ricostruzione lineare e
coerentedellasuaesperienzapoli?ca,maalcontrariodievidenziarneleincertezzee
lecontraddizioni.SeguireilmodoincuiHobsbawm,iscriIoalCPGBeasvomembro
delGruppodeglistoricidiquelpar?to,entròinsintoniaconilmovimentocomunista
italianoomegliocon iver?cidelseIoreculturaledelPCIproprioaseguitodel ‘56,
permeIe in altre parole di cogliere con maggiore facilità quelli che Edward P.
Thompsonhachiamatoi«nodiconfliIuali»dell’esperienzapoli?cadiunindividuo,in
mododailluminare«ilsuoaIeggiamentoeilmodoincuilasuamentesiconfronta
con il mondo» . Credo anche compor? una riflessione su ciò che recentemente738
GiovanniLeviha individuatocomeil«sensopluraledell’in?mità»diun individuo ,739
cogliendo idiversi livellidi iden?ficazionediHobsbawm. Insecondo luogo,studiare
l’aIeggiamento tenuto da Hobsbawm in occasione della crisi del 1956,
immaginandolo come un soggeIo ibrido permeIe sopraIuIo di trovare maggiori
risposte alle lacune evidenziate, tra gli altri da Anderson e Pons sulla sua iden?tà
poli?cae sullanaturadella sua vicinanzaal PCI.Ma come?Non solo rifacendosi al
materialearchivis?codell'epoca,maancheaffrontandoites?cheHobsbawmscrisse
nel1956enegliannidipocosuccessivi.Traques?verràdataaIenzioneinpar?colare
a Primi1ve Rebels, il libro pubblicato nel 1959 che – come si è visto – nasceva a
par?re dai suoi viaggi e dai suoi contas italiani. Verrà analizzato non solo per i
contenu?ma–seguendoilconsigliodiNatalieZemonDavis –cercandodicogliere740
inesso,nelsuolinguaggioenellasuastruIuralestrategieelamentalitàdell’autore.
Inquestocapitolo,dunque,si ripercorreranno lesceltediHobsbawmin lineacono
divergen?dalrestodelgruppodeglistoricidelpar?tocomunistabritannico,cercando
di capire non tanto perché rimase nel par?to, quanto perché non lo lasciò. Per
rispondereaquestedomande,sifermeràlosguardoprimasullareazionedelGruppo
deglistoricicomunis?britannici,vedendopoicomeHobsbawmsimosseeall’interno
diessoeinazioniindividuali;conl’obiesvodicapireinfinesenelsuoavvicinamento
alPCIeglivisseuntotalecambiamentoopiuIostounariconfermadisestesso.
G. Levi, Les usages de la biographique, in «Annales. Histoire, Sciences Sociales», 1989/6, pp.737
1325-1336; P. Bourdieu, L’illusion biographique, in «Actes de la recherche en sciences sociales»,1986/62, pp. 69-72; J. Le Goff, Comment écrire une biographie historique aujourd’hui?, in «Débat»,1989/54,p.49.
E.P.Thompson,ApocalisseeRivoluzione.WilliamBlakeelaleggemorale,Cor?naEd.,Milano1993,738
p.11.
G. Levi, In1mité marrane, in «Penser/Rêver», 2014/25, pp. 103-113; tr. it. in «Storiamestre», 31739
dicembre2015,<hIp://storiamestre.it/2015/12/in?mita-marrana/>.
N.ZemonDavis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,Laterza,Roma-Bari2008,p.14.740
�163
terzocapitolo:1956
3.2.RoUure
«Aquestopuntoiltaccuinorossoeraimbostodiritaglidigiornalechesiriferivanoal
XX congresso del par?to comunista in Russia, di leIere delle persone più disparate
sulla linea poli?ca del par?to, di appun? su riunioni poli?che, ecc. Questamassa di
carta era statamessa insieme con strisce di gomma e appuntata alla pagina con un
fermaglio.PoiricominciavalacalligrafiadiAnna» .741
AnnaWulf,alteregodiDorisLessingnelsuocapolavoroIltaccuinod’oro,davaquindi
contoneldiariodedicatoallasuamilitanzacomunistadellafrene?caasvitàpoli?ca
incuisieraimmersatralaprimaverael'estatedel1956.Inquelfrangentemol?suoi
compagni«colcuorespezzatoe[…]pienidicinismo»abbandonavanoilCPGB .Non742
erano solo i suoi amici, scriIori e intelleIuali del mondo bohémien londinese, a
prenderequestadecisione;reazionisimilisiriscontravanoancheinquar?eripopolari
comequellidell'EastLondon. InBrododipollocon l’orzoadesempio,testoteatrale
del 1958 in cui ArnoldWesker riversava la sua esperienza personale e familiare, il
protagonistaRonnieKahn,figlioventennediunafamigliacomunistaoperaiadiorigini
ungheresi, veniva lacerato di fronte al faIo che il «grande ideale […] e[ra] esploso
soIogliocchi» .AnnaWulf,perfarfronteaquellosmarrimento,sieraimpegnata743
conconvinzioneefiducia,atrasanchecontoniironici ,inunripensamentototale744
del par?to: un lavoro di riflessione che però – chiosava – non aveva «concluso
assolutamente nulla» , lasciandola – come era successo anche a Ronnie –745
profondamentedisillusa.
Alla fine del novembre di quell’anno, dopo che le truppe sovie?che erano
entrate a Budapest, Lessing scrisse a John Gollan (il nuovo segretario del par?to,
D.Lessing,Iltaccuinod’oro,Feltrinelli,Milano2014,[ed.or.1962],pp.487-488.741
Ivi.,p.488.742
A.Wesker,Brododipollocon l’orzo, in id.,Trilogia,Einaudi,Torino1962,aIoterzo,scenaseconda.743
Sull’origine autobiografica di questa dramma teatrale si veda la citazione di alcune pagine del diariotenuto da Wesker nel 1956 presente in F. BeckeI, Enemy Within. The Rise and Fall of the Bri1shCommunist Party,Murray Publishers Ltd., Londra 1995, pp. 139-140. Per un’analisi della produzioneteatrale diWesker in relazione alla situazione poli?ca degli anni Cinquanta e Sessanta rimando a D.Rebellato,1956andAllThat:TheMakingofModernBri1shDrama,Routledge,London1999,pp.10-16.
L’uso dell’ironia come veicolo di dubbio e messa in discussione della linea poli?ca all’interno del744
par?tocomunistasiriscontraancheinunaltrotestodiLessing, ilraccontobreve IlgiornoincuiStalinmorì(Ed.ETS,Pisa2014,conintroduzionediCris?naGamberi),chevenneoriginariamentepubblicatoin«TheNewReasoner»nell’autunnodel1957echehamol?echis?lis?cietema?ciconIltaccuinod’oro:ilraccontobreverappresentò,adeIadellastessaLessing(Camminandonell’ombra,cit.), laprimabozzadelsuccessivoromanzo.
D.Lessing,Iltaccuinod’oro,cit.,p.488-489.745
�164
primaparte:Re1
succedutoalmalatoPolliI)per comunicare le suedimissionidalCPGB .Permesi746
erarimastanelpar?toeavevapersuasoaltriafarlo,perchéavevaripostosperanzedi
rinnovamentonellasualeadership;oraperò–dicevacontonorisoluto–nonc’erano
piùlecondizionipercon?nuare.Seilpar?tobritannico,primadell’invasionesovie?ca
dell’Ungheria,avevaancoratuIeleopportunitàperprendereledistanzedaMoscae
dar vita a un processo di rinnovamento intero aIraverso «public cri?cism» e «re-
educa?on», ora era giunto a un punto di non ritorno. La dirigenza del par?to,
negando dopo il XX congresso del PCUS qualunque discussione interna, aveva
dimostrato di non avere il coraggio di ripensare con autocri?ca la storia dello
stalinismo; aveva con?nuato nella menzogna, distorcendo e insabbiando le
informazioni, servendosianchedell’«an?-intellectualphilis?nism in theParty».Non
aveva faIo altro – con?nuava Lessing – che meIere in aIo le stesse pra?che di
soppressione stalinista: l’aIeggiamento verso «The Reasoner» – su cui tra breve si
dirà–neeraunesempio.Neinumerosidibas?acui leiavevapresoparte inquei
mesi i quadri dirigen? del par?to «turned not to science but to religion, not to
inves?ga?onbutto‘convic?on',nottoargumentbuttotherule-book»;avevanocioè
mostratounaIeggiamentodemagogicoeun tonodi superiorità,finendoper«find
themselves?meaâer?meinaminority(oâenofone)–anddrewnoconclusions».
L’invasione sovie?ca dell’Ungheria aveva toccato poi ques?oni umane di primaria
importanza che non potevano essere eluse; era un faIo di tale gravità che «has
destroyed thenameofSocialismand itsnature». La sceltadelpar?tobritannicodi
appoggiaretalepoli?caloavevadiscreditatoagliocchiditus;imigliorimembridel
par?to– commentava Lessing– sen'eranoanda?,«there remain theyes-menand
thehangmen».Noneradunquepossibileperleicon?nuarealavorareperunpar?to,
prendendoordinidallasuadirigenza,incuinonavevapiùalcunafiducia.
Fu questa la decisione che mol? amici di Lessing, tra i quali mol? membri
dell'Historians'Grouppreseronell’autunnodel1956oqualchemesepiùtardi.Giànel
marzodiquell'anno,quandoeranoiniziateadiffondersileprimeindiscrezionicircail
rapporto segretodi Khrushchev, eranoapparse sul «DailyWorker» le prime voci di
cri?ca.«‘FororagainsttheEC’wasnotthemainissue,atleastintheearlierstages»
quando, avrebbe ricordato Margot Heinemann, le riflessioni avevano toccato
piuIosto nel profondo la propria coscienza e iden?tà comunista ;ma ben presto747
erano emerse cri?che: Rodney Hilton, Maurice Dobb, Ronald L. Meek, Maurice
Cornforth,BridgeteChristopherHillavevanoavanzatodall'organoufficialedelpar?to
richiestedimaggioreinformazioneinmeritoaitemitraIa?nell'assisemoscovitaedi
HullHistoryArchive[d’orainpoiHHA],JohnSaville’sCorrespondence[d’orainpoiJSC],Box7,1956,746
LeIeradiD. Lessing a J.Gollan, 30novembre1956. Tale leIera è accompagnatadauna leIera [nondatata]dellastessaLessingaJ.Savilleincuiavvisal’amicocheglistavainviando«acopyofaleIerIsentJohnnyGollan».DallaleIeradidimissionisonotraIeanchelesuccessivecitazioni.
M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.45(43-57).747
�165
terzocapitolo:1956
una aperta discussione all'interno del proprio par?to . La leIura del significato748
poli?co del XX congresso del PCUS avanzata dalla dirigenza britannica non era per
loro soddisfacente: George MaIhews, vice segretario nazionale del par?to, si era
limitato infas a commentare la sola relazione pubblica del leader sovie?co. Dalla
corrispondenzadiHobsbawmconHeleneRaymond,suaamicacomunistaparigina,si
evince il tenta?vo che in quei mesi prendeva piede di una ricerca su scala
internazionaleealivelloinformaledi informazioniesaus?vesuitemitraIa?ilmese
primaaMosca:temisucuilastampadipar?tosiabritannicachefranceserimaneva
elusiva .749
Seguirono nuove discussioni e richieste di maggior informazione. Richieste che la
leadershipdelpar?tobritannicodisaIese:inoccasionedelXXIVcongressonazionale
del CPGB che ebbe luogo alla fine di marzo, e su cui mol? intelleIuali comunis?
riponevano speranze , la ques?one sovie?ca venne quasi del tuIo ignorata. Nel750
corsodiunariunioneriservatasoloadunnumeroristreIodidelega?PolliIresenote
alcunedellerivelazionidiKhrushcheveconfermòpienafiducianell’UnioneSovie?ca
enellalineapoli?caespressanelcorsodelXXcongressodelPCUS.Fuunaposizione
chedeluseprofondamentechipensava,comeEdwardP.Thompson,cheilcongresso
avrebbeportato all'entrata di «oneor twomen, like Bernal orHill, on the ECwho
would retain the confidence of the intellectuals» . La posizione che l'Execu?ve751
CommiIeevidimostròglirisultòinvece«inexplicable» .Scrivendoall'amicoSaville752
proprioneigiornisuccessivialcongressoThompsoncommentò:«NeverhaveIknown
suchawetfla}ishslappedonthefaceasour24th[PartyCongress]» .Ancoraalla753
metà di maggio i giornali di par?to con?nuavano a parlare di Stalin «as an
outstandingMarxistleader»perlastoriainternazionale;glierroriegliabusidichiara?
al XX congresso erano da ricondurre al culto della personalità e all’assenza di una
leadership collesva. Il faIo che la dirigenza sovie?ca li avesse denuncia? era
sintomo,diceva ilpar?to,di«Communisthonestyand integrity»;rinforzatodunque
N.Wood,CommunistandBri1shIntellectuals,cit.,p.195.748
MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond749
(1952-1962), LeIera di H. Raymond a E. Hobsbawm, 16marzo 5196, (937/1/2/9). Helene scriveva aHobsbawmchiedendogliseerainpossessodeltestodichiusuradelcongressosovie?coedeldiscorsodiKhrushchev;intalcasoglichiedevadifarglieloavere:ilPCFstavaboicoIandoleinformazioni,cosachelasciavaleieisuoicompagniinpienodisordine.
Christopher Hill, ad esempio, esprimendo a John Saville una totale condivisione della sua750
puntualizzazione(faIaconunaleIeraprivataaPolliIametàmarzo)circaleconseguenzenega?vecheunachiusuradellastampadipar?toadunaapertadiscussioneavrebbeportato,glidavaappuntamentoal Congresso nazionale.HHA, JSC, Box 7 - 1956, La leIera di C. Hill a J. Saville, 23marzo 1956. Sullacontenu?dellaleIeradiSavilleaPolliIsivedaJ.Saville,MemoirsformtheLef,cit.,p.103-104.
LeIera di E. P. Thompson a J. Saville, 4 aprile 1956, riportata in J. Saville,Edward Thompson, the751
CommunistPartyand1956,in«SocialistRegister»,1994,p.23(20-31).
LeIeradiE.P.ThompsonaJ.KlugmannriportatainG.Andrews,TheShadowMan,cit.,p.190.752
Ibid.753
�166
primaparte:Re1
eraillegameconlamadresovie?ca .754
Difronteaduntalearroccamentodelladirigenzadelpar?to,lerichiestediuna
«thoroughandwidespreaddiscussion» si fecero semprepiùpressan?, tanto che755
anchegliorganidipar?tofuronocostresadarneconto.Stavadiventandochiaroa
mol?comunis?–comehates?moniatoHeinemann–cheladiscussionechedoveva
prendere forma era da rivolgere non solo alla storia passata del movimento
comunista sovie?co, ma doveva interessare il presente e il futuro del comunismo
internazionale . I membri dell'Historians' Group giocarono in questo un ruolo di756
primopiano,diventandodifaIo–ChristopherHillintesta–l’opposizioneinternaal
par?to.RifleIendociallafinediquellostesso1956,JohnSavillecosìsiespresse:
It is, I think,significantthatofall the intellectualgroups intheCommunistParty,the
historianshave comeoutbest in thediscussionsof thepastninemonths– and this
surely is due to the fact that over the past decade the historians are the only
intellectualgroupwhohavenotonly tried touse theirMarxist techniquescrea?vely,
buthavetosomemeasuresucceeded .757
Proprio il XX congresso del PCUS – comeha ben rimarcato Teodoro Tagliaferri –758
reseevidenteaimembridell’Historians’GroupchelosforzoacuisieranosoIopos?
peresserericonosciu?pubblicamentecomestudiosian?dogma?cierafallitonelloro
approccioallastoriasovie?caeall’analisidellastoriacontemporanea,quando–come
avrebberetrospesvamentedeIoHobsbawm–«westoppedbeinghistorians[…]or
becamecynical» :avevano infasdeliberatamenteevitatodi studiaredeterminate759
epoche storiche o, nel farlo, avevano contribuito alla costruzionemi?zzata della760
A ?tolo d’esempio The Lesson of the 20th Congress of the CPUS. Resolu1on of the Execu1ve754
Commi.eeof theCommunistParty,adoptedon13May1956, in«WorldNews»,19maggio1956,pp.316-317.
J.Saville,ProblemsoftheCommunistParty,in«WorldNews»,19maggio1956,p.314.755
M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,cit.,p.47.756
LeIeradiJ.SavilleaE.P.Thompsondel29novembre56,citatainJ.Saville,The20thCongressand757
theBri1shCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.7(1-23).
T.Tagliaferri, ‘Diventare storicianchedel tempopresente’: la crisidel ’56e la storiografiamarxista758
britannica,in«Studistorici»,2006/1,pp.143-183.
E. Hobsbawm, The Historians’ Group of the Communist Party, in M. Cornforth, Rebels and Their759
Causes,cit.,p.41.
HobsbawmricordòpiùvoltecheevitòdioccuparsidireIamentedellastoriadell'UnioneSovie?caper760
lungotempocosìcomelimitò isuoistudifinoall’iniziodel ‘900perevitaredidoverfare icon?conlapropriasensibilitàdimilitantecomunistaoconquelladeipropricompagni.A?tolod'esempiosiveda:E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,cit.,p.160.
�167
terzocapitolo:1956
realtà sovie?ca . Ques? toni autocri?ci iniziarono a emergere in seno al Gruppo761
nella primavera del 1956. Nella riunione del Full CommiIee del Gruppo tenuta l’8
aprile venne espressa una «profound dissa?sfac?on» verso la linea ufficiale che il
Par?to britannico aveva ribadito nel corso il XXIV congresso ; James Klugmann,762
storico e funzionario del par?to, si preoccupò di riportare alla dirigenza ques?
discorsi . Nelle riunioni successive – come vedremo – furono avanzate inoltre763
richieste, inprimisdaHobsbawm,diunadiscussioneapprofonditasulle implicazioni
lasciatedalXXcongressosovie?coallavorodeglistoricimarxis?britannici .Nonci764
fu però in quel frangente una presa di parola ufficiale del Gruppo; gli interven?
pubblicisullastamparimanevanoindividuali.
JohnSavillefuunodeiprimiasoIolinearesullepaginedi«WorldNews»come
fosse improrogabile interrogarsi – dopo il XX congresso del PCUS – su ques?oni
teoricheepra?che,rifleIendosu«theques?onofourastudetotheSovietUnion»
e«thepreserva?onandac?veextension,bothnowandinthefuture,ofinner-Party
democracy» . In assenza di un tale dibasto il par?to avrebbe rischiato – diceva765
Saville – di perdere la sua credibilità. Quando ormai si era dimesso dal District
CommiIeedelCPGBdelloYorkshire,EdwardP.Thompson,dallecolonnedel«Daily
Worker»proprioneigiorniincuiil«NewYorkTimes»pubblicavailtestointegraledel
rapportosegretodiKhrushchev,chiedevacontoalpropriopar?todiunventenniodi
«propagandaacri?ca»sulla storiae sulla realtà sovie?ca .Di lìapochesesmane766
Thompson richiamandosi aMilton («Giveme the liberty to know, to uIer, and to
agreefreelyaccordingtoconscience,aboveallliber?es»)domandavadallepaginedi
«WorldNews»quantevolte«weneglectedourna?veSocialism»,quantevolte«we
usedhothouseteststoproveourtheory‘correct’»;soIolineavacomedovesseessere
«Mol?dinoi,apar?redame,portanounagraveresponsabilità–affermòHillnel1957–peraver761
tenute nascoste alcune cose che conoscevano» (citazione ripresa da T. Tagliaferri, ‘Diventare storicianchedel tempopresente’, cit., p.171).Hill allametàdegli anniTrentaaveva trascorsounperiodo inRussia, durante il quale aveva imparato la lingua. Nella seconda metà degli anni Quaranta avevapubblicato un librino di propaganda sull’URSS (K. E. Holme [nome che è la trasliIerazione di Hill inrusso],TwoCommonwealths:theSoviersandOurselves,Londra1945)eunabiografiadiLenin(Leninandthe Russican Revolu1on, Londra 1947; ebbemolte ristampe). Aveva quindi omaggiato Stalin, alla suamorte,conunar?coloStalinandtheScienceofHistory,in"ModernQuarterly»,1953/4,pp.198-212.SuquestaproduzionediHillrimandoaP.J.Cornfiled,‘WeAreAllOneintheEyesoftheLord’:ChristopherHill and the Historical meanings of Radical Religion, in «History Workshop Journal», 2004/58, pp.115-116(110-127).
LabourHistoryArchiveandStudyCentre[d’orainpoiLHA],CommunistPartyofGreatBritainArchive762
[d’orainpoiCPGBA],CP/CENT/CULT/5/13,VerbalemanoscriIodella86°riunionedell’Historians'GroupCommiIee,8aprile1956,p.142.
G.Andrews,TheShadowMan,cit.,p.191.763
LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 87° riunione dell’Historians’ Group764
CommiIee,27maggio1956,p.144-145.
J.Saville,ProblemsoftheCommunistParty,in«WorldNews»,19maggio1956,p.314.765
E.P.Thompson,«DailyWorker»,4June1956citatoinT.Tagliaferri,‘Diventarestoricianchedeltempo766
presente’,cit.,p.167.
�168
primaparte:Re1
data importanzaal«moralprinciple inourpoli?calwork» .Chiedevaquindiche il767
par?toponesseallabasedellasuapoli?ca«are-birthofrealcontroversyinourpress
and throughout our organisa?on» . All’ar?colo di Thompson era dato,768
inusualmente,ampio risalto.Non tantoperdar spazioalle sueparoleperò,quanto
per permeIere al par?to una pesante requisitoria: all’intervento di Thompson
seguiva infas un lungo ar?colo di George MaIhews, che confutava la leIura di
Thompson, affermando che quello che egli aveva tracciato non era altro che A
CaricatureofOurParty,e riponevaallabasedellapoli?cadelpar?to il centralismo
democra?co.Fuunamodalitàdidibastochenonpiacque:ChristopherHillassieme
allamogliesichieseperché«musttherebeanofficialreplytoanar?cleintendedas
contribu?ontodiscussion?Whymustwebetold‘fromthetop’whattothink?Why
coulditnothavebeenleâtothereaderstoformtheirownopinion,andsendintheir
owncomment,onwhatE.P.Thompsonhadtosay?» .Necessario,ailoroocchi,era769
unripensamentodelsignificatoedellapra?cadelcentralismodemocra?co,unadelle
basi su cui si erano fonda? ipar??comunis?dagli anniVen? .Thompson replicò770
allareprimendadiMaIhewsinviandounnuovoar?colo,cheilsesmanalerifiutò.
Difronteatalechiusura,neigiorniincuiscoppiavanoiprimiscioperioperaia
Poznan in Polonia, Saville e Thompson progeIarono dalla loro posizione periferica
dello Yorkshireunanuova rivista. Presentata comeun forum di discussione interno
all’ambientecomunista,lain?tolarono«TheReasoner»;nellatestatariportavanouna
citazione di Marx: «To leave error unrefuted is to encourage intellectual
immorality» .SavilleeThompsonsirivolgevanoaimembridelpar?toproponendo771
loro quella discussione «truly democra?c» che il par?to non garan?va. Una
discussione che, secondo loro, doveva riguardare non solo il passato dell’Unione
Sovie?caedelpropriopar?tonazionale,malastessateoriamarxista:
E.P.Thompson,WinterWheatinOmsk,in«WorldNews»,30giugno1956,p.408(408-409).767
Ibid.768
B.eC.Hill,Inner-PartyDemocracy,in«WorldNews»,18agosto1956,p.525(524-525).769
Questo,presentatonelleTesisulruolodelPar1tocomunistanellarivoluzioneproletariainoccasione770
del II Congresso dell’Internazionale nel luglio 1920, era definito quale «il principio fondamentale delcentralismo democra?co [che] è costruito dall'eleggibilità delle cellule superiori si par?to da parte diquelle inferiori, dal caraIere totalmente vincolante ed essenziale di tuIe le istruzioni emanate dalleistanzesuperioriperleistanzainferiori,edallapresenzadiunafortedirezionecentralelacuiautoritàsiauniversalmentericonosciutapertusicompagnidirigen?».A.Agos?(acuradi),LaterzaInternazionale.Storiadocumentaria,Vol.I,1919-1923,Tomo1,Ed.Riuni?,Roma1974,p.232.
Sull’esperienzaeditorialedi«TheReasoner»,chesarebbepoiproseguito in«TheNewReasoner»e771
poiin«NewLeâReview»sirimandaaS.Woodhams,HistoryintheMaking.RaymondWilliams,EdwardThompsonandRadicalIntellectuals.1936-1956,TheMerlinPress,London2001;S.Hamilton,TheCrisisof Theory: E. P. Thompson, the New Lef and Postwar Bri1sh Poli1cs,Manchester University Press,Manchester2012;B.D.Palmer,ReasoningRebellion:E.P.Thompson,Bri1shMarxistHistorians,andtheMakingofDissidentPoli1calMobiliza1on,in«Labour/LeTravail»,2002/50,pp.187-216.
�169
terzocapitolo:1956
WetakeourstandasMarxists.Nothing intheeventsofpastmonthshasshakenour
convic?on that themethodsandoutlookofhistoricalmaterialism,developedby the
workofMarxandEngels,providethekeytoourtheore?caladvanceandthereforeto
theunderstandingof theseevents themselves;although it shouldbe said thatmuch
thathasgoneunderthename‘Marxism’or‘Marxism-Leninism’isitselfinneedofre-
examina?on.Historyhasprovidedachanceforthisre-examina?ontotakeplace;and
forthescien?ficmethodsofMarxismtobeintegratedwiththefinestradi?onsofthe
humanreasonandspiritwhichwemaybestdescribeasHumanism .772
La cri?ca era rivolta non solo alla leadership del par?to nazionale e all'esperienza
sovie?ca,maerarivoltaancheasestessiinquantointelleIualimilitan?delpar?to:
dichiaravano infas «our general failure to apply a Marxist analysis to Socialist
countries and to Soviet Union in par?cular. […] The failure bred Utopianism, and
encourage astudes of religious faith amongus»; era dunque tempo– dicevanodi
analizzare anche «our mistakes» . Il primo numero della rivista, ciclos?lata nella773
casa dei Thompson ad Halifax, fu pubblicato a metà luglio e raggiunse un’ampia
diffusione:ilprimonumeroandòesauritoinpochesesmane;venneripubblicatopiù
volte, per un totale di 650 copie. La fiIa corrispondenza dei mesi es?vi del 1956
conservatanell'archiviodi JohnSavilledocumentauncrescente interesse intuIa la
galassia comunista britannica verso l’esperimento di «The Reasoner» . Aderirono774
traglialtri,concontribu?eleIerepubblica?inrispostaaquantolastampadipar?to
man mano proponeva, Doris Lessing, gli storici Rodney Hilton e Ronald Meek, il
matema?co Hyman Levy e il vecchio G.D.H. Cole. Si traIò di un’esperienza in cui
confluì – come ha rimarcato StephenWoodhams – non solo l’indignazione che le
trauma?cherivelazionediKhrushchevcausarono,maanchelaconsapevolezzadiun
necessarioripensamentodelpar?to .775
Compitodeicomunis?nondovevalimitarsi–secondoThompson–aunaneIapresa
di posizione rispeIo al dogma?smo e al seIarismo dimostrato fino al recente
passato,madovevaconsistere inununriesameautocri?codelmovimentoeanche
del proprio comportamento individuale in esso: per una simile auto-riflessione
Why We are publishing, in «The Reasoner. A journal of discussion», luglio 1956/1, p. 2 (1-3).772
Recentemente quest’ar?colo assieme ad altri provenien? da «The Reasoner» e «TheNew Reasoner»sono sta? raccol? in: Flewers P., Mcllory J., 1956. John Saville, E.P. Thompson & The Reasoner, TheMerelinPress,Londra2016.
TakingStock,inivi.,pp.4-6.773
HHH,JSC,Box6,Misc1956,RichiestadisoIoscrizioneallarivistaeListadeinomiacuilarivistavenne774
spedita. Ibid,LeIera inviataa J. Savilledaunoperaio (firmanon iden?ficabile) iscriIoda22anninelpar?to che esprime la sua vicinanza alla rivista, 9 novembre 1956. Ivi, Box 7, 1956, LeIera di RalphSamuel a J. Saville, [senzadata,ma riferibile all’estate1956] in cuidandocontodella situazionedellacellulacomunistaaOxford,invialasoIoscrizioneperilsecondonumerodellarivista.
S.Woodhams,HistoryintheMaking,cit.,p.124.775
�170
primaparte:Re1
necessaria–ribadiva–eralademocraziainternaalpar?to.AinizioseIembreilCPGB
is?tuìunacommissionecheavrebbeavuto il compitodidiscuteredellademocrazia
internaalpar?to:un lavoro che, standoalla ricostruzionedel giornalistadel«Daily
Worker»chenefacevaparte,maisarebbeiniziato .776
I quadri prima locali poi nazionali del CPGB minacciarono i due direIori di
sanzionidisciplinarisenonavesserosospeso lapubblicazionedellarivista.Di fronte
alla pressione ricevuta dai ver?ci e anche da alcuni amici, Saville e Thompson
deciserochedopol’uscitadelterzonumero,previstaperlafinedioIobre,avrebbero
conclusolepubblicazioni :l’intenzioneeradievitareunostrappoirreparabileconla777
leadership, in modo da tenersi aperta la possibilità di lavorare a una riforma del
par?to . A terzo numero quasi pronto, negli stessi giorni in cui le truppe anglo-778
francesi invasero l’EgiIo, i carri arma? sovie?ci entrarono a Budapest; i quadri
dirigen? e la stampa del CPGB appoggiarono quest’ul?ma operazione. Di fronte a
M.MacEwen,TheDaythePartyHadtoStop,in«SocialistRegister»,1976,pp.29eseguen?(24-42).776
LeIeradiSavilleeThompsonaGollan,riportatain«WorldNews»,27oIobre1956,p.681.777
D.Dworkin,CulturalMarxisminPostwarBritain,cit.,p.49.778
�171
«TheReasoner»,1956/3.
terzocapitolo:1956
ques? avvenimen?, Saville e Thompson cambiarono più volte editoriale : se779
nell’ar?colo di apertura scriIo originariamente essi, seppur con tonomolto cri?co
versoladirigenzacomunistabritannica,con?nuavanoapensarsipartedelpar?to,col
nuovoeditoriale–scriIoneigiornideifasdiBudapest–scelserodicambiareilloro
tono e i loro des?natari: «The interven?on of Soviet troops in Hungary must be
condemned by all Communists», esordivano. Se il par?to non l’avesse faIo,
dissociandosi da tale azione e adoperandosi per un immediato ri?ro di tali truppe,
essisisen?vanoindoverediincoraggiareunapresadidistanzadalpar?to,eparlando
acoloroche«likeourselvesdissociatethemselvescompletelyfromtheleadershipof
theBri?shparty, [li invocavanoa]notto losefaith inSocialism,andtofindwaysof
keeping together» . Un comunicato dell’Execu?ve CommiIee (solo due membri,780
ArnoldKeIleeMaxMorrisvotaronocontro)fecesaperechel'interventosovie?coin
Ungheria «should be supported by Communists and Socialists everywhere» : era781
rivolto infascontro forzereazionarie fasciste .Chinevolevadaresullastampadi782
par?tounaleIuradeifasdiversavenneespulso .Vista l’irremovibilitàdeiquadri783
del CPGB, Saville e Thompson, dopo essere sta? sospesi per tremesi, lasciarono il
par?to. Di lì a pochi mesi lo fecero anche gli storici che erano sta? l’anima
dell’Historians’ Group: Christopher Hilll, Rodney Hilton, Viktor Kiernan , George784
Rudé,RalphSamuel,DorothyThompson.LasciaronoancheHymanLevy,gli scriIori
SwinglereRickwordeimportan?sindacalis?comeBillJoneseDickSeabrook.Neitre
anni che seguirono,ma inpar?colare tra lametàdel1956e laprimaveradel1957
quando in occasione del congresso nazionale la dirigenza del par?to dichiarò
conclusoildibasto,feceroaltreIantocirca9.000iscris .785
Ladiscussionediqueimesi–comeLessingavevafaIoscrivereadAnnaWulf
ne’ Il taccuino d’oro – non aveva portato a nulla. Il tenta?vo che queste donne e
S.Woodhams,HistoryintheMaking,cit.,pp.140-143.779
Editorial(datato4novembre1956),in«TheReasoner»,1956/3,p.2(1-2).780
Comunicatoapparsosul«DailyWorker»,5novembre1956.781
A?tolod’esempioHungary,in«DailyWorker»,5novembre1956,p.1.782
Peter Fryer, inviato del «DailyWorker» a Budapest, l’11 novembre scrisse un resoconto di quanto783
avevaneigiornipreceden?vistoaBudapest:«Ihavewatched–esordiva–Hungary’snewbornfreedomdestroyed by Soviet troops». L’ar?colo non venne pubblicato sul suo giornale, il «DailyWorker», dalqualesidimise.Pubblicòquestocomealtrisuoiresocon?inunlibrochevennepubblicatoconil?tolodiHungarianTragedy,Dobson,Londra1956(lacitazioneètraIadap.83).PerlericaduteprovocatedallaleIura del libro di Fryer tra imembri del par?to si veda: T. Brotherstone,1956 and the Crisis in theCommunistPartyofGreatBritain:FourWitnesses,in«Cri?que»,2007/2,pp.189-209.
Kiernanavrebbelasciatoilpar?tonel1959:«Iwaited–disse–inhopesthepartymightimprove.It784
didn’t».
S. Parsons, Nineteen Fify-Six: What Happened in the Communist Party of Great Britain?, in785
«Revolu?onaryHistory», 2006/3, pp. 74-75;W. Thompson,TheGoodOld Cause: Bri1sh Communism,1920-1991, Pluto, Londra 1992, pp. 90-113; J. Callaghan, Cold War, Crisis and Conflict. The CPGB1951-1968,cit.,pp.71-84.Sultenta?vodellaminoranzainternaalpar?to,guidatadaC.Hill,diportareavan?ladiscussionesiveda:N.Wood,CommunismandBri1shIntellectuals,cit.,pp.207-211.
�172
primaparte:Re1
ques?uominiavevanocompiutoperriformulareilpar?toerafallito:«theimportance
andvalue–cheessi,comeavrebbescriIoSaville,avevanosemprericonosciuto–of
anorganisedParty in thestruggle forasocialistBritain» eranoormaisvani?.Nei786
giorni in cui l’esercito sovie?co uccideva più di 2000 dimostran? ungheresi,
Thompson si chiedeva «Where ismy party inHungary?Was it in the broadcas?ng
sta?onoron thebarricades?Andwhat is it? Is it a clusterof securityofficials and
discreditedbureaucrats?Orisitaparty‘rootedinthepeople’?» .Dopol’Ungheria787
fu per loro impossibile con?nuare a lavorare all'interno di un par?to in cui non
riponevanopiùalcunafiducia. LessingcomunicandoaGollan il suoallontanamento
formale dal par?to mise persino in dubbio «whether it is possible for Communist
Partyofanysignificancetocon?nuetoexistinBritain» . 788
J.Saville,MemoirsformtheLef,cit.,p.106.786
E.P.Thompson,ThroughtheSmokeofBudapest,in«TheReasoner»,1956/3,p.3.787
HHA,JSC,box7,1956,LeIeradiD.LessingaJ.Gollan,30novembre1956.788
�173
terzocapitolo:1956
3.3.Conferme
«Quell’annotrauma?co»siconcluse,anchenellememoriediHobsbawm,con
la «nostra sensazione di sconfiIa e di spossatezza dopo mesi febbrili e senza
speranze»,dove ilpronomepossessivo rimandaalgruppodegli storicidelCPGB .789
Ricordando, con dichiarata difficoltà , in Anni interessan1 il 1956 Hobsbawm790
avrebbepostol'accentosulruolodiopposizionecheinqueimesisvolsel’Historians’
Group all’interno del par?to comunista britannico: un’opposizione che dal suo
raccontoemergecomecollesvaeunanime.Perdescriverelesueazioninelcorsodel
’56 Hobsbawm sarebbe cioè ricorso, ancora una volta, all'uso della prima persona
plurale:unasceltanarra?vachelasciaintendereunacoincidenzatralesuesperanze,
disillusioniescelte–adeccezionediquellafinaledilasciareilpar?to–conquelledei
suoi compagni del gruppo: un ‘noi’ che si fa ancora più compaIo in quanto nel
raccontovienecontrappostoaun‘loro’:iquadridirigen?delCPGB .«Ciribellammo791
–avrebbescriIo–eilgruppolanciòleduepiùdramma?chesfidealpar?to» .La792
primasfidaricordatadaHobsbawmeraquellaeditorialedi«TheReasoner»epoli?ca
di Hill. Avrebbe però dedicato maggiore aIenzione alla seconda sfida: una leIera
firmata da una quindicina di intelleIuali membri del par?to e indirizzata al «Daily
Worker»allametàdinovembre .793
Di fronte alla soppressione sovie?ca della sollevazione ungherese, si stavano
E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., p. 229. Corsivo mio. La definizione del 1956 come anno789
«trauma?co" si ritrova anche nelle memorie di G. Napolitano, Dal PCI al socialismo europeo.Un’autobiografia poli1ca, Laterza, Roma-Bari 2006, in cui parla del «trauma dell’autunno 1956».Sull’aggesvazionedel1956faIanellamemorialis?cadimilitan?edirigen?maanchenellasaggis?caeche rimanda alla centralità di quell'anno nell'esperienza comunista si veda: A. Agos?, 1956, in M.Isnenghi (a cura di), I luoghi della memoria. Personaggi e date, Laterza, Roma-Bari, 1999, p. 351(347-358).
Sulladifficoltàdiricordareil1956,dalpuntodivistadeisocialis?italiani,harifleIutoancheV.Foa,Il790
1956 nel par1to socialista e nel sindacato, in Ripensare il 1956, «Socialismo e storia» Annali dellaFondazioneGiacomoBrodolini,Lerici,Roma1987,p.423(423-432).
Sivedanoadesempioleespressionidiseguitoriportate:«NonciavevanodeIolaverità[…].Inoltre791
vedevamocheicapiavrebberopreferitochenoinonsapessimolaverità[…],con?nuaronoanasconderequel che i nostri stessi giornalis? riferivano[…], il loro is?nto immediatoeradibiasimare la sciagurataesitazione di quei ben no? portatori di instabilità e debolezza che erano gli intelleIuali piccolo-borghesi».E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.228-229.
Ivi.,p.230.792
Le citazioni sono traIe dalla leIera pubblicata su «TheNew Statement andNa?on», 1° dicembre793
1956,p.701.Vennepubblicatalostessogiornoanchein«Tribune».In un’intervista rilasciata nel 1986 a «Marxism Today» Hobsbawm aveva espresso la posizione poiribaditanell’autobiografia,mostrandoperòtonipiùesaspera?.Sostenne,adesempio,cheerascorreIoriconoscerenelgruppodi«TheReasoner»laprincipaleopposizionealpar?toeche«themostmassiveexpressionofdissidence»eradaindividuarenellaleIeracheluistessoavevafirmatoassiemeadaltriecheerafinitasu«Tribune»e«TheNewStatement»:pubblicareinunorganononpar??co,disse,«wasinthosedayaveryheavything».E.Hobsbawm,1956,in«MarxismToday»,1986/11,p.19(16-23).
�174
primaparte:Re1
levando in tuIa Europa voci di intelleIuali membri o simpa?zzan? comunis? che
sen?vanol’urgenzadidenunciarequantostavaaccedendoediprendereledistanze
dalla leIura ufficiale degli avvenimen? ungheresi promossa dalle leadership dei
rispesvi par?? comunis? nazionali. Il 29 oIobre, ad esempio, la cellula comunista
della casa editrice Einaudi aveva diffuso da Torino un Appello ai comunis1 in cui
denunciava«ilgraveerroredelladirezionedelPCI»,descrivendoloquale«ul?modi
una serie di tenta?vi intesi a eludere una coraggiosa e responsabile presa di
coscienza».Nello stesso giorno aRomaera stata scriIauna leIera, poi firmatada
101 intelleIuali, su inizia?va di Luciano Cafagna, Lucio Colles, Alberto Caracciolo,
Francesco Sirugo, SergioBertelli e CarloMusceIa, in cui veniva accusato il PCI per
nonaver formulato«una condannaaperta […]dello stalinismo» ; episodi simili si794
eranomanifesta?ancheaMilanotralacerchiadellabibliotecaFeltrinelli ealtrove.795
Il7novembreaParigiClaudeRoy,RogerVailland, J.F.Rolland,ClaudeMorgan,con
PaulSartre,SimonedeBeauvoireLouisdeVillefosseavevanoanch’essifirmatouna
leIera in cuidenunciavano la violenza sovie?ca inUngheria.Dieci giornidopoaltri
intelleIuali comunis?, tra cui Picasso, Bresson, Edouard Pignon, chiedevano un
immediato congresso straordinario del PCF visto il «malaise profound» causato da
«l’invraisemblable pauvreté des informa?ons de l’Humanité sour la Hongrie» . Di796
questepresediposizionearrivavaecodireIaancheinInghilterra:neèunesempiola
traduzionefrancesedellaleIeracheCarloLeviavevaindirizzatoagliscriIorisovie?ci
echegliuominidell’Einaudiavrebberotempes?vamenteinviatoaChristopherHill :797
untestocheagliocchidiHillapparivacome«anadmirableexpressionofthefeelings
thatmanyofusmusthavethesedays» .798
Propriosuinizia?vadiHill ,ancheinGranBretagnaalcuniintelleIuali,dopo799
Iduedocumen?sonoripropos?inA.Höebel(acuradi),IlPCIeil1956,LaCiIàdelSole,Napoli2006,794
pp.121-126.Perun'analisidellareazionedegliambien?comunis?italianiallarepressionedellarivoltaungherese si vedaN. Ajello, Intelle.uali e PCI (1944-1958), Laterza, Roma Bari 1979, pp. 535-558; E.Carnevali, Storia di un Manifesto, in «MicroMega», 2006/9, pp. 65-77; V. Meliadò, Il fallimento dei«101». Il PCI, l’Ungheria e gli intelle.uali italiani, Liberal edizioni, Roma 2006; G. D’Amelio, La lo.apoli1cadel1956fragliuniversitariegliintelle.ualicomunis1diRoma,in«PassatoePresente»,1960/3;A. Asor Rosa, Era giusto ribellarsi, in «MicroMega», 2006/9, pp. 81-84; P. Spriano, Le passioni di undecennio(1946-1956),Garzan?,Milano1986,pp.210-219.
C.Feltrinelli,SeniorService,Feltrinelli,Milano1999,pp.103-105.795
D.Caute,CommunismandtheFrenchIntellectuals,1914-1960,Deutsch,Londra1964,pp.227-228.796
C.Levi,Le.eraagliscri.orisovie1ci, in«IlPunto»,8dicembre1956,ora in Id., Ildoveredeitempi:797
prose poli1che e civili, a cura dI L.Montevecchi, Donzelli, Roma, 2004, pp. 162-166. Si traIa di unaleIeraincuiLevirispondeva,sollecitatodaGiulioEinaudieItaloCalvino,alledichiarazionirilasciatedascriIorisovie?ciinmeritoagliavvenimen?dell’Ungheria.
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.296,LeIeradiC.Hillallacasa798
ed.Einaudi,22dicembre1956.
MRC,EHP,Poli?cs,Miscellaneoussubjectfiles,CommunistParty1956,LeIeraprestampataincuiHill799
e Hilton, [s. d.]. In essa i due firmatari, ritenendo che la situazione richieda una risposta tempes?va,propongono di intervenire pubblicamente sul «Daily Worker», «because we feel that in the presentsitua?onaspecialresponsibilityrestsonthoseofuswhohaveundertakenthepropaga?onofMarxismfortheCP»;invianolarichiestadicondivisioneaunaseriediintelleIualidelpar?to.
�175
terzocapitolo:1956
che la rivoluzione ungherese era stata defini?vamente soppressa, decisero di
intervenirepubblicamente.Inquantomarxis?,Hill,Hilton,Hobsbawm,Kieran,Meek,
Lessingtraglialtridicevanodisen?re laresponsabilitàdiesprimere il loropuntodi
vista circa la crisi che il socialismo internazionale stava aIraversando; lo facevano
collesvamente aIraverso una presa di posizione scriIa, sebbene non tus – ci
tenevano a dire in chiusura – ne condividessero a pieno i contenu?. Ques? si
focalizzavanosutrepun?: l’appoggioche ilpar?tocomunistabritannicoavevadato
alla repressione della rivoluzione ungherese era da loro interpretato come «the
undesirableculmina?onofyearsofdistor?onoffact».Chiedevanodunquechetale
passato, a par?re proprio dai fas d’Ungheria, venisse «uIerly repudiated» dalla
dirigenza;eratempo–concludevano–diiniziareunariflessionepoli?caautonoma:il
marxismo avrebbe sicuramente aiutato in questo. Si traIò – avrebbe commentato
Hobsbawm–dellapiù«flagrante»e«imperdonabile» infrazionedelladisciplinadel
par?to :rispeIoall'esperienzadi«TheReasoner»essa–nellasuaricostruzione–si800
ponevaincon?nuità,maneesasperavaitoni.Nellasuaauto-rappresentazionesenile
Hobsbawm quindi si sarebbe presentato come uno di coloro che, sebbene poi
rimastonelpar?to,avevaespressolapiùduracri?caversodiesso:lariproposizione
integralenell’autobiografiadel testodiquesta leIeraneevidenzia l’importanzache
egligliconferiva .D’altronde,avrebbechiosato,sitraIavadiundocumentograzie801
al quale mol? anni dopo sarebbe riuscito a zisre chi, come Arthur Koestler (lo
scriIore di origini ungheresi, militante comunista negli anni Trenta, che aveva da
tempo denunciato la realtà sovie?ca in un famoso romanzo quale Buio a
mezzogiorno ),avrebbemessoindubbiolasuapresadiposizioneinoccasionedella802
repressioneungherese .803
La leIera dei 15 firmatari, apparsa il primo dicembre sulla stampa borghese
vistalacensuraaIuatadal«DailyWorker»,fuineffesungestosignifica?vo.Inrealtà
però non aggiungeva nulla di nuovo rispeIo a quanto Saville, Thompson (che nel
fraIemposieranogiàdimessidalpar?to)ealtriandavanoscrivendocontoniecon
cri?cheanchepiùdetermina?dall’estatediquell’anno.Ladirigenzadelpar?toinfas
disapprovòlaleIeracollesva ,senzaperòarrivareallalineaduracheavevatenuto804
neiconfron?deiredaIoridi«TheReasoner».GeorgeMaIhews,adesempio,accusò
ifirmataridinonaveraccolto lapropostaavanzatadalla leadershipdidiscuteretali
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.231.800
Ivi.,p.469.801
A.Koestler,Buioamezzogiorno,Mondadori,Milano1946[ed.or.1940].802
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.231.803
N.Wood,CommunismandBri1shIntellectuals,cit.,pp.207-210.804
�176
primaparte:Re1
argomen? all'interno del par?to . Accuse che Hobsbawm si preoccupò subito di805
respingere,scrivendopersonalmentealvicesegretariodelpar?to.
Sowhatam I todo? I am,asmy signature shows,willing todo thingswhich theEC
doesnotagreewith,providingIthinktheyarejus?fiableforaCPmemberunderthe
circumstances. And naturally I consider that my signature and its publica?on were
jus?fiable,anddidnotcons?tuteanan?-partyac?on.OntheotherhandIdon’twant
tobeaccusedofdoingsomethingwhichIconsiderunjus?fiable,i.e.refusingtodiscuss
anddefendmyac?onbeforeacons?tutedhigherPartyauthority,whenIhavenotin
factrefusedtodoso.ButastheissueisnotwhetherIasanindividualhavepublished
views with which the EC disagrees, but whether I as a member of a number of
signatorieshavedoneso,Itakeitthatapurelyprivatediscussionbetweenme(orany
otherindividual)andtheECorPCisnotwhatitwanted.
Ihopeyoudon’tregardthisasraisingpedan?cpoints.ItmaIersagooddeal–atleast
to me – that I am presented as one of a group collec?vely flou?ng the Party’s
instruc?ontodiscusswiththePC,whenI(andtherestofthesignatories)havedoneno
suchthing,because,whetherwewantedtoornot,wecouldnothavedoneit,ands?ll
can’tdoit,withoutsesngupwhatisineffectafac?on .806
QuestacomealtreleIerecheegliindirizzòaKing'sCross,lasedenazionaledelCPGB,
oleconversazionitelefoniche–interceIateedepositatenegliarchividelMI5–che
ebbeinqueifrangen?sulfiniredel’56conladirigenzadelpar?tores?tuisconobene
lelacerazioniinteriorichel’evoluzionedeglieven?gliprovocarono,esucuiavrebbe
insis?to nella sua autobiografia senile. La sua posizione emerge infas quale
profondamente lontanadaunallineamentoacri?coodauna semplicepresad’aIo
della situazione. Allo stesso tempo però queste fon? mostrano anche come
Hobsbawm avesse con la dirigenza del CPGB un rapporto di frequentazione e
conoscenzadireIo,cheluistesso,adifferenzadialtrimembridell’Historians’Group,
ricercava in prima persona, con toni e inten? dialogici e anche di mediazione; un
confrontodunquenonopposi?vo–traun‘noi’eun‘loro’–comeinveceemergein
Anniinteressan1.
Pochi giorni prima che Christopher Hill a metà novembre gli chiedesse di
firmarelaleIeradigruppo,Hobsbawmavevainviatoal«DailyWorker»unaleIeradi
suopugnocheilgiornalenonavevatardatoapubblicare.Inessaegliribadivacheil
CPGB doveva prendere pubblicamente le distanze dall’aggressione sovie?ca
dell’Ungheria:sebbenesitraIassediunmovimento«misguided»,quellocheloIava
MRC,EHP,Poli?cs,Miscellaneoussubjectfiles,CommunistParty1956,LeIeradiGeorgeMaIhewsa805
EricHobsbawm,19dicembre1956(937/6/4/3).
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaG.MaIhews,10dicembre1956.806
�177
terzocapitolo:1956
contro il vecchio governo nazionale e l’occupazione sovie?ca non era altro che un
«widepopularmouvement» :sitraIavadiunasituazione–egliargomentava–che807
trovavaradicineglierroridellapoli?casovie?caedelladirigenzaungherese.IlCPGB
dovevariconoscerloepubblicamentecondannare l’ingressosovie?co inquelPaese:
solo così – con?nuava Hobsbawm – il par?to si sarebbe salvato la faccia e non
avrebbe perso credibilità di fronte all'opinione pubblica non comunista. Allo stesso
tempo egli definiva la soppressione del movimento popolare ungherese come «at
bestatragicnecessity».
All Socialist ought be able to understand that a Mindszenty Hungary, which would
probably have become a base for counter-revolu?on and interven?on, would be a
graveandacutedanger for theURSS,Yugoslavia,CzechoslovakiaandRumaniawhich
borderupon it. Ifwehadbeen in theposi?onof theSoviet government,we should
have intervened; ifwehadbeen in the posi?onof Yugoslav government,we should
haveapprovedoftheinterven?on .808
EranoquesteopinionimoltovicineallalineaespressadalladirigenzadelPCI:adinizio
novembrePalmiroTogliasavevadefinito il secondo interventosovie?couna«dura
necessità», rimarcando come in tale situazione pesassero fortemente gli errori del
par?to comunista ungherese . Non è dato sapere se Hobsbawm avesse leIo809
l’ar?coloincuiTogliasil4novembreesprimevaquesteposizionisu«l’Unità»,anche
se si può affermare – come si farà più avan? – cheHobsbawmnel corso del 1956
prestò una par?colare aIenzione agli sviluppi del pensiero interno al PCI. Nel suo
ar?colo sul «Daily Worker», Hobsbawm, pur ribadendo la necessità di chiedere
pubblicamente il ri?ro immediato delle truppe sovie?che, concludeva «approving
with a heavy heart» l’intervento sovie?co in Ungheria. Questa presa di posizione
individuale di Hobsbawm risultamolto più chiaroscurale rispeIo a quella collesva
firmata pochi giorni dopo. In entrambe si chiedeva al par?to di intervenire e
condannare ciò che stava accadendo in Ungheria, ma con toni e sfumature
estremamentediversi,enoncosìimperdonabilicomeeglistessoleavrebbedefinite
nell’autoritraIosenile; inquestoHobsbawmavrebbeobliato lasua leIeraal«Daily
Worker»,decidendocosìdinonfarciicon?.
Avrebbepreferito invecerimarcarecome ilGruppodeglistoricidelpar?to,di
cuiluierapresidente,avevaaffrontatoil1956:«leautoritàdelpar?toimpiegaronoda
marzoanovembreacapirequellocheilcomitatodelGruppodeglistoricidelpar?to
EricHobsbawm,‘Suppressingfacts’,in«DailyWorker»,9novembre1956,p.2.807
Ibid.808
P. Toglias,Per difendere la civiltà e la pace, in «l’Unità», 6 novembre 1956. Su questo aspeIo è809
ritornatoA.Höebel,Introduzione,inid.(acuradi),IlPCIeil1956,cit.,pp.39-43.
�178
primaparte:Re1
comunista aveva capito quasi subito», la gravità cioè internazionale della crisi di
quell'anno . Nonèquestoilcasodiun’an?cipazionedellarielaborazionedelluIo810
rispeIo agli avvenimen? di cui si racconta : il comitato del Gruppo degli storici811
aveva effesvamente iniziato, già dall’aprile del 1956, una discussione sulle
ripercussioni portate al proprio lavoro dal XX congresso del PCUS. Si traIò di un
dibastocheraggiunselamassimaconsapevolezzanell’estatediquell’anno.Dainizio
luglio, i verbali delle riunionimostrano come il comitatodelGruppo si sforzassedi
ridefinire le proprie funzioni, due in par?colare: «to advance Marxist historical
understandingandtoassistwith itsspecialknowledgeandtrainingtheworkofthe
Party,bothofwhichtasksshouldinthelightofrecent[facts]becorrectlyenvisaged».
Non era sufficiente appoggiare il par?to fornendogli passivamente ilmateriale che
egli richiedeva, ma doveva essere faIo in termini proposi?vi . In tali discussioni812
Hobsbawmebbeunpostodiprimopiano:fuinfassullasuaspintachevenneaperta
l’8lugliounadiscussione,nellariunionedelFullCommiIeedelGruppo,su«thetask
ofhistorian inthenewsitua?on» .Comestoricidelpar?toessiavrebberodovuto813
«establishtherecordofthePartyac?vityandpolicy» :eranecessariacioèavviare814
un’analisi della storia del proprio par?to così come si doveva dare aIenzione alla
revisione della storia sovie?ca «in the overcoming the past faults of omission,
commission and even lying in the wri?ng of their history» . Inoltre, «we should815
checkouraccountand interpreta?onofourownhistory incase thereweresimilar
errors,e.g.asaresultofuncri?calfollowingtheSovietline» .816
SenellestanzedellaMarxHouse,doveilGruppoerasolitoriunirsi,Hobsbawm
siesprimevainques?termini,proponendounarevisionedellavorodellostessoedei
rappor?chelolegavanoalpar?to(avrebbeinfasfaIopartedellacommissioneper
lascriIuradiunanuovaeseriastoriadelCPGB),moltopiùcauteeranolesueuscite
pubblicheinmeritoalripensamentoacuilostessopar?todovevaesseresoIoposto.
Nei giorni in cui l’«Observer» presentava al pubblico inglese il testo integrale del
rapporto segreto di Khrushchev , Hobsbawm era intervenuto sul «DailyWorker»817
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.229.810
GiovanniCon?nihasoIolineato,studiandolamemoriadel1956traglioperaicomunis?italiani,che811
spesso il risultatoe la rielaborazionidieven? trauma?ci tendonoaesserean?cipa?agli even?stessi,quandoinrealtàsisonoverifica?dopounlungoprocesso.G.Con?ni,Glioperaicomunis1elesvoltedel1956,inRipensareil1956,cit.,p.436(433-453).
LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 88° riunione dell’Historians' Group812
CommiIee,7luglio1956,p.154.
Ivi., Verbale manoscriIo della 89° riunione dell’Historians' Group CommiIee, 8 luglio 1956, pp.813
156-160.
Ibid.814
Ibid.815
Ibid.816
10giugno.817
�179
terzocapitolo:1956
con due ar?coli in cui, vista la necessità di affrontare i «facts, some of them
unpalatable»,pronos?cava lanecessitàdi importan?cambiamen?nellapoli?cadel
par?to:cambiamen?chelui individuavanellastrategiaeleIoraleedireclutamento,
suggerendounacollaborazioneconilaburis? .QuandoSavilleeThompson–come818
sièvisto–stavanointerrogandoinmodoecontonisemprepiùpressan?ilpar?to,
Dobb aveva chiesto pubblicamentemaggiori no?zie inmerito al XX Congresso,Hill
avevamessoindubbioilcentralismodemocra?co,Hobsbawmfacevafronteallacrisi
del comunismo internazionale proponendo una riflessione – non senza incorrere
anche lui in un’opposizione dei quadri del par?to – proieIata interamente sulla819
poli?canazionaledelCPGB,sullesuestrategieinterne,eludendoquantoinvecestava
succedendoalivellointernazionale .820
Quando, poche sesmane dopo, Saville gli inviava il primo numero di «The
Reasoner» ,lareazionediHobsbawmfudeltuIonega?va.821
Idon’t likethediscussionpartof it. It is toonega?ve,andsomeofthecontribu?ons
seemtometochallengecertainfundamentalpointsabouttheparty,e.g.democra?c
centralism […]. I also think youwill bedoing the causeof democra?sing theparty a
disservice by publishing maIer which will, rightly or wrongly, alienate the ordinary
rank-and-filepartymemberandcausehim,rightlyorwronglytorallyuncri?callyround
the leadership. That’s not theway to get things changedwithin the party - as I am
convincedtheycanbechanged.(IfeelthatEdwardmissedafineopportunityinWorld
News,andif IhadbeenBertBakerIshouldhaverejectedhissecondar?clealso,not
just for reasons of space , but because it seems to me not to be gesng beyond
nega?verecrimina?on).However,I’mallformorediscussionintheparty,evenifsome
ofitstrikesmeasabadkindofdiscussion .822
Lacontrarietàsifeceancoramaggiorenellesesmanesuccessive.MargotHeinemann
adagostofacevasapereaSavillecheHobsbawmera«preIyannoyedwithyou» .823
HobsbawmnespiegòaSavillelemo?vazioniconunalunghissimaleIeraincui,vista
E.Hobsbawm,LabourParty,in«WorldNews»,16giugno1956,p.384.818
Da un dialogo tra George MaIhews e Hobsbawm, interceIato e parafrasato dai servizi segre?,819
sappiamo che MaIhews cercò di persuadere Hobsbawm a non pubblicare il secondo ar?colo sullastrategiaeleIoraledelpar?to(vedinotasuccessiva)inquantoavrebbepotutonuocereall'interessedelpar?to;Hobsbawm, pur dimostrando un certo fas?dio circa l’interferenza diMaIhews, «said that hewasquitepreparedtorephrasethe leIer if itwouldhelptoget itprinted».NAL,EHF-MI5,KV2/3983,InterceIazioneriferitaal22giugno1956.
Un secondo intervento venne pubblicato come leIera con il ?tolo Communists and Elec1ons, in820
«DailyWorker»,30giugno1956.
HHA,JSC,box6,misc.1956,Listadellepersoneacuièinviato«TheReasoner».Traquestec’èancheil821
nomediHobsbawm.
Ivi.,box7,1956,LeIeradiEricHobsbawmaJ.Saville,15luglio1956.822
Ivi,box6,misc.1956,LeIeradiM.HeinemannaJ.Saville,agosto1956823
�180
primaparte:Re1
l'amiciziachelilegavadaanni,dicevadiesprimersiinmododeltuIofranco.«Ithink
youandEdward–esordiva–madeamistakeinstar?ngtheReasoner,andagreater
mistakeinwhatyouputintothefistissue.IthinkyouputyourselfandCentreinan
impossible posi?on» . Nonostante ciò e poiché si fidava della solidità della sua824
militanza comunista (più dubbioso invece si diceva verso Thompson, «hismarxism
and his knowledge of what the party is»), aveva deciso di impegnarsi perché essi
restasseronelpar?to:
notforyouandEdwardpersonally,withwhoseac?onsIdisagree,andnotevenforany
Volterian‘IdislikewhatyousaybutIwillfightforyourrighttosayit’,butforthemost
effec?vewaytokeeptheforceswhichwillpressforachangeinthepartyinsideit,and
for the effec?ve right to discuss fundamental issues of theory and policywithin the
partyascommunists.
Hobsbawmsimostravadispostoamediaretraloroeilpar?toperchéritenevachese
loavesserolasciato,aseguitodiunasospensioneodiun’espulsione,avrebberodato
avvioauncircolovizioso.Mol?intelleIuali,inpar?colare,avrebberoabbandonatola
poli?ca, ri?randosiaun’asvitàdi solaerudizione.Queipochi invecechesarebbero
rimas?nel par?to «to fight inside the party for a change – and thefight is, in the
natureof things, longandunlikely to yield immediatedrama?c results», sarebbero
sta?discredita?dallaloroamiciziaedallaloroassociazioneconiprimi,«evenifwe
have only fought against their expulsion». Hobsbawm dunque credeva in un
necessario e possibile rinnovamento del par?to, da fare dal suo interno. Lo stesso
giorno incui scrivevaaSavilleavevapropostoa JohnGallandidarvitaaunnuovo
periodico di par?to in cui dare spazio alla discussione ; Gollan aveva ribaIuto825
promeIendo un ampliamento del dibasto, su qualsiasi tema, all'interno del già
esistente«WorldNews».Eraunaproposta–agliocchidiHobsbawm–chemeritava
essere testata; ovviamente – aggiungeva – ci sarebbe voluta una certa dose di
«flexibility on both sides, and it would be advisable to avoid provoca?ve
formula?ons».ConsigliavadunqueaSavilledinonpubblicare il secondonumerodi
«The Reasoner»: esso avrebbe reso «our situa?on more difficult, and your quite
impossibleunderthepartyrules».
SuggerimentocheSavilleeThompsonnonaccolsero.Ilpar?tochiesedunquea
RodneyHilton dimediare, convincendo i due a chiudere la rivista . Proposta che826
Ivi., LeIera di E. Hobsbawm a J. Saville, agosto 1956. Da questa leIera sono traIe le citazioni824
successive.
Sarebbenatonel1957conil?tolodi«MarxismToday».825
MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Obituaries wriIen by others,826
LeIera di G. MaIhews a R. Hilton, 14 seIembre 1956. (Questa leIera – fotocopiata – fa parte delmaterialecheHobsbawmavrebberaccoltoperscriverenel2003unnecrologiodiHilton).
�181
terzocapitolo:1956
Hilton però rifiutò: a differenza di Hobsbawm, non solo riteneva che i temi e le
prospesvedianalisiemersein«TheReasoner»fosserodigranlungapiùinteressan?
diquellechevenivanopubblicatesu«WorldNews»,mamostravapesan?dubbicirca
le obiezioni che i quadri dirigen? muovevano alla rivista: «They do not take into
account contemporarypoli?cal circumstances». La leadership, ai suoiocchi,doveva
meIeredaparteilproprioorgoglioeacceIarelarivistadiSavilleeThompson«asan
addi?on to our press» .MaIhews replicava dicendo che «the Partymembership827
willneverstandforthiskindof individualis?c,anarchistbehaviour.ThePartygrown
upintheschoolofhardclassbaIle,andthemajorityofitsmembersunderstandvery
wellfromexperiencethenecessityfordisciplineandorganisa?on» .828
Eraproprioquest’ul?moaspeIochedifferenziavaHobsbawmdaHiltonedal
gruppodi«TheReasoner».MargotHeinemann,cheavevacondivisoconHobsbawm
una grande amicizia dagli anni Trenta così come avrebbe condiviso la decisione di
rimanerenelCPGBdopo il ‘56,avrebbe ricordatoadecennididistanzache inquei
tragici momen?, nonostante avessero dovuto riconoscere che per anni avevano
sbagliatosuques?onifondamentali,eraperloropossibile«tofeelthatwewereright
toremaininthePartyandtrytochangewhateverwedisagreedwith» .Hobsbawm,829
sebbeneindisaccordoconlalineapoli?cadelpropriopar?toeconquelladell'Unione
Sovie?ca,era intenzionatoauncambiamentodelcomunismo,cheperònonpoteva
vedere realizzarsi se non dal suo interno. Ne danno conferma, nuovamente, i suoi
interven? sulla stampa di par?to dell’epoca, in cui si dimostrò intento a ragionare
sull'importanza di un confronto libero tra posizioni e pun? di vista divergen? ma
interni al par?to. A oIobre, ad esempio, propose una riflessione sul centralismo
democra?co in cui, con alcune cri?che alla dirigenza, suggeriva di implementare la
discussione internaalpar?to,servendosiperòdeisuoiorganidistampa .Ocome830
quando – in vista del congresso straordinario che i quadri del par?to decisero di
programmareperlaprimaveradell'annosuccessivo–suggerìalpar?todiaffrontare
la sua divisione interna riandando all'origine dell'esperienza comunista. Quando
ThompsoneSavillesu«TheReasoner»avevanogiàiniziatoameIereindiscussione
ciòcheandavasoIoladefinizionedimarxismo-leninismo,cri?candolaforma-par?to
e meIendo in discussione il primato dell’organizzazione par??ca , Hobsbawm831
Ivi.,LeIeradiR.HiltonaG.MaIhews,15seIembre1956.Argomen?similieranosta?espos?dallo827
stessoR.Hilton,PartyLineandLabourParty,in«WorldNews,1°seIembre1956.
Ivi.LeIeradiG.MaIhewsaR.Hilton,18seIembre1956.828
M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,cit.,p.48.829
E.Hobsbawm,ImprovingPartyDemocracy,in«WorldNews»,13oIobre1956.830
Su questo aspeIo della riflessione teorica-poli?ca e poi storiografica di Thompson si veda N.831
Gallerano eM. Salva? (a cura di),Un’intervista con E. P. Thompson, in «Ombre rosse», 1979/30, pp.50-51 (48-67);M.D.Bess,E.P. Thompson: TheHistorianasAc1vist, in«AmericanHistoricalReview»,1993/1,pp.22-23(19-38);P.Brunello,Acinquant'annida'TheMakingoftheEnglishWorkingClass',diEdwardP.Thompson(1963-2013),in«storiAmestre»,p.11(1-18);
�182
primaparte:Re1
proposedi superare«themost cri?caldays in thewholeexistenceofourParty» 832
guardandoacomeLenineilpar?tobolscevicosieranocomporta?insimilisituazioni:
«it is clear–diceva– that,when therewere fundamentaldisagreementsonpolicy,
theParty‘permiIedfreediscussion’» .833
L’azionecheHobsbawmsiproponevadicri?cadall’internodelpar?tononera
cosameno snervante dell’opposizione dura a cui Thompson e Saville, ad esempio,
dovevanorispondere.VocidifunzionaridivarioordinedelCPGBiniziavanoadiffidare
di lui, dandogli a par?re dal novembre ’56 del «dangerous character»,
dell’«opportunist» e del «swine» . Inoltre, i contribui? che egli mandava alla834
stampa di par?to venivano spesso soIopos? a leIure cri?che da parte dei quadri
dirigen?,concuicomunqueHobsbawmcercavasempredidialogarepercapireilloro
parere e spiegare la buona fede del proprio. Anche l'ar?colo in cui si richiamava a
Lenin non era piaciuto alla dirigenza. Lo tes?monia l’interceIazione di una
conversazione telefonica in cui Hobsbawm chiedeva al segretario del par?to in
persona,Gollan,cosanepensassedelsuggerimentocheavevaavanzato:
G:Idon’tthinkit’saverygoodsugges?on.
H:Iwasafraidyouwouldn’t
G:Ithinkyoumustunderstandmyfeelingthe…I’mallfordiscussion,Eric,but,Idon’t
think you’regoingabout it in the rightway.But your leIerwill go intoWN [«World
News»].
H:Yes, I canunderstand thepointofview. I thinkyou’rewrongon that Jhonnie,but
s?ll…
G:Wellwe’llagreetodiffer .835
Primadichiuderelatelefonata,esprimendounasostanzialedivergenzanella leIura
cheiduedavanodelpassodiLeninacuiHobsbawmsierarifaIo,Gollandisse:
G:Iwouldsaythis,weneedtostartoffthediscussionafresh.We’regoingtohavetwo
documents,possiblythreedocuments,inprepara?onfortheCongress.We’llhavethe
documenton thenewdraâofBri?shRoad,we’ll have thedocumenton innerParty
posi?on,we’llhave thedocumenton thepoli?cal situa?on,yousee.Thesewill then
E.Hobsbawm,LeninonPartyCongress,in«WorldNews»,1°dicembre1956.832
Ibid.833
Suquest’aspeIoe suiprofilibiograficodei funzionaridipar?to che cosìdicevanodiHobsbawmsi834
veda: G. Andrews, Eric Hobsbawm andMI5, www.opendemocracy.net/geoff-andrews/eric-hobsbawm-and-mi5.
NAL,EHF-MI5,KV2/3983,InterceIazionediunatelefonatadiE.HobsbawmaJ.Gallan,22novembre835
1956.
�183
terzocapitolo:1956
becomethedocumentsaroundwhichthediscussionwillrevolve,aroundwhichpeople
willputposi?onsandcounterposi?onsandsoforthinthecourseofthediscussion.
H:That’sfair.Imeanthat’sthebestwayofdoingit.Certainly .836
Nonostante l’amarezza che il fallimento dei suoi sforzi gli provocava, nonostante
vedessecheilsuoimpegnovenissesoffocatoenonostantel’os?litàconcuidadiversi
funzionaridelpar?tovenivasemprepiùguardato,Hobsbawmcon?nuavaacredere
nelpar?to.Unsuoamico,scrivendoalsegretariodell'Historians'Group,cosìmo?vava
lacosa:
Hungaryhasindeedbeenabody-blow-butIwillstatemyownposi?on,which(asso
oâen)seemstobeEric’salso.ItisthethePartybelongnottothepresentleadershipas
aprivateconcernfromthemtorunastheylike,buttoustherank-and-file,andbeyond
us,totheLabourmovement.Therefore,thePartymustgoon,andmembersmustnot
leavebecause theyaredisgustedwith the leadership (or lackof leadership,as inmy
case).Theymuststayin,andfight .837
LevicendericostruiteinAnniinteressan1noncoincidonodunqueconquantoi
documen? dell’epoca sembrano accertare. Hobsbawm, nonostante fosse in
disaccordoconalcunelineedelCPGB,espresseilsuodissensocontonimodera?;si
mostrò sempre rispeIoso delle regole del par?to, des?nando le proprie riflessioni
anchefermeepolemicheallecolonnedellastampacomunistaericercandosempre
un confronto con i quadri dirigen? nazionali. Deplorò inoltre gli strappi che i suoi
compagni intelleIuali consumarono con la dirigenza; cercò di lavorare a una
mediazionetrairedaIorieicollaboratoridi«TheReasoner»eilpar?tononperché
credesseinquestoesperimentoeditoriale(dubitavadelmarxismodiThompson),ma
perevitarediindebolirechivolevainvecerestarenelpar?to,quindiaifiniditutelare
il par?to stesso. Se Edward Thompson aveva iniziato a meIere in discussione i
conceselepra?cheallabasedelpar?to,lastoriadell’esperienzabolscevicaealcuni
aspesdella teoriamarxista-leninista,HobsbawmmeIeva in discussione – come si
evince nella leIera dell’amico appena richiamata – al massimo la leadership del
par?to,nonilpar?toinsé.
Perché? Per rispondere a questa domanda u?le pare affrontare i tes? che
Hobsbawmscrissenel1956enegliannidipocosuccessivi,guardandolinonsoloperi
lorocontenu?,mapercogliereinlorolementalitàelestrategiedell’autore.Neibloc
notes in cui Hobsbawm andava raccogliendo i suoi appun? sulle ricerche e sulle
Ibid.836
NAL,EHF-MI5,KV2/3983,LeIerainterceIatadiB.GrantaPayne,8novembre1956.837
�184
primaparte:Re1
leIure rela?ve al Sud Italia, fissò anche alcune schema?che note sui passaggi
principalideiprimimesidel1956:ilXXIVcongressodelCPGB,ilXXdelPCUS,lanuova
faseapertadaquest’ul?mo,quindi«ourtask inUK»;annotavaquindi itemidicui i
comunis?britanniciavevanodiscussoodicuidovevanodiscutere: ilproblemadella
democrazia interna al propriopar?to, la necessità di scriverne la storia, il rapporto
con l’URSS, ilsistemacoloniale, il rapportotraculturae ideologia .Mentre lacrisi838
del1956erainaIoHobsbawmstavadunqueragionandoancheaisuoiviaggiealle
ricerche che – come si è visto – lo avevano portato a conoscere il Sud Italia e la
Spagna.SitraIasolodiunveloceelenco,immersoinappun?bibliograficieinalcune
notedicampo,materialecheavrebbetrovatoformalizzazionedilìapochianniconla
pubblicazione,nel1959,diPrimi1veRebels.
Fuproprionell’immediatopost-1956cheHobsbawmscrisse il libro:oltrealla
spinta di Donini e a quella di Gluckmann, Primi1ve Rebels nasceva dunque da un
ulteriore s?molo; in esso si riversavano anche le riflessioni poli?che che la crisi di
quell’anno aveva faIo esplodere. Congedando la sua ricerca – un «esperimento
incompleto»,lodefiniva–alleIoreHobsbawmsirichiamavaaGramsci:
QuantoAntonioGramscidissedeicontadinidell’Italiameridionaledel1920siadaIaa
mol?gruppi socialie regionalidelmondomoderno.Essi sono«inperenne fermento
maincapaci,comemassa,didareunaespressioneunitariaalleproprieaspirazionieai
propribisogni».SoggeIodiquestolibro–aggiungeva–èappuntoquestofenomeno,i
primi episodi di loIa segui? all’espressione fasvadi queste aspirazioni ed i possibili
modidellaloroevoluzione .839
Ciòchesiproponevadistudiare,inaltreparole,eraun«insiemedimovimen?come
unaspeciedi stadio ‘preistorico’diagitazionesociale» ,di cuimostravaal leIore840
unaseriedi casi studioeuropeipresenta? inunpercorsoevolu?vo,dal sempliceal
complesso – dal bandi?smo, alla mafia, alle forme millenariste di rivolta (i
lazzaress?,glianarchiciandalusieifascisiciliani),alleseIeoperaiebritanniche.«Mi
sono limitato – diceva nell’introduzione – alla preistoria del movimen? operai e
contadini» :sitraIavadimovimen?cheluidefiniva«ciechi»e«prepoli?ci»,perché841
privi di un «preciso linguaggio, con il quale esprimere le proprie aspirazioni» .842
QuestopassaggiomegliosicoglienelladisaminacheHobsbawmfecedelleformedi
MRC, EHP, Research Material, Primi?ve Rebel and Bandits, Southern Italy, Secondo quaderno di838
appun?.Appuntorela?voal1956,senzadata(937/3/4/2).
E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.29.839
Ivi.,p.29.840
Ivi.,p.27.841
Ivi.,p.19.842
�185
terzocapitolo:1956
millenarismocontadino,proponendounconfrontotral’anarchismoandalusoeifasci
siciliani.Glianarchicispagnolirappresentavano,agliocchidiHobsbawm,«l’esempio
piùsalientediunmodernomovimentodimassamillenaris?coosemimillenaris?co»;
un movimento in cui egli scorgeva importan? vantaggi ma sopraIuIo svantaggi
poli?ci.
I vantaggi consistevanonel faIo cheessoesprimeva l’effesvomododi sen?redelle
masse contadine con maggiore fedeltà e efficacia di qualsiasi altro moderno
movimento sociale e poteva quindi a volte oIenere, senza sforzo, una unanimità di
azionemanifestamentespontanea […]Magli svantaggierano insormontabili.Proprio
perché l'agitazione socialemoderna pervenne ai contadini andalusi soIo una forma
chetrascuròdeltuIodiinsegnarelorolenecessitàdell'organizzazione,dellastrategia,
della tasca e della pazienza, le loro energie rivoluzionarie furono completamente
sprecate.Unataleagitazione,duratacircaseIant’anni,esplodendospontaneamentein
vaste zone del regno[…], sarebbe bastata a rovesciare regimi ben più solidi dei
traballan? governi spagnoli del tempo; eppure in pra?ca il movimento [p 127]
anarchico spagnolo […] non rappresentò mai per le autorità nulla di più che un
ordinarioproblemadipolizia.Nonpotevafarenulladipiù:poichélarivoltacontadina
spontanea è per sua natura locale, o nella migliore delle ipotesi, regionale. Perché
divengagenerale,ènecessariocheognivillaggioentri inazionesimultaneamente,di
sua propri inizia?va e per fini ben precisi. La sola volta che ilmovimento anarchico
spagnolo si avvicinò a questo punto, fu nel giugno 1936, quando il governo
repubblicano incitò alla resistenza contro i fascis?; ma per quanto concerneva il
movimento anarchico, questo invito veniva da una en?tà che esso si era sempre
rifiutato per principio di riconoscere, e non era quindi preparato a valersene. Il
riconoscimentodeglisvantaggiderivan?dallapuraspontaneitàedalmessianesimoè
avvenuto per gradi. La sos?tuzione del sindacalismo anarchico, che prevedeva
vagamente un’organizzazione e una poli?ca sindacale, all’anarchia pura aveva già
segnato una tappa verso l’organizzazione, la strategia, la tasca; ma ciò non era
sufficienteaincluderenéladisciplinanéladisposizioneadagiresoIoprecisediresve,
diunmovimentobasatosullafondamentaleconvinzionecheentrambelecosefossero
indispensabilieinu?li .843
All’analisidell’anarchismo Hobsbawmfacevaseguirelostudiosuifascisicilianicon844
loscopodi«fornireunadescrizionecompletadelprocessoperilqualeunmovimento
sociale di caraIere primi?vo viene assorbito da un altro di caraIere preIamente
Ivi.,pp.126-127.843
Per una cri?ca all’interpretazione dell’anarchismo di Hobsbawm si rimanda a J. R. Mintz, The844
AnarchistsofCasasViejas,IndianaUniversityPress,Chicago1982,pp.271-275.
�186
primaparte:Re1
moderno».Spiegavaquindicheilmillenarismocontadino«manifestatosiinAndalusia
soIo le forme rudimentali di organizzazioni anarchiche in villaggio, in Italia [era]
venuto a inserirsi in un quadro poli?co molto più complesso», ponendosi «soIo
l’egida del marxismo» . A differenza del contadino andaluso, quello siciliano e845
lucano–scrivevaHobsbawm–servivaunacausacheloavevaspinto«adiverseepiù
complesse asvità; come, ad esempio, il voto e la ges?onedi coopera?ve agricole,
l’occupazioneforzatadelleterreegliscioperigenerali».Prendevaquindiamodelloi
fascisiciliani,mostrandocomeessisifosseroconfigura?comeilprimo«movimento
organizzato,condeicapi,un’ideologiamodernaeunprogramma;èquesto,ineffes,
ilprimomovimentocontadinochesidis?nguadaunasemplicereazionespontaneadi
contadini» . I contadini siciliani erano infas sta? istrui? alla loIa , secondo le846 847
teorie e la propaganda della Seconda Internazionale, da una direzione – precisava
Hobsbawm–cheprovenivadallaciIà,valeadire«dagliintelleIualidiideeradicalie
dagli ar?giani» . Grazie all’organizzazione, all’educazione e alla guida poli?ca, il848
«primi?voentusiasmomillenaris?co–concludevaHobsbawm–sieratrasformatoin
qualcosa di più duraturo: una fedeltà costante e disciplinata a un moderno
movimentosocialerivoluzionario» .849
Paolo Capuzzo ha giustamente soIolineato che I ribelli, pur configurandosi
come un ricco «can?ere di ricerca, presenta eviden? limi?», cri?ca? anche dai
subalternstudies:latesiinterpreta?vasucuipoggiaillibrodelineainfasunpercorso
di trasformazione ed emancipazione sociale – dallo stato subalterno a quello
propriamente poli?co – unilaterale e ben codificato, che ripropone con «fiducia
storicis?ca» la strada che era stata propria del movimento operaio dei paesi
dell’occidenteindustrializzato .Nonostanteques?limi?,omeglioproprioapar?re850
daques? limi?èpossibilecogliere ilmo?vopercuiHobsbawmnon lasciò ilpar?to
comunista nel corso della crisi del 1956 o subito dopo. Dalla struIura e dalla
traIazionecheHobsbawmelaboròinIribellisipuòevincerel’importanzacheaisuoi
occhi manteneva il primato della poli?ca e del par?to. Dal libro emerge la sua
convinzione che in poli?ca fosse centrale la «necessità dell’organizzazione, della
strategia,della tascaedellapazienza» .Allafinedegli anni SeIanta, ragionando851
sullanascitadiquestolibro,HobsbawmavrebbedeIo:
E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.129.845
Ivi.,p.133.846
Ivi.,p.137.847
Ivi.,p.134.848
Ivi.,p.144.849
P.Capuzzo,EricHobsbawmstoricodelleclassisubalterne,inid.(acuradi),Percorsidellastoriografia850
diEricJ.Hobsbawm,cit.,pp.308-309(302-310).
E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.126.851
�187
terzocapitolo:1956
ItispreIyclearthatatthe?meIwrotePrimi1veRebelsIwasalsotryingtorethinkthe
basesofrevolu?onaryac?vity,ratherthantoacceptuncri?callywhatalotofmilitant
Communistshadacceptedinthepast.YoucanreadPrimi1veRebelsasanaIemptto
seewhetherwewererightinbelievinginastronglyorganisedparty .852
Il rapporto tra società e poli?ca, stando alle riflessioni faIe da Hobsbawm nella
secondametàdeglianni‘50,nonpotevaquindicheesseremediatodalpar?to:senza
organizzazione–dicevaHobsbawm–sirestavanell’arcaismo. Iprotagonis?delsuoi
libro li definiva infas primi1ve rebels: solo grazie all’organizzazione poli?ca essi
avrebbero potuto raggiungere una coscienza poli?ca e liberarsi dallo stato di
primi?vità.
Dell’importanzadell’ideologiadelprimatodellapoli?caedell’appartenenzaad
un’organizzazione poli?ca Hobsbawm aveva rifleIuto anche in termini personali,
quando pochi anni prima aveva raccontato la propria vita al par?to. Nella sua
autobiografiascriIaallafinedel1952avevaripercorsolasuaadesionealcomunismo
inquestomodo:
IfirstcomeintocontactwiththemovementwhenaschoolboyinBerlin,1932.ThereI
joined the Sozialis?scher Schuelerbund, a near-party schoolboys’ organisa?on. I was
interested inthepartybyacousin (now in Israel),whowasthenaCommunist.Also,
having lived inVienna,where theonly other party except the SocialDemocratswas
slightly an?-semi?c, I had been vaguely drawn towards the Socialists. I expect the
combina?onofBerlin,justbeforeHiltercametopowerandrebellingagainstthefamily
got me to thinkmyself a ‘Red’. Didn’t domuch except read, and work a liIle with
LabourLeagueofYouthun?lIcameuptoCambridgeinSept1936,regardingmyselfas
acommunist.ThereIjoinedtheParty .853
Anch’egli dunque, che si era definito un ribelle, aveva beneficiato, aderendo al
comunismo, delle sue organizzazioni capaci di disciplinare e trasformare, come
ribadiva in una presentazione pubblica del libro, i «primi?ve rebels to […] really
modernrebels» .Nonpotevadunquelasciareun’organizzazione,incuicredevaein854
cuiriponevailvaloremassimodellapoli?ca.NeiviaggicheavevafaIoinItaliaaveva
sperimentatol'importanzadataal«par?tonuovo»togliasanodaimilitan?comunis?
IntervistaaE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inVisions,cit.,p.34.852
LHA, CPGBA,Autobiographies, CP/CENT/PERS/3/05, Autobiografia di Eric Hobsbawm, 2 novembre853
1952.
MRC,EHP,Papers,Publica?ons,BookDraâ,Primi?veRebels (1956-1958),Testodiun interventodi854
Hobsbawm tenuto in occasione di una presentazione pubblica all’uscita del libro Primi1ve Rebels, 6novembre1959,p.2(937/4/2/3).
�188
primaparte:Re1
italiani . Sempre in Italiapoiera stato introdoIoalla leIuradiGramsci, chenella855
relazione tra massa e par?to aveva conferito una primaria importanza al ruolo
dell’intelleIuale.
Fuproprionelcorsodellacrisidel1956che iniziòaesserefaIoilnomediGramsci
all'internodelFullCommiIeedelGruppodeglistoricicomunis?britannici,chenella
riunione del 27 maggio, quando si cominciava a discutere della necessità di una
nuovastoriadelpropriopar?to,comunicòche«arrangementswerebeingmadefor
thetransla?onoftheworksofGrammchi(sic)» ;questavenivaaffidataalmembro856
del gruppo Louis Marks, un giovane ricercatore di Oxford specializzando in storia
italianadel primoCinquecento, allievodiHill, amico e in quegli anni coinquilinodi
Hobsbawm in un appartamento nel quar?ere londinese di Bloomsbury . «We857
believed–avrebbericostruitoHobsbawmannidopoinun’intervista–thattranslated
an important Marxist necessarily had poli?cal implica?on […]; we thought that
Gramsciwould strengthen a broader viewofMarxism and communist party policy
againstthenarroworthodoxStalinistline» .Laselezionedegliscrisgramscianiche858
Marks avrebbe elaborato nell’antologia poco dopo pubblicata, dando aIenzione in
par?colare alle note sulla filosofia della prassi, ha un preciso riscontro – come ha
rimarcatoDavidForgacs–«nellavalorizzazionedellaprassiedell'azionepoli?cadelle
classi subalterne portata avan? allora da Hill, Hobsbawm e altri in campo
storiografico» .859
Nelcorsodel1956TogliascitòfrequentementeGramsci:unrichiamocheegli
intrecciòallaformulazionediunaviaitalianaalsocialismo .Lofeceneidocumen?860
poli?ci più importan?, a par?re dalla Relazione al comitato centrale del PCI del 13
marzo, relazionecheera stata tradoIadal«DailyWorker»afinemesee chemol?
intelleIualibritanniciavevanoapprezzatoperché–comeavrebbedeIoJohnSaville–
avevaavanzatounadisaminadeifas«moredetailedandmuchmoresophis?cated»
Per la centralità conferita al par?to nell’esperienza dei militan? comunis? italiani nel secondo855
dopoguerrasivedaM.Boarelli,Lafabbricadelpassato.Autobiografiedimilitan1comunis1(1945-56),Feltrinelli,Milano2007,inpar?colarepp.29-34.
LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 87° riunione of Full CommiIee del856
Gruppo,27maggio1956,p.144.
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.244.857
Intervista di E. Hobsbawm a cura di Y. Tzu-Chen, trascriIa in appendice a Y. Tzu-Chen, How the858
Proposi1onof theBa.leof Ideas Influenced theBri1shCommunist Intellectuals’Recep1onofGramsciDuring the Period 1956 to 1958?, Tesi di laurea inModern History sostenuta presso la University ofLondon,supervisoreprofessoressaP.J.Corefield,1998.p.4.
D. Forgacs, In Gran Bretagna, in A. Santucci (a cura di),Gramsci in Europa e in America, Laterza,859
Roma-Bari1995,p.60(55-67).
G.Liguori,Lele.urediGramscineldibaÅtodellasinistradopoil1956, in«Studistorici»,1992/2-3,860
pp.514-522(513-554).
�189
terzocapitolo:1956
diquelladiMaIhews .Comegiàricordato,Hobsbawmavevapoi leIola«famous861
interview» di Toglias a «Nuovi argomen?», in cui il leader italiano, dosando
sapientemente–comehasoIolineatoAldoAgos?–«riaffermazionidi con?nuitàe
aperturerinnovatrici» ,avevaespresso–secondoHobsbawm–«someratheropen-862
minded comment on the 20th Congress» . Conservava tra le sue carte poli?che863
dell’epoca sia il numero di «World News» che riproponeva la traduzione
dell’intervista ,sia ilnumerodi«Rinascita» incuieranoriportate integralmente le864
risposte di Toglias alle nove domande sullo stalinismo ; doveva averle leIe con865
aIenzione,vistocheavevaevidenziatounpasso incuiTogliasaffermava lagravità
delle conseguenze degli errori di Stalin e la loro ripercussione sul sistema
sovie?co .«[B]ythe?me–avrebbericordatoannidopo–itwasclearthatICPwas866
alreadyformula?ngamorepubliclycri?calopinionthanotherpar?es» .Èdunque867
verosimilecheancheneimesisuccessivicifossedapartediHobsbawmun’aIenzione
versoquantoilPCIstavaformulando.Nonerad’altrondel’unicoaguardarenel1956
all’Italia. Anche i suoi amici comunis? francesi mostravano un occhio di riguardo
verso la stampa comunista italiana:HeleneRaymond, ad esempio, ne consigliava a
Hobsbawm la leIura perché libera e veri?era . Era questa un’opinione diffusa.868
SimonedeBeauvoirpochigiorniprimadifirmareassiemeadaltriintelleIualifrancesi
laleIeradel7novembre1956sopraricordatasitrovavaaRoma:avrebbedescriIolo
sbigosmentocheallano?ziadell'invasionesovie?cadell’Ungheriaprovòassiemea
Sartreeailoroamiciromaninellesuememorieautobiografiche,doveavrebbeanche
soIolineato l’«imparzialità» di giornali come «l’Unità» e «Paese Sera» nella
res?tuzione degli avvenimen? ungheresi. «L’onestà dei comunis? italiani – avrebbe
aggiunto–ci rincuorava»;rientra? inFrancia, leieSartre«ritrova[rono, invece]con
J.Saville,TheTwen1ethCongressandtheBri1shCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.3861
(1-23).L'ar?colodiTogliasera in?tolatoStalinandCollec1veLeadership, in«WorldNews»,31marzo1956,pp.201-203.
A.Agos?,Bandiererosse,cit.,p.213.862
IntervistadiE.HobsbawmacuradiY.Tzu-Chen,cit.,p.5.863
MRC, EHP, Poli?cs, Miscellaneous subject files, Miscellaneous publica?ons (1939-1991), TogliaÅ.864
Ques1onsPosedbythe20thCongressoftheCPSU,publishedby«WorldNews»,(9/6/4/12).
P.Toglias,LerispostediPalmiroTogliaÅanovedomandesullostalinismo,in«Rinascita»,1956/5-6,865
pp.301-312.
Il passo che Hobsbawm aveva evidenziato era questo: «Con questo non voglio dire che le866
conseguenzedeglierroridiStalinnonsianostatemoltogravi.Sonostatemoltogravi,sisonoesteseamol? campi e dil superarle non credo sarà cosa semplice, né che potrà farsi molto rapidamente. Insostanza, si può dire che una grande parte dei quadri dirigen? della società sovie?ca (par?to, Stato,economia, cultura, ecc) si era, nel culto di Stalin, intorpidita, perdendo o avendo ridoIa la propriacapacitàcri?caecrea?va,nelpensieroenell’azione».Ivi.,p.302.
IntervistadiE.HobsbawmacuradiY.Tzu-Chen,cit.,p.5.867
MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond868
(1952-1962), LeIere di H. Raymond a E. Hobsbawm, 24 giugno, 16 oIobre 1956; 7 marzo 1957(937/1/2/9).
�190
primaparte:Re1
disgustolastampacomunistafrancese» .HeleneRaymondinformavaHobsbawm–869
proprio nei giorni in cui il «Daily Worker» pubblicava la sua leIera soIo il ?tolo
Suppressingfacts–dellalineaduracheilPCFsemprepiùmostravaanchecontrogli
intelleIuali: si doveva però – dicevaHelene –mantenersi calmi; la corsa a firmare
appellielecri?chealpar?to–commentava–nonrisolvevanonienteefinivanosolo
per isolare ulteriormente il par?to . Negli stessi frangen? in cui Toglias aveva870
parlatodell’intervento sovie?co inUngheria comediuna«duranecessità», ilCPGB
parlava del «white terror in Hungary» mentre il PCF ribadiva che l’intervento871
sovie?co era un «dovere di classe», riconfermando nell’URSS – in contrasto con il
policentrismopropostodaToglias–l’unicocentrodelcomunismointernazionale.
Nelcongedarenel1957alpubblicoinglese«withtheapprovaloftheIs?tutoGramsci
at Rome» la prima antologia gramsciana, che come si è deIoera nata sulla spinta
dell’interno dell’Historians’ Group, Louis Marks avrebbe presentato Gramsci come
«thepersonwhomTogliashascalledthefirstItalianMarxist» ;GeorgeThompson,872
un altro membro dell’Historians’ Group, recensendo il libro, avrebbe esordito
richiamando la cri?ca mossa da Toglias alcuni anni prima al CPGB di non essere
riuscitoacreare«deeprootsamongthemasses»:sidilungavadunquesulpensieroe
sull’azione di Gramsci ribadendone che la grandezza del suomarxismo «lies in his
profound understanding of the unity of theory and pra?ce», cosa che aveva
permessoal PCIdi radicarsi nellemasse; invitava i comunis?britannici aprenderlo
comemodello .873
Nonostante i for? limi?con iquali ladirigenzacomunista italianarielaborò la
crisi del ’56 , proprio nel 1956 il PCI si mostrò capace di una riflessione più874
complessa rispeIo a quella proposta dai corrispesvi par?? occidentali. Alexander
Höebel ha soIolineato che anche nel giudizio che Toglias diede dell’invasione
ungherese come di una «dura necessità», aveva ribadito gli errori del gruppo
dirigente ungherese, a cui rimproverava un legame non organico con le masse
popolari. L’accento veniva posto «sul problema del rapporto par?to-masse, che
rimandava alle ques?oni più generali dell’egemonia e del rapporto socialismo-
S.DeBeauvoir,Laforzadellecose,Einaudi,Torino1966[ed.or.1963],pp.342-345.869
MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond870
(1952-1962),LeIerediH.RaymondaE.Hobsbawm,10novembre1956(937/1/2/9).
WhiteTerrorinHungary,«WorldNews»,24novembre1956,pp.748.871
L.Marks,Introduc1on,inA.Gramsci,TheModernPrinceandOtherWri1ngs,Interna?onalPublisher,872
NewYork1968[ed.or.1957].p.12(11-18).
G.Thompson,Gramsci.TheFirstItalianMarxist,in«MarxismToday»,1957/2,pp.61-62.873
G.GozzinieR.Mar?nelli,Storiadelpar1tocomunistaitaliano,cit.,pp.588-630,p.625;M.FloreseN.874
Gallerano,SulPCI.Un’interpretazionestorica,IlMulino,Bologna1992,pp.106-119.Sivedailconfrontoconlacoevasituazionefrancese:D.Canciani,L’iconaspezzata.Intelle.uali,stalinismoecrisidel1956inFrancia,pp.119-158,inB.Groppo,G.Riccamboni(acuradi),Lasinistraeil'56inItaliaeFrancia,Livianaed,Padova1987.
�191
terzocapitolo:1956
democrazia» chesarebberostateallabasedella«via italianaalsocialismo»edel875
nuovoprotagonismointernazionaledelPCI.
Hobsbawm ricordando a inizio millennio il 1956 dirà: «Una cosa che mi ha
aiutatoècheavevomolteamicizie in Italia; ilPCIeratuI’altracosa:unmovimento
che aveva un futuro e che non era totalmente iden?ficato con lo stalinismo» . Si876
defilòquindidalpar?tocomunistabritannico,perilqualedivenneun«compagnodi
strada», e si affiliò come «membro spirituale» al par?to comunista italiano. Dagli
avvenimen? del 1956 il PCI ai suoi occhi – come avrebbe ribadito vent’anni dopo
parlandone con Giorgio Napolitano – aveva «derivato un’analisi e delle posizioni
molto radicali, rispeIo a tus gli altri» par?? . Probabilmente ne aveva avuto877
sentore personalmente in occasione del convegno gramsciano del 1958 quando,
seppur con limi? e censure, Toglias aveva aperto la strada «allo svincolamento di
Gramscidalla cappadelmarxismo-leninismo»,ponendoun«fondamento teoricoal
processodipurprudenteallontanamentodelPCIdaMosca» .Nonlasciòilpar?to878
comunistadunqueperchénelpar?toeglivedeval’unicaformapossibileerazionaledi
un’azione efficace. Scelse di avvicinarsi al PCI perché in esso egli doveva sen?rsi
riconfermato:nonsolonellaconvinzionedell’ideologiadelprimatodellapoli?ca,ma
anchenell’importanzachegliintelleIuali–quindieglistesso–inessarives?vano.Ne
I ribelliavrebbespecificatoche lostudiodeimovimen?primi?vinondovevaessere
guardato come semplice curiosità o con sguardo di commozione, ma rives?va
«importanza pra?ca» nel des?no dell’umanità . Si traIava di un conceIo che879
avrebbe ripreso inunar?colo, scriIonel1960appositamenteper«Società», in cui
ribadivarichiamandosinuovamenteaGramsci–ecercandodioperareaIraverso la
storia sociale una mediazione tra questo e l’antropologia poli?ca della Scuola di
Manchester – che «l’analisi storica e sociale delle classi subalterne cessa[va] di880
essere accademica e div[eniva] di faIo di immediato e aIualissimo interesse
poli?co» . 881
A.Höebel,Introduzione,inId.,(acuradi),IlPCIeil1956,p.44(19-44).875
MRC,EHP,Media,Recordingsofbroadcasts:radio,IntervistaadE.HobsbawmrealizzatadaMarinella876
MagriconpresentazionediLucaFontana,RadioTre,22luglio2002(937/5/2/2).
G.Napolitano,IntervistasulPCI,cit.,p.34.877
F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit.,p.180.Laprincipalecri?cachevennemossainoccasionedel878
convegnofudapartediAlbertoCaracciolochecontrastò la tendenzaa interpretareGramscicomeunsempliceleninista,obliandol’importanzadelmovimentode«L’OrdineNuovo»,Ivi,pp.182-184.
E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.19.879
CiavolellaR.,Egemoniaesogge.opoli1coinantropologia,InterventotenutoalseminarioEgemonia880
prima e dopo Gramsci, 20 e 21 oIobre 2014, Università di Urbino, <hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.
E.Hobsbawm,Perlostudiodelleclassisubalterne,in«Società»,1960/3,p.449(436-449).881
�192
secondaparte:ProgeÅ
quartocapitolo
NELSEGNODIMARX
4.1.RitardiecorteggiamenS
Nelmaggiodel1965CorradoVivan?avver?vaGiulioEinaudidiaverincontrato
aLondraunHobsbawm«alquantogelidoneinostriconfron?» .Vivan?sitrovavain882
Inghilterraperallacciareanomedellacasaeditricetorinesedeicontasinvistadiun
ambizioso progeIo di cui negli ambien? einaudiani si discuteva da più di quindici
anni: la Storia Universale. Era d'altronde entrato all’Einaudi nel 1962 su
interessamento del suo maestro Delio Can?mori, che ne aveva prospeIato un
coinvolgimento nella realizzazione di qualche grande opera editoriale :883
probabilmente Can?mori, nel consigliare a Einaudi l’assunzione del giovane Vivan?
appenarientratodaParigi,avevainmentepropriolaStoriaUniversaledicuierastato
egli stesso il primo ideatore.Ne aveva infas iniziato a parlaredalla finedegli anni
Quaranta,quandosurichiestadiGiulioBolla?avevas?latounprogeIoeditorialecon
un’impostazione«manualis?co-informa?va», ilcuiobiesvoprincipalenonrisiedeva
tanto nel proporre «un’idea propria», quanto piuIosto nel registrare le differen?
lineestoriografichenazionalieinternazionali .L’Einaudisierapoiconsultataanche884
con Federico Chabod, che ne aveva proposto uno sviluppo – per cer? versi simile
all’idea can?moriana – per «grandi ques?oni» o per «problemi storici». Franco
Venturiall’iniziodeglianniCinquantaavevapoipropostounaseparazionetralaparte
italiana, a cui consigliava di dare maggiore ampiezza e taglio cri?co, e una parte
generaleconuncaraIerepiùmarcatamentescolas?co-informa?vo .IlprogeIoera885
statopoiaccantonatoeripresopiùvolte.AllametàdeglianniCinquantaVenturi,pur
registrandone le difficoltà innanzituIo organizza?ve visto l’imponente numero di
collaboratori che il progeIo richiedeva – «piuIosto un is?tuto che non un gruppo
dispersodistudiosi»avevainfasprospeIato–,avevaribaditolanecessitàdiportare
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,882
17maggio1965.
G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,in«StudiStorici»,2012/3,p.503(495-509).883
L. Mangoni, Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, Bolla?884
Boringhieri,Torino1999,p.789esegg.
Ivi.,p.792.885
�194
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
avan?l’opera:«[m]ancaunacollezionedilibri–avevadeIo–incuisipossaritrovare
facilmente non soltanto lo stato delle varie ques?oni, ma una descrizioneminuta,
accurata, precisa delle struIure economiche, sociali, is?tuzionali,militari, tecniche,
poli?che, ecc. dei vari sta? e gruppi italiani» . L’Einaudi proprio in quei frangen?886
avevaapertouna riflessionepiùgenerale internaallepropriepoli?cheeditoriali, in
meritosopraIutoagliobiesvidialcunesuecollaneeallanecessitàdidareadesse
uncaraIerepiùinforma?voemanualis?co.Maancoraunavoltal’ideadiunaStoria
Universale, che iniziava ad essere sempre più pensata in an?tesi rispeIo ad una
Storiad’Italia,sieraarenata.Noneranosta?soloiproblemiorganizza?vievidenzia?
da Venturi ad aver rallentato la partenza del piano: l’impianto «cri?co» con cui
impostarelaparteitalianaavevafaIoemergere–comehamostratoLuisaMangoni–
non poche difficoltà tanto che gli stessi einaudiani non riuscivano a trovare un
accordo . Erano poi subentrate anche delle ragioni economiche che facevano887
proporreaGiulioBolla?direindirizzarel’originarioprogeIoinunDizionariostorico.
«Allo stato aIuale degli studi in Italia – si gius?ficava Bolla? –, la costruzione di
un’équipe[avrebbesollevato]tuIaunaseriedidifficoltàchelarend[evano],senon
impossibile, certo molto problema?ca»: una delle difficoltà a cui Bolla? faceva
riferimentoera«latendenzaprevalenteallaricercamonografica»inItalia,cheasuo
parereavrebbeinvecepotutobenerifleIersiinunDizionariostorico .888
IldibastosierapoidinuovofossilizzatofinoaiprimianniSessanta,quantonel
1963, inoccasionedell’incontroes?vo che i ver?cidella casaeditriceannualmente
tenevano a Rhêmes-Notre-Dame e durante il quale furono messe le basi per una
riorganizzazione generale della poli?ca editoriale einaudiana, Vivan? era stato
incaricatodi studiareunnuovopianodiStoriaUniversale.Nedavacontopiùdiun
annodopo,specificandochesembravaopportunoriprenderelapropostadiChabod
di«un’operacollesva,compiutadaspecialis?dituIoilmondo»e,allostessotempo,
quella di Can?mori inmodo che «la narrazione avesse una struIura ‘policentrica’,
ar?colatafondamentalmentesullastoriadiSta?enazioni» .Perarrivareaquesta889
conclusione Vivan? aveva esplorato lo status quo della produzione storiografica
internazionaledegliul?midecenni,deducendoneunaprofondacrisidellastoriografia
contemporaneanonsoloperle«diversespecializzazionidominan?inciascunpaese»,
cosa che – ai fini della Storia Universale – avrebbe potenzialmente ostacolato un
Ibid.Perlediversevisionidell’operadiCan?morieVenturisivedaancheA.Viarengo,FrancoVenturi,886
poli1caestorianelNovecento,Carrocci,Roma2014,pp.195-197.
Ibid.887
E. Ferrero, L’altroGiulio. Bolla1 e ‘lo struzzo’, in P. Soddu (a cura di),Giulio Einaudi nell'editoria di888
culturadelNovecentoitaliano.AÅdelconvegnodellaFondazioneGiulioEinaudiedellaFondazioneLuigiEinaudionlus(Torino,25-26o.obre2012),LeoS.Olschkied.,Firenze2015,p.302(299-308).
AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cartella 222, fascicolo 3104,Memoria di C. Vivan? sul889
progeIodiStoriauniversale,21dicembre1964.DaquestodocumentosonotraIeanchelesuccessivecitazioni.
�195
secondaparte:ProgeÅ
dialogoeuno scambio internazionale,maanchee sopraIuIoper«l’incapacitàdei
singoli studiosi di improntare – diceva Vivan? – la propria asvità a una visione
generale che non [fosse] quella genericamente sosntesa o riferibile a schemi e
sistemi filosofici di ?po idealis?co, marxis?co ecc.». In questo modo la storia –
denunciavaVivan?riprendendoquantogiàespressodaBolla?–veniva«intesacome
monografia,comericercaeruditaaltamentespecializzatachesi frantuma[va] inuna
serie di seIori molto streIamente delimita?, difficilmente comunicabili fra loro»;
cosachefinivanelrischiodiperdereanche«ilnessotraconoscenzaecoscienzacivile
[…] e in una parola, la ragione d’essere tradizionale della storia». Vista tale crisi
storiografica,Vivan?consigliavadimantenerel’originarioprogeIoChabod-Can?mori
«per un’opera collesva a contribu? monografici». Avver?va anche però che era
obbligatorio studiare un «disegno chiaro e il più possibile unitario» inmodo che i
contribu? non finissero per risultare una «giustapposizione di temi alla moda». Si
proponeva, anzi, di fare del progeIo della Storia Universale un laboratorio in cui
porre le basi per contribuire al superamento dello stato frammentario delle
storiografia italiana. Per delineare inmodo concreto il progeIo, Vivan?meIeva in
conto di soggiornare in un grande centro internazionale, dotato di is?tu? e
frequentatodastudiosidialtolivello.Giàdall’autunnodel1964GiulioEinaudiaveva
d’altro canto «cominciato a meIersi in agitazione e […] a sollecitare viaggi di
sondaggiopercominciarearaccogliereadesioni‘illustri’»facendoinomidiBraudele
Hobsbawm . Il primo si era dimostrato subito «dispos?ssimo» a collaborare,890
raccomandando a Vivan?, che conosceva personalmente , di non lasciare891
l’organizzazione in mano ad un solo studioso quanto piuIosto di individuare un
comitato di studiosi . Raccontando a Can?mori l’incontro con Braudel, Vivan?892
espressefor?perplessitàcircailcoinvolgimentodellostudiosofrancese:ques?infas
gliavevalasciatol’impressionedivolerdiventareindireIamenteluistessoil«patron»
dell’opera: «il male è – scriveva Vivan? – che ha tuIa una sua idea in testa,
naturalmente, su questa storia che dev’essere generale e non universale».
Nonostante tali perplessità, Vivan? si ripromeIeva di tenere aperto il dialogo con
Braudeledi tentare«ungiocodiploma?co forse rischioso,di con?nuarea traIare,
acceIare suggerimen? parziali, cercare collaboratori ‘braudelinai’ francesi e non»,
senzaperòfarproprial’ideabraudeliana.
Con il nuovo anno, vista la «ripresa di fiamma ‘universalis?ca’ da parte di
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,7oIobre1964.890
Vivan? aveva passato cinque anni a Parigi a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta grazie a un891
finanziamentodelCentreNa1onalpourlaRechercheScien1fique.
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,15oIobre1964,dacuisonotraIeanchelesuccessive892
citazioni.
�196
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Einaudi» , Vivan? trascorreva un periodo all’estero: prima a Parigi, dove – su893
suggerimentodiRuggieroRomano–avevaevitatodiparlaretroppodelprogeIo,poi
aLondra.Dalfebbraiodiquell’annonellasuafiIacorrispondenzaconCan?mori,che
tes?moniaunlegametraiduemoltostreIo,spessoeraricorsoilnomediHobsbawm
qualepersonaconcuiconfrontarsicircal’aIuazionedelprogeIoedacoinvolgerein
esso .Sebbeneirappor?direstraHobsbawmeCan?morisifosserofasdopola894
metà degli anni Cinquanta estremamente più radi – riflesso probabilmente anche
dellediverseposizionicheidueavevanopresonel1956–,quest’ul?mocon?nuavaa
serbareversol’amicoingleseunas?mataledaconsigliarloaVivan?comelapersona
giustada interpellare sul progeIodi storia universale.Hobsbawmd’altrondeaveva
dato prova, come si è visto, di una propensione a dibas? sovranazionali e di una
capacitàorganizza?vainternazionalegiàdaiprimianniCinquanta;Can?mori,chene
era consapevole, probabilmente vedeva in lui lo studioso in gradodi tenere le fila,
andandooltre la frammentarietàdella storiografia italiana,diunprogeIoagrande
scalaqualelaStoriauniversale.Vivan?quindieragiuntoinInghilterranelmaggiodel
1965–comedeIoinapertura–consperanzediapportareimportan?passiavan?al
questoprogeIo e conuna grandeaspeIa?vanei confron?diHobsbawm. In ciò895
non era solo influenzato dal posi?vo parere che ne aveva Can?mori; aveva avuto
occasione di conoscere Hobsbawm di persona, quando lo aveva incontrato alcuni
anni prima a Parigi in occasione dei seminari di Braudel ; era restato con lui in896
contaIo: gli faceva avere, ad esempio, suoi ar?coli – con dedica e dichiarazioni di
s?ma – na? anche da influenze hobsbawmiane , a cui Hobsbawm rispondeva897
ammirato .Simantenevapoiaggiornato–comevedremo–suilibricheHobsbawm898
andava scrivendo così come era un aIento leIore dei suoi interven? sull’aIualità
poli?cabritannicachefirmavasuiperiodiciitaliani.
LeaspeIa?vediVivan?rimaseroperòdelusetantodapensarediprendereil
Ivi.,8febbraio1965.893
InIbid.Vivan?diceva«Mièstatochiesto[daEinaudi]senoncredoopportunoriprendereoallacciare894
altricontasparigino-londinesi.HodeIochecertoeratempo(pensavosopraIuIoaHobsb.)einognimodo aIendo diresve. Dirle che ho voglia di meIermi in viaggio in questo momento sarebbe unagrossa bugia.Ma tuIo può capitare nel regno di Struzzia». La sesmana successiva (Ivi., 16 febbraio1965)scriveva:«CredocheresteròquestoprimoperiodoaParigi,poi,dopoesserepassatodaFirenzeamarzo,andròaLondra,anchepervedereHobsb».
Ivi.,13maggio1965.895
G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,cit.,p.499896
C.Vivan?,LerivoltepopolariinFranciaprimadellafrondaelacrisidelsecoloXVII,in«RivistaStorica897
Italiana»,1964/7,pp.957-981.L’ar?colocondedica«Alprof.EricHobsbawmconprofondorispeIoelasperanzadiunprossimoincontro,CorradoVivan?».L’estraIocondedicasitrovainMRC,EHP,Researchmaterial,Setoffiles:interna?onalsubjects,17thcentury(937/3/2/1).
Siricavaquesta informazionedalretrodiunfogliousatodaHobsbawmperprenderedegliappun?898
cheinorigineeraunaleIeraindirizzataaVivan?:«Verymanythanksforyouroffprintonasubjectwhichisofsuchgreatinteresttousboth.Iamreadingitwithgreatestofprofit».IldocumentositrovainIvi.,Researchmaterial,Setoffiles:UKsubjects,'UK:Iron/Steel’,Notes,someofwhichhavebeenwriIenonthebackofshortleIers(toB.K.E.TownsandDrL.Vivan?),12aprile1965(937/3/3/47).
�197
secondaparte:ProgeÅ
primo aereo disponibile per rincasare. «L’incontro con Hobsbawm – scrisse a
Can?mori – è stato quanto mai a doccia fredda». Nonostante avesse «propinato
l’olio-Procacci[…];cosparsoilsaleernes?no[…]eilpizzicodisenapecan?moriana»–
ricostruiva con amara ironia Vivan?, che a Hobsbawm aveva richiamato i comuni
amici italiani Procacci, Ragionieri eCan?mori –,Hobsbawmsi eradimostratoos?le
all’«acetomarca Struzzo» . Per quanto riguardava la Storia Universale egli si era899
limitato a indicare alcuni nomi di studiosi inglesi da contaIare con il consiglio di
coinvolgerli nella partedadedicare alla storia extraeuropea; era invece fuggito alla
propostadiunasuadireIacollaborazione«dicendositroppopresoepocodisposto»
a farne parte . Probabilmente una tale reazione era dovuta, diceva Vivan?900
riprendendounavoceriferitagliinInghilterra,alfaIocheHobsbawmavevadapoco
vissutoun«insuccessouniversitario,dovutoaragioniprevalentementepoli?che» .901
MaVivan? riconduceva la freddezzadiHobsbawmaqualcosad’altro, e cioèal suo
comprensibile fas?dioversouneditorechenonsidecidevaapubblicare i suoi libri
sebbene già acquisi?. Vivan? aveva trovato la cosa «abbastanza imbarazzante» :902
facevaquindipresenteaBolla?chenonbastavala«magiadelnomeeinaudianoper
convincereautorisecca?dalungheaIese» ;all’editoretenevapoiasoIolinearela903
necessità di «fare una poli?ca editoriale che tenesse conto delle esigenze che
abbiamodinonscontentarequestagentecheciinteressa» .904
Erano sei anni infas che Einaudi aveva tra le mani i Primi1ve Rebels di
Hobsbawm.Uscitoper i?pidellaManchesterUniversityPressnel1959, il libroera
tempes?vamentearrivatoincasaEinaudidovesierasubitoprovvedutoatradurlo ,905
manonapubblicarlo.Nel1963HobsbawmsenelamentavaconCan?mori ,ilquale906
dovevasollecitaregliuominidell’EinaudisedilìapocoFrancoVenturinelcorsodelle
riunioni del comitato editoriale caldeggiava (come poi fece per altre due volte)
l’uscita del libro, facendo riferimento alla possibilità di anteporre una prefazione a
firmadiRuggieroRomano .Manonsen’erapoifaIonulla.Primi1veRebelsnonera907
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,29maggio1965.899
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,900
17maggio1965.
Ivi.,19maggio1965.901
Ivi.,17maggio1965.902
Ivi.,19maggio1965.903
Ivi.,17maggio1965.904
La traduzione venne, infas, commissionata a BeIy Bronzini Foà nel seIembre 1960. AST, AE,905
Corrispondenzaconautori italiani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiGiulioEinaudiEditoreaB.Foà,13seIembre1960.
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,11febbraio1963.906
Verbalieditorialidelleriunionidel6e13febbraio1963,edel5giugnodellostessoannoinT.Munari907
(acuradi),Iverbalidelmercoledì.RiunionieditorialiEinaudi1953-1963,Einaudi,Torino2013,pp.702,704,761.
�198
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
l’unico testo di Hobsbawm arrivato e poi arenatosi nelle stanze dell’Einaudi. BeIy
Foà,mentre stava lavorando alla sua traduzione, riceveva nel 1961 ancheThe Jazz
Scene ,librocheHobsbawmavevadatoallestampesemprenel1959echeproprio908
nel 1961 era stato ristampato dalla Penguin . A par?re dagli anni della guerra909
Hobsbawm si era appassionato al jazz, un genere musicale che a metà degli anni
Cinquantaeradiventatoperlui–comeavrebbedeIopochianniprimadimorire–un
«occasionalrespitefromthepersonalandpoli?calconvulsions»del1956 .Ilritorno910
stabile nella capitale inglese nel 1955, quando aveva terminato il suo contraIo di
lavoropressoilKing'sCollege,eilfaIodiinsegnareinunis?tutouniversitarioqualeil
Birkbeck College i cui impegni didasci si svolgevano nelle ore serali gli avevano
permesso infasdiseguireda«osservatorepartecipante» i ritminoIurnidel jazz911
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiB.FoaallaEinaudi,12908
luglio1961.
F. Newton (pseudonimo di E. Hobsbawm), The Jazz Scene,MacGibbon & Kee, Londra 1959; poi909
Penguin,Londra1961.Nel1960 il libroerauscitoanchenegliSta?Uni?per laMonthlyReviewPress,NewYork1960.
E.Hobsbawm,Diary,in«LondonReviewofBooks»,27maggio2010,p.41.910
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.252.911
�199
FrancisNewton,Ilmondodeljazz,EditoriRiuni1,Roma1963.
secondaparte:ProgeÅ
londinese.LasuapresenzaneiclubdiSohocheospitavanoconcer?diquestogenere
era diventata cosa abituale; grazie a suo cugino Denis Person, uno dei maggiori
produIori discografici del jazz britannico , era poi entrato nella cerchia del jazz912
internazionale; dopo i concer? si intraIeneva con musicis?, agen? delle case
discografiche, giornalis? del seIore: tus lo conoscevano come il cri?co musicale
FrancisNewton .PropriosoIoquestopseudonimo(cheavevascelto,richiamandosi913
auntrombesstaneroamericanocomunista,–comeavrebbedeIoannidopo–per
tenere separate l’asvità di cri?ca musicale da quella accademica , ma914
probabilmenteancheperchéilpar?tocomunistanonvedevadibuonocchioquesta
sua passione ) Hobsbawm dalla metà degli anni Cinquanta firmava sul «New915
Statesmen»unarubricamusicalededicataaljazz.Glierastatopoicommissionatoun
libroincuiscrisse,oscillandotraun’analisimarxistaortodossaeinediteapertureche
avrebbero influenzato i coevi studi culturali , uno studio storico sociale di tale916
generemusicale.
InItaliaillibrouscì,soIopseudonimo,nel1963conil?toloIlmondodeljazz:
nonvennepubblicatoperòaTorino,bensìaRomapergliEditoriRiuni? .Gianfranco917
Con?ni che lo recensì su «Paese Sera» ne parlò come di un libro «assai insolito»,
capace di affrontare «temi che sfuggono, di regola, ai cri?ci professionis?». Esso
prendevainanalisilasuanaturadiprotesta,ilrapportofrajazzealtrear?,iproblemi
dell’industria musicale: insomma si traIava, commentava Con?ni, di
un’«esplorazione di un terreno sostanzialmente vergine e di grande interesse».
Ibid.912
Si veda la tes?monianza di un musicista jazz londinese che lo conobbe in quegli anni: T. Coe,913
Hobsbawm and Jazz, in R. Samuel e G. Stedman Joes, Culture, Ideology and Poli1cs, cit., p. 149(149-157).
FrankieNewton(1906-1954);E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.251-254.914
Ipo?zzo questa secondamo?vazione a par?re da alcuni stralci di conversazione tra funzionari del915
CPGBlondinese,interceIatedall’MI5,incuiemergeuncertofas?diodapartediques?funzionarinelloscoprire una parte di Hobsbawm che «he had never admiIed […] to ‘us’»: NAL, EHF-MI5, Kv2/3985,InterceIazionedel15giugno1959.
Philip Bound ha definito The Jazz Scene come un «transi?onal text» in quanto – secondo la sua916
interpretazione–siponeametàtraunanalisideljazzcomeformadimusicafolkurbana,inlineaconlatendenza an?-americanista dell’approccio comunista alla cultura negli anni Cinquanta, e unapropensione anali?ca del genere musicale, con le sue implicazioni poli?che, sociali e industriali, cheesuladall’impostazioneortodossacomunistaecheapre invece lastradaaglistudichegiovanistudiosicomeRichardHoggart,RaymondWilliam,StuartHallstavanoall’epocainiziandosullaculturadimassa.P.Bound, From Folk to Jazz: Eric Hobsbawm, Bri1sh Communism and Cultural Studies, in «Cri?que»,2012/4, pp. 575-593 (lo stesso saggiò è stato recentemente ripubblicato in: Id., D. Berry (a cura di),Bri1shMarxismandCulturalStudies:EssaysonaLivingTradi1on,Routledge,LondraeNewYork2016,pp.87-105).Perun limite linguis?cononhopotutoavvalermidiA.Lisenmann,T.Hindrichs(acuradi)Hobsbawm, Newton und Jazz. Rum Verhältnis von Musik und Geschichtsschreibung, Schöningh,Paderborn2016.
F. Newton, Il mondo del jazz, Editori Riuni?, Roma 1963. Traduzione di Mario Cartoni, collana917
«Enciclopediatascabile»70.SarebbestatoripubblicatoafirmadiE.Hobsbawm,Storiasocialedeljazz,Editori Riuni?, Roma1982; e Id.,Storia sociale del jazz : una rivoluzionedi suoni,ResGestae,Milano2013.
�200
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
L’autore, «unmarxista edunuomo cheha grandedimes?chezza con la culturadel
nostro tempo», era stato in grado – argomentava la recensione – di cogliere «le
componen? fondamentali di una esperienza che appar?ene ormai alla storia della
cultura moderna», muovendosi «fra cri?ca e sociologia» . Pochi anni dopo, per918
promuovere l’edizione italiana di I Ribelli presso la Casa della cultura di Milano,
HobsbawmavrebbedeIo cheper lui tra storia e sociologianon c'era«una grande
differenza»né«unalineatroppomarcata»cheledivida .Questacompenetrazione,919
acuiHobsbawmsierarichiamatogiàinoccasionedelIXcongressodistudistoricinel
1950,colpìi leIoridiTheJazzScene,un’operacheineffesvenneleIadapiùpar?
comeun’analisisociologica .920
Non è un caso che alla traduIrice einaudiana di Hobsbawm questo libro
venisserecapitatodaRanieroPanzieri .ProprioaPanzierinel1959erastataaffidata921
in casaEinaudi ladirezionedi«Lanuova società», che sarebbedovutadiventare la
collanadipuntadellaEinaudi:unospazioapertoallariflessionesulcontemporaneo
dopoildisorientamentodel1956.Panzieriavevaproposto«difarelibridisociologia
edeconomia»,conl’ideadi«inseriremol?volumichecontribui[ssero]ariportarele
edizioni un po’ più vicine agli interessi della cultura di oggi» e a «fornire922
tes?monianze cri?che e documen? della problema?ca più viva della cultura
contemporanea» . Einaudi aveva varato il programma della nuova collana con923 924
l’intento di presentare al leIore sia tes? stranieri che italiani, in par?colare
inchieste . Inizialmente, il lavoro della nuova collana «di scienze sociali» era925
proceduto «molto bene» , sopraIuIo per quanto riguardava le proposte926
internazionali.PanzieriavevaprospeIatolapubblicazionediricerchesociologichesul
neocapitalismo e la nuova condizione operaia , così come di un’opera sul927
G.Corsini,Unastoriadeljazz.FrancisNewtonfracri1caesociologia,in«LibriPaeseSera».918
G.M.,UnincontroconHobsbawm,in«PaeseSera»,25novembre1966.919
Latraduzionefrancesedel libroavrebbepresoil?tolodiUnesociologiedujazz,Flammarion,Parigi920
1966.
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiGiulioEinaudiEditorea921
B.Foà,21luglio1961.
LeIeradiR.Panzieriallamoglie15maggio1959,inR.Panzieri,Le.ere1940-1964,acuradiS.Merlie922
L.Dos,Marsilio,Venezia1987,p.199.
CitazioneriportatadaL.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.889.923
LeIeradiR.PanzieriaD.Montaldi,24seIembre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,p.221.924
TraiprimiPanzierispingevaperl’inchiestadiD.Montaldi,Autobiografiedellaleggera,Einaudi(«La925
nuovasocietà»),Torino1961.
LeIeradiR.PanzieriaD.Montaldi,6oIobre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,p.226.926
SivedaS.Merli,TeoriaeimpegnonelmodelloPanzieri,inivi.,p.XXXIV(VII-XLIX).927
�201
secondaparte:ProgeÅ
capitalismoamericanoafirmadiBaraneSweezy ;avevaancheipo?zzatolaraccolta928
di saggi di Dobb che presentassero un «riesame di alcune ques?oni della teoria
marxista» . InoccasionedelConvegnointernazionaledisociologiatenutoaStresa929
nel seIembredel 1959era entratopoi in contaIo con alcuni esponen?dellaNew
Leâbritannica ; probabilmente aveva incontrato di persona lo stessoHobsbawm,930
che vi aveva preso parte. A Norman Birnbaum aveva espresso un par?colare
apprezzamento verso il «travail de l’équipe de ‘University and Leâ Review’ et la
significa?onremarquablequ’ilapour lagauchesocialiste»chiedendodeicontribu?
dapartedegli esponen?della rivista ingleseper le collane chedirigeva, «Lanuova
società» e «Libri bianchi». Si era dimostrato in par?colare interessato a una loro
«analyse sérieuse de la situa?on aIuale du Labour Party et, en général, du
mouvementeouvrierenGrande-Bretagne» .AvevaquindipresocontaIoconPeter931
Worsely,chiedendogliunaconsulenzasutes?rela?viallapoli?cacolonialeinglese .932
SuconsigliodiBirnbaum,avevapresentatoall’EinaudiOutofApathy,unaraccoltadi
scrisdellaNewLeâbritannicacuratadaEdwardP.Thompson.SempreaBirnbaum
avevachiestodiessereaggiornato«sur le travaux récentsouencoursquipeuvent
nous intéresser, de Thompson, Williams, Hobsbawm, etc.» . Probabilmente933
Birnbaum,chesedevaanchenelcomitatoeditorialedi«PastandPresent» ,aveva934
faIo sapere a Panzieri le recen? pubblicazioni di Hobsbawm, che difas venivano
valutateincasaEinaudi.Presentandonel1960all’editoreunprogrammadeIagliato
conlalistadeivolumidapubblicarene’«Lanuovasocietà»,Panzieri indicavalibri–
poieffesvamenteapparsi tra il1961e il1962–sia italianichestranieri: traques?
ul?mic’erano inomidiPeterWorsley ediPaulM.Sweezy .Nella listaufficiale,935 936
cheaveva subitodiversemodifiche rispeIoai programmi iniziali , risultavaanche937
un libro di Hobsbawm: non quello sul jazz, che Panzieri doveva aver comunque
LeIeradiR.PanzieriaR.Amaduzzi,31oIobre1959, inivi.,p.233.IlvolumediP.A.BaraneP.M.928
Sweezy, Ilcapitalemonopolis1co.Saggiosullestru.uraeconomicaesocialeamericana,sarebbeuscitonelle«Nuovabibliotecascien?fica»solonel1968.
AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart. , Fasc., LeIeradiDobbaPanzierie929
risposta, 18 e 26 novembre 1959. Probabilmente non fu possibile portare avan? quest’idea perpreceden?accordidiDobbcongliEditoriRiuni?.
Il rapportosi sarebbesviluppatoanche insededi riviste.M.Scos,Dasinistra. Intelle.uali,Par1to930
socialista italiano e organizzazione della cultura (1953-1960), Ediesse, Roma 2011, pp. 238-239, note293.
LeIeradiR.PanzieriaN.Birnbaum,20oIobre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,pp.227-228.931
LeIeradiR.PanzieriaP.Worsley,26novembre1959,inivi.,pp.237-238.932
LeIeraaN.Birnbaum,10novembre1959,pp.235-236.933
Lano?ziasiricavadall’EditorialeNote,in«PastandPresent»,1958/14,p.93.934
P.Worsley,Latrombasuonerà.Icul1millenaris1cidellaMelanesia,Einaudi,Torino1961.935
P. Sweezy e L. Huberman, Cuba. Anomalia di una rivoluzione, Einaudi, Torino 1961; P. Sweezy, Il936
presentecomestoria,Einaudi,Torino1962.
LeIeradiR.PanzieriaG.Eianudi,13oIobre1960,inR.Panzieri,Le.ere1940-1964,cit.,pp.283-4.937
�202
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
vagliato, bensì I ribelli , il cui tema doveva rientrare nel più generale interesse938
mostratodaPanzieriversoleinchiestesulMeridioneitaliano eversoimovimen?939
an?-coloniali. RingraziandoPanzieri per la pubblicazione italianadel suo libro – già
ricordato – sui cul? millenaris?ci della Malanesia, Peter Worsley per invogliare il
leIore italianoadapprocciarsiai suoi temidi ricerca facevaunrimandoesplicitoai
Primi1ve Rebels di Hobsbawm, da poco pubblica? in Gran Bretagna e che quindi
dovevarientrarenegliinteressianchedellaEinaudi .940
Lacollana«Lanuovasocietà»eraperòstatachiusanel1963,doposolodueannidi
asvità a causa di uno scontro interno alla casa editrice esploso sul caso della
pubblicazione dell’indagine di Goffredo Fofi sull’immigrazione meridionale a
Torino : a causa di visioni poli?che divergen? Giulio Einaudi aveva allontanato,941
licenziandoli,PanzierieSolmi .Probabilmenteperquestomo?voillibrosulleforme942
primi?vedi rivoltasocialediHobsbawmtardavaaduscire:sieracioè inserito inun
momento in cui la casa editrice stava affrontando tensioni e contraddizioni interne
che avrebbero portato ad una sua riorganizzazione anche in termini di collane.
Primi1veRebelssarebbeuscitonel1966,nonpiùnellacollanade«Lanuovasocietà»,
mainquelladei«Saggi».IllibrosuljazzinvecevennepubblicatodagliEditoriRiuni?.
Lefon?d'archiviononpermeIonodiseguireilpassaggiodellibrodallacasaeditrice
torineseaquellaromana:quest’ul?malopubblicò–senzapreavviso – nel luglio943
1963 nella sezione arancione dell’«Enciclopedia tascabile», un’eterogenea «collana
L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.901n.90.938
L. Baranelli e F. Ciafaloni, Una stanza all’Einaudi, Quodlibet, Macerata 2013, p. 63; L. Mangoni,939
Pensareilibri,cit.,pp.897-898.
P.Worsley,Latrombasuonerà,p.14.940
G.Fofi,L'immigrazionemeridionaleaTorino,Feltrinelli,Milano1964.941
PanzierieSolmicosìcomeFor?nicon il1959avevano interpretatounadisponibilitàdapartedella942
casaeditriceEinaudi adiventareun luogodi ragionamentodadove«sollecitare l'affermazionediunanuovaculturaaldi fuori,senoncontro,quelladeipar??storicidellasinistra».EraquestocheEinaudicontestòaPanzierieSolmi,eperquestolilicenziò.L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,pp.883-890,920-930.SivedaancheL.Baranelli,Disavventurediimmigra1aTorino.UncasoeditorialedeglianniSessanta,inId.,F.Ciafaloni,Unastanzaall’Einaudi,cit.,pp.47-56.
Vennepresentatocomelibro«inpreparazione»solonelgiugno1963(Informazionechesiricavadalle943
ul?mepaginediE.D.Hanson,LateoriadiDarwin,Ed.Riuni?,Romagiugno1963),efueffesvamentefinitodistamparenelluglio1963.Neivolumidellastessacollanapubblica?nel1961-1962-1963illibrodiNewtonnonèmaiindicatonellalistadeilibriinuscita.
�203
secondaparte:ProgeÅ
popolare» , presentandolo come «un’introduzione essenziale alla conoscenza944
direIadelfaIomusicaleeallacomprensionedelmondoincuiessovive» .945
Quandouscì Ilmondodel jazz,era statodapocopubblicato in Italiaunaltro
libro di Hobsbawm, ancora una volta non da Einaudi. Nel 1958 egli era stato
incaricato dall’editore George Weidenfeld di scrivere per una grande collana, la
«HistoryofCiviliza?on»progeIatadaRonalSymediOxford,ilprimovolumededicato
all’epocamoderna.TheAgeofRevolu1on,libroincuil’autorestudiavalaRivoluzione
Francese e la Rivoluzione industriale come una «duplice rivoluzione», uscì in Gran
Bretagna nel 1962 , poche sesmane dopo che Hobsbawm aveva sposato in946
secondenozzeMarleneSchwarz,unagiovanedonnadioriginiaustriacherifugiatasiin
Inghilterra alla fine degli anni Trenta . Il libro apparve tempes?vamente in Italia,947
pubblicato con il ?tolo Le rivoluzioni borghesi per i ?pi del Saggiatore . Delio948
Can?mori, a cui Hobsbawm faceva prontamente sapere la cosa proponendogli nel
fraIempoinregalolatraduzioneingleseotedesca ,dovevaaverchiestospiegazioni949
sulla scelta di una tale casa editrice, seHobsbawmgli rispondeva che«the English
publisherhasastandingarrangementwithhim[Mondadori]fortheen?reseries» .950
Il Saggiatore, la casaeditrice fondatanel1958aMilanodaAlbertoMondadori con
L’Enciclopedia tascabile, presentata come «la nuova collana popolare degli Editori Riuni?», si944
proponevadi«offrirealleIoreunsolidoedorganicostrumentodiconoscenza,legatoallaproblema?capiùvivadelmondomodernoesostanziatodaimiglioririsulta?dellecorren?piùavanzatedelpensierocontemporaneo».RifacendosiadunacitazionediGramscisiproponevadi«creareunanuovacultura»,cosache«nonsignificasolofareindividualmentedellecoperteoriginali:significaancheespecialmentediffonderecri?camentedelleveritàgià scoperte, ‘socializzarle’percosìdireepertanto farlediventarebasediazionivitali,elementodicoordinamentoediordine intelleIualeemorale».Eraalsuo internosuddivisainquaIrosezioni:storia,economiaepoli?ca(collanaarancione),leIeratura,arteespeIacolo(collanagialla),filosofiaepedagogia(verde),scienzeetecnica(azzurra).Nellasezionearancioneeranopresentate, ad esempio, opere come: A. Morton, Tale, Storia del movimento operaio inglese, 1961;Mercuri,Tuzzi,Can1poli1ciitaliani1793-1945;Dobb,Capitalismoierieoggi,1962.NellasezionegiallaGuillen,Can1popolaricubani;Poe1enarratorid’Algeria,1962.Nellasezioneazzurra:E.D.Hanson,LateoriadiDarwin,1963.
CitazionetraIadallaquartadicoper?na:F.Newton,Ilmondodeljazz,Ed.Riuni?,Roma1963.945
E.Hobsbawm,TheAgeofRevolu1on:Europe1789-1848,WeidenfeldandNicolson,Londra1962.946
Thequeenof21st-centurynetworking,intervistaaJuliaHobsbawm,«TheJewisCronicle»,9febbraio947
2012,<hIps://www.thejc.com/lifestyle/features/interview-julia-hobsbawm-1.31557>.
Id., Le rivoluzioni borghesi. 1789-1848, Il Saggiatore, Milano 1963, traduzione di Orazio Nicotra;948
secondaedizione1966.Nel1971venneripubblicatonellacollana«Leviedellaciviltà»,19762,19783.Illibro venne edito quindi da Laterza nella collana «Biblioteca Universale Laterza» una prima volta nel1988enel1991nellastessacollana,conl’aggiuntadellabibliografiacuratadaF.Favino(pp.423-443).Già all’uscita della prima edizione italiana, Corrado Vivan? notava la fragilità della traduzione dellabibliografia: «Bisognerebbe bastonare […] chi ha tradoIo la bibliografia – scriveva a Can?mori –,lasciando– inoperadivulga?va– i?toli in inglese,anchediopereesisten?tradoIein italiano,equelcheèpeggiodioperenoninglesi»(SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,10maggio1963).Fuquindipubblicatocon il?tolopiù fedeleall’originaleL’etàdella rivoluzione,1789-1848,Rizzoli,Milano1999 (collana «Storica Rizzoli»), senza il corredo di immagini e la nuova bibliografia. Recentemente illibroèstatonuovamentepubblicatoconil?toloLerivoluzioniborghesi.1789-1848,ResGestae,Milano2016.
SNS,CDC,LeIeradiE.HObsbawmaD.Can?mori,23gennaio1963.949
Ivi.,11febbraio1963.950
�204
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
l’obiesvo di sprovincializzare la cultura italiana anche con la creazione di alcune
collaneimportatedall'estero ,avevainfasacquisitodaWeidenfeldandNicolsoni951
diris dell’intera serie «History of civiliza?on», che fece confluire ne’ «Il
portolano» .TheAgeofRevolu1onfuun’operachesenelmondoanglofonovenne952
recepitaconuncertoentusiasmo,inItaliaraccolsegiudizicontrastan?.Lerecensioni
apparse nelle riviste inglesi e americane la descrissero comeun libro «challenging,
learned,brilliantinitsanaly?calpower,wide-ranginginitslucidexposi?onofliterary,
aesthe?candscien?ficachievementsandpackedwithnovel insight» .Lacapacità953
di spaziare in diversi ambi? disciplinari, res?tuendone una visione d’insieme
coerente,fuampiamentericonosciuta .NevennesoIolineatainoltrelacapacitàdi954
dare una panoramica non meramente europea, ma aIenta ad angoli del mondo
remo? .SeGeoffryBruunnelamentòunamancanzadiconsequenzialitàfraledue955
par? di cui l’opera si componeva , Theodore Hamerow individuò lo «charm» del956
libro nel «narra?ve style, spirit, and much erudi?on» dell’autore; riconoscendo la
grandezza nella «discursiveness» ed elogiando lo «author’s original, highly957
personalapproachtohissubject»,ilrecensoreamericanoavver?vaallostessotempo
chesitraIavadiun’operadigrandeerudizione .958
InItalia il libroapparvesoIoun’altra luce.Duranteunariunionedelconsiglio
AlbertoMondadoriscrivevaalpadrescrivevachelasuacasaeditricesarebbestataimpostata,trale951
altre cose, su «alcune collane (distribuite, nel loro espandersi, aIraverso un piano decennale) mairealizzate in Italia,ma che hanno all’estero osma fortuna, e che andrò via via integrando con opereitaliane appositamente ordinate e prefabbricate,meIendo così finalmente inmoto la troppo pigra eaccademicacultura italiana».LeIeradiA.Mondadorialpadre,29gennaio1959, inA.Mondadori,Hosognato il vostro tempo: il mes1ere dell’editore, Il Saggiatore, Milano 2014, p. 56. Sull’intento di«sprovincializzare» la cultura italiana Mondadori parla anche nelle leIere indirizzate a R. BianchiBandinelli (5 aprile1961, in ivi., pp. 18-19) e aG.Debenedes (28aprile1947, in ivi., pp. 16-17): «SitraIadi guardare, e di condurre gli altri a guardare, la cultura italianadegli ul?mi cinquant’anni, conocchi europei, sprovincializzandoci a forza: di immeIere nella nostra membratura di vecchio PaeseleIerarioepolverosoifermen?vividellaculturadifuori:o,comediceAntonioBanfi,chefagiàpartedelcomitato redazionale, di presentarne le sfumature, i rilievi psicologici e morali, quel tanto che èafferrabilesoltantodaunaintelligenzainternazionale».
Tra iprimi libripubblica? inquestacollanac’erano:M.Grant,LaciviltàdiRoma133a.C.-217d.C.,952
1961;E.O. James,Glieroidelmito,1961; Id.,Nascitadella religione,1961;C.M.Bowra,L’esperienzagreca, 1961; N. Zernov, Il cris1anesimo orientale, 1962; F. Heer, Il Medioevo 1100-1350, 1962; R.Mukerjee, Storia e cultura dell’India,1962; R. C. Zaehner,Zoroatro e la fantasia religiosa,1962; J. H.Parry,Legrandiscopertegeografiche:1450-1650,1963;R.N.Frye,LaPersiaislamica,1963.
GoodwinA.,TheAgeof Revolu1on, 1789-1848by E. J.Hobsbawm, in «EnglishHistorical Review»,953
1964/312,p.617(616-617).
T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical954
Review», 1963/4, 1018-1019; G. Bruun, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in«Poli?calScienceQuarterly»,1964/3,pp.446-447.
T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical955
Review»,cit.,p.1018.
G. Bruun,TheAge of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «Poli?cal ScienceQuarterly»,956
1964/3,p.447(446-447).
T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical957
Review»,cit.,p.1018.
Ivi.,p.1019.958
�205
secondaparte:ProgeÅ
editorialeeinaudianoFrancoVenturi,sollecitandolapubblicazionedello«Hobsbawm
innostropossesso»(Primi1veRebels),riferivaanchediaverleIo«loHobsbawmgià
vendutoaFeltrinelli(sic) »:sidicevainmerito«perplesso» .Nellacorrispondenza959 960
HobsbawmnonpubblicòalcunlibroconlaFeltrinelli;congrandeprobabilitàsitraIadiunlapsus:il959
riferimento di Venturi deve essere ricondoIo al libro venduto alla nuova casa editrice milanese, ilSaggiatore.
Citazione traIa dal verbale della riunione editoriale del 12 febbraio 1963, T.Munari (a cura di), I960
verbalidelmercoledì,cit.,p.704.
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DiverseedizioniitalianediTheAgeofRevolu1on:
inordineorarioIlSaggiatore(1963),Laterza(1988),Rizzoli(1999),ResGestae(2016)
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
traVivan?eCan?morisenericavaun’altraflebilemaindica?vaecodeLerivoluzioni
borghesi, che può aiutare a capirne la fredda ricezione italiana. «Ho comprato lo
Hobsbawmmondadoriano–scrivevailprimoalsecondo–cheaunaprimaocchiata
miparebuonocome librodidivulgazione (alba–aggiungeva–, visto ilprezzo)» .961
Con le stesse parole venne presentata dai principali periodici italiani, che ne
parlaronocomediuna«rapidasintesi» ,diuno«studiopanoramico» ,diun’opera962 963
«con criteri di alta divulgazione» , che era lacunosa nell’«approfondimento [che]964
nondiradolascia[va]adesiderare»,«nellasommarietàdell’analisienellaasciuIezza
descrisva» . Il primo Age di Hobsbawm venne dunque percepito in contesto965
italianocomeunlibrodivulga?vopiùchepropriamentescien?fico:perquestopassò
quasidel tuIo inosservatonelpanoramadelle rivistestoriografichedell’epoca.Con
alcuneeccezioni.
Nonostante «l’assoluto silenzio […] della cultura accademica più
conservatrice», il librodoveIecomunqueavereunacertacircolazione .Ammira?,966
seppur incidentali, rimandi si trovano in «Studi Storici», a firma dello storico
economico Giorgio Mori, che ne soIolineò più volte l’importanza. Una prima
occasionevennedatadal«convegnonatante»–comelochiamaronoipartecipan?–
organizzatodaAlbertoCaracciolosultemaProblemidistoriadell’industrializzazionee
dellosviluppoeconomicoacuiHobsbawm,assiemeaLucianoCafagna,WitoldKula,
LuigiSpaventa,FrancoVenturitraglialtri,partecipò,abordodiunanavedacrociera
nelmaggio1963 .Nellos?larneunresoconto,Mori(cheinquell’occasioneconobbe967
Hobsbawm )sisoffermòanchesullarelazionedal?toloIndustrialFirstComersand968
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,10maggio1963.961
Le rivoluzioni borghesi, in «Bancarella», giugno 1963; A.R.V., Le rivoluzioni borghesi, in «Le vie del962
mondo»,giugno1963.
LeRivoluzioniBorghesi,in«Iltempo»,23maggio1963.963
Lerivoluzioniborghesi,«L’ecodiBrescia»,31agosto1963.964
A.Illumina?,EricJohnHobsbawm,Lerivoluzioniborghesi,in«Rinascita»,8giugno1963.965
E.Menduni,Frastoriasocialeestoriadellasocietà.EricHobsbawm,in«Studistorici»,1973/3,p.681966
(681-698).
Hobsbawmricordòl'eccezionalitàdiconvegnoincuialunghesezionididibastoseguivanomomen?967
didiver?mentosullespiaggediZadar,SpliteDubrovnikinE.HobsbawmUnricordo,inG.Nenci(acuradi),AlbertoCaracciolounostoricoeuropeo,IlMulino,Bologna2005,pp.199-200(199-204).Iltestoeraapparsoconil?toloAlbertoCaracciolo(1926-2002),in«Rivistastoricaitaliana»,2003/1,pp.3-5.
È verosimile che i due abbiano streIo un rapporto d'amicizia se nel 1997, in occasione dei968
festeggiamen? per il seIantesimo compleanno di Mori Stefania Maresca dell’Università di Firenzeinvitava Hobsbawm a prendere parte alla cerimonia: MRC, EHP, Correspondence, GeneralCorrespondence,1996,LeIeradiS.MarescaaE.Hobsbawm,18novembre1996.
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secondaparte:ProgeÅ
Underdeveloped World , in cui Hobsbawm affrontò, arrivando fino all’aIualità,969
anchequelperiodoacavallotraXVIIIeXIXsecolo«brillantementetraIatonel[suo]
volumerecentementecomparsoancheinItalia» ,soIolineandone–comeavrebbe970
scriIo anche Caracciolo – le «dimensioni e [le] interdipendenze mondiali nella
formazionedieconomiecapitalis?cheeindustriali» .MoririchiamònuovamenteLe971
rivoluzioniborghesi sempresu«StudiStorici»,perdarerilievoallarecenteapertura
della cultura storiografica italiana verso l’elaborazione storiografica britannica sulla
rivoluzione inglese:presentò il librodiHobsbawmcomeuncontributochecoglieva
«nella rivoluzione francese e nella rivoluzione inglese i pun? di partenza per
intenderneicaraIeridinovitàedisegnipiùrilevan?diprogresso» .972
CifupoichisoIolineòl’impostazionemarxistadellavorodiHobsbawm.Paolo
Alatri iden?ficò nel metodo marxista di Hobsbawm «una spinta al rinnovamento
storiografico, con risulta? eccellen? per originalità e vigore» . Sulla stessa scia si973
muoveva la recensione di Ernesto Ragionieri sulle colonne de «l’Unità». Difficile e
raro era imbaIersi, diceva Ragionieri, in un’opera come questa «dalla quale nella
stessamisuratantosiimpar[a]ealtreIanto,eforseancoradipiù,si[è]sugges?ona?
a rifleIere» . Si traIava di un libro – proseguiva Ragionieri – estremamente974
innova?vo e per «l’ispirazione» e per l’«impostazione storica»; per questo lo
presentava ai suoi studen? durante i suoi seminari . Hobsbawm aveva messo al975
centro della sua analisi una rappresentazione delle rivoluzioni borghesi non da un
puntodivistaeuropeoomondiale,bensìuniversale:eralaprimavolta,argomentava
Ragionieri, che la rivoluzione inglese e la rivoluzione francese venivano presentate
«come un processo unitario», magistralmente studiato da Hobsbawm aIraverso
«l’osservazionedifferenziatadeisuoiesi?».«Nessuno,ch’iosappia,avevamaitentato
finoradiscrivereunastoriadiquestoperiodointesacomeetàdelleduerivoluzioni»;
L’interventosarebbeapparsoconil?tolo«Firstcomers»e«secondcomers»,inA.Caracciolo(acura969
di),Problemistoricidellaindustrializzazioneedellosviluppo,AragliàEd.,Urbino,1965,pp.71-102.Intalevolumesonoraccoltealtresolounapartediquelletenutenelcorsodelconvegno:quellecheadeIadiAlberto Caracciolo, che ne firmò la premessa, spiccarono per il loro portatometodologico, e cioè lerelazionidiKula,Spaventa,Cazes,Cafagna.InquestovolumevennepubblicatounsecondocontributodiHobsbawm che dava conto dei progressi degli studi britannici in merito alla storia dello sviluppoeconomico(E.Hobsbawm,Recen1studisull’industrializzazioneinGranBretagna,inivi.,pp.183-202).
G. Mori, Problemi di storia dell’industrializzazione e dello sviluppo economico, in «Studi Storici»,970
1963/3,pp.613-618.
A.Caracciolo,Premessa, in Id., (acuradi),Problemistoricidella industrializzazioneedellosviluppo,971
cit.,p.10(9-11).
G.Mori,Rivoluzioneindustriale:storiaesignificatodiunconce.o,in«StudiStorici»,1964/2,nota1,972
p. 215 (215-240). In questo ar?colo Gori richiamava anche la traduzione per Laterza di Thomas S.Ashton,Larivoluzioneindustriale,Bari1953.
P.Alatri,Lerivoluzioniborghesi,«PaeseSera»,26luglio1963.973
E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,in«l’Unità»,18giugno1963,orainId.,Storiografiaincammino,974
acuradiG.Santomassimo,Ed.Riuni?,Roma1987,pp.188-191.
S. Soldani, Storica per caso?, in A. d’Orso (a cura di),Gli storici si raccontano. Tre generazioni tra975
revisionierevisionismi,manifestolibri,Roma2005,p.73(65-96).
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quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
nemmenoGeorgeLefebvrerispeIoalquale–chiosavaRagionieri–Hobsbawmaveva
saputo «andare oltre», ampliando in modo straordinario l’orizzonte geografico di
riferimento, i piani di analisi – dal poli?co al religioso, dalle ar? ai rappor? di
produzione–earrivandoaun’interpretazionedi«grandeoriginalità». Lagrandezza
dellostoricoinglese,agliocchidiRagionieri,stavanella
capacità di non limitare il suo marxismo ad una impostazione generale o alla
enunciazione di una tesi determinata ma di sapere riassorbire per lo sviluppo e la
soluzionediunproblemageneraleimpostatoinqueiterminitusirisulta?dellaricerca
edellascienzastoricadireIamenteoindireIamentesollecita?daquellaimpostazione
o,piùingenerale,daunaconcezionematerialis?cadellastoria .976
Gianpasquale Santomassimo, che di Ragionieri è stato allievo, ha recentemente
ricordato che fu un’opera che entusiasmò i leIori perché si discostava dalla
tradizionalestoriografiamarxista:inessanonsitrovava«ilplumbeoeconomicismodi
tante traIazioni»; la «duplice rivoluzione» veniva indagata da Hobsbawm nelle
ripercussioni cheavevadeterminatonelmododiprodurre,dipensare,di vivere,di
sen?re: colpiva l’aIenzione che l’autore aveva riservato alla cultura, alle ar?, alle
scienze, alla musica, colpiva l’«interdipendenza tra civiltà europea e atlan?ca». In
questomodo«siriscoprivailveroMarxdelManifesto,nonunfilosoforegressistache
deprecavaunindis?nto‘capitalismo’,mal'esaltatoredellaportatarivoluzionariache
l'industrializzazionecapitalis?caavevaportatonelmondo» .RagionieriavevadeIo977
che
l’operadiHobsbawm,conquestaassimilazionecri?caditan?risulta?dellaricercasul
terreno della storia, ad esempio, delle scienze e delle tecniche rappresenta una
applicazione concretadell’ideale gramscianodi egemoniadelmarxismonel pensiero
contemporaneo .978
Ragionieriinsommaprendevaledistanzedaunadefinizionedell’operadiHobsbawm
come di libro di semplice haute vulgarisa1on (se non per il faIo – precisava – di
esserebasatasolosufon?secondarie), cheerastatainvecelachiavedileIuradata
incasaEinaudi.
Sequest’ul?manondovevaessersipar?colarmenterammaricatapernonaver
pubblicatoTheAgeofRevolu1on,apar?redal1964ilnomediHobsbawmtornòpiù
E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,cit.,p.190.976
G.Santomassimo,Lostoricoglobale,«ilmanifesto»,2oIobre2012.977
E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,cit.,p.190.978
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secondaparte:ProgeÅ
volteall’internodellestanzedellacasaeditricetorinese.Ancheperquestolareazione
gelida che Hobsbawm aveva riservato alla proposta di collaborare alla Storia
universaledovevaesserevissutadaVivan?comepar?colarmentefrustrante:ancordi
piùinquantoerastatoproprioluiarichiamarepiùvoltel’aIenzionedeicolleghiedel
consiglio editoriale sui contribu? storiografici che Hobsbawm man mano andava
proponendo.Nel1964adesempioinGranBretagnavenivadatoallestampesempre
perlaWeidenfeldandNicolsonLabouringMen,unaraccoltadisaggicheracchiudeva
le ricerche e le riflessioni più che decennali di Hobsbawm sulla labour history .979
Prontamente Vivan? ne aveva parlato presentando il libro al Consiglio editoriale
einaudianocome«unoschizzogeneraledelmovimentooperaiodel secoloscorso»,
dicendosi«moltofavorevoleperfarlo» .Di«schizzo»avevaparlatoancheGiuliano980
Procacci, recensendo il librosu«Rinascita»eraccomandandoloal leIore italiano in
quanto,appunto,«schizzo[…]efficacediunaffrescoelaboratoecompleto» .Aveva981
d’altrondetenutocontodiques?studinellesuericerchesullaclasseoperaiaitaliana
all'iniziodelXXsecolo .«Volevoricordare–avrebberibaditoVivan? inunanuova982
riunione editoriale einaudiana – che il supplemento del Times gli ha dedicato
un'intera pagina. Io l'ho trovato molto bello»; sollecitava dunque di prendere
l’inizia?va in quanto ipo?zzava che la concorrenza ne fosse interessata. Il libro
sarebbe stato approvato dall’Einaudi, su pressione ancora di Vivan? , l’anno983
successivo per la collana dei «Saggi» e affidato, con l’ipote?co ?tolo di La984
rivoluzioneindustrialeealtrisaggi ,allatraduzionediLuisellaPasserini .Sarebbe985 986
uscito,comevedremo,alcuniannidopo.
Vivan? poi era anche un aIento leIore dei resocon? che Hobsbawm
presentava sulle colonne di «Rinascita» inmerito alla realtà britannica. Quando la
Commissioneeditoriale einaudianaprese in considerazionedi allargare l'aIenzione
data dalla collana dei «Libri bianchi», orfana ormai del suo originario direIore
E. Hobsbawm, LabouringMen: Studies in the History of Labour,Weidenfeld and Nicolson, Londra979
1964.
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.296,Verbaleeditorialedell’8aprile1964.980
G.Procacci,Operaiinglesi,in«Rinascita»,27maggio1965,p.22.981
Rimandi ai saggi di Hobsbawm si trovano in Id., La lo.a di classe in Italia agli inizi del secolo XX,982
EditoriRiuni?,Roma1970,p.22.Nonostanteil librovengapubblicatonel1970raccogliericerchefaIeneiprimianniSessanta(sivedal'Avvertenza,ivi.,p.VII).
SNS, CDC, LeIera di C. Vivan? aD. Can?mori, 16 febbraio 1963; «spero di riuscire questa volta –983
scrivevaVivan?aCan?mori,riferendosiaLabouringMen–afarpassareillibro».
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.5,fasc.322,Verbaleeditorialedel10febbraio1965acuièacclusoun984
documentoincuisonoriporta?ilibriapprova?,fraques?LabouringMen,rifiuta?oincer?decisinellariunionedel10febbraioedel17febbraio.
Ivi., cart. 5, fasc. 323, Verbale editoriale del 17 febbraio 1965. Dal verbale si può ricostruire che985
Einaudiposeaivo?ladecisione,nontrovandonessunocontrario.
Ivi.,cart.152,fast.2331,LeIeradellaEinaudiSpaaL.Passerini,15luglio1966;leIeradiL.Passerini986
allacasaeditrice,19aprile1967.
�210
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Panzieri,all’aIualitàpoli?cainternazionalevennefaIoancheilnomediHobsbawm
inprimisdapartediVivan?.Neiprimianni’60,all’internodiquelcontenitorechedal
1956sierapropostocomeluogoriservatoall’editoriadiaIualità ,l’Einaudiforniva987
adunleIoreitalianoaIentounaseriedipanoramichesullarealtàpoli?cadidiversi
Paesi.Nel1962venivapubblicatoadesempioTeoriadellapoli1caesteraamericana
di Paul Sweezy e Leo Huberman, nel 1963 Sociologia della Rivoluzione algerina di
FranzFanon,nel1964diSaverinoTu?noGollismoe lo.aoperaia, l'annosuccessivo
LaCinarivoluzionariadiEnricaCollosPsichel.Dall’Inghilterraeraarrivatoall’Einaudi,
comegiàaccennato,Usciredall'apa1a,pubblicatonel1962epresentatodaPanzieri
come contributo fondamentale da parte della Nuova sinistra inglese al
«rinnovamento delmovimento operaio e socialista inglese» a cui guardare per un
ripensamento dell’intera sinistra europea . Nel 1964 l’Einaudi si interrogava su988
comerinnovarelacollana,prospeIandodellepubblicazionichedesserocontodella
riflessione sulla situazione poli?ca della sinistra nazionale e internazionale . Per989
quantoriguardava leopzioni inmeritoalla realtàbritannicaneuscivanoposizionie
proposte differen?. Sergio Caprioglio così come Luca Baranelli, che era da poco
entrato all’Einaudi e aveva lavorato con Renato Solmi fino al suo recente
licenziamento ,proponevanoilnomediTomNairn,esponentetrentennedellaNew990
Leâ britannica, che alla fine degli anni Cinquanta aveva leIo i tes? di Gramsci in
italianoeicuiar?colisullasituazionedelpar?tolaburistaapparivanoorasullepagine
di«Cri?caMarxista»e sopraIuIodi«Mondooperaio» ; il«Contemporaneo»poi991
avevapubblicatounsuocontributosullastoriaingleseconun'originaleapplicazione
gramsciana . «La sua – diceva Caprioglio – è un'interpretazione del par?to per992
grandilinee,elapartepiùinteressanteèquellacri?ca,dovesoIolinealacarenzadi
Perun’analisidelleistanzeallabasedellacollana«Libribianchi»sivedaI.Mordiglia,I‘Libribianchi’987
Einaudi.Nascitadiunacollanadia.ualità,«Fabbricadellibro:Bollesnodistoriadell'editoriainItalia»,2010/1,pp.25-30.PerunaricostruzionedelpensieroallabasediquestacollanaepiùingeneraleperillavoroeinaudiandodiRanieroPanzierisivedaL.Baranelli,RanieroPanzerielacasaeditriceEinaudi,inP.Soddu(acuradi),GiulioEinaudinell'editoriadiculturadelNovecentoitaliano,cit.,pp.287-298.
Prefazione non firmata in E. P. Thompson, K. Alexander, S. Hall, R. Samuel, P. Worsley, Uscire988
dall’apa1a,Einaudi,Torino1962.
L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.905.989
Sull’esperienzadiBaranelli e i suoiprimianniall’Einaudi soIo ladirezionedi SolmiediPanzieri si990
vedaUnastanzaall’Einaudi.ConversazioneconLucaBaranellieFrancescoCiafaloni,acuradiA.Saibene,inL.BaranellieF.Ciafaloni,Unastanzaall’Einaudi,cit.,pp.13-46eLaseriepoli1caEinaudi.IntervistadiLucaZane.eaLucaBaranelli,inivi.,pp.57-60(57-93).
T. Nairn, I laburis1, in «Cri?camarxista», 1964/4-5, p. 324 e segg. Negli stessi anni Nairn era un991
corrispondente assiduo dall’Inghilterra in «Mondo operaio»: si veda A. Agos?, Il par1to provvisorio.StoriadelPSIUPnellungo’68italiano,Laterza,Roma-Bari2013,p.280.
T. Nairn, La nemesi borghese, in «Il contemporaneo», 1963/63-64. Per un approfondimento del992
richiamoaGramscidiNairnsivedaD.Forgacs,GramsciandMarxisminBritain, in«NewLeâReview»,1989/176, p. 75-76 (69-88); G. Aeley,ReadingGramsci in English: Obsèrva1òns on the Recepirono ofAntonioGramsciinEnglish-speakingWorld1957-82,in«EuropeanHistoryyQuarterly»,1984/14,p.469(441-478). Si veda anche S. Woolf, Antonio Gramsci nella storiografia italiana e internazionale, in«Contemporanea»,1998/4,p.645(627-650).
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secondaparte:ProgeÅ
ideologia»; Baranelli aggiungeva che «è qualcosa di diverso, di nuovo. Lui è un
marxistaindipendente»,diceva,collaboratoredella«NewLeâReview»,larivistanata
dalla fusione tra «The New Reasoner» di Thompson e Saville e la oxfordiana
«UniversityandLeâReview».DidiversaopinioneeranoGuidoDavicoeVivan?,che
propendevanoinvecepergli«osmiar?colidiHobsbawmsu‘Rinascita’» .PertuIo993
il1964HobsbawmavevatraIatonellesue leIerealsesmanalecomunista italiano
delle potenzialità laburiste in vista delle elezioni poli?che che avrebbero visto il
ritorno al governo dei Labour guida? daHaroldWilson . Della stessa opinione di994
Vivan? e Davico era anche Paolo Spriano che, sebbene riconoscesse a Nairn una
scriIura fluida, soIolineava come «Hobsbawm [sarebbe stato] un libro bianco
classico» . L'anno successivo, la commissione editoriale tornava sull'argomento:995
Baranelli per avvalorare la proposta di un libro di Nairn riportava alcuni pareri
favorevoli, comequelli diGonzales eRosconi ,mentreBolla?avanzava– come si996
vedrà poco oltre – una stroncatura senza riserve . Giulio Einaudi chiudeva il997
dibasto in modo più conciliante, ma Nairn non sarebbe stato più preso in
considerazione . L’ideadiun«Librobianco»afirmadiHobsbawmsarebbe invece998
riemersa: Vivan? infas gli avrebbe chiesto poco tempo dopo se avesse voluto
«illustrare al leIore italiano la fine di un certo modo di ‘fare poli?ca’ a sinistra»
elaborando, a par?re da un suo ar?colo sul fallimento della sinistra laburista, un
velocelibrosullostessotema .999
Emergechiaramentedaques?scambiall’internodellacommissioneeditoriale
cheapar?redallametàdeglianniSessantaHobsbawminiziòaessereguardatodagli
einaudianipiùlega?alPar?tocomunistaitalianocomelostoricomarxistainglesedi
LecitazionisonotraIedaAST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditoriale28oIobre993
1964.
Alcuniesempidegliar?colidiHobsbawmsuques?aspesapparsisu«Rinascita»sono:LeprospeÅve994
della sinistra nelle prossime elezioni inglesi, 25 aprile 1964, p. 10; Il par1to laburista e il do.orStranamore,1°agosto1964,pp.7-8;FavoritoilLabourParty,19seIembre1964,p.9;L’ambiguitàdeilaburis1 dà una mano ai conservatori, 10 oIobre 1964, pp. 9-10; I laburis1 al governo. Successo dimisura,24oIobre1964,p.9;Governolaburista:bilanciodiunmese,21novembre1964,p.9;Giàfinitala luna dimiele diWilson,19 dicembre 1964, p. 14; Finiscono aWaterloo i 100 giorni diWilson,30gennaio 1965, p. 11; Un lusso per Wilson la strategia globale, 6 marzo 1965; Wilson prigionierovolontariodegliUSA,3aprile1965,p.15;La‘poli1cadeireddi1’delgovernolaburista,17aprile1965,p.13.PerilgovernoWilson:I.FavreIo,Alleradicidellasvoltaautonomista.PSIeLabourParty,duevicendeparallele(1956-1970),Carrocci,Roma2003,pp.229-255.
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditoriale28oIobre1964.995
Ivi.,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.Rosconi.«illibropiùvivacesull’Inghilterra996
cheabbialeIorecentementeperchéillustraimo?vicheimpedisconoal laburismodifareunapoli?casociale»;egualmentefavorevoleilparerediGonzales.
Ibid.997
Riproposto nuovamente da Baranelli, sarebbe stato pubblicato T. Nairn, L’Inghilterra di fronte998
all’Europa,Einaudi,Torino1975,traIodaId.,TheLefAgainstEurope?,in«NewLeâReview»,1972/75.
AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 200, LeIera di C. Vivan? a E.999
Hobsbawm,21gennaio1969.
�212
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
riferimentoadiscapitodelleproposte,avanzatedaPanzierieSolmiprimadaBaranelli
eCapriogliopoi,cheguardavanoinveceall’Inghilterraperleriflessionipropostedagli
esponen?dellaNewLeâ.Nellosforzodellacasaeditricedicontribuirealladiffusione
di riflessioni internazionali circa un ripensamento della cultura della sinistra
europea ,figurecomequellediVivan?,SprianoeBolla?,cherappresentavanol’ala1000
piùradicataall’internodellacasaeditrice ,preferironorivolgersiaunostoricoche1001
conoscevano personalmente o di cui avevano sen?to parlar bene da Can?mori,
maestroopuntodiriferimentopermol?diloro,echesapevanoesserelegatoalPCI:
latramadellerelazionicheHobsbawmavevaintessutopiùdidiecianniprimaaRoma
Sull’importanza che queste pubblicazioni avevano nel mirare a elaborare una nuova cultura di1000
sinistraesemplifica?voèl’avvertenzaespressadaNorbertoBobbionelcorsodellariunioneeditorialedel28oIobre1964«bisogneràsolofareinmodochedopoquestolibroinostrisocialis?,ipiùsganghera?delmondo,nonsisentanomigliorideilaburis?.Sarebbeunbelfavoreacolorochestannodistruggendolasinistraitaliana».
PanzierieSolmi, comesièdeIo,erano infassta? licenzia?;Baranelli eradapocoentrato, soIo1001
l’egidadiques?ul?mi,nellaredazione.
�213
Retrodiunale.eradiCorradoVivan1aDelioCan1mori,27febbraio1963
(SNS,CDC)
secondaparte:ProgeÅ
con?nuava dunque a tenere e a infisrsi. Sebbene conVivan? i rappor? fossero in
ques?primi anni Sessanta ancoramolto formali, si evince che l'aIenzione che egli
dava allo storico inglese derivava da una spinta can?moriana. Vivan? e gli altri
redaIorieinaudianidovevanosen?reHobsbawmpiùvicinoallapropriasensibilità;lo
storico inglese doveva sembrare loro in altre parole più ortodosso rispeIo agli
esponen?dellaNewLeâ,mol?deiqualiavevanocondivisoconHobsbawmunaasva
militanzanelPar?tocomunistabritannico,cherispeIoaluiavevanoperòlasciatonel
1956; un’impressione di eterodossia che avrebbe influito – come si vedrà – anche
sullamancata o tardiva pubblicazione per i ?pi di Einaudi di mol? lavori di ques?
ul?mi.Uno dei più nesad esprimere contrarietà a un «libro bianco» diNairn era
statoBolla?,chedefinìgliscrisdelgiovanesociologoamericanovicinoallaNewLeâ
britannica un tenta?vo «confuso e dileIantesco, […] elementare» nell’«applicare
formule gramsciane alla storia del laburismo» . Risulta interessante richiamare1002
questa posizione in quanto Hobsbawm venne invece percepito come uno studioso
gramsciano tradizionale. All’apparizione in Italia, l’anno successivo, dei Ribelli, la
campagna promozionale organizzata dall’Einaudi, con la presenza di Hobsbawm,
ruotò infas aIorno alla presentazione del libro e dell’autore quali ?picamente
gramsciani ;loavevarimarcato,comesièvisto,ancheRagionieripochianniprima.1003
Nonostante l’Einaudi optasse per Hobsbawm e iniziasse a ricercarne sempre
più spesso la collaborazione, egli con?nuò a declinare gli invi? torinesi; anche la
propostadiun«librobianco»sullapoli?cadellasinistra,cheVivan?glichiese,venne
rifiutata . Non era, come si è visto, il primo né sarebbe stato l’ul?mo rifiuto di1004
Hobsbawm alle proposte einaudiane. Egli dopotuIo era ormai proieIato altrove.
Concluse le ricerche nel Mezzogiorno, Hobsbawm era ritornato in Italia solo
sporadicamenteeisuoicontasitalianisieranofasnecessariamentepiùlabili;aveva
cercato e trovato nuovi s?moli scien?fici e poli?ci in altri paesi . Nel 1963,1005
scrivendoaCan?mori,siscusavaperilsilenzioprolungatoelomo?vavadicendo:«I
wastravelinginSouthAmericainves?ga?ng‘primi?verebels’onaRockefellergrant
forsomemonths»;perquestomo?vo,spiegava,«IhavenotbeeninItalyforalong
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.1002
Nell’autunnodel1966pressolacasadellaculturadiMilano,perpresentareilsuolavoro,Hobsbawm1003
estrasse dalla sua borsa alcuni fogli, in cui aveva trascriIo alcune citazioni di Gramsci che citò peravvalorareilpercorsodiricercadaluifaIo.UnresocontodellapresentazionemilanesesitrovainG.M.,Un incontro con Hobsbawm, cit.; per il programma della campagna promozionale AST, AE,Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 200, Corrispondenza tra la casa editriceEinaudieE.Hobsbawm,seIembre-novembre1966.
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaC.Vivan?,25gennaio1969.1004
SulfascinocubanosivedaE.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.400,405-406(399-423).Peruna1005
panoramica dei viaggi di Hobsbawm in America La?na: J. A. Piqueras, Eric Hobsbawm en AméricaLa1na.Unarevisión,in«ElcollegiodeMéxico»,2013/1,pp.359-409.SuvoleredellostessoHobsbawm,LeslieBerthallharaccoltoalcuniscrisdiHobsbawmsull’AmericaLa?na,usci?postumi:E.Hobsbawm,VivalaRevolución.IlsecolodelleutopieinAmericaLa1na,acuradiL.Berthall,Rizzoli,Milan2016(ed.or.VivalaRevolución:HobsbawmonLa1nAmerica,acuradiL.BerthallLiIleBrown,Londra2016).
�214
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
?me» .Ancoraallafinedeldecennioscrivendoadunaltrostoricoitalianoconcui1006
nel fraIempo aveva streIo legami, Franco Venturi, si sarebbe scusato per i suoi
ritardi epistolari con similimo?vazioni: un viaggio in Perù lo avrebbe faIo?tubare
circal’acceIareomenol’invito–questavoltapoiaccolto–avanzatoglidaVenturidi
partecipare ad un convegno sull’anarchismo organizzato dalla fondazione Luigi
Einaudi .1007
A par?re dal 1960 Hobsbawm aveva iniziato a viaggiare assiduamente in
AmericaLa?na.Dal trionfonel1961diFidelCastrocontro il tenta?voamericanodi
rovesciareilregimecastrista,Hobsbawmavevasubitounfascinoirresis?bileversoil
con?nentesudamericano,inquantovedevainesso,comeharibaditoLeslieBethall,
un grande «potenziale in termini di rivoluzione sociale» . Appena rientrato dal1008
primoviaggio aCuba,dov'era andatonel 1960 su invitodi CarlosRafaelRodríguez
esponentedispiccodelPar?tocomunistacubano,sul«NewStatesmen»descrissela
Rivoluzionecubanacome«uncampionedi laboratoriodelsuogenere(unnucleodi
intelleIuali, un movimento contadino di massa)», che avrebbe faIo di Cuba, «in
breve tempo», «il primo Paese socialista dell'emisfero occidentale» . Nel 19621009
Hobsbawm fece il suo primo viaggio nell’America La?na con?nentale: vi si recava,
destando i sospesdeiservizi segre?britanniciestatunitensi ,persvolgeredelle1010
ricerchesuquellichenelladomandaperricevere ilfinanziamentodellaFondazione
Rockefeller aveva definito «movimen? genuinamente arcaici», «combinazioni di
arcaicoesuperficialmentemoderno» .DallametàdeglianniSessanta(efinoalla1011
metàdeglianniSeIanta)Hobsbawmrivolsepoi lasuaaIenzione inpar?colarealle
possibilitàdi rivoluzionesocialenell’America ispanica;nellaprospesvacon laquale
avevaesploratol’ItaliameridionalesullasciadelleloIecontadinedapococoncluse,
ora andava cercando e studiando la realtà e le azioni del movimento contadino
nell’AmericaLa?na.DiedecontodiquestericercheancheinItalia.L’occasione,incui
gli fu possibile rincontrare a Roma amici ormai di vecchia data come Ruggero
Romano, Emilio Sereni, Renato Zangheri, Luigi Dal Pane, fu data dal convegno
Agricoltura e sviluppo del capitalismo organizzato nella primavera del 1968
SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,23gennaio1963.1006
ArchiviofamigliaVenturi,CorrispondenzadiFrancoVenturi,LeIeradiE.HobsbawmaF.Venturi,1°1007
maggio1969.Anarchicieanarchianelmondocontemporaneo.AÅdel convegnopromossodalla fondazioneEinaudi(Torino 5-7 novembre 1969), Fondazione Luigi Einaudi, Torino 1971. L’intervento di E. Hobsbawm,Bolshevism and Anarchism è alle pp. 473-485, ora con il ?tolo Il bolscevismo e gli anarchici, in Id., IRivoluzionari,cit.,pp.71-86.
L.Berthall, Introduzione.Erice l’AmericaLa1na, inE.Hobsbawm,Viva laRevolución,cit.,pp.9-101008
(9-28).
E. Hobsbawm, ProspeÅve cubane, in ivi., pp. 31-35 (originariamente in «New Statesmen», 221009
oIobre1960).
NAL,EHF-MI5,Kv2/3985,LeIeradiJ.LawrenceaH.C.M.Stone,Bri?shEmbassy,20maggio1960.1010
LacitazioneètraIadaL.Berthall,Introduzione,inE.Hobsbawm,VivalaRevolución,cit.,p.11.1011
�215
secondaparte:ProgeÅ
dall’Is?tutoGramsci. Il tema, entrato da una decina d’anni nell’agenda degli storici
sullascortadeiprocessididecolonizzazioneedi industrializzazione,venne indagato
soIo una par?colare luce: nella memoria di una storica che vi prese parte come
uditrice, «soIo i rifleIori, di faIo, c’era il tema della rivoluzione, vista sub specie
economica: la rivoluzione incompiuta, interroIa, fallita, viIoriosa… che sembrava
passare alle porte, in Occidente come altrove, e a cui ci si preoccupava di fingersi
prepara? sul piano teorico come su quello organizza?vo e poli?co» . Par?colare1012
aIenzione fu riservata ai paesi del Terzo Mondo. La proposta di Hobsbawm di
incentrare il suo interventosuuncasodi studioperuviano ,doveIesuscitareun1013
certo interesse e sembrare u?le per affrontare la tema?ca della legismità di una
categoria come quella di neofeudalesimo , dove il sistema neofeudale delle1014
haciendasstavasubendouncrollodifronteallemobilitazionicontadine,alleinvasioni
e occupazioni di terre. Imovimen? contadini e le occupazionedelle terre dei tardi
anni Cinquanta e dei primi Sessanta venivano indaga? da Hobsbawm con la
prospesvapoli?cagiàpresentene’Iribelli:comesoIolineòinunsuccessivoar?colo
apparsoin«PastandPresent»,sebbenetalioccupazioniavesserocausatoilcrollodel
sistemadellehaciendas,«adifferenzadelproletariatomarxistalaforzaspontaneadei
contadinibenchécapacediferireamorteilla?fondismo,nonfuingradodiscavargli
lafossa» .1015
L’America La?na per il fascino che esercitava in quegli anni sugli intelleIuali
europei di sinistra si configurò per Hobsbawm anche come lo scenario di nuovi
incontri italiani. Fu durante un soggiorno a L’Avana, dove nel gennaio del 1968
partecipò ad un Congresso culturale in cui si radunarono cinquecento intelleIuali
della sinistra internazionale provenien? da seIanta paesi («to discuss problems of
Asia, Africa and La?n America») che Hobsbawm incontrò di persona Giulio1016
S.Soldani,Storicapercaso?,inA.d’Ordi(acuradi),eF.Pompa(acuradi),Glistoricisiraccontano:1012
tregenerazionitrarevisionierevisionismi,Manifestolibri,Roma2005,p.79(65-96).SimoneIaSoldanifeceall’epocaunresocontodelconvegno:S.Soldani,Agricolturaesviluppodelcapitalismo.Ilconvegnodell’Is1tutoGramsci,in«Cri?camarxista»,1968/3,pp.53-70.
IG,AIG,Serie4–Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2–Convegni,seminari,inizia?veculturali,UA191,1013
Cart. Convegno Ricerca storica e ricerca economica – 1968, SoIocartella Corrispondenza in sospeso,LeIera di E. Hobsbawm a R. Bianchi Bandinelli, 18 maggio 1967. Si veda anche il resto dellacorrispondenzatraidue:18gennaio,1°febbraio,nonchélacorrispondenzatraHobsbawmeF.Ferridel24 giugno 1967, 19 gennaio, 25 gennaio, 24 aprile 1968 in cui si evince come Ferri cercasse inHobsbawm non solo un relatore del convegno ma anche un amico a cui chiedere pareri circal’impostazione data ai lavori e circa nomi di studiosi inglesi da coinvolgere. Non sono conservate lerisposteaquesterichieste,sempresecifurono.
E.Hobsbawm,Unesempiodineofeudalesimo:LaConvención,Perù,inIs?tutoGramsci,Agricolturae1014
sviluppodelcapitalismo,AÅdelconvegnointernazionale,Roma20-23aprile1968,EditoriRiuni?-Is?tutoGramsci,Roma1970,pp.269-291.L’interventosarebbeapparsoconil?toloACaseofNeo-Feudalism:LaConvencion,Perù,in«JournalofLa?nAmericanStudies»,1969/1,pp.31-50;oraconil?toloUncasodineofeudalesimo:LaConvención,Perù,inid.,VivalaRevolución,cit.,pp.102-119.
E.Hobsbawm,L’occupazionedelleterredapartedeicontadini,inivi.,p.164-165.1015
Id.,TheCulturalCongressofHavana,in«TheTimesLiterarySupplement»,25gennaio1968.1016
�216
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Einaudi. DoveIe traIarsi di un incontro par?colarmente s?molante per Einaudi:
comespessoglicapitava,glibastòpocopercapirecheHobsbawmeraunintelleIuale
divaloreedacol?vare .Daquell’incontropersonaleEinaudiiniziòamostrareuna1017
costante premura verso Hobsbawm. Il tono distaccato che aveva usato nelle
sporadiche e ufficiali leIere che aveva inviato a Hobsbawm in occasione della
pubblicazionede I ribelli venne sos?tuito,apar?redal1968,daun’intensificazione
dellecomunicazioniepistolarichesifecerosemprepiùamichevoliericchediriguardi:
iniziò da parte di Einaudi una sorta di corteggiamento nei confron? dello storico
inglese.Gli fecepiù volte visita a Londra ,mostròunapar?colare aIenzionenei1018
confron? della moglie e dei figli ; dopo la metà degli anni SeIanta si sarebbe1019
proposto di modificare le date del tradizionale raduno es?vo della casa editrice a
Rhêmes-Notre-Dame per poter godere della partecipazione di Hobsbawm . Si1020
mostrò sopraIuIosolertenei confron?dellepubblicazionidei libri cheHobsbawm
con ilnuovodecenniopubblicò inmodomoltoprodusvo. IndustryandEmpire ,1021
una sintesi della storia economica britannica a par?re dalla rivoluzione industriale,
venne pubblicato, sebbene i diris fossero già sta? acquista? dal Saggiatore, per
interessamento di Giulio Einaudi e su insistenza dello stesso Hobsbawm dalla casa
editrice torinese ; questa diede alle stampe tempes?vamente anche Bandits ;1022 1023
prese quindi in considerazione, giudicandolo posi?vamente, il libro scriIo da
Hobsbawmassieme aGeorge Rudé sulla rivolta dei contadini inglesi del 1830, che
sarebbepoistatopubblicatoperò–comesivedrà–daun'altracasaeditrice .1024
Primachetrovasseropubblicazioneques?tes?,Einaudidapocorientratodalla
conferenzacubanascrivevaaHobsbawmperproporgliunacollaborazione.SitraIava
di nuovodelprogeIodi unagrandeopera: tramontatadefini?vamente l’ideadella
Delsuointuitoversogliautoriedi?dallasuacasaeditrice,tracuiancheHobsbawm,GiulioEinaudi1017
haparlatoin:S.Cesari,ColloquioconGiulioEinaudi,Theoria,Roma-Napoli1991,p.183.
AST,AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 300, LeIeradiG. Einaudi a E.1018
Hobsbawm,8oIobre1968.
Ivi.,LeIerediMarleneHobsbawmaG.Einaudi,7novembre196817marzo1969,incuiloringrazia1019
peraverlespeditoinregalodeilibri.
Ivi.LeIerediG.EinaudieHobsbawm,4,15,22giugno1976.1020
E. Hobsbawm, Industry and Empire: an Economic History of Britain since 1750,Weidenfeld and1021
Nicolson,Londra1968.
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,1°serie,cart.8,fasc.300,CorrispondenzatraG.Einaudi1022
a E. Hobsbawm, 6 e 13marzo 1968; ivi., Verbali editoriali, cart. 7, fasc. 483, Riunione del 4 febbraio1970.
E.Hobsbawm,Bandits,WeidenfeldandNicolson,Londra1969.PropostodaCorradoVivan?«Illibro1023
èmoltoeleganteebenscriIo.SarebbeunabellaPBE»nelcorsodellariunionedelcomitatoeditorialedel24seIembre1969(AST,AE,Verbalieditoriali,cart.6,fasc.473)vennepubblicatotempes?vamente1971 con il ?tolo Bandi1. Il bandi1smo sociale nell’età moderna, nella «Piccola biblioteca Einaudi»,semprenellastessacollanaèstatapubblicatapiùvolte:19773,19804,19875,infinenel2002connuovaedizioneealcunepar?ampliate.
E.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,traduzionee1024
prefazionediGabrieleTuri,EditoriRiuni?,Roma1973(poi1978e1992).
�217
secondaparte:ProgeÅ
Storia universale , l’Einaudi nel 1967 aveva varato il piano della Storia d’Italia,1025
affidandoloallacuradiVivan?ediRuggieroRomano.Nel1968,dopocheHobsbawm
aveva già declinato l’invito , Einaudi in persona gli scriveva per chiedergli un1026
«contribu?onofyoursononeoffavouritesubject,e.g.therebels.Thisisnotonlyan
objec?velyimportantphenomenon,butonewhich,inthepoli?calcontest ofthese
(andIthinkalsoofthecoming)yearsseemstomedes?nedtoaIractmoreandmore
aIen?on» . Einaudi, in par?colare, prospeIava un suo contributo per l’ul?mo1027
volumedellaStoriad’Italia,dovesarebberosta?sviluppa?temitrascura?neirestan?
volumi a par?re – immaginava – da documen? cartografici e iconografici; faceva i
nomi–comecollaboratori–diVillarieSereni .AncoraunavoltaperòHobsbawm1028
negòlasuacollaborazione:
Your invita?on is very flaIering, butwould it not really be beIer to have an Italian
wri?ng about such subject? I can do liIlemore than summarize Italian publica?ons
since Iwould certainly not have the ?me at present to do research in the archives.
When IwrotetheRibelli therewasvery liIle interest in thissubjectbutsurely there
arenowpeoplewhoknowmuchmoreaboutitthanIdo? 1029
L’Einaudi incassò, ma non mancò di farsi nuovamente avan? chiedendogli nuovi
interven?:nonsoloperilgiàricordatosaggiosul«‘farepoli?ca’asinistra»,maanche
per un intervento, che Einaudi in persona gli chiese allo scoppio della protesta
studentescadel1968, sulla situazionedelleuniversitàbritannichedapubblicaresui
«Librinuovi»,ilnuovoperiodicodiinformazionelibrariadellaEinaudi .1030
Perchétanta insistenzadapartedell'editoretorinese?CosavedevaEinaudi in
Hobsbawm? Da una leIera dei primi anni SeIanta in cui Einaudi gli chiedeva un
ennesimo contributo sulle «rivoluzioni, da quella inglese a quella francese, fino a
quellacineseecubana»,sievincesuqualibasipoggiassel’interessedell’editoreverso
lo storico inglesee incosaques? fossepercepitodiversoedeccezionale rispeIoai
SullachiusuradelprogeIodiStoriaUniversaleesullareazionediVivan?atalefallimentosiveda:1025
SNS,CDC,LeIerediC.Vivan?aD.Can?mori,21seIembre1965e17febbraio1966.
Einaudi infas scriveva: «I know youwere already asked to take part in this work, but formuch1026
biggercontribu?on,andIamsorryyoucouldnotaccept.Inthiscase,30or40pageswouldbeenoughforthechapter,andIhopeverymuchthatyouwillbeabletoagree,asIwouldliketohaveyournameamongthecontributors,andespecialasnobodyelsewouldbeabletowritewhatIamaskingyou».AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,1°serie,cart.8,fasc.300,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,3aprile1968.
Ibid.1027
Ibid.1028
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaG.Einaudi,13aprile1968.1029
AST,AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 300, LeIeradiG. Einaudi a E.1030
Hobsbawm, 19 giugno 1968. A tale richiesta Hobsbawm acconsen?, scrivendo un breve ar?colo: E.Hobsbawm,Difficoltàdellostoricodisinistra,in«Librinuovi»,seIembre1968,pp.1-2.
�218
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
suoicolleghiitaliani.
Insomma,dovres? individuare–precisavaEinaudi– imeccanismi, imomen?chiave,
unpo’comehaifaIoconi‘Ribelli’,chenonhairicostruitoanali?camenteinvolumoni
massicci, come uno storico posi?vista avrebbe probabilmente faIo, ma che hai
delineatonellelorocaraIeris?chedifondo» .1031
Era los?lediHobsbawm,oltrechiaramenteaisuoicontenu?,cheasrava l’editore.
Suquest’aspeIo iniziaronoad insistereanchegli appara?peritestualidei suoi libri:
quandoinqueglianniilSaggiatoreripubblicòLeRivoluzioniborghesinellacollana«Le
viedellaciviltà»,inquartadicoper?nadiedeunprofilodiHobsbawmcherimarcava,
oltre alla sua formazione plurinazionale, la sua capacità «comunica?va [e] il suo
temperamentodiscriIoredallaprontapresasulpubblico».EraunacaraIeris?cache
auneditorenondovevapassareinosservata.
ÈquestounaspeIochemegliosicogliesesiprovaaguardareacomeilmodus
operandideglistoriciitalianivenivagiudicatodaunpuntodiosservazioneinglese.Se
i libri di Hobsbawm iniziavano a comparire in Italia nei primi anni Sessanta, negli
stessiannieglisi facevapromotoredell’introduzionedialcuniautori italiani inGran
Bretagna.Inqualitàdi«editorialadviser»nell'ambitodellastoriaedell’economia 1032
della casa editrice Weidenfeld and Nicolson, che voleva ampliare la sua proposta
editoriale nel campo della storia europea da rivolgere in par?colare a un pubblico
universitario,Hobsbawmproposeanchealcuninomiitaliani:MarinoBerengoperuna
storia di Venezia, Ruggiero Romano per una storia dell’Europa del XVI e XVII
secolo ,GiuseppeBoffa,che–spiegavaHobsbawmallacasaeditriceinglese–per1033
mol?annicorrispondentede«l’Unità»aMoscasisarebbepotutomostrareunbuon
autore di un libro sulla «Soviet Revolt» da proporre per il cinquantenario della
rivoluzionesovie?ca:«hisknowledgeofthesubjectandabilitytotreatitinamanner
sa?sfatory toboth levelsof theworld–dicevaHobsbawm– isoutstanding» .Lo1034
avevapotutocongrandeprobabilitàvederenelcan?erechegliEditoriRiuni?stavano
perportareacompimentonel1966ecioèunaenciclopediainpiùvolumisullaStoria
dellerivoluzionidelXXsecolo,incuiHobsbawmavrebbescriIol’introduzioneeincui
Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,26giugno1973.1031
MRC,EHP,Personalia,Finances,Statementsandroyali?es,GeorgeWeidenfeld&NicolsonLimited,1032
LeIeradiG.WeidenfeldaE.Hobsbawmincuicomunicaufficialmenteicompi?acuièchiamato,2luglio1964;LeIeradiN.ThompsonaE.Hobsbawm,31dicembre1964.
Ivi., LeIera di G. Weidenfeld a E. Hobsbawm, 13 oIobre 1964. «You men?oned Berengo as a1033
passibleauthorforaHistoryofVenice.Wewilltryandgetintouchwithhimdirectandwillletyouknowhis reac?on. Youalsomen?onedRuggeroRomanoof the Sorbonneas a suitable authoron16thand17thcenturyEuropeanhistory».Sivedaanchelalistadi«BookssuggestedtoW&N»,allegataaLeIeradiN.ThompsonaE.Hobsbawm,31dicembre1964,cit.
Ivi.LeIeradiE.HobsbawmaG.Weidenfeld,18gennaio1965.1034
�219
secondaparte:ProgeÅ
BoffaavrebbepartecipatoconunoscriIosullarivoluzionerussa ,cheavrebbepoi1035
sviluppatoneldecenniosuccessivoinduevolumisullaStoriadell’Unionesovie1ca ,1036
vis?inambitocomunistaitalianocomeunnuovomodo«cri?c[o]eoriginale,[…]non
convenzionale»distudiodeipaesisocialis? .1037
TraleproposteitalianefaIedaHobsbawm,quellocheandòinportò fuilrapporto
tra laWeidenfeldandNicolsoneGiulianoProcacci.Questoera statopresentatoda
Hobsbawmcome«agreatexpertonMachiavelli»eproprioinvistadell’anniversario
dellanascitadiquest’ul?moHobsbawmproponevadiaffidargliunlibrosulpensatore
italiano , così comeproponevadi tradurre l’Histoire de l’ItaliecheProcacci stava1038
scrivendo per un editore francese . Procacci accoglieva la proposta ringraziando1039
Hobsbawm«per lafiducia chemihaidimostrato facendo ilmionomeall'editoree
perl'opportunitàchecosìmièoffertadifareunlavorochemiinteressamoltoeche
speronon riesca troppomale» .Valutando il pianodel libro cheProcacci inviava1040
allacasaeditriceinglese,Hobsbawmall’editorescriveva:
Theresiperhapsonepointtowhich,atsomestageoranother,weoughttodrawthe
aIen?onofP[rocacci](asofeveryotherItalianauthor)rathertac}ully.Thetradi?onal
Italian style of non-fic?onwri?ng is somewhatmandarin; partly the result of a long
tradi?onof suchprose, partly a reflec?onof the fact thatmost Italianworksof this
kindareinbred(innato),anddesignedforreadingby(andreadby)alimitedandhighly
expert public. (The situa?on in German is similar). There is perhaps a wider gap
betweenwriIenandspoken Italianthat inanyother language. Itwouldbehelpful–
anywayfortheeventualtranslators–ifP.couldbearinmindthestylis?capproachof
Machiavellihimself,or theadvantagesof theFrenchmanner,andkepthis sentences
R.Bonchio(acuradi),StoriadellerivoluzionidelXXsecolo,EditoriRiuni?,Roma1966.E.Hobsbawm,1035
Introduzione,inivi.Vol!.,pp.XIII-XXVIII.OltreaBoffa,autoridell’operafuronoE.Collos,Larivoluzionetedesca;E.Santarlli,Larivoluzioneungherese;M.TuñondeLara,LaguerracivileinSpagna;M.Pacor,Larivoluzionejugoslava;S.DeSan?s,Larivoluzionemessicana;S.Tu?no,Larivoluzionecubana;R.Ledda,Lerisoluzioniafricane;E.CollosPischel,Larivoluzionecinese;G.BoudareleJ.Chesneaux,Larivoluzionevietnamita.
G.Boffa,Storiadell’Unionesovie1ca,Mondadori,Milano1976-1976.Sull’espansionedell’interesse1036
italianoverso lastoriadell’Unionesovie?caepoi lares?tuzioneeditorialediques?studirimandoaF.Lusanna,Poli1caecultura:l’Is1tutoGramsci,laFondazioneBasso,l’Is1tutoSturzo,cit.,pp.104-105.
G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo.Un’autobiografiapoli1ca,Laterza,Roma-Bari2005,p.1037
113.
M.Ciliberto,ProcacciinterpretediMachiavelli,in«Studistorici»,2010/3,pp.539-555.1038
MRC,EHP,Personalia,Finances,Statementsandroyali?es,GeorgeWeidenfeld&NicolsonLimited,1039
LeIeradiE.HobsbawmaG.Weidenfeld,9febbraio1965.G.Procacci,Historiad’Italie,ArthémeFayard,Parigi1968:fuquest’operachevennetradoIaconil?tolodiHistoryoftheItalianPeople,WeindenfeldandNicolson,Londra1970;l’operavenneripubblicataperi?pidellaPenguinBooksnel1973enel1991.
Ivi.,LeIeradiG.ProcacciaE.Hobsbawm,25marzo[1965].1040
�220
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
fairlysimpleandhissyntaxalso.[…]Ioughttoaddthat,tojudgebytheoffprint,heis
alreadypreIysimpleandlucidforanItalian,atalleventswhenhetries .1041
Eraconmoltaprobabilitàanchesuquestadifferenzanellos?lediscriIuratramondo
accademicoitalianoemondoaccademicoinglesechesibasavailcrescenteinteresse
editoriale italianoversoHobsbawm:ilsuos?lee l’approcciocheeglimostravanelle
sue operare risultava inusuale e accasvante. Il corteggiamento di Einaudi nei
confron?diHobsbawmperònonriuscivaasfociare–tranneraricasi –inqualcosa1042
cheandasseoltrelapubblicazionedeisuoilibri.
Solo nel 1970 Vivan?, di ritorno da Londra, poteva affermare che «Eric ci
sta» :finalmenteglieinaudianieranoriusci?aconquistare la suacollaborazione.1043
Per quale progeIo? La risposta a questa domanda verrà data nella terza parte di
questocapitolo,dovesicercheràdi ricostruire ilcan?eredellaStoriadelmarxismo,
focalizzando da un lato l’aIenzione sulle fasi iniziali del progeIo in modo da
scorgerne il lavoro d’équipe preparatorio, cercando poi dall'altro lato – in base a
quantolefon?permeIono–diindagareilmodoincuiHobsbawmoperòall'interno
di questo progeIo, diventando centro di una rete intelleIuale europea ed extra-
europea, e infinemeIendo in luce i contes? nei quali l’opera venne presentata e
pubblicizzata per cogliere come, in essi, Hobsbawm emerse diventando una figura
notanoninambi?streIamentestoriograficieaccademici.Primadiaddentrarsiinciò,
opportuno risulta però capire in quale contesto culturale nacque il progeIo della
Storiadelmarxismo.
Ivi.LeIeradiE.HobsbawmaN.Thompson,senzadatamadatabileallaprimaveradel1965.1041
E.Hobsbawm,in«Librinuovi»,1968/6,p.5.1042
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani, cartella222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aDaniele1043
[Ponchiroli?],senzadata,madaaltreleIeresipuòipo?zzaresiastatascriIanell’estatedel1970.
�221
secondaparte:ProgeÅ
4.2.NuovileUorienecessitàdisintesi
Con la metà degli anni Cinquanta, a seguito della crisi del comunismo
internazionale, iniziarono ad emergere nuove forme di declinazione della teoria e
della pra?camarxista che spostarono dimolto le prospesve e i confini dell’analisi
marxistatradizionaleechecontribuironoadunsuorinnovamento.Registrandocon
toni anche cri?ci – come si vedrà – la vitalità intelleIuale delmarxismo allametà
degli anni Sessanta, Hobsbawm in occasione di un intervento presso la Marx
Memorial Library di Londra, poi riproposto su «Marxism Today», il periodico che il
CPGB aveva creato nel 1957, parlò di «disintegrazione dell’analisi marxista
tradizionale» edissecheconil19561044
[a]bbiamo dovuto imparare ad acceIare il faIo che gli intelleIuali marxis?
appartenen? al par?to comunista sono soltanto una parte – e non più, come in
passato,lapartemaggiore–degliintelleIualichesiautodefinisconomarxis?.[…]oggi
èdiventatoimpossibile–con?nuava–aIenersiaquellasempliceproposizioneinbase
allaqualemol?dinoisonosta?educa?:cioèchec’èunsolomarxismo‘correIo’,edè
quellochesi trovaneipar??comunis?.Ciònonsignificachenonvisiaunmarxismo
‘correIo’; significa solo cheessononpuòpiù esseredefinito is?tuzionalmente, e, in
ognicasodeterminato,ilriconoscerlononècosìfacilecomecièstatoinsegnato .1045
Il 1956nonavevaportato,anche làdove singolepersonalitào– come inFrancia–
quasi un’intera generazione di grandi intelleIuali si erano distanzia? dai par??
comunis?, a un rifiuto da parte degli intelleIuali di confrontarsi con la teoria
marxista,quantopiuIostoaunlororinnovatotenta?vodidefinire,all’internocome
all’esternodelle sedipar??che, soluzionimarxiste inediteapar?reanchedainuovi
problemiacuiandavaincontrolasocietàinrapidosviluppo.Furonoelaborazioniche
trovaronospazioinsedesopraIuIodiriviste.InFranciaaldifuoridellalineaufficiale
delPCFsimuovevanorivistecome«LesTempsModerns»,«Arguments»,«Socialisme
et barbaire». In streIa relazione con queste operavano in Italia i periodici dei
cosiddes«marxis?cri?ci»,esponen?dicorren?minoritariedellasinistraimpegna?
aduna revisionedelmarxismo italianoaIraverso ildialogoconcorren?filosofiche,
sociologicheeantropologichedialtripaesi.AMilanonel1955eranata,sullaspintadi
E. Hobsbawm,Dialogue onMarxism, in «Marxism Today», febbraio 1966; tradoIa con il ?tolo Il1044
dialogosulmarxismo,in«IlContemporaneo»,1966/9,orainId.,Irivoluzionari,cit.,p.135(131-147).
Ivi.,p.139.1045
�222
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Franco For?ni e Roberto Guiducci in primis, «Ragionamen?», una rivista a ?ratura
limitata che mirava ad avviare un lavoro di cri?ca sui principali temi del pensiero
marxista,conun’impostazionean?stalinistamanonriformista,econ l’intenzionedi
contribuire allo svecchiamento della cultura marxista italiana, dando aIenzione
all’elaborazionefilosoficaeuropea(Adorno ,Lukács) .ABolognaerainvecestata1046 1047
fondata «Opinioni», animata da Gianni Scalia e a Raniero Panzieri, in cui venne
sperimentata una «sociologia organica» e marxista: diede spazio ad esempio alle
conricerche di Danilo Montaldi. Nel 1958 a Torino prendeva forma «Passato e
Presente», con una redazione composta da ex redaIori di «Ragionamen?» e
«Opinioni»acuisiaggiungevaungrupporomano(AntonioGiolis,LucianoCafagna,
Alberto Caracciolo). In Inghilterra, come già accennato, nel 1956 era nata «The
Reasoner», rifondata l'anno successivo con il ?tolo di «The New Reasoner» e
affiancatadallaoxfordiana«University and LeâReview»: ledue riviste si eranopoi
fusenel1960dandovitaalla«NewLeâReview»,incuiPerryAndersoneTomNairn
lavorarono all’introduzione dei dibas? filosofici del marxismo con?nentale nella
discussione inglese e si impegnarono nella traduzione delle opere di Althusser,
suscitandounafortecontrarietàdapartesiadiEdwardP.Thompson .Hobsbawm1048
nell’interventoapparsosu«MarxismToday» richiamato inapertura, soIolinenando
comelavitalitàdelmarxismoaIualefossetuI’altracosarispeIoaquelladeglianni
TrentaeQuaranta,avver?vacircailpericolodiunritornoaldogma?smonelmodoin
cuiilpar?tocercavadirispondereall’avanzatadellaNewLeâ .1049
Sono ques? solo alcuni esempi che rendono la portata, che fumondiale, di
quellocheCris?naCorradihadefinitoil«processodiliberalizzazione» rispeIoalle1050
lineeculturalideipar??comunis?ufficiali:unprocessocheportòall'elaborazionedi
Conglianni’60sisarebbeverificatoinItaliaunasempremaggioreaIenzioneversolateoriacri?ca1046
dellaScuoladiFrancoforte.NeèunaspialapubblicazionechegrazieaRenatoSolmieRanieroPanzieril’Einaudifecedi:H.Marcuse,Eroseciviltà,Einaudi,Torino1964;T.W.Adorno,MHorkheimer,DialeÅcadell’illuminismo, Einaudi, Torino 1966. Sul ruolo giocato da Solmi in queste importazioni si veda T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,cap.sesto.
Per«Ragionamen?»,«Opinioni»e«Passatoepresente»siveda:M.Scos,Dasinistra.Intelle.uali,1047
Par1tosocialistaitalianoeorganizzazionedellacultura(1953-1960),Ediesse,Roma2011,pp.109-126;189-257;353-382;403-424;Ead.,‘Passatoepresente’(1958-1960).Traifasd’Ungheriael’elaborazionedel centrosinistra, in «Passato e presente», 2004/62, pp. 57-84;N.Gallerano, ‘L’altra storia’ di DaniloMontaldi, inMemoriaoperaiaenuovacomposizionediclasse.Problemiemetodidellastoriografiadelproletariato. As del convegno organizzato dall’Is?tuto Ernesto de Mar?no e dall’Associazione PrimoMaggio (Mantova, 23-25 oIobre 1981), a cura di C. Bermani e F. Coggiola, Is?tuto ErnestoMar?no,MaggioliEd.,Milano1986,pp.59-65.
Una panoramica sulla «New Leâ Review» e sulle diverse posizioni al suo interno: A. Callinicos, Il1048
marxismo anglosassone, in S. Petrucciani (a cura di), Storia delmarxismo. Vol II. Comunismi e teoriecri1chenelsecondoNovecento,Carrocci,Roma2016,pp.191-210.
G.Andrews,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunism:ABriefEncounter, inF.Di1049
Palma,W.Muller (acuradi),KommunismusundEuropa.Europapoli1kundVorstellungeneuropäischerKommunis1scherPar1enimKaltenKrrieg,FerdinandSchönling,2016pp.225-226.
C.Corradi,Forme teorichedelmarxismo italiano (1945-79), inS.Petrucciani (acuradi),Storiadel1050
marxismo.VolII.,cit.,p.19(11-42).
�223
secondaparte:ProgeÅ
indirizzi teoricimarxis?nuovi rispeIoall'analisimarxistadella ‘vecchiasinistra’,con
riferimen?semprepiùimportan?aMao,Trockij,RosaLuxembourgoadellecorren?
cheeranostateminoritarieall’internodeipar?cicomunis?.
In Italia ad esempio presero piede il dellavolpismo, la sociologia cri?ca e
l’operaismo.TralametàdeglianniCinquantaelametàdeglianniSessantal’operadi
Galvano Della Volpe, che in polemica con il crocian-gramscismo rivendicava il
caraIere scien?fico delmarxismo, si era andata caraIerizzando come un punto di
riferimento teorico per coloro che miravano a un irrobus?mento delle capacità
anali?che del marxismo e dei par?? della sinistra nei confron? dei cambiamen?
sociali porta?dalboomeconomico. Traques? inprimisLucioCollesguardavaalla
leIuradallavolpianaperprendere ledistanze,apar?redal1956 inundibastosul
«Contemporaneo»,dall’orientamento culturaledellapoli?cadelPCI eperproporre
un marxismo «in chiave di sociologia materialista, solidale con il realismo
gnoseologico e con istanze di democrazia direIa», lontane dalle incrostazioni
idealisteeposi?vis?che .AIornoaRanieroPanzieri si era contemporaneamente1051
venutaformando«l’altra linea» ,unanuovacomunitàpoli?ca,concre?zzatasinel1052
1961nell'esperienzadella rivista «Quaderni rossi» in cui, riscoprendo tes?diMarx
largamente trascura?dalla tradizionemarxista (comeadesempio laquarta sezione
delprimolibrodelCapitale,ilFrammentosullemacchinedeiGrundrisse,ilCapitoloVI
inedito)eapplicandometodologienuovecome laconricercae l’inchiestaoperaia–
intese come strumen? di lavoro poli?co –, il marxismo venne declinato come
sociologia poli?ca della classe operaia. Da quest’esperienza, a causa di divergenze
teoriche,sistaccòunapartedellaredazionedi«Quadernirossi»,chediedevitanel
1964 ad una nuova rivista: «Classe operaia». Quest’ul?ma, fondata tra gli altri da
Mario Tron?, definì nella secondametà degli anni Sessanta i tras essenziali della
corrente operaista italiana, il fenomeno di roIura più vistoso, che poi si divise
ulteriormentealsuointerno.Nel1962eranoinoltrena?i«QuaderniPiacen?ni»con
unprofiloorientatoaun impegnopoli?copiùdireIo, così comealtri fogli e riviste
che meIevano in discussione l'egemonia culturale del PCI: questo iniziava
preoccupatoavederlicome«nemiciasinistra» .1053
Questa nuova cultura poli?ca, che mirava a rompere defini?vamente con
l’idealismo e a rileggereMarx «come sociologo della società capitalista» , trovò1054
C.Corradi,StoriadeimarxismiinItalia,Manifestolibri,Roma2011,p.1341051
A.Mangano, L'altra linea. For1ni, Bosio,Montaldi, Panzieri e la nuova sinistra,Pullani, Cataniaro1052
1992.
G. Crainz, Il Paesemancato. Dalmiracolo economico agli anni o.anta,Donzelli, Roma 2003, pp.1053
171-175.
G.Bechelloni,NotaintroduÅva,inId.(acuradi),Culturaeideologianellanuovasinistra.Materiali1054
peruninterventodellaculturapoli1cadellerivistedeldissensomarxistadegliannisessanta,Edizionidicomunità,Milano1973,pp.XXII(XI-XLIII).
�224
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
unaformulazioneincerchieestremamenteristreIediintelleIuali,inrivistedieper
intelleIuali cheebberoun riscontrodel tuIomarginale sia sui dibas? sia sui fas
poli?cipertusglianniSessanta .Nascevanoinfassullaspintadiunnuovo?podi1055
intelleIualità, maggiormente autonoma dal PCI in primis rispeIo ai decenni
preceden? . L’esplosione in tuIo ilmondo delmovimento del 1968 fece sì però1056
che le ricerche, i dibas?, le proposte che avevano trovato spazio in queste riviste
venissero ripresee amplificate. Con lafine sopraIuIodegli anni Sessanta, quando
scoppiò l’ondatadellecontestazionistudenteschechenascevanoanchedall'enorme
aumento della scolarizzazione , ci fu una considerevole dilatazione non solo dei1057
produIorima anchedei consumatori delle ideemarxiste, vale a dire di coloro che
leggevanoeacquistavanoscrismarxis? .1058
Era un dato che una casa editrice come l’Einaudi non poteva non tenere in
considerazione: lo feceagendosupiùdirezioni.Diededaun latoallestampeper la
prima volta un numero considerevole di tes? di personalità marxiste storiche: le
opereadesempiodiTrotskijvenneropubblicateepoi ripubblicatenelgirodipochi
anni ; dall'altro lato in quegli anni ripresentò tes? diMarx inedi? o già edi? .1059 1060
Costante inoltre fu l'aIenzione che la commissione editorialemostrò nei confron?
deidibas?cheinsededirivisteres?tuivanoilpluralismodelmarxismoraggiuntoa
livello internazionale . In quarto luogo, l’Einaudi diede spazio a un numero1061
considerevole di opere che nascevano proprio dalle spinte della «nuova sinistra»
italianaeinternazionale.Se,comesièaccennato,nel1963RanieroPanzierieRenato
Solmi erano sta? licenzia?perdivergenzepoli?cheenel 1964TomNairnera stato
bocciato come potenziale autore della Einaudi, nel 1966 nella collana dei «Saggi»
Si vedano le considerazioni su queste riviste come «mezzo di comunicazione culturale» tra1055
intelleIualiinivi.,pp.XXIII-XXVI.
M.Flores,N.Gallerano,SulPCI.Un'interpretazionestorica,IlMulino,Bologna1992,pp.202-207.1056
P.Ginsborg,Storiad’Italia.Famiglia,società,Stato,cit.,pp.358-360.1057
E.Hobsbawm,Ilmarxismooggi:unbilancioaperto,inStoriadelmarxismo,Vol.IVIlmarxismooggi,1058
Einaudi,Torino1982.
A ?tolo d’esempio: ScriÅ (1929-1936), a cura di L.Maitan, 1962; Id., La rivoluzione permanente,1059
1967(nel1973eraallaterzaedizione);Le.eraturaerivoluzione,1973(secondaedizione1974).
È il caso, adesempio,diManoscriÅeconomico-filosoficidel 1844,pubblicatooriginariamentenel1060
1949, di cui venne presentata una nuova edizione, a cura di N. Bobbio, nel 1968; Il capitale. Cri1cadell’economia poli1ca, con introduzione diM. Dobb e traduzione di D. Can?mori, E.Mazzomon?, B.Maffi,R.Panzierietalii,1975:sitraIadiunanuovapubblicazionecheriprendevaquelladegliEd.Riuni?degli anni Cinquanta. Con?nua era l’aIenzione che alla fine degli anni Sessanta i redaIori einaudianiriversavano verso gli scris storici di Marx, che avevano chiesto agli Editori Riuni?: ciò si evince daiverbalieditorialieinaudiani.A?tolod’esempio,sivedaIvi.,cartella6,fasc.447,Verbaleeditorialedel13novembre1968.Nel1976EinaudipubblicòiGrundrissesoIoil?toloLineamen1fondamentalidicri1cadell'economiapoli1ca,ripubblicandolil’annosuccessivoconunapparatocri?conuovo.Perquest’ul?moaspeIosivedaM.Tron?,Italy,inM.Musto(acuradi),K.Marx’sGrundrisse.Fouyda1onsofthecri1queofpolicaleconomy150yearslater,Routledge,NewYork2008,pp.229-235.
A ?tolo d’esempio, si veda la discussione sul numero della rivista «Diogéne» (dicembre 1968,1061
dedicataaMarxconsaggidiAdorno,Marcuse,RobinsoneHobsbawm)nelcorsodelVerbaleeditorialedel11giugno1969(ivi,cartella6,fasc.468).
�225
secondaparte:ProgeÅ
apparveOperai e capitalediMario Tron?.Non fu unapubblicazione facile: in casa
editrice il libro «fece un certo scalpore» e venne osteggiato sopraIuIo da Paolo
Spriano .L'editoreperò«capì–harecentementericordatoBaranelli–cheillibrodi1062
Tron?nonerapoi cosìpericolosonépoli?camentené culturalmente;e chepoteva
averedeileIori» .Ineffesillibroriscosseuncertosuccesso,diventandountesto1063
sacro dell’operaismo italiano, tanto da circolare anche fotocopiato in quanto
esaurito . Nonostante le distanze ideologiche e generazionali che separavano1064
ampia parte del comitato redazionale dell’Einaudi dagli studen? poli?cizza?, Giulio
Einaudi comprese e sfruIò la potenzialità del nuovo pubblico di leIori universitari
poli?cizza?: accolse quindi la proposta di Luca Baranelli di colmare questa lacuna
editoriale,varandounanuovacollana, la«Seriepoli?ca»colpropositodicoglierele
nuoveistanzeculturalialivellomondiale .1065
Ci fu infine un’ulteriore modalità con cui la casa editrice torinese reagì,
tentandodirispondere,allanuovarichiestadimarxismo.Allafinedel1966nelcorso
diunariunionedellacommissioneeditorialeGiulioBolla?affermò:
Perlastoricahoqualcheidea:unastoriadelmarxismocomegiocodisviluppostorico
oltrechecomeriflessioneideologica.EdèunlibrochevafaIodauno[studioso]che
abbiaunasuaidea.Èsoloun’idea,cistopensandosu .1066
Laproposta trovònel restodellacommissioneuncertoconsenso:dalladiscussione
cheneseguìemersel’esigenzadi«unamanosolache[desse]lascheletraturarigida
delprocesso storicomarxista, e [avesse]una certaelas?citàdi scorciodegli aspes
connessi nei vari seIori geografici e pra?ci». Bolla? fece i nomi di Sweezy e
Hobsbawm.ViIorioStrada, loslavistadellacasaeditrice,dissechesipotevaanche
pensare a «un bilancio per seIori dello sviluppo storico della situazione marxista
[negli ul?mi] cinquanta anni: una specie di serie di lezioni» ; l’anno successivo1067
sempreStradaavrebbe«invoca[to], accantoaun libro che scopra ilfilo conduIore
Laseriepoli1caEinaudi.IntervistadiLucaZane.eaLucaBaranelli,inL.BaranellieF.Ciafaloni,Una1062
stanzaall’Einaudi,cit.,p.65.
Ibid.1063
LucaBaranelliharicordatoche«primadiessereristampato[nel1977epoinel1981]neiReprints1064
Einaudi,circolavaancheinfotocopia».Ibid.
Perdareun’ideadella lineadella«Seriepoli?ca»ricordoiprimi libripubblica?inessa:E.Masi,La1065
contestazione cinese, 1968; E. Collos Psichel (a cura di), Il Vietnam vincerà, 1968;Malcom X,Ul1midiscorsi,1968;C.Boffito(acuradi),SocialismoemercatoinJugoslavia,1968;L.GubermaneP.Sweezy,La controrivoluzione globale, 1968; A. Gunder Frank, Capitalismo e so.osviluppo in America La1na,1969;A.Cavalli,A.Mar?nelli(acuradi),Glistuden1americanidopoBerkley,1969;C.Boffito,L.Foa(acuradi),Lacrisidelmodellosovie1coinCecoslovacchia,1970.
AST, AE, Verbali editoriali, Cartella 6, f. 390, Verbale editoriale del 23 novembre 1966.Da questo1066
verbalesonotraIeanchelesuccessivecitazioni.
Ibid.1067
�226
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
della storiamarxista, una ricerca di fondo approfondita sulle conseguenze storiche
nei vari regimi storici, [e nelle] aree culturali delmondo» . L’importanza sempre1068
maggiore assunta negli anni Sessanta dal marxismo e la molteplicità delle
elaborazioni che questo stava assumendo a livello teorico e pra?co in contesto
italiano e internazionale facevano emergere come ormai matura una proposta di
storicizzare questa stessa evoluzione. Era tempo, agli occhi degli einaudiani, di
tracciarne se non una sintesi quantomeno una riflessione organica su come il
marxismoomeglio imarxismieranoevolu?estavanoevolvendosiall’internocome
all’esternodeipar??.
Ivi.,Riunionedel1°febbraio1967.1068
�227
secondaparte:ProgeÅ
4.3.LaStoriadelmarxismoEinaudi
InunmemorandumscriIosucartaintestataGiulioEinaudiEditore,nondatato
mariconducibileconmoltaprobabilitàall’estatedel1970eallemacchinedascrivere
diErnestoRagionierieCorradoVivan? ,silegge:1069
NellediscussioniapertesiintuIoilmondodopoilXXcongressodelPCUS,aIraversoil
riesame cri?co delle tradizioni del marxismo, che ne è scaturito, sono emersi
orientamen? teorici e formedi analisi storicaassaidiversi.Mentredaunaparte si è
riscontrataassaivisibile latendenzaanonintaccareinmodosostanziale latradizione
ideologica consolidatasi nel movimento comunista internazionale nel periodo
staliniano(«marxismo-leninismo»),dall’altrasisonomanifesta?indirizzicri?cirivol?a
privilegiarenellastoriadelmarxismodetermina?momen?teoricieafarediques?il
metrodigiudiziodituIaquestastoria:ritornoaKorsch,luxemburgismo,«umanesimo
marxista»dei«marxismusstudien»,ecc.Fraques?duepoli siè tuIaviaprofilatauna
pluralità di inizia?ve intese a fare ilmarxismo oggeIo di un’indagine storica, che lo
consideri nella totalità del suo sviluppo, riferendolo al soggeIo concreto che se n’è
faIostoricamenteportatore,ilmovimentoorganizzatodellaclasseoperaia.Ilrapporto
trateoriaeprassi,perunverso,elastoriasocialedelmovimentoreale,perunaltro,
sonoapparsifinoadoggiglielemen?piùsignifica?vidiunorientamentodiricerca,che
si è espresso in forme non coordinate, ma con indirizzi non contrastan? e
sostanzialmenteomogeneiinvaripaesi.Adesempio,inInghilterra,sopraIuIointorno
a«SocialistRegister»,inFrancianelgruppodi«mouvementsocial»,inItaliafrastudiosi
collaboratori di «Studi storici», inGermania occidentale aIraverso alcuni lavori della
Friedrich-Ehert-S?âung, in Austria, nelle conferenze internazionali di storia del
movimentooperaiochesitengonoannualmenteaLinz,nellepubblicazionidell’Is?tuto
di storia sociale di Amsterdam ecc. Manifestazioni di notevole rilievo degli stessi
orientamen? si sono avu?, tuIavia, anche in alcuni paesi dell’Europa orientale: ad
esempio,presso l’Is?tutodistoriadelsocialismodiPraga,finoall’OIobre1969,efra
altri studiosi,come ilpolaccoMarekWaldenberg, il sovie?coM.Geâer, lo iugoslavo
Wranicki,ealcunicollaboratoridellarivista«Praxis»,ecc. 1070
La probabile datazione del documento si ricava dal faIo che nel corso della prima riunione del1069
comitatoredazionaledellastoriadelmarxismo,avvenutanell’oIobre1970,ipresen?preseronotadel«breveschizzosteso in lugliodaRagionieri».AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,Cart.8,fasc.300,VerbaledellariunionetenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.
BibliotecadiSestoFioren?no[d’ora inpoiBSF],EpistolariodiErnestoRagionieri [d’ora inpoEER],1070
LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.
�228
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
PrendendoaIodialcunifilonidell’effervescenzachealivelloeuropeoavevaportato
adunnuovo interesseneiconfron?delmarxismo, lacasaeditrice torinesearrivava
alla conclusione che esisteva «la possibilità di organizzare una collaborazione fra
ques? gruppi e singoli studiosi» inmododameIere «a confronto le esperienze di
lavoroediricercafinoracompiuteecerc[are]diavviarelapreparazionediunastoria
del marxismo» . L’idea originariamente proposta da Bolla? nel 1966 stava1071
trasformandosi inuncan?erebenpiùambizioso,pensatosemprepiùneiterminidi
una grande opera . Erano quelli dopotuIo gli anni in cui la casa editrice era1072
impegnata–CorradoVivan?eRuggieroRomanointesta–nellaprogeIazionediuna
grandeimpresastoriograficasovranazionalear?colataindiversivolumiescriIaapiù
mani, con il «pernoorganizza?vo a Torinoe l'osservatorio generale a Parigi» . Si1073
traIavadellaStoriad’Italia,varatanel1967epoipresentataalpubblicotrail1972e
il1976 ,chevolevaessereunaStoria«traMarxele‘Annales’» :valeadireun1074 1075
tenta?vo di elaborare una generale interpretazione della storia nazionale italiana
intersecando, nel momento in cui veniva meno il paradigma «storicis?co»
tradizionale italiano, il portato gramsciano con quello della scuola francese .1076
Probabilmente sulla scia dell'entusiasmo che all’Einaudi si respirava per il varo di
questagrandeoperaedegliinves?men?chel’editorestavafacendoeavrebbefaIo
per conferirle un riconoscimento a livello europeo, veniva ven?lata anche l'idea di
riprendereilprogeIo–ormaiabbandonatodaalcunianni–diunaStoriauniversale:
Ruggiero Romano si preoccupava di rinnovare all’editore l'opportunità di una tale
opera,s?landoneinvanounadeIagliatabozzadiprogeIo .1077
All’interno dell'architeIura collesva e sovranazionale inaugurata dalla Storia
Ibid.1071
«Nell’ambito dell’inizia?va volta a commissionare grandi opere monografiche a studiosi di alto1072
livello,abbiamosoffermatolanostraaIenzioneinpar?colaresuunastoriadelmarxismo».Lacitazioneè traIada:AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,Cart.222, fasc.3104,Piano (sucarta intestataEinaudiEditore)perunastoriadelmarxismo,senzadata(fogli340-341).
W. Barberis, La storia d’Italia nel segno della con1nuità editoriale, in P. Soddu (a cura di),Giulio1073
Einaudinell’editoriadiculturadelNovecentoitaliano,cit.,p.332(327-333).
Il I volume pubblicato fu I cara.eri originali, il VI Atlante. Con il 1978 iniziarono poi a essere1074
pubblica?gliAnnali.
P.Favilli,Marxismoelastoria,cit.,p.309.1075
T. Des, G. Gozzini, Storia e poli1ca dagli anni Se.anta agli anni Novanta: a.ualità di un nesso1076
ina.uale, in Id. (a cura di),ErnestoRagionieri e la storiografiadel dopoguerra,FrancoAngeli,Milano2001,pp.8-10(7-22).SivedaancheA.Ban?,Lastoriasociale:unparadigmaintrovabile,inC.Cassina(acuradi),Lastoriografiasull’Italiacontemporanea.AsdelconvegnoinonorediGiorgioCandeloro(Pisa,9-10novembre1989),Giardini,Pisa1991,p.189(183-208).
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIerediR.RomanoaC.Vivan?,191077
aprile1970.«StoscrivendounasortadipianoperlaSt.Univ.:telospediròintempo.Ma,please,nonfarlocircolareprimache iosiavenutoATorinoesenesiadiscusso insieme».NellacorrispondenzadiVivan?èconservatoancheil lungoprogeIodiRomanoperlaStoriauniversale.(ivi.,Storiauniversale,senzadata,fogli235-241).
�229
secondaparte:ProgeÅ
d’ItaliafupensatoancheilprogeIodiunastoriadelmarxismo:c'eranolecondizioni
per ipo?zzarne una buona accoglienza. Il memorandum sopra richiamato
puntualizzavacheuntaleprogeIodistoriadelmarxismo«chegiungaacoordinaree
a sviluppare le ricerche iniziate sull’argomento negli ul?mi quindici anni, non è
soltantoun’impresaoggirispondenteallostatodeglistudiealoropreciseesigenze,
maancheunostrumentodigrandeinteresseculturaleepoli?co» .Questoemerse1078
chiaramentedi lì apochimesi,quandopresso la sededell’Is?tutoGramsci aRoma
intelleIuali e poli?ci comunis? si sarebbero confronta? sul tema de Il marxismo
italianoneglianniSessantae laformazioneteorico-poli1cadellenuovegenerazioni,
analizzando per la prima volta il retroterra culturale e sociale del movimento
studentesco e ammeIendo la divaricazione acuta che negli anni Sessanta aveva
separato i comunis? dalla società, con una sempre piùmarcata crisi dell’egemonia
ideologicadelPCInellaformazionedellenuovegenerazioni .FrancoFerriaprendo1079
l’incontro avrebbe soIolineato che le numerose adesioni al convegno stavano a
tes?moniare«ilbisognodiffusodigiungerepiùapertamentediquantononsi[fosse]
faIonelpassatoadunconfrontosulleques?onidell’elaborazioneteorica,colmando
lacunee ritardinonsecondari» . Si sarebbe traIato, comeha rimarcatoStephen1080
Gundle, di un notevole «sforzo di revisione» faIodal PCI nell'ammeIere che «per
recuperareunrapportoproficuo[conlasocietà]eranecessarioacceIaredellelezioni
dalle‘eresiedegliannisessanta’» .Unastoriadelmarxismopotevabeneinserirsi1081
inquestospazio,aiutandoa indirizzarecomeunostrumentodi interesseediu?lità
quellochelostessoHobsbawm,ametàdeglianniSessanta,avevasoprannominatoil
sempre più vivace e problema?co «dialogo sulmarxismo» . Tra anni Sessanta e1082
SeIantad’altrondenumerosieranosta?itenta?vifasinquellastessadirezione.Nel
1962, ad esempio, uscì in più volumi una «storia documentaria» del marxismo
proposta da Iring Fetscher ; dieci anni dopo venne data alle stampe a Parigi1083
l’Histoire générale du socialisme, a cura di Jacques Droz . Nel 1973 sarebbe1084
comparso un ponderoso «Annale» dell’Is?tuto Feltrinelli dedicato alla Storia del
BSF,EER,LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.1078
M.Alcaro,Dallavolpismoenuovasinistra,DedaloLibri,Bari1977,p.51.1079
F. Ferri, Apertura dei lavori, in Il marxismo italiano degli anni Sessanta e la formazione teorico-1080
poli1cadellenuovegenerazioni,EditoriRiuni?,Roma1972,p.11(11-16).
S.Gundle, I comunis1 italiani traHollywoodeMosca: la sfidadellaculturadimassa (1943-1991),1081
Giun?Editore,Firenze1995,p.356.L’espressione‘eresiedeglianniSessanta’ètraIadaG.Berlinguer,Dieciannidopo.Cronacheculturali1968-1978,DeDonato,Bari1978,p.9.
E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,inid.,Irivoluzionari,cit.,p.137.1082
L’opera venne pubblicata in Italia tra anni Sessanta e seIanta, I. Fescher, Il marxismo storia1083
documentaria,Milano1969-70.
CompostadiquaIrovolumi,vennetradoIainitalianatempes?vamenteJ.Droz(acuradi),Storiadel1084
socialismo,EditoriRiuni?,Roma1973-1978[1972-1978].
�230
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
marxismocontemporaneo .NeglistessiannivenivatradoIainItalial’analisi,inpiù1085
volumi,dicaraIereprevalentementeteoricodiPredragVranicki .1086
LaStoriadelmarxismoEinaudi,secondoisuoiideatori,nondovevaperòporsi
allo stesso livello di altri lavori coevi; doveva essere tuI’altro, ad esempio, sia
dall’impostazionediVranickicosìcome,peraltreques?oni,dallastoriadelmarxismo
che l’AccademiadelleScienzedell’URSSsi stavaproponendodi realizzareproprio in
queglistessianni.DovevaproporsipiuIostocome«unpuntodiriferimentooggesvo
a forzepoli?chee a gruppi intelleIuali per diverse ragioni chiusi o cresciu? inuna
prospesva di considerazione ‘ortodossa’» . Doveva poi avere un caraIere1087
«necessariamente internazionale», ancora più marcato rispeIo a quanto stava
assumendolaStoriad’Italia.IlprogeIodiun’operasulmarxismo,spiegavaVivan?a
Einaudi,
mancherebbealsuocompito–cheèanchequellodiprovocareun’autocoscienzadella
situazione aIuale del marxismo, dell’essere oggeIo di un interesse tanto vasto e
profondoeinsiemeditrovarsiinun’indubbiacondizionedicrisidisviluppo–ovenonsi
procedesse preliminarmente alla raccolta e al confronto di risulta? di ricerca che si
sono prodos in paesi diversi, ma che assicurano la costruzione di un tessuto
unitario .1088
A tale proposito l’Einaudi si prefissava di individuare un ristreIo gruppo di lavoro
formato da studiosi dell’Europa occidentale in grado di allacciare, grazie alle loro
conoscenze, collaborazioni anche con studiosi dell’Europa orientale e non europei:
una«similecollaborazione–chiosavailmemorandum–ènonsolooperafruIuosae
auspicabile, ma anche possibile» . Con ques? inten? i ver?ci della casa editrice1089
torinese tra la primavera e l’estate del 1970 si stavanomuovendo su più direzioni.
GiulioEinaudicercòcontasconaltrecaseeditriciinternazionali:oltreconlafrancese
Gallimard,sieranofasinomidellaLuchterhanddiMonacoedellaPenguinodella
CapeperlaGranBretagna .DacantosuoCorradoVivan?,acuivenivaconferitoil1090
A.Zanardo(acuradi),Storiadelmarxismocontemporaneo,«AnnaliFeltrinelli»,1973.1085
Studioso marxista jugoslavo che aveva scriIo una storia del marxismo in più volumi negli anni1086
Sessanta,tradosinitaliano:P.Vranicki,Lastoriadelmarxismo,EditoriRiuni?,Roma1971-1973.
BSF,EER,LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.1087
Ibid.1088
Ibid.1089
InomidellecaseeditricicoinvoltedaEinaudisiricavanoesplicitamentedaAST,AE,Corrispondenza1090
conautori stranieri,Primaserie,cart.8, fasc.300,LeIeradiE.HobsbawmaW.Abendroth,3oIobre1970.
�231
secondaparte:ProgeÅ
ruolodi«segretariodiredazione» giàsvoltoperlafallimentareStoriauniversalee1091
cheparallelamentestavasvolgendoassiemeaRomanoancheperlaStoriad’Italia,si
mostrò impegnato nell’intessere relazioni con studiosi italiani e stranieri al fine di
discutereconlorodelprogeIoedicoinvolgerliinesso.
Il primo con cui Vivan? si confrontò fu Ernesto Ragionieri: era una scelta
piuIosto obbligata per più ragioni. Ragionieri, poco più che quarantenne, era uno
degli animatori più importan?di «Studi Storici», la rivista che avevadato spazio al
ripensamento del marxismo italiano dopo il ’56 all'interno degli spazi culturali del
PCI . Aveva poi alle spalle una lunga riflessione e pra?ca sia in quanto storico1092
marxistasia inquantostoricodelmarxismo: il suomarxismo, lontanoda formulee
definizioni,era«innanzituIostoriograficoefilologico» .Findaisuoiprimilavori(e1093
in modo più marcato dalla produzione della seconda metà degli anni Sessanta)
Ragionieri aveva inoltre mostrato una con?nua?va insistenza su una dimensione
sovranazionale della ricerca. Al centro dei suoi lavori c’era un costante nesso che
legava «la storia della ‘sostanza internazionale’ ideale e poli?ca del socialismo a
quello dello Stato italiano» . Ciò si riscontrava nei suoi studi sulla storia del1094
movimentooperaioedelsocialismo,comeadesempionell'operasull'influenzadella
socialdemocraziatedescasullaformazionedelPar?tosocialistaitaliano ,maanche1095
nei suoi lavori sull'emigrazioneoperaia .Nel1969aveva inoltredatoalle stampe1096
l’Italia giudicata, in cui dava spazio a un mol?plicarsi di prospesve e di pun? di
osservazionenonitalianisullosviluppostoricodell’Italia .Quando,comesièvisto,1097
avevarecensitoilprimoAgediHobsbawmnel1963loavevafaIoproprioinquesta
chiave, invitando a studiare la storia italiana all’interno di un quadro europeo. Si
traIavadi unorientamento inusualenel contesto storiografico italiano a lui coevo,
che rispondeva a una propensione prima di tuIo mentale che aveva permesso a
Ragionieri di collocarsi al centro di una mappa intelleIuale europea, con una
CosìVivan?sieradefinito,scrivendoaCan?mori,apropositodelsuoruoloperlaStoriaUniversale,1091
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,19oIobre1964.
Eramembro del Comitato diresvo di «Studi Storici» dal 1964. Nel 1971 (fino al ’73) fece parte,1092
assiemeaProcacci,RosarioVillarieZangheri,diunadirezionequadripar?ta.
T.Des,ErnestoRagionieri:unprofilo,inId.,G.Gozzini,Storiaepoli1cadaglianniSe.antaaglianni1093
Novanta,cit.,p.26(23-38).
Ivi.,p.29.1094
E. Ragionieri, Socialdemocrazia tedesca e socialis1 italiani, 1875-1895: L'influenza della1095
socialdemocraziatedescasullaformazionedelPar1tosocialistaitaliano,Milano,Feltrinelli,1961.
Id.,Italianiall'esteroedemigrazionedilavoratoriitaliani:untemadistoriadelmovimentooperaio,1096
Olschki,Firenze1962.
E.Ragionierietalii,L’Italiagiudicata,ovveroLastoriad’Italiascri.adaglialtri,Laterza,Bari1969;1097
per un’analisi della dimensione internazionale dell’opera di Ragionieri: F. Romero, Il contestointernazionaledellastoriad’Italia, inT.Des,G.Gozzini (acuradi),ErnestoRagionierie lastoriografiadeldopoguerra,cit,pp.68-70(67-81);E.Sestan,Ilproblemadellastoriauniversale.LaricercadiErnestoRagionierinelricordodiungrandestorico,in«Rinascita»,4luglio1980,p.45.
�232
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
predilezionepericontasconlaGermania.Tusques?mo?vidovevanoaverportato
Vivan? a rivolgersi a Ragionieri per un primo confronto circa il nuovo progeIo
einaudiano. «L’incontro è stato –mi pare – posi?vo», scrisse Vivan? a Einaudi :1098
Ragionieriaccolse infasconentusiasmo lapropostaeinaudiana,definendolacome
«un possibile grande approdo della cultura marxista al dibasto in corso» e
soIolineandone il peso «non indifferente sullo stesso terreno poli?co» . Si1099
preoccupò quindi di definire le linee guida su cui una tale storia doveva essere
costruitaecheVivan?cosìriportavaaEinaudi:
Naturalmente – soIolinea[ò] R[agionieri] – bisogna evitare di fare di una storia del
genere una storia della Chiesa e dei suoi dogmi (i momen? della verità e dei suoi
errori),comepureunastoriadiere?ci(lafuriaiconoclastadeiqualiriportaallaverità).
Si traIa di vedere la storicità del marxismo nei suoi complessi rappor?, tenendo
presen?ancheleareegeograficheincuiilmarxismoprendemaggiormentepiede,eal
tempo stesso capire in che modo il marxismo, che si pone immediatamente come
teoriaunificatricedell’umanità,proprioperquestopuòtrasformarsiadaIandosi(Cina),
oinqualchecasoconoscereideologizzazionideforman? .1100
Si traIava di un nodo su cui Ragionieri era tornato con insistenza nelle sue opere,
sopraIuIo inquelledegli ul?mi anni. Inuna conversazioneprivatadel 1966aveva
affermatoche
[d]opo molto studio e dopo una lunga riflessione faIa a contaIo della esperienza
poli?ca,mi sono convinto che bisogna liberarsi inmodo defini?vo degli impacci che
allo studiodelmarxismo sono sta?pos?nell’età stalinianae cheperquestoaspeIo
permangono ancora in numerosi studi condos nell’Urss e inmol? par?? comunis?
(l’hoscriIoancherecentementenellaintroduzioneallaVitadiMarxdiMehring).Qui
nonsitraIasoltantodi‘rivalutare’questoodi‘svalutare’quello.SitraIadicambiare
registro e di impostare finalmente lo studio del marxismo come lo studio di un
processopoli?coilcuicriteriononsiala‘verità’ol’‘errore’rispeIoaunmarxismodel
qualenonvenganovoltaper voltadetermina? conoscenzadiffusioneappropriazione
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aG.Einaudi,senza1098
data (fogli 316-317). Da questa leIera sono traIe anche anche le successive citazioni. È possibilecollocarequestaleIeradiVivan?algiugno1970daunaprecedenteleIerasemprediVivan?aEinaudidel 22 giugno 1970 in cui il primo informava il secondo circa un incontro prossimo con Ragionieri apropositodellaStoriadelmarxismo.
Ibid.1099
Ibid.1100
�233
secondaparte:ProgeÅ
ecc.,mapiuIosto il rapportocon ilmovimentooperaio, lesue loIe, lesuenecessità
ecc. .1101
Questeconsiderazionieranopoistateda luiripresenelcorsodelConvegnodistudi
gramscianil’annosuccessivo,quandoavevaricondoIoaGramscila«consapevolezza
della ‘storicità’ delle ideologie nei loro necessari rappor? coi movimen? poli?ci e
sociali»; in quell’occasione aveva anche soIolineato l’opportunità di vincere la
dicotomia tra ‘ortodossia’ e ‘eterodossia’ nella storiografia sul socialismo .1102
Ragionieri era andato cioè sempre più insistendo sul faIo che il marxismo era un
«fenomeno storicamente determinato», dunque in con?nua maturazione , al1103
quale si doveva approcciarsi metodologicamente aIraverso una rigorosa
«storicizzazione» .AncheinoccasionepoidiunconvegnoaPraganel1970aveva1104
basato il suo intervento aIorno a questo nucleo, insistendo sulla «necessità di
rapportareilmarxismoatradizioniculturaliearealtàsocialiprofondamentediverse
da quelle che ne [avevano] accompagnato l’origine» . Se queste erano le basi1105
metodologichecheRagionieriponevacomefondamentodelprogeIoeinaudiano,da
un punto di vista cronologico proponeva di far par?re l’opera «da Marx stesso, o
meglio […] Marx dovrebbe essere affrontato in una importante prefazione-
introduzione; l’inizio vero e proprio dovrebbe essere Engels (lo stesso aveva deIo
Strada – riferiva Vivan? all’editore –, senza l’uno sapesse dell’altro)» . Si doveva1106
dunquecominciare–consigliavaRagionieriaVivan?–dallapubblicazionedelprimo
volume del Capitale, per studiare la trasformazione del pensiero diMarx in prassi
poli?caasva,ecoglierneilmodoincuiesso«diventaunelementochecontanella
realtàpoli?ca e viene anche trasformato a sua voltadalla realtàpoli?ca stessa.Da
teoriasitrasformaaddiriIurainideologia,ossiainqualcosadiastraIo,postodavan?
alle masse come ideale (il sol dell’avvenire) in una certa misura anche
mis?ficante» . Anche questo era un altro nodo del marxismo su cui Ragionieri1107
ritornava frequentemente nei suoi studi e nelle sue lezioni: lo streIo legame tra
fortuna teorica e pra?ca poli?ca, in altre parole «l’efficacia esercitata dal pensiero
LeIeraaRenatoRisali?riportatainT.Des,ErnestoRagionieri:unprofilo,cit.,pp.31-32.1101
E.Ragionieri,Ilmarxismoel’Internazionale:studidistoriadelmarxismo,Ed.Riuni?,Roma1972,pp.1102
260-261richiamatoinivi.,p.32,nota41.
E. Ragionieri, Ilmarxismoe la prima Internazionale, in Id., Ilmarxismoe l’Internazionale: studi di1103
storiadelmarxismo,EditoriRiuni?,Roma1972,p.3.
SuquestoaspeIosivedaR.Monteleone,Ragionierielastoriadelmarxismo,inT.Des,G.Gozzini(a1104
curadi),ErnestoRagionierielastoriografiadeldopoguerra,cit.,pp.167-178.
E.Ragionieri,PresenzadiEngels,in«Cri?caMarxista»,1970/4,pp.166esegg.citatoinivi.p.167.1105
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,1106
senzadata(fogli316-317).
Ibid.1107
�234
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
marxistasullosvilupporealedelmovimentooperaio» .1108
Inbaseaquestelineeguida,all’Einaudisieraprovvedutoas?lareunprospeIo
dell’opera,initalianoeinfrancese,incuiconunain?tolazionechesignifica?vamente
oscillava tra il singolare («Storia del marxismo») e il plurale («Une Historia des
Marxismes») veniva ripresa l’impostazione suggerita da Ragionieri: una storia non
«doctrinaire», né di un «procès de développement et transforma?on dumarxisme
commeunesorted’histoired’uneEgliseoudeDogmengeschichte»,bensì«historicité
demarxisme»daraggiungereaIraversouncon?nuo«rapportmemeentrelathéorie
et la praxis, meme les différentes situa?ons existentes à l’intérieur des aires
géographiques où le marxisme se repands en differente époques, entre les
différentes ques?ons (na?onales, de soudéveloppement, etc.) avec qui il doit se
confronter» . L’opera, che si ipo?zzava di 1500/2000 pagine, cronologicamente1109
doveva inserirsi tra gli anni Sessanta dell'OIocento e la contemporaneità: il
soIo?tolodelprogeIofrancesedicevadeEngelsàMaoTse-Dun. Ilprogrammaera
stato stesoanche in francese inquandodovevaessere indirizzatoalla casaeditrice
Gallimard.NelleintenzionidiGiulioEinaudilaStoriadelmarxismodovevadiventare
uneventoeditorialeeuropeo,eperquestoavevaricercatocomeprimointerlocutore
lacasaeditricefrancese,conlaqualedopotuIoavevadasempretentatodicostruire
un rapportoprivilegiato .Questaperòdovevaaver reagito inmodoambivalente,1110
quantomenosecondoilpuntodivistadiVivan?ilqualeannotavache«lastoriadei
marxismiinteressainostriamicifrancesi,mamisembraanchechiarochedaloronon
avremomol?aiu?,almenonellapartepreparatoria» .1111
Per questomo?voVivan? si stavamuovendo autonomamente; Ragionieri gli
aveva suggerito alcuni potenziali collaboratori: Giuliano Procacci, che proprio in
quegli anni stavaportandoamaturazione il suo interesse–esplosodopo il 1956–
versolastoriasovie?ca ,GeorgeHaupt«chestaaParigiedèamicodiR.Romano»1112
ed Eric Hobsbawm; si era poi mostrato osmista circa la possibilità di coinvolgere
CitazionediRagionieriripresedaR.Monteleone,Ragionierielastoriadelmarxismo,cit.,p.167.1108
AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cart. 222, fasc. 3104,Une histoire desMarxisme: de1109
EngelsàMaoTse-Dun.
T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,capitolosecondo.1110
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aG.Einaudi,221111
luglio[1970].
PerProcacci,unodeifirmataridiunaleIerafortementecri?caneiconfron?dell’aIeggiamentodel1112
PCIinoccasionedeifasd’Ungheria,«gliavvenimen?del1956cirichiamaronoallarealtà»(ConGastoneManacorda, cit., p. 302): da allora aveva volto lo sguardo alla storia sovie?ca, pubblicando nel 1963,doporitardidovu?agliEditoriRiuni?,unaraccoltadiscrisdiStalin,Trockij,Bucharin,Zinov’evdeglianniVen?(G.Procacci,Prefazione,inLa‘rivoluzionepermanente’eilsocialismoinunpaesesolo.ScriÅdiN.Bucharin, I.Stalin,L.Trotski,G.Zinoviev,Ed.Riuni?,Roma1963).NeiprimianniSeIanta,Procaccierainvece impegnato negli studi che sarebbero conflui? in Il par1to nell’Unione Sovie1ca, 1917-1945,Laterza,Bari1974.Perunapanoramicasull’approcciodiProcacciallastoriasovie?casivedaA.Venturi,Procacciel’UnioneSovie1ca,in«StudiStorici»,2010/3,pp.587-601.
�235
secondaparte:ProgeÅ
anche studiosi dell’Europa orientale . Vivan? si preoccupò di prendere contaIo1113
conalcunidiques?nomi.ConProcacci,adesempio,chenell'esserediventato–come
egli stesso si definiva – «totus sovie?cus (storiograficamente, anzi per oggeIo di
interesse storico)» risultava agli occhi degli einaudiani un punto di riferimento1114
italianoimportante .IlprimoconcuiperòVivan?presesubitounappuntamentodi1115
personafuHobsbawm ,ilqualeaLondragliriservòun’accoglienzadeltuIodiversa1116
rispeIo a quella di cinque anni prima. «Eric ci sta, e direi quasi con entusiasmo»,
potevadirequestavoltaVivan?:«[m]iparecheanchelacompagniaglipiaccia» .I1117
nomidegli studiosi che l’Einaudi stavavalutandodi coinvolgere–quellipropos?da
Ragionieri–dovevanoriportareallamentediHobsbawmlevecchieamicizieitaliane
che aveva streIo fin dagli anni Cinquanta; aveva poi avuto occasione di conoscere
George Haupt, storico rumeno naturalizzato francese, a Parigi negli ambien?
braudeliani: nutriva verso di lui una grande s?ma . L'argomento e la stessa1118
impostazione che l’Einaudi voleva dare al progeIo dovevano inoltre suonare alle
orecchiediHobsbawmconvincen?es?molan?:comesièvisto,eradavent'anniche
egli cercava e meIeva in pra?ca un confronto con colleghi marxis? su scala
internazionale.RagionandoinoltresullafiorituraneglianniSessantadelmarxismo,se
daunlatoavevasalutatoil«numerocrescentedimarxis?[che]tornaalmarxismo»
comemetodoscien?ficocome«ilsegnopiùpromeIentedellasituazioneaIualedel
mondo – e dell’Inghilterra –» , dall’altro lato si era mostrato piuIosto scesco1119
versoaltrifiloni:
Quando dico che la discussione è aperta tra imarxis? […] ciò che vorrei dire è che,
aIualmente, l’aprirques?onièmoltopiù importantechenon ilchiuderleanchese il
chiuderlesidimostrassepiùfacilediquantosembra.Inrealtà,hoilsospeIochemol?
diquelli cheoggi si chiamanomarxis?non lo sono,e chemolte teorie chevengono
avanzatecomemarxistesonomoltolontanedaMarx.Maciòsiapplicasiaaimarxis?
cheappartengonosiaaimarxis?chenonappartengonoaipar??comunis?oaipaesi
socialis? .1120
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIeraC.Vivan?aG.Einaudi,senza1113
data.
Ivi.,cart.167,fasc.2498,LeIeradiC.Vivan?aG.Procacci,6novembre1970.1114
Ivi.,16novembre1970.Vivan?glidicevaancheche«abbiamogranvogliadellastoriadelPC(b)».1115
Ivi.,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,TelegrammadiC.Vivan?aE.1116
Hobsbawm,14luglio1970.
Ivi.,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aDaniele[Ponchiroli?],1117
senzadata.
E.Hobsbawm,GeorgeHaupt(1928-1978),in«MSHInforma?ons»,1978/24.1118
Id.,Dialogosulmarxismo,cit.,p.147.1119
Ivi.,pp.139-140.1120
�236
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Nella lezione dal ?toloDialogue onMarxism che aveva tenuto nel 1965 presso la
MarxMemorial Library, il centro di incontro di generazioni di intelleIuali marxis?
londinesi, Hobsbawm si era rivolto sia ai marxis? comunis? sia ai marxis? che
rivendicavano uno spazio esterno se non in an?tesi rispeIo ai par?? comunis?. Ai
primi aveva deIo che, a differenza di quanto avevano imparato a credere, il
«marxismo non è un corpo compiuto di teorie e di scoperte, ma un processo di
sviluppo»; ai secondi aveva ricordato che, nonostante le semplificazioni e le
distorsioni del periodo staliniano, mol? contribu? al marxismo di quel periodo
dovevano essere salva? perché validi e importan?. Aveva poi aggiunto che ci si
doveva approcciare a «un lavoroduro, lungo, e, nelle circostanze aIuali, forsenon
conclusivo» .Avevaquindiaggiunto:1121
comunqueoggi dobbiamo chiederci che cosa sia più importante: definire che cosa il
marxismononsia(ilcheprestootardidiventeràcomunqueevidente)ovveroscoprire
o riscoprire che cosa esso sia. Credo che il nostro compito sia il secondo; certo è il
compitopiùdifficile .1122
LapropostadilavorareadungrandeprogeIocomequellodiunastoriadelmarxismo
rispondevaprobabilmentemoltobenealpropositocheHobsbawmsierapostosolo
pochi anni prima. Nella presentazione del primo volume dell'opera, avvenuta nel
1978, Corrado Vivan? avrebbe soIolineato che la Storia del marxismo era nata
all’indomanidel1968esieraposta ilproblemadi«dareuncontributodipuliziadi
fronteatantaconfusioneetan?equivoci» .1123
CheuntaleprogeIodiriflessionesulmarxismovenisseavanzatodallaEinaudi
dovevaessereunulterioremo?vodirichiamoperHobsbawm.Recentementelacasa
editrice torinese aveva dato alle stampe i primi due volumi che Paolo Spriano
dedicava alla storia del PCI , libri che nascevano anche dalle stesse aperture1124
dimostratedalpar?toecheHobsbawmavevaapprezzato.LoavevadeIosenzamezzi
termini nel corso della presentazione del libro di Spriano su «Libri nuovi», quando
aveva asserito che l’opera «segna[va] un’epoca nella storiografia del movimento
comunista»perchésarebbeservitaa«distruggereinterpretazionimitologichetuIora
Ivi.,p.141.1121
Ivi.,p.140.1122
Uncontributochiarificatoredifronteatantaconfusioneetan1equivoci.IntervistaaCorradoVivan1,1123
in«UominieLibri»,19dicembre1978.
P.Spriano,StoriadelPar1tocomunistaitaliano.DaBordigaaGramsci,vol.I,Einaudi,Torino1967.1124
�237
secondaparte:ProgeÅ
corren?» .Seipar??comunis?nonsieranomostra?capacidiscrivere«unastoria1125
di se stessi scien?ficamenteacceIabile», il PCI aveva invece«incoraggiato–diceva
Hobsbawm – l’analisi franca ed autocri?ca della propria storia e di quella
dell’URSS» .IlconfrontocheHobsbawmavanzavaeraquelloconilCPGB,doveegli1126
avevavissutoinprimapersonailfallimentodellacommissioneis?tuitadopoil‘56con
il fine di scrivere una nuova storia del par?to. Questa era stata affidata a James
Klugmann,l’intelleIualefunzionariodipar?tocheerastatoperHobsbawmunpunto
diriferimentoneglianniTrentaeQuarantaecheora,dopoil’56,seppurcon?nuasse
a mostrarsi «uomo estremamente lucido e capace», era stato «paralizzato
dall’impossibilità di essere contemporaneamente un buono storico e un leale
funzionario di par?to» , finendo per scrivere un libro sulla storia del par?to1127
scien?ficamenteinacceIabile .Alcontrario,illavorochePaoloSprianoavevafaIo1128
sullastoriadelPCIsebbene«discu?bile»sidimostravaagliocchidiHobsbawm«serio
ederudito» .Nonostantealcunilimi?,Sprianoerailprimoastudiarelastoriadel1129
PCIaIraversoidocumen?,facendousodiunmetodo«dibonifica» .SitraIavadi1130
un lavoro che nasceva all'interno degli ambien? comunis?. Nel corso del ciclo di
lezioni promosso dall’Is?tuto Gramsci nei primi mesi del 1971 in occasione del
cinquantesimo anniversario del PCI, ad esempio, Spriano, assieme a Ragionieri, vi
avrebbepresoparteassiemeaidirigen?poli?ci:lapresenzadistoricidimes?ere,per
quanto molto vicini al par?to, tra gli oratori delle lezioni si sarebbe in effes
configuratacomeunsignifica?vodato«disvolta» .All'internodelCPGB invecesi1131
potevaparlarediuna«lostgenera?on» ,quelladellamiglioreintelleIualitàchevi1132
eraentrataneglianniTrentaeche loavevaabbandonatonel1956;assen?dunque
risultavanosimilispintedirinnovamento.Hobsbawmrivolgendosiaiquadridirigen?
del par?to britannico pochi anni prima aveva avver?to – come si è visto – circa il
pericolodicadereinnuovidogma?smi.Probabilmentedunqueancheperquesto,per
l'opportunità cioè di poter lavorare ad una storia del marxismo in un ambiente
E.Hobsbawm,StoriadelPCIestoriad’Italia, in«Librinuovi»,dicembre1969/6,p.5. Ilnumerodi1125
«Libri nuovi» (pp. 4-5) dava spazio a Un dibaÅto internazionale sulla ‘Storia del par1to comunistaitaliano’diSprianoconinterven?diGiuseppeBer?,MilošHàjek,RobertPariseEricHobsbawm.
Id.,Dialogosulmarxismo,cit.,p.141.1126
Id.,ProblemsofCommunistHistory, in«NewLeâReview»,1969oraconil?toloProblemidistoria1127
comunista, in Id.,Rivoluzionari,cit.,p.12 (5-13): il testoebbeunacertadiffusione,venneadesempiopubblicatoanchesulla«AustralianLeâreview»,march1970,pp.9-15.
J.Klugmann,HistoryofCommunistPartyofGreatBritain:Forma1onandEarlyYears,Londra1966.1128
E.Hobsbawm,Problemidistoriacomunista,inId.,Rivoluzionari,cit.,p.12(5-13).1129
M.Albeltaro,Lostoricoeilsuoeditore.Ritra.oconle.eredelloSprianodiEinaudi,in«StudiStorici»,1130
2013/4,p.895(887-895).
A. ViIoria, Spriano nella ‘ba.aglia delle idee’: ‘Il Contemporaneo’ e l’Is1tuto Gramsci, in «Studi1131
Storici»,2013/4,p.881(875-886).
G.Andrews,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunist:ABriefEncounter,cit.,pp.1132
222-227.
�238
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
editorialeepoli?cocomequelloitaliano,HobsbawmacceIòl’invitodiVivan?.
D'altrocantoHobsbawmfindaglianniCinquantaerastatopresentatoinItalia
come uno storico marxista; frequentemente, in sede di recensioni o nei profili
biograficinellequartedicoper?nadeisuoilibri,venivarimarcatalasuaappartenenza
al Gruppo degli storici marxis? inglesi. Anche una volta terminata la sua asva
partecipazione a quell’esperienza, che si era ampiamente ridimensionata dopo il
’56 ,Hobsbawmavevacon?nuatoamostrareun’aIenzionecostanteversoites?di1133
Marx e verso l’importanza metodologica che essi ricoprivano anche nel lavoro
storiografico: ne erano sentori ad esempio la relazioneKarl’sMarx Contribu1on to
Historiography che aveva tenuto nel maggio del 1968 a Parigi in occasione di un
simposio dell’UNESCO , così come la prefazione che aveva scriIo per la1134
pubblicazione di un frammento dei Grundrisse di Marx dedicato alle forme
economicheprecapitaliste.Nell'introduzionealtesto,uscitonel1964perlaLawrence
andWishartinGranBretagnaeimmessosulmercatoitalianodagliEditoriRiuni? ,1135
Hobsbawm aveva sostenuto che «la teoria generale del materialismo storico
richiede[va]soltantocheci [fosse]unasuccessionedimodidiproduzione,sebbene
nonnecessariamenteuno inpar?colare,e forsenemmeno inunpar?colareordine
predeterminato» :sitraIavadiunaleIuracheerastataaccoltacomeunaesplicita1136
roIuraconl’interpretazionecanonicadellostalinismo .Erapoiprolificorecensore1137
di tes? marxis? contemporanei, come ad esempio quelli di Althusser . La sua1138
fisionomia cosmopolita rispondeva – ancor di più di quella di Ragionieri –
perfeIamente a quella che gli einaudiani immaginavanodovessero avere imembri
delcomitatoredazionaledellaStoriadelmarxismo, iqualidovevanoesserestudiosi
capaci di allacciare contas extra europei. Egli infas non solo frequentava
assiduamente l’America La?na, ma aveva rappor? accademici anche negli USA:
invitatodal1960perbreviperiodiallaStandfordUniversitydall’economistamarxista
PaulBaran,dal1967eradiventatovisi1ngprofessorpressoilMassachuseIsIns?tute
Id., The Historians’ Group of the Communist Party, inM. Cornforth (a cura di),Rebels and Their1133
Causes.EssaysinHonourofA.L.Morton,LawrenceandWishart,Londra1978,pp.21-48.
E.Hobsbawm,Karl’sMarxContribuitontoHistoriography, inInterna?onalSocialScienceCouncil(a1134
curadi),MarxandContemporaryScien1ficThought/Marxetlapenséescien1fiquecontemporaine,L’AiaeParigi1969;apparsoanchein«Diogenes»,1968/64,pp.37-56;poiinR.Blackburn(acuradi)IdeologyinSocialScience.Readings inCri1calSocialTheory,Collins,Londra1972,pp.265-283;oracon il?toloChecosadevonoglistoriciaKarlMarx?,inE.Hobsbawm,Dehistoria,cit.,pp.170-189.
K.Marx,Formeeconomicheprecapitalis1che,prefazionedi E.Hobsbawm, Ed. Riuni?, Roma19671135
(op.or.1964);oraconil?toloMarxeleformazioniprecapitalis1che,inE.Hobsbawm,Comecambiareilmondo.Perchériscoprirel'ereditàdelmarxismo,BUR2013[primaed.it.2011,edor.2011],pp.133-179.
Ivi.,p.144.1136
L’espressioneèdiJ.Fontana,EricHobsbawm:elhistoriadorcomeintérpretedelpresente,in«Ayer»,1137
2014/1,p.245(241-250).
A ?tolo d’esempio: E. Hobsbawm, The Structure of Capital, in «Times Literary Supplement», 151138
dicembre1966;Id.,MarxismwithoutMarx,inivi.,3dicembre1971.
�239
secondaparte:ProgeÅ
ofTechnology .Solidapoieralasuamappadicontasmarxis?europei.1139
Nediedesubitounadimostrazione iniziandoassiemeaRagionieri,mediatore
Vivan?,a tessere lageografiadeiprimi collaboratori concui confrontarsi che,nelle
intenzioni einaudiane, dovevano avere «se non un’uniformità di aIeggiamento,
almeno un’omogeneità di impostazione metodologica» . Alla fine del seIembre1140
1970Vivan?scrivevaaHobsbawm:Ragionieriè
d’accordocontee, inpar?colare,sull’ideadi invitareAbendroth.AMoscahapotuto
avvicinareGeâer, uno studioso di Leninmolto bravo […] e avere la sua promessa di
collaborazione.Non ci speravamomolto, perché inquestomomentononè ‘persona
grata’inaltroloco:mailsuoconsensoèstatoautorizzatodaistanzesuperiori.Ernesto,
inques?giorniaLinz,haparlatoancheconqualchealtrostudioso,almenointermini
generali,eaViennahavistoMarek,asuavoltamoltointeressato,alpuntocheErnesto
proporrebbedifarloparteciparealcomitatodiredazionedell’opera .1141
Se Ragionieri approvava la proposta di Hobsbawm di coinvolgere Wolfgang
Abendroth, punto di riferimento marxista nella Germania Ovest che acceIava
entusias?camente di prendere parte all’inizia?va , Hobsbawm dall’altro lato1142
doveva apprezzare la scelta di Ragionieri di rivolgersi a Franz Marek (con cui
RagionieriavevaunostreIorapportodiamiciziaediscambiintelleIuali )versola1143
cuibiografiapoli?caelastaturaintelleIualeancheHobsbawmprovavaunaprofonda
ammirazione . Il contaIo con Mikhail Geâer, in quegli anni impegnato in una1144
profonda revisione della storia sovie?ca , dimostrava poi chiaramente su quale1145
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.428.1139
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,Cart.222, fasc.3104,Piano (sucarta intestataEinaudi1140
Editore)perunastoriadelmarxismo,senzadata(fogli340-341).
Ivi., Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1141
Hobsbawm,30seIembre1970.
Ivi.,cart.1, fasc.3,LeIerediC.Vivan?aW.Abendroth,12oIobre1970e27novembre1970;e1142
risposta,27novembre1970
Di quest’amicizia rimangono alcune leIere diMarek a Ragionieri che coprono pocomeno di un1143
decennio(trail1964eil1972)incuiemergeilcon?nuoscambiodimaterialifraidue,ireciprociinvi?atenereconferenze,iconfron?circatemidiseminariolezioni(MarekadesempioinformavaRagionieridiesserestatoinvitatodaunaradiodellaGermaniadell’OvestaparlarediGramsci), nonchéglisfoghidiMarekinoccasionedellasuaespulsionedalPar?tocomunistaaustriacoedallaredazionedi«WegundZeil».BSF,EER,LeIereperErnestoRagionieri, fasc.FranzMarek,LeIerediF.MarekaE.Ragionieri,1oIobre1964-3febbraio1972.
Lo avrebbe definito in più occasioni come suo «modello» ed suo «eroe» comunista. Si veda ad1144
esempio: E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., pp. 161-164; Id., My hero Franz Marek, in «TheGuardian»,12dicembre2009.
Nel1969,adesempio,avevadatoallestampeunar?colosullarelazionetrailpensierodiLenineil1145
populismo(apparsoinun’antologiadal?toloHistoryandProblemsofthePresent)chevennegiudicatocome un «event, and not only in the strictly academic sense». La citazione è traIa da R.Markiwick,Rewri1ngeHistoryinSovietRussia.ThePoli1csofRevisionistHistoriography,1956-1974,Pelgrave,NewYork2001,p.183,acuirimandoancheperun’analisidellavorodiLeâer(pp.155-198).
�240
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
linea i redaIori della Storia del marxismo volessero impostare e sviluppare il
progeIo.DopotuIo,ladecisionediRagionieridicoinvolgereMarek,dapocoespulso
–comesivedrà–dalsuopar?toperaverpresoposizionecontrol’invasionesovie?ca
dellaCecoslovacchianon solo confermava, agli occhidiHobsbawm, l’aperturadegli
ambien? culturali comunis? italiani , ma più in generale mostrava come l’idea1146
einaudianavolesseandarenelladirezionediunprogeIochenascessedaldialogotra
lastoriografiaoccidentaleelastoriografiacri?cadeipaesidell’Est.Leprimeadesioni
ricevute lasciavano ben sperare. Anche da un punto di vista più streIamente
editoriale arrivavano buone no?zie: dei diversi editori con cui l’Einaudi era in
traIa?ve,unodellaGermaniaOvest–probabilmenteLuchterhand–,uno inglese–
Capeo Penguin – ,Gallimardnell’autunno1970mostravaun«fermo interesse»:1147
urgevadunquepreparareunincontrotrai«‘promotori’dell’inizia?va» .1148
Ques?siradunaronoaLondraallametàdell’oIobre1970ederanoRagionieri,
Hobsbawm,Marek, ViIorio Strada (einaudiano che dalla fine degli anni Cinquanta
frequentavaconinteressiprimastoriograficipoifilologici l’URSS ),Vivan?anome1149
dell’EinaudiePierreNoraperlacasaeditriceGallimard ;mancava,seppurinvitato1150
esimpate?coneiconfron?dell’inizia?va,Abendroth .L’Einaudi radunavadunque1151
sei esponen? – uomini per la maggior parte sulla quaran?na – dell’intelleIualità
europea che tra loro condividevano, Nora escluso, una vicinanza – seppur
problema?ca–airispesvipar??comunis?.Marek,ilpiùanziano(1913),cosìcome
l’assente Abendroth (1906), avevano combaIuto il nazi-fascismo aderendo ai
rispesvi par?? comunis? nazionali e diventando animatori della Resistenza
NelricordodiMarekcheHobsbawmavrebbelasciatonellasuaautobiografiaci?eneasoIolineare1146
cheaifuneralidiMareknel1979erapresenteinformaufficialeunadelegazionedelPCI.E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.163.
L’informazioneèricavatada:AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.1147
300,LeIeradiE.HobsbawmaW.Abendroth,3oIobre1970.
Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,30seIembre1970.1148
Strada, laureatosiconAntonioBanfiaMilano,avevatrascorsodal1957treanni inURSS.A.Gnoli,1149
Vi.orioStrada:«Io, l’amataRussiae ‘IlDo.orZivago’», in«LaRepubblica»,15gennaio2017,<hIp://www.repubblica.it/cultura/2017/01/15/news/viIorio_strada-156067973/>. Nei primi anni Sessanta –prima di seguire l’interesse per la cultura filosofico-leIeraria russa e sovie?ca – aveva pubblicatoun’apprezzataanalisidellediscussioniinternealpar?tosovie?coinmeritoallapacediBrest-Litovskdelmarzo1918:V.Strada,Brest-Litovsk: ildibaÅtosupace,guerrae rivoluzionenelpar1tobolscevico, in«Cri?camarxista»,1963/4,pp.73-113,poiinId.,Tradizioneerivoluzionenellale.eraturarussa,Torino,Einaudi,1969,pp.221-262.
Nora,accantoagliimpegniaccademicipressol’Ins?tuted’étudespoli?quesdiParigi,dal1965eraun1150
consulente della casa editrice Gallimard, nella quale aveva dato vita a due importan? collezioni (laBibliothèquedesscienceshumaines»nel1966ela«Bibliothèquedeshistoires»nel1970).
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,Verbaledellariunionedel1151
16e17oIobre1970tenutasiaLondra.AncheGiulianoProcaccinonpresenziòallariunionediLondra:solo dopo l’incontro londinese venne informato dell'inizia?va, verso la quelemostrò subito interesse:AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.167, fasc.2498,LeIerediC.Vivan?aG.Procacci,28oIobre e 16 novembre 1970. Le fon? archivis?che non permeIono di comprendere l'assenza diProcacci, che sarebbe tornato a diventare parte asva del progeIo nella seconda metà degli anniSeIanta.
�241
secondaparte:ProgeÅ
clandes?naeuropea .ComeMarek,dicuierapocopiùgiovane,Hobsbawmaveva1152
aderitoalcomunismoallametàdeglianniTrenta.Na?nellasecondametàdeglianni
Ven?,Ragionieri,StradaeVivan?eranomembridelPCIdalsecondodopoguerra .1153
A differenza di ques? e diHobsbawm siaMarek cheAbendroth avevano lasciato il
par?toinmomen?econmo?vazionidifferen?.Abendroth,chesieraiscriIoallaKPD
negli anni Ven?, nel corso della seconda guerra mondiale, per la sua neIa
opposizione al regime stalinista e per una fiducia nella possibilità di una
«rifondazione» della socialdemocrazia come par?to «auten?camente marxista e
socialista» , aveva aderito alla SPD, venendone espulso nel 1961 per aver1154
contribuito allo sviluppo della discussione cri?ca interna al par?to e in par?colare
nellesueorganizzazionistudentesche.Dopoaverabbracciatoilsionismoeanimatola
Resistenzaparigina,Marekerastato inveceperpiùdivent’annimembrodell’ufficio
poli?co del Kpö, dal quale nel 1968 era stato espulso per aver preso una neIa
posizione contro l’invasione sovie?ca della Cecoslovacchia . Entrambi erano1155
diventa?pun?diriferimentomarxis?neirispesvipaesi:MarekaIraversoilmensile
indipendente della sinistra austriaca, «Wiener Tagebuch», di cui era direIore;
Abendroth aIraverso il suo ruolo di docente universitario. A Marburg, dove
insegnava, aveva dato vita a una «vera e propria scuola» di studio delmovimento
operaiotedesco,inpar?colaredei«segmen?dimen?ca?dallestoriografieufficialidi
par?to» . Nella tradizione marxista si erano forma? e si riconoscevano anche1156
Vivan?, Ragionieri e Strada. Non era un caso che Einaudi avesse radunato ques?
studiosi:comevennedeIonelcorsopropriodellaprimariunionelondinese–epoi
ribaditopiùvolte–erasuaintenzionecoinvolgere«studiosidelmarxismocheoltrea
competenzaeintelligenzacri?ca[avessero]una‘simpa?a’perl’oggeIodeisuoistudi,
chenonconsid[erassero]il‘marxismo’unamostruositàounapuramis?ficazione,che
non [avessero] una mera competenza seIoriale a esclusione dell’interesse
generale» .Diversa,comeemergerà,erainvecelaformazionediNora.1157
Comefare,all’iniziodeglianniSeIanta,unastoriadelmarxismo?Qualiprincipi
metodologiciporreallasuabase?Dachepuntodivistaaffrontarel’argomento?Come
costruire l’architeIura del progeIo nelle sue suddivisioni interne senza perdere
Per un profilo biografico di Abendroth si veda G. Marramao, Introduzione, in W. Abendroth,1152
SocialismoemarxismodaWeimarallaGermaniafederale,LaNuovaItalia,Firenze1987,pp.V-XXV.
Vivan?primadiaderirealPCIavevafaIounabreveesperienzadi«idealisocialis?ecollesvis?cidel1153
kibbutz»inIsraele:G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,in«StudiStorici»,cit.,p.496.
LecitazionediAbendrothsonotraIedaIvi.,p.XVII.1154
A.Agos?,Bandiererosse,cit.,p.267.1155
G.Marramao,Introduzione,cit.,p.XXII.1156
AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart.8, fasc.300,Verbaledella riunione1157
tenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.Daquestoverbale,redaIodaVivan?,sonotraIeanchelesuccessivecitazioni.
�242
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
l’unitarietà dell’opera? Quale periodizzazione individuare? Fu aIorno a ques?
interroga?vi che ruotò il ragionamento e la discussione dei sei uomini convenu? a
Londra.InnanzituIosidovevaevitare,ammonivaHobsbawmall’iniziodell’incontro,il
pericolodi«vedereilmarxismocomeunasolalineadisviluppo».Eraun’osservazione
chetrovavad’accordoancheilrestodeipresen?:Marek,adesempio,affermavache
non era «possibile stabilire una linea precisa di sviluppo» del marxismo, bensì
tendenzeculturaliemovimen?poli?ci.Stradasuggerivache«[s]esiriconosceinlinea
diprincipioche l’oggeIocambia, sipuò fare inmododi seguirlosenzacostringerlo
comesefossequalcosadiunicoeunitario.Sericonosciamo–diceva–chel’oggeIo
muta, non bisogna cercare una formula univoca». Era questo dopotuIo il perno
aIornoalqualelapropostaoriginariadiunastoriadelmarxismoerastataancorata:
Ragionieria inizioestateavevadeIocheunbuonmodoperaffrontare l’argomento
era di «vedere la storicità del marxismo» . Un secondo punto su cui Ragionieri1158
aveva insis?to e su cui la discussione londinese tornò riguardava la necessità di
«trovare – nelle parole di Strada – una formula che comprend[esse] sia la ricerca
filosofica, sia il movimento reale». Era proprio in questo modo che andava
«storicamente impostata la ques?one», interveniva Ragionieri: «questa storia si
sviluppa come storiadiun’ideanelle sue realizzazioni enelle sue specificazioni, sia
comecontaIoerapportotrastoriadelleideeemovimentooperaio,siacomestoria
diunatradizionepoli?ca.Ponendocosìilproblema–con?nuava–,potremocolmare
ancheladiscrepanzafrapaesichehannounosviluppoteoricodelmarxismoepaesi
che hanno grande interesse per la loro prassi rivoluzionaria (Vietnam, Cuba, ecc)».
Per far fronte a quest’ul?ma discrepanza che Ragionieri aveva evidenziato e più in
generale per rispondere alla ques?one che ritornava insistente e ciclica nella
discussione, e cioè come suddividere le singole par? e come dare unità all’opera,
Hobsbawm indicava due possibili suddivisioni: una geografica, l’altra cronologica.
Suggerì più volte di conferire all’opera un «taglio regionale più che nazionale»: ciò
avrebbepermesso–spiegava–unascomposizionedell’operaalsuo internotaleda
eludere «tentazioni nazionalis?che». Nel periodo della seconda Internazionale –
portava l’esempio Hobsbawm – due erano i fuochi geografici da studiare: Europa
occidentale ed Europa orientale; dopo la prima guerra mondiale, si sarebbe però
dovutoampliarelosguardoalmondocoloniale:unatripar?zionesucuipiùvolteegli
ritornò e che sarebbe in effes confluita nell'impostazione finale dell'opera. Era
questounelementodiunacertanovità:l’«Annale»FeltrinellidedicatoallaStoriadel
marxismo contemporaneo che veniva pensato e realizzato negli stessi anni si
concentrava sul «marxismo che è in genere più conosciuto», guardando solo ad
alcuneareegeografiche:Germania,Austria,RussiaeURSS,Italia,Francia,Inghilterra,
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?eG.Einaudi,1158
senzadata(fogli316-317).
�243
secondaparte:ProgeÅ
Sta?Uni?eCina .HobsbawminoltreinsisteIesullanecessitàdioperare«innanzi1159
tuIo»unaperiodizzazione.«Possiamovedere– ipo?zzava– igrandiproblemidiun
certoperiodo»,estudiarecomealcunidiessisifossero«pos?nellalorosuccessione
cronologica».AognisezionecronologicaHobsbawmsuggeriva, inoltre,dianteporre
una «parte introdusva di storia generale», una parte in cui fissare – aggiungeva
Ragionieri – i vari «problemi generali con cui vogliamo caraIerizzare l’opera:
capitalismo, movimento operaio, intelleIuali (nel movimento operaio o loro
aIeggiamento verso il movimento operaio), ideologia e prassi, ecc.»; senza
dimen?care, chiosava Hobsbawm, le classi dirigen?.Marek – che di recente aveva
pubblicato, anche in Italia, un «inventario» sulmarxismo, come lui stesso lo aveva
definito –proposeancheunglossariomarxista in appendice; laproposta venne1160
peròcassatapervia,mo?vavaStrada,del«rischiodisvuotarel’opera:bisognariuscire
ariversarequestadiscussioneeques?problemiditerminieconcesnellatraIazione
stessa».
«Siamo tus d’accordo nel porre la storia delle idee nella storia generale»,
intervenivaRagionieri;sisarebbeperòdovutodareaIenzione–diceva–anchealle
personalitàmarxiste: era questo il filo rosso che avrebbe caraIerizzato l’«Annale»
Feltrinelli, non interessato al «marxismo collesvo» quanto piuIosto ai «grandi
interpre? del marxismo»: pensatori, dirigen?, militan? di rilievo sarebbero sta? lì
analizza? da un grande numero di studiosi internazionali . Ragionieri per ogni1161
sezione cronologica proponeva una biografia intelleIuale. Dalla morte di Toglias,
Ragionieri aveva lavorato alle sue opere e alla sua biografia: il suo punto di vista
storiografico – come avrebbe scriIoMarek alcuni anni dopo – consisteva nel faIo
che «la storia marxista non [era] semplicemente una storia delle diverse
interpretazioni del marxismo, ma [era] contrassegnata dalle posizioni assunte, in
rapporto alle tradizioni culturali e agli sviluppi peculiari di un paese, da pensatori
come Kautsky,Mehring o Plechanov, Rosa Luxemburg, Labriola o Gramsci» . Era1162
unaproceduraeungenereacuiRagionieridavapar?colareaIenzione inmododa
far fronte – nelle sue parole – alla «preoccupazione di smarrire il senso
dell’individualitàstorica»eal«rischiodiappiasre ladramma?citàdellastoria» .1163
Perquantoriguardavailperiodoincui ilmarxismosieradiffusoneipar??operaie
A.Zanardo,Perunastoriadelmarxismocontemporaneo,inStoriadelmarxismocontemporaneo,cit.,1159
p.XVI(XI-XVIII).
F. Marek, Filosofia della rivoluzione. Contributo a un’antologia delle teorie della rivoluzione, Ed1160
Riuni?,Roma1967[ed.or.1964];lecitazionisonotraIedallaPremessa,p.12(11-12).
Le citazioni sono traIe da A. Zanardo,Per una storia delmarxismo contemporaneo, in Storia del1161
marxismocontemporaneo,cit.,p.XVII.
F. Marek, Introduzione, in E. Ragionieri, La terza internazionale e il Par1to comunista italiano,1162
Einaudi,Torino1978,pp.I-X.
R.Monteleone,Ragionieri e la storia delmarxismo, in T.Des,G.Gozzini,ErnestoRagionieri e la1163
storiografiadeldopoguerra,cit.,pp.167-178.
�244
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
socialis?, ad esempio, Ragionieri ipo?zzava di inserire una biografia di Kautsky:
«[d]ovremmo, credo, tenerpresentenon solo l’espansione geografica,maanche la
modificazione doIrinaria. Se Kautsky appare come teorico che ha portato i suoi
influssievoluzionis?cinelmovimento,dobbiamovedereanchelafunzionediquesto
pensiero». «[S]i potrebbe traIare Kautsky come confronto fra l’ortodossia e le
cri?chemosseaquestaprimadellasecondaguerramondiale»,ribaIevaHobsbawm.
Anche nell’affrontare il dibasto sulla figura di Bucharin tornava tra Ragionieri e
Hobsbawm una differenza di vedute: se Ragionieri sembrava volesse proporre una
partebiograficaanchesuBucharinperché«nonsicapisconocer? lavori soIerranei
degli anni ’30 o certe asvità del mondo coloniale e semincoloniale (Mao) senza
Bucharin», Hobsbawm diceva che «Bucharin non è un pensatore, ma presenta un
problema da discutere» in quanto il bucharinismo (e non Bucharin) andava visto
come «un’alterna?va possibile nell’URSS fra il 1926-29»: usare dunque i profili
biografici non in quanto tali, ma per esemplificare ques?oni e passaggi storici
generali. «Insomma, – proseguiva più avan? Hobsbawm – vediamo che esistono
grandipensatoriepensatorisintoma?ci»:fraques?ul?mimeIevaBucharin,LiTao-
Chi eMariategui, propos? rispesvamente da Strada e Ragionieri, e l’indiano Roy.
Spiegando a un collaboratore, anni dopo, il senso dell’opera, Vivan? avrebbedeIo
chel’ideaallabasedelprogeIo«ècheunastoriadelmarxismohasensosenonresta
confinata nelmondo delle idee,ma se è collegata streIamente con il mutare e il
crescere del movimento operaio e con le vicende della storia mondiale. Si traIa
appunto di una storia tema?ca, per problemi, non per pensatori»; solo pochi
«‘ritras’ [avrebbero accompagnato] in alcuni capitoli l'esposizione storica, per
indicarecomealcunipar?colaripersonaggiabbianoappuntocontato» .1164
Ilverbaledella riunionediduegiorniaLondrasiconcludevaconunsinte?co
piano dell’opera s?lato da Vivan? , che proponeva sei suddivisioni interne. Alla1165
primavenivadatoil?tolodiMarxprimadelmarxismo.Quando,nellefasiinizialidella
riunione,Ragionierisierapostoilproblemadi«quandocominciailmarxismo(nonil
pensiero di Marx)», proponendo di far par?re l’opera dal 1860, Hobsbawm aveva
avanzato l’ideadi an?cipare il termineaquoapar?redalpensiero stessodiMarx,
prima del marxismo, cioè il periodo precedente al 1848. Sarebbe stata questa la
maggiore divergenza rispeIo alla Storia del marxismo nata in seno all’Is?tuto
Feltrinelli: quest’ul?ma si sarebbe configurata come una storia del marxismo
contemporaneo; l'analisi sarebbepar?tacioèdal1890,concentrandosi«insostanza
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.12,fasc.158,LeIeradiC.Vivan?aN.Badaloni.271164
novembre1975.
«NonsonomoltosoddisfaIodelpianochehoricavatoallafine,perchémiparediaverlasciatovari1165
‘buchi’ e di aver perduto alcuni suggerimen? precisi che la discussione aveva dato»: AST, AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,20oIobre1970.
�245
secondaparte:ProgeÅ
[sul] marxismo successivo alle elaborazioni di Marx ed Engles». Al contrario,
Hobsbawm sosteneva che fosse opportuno «studiare come Marx sviluppò il suo
pensieroseguendoglisviluppidelmovimentooperaio. Imarxis?chehannotraIato
Marx come se fosse unmonolito operano in realtà una scelta diMarx»: a questa
partesidovevaconferireun«postoimportantenell’opera»complessiva.Bisognava–
suggerivaHobsbawm–vedere lediverse sfumaturedelpensierodiMarx (evitando
però, ammoniva, di fare «un’enciclopedia del [suo] pensiero» ) e i suoi scris1166
sconosciu?, senza i quali «le diversificazioni successive diventano poco
comprensibili». È un passaggio che bene si coglie in una conversazione di qualche
annosuccessivatraHobsbawmstessoeMauriceDobb,acuiilprimoavrebbechiesto
di collaborare con un saggio sulla cri?ca dell’economia poli?ca in Marx.
Dimostrandosi subito disponibile, Dobb si sarebbe rivolto all’amico per chiedere
«liIlehelp(amerehintwouldsuffice)withthedirec?onthatmypieceinyourgreat
historyoughttotake,whetherhistoricalinthesenseoffocussedonMarx’s‘Kri?k’,or
theore?calinthesenseofenlargingonthecri?calanalysisofcapitalismasawholein
rela?on to economic theory in general, then and now» . Alle domande di Dobb1167
Hobsbawm avrebbe risposto non sommariamente, come l’amico chiedeva,ma con
una lunga leIera, in cui avrebbe spiegato il senso non solo della prima parte
dell’opera,dadedicareappuntoaMarxe incui ilsaggiodiDobbsarebbeconfluito,
madell'operastessa.
Perhaps the best way to answer your query is to explain my understanding of the
HistoryofMarxism. Itwilltracethedevelopmentofthetheories(inconjunc?onwith
theprac?ce)ofthevariousschools,trends,etc.whoseanalysisclaimstobebasedon
thethoughtofMarx/Engels.Inordertodothisonemustestablishwhatthatthought
was,andhowitdeveloped.Thisisthemajorpurposeofvol.I[…].Now,sofarasIcan
seethisrequireswhatyouhavesooâendonetoourgreatbenefit,namelyanoutline
ofMarx’[s]mainapproachtotheproblemshewishedtoconfront,i.e.thenatureofhis
“cri?queofpoli?caleconomy”.Iamnotsurehowfaryouneedtogointotheques?on
ofhowMarxplannedCapital,how far theplanwaschangedornot carriedout,and
whattherela?onofthevariousworksordraâsistoeachotherbeforeCapital I (e.g.
theCri1que, theGrundrisse andCapital) or aâer (i.e. how far Engles-Kautsky carried
out the plan in vols II- Theorien). Probably very liIle, except insofar as some
SuquestaprimaparteHobsbawmavrebbeinsis?toanchenellasuccessivariunione,nelfebbraiodel1166
1971,quandoavrebbesoIolineatocheunadelledifficoltàacuisidovevafarfronteerarappresentatadal rapporto «tra l’azione di Marx stesso e lo sviluppo della sua teoria»: di tale sviluppo si sarebbedovuto«parlareinterminigenerali,senzafareunaseriedicapitolidedica?aidiversipaesicheglidannolospuntoperesprimereilsuopensiero»
MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,HistoryofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiM.Dobb1167
aE.Hobsbawm,10maggio1976;sivedanoancheleleIeresemprediDobbaHobsbawmdel27aprileedel19maggio1976,(937/4/2/8).
�246
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
subsequentMarxistsareinclinedtocounterposetext(e.g.toclaimthatGrundrisseis
“more important than” Capital), and - perhaps more important- insofar as the
incompletenessofCapitalhasleâgapsintheargumentwhichsubsequentcri?cshave
seized upon and subsequent marxists have tried to fill in various ways. It would
naturallybeusefultohavesomethingaboutthesegapsandthemainpointsonwhich
both cri?cs andMarxists have seized for purposes of refu?ng, defending or further
developingMarx’[s]thought,orforpurposesofdisagreeingwithothermarxists.One
would not expect you in any way to an?cipate these later discussions -unless you
wanted to yourself except perhaps by poin?ng to thosefields inwhich latermarxist
thoughthasbeenveryac?ve,butwhereMarx’[s]ownwri?ngsprovideonlyquitebrief
and unspecific /star?ng-points, e.g. planning or imperialism.What I’m thinking of is
rather, the reader who, later in this History, may come across the debates on the
‘realisa?onproblem’,orthe‘collapseofcapitalism',orthe‘Cambridgecapitaltheories’
andwould like to know exactly where these hook intoMarx’[s] original wri?ngs. In
short,I’dliketobearinmindifpossible,theinterestsofthesereadersoflaterphases
ofmarxistdiscussion.Thatapart, it seemstomethatallwereallyneed isyourbrief
account ofMarx’[s] economic theory in itsmature form. If I had to concentrate on
anythingitwouldbe,inyourwords‘onhiscri?calanalysisofcapitalismasawholein
rela?ontoeconomictheoryingeneral’ .1168
Eraunaproposta,quelladiHobsbawm,che trovavaconsenso:Marekconsigliavadi
«lumeggiare i ‘variMarx’ che sono sta? sviluppa? in seguito» e Strada di studiare
«qualeMarx [fosse] conosciuto nei vari paesi fra i vari grandi dirigen?».Ne usciva
dunqueun’ideamoltoar?colatachesisarebberispecchiatanelloschemadelprimo
volumedellaStoriadelmarxismo,chesarebbestatopresentatocomeunvolumeasé
stante,diversodaisuccessivi,proprioperchédedicatoagli«sviluppiavvenu?durante
la vita diMarx ed Engels e, sopraIuIo, dell'asvità e degli scris fondamentali del
marxismo,ecioèalpuntodipartenza» .1169
Unsecondoperiodovenivaindividuatotrail1848e1870/75:momentoincui
si assisteva, dicevaHobsbawm, al «processodimaturazione inMarx»e all’iniziodi
«una fase europea delmarxismo», con la diffusione delle sue idee nelmovimento
operaio.Ilterzoperiodo,1870-1914,sarebbedovutoandare–secondoleindicazioni
ancora di Hobsbawm – dall’espansione del marxismo nei par?? operai e socialis?
degli anni ’80 fino al «problema della guerra» su cui era avvenuta la «roIura tra
OrienteeOccidente».Sidovevaquindistudiarel’espansionedelmarxismoneipar??
operaiesocialis?, ladefinizionedeimovimen?marxis?finoalcongressodiLondra,
TCA,MDP,InleIers,CA81,LeIeradiE.HobsbawmaM.Dobb,15maggio1976.1168
E.Hobsbawm,PrefazioneinIlmarxismoaitempidiMarx.Vol.I.,StoriadelMarxismo,Einaudi,Torino1169
1978,pp.XXV-XXVI.
�247
secondaparte:ProgeÅ
conladecisionediescludereglianarchici,lacrisidelmarxismo,larivoluzioneagraria
e la formazione dei par?? rivoluzionari nell’Europa orientale; quindi la rivoluzione
russadel1905einfineilproblemadellaguerra.Ildibastomaggiorevenneriversato
sulla sezione successiva, fissata tra gli estremi cronologici del 1914 e del 1947. Si
doveva par?re, «mi pare ovvio» – esordiva Hobsbawm –, dalla rivoluzione russa,
senzaperòfare«suddivisioni,perchéèopportunovederlanellasuacomplessità».Poi
vedeva la necessità di fissare l’aIenzione sull’epoca «immediatamente successiva,
quelladellarivoluzionemondialequandotuIoilmondo,classidirigen?comprese,si
preparano alla rivoluzione»: qui, ribadiva Hobsbawm, era opportuno dedicare una
partealleposizionideisocialdemocra?civerso larivoluzione.Dovevaquindiseguire
unapanoramica su tusgli anniVen?,«il periododella stabilizzazione», lodefiniva
Hobsbawm, con l’is?tuzionalizzazione dei par?? comunis?. Quindi una parte sulla
crisidel1929.Infine:fascismo,Spagna,Resistenza.«Perilperiodo’47-’56»,ilquinto,
«non vedo una periodizzazione interna possibile: bisogna traIarlo a grandi temi»,
con?nuavaHobsbawmchefissava i seguen?nodi tema?ci:guerra freddaesistema
monoli?co staliniano, nascita del policentrismo e delle vie nazionali, problema
coloniale, rivoluzione cinese. Inesplorata restava invece la sesta sezione, quella
cronologicamente successiva al 1956, per la quale Vivan? annotava solamente
«disgregazionedelmarxismo».Inesplora?rimanevanoancheinomideglistudiosida
coinvolgere:ancheinquestocasoHobsbawmavevaprecisatopiùvoltecheparlaredi
collaboratorieracosatroppoprematura;necessarioeraprimadefinireilprogeIo.
La riunione di Londra aveva portato buoni risulta?: Vivan?, dicendosi molto
soddisfaIo, ringraziava Hobsbawm per il lavoro svolto . Quest’ul?mo si era1170
dimostrato,d’altrocanto,coluicheavevatenutoleredinideldiscorso,indirizzandola
struIura del progeIo. Il più taciturno dei convenu?, colui che la penna di Vivan?
aveva richiamato rarissime volte nel verbale, era invece stato Nora. Ques? aveva
avanzato, all’inizio della riunione, una sola osservazione: «necessaria – risultava ai
suoi occhi – un’importante introduzione su come gli studiosi del marxismo
pensa[va]nodipoterne fare la storia»:una sollecitazioneche– standoal verbale–
passòinosservata.Noralaripreseinoccasionedellariunionesuccessivaquandonel
gennaio del 1971 a Londra nuovamente si incontravano Hobsbawm, Ragionieri,
Vivan?,Marek,Nora accompagnato, questa volta, da Jacques LeGoff. Se il verbale
cheVivan?stesediquesta seconda riunione res?tuiscesopraIuIo il lavoroche1171
venne faIo per perfezionare il piano dell’opera, già abbozzato alla fine dell’anno
precedente, da una leIeradello stessoVivan? aRagionieri si evince che si doveva
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1170
Hobsbawm,20oIobre1970.
BSF, AEE, LeIere per E. Ragionieri, fasc. Einaudi Editore Torino, Verbale della riunione tenuta a1171
Londraneigiorni11e12gennaio1971perunaStoriadelmarxismo.
�248
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
essere traIatodiuna riunionepiuIostocombaIutae tesa:Vivan?diceva infasdi
aver steso un «approssima?vo verbale epurato» . Da cosa? È possibile1172
comprenderlodaunalungaleIeracheVivan?,mentreprocedevaas?lareilverbale
dellariunione,inviavaaGiulioEinaudiperriferiresenzafiltriletensionisortedurante
lariunione .1173
Senellaprimariunionelondineseerapassatainosservataladomandaavanzata
daNorasucomeiconvenu?pensassero,inquantostudiosimarxis?,diredigereuna
storiadelmarxismo,fuaIornoaquestaques?onecheruotòlasecondariunione.Le
Goffnelle fasi iniziali chiesequalesignificatoassumesse la formula«storiamarxista
del marxismo» che l’Einaudi aveva usato per promuovere il progeIo. Vivan? si
premuròdirisponderechesitraIavadiuna«indicazionedimetodogenericaequindi
diunaformuladicomodo»perres?tuire l’idea«chenonvolevamounastoriadella
doIrina, ma una storia del rapporto tra marxismo e realtà storica». Non poteva
essere,secondoLeGoff,unpassaggiocosìimmediato:allabasediunataleimpresasi
dovevaporreun«grossoproblemadimetodo»,aspeIoversoilquale–soIolineava
– i francesi erano par?colarmente sensibili. Necessario ai suoi occhi risultava
precisare il significato di marxismo e il modo in cui studiarlo: anche a costo di
prolungarelagestazionedell’operaquestoeraunaspeIodasviscerare.Proponevadi
riunireungruppopiuIostonumerosodistudiosidituIoilmondoacuisoIoporreil
problema: i risulta? di tale dibasto avrebbero rappresentato la «gius?ficazione
ideale dell’opera». L’Einaudi aveva valutato una simile inizia?va seppur in chiave
ridoIa,spiegòVivan? ,chevalutòperòlapropostadiLeGoffcomequalcosache1174
andavabenoltrelepossibilitàrealidellacasaeditricetorinese.AncheHobsbawmsi
mostrò scesco: «da vecchio empirista inglese» si disse diffidente circa «grandi
dibas? sulle ques?oni di metodo». Marek, rovesciando «abilmente la friIata»,
chiudevaladiscussionesuggerendodisoIoporrel’opera,unavoltafinita,allaleIura
eall’analisidialcunistudiosi;questeleIureinsedediconclusioneavrebberodato«il
sensodellacrisiaIualedelmarxismoedellavarietàdelleposizioni».
Ma leperplessitàdeidue francesi toccavanoaspesulterioriepiùgenerali: i
lorodubbiriguardavanol’interaimpostazionedataalprogeIo.Laperiodizzazione,a
loroparere,erastata«troppoaccentuataascapitodell’esamedeigrossitemiedelle
peculiaritànazionali».EvidenziavanoinoltreunaeccessivaaIenzionenelpianos?lato
ai paesi in cui era stato istaurato un «regime che si autodefinisce di ispirazione
marxista, a scapito di altri dove la vita intelleIuale è magari più intensa»;
Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,25gennaio1971.1172
AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani, fasc.222,cart.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,1173
senzadata;daicontenu?dellaleIerasievincecheessavennescriIasubitodopolariunionedell’11e12gennaio1971.
Spriano, ad esempio, aveva suggerito un dibasto epistolare tra tre o quaIro studiosi su questo1174
aspeIoperlacollanail«NuovoPolitecnico».
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secondaparte:ProgeÅ
proponevano diconcentraremaggiormentel’analisisuques?ul?mi.Lasuddivisione
cronologicapropostaavrebbepotutoportare–ipo?zzava,preoccupato,Nora–aun
risultato«génant»:«sifinirebbeperparlarepiùdiStalinchediBernstein»,annotava
Vivan?riportandoilpuntodivistafrancese.Noradunqueinsisteva,assiemeaLeGoff,
sullanecessitàdiimpostareillavorosu«granditemi,dilàdellecesurecronologiche».
DavaquindileIuradiunpianoalterna?vo:Vivan?perònonneprendevanota,unpo’
perché infas?ditounpo’perché il«malumoresiandavafacendovisibilesulla faccia
degli altri». Hobsbawm, Ragionieri e Marek, pur dicendosi aper? a nuovi
suggerimen?, rivendicarono la validità dei criteri su cui avevano s?lato il piano,
giudicandonecessario
conservare l’impostazione storiografica e la periodizzazione proposta, convin?
dell’u?lità di illustrare non tanto l’infinita serie dimarxismi o temimarxis?ci,ma di
mostrare come il marxismo sia una realtà storicamente sviluppatasi e giunta a una
certa situazione non tanto e non solo per successivi approdi doIrinari,ma per una
precisaseriediavvenimen?.
DelpianopropostodaNoraRagionierinedavaungiudizionega?vo,considerandolo
«l’indice di un grossomanuale di storia del movimento operaio, nelle sue diverse
tendenzeideologichenellesuecomponen?nazionali».Mareklodefinì«uncolossale
Que-sais-je» . Sulla stessa linea si inserì il commento di Hobsbawm: da anni si1175
stavanoaccumulando«libridelgenere[…]perspiegarecomeilmovimentooperaio
deipaesiindustrializza?non[avesse]faIolarivoluzione».Infine,intervenivaVivan?,
pretendendo da Nora «le sue credenziali: nel momento in cui buIava per aria
l’impostazione» dell’opera lo faceva a ?tolo personale o «in quanto editore
impegnato»?Ne scoppiò «un piccolo pu?ferio», nel qualeHobsbawmassunse una
posizione di mediatore, cercando di accogliere alcune obiezioni francesi , ma1176
rimanendo ancorato al piano già steso. Di fronte alle con?nue perplessità di Nora,
Hobsbawminconclusioneglichiedevasealdi làdelleobiezionimetodologichenon
esistessero «precise difficoltà poli?che»: la posizione poli?ca dei membri del
comitato redazionale – rispondeva Nora – in effes «poteva rappresentare un
problema,siapereventualipossibilicollaborazionidialtri,siaperirappor?conaltri
editori».
NelraccontareaGiulioEinaudil’accaduto,Vivan?usavauntonomoltoduroe
Collananatanel1941dellaPressesUniversi?esdeFrance, il cuiobiesvoeradi fornireaccessibili1175
introduzioniacampidistudiodefini?permanodiesper?delseIore.
Nell'affrontare ad esempio la discussione su come struIurare la parte sulla rivoluzione russa,1176
Hobsbawm ne ipo?zzò uno studio «sopraIuIo in termini del pensiero marxista e dei movimen?rivoluzionari»,dicendoche«lastoriadiquestoperiodovaaffrontatapiuIostosulmodellodiCarrchenondiTrockij,nelsensochevaaffrontatapertemi».
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quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
seccato nei confron? dei francesi, in par?colare verso Nora, che non sarebbemai
venutomeno .Eraarrivatoalpesneunnodoche toccavanonsoloenon tanto1177
l'aspeIometodologicoo storiograficodell'operaquanto i suoipresuppos?o le sue
implicazionipoli?ci; unnodo che l’Einaudinon sarebbe stata in gradodi sciogliere,
nonostante il con?nuo sforzo faIo anche negli anni successivi per mantenere la
naturainternazionaledelprogeIo,coinvolgendo–comesivedrà–anchealtrieditori.
Fin dalle fasi iniziali, la Storia delmarxismoera stata pensata e presentata in casa
Einaudi comeun lavoro a tusgli effes storiografico,ma anche comeunprogeIo
streIamente legato «da un rapporto di simbiosi culturale» alla poli?ca .1178
Quest’impostazione einaudiana non era vista di buon occhio dai due storici e
redaIori francesi la cui formazione non eramarxista e il cui orizzonte poli?co non
coincideva con quello del resto dei redaIori. Sempre più ambivalente si dimostrò
l'aIeggiamentodiGallimard, cheoscillò traun’adesionepiù volte riconfermataper
una«pubblicazionesimultanea»dell’opera –tantocheilcentroorganizza?voela1179
segreteriadell’opera venneposta aParigi – e ripetutemanifestazionidi «diffidenza
verso alcuni del comitato» – ai quali Einaudi invece con?nuava a confermare la
propria fiducia – nonché a con?nui tentennamen? per firmare un accordo1180
editorialesull’interoprogeIo (enonsolosuiprimiduevolumi)dell’opera, richiesto
comecondi1osinequanondaEinaudi .1181
Hobsbawm prese una neIa posizione a favore di quest’ul?mo: quando si
manifestarono nuovamente delle tensioni, scrisse agli editori ribadendo che
«m’associeruniquementavec leprojectcomplet, c’est-a-dire l’histoiredumarxisme
des ledébut jusqu’à lacrisedesannes1950et1960».Mostròanche il suo fas?dio
versolamancanzadifiducianeiconfron?delcomitatoredazionale:
Unesempiosignifica?voèl’appella?vocheVivan?diedeaNora:il«marranoNora»:BSF,EER,LeIere1177
perE.Ragionieri,fasc.Vivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1971.
L'espressioneètraIadaT.Des,G.Gozzini,Storiaepoli1cadaglianniSe.antaaglianniNovanta:1178
a.ualitàdiunnessoina.uale,inId.(acuradi)ErnestoRagionieri,cit.,p15.
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1179
Hobsbawm,2aprile1971.
Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,P.NoraeShriffin,29oIobre1971.Einaudisubitodopola1180
riunione londinese del gennaio 1971 si era affreIato a palesare la sua piena fiducia nei confron? diHobsbawm,rimarcandoanchecheriteneva«necessarioportareavan?,secondo la lineadataall’operanella discussione del novembre scorso, il programma di lavoro» (Ivi., LeIera di G. Einaudi a E.Hobsbawm,15gennaio1971).
BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Vivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1971.1181
Vivan? scriveva: «La diffidenza di costui [Nora] verso alcunimembri del comitato questa volta non ?riguarda: il tuo nome non è mai stato faIo (mentre il malumore ha colpito indiscriminatamenteAbendroth,MarekeStrada)». Lo stessogiornoVivan? scrivevaaHobsbawmche«[c]omesai il puntocri?cooeralaques?onedellaterzaequartaparteinsiemeconladiffidenzadiNoraperalcunimembridelcomitato(tuormai,perfortuna,seiinveceuomodifiduciaassoluta!»
�251
secondaparte:ProgeÅ
Jenecroispasqueleprojectaitdeschancesréalistes,tantqu’ilsubsisteunmanquede
confiance dans le comité de rédac?on.Moi personnellement je suis sa?sfait grosso
modode l’épique actuelle, bienqu’il pourrait être u?le d’ajouter quelquenompour
assisteraveclarédac?ondutomeIII.Maiss’ilyaméfiancecontreteloutelmembre
dul’equipeactuellelachosenemarcherapas .1182
La situazione in effes rimase stagnante suscitando scontentezza e crescente
insicurezzatraglistudiosiacapodelprogeIo finchéEinaudi,dopoaverdatoun1183
ul?matumaNora ,sideciseasciogliere–ancheseamalincuore–irappor?conla1184
Gallimard :«lesueesitazionieisuoicon?nuiripensamen?hannogiàabbastanza1185
compromesso la riuscita dell’opera», scriveva a Hobsbawm aggiungendo: «[n]on
escludoche,restandoiosolo,qualcosapossaessererivedutoeridimensionato,main
pari tempo dovrebbe essere possibile procedere senza ulteriori perdite di tempo
verso larealizzazione» ,vistoancheche«l’interessedelmercato internazionale–1186
precisava–nonvienemeno» .1187
Cosìavvenne:incasaeditrice,allano?ziadipoterriprenderei lavori inmodo
autonomo,tornòil«buonumore» .Apar?redal1973siriallacciaronoicontastra1188
i responsabili dell’opera che iniziarono a lavorare prima individualmente (vista la
reciproca lontananza) quindi incontrandosi di persona: Hobsbawm comunicò a1189
Vivan?, ad esempio, di aver incontrato Haupt – entrato nel fraIempo, come si1190
vedrà,nelcomitatoeditoriale–eMarek:«siamotuspron?perunacollaborazione
asva. SopraIuIo FranzMarekmi pare adesso disposto a prendere responsabilità
pra?ca, cio que (sic) potrebbe essere u?le visto sue capacità organizza?ve e
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeraE.HobsbawmaC.1182
Vivan?,P.NoraeSchiffin,21oIobre1971.
MarekadesempiosilamentavaconRagioniericircailfaIocherisultavasemprepiùdifficilecapirele1183
intenzioni realidiGallimard,checon?nuavaanonpagare idovu?compensi (3 febbraio1972). InunaleIerasuccessiva(14aprile)Mareksidicevasemprepiùinsicurocircailgrandepianodell’operavistoilcomportamentodiGallimard.BSF,EER, LeIereperE.Ragionieri, fasc.Marek, LeIeredi F.MarekaE.Ragionieri,3febbraio1972e14aprile[1972].
AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, G. Einaudi a E.1184
Hobsbawm,24febbraio1972.
DelloscioglimentoeffesvodelcontraIotraleduecaseeditricidavacontoVivan?aHobsbawm,Ivi.,1185
LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,16maggio1973
Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,8febbraio1973.1186
Ivi.,26giugno1973.1187
Ibid.1188
Hobsbawm,adesempio,facevasapereaRagionieridelladifficoltàdi«faireuntravailcollec?f,vuque1189
je pars immèdiatement pour des Estates Unis»: BSF, EER, LeIere per E. Ragionieri, fasc. Hobsbawm,LeIeradiE.HobsbawmaE.Ragionieri,10aprile1973.
Giànelgennaiodel1973HauptscrivevaaRagionieripercomunicarglicheHobsbawmgliavevafaIo1190
saperedellavicinaripresadelpianodell’opera.BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Haupt,LeIeradiG.HauptaE.Ragionieri,15gennaio1973.
�252
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
intelleIuale» . Si traIa di un lavoro che non è possibile documentare nella sua1191
interezza:lecartearchivis?chenonpermeIonodiseguirel’evoluzionedell’operané
dicapirecomevenneromanmanocostrui? ivolumi–quaIro, incinquetomi–o il
mo?vopercuifigurecheavevanodato lapropriaadesionefindalle fasi inizialinon
vennero più interpellate o furono coinvolte solo in un secondo momento . I1192
documen? d’archivio danno però la possibilità di cogliere «lampan? inconsistente
fuggi?ve» che res?tuiscono anche se frammentariamente alcuni elemen? del1193
can?eredellaStoriadelmarxismoedelmodusoperandidiHobsbawmalsuointerno.
Quest'ul?mo si circondò di collaboratori che potessero garan?re se non
ampliare l’aspirazione internazionale dell’opera. Quando, nel corso della seconda
riunionelondineseNoraeLeGoffavevanomessoindiscussionel’interoprogeIoesi
eranolamenta?dell’assenzadistudiosifrancesitraicollaboratori,Hobsbawmaveva
propostodifarentrarenelcomitatodiredazioneGeorgesHaupt.Francesed’adozione
dal 1958, Haupt aveva conosciuto Hobsbawm presso gli ambien? dell’École des
Hautes Etudes, dove in quei primi anni SeIanta avrebbe avuto occasione di
incontrarlonuovamenteedi lavorare in sua compagnia aIornoalle tavole rotonde
delGroupedetravail interna1onalsuor l’histoiresocialemoderneetcontemporaine
organizzatedaClemensHeller .IlnomediHaupt,comesièvisto,eragiàstatofaIo1194
da Ragionieri; oraHobsbawm lo faceva approvare: doveva vedere in lui la persona
idealeperunlavorocomequellodellaStoriadelmarxismoperpiùmo?vi.Perlasua
competenzascien?ficainprimis:Haupteraunostoricodelmovimentooperaio,ilcui
s?ledilavorosieraandatocaraIerizzandoperunafortedimensioneinternazionale;
eglistessodopotuIoeraunuomointernazionale–comeavrebbedeIoLaborousse–
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiE.Hobsbawma1191
C.Vivan?,19seIembre1973.
È il caso adesempiodiAbendroth, le cui conversazioni scriIe conVivan? tra il 1970e il 1971 lo1192
mostranomoltointeressatoapartecipareall’opera,unapartecipazionemoltoricercatadaglieinaudiani,chesipreoccupanodi raggiungereAbendrothaFrancoforte, impossibilitatoaparteciparealle riunionilondinesi, e a discutere di persona con lui circa i tempi da assegnargli. Con la fine del 1971 le cartearchivis?che conservate non permeIono di seguire la conversazione, se ci fu, tra gli einaudiani eAbendroth. Ivi., cart. 1, fasc. 3, LeIeredi C. Vivan? aW.Abendroth, 12oIobre 1970 - 22novembre1971. Similmente non è possibile capire il mo?vo per cui Procacci, pur invitato e pur disponibile aprendere parte alla fase organizza?va dell’opera, non vi prenda parte, se non dopo la morte diRagionieri:ViIorioStradaloindicava,dopolamortediRagionieri,come«unodeipochinomipossibiliperlaredazione»:Ivi.,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.204,fasc.2878/2,LeIeradiV.StradaaG.Einaudi,5luglio1975.IneffespoiProcacciavrebbepartecipatoall’operaconalcunicontribu?edandoalcunisuggerimen?sullastruIuradell’opera:Ivi.,cart.106,fasc.2498,LeIerediC.Vivan?aG.Procacci,28novembre1975;17oIobree13novembre1978.
Prendo l’espressione da G. Corazzol, Cianografo di bandi1 su sfondo di mon1. Feltre 1634-1642,1193
Unicopli,Milano1997,p.IX.
M. Aymard, Cooperare per innovare. I rappor1 tra Is1tuto Feltrinelli e VI Sezione, in «Annali1194
Feltrinelli», 2016/50, pp. 95-96; Perrot M., Fridenson P., Rencontres aver Eric Hobsbawm, in «LeMouvementSocial»,2013/1,pp.149-152(149-155).
�253
secondaparte:ProgeÅ
«par voca?on et par essence» . Si era specializzato sulla storia della Seconda1195
Internazionale, studiandola – come egli stesso aveva scriIo – non in quanto
is?tuzione ma come «espressione fondamentale di un’epoca nell’evoluzione della
storia operaia e socialista, come un movimento vasto e complesso dalle fron?ere
rela?vamenteimprecise,formatodacorren?spessodivergen?,siasulpianosociale
chesuquellodelleidee» .AvevadatoaIenzioneancheallastoriadegli individui,1196
conprofilibiograficididirigen?emilitan?,comeaspeIoqualificantedellaricerca ;1197
l’aspeIocompara?voe la riflessioneteorica inoltrecaraIerizzavano i suoistudi .1198
NonerasoloquestoaspingereHobsbawmachiamareHauptnelcomitatodiresvo
dell'opera.UnelementodecisivoinquestasceltadovevaarrivareanchedalfaIoche
lostoricodioriginirumenesieradimostratoindiverseoccasionicapacedilavorarein
gruppo,s?molandoeasvandocollaborazioni :avevaallespallenumerosiscrisa1199
quaIro mani con colleghi o amici; da poco aveva lavorato anche al Matron, un
voluminosodizionariodelmovimentooperaio.Inoltre,Hobsbawmprobabilmentelo
scelseperchéimmaginavacheilmododilavorodiHauptpotessebeneconciliarsicon
quellodeicolleghiitaliani:ricordandolodopolamorte,avrebbedeIoche«ilsuos?le
di lavoro naturale fu quello dell’erudizione filologica, s?le molto italiano» che1200
consisteva–comehaevidenziatoMariucciaSalva?–in«rigorescien?fico,ricchezza
documentaria,pun?gliosaricercadinuovefon?,scopertadites?classicivolutamente
ignora?» .HobsbawmapprezzavainHauptancheilsuoessereunintelleIualeeun1201
uomo «who belong to all Europe» ; ricordandolo nel decennale della morte in1202
un’occasioneitalianaHobsbawmavrebbedeIoche
Hauptnoneraunemigratodall’Europaorientalecometan?altri.Appartenevaaquella
generazione di giovani per cui la rivoluzione sociale, anche portata nelle (sic) zaini
dell’ArmataRosadioccupan?,rapresentava(sic)lagrandesperanzaperilmondodopo
la sconfiIa del fascismo. Anzi, apparteneva a queste generazione degli Ebrei
E. Labrousse, Georges Haupt, Historien français du socialisme interna1onal, «Cahiers du monde1195
russeetsovié?que»,1978/3,p.217(217-220).
G.Haupt,LaIIInterna1onale,LaNuovaFirenze,Firenze1973[1964].1196
Suquest’aspeIoinsisteE.Labrousse,GeorgesHaupt,cit.1197
M.Salva?,GeorgesHaupt:ul1mostoricodelmovimentooperaiointernazionale?,in«RivistadiStoria1198
Contemporanea»,1979/3,434-444.SivedaancheF.Andreucci,Prefazione,inG.Haupt,L'InternazionalesocialistadallaComuneaLenin,Torino,Einaudi,1979.
E.Hobsbawm,GeorgesHaupt(1928-1978),in«MSHInforma?ons»,1978/24.1199
MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodi1200
un ricordodiGeorgesHaupt inoccasionedi un incontro inmemoriadiHauptpresso Is?tuto ErnestoRagionieri,Firenze,nondatato(937/4/4/3).
M.Salva?,GeorgesHaupt:ul1mostoricodelmovimentooperaiointernazionale?,in«RivistadiStoria1201
Contemporanea»,1979/3,434-444.
MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Unpublished obituaries, Testo1202
dasloscriIoininglesediunricordodiHaupt,1988(937/4/4/3).
�254
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
dell’Europa centrale e orientale, libera? dall’incubo dell’oscuran?smo religioso
medievaleperleideedell’illuminismoemancipatoequicambiavanoivecchiri?perla
fede nel socialismo universale, una vocazione internazionalista e rivoluzionaria. Per
questagenerazionediunarazzadispersaemarginalizzatadovunquesi trovava il [sic]
internazionalismo del socialismo, movimento di una classe, secondo Marx, senza
paese, poteva sembrare logico; logico, anche, per un giovane intelleIuale, la bella
architeIuradellateoriaMarxista,chespiegavatuIo .1203
Inquesteparolerisuonanochiariechiautobiografici.Hobsbawmsierarivoltodunque
a Haupt non solo per la competenza scien?fica e la dimensione storiografica e
biografica internazionale, ma anche perché vedeva in lui un comune percorso
poli?co,oltrecheunacomuneculturaebraica.IlnomediHaupterastatod’altronde
avanzato in una riunione in cui for? erano state le tensioni con i francesi e in cui
Haupterarisultatol’assonellamanicainopposizioneadalterna?vinomifrancesi .1204
LadimensioneinternazionaledelprogeIofuunaspeIocheHobsbawmcercò
di rinforzare non solo ricorrendo a figure di studiosi come Haupt. Prima che
naufragasse l’aspirazionediEinaudidi realizzareunapubblicazionesimultaneadella
Storiadelmarxismoinpiùlingue–oltrealnomedellaGallimardsieranofasinomi,
come già ricordato, della Luchterhand, della Penguin o della Cape – per un breve
periodo nell’impresa editoriale era stata coinvolta (1971) anche una quinta casa
editrice: laPantheonBooksdiNewYork.Unacasaeditrice«dinotevole livelloedi
spinta‘radical’» ,commentavaVivan?chesidimostravaentusiastacircal’apporto1205
che questa nuova entrata avrebbe portato nel prosieguo dell’opera, aiutando a
superareildifficilerapportodell’EinaudiconlaGallimard.Vivan?erapar?colarmente
osmistainquantoildirigentedellaPantheonBooks,AndréShiffrin,eraunuomo«di
grandefinezzae cultura»cheaumentava– con?nuavaVivan?–«lapreponderanza
giudaicanell’impresa» .Shriffin,natoinFranciaallametàdeglianniTrentainuna1206
famigliadi intelleIuali russipoiemigra?negli Sta?Uni? ,a capodellaPantheon1207
aveva immesso sulmercato americanomol? autori europei comeMichel Foucault,
Ivi., Unpublished obituaries, Testo di un ricordo di Georges Haupt in occasione di un incontro in1203
memoriadiHauptpressoIs?tutoErnestoRagionieri,Firenze,nondatato(937/4/4/3).
Vivan?ricostruendolariunioneavevadeIocheNoraeLeGoffavevano«riparlatodiPapaioannou»,1204
aggiungendochequestocomeHaupterano«duemétéques,maHauptèpersonapiùgradita».AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,senzadatamarela?viaallariunionelondinesedell’11-12gennaio1971.
BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fascicoloVivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1205
1971.
Ibid.Sivedaanche(inIbid.)copiadellaleIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,19oIobre1971incui1206
esprimeglistessiapprezzamen?.
A. Shiffrin,APoli1calEduca1on:ComingofAge inParisandNewYork,Melville,NewYork-Londra1207
2007.
�255
secondaparte:ProgeÅ
SimoneDeBeauvoir,Art Spiegelmancosì come imaggiori storicimarxis?britannici
tracuiancheHobsbawm .Nonerasoloilsuoeditoreamericano,eraancheunsuo1208
amico personale. È ipo?zzabile dunque che il contaIo tra Einaudi-Gallimard e la
Pantheon Book par?sse proprio da Hobsbawm stesso. Il contaIo poi non andò a
buonfine ,mal’entusiasmocheessocreòincasaEinaudièindica?vodiciòchela1209
presenzadiHobsbawmpotessegaran?re.
Le re? di relazioni di Hobsbawm si rispecchiarono anche nella costruzione
dell’opera.Perilprimovolumedicui,comesièvisto,erastatoilprincipaleispiratore
coinvolse,adesempio,oltreadHaupt amicidivecchiadataquali ilgià ricordato1210
Dobb , Pierre Vilar e Chimen Abramsky: quest’ul?mo era uno studioso del1211 1212
marxismo fin dagli anni Trenta quando, arrivando dalla Hebrew University of
Jerusalem, negli ambien? della London School of Economic aveva aderito al
comunismo . Con Hobsbawm, di cui era coetaneo, aveva condiviso l’esperienza1213
nell’Historians’GroupoftheCPGB;sebbenenel1958avesseabbandonatoilpar?to,
Abramsky manteneva con coloro che vi erano rimas?, come Hobsbawm, o che
avevano assunto posizioni più radicali, come suo nipote Ralph Samuel, una streIa
amicizia: la sua casa ad Hampsted, un quar?ere a nord di Londra dove anche
Hobsbawm proprio negli anni SeIanta comprò casa, era un luogo di incontri e
dibas?intelleIuali .Avevaanchefondatounapiccolacasaeditricecheneglianni1214
Cinquanta aveva introdoIo sulmercato inglese i tes? di György Lukács. Sebbene i
suoi studi si focalizzassero sulla storia degli ebrei, a metà degli anni Sessanta
AbramskyavevapubblicatounvolumesuMarxelaclasseoperaiainglese .Inbase1215
a queste ricerche Hobsbawm doveva avergli chiesto un contributo per il primo
volume della Storia delmarxismo chemeIesse a fuoco la ricezione delle opere di
Id.,TheBusinessofBooks:HowInterna1onalConglomeratesTookOverPublishingandChangedthe1208
WayWeRead,Verso,Londra-NewYork200,p.41.
Didivergenzecircagli accordi traeditori condireIo riferimentoadiversevisioni tra l’Einaudie la1209
PantheonBooks,sihano?ziainunaleIeradiVivan?aRagionieri,dopolaqualesebbenesembricheledivergenzerientrinonellacorrispondenzanoncomparepiùilnomediShriffinedellasuacasaeditrice:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloEinaudiEd.,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,9febbraio1972.
G.Haupt,Marxe ilmarxismo, inStoriadelMarxismo.Vol I. IlmarxismoaitempidiMarx,cit.,pp.1210
292-314.
M.Dobb,Lacri1cadell’economiapoli1ca,inivi.,pp.93-120;temaperilquale,scrivevaHobsbawma1211
Dobb,«[t]hereiss?llno-onebeIerthanyouonthissubject»:MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,HistoryofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiE.HobsbawmaM.Dobb,26aprile1976,(937/4/2/8).
P.Vilar,Marxelastoria,inivi.,pp.60-90.1212
PerunpropiobiograficodiAbramsky:ProfessorChimenAbramsky, in«TheTelegraph»,18maggio1213
2010, <hIp://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/culture-obituaries/books-obituaries/7737796/Professor-Chimen-Abramsky.html>.
S. Abramsky, Lives & le.ers: house of books, in «The Guardian», 1° gennaio 2011, hIps://1214
www.theguardian.com/books/2011/jan/01/sasha-abramsky-chimen-abramsky.
C.Abramsky,H.Collins,KarlMarxandtheBri1shLabourMovement:yearsoftheFirstInterna1onal,1215
Macmillan,St.Mar?n'sP1965.
�256
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
Marx ed Engels. La richiesta non andò però a buon fine, ma risulta interessante
richiamarla perché aiuta a comprendere il can?ere dell’opera, di cui sono
sopravvissu?solo frammen?diundibastosenz’altropiùampioe faIosopraIuIo
oralmente . Quando, nel 1977, in fase di preparazione del primo volume,1216
HobsbawmricevevadaAbramskyilsaggiorichiestoglisulladiffusionedelleoperedi
MarxedEngelsevitrovavaunaeccessivaspecializzazione,glirispondevainsistendo
suduepiani.Daun latoribadiva ilsignificatochestavaallabasedelprimovolume:
essoeradedicatoaMarxedEngels«asawhole»,quindiilsuoobiesvoeraquellodi
«provideabasisforreferenceforlatervol[ums]whichwillshowthedevelopmentof
marxism theory and ideology subsequently» . In secondo luogo Hobsbawm si1217
soffermava sugli obiesvi che la casa editrice che promuoveva il progeIo voleva
raggiungereinterminisopraIuIodipubblico:
Einaudihadthoughthatwhatwouldbeusefulisafairlysimplesurveyofthefortunes
of the classic in print for the whole period up to the present, not a major
bibliographicalexplora?on.[…]However,ifyouthinkyoudon’twanttodoanyofthese
more modest (and at the same ?me, because of their comprehensiveness, more
difficulttosynthesisebriefly)alterna?ves,wewonderwhetheritwouldn’tbebeIerto
reserveyouressayontheEnglishpublica?ons1851-1895forsomewheremoresuitable
toapublicinterestedinthisimportanttopic,suchastheFeltrinelliAnnali .1218
Nonostante Abramsky rispondesse in termini rassicuran? circa la possibilità di
rivedere l'originario scriIo per portagli le modifiche necessarie , questo non1219
sarebbeconfluitonelvolumeesarebbestato lostessoHobsbawm,autoreanchedi
altriduesaggi,adaffrontarel’argomento .1220
Accanto agli amici di vecchia data, Hobsbawm coinvolse nel primo volume
anchecolleghipiùgiovaniinglesicomeadesempioDavidMclellandell’universitàdel
Sievincequesto,adesempio,dalloscambioepistolare traHaupteRagionierie traquest’ul?moe1216
Marekincuiglistudiosifannospessoriferimentoallanecessitàdiincontrarsidipersonaperdefinirelaprogressivaevoluzionedeilavori:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Marek,LeIerediF.MarekaE.Ragionieri,3 febbraio1972e14aprile [1972]; ivi., fasc.Haupt,LeIeradiHauptaRagionieri, febbraio1974,13gennaio1975.
MRC, EHP, Publica?on, Book Draâ, History of Marxism, Related Correspondence, LeIera di E.1217
HobsbawmaC.Abramsky,13dicembre1977,(937/4/2/8).
Ibid.1218
Ivi.,LeIeradiC.AbramskyaE.Hobsbawm,20dicembre1977.1219
E.Hobsbawm,LafortunadelleedizionidiMarxedEngels,inStoriadelmarxismo,vol.I.Ilmarxismo1220
ai tempi diMarx, pp. 358-374; gli altri due suoi saggi nel primo volume:Marx, Engels e il socialismopremarxiano,inivi.,pp.5-34;GliaspeÅpoli1cidellatransizionedalcapitalismoalsocialismo,inivi.,pp.248-287.
�257
secondaparte:ProgeÅ
Kent e, verosimilmente, Gareth Stenda Jones di Cambridge così come è1221
ipo?zzabile sia stato sempre Hobsbawm a prendere contaIo sia con il filosofo
lukacsianoungheresemastabilitosidamol?anniinInghilterraIstvánMészáros,che
avrebbe traIato di Marx filosofo, sia con l'antropologo americano Laurence1222
Kraderperuninnova?vocontributosulpensieroetnologicodiMarx .1223
IllavorodellaprogeIazionedeidiversivolumiincuil’operadovevacomporsisi
sviluppòinmodosincrono:mentreHobsbawmlavoravaallaprogeIazionedelprimo
volumedefinendogliautori,vedendoisaggi,scrivendonedisuamano,siconfrontava
–spessotramitelamediazionediVivan?–conglialtriredaIori .Haupteraasua1224
volta impegnato nell’organizzazione del secondo volume che aveva delineato,
riformulandounaprimabozzastesadaMarek ,conRagionieri.Quest’ul?moprima1225
dimorirenell'estatedel1975avevaconluidiscussocircalepersonedacoinvolgeree
gli argomen? da affrontare nella parte da dedicare a Il marxismo nell’età della
Seconda Internazionale . Doveva traIarsi di un lavoro faIo principalmente a1226
quaIrocchi e proprio per questo mo?vo difficile da ricostruire. Dalla1227
corrispondenza emerge comunque chiaramente un elemento: Giulio Einaudi, alla
metàdel1976,scrivevaaHobsbawmche«inseguitoaindicazionidiHaupt[laStoria
del marxismo] ha trovato non pochi collaboratori» nell’Europa dell’Est . Era1228
d'altrondestatoquestounpropositochefindall’inizio,comesièvisto,Ragionierisi
era posto mostrandosi osmista – a differenza, ad esempio, di Strada – circa la
possibilitàdicoinvolgerestudiosid’oltrecor?na.Nel1971Ragionieriavevaincontrato
ÈconservatounoscambioepistolaretraMclellaneHobsbawm:MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,1221
History ofMarxism, Related Correspondence, LeIera di Mclellan a Hobsbawm 22 novembre 1977 erispostadel13dicembre1977(937/4/2/8).McLellanavrebbescriIoperilprimovolumeLaconcezionematerialistadellastoria,inivi.,pp.35-55.
I.Mészáros,Marxfilosofo,inivi.,pp.35-55.1222
L.Krader,Evoluzione,rivoluzioneeStato:Marxeilpensieroetnologico,inivi.,pp.213-244.1223
Vivan?facevaspessodaspolatraunostudiosoel’altro.A?tolod’esempio:«Eccoipun?discussicon1224
Geoges,cheeramoltosoddisfaIoperlapossibilitàdiunprontoapprezzamentodellaprimapartedellaStoriadelmarxismo,ederad’accordoconquellochemiavevideIoriguardoaFrancoforte.[…]».MRC,EHP, Publica?on, Book Draâ, History of Marxism, Related Correspondence, LeIera di C. Vivan? a E.Hobsbawm,3oIobre1977(937/4/2/8).
Hauptdicevache«pourdirelavérité,leplanélaboréparFranzrestetoujourstrèsdescrip?f,linéaire1225
etnepermetpasde cerner la totalitédesproblèmeshistoriqueset théma?quesdu sujet»:BSF, EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloHaupt,LeIeradiHauptaRagionieri,27marzo1974.
Storiadelmarxismo.Vol.II.lmarxismonell’etàdellaSecondaInternazionale,Einaudi,Torino1979.1226
FragliesempichesipotrebberofarerichiamounasolaleIeradiHauptincuisievincecheall’invito1227
avanzatodaRagionieridirecarsiaFirenzepertenereunseminario,Hauptrispondesseposi?vamenteeproponessedi«resteraumoinsunesemainepourtravailleravernoisurnotrevolumesurlemarxisme»:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloHaupt,LeIeradiHauptaRagionieri,febbraio1974.
Haupt «ha trovato non pochi collaboratori in Ungheria e in Cecoslovacchia», scriveva lo stesso1228
EinaudientusiastaaHobsbawm;AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,22giugno1976.
�258
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
aPragaper illustrargli ilpianodell’opera MilošHájek,storicocecoconcuiera in1229
rapporto «per via non soIoposta a censura» per i suoi studi sulla storia del
movimento operaio e che era stato espulso dal par?to comunista cecoslovacco1230
peraverappoggiatoilmovimentodellaprimaveradiPraga.HájekacceIòlaproposta
di Ragionieri, contribuendo all’opera con alcuni ar?coli . A Praga, oltre a Hájek,1231
alcuniannidopoglieinaudianientraronoincontaIoconMichalReiman,storicoche
comeHájeksieramostratofavorevoleallaprimaveradiPragaeperquestoerastato
licenziato; Reiman diede la propria disponibilità per un saggio che si sarebbe1232
rifaIoal suo studio sulla rivoluzione russa chenel1967aveva suscitatononpoche
cri?che sia in Cecoslovacchia che in URSS . Quando nel 1970 Ragionieri si era1233
recato a Praga, aveva faIo tappa anche a Budapest per confrontarsi con György
Lukács. «The old gold man», come lo aveva definito Hobsbawm nel corso di una
riunione , si dimostrò «interessa?ssimo – riferì Ragionieri – alla nostra inizia?va,1234
cheri?enedellamassima importanzaculturaleepoli?ca».Purdeclinando l’invitoa
scrivere l’introduzione dell’opera in quanto «si sente parte della storia del
marxismo», il filosofo ungherese aveva dato a Ragionieri alcune indicazioni, che
quest’ul?mores?tuivaaglieinaudiani:
UnastoriadelmarxismodovrebbeavereilsuofiloconduIorenellainterpretazionedel
capitalismo. In quanto tale, essa non potrebbe non prendere le mosse dalla
constatazionechedopoMarx,conLenin,l’analisiel’interpretazionedelcapitalismosi
sonoarrestate.LapresadicoscienzadiquestofaIodovrebbe,asuoparere,cos?tuire
l’aspeIo apertamente poli?co dell’opera, cos?tuirne la contemporaneità. […] Una
storiamarxista delmarxismo, che abbia al proprio centro l’analisi e l’interpretazione
del capitalismo,dovrebbe valorizzare almassimo,nel posi?voenel nega?vo,questo
rapportotraricercateoricaeprocessodirealtàoggesve .1235
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.170,fasc.2525,LeIeradiE.RagionieriaC.Vivan?,1229
7novembre[1973(annoaggiuntoama?ta)].
Ivi.,11marzo[senzaanno,1970].1230
M.Hájek, Il comunismodi sinistra; Id.,Ladiscussione sul fronteunicoe la rivoluzionemancata in1231
Germania; Id., La bolscevizzazione dei par11 comunis1, in Storia del marxismo. Vol. III. Il marxismonell’etàdellaIIIInternazionale,TomoI:DallaRivoluzioned’o.obreallacrisidel1929,rispesvamentepp.363-378;442-465;467-487.
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.167,fasc.2498,LeIeradiC.Vivan?aG.Procacci,281232
novembre1975.ReimanavrebbescriIoIbolscevichidallaguerramondialeall’O.obre,inivi.,pp.51-86.
M. Reiman, La rivoluzione russa: dal 23 febbraio al 25 o.obre, Laterza, Bari 1969 [op. or. Praga,1233
1967]
AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart.8, fasc.300,Verbaledella riunione1234
tenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.
BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Einaudi,Relazionedell’incontroavutoaBudapestconLukacs1235
il16novembre1970,allegataallaleIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,25gennaio1971.
�259
secondaparte:ProgeÅ
Lukács si eraanche raccomandato suunaltro«criteriometodico, chea suoparere
dovrebbestareafondamentodiunastoriamarxistadelmarxismo,ecioèilrapporto
della teoria con la pra?ca rivoluzionaria» . Di lì a breve Lukács eramorto, e per1236
questo non sarebbe più stato interpellato, ma la ricerca di collaboratori a Est
con?nuò.Hauptdalcantosuoresepartecipistudiositedeschi,comeOskarNegtdella
Scuola di Francoforte a cui si rivolse per un ritraIo di Rosa Luxemburg 1237
(inizialmente richiesto a Badia ), Israel Getzler e Hans-Josef Steinberg . A1238 1239 1240
Budapest fu probabilmente sempre Haupt a prendere contaIo con il sociologo
András Hegedüs che, se nel 1956 aveva tenuto posizioni fortemente filosovie?che,
nel 1968 aveva contestato l’invasione sovie?ca della Cecoslovacchia, finendo per
essereespulsodalpar?tonel1973.
Fin dall’inizio Ragionieri inoltre aveva cercato contas anche a Mosca, trovando
un’adesioneimportanteinGeâer:unrapportochevenneportatoavan?anchedopo
lamortediRagionieri.Nel1979ViIorioStradariferivaaVivan?,adesempio,chea
MoscaavevaincontratoRojMedvedev,esponentedeldissensointernoall’URSSche
avrebbecontribuitoconunsaggio ,eavevaconcordatoconGeâerisuoicontribu?1241
che dovevano traIare i temi da un latoDa Lenin a Stalin e dall’altroMarxismo e
dissenso; si era anche dimostrato disposto a partecipare a un’eventuale tavola
rotondaconclusivasulmarxismo .Eraunapartecipazione,quelladiGeâer,acuigli1242
einaudiani dovevano tenere,ma che non andò in porto. La cosa fu probabilmente
dovutaall’opposizionesovie?ca:aStradavenivacomunicatoche«itempidiconsegna
[deisaggidiGeâer]sarannopiùlunghidelprevistoperché[…]tuIoilsuoarchivioè
statodirecentesequestratodalKGB» .1243
Parteciparono all’opera inoltre studiosi statunitensi, francesi, israeliani,
austriaci,dicuiperònonèpossibiletracciareledinamicheoimediatoriaIraversocui
vennero contas. Diversi furono anche i collaboratori italiani; le carte archivis?che
Ibid.1236
O. Negt, Rosa Luxemburg e il rinnovamento del marxismo; id., Il marxismo e la teoria della1237
rivoluzionenell’ul1moEngelsinStoriadelmarxismo.VolII,cit.,rispesvamentepp.318-360;110-178.IlcontaIo conNegt da parte di Haupt è rintracciabile inMRC, EHP, Publica?on, Book Draâ, History ofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,3oIobre1977,(937/4/2/8).
BSF,EER,LeIereperRagionieri,Fasc.Haupt,LeIeradiHauptaRagionieri,21luglio1974.1238
I.Getzler,GeorgijV.Plechanov:ladannazionedell’ortodossia,inivi.,pp.411-442;Id.,O.obre1917:il1239
dibaÅtomarxistasullarivoluzioneinRussia;Id.,Markoveimenscevichiprimaedopolarivoluzione,inVol.III.TomoI,cit.,rispesvamentepp.5-48,169-193.
H.-J.Steinberg,Ilpar1toelaformazionedell’ortodossiamarxista,inVol.II.,pp.181-203.1240
R.A.Medvedev,Ilsocialismoinunsolopaese,involII,cit.,pp.550-580.Peruninquadramentodella1241
figuradiMedvedevinquegliannisivedaId.,Intervistasuldissenso,acuradiP.Ostellino,Laterza,Roma-Bari1977.
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,Cart.204,fasc.2878/3,ResocontodiStradadelviaggioa1242
Mosca,nondatato,maèallegatoaunaleIeradellostessoStradaaC.Vivan?,16seIembre1979.
Ivi.,LeIeradiA.RaffesaV.Strada,30gennaio1980.1243
�260
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
permeIonodi ipo?zzare in questo caso invece che fuVivan? colui che si impegnò
maggiormente nel tessere le trame dei contas in Italia, coinvolgendo sia storici e
filosofina?neglianniQuarantaoCinquanta,comeadesempioAldoAgos?,Franco
Andreucci,GiacomoMarramaoedaltri, siastudiosidiunagenerazionepiùvecchia.
Vivan? si rivolgeva, ad esempio, a Paolo Spriano chiedendo non solo un saggio su
Toglias,maancheun contributoper colmareun«grossobuco» cheemergevanel
progeIo «dalla guerra di Spagna si passa immediatamente alla guerra fredda» .1244
Per redigere il ritraIodiGramsciVivan? si rivolgeva invecealdireIoredell’Is?tuto
Gramsci Nicola Badaloni , nome che proponeva a Hobsbawm in opposizione a1245
Leonardo Paggi «che ul?mamente ha preso una serie di posizioni quanto meno
stravagan? proprio nelle interpretazioni di Gramsci, fondandole su aIribuzioni
cervello?chediscrisapparsianonimisull’‘Ordinenuovo’» .1246
Il rivolgersi a Hobsbawm per avere un’approvazione sugli studiosi da
coinvolgere nell’opera era pra?ca abituale. Sebbene Hobsbawm avesse svolto un
ruolo decisamente più asvo nelle fasi programma?che dell’opera lasciando poi i
lavori in mano degli einaudiani, per tus i volumi dell’opera – compresi il terzo
dedicato al periodo della terza Internazionale così come l’ul?mo volume sul
marxismo tra anni Sessanta e OIanta – egli restò un punto di riferimento
imprescindibile:aluispeIavadisondareilterrenodipossibilicollaborazioni;eralui
che presentava il progeIo ai colleghi prima che intervenisse con una proposta
ufficialelacasaeditrice ;aluitoccavaindirizzareisaggirichies?,rivederli,avolte1247
rifiutarli. A lui infine si rivolgevano gli altri redaIori dell’opera per l’approvazione
finalecircainomideglistudiosidacoinvolgere .Ancheperviadellascomparsatra1248
1975 e 1979 degli altri responsabili del progeIo , Hobsbawm giocò dunque un1249
ruolo semprepiù importantenel tenere lefiladiques?contas:un ruolodiprimo
pianocheglivennericonosciutoall’uscitadelprimovolumedelprogeIo.
Quando,dopooIoannidall’aperturadelcan?eredellaStoriadelMarxismo,il
Ivi., fasc. 201, cart. 2867, LeIera di C. Vivan? a P. Spriano, 10 febbraio 1980. Spriano avrebbe1244
acceIato l’invito di Vivan? scrivendo il saggio Il movimento comunista tra guerra e dopoguerra(1938-1947), inVol. III,TomoII,pp.66.733;IlcontributosuTogliasinvecepreseil?tolo:MarxismoestoricismoinTogliaÅ,inivi.,pp.771-810.
AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,Cart.12,fasc.158,LeIeradiC.Vivan?aN.Badaloni,271245
novembre1975.
Ivi, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, Cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1246
Hobsbawm,18novembre1975.
«Comeintesi,aspeIoallorailviaperl’insiemenotevoledipersonechericeverannodatelaprima1247
richiestadicollaborazioneallaStoriadelMarxismo»:cosìVivan?adHobsbawm:Ivi.,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.200,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,20oIobre1975.
Questo emergemolto chiaramente nelle corrispondenze tra Strada eVivan?. Ivi., Corrispondenza1248
conautoriitaliani,cart.204,fasc.2878/2,LeIerediV.StradaaC.Vivan?,17dicembre1975e7gennaio1976.
RagionierieHauptmorironoimprovvisamenteprimadell’uscitadelprimovolume(rispesvamente1249
nel1975enel1978)mentreMarek,dalungotempomalato,scomparvenel1979.
�261
secondaparte:ProgeÅ
primo volume fu pronto, imponente fu la campagna promozionale indeIa dalla
Einaudi, incui–comesivedràallafinedelprossimocapitolo–Hobsbawmassunse
unaposizionediprimopiano. L’uscitadell’operavennepresentata comeungrande
evento culturale di cui riferirono diversi organi di stampa, riconoscendo all'opera,
tranne in rari casi, una grande importanza . Fu nel penul?mo giorno della festa1250
nazionalede«l’Unità»,tenutaaGenovanelseIembredel1978,chel’Einaudidecise
dipresentareinanteprimalaStoriadelmarxismo.SitraIòdiunasceltadipar?colare
valoreesignificato:si inseriva,pertrarnebeneficio,nellosforzocheilPCIdall'inizio
deglianniSeIantaeinpar?colaredopoisuccessieleIoralidellametàdeldecennio
stava facendo, con osmi risulta?, di presentare la festa del proprio giornale come
un’occasionedi«crescitaculturale»,trasformandolastessafestadaluogodiraduno
autoreferenziale a proposta alterna?va di aggregazione e socialità, «rispondente
anche alle sfide dell'industria culturale» . Nell’auditorium della Fiera del mare1251
l’editore e i redaIori dell’opera (Hobsbawm, Vivan? e Strada), accompagna? da
Nicola Badaloni, autore di un saggio del primo volume e nella veste di direIore
«Storiadelmarxismo».Unproge.oambizioso, in«LoIacon?nua»,21seIembre1978;F.Cerus,1250
Genova. Presentata alla Festa dell’unità una nuova storia del marxismo, anzi dei mol1 marxismi, in«manifesto»,19seIembre1978;F.Koestler,S.Cesari,TuÅimarxismitranneuno,in«ilmanifesto»,11novembre1978; Ilmarxismodi cinque con1nen1eM.Passi,Due seÅmanedi festa.Oggi lagiornataconclusiva della festa dell’ «Unità», in «l’Unità», 22 seIembre 1978; V. Emiliani, Una presentazionetroppopienadiaccen1patrioÅci,in«Messaggero»,19seIembre1978.
Sulle trasformazioni delle feste de «l’Unità» negli anni SeIanta di vedaA. Tonelli,Falce e tortello.1251
Storia poli1ca e sociale delle Feste dell’Unità (1945-2011), Laterza, Bari-Roma 2012, pp. 104-141, lecitazionisonotraIedap.112.
�262
Presentazionedella‘Storiadelmarxismo’inoccasionedellafestanazionalede«l’Unità»aGenova,1978(Immaginetra.ada«L’Europeo»,12o.obre1978,p.103)
quartocapitolo:NelsegnodiMarx…
dell'Is?tutoGramsci,edaNorbertoBobbio feceroconoscere il lavorofin lì faIoe i
proposi?perisuccessivivolumi.
Adascoltarlioltreadunavastarappresentanzadistudiosiitalianiepoli?cicomunis?
c'era unmigliaio di persone. «Quandomille, millecinquecento persone rimangono
due ore e mezzo situate in una sala, in piedi fin nei corridoi, per seguire la
presentazione di un’opera editoriale, il faIo di cronaca diventa un faIo poli?co»,
commentaval’inviatode«l’Unità» .Questovolevaessere.LachiavedileIuracon1252
cui l’operafupresentata, inunmomento incui ilPCIeraall’apicedelsuosuccesso,
benesicogliedalleparolechepronunciòViIorioStrada:
non abbiamo voluto costruire unmausoleo in cui tenere lamummia delmarxismo.
L’opera viene nel momento più opportuno quando il socialismo esce dalla sua
solitudineedèribuIatonelpienodiunadiscussionevivacissimachesecondoIacon
serietàintelleIualenonpuònonessereproficua .1253
Ildialogocheglieinaudianiavevanointavolatotrastudiosioccidentalielastoriografia
cri?ca dei paesi est-europei si configurò come la cifra prevalente della Storia del
marxismo, e assunse un significato anche poli?co. Il tenta?vo che gli einaudiani
avevanoperseguitoconlaStoriadelmarxismocoinvolgendocollaboratorididiversa
formazione, appartenen? a differen? scuole marxiste, e provenien? non solo da
diversicontes?nazionalimaanchedalleduepar?incuieradivisoilmondodoveIe
venirinaltreparoleleIocomeladeclinazionescien?ficadellalineapoli?caacuida
alcuni anni stava lavorando il PCI. Ciò fu ancora più manifesto in occasione della
seconda grande presentazione dell’opera, tenuta a Roma nell’autunno del 1978,
quandoafiancodeiredaIori–Hobsbawmassente–edell’editoresedevanopoli?ci
comunis? italiani, come Piero Ingrao, e spagnoli, come Manuel Azcárate Diz (vice
segretariodelPCE):quest’ul?moapar?redall’operaaffrontòiltemadelrapportodel
marxismo con l’URSS . Qualcuno a proposito della Storia einaudiana parlò di1254
«marxismodell’eurocomunismo» .1255
Ilgiornodopo lapresentazionedell’operaaGenova,achiusuradella festade
«l’Unità», intervenne Enrico Berlinguer. Polemizzando con Besno Craxi che aveva
contrappostoProudhonaMarxeLenin,Berlinguer rivendicò l'eredità rivoluzionaria
del PCI, cri?cò la socialdemocrazia e ribadì lo sforzo del proprio par?to verso una
«terza via» al socialismo. La storiografiaha individuato in questo intervento l’inizio
della«ri?rata»delsuopar?toversoposizionidifensive,unripiegamentorispeIoalle
Ilmarxismodicinquecon1nen1,in«l’Unità»,22seIembre1978.1252
G.Goria,«Nonpossiamonondircimarxis1»,in«PaeseSera»,19seIembre1978.1253
Id.,Ilmarxismoricercalenuovefron1ere,in«Paesesera»,11novembre1978.1254
C.Bevilacqua,Ilmarxismodell’eurocomunismo,in«Quo?dianodeilavoratori»,20seIembre1978.1255
�263
secondaparte:ProgeÅ
presediposizione cheegli stessodall’iniziodeldecennioavevapresonei confron?
dell’URSS e che aveva elaborato nella proposta dell’eurocomunismo . Giorgio1256
Napolitano che ascoltò quel pomeriggio Berlinguer a fianco di Hobsbawm avrebbe
ricordato nelle suememorie senili che lo storico inglese trovò «stupefacente quel
rapporto pedagogico di massa che Berlinguer riusciva a stabilire» . Lo stesso1257
Hobsbawm lodefinìannidopocomeun«eventooratorio indimen?cabile» .Non1258
dovevaesseresoloilcarismadelleadercomunistaaimpressionareHobsbawm,mala
stessa festa de «l’Unità». Non era la prima volta che partecipava ad una simile
ricorrenza: ne aveva potuto assaporare le caraIeris?che fin dagli anni Cinquanta,
quandoavevapresoparteadunafestadiprovincia,inunpaesevicinoalPo .Ora1259
lamacchinaorganizza?vamessa inmotodalpar?toconunagrandepartecipazione
popolare inuno scenariopar?colare come l’anfiteatrogenovesedoveIe sembrargli
qualcosadistraordinario :probabilmenterimasecolpitodalcambiodifisionomia1260
della festa, diventata «uno spazio simbolico-rituale privo di eguali nello scenario
poli?coitaliano» esicuramentebritannico.DoveIepoirimanerecompiaciutodal1261
ruolo che gli venne riconosciuto – come si vedrà alla fine del prossimo capitolo –
come principale coordinatore della grande opera einaudiana; la festa de «l’Unità»
doveIequindianchesembrargliunavetrinadellaunapiùvastastrategiaculturaledel
par?to, di cui egli era diventato parte: non solo partecipando alla Storia del
marxismo,maanchecollaborando in inizia?vepiù streIamente legateedireIedal
par?to.
S.Gundle,Icomunis1italianitraHollywoodeMosca,cit.,p.405.1256
G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,Laterza,Roma-Bari2008,p.161.1257
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.387.1258
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.387.1259
Ildecenniosuccessivounaltrostoricoingleseavrebbedefinitolafestadell’unità«daognipuntodi1260
vistaqualcosadistraordinario»:S.Gundle,Icomunis1italiani,cit.,p.3.
M. Ridolfi, Feste della nazione e liturgie poli1che, in F. Lussana, G. Marameo (a cura di) L’Italia1261
repubblicananellacrisideglianni se.anta.Cultore,nuovi soggeÅ, iden1tà,SoneriaMannelli2003,p.551.
�264
secondaparte:ProgeÅ
quintocapitolo
…EDIGRAMSCI
5.1.LaboratoripoliHci
«Perquanto sia stata tragica lano?zia […], erauneventoaIesoeprevisto
chenonha sorpresonessuno» . Così si chiudevaun ar?colo in cuiHobsbawma1262
pochigiornidallamortediSalvadorAllenderifleIevasullascitopoli?codelcolpodi
stato che aveva portato alla fine dell'esperienza di governo dell’Unidad popular
cilena. A questa considerazione aveva faIo seguire un’argomentazione che «New
Society»,ilsesmanalesucuil’ar?coloeraapparso,avevatagliatoecheHobsbawm
avrebbe riproposto in una leIera pubblicata nel numero successivo della stessa
rivista«per ilbenedell’argomentazionenella sua interezza» .Laparteconclusiva1263
edesclusadelloscriIoinsistevasuquaIropun?:daunlatopronos?cavacheilCile
nonavrebbeassis?toadunritornoallavecchiademocrazia,masisarebbepiuIosto
avviato verso un regime sullo s?le di quello instauratosi pocomeno di una decina
d’anniprima inBrasile.Adifferenzadiquest’ul?mo, ipo?zzavaperòche«graziealla
con?nua resistenza armata del movimento cileno, non tuIo […] [sarebbe andato]
perduto». In terzo luogo rimarcava la responsabilità statunitense, denunciandone il
tenta?vo imperialista di guadagnarsi un monopolio sull’America La?na. Infine e
sopraIuIo,permo?vareilgiudizioperentoriosull’inevitabilitàdellafinedelgoverno
Allende,Hobsbawminsistevasulla«mancanza[…]fatale»cheloavevacaraIerizzato
ecioèsulfaIochel’UnidadPopolarnonfossestataingradodimantenerel’appoggio
della«classemedio-bassadellapopolazione,deipiccolicontadiniedeipiccoliuomini
d’affari, anche se [era] riuscita a oIenere il sostegno di sempre più lavoratori e
poveri».Eraproprio inquesta«fondamentale»assenzachesidoveva rintracciare–
diceva Hobsbawm – la causa della pronos?cabile fine del governo dell’Unidad
popular; la sinistraavevasoIovalutato–con?nuava– lapauradelladestrae il suo
desiderio di sangue. Se queste erano le riflessioni conclusive, l’ar?colo muoveva
E. Hobsbawm, The Murder of Chile, in «New Society», 20 seIembre 1973, ora con il ?tolo1262
L’assassiniodelCile,inid.,VivalaRevoluciòn,cit.,p.356(353-356).
Ivi.,nota1p.356,dacuitraggoanchelecitazionisuccessive.1263
�265
quintocapitolo:…ediGramsci
invece dal fas?dio provato da Hobsbawm verso le «lacrime ufficiali»mostrate alla
mortediAllendedachimaiavevaprestatoaIenzionealgovernoda luipresieduto.
Glielogifunebricheoraproliferavanoinrealtànonsifocalizzavano,senoninminima
parte, sull’importanzadell’esperienzadell’Unidadpopular e sul significatodella sua
fine: a tus piuIosto interessavamostrare – dicevaHobsbawm – quanto fosse nel
giusto chi, come la destra e parte della sinistra, aveva sostenuto «con grande
compiacimento che un socialismo democra?co non [poteva] funzionare» .1264
Hobsbawmavevaavutooccasionedifarsiun’ideainprimapersonadellepotenzialità
edeilimi?delgovernodiAllendenel1971quando,dalPerùdovestavapassandoun
annosabba?coconlafamiglia,sierarecato inCile . Inunar?coloapparsosuun1265
supplemento speciale della «New York Review of Books» aveva raccolto le
impressioniavuteinquelviaggio,facendotrapelare?midesperanze:nonostantenel
primo anno di vita il governo Allende avesse mostrato diverse debolezze che
potevanofarprevedereuncollasso,avevaanchedatoprova–scrivevaHobsbawm–
«diconsiderevoleintelligenzaegrandeabilitàpoli?ca»;lasuagrandezzainoltrestava
nelfaIochesibasava,adifferenzadeicoevigoverniriformatorila?noamericani,non
sul «nazionalismo o [sul]la ‘modernizzazione’, bensì [sul]l’emancipazione degli
sfruIa?,oppressi,deboli,poveri» .EraunarealtàcheHobsbawmconoscevabene1266
ancheperviadelfaIochedovevaessereinseritodaiprimianniSessantainuncircolo
diamicizieargen?neimportan?.Nel1965,adesempio,avevaospitatoinInghilterra
PabloNeruda ;grazieadamiciziecomuni,poi,avevaavutooccasionedicenarea1267
San?ago con Allende, non ancora presidente, e di accompagnarne la moglie
HortensiaBussiAllendeinvisitaaCambridge .1268
L’affermazione per via del consenso democra?co di Allende a capo di una
coalizione di comunis? e socialis? aveva suscitato nella sinistra occidentale
sopraIuIo europea, in un clima culturale già molto sensibile all’orizzonte poli?co
la?noamericano, un grande entusiasmo. Dagli inizi degli anni Sessanta l’America
La?na,grazieancheallefigurecarisma?chechevioperavano,avevaaccesoaldiqua
Ivi.,p.353.1264
Id.,Anniinteressan1,cit.,p.419.1265
Id.,Chile:YearOne,in«NewYorkReviewofBooks»,23seIembre1971,oracol?toloCile:announo,1266
inId.,VivalaRevoluciòn,cit.,pp.329-351.
PabloNerudalasciandol’InghilterraavevascriIoaHobsbawmdipar?re«conmuchapenaynoesla1267
menor el dejar un amigo tan afectuoso como usted». MRC, EHP, Correspondence, SpanishCorrespondence,LeIeradiP.NerudaaE.Hobsbawm,18giugno1965(937/1/5/4).
Id.,Anniinteressan1,cit.,pp.418-4191268
�266
secondaparte:ProgeÅ
dell’Atlan?co riflessioni, ambizioni e polemiche . Hobsbawm non aveva perso1269
occasionediandareavederedavicinoesperimentaredipersonaquellocheancheai
suoiocchidovevaapparirecomeunveroepropriolaboratoriopoli?co.Avevavisitato
per la prima volta Cuba, come già deIo, nel 1960, aIraIo dal fascino dell’utopia
rivoluzionaria,dovevaavervissutoquell'esperienzacome«unaspeciedilunadimiele
collesva» . Negli anni successivi aveva con?nuato a seguire con aIenzione gli1270
esperimen?poli?ci cheneidiversipaesi sudamericani stavanoaIuandosi:di alcuni
ne dava un severo giudizio. Era il caso, ad esempio, dei numerosi tenta?vi che sul
modello cubano avevano individuato nell’«insurrezione armata soIo forma di
guerriglia» l’unica strada possibile. A Cuba – affermava Hobsbawm – aveva avuto
luogoun«fenomenoeccezionale»;impensabilesarebbestatoreplicarloovunque .1271
Ne prendeva aIo nel 1970 quando, di fronte al fallimento di diversi tenta?vi di
guerriglia e polemizzando con ilmito diGuevara e le teorizzazioni di RegisDebray,
avevasoIolineato«l'aIuale impra?cabilitàdi talioperazioni inAmericaLa?na» ;1272
insedestoriograficavent’annidopoliavrebbedefini?comeuna«strategiaimpostata
nelpeggioredeimodi» .RispeIoaques?esperimen?,la«viacilenaalsocialismo»1273
raggiunta aIraverso il consenso democra?co doveIe sembrare a Hobsbawm una
«prospesvaalleIante»diunaviaineditaalsocialismo,l’espressionepiùinnova?vae
promeIente, seppur debole, del vivace orizzonte poli?co la?noamericano. Ora, di
fronte al golpe cileno, Hobsbawm denunciava l’assenza di una seria riflessione
sull’«assassinio» – come lo definiva – di un importante «esperimento teorico del
futuro del socialismo» a cui, già quand’era ancora in vita, era stata dedicata poca
aIenzione.«Latragediadiquestopiccoloeremotoangolodimondo–asseriva–è
che, come la Spagna negli anni Trenta, le sue poli?che sono state di importanza
globale,esemplari,esfortunatamentepernullaproteIe» .Dallepaginedi«New1274
Society»Hobsbawmpolemizzavainprimisconilaburis?inglesicheavevanodedicato
alCilediAllendeunosguardodistraIosenondeltuIoassente.
ChiavevaguardatoconspecificaaIenzionealCileerastatoinveceilPar?to
comunista italiano. All’elezione di Allende il PCI aveva aIribuito una par?colare
Suun’analisidiCubacomenuovoorizzontepoli?coalterna?voallasocietàoccidentaleeperquesto1269
metadiinteressetragliintelleIualioccidentaliP.Hollander,Pellegrinaggipoli1ci.Intelle.ualioccidentaliinUnioneSovie1ca,CinaeCuba,IlMulino,Bologna1988[ed.or1981],pp.329-403.
E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.511.1270
Id.,Guerrillas in La1n America, in «The Socialist Register» 1970/7, pp. 51-63; ora con il ?tolo Le1271
guerriglieinAmericaLa1na,inId.,VivalaRevoluciòn,cit.,p.246(245-258).
Ivi.,p.248.1272
Id.,Ilsecolobreve,cit.,p.513.1273
E.Hobsbawm,L’assassiniodelCile,cit.,p.354.1274
�267
quintocapitolo:…ediGramsci
rilevanza,nonsolo limitandosiacelebrare laviIoriadelpar?to fratelloentratoper
via eleIorale al governo, ma additando l’esperimento cileno come un modello
poli?co affine agli obiesvi a cui dal secondo dopoguerra diceva, seppur in modo
controverso, di aspirare. Il PCI aveva quindi seguito l’evolversi della situazione,
instaurandoconilCilerappor?semprepiùstres.Quandoilcolpodistatomessoin
aIo dal generale Augusto Pinochet portò alla fine del governo Allende, in Italia si
ebbe un forte impaIo emo?vo: Alessandro Santoni ha affermato che tale impaIo
non sarebbe potuto essere più forte in nessuna altra società per via del faIo che
l’Italia dei primi anni SeIanta era «già di per sé inquieta e profondamente
poli?cizzata,[e]resaulteriormentericesva»dalleminacceautoritariechedallafine
deldecennioprecedenteincombevanosulleis?tuzionirepubblicane .Apar?redal1275
fallimentomanumilitaridelgovernoAllendeilPCIimposeifasdelCilealcentrodel
dibasto nazionale, meIendo in moto un’importante macchina organizza?va e di
propaganda, anche a livello culturale, ineditaperuneventodi poli?ca estera. Esso
perònonfuinterpretatosemplicementecometale:findal12seIembredallepagine
de«l’Unità»ildrammacilenovennepresentatocomeuna«lezione»adusodipoli?ca
interna .Semanmano ilpar?toprendeva ledistanzerispeIoaquellocheaveva1276
indicato come un suo modello, il Cile venne trasformato – e così andò
sedimentandosi nell’immaginario collesvo della sinistra italiana – come un’«arma
poli?ca» . E fu a par?re proprio dalle sollecitazioni cilene che il PCI elaborò1277
un’importante svolta poli?ca che venne presentata ai suoi militan? e all’opinione
pubblicada EnricoBerlinguer, a capodel par?todaun anno, aIraverso tre ar?coli
apparsidilìabrevesutrenumericonsecu?vidi«Rinascita».
Insistendosullaportataglobaledeifascileni,Berlinguersirichiamavaadessi
perché rappresenta?vi di una serie di elemen? che gli stava a cuore soIolineare,
comeadesempiolaresponsabilitàdell’imperialismoamericanonelgolpeeilpericolo
dello scivolamento verso destra della Democrazia Cris?ana. Le analogie tra caso
cileno e italiano permeIevanoperò a Berlinguer in par?colare di invocare «unpiù
generalerisvegliodellecoscienzedemocra?che,esopraIuIoun’azioneperl’entrata
A.Santoni,IlPcieigiornidelCile:alleoriginidiunmitopoli1co,Carrocci,Roma2008,p.174.Siveda1275
anche A. Mulas, Allende e Berlinguer: il Cile dell’Unidad Popular e il compromesso storico italiana,Manni,Lecce2005;F.Barbargallo,EnricoBerlinguer,Carrocci,Roma2006,pp.183-191.
Franco De Felice ha rimarcato come la poli?ca estera fu parte estremamente qualificante del1276
progeIopoli?codelPCIsoIoladirezioneBerlinguer:F.DeFelice,Nazioneecrisi:lelineedifra.ura,inStoria dell’Italia repubblicana,vol. III/I, L’Italia nella crisimondiale. L’ul1mo ventennio,Einaudi, Torino1996, pp. 50-51. La stessa linea interpreta?va si trova in S. Pons,Berlinguer e la finedel comunismo,Einaudi, Torino 2006, dov’è asserito che il ruolo e la proposta poli?ca di Berlinguer sarebberoincomprensibiliselesnellasoladimensioneitaliana.
A.Santoni,IlPcieigiornidelCile,cit.1277
�268
secondaparte:ProgeÅ
incampodinuoveforzedispostealoIareconcretamentecontrol’imperialismoela
reazione» .Ciòacuiilleadercomunistaitalianomiravaeradi«trarredallatragedia1278
poli?cadelCileu?liinsegnamen?rela?viaunpiùampioapprofonditogiudiziosiasul
quadro internazionale, sia sulla strategia e tasca del movimento operaio e
democra?co in vari paesi» tra i quali l’Italia . Secondo Berlinguer, si doveva1279
derivarelalezionedi«teneresaldamentenellenostremanilacausadelladifesadelle
libertàedelprogressodemocra?co,[…]evitareladivisionever?caledelpaesee[…]
impegnarci con ancoramaggiore decisione, intelligenza, pazienza a isolare i gruppi
reazionari e a ricercare ogni possibile intesa e convergenza tra tuIe le forze
popolari» . Già l’anno precedente, sempre su «Rinascita», Berlinguer aveva1280
rimarcato l’opportunità di una cooperazione tra «le tre grandi tradizioni popolari:
comunista, socialista e caIolica»; tale linea era stata approvata nel corso del XIII
congresso del par?to . Nel terzo ed ul?mo ar?colo Berlinguer si propose di1281
specificareche in Italiaunacoalizionedi sinistracheavesse raggiuntoanche il51%
dei vo? e della rappresenta parlamentare non avrebbe avuto garanzia di successo:
eradatenerinconsiderazione,cosacheipar??comunis?nonsempreavevanofaIo,
checisitrovavanelbloccodominatodagliSta?Uni?.Daevitare,vistaladramma?ca
esperienzacilena,eradunqueadeIadiBerlinguerlacontrapposizionediun’unitàdi
sinistra a «un blocco di par?? che si situa[va]no dal centro fino all’estrema
destra» . Ai fini di portare avan? «una poli?ca di rinnovamento democra?co»,1282
Berlinguerarrivavainfineaproporreunanuovastrategiapoli?cachedefinìcomeun
«nuovo grande ‘compromesso storico’ tra le forze che racco[glievano] e
rappresenta[va]no la grande maggioranza del popolo italiano» . Nell’avanzare1283
questaproposta,richiamavainominonsolodiGramscieToglias,maanche–inun
rarissimorimandochedasolo,comehasoIolineatoDonaldSassoon,stavaaindicare
undecisivointentoinnova?vo–Lenin .ErasopraIuIosullaguerradi liberazione1284
an?fascista però e in par?colare sulla svolta di Salerno che Berlinguer insisteva
perchélì–diceva–sieraespressala«volontàdelpar?tocomunistadifareicon?con
tuIa la storia italiana, e quindi anche con tuIe le forze storiche (d’ispirazione
E.Berlinguer,ImperialismoecoesistenzaallalucedeifaÅcileni,in«Rinascita»,28seIembre1973,1278
p.4(3-4).
Ibid.1279
Id.,Viademocra1caeviolenzareazionaria,in«Rinascita»,5oIobre1973,p.3(3-4).1280
Sullacon?nuitàtra lapropostadiBerlinguernell’ar?colodel1972egliar?colidel1973sivedaD.1281
Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,pp.666-667.
E.Berlinguer,Alleanzesocialieschieramen1poli1ci,ivi.,12oIobre1973,p.4(3-5).1282
Ivi.,p.5.1283
D.Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,p.667.1284
�269
quintocapitolo:…ediGramsci
socialista,caIolicaedialtreispirazionidemocra?che)cheeranopresen?sullascena
delpaeseechesibaIevanoinsiemeanoiperlademocrazia,perl’indipendenzadel
paeseeperlasuaunità» .L’an?fascismodunquevenivaindicatocomeilmodelloa1285
cui rifarsi, «esempio di concordia tre le par?» di nuovo indispensabile per
fronteggiarelepeggiorievenienze .1286
LapropostacheBerlingueravanzavaperilcontestopoli?coitalianosiinseriva
in un progeIo poli?co più ampio che valicava i confini italiani e dal quale il
«compromessostorico»nazionaletraevacredibilitàelegismazione.Apar?redal’68
cecoslovacco, da quando cioè era diventato par?colarmente difficile riassorbire i
dissensi rispeIoalla linea sovie?ca, si era intensificatoall’internodelPCIun lavoro
teorico volto a un rinnovamento, sen?to quale obbligatorio, del comunismo che si
voleva aIuare ricercando all’interno della stessa tradizione comunista le risorse
culturaliepoli?chenecessarie.GiànelcorsodelXIIIcongressodelPCInelmarzodel
1972 i ver?ci del par?to – in par?colare Berlinguer eGiorgioAmendola – avevano
insis?tosull’opportunitàdi lavorareadunastrategiapoli?cainternazionale,chenon
era più da intendersi nei caraIeri tradizionali della cultura internazionalista
comunista, ma che voleva piuIosto essere una risposta alla crescente
«interdipendenza europea e globale» . Sulle pagine di «Rinascita», a par?re da1287
quel congresso, era stato poi messo a fuoco il quadro di riferimento dell’agenda
poli?ca del PCI: era all’interno dell’Europa che i comunis? italiani proponevano di
ragionare per elaborare una nuova strategia per il socialismo all’Ovest .1288
L’esperienzadelCilediventavaunrichiamofunzionaleancheperquestapiùgenerale
propostaberlingueriana: il casocilenoservivacioèa sollecitareun’iden?tàcomune
traleforzechesifacevanopromotricidiunsocialismoriformatorispeIoalmodello
sovie?co e dell’Europa orientale . Si traIava di una proposta che Berlinguer, a1289
quaIromesidalgolpecileno,miseall’ordinedelgiornoinunaconferenzatenutasia
Bruxelles tra i par?? comunis? dell’Europa occidentale quando esplicitò l’orizzonte
«europeista» a cui il suo par?to mirava, nel tenta?vo di creare un’alleanza e un
movimento poli?co tra i par?? comunis? occidentali. La conferenza di Bruxelles
rappresentò, nonostante le non poche distanze che emersero tra le posizioni dei
diversi par?? partecipan?, la prima tappa di ciò che andò definendosi negli anni
E.Berlinguer,Viademocra1caeviolenzareazionaria,in«Rinascita»,5oIobre1973,p.3(3-4).1285
S. Lupo,Par1toean1par1to:una storiapoli1cadellaprimaRepubblica (1946-78),Donzelli,Roma1286
2004,p.250;G.Crainz,Ilpaesemancato,cit.,pp.449-450.
S.Pons,Berlinguerelafinedelcomunismo,Einaudi,Torino,p.XIV.1287
D.Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,p.666.1288
A.Santoni,IlPcieigiornidelCile:alleoriginidiunmitopoli1co,cit.,p.197.1289
�270
secondaparte:ProgeÅ
immediatamentesuccessivicomeeurocomunismo,cioèun’intesaprincipalmentetra
i par?? comunis? italiano, francese e spagnolo volta a riformare la tradizione
comunista in una linea autonoma e differente rispeIo alla declinazione sovie?ca e
cinese.
Dopo anni di marginalità e di «dignitoso immobilismo» , il PCI con la1290
proposta del «compromesso storico» in un’agenda sempre più volta all’Europa
tornava al centro della vita poli?ca italiana e internazionale: la cosa non doveva
lasciareindifferenteHobsbawm.QuellocheBerlinguerproponevadovevaapparireai
suoi occhi come un nuovo esperimento poli?co, tanto più affascinante perché
nascevadalleceneridiquellocileno.HobsbawmdopotuIo,sebbenedall’iniziodegli
anni Sessanta fosse proieIato maggiormente verso le vie la?noamericane al
socialismo,avevamantenutounacostanteaIenzioneversolarealtàpoli?caitaliana.
Ametàdegli anni Sessantanel già ricordato intervento cheaveva tenutoallaMarx
Memorial Library, ragionando sulla fine della natura unitaria e monoli?ca del
comunismo,avevaavver?tocheseppurdifficileeranecessario«chiedersiselenostre
idee sulla funzione dei par?? comunis? nell’avanzata verso il socialismo non
[dovessero], in cer? casi, essere ripensate» . Rifacendosi all’autorità di Lenin per1291
legismareunatalecri?ca,avevainvitatoa«entrareinnuoviterritori»eaelaborare
una «discussione teorica» che rompesse con «le impostazioni del passato». Come
modellodiquestoripensamentoavevapropostodiguardarealdibastocheinquegli
stessiannisistavasvolgendoinsenoalPCI.Avevainvitatoachiedersi,«comeviene
suggeritodaunadiscussioneinaIonelpar?tocomunistaitaliano,selafraIuratrai
par??comunis?eipar??socialdemocra?ci,chesièverificatadopoil1914,siaoggi
ancoragius?ficabile in cer?paesi» . Siera traIatodiunchiaro rimandoalle tesi1292
cheGiorgioAmendola,prendendoaIodelfallimentodelcentro-sinistraedeglistessi
insuccessi comunis?, stava dibaIendo tra il 1964 e il 1965 su «Rinascita»,
proponendo un rinnovamento del PCI nel contesto di una riunificazione dell’intera
sinistra italiana,nonsolocomunistaesocialistamaancheazionista, inmododafar
fronteinunospiritopluralistaainuoviscenaripoli?ciesociali .Hobsbawmnonera1293
solo al corrente delle innova?ve proposte di Amendola che valicavano gli orizzon?
tradizionali del PCI, ma le richiamava in sede di dibasto come modello a cui i
P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi,cit.,p.465.1290
E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,cit.,p.144.1291
Ivi.,p.145.1292
M.L.Salvadori,Lasinistranellastoria italiana,Laterza,Roma-Bari2001,pp.162-165;D.Sassoon,1293
TheStrategyoftheItalianCommunistParty.FromtheResistancetotheHistoricalCompromise,FrancesPrinter,Londra1981,pp.220-223;G.Amyot,TheItalianCommunistParty.TheCrisisofthePopularFrontStrategy,CroomHelm,Londra1981,pp.67-72;162-169.
�271
quintocapitolo:…ediGramsci
comunis? britannici potevano rifarsi in quanto «ques? problemi non possono più
essereevita?,chiudendogliocchiallorocospeIo» .1294
Se la posizione amendoliana, non recepita dal PCI e che era costata ad
Amendola una revisione autocri?ca, aveva aIraIo l’aIenzione di Hobsbawm, la
propostachedieciannidopoBerlingueravanzavadovevaconfermareaisuoiocchila
capacità proposi?va e la vitalità del comunismo italiano; doveva anche richiamare,
come vedremo, alla sua mente alcune parole e momen? chiave della propria
adesionecomunistaeanchedellasuavicinanzaalPCI.DovevatraIarsi inoltrediun
proposta che lo interessava per il faIo che nasceva da considerazioni di stampo
transnazionale, sollecitate tanto dalla tragedia che si era consumata a San?agodel
Cile,quantodaquellachealcunianniprimaavevaavutoluogoaPraga.SeinCileera
stato assassinato un laboratorio di socialismo, qualcosa di analogo era successo
anche in Cecoslovacchia, dove nel 1968 aveva preso forma un socialismo
«democra?c,pluralist,na?onal,stableandefficientand,incidentally,withdueregard
for the interestsof theURSS» . Il «Czechexperiment», come loavrebbedefinito1295
Hobsbawm, doveva averlo entusiasmato per via del faIo che si era caraIerizzato
come un tenta?vo – inaspeIatamente proveniente dalle sfere dirigen? del Par?to
comunista cecoslovacco – di rinnovamento del socialismo verso un «pluralismo
tollerante».L’entratadeicarriarma?sovie?ciinCecoslovacchiaelasoppressionenel
sangue della Primavera di Praga avevano lasciato Hobsbawm «disperato ed
incredulo» . Se, come si è visto, nel 1956 aveva assunto un aIeggiamento1296
controversoneiconfron?dell’interventosovie?coinUngheria,nel1968inlineacon
la presa di posizione del CPGB Hobsbawm ne prese le distanze. Ne è un chiaro
sintomolastruIuracheneglianniappenasuccessiviegliassiemealrestodell’Einaudi
diedeallaStoriadelmarxismo,nellaqualevennerocoinvol?,comesièvisto,molte
figurediintelleIualicecoslovacchioppositoridellalineafilosovie?ca.Hobsbawmera
d’altrondeamicopersonaledimol?dissiden?chesieranorifugia?inGranBretagnae
che,comeadesempioAntoninLiehm,eranodiventa?sostenitoridel«socialismodal
voltoumano»diDubček.Ragionandoretrospesvamentesul1968avrebbedeIoche
l’intervento sovie?co aveva segnato «la fine del ruolo di Mosca come guida del
movimentocomunistainternazionale» .1297
E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,cit.,144-145.1294
Id.,1968.Aretrospect,in«MarxismToday»,1978/7,p.135(130-136).1295
E.Hobsbawm,L’annoimprobabile,in1968.Unannonelmondo.MagnumPhotos,Art&,Tavagnacco1296
1998,p.8(8-10),Catalogodiunamostrai?nerantedal?tolooriginario1968.magnumdannolemonde.
E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.467.1297
�272
secondaparte:ProgeÅ
DifronteauntalepanoramaHobsbawmdoveIeguardareconentusiasmoe
anche con sollievo alla riflessione teorica che i comunis? italiani fecero, sollecita?
propriodalfallimentodeiprincipaliepiùinnova?vilaboratorisocialis?emersitrala
finedeglianniSessantaeiprimianniSeIanta,arrivandoaelaborareunavianuovaal
socialismo. Quello di Berlinguer doveIe sembrargli non solo la conferma della
capacità di cambiamento che già in altri momen? di sofferenza del movimento
comunista internazionale aveva potuto riscontrare nel PCI, ma doveIe apparirgli
sopraIuIounprogeIodirilanciodelcomunismointernazionale.Se inqueglistessi
anni Hobsbawm poteva assistere anche in Gran Bretagna a una forte ripresa del
dibasto interno al CPGB (la fine del governo conservatore di Edward Health e il
ritornodiungovernominoritariolaburistaavevanoaIualizzatodomandesull’iden?tà
poli?cacomunista )cheperònonera ingradodi tradursi in innovazionipoli?che1298
reali anzi era sempre più direIo verso una paralisi della capacità di inizia?va
poli?ca , in Italiapoteva invecevedereunesperimentoche lasciavabensperare.1299
Negli anni in cui Berlinguer si faceva artefice del rilancio del proprio par?to,
Hobsbawmriprendevaunostressorapportoconl’ItaliaaifinidelprogeIodellaStoria
delmarxismo:eglidunqueaveval’opportunitàdiseguireinpresadireIa,aIraversola
lentedegliambien?einaudiani,l’impulsodinamicochestavaperinves?relasocietà
italianaeifruschelapoli?cadiBerlinguernontardòaportarealPCI.Tragliscambi
epistolaricheavevanocomeprimoobiesvoilprogeIodellaStoriadelmarxismosi
riscontrano degli sporadici ma chiari rimandi dell’intensità con cui gli intelleIuali
comunis? italianistavanovivendo ilnuovoprotagonismodelpropriopar?to.Sipuò
adesempiocoglierequestafibrillazioneinuntelegrammainviatodaCorradoVivan?
a Ernesto Ragionieri sul finire del 1974 che recitava: «Nostro est grande par?to
splendida relazione Berlinguer che invio [a] Eric [Hobsbawm] e Franz [Marek]» .1300
Pochi mesi prima lo stesso Vivan? aveva comunicato di persona a Hobsbawm la
viIoria del referendum sul divorzio, sperato preludio di una poli?ca di riforme
radicali,aggiungendochelaviIoriaeleIoraleaveva
dato un colpo a varie velleità autoritarie e reazionarie. Ora, però, la situazione
economicasistadelineandotaledacos?tuireunaseriaminaccia,nésisentedaparte
J.Challagan,Bri1shCommunism,cit.,p.236.1298
A. Agos?,Bandiere rosse, cit., p. 273; G. Andrews,Endgames andNew Times. The Final Years of1299
Bri1shCommunism1964-1991,LawrenceandWishart,Londra2004;Id.,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunism:ABriefEncounter,inF.DiPalma,W.Muller(acuradi),KommunismusundEuropa: Europapoli1k und -vorstellungen europäischer kommunis1scher Parteien im Kalten Krieg,FerdinandSchöningh,Paderborn2016,pp.221-240.
AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cart. 170, fasc. 2525, Telegramma di C. Vivan? a E.1300
Ragionieri,11dicembre1974.
�273
quintocapitolo:…ediGramsci
dichigovernaunavolontàd’interventoabbastanzaseriaedecisa.Cometudicevi:ola
destra o il caos. Ma la nostra strada sarebbe stata una destra con aspersorio e
manganello;assaipeggiodiGiscard .1301
Quando nel giugno del 1975 cinque regioni e le principali ciIà della penisola si
dotarono di una giunta di centro-sinistra e Renato Zangheri, suo amico, veniva
riconfermato sindaco di Bologna l’entusiasmo doveIe essere ancora maggiore .1302
Alle elezioni poli?che dell’anno successivo, quando un altro amico di Hobsbawm–
RosarioVillari–venivaeleIoinparlamento,ilPCIraggiunsel’apicedelsuoconsenso
eleIorale. Ciò che Berlinguer aveva proposto nel 1973 a par?re dai fas del Cile,
avanzandoun’analisicheHobsbawmlamentavamancasseinvecetraaltreforzedella
sinistra europea, aveva portato a una «impetuosa avanzata» del PCI. Agli occhi di
Hobsbawml’ItaliadoveIedunqueconfigurarsicomeunlaboratoriopoli?cocapacedi
oltrepassare iparadigmidellaguerra freddaediproporre,nelmomento incuialtri
esperimen?di socialismoa cui egli avevabenguardatoerano falli?, unanuova via
verso un socialismo democra?co e riformato, che si diceva pronto per le sfere di
governo: le viIorie eleIorali sembravano dimostrare la sua realizzabilità. Un
laboratoriopoli?co inoltre in cui lui, intelleIualemarxista emilitante comunista, si
sen?va di dover partecipare asvamente: si apriva così un nuovo straordinario
periododiimpegnoedipassionepoli?ca.
Ivi.,Corrispondenzaconautori stranieri,Secondaserie,cart.8, fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1301
Hobsbawm,
InpiùoccasioninegliannisuccessiviHobsbawmparlòinInghilterradellegiunterosseitalianecome1302
delmiglioreesito raggiuntodallapoli?cadelPCInel suo«special threat to thewesternwayof life»edallasualineafaIadi«honestyandvaluesofciviliza?on».E.Hobsbawm,Foreword,inD.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommunistParty,cit.,p.IX(IX-XI);Id.,TheStateoftheLefinWesternEurope,in«Marxism Today», 1982/10, p.11 (8-15); tradoIo in italiano: Lo stato della sinistra nell’EuropaOccidentale,in«Cri?camarxista»,1983/1,pp.73-87.
�274
secondaparte:ProgeÅ
5.2.Unnuovofrontepopolare
Il rinnovamento dell’iden?tà e della linea poli?ca che Berlinguer aveva
deIato al suo par?to manteneva fede, rinnovandoli, ad alcuni nodi chiave della
militanzacomunistadiHobsbawmnonchédellasuavicinanzaalPCI.Loscenarioche
Berlinguer proponeva era un tenta?vo di ripresentare l’immediato secondo
dopoguerra quando il PCI, sulla scia dell’unità resistenziale, era diventato parte
dell’area governa?va di unità nazionale. L’idea provocatoria di un «compromesso»
connotato però come «storico» stava a indicare proprio la con?nuità dal secondo
dopoguerradegliaIoripoli?ci incampo; l’antecedentestoricoacui richiamarsiera
infas stato individuato nella svolta di Salerno e nei governi immediatamente
postbellici. Cosa che voleva rimarcare anche l’ispirazione togliasana di tale linea
poli?ca . Fu un richiamo a cui Hobsbawm doveIe mostrarsi par?colarmente1303
sensibile. Era statoproprio inTogliasenellaprospesvapoli?cada lui delineataa
par?re dai fas del 1956 che Hobsbawm, nel momento del suo più forte
disorientamento poli?co, aveva potuto individuare un importante punto di
riferimentoall’internodelmovimentocomunistainternazionale.All’epocailPCI,pur
ribadendo una forte con?nuità con il passato, aveva proposto la strada del
policentrismo. Ora la strategia di Berlinguer doveIe essere interpretata da
Hobsbawm come un passo avan? nel lavoro teorico iniziato da Toglias . Come1304
nellasecondametàdeglianniCinquanta, ilPCIsimostravadinuovoarteficediuna
vivacità assente in qualunque altro par?to comunista europeo; agli occhi di
Hobsbawmdovevaessere individuato comeun’avanguardiadella riflessione teorica
comunista e come una forza capace di assumere un ruolo mai trascurabile nella
poli?canazionale .1305
InsecondoluogolapropostadiBerlinguerdoveIepiacereaHobsbawmper
viadelfaIochetrovavailsuocementoideologiconell’unitàdelleforzean?fasciste.
Dialogando nel 1975 conGiorgioNapolitanoHobsbawmavrebbe affermato che un
importantelascitodellaResistenzaedelperiodosuccessivoallaliberazioneerastato
ilfaIochelaloIaan?fascistaavevapermessoagliitalianidinonportare«ilpesodi
M.Flores,N.Gallerano,SulPCI,cit.,p.238.1303
DonaldSassoonnel suo libro sulla strategiadelPCIdaldopoguerraagli anniSessanta, che scrisse1304
soIo la supervisione di Hobsbawm, presentò la linea di Berlinguer come «the logic conclusion ofToglias’spolycentricvision».D.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommnuistParty,cit.,p.213.
G.Napolitano,IntervistasulPCI,cit.,p.24.1305
�275
quintocapitolo:…ediGramsci
essere sta? fascis?» . Era questo un aspeIo che aveva colto fin dalle sue prime1306
visite in Italia:aCan?mori,adesempio,avevachiestodiprocurargliunodeivolumi
che Einaudi aveva pubblicato sulla Resistenza europea, raccogliendo le leIere dei
condanna?amorte; leavevatrovatemoltotoccan? .Avent'annididistanzauscì1307
un altro libro, sempre italiano seppur dal genere e dai toni diversi, che lo colpì
par?colarmente:invecchiaiaricorderàUnasceltadivita ,l’autobiografiadiGiorgio1308
Amendola, con commozione e s?ma . In esso verosimilmente Hobsbawm aveva1309
potuto vedere messa a fuoco, aIraverso il percorso individuale e familiare
dell’autore, la pra?ca dell’an?fascismo da pun? di vista generazionali e poli?ci
differen?,dovecomunquerestavamarcataladiversitàsulpianomoraleoltrechesu
quellopoli?codeicomunis?;sitraIavadiunlibrochenonacasoerastatodatoalle
stampeallametàdeglianniSeIanta .1310
LaloIacontroilfascismoacuiHobsbawmavevapartecipatoasvamentedurantegli
anni universitari era rimasta nella sua memoria come un elemento di grande
importanza: l’an?fascismo si era andato sedimentando come un valore essenziale
della sua iden?tà e della sua militanza comunista. Ritrovare ora quelle parole e
quell’orizzontepoli?cocomebaseecementodiunnuovoprogeIo,il«compromesso
storico», volto ad arginare le forze reazionarie doveIe riportare alla mente di
Hobsbawmglianniincuieglileavevasperimentateinprimapersona.Nel1976,nel
quarantesimo anniversario dei fron? popolari in Francia e in Spagna, Hobsbawm
firmavaper«MarxismToday»unar?colochesiproponevanontantodidelineareun
ricordo commemora?vo di quell’esperienza storica, quanto piuIosto di mostrarne
l’aIualitànellapra?capoli?cacontemporanea,facendoriferimentoesplicitoalcoevo
contestoitaliano .Lapoli?cadeifon?popolari,sebbenefossefallitainSpagnaein1311
Francia e poi nei governi di unità nazionale postbellici così come – proseguiva
Hobsbawm – in Cile, manteneva una par?colare importanza e validità: non solo
perché grazie ad essa era stato possibile per i comunis? superare quello che ora
Ibid.1306
SNS, CDC, LeIere di E. Hobsbawm a D. Can?mori, 16 novembre 1954 e 13 dicembre 1954. P.1307
Malvezzi,G.Pirelli(acuradi),Le.eredeicondanna1amortedellaresistenzaeuropea,prefazionediT.Mann,Einaudi,Torino1954.
G.Amendola,Unasceltadivita,Rizzoli,Milano1976.1308
E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.149.1309
Sulboomautobiograficotra iquadridelPCIapar?redall’iniziodeglianniSeIantaesulruoloche1310
Amendola,coluichepiùspingevaversol’entratanelgovernodelsuopar?to,vigiocònell’interpretarleafinipoli?cisiveda:A.Casellato,GiuseppeGaddi,cit.,pp.164-167.
E.Hobsbawm,FortyYearsofPeople’sFront, in«MarxismToday»,1976/6,pp.221-228; riproposto1311
con leggerissimemodifiche e con il ?tolo Fify Years of People’s Front, in J. Fyrth (a cura di),Britain,FascismandthePopularFront,Lawrence&Wishart,London1985,pp.235-250.
�276
secondaparte:ProgeÅ
Hobsbawm definiva il «suicial sectarism» imposto da Mosca , ma anche e1312
sopraIuIoper ilmessaggio che essa promuoveva: «unity the core» , scriveva. I1313
fron?popolarieranodaintendersi–spiegava–inuna«unitàdicentriconcentrici»:il
fronte di un’unità del movimento operaio rappresentava la base di un più ampio
frontepopolarean?fascistaalivellonazionaleequindidiunulteriorefrontepopolare
internazionale.Eraall’unità che i socialis?, scriveva,dovevanomirare: la tascache
piùdellealtresieramostratavincenteechepiùfacevapauraagliavversarinonera,
terminava Hobsbawm, quella rivoluzionaria, bensì «the strategy of the broader
alliance», «the sort of strategy first systema?cally adopted by the interna?al
Communistmovement in the 1930s» . Era a questa linea poli?ca che i socialis?1314
dovevano rifarsi ricordando – concludeva con un chiaro rimando al Cile e facendo
riferimentoall’analisicheneavevatraIoBerlinguer–dinon«fallingintothetrapof
arithme?c» . Se solo pochi anni dopo ragionando sullo stato della sinistra1315
occidentaleavrebbedeIo–facendoilnomeerichiamandoitempidiToglias–che
non si poteva più fare poli?ca aIraverso la nostalgia , il filo rosso che ora1316
Hobsbawm inveceandavadipanandoinquest’ar?colo,che in?tolavaFortyYearsof
People’sFront,par?vadaTogliaseDimitrovearrivavaaBerlinguer.Sel’antecedente
del «compromesso storico» poteva risalire fino alla svolta di Salerno,Hobsbawm–
comealtri storicicomunis? italiani – individuò ilpuntod’originedi talestrategia1317
nel VII congresso del Comintern. L’esperienza personale che lo aveva portato a
sperimentareinprimapersona,organizzandoancheiradunidellaRMEaPariginegli
ul?mianniTrenta, lapoli?cadel frontepopolaree laminacciadellaguerra fascista
doveva ora riemerge, evocando «un clima, unamentalità, un costume poli?co» 1318
che diventavano parole chiave per l’aIualità. Per il terzo volume della Storia del
marxismo in un saggio incentrato sugli intelleIuali e l'an?fascismo scriIo tra anni
SeIantaeanniOIanta,HobsbawmavrebbedeIoche«[l]aminacciadelfascismoera
tuI’altrochelimitataallasferapoli?ca.[…]Rifiutaval’interaereditàdell’illuminismo
seIecentesco, e con esso tus i regimi na? dalle rivoluzioni americana e francese,
Ivi.,p.222.1312
Ivi.,p.223.1313
Ivi.,p.228.1314
Ivi.,p.227.1315
Id,TheStateoftheLefinWesternEurope,in«MarxismToday»,oIobre1982,cit.,p.14.1316
S. Lupo,Par1to e an1par1to. Una storia poli1ca della prima Repubblica,Donzelli, Roma 2004, p.1317
250-251.
A.Agos?,BandiereRosse,cit.,p.92.1318
�277
quintocapitolo:…ediGramsci
non meno che da quella russa» . Imprescindibile quindi era stata l'unità1319
an?fascista.Ricostruendoifrangen?dellasecondaguerramondialenelSecolobreve
lidefiniràcomepartediuna«guerracivileideologicainternazionale» .1320
Dovevaavervissutoanchelaguerrafreddainques?termini,comeunaprosecuzione
cioèdiunconfliIotraforzedellatrasformazionesocialeeforzedellaconservazione.
Nei primi anni Cinquanta un agente del MI5 s?lando un reportage su Hobsbawm
avevaannotatocheall’internodegliambien?comunis?londinesisilamentavailfaIo
che egli fosse «thoroughly out of date with his Communism and was s?ll in the
‘popularfront’era» .Probabilmenteancheperquestomo?vo,quand’eragiuntoin1321
Italia per la prima volta doveva essere rimasto par?colarmente colpito da ciò che
alcuni anni dopo avrebbe definito come «the long dura?on of the united front
betweensocialistsandcommunistsfrom1934tothemiddle1950s» ,un’unitàche1322
inGranBretagnanonpotevainvecepiùtrovare .1323
Il ricordo posi?vo del periodo del fronte popolare eramolto diffuso tra gli
amici inglesi diHobsbawm: anche chi, comeEdwardP. Thompson, aveva lasciato il
CPGB nel 1956 avrebbe con?nuato a difendere ilmovimento comunista degli anni
TrentaeQuarantaper il suo«contenutoprofondamentedemocra?co» ;allafine1324
degli anni SeIanta Thompson si sarebbe definito un «comunista impenitente del
periodo della seconda guerra mondiale», quando «c’era una grande solidarietà
internazionale» e «un’enorme self-ac?vity» . Qualcosa di simile doveva provare1325
ancheHobsbawm:alsuoallievoeamicoDonaldSassoondiràcheluisierasen?toper
tuIa la vita «aPopular FrontCommunist» . Comeha soIolineatoAldoAgos? le1326
parolechiavepropriedellastagionedeifron?popolarisieranoandatesedimentando
nella memoria individuale e collesva dei comunis? e della sinistra europea,
riapparendoannidopocomeideeforza.L’an?fascismoneglianniSeIantadiventava
quindi il «cemento di una nuova, più larga unità delle forze raccolte nello sforzo
E.Hobsbawm,Gliintelle.ualiel’an1fascismo,inid.(acuradi),StoriadelMarxismo,vol.III,tomoII:1319
Dallacrisidel’29alXXCongresso,cit.,p.447.
Id.,IlSecolobreve,cit.,p.175.1320
NAL,MI5-EHF, KV2/3982, Report su carta intestata SIME General Headquarter,Middle Esat Land1321
Forces,19oIobre1953.
E.Hobsbawm,DanielL.Horowitz,TheItalianLaborMovement,cit.p.41.1322
Il Par?to comunistabritannicodopoaver raggiunto il suoapiceeleIoralenel1945avevaassunto1323
infasunaposizionesemprepiùcri?caversoigovernilaburis?.
E.P.Thompson,Fuoridellabalena,inId.(acuradi),Fuoridall’apa1a,cit.,p.145.1324
Storia,culturaemovimen1:unaintervistaconE.P.Thompson,acuradiN.GalleranoeM.Salva?,in1325
«Ombrerosse»,cit.,pp.55-56.
D.Sassoon,EricHobsbawm1917-2012,in«NewLeâReview»2012/77,p.38.1326
�278
secondaparte:ProgeÅ
comune di difendere la democrazia e insieme di ripensarla in termini nuovi» .1327
HobsbawmvedevanellapropostadelPCIunariaIualizzazionediquestapoli?ca.
Nel1977rivolgendosiaileIoridel«Time»affermavacontrasportochelasua
posizione era «closest to Eurocommunism» . A pochi anni da quando (1969) a1328
Moscasieratenuta l’ul?magrandeconferenzadeipar??comunis?, inuntenta?vo
da parte dell’URSS di riaffermare il proprio ruolo di guida internazionale rivelatosi
però un «involucro vuoto» , il PCI si faceva portavoce e artefice di una sorta di1329
«missione transnazionale», in cui Berlinguer si proponeva di combinare l’elemento
nazionale con quello europeo, finendo per avanzare una concezione nuova di
internazionalismo . La «prospesva europea transnazionale», come Hobsbawm1330
l'avrebbedefinitaalcuniannidopoconversandoconAchilleOccheIo,glisembròuno
dei «più posi?vi e concre?» aspes della proposta poli?ca del PCI. «Gli italiani –
avrebbedeIo–sempre[…]hannocompresoinmodomoltopiùchiarolaprospesva
diciamo della soprannazionalità europea, e sono molto contento che il PCI ha
riconosciutochequalsiasipoli?caprogressistanonsipuòfareinscalanazionale» .1331
Negli anni ’70 prendendo ormai aIo delle debolezze e dello sviluppo nega?vo del
socialismo sovie?co , Hobsbawm esplicitava il proprio disorientamento di fronte1332
allaperditadelprimatomoscovitanelmovimentocomunistainternazionale;sidiceva
«molto triste»per il faIochenonesistessepiùun forumdidiscussionecomunista
internazionale«resopressochéimpossibile,perilmomento,dallascissionetrarussie
cinesi» . Ora che l’unità del movimento comunista era venuta meno e la guida1333
sovie?ca era solo una finzione, la proposta di Berlinguer doveIe in altre parole
sembrargli un nuovo progeIo di internazionalismo, democra?co e indipendente.
Hobsbawm vedeva di buon occhio – la definiva «logic[a]» – la spinta verso un
orizzonte sovranazionale chepotessemeIere in comunicazione «gruppi regionali»,
A.Agos?,BandiereRosse,cit.,p.93.1327
MRC, EHP, WriIen Material about Hobsbawm, Interviews and ar?cles, Draâs/proof copies and1328
transcripts:onEurocommunismfor«Time»,1977,(937/8/1/2)
Ivi.,p.267.1329
D.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommunistParty,cit.,p.217(213-218).1330
MRC,EHP,Publica?ons,MarxismToday,Ar?clesandtranscripts,DasloscriIodellasbobinaturadella1331
registrazionedell’intervista,poiapparsaconil?toloSpliÅngImage,in«MarxismToday»,febbraio1990,pp.14-19.Riprendolacitazionedallabozzaitalianadellatrascrizioneinquantoquelpassaggiononvienepoiripresentatonellaversionedefini?vaeridoIapubblicata(937/4/5/2/4).
Affermavache«abbiamosmessodiesserestalinis?»«permo?vi[…]profondie[…]sinceri»,avendo1332
colto in modo autonomo, dopo il XX congresso del PCUS «che un certo sviluppo dell’URSS è statonega?vo, che non vogliamo noi un socialismo che sia staliniano e non solo perché non è acceIabileall’opinione pubblica». La citazione è traIa da L’eurocomunismo e la transizione lunga dell’Europacapitalis1ca.IntervistaaEricHobsbawm,in«Rinascita»,25marzo1977,p.11(11-13).
Ivi.,p.12.1333
�279
quintocapitolo:…ediGramsci
«senza voler imporre la loro impostazione e farne una ortodossia per gli altri». Si
doveva traIare inoltre di un internazionalismo, quello dell’eurocomunismo a cui il
PCE e il PCF rispondevano, che nelle speranze di Hobsbawm, doveva connotarsi in
terminiampi:
io vedo l’eurocomunismo come un problema generale che non è legato a una
situazione concreta, sia economica che poli?ca, per esempio la crisi aIuale o la
situazione del par?to comunista in Italia in questa epoca. […] Mi pare che
l’impostazionepossaesseremoltopiùgenerale.Essaintantoprendelemosse–diceva
Hobsbawm–dalriconoscimentochel’esperienzastoricadellarivoluzionesovie?canon
sièapplicata,eforsenoneraapplicabilenelsensoleIerale,aunaquan?tàabbastanza
grande di paesi, sopraIuIo sviluppa?. Era necessario un ripensamento,
un’elaborazionedellesituazioniconcrete.Epoiprende lemossedallosviluppo, forse
dovremmo dire dalla generalizzazione dello sviluppo capitalis?co, sopraIuIo
nell’epocadelsecondodopoguerra,adaltripaesi,comeperesempiol’Italiaeinmisura
minorelaSpagna.Perquestolaproblema?cacontenutainquellochesichiamaormai
pacificamente eurocomunismo non è marginale all’Europa, ma abbastanza generale
peripaesisviluppa?diquestocon?nente,edanchecer?altri .1334
Hobsbawm, intervistato da Giuseppe Vacca e da Fabio Mussi circa la natura e le
potenzialitàdell’eurocomunismo, rispondeva insistendopiùepiùvoltesul faIoche
essonondovesse«presentarsicomeuna‘ideologia’regionale»,madovevaspingersi
oltre.
Peresempio:neirappor?trapaesisviluppa?epaesisoIosviluppa?,proprioinquesta
ul?maepocasivannocreandonuovetendenzeenuovepossibilitàchedevonoessere
integratedaun’analisiallostessotempostruIuraleepoli?ca.C’èunacertatentazione
ditrascurareilpianogenerale,diconcertarel’aIenzionesuipaesiindustrialisviluppa?.
EdunquepoidiincapparenelpericolodifarsicaIurareinuna‘rivoluzionepassiva’di
portatamondiale. Badate che è facile, soggesvamente, alla fine pensare: insomma,
ques? indiani sono sempre sta? affama?; non è un problema nuovo quello che li
riguarda.E invecesì.Suscalamondiale il loropesooggièeffesvamentebendiverso
dal passato. Il capitalismo tende a trasferire molte sue operazioni a queste masse
affamate e che costano poco: con conseguenze direIe, per noi. La ques?one
dell’internazionalismo si ripropone in termini forse più concre? ancora, non solo
poli?co-morali, e su scalaplanetaria. […] [I]nsisto sul faIo che l’eurocomunismonon
Ivi.,p.11.1334
�280
secondaparte:ProgeÅ
puòessereun’ideologiaristreIadiunmovimentodipaesisviluppa?.Ilterzomondoè
giàdentroilprimoeilsecondo:nonc’èfron?eratrametropoliecolonia» .1335
Necessario dunque – concludeva Hobsbawm – era affrontare un «grande sforzo
teorico» inmododaperfezionareerenderevincentelastrategiadiquestonuovo1336
frontepopolare.
Ibid.1335
Ivi.,p.13.1336
�281
quintocapitolo:…ediGramsci
5.3.Dall’Italiaall’Europa,almondo
Nell’autunnodel1975glieinaudianichiedevanoadHobsbawmdipartecipare
alla«nostrabaIagliapoli?ca»sulcompromessostorico .Nell’ideadiGiulioEinaudi1337
sisarebbedovutoelaborareun
approfondimento a livello ideologico del problema, che merita di essere analizzato
teoricamente. Se tu, come spero, sarai d’accordo, cercheremo subito di trovar? –
scriveva a Hobsbawm – altri possibili interlocutori di differen? posizioni.
Eventualmente,vorreiallafinesoIoporretuIoilmaterialeachihaconiatolaformula
del ‘compromesso’, anche per s?molarlo a rimediare sviluppi e processi avvenu? da
quandoeglilaproposeneldivamparedellatragediacilena .1338
Atalerichiestanonc’èseguitoarchivis?cochedocumen?unareplicadiHobsbawm
né un esito editoriale che ne tes?moni la sua accoglienza posi?va . La sola1339
domandadiEinaudi,reiteratadaVivan?,ètes?monianzaperòdiquantosimpate?co
dovesse mostrarsi Hobsbawm nei confron? del progeIo poli?co del PCI
berlingueriano. Ne aveva d’altronde dato prova dall’estate di quello stesso anno
prendendoparteainizia?veculturaliededitorialitralorodifferen?,madireIamente
oindireIamentelegatees?molatedalpar?toechealpar?toavrebberocontribuito
aportareun’ecointernazionale.
Nel 1975 venivano da? alle stampe in una nuova edizione i Quaderni del
carcerediGramsci.Valen?noGerratana,che l’avevacurata,definì l’operacome«un
restauro filologico» che avrebbe aperto «la strada a un vero e proprio restauro
teorico»degliscrisgramsciani .SitraIavadiunlavorocheavevaimpegnatoper1340
più di dieci anni la casa editrice Einaudi in collaborazione con il Par?to comunista
italiano e l’Is?tuto Gramsci e che si configurava come una vera e propria
«rivoluzione» . Per questo mo?vo la prima presentazione al pubblico dell’opera1341
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Secondaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1337
Hobsbawm,13oIobre1975.
Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,6oIobre1975.1338
Quest’idea probabilmente trovò realizzazione solo anni dopo nell’analisi ispirata da Asor Rosas1339
all’internodellarivistatrimestraleeinaudiana«Laboratoriopoli?co»,ilcuivolumeII,n.2-3/1982vennededicatoaltemadelcompromessostorico.
V.Gerratana,Laricercaeilmetodo,in«Rinascita»,25luglio1975,p.11(11-13)1340
F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit.,p.203.1341
�282
secondaparte:ProgeÅ
venneprogrammatainunasedeeconunaplateadiriguardo.Il19e20giugno1975,
a quaIro giorni dalla viIoria eleIorale del PCI alle elezioni amministra?ve, si
riunivanopressolasededell’Écolepra?quedeshautesétudesaParigidiversistudiosi
europei. Tra ques? c’erano Jacques Le Joff, che faceva gli onori di casa, Jean
Thibaudeau, Jean Chesneaux, Chris?ne Bucy-Glucksmann, Jean Texier, Régis Debry,
Maurice Godelier, Pierre Nora, Norberto Bobbio, Giulio Bolla?, Cesare Luporini,
Nicola Badaloni, Ruggiero Romano, Corrado Vivan?, Lelio Basso, Leonardo Paggi,
ViIorioStrada,ElsaFubini,SergioCaprioglio,EdoardoSanguine?,ValerioValeri,Italo
Calvino,Massimo Salvadori, Luciano Gruppi. Era un evento per la cui realizzazione
Giulio Einaudi si era impegnato da lungo tempo, acceIando di organizzarlo «lui, e
nonl’Is?tutoGramsci[…]alfine–spiegavaVivan?aHobsbawm–diesserepiùsciol?
da ‘servitù locali’» . La scelta di presentare un’opera italiana in un contesto1342
francese,spiegòGiulioEinaudi,eradeIatadalfaIocheormaiGramscierauscitodai
confini nazionali italiani diventando oggeIo di interesse internazionale. Parigi si
configurava dunque come il luogo ideale per accendere una discussione u?le a
cogliereitrassalien?delpensierogramscianoeassiemepervalutaree«confrontare
– diceva Einaudi – le immagini di Gramsci che oggi si mol?plicano» come una
«moda» . Il relatore a cui venne affidata l'apertura dei lavori fu, su volere dello1343
stesso Einaudi, Hobsbawm: era un incarico che rispecchiava la fiducia che l’editore
provava verso colui che stavadirigendo il progeIodellaStoria delmarxismoe che
ormaierariconosciutocomeungrandestoricoalivellointernazionale.Einaudiaveva
aperto la discussione citando proprio un’affermazione di Hobsbawm che aveva
definitoGramscicome«ilpiùoriginalepensatorecomunistache[avesse]operatoin
Occidente nel XX secolo» . Così recitava l’incipit di un lungo ar?colo in cui1344
Hobsbawm l’anno precedente, muovendo dalla recensione di alcune pubblicazioni
inglesi su Gramsci, aveva presentato il comunista sardo ai leIori della «New York
Review of Books» . Doveva essere stato uno scriIo apprezzato dagli einaudiani1345
tantochevenivapostoinappendiceall’edizioneitaliana,pubblicataproprionel1975
daEinaudi,deIrivoluzionari,unaraccoltadisaggierecensionicri?chediHobsbawm.
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Secondaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1342
Hobsbawm,28gennaio1975.
G.Einaudi,Gramscinuovo,in«Librinuovi»,oIobre1975,p.1.1343
Ibid.1344
E.Hobsbawm,TheGreatGramsci,in«TheNewYorkReviewofBooks»,4aprile1974,pp.39-44,ora1345
conil?toloNotesuGramsci, in id.,Rivoluzionari,cit.,pp.327-350. Ilsaggiovenneaggiuntoalvolumenella suaedizione italiana rispeIoalla primaedizione ingleseuscitanel 1972 (poi 1973, 1974)per laWeidenfeld and Nicolson. Si veda anche AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Seconda serie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?eE.Hobsbawm,28gennaio1975.Iltestoèstatoripubblicatoconil?toloGramsciancheinComecambiareilmondo,cit.,pp.315-333.
�283
quintocapitolo:…ediGramsci
OraaParigi,aprendoleduegiornatedistudio,Hobsbawmriprendevalelineeguida
dell’ar?colostatunitensetracciandounapanoramicastoricasuldes?nodegliscrisdi
Gramscie sopraIuIosoIolineandone l’importanzaassunta, grazieaToglias,nella
elaborazionepoli?caeteoricadelmarxismoitaliano.SeaTogliasandavailmeritodi
aver reso fondante il pensiero di Gramsci nella linea poli?ca del comunismo
italiano , era a qualcun altro che Hobsbawm riconosceva un ruolo altreIanto1346
fondamentale:l’elaborazionestessadelpensierodiGramscierastataresapossibile–
puntualizzava Hobsbawm – dalla generosità finanziaria e dal supporto intelleIuale
chePieroSraffaavevafornitopermol?anniall’amicoincarcerato.L’allusioneaSraffa,
par?colarmenteapprezzatadall’economista torinese ,sedaun latomostracome1347
Hobsbawmsen?sseildoveredirendereomaggioacoluicheloavevaindireIamente
introdoIopiùdivent’anniprimaallaleIuradiGramsciaprendoglileportedell’allora
cos?tuendoIs?tutoaluidedicato,èdall'altraparteindicediunulterioremo?voper
cui Hobsbawm doveIe essere scelto come «relatore ufficiale» della presentazione
parigina. Egli, a differenza dei mol? intelleIuali stranieri che si erano avvicina?
recentemente – anche solo come una «moda», aveva deIo Einaudi – a Gramsci,
dovevapresentarsiagliocchidell’intelleIualitàcomunistaitalianacomeunafiguradi
studiosostraniero–quindigarantedell’internazionalitàchel’eventovolevaesprimere
–cheperòavevaunaconoscenzadi lungadatadeites?diGramsci.Erastatoinfas
unodei primi studiosi stranieri a leggere le opere gramscianenegli anni Cinquanta
giungendoviaIraversoicanalidelPCI;avevapoiportatoavan?quest’interessecome
un punto di riferimento teorico per i suoi lavori storiografici e anche per le sue
riflessionipoli?che.Ciòsucuil’interventopariginodiHobsbawminsisteIefuproprio
«la carriera postuma di teorico marxista di Gramsci». SoIolineandone il rilievo
assuntoneldibastointernazionalecontemporaneo,asserìcheGramscierailfilosofo
che, a differenza di altri, si era faIo dirigente poli?co: «Gramsci è anzituIo la
poli?ca»avevadeIo .Lapresentazionepariginadell’edizionecri?cadeiQuaderni1348
si collocava in un «momento par?colarmente felice del dibasto teorico interno al
par?to»: fu proprio negli anni SeIanta che si verificò un ampliamento tema?co e
Sull’importanzadiTogliasnelladiffusioneenellafortunadegliscrisdiGramsciHobsbawmsarebbe1346
ritornato più volte, scusando «le pecche e le omissioni editoriali» dell'immediato dopoguerra: Id.,Introduzione,inA.Santucci,GramsciinEuropaeinAmerica,Laterza,Roma-Bari1995,p.VI(V-X).
Id.,TheGreatGramsci,in«TheNewYorkReviewofBooks»,4aprile1974,cit.,p.44.Sraffaapprezzò1347
ilgesto:riferìlano?zianellasuacorrispondenzaconlafamigliaGramsci,scrivendocheHobsbawm«micita come Rothschild» (TCA, PSP, C115/5/4,8c) (quest’informazione la devo a Nerio Naldi, che quiringrazio per la sua gen?lezza); scrisse anche direIamente a Hobsbawm per ringraziarlo: ciò si puòcoglieredaunappunto–«scriIoaH.,grazieperallusioneame»–cheSraffa lasciòsulnumerodella«NewYorkReviewofBooks»incuieraapparsol’ar?colodiHobsbawm:TCA,PSP,F1,Fileofar?clesandnewscasngsonGramsci.
Id.,Dall’Italiaall’Europa,in«Rinascita»,25luglio1975,pp.15-16(15-17).1348
�284
secondaparte:ProgeÅ
anche una più marcata libertà teorica in primis a livello filosofico e sull'opera di
Gramsci . Di questo clima Hobsbawm diventava partecipe anche aIraverso1349
inizia?ve come quella parigina, che seppur di impronta scien?fica assumeva un
significato anche poli?co: come leggere iQuaderni gramsciani fu un interroga?vo
infas che all’epoca aveva, come ha osservato Francesca ChiaroIo, «un significato
poli?coforsepiùchescien?fico» .ÈpossibilemeIereafuocol’importanzapoli?ca1350
della rileIura di Gramsci e del ruolo che Hobsbawm in essa vi svolse, ponendo
l’aIenzionesulcontestobritannico.
Nel 1976 in una trasmissione radiofonica della BBC Stuart Woolf poteva
affermare che se «[d]ieci anni fa il nome di Antonio Gramsci era pra?camente
sconosciutonelmondodi lingua inglese,adeccezionedeglispecialis?dellastoriae
della poli?ca italiana, e degli specialis? dello sviluppo post-leninista del pensiero
marxista» ,oralecoseeranoprofondamentemutate.Ormailontanieranoitempi1351
incuiSraffaavevatrovatoinsormontabiliresistenzeaintrodurregliscrisgramsciani
nelmercatoeditoriale inglese,cosìcomesuperataeraanche la limitatacircolazione
cheavevaavutolaprimaselezionedites?gramscianipromossaall’indomanidel’56
dalGruppodeglistoricidelCPGB.Conl’iniziodeglianniSessantasieraavutagrazie
N.Gallerano,M.Flores,SulPCI,cit.,p.1349
F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit-.p.205.1350
Latrasmissionedal?toloAntonioGramsciandtheItalianCommunismandòinondasulterzocanale1351
radiodellaBBC inoccasionedellapubblicazionedellanuovaedizionedeiQuaderni,1maggio1976.S.Woolf,AntonioGramscinellastoriografiaitalianaeinternazionale,in«Contemporanea»,1998/4,p.631(627-650).
�285
Eric Hobsbawm con Italo Calvino in occasione della presentazione della nuova edizione dei‘Quadernidelcarcere’avvenutaaParigiil19-20giugno1975.(immaginetra.ada«LibriNuovi»,o.obre1975,p.2)
quintocapitolo:…ediGramsci
agli ambien? della New Leâ una prima importante «dissemina?on of Gramscian
ideas»cheeranodiventateimportan?pun?diriferimentoneglistudiculturalieche
avevanopermeato il vocabolariodi storici socialiedei sociologi .Allametàdegli1352
anni Sessanta Tom Nairn e Perry Anderson sulle pagine della «New Leâ Review»
avevanoavanzatointerpretazionigramscianedellasocietàbritannicaeinpar?colare
delsuomovimentooperaio icuiechi,comesièvisto,eranogiun?fino in Italia .1353
Erastatoperòcon il1968che laricezionedelpensierodiGramsciavevaavutouna
piùdecisaintensificazione,partediunpiùampiointeresseversoaltriteoricimarxis?
con?nentali come, ad esempio, Lukacs, Korsch e gli esponen? della Scuola di
Francoforte. I frus editoriali di un tale interesse erano sfocia? all’inizio degli anni
SeIantanelprogrammapromossodallaLawrenceandWishartditraduzionedeites?
gramsciani a curadaQuin?nHoare, enellapubblicazione semprepiùnumerosadi
profili biografici diGramsci edi analisi storiograficheefilosofiche sul suopensiero,
nate spesso come tesi di doIorato, fruIo cioè di un fenomeno generazionale che
invesïsemprepiùancheilmondoaccademico .1354
A par?re sopraIuIo dallametà degli anni SeIanta ci fu un ulteriore canale
aIraverso cui si verificò una decisiva spinta alla ricezione britannica di Gramsci,
quellointernoalCPGB.Sedall'iniziodeldecennioprecedenteerastatala«NewLeâ
Review» a mostrare un par?colare interesse verso Gramsci e una certa vicinanza
versoilPar?tocomunistaitaliano,conilpassaredegliannitalerivistaavevasempre
piùassuntoposizionicri?cheversoilPCIavantaggioinvecediunamaggioresintonia
con il gruppo dissidente de «il manifesto». Quando il PCI raggiunse l’apice della
propria notorietà internazionale, furono invece alcuni seIori interni al CPGB che
iniziarono a seguire da vicino l’evoluzione del par?to fratello, in par?colare la sua
propostaeurocomunista,eadimportarenellalineapoli?cadelpropriopar?toideee
concesgramsciani.CiòpotevaaverluogoinquantoneiprimianniSeIantailCPGB
M.Kenney,TheFirstNewLef,LawrenceandWishart,Londra1995,p.61352
T. Nairn, The Bri1sh Poli1cal Elite, in «New Leâ Review», gennaio-febbraio 1964; id., The English1353
WorkingClass,inivi.,marzo-aprile1964;id.,TheAnatomyoftheLabourParty,inivi.,seIembre-oIobreenovembre-dicembre1964;P.Anderson,OriginsofthePresentCrisis,inivi.,gennaio-febbraio1964.
A?tolod’esempio cito solo alcuni tes?:G. Fiori,AntonioGramsci. Life of aRevolu1onary,Londra1354
1970;A.Pozzolini,AnotnioGramsci,Londra1970;H.Handerson,Gramsci’sLe.ersformPrison,in«NewEdimburghReview»,1974/2 voll., pp. 3-47;1-44; L. Lawner (a curadi),Le.ers fromPrison,NewYork1975;V.Kiernan,GramsciandMarxism,in«SocialistRegister»,1972,pp.1-33.Q.Hoare,Introduc?on,inA.Gramsci,Selec1onsfromthePrisonNotebooks,Londra1971,pp.XVII-XCVI.Lacitazioneè traIadaG.Eley,ReadingGramsci inEnglish.Observa1onson theRecep1onofAntonioGramsci in the Englis-speaking World 1957-82, in «European History Quarterly», 1984/14, p. 445(441-478),acuirimandoperunpiùgeneraleeapprofonditopanoramasullaricezionediGramsciinGranBretagna,perlaqualesivedaanche:D.Forgacs,InGranBretagna,inA.Santucci(acuradi)GramsciinEuropaeinAmerica,Laterza,Roma-Bari1995, pp.55-70;Id.,GramsciandMarxisminBritain,in«NewLeâReview»,cit.;F.Lusanna,Leedizioni, letraduzionie l’impegnoper ladiffusionediGramsci,cit.;S.Woolf,AntonioGramscinellastoriografiaitalianaeinternazionale,cit.
�286
secondaparte:ProgeÅ
subivaunrinnovamentodeipropriquadridirigen?: iniziavanocioèproprio inquegli
anni a ricoprire ruoli di rilievo all’interno della sua leadership esponen? di quella
generazione che aveva vissuto da protagonista, nella dirigenza delle sezioni della
YoungCommunistLeague(YCL),lastagionedeimovimen?studenteschi,dellespinte
femministe, stringendo streIe relazioni con altri movimen? di sinistra, come la
CampaignforNuclearDisarmament(CND)elemarcediAldermaston,epartecipando
aunimportantesvoltaculturale.Grazieaquestanuovaleva,inuncon?nuolavorodi
mediazione e di negoziazione con la vecchia guardia del Par?to, le linee
eurocomunisteeleideegramscianeandaronomanmanoainfluenzareidibas?ele
strategiedelpar?to.Inpar?colarequestanuovalevasirifacevaaiconcesgramsciani
per rinforzare la propria cri?ca verso quella che definiva una strategia incentrata
esclusivamente sull’«economism», una poli?ca cioè meramente «economico-
corpora?va» del movimento operaio, incapace di svolgere un ruolo espansivo ed
egemonico; richiedeva in alterna?va una maggiore enfasi sull’ideologia e sulla
cultura. Tali cri?che riuscirono a permeare le discussioni interne al par?to e a
promuovernelapiùdecisivarevisionedellasualineapoli?ca:nel1977venivas?lata
da Mar?n Jacques, esponente della nuova leva, affiancato dal vecchio Georges
MaIhews,aven?seiannidaquellascriIadaHarryPolliI,unanuovaBri1shRoadto
Socialism,cheruotavaaIornoalconceIodiuna«broaddemocra?calliance»,chiaro
rimando alla linea proposta dal PCI. Al XXXV congresso del par?to, che si tenne
proprioinquell’anno,fuquestalalineamaggioritaria .1355
Un tale rinnovamento aveva trovato un luogo di incubazione e di massima
espressionenellaCommunistUniversityofLondon(CUL).Is?tuitanel1968comeun
«essen?ally internal Party student event», la CUL si eramanmano ingrandita (nel
1977 contava 1000 partecipan?, in par?colare tra studen? post-graduate) ed1356
evoluta. A metà degli anni SeIanta era diventa un vivace forum annuale che
contribuiva alla rinascita del dibasto intelleIuale interno al par?to con un
ampliamento del ventaglio dei temi traIa?, con un sempre più aIento focus sulla
strategia poli?ca del Par?to e sulla necessità di una visione maggiormente cri?ca
della sua storia, e conun intento ad aprirsi alla cultura europea . Si traIòdi un1357
G.Andrews,EndgamesandNewTimes,cit.,pp.143-166;Id.,TheCommunistPartyofGreatBritain,1355
cit.
RicavoquesteinformazionidaunabrevestoriadellaCULscriIaadusointernopresumibilmentenei1356
primianni’80:LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/18/05,CommunistUniversityofLondon.BackgroundNotes,senzadata.
Perquest’ul?moaspeIosipuòricordare,a?tolod’esempio,cheleedizionidellaCULdellaseconda1357
metà degli anni SeIanta prevedevano degli interven? di intelleIuali stranieri. Dall’Italia, in occasionedellaCULdel1976,partecipòGiuseppeVacca.Ivi.,CP/CENT/CULT/7/2,ProgrammadellaCUL,1976.
�287
quintocapitolo:…ediGramsci
luogodidiscussonechemisealcentroillavorointelleIualeeproprioperquestorese
possibile una specie di riconciliazione tra «the lost genera?on of communist
intellectuals» che avevano lasciato il par?to nel 1956 e la generazione di studen?
post-1968 .1358
Hobsbawm,chedopoil1956avevaaffievolitodimoltolasuapartecipazioneallavoro
delCPGB,riassumevaproprioinquestacongiunturaeall’internodiques?forumuna
posizione che agli occhi di chi vi prendeva parte, come ad esempio Geoff Eley,
apparve di «careful advocacy» nell’indirizzare il par?to verso il pensiero di1359
Gramsci .Eglidivenne infasunpuntodi riferimentocostantedellaCUL odei1360 1361
dibas?propos?dallarinnovata«MarxismToday» ,dicuinel1979fuchiamatoa1362
farpartedelconsigliodiredazione. Idocumen?preparatorie imaterialidellevarie
edizioni della CUL, conserva? presso l’archivio del CPGB, sebbene consentano di
affermarecheHobsbawmfusicuramenteunpuntodiriferimentodellaCUL ,non1363
permeIono invecedi ricostruire – in quanto incomple?– la suapartecipazionee i
temi da lui traIa? come «regular speaker», come lo ha definito Andrews, della
manifestazione londinese.Tra lesuecarteprivateèperòconservataunabozzanon
datatadiquellochesembraesserestatoundiscorsotenutonelcorsodiun’edizione
dellaCUL,ilcuitemafuproprioAntonioGramsci .1364
A Londra si parlava di Gramsci non solo alla CUL. Nel marzo del 1977, in
occasionedelquarantesimoanniversariodellamortedelleadercomunistasardo,un
convegno gramsciano finanziato congiuntamente dalla Lawrence andWishart e dal
Polytecnic of Central London venne organizzato da due allievi di Hobsbawm, Lucio
SpondaeDonald Sassoon, a cuipreseparteancheunadelegazione italiana:Bruno
Tren?nfuinvitatoatraIareiltemadiGramsciontheroleoftheintellectuals,mentre
NicolaBadalonieGiuseppeVaccaintervenneroconcomunicazioninonprogrammate.
G.Andrews,EndgamesandNewTimes.TheFinalYearsofBri1shCommunism.1964-1991,Lawrence1358
andWishart,Londra2004,pp.58-59.
G.Eley,ReadingGramsci,cit.,p.444.1359
G.Andrews,EndgamesandNewTimes,cit.,p.145.1360
Ivi.,p.183.1361
La rivista dopo lamorte di James Klugmann veniva affidata alla direzione diMar?n Jacques, che1362
avrebbe contribuito a rinnovarla e a renderla un forum di discussionemolto vivace negli ul?mi anniSeIantaeneldecennioseguente.
I suoi libri erano indica?, assieme alla produzione di altri storici marxis? britannici, nelle leIure1363
consigliatedagliorganizzatoripericorsidistoriachelaCULproponeva.LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/7/5,Programmadel corsodi diHistoryNinetheenCentury EconomicHistory of theBri?sh Isles tenutodaWIllieThompsonconindicazionidi leIure,1978;Ivi.,CP/CENT/CULT/7/4,CorsodiPeople’sHistoryandMarxistTheory,diPeterLatham,1978.
MRC, EHP, Academic conferences, colloquia and lectures, Notes for talk on Gramsci, Communist1364
UniversityofLondon,(937/2/40).
�288
secondaparte:ProgeÅ
Hobsbawm invece fu invitato a tenere l’intervento d'apertura in cui riprese,
ampliandoli,alcunitemichiavedeldiscorsotenutodueanniprimaaParigi.Presentò
Gramscicomeunteoricopoli?co,«atheoristofhowsocie?esshouldbefoundedand
transformed» .LasceltadiconcentrarelapropriaaIenzionesuquestoaspeIofu1365
ricondoIadaHobsbawmalfaIoche
amongmarxisttheoristsheistheonewhomostclearlyappreciatetheimportanceof
poli?cs as a special dimension of society, and because he recognised that in poli?cs
more is involved than power. This is of major prac?cal importance, not least for
socialists .1366
Lapoli?caerastataperGramsci– insistevaHobsbawm–«thecorenotonlyof the
strategy of winning socialism, but of socialism itself», venendo da lui iden?ficata
come «the central human ac?vity». Importante dunque era conferire la massima
aIenzioneall’analisigeneralegramscianapercogliernegliaspesdellasuaaIualitàe
dellasuaapplicabilitànella realizzazionediuna«socialistsociety (asdis?nct froma
socially-owned and managed economy)» . Pochi mesi dopo avrebbe ripreso le1367
linee guida di questo ragionamento in occasione del terzo convegno gramsciano
promossodall’Is?tutoGramsciaFirenze .Inpar?colareilsuointerventolondinese1368
si focalizzava su due aspes: da un lato il conceIo di egemonia, che affermava
consisterein«nothowrevolu?onariescometopower»,bensìin«howtheycometo
beaccepted,notonlyasthepoli?callyexis?ngorunavoidablerules,butasguideand
leaders» . Dall’altro lato Hobsbawm si soffermava sulla possibilità che una1369
E.Hobsbawm,GramsciandPoli1calTheory,in«MarxismToday»,Luglio1977,p.212(205-213).1365
Ibid.1366
Ivi.,pp.212-213.1367
E.Hobsbawm,Gramscielateoriapoli1camarxista,inF.Ferri(acuradi),Poli1caestoriainGramsci.1368
AÅ del convegno internazionale di studi gramsciani: Firenze, 9-11 dicembre 1977, Vol. II. Relazioni,interven1,comunicazioni,EditoriRiuni?,Roma1977,pp.37-51.InrealtàNicolaBadaloniavevarichiestoaHobsbawmdipreparareuninterventosultema‘GramscielaIII internazionale’, da traIare in «una relazione di base, che verrebbe raccolta in volume a stampainsieme ad altre in an?cipo rispeIo alla data del convegno, affinché la discussione possa svolgersi inmodo non improvvisato». Hobsbawm aveva rifiutato dicendo che non avrebbe avuto tempo perpreparareexnovounsimilecontributo,eancheperché«sietevoi,italiani,moltopiùcapacidifareques?tes?dibase(pensoauncertoBadaloni…),sopratuIo(sic)sultema‘G.elaIIIInternazionale’.Certomipare–concludeva–importantesoIolineare,perunapartecipazioneestera,ilsignificatointernazioanledelG.» IG,AIG,Serie4–Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2–Convegni,seminari, inizia?veculturali,UA256 - Poli?ca e storia in Gramsci. Convegno internazionale di studi gramscini (9-11 dicembre 1977),SoIocartella – Corrispondenza per relazioni e contribu?, LeIera di N. Badaloni a E. Hobsbawm, 2seIembreerisposta10oIobre1976.Sul convegnofioren?no si veda: F. Lusanna,Poli1cae cultura: l’Is1tutoGramsci, la FondazioneBasso,l’Is1tutoSturzo,cit.,pp.112-113
E.Hobsbawm,GramsciandPoli1calTheory,cit.,p.211.1369
�289
quintocapitolo:…ediGramsci
«rivoluzione passiva», come l’aveva chiamata Gramsci, si verificasse all’interno del
capitalismoepotesseriassorbireleinizia?verivoluzionarie:
therulingclass–disse–mightgrantcertaindemandstoforestallandavoidrevolu?on,
on the other, the revolu?onary moment might find itself in prac?ce (though not
necessarily in theory) accep?ng its importance and might be eroded and poli?cally
integratedintothesystem .1370
SitraIò,comehaevidenziatoDavidForgacs ,diuncontributo–diffusoda1371
«MarxismToday»–moltosignifica?voperchéposelebasidiunsuccessivointervento
diHobsbawmcheavrebbeindirizzatoinmododecisivoildibastointernoalCPGBe
al più generale mondo della sinistra britannica sul finire degli anni SeIanta e nel
decennioseguente.Invitatonel1978atenerelaMarxMemorialLecture,Hobsbawm
tracciò una panoramica di lungo periodo sulla realtà del movimento operaio
britanniconegliul?micent’anni,peranalizzarnelacontemporaneasituazionedicrisi.
Nelcorsodell’ul?motrentennio–riscontrò–sieraverificatounprogressivodeclino
della classeoperaia: tra lafinedegli anniQuarantaegli anniCinquanta,quando le
dinamicheelespinteditrasformazionesocialecheavevanooriginariamenteguidato
ilmovimentooperaioeranovenutemeno,erastatobloccato losviluppopoli?coed
eleIoraledella classeoperaia. Il calodi lungo terminedelle occupazionimanuali e
l’aumento invece della proletarizzazione di altri seIori (quello degli impiega?, ad
esempio), nonché un crescente «sec?onalism» interno alla stessa classe operaia e
l’aIeggiamento«economismandnarrow-minded»del sindacato avevanoportato a
uncambiamentointerminidi iden?tàdiclasseequindidiappartenenzapoli?ca.In
una congiuntura di forte crisi economica era necessario, dal punto di vista di
Hobsbawm,esaminarenonsololanaturadelcapitalismomaancheifallimen?chelo
stessomovimentooperaioaveva subito, colfinedi ricostruirsi e ripresentarsi come
forzaegemone.Chiuseilpropriointerventoconunappello:
If the labour and socialist movement is to recover its soul, its dynamism, and its
historicalini?a?ve,we,asMarxists,musttodowhatMarxwouldcertainlyhavedone:
to recognise thenovel situa?on inwhichwefindourselves, to analyse it realis?cally
andconcretely,toanalysethereasons,historicalandotherwise,forthefailuresaswell
asthesuccessesof the labourmovement,andtoformulatenotonlywhatwewould
want to do, butwhat can be done.We should have done this evenwhilewewere
Ivi.,p.210.1370
D.Forgacs,GramsciandMarxism,cit.p.82.1371
�290
secondaparte:ProgeÅ
wai?ngforBri?shcapitalismtoenteritsperiodofdrama?ccrisis.Wecannotaffordnot
todoitnowthatithas .1372
Pubblicato su «Marxism Today», l'intervento che Hobsbawm aveva in?tolato The
ForwardMarchofLabourHalted?avrebbesuscitatoampidibas?internialpar?toe
aisindaca? ;laCULdel1979proposetraisuoiappuntamen?seraliunconfronto1373
traHobsbawmeMickMcGaheypropriosuquestotema .SitraIavadiun’analisi1374
che richiamava le lineeguidadelle cri?che che la fazioneeurocomunista internaal
CPGB muoveva alla parte più conservatrice della leadership; l’intervento di
Hobsbawmfornìquindiuna«strongerauthorityandlegi?macytotheargumentsof
thenewerGramsciangenera?on» ,sopraIuIodopolaviIoriaeleIoralenel19791375
di un governo conservatore votato a un progeIo neo-liberale quale quello di
Margaret Thatcher. Il dibasto che ne scaturì contribuì non solo a cristallizzare le
differen? posizioni poli?che interne al CPGB,ma anche a far emergereHobsbawm
comeunricercatoeancheaspramentecri?cato consulentepoli?codeiLabournel1376
tenta?vo di delineare una strategia basata sull’unità delle forze di opposizione in
contrastoalTatcherismo, leIocomeunnuovo fenomenostoricopiùpericolosodel
vecchioconservatorismo .1377
HobsbawmaIraversogliinterven?suGramscifinquiricorda?sieraprefissato
lo«scopo–comeluistessodisse–difarloconoscerealeIoricheignoravanolasua
opera»nelmondobritannicoestatunitense;raggiunseperòunorizzontepiùampio,
E.Hobsbawm,TheForwardMarchof LabourHalted?, inM. Jacques, F.Mulheron (a curadi),The1372
ForwardMarchofLabourHalted?,Verso,Londra1981,pp.18-19;
Ivariinterven?direplica,oltrechel’interventodiHobsbawm(apparsooriginariamentein«Marxism1373
Today»,1978/9),venneroraccol?inM.Jacques,F.Mulheron(acuradi),TheForwardMarchofLabourHalted?,Verso,Londra1981.
LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/7/5,ProgrammeofEveningEventsofCUL1979,9giugno1979.1374
G.Andrews,Endgames,cit.,p.185.1375
Purriscuotendouncertoriconoscimento,HobsbawmriceveIeanchecri?chemoltopesan?daparte1376
di«someoldandvalidfriendsandcomrades».SivedaadesempioR.Miliband,TheNewRevisionism,in«NewLeâReview»,1985/150;J.McIlory,HobsbawmandSDPcommunism,Workers'Liberty,[1984],p.1.«thenostalgicyearningofsomeoldCPersforthePopularFront–thecross-classalliancesofthe‘30sand ‘40s–usnowtradedwith respectby sec?onsof thebroadLabour leâ,especially thosewhoarenowshiâingdrama?callytotheright.AndLabourParty leaderNeilPinnockhasdescribedtheguruofthis current opinion in the labour movement, Eric Hobsbawm, as the «most sagacious of livingMarxists».TherespectedhistorianEricHobsbawm,aSpanishCivilWarveteranwith50yearsintheCP,hasforthelastsevenyearssystema?callyarguedforasharprightwardsturnbythelabourmovement.BasinghimselfalsoontheexperienceoftheItalianCommunistParty–whichistotheRoyHaIersleyinday-to-daypoli?cs–hewantsallianceswiththeSDPandperhapswithsomeTories–an«an?-Tatchercoali?on».
I suoi interven? furono raccol? in E. Hobsbawm, Poli1cs for a Na1onal Lef: Poli1cal Wri1ng1377
1977-1988, Verso, Londra e New York 1989. Per una ricostruzione della posizione di Hobsbawmall’interno del dibasto della sinistra inglese tra anni SeIanta ed OIanta e la memoria lacunosa diquestoperiodoinAnniinteressan1,sivedaG.EllioI,Hobsbawm.HistoryandPoli1cs,cit.,pp.72-86.
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quintocapitolo:…ediGramsci
finendo per diventare un tramite della diffusione di Gramsci al di là del contesto
anglofono,inAmericaLa?naeinSpagnaadesempio.
In occasione del convegno londinese, Giuseppe Vacca e Fabio Mussi
intervistaronoHobsbawmcirca lapoli?caeurocomunista.Nell’ar?colo che scrissero
per«Rinascita»iduesoIolinearonocomelostoricoingleseavessepresentatol’opera
diGramscicomeun«grandetenta?vodielaborazioneteoricadopo laSecondae la
Terzainternazionalediunaricchissimaesperienzaorganizzata,poli?ca,sindacaledel
movimentooperaio,giuntaormaia livellodellostatosenzapossederegli strumen?
per inaugurare una nuova direzione» . Chiedendo a Hobsbawm se «il problema1378
oggi si ripresenta[sse] negli stessi termini», ques? rispondeva che era tempo di
affrontare«lanecessitàdiungrandesforzoteorico», inmodochel’eurocomunismo
non si presentasse come «una ‘ideologia’ regionale». Rimarcando «l’aIualità di
Gramsci su scala europea», Hobsbawm soIolineava che «l’esperienza concreta
pare[va]dimostrare il faIoche le ideediGramsci [avessero]unaaIualità» inGran
Bretagna. «Ma penso – concludeva – che in altri paesi e in altre situazioni si
potrebbero organizzare convegni paragonabili. La rivalutazione dell’elemento della
poli1ca,nellaloIaperl’egemoniaenellacostruzionedelsocialismo,èunacosadella
cui importanza siamo tus più coscien?» . Hobsbawmpensava a una necessaria1379
riflessione non in termini solo europeis?, ma indirizzata a realtà extraeuropee.
Probabilmenteproprioperquestasensibilitàcheeglimostravaversounaprospesva
extra-europea, i suoi interven?sollecita? insede italiana furonoripresenta? inaltri
contes?. Il dialogo appena ricordato sull’eurocomunismo come «transizione lunga»
verso il socialismo traHobsbawme i due comunis? italiani fu ripreso, ad esempio,
nellasezioneClase,IdelogíayPolí1cadella«RevistaMexicanadeSociología» .Non1380
erailsoloar?coloitalianodiHobsbawmatrovaretraduzionespagnola.L’intervento
gramscianocheHobsbawmavevatenutoaPariginel1975echeerastatopubblicato
su«Rinascita»comparvenel1976inunlibrosuGramscieditoinSpagna,suinizia?va
dialcunidocen?delseminariodidiriIopoli?codell’UniversitàdiBarcellona .Negli1381
anniincuiilfranchismostavaesaurendosi,laconoscenzadellaproduzioneteoricae
poli?ca gramsciana, fino all’epoca poco diffusa in Spagna, veniva sen?ta come
necessaria, «dada la gran actualidad – scrivevano i promotori del volume – que
Intervista a Eric Hobsbawm. L’eurocomunismo e la transizione lunga dell’Europa capitalis1ca, in1378
«Rinascita»,25marzo1977,p.13(11-13).
Ibid.1379
E.Hobsbawm,EleurocomunismoylalentatransicióndelaEuropacapitalista,in«RevistaMexicana1380
deSociología»,1978/40,pp.253-262.
JoanSubirats(scienziatopol?ico),JaumeColoreeCesáreoRodriguezAguileradePrat(esponentedi1381
Jus?ciaDemocrá?ca)
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secondaparte:ProgeÅ
?enenhoytodaslascues?onesrela?vasalatransformacióndelEstadoenlospaíses
de la Europa Occidental» . L’intervento di Hobsbawm, in Spagna già noto come1382
l’autoredeLasRevolucionesBurguesasedeiRebeldesprimi1vos,venivapropostoin
apertura – seguito da altri interven? di studiosi sopraIuIo italiani ma anche
inglesi – proprio perché meIeva in luce «la universalidad del pensamiento de1383
Gramsci» . Si traIò di uno scriIo che doveIe avere una certa circolazione negli1384
ambien?dellasinistraspagnola ,che,uscendodallaclandes?nità forzatadopo la1385
morte di Franco, deIe vita a una vera «moda Gramsci» aIraverso traduzioni di
leIeraturagramscianaedibas?sullerivistemarxisteesisten? .1386
HobsbawmdunquesiandòconfigurandocomeuntramiteaIraversoilqualeGramsci
trovòdiffusione intermininonsolostoriografici,maanchepoli?cinonsolo inGran
Bretagna,ma in contes? più ampi. Non a caso, anche decenni più tardi, Giuseppe
Vacca, inqualitàdidireIoredell'Is?tutoGramsci, loavrebbecoinvoltonelComitato
scien?ficoper lanuovaedizionenazionaledegliscrisgramsciani .Quandopoi la1387
casa editrice Laterza avrebbe preparato negli anni Novanta un volume a cura di
Antonio Santucci sull'influenza di Gramsci in Europa e in America con contribu? di
studiosidituIoilmondo,VitoLaterzaavrebbechiestoconinsistenzaaHobsbawmdi
firmarne l’introduzione:«nonpossopubblicareun libro importanteper i contenu?,
ma di autori poco no? in Italia, se non c'è l'avvallo del tuo nome come
presentatore» .1388
Fuperòun’altraoperaacuiHobsbawmcontribuìcheraggiunseunadiffusione
mondiale. Si traIò de L’intervista sul PCI che Giorgio Napolitano concesse a
Hobsbawm e che fu pubblicata per i ?pi di Laterza. In realtà era stato proprio
Napolitano,alloraresponsabiledelseIoreculturaledelpar?to,aproporlaall’editore.
Nell’estatedel1975,quandocomegiàricordatoilPCIavevaraggiuntoosmirisulta?
eleIorali,Napolitanosen?val’urgenzadiraggiungerel’editorebareseVitoLaterzain
GramsciHoy,inRevolucionydemocraciaenGramsci,Fontamara,Barcellona1976,p.23(17-23).La1382
citazioneètraIadallasecondaedizione,1981.
LucianoGruppi,ElconcertodehegemoníaenGramsci;HugoPortelli,Jacobinismoyan1jacobinismo1383
de Gramsci; Massimo Salvadori Actualidad de Gramsci; Umberto Cerroni Cosmopoli1smo y VíasNacionales;Quin?nHoaresuGramsciyBordigafrentealKomintern.
Ivi.,pp.21-22.1384
Veniva ad esempio ripreso da Antoni Gu?érrez i Díaz, Prólogo, in G. Napolitano, La alterna1va1385
eurocomunista.EntervistasobreelPCI,EditorialBlume,Barcellona1977,p.13.
F.FernándezBuey,InSpagna,inA.A.Santucci(acuradi),GramsciinEuropaeinAmerica,cit.,pp.1386
29-40(27-53)
MRC,EHP,Correspondence,Generalcorrespondence,1994,LeIeradiE.HobsbawmaG.Vacca,121387
oIobre1994.
Ivi.,1994,LeIeradiV.LaterzaaE.Hobsbawm,6maggio1996.1388
�293
quintocapitolo:…ediGramsci
vacanzaperproporgliun’inizia?vaeditoriale:
Che cosa ne penserebbe di un’«intervista sul PCI»? Nel momento aIuale dovrebbe
esserciaIenzioneperqualsiasitenta?vorivoltoameIereafuocoleposizionidelPCI
sutemicomequelli–adesempio–delnostroleninismo,delnostrointernazionalismo,
dellanostravisionediunnuovo«meccanismodisviluppo»(edelruolodelprofiIoe
dell’inizia?vaprivata),dellanostrapoli?caculturale,ecc.Masono,ques?,esempiche
faccioapuro?toloindica?vo:toccherebbeall’intervistatorecontribuireallasceltadei
temieallosviluppodeldiscorso .1389
Era una proposta quella di Napolitano che molto probabilmente era deIata dal
grande successo che la formula del libro-intervista, lanciata l’anno precedente da
Laterza per traIare in modo agile temi d'aIualità , aveva avuto. Il primo1390
esperimento, presentato al pubblico come «una storia dell’intelleIualità dal
dopoguerra» ,eraconsis?tonell’Intervistapoli1co-filosoficaincuiPerryAnderson1391
aveva sollecitato LucioCollessulla crisi delpensieromarxistae sui suoi riflessi sul
movimentooperaioitalianoedeuropeo.Nell’estatedel1975venivadataallestampe
invece l’Intervista sul fascismo, in cui Renzo De Felice, grazie alle domande dello
storicoamericanoMichaelA.Leadeen,esponevairisulta?acuieraarrivatoneisuoi
studi sulla biografia diMussolini, finendoper proporre una riflessione tra fascismo
italianoefascismieuropei .Alcunimesidopolacasaeditricebareseavrebbepreso1392
contaIoconGeorgeMosse,cheiniziavainqueglianniadiventarenomenotoanche
in Italia , per un’intervista sull’ideologia e la prassi poli?ca del nazismo .1393 1394
L’intervista a De Felice, probabilmente anche per i toni provocatori e per l’eco
media?cachecreò,riscontròungrandesuccessodivendite.Spintoanchedaquesto
Archiviodidepositodellacasaed.Laterza-sedediBari,[d’orainpoiADLB],Corrispondenza,LeIera1389
diG.NapolitanoaV.Laterza,2agosto1975.
V. Laterza, Quale editore. Note di lavoro, Laterza, Roma-Bari 2002, p. 132; A. e G. Laterza,1390
Introduzione. Un secolo di libri, R. Mauro, M. Menna, M. Sampaolo (a cura di), Le edizioni Laterza.Catalogostorico1901-2000,Laterza,Roma-Bari2007,p.XX(XII-XXIV).
L.Colles,Intervistapoli1co-filosofica,acuradiP.Anderson,Laterza,Roma-Bari1974.Lacitazioneè1391
traIadallaquartadicoper?na.
R.DeFelice, Intervista sul fascismo, a curadiM.A. Leadeen, Laterza,Roma-Bari 1975.Uscitanel1392
giugno1975laprimaedizione,nellugliolaseconda,laterzaaseIembre,laquartaadoIobre,laquintaanovembre.SivedaADLB,Corrispondenza,LeIeredellacasaeditriceLaterzaaR.DeFelice,17giugno,14luglio,15seIembre,1°oIobre,12novembre1975.
Sull’introduzionedeglistudisulfascismodiMossenellastoriografiaeneldibastopubblicodell’Italia1393
proprioallametàdegli anni SeIanta si veda:D.Aramini,Goerge L.Mosse, l’Italia egli storici,FrancoAngeli,Milano2010,p.33-53;sull’intervistaesullaricezionedipubblico,ivi.,pp.56-59.
G.Mosse,Intervistasulnazismo,acuradiM.A.Leadeen,Laterza,Roma-Bari,1977.L’intervistaviene1394
ideataeprogrammatadalnovembredel1975:ADLB,Corrispondenza,LeIeradiV.LaterzaaG.Mosse,5novembre1975erispostadel14novembre1975.
�294
secondaparte:ProgeÅ
mo?vo, nella stessa estate del 1975 Vito Laterza scriveva a Giulio Andreos per
chiederglidirilasciareadAntonioGambinounaIntervistasuAlcideDeGasperi .Di1395
fronte a queste inizia?ve Napolitano si faceva avan? proponendosi come
interlocutore in un dialogo che avrebbe avuto per oggeIo un tema dell’aIualità
poli?ca; si permeIeva anche di avanzare qualche ipotesi circa i nomi degli
intervistatori.AVitoLaterzascriveva:
dovrebbe traIarsidiun intervistatore serio, comenegli altri casi, capacediproporre
quesi? pungen? anche se non stupidamente provocatori. Potrebbe essere Eric
Hobsbawm(nonsose inquestoperiodosia in Inghilterrao inAmericaLa?na,mami
sarebbefacileaccertarloe,eventualmente,parlargliene)ounitaliano(RuggieroOrlei,
Cafagna)? 1396
LapropostaentusiasmòLaterza: ilPCIavevaappena riscontratounosmorisultato
alleamministra?ve;c’eranobuoneprobabilitàcheillibrofunzionasse.Sitrovòanche
inlineaconlapropostadelnomedell’intervistatore,preferendoquellodiHobsbawm
rispeIo alle alterna?ve italiane. Scegliendo lo storico inglese, Laterza poteva
riconfermare l’impostazione già presente nell’intervista a Colles e in quella a De
Felice,doveidueintelleIuali italianisieranoconfronta?conintervistatoristranieri.
In secondo luogo Laterza doveva provare una certa ambizione ad entrare in un
rapporto professionale con Hobsbawm: questa poteva essere dunque una buona
occasione . Alla proposta di Napolitano non solo Laterza ma anche Hobsbawm1397
rispondevaposi?vamente:tra lafinedeglianniSessantae iprimianniSeIantaegli
avevastreIoconNapolitanounrapportodiamicizia ,chesieraandatoinfiIendo1398
negliannisuccessivi.Probabilmenteancheperviadeifrequen?viaggicheNapolitano
G.Andreos,IntervistasuAlcideDeGasperi,acuradiA.Gambino,Laterza,Roma-Bari1977.Siveda1395
ADLB,Corrispondenza,LeIerediV.LaterzaaGAndreos,15 luglio,29agosto,6oIobre,1°dicembre1975.
ADLB,Corrispondenza,LeIeradiG.NapolitanoaV.Laterza,2agosto1975.1396
Giànel1973avevafaIosapereaHobsbawmdiaverpresocontaIoconlaWeidenfeldandNicolson1397
per acquisire un buon numero di volumi della serie «History of Civilisa?on», tra i quali The Age ofRevolu1on: «Finalmente un giorno – esclamava – diventerai anche autore della nostra casa!». Ivi.,LeIeradiV.LaterzaaE.Hobsbawm,21marzo1973.AgeofRevolu1onvenneinfasrieditodaLaterzanel1988.
E. Franceschini, Intervista a Eric Hobsbawm su Giorgio Napolitano, 11 maggio 2006, <hIp://1398
www.feltrinellieditore.it/news/2006/05/11/enrico-franceschini-intervista-a-eric-hobsbawm-su-giorgio-napolitano-6652/>.
�295
quintocapitolo:…ediGramsci
per piacere – come quando ad esempio andava a trovare Sraffa – o per lavoro1399
faceva inGranBretagna.Qui era unafigura conosciuta, se gli ambien?del Foreign
Office lo definivano «the PCI ‘Ambassador’ to Anglophone countries» o come la
«smilingfaceofPCI» .Nell’intentodiintessereundialogopoli?coconlemaggiori1400
forzedelsocialismoeuropeo,Napolitanofrequentavaconregolaritàleaderlaburis?e
comunis?britannici;nel1967,adesempio,assiemeaRenatoZangheriavevapreso
parte al congresso del CPGB ; negli anni successivi avrebbe tenuto in Inghilterra1401
diverseconferenzeelezioni.
Non è possibile seguire le fasi progeIuali dell’intervista né l’evoluzione del
progeIo sia per limi? archivis?ci sia perché con molta probabilità gli accordi1402
vennerofasnonperiscriIomatelefonicamente.VitoLaterzamiseadisposizionela
propria casa romana dove Napolitano e Hobsbawm, in un fine sesmana di fine
seIembre,conversaronoperunaregistrazionecomplessivadipiùdiquindiciore,che
vennepoisbobinataepiùvolterivistadaNapolitano .Quandoquest’ul?mostava1403
completando la revisione delle bozze, Laterza prendeva contaIo con un altro
esponentedelPCIperunanuovaintervista:chiedevainfasaGiorgioAmendola,che
pochimesiprimaeraintervenutoconposizionichesidiscostavanodallamaggioranza
dell’intelleIualità di sinistra nella polemica innescata dall’intervista a De Felice, di
essere intervistato da Piero Melograni sull’an?fascismo . Quest’ul?mo nella1404
prefazione alla seconda edizione dell’intervista avrebbe ricordato il clima nel quale
l’intervista nacque e la «chiara connotazione poli?ca» che un tale gesto assumeva
nelleintenzionidiAmendola.
Nell’autunno-inverno 1975-1976, vale a dire nel periodo in cui fu preparato questo
libro-intervista,giàsiparlavadielezionigeneralian?cipateemol?pensavanocheilPCI
avrebbeeffeIuatoil‘sorpasso’diventandoilprimopar?tod’Italia.Il1°marzoquando
Vito Laterzae ioportammo laprimacopiadell’Intervista sull’an1fascismo,Amendola
La corrispondenza e le agendedi Piero Sraffadocumentanounpar?colare rapporto di s?mae di1399
riconoscenzaaffesvanonchédi frequentazioni traNapolitanoeSraffa.SivedaTCA,PSC,LeIerediG.NapolitanoaP.Sraffa,23febbraio1972,18marzo1975;SivedanoancheleannotazionidivisiteinglesidiNapolitano,comeadesempio,quelledel26e27novembre1967 (E40);29gennaio1975 (E47);29febbraio1976(E48).
NAL, Records of the Foreign and CommonwealthOffice and predecessors, FCO 51/475, Research1400
Departmentmemorandum:TheforeignpolicyoftheItalianCommunistParty,1980.
G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,cit.,pp.127-129.1401
Non mi è stato concesso consultare l’archivio della sede romana dell’editore Laterza, dove1402
probabilmentesonoconservatelecartediquestaintervista.
ADLB,Corrispondenza,,4seIembre1975;leIeradiG.NapolitanoaMistreIa,25novembre1975.1403
G.Amendola,Intervistasull’an1fascismo,acuradiP.Melograni,Roma-Bari,Laterza1976.1404
�296
secondaparte:ProgeÅ
vedevamoltoprobabili leelezionian?cipatee cidisse cheesseavrebberoavutoper
tema: ‘governare con i comunis? oppure no’. Sulla partecipazione dei comunis? al
governoAmendolaconservavaalcuneincertezze.‘L’opinionepubblicainternazionale-
ci disse - hamoltobenaccolto il discorsopronunciatodaEnricoBerlinguer aMosca
duegiornifa,alXXVcongressodelPCUS’.InessoilsegretariodelPCIavevasostenuto
l’importanza sia del nesso tra socialismo e libertà, sia del sistema pluralis?co e
democra?co. ‘Non esistono più difficoltà all’estero’, commentò osmis?camente
Amendola. ‘È in Italiachecer? interessipossonocoalizzarsiechiedereun intervento
straniero’[…]QuestaIntervistanacquedunqueinunmomentoincuiAmendolapoteva
credereinunaprossima,grandeaffermazionedellasualineariformista.Eleanalisidel
fascismo e dell’an?fascismo da lui compiute nel libro erano in armonia con questa
linea .1405
DovevaesserequestolostessospiritoconcuiNapolitanosierapropostoaLaterzae
concuiorarispondevaalledomandediHobsbawm.SitraIavadiun’occasioneincuiil
PCI, aIraverso la voce del suo responsabile culturale, poteva elaborare una
riflessione sulla propria storia e sull’aIuale linea poli?ca. Era in altre parole una
vetrina che permeIeva al par?to di intensificare la sua area di influenza o
quantomenodinotorietà.
L’intervista venne suddivisa in quaIro sezioni tema?che: la prima parte,
aIraversol’esperienzaindividualeegenerazionalediGiorgioNapolitano,ripercorrela
storia del PCI dalla sua nascita agli anni Sessanta. La seconda parte, incentrata
sull’analisi della contemporanea crisi economica, meIe a fuoco le proposte che il
par?toproponevaper far fronte aduna crisi chedefiniva non solo economica,ma
anche«socialeepoli?ca,crisidellacapacitàdidirezione,dell’egemonia,dellevecchie
classi dirigen?».Nella terzaparte l’analisi dal contesto italiano si ampliava aquello
internazionale,perpermeIereaNapolitanodisoIolineare laforte interdipendenza
tra i due piani e la necessità di «cercare ilmassimo collegamento e comprensione
reciproca con le forze di sinistra e democra?che presen? in altri paesi dell’Europa
occidentale, al fine di evitare interferenze o interven? brutali dall’esterno», in una
«Europa occidentale né an?sovie?ca né an?americana». Infine, la quarta parte
tornava sul contesto poli?co italiano, per analizzare la «ricerca in aIo» di una via
italianaalsocialismo,quelladelcompromessostorico.
Lungo il dipanarsi del dialogo, tra intervistato e intervistatore trapelava una certa
affinità.PursoIolinenandoalcuniaspescri?cidellastoriadelPCIcome,adesempio,
P.Melograno,Prefazione,inG.Amendola,Intervistasull’an1fascismo,acuradiP.Melograni,Laterza,1405
Roma-Bari1994,pp.X-XI(IX-XIV)
�297
secondaparte:ProgeÅ
«l’eccessivafiducia»che i comunis? italianiallafinedella secondaguerramondiale
avevano mostrato nell’egemonia del movimento operaio e an?fascista da cui era
scaturitalaloroincapacitàdinonfarrinascere«unademocraziaborghesedivecchio
stampo»,Hobsbawmmostravaun’aderenzaalla leIura storica cheNapolitanodava
del suo par?to. Ne rimarcava, ad esempio, i lasci? posi?vi di lungo periodo della
guerra di liberazione e la par?colarità della vita italiana al socialismo . Nella1406
riflessionesul«compromessostorico»inoltreavanzavalapropostadiunprecedente
storicodiquestastrategiachericonducevaaLenin,andandooltrequelli indica?dal
PCI e trovando il consenso di Napolitano . Rimaneva aperto invece un punto di1407
frizione: Hobsbawm più volte sollecitava Napolitano circa il rischio di una
trasformazionegradualistadelPCIversounnuovofabianesimo ,ecircailmodoin1408
cui i governi di unità an?fascista immagina? dal PCI potessero funzionare senza
arrivarealla«roIura tra le forze sociali a cui si appoggia[va]» . Insistevadunque1409
sullanecessitàdiunragionamentoteoricopiùprofondocheNapolitanoperòpareva
noncogliere.SihaunriflessodicomeHobsbawmdoveIerimanereperques?aspes
insoddisfaIodellerispostediNapolitanoinunaleIeradiCorradoVivan?,chedopo
averleIol’intervistaappenauscitadicevaaHobsbawm
È abbastanza evidente il tuo sforzo di costringere Napolitano a prendere posizioni
impegna?ve,mentrel’intervistato,tuIelevoltecheèmessoconlespallealmuro,si
soIrae con discorsi poli?ci, con richiami a deliberazioni preceden? e via dicendo. È
l’impressionechehaavutoancheZangheri–concuiparlavopochigiornifa–chepure
nonconosceva le tue reazioniall’indomanidell’intervista.Mi sonopermessodidirgli
chesecondoteirischidelrevisionismo,dellasocialdemocrazianasconopropriodaun
aIeggiamento elusivo nei confron? della riflessione teorica, e su questo era
perfeIamented’accordo.ParecheilPar?to–sevolevaunosforzodelgenere–abbia
sbagliatopersona:quellagiustasarebbestatoilsegretariogenerale,maforsenoncisi
fidavaalasciarlotroppolibero .1410
Pubblicata sul finire del 1975, l’intervista fu introdoIa sulmercato italiano
all’iniziodell’annosuccessivoconpresentazioniincuil’intervistatoassumevailcentro
G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,cit.,p.221406
Ivi.,p.97.1407
Ivi.pp.67-68.1408
Ivi,pp.92-95.1409
AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Seconda serie, cart., fasc, LeIera di C. Vivan? a E.1410
Hobsbawm,27gennaio1976.
�299
quintocapitolo:…ediGramsci
dellascena,assente invece l’intervistatore ;gliorganidipar?to ladivulgaronoda1411
unlatocomeunu?letestoperlacomprensionedell’evoluzionestoricadellalineadel
par?to e dall’altro come un «programma di ricerca» per «fare i con? con i1412
problemipiùacu?dioggi» .Nell’agostodel1976,quandoinItaliavenivadataalle1413
stampe la terza edizione, erano in can?ere diverse traduzioni straniere; «l’Unità»
davaconto,adesempio,della traduzionefrancesechesarebbestatapresentatanel
corso della festa dell’«Humanite» . Nello stesso anno comparivano anche le1414
traduzioni olandese e giapponese ; nel 1977 quelle tedesca , inglese e1415 1416 1417 1418
spagnola ; nel 1978 quella svedese ; nel 1979 quella brasiliana e nel 19811419 1420 1421
quella cinese . L’interesse «fuori d’Italia non ha rallentato quello in casa1422
nostra» , facevasapere lacasaeditriceaNapolitanocherispondevadicendoche1423
«[i]lmiolibreIohaavutopiùfortuna–mipare–diquelchesipotessesperare,fuori
d’ItaliaeinItalia» .1424
Lagrandediffusionedell’intervistainuncontestosopraIuIoeuropeorispondevaalla
capacitàdiaIrazionecheilPCIesercitavaormaialivellointernazionale.Èpossibile
LaprimasitenneaNapoliallapresenzadiNapolitanoeArfèeGalasso.1411
E.Simeone,Presentatal’«intervistasulPCI»,in«l’Unità»,23gennaio1976,p.3.1412
C.Petruccioli,Lademocraziapericomunis1,inivi.,27febbraio1976,p.3.1413
L’intervistadiNapolitanotrado.aall’estero,3agosto1976,p.3.Lapoli1quedupar1communiste1414
italien,Edi?onsSociales,Parigi1976.
HetItaliaansecommunisme,VanGennep,Amsterdam1976.1415
.Itariakyōsantōtonotaiwa,Iwanamishoten,Tokyo1976.1416
GiorgioNapolitano: aufdemWeg zum"historischenKompromiss": einGesprächüberEntwicklung1417
undProgramma1kderKPI,Suhrkamp,Francoforte1977.
TheItalianRoadtoSocialism.AnInterviewbyEricHobsbawmwithGiorgioNapolitanooftheItalian1418
CommunistParty,LawrenceHill&CompanyPublishers,Londra-NewYork1977.
Laalterna1vaeurocomunista:entrevistasobreelPCI,Blume,Barcelona1977.1419
Denitalienskavägen1llsocialism,Forlagsk.Arbetarkultur,Stoccolma1978.1420
O Par1do comunista italiano o socialismo e a democracia, Editora Ciencias Humanas, San Paulo1421
1979.
: , /1422
Yidalizouxiangshehuizhuyidedaolu:YigongzhongyangshujichushujiNabolitanuoda,YingguolishixuejiaHuobusibaomuwen,1981.
ADLB,Corrispondenza, LeIeradellacasaed. LaterzaaG.Napolitano,16marzo1977. Il calodelle1423
venditeinItaliasarebbeiniziatosoloconilnuovodecennio:Ivi.,LeIeradellacasaeditriceLaterzaaG.Napolitano,8febbraio1980.
Ivi.,LeIeradiG.NapolitanoaV.Laterza,24marzo1977.1424
�300
secondaparte:ProgeÅ
coglierne alcuni elemen? prendendo come esempi per l'apparato ipertestuale che
presentanoilcasospagnoloequellobritannico.L’edizionespagnolavenneintrodoIa
daAnotniGu?érreziDiàz,membrodelcomitatoesecu?vodelPCE,chesoIolineando
l’importanza per il proprio par?to di seguire la linea poli?ca comunista italiana 1425
rimarcavacome«lasprincipalestendenciasdelapoli?caberlinguerianadehoy–de
la que Napolitano ed un claro exponente – no son mas que la adaptación a las
circunstancias actuales del pensamiento del Gramsci maduro y del Toglias de la
resistencia y la posguerra» . Per argomentare questo aspeIo si rifaceva al già1426
ricordato intervento di HobsbawmGramsci: de Italia a Europa apparso in Spagna
l'annoprecedente.NellostessoannoillibrocomparivainGranBretagna,dopoessere
stato oggeIo di concorrenza tra diverse case editrici . Nata dalla revisione1427
dell’originaedizione italianaediunanuova intervista londinese faIanelmarzodel
1977, l'edizione inglesedistribuitadallaLawrenceHill&CompanyPublishersvenne
presentata come un contributo «on what may be the most significant poli?cal
development in Western Europe since World War Second: the rise off Euro-
Communism» . Sebbene con l’Intervista sul PCI l’aIenzione internazionale fosse1428
chiaramenteriservataallalineadelPar?tocomunistaitaliano–aNapolitanosenon
direIamente a Berlinguer –, Hobsbawm, presentato come un «gran historiador» e
«aninterna?onallyrespectedhistorian»,assumevalaposizionedicomprimarionelle
elaborazioniteorichedelPCIenella lorodiffusioneinternazionaledelpar?to; ilsuo
nomequindidoveIesemprepiùessereassociatoalPar?tocomunistaitaliano.
Quando poi il primo volume della Storia del marxismo era pronto, fu
Hobsbawm a presentare l’opera anche in sede internazionale, non solo facendosi
promotore dell’edizione inglese ma anche accompagnando Einaudi alla più
pres?giosafieraeuropeadellibro,quellaaFrancoforte .All’uscitainItalia,doveva1429
essere ormai un intelleIuale conosciuto da ampia parte dei militan? comunis?
M.DiGiacomo,Iden1tàeurocomunista:latraie.oriadelPCEneglianniSe.anta,in«Studistorici»,1425
2010/pp.461-494.
A.Gu?érreziDiàz,Prólogo,inG.Napolitano,Laalterna1vaeurocomunista.EntervistasobreelPCI,1426
cit.,13.
Nel1977Napolitanoprendevainconsiderazione,adesempio,larichiestadiunapiccolacasaeditrice1427
londinese di comprare i diris inglesi dell'intervista, in alterna?va alla più grande Lawrence Hill &CompanyPublishers,perinserirel’intervistainunpianopiùgenerale«tobuildupinforma?onaboutthePCI in English-speaking countries». ADLB, LeIera diWriters and Readers Publishing Coopera?ve a G.Napolitano,25gennaio1977.
Publisher’s Note, in The Italian Road to Socialism. An Interview by Eric Hobsbawm with Giorgio1428
NapolitanooftheItalianCommunistParty,LawrenceHill&CompanyPublishers,Londra-NewYork1977.
A?tolod’esempio: ivi.;G. Servadio,Ungrandealbero, fruÅdiversi, in «TuIolibri», 23 seIembre1429
1978;assiemeadEinaudi:G.Goria,«Nonpossiamonondircimarxis?, in«PaeseSera»,19 seIembre1978;p.g.m.,MarxaFrancoforte,«Radiocorriere»,18novembre1978.
�301
quintocapitolo:…ediGramsci
italiani. La pubblicazione della grande opera einaudiana e la sua promozione sulla
stampa italiana fecero inmodoche la suanotorietàvarcasse i confinidell'opinione
pubblicacomunistaoltreaquelli streIamenteaccademici.Nellepresentazioni faIe
in ItaliaHobsbawmassunse una posizione di primissimopiano: fu affidata alle sue
parole la presentazione del progeIo su periodici di diversa natura ; ques? lo1430
descrisserocomeil«piùautorevolestudiosoeuropeodell’argomento» ,coluiche1431
avevaorchestratol’ideaeinaudiana :spessogliar?colichetraIavanodellaStoria1432
delmarxismodedicavanoaHobsbawmunapparatoiconograficocheloritraevailpiù
delle volteda soloo affiancato aGiulio Einaudi o a esponen? comunis?.Nei primi
anni OIanta, quando anche l'ul?mo volume della Storia del marxismo era stato
pubblicato,Hobsbawmdovevaesserepercepitodall'opinionepubblicaitalianacome
ilmassimoespertodelmarxismo:neèsentoreilfaIochevenisseinvitato,assiemea
LucioColles,apartecipareadunatrasmissionetelevisivadelprimocanaledellaRAI
perassumereilruolodidifensorediMarxinunaserataaluidedicata .1433
E.Hobsbawm,LostatodelmarxismoaitempidiMarx, in«Rinascita»,20oIobre1978,pp.13-14;1430
Id.,Dio, quanto marxismi! Uno storico inglese si interroga sulla eredità di Marx, in «L’Espresso», 17seIembre1978,46-50.
Ivi.,p.46.1431
G.Servadio,Ungrandealbero,fruÅdiversi,in«TuIolibri»,23seIembre1978.1432
MRC,EHP,Correspondencefilegroupedbylanguage,LeIeradellaRAIaE.Hobsbawm,28febbraio1433
1983,(937/1/5/3).L’episodioèricordatoancheinE:Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.396.
�302
UnaserataconMarx,RaiUno,1983.
secondaparte:ProgeÅ
Nonerasolol’intelleIualeespertodimarxismo.Hobsbawmavevamanmano
assunto, e sempre più partecipando da comprimario ai proges di cui in questa
secondapartesièparlato,unaposizioneeunruolopiùspecifici.Quando,nel1975,
era sta? pubblica? da Einaudi I rivoluzionari, una raccolta i saggi e recensioni di
Hobsbawm, «l’Unità» ne aveva parlato come di una «nuova prova dell’impegno
militante, della chiarezza, della capacità di penetrazione che lo studioso inglese sa
meIerenel suo lavoro» .PaoloSpianocheneavevafirmato la recensioneaveva1434
presentatoHobsbawmcomeun«militanteinglese»cheavevasperimentatoinprima
persona l’opposizione al fascismo e comeuno storico di grande livello.Un giudizio
similmente posi?vo appariva su «Paese Sera» a firma di un altro storico italiano
amicodiHobsbawm,AlbertoCaracciolocheperòsoIolineavacri?camentecomein
alcunisaggilìraccol?l’autoreavessedato«valutazionicosìcomprensiveversoilPCI»
difficilmente condivisibili . Se Caracciolo aveva visto di questo punto il nodo1435
problema?co del libro, Spriano al contrario evidenziava enfa?camente come lo
storico ingleseavessedefinito ilPCI«ilgrandesuccessodella storiadelcomunismo
nel mondo occidentale» . Si traIa di un contrasto di vedute che permeIe di1436
cogliere come e perché Hobsbawm fu un intelleIuale sempre più ricercato dal
Par?to. Egli, storico straniero internazionalmente riconosciuto, garan?va al PCI una
patente di scien?ficità; viceversa dal PCI e dal mondo culturale ad esso legato,
Hobsbawmricevevalegismazioneenotorietà.
P.Spriano,Irivoluzionari,in«l’Unità»,30oIobre1975.1434
A.Caracciolo,Larivoluzionenellastoriadell’occidente,in«Paesesera»,16gennaio1976.1435
P.Spriano,Irivoluzionari,in«l’Unità»,cit.1436
�303
Terzaparte:RitraÅ
sestocapitolo
RICEZIONIEFORTUNA
6.1.GranBretagna
«ProfessorHobsbawm is acknowledged to be one of the leading economic
hisotrians in Britain, if not in the world. He is undoubtedly one of the most
dis?nguishedformerscholarsandFellowsoftheCollege, intheacademicfieldnow
living» .Conquestamo?vazionenel1973ilKing’sCollegeconferivaaHobsbawm1437
unahonoraryfellowship.Nonera ilprimoriconoscimentoaccademicochericeveva:
giànel1969l’UniversitàdiStoccolmagliavevaconferitounprimo?toloonorifico ;1438
l’annosuccessivoall’UniversitàdiHarvard,grazieinteressamentodiDavidLandes ,1439
gliconferivailSilasMarcusMacvanePrize ,enel1971l’AmericanAcademyofArts1440
and Sciences lo aveva eleIo Honorary Foreign Member . Ricevere un1441
riconoscimento da parte dell’Università di Cambridge doveva però avere per
HobsbawmunsaporediversoperviadelfaIocheeradaquasivent’anni,daquando
cioè nel 1955 non gli era stata rinnovata la posizione lavora?va al King’s, che non
avevapiùavutocontasformaliconl’Universitànellaqualesieraformatoeacuiera
rimastoaffesvamentelegato.Lacosanellacerchiadeisuoiamicidovevapesare.Se
netrovatraccia,adesempio,nellacorrispondenzatraHobsbawmeNoelAnnan,suo
amico dai tempi dell’università, come lui membro degli Apostoli, che definiva la
mancatacarrieradiHobsbawmaCambridge«monstrous[…]s?llmoremonstous»se
King’s College Archive [d’ora in poi KCA], Nicholas Kaldor’s Paper [d’ora in poi NK], NK/4/16/45,1437
Mo?vazionedelconferimentodellahonoraryfellowshipdapartedelKing’sCollegeaHobsbawm,1973.
All’Università di Stoccolma, da un’idea che Hobsbawm aveva lanciato in occasione del congresso1438
internazionaledi storiaeconomica tenutoqualcheannoprima inquella ciIà,eranatounprogeIodiricerca, direIo da Sven-Ultric Palme, sulla classe operaia di Stoccolma nel XIX secolo. MRC, EHP,Personalia,Honoursandprizes,Honorarydegrees,StockholmsUniversitet,cer?ficateandprogramme,1969(937/7/7/2).
EvidentementeLandes,rispeIoalloscontrocheloavevavistocontrappostoaHobsbawmnelcorso1439
delXcongressointernazionaledistudistoricinel1955,avevacambiatoopinionesuHobsbawm.Nonmièstatopossibilereperiredelmaterialearchivis?cou?leallaricostruzionedellororapportopersonaleeprofessionale.
MRC, EHP, Personalia,Honours andprizes,Honorary degrees, Cer?ficate ofHarvardCollege: Silas1440
MarcusMacvanePrize,1°giugno1970,(937/7/7/5).
Ivi.,Academymemberships,na?onalandregionalawards,Cer?ficateofAmericanAcademyofArts1441
andSciences,1971,(937/7/7/3).
�305
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
si teneva conto del faIo che non solo Cambridgema nemmeno Oxford gli avesse
offerto la caIedra di storia economica . La decisione di colmare quel ritardo1442
proponendodiinsignireHobsbawmdiun?toloonorificodovevaesseredunquenata
all’internodellesueamiciziealKing’s:senefecepromotoreDomenicoMarioNu?,un
giovaneeconomista italianoaCambridgedal1965 incontaIoconDobbeNicholas
Kaldor,altroamicodiHobsbawm .Allano?ziachequalcunosistavamuovendoin1443
tal senso, quest’ul?mo non rimase indifferente: pur mostrandosi pronto ad un
fallimento,sidicevasperanzosodiessereinsignitodiquel?tolo .1444
Risulta interessante seguire, per quanto le fon? lo permeIono, l’iter di
questo conferimento per più mo?vi. Da un lato perché si traIa del suo primo
riconoscimento pubblico da parte dell’accademia inglese e, guardando poi alle
opinioni degli studiosi interpella?, di riflesso anche internazionale; dall’altro lato
anche per il faIo che fu seguendo le stesse indicazioni di Hobsbawm che vennero
raccolteleleIeredireferenzaneisuoiconfron?necessarieperavvalorarelarichiesta
della honorary fellowhisp: indicazioni che si configurano come preziose in quanto
permeIono di vedere quale immagine egli volesse soIolineare di sé di fronte
all’accademia inglese. Ringraziando Nu? per l’interessamento, Hobsbawm, pur
mostrandomi?tubanteperché«Idonotknowwhatmycolleaguesreallythinkabout
me»,indicavaunaseriedinomidistudiosicherispecchiavanoalcunideisuoicontas
edellecerchieall’internodellequaliilsuolavorosieramosso.Dainomicheinordine
sparso proponeva è possibile cogliere alcuni pun? che egli voleva fissare del suo
percorsostoriografico.Daunlatol’appartenenzaalgruppodi«PastandPresent»di
cui, facendo inomidiChristopherHille JohnEllioI, ricordava ledueanime:quella
marxista d’origine e quella di una storiografia che aveva deciso alla fine degli anni
Cinquanta di aprire un dialogo con i marxis? britannici conferendo al periodico
maggiore credibilità accademica e trasformandolo in un forum di discussione
storiografica riconosciuto. In secondo luogo, indicando due generazioni di studiosi
francesicomeBraudeleLeGoff,Hobsbawmrichiamavailsuolegamedilungadurata
conle«Annales».DavidLandes,chedapocoloavevainsignitodiun’onorificenzaad
Harvard, e il medievalista Roberto Lopez, che gli aveva offerto un posto alla Yale
University, rispecchiavano invece l’aIenzione dell’accademica statunitense nei suoi
confron?e i suoi legami conessa.Consigliandodi rivolgersi aRichardCobb inoltre
KCA,NoelAnnan’sPapers[d’orainpoiNA],LeIeradiN.AnnanaE.Hobsbawm,21maggio1976.Si1442
vedaancheN.Annan,OurAge,London1990,p.297.
Sulrapportodiaffinitàpoli?catraDobbeKaldorsivedaT.Shenk,MauriceDobb:Poli1calEconomist,1443
Pelgrave,Londra2013,p.180.
KCA,NK/4/16/41,LeIeradiE.HobsbawmaD.M.Nu?,nondatata.1444
�306
Terzaparte:RitraÅ
voleva assicurarsi un parere favorevole daOxford, da dove d’altronde proveniva lo
stesso Hill. Per lo stesso mo?vo, per avere cioè un appoggio dall’altra grande
universitàinglese,facevainomi–seppurconmaggiore?tubanza–diGeoffreyElton,
DonaldColmaneMosesFinleydiCambridge.Permaggioresicurezzasuggerivaanche
inomidell’antropologoEricWolfedellostoricosvedeseSven-UltricPalme,persone
di cui davaper certa la s?ma,ma chefinivaper sconsigliare visto la loroposizione
marginale. Infinefacevaancheduenomi italiani:FrancoVenturi, inquelperiodoad
Oxford,eArnaldoMomiglianodelUniversityCollegeofLondon.
Diques?studiosicita?daHobsbawmsonoconservatesoloalcuneleIeredi
referenza. Le carte d’archivio non permeIono di seguire l’evoluzione dell’iter
burocra?co: non è dato sapere dunque se l’assenza archivis?ca delle leIere, ad
esempio,diLeGoff,deglistudiosidiCambridgeodiLandesediVenturisiaindicedi
una lacuna archivis?ca oppure di una mancata risposta a monte di ques? storici
oppure se invece la persona che si fece carico di raccogliere le adesioni preferì
rivolgersiaunnomepiuIostocheaunaltro.LeleIereconservatefannoemergereil
profilodi«afirst-classhistorian» perviadeisuoimoltepliciinteressieperilfaIo1445
chesieramostrato–nelleparolediMomigliano–unostudioso«interes?ngbothfor
hismethodandforhisthemes» ;lesuesugges?veideepoi–aparerediEllioI–1446
avevanoportatogli storici«to lookatoldques?ons innewways» .Braudel, che1447
come Momigliano ne elogiava anche le qualità umane, rimarcava che quello di
Hobsbawmera«uneoeuvretresoriginale,puissanteetclaireetquidépassedefaçon
évidentelaprobléma?quemarxistequiluisertdegrille» .SiaBraudelcheunaltro1448
rappresentantedell’Écolepra?quedeshautesétudes,nonLeGoffbensìMarcFerro,
soIolineavanoinoltreil legamediHobsbawmconlaFrancia:ilprimoaffermavache
eraunodeglistudiosi inglesipiùama?daiprofessorifrancesi, ilsecondodicevache
«[p]eud’historiensontenFrance le rayonnementd’EricHobsbawm,duautanta la
demarche de l’homme qu’a l’originalité de son oeuvre qui a marqué toute une
généra?onde chercheurs» .Neusciva, come riconosceva Lopez, un’immaginedi1449
uno studioso di alto livello , che aveva subito un’ingius?zia nel non essere stato1450
riconfermatoneglianniCinquantaall’internodell’organicodelKing’s: loaffermava–
Ivi.,NK/4/16/56,LeIeradiC.HillaJ.Dunn,DirectorStudiesinHistory,King’sCollege,13novembre1445
1973.
Ivi.,NK/4/16/58,LeIeradiA.Momigliano,14novembre1973.1446
Ivi.,NK/4/16/57LeIeradiJ.EllioIaJ.Dunn,14novembre1973.1447
Ivi.,NK/4/16/62LeIeradiF.Braudel,20novembre1973.1448
Ivi.,NK/4/16/64,LeIeradiM.Ferro,senzadata.1449
Ivi.,NK/4/16/61,LeIeradiR.Lopez,16novembre1963.1450
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sestocapitolo:Ricezioniefortuna
l’unicoafarlo–RichardCobb,fortedelfaIodinonesseremaistato–comescriveva
–marxista .Ilriconoscimentodunqueeraunanime.TantocheHobsbawmtreanni1451
dopovenivaeleIomembrodellaBri?shAcademy .RispondoaNoelAnnanchegli1452
facevasapereinanteprimalano?zia,Hobsbawmaffermavacheilsuoproblemaora
che
theEstablishmentisincreasinglyclaspingmetoitsinterna?onalbosom–andfrankly,I
amvainenoughtolikethiskindofini?al-collec?ng–ishowtokeepmybonafidesas
anoldbolshevik,itselfnowaveryfuddy-duddyandrespectablerolebythestandards
oftheyounginsurrec?onaries .1453
Se dopo aver raggiunto il massimo riconoscimento interno al mondo accademico
britannico, conversando privatamente con un vecchio amico, poteva affermare
questo, solo tre anni prima in vista di oIenere il conferimento dal King's College
Hobsbawm si era mosso diversamente: aveva cioè faIo aIenzione a presentarsi
secondocanonidirispeIabilitàbenprecisi.
Ciò che nell’episodio della honorary fellowship di Cambridge risulta di
interesse infasnonè tanto il contenutodelle leIeredi referenzaquantopiuIosto
l’aIeggiamentomostratodallostessoHobsbawmneiconfron?delven?lato?tolo.È
possibilevederlo incontrolucenella leIeracheegliaveva inviatoaNu?con inomi
delle persone da contaIare. Chiudendo la leIera, Hobsbawm avver?va di aver
tentatodisuggeriredeinomidistudiosiche,sebbenepotesseroessereconsidera?di
sinistra,nonsarebberopotu?risultarepoli?camentedipartenéconpregiudiziasuo
favore;proprioperquesto faceva il nomediHill – che rappresentava il legamepiù
streIo con l’esperienza del Gruppo degli storici marxis?, per un periodo legato al
CPGB – solo in chiusura domandandosi anche se fosse un nome opportuno e di
qualcheu?litàaifinidiraggiungereunbuonesito .Difronteall’accademiainglese,1454
HobsbawmdunquemeIevainsecondopianoilsuoesseremarxistaelasuamilitanza
comunista. Sembra volesse in altre parole mirare a dare un’immagine di sé che
eludessequei caraIeriper iquali era statodiscriminatodalla stessaCambridge. Se
Hobsbawmnell’ambiente accademico inglesemirava apresentarsi in questomodo,
quali tras invece uscivano rafforza? nel contesto italiano? È quanto cercherò di
Ivi.,NK/4/16/59,LeIeradiR.Cobb,18novembre1973.1451
MRC, EHP, Personalia, Honours and Prizes, Academymemberships, na?onal and regional awards,1452
Bri?shAcademy,1976(937/7/7/3).
KCA,NA/5/1/452,LeIeradiE.HobsbawmaN.Annan,22maggio1976.1453
Ivi.,NK/4/16/41,LeIeradiE.HobsbawmaD.M.Nu?,nondatata.1454
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Terzaparte:RitraÅ
meIereafuoconeidueparagrafisuccessivi,dovemisoffermeròsullaricezionedella
produzionestoriograficadiHobsbawmdapartedelmondoaccademicoitalianodaun
lato e dell’opinione pubblica dall’altro. Il confronto dell’esperienza italiana di
Hobsbawmconquelladicoevistoriciinglesimostreràdaunlatoqualinuovicanalidi
comunicazioneegliaprìtralastoriografiaitalianaequellabritannicaedall’altrolato
meIerà in luce l’importanza del suo legame con il PCI, alla cui memoria rimase
semprelegato,nellasuafortunaitaliana.Perres?tuireidiversiritrasdiHobsbawm
questo capitolo presenta un andamento cronologicamente non lineare rispeIo al
precedente: facendo un passo indietro, l’analisi riprende dagli anni Cinquanta e
Sessantaperarrivarealnuovomillennio.
�309
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
6.2.Italia
In vista del centesimo anniversario dell’unificazione dello Stato italiano
l’Is?tutoGramscisiproposedipartecipareallecelebrazionidelgiubileoorganizzando
un convegno suiProblemidell’Unitàd’Italia ,a cuiHobsbawmpartecipò. Fuuna1455
dellesueprimeapparizionipubblicheinItalia,eancheunadellepiùtrascurate.Non
senetrovamenzioneinfasnénellesuememorienéinnessunodeinumerosiricordi
e necrologi a lui dedica? in contesto italiano. Si traIò in effes di un contributo
marginale,cheproprioinquantotalepermeIedifissarealcuniaspesdelrapporto
di Hobsbawm con l’Italia, rivelandosi una car?na di tornasole da un lato delle
aspeIa?ve con cui egli doveIe essere visto dagli ambien? storiografici italiani e
quindideicanaliincuieglisiinserìocheaprìedall’altrodellaricezioneinItaliadella
suaprimaproduzionestoriografica.
Senel1958perilprimoconvegnodistudigramscianiHobsbawmerastatocoinvolto
direIamente, questa volta l’invito fu invece mediato dal CPGB. La direzione
dell'Is?tuto Gramsci si era infas rivolta ai quadri poli?ci del Par?to comunista
britannicochiedendolorodiassicurarelapartecipazionealconvegnodialcunistorici
inglesi .L’Execu?veCommiIeedelCPGBnondovevaaverpresoinconsiderazione1456
la richiesta se Franco Ferri, solo dopo averla reiterata, riceveva una leIera di
Hobsbawmcheglidicevache«[a]syouwillbehearingofficiallyformtheBri?shCP,I
have been asked by our Party to aIend the Convegno» . Sollecitato da Ferri a1457
preparareuna«comunicazionesiapurbreve» ,Hobsbawmproposediconcentrarsi1458
su«someBri?shreac?onstoItalianunity» .Iltemadell’interventodiHobsbawm,1459
cheprese il?tolodiLastoriografia inglesee ilRisorgimento italiano ,noneraai1460
suoiocchidigrandeimportanza,«butIthink–con?nuavaconFerri–itbeIerforme
R.BianchiBandinelli,Salutoalconvenu1, in Is1tutoGramsci,Problemidell’Unitàd’Italia.AÅdel II1455
ConvegnodistudigramscianitenutoaRomaneigiorni19-21marzo1960,EditoriRiuni?,Roma1962,pp.13-15.IG,AIG,SoIoserie2-Convegni,seminari,inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unitàd’Italia,SoIobusta-Documen?,Programmadelconvegno.
Ivi., SoIobusta - Corrispondenza estero, LeIera di F. Ferri all’Execu?ve CommiIee del CPGB, 271456
oIobre1959(fariferimentoadunaprecedenterichiestadel24febbraiodellostessoanno).
Ivi., SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 21457
dicembre1959. Si vedaanche laparallela rispostadel CPGB: Ivi., SoIobusta - Corrispondenzaestero,LeIeradiW.AlexanderaF.Ferri,7dicembre1959.
Ivi.,LeIeradiF.FerriaE.Hobsbawm,8gennaio1960.1458
Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,12febbraio1960.1459
E.Hobsbawm,Iliberaliinglesiel’unitàd’Italia,inProblemidell’unitàd’Italia,cit.,pp.144-153.Peril1460
?tolo della relazione usato nel corso del convegno si veda IG, AIG, SoIoserie 2 - Convegni, seminari,inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unitàd’Italia,SoIobusta-Comunicazioni,Indice.
�310
Terzaparte:RitraÅ
as a foreigner, andnot anexperton Italianunity, to s?ck to a foreign subject» .1461
L’ideaaFerripiacqueancheperchési inserivabenenelprogrammadelconvegnoin
cui si tentava di conciliare interven? di studiosi italiani con prospesve il più delle
volteregionaliconrelazionidistoricistraniericheper lamaggioresiconcentravano
sulmovimentodiunificazioneitalianovistodall’estero .LapropostadiHobsbawm1462
dunque corrispondeva alle aspeIa?ve, ma assumeva più valore in quanto si
prospeIavaqualeunicocontributooccidentaleconunsimiletaglio.
La sua relazionedovevaessere cosapar?colarmente auspicatadall’Is?tutoGramsci
anche per un secondomo?vo, vale a dire per il faIo che la storiografia britannica
dalla fine della seconda guerramondiale si era dimostrata sempre più aIenta alla
storia risorgimentale italiana. In vista della ricorrenza nazionale le principali case
editriciitalianeavevanopubblicatooperedistoricibritannici,anchesecri?catedalla
storiografia italiana. Nel 1958, ad esempio, per i ?pi dell’Einaudi era uscita l’opera
dell’oxfordianoDenisMackSmithsuCavoureGaribaldi mentrel’annosuccessivo1463
Laterza,inaugurandola«Collanastorica»,avevadatoallestampel’interpretazionedi
MackSmithinun’oscadilungaduratadellostatonazionaleitaliano .Centralein1464
ques? lavori, come anche in quelli di un altro oxfordiano Christopher Seton-
Watson , erano le is?tuzioni poli?che e i sistemi di governo, riflesso1465
dell’importanza nella storiografia britannica del primo Novecento del filone della
storiadiploma?ca.Tale impostazionesi rispecchiavaanche inaltrivolumipubblica?
inqueglianni,comeadesempioquellidiElizabethWiskemanneFrederickW.Deakin
sulfascismo .SitraIavadiunaproduzione, inpar?colarequelladiMackSmithe1466
Seton-Watson,cherappresentava–comehaevidenziatoJohnA.Davis– iltenta?vo
conilquale«laculturaliberaleinglesedelsecondodopoguerracercavadiriformulare
Ivi., SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 121461
febbraio1960.
A?tolod’esempio:A.K.Burmov,GiuseppeGaribaldie laBulgaria, inProblemidell’Unità,cit.,pp.1462
141-144;E.Halicz,IpolacchieilRisorgimento,inivi.,ppp.155-166;V.Khvostov,Risorgimentoitalianoemovimentodemocra1coinRussia,inivi.,pp.207-212.
D. Mack Smith, Cavour and Garibaldi. A Study i Poli1cal Conflict, Cambridge University Press,1463
Cambridge1954.Tr.it.:GaribaldieCavournel1860,Einaudi,Torino1958.
Id.,Italy.AModernHistory,UniversityofMichiganPress,AnnArbor,1959;tr.it.,Laterza,Bari1959;1464
sulsuccessodell’operasivedaA.eG.Laterza,Introduzione.Unsecolodilibri,inR.Mauro,M.Menna,M.Sampaolo,LeedizioniLaterza,cit.,p.XIX.
C.SetonWatson,Storiad’Italiadal1860al1925,Laterza,Bari1967[ed.or.Methuen&Co.,Londra1465
1967].Sivedaanche J.Pollard,ObituaryofChristopherSetonWatson, in«Modern Italy»,2011/4,pp.485-486; per la suaproduzione successiva: S.Oglethorpe,Abibliographyof theWorks of ChristopherIvanWilliamSeton-Watson,inivi.,pp.479-483.
A ?tolo d’esempio: E.Wiskemann, L’asse Roma-Berlino, Storia dei rappor1 fraMussolini e Hitler,1466
Firenze1955[ed.or.OxfordUniversityPress,Londra1949];F.W.Deakin,StoriadellarepubblicadiSalò,Einaudi,Torino1963[ed.or.WeidenfeldandNicolson,Londra1962].
�311
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
la propria concezionedel liberalismo» . LapartecipazionediHobsbawmai lavori1467
delconvegnoromanodovevadunqueesserepar?colarmentebenvistadagliambien?
dell’Is?tutoGramsci: far parlare uno storico inglese sul Risorgimento si configurava
comeunfaIodiaIualitàstoriografica.ConMackSmitheSeton-Watsonsierainfas
aperta la strada nel Regno Unito a un nuovo interesse scien?fico verso la storia
contemporanea dell’Italia : una nuova generazione di studiosi inglesi, nata nella1468
secondametàdeglianniTrenta,stavainiziandoafrequentaresemprepiùlapenisola
eastudiarnelastoria.StuartWoolf,unodiques?,harecentementericordatochein
occasione di un convegno organizzato a Torino in concomitanza dell’anniversario
nazionale nel 1961 rimase par?colarmente «impressionato» per l’impostazione
storiografica tradizionale, di storia poli?ca, con cui il movimento di unificazione
nazionale veniva in quel contesto interpretato . Woolf, proveniente da Oxford,1469
avevainiziatoafrequentareTorinonellasecondametàdeglianniCinquantaperuna
ricercadidoIoratosullanobiltàpiemontesedelSeIecento ;ricercache,assieme1470
ad altri studi coevi o di poco successivi, come ad esempio quelli di Patrick Corley
sull’Illuminismo meridionale e di Adrian LyIelton sulle origini del fascismo , si1471
sarebbeconfiguratacomeunveroepropriocambiodiroIanellastoriografiainglese
sullastoriadell’Italiacontemporanea.SitraIavadiricercheche,adifferenzadiquelle
diMackSmith,daun latosisarebbero inseriteall’internodeldibastostoriografico
italianoedall'altroavrebberomostratounapiùampiaaIenzioneadunadimensione
sociale ed economica, non solo poli?ca . Di lì a pochi anni, nel 1966, Woolf si1472
sarebbe faIopromotorepresso l'Università di Readingdella fondazionedel Centre
for Advanced Study of Italian Society, con l’intento di «promuovere, assistere e, in
cer?casi,finanziare» ricercheadiversi livelli«inogni seIoredella storia italiana,e
sugli aspes economici, poli?ci e sociologici della società italiana moderna e
J.A.Davis,DallaGranBretagna, inF.Mazzonis(acuradi),L’Italiacontemporaneae lastoriografia1467
internazionale,Marsilio,Venezia1995,p.102(93-113).
John A. Davis soIolinea come non esistesse una tradizione storiografica inglese sull’Italia1468
contemporanea prima del secondo dopoguerra; esisteva un «fascino culturale generico» spessostereo?pato e non basato su ricerche scien?fiche. L’aIenzione degli studiosi inglesi era rivolta alRinascimento in primis e all’an?chità, cosa che comportava una «visione ‘prevenuta’» dell’Italiacontemporanea.Ivi.pp.100-101.
S. J. Woolf, Usi e abusi del Risorgimento nell’Italia repubblicana: relazione tenuta al seminario1469
Proge.o Risorgimento della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2011, <hIps://www.youtube.com/watch?v=WozyG41Dyc0>.
S.Woolf,Studisullanobiltàpiemontesenell’epocadell’assolu1smoin«Memoriedell’Accademiadelle1470
ScienzediTorino»,1963/5.
P.Chorley,Olil,SilkandEnglighment:EconomicProblemsin18°CenturyNaples,Is?tutoitalianoper1471
glistudistorici,Napoli1966;A.LyIelton,Laconquistadelpotere.Ilfascismodal1919al1929,Laterza,Bari1974[ed.or.1974].
J.A.Davis,DallaGranBretagna,cit.,p.104.1472
�312
Terzaparte:RitraÅ
contemporanea» . Si traIava dell’«unico [centro] in Inghilterra – avrebbe scriIo1473
WoolfaCan?moripersponsorizzarnelafondazione–dedicatoall’Italia» ;inpochi1474
anniavrebbecreatounafornitabiblioteca,grazieanumerosedonazionidian?fascis?
inglesieadacquisizionidimaterialeinItalia,echesarebbediventatounaimportante
base is?tuzionale per una collaborazione tra storici britannici e italiani , che si1475
sarebbeintensificataneidecennisuccessivi .1476
Nel1959,quandoadHobsbawmvennechiestodiparteciparealconvegno,il
principale interlocutore inglese in campo risorgimentaleera, comesièdeIo,Mack
Smith. La sua storia d’Italia uscita nel ’59 per Laterza aveva riscosso un grande
successo di pubblico: nel 1960 era già alla terza ristampa. La partecipazione di
Hobsbawm al convegno risorgimentale doveva quindi assumere un terzo, più
importante,significato.SeMackSmith,coetaneodiHobsbawm,quandoeragiuntoin
Italia per fare ricerche ai fini dei suoi studi aveva preso contaIo con storici come
Chabod, Maturi e anche con Croce , diversi erano sta? i contas italiani di1477 1478
Hobsbawm così come molto diverse ne erano l’impostazione e le tema?che
storiografiche.GliuominidelGramscilosapevanobene;neavevanoavutoconferma
proprio nel 1959 quand’era apparso in inglese Primi1ve Rebels, libro nel quale
confluivanolericerchechepochianniprimaHobsbawmavevafaIoinItaliaapar?re
anche dalle sollecitazioni ricevute al Gramsci. Sebbene fosse arenata nelle stanze
della Einaudi, l’edizione inglese doveva aver avuto una certa circolazione anche in
Italia.Can?mori,adesempio,nedavasubitocontoaManacordache rispondevadi
averla già acquistata per leggerla . Su «Società» poi appariva, a firma di Mario1479
DasloscriIoin?tolato‘Centrodistudistoriciitaliani’incuiWoolfpresentavailcentroaunpubblico1473
presumibilmente di accademici italiani. Si trova infas allegato alla leIera richiamata nella successivanota.
SNS,CDC,LeIeradiS.WoolfaD.Can?mori,18febbraio1966.1474
S.Woolf,TheCentrefortheAdvancedStudyofItalianSocietyatReading,in«ModernItaly»,2011/4,1475
pp.473-478.
Sull’evoluzionesuccessivadell’interessestoriograficobritannicoverso l’Italia:M.S.Quine,Glistudi1476
tra Italia liberale e fascismo, in «Italia contemporanea», 1995/201, pp. 637-659; S. Neri Serneri, Lepeculiarità degli italiani. Appun1 e disappun1 da alcune storie d’Italia anglosassoni, in«Contemporanea», 1999/4, pp. 671-698; I. FavreIo, Le riviste storiche britanniche e la storiografiaitaliana, in M. Ridolfi (a cura di), La storia contemporanea a.raverso le riviste, Rubbesno, SoveriaMannelli2008,pp.51-68.
Vi èun veloceaccennoaquesto faIo inuno stralciodi una trasmissione radiofonica in cuiMack1477
SmithdialogaassiemeaFrancodellaPerutaeStefanoDeTomassosuGaribaldi:Paesaggioconfigure,1994, <hIp://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-de8f1fdf-e4aa-488a-a8d3-ad37361d94aa.html>.
S.Fiori,DenisMackSmith:a90annisonodiventatooÅmista,in«LaRepubblica»,1°marzo2010;F.1478
DESan?s,ÈmortoDenisMackSmith,lostoricoinglesechescrissela'Storiad’Italia’,in«LaRepubblica»,12luglio2017.
D.Can?mori,G.Manacorda,Amiciperlastoria,cit.,pp.404-406.1479
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sestocapitolo:Ricezioniefortuna
Spinella, una recensione molto posi?va. Pur meIendo in luce alcune lacune e
imprecisioni di Hobsbawm, che veniva presentato come un esponente del «vivace
gruppo degli storicimarxis? inglesi», Spinella esaltava «l’influsso di Gramsci» nella
scelta di «quegli aspes ‘minori’ della storia delle classi subalterne» sia
nell’impostazionechenell’elaborazionedellaricerca .Sarebbestatoquestoiltaglio1480
anche delle numerose recensioni apparse seIe anni dopo in occasione della
pubblicazione dell’edizione italiana . Nel 1960 sulla stessa «Società» Spinella1481
traducevaunar?colo cheHobsbawmdedicavaallametodologiaper lo studiodelle
classi subalterne. In prospesvadel convegnodel 1960, egli dunquedoveva essere
visto come una potenziale risposta marxista alla coeva produzione storiografica
britannicad’impostazioneliberalesullastoria italianaecomeunpontecheavrebbe
potuto diffondere l’interpretazione gramsciana del Risorgimento nei filoni
storiograficibritanniciinteressa?altema.
Decenni dopo Hobsbawm verrà ricordato come un esponente della
storiografia britannica interessata alla storia risorgimentale. Quando, ad esempio,
l’Università di Pisa gli conferirà la laurea honoris causa lo presenterà come un
rappresentantedellapiùfecondatradizionedirappor?tralastoriografiabritannicae
quella italiana, «risalent[i] agli stres legami di simpa?a che legarono la cultura
inglese all’Italia risorgimentale e liberale» . In realtà, era stato Hobsbawm fin1482
dall’iniziodeglianniCinquantaadaverapertouncanaledicomunicazionenuovotra
mondo storiograficobritannicoequello italiano legatoal Par?toal comunista.Non
chenonesistesseundialogo tra storiografia contemporanea italianaebritannica: i
ricorda?contasdiMackSmithconMaturi,ChabodeCrocemostranocomeessici
fossero.Hobsbawmdovevaancheaverlisfiora?.Dopoessereentratoinamiciziacon
lostoricodell’arteFrancisHaskell,conosciutoaCambridgenellasecondametàdegli
anni Cinquanta , era stato introdoIo da ques? non solo al patrimonio ar?s?co1483
italiano (di cui si ha traccia già nell’apparato iconografico del suo primoAge), ma
M.Spinella,Primi1veRebelsdiE.Hobsbawm,in«Società»,1959/3,p.558(558-564).1480
Sivedanoadesempio:V.Lanternari, IRibelli. Lostudiodiunostorico inglese, in«PaeseSera»,251481
novembre 1966, (Lanternari presentava Hobsbawm un «pioniere» nell’aver scelto un simile tema edefiniva «nuova emetodologicamente rivoluzionaria» la «comparazione storico-sociologica» che essoavevaelaborato);L.Pintor, I ribelli, in«Rinascita»,29oIobre1966,pp.19-20 (nerimarcava l’aIualitàpoli?ca);M.Notarianni,Dalmillenarismoalmarxismo,in«Vienuove»,23oIobre1966;L.Perini,Formeprimi1vedirivolta,in«StudiStorici»,1967/3,p.605(598-605).DidiversoparereinvecelarecensioneE.J.Hobsbawm,IRibelli,in«QuaderniPiacen?ni»,gennaio1967,chedefinivaquellaespressanellibrounatesi«tropporapidamenteaccennataperconsiderarlachiaraodimostrata».
Citazione traIa dal discorso ufficiale Umberto Carpi e Roberto Paolo Ciardi nel corso del1482
conferimento: Laura honoris causa in storia al prof. do.. Eric John Hobsbawm, p. 4 (1-5): opuscoloconservatopressoilCentroDocumentazionedell’UniversitàdiPisa,CB3Misc.95.
MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Unpublished obituaries,1483
NecrologiodiF.Haskell,nondatato(937/4/4/3).
�314
Terzaparte:RitraÅ
ancheincerchieromanedicultorid’arte,comel’editoreEnzoCreacheasuavoltaera
in rapporto d’amicizia con Mack Smith . Si traIa però di re? di relazioni1484
intensificatesisoloinunsecondomomentoesecondarierispeIoaiproposi?concui
HobsbawmeragiuntoinItalia.Egli–comesièvisto–sierainseritoeavevaallargato
uncanaledidialogodiverso:avevaseguitopercer?versiletraieIoriegiàlievemente
segnatedaMauriceDobbche,grazieaSraffa,erastatointrodoIooneglistessianni
veniva introdoIoneicircolideiquadriculturalicomunis?enegliambien?editoriali
italiani . Sebbenenon fosseuno storico,Dobbavevaavutouna forte influenza–1485
come si è visto – sulla storiografiamarxista britannica e così, sopraIuIo a seguito
della traduzione del suoDevelopment of Capitalism,anche nelmondo accademico
italiano . Nelmarzo del 1962, ad esempio, invitato da Paolo Fortuna?, direIore1486
all’epocadell’Is?tutodista?s?ca,Dobbtenevaall’UniversitàdiBolognatrelezionisu
temidistoriadelcapitalismo,poipubblicatenellarivistadell’Is?tuto .Avevaanche1487
contas con i ver?ci culturali del Par?to comunista italiano, faceva viaggi in Italia
assiemeaSraffa,graziealquale–comegiàdeIo–eraentratonellesfereeditoriali
einaudiane. A differenza di Dobb,Hobsbawm, usufruendo degli stessi canali, si era
mostrato però più interessato a intensificarli e a allargarli sopraIuIo tra storici
marxis?inunadimensioneeuropea.GliuominidelGramsciseneeranoresicontogià
nel corso del X congresso internazionale di studi storici nel 1955 e sopraIuIo in
occasionedelprimoconvegnogramscianoquandoHobsbawm,adifferenzadiDobb
cheavevadeclinatol'invitoaparteciparvi,sierafaIoportavocedeglistoricimarxis?
britannici e del loro sforzo di pubblicare i tes? di Gramsci in Inghilterra. La sua
capacità anche linguis?ca doveva averlo in ciò aiutato. Egli quindi si andava
caraIerizzandoagliocchidegli italianicomeunostorico ingleseanomalorispeIoai
RicavoicontastraCreaeMackSmithdall’archiviofotograficodellafamigliaCreacheilfiglioAlessio1484
mi ha gen?lmentemesso a disposizione.Già in occasione della pubblicazione de I Bandi1 (si veda lapremessa)HobsbawmmostròsegnidiriconoscenzaversoEnzoCrea,checon?nuòafrequentarefinoinvecchiaia:MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,FotografiadiHobsbawmeCreaaRoma,2006(937/4/4/4).NonèstatopossibileapprofondireilegamidiHobsbawminquestaretedirelazioniperl’impossibilitàdiaccedereallacorrispondenzadiEnzoCreacosìcomeaquelladiFrancisHaskell.
Nel1950eraincontaIoconAmbrogioDonini,adesempio.Nel1955riferivadiunviaggioinItalia1485
conSraffa.NellasecondametàdeglianniCinquantainiziavaunrapportopiùstreIoanchedaunpuntodi vista editoriale. Si veda, ad esempio, TCA, PSP, Diaries, Annotazione di portare i salu? aDonini dapartediDobb,1°aprile1950,(E22);TCA,MDP,OutleIers,LeIeradiM.DobbaP.DuI,20maggio1955(CB17);TCA,MDP,InleIers,LeIerediG.ManacordaaM.Dobb,17dicembre1955,24gennaio1956,14marzo1956(CA50).
SivedaanchelaprefazionediZangheri in:M.Dobb,Problemidistoriadelcapitalismo,tradoIoin1486
italianonel1958venneripubblicatocon un’introduzionediR.Zangherinel1969(Ed.Riuni?,Roma)edebbeunagrandefortuna,arrivandoallaquintaedizioneneglianniNovanta.
M.Dobb,Alcuneques1onidistoriadelcapitalismo,«Sta?s?ca»,1962/XXII,pp.147-196;oggisono1487
accessibilionline:<hIp://storicamente.org/storia_del_capitalismo>.
�315
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
colleghi, interessatoall’Italianon tantoperCavoureGaribaldiquantopiuIostoper
Gramsci.Perquestomo?vo,ilsuointerventoalconvegnosull’unitàd’Italiadel1960
dovevafarebensperare.E ineffesancheinquest’occasionegliuominidell’Is?tuto
Gramsci non doveIero rimanere delusi: ciò che Hobsbawm presentò al convegno,
una panoramica sull’interesse giornalis?co e storiografico britannico verso il
movimentorisorgimentaleitaliano,sedaunlatoriconoscevaneilibridiMackSmith
un «genuino contributo», «seppur discu?bile» , allo studio dell’unità d’Italia,1488
dall’altrolatosiconcludevaconunaosservazionedaitonipolemicichedavacontodel
successo di un coevo autore italiano in Gran Bretagna. «La moda di Danilo Dolci
(paragonabile a quella per Gandhi e Vinobha Bave in India) si spiega – diceva
Hobsbawm– forse comeun tenta?vodi trovareuna alterna?va, una forzamorale,
unachiavenonsocialistaperlaportadellastoria.Malaportarimaneos?natamente
chiusa» .1489
Se Hobsbawm aveva accolto volen?eri l’invito a partecipare al convegno
romano,lapreparazionedell’interventodovevaessergliperòpesata.Citenevainfas
aprecisare, rivolgendosiaFerri,chesarebbe intervenutoconunarelazionesolo«if
you really want one fromme» e dicendosi felice se la sua proposta sarebbe stata
rifiutata .RientrandopoiinGranBretagnaavrebbescriIoadunacollegache«the1490
Romeconferencewentok:delegatesfromvariouscountries,gooddiscussion,butall
ontheItalianrisorgimento» .SitraIavadiuntema,quellorisorgimentale,cheai1491
suoiocchidovevarisultarepocoentusiasmante;eranoaltreques?onistoriografiche
adinteressarlo.L’appuntamentoromanosieracomunquerivelatoposi?voperilfaIo
che inquell'occasioneavevaavutooccasionedirilanciare l’ideadi«an interna?onal
marxisthist.conferenceonproblemsoftheforma?onofcapitalism»,trovandouna
buonarispostainalcuniamici:«Kula(Poland)andSoboul(France)areverykeenon
it», riferiva . Era a questo argomento cheHobsbawmera interessato e su cui di1492
nuovo,comeacavallodeglianniQuarantaeCinquanta,oraeratornato.Nelgiugno
del1957sieratenutaaLondra,organizzatada«PastandPresent»,unadiscussione
«ontheproblemofthe‘contemporaneousrevolu?ons’ofthesevententhcentury»a
cui avevano partecipato una tren?na di studiosi, sopraIuIo britannici ma anche
E.Hobsbawm,Iliberaliinglesiel’unitàd’Italia,inProblemidell’unità,cit.,p.151.1488
Ivi.p.153.1489
IG,AIG,SoIoserie2-Convegni,seminari, inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unità1490
d’Italia, SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 12febbraio1960.
NAL,MI5-EHF,KV2/3985,LeIerainterceIatadiE.HobsbawmaJoanSimon,10maggio1960.1491
Ibid.1492
�316
Terzaparte:RitraÅ
statunitensi e giapponesi: Hobsbawm vi aveva svolto di nuovo un ruolo di primo
piano .Nel1960davainoltreallestampeunar?coloper«ScienceandSociety»in1493
cuiaffrontavanuovamentelaques?one .LacrisidelXVIIsecolo–comesièvisto–1494
sieraandataconfigurandotralafinedeglianniQuarantaeiCinquantacomeuntema
caldodella storiografia internazionale, che avevaportatoHobsbawma confrontarsi
semprepiùcon lascuoladelle«Annales».Frequentandogliambien?pariginiaveva
trovato inRuggieroRomano, che stavaaffrontandodaprospesvediverse le stesse
ques?oni,uninterlocutoreconcuidialogare.Neifaldonicheraccolgonoilmateriale
distudiodiHobsbawmsullacrisidelXVIIsecolosonoconserva?alcuniar?colidello
storico italiano collaboratore di Braudel dalla fine degli anni Quaranta , che1495
Romano stesso dal 1954 inviava con dedica e aIestazione di amicizia e s?ma ad
Hobsbawm . I due dovevano aver poi con?nuato a discuterne: Romano in un1496
ar?colo apparso una decina d’anni più tardi definiva «fondamentale» la tesi che
Hobsbawmfindal1954avevapropostodallepaginedi«PastandPresent» .Anche1497
HobsbawmriservavaunacostanteaIenzioneallaproduzionediRomano:lomostrò,
adesempio,inunaimportantepubblicazione.Nel1965iver?cidi«PastandPresent»
decidevanodiraccogliereinvolumeunapartedeicontribu?sullacrisidelXVIIsecolo
cheeranoapparsisullepaginedelperiodiconelcorsodiundecennio(trail1952eil
1962) .ChristopherHill,chenefirmaval’introduzione,presentaval’antologiacome1498
ilmigliorfruIodellarivistaeribadivacheilconceIoallabasedellibro,ossiachenel
XVII secolo si era verificata una «crisi generale», era stato sviluppato per la prima
voltadaHobsbawm .Ilvolumesiaprivadifasconl’ar?colochequest'ul?moaveva1499
scriIo nel 1954 e a cui ora faceva seguire un Post Scriptum. In questa sede egli
rimandava per un «panorama straordinariamente ricco di da? storici» agli studi di
Sivedailverbaledelconvegnoin:SeventeenthCenturyRevolu1ons,in«PastandPresent»,1958/13,1493
pp.63-73.
E.Hobsbawm,TheSeventeenthCenturyintheDevelopmentofCapitalism,in«ScienceandSociety»,1494
1960/25,pp.97-112.
M.Aymard,RuggieroRomanoaParigi,inP.BusdeLima(acuradi),RuggieroRomano.AÅdell'incontrodi1495
studi, SanMarino, giugno 2012,Edizione della Scuola Superiore di studi storici, SanMarino 2014, pp. 9-28(RingrazioLorenaBaraleperavermiregalatoquestolibroeavermiindirizzatosualcunestradediricerca).
A ?tolo d’esempio R. Romano, AspeÅ economici degli armamen1 navali veneziani nel secolo XVI, in1496
«Rivista storica italiana», 1954/1. MRC, EHP, Research material, Set of files: interna?onal subjects, 17thcentury,(937/3/2/1).
Id.,TraXVIeXVIIsecolo:unacrisieconomica:1661-1622,in«Rivistastoricaitaliana»,1964/3,incui1497
RomanoriprendeiltematraIatonelcorsodellelezionitenuteall’ErcolePra?que(1960-61)ericonosceimportanzafondamentaledell’ar?colodiHobsbawmsullacrisidelXVIIsecolosianell’impostazionecheneirisulta?.
T.Aston(acuradi),Crisis inEurope,1560-1660,Routledge,Londra1965;tr. it.T.Aston(acuradi),1498
CrisiinEuropa.1560-1660,conintroduzionediC.Hill,GianniniEd.,Napoli1968.
C.Hill,Introduzione,inivi.,p.2(1-4).1499
�317
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
Romano.Citenevaancheaprecisareche«lageneraleconcordanzadelRomanocon
la mia tesi fondamentale che il secolo XVII rappresen? l’ul?ma fase del grande
trapasso da un’economia feudale ad una capitalis?ca, rende la sua monografia
par?colarmente gradita all’autore del presente saggio» . Nella stessa occasione1500
soIolineava i ritardi della storiografia italiana, lamentando come il problema della
decadenza italiana avesse riscosso una aIenzioneminima.Già nel saggio del 1954
aveva più volte richiamato gli studi di Cipolla sul declino in Italia ; aveva poi1501
accennato al contesto italiano anche in occasione del convegno londinese del
1957 . Ora, ribadendo i limi? e i ritardi della storiografia italiana, precisava allo1502
stessotempochegrazieallascuoladiBraudellalacunaeraparzialmentecolmata.
L’antologia sulla crisi del XVII, pubblicata inGran Bretagna nel 1965, venne
tradoIa in italiano tre anni dopo da una piccola casa editrice napoletana in una
collanadireIadaPasqualeVillani e LuigiDeRosa. «Economiae società», questo il
nome della collana, si proponeva come un «punto d’incontro e di riferimento
[indirizzato]allegiovaniforzechesirivolg[evano]allostudiodellastoriaeconomica»
ecomeunarisposta«alleesigenzed’aggiornamentoed’informazionediunpubblico
semprepiùvasto» .Traiprimivolumipropos?dallacollana,l’antologiadeisaggidi1503
«PastandPresent»siconfiguravacomeunosmostrumentopertaliobiesvi:veniva
infaspresentatocomeilpiùaggiornato«bilanciodiun’etàfondamentaledell’Europa
moderna» . Così d’altronde gli ar?coli sulla crisi del XVII secolo apparsi1504
originariamente su «Past and Present» dovevano essersi configura? fin dagli anni
Cinquantaper lagenerazionedeglistudiosiacuiappartenevanoiduecuratoridella
collana. Il dibasto sulla crisi del XVII secolo aveva infasavutodegli echi anche in
Italia.Larivista«Culturaerealtà»avevaprovvedutoall’iniziodeglianniCinquantaa
tradurre il confrontotraDobbeSweezy;nel1952BrunoTren?navevarecensitosu
«Società» lapubblicazionedegliStudiesdiDobb . La stessa rivistanel1955dava1505
conto dell’evoluzione del dibasto con un ar?colo di Procacci , ripreso in «La1506
E.Hobsbawm,PostScriptumaLacrisidelXVIIsecolo,inivi.,pp.75-77(5-81).1500
SitraIavadiC.M.Cipolla,TheDeclineofItaly,in«EconomicHistoryReview»,1952/5;td.it,Torino1501
1959.
Assiemeallostoricodell'arteFrancisHaskell,concuiavevastreIodallametàdeglianniCinquanta1502
unostreIo rapportodiamicizia,aveva faIo riferimentoalla realtànapoletanaeal ruolocheviavevasvoltoMasaniello:SeventeenthCenturyRevolu1ons,cit.,pp.68-69.
Citazione traIadalla secondadi coper?nadi T.Aston (a curadi),Crisi in Europa. 1560-1660, con1503
introduzionediC.Hill,GianniniEd.,Napoli1968.
Ivi.,terzadicoper?na.1504
B. Tren?n, Studies in the development of capitalism di Maurice Dobb, in «Società», 1952/3, pp.1505
557-563.
G.Procacci,Dalfeudalesimoalcapitalismo,in«Società»,1955/1,pp.123-138.1506
�318
Terzaparte:RitraÅ
Pensée» .NellostessoannoesullastessarivistaPasqualeVillanimeIevaafuocoil1507
ritardo che gli studi storici sull’Italia meridionale prima dell’Unità avevano
accumulatonel«campodelleindaginistorico-economiche»;glistudipresiinesame–
diceva–sarebberosta?«tantopiùvalidiquantopiùchiara[fossestata]negliautorila
coscienza del rapporto tra economia e sviluppo della società» . Villani indicava1508
come modello a cui rifarsi – una «sorta di manifesto metodologico», come lo ha
definito Paolo Favilli – un saggio di Rosario Villari apparso su «Movimento
operaio» : si traIava di uno scriIo che avrebbe posto le basi delle ricerche di1509
quellagenerazionedistudiosidellasocietàmeridionaleche,preseledistanzedaun
paradigmae?co-poli?co,sistavaspingendoversonuovican?eridilavorodedica? in
primisalladimensioneeconomico-socialedellastoria .1510
Ricordandoapiùditrent’annididistanza ilclimastoriograficodiqueglianni,Villani
avrebbesoIolineatoche inuoviorientamen?acui luie i suoi coetaneiall’epocasi
erano rivol? per svecchiare la produzione storiografica italiana erano arriva?
sopraIuIodallaFrancia.Manonsolo:
Propriosulfiniredeglianni’50mutavanoglis?moliegliorientamen?checoncorrono
ad alimentare e a rinnovare la storiografia. Bas? pensare al grande esodo dalle
campagnedelMezzogiornoe ai problemi della industrializzazione chenonpotevano
non suggerire, in coincidenza con alcune tendenze della storiografia francese ed
inglese, i grandi temi della storia demografica e dello sviluppo e soIosviluppo. La
ricerca, inoltre, si ar?colava sempre più in dimensioni regionali; l’aver spostato
l’aIenzione dal centro alla periferia, dalla capitale alle campagne, dal centro
intelleIualeedigovernoaicontadinieallaborghesiarurale,eraunprimopassochein
questocasovenivaacoincidereconesperienzeche,sopraIuIoinFrancia,davanuova
impostazioneevigoreallericercheregionali.Contemporaneamentesiallargavaanche
laprospesvacronologica:perglistudidiFernandBraudelediEricHobsbawm–per
citare soltantoduenomidi rilievonel panoramadella storiografiaeuropeapurnella
diversitàdelleascendenzeedelle impostazioni– iproblemidella storiaeconomicae
sociale del Mediterraneo nel Cinquecento e quelli rela?vi alla così deIa «crisi del
Une discussion historique: du féodalisme au capitalisme, in «La Pensée», 1956, p. 10.32, con1507
interven?diG.LefebvreeA.Soubulelariproduzionedell'ar?colodiProcacci.
P.Villani,EconomiaeclassisocialinelRegnodiNapoli(1734-1860)neglistudidell’ul1modecennio,in1508
«Società»,1955/4,pp.665-695.LacitazioneèriportatadaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.
R.Villari,PerlastoriaruraledelMezzogiornonelsecoloXVIII,in«Movimentooperaio»,1954/4,pp.1509
513-537.
P.Macry,A.Massafra,Introduzione,inId.,Frastoriaestoriografia.ScriÅinonorediPasqualeVillani,1510
IlMulino, Bologna 1994, pp. 19- 20 (19-23). Si vedano anche le considerazioni di Rosario Villari in R.Villari, Incontri conGastoneManacorda, inG.Manacorda, Ilmovimento reale e la coscienza inquieta,cit.,p.314(312-319).
�319
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
Seicento» non potevano essere ignora? nella considerazione delle vicende del
Mezzogiornod’Italiaedellastoriadellesuecampagne .1511
Nelsaggiodel1955VillaniavevafaIoesplicitoriferimentoall’«esemplareindagine»
cheinambientefrancesedaiprimianniCinquantastavaportandoavan?,seppurcon
deilimi?,RuggieroRomano :fuinfaspropriograziealcontributodiRomanoche1512
siimposeancheinItaliailtemadellanaturaedellaperiodizzazionedellacrisidelXVII
secolo,sianellastoriografiachesi ispiravaalle«Annales»siainquelladi ispirazione
marxista .NonèdisecondariaimportanzailfaIo,adesempio,chenelcorsodella1513
primaannatadi«Studi Storici», la rivistaalla cui realizzazioneHobsbawmera stato
coinvoltodaCan?morieManacordaecheeraanimatadapiùgiovanistoricitracui
Rosario Villari, venisse pubblicato l’ar?colo di Hobsbawm sulla crisi del XVII secolo
originariamente apparso su «Science and Society» . Sebbene dunque nel 19651514
Hobsbawm riscontrasse che non erano sta? sviluppa? degli studi specifici su quel
periodostoricoincontestoitaliano,qualcosainrealtàsieramossoeprestoavrebbe
portatoadegliesi?monografici.
Nel1967aNapolivenivadatoallestampel’«esperimentobenriuscito» di1515
GiuseppeGalasso suEconomia e società nella Calabria del Cinquecento , in cui i1516
rimandibibliograficiaBraudel,Mauvret,Cipolla,Sweezy,Dobb,HiltoneHobsbawm
res?tuisconobene la ricezionedeidibas?storiograficieuropei ; i ringraziamen?1517
iniziali – tra gli altri a Villani, De Rosa, Romano –mostrano invece con chi l’autore
avessediscussolapropriaricerca.NellostessoannoaBariuscivaunaltrolibronato,
comeharecentementericordatol’autore,«persugges?onedeldibasto[…]sullacrisi
delXVIIsecolo» .AllabasedeLarivoltaan1spagnolaaNapoli,comeRosarioVillari1518
riconosceva inaperturadel libro,c’eranodue livellidiproblemi:«lacrisieconomica
europeael’evoluzionedellostatodelSeicento.BraudeleHobsbawm,VicensVivese
P. Villani, Le campagne del Mezzogiorno tra Se.ecento e O.ocento, in id. Società rurale e ce11511
dirigen1(XVIII-XXsecolo),MoranoEditore,Napoli1989(originariamente1981),p.37(31-51).
Id.,EconomiaeclassisocialinelregnodiNapoli,in«Società»,1955/4,pp.675-677(665-695).1512
F.Benigno,Specchidellarivoluzione:confli.oeiden1tàpoli1canell’Europamoderna,Donzelli,Roma1513
1999,p.84.
E.Hobsbawm,IlsecoloXVIInellosviluppodelcapitalismo,in«StudiStorici»,1959-60/4,pp.661-676.1514
A.Massafra,UnastagionedeglistudisullafeudalitànelRegnodiNapoli,inP.Macry,A.Massafra,Fra1515
storiaestoriografia,cit.,p.121(103-129).
G. Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, L’Arte ?pografica, Napoli 1967,1516
ripubblicatopoidaFeltrinelli,Milano1975.
Ciòsiriscontrainpar?colareneicapitolicheGalassodedicaaClassielo.ediclasseeCrisiedeclino.1517
R.Villari,Unsognodilibertà.Napolineldeclinodiunimpero1585-1648,Mondadori,Milano2012,p.1518
3.
�320
Terzaparte:RitraÅ
Chabod,Poršnev,Cipolla»eranoglistudiosi–con?nuava–«dallecuioperehopreso
lemosseperquesto lavoro» .CiòcheVillari,piùancoradiGalasso,avevavoluto1519
fareconlesuericercheera–comehadeIoJohnEllioI–di«voirgrand»,dicollocare
cioè lastoriadiNapolinelpiùampiopanoramaeuropeo,di leggeredunque lacrisi
delSeicentonelMezzogiornod’Italianelquadrodellacrisieuropea .SitraIavadi1520
unvolumepar?colarmenteimportanteinquanto,comehasuggeritoBenigno,offriva
«una nuova profondità diacronica, individuando nel processo seicentesco di
rifeudalizzazione una sorta di causa originaria del processo di allontanamento del
paese, e sopraIuIo del Meridione, dal processo di transizione al capitalismo»
intrapreso in altri contes? europei . Ciò era possibile in quanto nasceva da1521
sollecitazioni diverse, sia nazionali sia internazionali: da un lato vi era la lezione
gramsciana sulla ques?one contadina e dall’altro vi erano le sollecitazioni che
provenivano dal contesto storiografico parigino (l’impianto bibliografico su cui la
ricercadiVillaripoggiavaeracompostodaglistudidiRomano,Cipolla,LeRoyLadurie
adesempio)edaquellobritannico,sopraIuIodaHobsbawm .Fuprobabilmente1522
a par?re da questa duplice sollecitazione che Villari instaurò con Hobsbawm uno
streIo rapportodi amicizia, con?nuando a discutere con lui di crisi del XVII secolo
anche decenni dopo , e a tornare più volte in «Studi Storici» su queste1523
ques?oni .1524
Se il contaIoconVillari fudireIo,gli esempidiVillanieGalassomostrano
invecechelaricezionediHobsbawminItalia–comehaosservatoAnnaMariaRao–
non passò solo aIraverso i suoi contas dires con storici marxis?, ma fu dovuta
piuIosto a una più generale ricerca avviata da una generazione di storici na? alla
metà degli anni Ven? e volta a meIere a punto nuove pra?che e nuovi approcci
storiografici aIraverso uno sguardo a quanto proponeva la storiografia estera .1525
Hobsbawmaques?studiosidoveIedunqueapparirecomeunesponentedeinuovi
Id.,Larivoltaan1spagnolaaNapoli.Leorigini(1585-1647),Laterza,Bari1967,p.VII.1519
J.H.EllioI,NaplesinContext.TheHistoricalContribuitoofRosarioVillari,inA.Merola,G.Muto,E.1520
Valeri, M. A. Visceglia (a cura di), Storia sociale e poli1ca. Omaggio a Rosario Villari, Franco Angeli,Milano2007,p.35(33-45);A.M.Rao,RosarioVillarielastoriadellerivolte,in«Studistorici»,2013/2p.289(288-307).
F.Benigno,Specchidellarivoluzione,cit.,p.84.1521
R.Villari,Larivoltaan1spagnolaaNapoli,sivedaadesempiol’iniziodelprimocapitolodedicatoaIl1522
mezzogiornod’Italiaela«crisieuropea»delSeicento.
R.Villari,Unsognodilibertà,cit.,p.4.1523
Sivedaadesempio:Id.,RivolteecoscienzarivoluzionarianelsecoloXVII,in«Studistorici»,1971/2,1524
pp.235-264;Id.,L’Italia, laSpagnael’assolu1smo, in«Studistorici»,1977/4,pp.5-22;Id.,Masaniello:contemporaryandrecentinterpreta1ons,in«PastandPresent»,1985/108,pp.117-132.NehadiscussoaA.M.Rao,RosarioVillarielastoriadellerivolte,cit.
A.M.Rao,Transizioni,cit.,p.766.1525
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sestocapitolo:Ricezioniefortuna
indirizzi storiografici internazionali, e in par?colare come uno studioso vicino alle
«Annales». Lo si riscontra non solo nell’impalcatura su cui gli studi finora cita?
vennerocostrui?,maancheinunfugacepassaggiodiunaconversazioneprivatatra
Vivan?aCan?mori.Ilprimo,cheavevapassatounperiododistudioaParigidurante
ilqualeavevafaIoricerche–rifacendosiancheadHobsbawm–sulXVIIsecolo ,1526
nel 1966 scriveva,probabilmente rispondendoadunaosservazionedelmaestro,di
essersi accorto da tempo che «Hobsb. inseguisse i ‘parigini’»: giudicava la cosa un
«pericologrosso:nonèlaprimavoltacheunaformadibonapar?smoconquistaefa
strage nella sinistra», commentava con Can?mori . Al di là del tono polemico di1527
Vivan?,dovutoprobabilmenteallagiàricordataposizionecri?cadiCan?moriversole
«Annales», Hobsbawm in Italia negli anni Sessanta doveIe essere visto come una
specie di punto d’incontro tra la storiografia delle «Annales» e la migliore e più
aggiornata storiografia anglosassone. Nel 1977 Arnaldo Momigliano dalle pagine
della «Rivista storica italiana» presentava «Past and Present» come «una versione
inglese»delle«Annales» :qualcosadelgeneredovevaesserepercepitoinItaliagià1528
neiprimianniSessanta.
Momigliano nell’ar?colo appena citato, proponendosi di delineare una
panoramicasullastoriografiaoccidentaleneiquindiciannipreceden?,neindividuava
la caraIeris?ca «più pervasiva» nel faIo che era stata riservata sempre maggiore
«aIenzione ai gruppi di oppressi e/o minoritari nell’interno delle civiltà avanzate:
donne, bambini, schiavi, uomini di colore o più semplicemente ere?ci, contadini,
operai» . Hobsbawm, di cui nel 1971 Einaudi pubblicava I bandi1 e nel 19741529 1530
ridavaallestampeIribelli,doveIeapparireinItalia,conpar?colarevigoredaiprimi
anniSeIanta,comeunodeimaggioriesponen?diquestatendenza.Nel1973Laterza
pubblicavaunaraccoltadidocumen?edisaggisuLeoriginidelmovimentooperaio
inglese,incuiEdoardoGrendichelacuravaincludevaduecontribu?diHobsbawm.I
due si conoscevano bene fin dagli ul?mi anni Cinquanta, da quando Grendi,
doIorando presso la London School of Economic, era stato seguito da Hobsbawm
C.Vivan?,LerivoltepopolariinFranciaprimadellafrondaelacrisidelsecoloXVII,in«Rivistastorica1526
italiana»,1964/4,pp.957-981.
SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,20giugno1966.1527
A.Momigliano,Lineeperunavalutazionedellastoriografiadelquindicennio1961-1976, in«Rivista1528
storicaitaliana»,1977/3-4,p.602(596-608).
Ivi.,p.596.1529
E.Hobsbawm, Ibandi1.Ilbandi1smosocialenell'etàmoderna,Einaudi,Torino1971(traduzionedi1530
EladiaRosseIo):illibroavrebbetrovatoun’ampiadiffusione:nel1987eraallaquintaristampa.Nel2002uscì,sempreperEinaudi,unanuovaedizionerivista.NondedicoaIenzioneallaricezionedeiBandi1,inquantositraIadiunfilonegiàampiamenteesploratodallastoriografia:siveda:A.M.Rao,Transizioni,cit.; E. Hobsbawm, Storiografia e bandi1smo: introduzione allo stato della ques1one, in «Spagnacontemporanea»,1997/11,pp.9-15.
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Terzaparte:RitraÅ
nellasuaricercasull’avventodel laburismo .Neavevapoicon?nuatoaseguire la1531
produzionedilabourhistory,dandonecontoancheinItalia .Ora,nellaraccoltaper1532
i?pidiLaterzaGrendiproponevaunsaggiodiHobsbawmsulmetodismo incuiera
affrontato «il problema dei rappor? fra radicalismo poli?co e revivalismo
religioso» euno suidistruIoridimacchine,di cuiGrendimeIeva inevidenza il1533
puntodivistadell’autore.Ques?,«riscaIandoilluddismodallacongiurastoriografica
e ideologica che lo aveva presentato come la ?pica manifestazione di un’azione
sociale irrazionale, masochista e, nel caso migliore disperata», ne dimostrava –
soIolineavaGrendi–«larazionalitàpoli?camedianteundiscorsoalcentrodelquale
c’è la viva e valida istanza della ‘comprensione culturale’» . Si traIava di due1534
contribu?,quellidiHobsbawm,chebenerispondevanoalpropositodelcuratoredi
presentare la storia del movimento operaio inglese aIraverso anche gli innova?vi
approccieprospesvedistudiomessiafuocodallastoriografiainglese,dovegrazieal
«nuovo, più maturo, interesse per l’azione sociale che può essere studiata
direIamente»,eraentratoincrisi–argomentavaGrendi–l’approccio«tradizionale,
fortementeis?tuzionalizzato» .Giàl’annoprecedente,all’uscitadellatraduzionedi1535
LabouringMenacuil’Einaudi–conalcunemodificherispeIoall'originaleinglese 1536
–avevadatoil?tolodiStudidistoriadelmovimentooperaio ,erastataavanzata1537
una simile presentazione. Nicola Tranfaglia, ad esempio, recensendo il volume ne
soIolineava ladiversitàdiHobsbawmnel«mododi far storiadella classeoperaia»
rispeIoaquellodella storiografia italiana.Quest’ul?maaveva insis?to sugli aspes
is?tuzionalidell’organizzazionesindacaleesuldibastoideologicoeavevadatoscarsa
aIenzione «al problema del rapporto tra l’evoluzione economica e tecnologica
E. Grendi, L’avvento del laburismo. Il movimento operaio inglese dal 1880 al 1920, Is?tuto1531
GiangiacomoFeltrinelli,Milano1964.PerilricordodiHobsbawmcomesuosupervisore,assiemeaRalphMiliband,sivedap.11.
A ?tolo d’esempio, Id., Storia e cara.eri del tradeunionismo, in «Studi storici», 1963/3, p. 5691532
(555-574); Id.,UnaprospeÅvaper lastoriadelmovimentooperaio, in«Quadernistorici»,1972/20,p.615(597-618).
Id.,EricHobsbawm,inId.(acuradi),Leoriginidelmovimentooperaioinglese(1815-1848),Laterza,1533
bari1973,p.126(125-126).
Id.,Introduzione,inivi.,p.XXX1534
Ivi.,citazioniapp.XXVIIIeXLIII.1535
AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1536
Hobsbawm, 21 gennaio 1969: Vivan? chiede di sacrificare qualche saggio nella traduzione italiana adHobsbawm,cheacconsenteai?tolipropos?daVivan?.
E. Hobsbawm, Studi di storia del movimento operaio, Einaudi, Torino 1972 con traduzione di Luisella1537
Passerini, nella collana la «Nuova biblioteca scien?fica». Il libro fu accompagnato in apertura da unriconoscimentoallavorodiVivan?nellasuapubblicazione:«L’edizioneitalianadiquest’operaèstatarealizzataper consiglio di Corrado Vivan?». Nel 1978 comparse una nuova pubblicazione con lo stesso ?toloaccompagnatodaunnuovosoIo?toloClassilavoratricierivoluzioneindustrialenell’Inghilterradelsecolo19°,nellacollana«PiccolabibliotecaEinaudi».
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sestocapitolo:Ricezioniefortuna
dell’ambienteeaimutamen?nella composizione socialeenelle tendenzepoli?che
della classeoperaia» .Perquestogli scrisdiHobsbawmvenivano indica?come1538
modello per chi volesse elaborare una leIura «spregiudicata e non fideis?ca delle
vicendedelmovimentooperaio» .1539
L’Einaudi in quel giro d’anni aveva preso in considerazione un ulteriore
contributodiHobsbawm,di cui i leIori italiani avevanopotutoavereun’anteprima
nel 1967 sulle pagine di «Studi Storici» . Sebbene il libro in casa Einaudi fosse1540
piaciuto – Vivan? ne aveva parlato comedi un «bel libro», il cui tema era traIato
«congrandeintelligenza» –,vennepoitradoIoepubblicatodagliEditoriRiuni?:1541
gli einaudiani infas dovevano aver trovato «la mole e l’argomento non
importan?ssimo» . Si traIavadiCaptain Swing,opera scriIaaquaIromani con1542
George Rudé in cui, nel tenta?vo di «ricostruire il mondo mentale di un gruppo
anonimo di persone» , avevano lavorato alla ricostruzione della rivolta dei1543
contadini inglesi del 1830. Su interessamento di Ragionieri che dirigeva la collana
storicadegliEditoriRiuni?,CaptainSwingvenne tradoIoepresentatonel1973da
GabrieleTuri,studiosodelleinsorgenzean?francesinellecampagnetoscaneallafine
del 1700 , che soIolineò l’originalità del libro per «argomento, metodo,1544
significato».Dopo«oltremezzosecolodisostanzialedisinteressescien?ficopertuIo
ilmondodei vin?del processodi sviluppo capitalis?co», in linea con altre corren?
storiografiche, come quella francese di Lefebvre in primis (di cui Rudé era stato
allievo) ma anche della riflessione gramsciana così come dell’apporto
dell’antropologia,appariva–dicevaTuri–un’opera«dimodernastoria sociale» .1545
Nelle fasi conclusive della sua introduzione Turi invitava a estendere un tale
approccio, seguendo sempre un insegnamento di Hobsbawm, anche alla storia
poli?ca.Nel 1969quest’ul?mo su«Libri nuovi», il periodicodell’Einaudi, era infas
intervenuto con una posi?va recensione alla Storia del PCI di Spriano, a cui aveva
N.Tranfaglia,Ilmododifarstoriadeglioperaiinglesi,in«Ilgiorno»,11oIobre1972.1538
Ibid; G. S., Eric Hobsbawm, Studi di storia del movimento operaio, in «Rivista di storia1539
contemporanea»,aprile1973.
E.Hobsbawm,Leagitazionirurali inInghilterranelprimoO.ocento, in«StudiStorici»,1967/2,pp.1540
257-281;apparsopoiin«Annales»,1968/1,pp.9-30.
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.6,fasc.479,Verbaleeditorialedel26novembre1969.1541
Ibid.1542
E.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing,LawrenceandWishart,Londra1969;tradoIoinitalianoconil?tolo1543
CaptainSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,traduzioneeprefazionediGabrieleTuri,EditoriRiuni?,Roma1973(poi1978e1992),ed.or.1969;citazioneap.6.
G.Turi,VivaMaria.Lareazionealleriformeleopoldine(1790-1799),Olschki,Firenze1969.Devoal1544
professorTuril’informazionechefuRagionieriainvitarloaoccuparsidellatraduzioneedell'introduzionediCaptainSwing.
Id.,Prefazione,inE.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing,cit.,citazioniapp.XI,XII,XV(IX-XXII).1545
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Terzaparte:RitraÅ
mossoperòunaimportantecri?ca.SeSprianoavevaapertoilsuostudiodicendoche
lastoriadiunpar?toeraprincipalmentelastoriadeisuoiquadridirigen?,Hobsbawm
auspicava che nel prosieguo dell’opera «la storia del par?to sarà scriIa anche dal
basso come dall’alto», senza «trascurare le asvità, gli aIeggiamen? ecc. delle
masse» .1546
E.Hobsbawm,StoriadelPCIestoriad’Italia,in«Librinuovi»,dicembre1969/6,p.4.1546
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PaoloSpriano,‘Hobsbawm,storicomarxista’,in«Rinascita»,24agosto1973,p.28.
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Einaudi aveva preferito a Captain Swing, anche per pressione dello stesso
Hobsbawm, un altro suo libro: nel 1972 aveva dato alle stampe Rivoluzione
industriale e impero , di cui le recensioni italiane evidenziavano la bravura nel1547
meIereinrisaltogliaspessocialidelletrasformazionieconomiche;PierluigiCiocca
parlando di questo libro prima ancora che venisse presentato in Italia ne definì
l’autore «storico sociale per eccellenza» .Quest'immagine diHobsbawmdoveIe1548
cristallizzarsi ancoradi più quando, sempre in quei primi anni SeIanta, apparve su
«Quaderni storici» – «riconosciuta fucina dello sperimentalismo» storiografico
italiano – un suo ar?colo in cui rifleIeva sulla storia sociale: si traIava di un1549
termine–diceva–che«restavavagoeavoltegeneravaequivoci» ;proponevaal1550
contrariodiparlaredi«storiadellasocietà»inquanto«lastoriasocialenonpuòmai
essere un’altra specializzazione, come la storia economica o altri ?pi par?colari di
storia,perchélasuamaterianonpuòessereisolata» .SitraIòdiuninterventoche1551
trovòampioriscontronellastoriografiaitaliana.Nel1978,adesempio,unseminario
progeIatodaGeorgesHauptalla fondazioneLelioBassodiRoma in collaborazione
con la Maison des sciences de l’homme che traIava di Storia sociale e storia del
movimento operaio fece fin dall’impostazione rimandi all’ar?colo di Hobsbawm .1552
Nello stesso anno una nuova rivista, «Società e storia», già dal ?tolo e poi
nell’editoriale si richiamò esplicitamente allo stesso ar?colo: «noi – scrivevano i
promotori–intendiamofarepiuIostostoriadellasocietàeconquestononriteniamo
di col?vare una disciplina a sé stante» . Proprio a par?re dall’intervento su1553
«Quaderni storici» e facendo eco al suo ?tolo inoltre, nel 1973 su «Studi Storici»
apparveuna rassegnasulpercorsostoriograficodiHobsbawm;EnricoMenduniche
firmaval’ar?colopotevaaffermareche«oggi[…]l’aIenzioneitalianadiHobsbawmè
E.Hobsbawm,Rivoluzione industriale e impero.Dal 1750ai nostri giorni,Einaudi, Torino1972. Si1547
vedaanche:AST,AE,Verbalieditoriali,cart.7,fasc.483,Verbaleeditorialedel4febbraio1970.
P.Ciocca,Industriaeimpero.UnastoriaeconomicadellaGranBretagna,in«RivistaInternazionaledi1548
ScienzeSociali»,1969/2,p.173(172-174).
P.Macry,Trent’annidistoriasociale(convistasulMezzogiorno),inA.D’Orsi(acuradi),Glistoricisi1549
raccontano,cit.,p.40 (29-52); si vedaancheM.A.Visceglia,L’etàmoderna, inLa recentestoriografiaitalianaa.raversoleriviste,in«StudiStorici»,2012/2,p.285(279-316).
Hobsbawmricostruisceilcontestodell’incontroromanoinAnniinteressan1,cit.,p.321.1550
Interventotenutonel1970aRoma inoccasionediuncongresso internazionalesuGlistudistorici1551
oggiorganizzatoda«Deadalus»,larivistadell’AmericanAcademyofArtsandScienceseoriginariamenteapparsonel1971su«Deadalus»;vennepoiripubblicatoinF.Gilbert,S.R.Graubard,HistoricalStudiesToday,New York 1972. In Italia apparve con il ?tolo Dalla storia sociale alla storia della società, in«Quadernistorici»,1973/22,pp.49-86(traduzionediP.Ciocca),orainId.,Dehistoria,cit.,pp.89-114.Citodaquest’ul?molibro,p.93.
M. Salva?, Storia sociale e storia del movimento operaio, in «Quaderni storici», 1978/38, pp.1552
768-772.
«Societàestoria»,1978/1,pp.5-7.Lacitazioneèripresa inM.A.Visceglia,L’etàmoderna,cit.,p.1553
286.
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ormai un faIo consolidato, che va ben oltre le sue fruIuose incursioni sulla storia
d’Italia» :lopresentavacomeunostoricomarxista,modellodistoriasociale.Paolo1554
Spriano, recensendo sullepaginedi«Rinascita» insiemeLa rivoluzione industrialee
l’imperoeStudidistoriadelmovimentooperaio,parlavadiquest’ul?maoperacome
di«unagrandelezionedimetodo»,come«unodeiraricasiincuièlecitoparlaredi
storiografiamarxista»: l’ar?coloera infas in?tolato,congranderisalto,Hobsbawm,
storicomarxista .1555
Se si prende in esame le modalità con cui altri studiosi inglesi vennero
recepi?inItaliaèpossibilecapirediriflessolespecificitàdell’accoglienzaepoidella
fortunaitalianadiHobsbawm.Comesièvisto,allametàdeglianniSessantal’Einaudi,
in cerca di interven? sull’aIualità poli?ca inglese, preferiva «gli osmi ar?coli di
Hobsbawm su ‘Rinascita’» a quelli apparsi su «Mondo operaio» di Tom Nair,1556
esponente trentenne della New Leâ britannica, giudica? un tenta?vo «confuso e
dileIantesco […]nell’applicare le formule gramscianealla storiadel laburismo» .1557
Ancor più efficace risulta confrontare la ricezione italiana diHobsbawmaquella di
altri storicimarxis? inglesi, come ad esempio Edward P. Thompson. Se Hobsbawm
raccolsequasidasubitounagrandeaIenzionedaparteprimadegliorganidistampa
comunistaepoi inmodocrescentedapartedellacasaeditricetorinese,Thompson
invece ebbe una ricezione più fa?cosa e frastagliata. Negli stessi anni in cui
Hobsbawmpubblicava inGranBretagnaTheAge of Revolu1on, compariva anche il
capolavoro storiograficodi Thompson,TheMaking of the EnglishWorking Class.Si
traIavadiun’opera induevolumicheapar?redalla suauscitanel1963ebbeuna
grandeeconelmondostoriograficoanglosassone.Lenumeroseristampedell’opera
nel mercato editoriale britannico tes?moniano la sua fortuna e sono indice
dell’influenzacheillibroebbesuun’interagenerazionedistoriciinprimisnelmondo
anglofono .InItaliaillibro,conun?tolo–Rivoluzioneindustrialeeclasseoperaia1558
inInghilterra–pocofedeleall’originaleeallalineainterpreta?vadell’autore,apparve
seiannidopotradoIodalSaggiatore,operazioneeditorialecheconogniprobabilità
rientrava nel tenta?vo già ricordato della casa editrice milanese di tradurre intere
E.Menduni,Frastoria socialee storiadella società.EricHobsbawm, in«StudiStorici»,1973/3,p.1554
682(681-698).
P.Spriano,Hobsbawm,storicomarxista,in«Rinascita»,24agosto1973,p.28.1555
AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditorialedel28oIobre1964.1556
Ivi.,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.LeparolesonodiGiulioBolla?.1557
G.Eley,ACroockedLine,cit.,pp.4-5,28-29;P.Burke,Lastoriaculturale,Ilmulino,Bologna2006,pp.1558
28-29; J. Shape, La storia dal basso, in P. Burke (a curadi), La storiografia contemporanea, cit., p. 33(31-50).
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Terzaparte:RitraÅ
collanestraniere .Quando l’operaapparve in Italia ilnomediThompsondoveIe1559
suonarenelmondo storiograficoaccademicoquasi nuovo. ErapiuIosto conosciuto
come un esponente poli?co: l’Einaudi, come si è visto, lo aveva presentato su
interessamentodiRanieroPanzieriall’iniziodeldecenniocomeunodegliesponen?
della New Leâ britannica. Così faceva anche la casa editrice barese De Donato
traducendonel1967all’internodellacollana«Dissensi» ilMayDayManifesto,un1560
nuovo pamphlet collesvo nato dalla collaborazione dei principali esponen? della
NewLeâ, tracuiThompsonappunto,StuartHalleRaymondWilliams .Lospazio1561
che Thompson aveva nel mercato editoriale italiano si connotava dunque come
poli?co,noncomestoriografico.
Anche dopo l’uscita in Italia diTheMaking of the EnglishWorking Class, il
mercato editoriale italiano stentò a presentare altri lavori di Thompson storico né
ristampò,nonostantelasuainfluenza,quest’opera.Nel1979NicolaGalleranopoteva
giustamente lamentare che «nulla è stato finora prodoIo in italiano» di
Thompson . Non pochi degli esponen? della seconda generazione degli storici1562
sociali italiani, forma?si aIorno al SessantoIo, scoprirono i tes? di Thompson in
linguaoriginalesoloquando,neiperiodidistudioall’esterointornoallasecondametà
degli anni SeIanta, frequentarono di persona le biblioteche inglesi . DoveIe1563
traIarsi di un «incontro decisivo» , tanto più per il faIo che in quel periodo –1564
come ha ricordato Giovanni Levi – «molte delle speranze e delle mitologie che
avevanoguidatogranpartedeldibastoanchestoriograficostavanomostrandonon
tanto la loro vanità quanto i loro limi? di fronte all’imprevedibilità degli sbocchi e
delleconseguenzedegliavvenimen?poli?ciedellerealtàsociali,lontanodeimodelli
osmis?cidellegrandisistemazionimarxisteefunzionalis?che» .Nelcan?ereche1565
E.P.Thompson,Rivoluzione industrialeeclasseoperaia in Inghilterra,vol. II, Il Saggiatore,Milano1559
1969;ed.or.Themakingoftheenglishworkingclass,Gollancz,London1963.
Sullapubblicazionedapartedella casaeditriceDeDonatodi interven?poli?cio teorico-poli?ci si1560
veda L. Di Bari, Imeridiani. La casa editrice De Donato fra storia ememoria,Dedalo, Bari 2012, pp.131-150.
E.P.Thompson,R.Williams(acuradi),Manifestodimaggio:lanuovasinistralaburista,DeDonato,1561
Bari 1967. Per una tes?monianza di chi vi prese parte come studente: T. Eagleton,How tomake theworldabe.erplace,in«Theguardian»,29aprile2017.
N. Gallerano,M. Salva?,Un’intervista a E. P. Thompson, cit., p. 49 (introduzione all’intervista pp.1562
48-50).
P.Brunello,Trent’annidopo, inRibelli,questuan1ebandi1.Protestecontadine inVenetoe inFriuli1563
1814-1866, Cierre, Verona 2011 [prima ed. Marsilio, Venezia 1981], p. XI (VII-XXV); R. Romanelli,Borghesisenzapadri.Ripensandoleis1tuzioniliberali,inA.d’Orsi(acuiadi),Glistoricisiraccontano,cit.,pp.119-121(109-125).
P.Brunello,Trent’annidopo,cit.,p.XI.1564
G. Levi,A proposito di microstoria, in P. Burke, La storiografia contemporanea, cit., pp. 111-1121565
(111-134);C.Ginzburg,Microstoria:dueotrecosechesodilei,inId.,Ilfiloeletracce,cit.
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in quegli anni in Italia aprì un ripensamento del metodo, delle procedure e delle
categoriedelfarestoria,Thompsondivenneunpuntodiriferimentodiprimopiano.
Ciò che delle sue opere (in par?colare dei suoi saggi apparsi tra anni Sessanta e
SeIantasu«PastandPresent» osulle«Annales» oancorailvolumedel19751566 1567
WhigsandHunters )interessavaera«l’usointelligenteedinnova?vodell’analisisu1568
scalalocaleesutempibrevi» .Quandoquella«annalista»eraormaidiventatauna1569
lezionecanonizzataelagrandezzadiHobsbawmvenivariconosciutanelsuoessere–
proprioperchémarxista–unostoricouniversale,unapartedellastoriografiaitaliana
avanzò,guardandoancheallalezionediThompson,unapropostadiricercadaitras
edalleconnotazionidifferen? :siiniziòaparlaredimicro-analisi .Fuallorache1570 1571
a Thompson venne riconosciuto uno spazio preIamente storiografico: dopo averlo
più volte presentato su «Quaderni storici», Edoardo Grendi nel 1981 tradusse e
presentòalpubblicoitalianounaraccolta(concordataconl'autore) disuoisaggi,1572
checonil?tolodiSocietàpatriziaeculturaplebeavennepubblicatadaEinaudinella
collana«Microstorie»,dapoco inaugurata.Presentandolo comeunodei«principali
esponen? della ‘nuova storia inglese’» , Grendi mo?vava la nuova aIenzione1573
italianaversoThompsonconla
crescente aspirazione alla storia sociale e alla rivendicazione culturale dei sogges
storici libera? alfine dalla strumentalizzazione ideologica; […]. L’enfasi del discorso
teorico di Thompson sulla moralità, l’esperienza, la cultura, rivela indubbiamente –
con?nuava – in animus retorico che esprime la tenace vocazione an?riduzionis?ca a
svilupparelegrandipotenzialitàdiundiscorsostorico,arecuperaresistema?camenteil
protagonismo degli individui e dei gruppi sociali, l’human agency, come dice lui. Le
E.P.Thompson,TheMoralEconomyof theEnglishCrowd in theEighteenthCentury, in«Pastand1566
Present», 1971/50, pp. 76-136; Id., Time, Work-Discipline, and Industrial Capitalism, in «Past andPresent»,1967/38,pp.56-97.
Id.,RoughMusicLeCharivarianglaise,In«Annales»,1972/2,pp.285-312.1567
Id.,WhigsandHunters.TheOriginoftheBlackAct,PenguinBooks,Harmondsworth1975.1568
N.Gallerano,M.Salva?,Un’intervistaaE.P.Thompson,cit.,p.49.1569
P.Bourdieu,Ladis1nzione.Cri1casocialedelgusto,IlMulino,Bologna1983.1570
E.Thompson,Alcuneosservazioni suclassee ‘falsacoscienza’, in«Quaderni storici»,1977/36,pp.1571
900-908; E. Grendi, Micro-Analisi e storia sociale, in «Quaderni storici», 1977/35, pp. 506-520; C.Ginzburg, C. Poni, Il nomee il come: scambio ineguale emercato storiografico, in «Quaderni storici»,1979/40,p.186.Per ilpercorsocollesvodi«Quadernistorici»versoquestaproposta,conpar?colaremenzione al fascicolo monografico Famiglia e comunità (1976), si rimanda a O. Raggio e A. Torre,Prefazione,inId.(acuradi),EdoardoGrendi.Inaltritermini.Etnografiaestoriadiunasocietàdian1coregime,Feltrinelli,Milano2004,pp.13-15(5-37).
AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart. , fasc.Thompson,LeIeradiSimona1572
CerusaE.P.Thompson,1°marzo1979erisposte,19marzoe25aprile1979.
Terzadicoper?nainE.P.Thompson,Societàpatrizia,cit.1573
�330
Terzaparte:RitraÅ
intuizioni, le proposte, i metodi di indagine di Thompson storico vivo ed esemplare
vannoriconsidera?tusinquestadirezione .1574
Anche quest'opera, nonostante l’importanza assunta nella storiografia italiana di
quegli anni, non avrebbe avuto nuove ristampe (se non parziali e di molto
successive) . Grendi nel presentarla al leIore italiano faceva riferimento ad una1575
«certaambiguitànellatardivascopertadiThompsoninItalialegatasopraIuIoaun
testo come The Making of the English Working Class che pure era stato tradoIo
tempes?vamente» .1576
Nonerasololadifferenzadiscalaadis?nguereThompsondaHobsbawm:seilprimo
proponevaun’analisimicro,quest’ul?moamavainvecedefinirsiun«macro-historian
by ins?nct» con una opinione piuIosto nega?va dell’analisi storica al1577
microscopio .Idueperò,comesièdeIo,avevanofor?differenzeanchepoli?che,1578
cheancheinItaliavenneronotate:seeranorisaputelesimpa?ediHobsbawmverso
ilPCIelasuamilitanzanelCPGB,ThompsoneraunesponentedellaNuovasinistrae
dellaCampaignforNuclearDisarmament.Glistorici italianicheguardavanoa lui, lo
facevano anche per questo suo impegno. Nel 1979 Nicola Gallerano e Mariuccia
Salva?lointervistavano,presentandolopoisullepaginedi«Ombrerosse»come«uno
dei maggiori storici delle classi subalterne, il cui discorso sta suscitando grande
interessetraigiovanistoriciitaliani,eoltre,perchéaffrontatemi,apreproblemi,che
investono decisamente i grandi temi della coscienza di classe e della sua realtà,
importan?anchepercomprenderel’oggi» .Nell’intervistail1956emergevacome1579
E. Grendi, Introduzione, in E. P. Thompson, Società patrizia, cultura plebea, O.o saggi di1574
antropologia storica sull’Inghilterradel Se.ecento,Einaudi, Torino1981.,pp.XXVI-XXVII (VII-XXXVI). SivedaancheE.Grendi,E.P.Thompsonela‘culturaplebea’,in«Quadernistorici»,1994/85,pp.235-247.
Recentemente la casa editrice et al. ha dato alle stampe: L’economiamorale delle classi popolari1575
inglesinelsecoloXVIII,conintroduzionediF.deVivoetraduzionediS.Loriga,et.al,Milano2009;Id.,Tempo, disciplina del lavoro e capitalismo industriale, con introduzione di GiovannaProcaccietraduzionediSabinaLoriga,etal.,Milano2011.
E.Grendi, Introduzione, inE.P.Thompson,Societàpatrizia,culturaplebea,cit.,p.XXVI(VII-XXXVI).1576
Unasimilericezionetardivasarebbestatadataancheachi,comeThompson,avevalasciatonel1956ilCPGB.ChristopherHill,adesempio,doveIeaspeIare il1977,quandoEinaudipubblicòLaformazionedellapotenzainglese.Dal1530al1780.
MRC,EHP,Personalia,Otherpersonalpapers,Autobiographical/biographicalmaterial, ‘Retrospect’,1577
textofspeech,undated(937/7/8/1).Eraquestaunadefinizionechealtrevolteavevadatodisestessoper specificare l’influsso di Marx sulla sua impostazione storiografica. Ivi., text of speech on Marx'sinfluence on Hobsbawm's view of history, for 1990 New England Historical Associa?on symposium(937/7/8/1).
E. Hobsbawm,Anni interessan1, cit., 324-326; per la risposta di C. Ginzburg, Sulle orme di Israël1578
Bertuccio,inId.,Ilfiloeletracce,cit.,pp.156-159.
N.Gallerano,M.Salva?,Un’intervistaaE.P.Thompson,cit.,p.48.L'annoprecedenteeraapparsain1579
Italiaun’altraintervistaaThompson:Un'intervistaaE.P.Thompson:perundibaÅtosullastoriasocialedelmovimentooperaio,acuradiM.Salva?,«Movimentooperaioesocialista»,1978/1-2,pp.77-82.
�331
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
unanno spar?acquenon solonellabiografiapoli?cadi Thompson,maanchenella
sua produzione storiografica, che veniva interpretata come il «contributo più
importante […] al rinnovamento del marxismo e del metodo storico». Nel 1979,
quandoHobsbawmaGenova presentava la Storia delmarxismo in occasione della
festade«l’Unità»,Thompson,«comunistadissidente»,aIraversocanalipiù ristres
diventava così il punto di riferimento della storia sociale degli anni SeIanta
alterna?vaalPCI.Seall’iniziodeldecennioHobsbawmerastatodefinitoincontesto
italiano«lostoricosocialepereccellenza»,allafinedeglianniSeIantavidunqueera
unmodelloalterna?vo.
�332
Terzaparte:RitraÅ
6.3StoriografiaepoliSca
Nel1997Hobsbawmfesteggiò il suooIantesimocompleannoal teatroSan
Carlo di Genova: fu un evento pubblico, molto partecipato, che ebbe risonanza
media?ca.Lafesta,presentatacomeunomaggioallostoricodapartedialcunicircoli
culturaliciIadiniedell’amministrazioneregionale,avevainrealtàuncaraIereanche
dipromozioneeditoriale:nellasuaorganizzazioneerainfascoinvoltalacasaeditrice
milanese Rizzoli che dallametà degli anni Novanta pubblicava in Italia i libri di1580
Hobsbawm. Proprio nel 1997 traduceva tempes?vamente, con il ?tolo la?no De
historia,ilsuoOnhistory,unaraccoltadiriflessionichenelcorsodegliul?miven?sei
anniavevafaIosulpropriomes?ere,evidenziandoneproblema?cheemetodologie,
ragionando anche aIraverso esercizi di ego-histoire su spezzoni di storia della
storiografia e insistendo sul valore della disciplina a cui aveva dedicato la sua vita.
Nonfuperòsuquest’operachevennepostal’aIenzionedellafesta:giàil?tolodato
allaserata,Sembraunsecolo,maèbreve,lorendevachiaro.Nel1995laRizzoliaveva
datoallestampeIlsecolobreve,unponderosolibroconilqualeHobsbawmchiudeva
il percorso che aveva iniziato nel 1963 e che, pur non progeIato come tale fin da
allora, si erapoi andatomanmanodelineando comeun tenta?vodi sintesi di due
secolidistoria.TheAgeofExtremes.TheShortTwen1ethCentury ,questoil?tolo1581
dell’opera uscita in Gran Bretagna l’anno precedente, si presentava come l’ul?mo
volumediunatetralogiacheHobsbawmavevadedicatoallostudiodell’OIocentoe
cheora allargavafino alNovecento, conunaperiodizzazione chedal 1914 arrivava
allacesuradel1989-1991.Al suoTheAgeofRevolu1on,pubblicatocomesièvisto
nel1962,eranosegui?nel1975TheAgeofCapital (1848-1875) enel1987The1582
Age of Empire (1875-1914) . Se il primo libro era stato pubblicato in Italia dal1583
Saggiatoreepoi rieditoda Laterzanel 1988, eraproprioquest’ul?maadaverdato
alle stampe numerose volte i due successivi volumi . Il quarto invece era stato1584
MRC,EHP,Academicconferences,colloquia,andlectures,Italianvisit1997,FaxdiGiannaScheloIoa1580
E.Hobsbawm,(937/2/103).
E.Hobsbawm,TheAgeofExtremes.TheShortTwen1ethCentury,MichaelJoseph,Londra1994.1581
Id.,TheAgeofCapital(1848-1875),WeidenfeldandNicolson,Londra1975.1582
Id.,TheAgeofEmpire(1875-1914),WeidenfeldandNicolson,Londra1987.1583
Id., Il trionfo della borghesia : 1848-1875, Laterza, Roma-Bari 1976, collana «Storia e società»,1584
traduzionediBrunoMaffi;il libroebbemolteristampe(nel1979,1981,1986)nellastessacollanaeincollaneeconomiche:nel1989 (1992,1994,1998)comparivanella«BibliotecaUniversaleLaterza»,nel2003(poianche2006e2010)nella«EconomicaLaterza».Id., L’ eta degli imperi: 1875-1914, Laterza, Roma-Bari 1987, collana «Storia e società», traduzione diFranco Salvatorelli; 1991, 1992 «Biblioteca universale Laterza»; 2000, 2005 e 2011 nella «BibliotecastoricaLaterza»;vennequindieditonel1996daMondadorinellacollana«OscarSaggi».
�333
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
aggiudicato,dopounaduracompe?zionetralecaseeditriciitaliane ,dallaRizzoli.1585
QuandoHobsbawmgiungevaaGenovanel1997,ilSecolobreveeraalladodicesima
ristampa .Giànelmaggiodel1995,subitodopolasuauscitaitaliana,«L’indicedei1586
libri»loavevaeleIolibrodelmese;erapoistatoalungotraibesteller .Nel19971587
vinceva il premio leIerario Cherlasco per il suo rigore storico e per la sua prosa
limpida e accasvante . Ciò accadeva anche in altri numerosi paesi: si traIava1588
infasdiunsuccessogeneralizzatoediffuso.Conqualcheeccezione.
Laterza infas scriveva a Hobsbawm dicendosi dispiaciuto per non essere stato in grado di1585
aggiudicarselo,maerafuoridalleproprieportate.
E.Hobsbawm, Ilsecolobreve,Rizzoli,Milano1995;collana«StoricaRizzoli»traduzionediBrunello1586
Los; nel 1996 era alla nona ristampa, nel 2000 alla ven?seiesima, nel 2000 usciva la prima edizionedellacollana«BibliotecaUniversaleRizzoli»,nel2016laquinta.
MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,FaxdiP.Zaninonidellacasaed.Rizzolia1587
E.Hobsbawm,12giugno1995,(937/1/6/6).
Premiatoper«Ilsecolobreve»,in«Lastampa»,22seIembre1997.1588
�334
Terzaparte:RitraÅ
Lo puntualizzava lo stessoHobsbawmproprio nel 1997, quando scriveva la
prefazione delDe historia.Nel presentare al leIore la summa della sua riflessione
storiografica,citenevaamostrarsidinuovocomeunostoricomarxista:dicevainfas
di con?nuarea trovarenella«concezionematerialis?cadella storia»diMarx la sua
migliorbussola.
Maperlaprecisione,checos’è–sichiedeva–unostoricomarxista?Gliideologi
diambolepar?,nelleguerredireligionedurantelequaliabbiamovissutoperla
maggiorpartediquestosecolo,hannotentatodifissarepreciselineedivisoriee
neIeincompa?bilità.DaunlatoleautoritàdelladefuntaURSSnonsirisolsero
maiafartradurreinrussonessunodeimieilibri,benchéfossiconosciutocome
membro di un par?to comunista e come curatore dell’edizione inglese delle
opere diMarx ed Engels. Secondo i criteri dell’ortodossia sovie?ca imiei libri
nonerano ‘marxis?’.D’altro canto,più recentemente,nessuneditore francese
‘rispeIabile’ è stato disposto sino ad ora a tradurre il mio Secolo breve,
presumibilmente perché ideologicamente troppo sconveniente per i leIori
parigini o, più probabilmente, per coloro che sarebbero deputa? a recensirlo
qualoravenissepubblicato .1589
In realtà il libro in ambiente francese era stato inizialmente accolto posi?vamente.
Nell’aprile del 1995 Nora, scriveva a Hobsbawm per fargli sapere che lo stava
leggendo«avecénormémentd’intérêt.J'espère,–aggiungeva–sansenêtresûr(vu
son épaisseur), pouvoir le fair prendre par Gallimard» . Alcuni mesi più tardi1590
ribadendol’interesseelapropriaammirazione,soIolineavacome
[l]atraduc?onneseraitpasunepe?teaffaireet ilyauraitpeut-être,àmonavis,des
aménagements à apporter pour une traduc?on française, mais l’ensemble est très
impressionnantet,mesemble-i-il,sanséquivalentsurlemarchéfrançais.Alarentrée
doncladécisiond’AntoineGallimard .1591
Nonsen’erapoifaIopiùnulla:lostessoNoranespiegavaimo?vidueannipiùtardi
quando«LeDébat»,rivistadaluidireIa,dedicavauninteronumeroallibroomeglio
E.Hobsbawm,Prefazione,inDehistoria,cit.,pp.9-10(7-11).1589
MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,LeIeradiP.NoraaE.Hobsbawm,261590
aprile1995(937/1/6/6).
Ivi.,FaxdiP.NoraaE.Hobsbawm,14luglio1995,(937/1/6/6).1591
�335
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
alla sua mancata traduzione in Francia : a causa dell’«aIachement [de1592
Hobsbawm],mêmedistancé,àlacauserévolu?onnaire»latraduzioneinFranciadel
Secolobrevesarebbestata–spiegavaNora–untotaleflopeditoriale.Neindicavaun
sentore nel grande successo media?co che da poco aveva riscosso Il passato di
un’illusione in cui lo storico Fançois Furet, rinnegando la sua militanza comunista,
delineava un bilancio della storia del comunismo in termini pesantemente
nega?vi . Era a par?re dagli anniOIanta, comeha argomentato Fançois Jarrige,1593
cheinFranciasieralevataunacerta«méfiancecroissante»insfavorediHobsbawma
causa delle sue posizioni poli?che e della sua persistente tendenza a definirsi uno
storicomarxista . Di tale tensione era sintomo già il libro che Hobsbawm aveva1594
dato alle stampe nel 1990 in polemica con il revisionismo storico sulla Rivoluzione
francese,incuiavevaribaditocomeconsiderasseestremamenteposi?vanonsolola
storiografia che si era interessata alla Rivoluzione francese e che invece era stata
messa in discussione nel secondo centenario, ma anche i lasci? della Rivoluzione
stessa .IntalecircostanzaFureterastatounodeglistoriciconcuiHobsbawmpiù1595
aveva polemizzato. Il rifiuto di dare alle stampe a metà degli anni Novanta il suo
ul?moAgedoveIeesserevissutacomeunaconfermadiquellocheglisembravaun
isterico ritorno alla «polemica an?comunistata e an?marxista» .Dell’opposizione1596
franceseal librodiHobsbawmgiungevavoceanche in Italia: igiornalidisinistrane
davano no?zia, parlando di una «requisitoria ideologica» contro Hobsbawm e
rimarcandod’altrocantocomelevenditedellibroinItaliaandasseromoltobene .1597
LaseratainonoredeglioIant’annidiHobsbawmaGenovafuunrichiamoimplicito
macostanteaquestadicotomiaconlaFrancia.
Fin dalla sua uscita, il libro aveva suscitato un grande dibasto nelmondo
accademico italiano. Nel giugno del 1995 Claudio Pavone, in qualità di presidente
dellaSocietàItalianaperloStudiodellaStoriaContemporanea,scrivevaaHobsbawm
Surl’histoireduXXesiècle,in«LeDébat»,gennaio-febbraio1997.Illibrosarebbestatopubblicatoin1592
francesesolonel1999dauneditorebelgaAndréVersailleeconl’aiutodi«LeMondeDiploma?que».
F.Furet,Lepassed'uneillusion:essaisurl'ideecommunisteau20siecle,Calmann-Levy,Parigi1995;1593
tr. it. Il passato di un’illusione. L'idea comunista nel XX secolo,Mondadori, Milano 1995. Lo stessoHobsbawm lo aveva cri?cato:Historie et Illusion, in «Le Débat», marzo-aprile 1996, pp. 128-138; N.Tranfaglia,Gli errori di Furet, in «la Repubblica», 13 aprile 1995; S. Lupo, Il passato di un’illusione?PensareilNovecentosecondoFançoisFuret,in«Storica»,1996/1,pp.83-102;F.Benigno,Unsecoloallosbando,inivi.,pp.103-126.
F. Jarrige, Eric J. Hobsbawm, l’histoire et l’engagement, in «Cahiers d’histoire. Revue d’histoire1594
cri?que»,2013/120,pp.157-164.
E.Hobsbawm, Echi dellaMarsigliese.Due secoli giudicano la Rivoluzione francese, Rizzoli,Milano1595
1991[ed.or.Verso,Londra–NewYork1990].
Id.,Anniinteressan1,cit.,p.369.1596
B.Valli,EricHobsbawm:laFrancialome.eall’indice,in«laRepubblica»,5aprile1997.1597
�336
Terzaparte:RitraÅ
perfarglisaperechelaSISSCOstavaorganizzandounconvegnosulleperiodizzazioni
del XX secolo. Sul finire del secolo sembrava opportuno – diceva – rifleIere sulle
scansioniinternealsecolostesso,nonnecessariamentecoinciden?».Ilpropositodel
convegno era dunque di meIere a confronto le varie possibili periodizzazioni,
secondodiversipun?divistatema?ciedisciplinari.Pavoneimmaginaval’aperturadel
convegnocondue relazioni generali: eraperquestomo?voche si rivolgevaa«chi,
come te, parla di ‘secolo breve’ e a chi, come Charles Maier, parla di ‘secolo
lungo’» .NonostanteHobsbawmnonviprendesseparte , ilconvegno Il secolo1598 1599
ambiguo.LeperiodizzazioninelsecoloXX:con1nuitàemutamen1,chesitenneaPisa
nelmaggiodel1996,siconfrontòripetutamentecon Ilsecolobreve:molterelazioni
par?vano proprio dalle sue argomentazioni per avanzarne di alterna?ve o
contrastan? . L’interesse verso l’ul?mo e il più controverso Age di Hobsbawm1600
trovava riscontroanche innumerose rivisteaccademiche.«PassatoePresente»,ad
esempio, ospitava interven? di Aldo Agos?, Nicola Gallerano, Gianni Sofri che pur
meIevanoinlucelecri?citàdelSecolobreve,soIolineavanodall’altrolatolacapacità
di Hobsbawm, tes?mone direIo di quasi tuIo il secolo, «di res?tuire con distacco
scien?fico le passioni con cui ha partecipato alle vicende del suo tempo»: era in
questochevenivariscontratoilfascinomaggioredell’opera .Nelmaggiodel1996,1601
a pochi giorni di distanza dal convegno pisano, si parlava di Secolo breve anche a
Roma in un seminario organizzato dall’Is?tuto Gramsci. Vi partecipavano, cosa che
Renato Zangheri ci teneva a soIolineare in apertura, «amici ed es?matori
dell’autore», che senza nascondere i consensi miravano a meIere in luce, alla
presenzadiHobsbawm,idifesdellibro .Neuscivaunconfrontoriccodicri?che,1602
molte delle quali Hobsbawm intervenendo in conclusione si mostrava disposto ad
accogliere. Ne nacque – su interessamento dell’Is?tuto Gramsci – un volume per
contribuire«adallargare–comescrivevaGiuseppeVaccaadHobsbawm–,speciein
MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,LeIeradiC.PavoneaE.Hobsbawm,301598
giugno1995(937/1/6/6).
NonèconservatalarispostadiHobsbawm.SullaleIeradiPavoneèindicatoapenna,probabilmente1599
scriIodaHobsbawmodallasegretaria,un«NO».
C.Pavone,Prefazione,inId.,(acuradi),Novecento.Itempidellastoria,Donzelli,Roma1997,p.VIII1600
(VII-XI). Il volume a cura di Pavone raccoglieva quindi gli interven? del convegno, già apparsi in«Paolechiave», 1996/12. Si vedano le sintesi del convegno Il secolo ambiguo. Le periodizzazioni nelsecoloXX:con1nuitàemutamen1afirmadiM.Meriggi,C.SorbaeB.Mantelli,in«BollesnoSISSCO»,luglio1996/16.
Ilsecolobreve,in«PassatoePresente»,1996/37,p.13(13-34).1601
R. Zangheri,Prefazione, in S. Pons (a cura di), L’età degli estremi. Discutendo conHobsbawmdel1602
Secolobreve,Carrocci,Roma1998.
�337
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
amben? universitari, il già sensazionale successo del libro» . In effes Il secolo1603
breve aveva già iniziato a circolare nelle aule universitarie: Aldo Agos?, che aveva
trovato il libro «one of the most s?mula?ng readings I have tackle in the last
?mes» , nel 1996 lo usava nei suoi corsi universitari: «it is very successful»,1604
commentava scrivendo a Hobsbawm . In effes le numerose cri?che non1605
impedironoal librodidiventareunmanualeuniversitarioo,d’altrocanto,diessere
presocometracciadimol?manualiscolas?ci–doved’altrondeallo«storicoinglese
Hobsbawm» veniva riservata sempre maggiore aIenzione – anche della scuola
secondaria .1606
Nonostante le cri?che mosse all’interpretazione del XX secolo data da
Hobsbawm,Ilsecolobrevesuscitògeneralmenteconsenso.Questolosivideanchein
occasione della visita sua italiana del 1997, quando Hobsbawm iniziò ad essere
iden?ficato–paradossalmente–comelostoricodelNovecento,comeil«piùgiovane
dei grandi vecchi», come l’ul?mo grande storico che ancora rivendicava la sua
appartenenza al marxismo e la sua militanza comunista . Come ha soIolineato1607
EnzoTraverso,Ilsecolobreveèunlibro«scriIodaunvintochenonrinnegalapropria
loIa» .SeinFranciaciòavevacausatoadHobsbawmunapesantestroncatura,in1608
Italia invece doveva essere visto come mo?vo di ammirazione. Aldo Agos?, in
occasione del conferimento ad Hobsbawm della laurea honoris causa da parte
dell’UniversitàdiTorinonel2001,haipo?zzato
cheilsuccessoindiscu?biledelSecolobreverispondaalbisognodiffusodiunpubblico
colto, generalmente ‘di sinistra’ ma non solo, un po’ disorientato negli ul?mi tempi
dallafuriaiconoclas?cadellemode‘revisioniste’,diritrovareunsensostoricoaipropri
percorsieallepropriescelte .1609
Ivi.,FaxdiG.VaccaaE.Hobsbawm,24febbraio1997,(937/1/6/10).Inrealtàl’Is?tutoGramsciaveva1603
inizialmentepropostodiporregliasdelseminarioinappendicediunanuovaedizionedelSecolobreve:propostanonaccoltadaHobsbawmchetemevainquestomodopotesserestringersiilpubblicodileIoridellibro.
FA,CAA,FaxdA.Agos?aE.Hobsbawm,21agosto1995.1604
MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1996,LeIeradiA.Agos?aE.Hobsbawm,141605
febbraio1996.
Un esempio è il recente G. De Luna, Sulle tracce del tempo. Vol III. Il Novecento e il mondo1606
contemporaneo,Paravia,Milano2014.
Cincin colnovecento, in«Il secoloXIX»,24 seIembre1997;A.Gibelli,Storicodegliuomini, in«Il1607
secolo XIX», 21 seIembre 1997;Hobsbawm, un secolo di jazz, in «GazzeIa»; 21 seIembre 1997; LaPadania?Nonesiste.Hobsbawm,lastoriacontroimi1,in«Lastampa»,22seIembre1997;IlsecolodiHobsbawm,in«IlTempo»,24seIembre1997.
E. Traverso, Le siècle de Hobsbawm, in «Revue interna?onale des livres et des idées», 2009/10,1608
p.11-16.
A.Agos?,Lauda1o,in«L’Ateneo»,novembre/dicembre2001,p.65(63-65).1609
�338
Terzaparte:RitraÅ
L’aIenzioneperlostoricomarxistaimpenitenteinItalianonvenneinfasmeno.Nello
stesso1997ClaudioMagrisloinvitavaaparlareall’UniversitàdiTriestedellapropria
esperienzadimarxistainunincontrosul«checosasignifichiessereoggimarxis?» .1610
L’anno successivo Hobsbawm firmava l’introduzione al Manifesto del par1to
comunista per i ?pi della Rizzoli, che avrebbe avuto numerose ristampe .1611
Quest’immaginediHobsbawm,storicomarxistaecomunista,sarebbestata–comesi
èvisto–lachiavedileIuraancheall’uscitadellasuaautobiografiaepoinegliepitaffi
scris alla suamorte. L’anno prima dimorire d’altronde pubblicava una raccolta di
saggiperspiegareperchéfosseimportanteriscoprirenelnuovomillenniol’ereditàdel
marxismo .1612
ConlafortunadelSecolobreve inoltre lafiguradiHobsbawmsiimposenon
soloalcentrodeldibastostoriografico,mainmisurapiùgeneraleinquelloculturale.
Mol? giornali, fecero leva sul suo pres?gio di studioso del nazionalismo e
dell’invenzione della tradizione, – filoni ampiamente recepi? dalla storiografia
accademicaitalianaapar?redallafinedeglianniOIantaquandoEinaudiavevadato
allestampeprimaL’invenzionedellatradizioneepoiNazionienazionalismo –per1613
aIaccare la proposta secessionista della Lega Nord, che Hobsbawm definiva
«immorale»,epermeIereindiscussionelebasistorichedellaPadania .1614
SeinconclusioneilmondoeditorialefranceserespinseIlsecolobreveproprio
perché scriIo da uno storico comunista e marxista impenitente e il mondo
accademicoinglesericonobbeinHobsbawmunostoricodialtolivellononostantela
suaimpostazionemarxistaelasuamilitanzacomunista,inItaliainvecelasuafortuna
MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1997,LeIeradiC.MagrisaE.Hobsbawm,241610
febbraio 1997 (937/1/6/10). L’incontro si tenne il 13 giugno 1997 con il ?toloMarxis1 emarxismi difronteallarealtàd’oggi,assiemeaHobsbawmpartecipavanoRenatoZangheriedEdoardoSanguines.
K.Marx,F.Engels,Manifestodelpar1tocomunista,conintroduzionediE.Hobsbawm,Rizzoli,Milano1611
1998,ristampatonella«BUR»nel2001nel2009enel2015.
E.Hobsbawm,Comecambiareilmondo,cit.L’originariaedizioneRizzolidel2011venneristampata1612
nellaversioneeconomical’annosuccessivo.
E.Hobsbawm,T.Ranger,The Inven1onofTradi1on,CambridgeUniversityPress,Cambridge1985;1613
L’invenzionedellatradizione,Einaudi, Torino1987;E.J.Hobsbawm,Na1onandNa1onalismSince1780:Progamme,Myth, Reality, CambridgeUniversity Press, Cambridge 1991, traduzione italianaNazioni enazionalismodal1780.Programma,mito,realtà,Einaudi,Torino1991.Sullaricezioneitalianadelledueopere:M.Isnenghi,Grandenazione,patriadipiccoliideali,in«ilmanifesto»,26aprile1991;S.Lanaro,Dovecomincialanazione?DiscutendoconGellnereHobsbawm,«Meridiana»,11-12,1991,p.358; D.Bidussa,Apropositodella«invenzionedellatradizione,«StudiStorici»,2013/54;T.Mason,A.Triulzi,F.Gas,I.Cervelli,L’invenzionedellatradizione,in«PassatoePresente»,1987/14-14,pp.11-36.
M. Ferrari, Hobsbawm: ‘La secessione? Idea immorale’, in «l’Unità», 24 seIembre 1997; ‘No, il1614
patriossmoèdi sinistra’.Hobsbawm: inEuropa faeccezione solo l’Italia, in«Corrieredella Sera», 23seIembre 1997; La Padania? Non esiste. Hobsbawm, la storia contro i mi?, in «La stampa», 22seIembre1997.
�339
sestocapitolo:Ricezioniefortuna
–apar?resopraIuIodaglianniSeIanta–ruotòingranmisuraaIornoaquestedue
ul?mecaraIeris?che.Eglivennericonosciutoepresentatodalsuoprincipaleeditore
italianononchédagliorganidistampadelPCIodallerivistediareacomunistacome
un insigne storico proprio in quantomarxista e in quantomilitante comunista. Già
all’uscitadelle sueprimeopere in Italia– si pensi ad esempio alle recensioni diLe
rivoluzioniborghesidapartediAlatrieRagionieri,maancheacomegliEditoriRiuni?
presentarono Il mondo del Jazz – venne percepito come lo storico capace di
dimostrarelavitalitàdelmarxismo.QuandopoiIribelli,operapubblicatainItalianel
1966connumeroseristampeapar?redal1974 ,fissaronoconun’ambientazionee1615
ricerchesopraIuIoitalianel’importanzaperHobsbawmdelprimatodellapoli?cae
in essa dell’organizzazione par??ca e quasi un decennio più tardi I rivoluzionari
rimarcaronoladiversitàdelPCIrispeIoaglialtripar??comunis?,Hobsbawmnonera
più solo un esponente della storia sociale a cavallo tra le «Annales» e le influenze
dellescienzesocialibritanniche,com’erastatovistoall’iniziodeglianniSessanta.Egli
divenne piuIosto – e il confronto con Edward Thompson lo rende chiaro –
l’esponentebritannicodellastoriasocialeche,inquantofedeleallalineadelpar?to,
potevamostrare come l’innovazionee le aperture storiografiche– la storia sociale,
appunto–fosserocompa?biliconlastoriapoli?caeconl’ortodossia.Untalelegame
divenne ancora più streIo nella secondametà e poi sulla fine degli anni SeIanta
quando con laStoria delmarxismoegliassunse i caraIeri di uno storico capacedi
orchestrare–proprioperchélofacevadaposizionimarxisteortodosseallalineadel
par?to–un’operaditaletema?caeditaleportataconconnotazioni,comesièvisto,
anchepoli?che.
Nel corso della festa genovese per i suoi oIant’anni il momento più
emozionantegiunsequandoHobsbawmsi lasciòandareairicordi.Assiemeavecchi
amici venu? a omaggiarlo, Giuliano Procacci, Giorgio Napolitano e Giulio Einaudi,
rievocòilsuolegameconPieroSraffa,ildebitointelleIualeneiconfron?diGramsci,
l’ospitalità di Delio Can?mori, «la scoperta straordinaria di quella generazione
an?fascistaimpegnatanellaricostruzionedellasocietàitaliana» .Pochianniprima,1616
nel 1990, intervistando Achille OccheIo per «Marxism Today» Hobsbawm aveva
espressolapropriacontrarietàalladecisionedicambiarenomealPCIeallaposizione
difensivachequest’ul?mo,dopoilcrollodell’URSS,avevaassunto.Chiedendoalsuo
interlocutore perché mai il Par?to comunista italiano avesse dovuto sen?rsi
«responsible for things forwhich it has no responsibility», ricordava la «wonderful
Ripubblicatonellacollana«PiccolaBibliotecaEinaudi»nel1974,1980,1985e2002.1615
P.Basflora,Cincincolnovecento,in«IlsecoloXIX»,24seIembre1997.1616
�340
Terzaparte:RitraÅ
tradi?on» che esso in realtà poteva vantare . Allamemoria di questa tradizione1617
poli?ca italianaHobsbawm,anchedopo lafinedelSecolobreve, rimase legato.Era
ancheesopraIuIograziealPCIcheilsuorapportoconl’Italiasieramantenutoforte
per più di cinquant’anni: dal PCI egli aveva ricevuto legismazione e, viceversa, ad
essoneavevadata.
SpliÅngImage,in«MarxismToday»,febbraio1990.,p.19(14-19).1617
�341
Fon1ebibliografia
FonSebibliografia
L’i?nerarioarchivis?codiquesta ricerca, chehaseguito traieIorie italianeed
inglesi con una breve tappa parigina (e una – mediata – ad Amsterdam), sarà
ricostruitonellaprimapartediquesta sezione, in cuidarò contodelle fon? inedite
usate(I.a-u).Nellasecondapartefaròinveceriferimentoallefon?edite,ricordando
in primo luogo lamemorialis?ca e gli epistolari (II.a), in secondo luogo le opere di
narra?vaoditeatrou?lizzate(II.b);faròquindiunaccennometodologicoacomeho
approcciato gli scris di Eric Hobsbawm (II.c), per i quali rimando alla bibliografia
finale (V). In una ricerca che si propone, come questa, di disegnare il ritraIo
biografico di uno storico dando par?colare aIenzione aIraverso la prospesva
italianaaisuoicontasinternazionali,difficileèscinderetraunalistabibliograficache
diacontodellaleIeraturascien?ficausataeunalistacheracchiudaicontribu?edi?
cheho traIato come fon?a stampa: a volteho faIounusoduplicedi uno stesso
testo.Perquestomo?vo,hotrovatoconvenienteracchiudereentrambe le?pologie
inun’unicabibliografia;dallaleIuradellatesirisulteràchiaroqualeusohofaIodei
diversitesicita?.Inlineaconquestaimpostazionenellaterzaparte(III)delineeròuna
panoramicadellerivistespogliatedicuinellabibliografiafinaleciteròsologliar?coli
oglistudipiùimportan?aifinidelleargomentazionidellatesi.Nellaquartaparte(IV)
ricorderòdaun lato le intervistechehoraccoltoaifinidiquestaricercaedall’altro
quelle già edite faIe a Hobsbawm e ad altri studiosi di cui ho tenuto conto come
fon?.
�342
I.FonHinedite
a.ModernRecordsCentre,WarwickUniversity,EricHobsbawm’sPaper
L’archivioprivatodiEricHobsbawmèstatodonatodaisuoierediintrefasidal2013al
2015 al Modern Records Centre dell’Università diWarwick, che ne ha completato
l’inventariazione nel 2016. La donazione, non scontata visto l’assenza di legami
is?tuzionitral’UniversitàdiWarwickeHobsbawm,èprobabilmentedaricondurreal
faIocheilModernRecordsCentrefuis?tuitonel1973comerisultatodellavorodella
Society for the Study of Labour History, un’organizzazione con cui Hobsbawm
collaborò. Il fondo Eric Hobsbawm è composto da 108 boxes, che comprendono
corrispondenzaperedaHobsbawm;materialipreparatoriperricerche,conferenzee
lectures accademiche (di cui hodato aIenzione in par?colare ai percorsi di ricerca
italiani (937/3/4)), necrologi da lui scriso pronuncia? in onore di amici o colleghi
(937/4/4);suepubblicazioni(bozzeededizionistraniere);suoiinterven?neimediae
sui giornali (937/5/1); documen? rela?vi alla sua asvità poli?ca (937/6/1-4).
Sebbeneesistaunnucleodimaterialerela?voalperiodo1930-1950,perlamaggior
parteidocumen?delfondoappartengonocronologicamenteallasecondapartedella
carriera e della vita di Hobsbawm: più volte egli ha d’altro canto ricordato di aver
acquisito una certa consapevolezza dell’importanza delle proprie carte solo
tardivamente,finendoperperdere laquasi totalitàadesempiodeidocumen?degli
anni Cinquanta. Queste lacune cronologichemi hanno spinta ad un’indagine il più
ramificata possibile nell’archivio di Hobsbawm, prescindendo – come ho faIo ad
esempioperlacorrispondenza(937/1/1)–daicontasspecificiconsoggesois?tu?
italiani.
b.NaSonalArchivesLondra,(MI5),EricHobsbawm’sFiles
Dall’autunno2014sonoaccessibilipressoiNa?onalArchivesdiLondraseIefascicoli
(kv2/3980, kv2/3981, kv2/3982, kv2/3983, kv2/3985, kv2/3986, kv2/3987) che la
sezione5delMilitaryIntelligencecreòsuEricHobsbawm.Eglifusorvegliato,acausa
dellasuamilitanzapoli?ca,conmisurepiùomenostringen?perunarcocronologico
maggioredi20anni:dal1942finoal1963,standoquantomenoaidocumen?resiad
oggiconsultabili.EsisteunaoIavacartella(kv2/3984),dicuinonèdatosaperel’arco
cronologicodiriferimento,nonancoraaperta,senzamo?vazione,allaconsultazione.
Ilmaterialedell’MI5vienediregoladesecretatosolodopolamortedell’interessatoe
dopo50annidalladatadeidocumen?stessi.Irestan?seIefascicoli–all’internodei
qualisitrovanononraramentedei«foglibianchi»cheindicanochealcunidocumen?
�343
Fon1ebibliografia
sonotuIorasegre?–riproduconocopiedileIereda,peromenzionan?Hobsbawm:
lasuacorrispondenzapermol?annivenneinfasinterceIata,trascriIaofotocopiata
quindi archiviata e incrociata con le informazioni provenien? da altri sogges
sorveglia? dall’Intelligence; Hobsbawm, così come i suoi compagni, ne era
consapevole. I fascicoli conservano anche interceIazioni telefoniche dalla casa
londinese di Hobsbawm o dalla sede nazionale del Par?to comunista britannico a
Covent Garden, Londra; in questa sede erano inoltre nascoste dellemicrospie che
permeIevanoaiServiziSegre?dis?laredeiresocon?degliincontricheavvenivanoal
suo interno.Hobsbawmerasorvegliatoanchedallapoliziadi confine rela?vamente
adalcunemetedei suoi viaggiOltremanicaeOltreoceano. I fascicoli comprendono
anche riproduzioni di ar?coli scris da Hobsbawm sulla stampa del CPGB, le sue
tessere di par?to, gli avvisi di conferenze poli?che o accademiche con rela?vi
resocon? s?la? dagli uomini dell’Intelligence. Si traIa di materiale che,
opportunamente vagliato, intrecciato con altre fon? e inserito nel suo contesto di
riferimentoediproduzione,sirivelaunafontericcaeineditasudiversiperiodidella
vitadiHobsbawm.
c.CambridgeUniversityLibraryArchive,Hobsbawm’sgraduatefiles
Presso l’University Library Archive di Cambridge è conservata una cartella
(UABOGS1,1949-50 HOBSBAWM) che raccoglie la documentazione rela?va alla
carrierauniversitariadiHobsbawmcomestudentegraduateedidoIoratodelKing’s
College. Si traIa della corrispondenza intercorsa tra il Board of Research Studies,
Hobsbawm e i suoi docen? di riferimento (Mounia Postan e ChristopherMorris) a
par?redal1945finoal1950.Lacorrispondenzaèinerenteallaripresadeglistudidi
Hobsbawmdopo la guerra, il suo contraIodi lavoro (ostacolatodal King’sCollege)
pressoilBirkebeckCollegediLondra,lavalutazionedellasuatesididoIorato.
d.TrinityCollegediCambridge,PieroSraffaPapers
Hobsbawm ha sempre ricordato di essere stato introdoIo tra i quadri comunis?
romani e più in generale negli ambien? intelleIuali italiani da Piero Sraffa,
economista torinese all’Università di Cambridge dal 1927. Per questo mo?vo ho
consultatopresso ilTrinityCollegeArchive (WrenLibrary,Cambridge) il fondoPiero
Sraffa.Inpar?colarehodatoaIenzioneallacorrispondenzatraPieroSraffaeampia
parte dei suoi corrisponden? italiani e inglesi lega? ai rispesvi par?? comunis? in
modo da scorgere, stando l’assenza di una corrispondenza direIa tra Sraffa e
Hobsbawm, eventuali rimandi a Hobsbawm e più in generale per comprendere il
legamediSraffacon ilPCIneidecenni successivialla secondaguerramondialee la
suaimportanzanellapoli?caeditorialeitaliana(fascicoliconsulta?:C4,17,22,52,80,
�344
83,84,89,103,106,141,168,174,197,211,247,267,277,289,298,311,312,341,
343).Perlostessomo?vohopresoinanalisiledeIagliateagendediSraffa,dallafine
dellasecondaguerramondialeallasuamorte(E17-55).
e.TrinityCollegediCambridge,MauriceDobb’sPapers
Sraffa fu legato da una grande amicizia e da una decennale collaborazione
accademica con Maurice Dobb, figura di riferimento intelleIuale e poli?ca di
Hobsbawm:neiricordiautobiograficidiquest’ul?mo,maanche inaltrisuoiscris, i
nomi di Sraffa eDobb sono sovente associa?.Del fondoMauriceDobb, consultato
presso la Wren Library di Cambridge, ho preso in esame i rappor? epistolari che
legaronoDobbconalcunistoricimarxis?opoli?cicomunis? inglesi (CA79,80,104,
194,205,220),colfinediricostruireisuoicontasall’internodelGruppodeglistorici
marxis?britannici.LacorrispondenzatraDobbeHobsbawm(CA81)èrisultatau?le
anche per ricostruire la loro partecipazione al progeIo della Storia del marxismo
einaudiana.HodatoancheaIenzionealle relazioni epistolari traDobbeunampio
mondo editoriale, intelleIuale, poli?co italiano in modo da coglierne le affinità
rispeIoalpercorsoitalianodiHobsbawm(CA36,CA38,CA49,CA50,CA52,CA54,
CA89,CA90;CB17,CB27).
f. King’s College Archive, Noel Annan’s Papers e Nicholas Kaldor’s Papers (e Eric
Hobsbawm’sPapers)
Pressol’archiviodelCollegediHobsbawm,hopresovisioneneifondiEdwardMorgan
Forster,NoelAnnan,NicholasKaldordellacorrispondenzaintercorsatraHobsbawme
ques?suoiamici,comeluimembridegliApostoli.SitraIadimateriale interessante
perchépermeIedimeIereafuoco,aIraversolalentedellacorrispondenzaprivata
traamicidi vecchiadata (fondoAnnan,NGA/5/1/452)equella intercorsa inveceai
finidelconferimentoaHobsbawmdiunahonoraryfellowshipnel1973(fondoKaldor,
NK/4/16-18),ilrapportodiHobsbawmconl’universitàdiCambridgeepiùingenerale
con il mondo accademico inglese, scorgendone il passaggio da un’esclusione per
mo?vipoli?ciaunriconoscimentoufficiale.Nonpregnanteinvecelacorrispondenza
conForster (EMF/18/257;EMF/18/82/53).Nello stessoarchivioèancheconservato
unminuto fascicolo rela?voadHobsbawm,cheè risultatoperòdiminor interesse:
conserva la riproduzione della sua tesi di doIorato (Studies in the ‘new’ trade
unionism, 1889-1914) ed una sua fotografia non datata (KCAC/4/11/1; KCAC/
1/2/6/1).
g.HullHistoryArchive,JohnSaville’sPapers
GraziealladisponibilitàdiClaireWeatherallmiè statopossibileaccederealle carte
dell’archivio privato di John Saville, in fase ancora di inventariazione dopo il loro
�345
Fon1ebibliografia
passaggio dalla sede privata della famiglia Saville alla sede is?tuzionale dell’Hull
History Archive (Hull). Di questo materiale ho consultato sei cartelle – boxes 1
(LeIersfromJohn,1956-1960),2(LeIerstoJohn,1945-1960),6(TheReasoner/New
Reasoner-leIersfrom/toreaders),7(NewReasoner1957,NewReasonerandNLR,
LeIers to John 1959), 8 (LeIers to John 1959), 17 (Newspapers 1950s) – che
raccolgono il materiale rela?vo all’esperienza editoriale di «The Reasoner» e «The
New Reasoner» di cui Saville assieme ad Edward e Dorothy Thompson furono
promotori e la ricca corrispondenza, non ancora inventariatama raccolta in ordine
cronologico, del periodo 1956-1958. Si traIa degli scambi epistolari tra Saville e i
Thompson,etraques?eiloroleIori,collaboratorioamici,tracuiancheHobsbawm.
È materiale di estremo interesse che permeIe da un lato di colmare la lacuna
archivis?casuquestoperiodopresentenell’archivioprivatodiHobsbawm,edall’altro
di supplire all’impossibilità di accedere all’archivio privato di Edward e Dorothy
Thompson, conservato presso la Bodleian Library di Oxford ma chiuso, secondo il
volerediDorothyThompson,alla consultazioneper50annidallamortedelmarito
(1993).Sonostatequi rinvenute inedite leIerediHobsbawmcheaiutanoageIare
lucesullasuacontroversareazioneallacrisidel1956.TraIandosidiunfondocheal
momentodellamiaconsultazione(giugno2016)noneraancoraordinato,èprobabile
che lemie indicazioni archivis?che possano essere leggermente difformi da quelle
defini?ve.
h.LabourHistoryArchivediManchester,CommunistPartyofGreatBritainArchive
Presso l’archivio del Par?to Comunista della Gran Bretagna, conservato al Labour
HistoryArchiveandStudyCentrediManchester,hoconsultatoiverbalidelleriunioni
dell’Historian Group of the Communist Party (CP/CENT/CULT/5/11-12-13; CPCENT/
CULT/7/9), i materiali rela?vi al caso «The Reasoner» (CP/CEN/ORG/18/03-04-05),
l’autobiografiascriIadaHobsbawmperilpar?tonel1952(CP/CENT/PERS/3/05).Ho
preso quindi visione anche delle cartelle che raccolgono il materiale preparatorio
dellaCommunistUniversityofLondon(CP/CENT/CULT/7/2;3;4;5;14/05;18/05) in
modo da verificare se Hobsbawm vi prese parte nella seconda metà degli anni
SeIanta.
i. Biblioteche de l’InsStute de France eMaison de Science de l’Homme di Parigi,
FondoFernandBraudel
PressolaBibliotechedel’Ins?tutedeFrance(Parigi)hoconsultatolacorrispondenza
di Fernand Braudel (MS8510) con Eric Hobsbawm, con Delio Can?mori, George
Haupt, Alberto Tenen?; ho quindi consultato presso la Maison de Science de
�346
l’Homme(Parigi)semprelacorrispondenzadiBraudelconHobsbawm,LuigiDalPane,
W. Kula, Corrado Vivan?. L’obiesvo alla base di questa ricerca parigina era di
individuareseicontasitalianidiHobsbawmfosseropassa?aIraversoiseminaridi
Braudel e laVI sezionedell’ÉcolePra?qued’HauteÉtudes. Per lo stessomo?voho
anche consultato negli archivi dell’EHESS (Parigi) la busta Pierre Vilar, e la busta
contenentelacorrispondenzadiHellerconlafondazioneFeltrinelli.
l.CentroarchivisScodellaScuolaNormaleSuperiorediPisa,FondoDelioCanSmori
HobsbawmhapiùvoltericordatocheCan?morifulaprimapersonacheincontrònel
corsodelsuoprimoviaggioitaliano.PressoilCentroarchivis?codellaScuolaNormale
SuperiorediPisahoconsultatoilfondoDelioCan?mori,analizzandoleleIereinviate
da Hobsbawm a Can?mori (una risposta di Can?mori a Hobsbawm è stata
interceIata, copiata e tradoIa dall’italiano all’inglese dal MI5). Configurandosi
Can?mori quale il centro della rete di relazioni italiane di Hobsbawm, ho ritenuto
opportunoesplorareanche la corrispondenzadiCan?mori conunampio speIrodi
persone (italianeed inglesi) inmododacercare inquesta riferimen?aHobsbawm,
allasuafigura,allasuaproduzionestoriografica.Traicorrisponden?diCan?moriho
leIoleleIerediCorradoVivan?,LuigiDalPane,FrancoDellaPeruta,Einaudieditore,
CarloGinzburg,fondazione-is?tutoGramsci,biblioteca-is?tuitoFeltrinelli,Alessandro
NaIa,GiulianoProcacci,ErnestoRagionieri,BerylSmallay,BernsteinSamuel,Franco
Venturi,RenatoZangheri,StuartWoolf.
m.VillaleMuraSnediGranaroloFaenSno,FondoLuigiDalPane
GraziealladisponibilitàdiElviraDalPanehopotutoconsultareilfascicolorela?voagli
scambiepistolaridiLuigiDalPaneconHobsbawmealmaterialeadessoallegato.Si
traIadi13leIerescriIetrail1950eil1951;duesonocopiedileIereindirizzateda
DalPaneaHobsbawme11sonodipugnodiHobsbawmperDalPane.
n.FamigliaVenturidiTorino,CorrispondenzaFrancoVenturi
Grazie adAntonelloVenturimi è statopossibile ricevere copiadi oIobrevi leIere
scriIedaEricHobsbawmaFrancoVenturitrail1966eil1983:sitraIadirispostea
richieste di collaborazione per la «Rivista storica italiana» o di partecipazione a
convegni.
o.FamigliaAgosSdiTorino,CorrispondenzadiAldoAgosS
�347
Fon1ebibliografia
AldoAgos?mihagen?lmentemessoadisposizionecopiadiunnutritofascicoloche
raccoglie la corrispondenza (leIere, fax, email) intercorsa tra Agos? stesso e
Hobsbawmnelcorsodiuntrentennio,trail1981eil2011.
p.BibliotecaRagionieridiSestoFiorenSno,EpistolariodiErnestoRagionieri
PressolaBibliotecaaluidedicata,sonoconservatelecartediErnestoRagionieri.Di
queste è inventariato l’epistolario che copre (anche grazie alle leIere scriIe da
Ragionieri e inviate ad amici, colleghi o is?tu? che le hanno faIe pervenire alla
BibliotecaRagionieri)unarcocronologicodioltretrent’anni,dal1943al1975,echeè
arricchito danumerosi allega?.Vista l’amicizia che legòHobsbawmaRagionieri fin
dal 1955, l’Epistolario Ragionieri risulta di primaria importanza: non tanto per la
corrispondenza tra i due (il fascicoloHobsbawmcomprende solo duebrevi leIere,
992, 993), quanto piuIosto per ricostruire il progeIo editoriale della Storia del
Marxismo,sopraIuIonellesuefasiiniziali.AquestofinehoconsultatoleleIereper
Ragionieri provenien? dalla casa editrice Einaudi (803->819), da George Haupt
(981-988),daFranzMarek(1283->1293),edaCorradoVivan?(2079->2094);quindi
le leIere di Ragionieri alla casa editrice Einaudi (2389->2399). Con il proposito di
scorgereriferimen?aHobsbawmnelleconversazioniprivatediRagionieri,hopreso
in considerazione anche la corrispondenza tra Donald Sassoon e Ragionieri (1757-
>1765; 2643->2654), con il periodico «Studi Storici» (2682), con Franco Ferri per
l’Is?tuto Gramsci (2434, 2510), con Valen?no Gerratana (952), con Felice Laudario
(1203).
q. Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli di Milano, Fondo della Fondazione
BibliotecaGianGiacomoFeltrinelli
Nei primi anni ’50 Hobsbawm entrò in contaIo sia con l’Interna?onal Ins?tut of
Social History di Amsterdam, sia con l’allora biblioteca Feltrinelli di Milano,
preferendo e consigliando quest’ul?ma per l’archiviazione e la pubblicazione di
materialed’archivioinglese.U?leèstatalaconsultazionedellacorrispondenzadella
direzionedell’is?tuto(busta12)percomprendereimo?videllesceltediHobsbawm.
r.ArchiefInternaSonaalInsStuutvoorSocialeGeschiedenis,InternaSonalInsStute
ofSocialHistory,Amsterdam
Percoglierel’altrolatodiquestafaccenda,grazieall’amiciziadiKeesRodenburgche
ha consultato la cartella 361D dell’Archief Interna?onaal Ins?tuut voor Sociale
Geschiedenis, ho potuto verificare la corrispondenza intercorsa nel 1952 tra
HobsbawmeA.J.C.Rüter.
�348
s.FondazioneAntonioGramscidiRoma,Fondodell’IsStuto-FondazioneGramsci
Oltre a Can?mori un altro centro aIorno al quale ruotarono i contas italiani di
Hobsbawmfulafondazionepoiis?tutoGramsciromano.Perquestohoanalizzatola
corrispondenzadeidireIori(serie3,soIoserie1,2,3)el’asvità(serie4,soIospecie
2) per ricostruire i contas di Hobsbawm e il suo coinvolgimento nei programmi
culturalidell’is?tuto.
t.ArchiviodiStatodiTorino,ArchiviocasaeditriceEinaudi
Presso l’archivio di Stato di Torino ho ampiamente consultato l’archivio della casa
editrice Einaudi. Ho preso visione dei verbali delle riunioni editoriali della casa
editriceancorainedi?(cartelle4,5,6,7,8)cosìcomedelleriunionies?vechelacasa
editrice annualmente organizzava a Rhêmes Notre-Dame (c. 13, 14). L’obiesvo di
questaesplorazioneeradaunlatodiindividuarelapresenzadiriferimen?aites?di
Hobsbawm da tradurre o al suo coinvolgimento nelle riunioni es?ve nella località
valdostana.Hoanalizzatoquindi la corrispondenzadella casaeditriceconautoried
en? stranieri (Corrispondenza con autori ed en? stranieri, 1° serie): non solo con
Hobsbawm(c.8,f.300),maanchequelladiAlbendroth(c.1,f.3),SamuelBernstein
(c. 3, f. 75), Maurice Dobb, Christopher Hill, Edward Thompson. Ho quindi preso
visionedellacorrispondenzaconautoriecollaboratoriitaliani:FrancoAndreucci(c.5,
f.91),EnricoBasaglia(c.14,f.211),GiulioBolla?(c.25,f.376),DelioCan?mori(c.38,
f.572),BeIyFoà(c.81,f.1242),LuisellaPasserini(c152,f.2331),GiulianoProcacci
(c.167, f. 2498), Ernesto Ragionieri (c.170, f. 2552), Paolo Spriano (c. 201, f. 2867),
PieroSraffa(c.202),ViIorioStrada(c.204,f.2878),CorradoVivan?(c.222,f.3104).
Hopresoinanalisiancheifascicolidellerecensioniai libridiHobsbawmusci?per i
?pidellaEinaudieallaStoriadelMarxismo,cosìcomelaserieOriginaliebozzedelle
operediHobsbawm.
u.ArchiviodidepositodellacasaeditriceLaterzasedediBari,Corrispondenza
Nonostante lemie ripetute richieste, la sede romanadella casa editrice Laterza ha
negato ilmio accesso nel suo archivio. Ho avuto invece la possibilità di consultare
presso lasedediBari lacorrispondenzadellacasaeditrice inprimisconHobsbawm
(1969-2007) e conGiorgioNapolitano, quindi con un nutrito gruppo di intelleIuali
chedallametàdeglianni’70vennerocoinvol?nellapubblicazionedilibri-interviste.
�349
Fon1ebibliografia
II.FonSedite
a.MemorialisScaedepistolari
Nella tradizione comunista, com’è noto, militan? e funzionari di par?to
venivanoabitua?aparlaredisé:diverseeranolecircostanzeelemodalitàincuiessi
producevano la propria autobiografia ricorrendo amodelli codifica?. Nel 1952 Eric
Hobsbawm scrisse la propria autobiografia per il CPGB.Oltre a questo breve testo
autobiografico, la ricerca si avvale di altre fon? memorialis?che dello stesso
Hobsbawm, in primis della sua autobiografia senile scriIa all’età di 85 anni (Anni
interessan1. Autobiografia a.raverso la storia), così come di altri suoi ricordi che
oscillanotral’autobiograficoelaricostruzionestoriografica(a?tolod’esempio,mol?
saggiraccol?nelvolumeDeHistoria,comeancheALifeinHistoryapparsonel2002
su«Past andPresent»,oDiary scriIonel 2010per la «LondonReviewofBooks»).
Autobiografie di amici e compagni di Hobsbawm sono state altreIanto u?li per
ricostruirel’ambienteuniversitariodiCambridgeepoilarealtàlondinese,lepra?che
elere?direlazioni,l’asvitàpoli?caepoiledisillusionifiltratedairicordiedaisuoi
toni.Alcuniesempisono:MemoirsformtheLefdiJohnSaville(2003),Camminando
nell’ombradiDoris Lessing (1997),AnAcademicSka1ng in the IcediPeterWorsley
(2008), Poli1cs and Le.ers di Raymond Williams (1979). I ricordi di suoi coetanei
comeGeorgeL.Mosse(Confron1ngHistory,2000),ThomasGold(TakingtheBackoff
the Watch, 2012), John H. EllioI (History in the Making, 2012) offrono al leIore
panoramiche sulle dinamiche associa?ve e poli?che della vita universitaria di
Cambridge dalla seconda metà degli anni Trenta, nonché sui primi viaggi dopo la
secondaguerramondialedistoriciinglesiOltremanica.
Perricostruirerelazioniprofessionali internazionaliocogliere ledifferenzetra
lediverserealtàstoriograficheepoli?chenazionalisièguardatoallamemorialis?ca
di storici quali Emmanuel Le Roy Ladurie (Autobiografia, 1984), Pierre Vilar
(Memoria,historiaehistoriadores,2004),oaricordiditranchedeviecomequelledi
MichellePerrot,GiulianoProcacci,RosarioVillari.Sulleimpressionidiunaviaggiatrice
stranierainItaliaeinpar?colaresullesueosservazioniinmeritoallarealtàdelPCIle
memorie di Simone De Beauvoir (La forza delle cose, 1963) hanno permesso un
confronto con le coetanee impressioni avute daHobsbawmnei suoi viaggi italiani.
Infine,permegliocogliereilfascinodiHobsbawmperilPCIsièdataaIenzionealla
memorialis?ca di dirigen? o intelleIuali comunis? italiani. Alcuni esempi sono le
memoriediAmbrogioDonini (Sessant’annidimilitanzacomunista,1988),diGiorgio
Napolitano(DalPCIalsocialismoeuropeo.Un’autobiografiapoli1ca,2006),diPaolo
Spriano (Le passioni di un decennio, 1986), di Francesco Renda (Autobiografia
�350
poli1ca,2007),diGiorgioAmendola(Unasceltadivita,1976).
Nel generedellememorialis?ca rientrano anche i necrologi copiosi che sono
sta?scrisallamortediHobsbawmintuIo ilmondoechesi sonorivela?u?liper
cogliere la fama nonché lamemoria di Hobsbawm sedimentatasi in ciascun Paese.
Per ques?, così come per i necrologi scris da Hobsbawm alla morte di amici e
colleghi,rimandoallabibliografia.
Perquantoriguardagliepistolariedi?sonosta?u?liperricostruireancorauna
voltare?direlazionieleaspirazionireciprocheleLe.ere(1945-1956)diEmilioSereni
(acuradiEmanueleBernardi,2010),leLe.ere(1940-1964)diRanieroPanzieri(acura
diStefanoMerlieL.Dos,1987)elacorrispondenza(1942-1966)traDelioCan?mori
eGastoneManacorda(acuradiAlber?naViIoria,2013).
b.Romanzieopereteatrali
La vita quo?diana dei quar?eri londinesi in cui Hobsbawm visse o di par?colari
momen?storiciaffronta?nellaricercasonobenres?tui?daalcuniromanzioopere
teatralicheevidenzianore?direlazioni,sen?men?esta?d’animo,pra?che,luoghie
difficoltà della militanza comunista britannica. Par?colarmente u?li in tal senso,
ancheperchéoscillanotraopereleIerarieedautobiografiche,sonoiseguen?tes?.Il
ritmode IlgiornoincuiStalinmorìdiDorisLessing,raccontobreveoriginariamente
apparsonel1957su«TheNewReasoner»,oscillatraunprimaeundopo:lamortedi
Stalin, raccontata con ironia ed estraneità aIraverso la cao?ca giornata della
protagonista, alter ego dell’autrice. Sulla scia di questo racconto breve Lessing
sviluppòilsuocapolavoroleIerario,Iltaccuinod’oro(ed.or.1962),checonessooltre
adaveremol?echis?lis?cihaanchesignifica?viechitema?ci:ilromanzoraccontala
vita, l’ambiente domes?co e intelleIuale, le re? di amicizie e di relazioni poli?che
dellaprotagonista,nuovamentealteregodiLessing.InBrododipolloconl’orzo,testo
teatrale del 1958, Arnold Wesker riversò la sua esperienza personale e familiare,
raccontandolastoriadiunafamigliacomunistaoperaiadioriginiungheresidell’East
London, lacerata anche al suo interno generazionalmente dallo choc del 1956.
Proprio in quell’anno venne rappresentato presso l Royal Court Theatre di Londra
RicordaconrabbiadiJohnOsborne,unacommediacheperlaprimavoltaportavain
scenasen?men?,umorieaspirazionideigiovanidell’epoca.
c.OpereescrihdiEricHobsbawm
Per affrontare la ricca produzione di Eric Hobsbawm, sia storiografica che
pubblicis?ca,hotenutoinconsiderazione–comegiàdeIo–iconsiglimetodologicidi
EdwardCarrediNatalieZemonDavis.Seilprimoconsigliadiaverebenpresentela
�351
Fon1ebibliografia
biografiadell’autoreprimadiapprocciarsiaunsuolibrodistoria,horitenutod’altro
canto altreIanto importante e prezioso fare della produzione storiografica e
pubblicis?cadiHobsbawmuna fonte,analizzarnenonsolo i contenu?maanche le
strategie e la mentalità dell’autore in modo da spiegarne le scelte di vita. Dove
possibile, sono ricorsa alle traduzioni italiane, facendo – dove necessario – dei
confron? tra tes? originali e traduzione. Delle sue opere in versione originale o in
traduzione non ho voluto trascurare elemen? paratestuali e peritestuali, quali
prefazionieprofilibiograficidell’autoreincoper?naequartedicoper?na.
III.Periodici
Perlaricostruzionedeidiversicontes?neiqualiHobsbawmoperò,perladefinizione
delsuopuntodivistapoli?co,ilsuomododiagireelasuaelaborazionestoriografica
importanteèstatalaleIuradialcuniperiodici.
Il «Cambridge University Socialist Club Bulle?n», spogliato nel periodo
1936-1939,chemihapermessodiricostruirel’orizzontepoli?conelqualeeglioperò
e la sua asvità all’interno dei gruppi (poli?ci e intelleIuali) degli universitari di
sinistraCambridge.
Primadifondareilcelebre«PastandPresent»,l’Historians’GroupoftheCPGB
creò una rivista in?tolata «Local History» (1951) poi «Our History» (1953), per
s?molareeindirizzareprogrammidiricerchedapartedistoricidileIan?sullastoria
urbana,sullastoriadelmovimentooperaioedellerivoltecontadine invarieregioni
delPaese.LaleIuradiquesteriviste(chehospogliatoperilperiodo1951-53)miha
permessodimeIereafuocol’orizzontepoli?coall’internodelqualenacqueeoperò
ilGruppodeglistoricimarxis?iscrisalCPGB.Sempreinsenoaquestogruppovenne
fondata nel 1952 con l’importante contributo di Hobsbawm una terza rivista,
preIamentestoriografica:«PastandPreset»,chehocercatodileggerenonsoloperi
contribu? che in esso vennero pubblica? ma anche per comprendere le re? di
relazionidallequaliessonacqueesisviluppò.
Per ricostruire la crisi del 1956 ho spogliato gli organi ufficiali del Par?to
comunistabritannico,«WorldNews»e«DailyWorker»,inmododadefinirelapresa
di posizionedel par?to e da sondare le pochee tra lorodifferen? voci di dissenso
degli intelleIualidelpar?to.Dall'estatedel1956questeul?meconfluirono in«The
Reasoner», una rivista fondata da Edward P. Thompson e John Saville uscita
ciclos?lata per tre numeri, e l’anno successivo rinata con il ?tolo di «The New
Reasoner» (1957-1959). Dopo la crisi del 1956 il CPGB diede vita a «Marxism
Today»(1957-1991),incuiHobsbawmpreseparteinpar?colareneglianniSeIantae
OIanta,soIoladirezionediMar?nJacques,confrequen?ar?coliditemapoli?co.
�352
Su «New Statesmen», «The Listener», «Times Literary Supplement»
Hobsbawm pubblicò nel corso degli anni Cinquanta alcune recensioni di opere
italiane rela?ve al Mezzogiorno: ques? tes? hanno contribuito a definire i suoi
interessielaprospesvadianalisiconcuieglistudiòilMeridione.Percomprendere
comeeglifuintrodoIoallostudiodell’Italiameridionaleu?leèstata,d’altrocanto,la
leIuradi«Cronachemeridionali», larivista fondatacongiuntamentedacomunis?e
socialis? nel 1954 (che ho spogliato, per coprire gli anni in cui Hobsbawm fece
ricerchenelmeridione,finoal1956), ilcuiriferimentoteoricoera ilmeridionalismo
gramsciano. Su «Rinascita» e «Società» Hobsbawm, invece, pubblicò contribu? di
diversa natura: per la prima egli fu corrispondente inglese nel corso degli anni
Sessanta; sulla seconda apparve un importante contributo sullo studio delle classi
subalterne.
Nel 1968 Giulio Einaudi fondò «Libri Nuovi», un periodico di informazione
libraria e culturale, in cui cercò di coinvolgere fin da subito Hobsbawm. Ho quindi
spogliatoquestoperiodicosiapercercaregliinterven?diHobsbawmsiapercogliere
il modo in cui la casa editrice torinese aspirò ad una penna quale quella di
Hobsbawm.
Per comprendere, infine, la ricezione delle sue opere nel contesto della
storiografiaitalianahoprocedutoallospoglioeall’analisididuerivistedistoriografia:
«Studistorici»e«Quadernistorici».
IV.Interviste
Per cogliere i contas dires di Hobsbawm con il mondo della storiografia e
dell’editoria italianasonoricorsaallaraccoltadialcune interviste.L’obiesvocheho
perseguito nella raccolta di queste fon? orali è stato quello di ricostruire le re? di
amicizie e di relazioni professionali di Hobsbawm, i suoi contas editoriali, il suo
coinvolgimento in proges culturali. Le interviste mi sono state concesse da Aldo
Agos?(Torino,13marzo2015),LucaBaranelli(9aprile2017),WalterBarberis(Torino,
14 marzo 2015), Alessio Crea (Roma, 18 seIembre 2015), Domenico Mario Nu?
(Arezzo, 11 giugno2015), Leandro Perini (Rapale, 28 febbraio 2015), RosarioVillari
(Roma, 10 giugno 2015), Donald Sassoon (Londra, 17 dicembre 2014), Giuseppe
Vacca (Roma, 17 seIembre 2015), Stuart Woolf (Sesgnano, 12 giugno 2015).
Nonostantequesteconversazioni,lamaggiorpartedellequalièstataregistrataeha
unaduratadicircaun’oraemezza,sianostateilluminan?soIodiversipun?divista,
hodecisodinonmaneggiarlecomefon?oralinelcorsodellaricerca.
Oltre a queste interviste direIe, la ricerca ha u?lizzato anche interviste
rilasciatedaEricHobsbawmcomedaaltri studiosimarxis?britannicidai tardi anni
�353
Fon1ebibliografia
Cinquanta (è il caso ad esempio dell’intervista di gruppo presso il Par?san Coffee
ShopdiSohoaLondra,nelcorsodellatrasmissionetelevisivaPanoramadellaBBCdel
10novembre1958,incuicompaionooltreaEricHobsbawmancheRaphelSamuele
Stuart Hall), con un’intensificazione a par?re dagli anni SeIanta fino al nuovo
millennio (per restare alle interviste italiane ricordo, ad esempio, in ordine
cronologico: E. Hobsbawm, Intervista sul nuovo secolo, a cura di A. Polito, Laterza,
Roma-Bari1999; IntervistaaE.HobsbawmacuradiMarinellaMagri,RadioTre,22
luglio 2002; Caro Nino. Eric Hobsbawm interroga Antonio Gramsci, a cura di G.
BaraIaconlacollaborazionediD.Bootman,DVDCUEC,2014).Allostessotempoho
u?lizzatocomefon?dellaricercaancheleintervistechefeceHobsbawmaesponen?
delPCI,comeGiorgioNapolitano(Laterza,1976)eAchilleOccheIo(1990,«Marxism
Today»).
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Riassuntodellatesi
La ricerca, sviluppando il genere biografico aIraverso un approccio di
«microstoriatranslocale»,meIeafuocol’affinitàelesvachelegòEricJ.Hobsbawm
all’Italia. Giovandosi di fon? archivis?che inedite, si interroga sulle modalità
aIraversocuiavvenneesirinnovòl’incontrodellostoricoingleseconquestoPaesea
par?redaglianniCinquantafinoalnuovomillennio;analizza le re?di relazioni che
eglivisviluppòeviestese;esaminairisulta?chequestainterazioneprovocòalivello
di produzione scien?fica e di riflessione poli?ca, cercando di cogliere allo stesso
tempo le trasformazioniche l’iden?tàpoli?cadiHobsbawmsubìnelcontaIocon il
Par?tocomunistaitaliano.Sisoffermaquindisullemodalitàdellaricezionedellasua
produzione storiografica da parte del mondo accademico e dell’opinione pubblica
italiani,fissandoinfinelecaraIeris?chedellasuafortunaitaliana.
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RingraziamenH
Difficile ricordare tus i nomi delle persone che in vario modo mi hanno
aiutatoinquestopercorso;nerichiamosoloalcuni,glialtripensoritorninoneltesto
dellatesionellenote.NelcorsodeimieianniuniversitariquelloconPieroBrunellosi
è rivelato l’incontro più fortunato: anche in questo lavoro è stato una presenza
fondamentale. Marco Fincardi mi ha accompagnato e spronato durante la ricerca;
Michele Nani è stato un leIore aIento e generosamente cri?co; altreIanta
disponibilitàl’hotrovatainchimihaoffertoipropriricordipersonalioprofessionali.
MariannaNodalemihainiziato,conuntonosemiserio,allostranomondodi
Oxbrige.Senzadileinonmisareimaisedutaallehightablesdeicollege,scoprendone
i rituali e sapendo quali scarpe non indossare; non avrei colto il significato del
canoIaggioe(grazieaHector)delcricket,néavreipasseggiatocosìestesamentenei
Backse lungo ilCam:nonpotevo trovaremigliorguidapercapire ilmondo incui i
protagonis? di questa ricerca si sono mossi. Nella Lozer mi ha invece raccontato,
ancheaIraversolapresenza-assenzadiCrispin,unaCambridgediversa,anniSeIanta
tra folk rock e jazz. Gill Ross mi ha parlato dell’Inghilterra della seconda guerra
mondialeediquellaan?comunista;farelaragazzaallaparinellasuacasadiLondra
mihaavvicinatoaunmondochemaiavreifrequentatoechesièrivelatou?leaifini
di questo lavoro: un’altra Londra rispeIo a quella degli uomini e delle donne di
questatesi.
KeesRodenburgmihaaiutatoconlericerched'archivioadAmsterdam,Anne
Schelorn con quelle in tedesco. Grazie all’ospitalità veneziana di Maddy e Toni
Pascusni, padovana di Chiara ViIadello, romana di Violante Selena? e parigina di
Gigi Laurimi sonosempresen?taacasa. L’accoglienzadiRoshieSarojShresthaha
resopiùcalorosoilmioperiodoinglese,forseproprioperchénoninglesi.
Senza Giuliana Arnone sarebbe stato un doIorato molto triste: ridere
assiemedichisidàarieèstatodivertentee liberatorio.Con leipoihodiscusso, ‘di
pancia’, di libertà di ricerca, trovando in Filippo Benfante, Alessandro Casellato e
AdelisaMalena,traglialtri,pun?diriferimentoes?molan?interlocutori.
Comesempre,senzailsupportodeimieigenitoriediFabioesenzal’ironiae
laserenitàdiAntoniononavreimaiportatoaterminequestopercorso.Ungraziedi
cuoreatuIequestepersone.
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