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Coordinatrice del Corso: Ch.ma Prof.ssa MARIA CRISTINA LA ROCCA Supervisore: Ch.mo Prof. MARCO FINCARDI Dooranda: ANNA DI QUAL CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI, GEOGRAFICI, ANTROPOLOGICI CURRICULUM: STORIA SOCIALE EUROPEA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA CICLO XXIX ERIC J. HOBSBAWM tra marxismo britannico e comunismo italiano SEDE AMMINISTRATIVA: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Università Cà Foscari Venezia Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Verona

ERIC J. HOBSBAWM - paduaresearch.cab.unipd.itpaduaresearch.cab.unipd.it/10488/1/diqual_anna_tesi.pdf · 1 E. Hobsbawm, Intervista sul nuovo secolo, a cura di A. Polito, Laterza, Roma-Bari

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Coordinatrice del Corso:

Ch.ma Prof.ssa MARIA CRISTINA LA ROCCA

Supervisore:

Ch.mo Prof. MARCO FINCARDI

Dottoranda:ANNA DI QUAL

CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI, GEOGRAFICI, ANTROPOLOGICICURRICULUM: STORIA SOCIALE EUROPEA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA

CICLO XXIX

ERIC J. HOBSBAWM tra marxismo britannico

e comunismo italiano

SEDE AMMINISTRATIVA: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

Università Cà Foscari Venezia

Università degli Studi di Padova

Università degli Studi di Verona

ERIC J. HOBSBAWM tra marxismo britannico

e comunismo italiano

Coordinatrice del Corso:

Ch.ma Prof.ssa MARIA CRISTINA LA ROCCA

Supervisore:

Ch.mo Prof. MARCO FINCARDI

Dottoranda:ANNA DI QUAL

CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI, GEOGRAFICI, ANTROPOLOGICICURRICULUM: STORIA SOCIALE EUROPEA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA

CICLO XXIX

Università Cà Foscari Venezia

Università degli Studi di Padova

Università degli Studi di Verona

Quandostoperme.ermidavan1aunfogliodicartaeaunamacchinadascrivere,

considerosempremoltoa.entamentecomeesprimequelproblemapar1colare.

Pensochesiamoltoimportante.Pensocheletesidido.oratosianolamortedellastoria,

perchéquelchesitentadifareinquelcasoècercaredicavarselaefareimpressionesudueotreesper1,

cosamoltodifferentedaunpubblicodile.ori.Hosemprepensatochelastoria

dovrebbeessereperilpubblicoingenerale,oltrecheperglispecialis1.

EdwardPalmerThompson,1992

INDICE

ELENCODELLEABBREVIAZIONI 3

INTRODUZIONE 5

PRIMAPARTE:RETI 31

Capitolo1. Ilritornodallaguerra

1.1 Riappropriarsidelfuturo 32

1.2 Traaccademiaepoli?ca 55

1.3 OltrelaManica 70

Capitolo2. Lascopertadell’Italia

2.1 Mediatori 84

2.2 Viaggiericerche 1202.3 IntelleIualiorganici 144

Capitolo3. 1956

3.1 Lachiavedell’autoritraIo 161

3.2 RoIure 164

3.3 Conferme 174

SECONDAPARTE:PROGETTI 193

Capitolo4. NelsegnodiMarx…

4.1 Ritardiecorteggiamen? 194

4.2 NuovileIorienecessitàdisintesi 222

4.3 LaStoriadelmarxismoEinaudi 228

Capitolo5. …ediGramsci

5.1 Laboratoripoli?ci 265

5.2 Unnuovofrontepopolare 275

5.3Dall’Italiaall’Europa,almondo 282

�1

TERZAPARTE:RITRATTI 304

Capitolo6. Ricezioniefortuna

6.1 GranBretagna 305

6.2 Italia 310

6.3 Storiografiaepoli?ca 333

FONTIEBIBLIOGRAFIA 342I.Fon?inedite 343

II.Fon?edite 350

III.Periodici 352

IV.Interviste 353

V.Bibliografia 355

RIASSUNTODELLATESI 385

RINGRAZIAMENTI 386

�2

ELENCODELLEABBREVIAZIONI

Archivi

AST ArchiviodiStato,Torino

ADLB ArchiviodidepositodellacasaeditriceLaterza,sedediBari

BSF BibliotecacivicaErnestoRagionieri,SestoFioren?no

CULA CambridgeUniversityLibraryArchive,Cambridge

FA FamigliaAgos?,Torino

FDP FamigliaDalPane,GranaroloFaen?no

FF FondazioneFeltrinelli,Milano

FG FondazioneGramsci,Roma

FV FamigliaVenturi,Torino

HHA HullHistoryArchive,Hull

IF Ins?tutdeFrance,Parigi

IG FondazioneIs?tutoGramsci(FG)

KCA King’sCollegeArchive,Cambridge

LHA LabourHistoryArchiveandStudyCentre,Manchester

MRC ModernRecordsCentre,WarwickUniversity,Warwick

NAL Na?onalArchives,Londra

SNS Centroarchivis?codellaScuolaNormaleSuperiore,Pisa

TCA TrinityCollegeArchive,Cambridge

Fondi

AE ArchiviodellacasaeditriceEinaudi(AST)

CAA CorrispondenzaAldoAgos?(FA)

CDC CorrispondenzaDelioCan?mori(SNS)

CFB CorrispondenzaFernandBraudel(IF)

CLPD CorrispondenzaLuigiDalPane(FPD)

CPGBA CommunistPartyofGreatBritainArchive(LHA)

CFV CorrispondenzaFrancoVenturi(FV)

EER EpistolarioErnestoRagionieri(BSF)

EHF-MI5 EricHobsbawm’sFiles(NAL)

EHP EricHobsbawm’sPapers(MRC)

�3

FBGGF FondazioneBibliotecaGianGiacomoFeltrinelli(FF)

HGF Hobsbawm’sgraduatefiles(CULA)

JSC JohnSaville’sCorrespondence(HHA)

MDP MauriceDobb'sPapers(TCA)

NA NoelAnnan'sPapers(KCA)

NK NicholasKaldor’sPapers(KCA)

PSP PieroSraffa’sPapers(TCA)

Altreabbreviazioni

BCGD Bri?shCouncilforGermanDemocracy

CISH Comitéinterna?onaldesscienceshistoriques

CPGB CommunistPartyofGreatBritain

CUL CommunistUniversityLondon

CUSC CambridgeUniversitySocialistClub

DC Democraziacris?ana

IISH Interna?onalIns?tuteofSocialHistory

KPD Kommunis?scheParteiDeutschlands

KPÖ Kommunis?scheParteiÖsterreichs

PCCh Par?doComunistadeChile

PCE Par?doComunistadeEspaña

PCF Par?communistefrançais

PCI Par?tocomunistaitaliano

PCUS Par?tocomunistadell’UnioneSovie?ca

RLI Rhode-LivingstoneIns?tute

RME RassemblementMondialdesÉtudiants

SISSCO SocietàItalianaperloStudiodellaStoriaContemporanea

SPD Sozialdemokra?scheParteiDeutschlands

SSB Sozialis?scherSchülerbund

YCL YoungCommunistLeague

�4

Introduzione

INTRODUZIONE

�5

Introduzione

1. Sollecitatocircailmo?vodelsuoessere«cosìfilo-italiano»,EricHobsbawmsul

finiredelloscorsosecolorisposecheeradifficilenonesserlo .Eraapar?redaiprimi1

anni Cinquanta che egli era entrato in contaIo con il mondo culturale e poli?co

italianoconcuiavevastreIorappor?diamicizia,diaffinitàpoli?ca,professionaliedi

cui ora, ormai anziano, riconosceva l’intensità e l’influenza subita. Si era traIato in

effes di un legame che non solo lo stesso Hobsbawm ma anche i suoi biografi

avrebberopiùvoltedefinitodifondamentalerilevanzanellasuaasvitàintelleIualee

ancordipiùnellasuaiden?tàdimilitantecomunista.Nonostanteciò,mancatuIora

unesamesistema?codellanatura,dell’evoluzioneedegliesi?diquestorapporto.Il

presente lavoro si propone di colmare tale lacuna, nella convinzione che lo studio

dellerelazionitraHobsbawmegliintelleIuali,ilPCIelecaseeditriciitaliane,nonché

l'esamedegliscambiedellereciproche(omeno)influenzepermeIanodianalizzare–

apar?redalcasobiografico–quadriculturaliesocialipiùampi,nonsoloindividuali

ma anche collesvi, in un contesto non solo italiano e britannico, ma più

generalmenteinternazionale .2

Questa ricerca, sviluppando il genere biografico aIraverso un approccio di

«microstoriatranslocale»,meIeafuoco l’affinitàelesvache legò lostorico inglese

all’Italia. Si interroga dunque sulle modalità aIraverso cui avvenne e si rinnovò

l’incontro di Hobsbawm con questo paese; analizza le re? di relazioni che egli vi

sviluppòeviesteseapar?redaglianniCinquantafinoalnuovomillennio;esaminai

risulta? che questa interazione provocò a livello di produzione scien?fica e di

riflessione poli?ca, cercando di cogliere allo stesso tempo le trasformazioni che

l’iden?tàpoli?cadiHobsbawmsubìnelcontaIoconilPar?tocomunista italiano;si

sofferma sulle influenze che la sua produzione esercitò sul mondo storiografico

E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,acuradiA.Polito,Laterza,Roma-Bari1999,p.127.1

UnapprocciodiquestogenereèbeneesemplificatoinN.ZemonDavis,IlritornodiMar1nGuerre.Un2

casodidoppiaiden1tànellaFranciadelCinquecento,Einaudi,Torino1984[ed.or.1982].Sivedaanchelapos}azione:C.Ginzburg,Proveepossibilità.Inmarginea‘IlritornodiMar1nGuerre’diNatalieZemonDavis, in ivi., pp.131-154. Recentemente Linda Colley presentano al pubblico una sua ricerca sullabiografiadiunadonnadelSeIecentohaaffermatoche«nonèsemplicementelastoriadiunindividuo[…]: è anche la storia di un’epoca»: L. Colley, L’odissea di ElizabethMarsh. Sogni e avventure di unaviaggiatrice instancabile, Einaudi, Torino2010 [ed. or. 2007], p. V. Per il passaggio da storie di singoliuominialcollesvosivedaanche:A.Portelli,Avereragionedifrontealpadrone.Stru.uraedeven1nellavita di Valterò Peppoloni, lavoratore, in id., Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo, Donzelli,Roma2007,pp.235-250.

�6

Introduzione

italiano; tenta inoltre di cogliere i caraIeri della figura di Hobsbawm e del suo

pensierochesisonosedimenta?nell’opinionepubblicaitaliana,interrogandosiinfine

suglielemen?delsuosuccessoinquestopaese.

Qualifuronoimo?vicheportaronoHobsbawminItalia?AIraversoqualicanali

egli entrò in contaIo con i maggiori rappresentan? e le is?tuzioni culturali della

sinistraitaliana?IncosaconsisteIeilfascinocheloaIrasseaquestoPaeseeperché

virimaselegatofinoallamorte?Apar?redaisuoiprimiviaggiinItaliamol?uomini

della cultura, della poli?ca, dell’editoria italiana rimasero colpi? da questo

intelleIuale inglese, con cui si premurarono di mantenere buoni rappor?,

corteggiandolo e ricercandone la collaborazione. Cosa videro in lui? Perché l’Italia

divenne uno dei paesi in cui le sue opere furono più vendute? Questo lavoro,

confrontandosicon leprospesvedianalisimesseafuocodallarecentestoriografia

internazionale, si propone di rispondere a queste domande. Usando il punto di

osservazione italiano, la ricerca vuole in ul?ma istanza delineare un ritraIo di un

uomo che visse, strinse rappor? e ragionò sulla società e su se stesso aIraverso e

oltreiconfinidisingolista?nazionali.

2. Quando, nel 2012, Hobsbawm morì mol? furono gli epitaffi apparsi in suo

ricordo sulla principale stampa europea. Se in Francia fu presentato come un

«éminenthistorienbritannique» , lamaggiorpartedellealtre testate collocò il suo3

percorsointelleIualeinuncontestopiùampio,riconoscendoinluiunodeiprincipali

protagonis? del panorama storiografico internazionale della seconda metà del

Novecento: fu ricordato comeunodeimaggiori studiosimarxis? ad aver raggiunto

una«genuinena?onalandworldrenown» .VennedeIochelenumerosissimeopere4

cheavevapubblicato inpiùdicinquant'annidiasvitàavevano«turnedhistory into

an art» , esercitandouna grande influenza sulle generazioni successive non solo di5

storicimaanchedipoli?ci .EdMilibandaffermò,econluialtriesponen?laburis? ,6 7

cheHobsbawmaveva«broughthundredsof yearsofBri?shhistory tohundredsof

P.J.Ca?nchi,L'éminenthistorienbritanniqueEricHobsbawmestmortlundi1eroctobreàl'âgede953

ans,in«LeMonde»,1°oIobre2012.

M. KeIle, D. Wedderbun, Eric Hobsbawm Obituary, in «The Guardian», 1° oIobre 2016; W.4

Oppenheimer,MuereEricHobsbawm,pensadormarxistaclavedelsigloXX,in«ElPaís»,1°oIobre2012;R.Floud,ProfessorEricHobsbawm:Historianacclaimedasoneofthefinestofthe20thcentury,in«TheIndependent», 1° oIobre 2016;Morto lo storico Hobsbawm. Fece del 900 il ‘Secolo breve’, in «LaRepubblica»,1°oIobre2012.

P.Florence,EricHobsbawmturnedhistoryintoanart,in«TheTelegraph»,5oIobre2012.5

E. Addley, Eric Hobsbawm dies, aged 95. Lifelong Marxist, whose work influenced genera1ons of6

historiansandpoli1cians,diesaferlongillness,in«TheGuardian»,1°oIobre2012;R.Bennet,Marxist,historianandteacherEricHobsbawmdiesaged95,in«TheTimes»,2oIobre2016.

G. Andrews, Hobsbawm's legacy for Labour, in «opendemocracy», 16 oIobre 2012, <hIps://7

www.opendemocracy.net/geoff-andrews/hobsbawm’s-legacy-for-labour>. (L’ul?ma consultazione diquestocomedeilinksuccessivamenteindica?èdatataal1°luglio2017).

�7

Introduzione

thousandsofpeople»,portando la storia«outof the ivory towerand intopeople's

lives» .Lasuacommemorazionetoccòanchetonienfa?citantochevennecelebrato8

come «the history men» o come un «Legendärer Historiker» . Il tributo che la9 10

stampa a livello europeo gli riconobbe è da solo indica?vo della sua levatura

intelleIualeedellafamacheraggiunseanchealdifuoridell’ambitostoriografico.Dilì

abreveunavocebiograficaasuonomefuinseritanellepiùimportan?enciclopedie

biografiche: il profilo che gli dedicò, ad esempio, l’Oxford Dic1onary of Na1onal

Biography, presentandolo come un intelleIuale cosmopolita e allo stesso tempo

profondamente ancorato alla tradizione britannica, sancì ufficialmente l’entrata di

HobsbawmnelpantheondellepersonalitàbritannichecelebriintuIoilmondo .11

Alla scomparsa di Hobsbawm si verificò una spontanea reazione anche da

parte del mondo universitario: allievi e colleghi a lui lega? da vincoli affesvi o di

filiazioneaccademicamanonsolonefirmarononumerosiritras;ques?comparvero

spesso in posizione editoriale in apertura delle principali riviste accademiche di

storiografiadituIoilmondo.SitraIadites?celebra?vi,struIura?informabiografia

econnumerosiriferimen?allasuaproduzioneprofessionale.

Con lamortediHobsbawmscompariva– fuasserito– l’ul?moesemplarediquella

straordinariagenerazionedistoricimarxis?britannicicheavevacontribuito,apar?re

daglianniCinquanta,atrasformareradicalmentelapra?caelascriIuradellastoria.

Hobsbawm fu unanimemente riconosciuto come uno storico marxista, quasi lo

storicomarxistaper eccellenza. Fuproprio sul suomarxismo chemol?necrologi si

soffermarono,cercandodicoglierneedelinearnel'originalità.MauricioPilatowsky,ad

esempio,affermòcheilmarxismoperHobsbawmeraconsis?toin«unametodología

paraentendersealmismo?empocomoel sujetoqueanaliza y alobjectodeestas

inves?gaciones» . Era questa una definizione che richiamava le stesse parole che12

Hobsbawm aveva usato per mo?vare la sua impostazione marxista: «credo che il

marxismo – aveva infas deIo alla fine degli anni SeIanta – sia la migliore

impostazione per interpretare la storia perché, più chiaramente di altri approcci, è

consapevole di ciò che gli uomini possono fare come sogges costruIori di storia,

comepurediciòchenonpossonofareinquantooggesdistoria» .Dapiùpar?si13

E. Addley, Eric Hobsbawm death: Miliband leads tributes to ‘extraordinary’ historian, in «The8

Guardian»,1°oIobre2012.

M.Mazower,EricHobsbawm:theHistoryMan,in«TheGuardian»,1°oIobre2012.9

LegendärerHistoriker.EricHobsbawmisttot,in«Spiegel»,1°oIobre2012.10

M. Jacques, Eric John Ernest Hobsbawm (1917-2012), inOxford Dic1onary of Na1onal Biography,11

OxfordUniversity Press, Oxford2016. Una voce biografica di Hobsbawm si trova anche inM. Cox, C.Riches(acuradi),ADic1onaryofWritersandtheirWorks,OxfordUniversityPress,Oxford2015.

M. Pilatowsky, Eric Hobsbawm y su lecturamarxista de la historia, in «Isegoría», 2014/50, p. 25512

(253-268).

E.Hobsbawm,La storiaèprogredita?, in Id.,Dehistoria,Rizzoli,Milano1997 [ed.or.1997] ,p.8313

(73-89).LoscriIoriproponeunalezioneinauguraletenutaalBirkbeckCollege,Londra,1979.

�8

Introduzione

soIolineò l’importanza delle leIure dei tes? di Gramsci nell’approccio marxista di

Hobsbawm, e il contributo che egli aveva dato per la loro diffusione nel mondo

anglofono .FuinoltremessoinevidenzacheilrapportointessutodaHobsbawmcon14

i tes? di Marx si era caraIerizzato da sempre e fino all’ul?mo come un rapporto

aperto: una rinnovata leIura di Marx per andare oltre Marx. Donald Sassoon

evidenziò, adesempio, che l’ul?moMarxdiHobsbawmnonerapiù il teoricodella

rivoluzionemondiale quanto piuIosto quello della globalizzazione e della crisi del

capitalismo .Erad’altrondepossibilevederlonell’introduzioneallaraccoltadisaggi15

che Hobsbawm aveva pubblicato l'anno prima di morire e in cui aveva rifleIuto

sull’u?litàdelriferimentoculturalemarxistaintempidicrisi .Inoccasionedellasua16

ul?mafestadicompleanno,avevad’altrocantoraccontatocon ironiacheunadelle

maggiori soddisfazioni raggiunte invecchiaiaera stataquelladi vedere riconosciuta

dal«FinancialTimes»l’importanzadileggereites?diMarxpercapireilmondo .17

Non era stato fino all'ul?mo solo uno storicomarxista: ciò che faceva tanto

parlare i media era la sua militanza comunista, una militanza che egli mai aveva

rinnegato. La chiave di leIura di mol? necrologi apparsi sui quo?diani ruotava

aIorno a questo tema, al faIo cioè che egli fosse diventato un grande storico

nonostante la tessera di par?to . Anche nei ricordi a firma dei colleghi la sua18

appartenenza poli?ca non fu trascurata; in alcuni casi venne additata quale faIore

decisivoperlafortunaolasfortunaconcuilesueopereeranostateaccolteindiverse

realtà nazionali . Se sulle colonne di uno dei più vendu? quo?diani britannici19

Hobsbawm fu presentato come un apologeta di Stalin , la maggior parte dei20

necrologisoIolineòinvececomeilsuocredopoli?cononavesseinficiatoilsuorigore

P.Favilli,L’uditofinedellostorico:EricHobsbawmtraMarxeGramsci,in«HistoriaMagistra»,2013/214

pp.94-104.L’ar?coloriproponeuninterventotenutonelcorsodelseminarioPerchériscoprirel'ereditàdelmarxismo.OmaggioaEricJ.Hobsbawm,UniversitàdegliStudidiSalerno,13dicembre2012.Sivedaanche Id.,Storiaedemancipazione. Le sceltedi vitadi EricHobsbawm, in«Studi storici», 2013/4,pp.801-832; J. Foster, Eric Hobsbawm, Marxism and social history, in «Social History», 2014/2, p. 161(160-171).

D. Sassoon, Hobsbawm’s Capitalism, in «Studi Storici», 2013/4, p. 792 (791-799). Il testo venne15

presentatoalconvegnointernazionaleEricHobsbawmelaformazionedelmondomoderno,acuisifaràriferimentopocooltre.

E.Hobsbawm,Comecambiareilmondo.Perchériscoprirel’ereditàdimarxismo,Rizzoli,Milano201116

[ed.or.2011].

L’aneddotoèraccontatodaA.Agos?,EricHobsbawm:unmaestro,unamico,in«PassatoePresente»,17

2013/88,p.8(5-12).

W.Grimes,EricHobsbawm,MarxistHistorian,Diesat95,in«TheNewYorkTimes»,1oIobre2012;T.18

Snyder,EricHobsbawm:WhyHistorian’sLoyaltytoMarxismneverwavered,inCNNwebsite,1°oIobre2012,<hIp://edi?on.cnn.com/2012/10/01/opinion/hobsbawm-communism/>;EricHobsbawm,in«TheTehegraph», 1° oIobre 2012, <hIp://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/9579079/Eric-Hobsbawm.html>;ancheinItaliasitrovaunasimileinterpretazioneadesempioinL.DeMon?s,MortoEricHobsbawm,autoredelSecolobreve,in«IlGiornale»,1°oIobre2012.

F. Jarrige, Eric J. Hobsbawm, l’histoire et l’engagement, in «Cahiers d’histoire. Revue d’histoire19

cri?que»,2013/120,pp.157-164.

A.N.Wilson,HehatedBritainandexcusedStalin’sgenocide,in«DailyMail»,2oIobre2012.20

�9

Introduzione

professionale.Anchechi,comeNiallFerguson,sidichiaròtotalmentelontanodatali

posizionepoli?chee infas?ditodalfaIocheHobsbawmmai leavesserinnegate,gli

riconobbe un marxismo an?dogma?co . Simon Shama disse che Hobsbawm era21

riuscitonell’intentodi«uncoupledMarxismfromCommunism» .Lasuaadesioneal22

Par?tocomunistadellaGranBretagnavenne interpretatacome lacifradi tuIauna

generazionecheavevavistonell’impegnopoli?colaragionedellapropriavita .23

Se i ritras dei colleghi all'unisono ne cantarono il rigore scien?fico, raramente

evidenziarono i passaggi controversidella suaesperienzapoli?ca.Anche làdove fu

messoinevidenzacomeegliavessepropostounraccontodiséedellasuaesperienza

comunista interminieccessivamentelineariecoeren? ,mancòunatema?zzazione24

delle contraddizioni nel suo percorso poli?co. Le sue discon?nue posizioni in

occasione, ad esempio, della crisi del 1956 furono raramente ricordate. Donald

Sassoon, allievo di Hobsbawm che assieme al maestro aveva ragionato a lungo di

comunismointerrogandoloanchesullasuaesperienzapersonale,ful’unicoafarlo .25

Allostessomodo,raramentevennericordatoloscontrocheneglianniSeIantaaveva

visto contrapporsi Hobsbawm alle storiche delle donne, da cui era spesso stato

definito come un an?femminista; le sue diffiden? posizioni verso le prospesve

aperte dalla storia delle donne vennero solo eccezionalmentemesse in evidenza e

definitecome«hisfoundamentalweakness» .26

IlrestodegliscrisinmortediHobsbawm,inlineaconlecaraIeris?cheproprie

delgeneredell’epitaffio ,teseroinveceaselezionareeusaretonimi?gan?:fissarono27

la rammemorazione di Hobsbawm su esperienze più concilian?. Un esempio fu

l’insistenzasullasuapartecipazione,traanniQuarantaeCinquanta,alGruppodegli

storici marxis? del Par?to comunista della Gran Bretagna, assieme a storici come

Christopher Hill, Edward P. Thompson, Rodney Hilton. Era all’interno di

quest’esperienza di par?to, ma con l’aspirazione a una «wider intellectual

N.Ferguson,Atrulygreathistorian, inEricHobsbawm:ahistorian’shistorian, in«theGuardian»,121

oIobre2012.

«FinancialTimes»,2oIobre2012.Riprendoquestacitazioneda J.Foster,EricHobsbawm,Marxism22

andsocialhistory,in«SocialHistory»,cit.,p.160.

G.DeLuna,NessunasalvezzaaldifuoridellaPoli1ca,in«LaStampa»,2oIobre2012.23

IlnecrologiocheforsepiùdialtririfleIesullamilitanzacomunistadiHobsbawminrapportoancheal24

raccontocheeglinefecenellasuaautobiografiaèS.Pons,Comunistaavita,in«l’Unità»,2oIobre2012.

D.Sassoon,EricHobsbawm(1917-2012),in«NewLeâReview»,2013/77,pp.35-37(35-42).25

L. Barrow,AnatomisingMethuselah, inRoundtable on Eric Hobsbawm’s Legacy, in «Labour History26

Review»,2013/3,p.353(351-371);J.Miller,TheFeminineMistake.WhatEricHobsbawmmissedinhisdismissal of feminism, in «In This Times», <hIp://inthese?mes.com/ar?cle/14216/the_feminine_mistake>.PerlarispostacheHobsbawmavevadatoaquestecri?che:A.Agos?,Unastoriaper‘cambiareoalmenopercri1careilmondo’. IntervistaaEricJ.Hobsbawm, in«PassatoePresente»,1998/43,pp.104-105(91-107).

G.Zazzara,Poli1chedellu.o,poli1chedellamemoria.Epitaffidistoricitrabiografiaeautobiografia,in27

«S-nodi.pubbliciepriva?nellastoriacontemporanea»,2007/1,pp.70-101.

�10

Introduzione

cons?tuency» ,cheHobsbawmavevacontribuitoafondarenel1952eadirigereper28

ilrestodellasuavita,determinandonetraieIoriesiatema?chesiametodologiche,la

rivista«PastandPresent».Mol? ricordi si soffermaronosul ruolochequestaaveva

rives?to nel rinnovamento del lavoro stesso degli storici e nell'apertura di un

approccio ‘dal basso’ ; per questo venne più volte paragonata alle «Annales».29

Propriosullesuepagineeranoapparsimol?importan?lavoridiHobsbawm.Rosario

Villari, ricordando l’amico, si soffermò sull'influenza esercitata da alcuni suoi saggi,

rimarcando come essi avessero contribuito fin dagli anni Cinquanta a indirizzare le

sue ricerche storiografiche e a espandere «l’influenza dell'autore e di quella rivista

sulla svolta che stava aIraversando in quel momento la storiografia, cioè sul

passaggiodalpredominiodellaconcezionepoli?co-diploma?caallanuovaedecisiva

apertura verso l'insieme dei rappor? e dei movimen? sociali» . Michelle Perrot30

ricordò importanza della sua partecipazione alle tavole rotonde internazionali di

storia sociale organizzate negli anni SeIanta presso la Maison des Sciences de

l’HommeaParigi . JoséAntonioPiquerasaffermòche inAmericaLa?nanonpochi31

erano gli storici che si erano dedica? alla storia sociale dopo aver leIo i libri di

Hobsbawm : l’omaggio,ampiamentepartecipato, chenel2005 laEscuelaNacional32

deAntropologíaeHistoriadelMessicoavevatributatoaHobsbawm–disse–neera

unsintomo.

Unanime fu inoltre l’ammirazioneper ilmodusoperandiche lo storico aveva

messo in pra?ca nelle sue opere. Non c’è necrologio che non soIolinei l’abilità

dimostratadaHobsbawmdipadroneggiare contes?geograficimoltoampie seIori

disciplinari tra loro diversifica? e anche estranei alle consuete competenze degli

storici. Quadri territoriali e tema?ci estesi dunque furono individua? come

caraIeris?chedelsuoorizzontestoriografico,nelqualeegliavevasaputoaffrontarli–

venne rimarcato – non solo aIraverso sguardi compara?vi,ma facendoli interagire

l’un l’altro e mostrandone le correlazioni su scala globale. Josep Fontana e

GianpasqualeSantomassimo,traglialtri,lodefinironopropriounostoricoglobale ;33

anchechi,comeMadhavanPalat,miseindiscussionelaraggiuntaglobalitàdellasua

R.Foster,EricHobsbawm,in«PastandPresent»,2013/218,p.3(3-15).28

R.MiguelGonzález,EricJ.Hobsbawm,laHistoriadesdeabajoyelanálisisdelosagenteshistóricos,in29

«Rubricacontemporanea»,2013/2,pp.5-22.

R.Villari,RicordodiEricJ.Hobsbawm,in«Quadernodistoriacontemporanea»,2013/52,p.11(11-14)30

M. Perrot, P. Fridenson, Rencontres aver Eric Hobsbawm, in «Le Mouvement Social», 2013/1, pp.31

149-155.

J.A.Piquers,EricHobsbawmenAméricaLa1na.Unarevisión,in«HistoriaMexicana»,2013/1,p.36632

(359-409).

J.Fontana,EricHobsbawm:elhistoriadorcomointérpretedelpresente, in«Ayer:RevistadeHistoria33

Contemporánea», 2014/1,p. 242 (241-250);G. Santomassimo,Lo storicoglobale, in«ilmanifesto», 2oIobre2012;U.DeGiovannangeli, ‘Il suosogno? fareunastoria totale’, in«l’Unità»,2oIobre2012:l’ar?coloproponeun’intervistaaRosarioVillarichedisseche«ilsuo[diHobsbawm]mododipensarelastoriaerainterminiglobali».

�11

Introduzione

analisi,parlòdiHobsbawmcomediunostoricoconun’ambizioneplanetaria .Sela34

sua riflessione storiografica si eramossadunque inunadimensione internazionale,

egli non aveva mai perso di vista l’aIenzione per il deIaglio: su questo duplice

aspeIotusgliepitaffiinsisteIero,dimostrandocomeHobsbawmproprioaIraverso

ildeIagliofossespessoriuscitoadesplicitarel’esistenzadiconnessioniglobali.Lucio

Sponza, che nei primi anni SeIanta aveva seguito il corso di Social and Economic

Historyof19thCenturyBritain tenutodaHobsbawmalBirkbeckCollegedi Londra,

ricordò ad esempio che le sue lezioni passavano dal «deIaglio apparentemente

insignificante […]a sintesi folgoran?»aIraverso con?nuecomparazioni temporali e

spaziali ; caraIeris?ca che si ritrova nella sua prosa e del suo ragionamento35

storiografici.Riconosciutedatusfuronoanchelafluiditàel’eleganzadelsuos?lee

la sua facilità di espressione, la sua abilità di scrivere non solo per colleghi e

studen? ,maperunlargopubblico.Erastatoquestod’altrondeunpallinosucuiegli36

stessoavevaesplicitamenteinsis?tofindaisuoiprimilibri,quandoavevaindividuato

nel ciIadino intelligente e istruito, curioso di capire l’oggi conoscendo il passato, il

suoleIoreideale.L’esempiopiùcitatofulatetralogiacheHobsbawmavevadedicato

allo studio del capitalismo dal 1789 al 1991 e che aveva difas riscosso un ampio

successodipubblico .37

FumessoinevidenzacheTheAgeofRevolu1on,TheAgeofCapital,TheAgeof

Empire,TheAgeofExtremes, iquaIrovolumicheHobsbawmeraandatoscrivendo

nell’arcoditrent’anni,avevanoridisegnatolaperiodizzazione–anchesenonsempre

acceIata – di due secoli di storia e le stesse denominazioni e definizioni usate in

contesto storiografico. La stessa sorte era toccata a molte altre sue opere: David

Priestland affermò cheHobsbawm aveva «reframed theway historians look at the

past» .GiovanniDeLunadissequalcosadi simile,asserendochecon le sueopere38

M.K.Palat,TheInteres1ngIdeasofEricHobsbawm,NehruMemorialMuseumandLibrary,NewDelhi34

2013. Il pamphlet ripropone una versione arricchita della Public Lecture tenuta in memoria diHobsbawmpressoilNehruMuseumandLibrarydNewDelhi,22novembre2012,p.8.

L. Sponza, Eric Hobsbawm. Un ricordo personale, in «storiAmestre», 31 maggio 2013, <hIp://35

storiamestre.it/2013/05/hobsbawmunricordo/>. L’ar?colo riproduce l’intervento di Sponza tenuto alconvegnoAscoltare il lavoro. Seminario di storia e scienze sociali, nella sessionedi apertura in?tolataStorici al lavoro. Omaggio a Eric Hobsbawm. Il convegno, organizzato dall’Ires (Is?tuto ricercheeconomicheesocialiVeneto),dall’Aiso(Associazioneitalianadistoriaorale)edalDipar?mentodistudiumanis?cidell’universitàCa’Foscari,Venezia,9-10maggio2013.

CatherineMerridalericordòadesempiol’ammirazioneche,dastudentessa,provavaperi«clarityand36

dynamismofhiswri?ng»nelleggerecometes?d’esamiilibridiHobsbawm.C.Merridale,'Wecanlearnfromthisdazzlingprofessional’,inEricHobsbawm:ahistorian’shistorian,in«theGuardian»,1°oIobre2012.

E. Hobsbawm, Le rivoluzioni borghesi, 1789-1848, Il Saggiatore, Milano 1963 [ed. or. The Age of37

Revolu1on.Europe1789-1848,1962];Id.,Iltrionfodellaborghesia,1848-1875,Laterza,Roma-Bari1976[TheAgeofCapital,1848-1875,1975];Id.,L’etàdegliimperi,1975-1914,Laterza,Roma-Bari1987[ed.or.TheAge of Empire 1975-1914,1987]; Il secolo breve,Rizzoli,Milano 1995 [TheAge of Extremes. TheShort20thCentury,1914-1991,1994].

D. Priestland, 'He reframed the way historians look at the past’, in Eric Hobsbawm: a historian’s38

historian,in«theGuardian»,1°oIobre2012.

�12

Introduzione

Hobsbawm aveva «disegnato una sorta di mappa» grazie alla quale era più facile

comprenderee«percorreregli intrica?i?neraridellastoriadell’umanitàdegliul?mi

due secoli» . Deimolteplici interessi di Hobsbawm, i ?toli dei libri che più di altri39

tornavanonegli scris in suamemoria, oltre agliAges, furonoquelli che egli aveva

dedicatoallostudiodelleclassisubalterne ,albandi?smo ,eall’analisidelconceIo40 41

edellacostruzioneculturaledellenazionimoderne .Ilricordosiconcentròanchesu42

L’invenzione della tradizione , un volume collesvo nato su inizia?va di «Past and43

Present»eincuiall’iniziodeglianniOIantasieraragionatosullamanipolazionedei

mi?edeirituali:glifuriconosciutalapaternitàdelprogeIo .44

Il ritraIo che uscì nel clima delle rievocazioni insisteva principalmente dunque su

questepeculiaritàdiHobsbawm:tusloriconobberocomeungrandestoricosociale;

tusdiederoinoltreperscontatocheegliavevamessoafruIol'analisimarxistadella

società; fu infine rimarcato che la sua adesione al comunismo che si supponeva

avrebbepotutosminuirelasuecapacitàcri?cainrealtànonloavevafaIo.

Accanto a ricordi e ritras estemporanei, a par?re dalla sua morte si sono

sussegui?diversi tenta?vidi fareunbilanciodellasuaproduzionestoriograficaedi

ragionare sui suoi lasci?. Convegni e forum di discussione hanno focalizzato

l’aIenzione su alcuni filoni dei suoi ampi interessi di studio e dei diversi strumen?

metodologici messi da lui in pra?ca. In par?colare si è indagato l’apporto di

Hobsbawmallo specifico campodella labour history ; si è rifleIuto sugli influssi e45

sullericadutedellasuaproduzionesullacrisidelXVIIsecoloesulbandi?smosociale

incontes?storiograficieuropei .L’analisiinoltreèstatapostasulleopereinmeritoal46

nazionalismo,rimarcandoneloiatorispeIoallasuccessivastoriografiaculturalistasul

G.DeLuna,Nessunasalvezzaaldifuoridellapoli1ca,«LaStampa»,2oIobre2012.39

E.Hobsbawm, I ribelli. Formeprimi1vedi rivolta sociale,Einaudi, Torino1966 [ed.or.1959]. Id.,G.40

Rudè,CapitanSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,EditoriRiuni?,Roma1973[ed.or.1968].

E.Hobsbawm,Ibandi1:bandi1smosocialenell’etàmoderna,Einaudi,Torino1971[ed.or.1969].41

Id.,Nazionienazionalismo,Einaudi,Torino1991[ed.or.1990].42

Id.,T.Ranger(acuradi),L’invenzionedellatradizione,Einaudi,Torino1987[ed.or.1983].43

R.Foster,EricHobsbawm,in«PastandPresent»,cit.,p.10.44

Roundtable on Eric Hobsbawm’s Legacy, in «Labour History Review», 2013/3, pp. 351-371; Eric45

Hobsbawm:inMemoriam, in«Interna?onalLabourandWorkingClassHistory»,2013/83,pp.5-20;M.Nani, ‘Le classi lavoratrici come tali’. Eric Hobsbawm e i mondi del lavoro, in P. Capuzzo (a cura di),Percorsi della storiografia di Eric J. Hobsbawm, «Contemporanea», 2015/2, pp. 289-296 (il saggioriprende l’intervento tenuto nel corso del seminario veneziano già citato in onore di Hobsbawm, 9maggio2013).

ÈilcasoadesempiodelconvegnointernazionaleEricHobsbawmelaformazionedelmondomoderno,46

organizzato dall’Is?tuto Gramsci in collaborazione con il Dipar?mento di Scienze Storiche Filosofico-SocialideiBeniCulturaliedelTerritoriodell’UniversitàdiRomaTorVergata(29novembre2013,Roma).In par?colare si veda l’intervento di A.M. Rao,Transizioni. Hobsbawmnellamodernis1ca italiana, in«StudiStorici»,2013/4,pp.761-790.

�13

Introduzione

tema .OggeIodistudiosonoanchesta?isuoistudisulleclassisubalterne,dicuisi47

sonoindividua?ilimi?,dovu?–comeeragiàstatosoIolineatodaRanajitGuha –48

all’eurocentrismo dello storicismo marxista . Tema di discussione è stata anche49

l’interpretazione avanzata da Hobsbawm sul XX secolo . Il maggiore tenta?vo di50

ragionaresui lasci?della suaproduzioneè stato faIopresso laSenateHousedella

UniversityofLondon,dovetraaprileemaggio2014si riunirono, inunaconferenza

organizzatadalBirkbeckCollegeeda«PastandPresent»,storicidituIelamaggiori

universitàmondialiperdiscuteredelletraieIoriedellacontemporaneastoriografia,o

meglio–comediceva il?tolodell’evento–diHistoryaferHobsbawm .L’obiesvo51

degli organizzatori eraquello infasdi ragionare sul futurodelladisciplina storicaa

par?redallafiguraedallaoperadiungrandestorico.SuddivisiinquaIordicisessioni

parallele, i lavorisifocalizzaronosull’esamedeiprincipalitemiconcuiHobsbawmsi

era confrontato. Sanjay Subrahmanyan, Geoffrey Parker e John EllioI parlarono di

TheCrisisof the17thCentury; LucyRial, François Jarrigee IlariaFavreIodiProtest

andRebels inModern Times; tra gli altriMaya Jasannof diBritain, Empire, Europe.

Paulo Drinot parlò dell’America La?na, nella sessione ad essa in?tolata, come

dell’«Eric Hobsbawm’s Laboratory of Historical Change». Si discusse di Stories of

FamilyandClassinModernBritain,diGlobalEnvironmentalHistory,diResistancein

the Colony and in theMetropole;diMarxismand Post-Marxism.E ancora vennero

affronta? temi come il capitalismo, la classe, l’invenzione della tradizione, il

nazionalismo, la storia economica e la cultura materiale. Le conferenze plenarie

vertevano suMarxism; World Histories; Gendering Property, Racing Accumula1on.

Nelcorsodellaquartaconferenzaci fuun’esecuzionemusicale jazz, riferimentoalla

passione di Hobsbawm per questo genere musicale a cui aveva dedicato anche

numeroserecensionieunostudiodistoriasociale .I?tolida?allediversesessioni52

delconvegnobeneres?tuisconol’ampiezzadellospeIrodiindaginediHobsbawme

F.Gironda,Eric J. Hobsbawme la storiografia su nazione e nazionalismo, in P. Capuzzo (a cura di),47

PercorsidellastoriografiadiEricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2,pp. 297-302;F.Tuccari,‘Un1cnervosodel capitalismo’. Ilnazionalismonell'analisidiEric J.Hobsbawm, in L.Bonanate (a curadi)Giornata di studio in ricordo di Eric John Ernest Hobsbawm, «Quaderni», Accademia delle scienze diTorino,2015/22,pp.17-56.

RanajitGuha,riconoscendoaHobsbawm«agreatdeal»perilsuopionieris?colavoro,soIolineòallo48

stessotempocomeilsuomaterialed’analisifosselimitatamenteeuropeo:R.Guha,ElementaryAspectsofPesantInsurgencyinColonialIndia,DukeUniversityPress1999,pp.5-6.

P.Capuzzo,EricHobsbawmstoricodelleclassisubalterne,inId.(acuradi),Percorsidellastoriografiadi49

EricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2,pp.302-310.

F.Traniello,Ilruolodel‘fascismo’edell’‘an1fascismo’nelSecolobreve,inivi.,pp.310-317;Id.,Quello50

chec’èequellochemancanel‘Secolobreve’,inL.Bonanate(acuradi),GiornatadistudioinricordodiEricJohnErnestHobsbawm,cit.,pp.57-67.

Sonoincorsodipreparazionegliasdelconvegno,lacuipubblicazioneèprevistaperlafinedel2017.51

J.H.Arnold,M.Hilton,J.Rüger,HistoryaferHobsbawm.Wri1ngthePastfortheTwenty-FirstCentury,OxfordUniversityPress.

E.Hobsbawm,Ilmondodeljazz,Ed.Riuni?,Roma1963[ed.or.1959].52

�14

Introduzione

fanno eco ai ?toli di molte sue opere. Si traIa di lavori che, alla loro uscita,

riceveIero innumerevoli recensioni e con?nuano a suscitare rileIure e riscoperte.

Alcuni sonodiventa?deiveriepropri classici– si ritrovano infasnelle listedeLes

«classiques»del’histoireauXX°siècle –ehannoavutodellericaduteancheesterne53

allediscussionistoriografiche.Neèunaspiailmodoincuimol??tolidellesueopere

sonodiventa?oggeIodellacosiddeIapra?cadelname-dropping,finendocioèper

circolare da soli e per essere cita? come riferimen? e allusioni a conces e

periodizzazionistoriche,spessosenzaalcunancoraggioallaleIurarealedellibro.Chi,

adesempio, non sadefinire ilNovecento come«il secolobreve»anche senza aver

leIol’operacosìin?tolatadaHobsbawm?

Non sorprende dunque che sia entrato nei libri di storia della storiografia.

Studiatoall’internodelmilieumarxistabritannicodelsecondodopoguerra,cheguidò

se non addiriIura dominò la storia sociale , a Hobsbawm, così come a Edward P.54

Thompson,GeorgeRudé,ChristopherHill,RodneyHilton,èstatoricondoIoilmerito

diaversviluppatoilconceIoelapra?cadellastoriadalbasso .GeorgG.Iggersha55

affermato che essi diedero alla storia «a human face» . Fra ques?, è riconosciuto56

come uno dei maggiori sperimentatori : con i suoi studi – ha, ad esempio,57

soIolineatoPeterBurke– fece«acuteosservazionisullaculturapopolare»findagli

anni Cinquanta e fu capace di aIuare anche un «punto di roIura rispeIo alla58

storiografiamarxistaprecedete» .Ilsuonomeèpresenteancheneimanualidistoria59

dellastoriografia,dovevienedescriIocomeunodeiprincipalipromotoridellastoria

SivedaadesempioJ.Bou?er,D.Julia,Passésrecomposés:champsetchan1ersdel’Histoire,Édi?ons53

Autrement,Parigi1995,p.334.

H.J.Kaye,TheBri1shMarxistHistorians:anIntroductoryAnalysis,PlagraveMacmillan,Londra199554

[ed.or1984];P.Schofield,HistoryandMarxism, in Id.,P.Lambert,MakingHistory:An Introduc1ontotheHistoryandPrac1cesofaDiscipline,Routledge,LondraeNewYork2004,pp.180-192.

J.Shape,Lastoriadalbasso,inP.Burke(acuradi),Lastoriografiacontemporanea,Laterza,Roma-Bari55

1993,pp.31-36(31-50).

G. G. Iggers,Marxist Historical Science from HistoricalMaterialism to Cri1cal Anthropology, in Id.,56

Historiography in the Twen1eth Century. From Scien1fic Objec1vity to the Postmodern Challenge,WesleyanUniversityPress,Middeltown1997,p.87(78-94)

C.Wasters, G. Noiriel, Is there s1ll a place for social history?, in R. Gildea, A. Simonin (a cura di),57

Wri1ngContemporaryHistory,HodderEduca?on,Londra2008,pp1-3,9-10(1-22).

P.Burke,Lastoriaculturale,IlMulino,Bologna2006,p.28.58

P.Burke,‘Nientecultura,siamoinglesi’: lastoriaculturaleinGranBretagnaprimaedopoilcultural-59

turn,inP.Poirrier(acuradi)Lastoriaculturale:unasvoltanellastoriografiamondiale?,QuiEdit,Verona2010,pp.141-142 (135-160).Si vedaanche:A.Green,CultrualHistory,PalgraveMacmillan,NewYork2008, pp. 197-109; Dworkin D., Cultural Marxism in Postwar Britain. History, the New Lef and theOrigins of Cultural Studies, DukeUniversity Press, Durhamand London 1997; P. Bounds,From folk tojazz:EricHobsbawm,Bri1shCommunismandCulturalStudies,inId.,D.Berry(acuradi),Bri1shMarxismandCulturalStudies:EssaysonaLivingTradi1on,Routledge,LondraeNewYork2016,pp.87-105.

�15

Introduzione

sociale e di una «storiografia scien?fica emul?disciplinare» ; Paolo Viazzo lo ha60 61

definito come«unodeipadri riconosciu?dell'antropologia storica» .Èannoverato62

traiFifyKeyThinkersonHistory .63

L’aIenzione da parte della storiografia nei confron? della produzione e della

vita di Hobsbawm è accresciuta con la sua scomparsa. Recentemente sono sta?

pubblica? alcuni studi monografici che affrontano, con modalità differen?, la sua

produzione scien?fica. AIraverso il contributo ex novo di più studiosi, è stato

indagatounfilonedellasuaproduzionestoriograficafinoratrascurato,quellosuljazz:

è statamessa in luce l’importanzacheques?suoi studiebbero sulfiniredegli anni

Cinquanta nell’apertura della prospesva culturalista . Al contrario altri volumi,64

aIraversolaraccoltadicontribu?giàedi?otenu?nelprimoanniversariodellasua

morte,omaggidi colleghi a luiuni?davincoli affesvi,di grandeammirazioneedi

vicinanzapoli?ca,o intervistedaques?faIeallostessoHobsbawm,hannoribadito

l’importanzadelsuoapportoallepra?chedellastoriasociale .Risalgonoinvecealla65

secondametà degli anni Duemila, quando egli era ancora vivo, due biografie a lui

dedicate.Laprima,pubblicatainSpagna,delineaunavelocericostruzioneperlopiù

faIualedelpercorsobiograficodellostoricoinglese:l’autriceneripercorredaunlato

imomen?chiavedellavita,seguendol’interpretazionefornitadallostessobiografato

nellesuememorie(pubblicatepocoprima),edall’altro–inmododis?ntorispeIoal

percorsobiografico–nepassainrassegnaleopere .PochiannidopoGregoryEllioI,66

leggendo il percorso intelleIuale di Hobsbawm all’interno del contesto poli?co

britannico,netracciòunabiografiaintelleIuale,focalizzandol’aIenzionedaunlato

sullaformazionestoricaesullamilitanzapoli?ca,dall’altrosualcuniaspesdellasua

riflessione storiografica matura, soffermandosi in par?colare sull’interpretazione

elaboratadaHobsbawmsulXXsecolo .67

3. Uno dei temi indaga? in queste biografie è la militanza comunista di

SivedaancheP.Sorcinelli,Ilquo1dianoeisen1men1.Viaggionellastoriasociale,Mondadori,Milano60

2002,pp.8-9,64-65.

A.D’Orsi,Piccolomanualedistoriografia,Mondadori,Milano2002,pp.110-113;A.D’Orsi,Allaricerca61

della storia. Teoria, metodo e storiografia, Paravia, Torino 1999 [prima ed. 1996]: il volume èaccompagnatodaunRegestodeglistoriciincuicompareancheunprofilobiograficodiHobsbawm.

P.P.Viazzo,Introduzioneall'antropologiastorica,Laterza,Roma-Bari2000,p.16.62

M. Hughes-Warrington, Fify Key Thinkers on History, Routledge, Londra e New York, 2015, pp.63

154-163.IlprofilodiHobsbawmerapresentefindallaprimaedizionediquestolibro(2000).

Un esempio è il libro A. Lisenmann, T. Hindrichs (a cura di) Hobsbawm, Newton und Jazz. Rum64

VerhältnisvonMusikundGeschichtsschreibung,Schöningh,Paderborn2016.

J.A.Piqueras,LaeraHobsbawmenhistoriasocial,ElColegiodelMéxico,CiIàdelMessico2016.D.65

Morgan, D. Paker, W. Thompson, Eric Hobsbawm: Socialist Historian, Socialist History OccasionalPublica1onn.36,2015.

M.Gallego,EricHobsbawmylahistoriacri1cadelSigloXX,CampodeIdeas,Madrid2005.66

G.EllioI,Hobsbawm.HistoryandPoli1cs,PlutoPress,Londra2010.67

�16

Introduzione

Hobsbawm. Il comunismo in effes si configura comeun tema centrale e della sua

vitaedellasuariflessionestoriografica .Hobsbawmsiavvicinòalcomunismonella68

BerlinodellaRepubblicadiWeimarormaialcollasso,enel1936aCambridgeaderìal

Par?to comunista della Gran Bretagna. A par?re dal periodo universitario e per il

resto della sua vita sperimentò una dimensione internazionale e internazionalista

della militanza: nel 1937 e nel 1939, ad esempio, collaborò all’organizzazione dei

congressidellaRassemblementMondialdesÉtudiantstenu?aParigi;duranteglianni

dellaguerrastrinserappor?conicomunis?tedeschiedaustriaciesuliinInghilterra.

Nel dopoguerra le sue amicizie francesi ruotarono all’interno degli ambien?

comunis? intelleIuali parigini; poco dopo iniziò a tessere contas con il mondo

culturaledel PCI.Dall’iniziodegli anni Sessanta frequentòpoi importan?esponen?

comunis? la?noamericani.Lasua iscrizionealCPGBnonerastataaltrodunqueche

l’adesionea«thelocalbranchofaninterna?onalmovement»;unmovimentopoli?co

epar??cocheHobsbawmmaiabbandonò,comeamavadire,«un?lthebiIerend» .69

Adifferenzadel restodegliesponen?dell’Historians’Groupof theCPGBegli infas

non lasciòmai ilpar?to.ÈquestounaspeIosucuiHobsbawmtornòmoltospesso

nel corso della sua vita. Divenuto famoso, imedia nonmancaronomai di porgli la

domanda sul perché, adifferenzadi ChristopherHill, EdwardP. Thompson,Rodney

Hilton, dei suoi colleghi cioè con cui aveva condiviso l’esperienza dell’Historians’

Groupecheavevanolasciatoilpar?tonel1956,egliinveceerarimastoesulperché

non avesse mai rinnegato l’adesione comunista. La sua autobiografia, che scrisse

all’età di 85 anni, ruota aIorno a questa domanda. La risposta che Hobsbawm vi

elaborò è questa: a differenza dei suoi compagni, egli rimase leale al movimento

comunistaperchévieraentrato inuncontestogeograficoe temporalediverso.Era

diventato comunista non da giovane britannico in Inghilterra, ma da adolescente

nellaBerlinodeiprimianniTrenta,quandoesserecomunista–disse–significavada

unlatoan?fascismoedall’altroRivoluzioned’OIobre.E,comepos?lla,feceappello

adunamo?vazionepsicologica: l’orgogliopersonaledi aver raggiunto inunmondo

aspramentean?comunistarisulta?professionalmenteal?,nonostantelasuatessera

di par?to. Questa affermazione è stata diversamente valutata. Secondo Perry

Anderson si traIa di una «plain biographical truth, well stated» ma poco70

convincenteelacunosa.AncheSilvioPonshanotatochel’autobiografiadiHobsbawm

sedaunlatoèriccadisignifica?vispun?percomprenderel’adesionealcomunismo,

E. Hobsbawm,Rivoluzionari,Einaudi, Torino 1975 [ed. or. 1972]. Nell’interpretazione del XX secolo68

fornita daHobsbawm inoltre il comunismo gioca un ruolo di primopiano. Id., Il secolo breve, Rizzoli,Milano1995,[ed.or.1994].

LecitazionisonotraIedaD.Sassoon,EricHobsbawm,cit.,pp.35,38.69

P.Anderson,TheAgeofEJH,in«LondonReviewofBooks»,3oIobre2002,pp.3-7.70

�17

Introduzione

dall’altro «offers very liIle evidence on the erosion of communist iden?ty» e,71

possiamoaggiungere,sullasuatrasformazionedopoil’56.

Per trovare rispostealle lacuneevidenziate, tra gli altri, daAndersonePons,

estremamente u?le risulta approcciare la vita di Hobsbawm da un punto di

osservazione italiano. Nella rappresentazione che egli elaborò di se stesso collocò

proprionel1956lasua“entrata”ufficialenelcomunismoitaliano.

Inpra?ca–scrissechiudendolesuememoriesuquell’anno–miriciclai,passandoda

militanteacompagnodistradaosimpa?zzante,operdirlainaltritermini,damembro

effesvodelpar?tocomunistabritannicodiventaiunaspeciedimembrospiritualedel

par?tocomunista italiano, cheeramoltopiùconsonoallamia ideadi comunismo. (I

comunis?italianicontraccambiaronolemiesimpa?e) .72

Questacitazionepuòdasolaan?cipareilmo?vopercuisiproponeinquestasededi

guardareallavitadiHobsbawmaIraversoun’angolazioneitaliana.SitraIad’altronde

diunvincolo,quellocon l’Italia,cheèstatorimarcatocomediestrema importanza

anchedaisuoibiografinonsoloperlasuanaturapoli?ca,perilfascinoesercitatosu

diluidaites?diGramsciodall’eurocomunismo,maancheperglistudicheeglifecein

Italia o sollecitato da leIure italiane . Alcuni scris inmorte di Hobsbawm hanno73

rimarcatoques?aspes,ricordandoanchecomed’altrocantolastoriografiaitaliana

sia stata da lui influenzata . Nonostante ciò è un aspeIo che spesso è rimasto74

nell’ombra: Aldo Agos?, recensendo l’autobiografia di Hobsbawm, ha ad esempio

lamentato il faIo che l’autore poco avesse indugiato «sulla natura di questa

consonanza»,dicuisisarebbevolutosaperedipiù .75

4.Macomescrivereoggiunabiografia?Eperchéuna«biografiaitaliana»diunuomo

inglese?

Ilgenerebiograficoèstatovissutoafasialterneconunacertaambivalenzada

S. Pons, History as Autobiography. Communism in EJH’s “Short Century”, in « Journal of Modern71

EuropeanHistory»,2013/4,p.416(410-416).

E. Hobsbawm, Anni interessan1. Autobiografia a.raverso la storia, Rizzoli, Milano 2002 [ed. or.72

Interes1ngTimes:ATwen1eth-CenturyLife,2002],p.241(citodall’edizione20133).

G. EllioI, Hobsbawm. History and Poli1cs, Pluto Press, London 2010, pp. 63-65; M. Gallego, Eric73

Hobsbawm y la historia cri1ca del Siglo XX, Campo de Ideas, Madrid, 2005, p. 30; D. Sassoon, EricHobsbawm (1917-2012), in «New Leâ Review», cit., p. 38; A. Agos?, Eric Hobsbawm. Un amico, unmaestro,cit.

A. Agos?, Il test di una vita, Il test di una vita: profilo di Eric Hobsbawm, in «Passato e Presente»,74

2011/82,pp.115-140;A.M.Rao,Transizioni.Hobsbawmnellamodernis1caitaliana,cit.;sivedaancheE. Menduri, Fra storia sociale e storia della società: Eric Hobsbawm, in «Studi storici», 1973/3, pp.681-698.

A. Agos?, Eric Hobsbawm. Anni interessan1. Autobiografia di uno storico, in G. Turi (a cura di),75

Autobiografie,in«PassatoaPresente»,2005/65pp.151-152.

�18

Introduzione

parte della storiografia, che ha oscillato tra il suo riconoscimento come forma

storiografica legisma e un profondo scescismo, emerso sopraIuIo nel corso

dell’OIocento,neiconfron?dellesuecapacitàdi formulareun’analisisofis?catadel

passato . Sulla spinta della riscoperta della biografia da parte delle esperienze76

storiografiche “dal basso”, negli anni SeIanta e OIanta dello scorso secolo si è

sviluppataunadensariflessionesulmetodobiografico.JacquesLeGoff,adesempio,

haespressofor?perplessitàneiconfron?delritornoadunabiografia«tradi?onnelle

superficielle, anecdo?que, platement chronologique, sacrifiant à une psychologie

désuète, incapable de montrer la significa?on historique générale d’une vie

individuelle» . Lo stesso Hobsbawm ha rifleIuto sui rischi di un ritorno alla77

storiografia narra?va . Pierre Bourdieu parlando di «illusion biographique» ha78

richiamato il rischio corsodalle scienze socialidipensareepresentare la vitadiun

individuocomeunprogeIocoerente, razionaleeunidirezionale;di ritornareauna

storia cronologica, non problema?ca . Giovanni Levi, in un ar?colo apparso in79

apertura a un numero delle «Annales» dedicato alle metodologie di ricerca nelle

scienze sociali, è tornato sul tema, soIolineando la necessità di riservare una

specificaaIenzionearilevan?ques?onichepongonolabiografiaalcroceviadiuna

seriedi relazioni: tra individuoe gruppo, tranormaepra?che, tradeterminismoe

libertà, nodi invece spesso trascura? . Il ricorso allabiografiaè statodunque visto80

dallamaggiorpartedeisuoicri?cicomeuncedimentointelleIualeadunostrumento

eccessivamentemodesto, con funzionimeramente sugges?ve o illustra?ve, se non

addiriIuraillusorie,difficilmenteanali?che.

Il sospeIo nei confron? della biografia è stato par?colarmente vivo nella

storiografia accademica italiana che, a differenza di quella anglo-sassone, l’ha

tradizionalmente considerata preroga?va della scriIura giornalis?ca, poco adaIa a

una declinazione storiografica . Non che siano mancate le biografie, sopraIuIo81

grazieallamicrostoria,masoloconilnuovomillenniotalediffidenza,erededaunlato

dello storicismo idealista e dall’altro dell’avversione marxista verso un approccio

storiografico formulato aIraverso vite di grandi uomini ma anche di individui

S.Loriga,Labiografiacomeproblema,inJ.Revel(acuradi),Giochidiscala.Lamicrostoriaallaprova76

dell’esperienza, Viella Ed., Roma2006, pp. 201-226; A.Momigliano, Lo sviluppo della biografia greca,Einaudi,Torino1974,pp.3-9.

J.LeGoff,Commentécrireunebiographiehistoriqueaujourd’hui?,in«Débat»,1989/54,p.49(48-52).77

E.Hobsbawm,TheRevivalofNarra1ve:SomeComments,in«PastandPresent»,1980/86,pp.3-8;ora78

conil?toloLarinascitadelracconto,inId.,Dehistoria,Rizzoli,Milano1997,[ed.or.1997],pp.220-226.

P. Bourdieu, L’illusion biographique, in «Actes de la recherche en sciences sociales», 1986/62, pp.79

69-72.

G. Levi, Les usages de la biographique, in «Annales. Histoire, Sciences Sociales», 1989/6, pp.80

1325-1336.

DonaldSassoonosservaperesempiochel’artedellabiografia«doesnotbloominItalythewayitdoes81

inAnglo-Saxonworld».D. Sassoon,Foreword, inA.Agos?,Palmiro TogliaÅ.ABiography, I. B. Tauris,London2008,p.XI.

�19

Introduzione

comuni ,halasciatospazioadunorientamentosemprepiùaIentoversolabiografia82

da parte della storiografia accademica italiana .Nell’ul?modecennio, ad esempio,83

numerosiprofilibiograficidiuominipoli?ci,inpar?colaredicomunis?,odiuominidi

cultura tra i quali anche storici, sono al centro della produzione e dell’editoria

accademicaitaliana .84

Gli interroga?vi sui caraIeri e sulla specificità del genere biografico hanno

accompagnatoquesta ricerca. Come ci si deve approcciareoggi alla biografia in un

lavoro che vuole essere a tus gli effes storiografico? Ricostruire la vita di un

individuoènecessariamente soloaneddo?caopuò inveceaiutareadanalizzareun

periodostorico?FaIotesorodellecri?cheemerseneglianni‘80,ilmioragionamento

è stato rinforzato dalle posizioni e dai risulta? che la storiografia internazionale ha

recentemente raggiunto nel ritornare alla biografia come metodo di analisi

storiografica.DavidNasawm,traendolesommediunatavolarotondasubiografiae

storia,harimarcatocheilfascinodiquestogenereperglistoricidelXXIsecolostanel

faIo che«it allows, evenencourages,us tomovebeyond the stricturesof iden?ty

poli?cswithouthaving toabandon itsever-expandingandoâenusefulcategories»,

permeIendocidunquedipenetrarelaformulazioneelariformulazionediiden?tàe

categorie. Ma non solo: «it offers – ha suggerito – a way of transcending the

theore?caldividebetweenempiricistsocialhistoryandlinguis?c-turnculturalhistory

without sacrificing the methodological or epistemological gains of either» . In85

occasione di un dibasto sulla biografia in ambito storiografico promosso da

«Contemporanea»,sintomodelrinnovatointeresseitalianoversotalegenere,Regina

Pozzihaasseritocheilsensodellabiografiadevegiocarsinellospaziodelle«infinite

interrelazionichecorronotraunindividuoelarealtàincuivive» .Studiarelavitadi86

alcuni individui si è inoltre recentemente rivelato un mezzo par?colarmente

appropriatoperinterrogarsisullaagencystorica,rendendocosìpossibileunamigliore

comprensione dei ruoli sociali, e anche sulle re? sociali in par?colare in contes?

B.Caine,BiographyandHistory,PalgraveMcMillan,NewYork2010,pp.17-19.82

A.Agos?,Prefazione,inA.Höebel,LuigiLongo,unavitapar1giana(1900-1945),Carrocci,Roma2013,83

pp.13-19.

Per il primo caso si possono citare, a ?tolo d’esempio, A. Casellato,Giuseppe Gaddi: storia di un84

rivoluzionario disciplinato,Cierre, Sommacampagna 2004; A. Höebel, Luigi Longo, una vita par1giana(1900-1945), Carrocci, Roma 2013; M. Albeltaro, Le rivoluzioni non cadono dal cielo. Vita di PietroSecchia, Laterza, Roma-Bari 2014. Per il secondo caso esemplifica?vo è il modo in cui un’is?tuzioneculturalequalelafondazioneGianGiacomoFeltrinellidiMilanoabbiarecentementedecisodiricostruirela propria storia non solo ricorrendo alla storia delle idee o alla storia delle struIure, ma ancheaIraversounaseriediprofilibiograficidegliuomini(conun’intervistaaunadonna)chelaidearonoevilavorarono:G.Berta,G.Bigas(acuradi),LaBiblioteca Is1tutoFeltrinelli.Proge.oestoria, in«AnnalidellaFondazioneFeltrinelli»,2016/50.

D.Nasaw,Historians andBiography.AHRRoundtable. Introduc1on, in «AmericaHistorical Review»,85

2009/3,pp.576-577(573-578).

R.Pozzi,Genereminoreo impresadamaestri?, inC.Cassina,F.Traniello(acuradi)Labiografia:un86

generestoriograficointrasformazione,«Contemporanea»,1999/2,pp.289-294.

�20

Introduzione

geograficiampi,nonsoloeurocentrici .Èallalucediquestobagagliodiriflessionie87

inpar?colarediquest’ul?moaspeIo,dellacapacitàcioèdellabiografiadiricostruire

la dimensione concreta di ampie interazioni, di pra?che di saperi e di iden?tà

mutevoli,chesimuovequestaricerca.

NatoadAlessandriad’EgiIonel1917daunagiovanedonnaaustriacadibuona

famiglia ebraica e da un impiegato in una compagnia commerciale britannica,

Hobsbawmtrascorsel’infanzianellaViennapostbellica.Nel1931,rimastoorfano,si

trasferìassiemeallasorelladagli ziiaBerlino.Dueannidopo,acausadell’ascesaal

potere di Hitler, migrò in Inghilterra dove il nonno paterno, un ar?giano ebanista

ebreo, eraarrivatonella secondametàdell’OIocentodallaPolonia russa.Apar?re

dalla militanza comunista degli anni universitari a Cambridge, dalle frequentazioni

es?veallaLondonSchoolofEconomicseancordipiùdallafinedelsecondoconfliIo

mondiale, Hobsbawm fu in grado di col?vare una rete di amicizie e di relazioni

intelleIuali,professionaliepoli?chediportataeuropeaepoimondiale, incui forte

ruolofusvoltoanchedall’iden?tàculturaleebraica.Questaampiezzadegliorizzon?

geograficisirifleIe–comegiàaccennato–,assiemeaunlargorespirocronologico,

anche nella sua produzione storiografica. Un percorso biografico di tale portata,

caraIerizzato cioè da una con?nua mobilità e da uno spiccato cosmopoli?smo,

richiedeunoschemadianalisicapacedioltrepassaregli«stecca?convenzionalieres

dalcanonenazionale» :difficilerisulterebbeinterpretarelafiguradiHobsbawmalla88

luce di dis?n? spazi nazionali. Anzi, il suo i?nerario internazionale sollecita una

prospesvaanali?cachemeIaindiscussioneilconceIostessodinazione.Comeha

notatoAnnLauraStoler,«researchthatbeginswithpeople’smovementsratherthan

fixed poli?es opens upmore organic histories that are not compelled by originally

narra?ves designed to show the ‘natural’ theology by […] na?ons» . Questa89

osservazionerisultapar?colarmenteadaIanelcasodiHobsbawmnonsoloperisuoi

con?nui e diffusi spostamen?, ma anche per la sua ferma appartenenza al

comunismo,aunmovimentocioèchericonobbenelladimensione internazionalista

una componente fondante, da lui vissuta come un elemento decisivo (assieme

all’an?fascismo) della propria militanza poli?ca. E anche della sua riflessione

storiografica: a par?re da questa ispirazione internazionalista, come si è visto,

Hobsbawmaffrontòlostudio,persmontarnelastruIura,delconceIodiiden?tàedi

Adesempio:N.ZemonDavis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,Laterza,Roma-Bari2008;D.Lamberte87

A.Leser(acuradi),ColonialLivesAcrosstheBri1shEmpire: ImperialCareeringintheLongNineteenthCentury,CambridgeUniversityPress,Cambridge2006;S.Subrahmanyam,Mondiconnessi,Lastoriaoltrel’eurocentrismo(secoliXVI-XVIII),Carrocci2014,pp.167-220.

G. Marocci, Gli intrecci della storia. La modernità globale di Sanjay Subrahmanyam, in S.88

Subrahmanyam,Mondiconnessi,cit.,p.10(9-22).

A. L. Stoler, Tense and tender 1es: the poli1cs of comparison in North American history and (post)89

colonialstudies,in«TheJournalofAmericanHistory»,2001/3,p.852(829-865).

�21

Introduzione

mi?nazionali .90

Mi è sembrato dunque appropriato collocare l’i?nerario personale di

Hobsbawm in un orizzonte ampio, non nazionale, in modo da coglierne gli

spostamen?all’internoeall’esterno–senzasoluzionedicon?nuità–deisingoliPaesi

da lui frequenta?. In altre parole unmodo adeguato aIraverso il quale cogliere le

peculiarità del percorso individuale di Hobsbawm risulta, pur tenendo conto delle

cri?che che le vengonomosse , quello della prospesva transazionale : solo così91 92

diventa possibile cogliere la complessità e la ricchezza delle connessioni, delle

relazioniedei reciprociflussiepercezioni, aIraversoeoltre le fron?eredei singoli

sta?daluifrequenta?,traHobsbawmeisuoiinterlocutoriinternazionali,difficilida

cogliereinveceseapproccia?inmodoisolato.

QuestaricercaprendeinanalisiicontastraHobsbawmeundeterminatopaese.

La scelta di analizzare i collegamen? internazionali di Hobsbawm focalizzando

l’aIenzionesuunloropar?colarespaccato,sullegamecioètraHobsbawmel’Italia,

rispondeall’impiantometodologicotransnazionale?OèpiuIostounasuanegazione,

unacon?nuitàdiragionamentointerministoriograficinazionali?Èpossibile inaltre

E.HobsbawmeT.Ranger(acuradi),L’invenzionedellatradizione,Einaudi,Torino1987[ed.or.1983];90

E.Hobsbawm,Nazionienazionalismo,Einaudi,Torino1991[ed.or.1990].

In occasione, ad esempio, del panel Re1 e saperi transnazionali fra l’Europa, gli Sta1 Uni1 e il91

Mediterraneo (anni ’30-’50): ques1onimetodologiche e prospeÅve di ricerca, tenuto durante l’oIavaedizione dei Can?eri di Storia (Viterbo, 14 seIembre 2015), è stata messa in discussione la realeinnovazione e l’u?lità del metodo transnazionale rela?vamente alla ricostruzione di re? e di saperiintelleIualiinternazionali.Atalicri?cheèstatoribaditochel’u?litàdeglistrumen?anali?cipropridellaprospesvatransnazionaleconsistenellacapacitàdivalorizzareglieffesprodosdai“transfers”culturaliedalla“crossfer?liza?on”(sivedanoinpar?colareipapersdiFédericAIaleValeriaGalimi).Èall’internodi questa seconda strada che ho posto il mio lavoro. Per il potenziale offerto da un approcciotransnazionale e comparato allo studio della vita di intelleIuali si veda ancheM. G. Ash, A. Söllner,ForcedMigra1on and Scien1fic Change. Emigre German-Speaking Scien?sts and Scholars aâer 1993,CambridgeUniversityPress,Cambridge1986,pp.1-19;R.Camurri,Introduzione,inG.Salvemini,Le.ereamericane,1927-1949,acuradiR.Camurri,Donzelli,Roma2015,p.XXXIV.

P.Y.Saunier,Transna1onalhistory,PalgraveMacmillan,NewYork2013,pp.1-21;A.Curthoys,M.Lake,92

Introduc1on,inId.,ConnectedWorlds.HistoryinTransna1onalPerspec1ves,ANUPress,Canberra2005,pp.5-20.Perl’u?litàdiunapprocciotransnazionaleincontestobiograficosivedaP.Brunello,Lafamigliaveneziana di Émile Zola, in «storiAmestre», 8 giugno 2014, <hIp://storiamestre.it/2014/06/famigliavenezianadiemilezola/>.Ampiamente u?lizzato negli studi antropologici e storici rela?vi ai processi migratori (Per unapanoramica sull’uso della prospesva storiografica transnazionale in ricerche rela?ve a fenomenimigratori si vedaD. Romeo, L’evoluzione del dibaÅto storiografico in temadi immigrazione: verso unparadigma transnazionale, in «Altreitalie», 2001/23; <hIp://www.altreitalie.it/Pubblicazioni/Rivista/N u m e r i _ A r r e t r a ? / N _ 2 3 / S a g g i /LEvoluzione_Del_Dibasto_Storiografico_In_Tema_Di_Immigrazione_Verso_Un_Paradigma_Transnazionale.kl>), il conceIo di transnazionalità assume complesse connotazioni a secondadell’interpretazione del soIostante conceIo di nazione, associato a quello di nazionalismo, na1on-building e stato-nazione. Benedict Anderson ha ad esempio definito la nazione come una «comunitàpoli?ca immaginata», evidenziandone il progeIo nazionalista alla sua base (B. Anderson, Comunitàimmaginate: origini e diffusione dei nazionalismi, Manifestolibri, Roma 1996). Dall’altro lato iltransnazionalismo è stato definito anche come una forma di nazionalismo border-crossing (AA. VV.,Na1onsUnbound:TransnazionalProject,PostcolonialPredicamentsandDeterritorializedNa1on-States,GordonandBreach, LanghornePA,1994).Nel casodiquesta ricerca, transnazionalismovuole riferirsipiuIosto alla tendenza di Hobsbawm a espandere le sue re? di relazioni e di ricerca oltre i confininazionali.

�22

Introduzione

parole res?tuire l’ampiezza di respiro e di azione di Hobsbawm analizzandola

dall’angolazione italiana? A queste domande, che hanno percorso il mio lavoro

meIendolo indiscussione,credodipoterdareunarispostaafferma?vagiovandomi

diunaproposta–quelladi «microstoriatranslocale»–recentementeintrodoIanel

dibastostoriografico internazionaleecercandodi faremiei iconcesegli impian?

metodologicicheessaimplica.

Lamia ricerca non si struIura secondo una linea bidirezionale Hobsbawm-Italia e,

viceversa, Italia-Hobsbawm.PiuIosto, secondo ilmetodoe il linguaggiodellasocial

network analysis, guarda a Hobsbawm come al nodo primario di una rete

egocentrata . Studiando l’intensità e la densità dei legami che unirono lo storico93

inglese a sogges e a luoghi italiani si può vedere come ques? legami non furono

immedia?,bensìsollecita?ofacilita?damediatorichespessononeranosoloinglesi

o italiani,machesimuovevanoessi stessi inunospaziosovranazionaleocondegli

obiesvi internazionali.Esipuòulteriormentevederechesi traIònontantodiuna

solarete,madipiù«cerchisociali» –alcuicentrorimanesempreHobsbawm–tra94

lorospessointerseca?,cherispecchianolegamididiversanatura:poli?ci,diamicizia,

trastorici,trastoricimarxis?,editoriali.

Hobsbawm ha più volte ricordato che a introdurlo negli ambien? italiani fu

Piero Sraffa, un economista torinese che dal 1927 si trovava all’università di

Cambridge.DalledeIagliateagendediSraffaèpossibilededurreche i suoi incontri

con Hobsbawm avvenissero spesso in compagnia di Maurice Dobb, amico e

collaboratorediSraffa(introdoIoanch’eglidaquest’ul?monegliambien?editorialie

comunis?italiani)emembroassiemeadHobsbawmdelHistorians’GroupdelCPGB.

Il contaIo non solo accademico ma anche di sintonia poli?ca tra Sraffa, Dobb e

Hobsbawmaprìaquest’ul?mo laportadell’Is?tutoGramsci romano. Iprimi legami

italiani di Hobsbawm nacquero dunque a par?re da una comune appartenenza

poli?ca.Siconnotaronodasubitoperòanchecomescambi intelleIuali, sopraIuIo

tra storici marxis?. Il primo vincolo che egli strinse in Italia e che si rivelò poi di

grande importanza, fu quello con Delio Can?mori. AIraverso la mediazione dello

storicoamericanoSamuelBernsteinedellaoxfordianaBarlylSmalley,Hobsbawmnel

1951 contaIò Can?mori col fine di chiederne la collaborazione per «Past and

Present», e per coinvolgere storici marxis? italiani in discussioni storiografiche

europee. Amici e interlocutori di una vita, come per esempio Corrado Vivan? e

RuggieroRomano,venneroinoltreavvicina?daHobsbawminuncontestoparigino,in

occasione cioè dei seminari dires da Fernand Braudel presso l’École de Hautes

F.Piselli(acuradi),Re1.L’analisidinetworknellescienzesociali,Donzelli,Roma2011[ed.or.1995].93

E.Pozzi,Testoegeneredelmetodobiografico, inM.I.Macio?(acuradi)Biografia,storiaesocietà.94

L’usodellesingolevitenellescienzesociali,Liguori,Napoli1985,pp.73-83.

�23

Introduzione

Études en Sciences Sociales . Ebbe poi occasione di incontrare ed entrare in95

confidenzaconGiulioEinaudinelcorsodiuncongressonel1968incuisiradunarono

aL’AvanacinquecentointelleIualidellasinistrainternazionale.Manonsolo.InItalia

lo storico inglese fu coinvolto in proges culturali che lo posero al centro, per

diventarnecoordinatore,diunarete intelleIualeeuropea.Èquantoaccaddecon la

Storia del marxismo, un progeIo ambizioso in linea con la poli?ca einaudiana di

grandi opere di cui Hobsbawm assunse la direzione all’inizio degli anni SeIanta

accantoadErnestoRagionieri,FranzMarekeGeorgeHaupt.

Ques? esempi mostrano come l’Italia, pur restando un osservatorio

necessariamenteparziale,siriveliuncontestoefficaceperpenetrareleconnessionie

ricostruire le re? e le dinamiche di relazione (non solo streIamente italiane ma

internazionali) in cui la vita di Hobsbawm era inserita e di cui era intessuta. Un

contestochemisonopropostadiguardarecomeunospazioaperto,comeuna«zona

dicontaIo»tramoltealtreeconquestealtre,asuavolta,incontaIo.U?leinquesto

senso ho trovato la proposta avanzata recentemente da Chris?an G. De Vito di

«superareunaconcezionechiusadellaspazialitàecontemporaneamentegiungeread

una visione ar?colata del ‘globale’» aIraverso il conceIo di «translocalità» e di

«microstoriatranslocale» ;diunamicrostoriasensibilecioèallaspazialità,valeadire96

capace di «studiare in modo integrato i legami di breve, media e lunga distanza,

all’internooaIraversoiconfinipoli?ci,amministra?vi,linguis?cieculturali».SitraIa

di un approccio che ho trovato convincente anche perché consente di «meIere in

discussione la separazione traglobalee localeaIraversoun’analisideIagliatadelle

relazioni tra si? e tra (gruppi di) individui». In questo modo sono stata spinta a

guardare più in deIaglio i luoghi specifici delle connessioni di Hobsbawm in Italia:

nonhoquindiguardatoall’ItaliacomeaunbloccocompaIo,mapiuIostohocercato

diindividuareidiversicentriitalianiconcuiHobsbawmentròinrelazionepercogliere

laselesvitàdeisuoiscambi.DeVitohadapocoprecisatoassiemeadAnneGerritsen

lepotenzialitàdiunatalepropostaaffermando«thataresearchstrategy ispossible

that exceeds the local boundaries by closely ‘following the traces’, connec?ng

mul?plecontextsbyexploringthecircula?onofindividuals,objectsandideas» .Un97

taleimpiantomihadunquepermessodi«seguireletracce»italianediHobsbawmda

un lato aIraversoun approcciomicrostorico combinatodall’altro aunaprospesva

globale, dove ho inteso «globale» come «metodo» (e non come «scala»). Nel

C.Vivan?,LagenerositàdiRuggieroRomano, inPauloBusdeLima (a curadi),RuggieroRomano,95

ScuolaSuperioredistudistoricidiSanMarino,SanMarino,2014,p.189.

C.G.DeVivo,Versounamicrostoriatranslocale.(Micro-spa1alhistory),in«Quadernistorici»,2015/3,96

pp.815-833;lecitazionisuccessivesonotraIedap.821.

C.DeVito,A.Gerritsen,Micro-Spa1alHistoriesofLabour:TowardsaNewGlobalHistory,inid.(acura97

di),Micro-Spa1alHistoriesofGlobalLabour,PalgraveMacmillan,diprossimapubblicazione(seIembre2017).

�24

Introduzione

tenta?vo di coniugare queste due prospesve,mi sono in altre parole proposta di

lavorareallastoriadivitadiHobsbawmcomeuna«microstoriaglobale» .98

Hobsbawm,comegiàdeIo,siavvicinòalcomunismoduranteglianniberlinesi,

aderìalCPGBnel1936edivenneunprofondoammiratoredelPCIdallasecondametà

degli anni Cinquanta . Il legame che ebbe con l’Italia avvenne dunque anche e99

sopraIuIoaIraversoilcomunismo.Lavorareauna«biografiaitaliana»diHobsbawm

nonsignificasoloricostruirere?escambi internazionalidiunélite intelleIuale,ma

richiededi ragionareallo stesso temposull’iden?tàcomunistadello storico inglese,

per domandarsi se e quali trasformazioni essa abbia subito nell’incontro con il

comunismo italiano. Nell’impostare questo aspeIo della ricerca, ho cercato non

tantodiricostruireilbackgroundpoli?coingleseel’ambientecomunistadiadozione,

ma di immaginare lo storico inglese come un soggeIo «liminare», un aIore di

connessioni e in movimento tra queste due tradizioni comuniste. Evitare di100

ragionare in termini schema?camente compara?vi e immaginarmi Hobsbawm101

come un soggeIo ibrido , in movimento tra due par??, credo compor? due102

vantaggi.Aiutaaindividuaremeglioalcuniaspesdelleduestesserealtàcomuniste–

scorgendonedifferenze,parallelismi,ibridazioni –eallostessotempopermeIedi103

superarealcunecri?chemossealgenerebiograficodallastoriografiadeglianni ’80.

PermeIecioèdaunlatodinonridurrelasuaindividualitàadunaeccessivaaderenza

algruppopoli?co(néquellodioriginenéquellodiadozione)edall’altropermeIedi

noncadereinunaricostruzionelineareecoerentedellasuaesperienzapoli?ca,maal

contrario di evidenziarne le incertezze e le contraddizioni. Seguire il modo in cui

Hobsbawm,iscriIoalCPGBeasvomembrodelGruppodeglistoricidiquelpar?to,

entrò in sintonia con il movimento comunista italiano o meglio con i ver?ci del

F. Trivellato, Is There a Future for ItalianMicrohistory in the Age of Global History?, in «California98

ItalianStudies»,2011/2,<hIp://escholarship.org/uc/item/0z94n9hq#page-1>.Ladefinizionedi«globalmicrohistory»èstataintrodoIadaFrancescaTrivellatoperdefinirelaricostruzionedi«globallives»,diquelle vite di individui cioè «who emoby geographical and cultural disloca?on» che rappresentano ilterreno maggiormente fer?le per una integrazione tra i due piani, quello locale e quello globale, dianalisi.

DonaldSassoonhaaffermatocheHobsbawmriconoscevanelPCI l’unicopar?tocomunistaalquale99

avrebbeaderitosenzariserve.Tes?monianzaoralediD.Sassoonall’autrice,Londra17dicembre2014.

Riprendo qui i conces di “connected histories” formulato da Subrahmanyam, come quello di100

“histoirecroisée”coniatodaWernereZimmermann.

Per un’analisi delle cri?che avanzate verso i limi? del metodo compara?vo ho trovato u?le H.G.101

Haupt,Compara1veHistory:aContestedMethod,in«BuildingthePast.OnlinePaper»,papern.2.(s.d.),<hIp://virgo.unive.it/eurodoct/ed/index.php?op?on=com_content&view=category&id=49&Itemid=77>,pp.1-15.

Suibridismoeconcezioneinbetweentraduemondisiveda:A.Malena,IdemonidiAlvisa.Ilracconto102

autobiograficodiAlvisaZambellialiasLeaGaon,inLafededegliitaliani.PerAdrianoProsperi,I,acuradiG.Dall’Olio,A.Malena,P.Scaramella,EdizionidellaNormale,Pisa2011,pp.383-402.

M. Espagne,Comparaison and Transfer: A Ques1on ofMethod, inM.Middell, L. Roura i Aulinas,103

Transna1onal Challengers to Na1onal HistoryWri1ng,PalsgraveMacmillan, New York e Londra 2015[2013]pp.36-53.

�25

Introduzione

seIore culturale del PCI, permeIe in altre parole di cogliere conmaggiore facilità

quelli che Edward P. Thompson ha chiamato i «nodi confliIuali» dell’esperienza

poli?cadiunindividuo,inmododailluminare–sempreconleparolediThompson–

«il suoaIeggiamentoe ilmodo in cui la suamente si confronta con ilmondo» .104

Credo anche compor? una riflessione su ciò che recentemente Giovanni Levi ha

individuatocomeil«sensopluraledell’in?mità»diunindividuo ,cogliendoidiversi105

livelli di iden?ficazione di Hobsbawm. Guardare a Hobsbawm come a un aIore in

movimento tra comunismo britannico e comunismo italiano può aiutare in

conclusionenonsoloaconfrontareleduerealtàdaluifrequentate,masopraIuIoa

trovaremaggiori risposte alle lacune evidenziate, tra gli altri, da Anderson e Pons

sullasuaiden?tàpoli?caesullanaturadellasuavicinanzaalPCI.Macome?Edward

H.Carr,all’iniziodeglianniSessanta,avverïdell’u?litàdipar?redallabiografiadello

storicoprimadileggerneilibri:«[p]rimadistudiareifas–disse–bisognastudiarelo

storico che li espone» . Pur tenendo fermo questo consiglio, ho pensato fosse106

opportuno fare mio anche l’insegnamento di Natalie Zemon Davis che nel

ripercorrerelavitadial-Hasanal-Wazzan,unintelleIualedelXVIsecolo,habasatoil

suostudiosull’analisideisuoiscriscercandodicogliereinloroenellinguaggiousato

lestrategieelamentalitàdell’autore .107

5. Quest’approccioalla vitadiHobsbawmaIraverso i suoi libri è solounadelle

direIriciaIraversocuihocercatodiinseguirelesuetracce;laricercasibasainfassu

fon?inlargamisuraarchivis?che.«Nelcasocifosseroaltrefon?storichedisponibili

oltre ai miei ricordi, a quale conclusione potrebbe giungere uno storico – senza

pregiudizi che derivano da un coinvolgimento personale nei fas – […]?» . Così108

Hobsbawm,nellesuememorie,ragionavasullesceltecheluiventennesieratrovato

acompiere.Adieciannidaquelleriflessioni,Hobsbawmmoriva.Dilìabreve,lasua

famigliadecisedidonarealModernRecordsCentredell’UniversitàdiWarwickilsuo

archivio privato; quasi contemporaneamente furono resi accessibili altri documen?

che is?tuzioni inglesi di diverso ordine e di diversa natura, come l’Università di

CambridgeoiServiziSegre?britannici,avevanocreatonegliannisudilui.Apar?re

dal2014sièquindiapertalapossibilitàdirispondere(oquantomenoprovareafarlo)

E.P.Thompson,ApocalisseeRivoluzione.WilliamBlakeelaleggemorale,Cor?naEd.,Milano1993104

[ed.or.1993],p.11.

G. Levi, In1mité marrane, in «Penser/Rêver», 2014/25, pp. 103-113; tr. it. in «storiAmestre», 31105

dicembre2015,<hIp://storiamestre.it/2015/12/in?mita-marrana/>.

«Primadistudiareifasbisognastudiarelostoricocheliespone»,cosìsieraespressoinoccasione106

dellaPrimalezionesullastoria:E.H.Carr,LostoricoeifaÅstorici,inId.,Seilezionisullastoria,Einaudi,Torino1966[ed.or.1961],p.30(14-37).SuquestariflessioneèritornatoG.DeLuna,Lapassioneelaragione,Mondadori,Milano2004,pp.45-56.

N.Z.Davis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,cit.,p.14.107

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.376.108

�26

Introduzione

alla domanda ipote?ca che Hobsbawm nella propria autobiografia si era posto (in

mododeltuIoretorico)permegliospiegareal leIoreletappee lesceltedellasua

vita. Ed è a par?re da queste fon? archivis?che inedite, finoramai u?lizzate dagli

studiosi, che si basa la presente ricerca; la quale alle fon? inglesi intreccia fon?

italiane, archiviste e non. Rimando alla sezione Fon1 e bibliografia, in chiusura di

questatesi,perunadescrizioneaccurataecri?cadellefon?u?lizzate.

6. GabrieleTurihaipo?zzatocheunmo?vodelritardodell’entratadellabiografia

nel contesto storiografico accademico italiano sia da individuare nella scarsa

sensibilità italiana nei confron? della divulgazione storica, «che nella biografia ha

trovato spesso un canale privilegiato» . Nella stessa occasione Luisa Passerini ha109

affermato che la biografia deve «acceIare le sfide che si pongono alla storia nel

campo del metodo e della narrazione», accennando all’apertura di una possibile

sperimentazioneintalsenso .Sullaspintadiquesteconsiderazioni,holavoratoalla110

ricostruzionedelpercorsobiograficoitalianodiHobsbawmequindialsuomontaggio,

proponendomi di indagare la sua esperienza biografica aIraverso pun? di

osservazionedifferen?,seguendoinsommaunmetodoar?gianale .111

Hobsbawmgiunseper la prima volta in Italia nel 1951e la frequentòfinoal

nuovo millennio. L’arco cronologico di analisi dovrebbe dunque estendersi lungo

ques? sessant’anni.Hopreferitoperòan?cipare il temineaquo agli anni Trenta in

modo da comprendere meglio la formazione poli?ca di Hobsbawm. All’interno di

ques? confini cronologici, la ricerca si struIura in tre par?.Mentre ragionavo sulle

traieIorie di Hobsbawm e su come res?tuire per iscriIo la mia ricerca, mi sono

imbaIutanelleparolediVsevoldPudovkin,unregistasovie?cocheinunmanualedi

regiacinematograficascrisse: l’osservatore«primadevearrampicarsisul teIod’una

casapervederedall’altoilcorteonelsuoinsiemeecalcolarnelagrandezza;poideve

scendereeguardaredaunafinestradelprimopianoperleggereicartelliporta?dai

dimostran?, e infine deve mescolarsi con la folla per farsi un’idea dell’aspeIo

G. Turi, La biografia: un «genere» della «specie» storia, in C. Cassina, F. Traniello (a cura di), La109

biografia:ungenerestoriograficointrasformazione,«Contemporanea»,1999/2,pp.295-296(294-298).

L.Passerini,DallapretesadioggeÅvitàallapluralitàintersoggeÅva,inivi.,p.305(302-305).110

Prendo la definizione del biografo quale ar?giano da V. Woolf, L’arte della biografia, in Ead., La111

signoradell’angolodifronte,IlSaggiatore,Milano1979,pp.188-195.

�27

Introduzione

esteriore dei partecipan?» . Quest’osservazione mi ha spinta a immaginare un112

montaggiodellaricercaintrepar?:purseguendounoschemacronologico,laricerca

rispondeallostessotempoaun’impostazionedicaraIereanchetema?coe,nellasua

suddivisione tripar??ca, si proponedi res?tuire in ciascunaparteundiverso livello

delpianodiosservazione.

PreselemossedalritornodiHobsbawmallavitaciviledopolaguerraconuna

digressionesul suobackground familiareesulperiodouniversitarioepoibellico, la

prima parte della tesi si concentra sugli anni Cinquanta. Affronta l’arrivo di

Hobsbawm in Italia, ricostruisce le sue re? di relazioni e le figure dei mediatori, i

viaggidiricercanelMezzogiorno.Siinterrogasucomeegliabbiavissuto(ericordato)

lacrisipoli?cadel1956esulperchéindividuiproprioinquell’announavvicinamento

par?colare al Par?to comunista italiano, proprio quando i suoi amici in Inghilterra

abbandonavanoilPar?tocomunistabritannico.Questaprimaparte,chehoin?tolato

Re1,l’hoimmaginatacomeun’inquadraturadiprimopianosuHobsbawm.

La tesi nella sua seconda parte analizza due contes? di analisi: da un lato

scien?fici, dall’altro poli?ci. Dà cioè aIenzione ai rappor? editoriali che legarono

Hobsbawm alla casa editrice Einaudi, focalizzando in par?colare l’aIenzione sulla

ricostruzionedelprogeIoeinaudianodellaStoriadelMarxismo,dicuiHobsbawmfu

regista .Dall’altro latoesamina l’adesionedellostorico ingleseall’eurocomunismo,113

meIendoinmostracomeconisuoiinterven?contribuìadiffonderel’ecodiinteresse

nei confron? del PCI e dei tes? di Gramsci a livello non solo britannico ma

internazionale.Inquestasecondaparte,chesiproponedunquediindagareiProgeÅ

acuiHobsbawmdacomprimariopartecipò,l’inquadraturasifapiùampia.

Laterzaparte,RitraÅ, indaga laricezionediHobsbawmin Italiadapartedel

mondo accademico da un lato e dell’opinione pubblica dall’altro. Riprendendo i

risulta? emersi nel corso della ricerca e aIraverso il confronto con l’accoglienza

riservataadaltri storici inglesi, comeadesempioEdwardP.Thompson, si interroga

suimo?vicheinciserosullafortunaitalianadiHobsbawm,meIendoinlucecomeil

suolegameconilPCIgiocòinciòunruolofondamentale.Ilpuntodiosservazionequi

MisonoimbaIutaper laprimavolta inquestoriferimentonelcorsodiundibastochehatoccato112

per lunghimesi lacomunitàaccademica italianae inprimoluogo l’universitàCa’Foscari inmeritoallacondannadiunaexlaureandacafoscarina,RobertaChiroli,aduemesidicarcereperaverpartecipatoaunadimostrazioneNoTav,mentrestavasvolgendoricercheaifinidellatesidilaureainantropologia.Ladiscussionecheall’internodiCa’Foscarineèscaturitamihapermessodiragionaresulposizionamentodel ricercatore, sullo sguardo di chi osserva, sull’importanza di una scriIura consapevole. Ho poiritrovato la citazione di Pudovkin in due scris chemi sono sta? u?li per definire il «montaggio» diquesta ricerca: C. Ginzburg, Par1colari, primi piani, microanalisi. In margine a un libro di SiegfriedKracauer, in Id., Il filo e le tracce. Vero falso finto, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 225-240; P. Brunello,Narra1vaestoriografia:scri.urafic1onescri.uranonfic1on,inP.Los,E.Monari(acuradi)Incrocidilinguaggi.Rappresentazioniar1s1chedelpassatonelladidaÅcadellastoria,mnamon,2016,pp.85-105.

Con EinaudiHobsbawm collaborò anche ad un’altra tardiva grande opera, La storia d’Europa,non113

presainconsiderazioneinquantoidocumen?rela?viaqueglianninonsonoancorasta?deposita?inarchivio.

�28

Introduzione

risulta rovesciato: non tanto Hobsbawm in Italia o con italiani, ma piuIosto

Hobsbawm percepito dall’Italia. In questa terza parte in altre parole ho voluto

osservareHobsbawmmeIendoafuocol’angolaturaitaliana.

7. Nel 2002 Hobsbawm, all’età di oIantacinque anni, diede alle stampe la sua

autobiografia,presentandolacome«l’altrafacciadelSecolobreve».Seinquest’opera,

cheavevasancitopocomenodiunadecinad’anniprimalasuafamainternazionale

anche al di fuori dell’ambito accademico, lo storico inglese aveva sviluppato

un’interpretazione storiografica delNovecento come l’età degli estremi, con le sue

memorieeglisiproponevadioffrireunostrumentoalterna?voperlacomprensione

diquellostessosecolo.Lasuaesperienzabiografica,plasmatadagliavvenimen?del

Novecentoda lui vissuto cronologicamentequasi per interoe in contes? geografici

differen?,avrebbepermessoalleIore–scrivevaHobsbawm–dicomprendere«inun

modo più profondo» – perché da una prospesva interna – il «secolo più

straordinarioeterribiledellastoriaumana». IlsoIo?tolodell’edizioneingleseeraA

Twen1eth-Century Life . Alla base dell’autobiografia si poneva un secondo, non114

dichiaratoperchéimplicito,maallostessomodoimportanteobiesvo:Hobsbawmvi

sviluppava un bilancio della propria esistenza umana e professionale. Non era la

prima volta, ovviamente, che si confrontava con i propri ricordi: fugaci ma

«illuminan?flash autobiografici» accompagnanonondi rado i suoi ragionamen?115

storiograficiconferendo lorounachiarezzaesemplifica?varara. Inquestocasoperò

egli si trovava impegnato a ricostruire per intero il proprio i?nerario personale e a

conferireaessounsignificatoedunastruIuracodificata.Allafinedellasuaesistenza,

Hobsbawmconsegnavaalla scriIuraautobiografia l’interpretazionedella sua stessa

vita, oltre a quella del secolo che aveva vissuto. Lungo tuIo lo svolgersi

dell’autobiografia, egli rimarcava la difficoltà per uno storico di affrontare il genere

autobiografico ,palesandoladifficoltàdiscindereipropriricordidallericostruzioni116

storiografichesuccessive ;specificavapiùvoltedioscillaretra«l’oscadellostorico»117

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,[ed.or.Interes1ngTimes:ATwen1eth-CenturyLife,2002],p.11.114

Sull’intento di Hobsbawm di presentare la sua biografia come un documento sul Novecento si puòleggere la dichiarazione in apertura dell’autobiografia stessa: «Se non volete capire la storia delNovecento, leggete le autobiografiedi chi sente il bisognodi autogius?ficarsi, di chiperora lapropriacausaeanchedichifaesaIamenteilcontrario,cioèilpeccatorepen?to».

A.Agos?,Iltestdiunavita,Iltestdiunavita,cit.,p.116.115

«Scrivereun’autobiografiasignificapensareasestessicomenonsiamaifaIoprima.Nelmiocaso,116

significaliberarsidaisedimen?geologiciditrequar?disecoloerecuperareoscoprireericostruireunestraneochevierasepolto».Anniinteressan1,cit.,p.72.QuestoaspeIoèstatoproblema?zzatodaJ.D.Popkin,History,HistoriansandAutobiography,TheUniversityofChicagoPress,Chicago-Londra2005;siveda ancheM. Nani, Review of J.D. Popkin, History, Historians & Autoiography, Chicago-London, TheUniversityofChicagoPress,2005,in«Cromohs»,2006/11,pp.1-3.

«Comepossodissociareiricordidaquellocheoggisocomestorico,daquellocheoggipensodopo117

unavitadiriflessioniedibas?poli?cisuciòcheavrebbedovutofareononfarelasinistratedesca?»;E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.87.

�29

Introduzione

equella«delbiografodisé» .118

Allo stesso tempo però nell’elaborare la sua biografia, proprio perché

consapevole dell’importanza che questa assumeva nel fissare l’immagine e

l’interpretazionedisestessodaconsegnareaiposteri,eglisembravarivendicarease

stessol’unicainterpretazionepossibiledellapropriavita.Nedefinivaunacronologia,

fissava delle censure, decideva quando non c’era più niente di cui parlare e da

indagare.Riferendodelperiodosuccessivoalsuosecondomatrimonio,avvenutonei

primianniSessanta,adesempioscriveva:«Ormaimistavochiaramenteconformando

ai canoni di rispeIabilità quo?diana di un accademico borghese. A questo punto,

faIaeccezioneper iviaggi,al soggeIodiun’autobiografianonaccadepiùnulla, se

nonnellasuatestaoinquelladeglialtri.Ciòvaleancheperisoggesdellebiografie,

come hanno dovuto apprendere a proprie spese generazioni di autori di biografie

intelleIuali. Per quanto eccelsi siano i risulta? raggiun?da CharlesDawin dopo il

ritornodalviaggiodelBeagleedopoilsuomatrimonio,nonrestapiùmoltodadire

sugli even?materiali succedu?sinei suoiul?miquarant’anni, senonaffermareche

‘vivevaaDown, inKent,comeungen?luomodicampagna’eavanzare ipotesisulle

cause dei suoi problemi di salute» . Con queste parole Hobsbawm spiegava al119

leIore le insidie che il genere autobiografico ordiva per uno storico di mes?ere,

ribadiva quanto povera e inadeguata potesse essere una biografia rispeIo alla

complessitàdellavita;eraunmodo,anche,periden?ficarsiconledifficoltàdiquan?

scrivonobiografie.AllostessotempoHobsbawmsembraquasirivendicasseasésolo

la possibilità di parlare della sua vita, lasciando intendere l’inaIuabilità di andare

oltrequanto lui stessoaveva scriIo.Come interpretare, senon inques? termini, il

tonosufficienteconcuiridevadelledifficoltàacuiibiografidevonofarfronte?

MisurarsiconHobsbawm,lostoricocheèstatodefinitodapiùpar?«thegreatest»,è

unaprovadicoraggioedipresunzione:caraIeris?chechemisonodeltuIoestranee.

Questaricercasièconfiguratacomeunasfidaimpegna?va,avoltepesante,perviadi

una serie di distanze chemi pongono agli an?podi di Hobsbawm. Se egli simosse

sempre in una dimensione internazionale e metropolitana, il mio punto di

osservazioneèperiferico,senonprovinciale;cisonopoidifferenzegenerazionali,di

ambiente, di genere. Distanze, differenze: limi?, mi son deIa per lungo tempo.

Congedandoquestatesi,michiedosequestedistanzepiuIostocheesseredeilimi?

non abbiano cos?tuito invece un privilegio sul piano conosci?vo: la possibilità di

guardaredaunpuntodiosservazionecosìdistanteforsepermeIe–cosìalmenooso

sperare – di meIere a fuoco un’interpretazione dell’esperienza della vita di

HobsbawmdiversarispeIoaquelladaluistessotracciata.

Ivi.,pp.242-243118

Ivi.,p.247.119

�30

Primaparte:RETI

�31

primaparte:Re1

primocapitolo

ILRITORNODALLAGUERRA

1.1.Riappropriarsidelfuturo

Un giorno del febbraio 1946 Eric John Hobsbawm, dopo sei anni spesi

nell’esercitobritannico,ritornavaafrequentare l’universitàdiCambridge . IlKing’s120

Collegedal1936,quandovieraentratoconunaborsadistudio,erastatolasuaunica

base permanente. Al momento dell’arruolamento aveva lasciato alcune casse

conten?libri,carteeoggespersonali inunripos?gliodelcollegenonavendoaltro

posto dove depositarli o una famiglia a cui recapitarli. Era a Cambridge che negli

ul?mianniprimadellaguerraHobsbawmavevavissutointegrandosiinunatramadi

molteplicirelazioni.SieraimpegnatonelcorsodistudiinstoriaalqualeeraiscriIo;

aveva costruito, superando le iniziali difficoltàdi entrare inunmondoalqualenon

sen?vadiappartenere(erailprimodellafamigliaadandareall’università),unaretedi

amicizie all’internodelle associazioni studentesche, prendendoparte ad unadensa

vita sociale e poli?ca. Dal suo arrivo a Cambridge era entrato nella redazione del

«Granta», larivistadell’università,occupandosidirecensirefilm–unapassioneche

aveva appreso dallo zio Sidney, che negli ul?mi anni gli aveva faIo da padre –,

scrivendo reportage e finendo per assumerne la direzione. «[C]i diver?vamo tanto

nella direzione di Market Street, sorseggiando tè, chiacchierando e scherzando»,

ricorderà invecchiaia,soIolineandocomeall’epocaavessededicatomoltotempoa

lunghe e appassionate discussioni faIe sopraIuIo al di fuori delle aule

universitarie . Cambridgenegli anni Trentaera in ambitoumanis?coun’università121

chiusaenons?molante.RaymondWilliams,anch'eglistudenteaCambridge,avrebbe

ricordato che «thewholemood of our student culturewas: ‘what can you expect

fromthissortofteachingestablishment?’Wedidnotonthewholeconfrontthem;

Congedatoall’iniziodifebbraio,rientròalKing’sintempoperiniziareglistudinelcorsodelLentTerm,120

il secondo trimestre, come le regole del college richiedevano. Cambridge University Library Archives[d’orainpoiCULA],Hobsbawm'sgraduatestudentfile,[d’orainpoiHGF](UABOGS1,1950-1File123),Corrispondenza tra E. Hobsbawm e il Secretary of the Board of Research Studies dell’Università diCambridge,8dicembre1945-22gennaio1946.

E.Hobsbawm,Anni interessan1.Autobiografiaa.raverso la storia, Rizzoli 2013 [primaed. italiana121

2002;ed.or.2002]p.132.

�32

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

we tended to ignore them» . La crescita intelleIuale degli studen? si sviluppava122

dunque inmodoautonomoaIraversogruppididiscussionechenascevano intorno

ad argomen? di aIualità, a temi di studio o a nuove prospesve metodologiche.

Grazie a ques? gruppi prendeva forma una ramificata struIura associa?va e di

scambiointelleIualecheoltrepassavalemuradeicollegeeilimi?dell’insegnamento

accademico. Hobsbawm, seguendo la sua passione per la leIeratura inglese e per

quelle straniere, aveva preso parte agli incontri dell’English Club e delle società

francese e tedesca. Aveva collaborato al gruppo di studi coloniali sulla storia

dell’imperialismo,organizzatodaalcunidocen?eresoasvodastuden?indiani,suoi

amici,comeIndrajitGuptaeMohanKumaramangalam.Nel1939eradiventatoanche

membro degli Apostoli, una società segreta maschile interna all’università.

Appassionatodijazz,suonaval’armonica.Eraunostudentechefacevaparlaredisé,

suscitandocuriositàesoggezione«bythelegendandtheerudi?on»chenonperdeva

occasionedimostrareeperun’aria,almenoall’apparenza,disuperiorità,nonostante

fosse – a deIa dei suoi amici – una persona «extremely modest and self-cri?cal,

debunkinghimselfwithconsiderablethoroughness» .123

LospazionelqualeHobsbawmventennesierafaIonotarenonerasoloquello

streIamenteuniversitario.«Hewaspusngovertheline–venivascriIodaunamico

sul «Granta» in occasione del suo ven?duesimo compleanno –with enough savoir

fairetobemarkedoutasacomingman»ancheall’internodelCambridgeUniversity

Socialist Club e del Par?to Comunista della Gran Bretagna. Un anonimo profilo124

biografico scriIo in vista della sua partecipazione alla scuola della sezione

studentescadelCPGBloritraevanel1939inques?termini:

EricHobsbawmwasbornintheYearofRevolu?on,thoughthis?meitwas1917.The

first two years of his life, the forma?ve ones, were spent in Alexandria, where he

imbibed that strong loveofOriental imagery that is sono?ceablewhenyougethim

talkingasmantoman.Aâerthat,Ericbegantoinfluencetheworldmorethanitcould

influencehim.From1919to1931helivedat(sic)Vienna;in1927,althoughonlyten,

hewasgivinglecturesonMarxismtotheworkersinarms.From1931to1933wewas

inBerlin(hencethesong«Dubistverrueckt,meinKind,DumusstnachBerlin»);there

he was one of the brightest planet in the Party’s solar system, being the star

theore?cianoftheSozialis?scheSchuelerbund,orSocialistSchoolboyband.

R.Williams,Poli1csandLe.ers.InterviewswithNewLefReview,Verso,London-NewYork2015[ed.122

or.1979],p.133.

Pieter Keuneman in occasione del ven?duesimo compleanno di Hobsbawm gli dedicò un ritraIo123

scherzoso e ammirato sul «Granta» (7 giugno 1939), ripubblicato con il ?tolo Eric Hobsbawm, aCambridgeProfile(1939),inR.SamueleG.StedmanJones,Culture,ideologyandpoli1cs.EssaysforEricHobsbawm,Routledge&KeganPaul,London1982,pp.366-368.

Ivi.,p.367.124

�33

primaparte:Re1

ThenhecametoEnglandandpenetratedtheacademicstrongholdsofan?-Marxism.

In1936hewentuptoCambridge,andthePartyjoinedEric.Therewasnoholdinghim

back.TheUniversityPrintersranoutofstars forhisfirsts,andhetalkedhisway into

theEditorshipoftheGranta.ItneededstrictordersfromKingStreettostophimfrom

issuingasupplementconsis?ngoftheuntranslatedGermanworksofMarxandEngels.

ThatisthebeautyofEric.Hewillalwaysputyouontheline,andwecanpredictgreat

thingsfromhim.

HemeanstobeaDonoraJournalist,andaseitherhewillgetintotheheadlines.You

askhimwhatishisfavouritebook,andhewillsaythathehasn’twriIenityet,hewill

singforyousongsfullofnostalgiainGerman,hecan,inshort,doeverything.Infact,

thegreatques?oninthemindsoftheconoscen?is,IsheBelaKunindisguise,orishe

justBelaKun?Ifyouwanttoknow,askhim,andyouwilllearnalot .125

È il ritraIo di un ragazzo talmente brillante da sollecitare in chi lo scrisse –

presumibilmente un amico d’università e compagno di par?to – un tono tra il

mi?zzantee il canzonatorio, chepuòaiutarci a comprenderequale immaginedi sé

all’epocaHobsbawmdesse.

Modern Records Centre dell’Università di Warwick [d’ora in poi MRC], Papers of Eric Hobsbawm125

[d’ora in poi EHP] Poli?cs, Student Poli?cs, Profili biografici e ritras dei partecipan? alla CommunistStudentPartySchooldel1939,(937/6/1/6).

�34

Ritra.ocheaccompagnalabiografiadiE.Hobsbawmperla

scuolaes1vadelpar1tocomunistadellaGranBretagna,1939.

MRC,EHP,(937/6/1/6).

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

Stupiva innanzituIoilsuobackground familiarecosmopolita.Eranatodauna

giovane donna viennese di buona famiglia ebraica, Nelly Grün, e da un inglese,

LeopoldPencyHobsbaum, che si erano incontra?adAlessandriad’EgiIonel 1913,

doveNellysierarecataperunviaggiopremiodopolamaturitàeLeopoldlavoravada

alcunianninelseIoredelcommerciocoloniale .Ericavevatrascorsol’infanzianella126

Viennapostbellicainunasituazionefamiliareefinanziariasemprepiùprecaria.Nel

1931,rimastoorfano,sieratrasferito–raggiungendolasorella–aBerlino,pressogli

ziiSidneyHobsbaumeGretelGrün,cheavrebberoridatoaluieallasorellastabilità

affesvaedeconomica,eperunbreveperiodoconMimi, laterzaziamaterna.Due

anni dopo la famiglia di Hobsbwam migrava in Inghilterra dove il nonno paterno,

David Obstbaum un falegname ebreo, era arrivato dalla Polonia russa nella127

secondametàdell’OIocento.

Un’altra peculiarità di Hobsbawm risaltava agli occhi dei suoi coetanei a

Cambridge: la sua iniziazionepoli?canelcontestodell’ul?marepubblicadiWeimar.

Hobsbawmsieraavvicinatoallapoli?caaquindiciannigrazieallamediazionediun

cuginomaggioredisoccupato,membrodelKommunis?scheParteiDeutschlands,edi

altriamicipiùgrandidiluicheloavevanointrodoIonellaSozialis?scherSchülerbund

(SSB), un’associazione giovanile vicina al par?to, e alla leIura di romanzi sovie?ci

nonchéaiprimites?marxis?.ÈprobabilechedelleesperienzeberlinesiHobsbawm

raccontasse ai suoi compagni universitari la sensazione di estasi che aveva provato

partecipando all’ul?ma dimostrazione che il più fortemovimento operaio europeo

erariuscitoaorganizzarepochigiorniprimacheHilterfossenominatocancellieredel

Reich. Riecheggiava forse melodie di canzoni come l’Internazionale o Der kleine

Trompeteroancora Brüder zie Sonne zar Freiheit cheaveva imparatopartecipando

allemanifestazionidipiazza;necustodivaites?inunopuscolodiinnidibaIaglia .128

Probabilmenteinoltredescrivevaaisuoiamiciuniversitarilospiritodiavventuracon

cuiavevasvoltoasvitàdivolan?naggioperilKPDinvistadelleelezionidelmarzodel

1933, che avrebbero consegnato legalmente lamaggioranza al Par?to Nazionalista

Tedesco dei Lavoratori. I suoi coetanei inglesi dovevano subirne il fascino quando

verosimilmenteeglirievocavailbrividodelrischiocolquale,dopoladurarestrizione

della libertà di stampa e di associazione seguita all’incendio del Reichstag, aveva

nascosto nell’appartamento della zia il ciclos?le con cui la SSB stampava i propri

volan?ni.

E.Hobsbawm,TheAgeofEmpire(1875-1914),VintageBooks,NewYork1989,p.1-3.126

Ilcognomedellafamigliapaternasubìduevariazioni.LaprimafuvolutadalnonnoDavid,mirantead127

anglicizzarel’originariocognomepolaccoObstbaumconl’aggiuntadellaHinizialeelacadutadellat,dacuiHobsbaum.UnsecondopassaggioavvenneallanascitadiEricefudovutoadunerroreortograficonelmomentodellaregistrazioneanagraficaadAlessandriad’EgiIo,dovelauvennetrasformatainw.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,p.90.128

�35

primaparte:Re1

Nella sua autobiografia senile Hobsbawm avrebbe deIo: «i mesi passa? a

Berlinofecerodimeuncomunistaavita,oalmenounuomolacuivitaperderebbela

sua natura e il suo significato senza il progeIo poli?co a cui si è dedicato da

scolaro» .Lafrequentazionedispazisociali–comeleriunionidellaSSB–ediluoghi129

fisici di loIa poli?ca – come le strade berlinesi – aveva lasciato in Hobsbawm

un’impronta indelebile, contribuendo profondamente a formare la sua coscienza

poli?caeaplasmarelasuamilitanzacomunistainbaseaipronunciamen?ufficiali,ai

temi e alla cultura visuale promossi in quei frangen? dal KPD. Nell’incandescente

atmosferadellaBerlinodeiprimianniTrenta ilgiovaneHobsbawm–anchegraziea

unamaggiorelibertàdatadaltrasferimentomomentaneodeglizii –sierariversato130

in un asvismo poli?co che il Par?to comunista tedesco incoraggiava, rispondendo

con ciò probabilmente anche al fascino che in lui adolescente s?molava l’azione

direIa. Un’azione che era indirizzata alla rivoluzione. La propaganda comunista

tedescanegliannidellarepubblicadiWeimaravevasemprepiùguardatoall’Unione

Sovie?cacomeaunaroccafortedipaceeprogressoecomeilmodellorivoluzionario

acuilaGermania,cheavevafallitolarivoluzionesociale,dovevamirare .L’URSS,la131

patriasocialistadeilavoratoridituIoilmondo,andavadunquearives?reunacarica

simbolicamoltofortenell’iden?tàpoli?cacheHobsbawminiziavaacostruirsi.Nelle

memorieseniliavrebbericondoIol’importanzaesercitatadalperiodoberlinesenella

sua scelta comunista proprio al «sogno della rivoluzione d’oIobre». Un sogno che

all’epocarappresentava«lasperanzadelmondo»futuro ,maanchel’esempiovivo132

di una possibile alterna?va al mondo capitalista in crisi. L’ironica allusione che gli

anonimiautoridellabiografiasopracitata facevano rimarcandocheHobsbawmera

natonell’annodellarivoluzioned’oIobre,quasiciòfosseunapredes?nazioneallasua

militanza comunista, richiama l’importanza che nell’immaginario di Hobsbawm

studenteuniversitario (come inquellodi chi scrivevaquellabiografia)manteneva il

marxismorivoluzionario.

A quarant’anni di distanza, ragionando sulla figura dell’intelleIuale

rivoluzionario,HobsbawmsoIolineeràcomel’adesionealcomunismofossestataper

lui, esponente della «civiltà ebraica delle classimedie dell’Europa centrale dopo la

primaguerramondiale»,l’unicaopzionepossibile.

Ivi.,p.71.129

Nel 1932 gli zii SidneyHobsbaum, fratello del padre di Eric, eGretelGrün, sorella dellamadre, si130

trasferironoconilfiglioPeterperlavoroinSpagna,lasciandoEriceNancyaBerlinoconlaziaMimiGrün,checoncedevaainipo?marginidilibertàmaggiori.Nellaprimaveradel1933EriceNancysiriunironoaSidney,GretelePeterper trasferirsi in Inghilterra.Sidney, rimastovedovonel1936, lasciò l’InghilterraassiemeaPetereNancynel1939pertrasferirsiinCile.

E. D. Weitz, Crea1ng German Communism (1890-1990). From Popular Protest to Socialist State,131

PrincetonUniversityPress,Princeton1997,inpar?colarepp.233-279.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.71.132

�36

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

Checosaeranodiventa?,inquestecircostanze,igiovaniintelleIualiebrei?Noncerto

liberali, giacché il mondo del liberalismo (che includeva la democrazia sociale) era

precisamente quello che era caduto. Come ebrei, ci era preclusa per definizione la

possibilitàdisostenerepar??chefosserobasa?sull’osservanzaconfessionale,osuun

nazionalismo che escludesse gli ebrei, e, in ambedue i casi, sull’an?semi?smo.

Divenimmoperciòcomunis?ounaqualcheformaequivalentedimarxis?rivoluzionari;

oppure, se sceglievamo una qualche forma di nazionalismo di sangue e terra,

sionis? .133

Non c’è storico diHobsbawmchenon ci? questa sua considerazione. L’adesione al

comunismonellasuaautoriflessionematuraverràquindiricordataepresentatacome

unasceltaintegrale,unacausaacuidedicarelapropriavita.

Nonc’erapra?camentealtrascelta.NonsitraIavatantodiunarivoltacontrolasocietà

borgheseeilcapitalismo,cheavevanoevidentementeraggiuntolaloroul?masponda.

SemplicementesceglievamoilfuturopiuIostodell’assenzadifuturo, ilchesignificava

rivoluzione.Masignificavarivoluzionenoninsensonega?vomainsensoposi?vo:un

nuovomondopiuIostochenessunmondoaffaIo.Lagranderivoluzioned’oIobreela

Russiasovie?cacidimostravanocheunmondonuovoerapossibile,e forsecheesso

stavagiàfunzionando.[…]Divenimmoperciòrivoluzionari[…]perchélavecchiasocietà

nonfunzionavapiù .134

L’ascesa al potere di Hitler e lemisure an?ebraiche subito prese spinsero la

nuova famiglia di Hobsbawm a lasciare nella primavera del 1933 il con?nente per

approdareaLondra.DopolapassivitàimpostaglidagliziiSidneyeGretelneidueanni

londinesi trascorsi frequentando la St. Marylebone Grammar School , l’ingresso135

all’università apriva ad Hobsbawm, per la prima volta libero dai vincoli e dalle

restrizioni familiari, inedi? spazi di inizia?va in un periodo in cui l’università di

Cambridge era il palcoscenico di una straordinaria effervescenza della sinistra

studentesca.

All’iniziodel1939ilCambridgeUniversitySocialistClub(CUSC)annunciavatrionfante

che aveva raggiunto, raddoppiando le adesioni in due anni, il migliaio di iscris .136

Id.,Gliintelle.ualielalo.adiclasse,inid.,Rivoluzionari,Einaudi,Torino2002[primaed.1975,ed.133

or.1972],p.304.

Ivi.,pp.304-305.134

Peruno sguardo sul percorso scolas?codiHobsbawmsi rimandaaM.Pala, Imaestri deimaestri.135

Scuola, società, cri1ca in ‘Interes1ng Times’ di Eric Hobsbawm e ‘Out of Place’ di Edward Said, in«Between»,2013/6,pp.1-30.

Ricavoques?numerida:Retrospect, in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,1°dicembre136

1936(incuiilnumerodegliiscrisè520)e1000Members,inivi.,17gennaio1939.

�37

primaparte:Re1

Sebbenerappresentasseunaminoranza(unquinto)dellapopolazioneuniversitaria,il

CUSCeraunarealtàmoltovivacee–soIoladirezionecomunista–benorganizzata.

RispecchiavalatendenzaemersanelmondoaccademicobritannicodeglianniTrenta

in cui si registrava un’egemonia intelleIuale comunista nella sinistra studentesca,

dovuta in parte alla scelta laburista ampiamente impopolare di aderire al ‘na?onal

government’. Il CUSC si autodefiniva come un luogo d’incontro «for all people of

progressiveideas»chefosserointeressate,senzadoveraderirenecessariamente«to

any party or any dogma», a capire e a migliorare il mondo che le circondava .137

RispeIoalrestodelleassociazioniuniversitariesipresentavacomeunlaboratoriodi

socialitàalterna?vochedeIavaunafiIaagendaintelleIualeepoli?cainlineaconil

climaeilcostumepoli?codelFrontePopolare.IlCPGB(unpiccolopar?tofondatonel

1920 chenella secondametàdegli anni Trenta, sebbeneavesse vistounanotevole

crescita dei propri iscris, rimaneva una forza poli?ca minima ) aveva assimilato138

subito la svolta poli?ca espressa nel VII congresso dall’Internazionale Comunista

(1935)–chemiravaadunapoli?cabasatasull’alleanzadelleforzean?fascistecontro

laminaccianazista–enfa?zzando l’importanzache inessaavrebbedovutoavere il

lavoro culturale e intelleIuale.Già nel 1934WillieGallacher, unodei due deputa?

comunis?, aveva esortato gli studen? comunis? di Cambridge a impegnarsi

seriamentenello studioperché il par?toavevabisognodibuoni scienzia?, storici e

insegnan?. L’anno successivo Harry PolliI, segretario nazionale del par?to, aveva

osservatocomestuden?eintelleIualiavrebberopotutocontribuirecomeallea?alla

viIoria della classe operaia . Il CUSC aveva accolto queste sollecitazioni e le139

riproponeva ai propri iscris organizzando gruppi di discussione, incontri di leIura,

cinematografi. Nel 1936 era stata lanciata inoltre un’inizia?va culturale a livello

nazionale, il LeâBookClub (LBC):unampiogruppodi leIuraconunapropriacasa

editrice,controllatoanchesenonapertamentedaicomunis?,chediffondeva libria

bassocostodiaIualitàpoli?caesocialecomeanchedileIeratura:Cambridgeaveva

una libreriadelLBCpubblicizzatadalCUSC .C’eranopoi«lotsofpoli?calmee?ng140

goingonbecauseHitlerhadjustcometopowerandpoli?calissueswereverymuch

to the fare» : la minaccia fascista era il nodo centrale aIorno al quale ruotava141

l’asvitàdelCUSCinneIocontrastoconlapoli?cadiappeasementportataavan?dal

MRC,EHP,Poli?cs,StudentPoli?cs,DepliantchesponsorizzailCUSCin?tolatoAreyouinterestedin?,137

1938(dataaggiuntaamano),(937/6/1/2).

Tra il1934e ildicembre1938 ilCPGBerapassatoda5.000a18.000 iscris.A.Thorpe,TheBri1sh138

Communist Party and Moscow, 1920-1943,Manchester University Press, Manchester and New York,2000,p.284.

M.Heinemann,ThePeople’sFrontandtheIntellectuals,inJ.Fyrth(acuradi),Britain,Fascismandthe139

PopularFront,Lawrence&Wishart,London1985,pp.161-162.

J.Lewis,TheLefBookClub:AnHistoricalRecord,London,VictorGollancz,1970.140

Intervista a George Bernard di KevinMorgan in Cambridge Communism in the 1930s and 1940s.141

Reminiscencesandreflec1ons,in«SocialistRegister»,2003/24,p.51.

�38

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

governoChamberlain.LapauradiunanuovaguerrameIevainprimopianoinizia?ve

come quella del Cambridge Scien?sts’ An?-War Group che si mobilitava contro la

militarizzazione della scienza. Faceva sì che frequen? fossero le campagne per

sensibilizzarel’opinionepubblicainglese«ontheimmediatedangerofwarandtoput

beforethemthenecessityforconstruc?veac?on» ;pacifis?comeBernardRussell142

erano chiama? a tenere conferenze. OggeIo di numerosi incontri e film, l’Unione

Sovie?ca veniva presentata come il paladino della pace e come un paese

culturalmenteedeconomicamenteavanzato . Eraperò la guerra civile spagnola il143

nodoprincipaledell’asvitàan?fascistadegli studen?progressis?diCambridge– la

definivanoinfas«themostimportantpartofourwork» –eilsimbolodell’intero144

movimentoan?fascista:«thewarinSpainisthewarforthehumanfuture»recitava

un verso di una famosa poesia scriIa nel marzo 1937, ampiamente recitata nelle

dimostrazioni enegli incontri poli?ci . Il CUSCavevapoi creatounCommiIee for145

the Support of Spanish Democracy, sollecitandovi l'adesione delle sezioni ciIadine

delPar?tolaburistaediquellocomunista;avevapromossoraccoltefondiperinviare

aiu? alimentari in Spagna e campagne di solidarietà per la repubblica; ricordava

periodicamente i suoi membri mor? in quella guerra, enfa?zzandone il caraIere

internazionale. La fotografia di John Cornfod, studente comunista di Cambridge

mortoinSpagna,eraappesaaimuridimoltestanzedeicollege.

Il clima di Cambridge non poteva lasciare indifferente un ragazzo che aveva

conosciuto direIamente le tensioni della minaccia nazista e aveva partecipato

asvamenteallasuaopposizione.GeorgeMosse,rifugiatoanch’egliinGranBretagna

dalla Germania, arrivato all’università di Cambridge nel 1937 e subito diventato

membro del CUSC, nelle sue memorie avrebbe deIo che la poli?ca non poteva

all’epocaessereignorata:«interestinpoli?cswasthefateofsomeonebornasaJew

into the postwar world. One could not be an ‘unpoli?cal German’[…]. Being

unpoli?cal would mean in fact suppor?ng all exis?ng regimes» . Anche per146

Hobsbawmdev’esserestatocosì.PuressendociIadinobritannico,egliavevavissuto

a Berlino un’iniziazione alla poli?ca che poteva ora riprendere e sviluppare

liberamente. L’an?fascismo, la preoccupazione per l’evoluzione del fronte spagnolo

ThisisPeaceWeek,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,9novembre1937.142

Sintomi di questo interesse sono, ad esempio, le conferenze Russian educa1onal system (Other143

mee1ngs,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,24novembre1936)oSovietRussiaisanewcivilisa1on(Diary,inivi.,16novembre1938);comeanchegliincontricheilGeographyGrouporganizzasuIndustrialGeographyoftheURSS(Diary,inivi.,22novembre1938)esuTransportintheURSS(Diary,inivi.,29novembre1938).

Spain,inivi.,17novembre1936.144

J.Lindsay,OnguardforSpain!,originariamenteapparsain«LeâReview»(marzo1937),ripubblicata145

inJ.CallaghaneB.Harker(acuradi),Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,ManchesterUniversityPress,Manchester2011,pp.141-142.

G.L.Mosse,Confron1ngHistory.AMemoir,UniversityofWisconsinPress,Wisconsin2000,p.100.146

�39

primaparte:Re1

interpretato come il simbolo di una loIa internazionale, la mobilitazione pacifista

controlaminacciadiunanuovaguerra,lasperanzanell’UnioneSovie?ca–tustemi,

ques?, caldi a Cambridge – trovavano di certo adesione in Hobsbawm. Egli era

arrivato a Cambridge inoltre con un bagaglio di esperienze poli?che, direIe e

pra?che, che dovevano esercitare un certo fascino nei suoi coetanei inglesi, i quali

d’altro canto riconoscevano nel suo percorso dei pun? fermi comuni. Entrato

all’università, Hobsbawm si iscrisse subito al CUSC e alla sezione studentesca del

CPGB, diventandone in poco tempo rispesvamente componente del consiglio

diresvoemembrodellasegreteria.

ParryAndersonhagiustamentelamentatochenellememorieautobiografiche,

dateallestampeall’etàdi85anni,Hobsbawm,rispeIoall’intensitàriservataaimesi

berlinesi, abbia ricostruito l’esperienza poli?ca successiva in modo generico e

lacunoso. Assente risulta la descrizione del percorso poli?co, dello sviluppo

intelleIuale nonché dei legami sen?mentali di Hobsbawm; nella narrazione del

periodo universitario la prima persona singolare cede il passo a un «anonimo e

generazionale ‘noi’» . Il racconto declinato al plurale – in contrasto con i capitoli147

sull’infanziaesull’adolescenza incuipredominaunaforte introspezione–comporta

undissolvimentodellasoggesvitànell’azionedigruppo.Ciòsedaunlato,comedice

Anderson, conduce a un «ingannevole […] occultamento dell’Io» , dall’altro lato148

illuminaunelementocaraIerizzantelamilitanzapoli?cadiHobsbawm.

Dagli anni berlinesi, seppur con un’asvità tuIo sommato mite, Hobsbawm aveva

potuto sperimentare che essere comunista comportava una vita di impegno e

dedizione al par?to e alle organizzazioni ad esso associate. Nel diario scriIo

quand’eradicioIenne,ricordandolasuapartecipazioneallemanifestazioniberlinesi

del 1933, aveva individuato nella sensazione di «esta? di massa» (Massenekstase)

una delle basi della sua adesione al comunismo . A Cambridge deve aver149

sperimentato un’eccitazione per cer? versi simile – seppur in chiave ridoIa,

certamente però più consapevole – a quella berlinese: era spesso impegnato in

incontri,volan?naggi,manifestazioni;sipreoccupavadelreclutamentodinuoviiscris

alClubsocialistaedera istruIorepoli?codella sezionecomunista.Si traIavadiun

asvismo incessante che il par?to sollecitava e dal quale la sua esistenza riceveva

significatoproprioinquantodireIaaun’azionecollesva.Invecchiaiaricorderàcheil

par?to all’epoca era la sua «massima passione dominante», alla quale dedicava

un’«asvità quasi con?nua?va» . Un’asvità che cercherà di ridimensionare: nelle150

P.Anderson,La sinistra sconfi.a:EricHobsbawm, in id.,Spectrum.Dadestraa sinistranelmondo147

delleidee,BaldiniCastoldiDalaiEd.,Milano2008,p.347.

Ibid.148

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.90.149

Ivi.,p.131.150

�40

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

suememorieinfasparleràdelsuoimpegnopoli?couniversitarioinchiaveironicae

nesminuiràladedizioneelacapacitàancheinterminiorganizza?vi .Inrealtàdagli151

scrischeHobsbawmpubblicòsul«CUSCBulle?n»allafinedeglianniTrentaemerge

comeegli credevanell’azionedi gruppo, ne sollecitava l’organizzazione, biasimava i

tenta?vi manca? . Marco Albeltaro ha soIolineato come i militan? comunis?152

dell’Europaoccidentale fosserodispos?a far sliIaregli assidelle loroesistenzadal

livello individuale a quello collesvo, dal singolare al plurale, finendo anche per

rinunciare a volte ad elemen? di individualità e in?mità a favore di una dedizione

totale e totalizzante alla poli?ca . È il caso anche di Hobsbawm, il cui racconto153

declinatoalplurale,perquantocompor?unaperditadimoltesfacceIaturedellasua

esistenza giovanile, diventa estremamente indica?vo di un’esperienza, quella nella

sezionestudentescadelCPGB,chevisse–ericordò–comeun’esperienzacollesva:

lavitaindividualeacquisivavaloreesignificatosolonellapluralitàdellacausapoli?ca.

IlsoggeIoassumevaimportanzainquantopartediun’iden?tàpiùampia,chenelle

memoriediHobsbawmtrovaespressioneformalenelladeclinazioneplurale.

Il lavoro di gruppo oltrepassava inoltre l’ambito poli?co e inves?va anche

quello intelleIuale. È probabile che Hobsbawm condividesse (magari ne era egli

stessol’autore )ladisis?macheilCUSCHistoryGroupindirizzavaal«roleplayedby154

the University in prepara?on for later life» dei suoi studen?, denunciando come

l’università stesse fallendo«toequipuswith thepossibili?esof acquiringadeeper

understandingof theproblemswhich faceeveryoneofus inmodern society,with

thetreatofFascismandwaraseverydayandpressingreali?es»,emostrandounavia

alterna?va nel CUSC . Il CUSC aveva infas dato vita a una serie di gruppi che155

rendeva la vitauniversitariaun«extraordinary forma?vemoment», come l’avrebbe

definita Edward P. Thompson , «very exci?ng intellectually, not just poli?cally»156

secondoilparerediPeterWorsley .Èall’internodiques?gruppi,aimarginidunque157

di un’associazione studentesca socialista che spesso collaborava con la sezione del

Ricorderà, ad esempio, che quella presso la segreteria della sezione studentesca del par?to151

comunistafulapiùaltacaricapoli?cadaluirives?ta.Ivi.,p.130

Un esempio è EJH, How about recrui1ng?, in «Cambridge University Socialist Club Bulle?n», 2152

novembre1937.

M.Albeltaro,TheLifeofaCommunistMilitant,inS.A.Smith(acuradi),TheOxfordHandbookOnline153

oftheHistoryofCommunism,OxfordUniversityPress,2014,p.10.

FapensarecheHobsbawmsiastatounodegliorganizzatoridelgruppodeglistoricidelCUSCilfaIo154

che molte conferenze del gruppo fossero tenute nella sua stanza, al King’s college, come più voltepubblicizzato dal «Bulle?n of the Cambridge University Socialist Club». Come esempi: Fabianism v.Revolu1on(2novembre1937);SocialismandEduca1on(16novembre1937);EnglishWorkingClass(23novembre1937).

TheteachingofHistory,in«CambridgeUniversitySocialistClubBulle?n»,15febbraio1938.155

Intervista a E. P. ThompsondiMikeMerrill inH.Abelove, B. Blackmar, P.Dimock e al. (a cura di),156

VisionofHistory,PantheonBook,NewYork,1984,p.11.

IntervistaaP.WorsleydiK.MorganinCambridgeCommunisminthe1930sand1940s,cit.,p.70.157

�41

primaparte:Re1

par?to comunista di Cambridge, cheHobsbawm si avvicinò agli strumen? teorici e

metodologici della lezionemarxista conmaggiore sistema?cità rispeIo alle leIure

marxiste degli anni preceden?. Come lui stesso avrebbe rimarcato, conun accento

forsetroppoentusiastasull’adesionealmarxismoditusglistuden?diOxbridge,

[t]he university establishment was generally hos?le to Marxism in those days.

Nevertheless,wewere allMarxists as students in Cambridge and to some extent in

Oxford,and,infact,atuniversityIwouldhavethoughtmostofuslearnedagooddeal

moretalkingtoeachotherthanwelearnedfromallexceptoneortwoprofessors. 158

DifaIomol?gruppina?insenoalCUSCmiravanoaleggerevariedisciplinedistudio

secondo una prospesva marxista . L’Economics Faculty Group che all’inizio del159

1939cambiavanome inMarxistEconomicsStudiesGroup,adesempio,eraunodei

gruppi più asvi in cui veniva invitato a tenere conferenze ancheMauriceDobb ,160

lecturer di economia del Trinity College, membro del CPGB dagli anni Ven? e

impegnato localmente in un’intesa asvità poli?ca contro l’ascesa fascista e la

minacciadellaguerra .ÈprobabilecheHobsbawm,descriIo ironicamentenel ’39161

daisuoicompagnidipar?tocomegrandeconoscitoredelleoperediMarxedEngels

(tanto da esserne un instancabile traduIore), partecipasse con aIenzione a ques?

incontri. Tanto più che prima del suo arrivo all’università aveva leIoOnMarxism

Today,illibrocheDobbavevapubblicatonel1932conl’intentodifornirealpubblico

inglese non specialista un’introduzione al marxismo . Durante le vacanze es?ve162

inoltre seguiva le sue lezionimarxiste in occasione delle summer schools presso il

Fabian(poiLabour)ResearchDepartmentaLondra .Omaggiandoloallasuamorte,163

HobsbawmavrebbedeIocheDobberastatoperlagenerazionedistuden?disinistra

degli anni Trenta «not only a lucid and sophis?cated guide toMarx, but onewho

couldtranslatemarxisteconomicsintotermsfamiliartothoseeducatedinacademic

IntervistaadE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inH.Abelove,B.Blackmar,P.Dimockeal.(acura158

di),VisionofHistory,cit.,p.30.

A ?tolo d’esempio l’History Group parlava di marxismo e storia (Socialist Diary, in «Cambridge159

University Socialist Club Bulle?n», 2 marzo 1937); il Geography Group proponeva incontri dal ?tolo:MarxismandGeographyoMarxismandAnthropology(Diaryinivi.,2novembre1937);l’EnglishFacultyGroupinveceintervenivasuMarxismandLiterature(Diaryinivi.,7febbraio1939).

Adesempio:MauriceDobb,MarxandCapitalistCrises, (Diary in ivi.,22novembre1938);Maurice160

Dobb,Theeconomicsofpopularfront,(Diaryinivi.,25oIobre1938).

Per un profilo diMaurice Dobb in ques? anni si rimanda aRandom Biographical Notes:Maurice161

Dobb,in«CambridgeJournalofEconomics»,1978,2,pp.115-120.

Questopar?colareè ripreso in T. Shenk,MauriceDobb:Poli1cal Economist, Palgrave Studies,New162

York2013,p.71.

E.Hobsbawm,MauriceDobb(1900-1976),inOxfordDic1onaryofNa1onalBiography,2004.163

�42

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

economics» . D’altro canto Dobb doveva essere un interlocutore ricercato e164

apprezzato dagli studen? del CUSC anche per via della sua conoscenza direIa

dell’URSS.ComehasoIolineatoMarcelloFlores, lediverseedizionidel suoRussian

Economic Development since the Revolu1on, la più deIagliata ricostruzione della

storiaeconomicasovie?cadisponibileininglesedal1928,esercitaronoun’influenzae

un riferimento tuI’altro chemarginali per un pubblico di studen? che – come già

accennato – era profondamente aIraIodall’URSS .Hobsbawm, unodi ques?fin165

dal periodo berlinese, trovavamodo di accrescere la sua fascinazione per il Paese

dellaRivoluzionegraziealeIureeincontricomeques?.Eanchegrazieaconferenze

ecorsiditeorialeninistatenu?dallasezionedelpar?tocomunistadiCambridge.

Ma non solo. Hobsbawm aveva risposto all’invito della University Labour

Federa?on di provare a «socialist long vaca?on» , scegliendo di partecipare166

nell’estatedel1937e inquelladel ’39aicongressidelRassemblementMondialdes

Étudiants (RME) tenu? a Parigi. È probabile che tra le varie opzioni di un impegno

poli?coes?vopropostodalCUSCHobsbawmscegliessequellapariginaperundoppio

mo?vo. Da un lato perché affascinato dall’esperienza poli?ca del Fronte Popolare

francese. Nell’estate 1936 aveva potuto vivere direIamente l’entusiasmo del clima

poli?co parigino: assieme allo zio Sidney – impegnato nelle riprese di film e

cinegiornalipoli?cifinanzia?dallasinistrafrancese–avevapartecipatoil14luglioai

festeggiamen?organizza?dalFrontePopolare,aunannodallara?ficadellapoli?ca

diunitàan?fascista,inmemoriadellapresadellaBas?glia.Èindica?vochetralesue

carte private del periodo universitario conservasse la copia del 15 luglio 1936 de

«L’Humanité» e de «Le Populaire», organi ufficiali rispesvamente del Par?to

comunista edel Par?to socialista francesi, chedescrivevano in termini entusias? la

manifestazione del giorno precedente, dando ampio risalto al discorso di Léon

Blum . Dall’altro lato è probabile che Hobsbawm abbia preferito Parigi per un167

secondomo?vo.NellasegreteriadellaRMElavoravaJamesKlugmann,cheneiprimi

anniTrentaerastatoil leaderdeglistuden?comunis?diCambridgemantenendosu

loro,anchenegliannisuccessivi,unnotevolecarisma.Dal1935Klugamnnsitrovavaa

Parigi dove ad un lavoro di ricerca storica su intelleIuali e Rivoluzione francese

conciliaval’impegnopoli?conellaWorldStudentAssocia?on,dicuieraunafiguradi

spicco.LaRMEeraun’organizzazione,controllatadalComintern,nataaBruxellesnel

1934che,supressioneanchediKlugmann,avevamutatoilproprionomedaComité

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,BozzadelnecrologiodiM.Dobb164

scriIadaE.Hobsbawmper«Rinascita»,1976,(937/4/4/2).

M.Flores,L’immaginedell’URSS.L’Occidentee laRussiadiStalin (1927-1956), IlSaggiatore,Milano165

1990,p.95.

MRC, EHP,Poli?cs, Student Poli?cs,Makeup to havea socialist long vaca1on!!!, in «ULF Summer166

Ac?vi?es»,ladatanonspecificataèriconducibileal1937,(937/6/1/2).

MRC,EHP,Poli?cs,StudentPoli?cs,Frenchpresscusng,15luglio1936,(937/6/1/3).167

�43

primaparte:Re1

MondialdesÉtudiantscontrelaGuerreetleFascismeinRassemblementMondialdes

ÉtudiantspourlaPaix,laLibertéetlaCultureecheavrebberaggiuntoun’adesionedi

circa 1.500.000 studen? in 45 Paesi. Nell’agosto 1937, in concomitanza con

l’Esposizione Internazionale, la RME teneva a Parigi un congresso di 120 delega?

provenien?da35paesi.

La militanza di Hobsbawm negli ambien? comunis? di Cambridge e la sua

conoscenza plurilinguis?ca (all’epoca parlava oltre all’inglese e al tedesco anche il

francese )gliaprironolapossibilitàdilavorarealcongressocometraduIore.Deve168

essere stata un’esperienza molto forma?va: presenziare alle discussioni sul ruolo

degli intelleIuali e sulla libertà nelle università, sen?re voci di eminen? an?fascis?

spagnoliecinesi,confrontarsiconstuden?provenien?damol?Paesidelmondo in

unaciIàcheeradiventatalacapitaledegliesulipoli?cieilcentrodiunafiIaretedi

organizzazioni an?fasciste fu per Hobsbawm una palestra in cui cimentare

direIamente una dimensione internazionale della poli?ca e in cui for?ficare la

propriafedenelruolodell’URSSedell’InternazionaleComunista.Lavorandoafianco

diKlugmanninoltreHobsbawmprobabilmentenesubìl’interpretazioneosmistache

il segretario della RME diede della situazione poli?ca internazionale, in una

prospesvadipace,progressoesperanza.

Un osmismo che non fu la cifra dominante invece del successivo (l’ul?mo)

congressointernazionaledellaRMEallacuipreparazioneHobsbawm,assiemeadaltri

inglesi come la comunista Margot Heinemann e il laburista Bernard Floud ma

AvevainiziatoaimparareilfrancesedabambinoinquantolamadreeratraduIricedalfrancese.168

�44

PassServiceD’Ordre,14luglio1936,(MRC,EHP,937/7/8/1)

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

immerso anche in un clima fortemente internazionale sopraIuIo a contaIo con

asia?ci,lavoròpertuIal’estateprimadell’iniziodellaguerra .Vistalagravitàdella169

situazionepoli?ca internazionale, Klugmann volle che i cinque giorni del congresso

ruotasseroaIornoal temacentralediDemocracyandNa1on, con incontri specifici

suTheUniversi1esintheDefenceofDemocracyeTheValueTodayoftheIdeasofthe

FrenchRevolu1on.Mo?vandoquestadecisionedisse:

Students today, facedwith the gravity of events throughout theworld, take amore

ac?vepartthanformerly inthena?onalandsocial lifeoftheircountry[…] Infaceof

theseproblemsthestudentsarebecomingawareof thecommonaimsand interests

which bind them together, irrespec?ve of their philosophical poli?cal or religious

opinion. An important factor has made its appearance in university life; the

consciousnessofsolidaritybetweenthestudentsofeachcountryandothercountries

inthedefenceofpeace,ofthena?ons,offreedomandofculture .170

InvitòquindiadaprireilcongressoJeanDaudin,unmembrodell’Ac?onUniversitaire

pour la Liberté e degli Étudiants Communistes de France, il quale richiamò

l’aIenzionedei250delega?presen?sull’importanzadellaRivoluzionefrancesecome

modelloacuiguardare.Klugmannaconclusionedelconvegnorimarcòcomel’eredità

culturaleepoli?cadellaRivoluzionefrancese,acui–comeabbiamoricordato–stava

dedicando la sua riflessione storiografica,dovesseessere internazionalmentedifesa

dalle forze del fronte popolare dalla distruzione a cui il nazifascismo voleva

consegnarla.

Presenziare a questo congresso e averci lavorato per la sua preparazione a

fianco di colui che ne aveva deciso la linea interpreta?va deve aver contribuito a

cementare ulteriormente la militanza comunista di Hobsbawm in direzione

internazionalista, secondo la strategia an?fascista del fronte popolare. L’esperienza

dei fron? popolari, che egli visse non solo seguendone le parole chiave da un

osservatorio lontano come quello della Gran Bretagna ma anche partecipando ai

congressiparigini,rappresentòperHobsbawmdunqueunpassaggiomoltoinfluente

che, come si vedrà, si sarebbe sedimentato nella sua memoria e anche nella sua

rielaborazionestoriografica.RicostruendonelSecolobreveques?frangen?lidefinirà

comepartediuna«guerracivileideologicainternazionale»:

E. Hobsbawm,AsUsual duringWorld Crisis a SuperbDay, in «Granta», 2 novembre 1964, pp. 57169

(57-58).

LacitazioneètraIadaG.Andrews,TheShadowMan.AttheHeartoftheCambridgeSpyCircle,I.B.170

Tauris, London - New York 2015, p. 98, a cui rimando anche per la ricostruzione più generale delcongresso.

�45

primaparte:Re1

Inquestaguerracivile ladivisionefondamentalenoneraquellatra ilcapitalismoe la

rivoluzione sociale comunista, ma tra quella che separava due diverse famiglie

ideologiche: da un lato i discenden? dell’illuminismo seIecentesco e delle grandi

rivoluzioni,compresa,ovviamente, laRivoluzionerussa;dall’altro, isuoioppositori. In

breve il confine non opponeva capitalismo e comunismo, bensì ciò che in termini

oIocenteschisisarebbedefinito‘progresso’e‘rivoluzione’ .171

ComehasoIolineatoAldoAgos?,questavisionebipolaredelprocessostoricofecesì

cheleparolechiavepropriedellastagionedeifron?popolarisisedimentasseronella

memoriaindividualeecollesvadeicomunis?edellasinistraeuropea,perriapparire

annidopocomeideaforza .Saràilcaso,comevedremo,anchediHobsbawm,che172

concluso il congresso di Parigi rientrava in Inghilterra poche sesmane prima che

ChurchilldichiarasseguerraallaGermania.

DilìapochimesiHobsbawmdoveIeabbandonarelavitauniversitaria.Prima

di farlo,assiemeaWilliamRaymondsscrisseunpamphletsullaguerrad’inverno, in

cui prendeva le difese dell’aggressione della Finlandia da parte dell’URSS . Nel173

febbraio del 1940 venne quindi chiamato alle armi. Dapprima fu arruolato come

genieredella560°FieldCompanyche,vistal’avanzatasulcon?nentedellaGermania

tra aprile e giugno, venne impegnata nella costruzione di opere difensive nell’East

Anglia. Dal giugno del 1942 poi fu trasferito all’Army Educa?onal Corps a Salisbury

Plain,nellazonacentro-meridionaledell’Inghilterra,conilruolodisergenteistruIore

incaricatodi insegnare la lingua tedesca,di redigeregiornalimurali edi coordinare

dibas? sull’aIualità tra le truppe.Nello svolgere quest’ul?mo compitoHobsbawm

asròisospesdelServizioSegretobritannico(ilMilitaryIntelligence,sezione5;MI5)

pericontascheintessevaconcomunis?tedeschiasviinGranBretagna.Alleprime

indaginipromossedalMI5,HobsbawmvenivadescriIocontonitranquillizzan?.Agli

occhidelcolonnellodelSouthernCommanddiSalisbury,Hobsbawmappariva

likemost recent university graduates in history, […] poli?callyminded, and takes an

intense interest in ‘current affairs’. He has being edi?ng a wall newspaper, which is

censoredbythelocalSecurityOfficerbeforepublica?on.Thetoneofhispublica?onis

good.WarOfficestaffofABCA[ArmyBureauofCurrentAffairs]haverequestedseveral

originalcopiesassamples .174

E.Hobsbawm,IlSecolobreve(1914-1991),Rizzoli,Milano2014[primaed.1995,ed.or.1994],p.175.171

A.Agos?,Bandiererosse.Unprofilostoricodeicomunis1europei,EditoriRiuni?,Roma1999,p.93.172

Il pamphlet, dal ?toloWar on the URSS?, si concludeva con un’esortazione «No Volunteers for173

Finland, Hands Off Russia!». Per la ricostruzione di questo episodio D. Smith, Raymond Williams: aWarrior’sTale,Parthian,Cardigan2008,pp.104-105.

Na?onal Archives London [d’ora in poi NAL], Records of the Security Service, Eric Hobsbawm Files174

[d’orainpoiMI5-EHF],KV2/3980,ComplainsagainstInstructorsA.E.C.,10luglio1942.

�46

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

Nonc’eranodunqueragionipersospeIaredi lui, inunasituazionedove lepotenze

anglosassoni erano alleate dell'URSS. Nel corso dell’estate il giudizio però cambiò

notevolmente:duramenteripresoperaverabusatodellasuaposizionediinsegnante,

Hobsbawm fu trasferito nella divisione corazzata della guardie reali e soIoposto a

interceIazioniecontrollidell’intelligence .PostosoIostreIaosservazione,venne175

privato della libertà di intavolare qualunque discussione su temi di aIualità. Gli

rimanevasolo lapossibilitàdi tenereuncorsobasedi lingua tedesca .Ciòchegli176

veniva contestato era di aver affrontato negli incontri con le truppe temi «highly

par?san».Nelmomentoincuilaspintaespansivadell’Asseraggiungevailsuoculmine

nell’Europaorientale,conl'ArmatarossarespintaquasiagliUrali,glianglo-americani

aldilàdellaManicaelaRoyalArmyindifficoltàinEgiIo,Hobsbawm–seguendole

diresve date da Harry PolliI – propagandava la necessità di aprire un fronte di

guerrainOccidenteperalleggerirelapressionetedescasull’URSS.Il‘secondofronte’

era, ai suoi occhi, una ques?onemolto delicata di cui era doveroso convincere le

truppe e l'opinione pubblica inglese, sempre più aIestate in una forma di

aIendismo.

Lately,–scrivevaHobsbawmadunamiconell’agostodel1942–I’veheardallsortsof

fantas?ctheoriesputforwardbysoldiers:‘Wecan’thaveit[‘secondofronte’]thisyear;

when we were alone, Russia never helped us; what’s the use of just running into

anotherDunkirk [sic,Dunkerque]’,ansoon.Themore theRussianarepressedback,

themorelikelythemenaretocamouflagetheirdefea?smintheseways,which,they

neverrealise[,]areplayinginthehandsoftheAppeasers.(Allthisdoesn’tchangetheir

fundamentalastudetoRussia).Asweadvance,thesimpledemandforasecondfront

involvesmore andmore complex arguments on the effec?veness of democracy, the

natureofpoli?calac?onandsoon[…]Thereisnoslackeningofpeople’swillingnessto

takepart ina second front.Butwehave to face thepossibilityofa sortofmunichit

feeling(inaminorkey),arelapseintothetemporaryparalysisofwaitandsee.English

peoplearetoodamnlikelytodothatanyway .177

UnaIeggiamentodi aIesa che, in realtà, inves?va lo stessoHobsbawm.Confidava

all’amico,infas,che«[a]llthisisn’tmadeanyeasierbythedefea?smofagoodmany

sensiblepeople. Imust admit, I feel itmyself» .Avevanutritopesan?perplessità178

anche anni prima nei confron? della poli?ca seguita dal par?to fino all’ingresso

Ivi.,Sgt.InstructorE.J.Hobsbawm,A.E.C.,7seIembre1942.175

Ivi.,Secretreport,30seIembre1942.176

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaJ.Alexander,3agosto1942.177

Ibid.178

�47

primaparte:Re1

dell’URSS in guerra. Sebbene in vecchiaia avrebbe ricordato che all’epocadel paIo

Molotov-Ribbentrop non aveva nutrito riserve , dallo sfogo epistolare all’amico si179

evince in realtà che l’evoluzionepoli?caa cui anche il CPGB– sebbene riluIante–

avevaaderito fossegiudicatadaHobsbawmcontonimoltopolemici.Parlavainfas180

di un «exaspera?on at a policy which was so obviously suicidal; the secret and

unadmiIedfeelingthatweweren’tgoingtobein?me».Econcludevadicendo:«Of

courseweneveradmiIedittoourselvesandtoothers,butitmayhavecolouredour

work» .181

Se in privato confessava tali ?tubanze, pubblicamente seguiva e alimentava

invece la propaganda per il ‘secondo fronte’ perseguita dal par?to: cosa che

comportò per Hobsbawmmargini sempre più stres di libertà d’azione e di parola

all’interno dell’esercito. «I can’t even do the liIle things that CUSC could do, and

which, if they didnt [sic] influence world history, certainly kept our consciences

reasonablyquiet. If Ido–sisfogavaconunamico–Igetmyballschewedoff,and,

fromthecolonel’spointofview,rightly» . Ildinamismopoli?coe intelleIualedel182

periodo prebellico aveva dunque dovuto lasciar spazio ad una possibilità di

espressionesemprepiùridimensionataedalì inavan?costantementecontrollatae

arginata.ScontentodiquestasituazioneHobsbawmchieseiltrasferimentonell’Army

Propaganda Unit, che gli venne negato come gli sarebbero state negate tuIe le

successiverichiestedinuovemansioniediincarichi ,tantochenell’apriledel1944183

– in seguito a una nuova reprimenda per aver reso una discussione con i solda?

troppopoli?cacheglisarebbecostataaltritrasferimen?–Hobsbawmsilamentòcon

ilcolonnellodefinendosiuna«vismapoli?ca».

Lafrustrazioneel’insoddisfazionecheprovavaperlasuaposizionebenesicogliein

questa conversazione telefonica, interceIata e trascriIa dai Servizi Segre?, tra

Hobsbawm e Margot Heinemann, compagna di par?to che aveva conosciuto

frequentandoilLabourResearchDepartmentedicuieradiventatoamico:

M:[…]Youares?lldoingthesamejobareyou?

E:Yes,withknobson,wellanywaywithknobsoff!

M:Off!

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,p.175.179

K. Morgan, Against Fascism and War. Ruptures and Con1nui1es in Bri1sh Communist Poli1cs180

(1935-1941),ManchesterUniversityPress,Manchester1989;D.Childs,TheBri1shCommunistPartyandtheWar,1939-41:OldSlogansRevived,in«JournalofContemporaryHistory»,1977/12,pp.237-253.

NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiE.HobsbawmaJ.Alexander,cit.181

Ibid.182

Nelmaggiodel1945HobsbawmfecedomandadilavorareperlaBBCnellaServiceEduca?onalUnit.183

Perintercessionedell’IM5,illavoroglivennenegato,cosìcomeaguerrafinitanonoIenneunpostodilavoropresso l’AustrianSec?onofPIDper lostessomo?vo. Ivi., LeIeradiOsbornaSchelmerdine,12maggio1945.

�48

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

E:WellaboutastuckedawayasIcanpossiblybe!

M:That’sverybadluckyImustsay.

E:Oh,Idon’tknow.

M:WellnobodywhoisnearLondonisverytruckedawayImustsay.Frontline!

E:Yesthat’strue .184

Ineffes, la vitamilitare conobblighi ridosa cuiera costreIo sedaun lato

risultavainappagateeopprimente,dall’altrolatoglipermeIevadiritagliarsispazidi

evasioneesterniall’esercito,finendocolcondurreunavitamoltosimileaquelladei

civili.Potevadedicarsipiùliberamenteallapassionedeljazz eriprendereleleIure185

elostudio.Uncambiamentonelleregoleuniversitariepericurriculadeglistuden?in

guerrapermiseaHobsbawmdiconseguireilmasterinstorianelfebbraiodel1943 .186

Laprossimità a Londradegli accampamen?dove si trovavadi stanza gli consen?va

inoltrediraggiungerelacapitaleneifinesesmanaconregolarità.Le interceIazioni

dell’Intelligence, i cui microfoni vigilavano gli uffici londinesi del par?to comunista

britannico(perunbreveperiodoall’iniziodellaguerraerastatoven?latodirendere

illegaleilpar?to),mostranocomeHobsbawmall’epocasimantenesseincontaIocon

alcuni quadri londinesi. Ques? lo consideravano un «excellent Comrade» a cui

chiedere reportage sull’esercito , ma ne lamentavano anche una mancanza di187

pra?cità e un’incapacità di adaIarsi alle nuove condizioni in cui il par?to stava188

operando .189

Le frequentazioni londinesi non si limitavano streIamente al CPGB. Amici

conosciu?neglianniprimadellaguerra,quandoeglifrequentavalebibliotecheegli

ambien?della LondonSchoolofEconomics, lo introdussero inunmilieu comunista

internazionale, quello degli esuli tedeschi e austriaci. Nel 1942 l’Intelligence aveva

iniziatoa sorvegliarloproprioperchéera in contaIoconHansKahle,un comunista

tedesco di vecchia data che aveva partecipato alla guerra spagnola, era stato

internato inCanada,dadoveerarecentementeritornatoecheoraeraosservato in

quantosospeIaspia sovie?ca .Nel1944,entrando incontaIoconWolfgangvon190

Ivi.,InterceIazionetelefonica,2luglio1944.184

Sivedal’avvertenzaallaprimaedizione(1959),inE.Hobsbawm,Storiasocialedeljazz,EditoriRiuni?,185

Roma1982[primaed.it.F.Newton,Ilmondodeljazz,1963;ed.or.1959],p.53.

CULA, HGF, (UA BOGS 1, 1950-1 File 123), LeIera di E. Hobsbawm al Board of Research Studies186

dell’UniversitàdiCambridge,2dicembre1945,incuidichiaradiaverconseguitoilMAnelfebbraio1943.

NAL,MI5-EHF,KV2/3980,InterceIazionediunaconversazionedel25novembre1942.187

«Robson [un quadro del par?to] explained how he had tried to make Hobsbawm a liIle more188

prac?calandlessofanidealist».Ivi,InterceIazionediunaconversazionedel23novembre1942.

«Heiss?llthinkingintermsofdecisionsandorganiseddiscussions»,secondoilparerediSidMorris.189

Ivi.,InterceIazionediunaconversazione9dicembre1942.

Perunprofilodiquestafigurasecondo le indaginidelMI5siveda:F.StonorSanders,Stuckonthe190

Flypapers,in«LondonReviewofBooks»,2015/7,p.6(3-10).

�49

primaparte:Re1

Einsiedel,Hobsbawminiziòascriveresul«DieZeitung»,ilsesmanaledellacomunità

tedesca in esilio in Gran Bretagna, profili di eminen? figure del socialismo inglese,

comeadesempioWilliamMorris,opiùgeneralmentedellaculturaanglofona .Dal191

1945 iniziòacollaborareanchecon icomunis?austriaciaLondra, impegna? inuna

campagna di mobilitazione degli intelleIuali per la ricostruzione dell’Austria.

Interveniva alle conferenze da ques? organizza? e partecipava al Free Austrian192

Movement(FAM).SitraIavadiunampiomovimentosocialeeculturalechelavorava

per influenzare la poli?ca britannica nei confron? dell’Austria, coordinando e

ar?colandoleaspirazionipoli?chedeirifugia?austriaci.NelFAMpredominanteerala

presenza comunista, che sulmodellodel frontepopolare si eramostrata capacedi

creareunfrontenazionaleditusgliaustriacichesiopponevanoaHilter.Ques?nel

lungo periodomiravano a progeIare il futuro postbellico dell’Austria in termini di

libertà, indipendenzaedemocrazia;alivellopiùimmediatolavoravanopercostruire

un’iden?tàculturaledell’Austriadis?ntarispeIoallospeIropan-germanico.Unodei

piùprolificitragliintelleIualiaustriaciinGranBretagna,JenöKostmann,unveterano

delpar?tocomunistaaustriacoconcuiHobsbawmeraincontaIo,neisuoipamphlet

pubblica?dalFAMdescriveval’Austriacomeprimavismadell’aggressionenazistae

raccontavaunacrescenteresistenzaaustriacacontroilnazismo .«Austriawillnever193

bepartofGermany:herhistorical,culturalandethnologicalbackgroundisdifferent

from that of Germany» , si leggeva in «Austrian News», il giornale che il FAM194

pubblicava in lingua inglese per raggiungere un pubblico di anglofili al quale

Hobsbawmcontribuiva, comecontribuivaancheal sesmanaledel FAM in tedesco,

«Zeitspiegel» con ar?coli sulla contemporanea situazione poli?ca e sulla storia

dell’Austria .Nel fraIempo,con?nuavaaesseresorvegliatodaiServizi segre?che195

iniziavano a descriverlo come un «very prominent member of the Communist

Party» , a cui dovevano essere riservate posizioni appartate e secondarie196

A ?tolo d’esempio: E. Hobsbawm,WilliamMorris, in «Die Zeitung», 10 novembre 1944; id., Sean191

O’Casey,inivi.,15seIembre1944.

Un esempio è la conferenza tenuta da Jenö Kostmann su «The Communists and the place of the192

IntellectualsinthenewAustria»,30agosto1945.

Si veda: C. Brinson, R. Dove, Publishing with a Purpose: Free Austrian Books, in M. Bearman, C.193

Brinson, R. Dove, e al.,Out of Austria. The Austrian Centre in London in World War Second, TaurisAcademicStudies,London-NewYork2008,pp.89-92.

Editorial, «Austrian News», 16 novembre 1943, p. 3 citato in J. Taylor, The Press of the Austrian194

Centre,inivi.,p.75.

Alcunisuoiar?coliin«AustrianNews»sono:TheHabsburgs,n.9,novembre1945,pp.6-7;Na1onal195

Oppression in theHabsburgEmpire,n.10,gennaio1946,p.8;12March,1938,n.12, febbraio-marzo1946,p.1;OneYearoftheSecondRepublic,n.13,marzo-aprile1946,p.1;su«Zeitspiegel»:BismarckundOesterreich,7aprile1945;Koeniggraetz:DieLiberaleZeit,15dicembre1945;DasGrossdeutschtum,23febbraio1946.

NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiJ.B.MilneaBird,5seIembre1944.196

�50

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

nell’esercito . Concluse l’esperienza bellica in un ospedale militare nel197

Gloucestershire.

Hobsbawm ritornava a tus gli effes un civile solo nel febbraio 1946. La

smobilitazionepertuIaunagenerazionedistuden?cheavevadovutointerrompere

gli studi per la guerra era vissuta – nella parole di Peter Worsely – «with great

trepida?on» . Anche Hobsbawm nutriva una forte ambizione di ricominciare a198

tempo pieno l’impegno universitario. Un suo amico, a guerra appena conclusa, gli

scriveva: «As you say,we are not qualified for anything and, from theprofessional

point of view, have wasted six years, or will have, by the ?me we get out» . Il199

desiderio eraquellodi lasciarsi alle spalle l’esperienzanell’esercito, cheHobsbawm

avevavissutoconfrustrazione.Amol?annididistanzaavrebbedeIo,conamarezza,

che la sua non era stata né una buona né una casva guerra, ma «una guerra

vuota» : si era visto tarpare le ali e avevadovuto ridimensionare l’asvismodegli200

anni universitari per agire invece da «anonimo militare» , che in nessun modo201

avevacontribuitoall’evolversidellaguerra:«nonfecinulladisignifica?voenessuno

michiesedifarlo.Furonogliannimenopiacevolidellamiavita» .202

Ilrientroallavitaciviledovevaesseredunquevissutocomeunaliberazione,un

riappropriarsi del proprio futuro. Significava innanzituIo riprendere le redini dei

propristudicheperHobsbawmvolevadireiniziareunaricercadidoIorato.Ritornava

allasuavitauniversitariaincircostanzeperòdifferen?rispeIoagliesaltan?annidel

periodoprebellico.InnanzituIoperl’età:Hobsbawmoraavevaquasiven?noveanni,

nonpotevapiùiden?ficarsiconlostudentediseianniprima.Insecondoluogo,era

sposato.Nel1943sieraunitoaMurielSeamen,unacompagnadipar?tocheaveva

conosciuto frequentando gli ambien? della London School of Economics e con la

quale aveva preso in affiIo un appartamento a Camden Town, un quar?ere nella

parteseIentrionalediLondrachenell’immediatodopoguerraasravagliintelleIuali.

LefrequentazionidiCambridgesifacevanodunquepiùsporadiche,benchéaguerra

finitariprendessealcuneasvitàinterneall’università:fuadesempiotracoloroche,

in qualità di vice-presidente, ridiede vita agli Apostoli, riorganizzandone la vita

associa?va nel dopoguerra . Proprio il legame con Muriel contribuì non poco a203

Trasferito all’isola diWight nelmaggio del 1944, vi fu subito allontanato per evitare che potesse197

entrareincontaIoconinumerosicon?ngen?distanzasull’isolainvistadellosbarcoinNormandia:Ivi.,LeIeradelColonnelloR.E.PickeringalmaggioreE.Bird,12maggio1944.

IntervistaaP.WorselydiK.MorganinCambridgeCommunisminthe1930sand1940s,cit.,p.71.198

NAL,MI5-EHF,KV2/3980,LeIeradiW.WallichaE.Hobsbawm,19maggio1945.199

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.175.200

Id.,Ilpresentecomestoria(1993),inid.,DeHistoria,Rizzoli,Milano1997[ed.or.1997],p.269.201

Id.,Anniinteressan1,cit.,p.175.202

MRC, EHP, Personalia, Other Personal Papers, Autobiographical material, Typescript notes on203

Apostoles,(senzadata),(937/7/8/1).

�51

primaparte:Re1

delineare il tema a cui avrebbe dedicato la ricerca di doIorato.Muriel lavorava al

Ministero del commercio e dell’industria, non poteva quindi lasciare Londra. Per

questo Hobsbawm decise di abbandonare l’iniziale idea, nata sulla spinta del suo

interesse per gli studi coloniali, di affrontare l’analisi dei problemi agrari dell’Africa

seIentrionale, per scegliere invece un argomento che avrebbe potuto affrontare

senzadoversispostaredaLondra.SoIo latuteladiMouniaPosnan iniziavadunque

unaricercasullaSocietàFabianaacavallotraXIXeXXsecolo,«averysuitablepiece

ofresearch» secondoilgiudiziodeisuoiprofessori,«wellchosentosuithisinterest204

and par?cular ap?tudes» , per il quale nel corso della guerra aveva faIo205

abbondan? leIure preliminari. C’era infine un terzo mo?vo per cui il ritorno

all’università non si rivelava propriamente un ritorno: la stessa esperienza della

guerra aveva portato dei cambiamen? all’interno della vita poli?ca universitaria.

RaymondWilliamsavrebbericordatoilfrangentedelsuoritornoaCambridgedopola

guerraconquesteparole:«thestudentculturehadaltered.[…]Therewasreallyno

longeraconsciousleâpresence.ThefirstpersonImetagainwhomIknewwasEric

Hobsbawm.Weagreedthatwewereinadifferentworld» .206

SempremenotempoHobsbawmdeveavertrascorsoaCambridge:dalfebbraio

1947allaricercasulfabianesimoaffiancava«inhourswhentheBri?shMuseumand

other libraries in which he works are not available» – assicurava Posnan –207

l’impegno di lecturer presso il Birckbeck College di Londra, un is?tuto universitario

seralecontradizioniradicalialqualesarebberimastolegatoperilrestodellavita.A

Londra svolgeva anche il suo impegnopoli?co, che seppur non esaltante comenel

periodo prebellico, rimaneva comunque pervasivo e totalizzante. IscriIosi ad una

sezionelondinesedelCPGB,collaboravaallastampadelpar?to,come«DailyWorker»

e «WorldNews», e «Our Time», l’organoufficiale del CulturalGroupCommiIee. Il

suo impegno poli?co manteneva inoltre un orizzonte opera?vo internazionale e

internazionalista. Come negli anni del secondo confliIo mondiale, proseguiva la

collaborazioneafiancodegliesulitedeschi.Nel1948eraasvoall’internodelBri?sh

Council for GermanDemocracy (BCGD), un’organizzazione chemirava a presentare

all’opinionepubblicabritannicalanecessitàdiunaGermaniaconunpropriogoverno

unitarioe liberadaogniereditànazista.Sebbeneufficialmentesipresentassecome

non par??co, il BCGD in realtà lavorava all’interno di organizzazioni comuniste di

lungatradizione.Icontastragliesulicomunis?tedeschieilCPGBd’altrondesierano

avvia? già nel corso degli anni Trenta, si erano intensifica? durante la guerra e

nell’immediato dopoguerra si facevano molto stres anche intelleIualmente:

CULA,HGF(UABOGS1,1950-1File123),LeIeradiM.PostanaSartain,22dicembre1945.204

Ivi.,LeIeradiMorrisaSartain,26dicembre1945.205

R.Williams,Poli1csandLe.ers,cit.,p.180.206

CULA,HGF,(UABOGS1,1950-1File123),LeIeradiM.PostanaSartain,29oIobre1947.207

�52

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

ChristopherHill,ArthurL.Marton,DonaTorr,nomicheritornerannopocooltre,come

MauriceDobb eranoinrappor?d’amiciziaconl’intellighenziatedescacomunistain

esilio;Hobsbawmeraamicodi JürgenKuczynski .Probabilmentesu indicazionedi208

von Einsiedel , assunse per un breve periodo la direzione di «Searchlight», il209

giornaledelBCGD .210

La sua asvità poli?ca poi non vedeva separazione tra pubblico e privato. Il

faIochefossesposatoconunacompagnadipar?toneèunsintomo:«aquell’epoca

–avrebbericordatoinvecchiaia–avreitrovatoinconcepibilesposareunadonnache

nonappartenesse al par?to» . Lapoli?caera vissutadunquenon solo in gruppo,211

ma anche in coppia. Assieme alla moglie nel 1947 partecipò al primo fes?val

mondiale della gioventù a Praga. Le riunioni della cellula comunista dei funzionari

dellapubblicaamministrazione,acuiMurielSeamenapparteneva,sitenevanonella

nuova casa che lei e Hobsbawm avevano preso in affiIo di fronte a Clapham

Common,inunquar?ereasuddiLondra.Èverosimilechetralemuradellalorocasa

cifosseun’atmosferasimileaquelladescriIanellasuaautobiografiadaDorisLessing,

lacuicucinanellimitrofoquar?erediKensingtonera«spessopienadicompagni,che

facevano uno spun?no, parlavano, urlavano e riportavano no?zie in tono

confidenziale», e con«osmismoper il futuro», sulla poli?ca internazionale e sulla

ricostruzionedell’Inghilterra .212

Sivedalates?monianzadiHobsbawmriportatainS.BergereN.LaPorte,FriendlyEnemies.Britain208

andtheGDR(1949-1990),BerghahnBooks,NewYork-Oxford,pp.52-53.

NAL,MI5-EHF,KV2/3981,EstraIodiunaleIeradivonEinsiedelaE.Hobsbawm,17novembre1945.209

Tra il 1951 e il 1952 Hobsbawm abbandonerà la direzione del giornale, a causa dell’eccessivo210

impegnato accademico tra Cambridge e Londra e credendo più fruIuoso riversare lo sforzo non in«Searchlight», ma in giornali di maggiore ?ratura. Si veda lo sfogo che fece scrivendo a DorothyDiamond: NAL, MI5-EHF, KV2/3981, Copia di una leIera interceIata di E. Hobsbawm a DorothyDiamond,23giugno1951,(KV2/3981/166a).

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.199.211

D.Lessing,Camminandonell’ombra.Lamiaautobiografia, secondovolume (1949-1962), Feltrinelli,212

Milano1999,pp.27e20.

�53

primaparte:Re1

�54

Fotocopiadiunritra.odiE.Hobsbawmfa.odaR.Koselleck,giugno1947(MRC,EHP,937/7/8/1).

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

1.2.TraaccademiaepoliSca

Ricordando,atrent’annididistanza,ildecenniosuccessivoallasecondaguerra

mondialeHobsbawmavrebbedeIocheall’epocainteseevissel’asvitàscien?ficain

streIa relazione con l’impegno poli?co . Quella tra scholarship e commitment fu213

una convergenza che non venne sperimentata dal solo Hobsbawm, ma che

caraIerizzòun’interagenerazionedi intelleIuali comunis?. L’impegnoe?co-poli?co

cheessi,spin?dalladramma?citàdellasituazionepostbellica,assunseroinvistadella

ricostruzione si intersecò con la loro riflessione professionale, in un intreccio che

comportònuoveprospesveenuovi interroga?vistoriografici.La«tensione–come

l’hadefinitaPaoloFavilli–tracompi?poli?ci,indirizziideologici,necessitàdiricerca

ed analisi» ad alto livello scien?fico permeò nel secondo dopoguerra, infas,214

l’esperienza dimol? storici comunis? a livello europeo. Rosario Villari ad esempio,

cheaguerraconclusaavevavent’anniecheneglianniCinquantaavrebbeiniziatocon

HobsbawmunostreIolegamediaffinitàpoli?caeideologica,avrebbericordatoche

«igiovanicheallorasiavvicinavanoallaricercastoricapartecipavano,osen?vanodi

dover partecipare, anche aIraverso l’esercizio e la pra?ca della storiografia,

all’impegnocollesvoadaffrontareesuperareiproblemicheilfascismo,laguerrae

lasconfiIaavevanolasciatoineredità»all’Italia .MichellePerrot,storicafrancese215

che allametà degli anni Cinquanta si sarebbe iscriIa per un breve periodo al PCF,

avrebbe deIo che i migliori studen? della Sorbona postbellica erano aIras dal

marxismo che li «seduceva con la sua capacità di analisi e classificazione. Ai nostri

occhi–avrebbeaggiunto–Labrousseneera ilportavoce.Nella ‘mia’Sorbonadegli

anni1947-1951,Labrousseerailsimbolodiunatriplicepreoccupazioneperilrigore,

perlariflessioneteoricaeperl’aperturasociale:inunaparola,lamodernità»chesi

opponevaallastoriografiatradizionaleecheriscuotevaconsiderazioneanchetragli

storici non marxis? . Anche in Gran Bretagna, l’impegno deIato dalla militanza216

indirizzava la riflessione degli storici comunis?, sia in una direzione propriamente

storiografica sia in un lavoro culturale con con?ngen? finalità poli?che. Così

ammonivaundocumentodel1948:

E.Hobsbawm,TheHistorians’GroupoftheCommunistParty,inM.Cornforth(acuradi),Rebelsand213

TheirCauses.EssaysinHonourofA.L.Morton,LawrenceandWishart,Londra1978,pp.26e43(21-48).

P.Favilli,Marxismoestoria.Saggiosull’innovazionestoriograficainItalia(1945-1970),FrancoAngeli,214

Milano2006,p.155.

R. Villari, Storia e giudizio storico, in «Annali dell’Is?tuto italiano per gli studi storici», 1998/15,215

Bologna,IlMulino1999,p.4(3-14).

M.Perrot,UnostoricomilitanteallaSorbona.IntervistaaErnestLabrousse,in«PassatoePresente»,216

1985/7,pp.87-88e90(87-109).

�55

primaparte:Re1

It cannotbedenied thatbourgeois ideologypredominated inBritain to-day,nor that

weareseeinganintensifica?onofthebourgeoisideologicaldrive.ThebaIleofideasis

amanysidedstruggle.Itfollowsthatwemustintensifyourstruggleagainstbourgeois

ideasandforMarxismonmanyformssimultaneously.[…]Thecompletelyofourwork

makesitallthemoreimpera?vetosecureanoverallplanofworkandcentraldirec?on

ofac?vity .217

Il ‘noi’ a cui questo documento alludeva è quello degli storici iscris al Par?to

comunista britannico, del cui lavoro venivano evidenzia? l’importanza e il valore

poli?ci.Gli storici, fosseroessidocen?universitari, insegnan?o studen?,dovevano

essere «class fighters in the ideological field» . Lo storico comunista doveva218

dimostrarsiversa?le,dandoprovadellacapacitàdideclinare lepropriecompetenze

incampidiversi.Laprioritàd’azioneeraindividuatanel lavoroperenelmovimento

operaio; doveva inoltre lavorare nel par?to, nelle scuole, intervenire sulla stampa,

fare ricerche e pubblicare libri. Una sfera molto delicata d’intervento era poi

individuatanell’ambitouniversitario.Adocen?ericercatorierarichiestodinon«bury

themselves in the libraries and turn out highly specialist works readable only by

professional historians», ma di farsi compartecipi di un lavoro più popolare,

prendendo parte alle scuole di par?to, al lavoro delle sezioni di base, pubblicando

interven? leggibili «by the intelligent and class consciousworkers» .Queste linee219

guidanonvenivanoscriIedaunsemplicemilitantecomunistachevedevanelproprio

lavoro intelleIuale una prosecuzione di quello poli?co; erano bensì scriIe per

delineareicompi?eiruolicheglistoricidelpar?tocomunistabritannicodovevano

assumere:eraaques?chevenivanoindirizzateinformadimanifestoprogramma?co.

Nell’autunno1946venneinfasformatoinsenoalpar?tounGruppodistorici.

Hobsbawm,cheinqueglistessimesiriprendevalavitauniversitaria iniziandolasua

ricercadidoIoratoecheera–comesièvisto–partecipedellediscussionicomuniste

sia britanniche che internazionali, prese parte fin dalle fasi iniziali al progeIo del

Gruppo inprimafila:nevennenominatotesoriere,ChristopherHillpresidente . Il220

Gruppo nasceva da un incontro volto a promuovere una revisione di A People’s

History of England di Arthur LeslieMorton, una storia nazionale in chiavemarxista

pubblicatadalLeâBookClubprimadellaguerra,diventatacentralenellebiblioteche

MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the217

CommunistPartyHistorians'Group,1940-1952,Draâstatementon the roleand tasksofBri?shpartyHistorians in the BaIle of Ideas, 1948 (la data si ricava dalla leIera che accompagna il documento),(937/6/2/1).

Ibid.218

Ibid.219

Verbaledellasedutadel27-28-29seIembre1946.220

�56

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

deicomunis?britanniciecheoragliintelleIualidelpar?tovolevanoripubblicarecon

dellemodificheinunanuovaedizione .Quest’inizialeriunioneavevapoiapertola221

strada alla nascita di un nuovo gruppo di intelleIuali iscris al CPGB, quello degli

storici appunto, che si affiancava ad una decina di altri gruppi di intelleIuali e di

professionis?membridelpar?to.

RispeIoal restodeinumerosiprofessionalgroupsdelpar?tocomunistabritannico,

quello degli storici si sarebbe dimostrato il più asvo. A par?re dagli ul?mi anni

Quarantailgruppodegliscienzia?comequellodegliscriIoriequellodegliar?s?ad

esempio, sempre più insofferen? nei confron? della subordinazione poli?ca che

l’URSSrichiedevaallascienzacomeallear?,sistavanosgretolando .Adifferenzadi222

questerealtà,l’Historians’Groupinstauròconilpar?to–elomantennefinoa1956–

un rapporto che nelle memorie dei partecipan? sarebbe stato concordemente

definitolibero.JohnSaville,adesempio,loricorderàcome«friendlyandhelpful» ;223

RodneyHiltonrievocheràcomeillorolavororaccogliessericonoscimen?es?matrai

quadri del par?to «which made no aIempt […] to intervene in any way» ;224

HobsbawmsoIolineeràl’autosufficienzadicuiilGruppogodevaanchedaunpuntodi

vistaorganizza?voedeconomico .L’indipendenzadelGruppodeglistorici rispeIo225

allelineedelpar?to,inrealtà,risultamoltomenolinearediquantoappaiadaques?

ricordi.Ineffescifuun’autonomia,chevennesubitapiuIostocherivendicata.Essa

fu vissuta come sintomo di debolezza: una mancanza di direzione poli?ca e un

disinteressamentoorganizza?vodapartedelpar?tocherischiavadi indebolire,agli

occhi degli storici del Gruppo, i loro proges e le loro esigenze . D’altro canto, i226

A. L.Morton,APeople’sHistoryofEngland,VictorGollancz, London1938. Il testo integratocon le221

revisioniemersedallediscussioniinternealGruppodeglistoricivennedatoallestampenel1948.PerilsignificatodellibrosivedaM.Cornforth,A.L.Morton:PortraitofaMarxistHistorian,inid.(acuradi),RebelsandTheirCauses,cit.,pp.13-14(7-20)eR.Samuel,Bri1shMarxistHistorians,1880-1980:PartOne,in«NewLeâReview»,1980/1,p.41(21-96).Il libro sarebbe stato guardato con interesse dalla casa editrice Einaudi a par?re dalla fine degli anniQuaranta(L.Mangoni,Pensareilibri.LacasaeditriceEinaudidagliannitrentaagliannisessanta,Bolla?Boringhieri, Torino1999, n.672p. 793); avrebbeperò trovato traduzione solodecenni più tardi con il?toloStoriadelpopoloinglese,Officina,Roma1981.

PerilrapportosemprepiùvacillanteepoiinterroIotraCPGBescriIorisivedaA.Croâ,AuthorsTake222

Sides:Writersand theCommunistParty,1920-56, inG.Andrews,N.FishmaneK.Mordan (acuradi),OpeningtheBooks.EssaysontheSocialandCulturalHistoryoftheBri1shcommunistParty,PlutoPress,Londra1995,pp.95-100(83-101).Perlecrepeinternealgruppodegliscienzia?delpar?to,aseguitodelcasoLysenko,sirimandaaN.Wood,CommunistsmandBri1shIntellectuals,GollanczLTD,Londra1959,pp.121-156.PerunosguardopiùgeneraledellapresenzadiGruppidiintelleIualiall’internodelCPGBnel decennio successivoalla secondaguerramondiale: J. Callaghan,ColdWar, Crisis andConflict. TheCPGB1951-1968,LawrenceandWishart,London2003,pp.94-98.

J.Saville,MemoirsfromtheLef,ThMerlinPress,London2003,p.87.223

MRC, EHP, Obituaries and other biographical wri?ngs, Obituaries and profiles wriIen by others,224

IntervistadiR.HiltondapartediJ.Hatcher,senzadata,(937/4/4/4).

E.Hobsbawm,TheHistorians’Group,cit.,p.27.225

MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the226

Communist Party Historians' Group, 1940-1952, Draâ Report of Communist Party Ancient Historians,April1948,(937/6/2/1).

�57

primaparte:Re1

buoni rappor? che i partecipan?delGruppomantennero,finoallametàdegli anni

Cinquanta,conilpar?toeranogaran??,comeharimarcatoDennisDworkin,dauna

sortadiautocensuradeipartecipan?stessichesitennerolontanidall’affrontaretemi

spinosiperilpar?to ;nodiche–comevedremo–sarebberoarriva?alpesnenel227

1956.

Il nucleo dei partecipan? al Gruppo era formato da quella generazione di

studen?radicaliiscriIasialpar?tocomunistabritanniconeglianniTrentaeneiprimi

anniQuaranta,cheavevavissutoilclimadelfrontepopolare,lemanifestazioniperla

Spagna, la guerra contro il nazifascismo. Alcuni di loro si conoscevano e avevano

streIorappor?diamiciziadaquegliannieora,seguendolacomunepassioneperla

storiaeperl’impegnopoli?co,siritrovavanoinregolariincontrilondinesi .AIorno228

a quest’esperienza si radunarono – non senza frizioni – militan? interessa? alla229

storia e al marxismo, insegnan? e sindacalis? di diverse aree del paese, storici

accademicicheneldopoguerra–maicomeprima–eranonumerosinelpar?to.Fra

ques?ul?mic’eranoGeorgeThompsoneRoyPascal,classicistailprimoegermanista

il secondo entrambi da anni presso l’università di Birmingham; Christopher Hill e

Victor Kiernan, invece, avevano iniziato da poco a lavorare l’uno a Oxford l’altro a

Cambridge e avevano già dato alle stampe i loro primi lavori. Di poco più giovani

c’erano poi, assieme a Hobsbawm, Royden Harrison, Rodney Hilton, John Saville,

Dorothy Towers; solo più tardi avrebbero aderito anche suomarito EdwardPalmer

Thompson, associato inizialmente alGruppodegli scriIori,GeorgeRudé eRaphael

Samuel. Si traIava sopraIuIo di giovani ricercatori che, come Hobsbawm, erano

all’iniziodellalorocarrieraechenegliincontridelGruppopotevanoconfrontarsinon

solo tra coetanei, ma anche con intelleIuali di una generazione più anziana. Le

memoriedegli iscrissonounanimementeconcordineldefinire lapartecipazioneal

Gruppo come estremamente s?molante e forma?va . Fu un’esperienza che230

contribuìaindirizzaregiovanistudiosi,ancoraincer?sullorofuturo,nellasceltadella

storiografia come proprio campo professionale. Edward P. Thompson ad esempio,

avrebbesemprericonosciutograndeimportanza(adifferenzadiunricordopiuIosto

D.Dworkin,CulturalMarxism in Postwar Britain.History, theNew Lefand theOrigins of Cultural227

Studies,DukeUniversityPress,DurhamandLondon1997,p.24.

C.Hill,R.HiltonedE.Hobsbawm,PastandPresent.OriginsandEarlyYears, in«PastandPresent»,228

1983/100,p.3(3-14).

Gli iscris al Gruppo degli storici che non ricoprivano ruoli accademici nel 1950 lamentarono229

un’eccessivapredominanzadegli accademicinella ges?onedelGruppo stesso. Si veda il confronto traBeIyGranteRodneyHiltonripresodaD.Dworkin,CulturalMarxisminPostwarBritain,cit.,pp.23-24.

ChristopherHillparleràdiques?annicome«themosts?mula?ngintellectualexperienceIhaveever230

had»,dacui«anything IhavewriIensincederives» (C.Hill,Foreword, inH. J.Kaye,TheEduca1onofDesire.Marxists and theWri1ng of History,Routledge, London 1992, p. IX); John Saville in vecchiaia(MemoirsfromtheLef,cit.,p.88)ricorderàcomefossestatoun«privilegeofbeingassociatedwithsomany lively and interes?ng intellectuals», le cui discussioni secondo Rodney Hilton (intervistato daHatcher,cit.)eranostate«extremelys?mula?ng,par?cularlyintheatmospherebeforetheColdWarandevenaâer».

�58

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

freddo della sua partecipazione al gruppo degli scriIori ) alla frequentazione –231

seppursporadica–delleriunionidell’Historians’Group.Parlandodellasuainiziazione

allaricercastoricadirà:

Ithinkit[beingahistorian]islikebeingapainterorpoet.Apoetloveswords,apainter

lovespaint.Ifoundafascina?oningesngtotheboIomofeverything,inthesources

themselves. I got this fascina?on with the archives. I suppose this plus the cri?cal,

comradely help of one or two people in par?cular, especially Dona Torr, and

par?cipa?on in the Communist PartyHistorians’Group, inwhichwehad theore?cal

discussions all the ?me – this made me into a historian. The formal and informal

exchange with fellow socialists helped me more than anything I had found in

CambridgeUniversity .232

RispeIoallachiusuradellefacoltàdistoriadelleuniversitàinglesieinpar?colaredi

Cambridge , dove oltre a Thompson e Hobsbawmmol? altri si erano forma?, il233

Gruppo degli storici del par?to comunista apriva spazi e modalità di discussione

nuovi,chepotevanorichiamareallamemoriadiHobsbawmquelleformeautoges?te

di discussione proprie della sezione comunista studentesca e dei gruppi del

Cambridge University Socialist Club . Si configurava come un forum privato di234

confronto che poneva i suoi partecipan? a proprio agio: essendo aperto a soli

militan? comunis?, esso si estraniava da osservazioni e cri?che deIate dal

pregiudizio an?comunista che iniziava a diventare, anche in ambito accademico,

preponderante .Allostessotempo lastessaopposizioneechiusuraan?comunista235

s?molava e obbligava i partecipan? del Gruppo ad un rigore scien?fico. La

caraIeris?capeculiaredellediscussionidelGrupposaràriconosciutadaHobsbawm

in«asenseofequality» :unsen?rsiliberidiintervenire,cri?care,acceIarecri?che;236

un sen?rsi liberi anche di esporsi in campi di indagine e riflessione nuovi e

sconosciu?. A mol? anni di distanza Hobsbawm avrebbe definito l’esperienza nel

Gruppo come «qualcosa di simile a un seminario permanente nel quale tus noi

abbiamoappresounaquan?tàenormedicosee,percosìdire,siamocresciu?come

P.Corfield(acuradi),IntervistaaE.P.Thompson,in«Quadernistorici»,1996/2,p.413.231

IntervistaaE.P.ThompsondiM.Merill,inVisionsofHistory,cit.,p.13.232

Hobsbawm l’avrebbe descriIa come «self-sa?sfied, insular, culturally provincial, deeply prejudiced233

againstheories,explana?onsandideas».SivedaE.Hobsbawm,ALifeinHistory,in«PastandPresent»,2002/177,pp.4-5(3-16).

Sulla con?guità tra le sezioni comuniste studentesche degli anni Trenta e i gruppi di professionis?234

comunis? dei decenni successivi si rimanda alle considerazioni di K. Morgan, G. Cohen e A. Flinn,CommunistsandBri1shSociety(1920-1991),RiverOramPress,Londra2007,pp.84-90.

R.Hewison,InAnger:Bri1shColtureintheColdWar(1945-1960),NewYork-OxfordUniversityPress,235

1981,pp.1-31.

E.Hobsbawm,TheHistorians’Group,cit.,p.25.236

�59

primaparte:Re1

storici, senza aver cercato sistema?camentedi farlo» .Ma come? Spin?da cosa?237

SeguendoqualileIureeavviandoqualidiscussioni?

Il Gruppo nasceva, come si è deIo, da un impulso poli?co che si legava

all’inclinazione intelleIuale degli iscris: ques? riconoscevano una profonda

unitarietàtrailpropriolavorodistoricielapropriamilitanzacomunista.Un’unitarietà

chevenivaincen?vatadalpar?to,acuiritornavau?le.Nel1947HarryPolliIdavaalle

stampeunpamphletin?tolatoLookingAhead,incuian?cipavalanuovalineapoli?ca

che il par?to avrebbe ufficializzato quaIro anni dopo con The Bri1sh Road to

Socialism.FacendoproprieleindicazionidiDimitrov,secondocuilarealizzazionedel

socialismo avrebbe dovuto seguire percorsi autonomi in base agli specifici contes?

nazionali,ilCPGBindividuòlapropriaviaalsocialismonel‘governodelpopolo’,cioè

nel perseguire una sua effesva ed ampia rappresentanza parlamentare. L’obiesvo

eraquellodi trasformareuna«capitalistdemocracy intoarealPeople’sDemocracy,

transformingParliament,theproductofBritain’shistoricstrugglefordemocracy,into

the democra?c instrument of the will of the vast majority of her people» . Era238

un’aspirazione cheancheHobsbawm facevapropriae indicava comefinepoli?coa

cui tendere: «The condi?on for a poli?cally conscious movement of the Bri?sh

people, under the leadership of a socialist labour movement, – diceva – are […]

coming into being» . Del popolo britannico il par?to si proponeva poi di239

salvaguardare la tradizione culturale nazionale che denunciava essere gravemente

minacciata dall’imperialismo nord-americano. Nel 1947 veniva fondato il Na?onal

CulturalCommiIeepercoordinareleasvitàeidiversigruppiculturalidelpar?to;il

fine a cui i comunis? e in par?colare gli intelleIuali del par?to erano chiama?era

quello di esplorare gli effes corrosivi della penetrazione statunitense non solo

nell’economiabritannicamaanchenellasuavitaculturale,percontribuireafrenarne

l’invasione e, d’altro canto, per rinforzare «our na?onal dignity and

independence» .240

Inquestaprospesvaglistoricicomunis?–comerimarcavaRodneyHilton,nel

ruolodipresidentedelGruppodeglistoricidelpar?to,nelgiugnodel1951–avevano

unfondamentalecontributodaoffrire:«NowthatToryismandRight-wingLabourare

selling our country to the American imperialists, it is a task of prime poli?cal

A.Agos?,Unastoriaper ‘cambiareo lamentocri1care ilmondo’. IntervistaaEric J.Hobsbawm, in237

«PassatoePresente»,1998/43,p.95(91-107).

TheBri1shRoad to Socialism: ProgrammeAdopted by the Execu1ve Commi.ee of the Communist238

PartyofBritain,gennaio1951,riportatoinJ.CallaghaneB.Harker,Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,cit.,p.180.

E. Hobsbawm, The Taming of Parliamentary Democracy in Britain, in «The Modern Quarterly»,239

1951/4,p.339(319-339).

K.Woddis,AnotherAmericanexportforBritain, in«WorldNewsandViews»,5giugno1948,p.235240

ripresoinJ.CallaghaneB.Harker,Bri1shCommunism.ADocumentaryHistory,cit.,pp.172-173.

�60

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

importancetomobilisethepatrio?cins?nctsofthepeopleagainstthisbetrayal» ,il241

tradimento del popolo britannico che l’assoggeIamento della Gran Bretagna

all’imperialismo americano – aveva denunciato ufficialmente pochi mesi prima il

par?to– stavadeterminando . Il climapoli?co fortementedominatodallaGuerra242

Fredda e la sconfiIa che il par?to aveva subito alle elezioni poli?che del 1950,

quandoavevapersoanchegliunicidueseggioccupa?nellelegislazionipreceden?da

Willie Gallacher e Phil Pira?n, comportarono una ridefinizione della funzione e dei

compi? degli storici comunis?, che andavano ben oltre quelli delinea? alcuni anni

prima sempre in seno al par?to. La «baIaglia delle idee» in cui gli storici erano

inves?? dal par?to implicava ora un ripensamento della storia stessa, delmodo di

fare storia, dei sogges da studiare, delle prospesve con cui analizzarli. Hilton

osservava:

HistoryhasalwaysbeenwriIenasiftheonlythingthatmaIeredwerethedoingsof

therulingclass.When ‘social’historyhasbeenwriIentoshowhowordinarypeople

lived, peasants andworkers have depicted either as passively accep?ng the exis?ng

order, or (when the theme cannot be avoided) as momentarily s?rred against the

exis?ngorderbyagitatorsfromoutside.Butthebourgeoishistorians,almostwithout

excep?on,havebeenunabletoenvisage[immaginare]theexploitedclassesofsociety

asplayinganindependentandcrea?vepartinhistoricalprogress.[…]Hencethemany

peasant revolts at the end of the middle ages are depicted as brutal uprisings,

achieving nothing that would not have come in the course of ?me. The English

Revolu?onisdescribedasanaffairofthegentry.

Di fronte a questa constatazione, gli storici comunis? erano chiama? a contrastare

quellochevenivadefinito«theprocessofthefalsifica?onofhistory».

Ourproblem ishow togiveback to theBri?shpeople its truehistory, thehistoryof

popular struggleandpopular crea?veenergy. […] It is therefore the responsibilityof

the Communists, almost alone at first, to lead the fight for true Bri?sh history. Our

teachersandwritersinschool,collegesanduniversi?esmustnotonlydotheirutmost

in their own sphere of work to correct distor?on of history. They must put their

knowledge at the disposal of the moment. Comrades in the Party Districts with a

special interest in thehistoryof local strugglesmustnot keep their inves?ga?ons to

themselvesasasortofan?quarianhobby.Theymustseehowtheexperienceofpast

MRC,EHP,Poli?cs,CommunistPartyHistorians’Group,LocalHistoryBulle?n,nos.2-20,22-26,Nov241

1950-Sep 1953, The Historians’ Group and Bri?sh Tradi?on (firmato da Rodney Hilton), giugno 1951,(937/6/2/5),dacuisiriprendonoanchelesuccessivecitazioni.

TheBri1shRoadtoSocialism,cit.parlapropriodi«betrayal»,p.178.242

�61

primaparte:Re1

struggles can throw light on present poli?cal problems, and how pride can be

s?mulatedamongsttheworkersintheirownpastandpresentpowerofindependent

ac?on.

L’obiesvo ul?mo era quello di creare connessioni, mostrando come le loIe del

presente e del futuro avessero radici nel passato. Era un programmadi lavoro che

Hilton indirizzavaallevariesezioni localidell’Historians’Groupchesieranoformate

sul territorionazionale.All’iniziodel1951 ilGruppoaveva iniziatoapubblicareuna

propria rivista, «Local History» che nel 1953 avrebbe cambiato il nome in «Our

History»,pers?molareprogrammidiricerchedapartedistoricidileIan?(venivano

fornite anche forme di vademecum per «amateur historical research workers» )243

sulla storia urbana, sulla storia delmovimento operaio e delle rivolte contadine in

varieregionidelPaese .Irisulta?diquesteindaginitrovavanospaziosullarivistao244

venivanorappresentateindocumentariespeIacoliteatralineicircolidelpar?to .Il245

messaggio trasmesso era che molte realtà britanniche, apparentemente anonime,

nascondevanoinrealtàloIeesollevazionipopolarisconosciutecherisalivanofinoal

medioevo: era questo un passato che il movimento operaio e progressista inglese

doveva far proprio, salvandolo dall’oblio e trasformandolo in fondamento

legismanteperlebaIagliepoli?chedelpresente .246

AllabasedelGruppostava,comehasoIolineatoGeoffEley, l’inclinazionead

aIribuireunprofondosensopedagogicoallastoria .Natonelclimataglientedella247

Guerra Fredda sulla scorta di un’esigenza poli?ca con?ngente – la necessità di

contrastare l’assimilazioneculturaledellaGranBretagnaagliUSA–questo impulso,

collegatoaurgenzedirinnovamentostoriografico,influenzòimportan?ripercussioni

a livello storiografico. Nell’intenzione cioè di riscoprire il passato del movimento

operaio e contadino inglese, per usarlo con immedia? fini poli?ci, gli storici del

Gruppopreserosulserioleazionie le loIedeicontadini,dellaclasseoperaia,della

gente comune inglese finendo per delineare una nuova prospesva di indagine

storica,quellacheèstatadefinitala‘storiadalbasso’.

Nel 1954 Christopher Hill riconobbe che un ruolo importante nel sollecitare

questa apertura di ricerca all’interno del Gruppo era stato giocato Dona Torr,

un’intelleIualetraifondatoridelCPGBemembrodellaredazionedellacasaeditrice

HowandWheretoBegin,in«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/3.243

Si vedano, a?tolod’esempio, i resocon?delle asvitàdi ricercanelloYorkshire, aBirminghamea244

Londrapubblica?in«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/2.

Èquantoaccade,adesempio,aLiverpool:«LocalHistoryBulle?n»,marzo1951/6.245

OutlinetheClassStruggleintheCountryside,«LocalHistoryBulle?n»,gennaio1951/3.246

G.Eley,ACrookedLine. FromCulturalHistory to theHistoryof Society,TheUniversityofMichigan247

Press,AnnArbor2005,p.26.

�62

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

Laurance&Wishart,promotricedaglianniTrentadellostudiodellastoriainsenoal

par?to,traduIricediMarxedEngels .TorrinsistevasulfaIochelaclasseoperaia248

avesseun’organicaconnessioneconilpassato .Daannistavainoltrelavorandoad249

un voluminoso profilo biografico di Tom Mann , in cui il vissuto concreto e250

l’esperienza umana del biografato assumevano par?colare rilevanza nella

ricostruzione più generale del movimento operaio inglese della seconda metà

dell’OIocento. Ques? due appor? di Torr contribuirono a spingere gli storici del

Gruppodaun latoa riconsiderare il passatonazionale, dall’altro a studiare l’azione

dellagentecomunenellasuaresistenzacontrooppressionirecen?elontane.Diuna

generazione più vecchia, Torr agli occhi deimembri del Gruppo appariva come un

modelloperilfaIodiaversempreconciliatoricercastoricaeasvitàpoli?ca;eraper

loro una guida influente nelle loro ricerche e una regista di lavori collesvi. Nel

festeggiareilsuoseIantesimocompleanno,alcunistoricidelpar?toavrebberodeIo

che

Shehastaughtushistoricalpassion.[…]Shemadeusfeelhistoryonourpules.History

was notwords on a page, not the going-on of kings and primeministers, notmere

events.Historywasthesweat,blood,tearsandtriumphsofthecommonpeople,our

people. Above all we learnt from her, with this deep human sympathy for our

forefathers,aprofoundbuttemperedop?mism.Therhythmofhistorywasseentobe

notthesteadyprogressupwardsoftheVictorianWhigs,s?lllessthetreadmillsoftheir

degenerate successors, but a dialec?cal progress in which gains and loss are two

aspectsofonemovement .251

EraquestaunaprospesvachepenetravanelGruppoevenivafaIapropriadaivari

soIogruppicronologiciincuil’Historians’Groupsierasuddiviso(an?chità,medioevo,

XVIeXVIIsecolo,XIXsecolo;vieraancheunsoIogruppoperinsegnan?).JohnSaville

ricorderànellesuememoriecomelariflessionedellasezionedelXIXsecolo,incuilui

edHobsbawmerano gli unici accademici, fosse par?colarmente indirizzata al ruolo

della classe operaia nella società capitaliste e in par?colare alle loIe da essa

intraprese per raggiungere libertà democra?che e rappresentanza poli?ca. Era una

discussione par?colarmente importante in quanto, come avrebbe soIolineato lo

stesso Saville «[t]he struggle of classes was s?ll largely omiIed in the general

D. Renton,Opening the Books: the Personal Papers of Dona Torr, in «HistoryWorkshop Journal»,248

2001/52,pp.236-245.

G.GómezBravo,LaHistoriaSocialBritánica:memoriadeunacontribu1oncolec1va, in«Historiay249

ComunicaciónSocial»,2003/8,p.123(119-137).

D.Torr,TomMannandHisTime(1856-1890),Lawrence&Wishart,London1956.250

G.Thompson,M.Dobb,C.Hill,J.Saville,Foreword,inJ.Saville(acuradi),DemocracyandtheLabour251

Movement,Lawrence&Wishart,London1954,p.8.

�63

primaparte:Re1

teachingofhistoryanditwasuponthishistoryfrombelowthatourearlydiscussion

mostlycentred» .252

Glistoricicomunis?sieranod’altronderiuni?performareunGruppointerno

al par?to non solo perché condividevano una comune appartenenza poli?ca, ma

anche e sopraIuIoperché spin? dallo s?molo di elaborare una nuova prospesva

storica.Conlafinedellasecondaguerramondialestavainfasiniziandoademergere

unaculturastoricaalivelloeuropeocaraIerizzatadaunnuovomododiconcepirela

storia e le sue funzioni e da un modo nuovo di pensare lo stesso lavoro dello

storico .Ponendosiinunsolcodian?caorigineedicarsichecon?nuità,conlafine253

del confliIo si verificava un impulso al rinnovamento deIato da una sensazione,

percepitaalivelloeuropeo,diinadeguatezzadelparadigmastoricotradizionale.Paul

Veynehaaffermatoche

[l]a generazione che ha seguito la Liberazione […] era spinta da un’avidità

rivoluzionaria,daunafebbreintelleIuale,daundesideriodinovità.[…]Infasnonho

maivistounfenomenoanalogonelleepochepreceden?,eccezionfaIaperlaroIura

operatadalle«Annales».Masi traIavadidueotre individui isola?chenonavevano

potere.Dopo il1945,nonsipensavapiùascrivere lastoria […]come lagenerazione

precedente. […] Nella febbre della novità, si provava di tuIo: marxismo,

struIuralismo .254

Era questo un clima che permeava la cultura storica europea, in par?colare quella

impersonata dai suoi esponen? più giovani. Gli storicimarxis? britannici in questo

percorsosipercepivanocomeun’avanguardia,nonisolatabensìpartecipe–secondo

latradizionedelfrontepopolare –diunapiùampiastoriografiaprogressistachesi255

opponevaalparadigmastoriograficotradizionale.Hobsbawmdiràcheall’epocaessisi

vedevano «not as trying, say, to dis?nguished ourselves from Tawney, but to push

forwardthattradi?on,tomakeitmoreexplicit,toseeMarxismaswhatthesepeople

ought to have been working toward» . Si sen?vano quindi degli eredi e dei256

con?nuatorinonsolodiRichardH.Tawney,maanchediSidneyeBeatriceWebb,di

J.Saville,MemoirsfromtheLef,cit.,p.88.252

P.Burke,Prologo:lanuovastoria,passatoefuturo,inid.(acuradi),Lastoriografiacontemporanea,253

Laterza, Roma-Bari 2000, pp. 3-29. C. A. Aguirre Rojas, Manuale di storiografia occidentale. Dalmarxismoallamicrostoriaitaliana,Aracne,Roma2010,pp.39-74.

P. Veyne, Il quo1diano e l’interessante. Conversazioni con Catherine Darbo-Peschanski, La Nuova254

Italia,Firenze1998,p.82citatodaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.155.

Hill,HiltonedHobsbawm(PastandPresent.OriginsandEarlyYears,cit.,pp.4-5)nel festeggiare il255

centesimonumerodi«PastandPresent»avrebbero ricordatoche:«Wewere trying tocon?nueor torevive in the post war period the poli?cs of broad unity we had learned in the days of prewaran?fascism».

IntervitadiE.HobsbawminVisiononHistory,cit.,p.33.256

�64

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

John L. e Barbara Hammond, di quella tradizione storiografica britannica di studi

operaie radicali cioèche inparte siera formata in senoallaSocietàFabianadi cui

Hobsbawminquegliannistavaricostruendolastoria,ancheincontrandodipersonai

membrianzianiancoravivi.

Findalleprime riunionidelGruppodegli storicidelCPGBveniva rimarcata la

necessitàdiunacondivisionedeipropristudiperavereunapanoramicageneraledei

temi traIa?,pervagliarnegliambi?temporalie territoriali,per lamentarne i limi?,

peresaminarenuoveprospesve .L’intentoeraquellodimigliorare«thequalityof257

our individualwri?ng and teaching and –more than that – help us tomake really

crea?vecontribu?onstoMarxisttheory» .Unproposito,quest’ul?mo,chesarebbe258

statoampiamente raggiunto: lediscussioniall’internodelgruppo furono infasuna

specie di «incubatrice», come l’ha definita Dennis Dworkin , di un contributo259

collesvo sia nel campo della storiografia sia in quello della teorica sociale i cui

migliori esi? sarebbero emersi a par?re dai primi anni Sessanta . Il collante degli260

storici che avevano aderito al Gruppo era «a desire to be Marxist» . Essere261

comunis?d’altrondesignificava,necessariamente,aderirealmarxismo .262

L’approccioallastoriacheipartecipan?alGrupposperimentavanoprendevaspunto

dalleriflessionistorichediMarxedEngels.LeIurecheHobsbawm,comemol?altri,

aveva già affrontato prima della guerra, sia individualmente sia discutendone

all’internodigruppidistudio.Ora,l’interpretazionemarxistadellastoriaentravanelle

discussioni dell’Historians’Group inun tenta?vo– come l’avrebbedefinitoHill –di

«refinement» . Ciò era reso possibile grazie alla maggiore reperibilità dei classici263

marxis?rispeIoaglianniTrentaegrazieancheallapossibilitàdiunconfrontodireIo

con intelleIuali marxis? più anziani. Tra i vari tes? che ispirarono il Gruppo, la

raccolta degli scambi epistolari traMarx ed Engels, tradose commenta?daDona

MRC, EHP, Poli?cs, Communist Party Historians’ Group, Documents re different sec?ons of the257

Communist Party Historians' Group, 1940-1952,Minutes of 1°mee?ng of the XVI and XVII CenturiesSec?on,5gennaio1947,(937/6/2/1).

DaphneMay,WorkoftheHistorians’Group,in«CommunistReview»,maggio1949,p.541citatoinD.258

Dworkin,CulturalMarxism,cit.p.23.

Ivi,p.11.259

Perunosguardodellaproduzionestoriograficadeglistoriciforma?siall’internodelGruppoedelloro260

apporto collesvo si rimanda, oltre ai tes? già cita?, a H. J. Kaye, The Bri1shMarxist Historians: anIntroductory Analysis, Macmillan Press, Basingstoke 1995; R. Samuel, Bri1sh Marxist Historians,1880-1980, cit., pp. 21-96; G. G. Iggers, Historiography in the Twen1eth Century. From Scien1ficObjec1vitytothePostmodernChallenge,WesleyanUniversityPress,Middeltown1997,pp.78-94.

E.Hobsbawm,TheMarxistHistorians’Group,cit.,p.43.261

Per alcune riflessioni di Hobsbawm circa la coincidenza tra militanza comunista e adesione a262

marxismofinoallametàdeglianniCinquantasivedaE.Hobsbawm,Ildialogosulmarxismo(1966),inid.,Rivoluzionari,cit.,pp.138-139(133-147).

T.HarriseC.Husbands,TalkingwithChristopherHill,Part.I,inG.EleyeW.Hunt(acuradi)Reviving263

theEnglishRevolu1on.Reflec1onsandElabora1onsontheWorkofC.Hill,Verso,Londra-NewYork1988,p.101.

�65

primaparte:Re1

Torr ,contribuìafissarepiùdialtrilaconcezionedellastoriaall’internodelGruppo264

esopraIuIoilsignificatocheperisuoipartecipan?avevaildefinirsistoricimarxis?.

Il dialogo privato traMarx ed Engels aIraverso l’interpretazione datane da Torr –

leIuracentralepertusimembridelGruppo –contribuìaindirizzarecioèilmodo265

in cui si pensava, si discuteva, si faceva storia all’interno del Gruppo. John Saville

avrebbericordatoche«wewereaccustomedtoraisingques?onsinthestyleofthe

Selected Correspondence» . Nel libro curato da Torr Marx ed Engels erano266

presenta? come teorici molto aIen? alla poli?ca e alla realtà sociale a loro

contemporanea, capaci di trarre da questa con?nue revisioni del proprio pensiero

teorico. Erano inoltre riprese alcune delle riflessioni teoriche più importan? sul

materialismo storico. L’interesse che il Gruppo, e in par?colare la sezione del XVII

secolo,sviluppòneiconfron?delleoperediMarxedEngelssicaraIerizzavaperòper

unaforte lontananzadadiscussioniteoricheastraIe. IlGrupposolonel1953vagliò

l’ipotesi di organizzare un incontro sulmaterialismo storico, di cui – semai venne

realmente tenuto – non è rimasta traccia. Due anni dopo il comitato poli?co del

CPGB, nella figura di Emile Burns, avanzò agli storici del par?to la richiesta di

realizzareunlibrosull’approcciomarxistaallastoria.Fuquestouninvitononraccolto

dalGruppo,chelasciò ilcompitoditenereunaseriediconferenzesulmaterialismo

storicoesuiconcesdistruIuraesovrastruIuraaungiornalistadel«DailyWorker»,

Peter Fryer.Organizzò inveceunaSchool ofBri1sh LabourHistory, 1832 topresent.

Preferì cioè indirizzare il proprio lavoro – nelle parole di Rodney Hilton – verso la

necessità di un «concrete historical wri?ng as against theore?cal polemics of the

recent King Street kind» . L’inclinazione degli storici accademici del par?to, in267

par?colarequellichefrequentavanolasezionedelXVIeXVIIsecolo,erariluIantenei

confron? di un approccio streIamente astraIo: le riflessioni teoriche e

metodologiche,comehasoIolineatoDavidParker,silimitaronodunqueadunaparte

minoritaria degli incontri e della produzione dei partecipan? al Gruppo . Vi era268

piuIostolaprospezione–comelostessoHobsbawmosserveràadannididistanza–

ad un’applicazione empirica e faIuale del metodo di Marx piuIosto che ad una

K.MarxeF.Engels,SelectedCorrespondence,1846-1895:withCommentaryandNotes,(acuradi)D.264

Torr,Lawrence&Wishart,London1936.

Tes?monianzediE.HobsbawmeJ.SavilleraccoltedaA.HoweecitateinD.Parker, Introduc1on, in265

Ideology,Absolu1smandtheEnglishRevolu1on.DebatesoftheBri1shCommunistHistorians,Lawrence&Wishart,Londra2008,p.25.

IntervistaaJ.Saville(1984),inD.Dworkin,CulturalMarxism,cit.,p.268,n.80,dacuiriprendoanche266

l’analisidellibrodiTorr.SivedaancheilrichiamocheSavillenellesuememoriefaallacorrispondenzatraMarxedEngels,incuisievincelalorocapacitàedisponibilitàarivedereleproprieformulazioniteoriche:J.Saville,MemoirsformtheLeâ,cit.,p.87.

Le parole di Hilton sono citate da D. Parker, Introduc1on, in Ideology, Absolu1sm and the English267

Revolu1on,cit.,p.13.

Ivi.,p.13-14.268

�66

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

leIuracommentataedastraIadeisuoites?:l’ideaeraquelladipar?redaMarxper

«con?nuareildiscorsochelui[aveva]cominciato» .269

Sulla scorta anche di Selected Correspondence, in cui Torr meIeva in luce

l’aIenzionecheMarxedEngelsavevanoriservatoalle formepoli?chedella loIadi

classestudiandonelacomplessitàelespecificitàstoriche,ilGruppoindividuavanella

loIadi classe «themo?ve force in history» e nel campodella labour historyun270

nodo centrale del proprio lavoro. Dennis Dworkin ha soIolineato che la centralità

conferita nell’interpretazione storica alla loIa di classe fece sì che gli storici del

Gruppo aprissero un’alterna?va teorica al rigido determinismo del modello

produsvis?co. Ciò fece sì che le discussioni che essi avviarono portarono ad

affiancare al classico approccio determinista e funzionalista del marxismo, una

maggiore aIenzione alla componente soggesvadella classe, aprendoun interesse

sempremaggioreperl’azioneumana.Quest’aperturaderivavaanchedaunpassione

culturale che inves?va il milieu del gruppo degli storici: alcuni di loro si erano

inizialmente dedica? alla leIeratura per poi spostarsi al campo della storiografia.

DonaTorr,ChristopherHill,VictorKiernan,LeslieMorton,RoyPascal,E.P.Thompson

eranoappassiona?dipoesiaedi leIeratura;etramutavanoquesto interesseper le

espressioni ar?s?che, interpretandole – come ha deIo Favilli – come «indici

preziosissimi per l’indagine del mutamento culturale e sociale» . Hobsbawm271

condivideva questa stessa preoccupazione già nei primi anni universitari, quando

«wasoneadroitlypersuadingthem[isuoicolleghistorici]thattheywerehungryfor

an adventure in the cultural arts» : in effes, anche in vecchiaia, Hobsbawmdirà272

che il suo principale interesse era essenzialmente culturale. Ricordando nella sua

autobiografia senile la sua adesione alla dimensione marxista dirà che il suo

marxismosisviluppòall’etàdidiciasseIeanni«comeuntenta?vodicapirelear?» ,273

tenta?voincuiu?leerailmodellomarxistadi‘struIura-sovrastruIura’.SoIolineerà,

infas: «What Iwanted to know – and I remember formula?ng this ques?on even

whenIwasathighschool–wasjusthowworksofartorgreatwri?ngsarerelatedto

thesociety inwhichtheyoccur.Or, ifyou like,howideologyreflectsor is rooted in

thehistoricsitua?onsinwhichitcorresponds» .274

E.Hobsbawm,Marxelastoria,inid,Dehistoria,cit.,p.200(pp.189-203).269

C.Hill,MarxismandHistory, in«ModernQuarterly»,1948/3,p.63 ripresodaD.Dworkin,Cultural270

Marxism,cit.,p.29.

P.Favilli,Storiaedemancipazione.LesceltedivitadiEricHobsbawm,in«Studistorici»,2013/4,p,823271

(801-832).

P.Keuneman,EricHobsbawm,aCambridgeProfile(1939),inR.SamueleG.StedmanJones,Culture,272

ideologyandpoli1cs,cit.,p.367.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.116.273

MRC, EHP, Personalia,Otherpersonal papers,Autobiographicalmaterial, Text of speechonMarx's274

influenceonHobsbawm's viewof history (forNewEnglandHistorical Associa?on symposiumon 'EricHobsbawmasBri?shhistorian’),1990,(937/7/8/1).

�67

primaparte:Re1

Hobsbawm doveva essersi inserito a pieno e doveva aver beneficiato

profondamente del clima del Gruppo: ne era uno degli organizzatori, seguiva con

passione le discussioni frequentando le riunione di più soIogruppi, introieIava le

linee guida delle riflessioni sull’analisi della loIa di classe in esso sviluppate. Fu in

ques? anni che si addentrò nella storia della classe operaia britannica, tema che

sarebbe rimasto centralenella suaproduzione successiva. Fu infascoinvolto inun

progeIo debitore della spinta ideatrice di Dona Torr. Si traIava di un’ambiziosa

raccolta di documen? inedi? – per la serie «History in theMaking» per i ?pi della

Lawrence&Wishart– chevolevameIere in luce il pensieroe l’azionediuominie

donne «engaged in the historical movement for social and poli?cal freedom» .275

Pensato per un ideale pubblico di sindacalis? e studen? lavoratori, il progeIo si

tradusse nella pubblicazione tra 1948 e 1949 di alcuni volumi che miravano a

illustrare lastoriadelmovimentodellaclasseoperaianelXIXsecolo .Hobsbawm,276

soIolatuteladiDorr,curòl’ul?modiques?volumi:giornaliepamphlet,biografiee

memorie, carte parlamentari e giudiziarie del ventennio conclusivo dell’OIocento

eranopresenta?daHobsbawmconunadupliceintenzione.Daunlatostudiarliinuna

prospesva storica, dall’altro rendere quegli aIori storici più vicini e accessibili ai

leIori del presente:d’altrondequegli uomininoneranoaltro che«our fathers and

grandfathers» . La Selected Correspondence of Marx and Engels era individuata277

comelamiglioreinterpretazionecontemporaneadeglieven?traIa? .278

Oltre a Dona Torr, un’altra figura centrale per l’Historians’ Group fuMaurice

Dobb.L’economistadiCambridge,cheeragiàdiventatoneglianniTrentaunpuntodi

riferimentopergli studen?aIrasdalmarxismo,sebbeneoranonprendesseparte

regolarmente agli incontri del Gruppo, grazie ai suoi scris lo influenzò in modo

decisivo.Nel1946DobbdavaallestampeStudiesintheDevelopmentofCapitalism,

chedivenne–comeavrebbericordatoHobsbawm–«theHistorians’basicdraâ» ,279

s?molando lediscussioni nei vari soIogruppi cronologici delGruppo, inpar?colare

nella sezione del XVI e XVII secolo. Nonostante Hobsbawm, che si stava

PublisherNote, inFromCobbe. to theChar1sts, 1815-1848:Extracts fromContemporary Sources,275

Lawrence&Wishart,London1948,p.14.

La serie era composta da: M. Morris, From Cobbe. to the Char1sts, 1815-1848: Extracts from276

Contemporary Sources, Lawrence & Wishart, London 1948; J. B. Jefferys, Labour’s Forma1ve Years,1849-1879: Extracts fromContemporary Souces, Lawrence&Wishart, London 1948; E. Hobsbawm (acura di), Labour’s Turning Point: Extracts from Contemporary Sources, Lawrence & Wishart, London1948.VennequindiallargataanchealXVIIsecoloconilvolumeC.HilleE.Dell(acuradi),TheGoodOldCause: the English Revolu1on of 1640-1660: Its Causes, Course and Consequences: Extracts fromContemporary Sources, Lawrenche & Wishart, London 1949. Sebbene prevedesse un ampliamentoanchesulXXsecolo,questononvenneportatoatermine.

E.Hobsbawm,Introduc1on,inId.(acuradi),Labour’sTurningPoint,p.XIII(XIII-XVI).277

Ivi.,p.XXV.278

Tes?monianzaoralediE.HobsbawmrilasciataaD.Dworkin(1984),inD.Dworkin,CulturalMarxism,279

cit.,p.30.

�68

primocapitolo:Ilritornodallaguerra

specializzandosulsocialismoriformistainglesetralafinedel1800elaprimadecade

del 1900, facesse ufficialmente parte della sezione del XIX secolo, seguiva con

maggiore assiduità e interesse le riunioni della sezione del XVI e XVII secolo,

confrontandositraglialtriconChristopherHill,cheneera laguidae l’organizzatore

dei dibas? del soIogruppo, Victor Kiernan, Roy Pascal e Brian Pearce. In queste

riunioni,chesitenevanoneifinesesmanaaLondrapressolaMarxHouseoinuna

stanzadiunvicinoristorantenell’areacentralediClerkenweel,Hobsbawmtrail1947

eil1950fucoinvoltoindibas?sutema?checomelatransizionedalfeudalesimoal

capitalismo,cheprendevanospuntopropriodalla leIuraedall’analisidiDobb,esu

unaseriediques?onicorrelatechepar?vanodallaleIuradiunsaggiocheHillaveva

scriIonel trecentenariodellaRivoluzione inglese : lo sviluppodell’assolu?smo, la280

natura delle rivoluzioni borghesi, le dimensioni agrarie per lo sviluppo del

capitalismo . Si traIava di temi che avrebbero di lì a poco portato gli storici del281

Gruppoainserirsiinunadimensionedeldibastostoriograficopiùampia,aldilàdei

confininazionali.

C.Hill,TheEnglishRevolu1on1640.AnEssay,Larence&Wishart,Londra1940.280

D. Parker (a cura di), Ideology, Absolu1sm and the English Revolu1on: Debates of the Bri1sh281

CommunistHistorians(1940-1956),Lawrence&Wishart,Londra2008.

�69

primaparte:Re1

1.3.OltrelaManica

Lafinedellaguerraavevaconsen?toadHobsbawmdiriprendereaviaggiare.

Iseianninell’esercitosarebberorimas?ilperiodopiùlungodituIalasuavitaincui

nonaIraversò fron?ere.Durante il confliIo, comesi è visto,era stato costreIoad

un’immobilità che aveva vissuto come innaturale e asfissiante. Appena gli fu

possibile,subitodopo lasmobilitazione,oltrepassò laManica,soddisfacendocosì la

suaesigenzarepressadievasione,perrecarsinellacapitalefrancese.«Gliinglesi[…]

pertuIaladuratadellaguerraeperqualcheannodopo–avrebbeosservatoDoris

Lessing–eranorimas?blocca?sull’isola.Tusparlavanodiquantoavesserosofferto

diclaustrofobia,sognandodiandareall’esteroeinpar?colareaParigi.LaFranciaera

unacalamita[…],eral’emblemadellaciviltà» .FuproprioParigilaprimaepreferita282

meta dei viaggi anche di Hobsbawm nell’immediato dopoguerra e nei primi anni

Cinquanta. La Francia d’altronde era sempre stata per lui luogo di vacanze es?ve:

l’aveva frequentata dall’inizio degli anni Trenta prima come turista poi inserendosi

nella comunità cosmopolita parigina, faIa di immigra? poli?ci o di stranieri di

passaggio.FinoalloscoppiodelconfliIoagliocchidiHobsbawmlaFranciaerastata

«l’ul?mogranderifugiodellaciviltàeuropea»ela«patriadellasperanza» .283

Diversemo?vazionilospingevanoorainquelPaeseeinquellaciIàcheaveva

frequentatofinoapochesesmaneprimadelloscoppiodelconfliIo.Inprimoluogo

Parigiera ilcentrodellaculturaeuropea:Hobsbawmvisirecavaper inserirsi inuna

dimensione culturale vivace e internazionale, diversa daquella insulare chepoteva

respirareinInghilterra.Insecondoluogo,provavaunasortadivincolosen?mentale-

poli?coversoquestoPaese.Perdefinire il suo legamecon laFrancia invecchiaiasi

sarebberifaIoallessicopropriodellasferaamorosa:dissediavervissutounalunga

«storia d’amore con la tradizione della sinistra francese [che] era iniziata sul

camioncinodiunatroupedelcinegiornaleil14luglio1936»quandoassiemeallozio

aveva partecipato alle manifestazioni che il governo Blum aveva riservato

all’anniversariodellapresadellaBas?glia .Un’affinitàcheaguerraconclusaveniva284

rinnovataealimentatadaunnuovoelemento.AccantoalfascinochelaFranciaaveva

sempre esercitato in quanto «classico paese della rivoluzione dell’Europa

D.Lessing,Camminandonell’ombra,cit.,p.34.282

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.355.283

Ivi.,p.370.284

�70

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

occidentale» (ilcuipatrimonioHobsbawmavrebbesempredifesocome«posi?vo285

sull’umanitàelastoria» )eaccantoallamemoriadelFrontePopolarefranceseacui286

eglieralegatodalperiodouniversitario,dovevaoraaffiancarsianchel’aIrazioneche

sudi luipotevaesercitare ilprotagonismocheicomunis?francesiavevanorives?to

nella Resistenza. La Francia era il primo Paese con cui Hobsbawm si confrontava

direIamentecheavevasubitosulpropriosuolol’invasionenazista;erailprimoPaese

inoltreincuiHobsbawmpotevasperimentareilsignificatoeilasci?delmovimentodi

Resistenza, in par?colare quelli dell’azione che i comunis? avevano svolto al suo

interno. A distanza di anni avrebbe ricordato che fin dal 1945 avevamaturato una

certadisaffezioneeunaperditadi s?manei confron?delPar1 comuniste français.

Nonostante ciò avrebbe però sempre riconosciuto un profondo eroismo al ruolo

svoltodalPCFnellaloIacontroilnazismo,avvalorandoancheinsedestoriograficala

definizionecheilpar?tocomunistafranceseavevadatodisestessocomedelpar1de

fusillés, del par?to cioè che aveva perso circa 15 mila militan? per fucilazione

nazista .D’altrondepropriodalruologiocatodaicomunis?nellaResistenzaedalle287

radicicheessiavevanosaputoradicarenellesocietàfrancesenelperiodotra ledue

guerrenasceval’exploitorganizza?voedeleIoraleraggiuntonell’immediatosecondo

dopoguerradalpar?to.UnarealtàchedicertodovevaaIrarreungiovanecomunista

inglese francofilo quale Hobsbawm, che nel PCF probabilmente cercava e trovava

quel par?to comunista dimassa che in Gran Bretagna non poteva sperimentare e

anche un par?to che, nell’immediato dopoguerra, aIraeva in gran numero gli

intelleIuali.

C’era una terza spinta verso la Francia, una spinta questa volta di natura

professionale. Hobsbawm aveva da poco concluso la sua ricerca di doIorato sulla

Fabian Society e ricevuto una fellowship presso il King’s College di Cambridge,288

quandonell’agostodel1950si recòaParigiperprenderepartealprimocongresso

internazionaledistudistoricidopolaguerra.SitraIavadelnonoforumdidiscussione

che il Comité interna1onal des sciences historiques (CISH), un corpo creato

Id.,Ilcomunismofrancese,inRivoluzionari,cit.,p.22.285

E. Hobsbawm, Echi dellaMarsigliese. Due secoli giudicano la Rivoluzione francese, Rizzoli,Milano286

1991[ed.or.Verso,Londra–NewYork1990],p.11.

E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,pp.201-202.287

Tesicheavrebbediscussoafinenovembre1950,venendogiudicatadaunodegliesaminatoricome288

una «real and important contribu?on to our knowledge of the poli?cal and, to some extent, ofintellectualhistoryof thefirstpartof this century […and…]on the forma?onof theLabourParty», inCULA,HGF(UABOGS1,1950-1File123),Examiner’sReportonThesissubmiIedforthedegreeofPh.D.en?tledFabianantheFabians,1884-1914,24novembre1950.LatesivienesoIopostaallaCambridgeUniversity Press, ma non trova pubblicazione se non nei primi anni Sessanta in forma di ar?colo: E.Hobsbawm, I fabiani:unanuova interpretazione in Id.,Studidi storiadelmovimentooperaio,Einaudi,Torino1972,pp.292-316.

�71

primaparte:Re1

ufficialmente nel 1923 ma che aveva iniziato a riunirsi quinquennalmente da fine

OIocento,organizzava.Eraun’occasionedanonperdereperungiovanericercatore

conambizioniaccademiche.Trail1949eil‘50all’internodelgruppodeglistoricidel

Par?tocomunistabritannicoinoltreerastataavanzatalapropostadicreareunnuovo

periodico che si facesse portavoce del lavoro del drappello degli storici marxis?

britannici. O meglio all’interno dell’Historian group stava nascendo, sulla spinta di

John Morris, Hobsbawm stesso, Hill e Hilton in primis, l’esigenza di un confronto

aperto anche a storici non marxis?, che voleva trovare formalizzazione in un

periodico . Il convegno di Parigi si configurava quindi come il luogo ideale per289

verificare e inserire in una scala più ampia le linee di discussione interne alla

comunità storica inglesee alla comunitàmarxistabritannica:Hobsbawmassiemea

RodneyHiltondecisediparteciparvi.

Il congressodel 1950 rappresentò la ripresa dello scambio internazionale tra

storici;undialogointelleIualechelasecondaguerramondialeavevaresodifficilee

che ora ricominciava seppur a volte ostacolato dalle tensioni della guerra fredda.

Nella stessa estate del 1950 era iniziata la guerra in Corea, le cui ripercussioni si

facevanosen?reanchenegliinterven?enelleassenzealcongresso.Nonviavevano

aderitoadesempioglistoricisovie?ciedell’Europaorientale,faIaeccezioneper la

Polonia,comequellitedeschi. Ilpresidentedelcomitatointernazionale, inapertura,

parlòdel congressocomediuna tappa tra la crisidella secondaguerramondialee

l’aIesadellaterza .290

Ilavoridelconvegnoeranosta?imposta?inseIesessioni,secondounasuddivisione

innova?va,noncronologicabensìtema?ca.Unasessionediscutevadiantropologiae

demografia; una di storia delle idee e dei sen?men?; un’altra ragionava di storia

economica;laquartadistoriasociale;un’altraancoradistoriadellacultura;lasesta

affrontava problema?che rela?ve alla storia delle is?tuzioni e infine un’ul?ma

sessioneeradedicataallastoriadeglieven?poli?ci.Adeccezionediquest’ul?mache

erastatainseritanellefasipreparatoriefinalisuvolerediCharlesWebsterpresidente

della Bri?sh Academy, il convegno era stato organizzato da Charles Morazé (in

collaborazioneconRobertFaw?er),membrodelcomitatodiresvodelle«Annales»e

streIocollaboratorediLucienFebvre.LastessaarchiteIuradelcongressorifleIeva

leparolechiavediquella«rivoluzionestoriografica»chedallafinedeglianniVen?era

stata incarnata dalla rivista fondata daMarc Bloch e Febvre e che dalla fine della

secondaguerramondialeavevatrovato,grazieall’abilitàdiquest’ul?mo,nuovicanali

di sviluppo e diffusione, come la VI sezione dell’École Pra?que des Hautes Études

(in?tolata«dellescienzeeconomicheesociali»,perdistanziarsidalla‘vecchia’quarta

R.Hilton,C.Hill,E.Hobsbawm,PastandPresent.OriginsandEarlyYears,cit.,p.3.289

IXCongrès Interna1onaledesSciencesHistoriques:Paris28Aout -3Septembre1950,Actes,vol. II,290

Paris1951,p.V.

�72

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

sezione, deIa delle «Scienze storiche e filologiche»), fondata nel 1947, e come –

all’interno di quest’ul?ma – il Centre des Recherches Historiques. Nelle ?tolazioni

dellesessionidelcongressorisuonavadunquelasfidacheilgruppodelle«Annales»

aveva avanzato contro la storiografia posi?vista, proponendo la costruzione di una

nuova storia non narra?vama anali?ca; una storia totalizzante che comprendesse

tuIoil tessutosocialenelsuo insieme;unastoriache indirizzasse lasuaaIenzione

alle struIure economiche, alle classi sociali, alle credenze collesve popolari, alla

cultura;unastoriainoltrecheapplicasseunapprocciointerdisciplinareebeneficiasse

dell’apportodellescienzesociali .291

Ogni sezione tema?ca del congresso era poi suddivisa al suo interno in

soIosezioni cronologiche (an?chità, medioevo, tempi moderni, epoca

contemporanea).Hobsbawm,probabilmentesuindicazionediMouniaPostan,dicui

era stato allievo a Cambridge e che rives?va una posizione di spicco a livello

internazionale e nello stesso congresso, venne nominato presidente della sezione

contemporaneadellasessionedistoriasociale.SitraIava,conogniprobabilità,della

primaapparizionedeltermine‘storiasociale’inun’assiseinternazionale:ciòalmeno

faintuirelosforzodidefinizioneacuiipartecipan?aquestasezionesoIoposerotale

denominazione. Dai resocon? delle discussioni si evince come ci fosse un comune

intentoa interpretarelastoriasocialecomeuncampodiricercacheoltrepassassei

limi?deIa?daesperienzeormaicollaudate,comequelladell’Interna?onalIns?tute

of Social History di Amsterdam. Quest’ul?mo dall’inizio degli anni Trenta aveva

iniziato a parlare di storia sociale raccogliendo e salvando dal pericolo della

distruzione per mano dei regimi autoritari la documentazione quindi la storia del

movimentooperaioedelleorganizzazionisocialisteeuropee.Eraquestounapproccio

alla storia sociale che già Bloch e Febvre (trascurando la natura poli?ca di questa

operazione) avevano cri?cato una decina di anni prima definendolo come

eccessivamenterestrisvo echeorasembravaesseresuperato. Ipartecipan?alla292

sessione rimarcavano come la storia sociale dovesse riguardare sì il movimento

operaio,leclassieimovimen?sociali(comeribadivanoHobsbawmstessoelostorico

francese Pierre Vilar), ma soIolineavano come dovesse essere data altreIanta

aIenzioneancheallerelazionetraifenomenieconomiciequellisociali ,cosìcome293

– nelle parole dello storico economico olandese Van Dillen – alle «influneces

réciproques entre les faits économiques et le phenomènes poli?ques, juridiques,

P.Burke,Unarivoluzionestoriografica,Laterza,Roma-Bari1992.291

WorkingforLabour,inJ.KloostermaneJ.Lucassen(acuradi),Rebelswithacause.FiveCenturiesof292

SocialHistoryCollectedbytheInterna1onalIns1tuteofSocialHistory,Aksant,Amsterdam2010,p.19.

M.Malowist,Rapport,Sec1onIV_HistoireSocial,inIXCongrèsinterna1onaldesscienceshistoriques,293

Paris26août-3septembre1950,vol.IRapport,Colin,Parigi1951,pp.303-324.

�73

primaparte:Re1

religieux,etc» .Hobsbawm,commentandoilrapportoinviatodallostoricopolacco294

MarianMalowist, invitò i colleghi a discutere e a cercare proposte per superare i

problemideIa?daunapprocciosocialeallastoria.

Ibelievethatthemostimportanttaskisnottogiveanaccountofworkdone–because

there isn’tyetverymuch–butofproblemswhosesolu?on isurgent.Letmecorrect

myself. A lot ofwork has been done – but hardly at all by historians: the American

enquiries into the social structure of towns («Black Metropolis», «Prairie City»,

«Yankee City», etc., and of course the remarkable «Middletown» studies), are by

sociologists; studies likeProfessorPierreGeorge’s«Banlieu»,byhumangeographers;

theinteres?ngstudiesofBri?shtowns,–Middlesborough,London–byarchitectsand

town-planners; the surveys of Bri?sh industrial areas between the wars, largely by

economists. Demographers have contributed – but hardly at all the historians. Our

primarytask,ashistorians isthustorecogniseourresponsibilityforthisfield.[…]we

havemuchtocontribute .295

Registrando il ritardo che gli storici avevano accumulato, Hobsbawm mostrava

interesse verso cer? temi e cer? approcci di ricerca propri delle scienze sociali. E

implicitamente invitava a un rinnovamento della prospesva storica anche grazie

all’apporto fornito da tali scienze. Nel suo intervento, con?nuava dicendo che le

relazioni di classe e la loIa di classe dovevano essere centrali nell’analisi storica

sociale. Individuava le fon?a cui gli storici sociali dovevanoguardare (da? sta?s?ci

comeilcostodellavitaeillivellodioccupazione;materialebiografico;necrologisulla

stampalocale:«onlythus–con?nuava–canwehopetogiveaquan?ta?veanswer

to the fundamental ques?on: howdid the commonpeople live?What sort of life-

histories did they have?» ); esortava alla necessità di un approccio compara?vo,296

individuando nelmodus operandi di Labrousse il modello da seguire. Concludeva

ricordandoallasuaplateacheperquantolorofossero‘storicisociali’,illorocompito

nondovevalimitarsiascriverestoriasociale,maascriverestoria,«whichcannotbe

subdividedinreallife» .297

L’apertura dell’intervento di Hobsbawm racchiudeva in sé una proposta innova?va.

Rolf Torstendahl ha commentato che nulla di simile era stato pronunciato in

precedenza in occasioni ufficiali: «Hobsbawm did not say that historians ought to

ParolediM.VanDillenriportateinRaportdeM.AC.Ruter,sezionediTempsModerns,inIXCongrès294

interna1onaldesscienceshistoriques,Paris26août-3septembre1950,vol.II.Actes,Colin,Parigi1951,p.142.

InterventodiE.HobsbawmsuRapportdeM.Malowist,inivi.,p.144.295

Ivi.,145.296

Ivi.,p.147.297

�74

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

make American sociologists their models, but he came rather close to it. And he

praised other social scien?sts as well for taking up important problems, which

historians had overlooked» . Non fu in realtà un’apertura del solo Hobsbawm:298

quellodell’apportoche lescienzesocialipotevanodareal ragionamentostoricoera

un nodo che fu affrontato anche in altre sessioni del congresso. Nella sessione di

«History of Civiliza?on», ad esempio, Pierre Francastel rimarcava la necessità di

definire una metodologia propria per lo studio della storia culturale, che Georges

Friedmann individuava nell’adozione del punto di vista etnologico . Fu però299

Hobsbawm a spingersi più lontano nel raccomandare una sorta di «‘social science

history’» .Èdifficileconcordareconl’interpretazionepropostadaErmann,secondo300

il quale quello di Parigi fu un congresso in cui per mano di un gruppo di storici

collega? alle «Annales» si verificò «a paradigm shiâ from historicism to historical

social science» . In occasione di questo simposio, piuIosto, divenne esplicita la301

volontà condivisa da una parte del mondo della storiografia internazionale di

ripensare e rielaborare le coordinate tema?che e metodologiche della propria

disciplina.

Tracciando un resoconto del suo i?nerario professionale dal periodo

universitarioall’iniziodelXXIsecolo,Hobsbawmavrebbericonosciutoun’importanza

decisivaalcongressopariginoeavrebbeindividuatonellasessionedistoriasocialeda

lui presieduta il luogo di nascita della storiografia del dopoguerra . Fu in302

quell’occasione – avrebbe deIo – che si radunò un gruppo di storici irregolari e

marginali per la maggior parte ancora sconosciu? che sarebbero diventa? i

protagonis?dellastoriografiaeuropeadeglianniCinquantaeSessanta.SitraIavadi

quellicheHobsbawmdefinìpiùvoltecome«historiographicmodernizers»,storiciche

al di là di differenze ideologiche e nazionali condividevano l’urgenza di

democra?zzare la storia, di ampliarne gli ogges di ricerca e di elaborare una

metodologia più sofis?cata: in altre parole storici che si contrapponevano alla

storiografiadominantedell’immediatosecondodopoguerra.Maincheterminiques?

storiciproponevanounrinnovamentodellalorodisciplinaecontrochisimuovevano?

Per rispondereaquestadomandapuòessereu?le ricorrere aduno scriIodi poco

successivo al congresso. Nel febbraio del 1952 uscì su inizia?va di alcuni storici

accademici dell’Historians Group of the Bri?sh Communist Party il primo numero

R.Torstendahl,HistoricalProfessionalism.AChangingproductofCommuni1eswithintheDiscipline,298

in«Storiadellastoriografia»,2009/56,p.19(3-26).

Ques?passaggisonorichiama?inibid.299

Ivi.,p.20.300

K.D. Erdamnn,TowardsaGlobal Community ofHistorians. The Interna1onalHistorical Congresses301

and the Interna1onalCommi.eeofHistorical Sciences (1898-2000), BerghamBooks,NewYork-Oxford2005,pp.206-207.

E.Hobsbawm,ALifeinHistory,in«PastandPresent»,2002/177,pp.7-8.302

�75

primaparte:Re1

dellarivistaacuistavanodaqualchetempolavorando:prendendoinpres?toil?tolo

daunseriedipubblicazionichecomprendevasiaoperemarxistechenonmarxiste,

venne chiamata «Past and Present». Hobsbawm, in qualità di assistant editor,

assiemealdireIore,lostoricodell’an?chitàJohnMorris,eaunmembrodelcomitato

diresvo, il medievalista Geoffrey Barraclough, ne scrisse l’editoriale, una sorta di

manifesto programma?co del ?po di storia che essi avevano in mente e si

proponevanodisviluppareinopposizioneaduetendenze.

Da un lato proponevanouna storia che rifuggisse da una semplificazione eccessiva

taledaridurlaai ranghidiscienzanaturale .Dall’altro latoprendevano ledistanze303

anchedallaripresadi«certainschoolsofthought,descendentdirectlyfromthean?-

ra?onalWeltanschauung of early nineteenth-century Roman?cism,which deny the

very possibility of a ra?onal and scien?fic approach to history»; si ponevano in

esplicito antagonismo all’idealismo filosofico crociano . Dicevano inoltre di voler304

studiare i fenomeni storici con metodi propri della ragione e della scienza: il

soIo?tolodellarivistaeraJournalofScien1ficHistory.All’economia,all’antropologia,

alla sociologia e alla psicologia inoltre venivano riconosciu? contribu? importan?–

per quanto potessero dimostrarsi anche campi scivolosi – alla comprensione della

storia.

Se queste erano le linee chiave della metodologia che la nuova rivista avrebbe

seguito, l’oggeIo che essi ponevano come principale campo d’indagine era

presentato aIraverso le parole di Ibn Khaldun, una citazione voluta dallo stesso

Hobsbawm. La storia per loro, come per lo storico arabo del XIV secolo, era «the

recordofhumansociety,orworldcivilisa?on;of thechangesthat takeplace inthe

nature of that society […]; and in general, of all the transforma?ons that society

undergoes by its very nature». Questa aIenzione alla storia sociale era un lascito

anchedelcongressoparigino,cosìcomedall’assise internazionale francesederivava

la sensibilità a un orizzonte che oltrepassasse quello tema?camente e

linguis?camentelimitatodellastoriografiaanglosassone.

AlcongressodiParigiHobsbawmdunquetrovòverosimilmenteilclimaideale

in cui confrontarsi con storici di diverse scuole e provenienze che condividevano

quelle stesse preoccupazioni e quelle stesse urgenze di rinnovamento delmodo di

pensareedifarestoria,chedaalcuniannieranolecoordinateentrocuisisvolgevano

le discussioni anche della cerchia degli storici marxis? britannici. Il confronto che

prese forma a Parigi alla fine dell’estate del 1950 deve essere stato vissuto da

Hobsbawm, dunque, come un riscontro che da un lato avvalorava il percorso fin lì

faIoedall’altrolos?molavaulteriormente.

TheEditors,Introduc1on,in«PastandPresent»,1952/1,p.III.303

Ivi.,p.II.304

�76

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

L’impostazione innova?va del congresso era stata deIata, come si è deIo, dagli

ambien?delle«Annales»eavvenivainuncontestostoriografico,francese inprimis,

dominato dal successo de Le Méditerranée di Fernand Braudel, pubblicato l’anno

precedente e recepito posi?vamente anche fuori dalla Francia. A ParigiHobsbawm

subì di certo il fascino di quella che avrebbe chiamato la «novelle vague» della

storiografia francese. Sebbene a Cambridge l’avesse conosciuta aIraverso la

mediazione di Postan, ora poteva sperimentarla in prima persona, entrando

direIamente incontaIocon i suoiesponen?.Nelprimoparagrafodell’editorialedi

«Past and Present» sarebbero sta? richiama? i nomi di Bloch e Febvre, nella cui

tradizionestoriograficalanuovarivistainglesedicevavolersiinserire.Traiconsiglieri

stranieri della rivista fin dal primo numero ci sarebbe stato Georges Lefebvre, lo

storicodellaRivoluzionefrancesecheaveva insegnatoaStrasburgoneglistessianni

di Bloch e Febvre e il cui interesse per la storia della mentalità lo avvicinava alle

«Annales»; storico di cui «Past and Present» apprezzava il repubblicanesimo, il

radicalismo (condivideva con gli storici britannici il proprio supporto al fronte

popolareeunacertavicinanzaalPCF )esopraIuIoilsuopionieris?costudiodei305

movimen?dellagentecomunedaunaprospesva‘dalbasso’ .306

HobsbawmavevaleIoillibrodiBraudelcongrandeentusiasmoallasuauscita .Nel307

corsodelcongressoseguìgliinterven?diErnestLabroussesullastoriaeconomica,ne

ricalcòlepolemichedaquestosollevate;dalìinpoisisarebbemantenutoconluiin

contaIo grazie alle comuni frequentazioni dei convegni di storia economica. In

occasione della sessione di storia sociale inoltre ebbe l’opportunità di confrontarsi

direIamente con storici vicini alle «Annales», come Paul Leuillot, segretario della

rivista,eJeanMeuvretePierreVilar;discussetraglialtriancheconlospagnoloJaime

Vicens Vives. Ques?, che avevano mostrato una concezione nuova della storia,

sarebberodiventa?di lì a pocodegli interlocutori costan?del gruppodi «Past and

Present».GraziealsimposiopariginoHobsbawminiziòatesseredunquedei legami

all’interno della cerchia storiografica internazionale: legami che nascevano e si

sarebberosviluppa?daspintediverse,anchesespessotralorointersecate.

Un primo risultato del congresso del 1950 si evince dei rimandi bibliografici

presen? negli scris che Hobsbawm avrebbe pubblicato di lì a poco; rimandi che

Perunanotabiograficadi Lefebvre: L.H.Davis,Georges Lefebvre (1874-1959), inP.DaileadereP.305

Whalen(acuradi)FrenchHistorians(1900—2000).NewHistoricalWri1nginTwen1eth-CenturyFrance,Wiley-Blackwell,pp.417-427.

Georges Lefebvre, in «Past and Present», 1960/17, p. 96. L’importanza degli studi di Lefebvre306

verranno rimarca? nuovamente da Hobsbawm anche in E. Hobsbawm, La storia dal basso, in id.,Dehistoria,cit.,p.239.

E. Hobsbawm, La storiografia inglese e le «Annales»: una nota, in id., De historia, cit., p. 212.307

Recensendo la secondaedizione francese,HobsbawmdiràcheLaMediterranéeerastato riconosciutofin dalla sua uscita come un classico della storiografia; dirà inoltre che gli storici che leggendolo nonfosserosta?s?mola?anuoveideeericerche,avevanosbagliatomes?ere.

�77

primaparte:Re1

par?vanopropriodai contasna?a Parigi sulla spintadi una comune sensibilità al

rinnovamento della disciplina storica. Uno dei primi contribu? di Hobsbawm a

oIenere un riscontro internazionale, un duplice ar?colo sulla crisi del XVII secolo

pubblicato nel 1954 , si reggeva su un’impalcatura bibliografica ancorata alle308

«Annales» e ad alcuni interven? dei partecipan? alla sessione parigina di storia

sociale; inpar?colaresidichiaravadebitoredeisuggerimen?diJeanMeuvret«who

confirmedmanyofmynon-specialistguesses» .309

La leIura delle «Annales» nei primi anni Cinquanta da parte di Hobsbawm inoltre

deveesserestatas?molatadalfaIocheinquestarivistavipotevaritrovarelastessa

aIenzione per la storia economica e sociale chemuoveva le discussioni in cui era

coinvolto in Inghilterra.AlcunidecennidopoavrebbedeIoche imarxis?britannici

all’epoca«pensavanoasestessi comeagenteche loIa[va]dalla stessapartedelle

«Annales»» .Essi,forseperviaanchedelloroisolamento,furonoinfascoloroche310

risposero più volen?eri alla «mano tesa» di Braudel verso il marxismo nella

congiunturadiunastoriaeconomicachesifocalizzassesullaprimaetàmoderna .Si311

traIava di un interesse, quello inglese verso la storiografia delle «Annales», non

unidirezionale:anchegiovanistoricifrancesiviciniallarivistadiBlochsarebberosta?

infasaIrasda«PastandPresent».JacqueLeGoffadesempioavrebbericordatodi

esserestatononsolounsuoregolare leIore,ma«anadmirer,a friend,almost (if I

mightsayso)asecretlover»findalsuoprimonumero .312

Hobsbawm in par?colare deve aver trovato nella rivista francese quello stesso suo

interesse per lo studio dell’economia del XVI e del XVII secolo, affrontato inmodo

sistema?co e innova?vo. Il Méditerranée di Braudel d’altronde aveva dato risalto

straordinario a questo tema che – come si è accennato – era centrale anche

all’internodelGruppodegli storici del par?to comunista d’Oltremanica. La crisi del

XVIIsecolo,sopraIuIo,iniziavaaconfigurarsiinquegliannicomeuntemacaldoper

lastoriografiasiaeuropeachenordamericana,sulqualeglistoricimarxis?britannicie

glistoricidelle«Annales»sisarebberoconfronta?alungo .Apar?redaiprimianni313

Cinquanta sarebbe iniziato uno scambio reciproco di materiali, ad esempio con

Ruggiero Romano, storico italiano collaboratore di Braudel dalla fine degli anni

E.Hobsbawm,TheGeneralcrisisoftheEuropeanEconomyintheSeventeenthCentury,in«Pastand308

Present»,1954/5,pp.33-53.

Ivi.,nota2p.50.309

E.Hobsbawm,Comments,in«Review»,1978,1,p.158,citatoinI.Wallerstein,Braudel,le«Annales»310

elastoriografiacontemporanea,in«Studistorici»,1981/21,p.14(5-17).

Ivi.,pp.12-15.311

J.LeGoff,LaterHistory,in«PastandPresent»,1983/100,p.15(14-28).312

J. Dewald, Crisis, Chronology, and the Shape of European Social History, in «American Historical313

Review»,2008/4,pp.1031-11052.Sull’originediquestodibastoinGranBretagnanegliannitraledueguerresiveda:F.Benigno,SpecchidellaRivoluzione.Confli.oeiden1tànell’Europamoderna,Donzelli,Roma1999,pp.64-72.

�78

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

Quaranta .314

IlcontaIo,anchepersonale,conilmondodelle«Annales»devedunqueessere

stato par?colarmente aspirato da Hobsbawm. Nel 1954 inviò, con dedica, i suoi

ar?colisullacrisidelXVIIsecoloaFernandBraudel,ricevendoneincambiouncaldo

apprezzamentoes?molandoneunacertacuriositàverso«PastandPresent».Braudel

scrisse:

J’ai luavec leplusgrandplaisirvotrear?cleexcellent,mȇmesi l’onn’enpartagepas

toujourslesconstruc?ons;maisj’aipasséeàvouslireunesoiréetrésagréable.S’ilvous

étaitpossibledemefaireadresserunoudeuxnumérosdelarevue«PastandPresent»

vous me feriez plaisir; le cas échéant je prourrais vous envoyer des numéros de la

revue«Annales»quejedirigeauxcȏtésdeLucienFebvre,commevoussavez .315

Iniziava tra le due riviste una streIa e duratura relazione. Questa convergenza di

interessisarebbesfociata incontasdiresstabiliapar?redallasecondametàdegli

anni Cinquanta. Alla morte di Febvre (1956), Braudel gli sarebbe succeduto alla

direzionedelle «Annales» e alla presidenza della VI sezionedell’École Pra?quedes

HautesÉtudesedelCollegedeFrance;pochiannidopo(1963)avrebbefondatouna

nuovaorganizzazionededicataallaricercainterdisciplinare,laMaisondesciencesde

l’homme.SitraIavadiuninsiemedirealtàincuiBraudelstavacercandodireclutare

un gruppo di ricercatori a tempo pieno, programmando una poli?ca di ricerca

collesva,e,graziealsupportodiClemensHeller ,didarevitaaununiversosempre316

piùinternazionale,apertoallafrequentazionedigiovanistudiosinonsolofrancesima

anchestranieri.MauriceAymardhaparlatodiun«vero‘par?to’italiano» all’École317

Pra?que, composto tragli altridaRuggieroRomano,AlbertoTenen?,CarloCipolla,

GaetanoCozzi;c’eranopoistudiosidell’Europaorientale,comeipolacchiWitoldKula

eMarianMalowist, o rumeni comeGeorgeHaupt, spagnoli e portoghesi; più tardi

sarebbero arriva? inglesi e americani. Fu frequentando gli spazi e i seminari nelle

is?tuzioniges?tedaBraudelcheHobsbawmdilìaqualcheannoavrebbeavvicinato

M. Aymard, Ruggiero Romano a Parigi, in P. Bus de Lima (a cura di), Ruggiero Romano. AÅ314

dell'incontro di studi, San Marino, giugno 2012, Edizione della Scuola Superiore di studi storici, SanMarino2014,pp.9-28(RingrazioLorenaBaraleperavermiregalatoquestolibroeavermiindirizzatosualcunestradediricerca).

Ins?tut de France [d'ora in poi IF], Corrispondenza Fernand Braudel [d'ora in poi CFB], LeIera di315

BraudelaHobsbawm,23oIobre1954.

Figura estremamente innova?va nel panorama culturale francese. Heller, grazie al suo316

cosmopoli?smoeallasuaretedicontaseamicizieinternazionali,fecedellaVIsezioneununicumnelpanorama culturale francese ed europeo, asrandovi talen? da tuIa Europa e fondi anched’oltreoceano.M.Aymard, Inmemoriam:ClemensHeller(1917-2002), in«SocialScienceInforma?on»,2003/3,pp.284-287.

M.Aymard,LaFrancia,l’ItaliaeilMediterraneo.ConversazioneconMauriceAymard,in«Meridiana»,317

1992/13,p.172(167-183).

�79

primaparte:Re1

anche degli italiani che sarebbero diventa? interlocutori e amici di una vita: ad

esempio,comesiègiàaccennato,RuggieroRomano;manonsolo:CorradoVivan?,a

Parigidal1957,fu–comeemergeràpiùavan?–unodiques? .318

Hobsbawm in vecchiaia avrebbe ricordato che a coinvolgerlo sempre più negli

ambien?braudeliani fuHeller , suocoetaneoe colquale condividevauncomune319

background viennese e affini percorsi biografici internazionali. Dai tardi anni

CinquantaHobsbawmsarebbestatoquindiinvitatoallaVISezionedell’ÉcolePra?que

pertenereconferenzecorrelatealtemadellarivoluzioneindustriale:unadelleprime

di cui è rimasta traccia sarebbe stata tenuta nella primavera del 1958 presso il

seminario di Braudel sul tema Le révolu1on industrielle et le niveau de la vie

materielleenAngleterre.All’iniziodeglianniSessantaavrebbepresoparteaiseminari

organizza?daMeuvret;alcuniannipiùtardi(1966)sarebbeintervenutoinvecesuLes

classes ouvrières et la culture dépuis de la révolu1on sociau. Ma questo

coinvolgimentosisarebberealizzatocompiutamentesolodaitardianniCinquanta.

Nell’immediato post congresso Hobsbawm a Parigi sviluppò re? di relazioni

diverse. Il congresso internazionale del 1950 fu infas importante per un secondo

mo?vo:entrandoincontaIoconun’ampiarappresentanzadellastoriografiaeuropea,

Hobsbawmsviluppò i rappor? inpar?colareconquegli studiosiconcuicondivideva

nonsololatensionealrinnovamentostoriograficomaancheunasintoniaideologica.

DuranteilcongressoincontròadesempioPierreVilar,storicopiùvecchiodiluidiun

decennio che stavadamol? anni lavorandoaduna corposa tesi di doIorato su La

Catalognedansl’Espagnemoderne.Durantelasessionedistoriasocialeavevanotato

in lui, come avrebbe deIomol? anni dopo, una grande vivacità intelleIuale . In320

compagniadiVilaravevaancheseguitogliinterven?diErnestLabrousse,dicuiVilar

–suoallievo–avevaintroieIatolalezionemarxista .Hobsbawmamol?decennidi321

distanza avrebbe riconosciuto in Vilar «the most dis?nguished specimen» tra gli

storicimarxis?francesi .322

Fu proprio nella cerchia degli storici marxis? francesi che Hobsbawm cercò di

inserirsi, sforzandosi anche – come si vedrà più approfonditamente nel prossimo

C.Vivan?,LagenerositàdiRuggieroRomani,inP.BusdeLima(acuradi),RuggieroRomano,p.189318

(185-195).

Coniqualiavrebbeinstauratoanchestabilirelazioniaccademiche.NeglianniSeIantaverrànominato319

perunperiododirecteurderecherchenellanuovaÉcoledesHautesÉtudes.

RicordandoVilarmol?annidopo,diràche«hiseyeswerebrightasbuIons,hisbrainobviouslyeven320

brighter». Tes?monianza di Hobsbawm riportata in J. L.Marfany, Pierre Vilar, in «The Guardian», 17seIembre2003.

Futuri studen? di Vilar, come Le Roy Ladurie, ricorderanno che dietro al marxismo di Vilar c’era321

Labrousseche incen?vava«tendenzemarxiste inunospiritoesentedaqualsiasiseIarismoeapertoatuI’altreconcezioni»:E.LeRoyLadurie,Autobiografia,Rizzoli,Milano1984,p.194;P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.159.

J.L.Marfany,PierreVilar,in«TheGuardian»,cit.322

�80

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

capitolo – di far sbocciare i propri contas individuali in confron? storiografici di

gruppo. I fascicoli crea? dall’Intelligence britannica permeIono di vedere come

HobsbawminterloquissenonsoloconVilarmaancheconaltristoriciestorichecome

JeanChesnaux,che l’MI5definivasegretariodelgruppodegli storici lega?alPCF,e

Claude Mosse nell'organizzazione, per esempio, di conferenze – che Vilar voleva

rivolteaunlargopubblico–sullatransizionedalsocialismoalcapitalismo .323

La partecipazione al congresso di Parigi deve aver aperto ad Hobsbawm la

stradapernuovicontasefrequentazioniancheoltre iPirenei.Nell’apriledel1951,

adesempio, trascorsequalchegiornoaBarcellona. Èuna tappadi cui resta traccia

negli incartamen? dei Servizi segre? britannici, che anche dopo la guerra

con?nuaronoasorvegliarepermol?anniglispostamen?eicontasdiHobsbawm.Il

MI5annotavaallarmatocherimanevasconosciuto ilmo?vodiquelviaggio.Dopo il

suo rientro a Londra, Hobsbawm aveva incontrato alcuni comunis? spagnoli,

contaIa? grazie alla cerchia comunista del Bri?sh Council for German Democracy,

aggiornandoli sulla situazione poli?ca e sociale della Spagna . In Catalogna324

Hobsbawmavevaassis?toa scioperiemanifestazionidipiazza,di cuiparlò in tono

entusiasta in due ar?coli scris soIo pseudonimo o in anonimato al suo rientro in

Inghilterra. In occasione della festa del 1° maggio sul quo?diano del Par?to

Comunista della Gran Bretagna, scriveva che «the Barcelona strike was not marly

proofthatsomethingcouldbedone-itprovedthatFrancocouldbeforcedtoretreat

by the ac?on of the common people»; e rimarcava come la caduta del diIatore

sarebbe stata causata da forze interne alla Spagna . L’intelligence britannica non325

sapevadunqueseeglisifosserecatoinSpagna«forsomepurelyCommunistpurpose

ormerely for general interest» . La guerra civile spagnola, come si è visto, aveva326

scaldato i dibas? poli?ci degli anni universitari di Hobsbawm. La Spagna aveva

rappresentato negli anni Trenta un simbolo di loIa an?fascista e, sebbene fosse

venutamenolaRepubblica,losarebberimastapertuIalasuavita:nelSecolobreve

diràchelaguerracivilespagnola«ancheaconsiderarlaretrospesvamente,man?ene

lapurezzaelacogenzaidealecheebbenel1936» .Perquesto,comeharimarcato327

JohnH.EllioI,mol?diquellagenerazionecheavevanovistocaderelaRepubblicasi

sarebberorifiuta?dimeIercipiedefinoallacadutadiFranco .PerHobsbawmnon328

NAL,MI5-EHF,KV2/3982,Notemen?onHobsbawm,12novembre1952e LeIera interceIatadiP.323

VilaradE.Hobsbawm,18novembre1952.

Ivi.,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.311,767,3maggio1951.324

F.H.Ramsbury(pseudonimodiE.Hobsbawm),Franco’sPoliceSeeTheWri1ngontheWall,in«Daily325

Worker»,1maggio1951,p.2;FrancoinRetreat,«NewStatesmanandNa?on»,14aprile1951,p.415.

NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.211,764,27aprile1951.326

E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.193.327

J.H.EllioI,HistoryintheMaking,YaleUniversityPress,NewHaveneLondon2012,p.5.328

�81

primaparte:Re1

fu così. Condivideva con i suoi amici parigini una sosle aIenzione per la penisola

iberica, fruendo di prodos culturali spagnoli spesso non accessibili o quantomeno

ignora? dal pubblico internazionale. Si trovano frequen? echi di questo interesse

nelleconversazioniconHeleneRaymond,unadellesueamichepiùstreIenellaParigi

deglianniCinquanta.ComequandoHelenegliraccomandavalavisionediBenvenido

MrMarshall,unfilmdiLuisGarcíaBerlangadebitorediunaforteinfluenzasurrealista

che – a suo giusto parere – res?tuiva, grazie a un tono oscillante tra commedia e

crudeltà,unarealtàspagnolasvincolatadallasolitarappresentazionestereo?pata .329

L’MI5, interrogandosi sui proposi? del soggiorno spagnolo di Hobsbawm, poteva

affermare che egli era stato ospite di un professore universitario di Barcellona .330

Viene da pensare si traIasse di JaimeVicens Vives, lo storico economico e sociale

dell’età moderna catalana che Hobsbawm aveva conosciuto a Parigi l’anno

precedente e che sarebbe diventato un interlocutore apprezzato da «Past and

Present» .Inoccasionedelcongressoparigino,VicensVivesavevapresopartealle331

discussioni della sessione di storia sociale presieduta da Hobsbawm e, accanto a

Hobsbawm e altri studiosi come Pierre Vilar e Witold Kula, aveva ascoltato con

interessegliinterven?diLabroussenellasessionedistoriaeconomica .Èprobabile,332

ma non cer?ficato, che i due si fossero mantenu? in contaIo visto la comune

propensioneaun rinnovamentodella storiaeall'interesseper la storiaeconomica,

sebbene pra?cata con prospesve diverse, nonché alla comune amicizia con Pierre

Vilar,s?matodaentrambi.Lacomunitàstoricaspagnola,aseguitodellaguerracivile,

soffrivadiunisolamentointernazionalee,ancheperquesto,riservavaunapar?colare

accoglienzaaglistoricistranierichevisitavanoilPaeseochenestudiavanolastoria.

John H. EllioI, che comeHobsbawm iniziò a frequentare la Spagna nei primi anni

Cinquanta, avrebbe ricordato che si trovò «intellectually at home in the circle of

Vicensandhispupils» .NonèpossibiledireperHobsbawmlastessacosainquanto333

lerelazioni,anchestoriografiche,cheegliinstauròall’iniziodeglianniCinquantanon

hanno lasciato traccia e i rappor? che gli avrebbero aperto la strada allo studio

dell’anarchismo spagnolo sarebbero sta? stres più avan?. È comunque verosimile

MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond329

(1952-1962),LeIeradiH.RaymondaE.Hobsbawm,12novembre1953,(937/1/2/9).Perun’analisidell’originalitàedellacircolazionenoninternazionaledelfilmspagnolocitatorispeIoallaproduzionecinematograficapiùdiffusachepresentavainvecel’immagineirrealedellaSpagnasirimandaa R. Mestre, A. del Ray e K. Stanishevski, The Image of Spain as Tourist Des1na1on Built ThroughFic1onalCinema,in«JournalofTravelandTourismMarke?ng»,2008/24,pp.187-188(185-194).

NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Documentorela?voaE.Hobsbawm,P.F.211,764,27aprile1951.330

UnnecrologiodiVicensVivesapparesu«PastandPresent»propriopersoIolinearecome,sebbene331

lostoricospagnolononfossemaiintervenutosullepaginedellarivistainglese,erastatodaquestavistocome uno di coloro che avevano contribuito al «kind of scholarship which we try to represent»: lacitazioneètraIadalleEditorialNotes,«PastandPresent»,1960/18,p.5(3-7).

P.Vilar,Memoria,historiaehistoriadores,BibliotecadeBolsillo,Granada2004,p.46.332

J.H.EllioI,HistoryintheMaking,cit.,p.43.333

�82

primocapitolo:IlritornodallaGuerra

chel’interesseversolaSpagna,doveHobsbawmtorneràspessoneglianniCinquanta

anche come turista, avesse una spinta professionale in linea con quello sforzo di

creare contas internazionali di cui era promotore. I suoi viaggi oltremanica

dopotuIoiniziaronoafarsipiùfrequen?perunulterioremo?vo:stavaentrandoin

crisilarelazioneconsuamoglie.

�83

primaparte:Re1

secondocapitolo

LASCOPERTADELL’ITALIA

2.1.Mediatori

La separazione da Muriel Seaman, avvenuta all’inizio degli anni Cinquanta,

lasciòHobsbawm«inunacondizionediprofondainfelicità»acuireagìbuIandosinel

lavoroeneiviaggi .Lasciò lacasanellacapitaleallamoglieper iniziareuna«half-334

and-half nomadic London-Cambridge life», che si prolungherà con pesantezza fino

allametàdeldecennio .IlKing’sCollege,dovenel1949avevaoIenuto–comegià335

ricordato–una fellowshipperunaricercasulNewUnionism,glioffrìnelseIembre

1950un alloggio che gli permise di reinserirsi nella vita accademica e sociale della

ciIadina del Cambridgeshire. All’impegno serale al Birkbeck College di Londra

affiancò presto l’impiego lavora?vo come supervisore ed esaminatore presso la

facoltà di economia di Cambridge. Negli stessi anni iniziò a pubblicare su riviste

nazionalialcunisaggichedavanocontodellesuericerchedilabourhistoryeassunse

posizionidirilievoall’internodellaEconomicHistorySociety .IlKing’serad’altronde336

ilcollegepiùrinomatoperglistudidieconomiadalmomentochefinoapochianni

prima vi avevano insegnato economis? come John M. Keynes e storici economici

come JohnClapham,di cuiHobsbawmaveva seguito conaIenzione, cri?candone i

limi?, il pensiero . Tra gli economis? di Cambridge in quegli anni furono poi suoi337

interlocutoriepun?diriferimentodicertoNoelAnnan,suoamicoalKing’s,ecome

sempreilsuocompagnodipar?toMauriceDobb.

Il ritorno nella ciIadina universitaria, che – come ha soIolineato Perry

Anderson –erastatofacilitatodallesueconoscenzedialtolivelloalKing'sedalla338

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.209.334

NAL,MI5-EHF,KV2/3981,Copiadiuna leIera interceIatadiE.HobsbawmaDorothyDiamond,23335

giugno1951,(KV2/3981/166a).

E.Hobsbawm,75Yearsof theEconomicHistorySociety:SomeReflec1ons, inP.Hudson(acuradi),336

LiyingEconomicandSocialHistory:EssaystoMarkthe75thAnniversaryoftheEconomicHistorySociety,Glasgow,2001,pp.136–140.

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Bozzadelnecrologiodi Sir John337

Clapham,1948,(937/4/4/2);pezzopubblicatosuunarivistacecoslovaccaconil?tolo:SirJohnClapham(1873-1946),in«SborníkProHospodàřskáaSociálníDějiny»,1948/3-4.

P.Anderson,Spectrum,cit.,p.349.338

�84

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

sua filiazione agli Apostoli , si sarebbe sedimentato nellamemoria di Hobsbawm339

con ?nte piuIosto cupe che dall’ambito sen?mentale si sarebbero riversate senza

soluzione di con?nuità in quello professionale e insieme poli?co. «Che cosa fu più

doloroso – si sarebbe chiesto ad esempio in Anni interessan1 – il mio divorzio o

l’esecuzionedeiRosemberg [sic]?» . La condanna capitaledei coniugi statunitensi340

per spionaggio filosovie?co fu vissuta da Hobsbawm con profondo turbamento;

un’amica che gli scriveva da Parigi pochi giorni prima dell’uccisione sulla sedia

eleIricadiJuliuseEthelRosenbergglidescrisselasuaossessioneeilsuo?more,che

sapevaesserecondivisidaHobsbawm,ditrovarsidifrontead«unnouveauSaccoet

Vanzes» .Pare interessantesoffermarsi sulladomandacheHobsbawmsipose in341

quantol’interroga?vomeIeafuocolostatod'animoconcuieglivissequegliannieil

modo in cui reagì. L’interroga?vo infas accosta il dolore per il divorzio alla

preoccupazioneeall'esasperazionedeIatedagli esi?della guerra fredda;edèuna

domanda che, significa?vamente, rimane sospesa: Hobsbawm cioè non le diede

risposta,mostrando così un’incapacità di scindere tra sfera pubblica e privata.Una

sofferenza tuIaprivata,quelladeIatadallafinedel suo rapporto coniugale, venne

rielaborata da Hobsbawm come streIamente intrecciata ai coevi sviluppi poli?ci.

Cosacheèindicedellapervasivitàchemantennelasuamilitanzapoli?caanchedopo

il ritorno aCambridge, nonostante egli l’avrebbepoi ridimensionatanellememorie

senili . La frustrazioneper la crescenteos?litàan?comunista si fecepoi ancora342 343

piùamaraperirisvol?professionalidaessacausa?:gliincarichicheeglisiaspeIava

diricevereaCambridgeglifurononega?acausadellasuaappartenenzacomunista;

cosachesuscitòunafortedelusioneeuncertodisagioversol’universitàincuisiera

formatoe incuineglianniTrentaavevamaturatosenzadifficoltàepregiudizi il suo

impegnopoli?coasvo.

Ancheperquestoreagivaconazioniprovocatorie.Comequandoinvitòaduna

festaalKing’sCollegeAlanNunnMay,fisico ingleseconcui intraIenevarappor?di

Nel 1946 Hobsbawm ne venne eleIo vice presidente e partecipò alla vita dell’associazione con339

regolaritàunavolta rientratoaCambridge.MRC,EHP,Miscellaneous,Autobiographicalmaterial,TestodasloscriIosullapropriaesperienzaall’internodegliApostoli,s.d.(937/7/8/1).

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.209.340

MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond341

(1952-1962),LeIeradiHeleneRaymondaE.Hobsbawm,17giugno1953,(937/1/2/9).

Hobsbawm ricorda (Anni Interessan1, cit., p. 214.) posi?vamente il trasferimento da Londra a342

Cambridge in quanto gli permise di defilarsi dalle asvità della sezione londinese a cui eraprecedentementeiscriIo.

W. Thompson, Bri1sh Communists in the ColdWar (1947-52), in «Contemporary Bri?sh History»,343

2001/3,pp.105-132.

�85

primaparte:Re1

frequentazione e che aveva appena scontato in carcere l'accusa di spionaggio344

nucleare a favore dei sovie?ci . Ma non solo: per uscire dalla pesante cappa da345

guerra fredda in cui le is?tuzioni erano piombate, Hobsbawmmaturò il bisogno di

uscire,diandare,dicercarealtroveedaséluoghididiscussioneesterniall’accademia

e all’insularità britanniche. Un bisogno che lo portò – come si è visto nel capitolo

precedente – a diventare uno dei promotori delle asvità del Gruppo degli storici

marxis?eunassiduoviaggiatoreincercadicontes?doveinstaurarenuoviepiùliberi

rappor? professionali e umani. DopotuIo viaggiare per un britannico – come ha

notato Paul Fussell – non si configurava come un lusso, ma piuIosto come una

essenziale necessità della vita per superare l’insularità geografica a cui era

costreIo . La fine del matrimonio contribuì a favorire ques? spostamen? già346

piuIostofrequen?,eaprogrammarlinonsoloperques?oniprofessionalimaanche

per piacere, non solo in solitudinema a volte assieme a compagni di viaggio che

spessoarrivavanodallesuefrequentazionifrancesi.

ÈinquestoperiodocheHobsbawmprogeIòdifareunviaggioinItalia.Eraun

Paesechenonavevamaivisitato;loavevasoltantosfioratonellontano1919,quando

ilvaporeIosucuiavevalasciatoassiemeaigenitoril’EgiIoeraaIraccatonelportodi

Trieste, da dove la famiglia era subito ripar?ta alla volta di Vienna. D’altronde,

commenteràinvecchiaiadifronteaunaplateaitalofila,unan?fascistacomeluinon

poteva sen?rsi aIraIo dal Paese in cui era nato e governava il fascismo .Ora le347

coseeranoperòcambiate.NelgirodipochiannitraguerraedopoguerrainItaliasi

eraverificatounostraordinarioradicamentodelPar?tocomunista,chegiànel1946

aveva raggiunto più di due milioni di iscris. Anche nel quadro di generale

ripiegamentoacuierastatocostreIoilmovimentocomunistainternazionaledopoil

1947, la realtà italiana rappresentava un’anomalia di rilievo che di certo doveva

aIrarre un militante comunista come Hobsbawm, che aveva già cercato e

sperimentatoqualcosadisimileinFrancia.Tantopiùcheilsuopuntodiosservazione,

benché inunaprospesvachiaramente internazionalista,eradall’internodelPar?to

comunista britannico, una realtà di dimensioni estremamente più ridoIe che, pur

mantenendo un certo risultato a livello sindacale, stava gradualmente perdendo

influenzasianegli ambien?parlamentari che inquelli intelleIuali,quando invece il

Le interceIazioni telefoniche a cui la casadiHobsbawm fu soIoposta per tusgli anni Cinquanta344

tes?moniano il rapporto di frequentazione tra i due. Si veda, a ?tolo d’esempio, NAL, MI5-EHF,KV2/3983, InterceIazione di una telefonata di Alan May a casa di Hobsbawm, 15 maggio 1956,(KV2/3983/8a).

B. Cathcart, May Alan Nunn (1911-2003), physicist and spy, in Oxford Dic1onary of Na1onal345

Biography,OxfordUniversityPress2007.

P.Fussell,All’estero.Viaggiatoriinglesifraledueguerre,IlMulino,Bologna1988,pp.89-90.346

E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,(acuradi)A.Polito,Laterza,Roma-Bari1999,p.127.Illibro347

nacquedaun’intervistafaIadalgiornalistaitalianoallostoricoinglesepressol’ItalianCulturalIns?tutediLondra(tes?monianzadiLucioSponzachevipartecipòcomeuditore).

�86

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

PCIricevevasemprepiùadesionidapartediques?ul?mi.

Hobsbawmdeveaveravutooccasionedi raccoglierequalcheno?ziadiprima

manoedi scambiarequalche impressione sulla realtàdel PCI non tanto all’interno

degli ambien? del par?to britannico, quanto piuIosto nella stessa Cambridge. Più

volte avrebbe ricordato di essere stato introdoIo in Italia da Piero Sraffa ,348

l’economista torinese che si trovava a Cambridge dalla fine degli anni Ven? e che

manteneva una costante aIenzione verso quanto succedeva in Italia nonché un

coinvolgimento asvo nelle sue vicende poli?che. Sraffa era arrivato in Inghilterra

all’inizio degli anni Ven?, proveniente da una famiglia ebraica dell’alta borghesia

torinese, con una laurea in giurisprudenza. Era entrato alla London School of

Economics come research student per perfezionare i suoi interessi economici,

frequentandoancheilLabourResearchDepartment,doveeraentratoincontaIocon

gliambien?dellasinistralaburistaecomunistainglese .Quindidallafinedeglianni349

Ven?sierastabilito,chiamatodaKeynes,aCambridge,doveavevamantenutouna

posizionedefilatarispeIosiaagliimpegnididascisiaallavitasocialedell’universitàe

anche una certa riservatezza in merito alla sua adesione al marxismo . Era una350

personadigrandeaffabilitàmaanchedigrandediscrezione:gelosodelleproprieidee

nelcampoeconomico,tendevaaessereelusivoquandochiacchieravaconicolleghiin

meritoaipropricampidiricerca ;eparlavapocoanchedelleproprieideepoli?che,351

defilandosidapubblichediscussionisullapoli?cainglese .352

Questa riservatezza venivameno solonelle relazioni più streIe, comequella

peresempioconMauriceDobb.SraffadallafinedeglianniQuarantaavevachiestoa

Dobb diaffiancarlonellavoro,incuieraimpegnatodapiùdidiecianni,diedizione353

delle opere e della corrispondenza dell’economista inglese David Ricardo : per354

discuterneiduesiincontravanoalTrinityCollegeeloavrebberofaIoconregolaritàe

E.Hobsbawm,AnniInteressan1,cit.,p.384.348

N.Naldi,TheFriendshipbetweenPieroSraffaandAntonioGramsci intheyears1919-1927, in«The349

European Journal of the History Thought», 2000/1, p. 82 (79-114). Per il percorso personale eprofessionalediSraffasirimandaa:Id.,PieroSraffa:emigrazioneandscien1ficac1vity(1921-45),inH.D. Kurz, L. L. PasineseN. Salvadori,Piero Sraffa: theManand the Scolar. ExploringHisUnpublishedPapers,Routledge,NewYork2008,pp.7-30.

M.C.Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,inivi.pp.65-66(51-78).350

Cosìloricordaunsuoamicoees?matorecomeNicholasKaldor:N.Kaldor,Ricordidiuneconomista,351

(acuradi)M.C.Marcuzzo,Garzan?,Milano1986,p.50.

A.Roncaglia,PieroSraffa,PelgraveMacmillan,Bacsingstoke2009,p.8.352

Per la mo?vazione che spinse Sraffa a scegliere Dobb in questo monumentale lavoro: S. Steve,353

RicordodiPieroSraffa,in«Rivistadistoriaeconomica»,2000/2,p.185(183-186).

D.Ricardo,TheWorksandCorrespondenceofDavidRicardo,(acuradi)P.StaffaeM.Dobb,11voll.,354

CambridgeUniversityPress,Cambridge,1951–1973.

�87

primaparte:Re1

grandefrequenzafinoalmenoallametàdeglianniCinquanta .Eraunrapportonon355

solodilavoromadifamiliaritàcheduravadamol?anniecheeracresciutononsolo

per ques?oni intelleIuali,ma anche su una comune affinità poli?ca ed ideologica.

Dobb, che lo aveva incontrato fin dai suoi primi soggiorni in Inghilterra, era a

conoscenza dei rappor? di Sraffa con i quadri dirigen? del PCI in esilio durante il

ventennio fascista, così comeera a conoscenzadell’amicizia che lo aveva legato ad

AntonioGramscifindal1919.Loavevaaiutatoinfasatradurreinunbuoningleseun

testo, da pubblicare nel 1927 sul «Manchester Guardian», di denuncia delle

condizioni carcerarie diGramsci . Anchedopo lamorte di quest'ul?moe finita la356

guerra,SraffapurnonessendosiiscriIoalPCImantenevastreslegamiconiquadri

dirigen?e culturali del par?to , che lo avrebbero guardatonei decenni successivi357

semprepiùconammirazioneereverenzacomeuninterlocutorediprimopianonella

poli?caeditoriale gramsciananonché comeun tes?mone ricercatodagli storici che

avrebbero scriIo la storia del par?to . Egli aveva in effes dato un importante358

sostegnoaffesvo,economicoe intelleIualeaGramscieallasuafamigliadurante il

periodo di detenzione e aveva dimostrato grande premura nel salvare gli scris

carcerari dell’amico. Anche di questo o quantomeno di alcuni aspes di questo

coinvolgimentodelcollegaDobberaaconoscenza:Sraffad’altrondenell'immediato

dopoguerrasiconsultavacon luicircaglieditoripiùadasper la traduzione inglese

degli scris gramsciani . Di frequente poi Sraffa accoglieva a Cambridge italiani di359

passaggioederapuntodi riferimentoadistanzaper studiosi italiani interessa?alla

LeagendecompilatedaPieroSraffaannotanodal seIembre1947una frequentazioneassiduacon355

Dobb che si man?ene tale almeno fino allametà degli anni Cinquanta. Trinity College of CambridgeArchive [d’ora inpoi TCA],PieroSraffa’sPapers [d’ora inpoiPSP],Diaries1947-48 ->1953-54 (E20 ->E26).

Il testo,mandatoaSraffadaTasca,vennepubblicatosoIo formadi leIeraafirmadiAn Italian in356

Englandsul«ManchesterGardian» il24oIobre1927.Per laricostruzionedei fassi rimandaaNaldi,TheFriendship,cit.,p.95.

Apar?redallacadutadelfascismoleagendediSraffa,cheprimaeranostatescarnediannotazioni,357

iniziarono a registrare frequentazioni costan?, anche private, con i quadri dirigen? nazionali del PCI:frequen?gli appuntamen?conpersonaggi comeToglias,Amendola,Donini, Sereni. TCA,PSP,Diaries1944-45->1975-76(E17->E48).Nel1954donavaall’Is?tutoGramsciunfondoappartenenteallasuafamigliadileIereineditediLabriolaaCamilloDeWeis:TCA,PSP,Correspondence,LeIeradiP.SraffaaP.Toglias,1°febbraio1954(C312).

Assiduifuronoicontaschegliuominieledonnedell’Is?tutoGramsciromanocercaronoconSraffa358

inmeritoaites?gramsciani.Sivedaa?tolod’esempioTCA,PSP,Correspondence,LeIerediElsaFubiniaP. Sraffa, 6 aprile 1963 (C343); 29 aprile 1965 e 25 giugno 1971 (C103). Sraffa fu anche punto diriferimento per gli storici della storia del par?to. Si veda ad esempio ivi., LeIera di Paolo Sriano a P.Sraffaerisposta,9e18dicembre1969 (C298).PerviadellasuaamiciziaconGramsciedel ruolochegiocò nel salvare gli scris dell’amico e nell’assistere quest’ul?mo durante gli anni di carcere, Sraffadivenneun«mito»perdiversegenerazionidistoricicomunis?;inmeritoaquestoaspeIosivedaR.Finzie G. Giliber?, Sviluppo ‘distorto’, merci di lusso, salario di sussistenza in uno scambio epistolare fraRenatoZangheriePieroSraffa(1967-69),in«Studistorici»,2011/2,pp.357-372.

T.Munari,L’EinaudiinEuropa,Einaudi,Torino2016,capitoloquarto.359

�88

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

produzione accademica inglese . A par?re dal secondo dopoguerra inoltre era360

diventato consulente cercato e apprezzato diGiulio Einaudi, non solo prodigandosi

nella traduzione inglese delle opere di Gramsci ma anche, viceversa, facendosi

mediatoredell’introduzionedistudiosiinglesinellaculturaitaliana,inprimisdiDobb.

Tra anni Quaranta e Cinquanta Sraffa giocò un ruolo di primo piano, per esempio,

nell’indirizzare in chiave marxista il progeIo einaudiano di una nuova collezione,

quella dei «Classici dell’economia». Consigliò di pubblicare il Theorien über den

MehrwrtdiMarx,amo’divolumeIointrodusvodellacollana:neltestodiMarxsi

rispecchiava–avevaspiegatoSraffaegliuominidell’Einaudineeranosta?persuasi–

ilprogrammastessodellanuovacollezione,perchélìMarxfacevariferimentoaquegli

economis? classici che ora era opportuno presentare al pubblico italiano . Storia361

delle teorie economiche di Marx sarebbe uscito nel 1954, accompagnata da

un’introduzione a firma – su suggerimento ancora di Sraffa – proprio di Dobb .362

PrestoilnomediDobbsarebbepassatodagliambien?einaudianiagliasguiambien?

editoriali comunis?: Gastone Manacorda per gli Editori Riuni? lo avrebbe, ad

esempio, cercato per pubblicarne i tes? chiave la cui traduzione italiana era stata

inizialmentevagliatadaEinaudi .Apar?redaques?rappor?editoriali,Dobbebbe363

occasionedientrareincontaIoconilmondoculturaleitaliano, inprimisconquello

comunista:dalleannotazionidiSraffasulleproprieagendeèpossibileaffermareche

Dobbconoscevabenealcunideiquadriculturalidelpar?toitaliano,comeadesempio

AmbrogioDonini ;di lìapochianniavrebbeavutooccasionediviaggiare in Italia,364

A?tolod’esempio:FrancoRodano,impegnatoinalcunericerchepoli?co-filosofiche,sirivolseaSraffa360

per richiedere la spedizioni di libri introvabili in Italia, tra i quali in primis quelli di Dobb. TCA, PSP,Correspondence,LeIeradiF.RodanoaP.Sraffa,19 febbraio1950 (C267).DelioCan?morialla ricercadella corrispondenza tra Pasquale Villari e di John S. Mill chiese a Sraffa dei consigli: TCA, PSP,Correspondence,LeIerediD.Can?moriaP.Sraffa,7gennaioe2febbraio1961(C52).

Per la ricostruzione della nascita della collana si veda L.Manconi,Pensare i libri. La casa editrice361

Einaudidagliannitrentaagliannisessanta,Bolla?Boringhieri,Torino1999,pp.484-485.

TCA,MauriceDobb'sPapers [d’ora inpoiMDP], In leIers,LeIeradiAntonioGiolisaM.Dobb,19362

dicembre1952(CA54).Illibrosarebbeuscitoconil?tolo:K.Marx,Storiadelleteorieeconomiche.VolI:LateoriadelplusvaloredaWilliamPe.yaAdamSmith,Einaudi,Torino1954.

TCA,MDP, In leIers, LeIerediG.ManacordaaM.Dobb,17dicembre1955,24gennaio1956,14363

marzo1956 (CA50). Per sbloccare la pubblicazione ferma in casa Einaudi e volutadagli Editori Riuni?fondamentaleful’interessamentodimostratodaGiulianoProcaccitramiteChristopherHill:TCA,MDP,InleIers, LeIere di C. Hill a M. Dobb, 21 seIembre 1955 (CA54). I libri in ques?one erano: Storiadell’economia sovie1ca, Editori Riuni?, Roma 1957; Problemi di storia del capitalismo, Editori Riuni?,Roma 1958; Teoria economica e socialismo, Editori Riuni?, Roma 1960. Dopo la pubblicazione dellatraduzioneitalianadiDevelopmentofCapitalism,sisviluppòuncertointeressenelmondoaccademiconostrano. Nel marzo del 1962 Dobb, invitato da Paolo Fortuna? – direIore all’epoca dell’Is?tuto dista?s?ca dell’Università di Bologna –, tenne a Bologna tre lezioni su temi di storia del capitalismo,pubblicate nella rivista dell’Is?tuto bolognese (M. Dobb, Alcune ques1oni di storia del capitalismo,«Sta?s?ca», 1962/XXII, pp. 147-196; oggi sono accessibili online: <hIp://storicamente.org/storia_del_capitalismo>).

TCA,PSP,Diaries,Annotazionediportareisalu?aDoninidapartediDobb,1°aprile1950,(E22).364

�89

primaparte:Re1

ancheassiemeaSraffa ,rimanendopoicolpitoperlacalorosaaccoglienzaricevuta365

dadirigen?comunis?come,adesempio,GiorgioAmendola .366

È verosimile che nelle camminate che Dobb e Hobsbawm facevano assieme

nelle estese aree verdi alle spalle dei college di Cambridge , il primo riferisse al367

secondolesueimpressionicircal’ambientecomunistaitalianoecirca«unpaeseche

[poteva]vantare–nellestesseparolediDobb–unacosìriccatradizionenelcampo

della discussione e dello sviluppo del pensiero marxista» . Per un giovane che368

ambiva viaggiare ed entrare in contaIo con altre realtà l’esperienza italiana di un

maestro come Dobb doveva di certo s?molare la sua curiosità; la realtà del PCI

dovevainoltrerappresentareperluiunafinestraapertasuuncomunismodiversoda

quelloinglese,daapprofondireescoprire.Tantocheneparlò,grazieaDobb,anche

conSraffa.Idue,adireilvero,dovevanoessersigiàincontra?inunadellerarissime

occasioniincuiSraffaavevapartecipatoallavitapoli?cadell’università.Nell'autunno

del1950HobsbawmsieraspesonellacampagnaeleIoraleafavorediPanditNehru,

primoministroindiano,perilruolodiChancellordell’universitàdiCambridge .Era369

questaunacandidaturapoli?ca,promossaefinanziatadaaccademicicomeAbramS.

Besicovitch,EdwardM.Foster,JosephNeedhameSraffaappunto .Inopposizioneal370

nomepropostodall’establishment,quellodiLordArthurW.Tedder,unaltoufficiale

dell’areonau?ca che era stato vice di Eisenhower durante la guerra, una fazione

minoritariainternaall’universitàavevainvecepropostoilnomediNehrunonsoloin

segnodiammirazioneversolastaturapoli?caeintelleIualedell’exstudenteindiano

diCambridge,maanche–comeavrebbericordatounsuosostenitore–comesegno

«ofourhopeandtrustinthepeacefulreconcilia?onofthedifferentracesandcreder

ofmankind» . Il tono e l'umore, più preziosi ancora dei singoli deIagli, di quella371

campagna eleIorale e più in generale di quella stagione si possono trovare nel

commentoallarmatocheunsesmanaleconservatoredavaallavigiliadelleelezioni:

«TheSpectator»registrava inorridito lapossibilitàcheCambridge, is?tuzioneBri1sh

pereccellenza,vista laprobabile separazionedell'IndiadalCommonwealth,venisse

Nella primaveradel 1955Dobb racconta a PalmeDuI (del CPGB) di un viaggio a Rapallo assieme365

Sraffa.TCA,MDP,OutleIers,LeIeradiM.DobbaP.DuI,20maggio1955(CB17).

Ivi.,LeIeradiM.DobbaP.Sraffa,4oIobre1960(CB27).366

DellepasseggiatecarichedilunghediscussionifaIedaDobbconamiciecolleghipressoiBackseil367

Fallow’sGardendiCambridgefariferimentoproprioHobsbawminoccasionedelFestschrifdiDobb:E.Hobsbawm,MauriceDobb, in C.H. Feinstein (a cura di),Socialism, Capitalismand EconomicGrowth.EssaysPresentedtoMauriceDobb,CambridgeUniversityPress,Cambridge,1967,p.6(1-9).

M.Dobb, Introduzione, inK.Marx,Storiadelleteorieeconomiche.Vol I:Lateoriadelplusvaloreda368

WilliamPe.yaAdamSmith,Einaudi,Torino1954,p.XXV(XII-XXV).

Della partecipazione di Hobsbawm alla campagna eleIorale a favore di Nehru ne parla M. C.369

Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,cit.,p.64.

TCA,PSP,Correspondence,CorrispondenzatraP.SraffaeE.M.Foster,31oIobree2novembre1950370

(C97).

T.Gold,TakingtheBackofftheWatch:aPersonalMemoir,Springer,Berlin2012,p.83esegg.371

�90

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

direIadaunostraniero .372

LapartecipazionediSraffaeHobsbawmaquestacampagnaeleIoraleallafine

perdente(fuinfaseleIoTedderdifronteallarinunciadiNehru),mostracomeidue

avesserounacomunesensibilitàan?-imperialistacheprobabilmenteapprofondirono

grazieacontasdires,media?daDobb.DalledeIagliateagendediSraffasievince

che isuoi incontriconHobsbawmavvennerospesso,sopraIuIoneiprimianni ’50,

alla presenza del comune amico. Non è un caso tra l’altro che nei ricordi

autobiografici di Hobsbawm,ma anche in altri suoi scris, i nomi di Sraffa e Dobb

sianosoventeassocia?.Purtroppononèrimastatracciadeitemiaffronta?nelleloro

conversazioni: tuse tredi stanzaaCambridge,avevanooccasionedi incontrarsidi

persona e di parlare a voce nei locali e nei giardini dei college senza il bisogno di

ricorrereallacartascriIa.Adognimododifronteallecuriositàdiungiovanestorico

che sapeva essere coinvolto in discussioni non ortodosse con i migliori marxis?

inglesi , che sapeva impegnato in un gruppo di intelleIuali interno al Par?to373

comunista britannico e che sapeva anche essere studioso del movimento operaio,

Sraffadeveaver ritenutoopportuno indirizzarlo versogli ambien? culturali vicini al

PCI romano, ambien? che egli conosceva molto bene e che supponeva potessero

essereinlineaconleprospesveeleaspeIa?vedelgiovaneinglese.Verosimilmente,

di fronte alle domande di Hobsbawm su dove andare e cosa visitare in Italia,

l’economista italiano gli consigliò gli ambien? della Fondazione Gramsci, il centro

culturale che il PCI aveva da poco inaugurato (nell’aprile del 1950) per valorizzare

l’ereditàgramscianaechesiproponevadidiventareproprioapar?redagliscrisdi

Gramsci un «centro nazionale per l’approfondimento, la popolarizzazione,

l’irradiazione culturale del marxismo-leninismo» . Dell'importanza di questo374

consiglio Hobsbawm – come vedremo – si renderà conto e lo ringrazierà

indireIamente anni dopo. Parlandone conHobsbawmSraffa, pur omeIendo– per

viadellariservatezzachelodis?ngueva–ilfondamentaleruolocheeglistessoaveva

giocato nel rendere possibile la produzione intelleIuale dell’ul?mo Gramsci,

probabilmente fece cenno al nucleo di grande valore simbolico aIorno al quale la

Fondazioneeranata:ilpatrimoniolibrariocheilfondatoredelPCIavevaaccumulato

durante la prigionia e che era da poco rientrato in Italia da Mosca, dov’era stato

speditonel1938ecustoditofinoallaconclusionedelconfliIomondiale.Edeveaver

s?molato ulteriormente l’interesse del giovane Hobsbawm raccontandogli che la

LacitazioneèripresadaM.C.Marcuzzo,SraffaattheUniversityofCambridge,cit.,p.65.372

Sraffaapprezzavainpar?colareilmarxismodiChristopherHillcheconoscevabeneeche–parlando373

conEinaudinel1948–definì«unodeimigliorimarxis?inglesi».SivedailpareredileIuradatodaSraffaallibrodiHill,LeninandtheRussianRevolu1oninT.Munari(acuradi),Centole.ori.Ipareridile.uradeiconsulen1Einaudi,Einaudi,Torino2015,p.35.

CitazionetraIadaunrapportosullaFondazioneindirizzatoallasegreteriadelPcieallacommissione374

per il lavoro ideologico del novembre 1948 e ripresa in A. ViIoria, TogliaÅ e gli intelle.uali. Storiadell’Is1tutoGramscineglianniCinquantaeSessanta,EditoriRiuni?,Roma1992,p.8.

�91

primaparte:Re1

Fondazione si proponeva di costruire una biblioteca specializzata nella storia del

movimento operaio, un filone storiografico che il fascismo aveva cancellato ; si375

traIava insomma di una piccola realtà,ma in via di sviluppo. Tanto più che Sraffa

all’inizio dell’aprile 1951, pochi giorni prima di un appuntamento a Cambridge con

Hobsbawm,avevapartecipatoalVIIcongressonazionaledelPCI.Uncongressoincui

si era consumato un duro scontro interno al par?to e che a livello di poli?ca376

culturale aveva portato ad un profondo mutamento. Carlo Salinari, chiamato a

sos?tuireEmilioSerenialver?cedellacommissioneculturaledelPar?to,proponeva

diaccantonare l’impostazione internazionalis?caezdanovianadelpredecessoreper

spostare – in linea con l’impostazione che voleva Toglias – l’aIenzione sul piano

nazionale, riservando al ruolo degli intelleIuali un caraIere più costrusvo nella

poli?ca culturaledelpar?to . Sraffa che li aveva segui?moltodavicino,non solo377

presenziando al congresso ma frequentando assiduamente in quei giorni la

FondazioneGramsci,con?nuandoneaparlareinambienteeinaudianoeincontrando

dipersonaToglias ,unavoltarientratoaCambridgeprobabilmenteriportòalcuni378

aspes di quei dibas? o ne fece intendere l’atmosfera a Hobsbawm . Gli diede379

anchealcuninomidipersonedacontaIareunavoltainItalia.

Dilìapoco,ametàagostoHobsbawmparïconunprogrammariccoditappe:

visitòdisicuroVerona,RavennaePerugia,quindiprimadiarrivareaFirenzesifermò

aRoma .«IlprimonomesullalistadiSraffaalqualetelefonaiaRoma–ricorderàin380

vecchiaia – [fu quello del] più autorevole storico comunista di quell’epoca, Delio

Can?mori» .Inrealtà,HobsbawmerastatoindirizzatoaCan?morigrazienontanto381

a Sraffa , quanto piuIosto all’intercessione di Samuel Bernstein. Storico382

statunitense, Bernstein era entrato in contaIo con Hobsbawm probabilmente a

G.Zazzara,Lastoriaasinistra.Ricercaeimpegnopoli1codopoilfascismo,Laterza,Roma-Bari2011p.375

67.

G.GozzinieR.Mar?nelli,StoriadelPar1tocomunista italiano.VIIvolume:Dall’a.entatoaTogliaÅ376

all’VIII congresso, Einaudi, Torino 1998, pp. 211-252 e 484-487 sull’arrivo di Salinari alla commissioneculturale.

A. ViIoria, TogliaÅ e gli intelle.uali. Storia dell’Is1tuto Gramsci negli anni Cinquanta e Sessanta,377

EditoriRiuni?,Roma1992,p.33.Eadem,LacommissioneculturaledelPCIdal1948al1956, in«Studistorici»,1990/1,pp.142-143(135-170).C.Salinari,Lasvoltanellapoli1caculturaledelPar1tocomunista(1975),inId.,Trapoli1caecultura,Te?,Milano1980,pp.75-82.

Il31marzoèallafondazioneGramsci,doveincontraSerenieDonini;il7aprile1951èallaconferenza378

editorialedellaEinaudiassiemea,traglialtri,Giolis,Can?mori,MusceIa,Calvino,Bolla?.

TCA,PSP,Diaries,AnnotazioneperappuntamentoconMauriceeHobsbawm,10maggioe26luglio379

1951(E23).

ArchiviodellascuolaNormaleSuperiorediPisa[d’orainpoiSNS],CorrispondenzadiDelioCan1mori380

[d’orainpoiCDC],LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,4agosto1951.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1.,cit.,p.385.381

Sraffa e Can?mori, benché si conoscessero e avessero comuni frequentazioni, non avevano un382

rapporto direIo. Lo tes?monia il tono formale e distaccato con cui lo storico italiano si rivolgevaall’economista di Cambridge nelle sole due e tarde leIere da questo conservate: TCA, PSP,Correspondence,LeIerediD.Can?moriaP.Sraffa,7gennaioe2febbraio1961.

�92

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

par?redaalcunecollaborazionidiquest’ul?mo adunarivistadicuiBernsteinera383

redaIore dall’inizio degli anni Quaranta. Con duplice sede a New York e Boston,

«Science and Society» dal 1936 si era dis?nta come un «independent journal of

Marxism» , un forum di rigorosa discussione accademica interdisciplinare e384

internazionale che asrava numerosi marxis? d’oltreoceano, tra i quali anche i

britannici. Privi di un equivalentemezzo di discussione e confronto – lo avrebbero

creatonel1952con«PastandPresent»–ques?ul?micollaboravanoasvamentealla

rivista;MauriceDobb,JosephNeedham,LancelotHogbenfacevanoinoltrepartedel

Board of Foreign Editors. La rivista aveva esercitato una certa influenza in Gran

Bretagnaestavagiocandounruolodiprimopianoanchenellosviluppodellascuola

deglistoricimarxis?.Igiàricorda?dibas?cheessiavevanointavolatoapar?redagli

StudiesintheDevelopmentofCapitalimdiDobbvenneroripresiproprioainiziodegli

anniCinquantasullepaginedi«ScienceandSociety»apar?redallecri?cheavanzate

daPaulSweezy,unodeimaggiorieconomis?marxis?statunitensi ,acuirisposero385

tra gli altri Christopher Hill e Rodney Hilton . All’interno di ques? ambien? deve386

essersistreIounprimocontaIotraBernsteineHobsbawmpoievolutosiinamicizia

a Parigi, ciIà che Bernstein frequentava spesso per via delle sue ricerche sul

socialismofrancese eanchepergliassiduirappor?chelolegavanoalle«Annales».387

EntrambidunquebaIevano le stesse cerchie storiograficheparigineedèprobabile

che nelle conversazioni che i due intraIenevano, forse anche negli ambien?

dell'Insi?tutfrançaisd’hiso?resociale ,fosseuscitoilnomediDelioCan?moriche388

Scris di Hobsbawm iniziarono a comparire su questa rivista dall'immediato dopoguerra con dei383

contribu?sulfabianesimo.A?tolod’esempio:E.Hobsbawm,ReviewofMargaretCole,BeatriceWebb,in«ScienceandSociety»,1946/10,pp.321-323;BernardShaw’sSocialism,inivi.,1947/11,pp.305-326.

D.Goldway,FifyYearsof«Science&Society»,in«ScienceandSociety»,1986/3,p.263(260-279).384

PaulSweezy(1910-2004)sieraavvicinatoalmarxismoneglianniTrentainInghilterra,negliambien?385

dellaLondonSchoolofEconomics.DallafinedeglianniQuarantaassunseunacertaautorevolezzaancheagliocchideglistoricimarxis?inglesinonsoloperlesueelaborazioniditeoriamarxistamaancheperlebaIagliepoli?cheeculturalichesvolsenegliannipiùtesidellaguerra fredda inAmerica.L’aIenzioneneiconfron?deisuoilibriancheditemanonstreIamentemarxistadapartedell’ambientebritannicoèriscontrabileinunarecensionediHobsbawmalsuoSocialism:E.Hobsbawm,ReviewofSocialismbyP.Sweezy,in«ScienceandSociety»,1949-1950/1,pp.77-79.

Nel 1948 la rivista dedicò un numero monografico al tema della transizione dal feudalesimo al386

capitalismo,poiripresoeampliatoconsaggidiR.Hilton,M.Dobb,P.Sweezy,K.Takahashi,G.Lefebvre,C. Hill, G. Procacci, E. Hobsbawm e J.Merrington nel libro R. Hilton (a cura di), The Transi1on fromFeudalismtoCapitalism,NLB,Londra,1976.

S.Bernstein,Contribu1onál’histoiredusocialismeenFrance:delaRévolu1onde1789álaCommune387

de 1871, Edi?ons Hier et Aujourdʻhui, Parigi 1949. Del rapporto tra Bernstein e Hobsbawm si sonoconserva? solo gli scambi epistolari successivi a questo periodo che tes?moniano l’amicizia tra i due:MRC,EHP,Correspondence,Pastfriendsandcolleagues,SamuelBernstein,1967-1974(937/1/1/2).

Marie Geneviève Dezes, aIuale segretaria di questa is?tuzione fondata a Parigi nel 1949, ha388

ipo?zzatocheBernsteineHobsbawm–daleiconosciu?personalmente–sisianoincontra?all'internodella Commission Interna?onale des Mouvements Sociaux et Structures Sociales, nata all’internodell’Insi?tutfrançaisd’hiso?resociale.Gliarchividitalecommissione,nonpiùesistente,sonoconserva?solo parzialmente: impossibile quindi poter approfondire questa strada per le dovute verifiche.(Tes?monianzascriIadiMarieGenevièveDezesall’autrice,13seIembre2016).

�93

primaparte:Re1

Bernsteinpresentòall’amicoinglesecomeunodeimaggioristudiosiitalianidiMarxe

delmarxismo.Loconoscevabene:cieraentratoincontaIodopolaguerraapar?re

verosimilmente dal comune interesse per Filippo Buonaros . Una comunanza di389

ricerche che presto era sfociata in un rapporto di amicizia esteso anche ad Emma

Mezzomon?,moglie di Can?mori, e che si alimentava nell’invio reciprocodi novità

editorialiodiricercateedizionidites?oargomen?chiavedelmarxismooIocentesco

enelloscambiodiopinionievalutazioniancheafinieditorialidisaggichetraIavano

invariomododimarxismo .Bernsteinavevabenpresenteillavoro,«fruIo–come390

l’hadefinitoWernerKaegi–delletensioniaccumulatesinelperiododellaguerra» ,391

chelostoricoitalianostavaportandoavan?;probabilmenteneparlòconHobsbawm,

raccontandoglicheCan?morielamoglieeranoimpegna?nellatraduzioneitalianadi

Marx: proprio nel 1951 stavanouscendonella serie «I classici delmarxismo»delle

Edizioni Riunite (curata, tra gli altri, da Toglias, Donini, Manacorda, dallo stesso

Can?mori) il primo volumedelCapitale tradoIoe interpretatodaCan?mori e il392

carteggio traMarx ed Engels a cura dellamoglie . Nel 1946-47 inoltre Can?mori393

aveva dedicato il suo corso di Filosofia della storia alla Normale di Pisa alle

Interpretazioni tedesche di Marx nel periodo 1929-1945 ; un corso che stava394

aprendo nuove prospesve di studio tra i suoi allievi. Si traIava di un lavoro

ammirevole agli occhi di Bernstein, che meritava di essere allargato ad una

dimensione internazionale. In una leIeradelmaggio 1952, per esempio, Bernstein

avrebbeavver?tol’amicoitalianodiaverappenaconclusounbrevestudiosullaPrima

Internazionale a par?re da documen? provenien? dal BelgianMinistery of Foreign

Affairs ;avevatral'altrogiàesaminatolastoriadell’organizzazionedalpuntodivista395

Al Buonaros Can?mori dedicò due capitoli del suo Utopis1 e Riformatori italiani (1794-1847),389

Sansoni,Firenze1943,pp.128-176,mentrediBernsteinfuilprimostudiomonograficouscitoinItalia:FilippoBuonaroÅ,Einaudi,Torino1946.

SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,16dicembre1948;3giugno1951;18maggio1952;390

13oIobre1955.

W.Kaegi,RicordodiDelioCan1mori, inDelioCan1mori.OmaggiodellaRivistaStorica Italiana, Ed.391

Scien?ficheItaliane,1967/4,p.21(13-25).

K.Marx,Ilcapitale.Cri1cadell'economiapoli1ca.Libroprimo,Ed.Riuni?,Roma1951.392

EmmaMezzomon?davaallestampeletraduzionidiManifestodelpar1tocomunista,Einaudi,Torino393

1948;CarteggioMarx-Engels.5:1867-1869,Ed.Rinascita,Roma1951;Perlacri1cadellateoriapoli1ca,Ed.Riuni?,Roma1957.

SitraIavadiuncorsotrascriIoecuratodaFrancoFerri,orainD.Can?mori,Studidistoria,Einaudi,394

Torino 1959, pp. 139-237; al periodo successivo alla fine della guerra appartengono invece leApprossimazionimarxiste,ivi.,pp.10-138.

SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,18maggio1952.395

�94

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

francese eorasisarebbeapprestatoafarlodaquellostatunitense .Perchénon396 397

fareun lavorosimileancheper laGranBretagna, ilBelgioe l’Italia?Avrebbequindi

incitatoaprendereinconsiderazionelapropostaproprioiconiugiCan?mori.«Ithas

been my opinion – avrebbe argomentato – that no good general history of the

organiza?onispossibleun?litsstoryinthemajorcountriesofEuropehasbeendone

thoroughly».Forseerailcaso–avrebbeconclusoBernstein–dipubblicareunaserie

distoriesullaprimainternazionale;echiedendoilparereel’interventodiCan?mori,

avrebbe faIo i nomidi Einaudi e Feltrinelli comepossibili interessa? . Eraquesta398

un’idea che nasceva dal faIo che entrambi, Bernstein e Can?mori, erano coinvol?

come collaboratori in una nuova realtà culturale: alla fine degli anni Quaranta era

nato aMilano un polo bibliotecario, archivis?co ed editoriale che si proponeva di

salvare materiale rela?vo al movimento operaio internazionale. L’associazione

BibliotecaGiangiacomoFeltrinellisarebbestatainaugurata–«declinazionemilanese»

diquellostessoprogeIochestavamuovendoaRomalafondazioneGramsci –alla399

fine del 1951, dopo tre anni di intenso lavoro da parte del finanziatore, il ricco

imprenditoreculturaledacuilabibliotecaprendevailnome,edelsuocollaboratore

GiuseppeDelBo,nonchédiunanutritaretedicollaboratoricheagivanoanomedella

Biblioteca per le acquisizioni del materiale archivis?co sul mercato an?quario

internazionale: fin dai primi anni Cinquanta tra ques? c'eranoDobb, Sraffa, Franco

Venturi,LuigiDalPane,eCan?morieBernsteinappunto .400

Non è un caso dunque cheBernstein consigliasse aHobsbawm, una volta in

S. Bernstain, Storia del socialismo in Francia, Ed. Riuni?, Roma 1963, traduzione di Elsa Fubini e396

GiuseppeGerratano.(InizialmenteillibroerastatoconsideratodaEinaudi;dopounritardoimportante,vennepubblicatodalle Ed.Riuni?. Sulle traIa?vedella traduzione italiana si vedaArchiviodi StatodiTorino[d’orainpoiAST],ArchivioCasaEditriceEinaudi[d’orainpoiAE],Corrispondenzaconautorieen?stranieri,1°serie-Rappor?diresconautoriecollaboratori,cartella3,fascicolo75,SamuelBernstein,1949-1957).

S.Bernstein(acuradi),PapersoftheGeneralCounciloftheInterna1onalWorkingmen'sAssocia1on397

NewYork: 1872-1876, in «Annali della FondazioneGiangiacomo Feltrinelli», 1961/4, pp. 401-549; id.,TheFirstInterna1onalinAmerica,AugustusM.Kelley,NewYork1962.

SNS,CDC,LeIerediS.BernsteinaD.Can?mori,18maggio1952,cit.398

G. Zazzara, La nuovissima storia. Genesi della «storia contemporanea» nell'Italia del secondo399

dopoguerra, Tesi di doIorato in Storia sociale europea dal medioevo all'età contemporanea, a.a.2006-2007,UniversitàCa'FoscaridiVenezia,p.195.

Di questo rapporto sono conservate alcune tracce epistolari: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli400

[d'ora in poi FF], Fondo della BibliotecaGiangiacomo Feltrinelli [d’ora in poi FBGGF], Corrispondenza,busta12, fascicolo1,Corrispondenza traS.BernsteineF. Ferri,novembre1952-gennaio1953. Si vedapoi: D. Bidussa, Le raccolte della FondazioneGianGiacomo Feltrinelli, in IALHI (a cura di),ACTA XXIXAnnual Conference. The Labour Movement in Italy: History and Archives Collec1ng and AppraisingLabourandBusinessRecords,Milano16-19seIembre1998,IALHI1999,p.9(5-17);F.Lusanna,Poli1cae cultura: l’Is1tuto Gramsci, la Fondazione Basso, l’Is1tuto Sturzo, in ead. e G.Marramao (a cura di)Culture,nuovi soggeÅ, iden1tà,Rubesno, SoneriaMannelli 2003,p.91.Perun’analisi dellefiguredicorrisponden?‘esteri’dellaBibliotecaFeltrinellisivedaA.Panaccione,I‘corrisponden1librari’esteri,inG. Berta e G. Bigas (a cura di), La Biblioteca Is1tuto Feltrinelli. Proge.o e storia, «Annali dellaFondazioneGiangiacomoFeltrinelli»,2014-2015/50,pp.98-118.Aquesto«Annale»sirimandaperunacompletaeaggiornataricostruzionedellestruIureedegliuominiaIornoegrazieaiqualisorseepreseformalaBiblioteca,poiIs?tutoFeltrinelli.

�95

primaparte:Re1

Italia,difarvisitaaCan?mori:perunostoricomarxistal’interlocutorepiùinsignecon

cuiparlare in Italiaeraproprio lo storico romagnolo;diquesto loavevaavver?to–

come si è visto – anche Sraffa. Hobsbawm arrivava a Can?mori dunque da due

direzioni, due re? di relazioni entrambe marxiste: l’una italiana con sede a

Cambridge,asguaagliambien?marxis?inglesi;l’altracheapar?redaParigiedagli

USA si sviluppava su comuni interessi storiografici e archivis?ci internazionali. Ed è

proprio sul marxismo che Hobsbawm, nel presentarsi a Can?mori, pose l’accento.

PreannunciandogliilsuoviaggioinItalia,glidissecheavrebbeavutopiaceredifargli

visitanonsoloper lacomuneamiciziaconBernstein,ma inqualitàdipromotoredi

una nuova rivista, fruIo dei proges e delle discussioni del gruppo degli storici

marxis? inglesi, in cui il «votrenom– specificava–figurebeaucoup»,anchegrazie

alla buona presentazione faIane in quegli stessi ambien? da Baryl Smalley ,401

medievalista oxfordiana che frequentando per ricerche spesso Roma conosceva di

personaCan?mori .402

Il primo mo?vo che portò Hobsbawm a contaIare Can?mori è dunque da

ricercarenellavorochelovedevainqueimesiimpegnatoall'internodelgruppodegli

storicimarxis?britannici. Il1951,avrebbericordatoadecennididistanza,«wasthe

worst period of the ColdWar» a causa dell’isolamento che, in quantomarxis?,403

soffrivano all’interno dell’accademia e della vita culturale britannica. Per vincere e

superare il quale, stavano lavorando– comegià ricordato– adunnuovoprogeIo:

immaginavanocheunanuovarivista,costruitacomeunforumdidiscussioneapertoa

storici marxis? e non marxis?, avrebbe potuto contribuire a superare le divisioni

ideologicheealegismareillorolavoroscien?fico.Pergiovanisconosciu?emarginali

comelorositraIavadiun’operazionenonfacilenonsoloacausadiunaforteos?lità

internaall’establishmentuniversitario,maancheperviadiunageneralediffidenza:

colleghi non marxis?, sebbene simpate?ci verso un dialogo aperto e libero da

condizionamen?ideologici,temevanodifinireintrappola,usa?perfinipoli?cidagli

amiciecolleghicomunis?.

Alcuni del Gruppo degli storici interni al CPGB pensarono fosse quindi opportuno

conquistarsiilsostegnodi«eminentseniormarxists» inprimabaIutainglesi,come404

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,27giugno1951.401

Per un ritraIo biografico di B. Smalley si veda a H. Leyser e D. Copeland Klepper, Beryl Smalley402

(1905-1984),inJ.Chance(acuradi),WomenMedievalistsandtheAcademy,TheUniversityofWisconsinPress,London2005,pp.657-669;R.W.Southern,BerylSmalleyandthePlaceof theBible inMedievalStudies(1927-1984),inK.WalsheD.Wood,TheBibleintheMedievalWorld.EssaysinMemoryofBerylSmalley,BasilBlackwell,Oxford1985.Sull’asvitàdiSmalleyall’internodelgruppodeglistoricimarxis?sivedaRaphaelSamuel,Bri1shMarxistHistorians,cit.,p.73.SmalleyeraincontaIoconCan?mori,anchegrazie al comune amico Momigliano: in merito si rimanda a SNS, CDC, LeIere di B. Smalley a D.Can?mori,s.de2luglio1954.

MRS,EHP,Personalia,OtherPersonalPapers,Autobiographicalmaterial,Textofpaperon 'TheCold403

Warandtheuniversi?es',NewYork,13Nov1997,(937/7/8/1).

Ibid.404

�96

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

per esempio Gordon Childe (che sarebbe entrato nell’Editorial Board di «Past and

Present»), e ben presto anche d’Oltremanica. Hobsbawm stesso cercò la

collaborazione per esempio dell’orientalista francese Claude Cahen, Hill quella del

ceco J.V.Polišenský ; grazie aGeorgeRudé sarebberoentra?più tardi in contaIo405

conGeorge Lefèbvre;Morris stava invece prendendo contas con l’americanoMax

Savelle e con l’australiano Max Crawford. Can?mori era il lato italiano di questo

SulrapportodiPolišenskýcon«PastandPresent»siveda:R.J.W.Evans,ACzechHistorianinTroubled405

Times:J.V.Polišenský,in«PastandPresent»,2002/176,pp.264-265(257–274).

�97

PAST & PRESENT Editorial Board:

G. BARRACLOUGH Professor of Medieval History, University of LiverPool

R. R. BETTS Masaryk Professor of Central European History, University of London

V. G. CHILDE Professor of Prehistoric European Archaology, University of London

M. H. DOBB Fellow of Trinity, College, Cambridge

J. E. C. HILL Fellow of Balliol College, Oxford

R. H. HILTON Lecturer in History, University of Birmingham

A. H. M. JONES Professor of Ancient History, University of Cambridge

D. B. QUINN Professor of History, University College of Swansea

Editor : John Morris

Assistant Editor : E. J. Hobsbawm

A DV I SEBRS:

Professor C. Cohen Strasbourg Dr. Abdul Haq Karachi Professor D. Cantimiori Florence Professor G. Lef&bvre Paris Professor M. Crawford Melbourne Dr. J. V. Polisensky Prague

Professor M. Savelle, Washi'ngton and scholars from the U.S.S.R., China, and other countries

CONTENTS:

An Interpretation of Chinese Economic H-istoryI The Economic Basis of Athenian Democracy 13 Capitalism - What's in a Name? 32 Evangelicalism and the French Revolution 4 The Machine Breakers 57 Theodor Mommscn's Last Wishes 71

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«Past&Present»,1952/1.

primaparte:Re1

«curious assortment of foreign advisers» che avrebbe accompagnato fin dal suo

nascerelarivista :ilprimonumerolinominavatus,ricordandoanche–annota?in406

una più generica allusione – collaboratori sovie?ci, cinesi e di altre nazionalità. Si

traIavadi contaschenel ricordodiHill,HiltoneHobsbawmnongiocaronoalcun

ruolonellarivista ,mostrandosi«moredecora?vethanuseful» ;inrealtàfurono,407 408

almeno per due mo?vi, preziosi pun? di riferimento per la fortuna di «Past and

Present». Focalizzando l’aIenzione su uno di ques? contas, quello con Delio

Can?mori, è possibile osservare gli esi? a cui portò lo sforzo di creare una rete di

collaboratorieconsiglieriascalaeuropea.SeguendoleleIerecheHobsbawmmandò

aquest’ul?monelprimolustrodeglianniCinquanta,èpossibileosservarelacostante

solerzia con cui il primo informava il secondo circa il laboratorio della rivista, il

tenta?vo di coinvolgerlo in essa e i frus che questo dialogo portò sul territorio

italiano, a livello di nuove e sempre più numerose relazioni personali e a livello di

transizioniericadutestoriografiche.

Nel seIembre 1951, pochi giorni dopo aver concluso il suo primo viaggio in

l’Italia,HobsbawmscrisseaCan?moriperringraziarlodell’ospitalitàeinformarlocirca

il prosieguo dei suoi spostamen? italiani; non perse l’occasione per avvisarlo

tempes?vamente anche di un progeIo, appena dibaIuto, di un futuro numero

specialedi«PastandPresent»dadedicareallostudiodelcris?anesimoradicalecome

fenomenostorico .Neimesiseguen?con?nuòfrequentementeadaggiornarlocirca409

i progressi che la rivista faceva: all'inizio del gennaio 1952, a un mese dalla

pubblicazione del primo numero, gli comunicava, per esempio, importan?

acquisizioni, come la collaborazione esterna di Lefèbvre e come la promessa di un

contributodapartediEugeneA.Kosminskydell’AccademiadelleScienzediMosca .410

Quandopoilostoricosovie?cosarebbestatoinvitatoatenerelezioniall’Universitàdi

Cambridge e di Londra, Hobsbawm, eccitato dall'apertura dimostrata dalle due

is?tuzioniincuilavorava,avrebberiferitoaCan?morichesitraIavadel«firstSoviet

scholar fora long?metobesoasked» .AggiornavaquindiCan?moriall'uscitadi411

ogni numero di «Past and Present», esprimendo la propria soddisfazione . La412

MRS,EHP,Personalia,OtherPersonalPapers,Autobiographicalmaterial,Textofpaperon 'TheCold406

Warandtheuniversi?es',NewYork,13Nov1997,(937/7/8/1).

Ibid.407

C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,OriginandEarlyYears,in«PastandPresent»,1983/100,p.9(3-14).408

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.409

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,8gennaio1952.Ilsaggiosarebbeapparsoqualcheanno410

piùtardi:E.A.Kosminsky,TheEvolu1onofFeudalRentinEnglandfromtheXIthtotheXVthCenturies,in«PastandPresent»,1995/7,pp.12-36.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.411

A?tolod’esempio si vedano: ivi., 21 febbraio 1952e 19 giugno1952, in cui commenta: «Did you412

no?cetheverywarmwelcomewhichtheTimeLit[erary]Supp[lement]gaveto‘PastandPresent’?[…]Itisallveryencouraging».

�98

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

redazioneavrebbepoipensatoproprioaCan?moriperlarecensionediunabiografia

diLutero,poiaffidata–perques?oniditempo,sisarebbegius?ficatoHobsbawm –413

aRoyPascal ;«ifyouknowofanybookofgeneralimportance–Hobsbawminoltre414

losollecitava–,oronasubjectofgeneral interest,whichyouwould like to review,

please let us know, so thatwe can arrange for it» . A dire il vero,Hobsbawmfin415

dallasuaprimavisitaaRomaavevachiestoaCan?moridiscrivere–comevedremo–

un pezzo ben più significa?vo. Gli inviava inoltre i suoi scris, chiedendogli un

commentoeipo?zzandolereazionidelsuointerlocutore .416

InprimoluogodunquepersonaggicomeCan?morieranoricerca? interlocutori,per

viadellaposizionecherives?vanoneirispesvicontes?nazionali,concuiconfrontarsi

sullalineadadareallarivistaedacoinvolgereinessasopraIuIoperaveredaloroun

riconoscimento del valore scien?fico del proprio progeIo editoriale. La ramificata

cerchia marxista di cui la redazione di «Past and Present» si stava man mano

circondandorispondevainsecondoluogoeinmodopiùsignifica?voallastrategiache

l’Historians’Groupperseguiva,quella cioèdi trovare inessaunacassadi risonanza

perladiffusionedellarivistaalivellointernazionale.EcosìfuancheinItalia.

Nellacerchiacan?morianainiziaronoacircolareriferimen?allarivistainglesegiàdai

primi anni Cinquanta. La fiIa corrispondenza tra Can?mori e Gastone Manacorda

mostracomeall’internodegliambien?culturali comunis?romani l’uscitadelprimo

numerodelperiodicobritannicofosseaIesaconinteresse .LeandroPerini,allievo417

diCan?moriaPisaproprioneglianniCinquanta,ricorderàinun'affeIuosamemoria

del maestro che Can?mori mostrò grande «generosità» verso il giovane collega418

inglese, parlando di «Past and Present» ai suoi studen?. Can?mori presentò

l’esperimentodellarivistaingleseancheadunpiùvastouditorio,comequandodalle

colonnede«IlNuovoCorriere»nelmaggio1953neelogiò«ilcaraIereapertamente

edecisamenteinternazionale»dellarivista,facendoinomideicollaboratorialivello

planetario, e il «caraIere di ‘intrapresa' ardimentosa» visto l’autofinanziamento;

invitòdunqueglistudiosiitalianiadareilpropriocontributoaldibastodellarivista,

riconoscendola in linea con la tendenza, anche italiana, di conoscere e indagare la

storia «razionalmente, cri?camente, senza mis?ficazioni irrazionalis?che di nessun

Ivi.,19giugno1952.413

RecensionediR.Bainton,HereIStand(HodderandStoughton,London1951)faIadaRoyPascal,in414

«PastandPresent»,1952/2,pp.60-62.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952.415

Ivi.,16novembre1954.416

LeIerediG.ManacordaaD.Can?mori,9febbraioe5marzo1951,inD.Can?morieM.Manacorda,417

Amiciperlastoria.Le.ere1942-1966,acuradiA.ViIoria,Carrocci,Roma2013,pp.157-160.

L.Perini,DelioCan1mori: storiae storiografi, in id.,DelioCan1mori.Unprofilo,Edizionidi storiae418

leIeratura,Roma2004,p.73.

�99

primaparte:Re1

genere» .L’ar?colovennenotatoeapprezzatotraglialtridaZangheri .419 420

InvistadelXcongressointernazionaledistudistorici,chesisarebbetenutoa

Romaallafinedell'estatedel 1955,Hobsbawmavrebbepoi scriIoaCan?mori per

chiederesuggerimen?circailmodomiglioreperpubblicizzarelarivistaeraccogliere

adesioni durante l’importante assise internazionale di storici, domandandogli se

avrebbepotutocoinvolgere«any friendly Italianstudents»nell’organizzazionediun

bancheIoriservatoallavenditadi«PastandPresent» .421

SeilprogeIodellarivistafulaspintaeilnodoaIornoalqualefuricercatoe

nacqueillegameconCan?moriel’Italia,essosialimentòprestodinuovielemen?;in

primis di una fascinazione derivante dalla calorosa accoglienza ricevuta in Italia,

sopraIuIo negli ambien? comunis?. «Arriver en Rome – confessò Hobsbawm a

Can?mori–avecquelquesleIresd'introduc?onettrouverunaccueilamical,comme

le votre, c’est beaucoup, meme entre camarades» . È questo un aspeIo su cui422

Hobsbawm avrebbe insis?to più volte: nelle suememorie autobiografiche avrebbe

ricordato che al suo primo viaggio in Italia venne accolto, in quanto comunista

straniero,«automa?camentecomeunfratello,comeun‘compagno’alqualedaredel

‘tu’enondel‘lei’» .Altrovediràcheilfascinopiùprofondodell’ItaliastanelfaIo423

che«adifferenzadialtripopoli,gliitaliani[…]reagisconoall’estraneoinunmodoche

rendemoltofacileintendersi» .Eraunacosadicuiavevasen?toparlaregiàinGran424

Bretagna:alcuniamicicheavevanocombaIutolaguerrasulfronteitalianosierano

salva? grazie all’aiuto disinteressato di famiglie contadine : ges? che avevano425

impressionatomol?dellasuagenerazioneechesisarebberosedimenta?nella loro

memoria . Ora quel sen?rsi a proprio agio poteva sperimentarlo di persona, e426

percepirne la distanza rispeIo all'accoglienza ricevuta in altri Paesi: in Francia per

esempio, dove la società gli sembrava «un teatro con ruoli e procedure ben

defini?» , sempre molto cerimoniosi, e dove gli intelleIuali non perdevano mai427

occasione di palesare un «senso della formalità legata al [proprio] status» . Far428

visita,peresempio,adunostoricocomeErnestLabrousse,cheHobsbawmconosceva

D.Can?mori,Passatoepresente,in«IlNuovoCorriere»,31maggio1953p.3.419

SNS,CDC,LeIeradiR.ZangheriaD.Can?mori,2giugno1953.420

Ivi., LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori, senzadata.L’indicazionecronologicaèscriIaama?ta421

1952,mapericontenu?èchiaramentedariferirsiallaprimavera-estatedel1955.

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.422

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.385.423

Id.,Intervistasulnuovosecolo,cit.,p.127.424

Ibid.425

P.Fussell,Tempodiguerra.Psicologia,emozionieculturanellasecondaguerramondiale,Mondadori,426

Milano1991,pp.151,160-162.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.358.427

Ivi.,p.359.428

�100

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

bene per il comune interesse verso la storia economica, significava di regola fare

an?cameraperdieciminu?primadiesserericevu?nellostudio .ConCan?morile429

cose andarono diversamente: il professore italiano, un’autorità in diversi e

diversifica?ambi?di studio,non rimarcò ladistanzad’etàediposizione rispeIoal

giovane ospite ; assieme alla moglie lo invitò subito a fermarsi nella loro casa a430

Trastevere:«Jen’oblieraipas laviaFilippoCasini!» (l’indirizzoromanodiCan?mori)

gli scriverà Hobsbawm, con?nuando a serbare gra?tudine e riconoscenza nella

successiva corrispondenza e iniziando presto a rivolgersi allo storico italiano con

«Cherami» .Findaigiornichenellatardaestatedel1951trascorsenellacasacon431

una grande biblioteca dei Can?mori Hobsbawm capì che quella era – come a

Can?mori piaceva definirla – un «laboratorio ar?giano» di grande importanza .432

Scoprì in Can?mori uno studioso di vasta erudizione che spaziava dal pensiero

marxiano, alle minoranze religiose del Rinascimento, alla genealogia delle idee

poli?che europee , di brillante intelligenza e di inusuale aperturamentale .Ma433 434

non solo: ciò che apprezzò di lui fu l’opera di educazione poli?ca e civile che con

rigore lo storico italiano svolgeva e aIraverso l’asvità che dalla fine della guerra

avevafaIoinsenoallapoli?caculturaledelPCI (alqualeavevaaderitonel1948)e

per il ruolo is?tuzionale che rives?va in diverse università italiane (Roma, Pisa, dal

1951 Firenze) . Nutrì da subito una profonda ammirazione per il carisma435

intelleIualecheCan?morigodevapressogiovanistudiosi,concuiavevaunrapporto

(almenofino allametàdegli anni Cinquanta) dimaestro, di amico, di compagnodi

par?to . Dal congresso parigino dell’anno precedente Hobsbawm era stato436

tes?mone e protagonista di una convergenza di diverse generazioni di storici che

avevanovissutol’an?fascismo:unincontrocheeglirives?vadigrandeimportanza.In

Ivi.,p.358.429

Sul carisma intelleIualecheCan?morigodeva tra studiosipiùgiovanidi lui, verso iqualiavevaun430

aIeggiamentotuI'altrochegerarchicosi rimandaaG.Zazzara,Lastoriaasinistra,cit.,p.22, incuièdichiarataladefinizionedatadaRenzoDeFelicediunCan?mori«maestro-amico».

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,8gennaio1952.431

L’espressione,cheriprendeun’immagineacuiCan?morifacevaspessoriferimentoparlandodelsuo432

lavoro,è traIada:G.Manacorda,Lostoricoe lapoli1ca.DelioCan1morie ilPCI, in Id., Ilmovimentorealeelacoscienzainquieta,acuradiC.Natoli,L.Rapone,B.Tobia,p.226(209-248).

Can?mori, cheaveva insegnatoaRoma,nelprimodopoguerrastava insegnandoaPisa; si sarebbe433

presto trasferito anche all'Università di Firenze. Teneva corsi che traIavano di eresie medievali,socialismoutopicofrancese,MarxeWeber.

E.Hobsbawm,DelioCan1mori,in«PastandPresent»,1966/35,p.158(157-158).434

SuquestoaspeIosiveda:P.Chiantera-StuIe,DelioCan1mori,Carrocci,Roma2011,pp.97-120;M.435

Berengo,LaricercastoricadiDelioCan1mori,inOmaggiodellaRivistaStoricaItaliana,p.35(26-67);G.Manacorda, Lo storico e la poli1ca, cit.; G. Miccoli, Delio Can1mori. La ricerca di una nuova cri1castoriografica,Einaudi,1970pp.247-278;P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,pp.122-152.

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,ObituarieswriIenbyHobsbawm436

fortheGuardian,TestodelricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedellamortedell’amico,Firenze1976,(937/4/4/3).

�101

primaparte:Re1

Can?mori Hobsbawm poteva riconoscere una figura che stava giocando

consapevolmenteundecisivoruolonel«bridgethegapbetweenthepre-fascistand

post-fascist genera?ons» . Dedicandogli un necrologio su «Past and Present» nel437

1966,HobsbawmloavrebbedescriIocome«oneofthearchitectsoftherenaissance

ofItalianintelleIuallifewhichemergedoutofan?fascismandResistence»eavrebbe

deIo che la sua importanza era percepibile non solo dai suoi lavori edi? ma

sopraIuIodagli innumerevoli libricheegliavevaresopossibile .Can?morieradi438

solitrediciannipiùvecchiodiHobsbawm,mafudaquestopercepito–ancheperil

faIo cheportavamale i suoi anni – comeunmaestro. Erad’altrondeapertamente

riconosciuto comeun«maestrodimarxismo»da tuIaunagenerazionedi studen?

chetralafinedeglianniQuarantaegliinizideiCinquantasistavaavvicinandoinItalia

allo studio della storia e che egli indirizzava verso temi e interessi fino a quel

frangentetrascura? :ilcorsopisano,giàricordato,sulleinterpretazionitedeschedi439

Marx,lasuapra?cadiuna«storiadelleideecomestoriafilologica» ,cosìcomela440

sua traduzione del primo libro del Capitale stavano dando e avrebbero dato un

contributo decisivo alla ripresa in Italia degli studi sul socialismo, sul movimento

operaioesuMarx .441

Nonc’eranodunquemiglioripersonedeiconiugiCan?moriacuichiederedelle

lezioniprivatecircalarealtàdiquestofilonedistudiinItalia.Difronteallacuriosità

del suo ospite, Can?mori spiegò che la corrente storiografica dominante nelle

universitàitalianeeraquellaidealista,dicuiilpiùautorevolereferenteeraBenedeIo

Croce. Si traIava di un nome di fama internazionale che, di lì a pochi mesi,

Hobsbawmavrebberichiamatonell’introduzionechescrisseper ilprimonumerodi

«PastandPresent»,incuil’idealismofilosofico«evenwhenpresentedbyBenedeIo

Croceandhisdisciples»sarebbestatoindividuatocomeilpolooppostoacuilarivista

mirava . Dei grandi storici italiani Can?mori deve avergli faIo i nomi di Walter442

Maturi, di Federico Chabod, di Arnaldo Momigliano, alcuni dei quali negli anni

successivi Hobsbawm avrebbe avuto occasione di incontrare in Inghilterra .443

E.Hobsbawm,DelioCan1mori,in«PastandPresent»,cit.,p.158.437

Ibid.438

P. Favilli, Marxismo e storia, cit., p. 128. Sull’importanza rives?ta da Can?mori all’interno del439

marxismostoriograficoitalianosivedaancheG.Manacorda,Lostoricoelapoli1ca,cit.

RiprendoquestacitazionedaunpassaggioincuiSantomassimosoIolineal’importanzadelmetodo440

filologico can?moriano nella formazionemarxista di Ragionieri: G. Santomassimo, La storiografia deimaestri, in T. Des e G. Gozzini, Ernesto Ragionieri e la storiografia del dopoguerra, Franco Angeli,Milano2003,p.44(39-54).

E.Garin,Intelle.ualiitalianidelXXsecolo,EditoriRiuni?,Roma1974,p.212(171-213).441

TheEditors,Introduc1on,in«PastandPreset»,1952/1,cit.,p.III.442

SNS, CDC, LeIera di E. Hobsbawm a D. Can?mori, 19 giugno 1952: «Chabod is lecturing on443

MachiavelliinLondontomorrow,andIthinkI’llgotolistentohim,hopingthatmyItalianisgoodenoughtounderstandanuninterruptedlecture».NellasuaautobiografiaricorderàMomiglianocomeospitesuoedisuamoglieMarleneperipranzidiNatale.E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.344.

�102

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

Assecondando il principale interesse del giovane interlocutore, che dopotuIo

coincidevaconilsuo, lostoricoitalianodevepoiessersi intraIenutolungamentesu

altrifilonistoriografici.Glirivelòconosmismoche«lemiglioriforzedellenuovissime

generazioni di studiosi di storia risent[ivano], direIamente o indireIamente, del

nuovointeressedestatofragliintelleIualidalmarxismo–comematerialismostorico

edialesco–»:uninteresses?molato–avràcon?nuatoCan?mori–siadalritornodei

classici, a cui lui stesso stava contribuendo, sia dall’influenza esercitata dalla

pubblicazionedelleoperediun singolaremarxista,AntonioGramsci . Ilproblema444

stava nel faIo che si traIava di un lavoro non «organizzato» : le is?tuzioni e le445

rivisteaccademichededicateaglistudistoriciinItalianonmostravanoalcuninteresse

nei confron? della metodologia marxista; raramente finanziavano tali studi che

guardavano piuIosto «con benevola e ironica diffidenza» . Luoghi disponibili a446

ospitarequesto?podiconfronto–deveaversoIolineatoCan?mori–eranopiuIosto

daricercareall’internodegliambien?comunis?:gliconsigliòprobabilmentedidare

un’occhiata a «Società» che, sebbene non fosse una «rivista di studi storici, come

sarebbedesiderabilecenefosseuna» ,eraintentaaraccoglierequestenuoveforze447

graziealladirezione,dall’annoprecedente,diGastoneManacorda,unodeimaggiori

esponen?–secondoCan?mori–dellastoriografiamarxistaitaliana .448

Lastoriadelmovimentooperaioedel socialismoera in Italiaun lavoro iniziatoalla

metàdeglianniQuarantae,proprioperquesto,nonpotevacheessereancorainuno

«stato frammentario»; inalcuni casi tendevapoi– lamentòCan?mori–a rimanere

unastoria«distaccatadallaconsiderazionedellastorianazionale»:unesempioerala

rivista «Movimento operaio» fondata e direIa da uno storico sui generis qual era

GianniBosio .Aldi làditali limi?questastoria incostruzione,chepotevavantare449

illustripredecessoriacuiricollegarsi–gliraccontòprobabilmentelavicendaumanae

intelleIualediNelloRosselli–,venivacondoIacon«serietàdistudi,[…]abbandono

della Geistesgeschichte astraIa, ricerche par?colareggiate, apertura a nuovi

problemi» . Con probabilità insisteIe poi sul «lavoro di erudizione storica» che a450

ques? giovani era richiesto: e cioè lavoro in archivio, ricerca di materiale inedito,

scrupolosa analisi deimateriali bibliografici e documentari, precisione filologica nei

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItaliadal1926al1951(gennaio1952), inid.,Storiciestoria.444

Metodo,cara.eris1cheesignificatodellavorostoriografico,Einaudi,Torino1971,p.269(268-280).

Ivi.,p.280.445

Ivi.,p.278.446

Ivi.,p.280.447

Ibid.448

Ivi.,p.271.449

Ivi.,280.450

�103

primaparte:Re1

deIagli .Laricognizionedellefon?alivelloitaliano–deveaverappresoHobsbawm451

–e la loro inventariazioneeraunaltro importanteaspeIosucui in Italiacisistava

impegnando:erailcasodellaBibliotecaFeltrinelliedellafondazioneGramsciincui,

comesivedrà,Can?moriloavrebbeintrodoIo.

Di fronte a questa panoramica piuIosto osmista faIa da Can?mori 452

Hobsbawm probabilmente chiese in par?colare i nomi di alcuni «collegues qui

s'occupendel’histoireéconomiquemoderne,oudumouvementouvrier»inItalia .453

Can?moriverosimilmenterisposedicendochelastoriaeconomicasoffrivadiuncerto

distacco «dal corpo generale degli studi storici» italiani , «dalla storia poli?ca e454

civile generale»; rimaneva una «storia tecnica, delle asvità economiche, non

dell’asvità produsva in rapporto alla storia della società» . Qualcuno che si era455

baIutoper romperequesto isolamento– con?nuòCan?mori – era LuigiDal Pane,

chedadiversianniinsistevasullanecessitàdirinnovarelastoriografiaediintendere

lastoriaeconomicacomestoriasociale .Inunaconferenzadel1949DalPaneaveva456

invitatoisuoistuden?ecolleghia«diventarepiùdemocra?cinelcampodeglistudi»

cosa che«significava scenderenell’animodelle folleanonime,ascoltarne le vocied

intenderne le aspirazioni, vederne i bisogni e studiarne le asvità; significava

rimeIere il lavoro al posto reale che esso [aveva avuto] nella vita e fare della vita

realelaragionedellastoria» ;avevainoltreinsis?tosull’ideachelastoriadellavoro457

doveva essere intesa come storia dei lavoratori . Quello di Dal Pane non era un458

nomenuovoperHobsbawm;loavevaconosciutocomestudiosodiAntonioLabriola

Ivi.,p.269.451

Can?moriavrebbemutatolasuaopinioneneiconfron?dellagiovanestoriografiamarxistaitalianadi452

lìaqualcheanno:D.Can?mori,Epiloghicongressuali,in«Società»,1955/5,pp.945-960;perun'analisidiquesta evoluzione si veda: A. ViIoria, Il PCI, le riviste e l’amicizia. La corrispondenza tra GastoneManacordaeDelioCan1mori,in«StudiStorici»,2003/3-4,pp.786-800(745-888).

Ladomandal'avevarivoltaaDalPaneprimadellostessoprimoviaggioitaliano:ArchivioprivatoLuigi453

Dal Pane [d’ora in poi ALDP], Corrispondenza di Luigi Dal Pane [d’ora in poi CLPD], LeIera di E.HobsbawmaL.DalPane,13luglio1951.

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.271.454

Ivi.,p.270.455

P.Favilli,Marxismoestoria,cit.,pp.114-121.456

L. Dal Pane, Imodernimoderni indirizzi delle scienze storico-sociali e gli studi romagnoli in questo457

campo,in«StudiRomagnoli»,1950/1,orainid.Lastoriacomestoriadellavoro,Pàtron,Bologna1971,p.46(44-69).NellostessoscriIo,originariamentediscorsoinauguraledelIConvegnodistudiromagnoli(Cesena,13 seIembre1949), aveva soIolineatoanche comegiàdallametàdegli anni Trenta si fossesforzato di «allargare i confini che tradizionalmente si assegnano alla Storia economica, dimostrandoinoltre come lo sviluppodeinostri studi fossedes?natoad incidereprofondamente sull’orientamentodeglialtriramidellastoriografiaecomeadessispeIassepar?colarmentel’ufficiodisegnareilpassoinquellapiùampia sferadi studi storici chepotremochiamarecolnomedistoriografiadelle stru.ure»:l’importanzadiquestopassoèrimarcatadaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.113.

Una revisione cri?ca delle riflessioni sul metodo storico di Dal Pane sono offerte da R. Zangheri,458

L’operastoricadiLuigiDalPane,inStudiinmemoriadiLuigiDalPane,CLUEB,Bologna1982,pp.16-19(1-19).

�104

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

l'anno precedente a Parigi . In occasione della sessione di storia sociale del IX459 460

congresso internazionale di studi storici i due dovevano essersi manifesta? un

comune interesseverso lostudiodelmarxismo,seHobsbawm–appenaconcluso il

congresso – avevaprovveduto a inviare copia dasloscriIadi undocumentoda lui

rinvenutonei Bri?shRoyal Archives che, aveva commentato, era stato fin ad allora

ignoratodaibiografidiMarx .Loscambiodimaterialitra idueerapoicon?nuato461

anche nei mesi successivi ; Dal Pane gli aveva faIo conoscere i suoi lavori su462

Labriolaedistoriadellavoro eleul?menovitàstoriograficheitalianeinmeritoalla463

storia del movimento socialista . Ora, in casa Can?mori Hobsbawm sen?va464

dell’importanza di Dal Pane e nella storia economica e nella storia del lavoro in

Italia , nonché nel filone degli studi del marxismo, grazie al lavoro ormai465

pluridecennale in cui era impegnato per l’analisi del contributo di Labriola alla

L. Dal Pane, Lesmanuscripts de Antonio Labriola et leur importance pour l’Histoire dumarxisme:459

comunicazione faIaal IXCongressodi scienze storicheepubblicata in Italia con il?tolo ImanoscriÅinedi1 di Antonio Labriola e la loro importanza per la storia delmarxismo, in «MovimentoOperaio»,1950/11-12,pp.302-306.

SappiamocheDalPanepartecipòaquestaspecificasessionedairiferimen?cheeglistessofainL.Dal460

Pane, Storia economica e storia sociale, in «Giornale degli Economis? e Annali di Economia»,marzo-aprile1952,orainid.,Lastoriacomestoriadellavoro,Pàtron,Bologna1971,pp.72-74(71-116).

ALDP, CLDP, LeIera di E. Hobsbawm a L. Dal Pane 4 seIembre 1950, a cui è allegata copia461

dasloscriIadeldocumentoarchivis?co.SitraIadiunaleIeradel1879diSirMountstuartElphinstoneGrantDuff,deputatoliberaletraanniCinquantaeOIantadell’OIocentoesoIosegretarioperleIndie,incuiraccontavaallamadreunsuoincontrodipersonaconMarx.

DapartesuaHobsbawminviavainformazionibibliografichecircastudiinglesisullasinistraitaliana(W.462

H. Young, The Italian Lef, Green & Co., Londra 1949), di cui lamentava la superficialità e il tonodivulga?vo,o rispondendoalle curiositàdiDalPane circa studi sulla classeoperaia inglese, comeTheStateof thePoororanHistoryof the LabouringClasses in England from theConquest to thePresentPeriod(3voll,J.Davis,Londra1797)diFedericMortonEden(citatodaMarx).GliavevafaIoavereancheunsuo«pe?tar?clesurlesmigra?onsouvrièresenAngleterrequejeviensdepubliquer»,ilsaggiochesarebbe apparso in italiano con il ?tolo Gli ar1giani migran1, in E. Hobsbawm, Studi di storia delmovimentooperaio,Einaudi, Torino1972,pp.42-75. (LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPane,13 luglio1951).

Hobsbawmloringraziavaperaverricevuto«leLabriola»(moltoprobabilmentesitraIavadiunodei463

numerosistudicheDalPaneavevadedicatoaLabriola)e«Faseteorie»,larivistafondataedireIadaDalPane(LeIeradiE.HobsbawmaL.dalPane,4seIembre1950),chegliinviòanchelasuaStoriadellavoroinItalia.DagliinizidelsecoloXVIIIal1815(Giuffrè,Milano1944)(LeIeradiE.HobsbawmaDalPane,22seIembre1950).

GliinviòmoltoprobabilmenteillibrodiElioCon?,LeoriginidelsocialismoaFirenze(1860-1880)(Ed.464

Rinascita,Roma1950),cheerastatosalutatoinItaliacomela«primatappaconclusivainquelfervorediinteressi per la storia del nostromovimento operaio che caraIerizza da qualche anno la più aIentagiovane storiografia italiana» (nelle parole di G. Carrocci, Le origini del socialismo a Firenze, in«Belfagor»,1951/6,p.344).Quest’informazionesiricavadairingraziamen?cheHobsbawminviòaDalPane«pour le livre sur leSocialismeenToscane» (LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPanedel13 luglio1951).

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.270.465

�105

primaparte:Re1

concezione marxista e per la valorizzazione e la trasmissione della sua eredità .466

Can?moriraccomandòadHobsbawmdivisitarevillaLeMura?ne,laresidenzaes?va

dello storico romagnolo a Granarolo Faen?no : lì avrebbe potuto ammirare di467

persona la riccabibliotecadiDalPane. Fuun consiglio cheHobsbawmseguì:dopo

aver lasciato Roma e trascorso alcuni giorni a Firenze, fece tappa nel ravennate,

facendo poi avere a Can?mori le suemeravigliate impressioni su quanto Dal Pane

custodiva:«unepremièreedi?ondumanifeste,alemanneetitalienne,unepremière

desDeutsch-Franzoesische Jahrbücher, et bien d’autres – en general lesmeilleures

chosesproviennentdelabibliothèqueLabriola.Mais–aggiungevaironico–,comme

vousdites,D[al]P[ane]estd’unevanitéextraordinaire» .468

Nonostanteciò,Hobsbawmfucolpitodaquestostorico tantochedi lìapochianni

avrebbe presentato sulle pagine della pres?giosa rivista della «Economic History

Society», in occasione della pubblicazione della seconda edizione, la sua Storia del

lavoro in Italia .Avrebbericordato lostorico italianocome«thepupiland literary469

executorofpioneerMarxistphilosopher,AntonioLabriola»egliavrebbericonosciuto

«apassing tribute to the […]courage indeclaringhisconvinc?on […]withsomuch

frankness» in tempi ancora pericolosi: la prima edizione dell’opera era stata

pubblicata infas nel 1944 . Il libro con la sua aIenzione volta ai lavoratori470

rappresentava, visto che la generale situazione delle ricerche italiane era –

soIolineavaHobsbawmrifacendosiallastessaterminologiausatadaCan?mori–«in

thepresentfragmentarystate»,un«massivepioneeringwork,(whosemainvaluewill

lieinthehandypresenta?onofanimpressivemassinforma?on)» .471

DalPane–ilcuicontaIoconHobsbawmnonèpossibileseguireoltreil1951 472

–nonfuperòl’uniconomeacuiCan?morifeceriferimentoneidialoghiromanicon

Hobsbawm. Con grande probabilità gli parlò di CarloMorandi, professore di storia

moderna a Firenze che a guerra appena conclusa aveva incitato i suoi allievi in un

saggiometodologicamentemolto denso a studiare, sulla scia dell’amico Rosselli, la

PerglistudilabriolanidiDalPanesirimandaN.SicilianideCumis,DelPaneelafortunaddiAntonio466

Labriola nei primi decenni del Novecento, in Giornata di studio in onore di Luigi Dal Pane, AÅ delConvegno,Faenza, 16 giungo 1984, Società torricelliana di Scienze e leIere, Faenza, 1985, pp. 35-58.RenatoZangheri,chefusuoallievo,haasseritocheilmaggiormeritodiDalPanefupropriol’averintuitolagrandezzadiLabriolael’averlavoratoalladiffusionedelsuopensiero:R.Zangheri,L’operastoricadiLuigiDalPane,inStudiinmemoriadiLuigiDalPane,CLUEB,Bologna1982,pp.1-8(1-19).

ALDP,CLDP,LeIeradiE.HobsbawmaL.DalPanenondatata,mariferibilealperiodoincuilostorico467

inglesefuospiteincasadeiCan?mori.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,12seIembre1951.468

L.DalPane,Storiadel lavoro in Italia:dagli inizidelsecoloXVIIIal1815,Giuffrè,Milano(primaed.469

1944)1958.E.Hobsbawm,ReviewofL.DalPane,StoriadellavoroinItalia,volIV,DagliinizidelsecoloXVIIIal1815,Giuffrè,Milano1958,in«EconomicHistoryReview»,1959-1960/12,pp.338-339.

Ivi.,p.339.470

Ibid.471

Nonsonoinfasconserva?scambiepistolarisuccessiviallavisitadiHobsbawmnellacasadiDalPane.472

�106

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

«storiadelsocialismocomestoriadelmovimentopoli?conelquadropiùvastodiuna

storia dei par?? poli?ci italiani, alla quale egli stesso [aveva] dato contribu?

d’importanzafondamentalie indicandoil lavorodafare(biografie,storiepar?colari,

temieproblemi)» .Morandieradapocoscomparso,ma il suo insegnamentoera473

statocoltodaalcunisuoibrillan?allievi:Can?moridovevafare inomidiElioCon?,

Ernesto Ragionieri, Giuliano Procacci, Armando SaiIa; da seguire erano poi – avrà

conclusoCan?mori–ancheilavorideigiovaniRenatoZangherieAlbertoCaracciolo.

Si traIavadicoetaneidiHobsbawm,na?tra lafinedeglianniDiecie lametàdegli

anni Ven?, alcuni dei quali sarebbero diventa? di lì a pochi mesi o anni i suoi

interlocutoriitaliani.Can?morisiconfiguròdunquebenprestocomeilnodoaIorno

al quale e dal quale si svilupparono i legami italiani di Hobsbawm: quella italiana,

comesivedrà,nonsisviluppòtantocomeunasingolaretedirelazioni,mapiuIosto

comeun insiemedi«centrisociali»,cherispecchiavano legamididiversanaturatra

lorospessointerseca?.OltreaconsigliarglidifarvisitaaDalPane,Can?moriglifece

anche il nome di Cesare Luporini: lo avrebbe potuto incontrare – disse lo storico

Romagnolo–aFirenze.Hobsbawmperò,unavoltagiuntoinToscana,preferìgodersi

la ciIà, senza l’impegno di ulteriori appuntamen? : ciò di cui andava in cerca in474

Italiaeranocontasprofessionali con storicimarxis?, con iquali condividevaanche

una comune appartenenza poli?ca. Era un’aspirazione che – come si è visto nel

capitoloprecedente–loavevaportatoaoltrepassarelaManicaeancheiPirenei,alla

ricercadiundialogoeprofessionaleepoli?coeuropeo.

Un esempio significa?vo di questa prospesva mirante a un lavoro

trasnazionaleèpossibileevincerlodallarichiestacheHobsbawmavanzòaCan?mori

nell’estatedel1952,quandosipremuròdiriferirglicheeraimpegnatoneiprepara?vi

di un incontro anglo-francese di storici marxis?. Stava organizzando un confronto

internazionale sul problema della transizione dal feudalesimo al capitalismo, sul

passaggio«fromprimi?vecommunaltoclasssociety(whichinterestsalotofpeople)

andtheproblemoftransi?onfromfeudaltobourgeoissociety» .AccantoaPierre475

Vilar,eranoprevis?uninterventodiCharlesParaineunafoltadelegazionedistorici

comunis?britannici . L’incontro,di cui– sevenne tenuto–nonè rimasta traccia,476

risulta meritevole di aIenzione per più mo?vazioni: per ora ne ricorderò una, di

natura storiografica e metodologica. Hobsbawm nel programmare quest’incontro

miravaadarvitaaunacollaborazionediportatainternazionale.Eperquestoscriveva

aCan?mori:

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.277.473

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951.474

Ivi.,13luglio1952.475

NAL, MI5-EHF, KV2/3982, Note men?on Hobsbawm, 12 novembre 1952 e LeIera di P. Vilar a E.476

Hobsbawm,18novembre1952interceIatadall’MI5.

�107

primaparte:Re1

Thepointis,thatweshouldboth[inglesiefrancesi]liketheItalianstotakepartinthis

mee?ng-whichwouldlastaboutthreedays.Soweshouldliketofindouta)whether

the Italian marxist historians would like to send people alone — primarily in this

instance those interested in the epochs before the Industrial Revolu?on, but not

exclusivelyso–andb)whether,iftheycame,theywouldprefersuchamee?ngtobe

heldinLondonorinParis .477

Laprospesvainternazionalesarebbestata–comesiègiàaccennato–daiprimianni

CinquantaunacostantedelragionamentostoriograficodiHobsbawm.Unitalianoche

avrebbe probabilmente partecipato, Hobsbawm avver?va Can?mori, assieme ai

francesieraGiulianoProcacci,unallievodiMorandichedal1949sitrovavainFrancia

grazieadunaborsadistudioedcheera inrapportod’amiciziaedisintoniapoli?ca

con alcuni giovani studiosi comunis? . «Would you find it possible – con?nuava478

HobsbawmconCan?mori–totalkitoverwithothercomradesandletmeknow?» .479

Un altro allievo di Morandi con cui Hobsbawm entrò in contaIo, grazie a

Can?mori, fuErnestoRagionieri.ACan?moripiacevacircondarsidistuden?eamici

piùgiovanidi luianche fuoridalleauleuniversitarie;nericercava lacompagniaper

quo?diane passeggiate maIu?ne o in scampagnate fuori Firenze . In una simile480

occasione, nell’estate 1955 Hobsbawm avrebbe incontrato Ernesto Ragionieri. Era

stato Can?mori a chiedere al giovane toscano di accompagnare Hobsbawm alla

Consuma, luogo in cui era in villeggiatura con lamoglie: cominciò così l'amicizia di

Hobsbawm con Ragionieri «– per le strade di Firenze, in giro in autobus,

passeggiando quel giorno lontano in montagna, ma col passo lento di Can?mori,

piuIosto che con il passo atle?co di Ernesto – parlando di poli?ca, di storia, di

marxismo» . Ragionieri, con cui sarebbe rimasto in contaIo e con cui avrebbe481

collaborato per importan? proges editoriali negli anni SeIanta, era solo uno dei

contas can?moriani di Hobsbawm. Corrado Vivan?, che a quegli stessi proges

editorialiavrebbelavoratoassiduamente,fuunaltro.AllafinedeglianniCinquanta,

SNS,CDC,LeIeradiHobsbawmaCan?mori,13luglio1952.477

G. Procacci, Con GastoneManacorda a «Studi storici», in G.Manacorda, Il movimento reale e la478

coscienzainquieta,FrancoAngeli,Milano1992,pp.301-302(301-311).

SNS,CDC,LeIeradiHobsbawmaCan?mori,13luglio1952.479

Sulle«memorabilipasseggiatemaIu?nenutritediconversazionistorichecheDelioCan?morifaceva480

a scopo terapeu?co e propedeu?co» si veda L. Perini,Corrado Vivan1 incontra la storia, in id., DelioCan1mori.Unprofilo,cit.,p.47.

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,ObituarieswriIenbyHobsbawm481

for the Guardian, Testo del ricordo di E. Ragionieri pronunciato da E. Hobsbawm in occasione deldecennale della morte dell’amico, Firenze 1985, (937/4/4/1). In questo ricordo Hobsbawm collocal’incontro con Ragionieri nel 1953; scambi epistolari, che verranno richiama? più avan?, portano apos?ciparel’incontrodidueanni.

�108

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

Can?moriavrebbepoispronatoun?midoCarloGinzburg,aLondraperunsoggiorno

di studio al Warburg Insistute, a far visita a Hobsbawm: «preso da un aIacco di

?midezza» non ci sarebbe andato , ma avrebbe leIo gli studi che Hobsbawm482

pubblicava proprio in quell'anno rimanendone profondamente influenzato . Con483

molta probabilità poi già in occasione della sua prima visita romana, Can?mori lo

avevaindirizzatoversoGastoneManacordaeversolafondazioneGramsci.

Se in Can?mori Hobsbawm trovava un grande studioso del marxismo, un

intelleIuale iscriIo al par?to, la persona grazie alla quale entrare – dalla porta

principale – in contaIo con il mondo culturale marxista italiano, d’altro canto

Can?mori vedeva inHobsbawmqualcuno che gli poteva aprireuno sguardonuovo

sullarealtàinglese.L’InghilterranoneraPaesesconosciutoaCan?mori,cheloaveva

frequentato più volte, anche recentemente, per compiere delle ricerche . Nè484

inesisten?eranoirappor?trastoriografiaitalianaestoriografiaanglosassone .Ma485

Hobsbawm poteva aprire – come vedremo – uno sguardo inedito sia su un piano

culturale che poli?co. Lo abbonò subito ad alcune riviste: al «Times Literary

Supplement» peresempio,maancheal«CommunistReview»,l’organoufficialedel486

Par?to comunistabritannico, e al «LabourMonthly»,un’altrapubblicazionedi area

comunista .Gli avrebbeanche ricercato sulmercato inglesepar?colari edizioni di487

tes?marxis? ;sarebbestatopoiunpuntodiriferimentopernuovicontasinglesidi488

Can?mori .Infine,HobsbawmsimostravacomeungiovanepromeIentechegrazie489

SNS,CDC,LeIeradiC.GinzburgaCan?mori,16seIembre1959,incuiGinzburgscrisse:«Atrovare482

Hobsbawm non sono andato;mi è venuto un aIacco di ?midezza e nonmi sono deciso. È stato unerrore,maormaièfaIa.Vuoldirecheandròatrovarlolaprossimavolta».

RifleIendosullepropriericerchesullastregoneria,Ginzburgnel1992,avrebbedeIo:«Dietrolamia483

ipotesi c’era la leIura dei saggi di Eric Hobsbawm: sia quelli raccol? inPrimi1ve Rebels (1959) sia, esopraIuIo, di una rassegnadi studi da lui pubblicata nel 1960, su «Società», la rivista ideologica delPar?to comunista italiano, con un ?tolo – Per la storia delle classi subalterne – che riecheggiava untermineusatodaAntonioGramsci leIoe interpretatoaIraverso l’antropologia socialebritannica».C.Ginzburg, Streghe e sciamani, in id., Il filo e le tracce cit., p. 286 (281-293). I tes? di Hobsbawmsarebberosta?tra iprimiriferimen?bibliograficidi Il formaggioe ivermi. Ilcosmodiunmugnaiodel‘500,Einaudi,Torino1976,pp.XXVI,XXVIII(citodall’edizionedel1999).

Nell'estatedel1950Can?morierastatoaLondrapercondurrealcunericerche,chenonavrebbero484

poiportatoaunapubblicazione,sulla«formazioneeladiffusioneinEuropacon?nentaledelledoIrinestorico-sociologichediAdamFergunson,inrapportoallaformazionedelledoIrinediAdamSmitheallaformazionedelmarxismo».G.Miccoli,DelioCan1mori.Laricercadiunanuovacri1castoriografica,cit.,pp. 347-348. Si veda inmerito ancheC.Vivan?,Poli1cae riflessione storiografica:DelioCan1mori, in«Studistorici»,1991/4,p.795(777-797).

J.A.Davis,DallaGranBretagna, inF.Mazzonis (acuradi),L’Italiacontemporaneae lastoriografia485

internazionale,Marsilio,Venezia1995,pp.101-103(93-113).

SNS,CDC,LeIerediE.HobsbawmaD.Can?mori,12seIembre1951e16giugno1952.486

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1951.487

Èilcaso,peresempio,dellibrodiKautsky,AusderFruhze.desMarxismuscheHobsbawm,dopouna488

lungaricerca,riuscìatrovareperCan?mori.Ivi.,LeIerediHobsbawmaCan?mori,12seIembre1951e8gennaio1952.

NAL,MI5-EHF,KV2/3982,LeIeradiDelioCan?moriaE.Hobsbawm,25novembre1952,interceIata489

dalMI5.

�109

primaparte:Re1

alle sue inizia?ve poteva contribuire a sprovincializzare e rinnovare la cultura

italiana : non a caso Can?mori prestò sempre grande aIenzione alle proposte490

provenien?daHobsbawm.Comequando,adesempio,allafinedel1952Hobsbawm

chiese a Can?mori di indirizzarlo verso qualcuno della Biblioteca Feltrinelli per la

pubblicazione deiNachlass di GustavMayer rela?vi alla Conferenza internazionale

socialista di Stoccolma del 1917, di cui voleva farne l’edizione e l’introduzione .491

Hobsbawm aveva già proposto questomateriale all’interna?onal Ins?tute of Social

History di Amsterdam (IISH) , suscitando un pronto interesse da parte del suo492

direIore Adolf Rüter . Nonostante ciò, confidava a Can?mori che avrebbero493

preferito lades?nazionemilanese–rispeIoaquellaolandese,concui labiblioteca

Feltrinellierainrelazione –inquanto«asthey[IISH]areveryclosely?edupwith494

theSocialDemocra?cPar?es, I amnot surewhether theywould likeme todo the

edi?on».Pubblicaregliinedi?diMayernegliambien?dellaFeltrinelliavrebbedato–

scrivevaHobsbawm–«theideologicalsenseoftheStockolmevensmuchclearer» .495

La richiesta veniva subito faIa propria da Can?mori, che proponeva a Franco Ferri

tale pubblicazione su «Movimento operaio» . Ferri a sua volta accoglieva496

posi?vamente la no?zia rilanciando a Can?mori la domanda se Hobsbawm avesse

potutodiventareunconsigliereestero«pereventuali serie ricercheoaltridignitosi

incarichi» .Can?moririspondevadandounveloceprofilobiograficoeprofessionale497

diHobsbawm– lecturerdi«storiacomparatadelmovimentooperaio; […]autoredi

diversi studi di storia del movimento operaio inglese, e fra l’altro dell’antologia di

documen? Labouring touring point (1880-1900) nella nota serie ‘History in the

Nel 1944 Can?mori aveva deIo «riteniamo che solo aIraverso due vie la nostra cultura, rimasta490

provincialmentecircoscriIanellacontemplazioneenell’analisidisestessa,potràconseguireunradicalerinnovamentoe superare i tradizionali limi?umanis?cie individualis?ci […].Questeduevie sono […]:l’eliminazionedellafraIuracheseparalaculturadagliinteressi,dalleaspirazioniedagliidealidelnostropopolo (perché siamo convin? che solo la partecipazione del popolo gius?fichi una qualsiasi asvitàculturale);ilristabilimentodelcontaIocolmodernopensierostoriografico,poli?co,sociale,economico,al quale la nostra cultura è rimasta estranea per tanto tempo». La citazione è riportata in E. Garin,Intelle.ualiitalianidelXXsecolo,cit.,p.211.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.491

Interna?onal Ins?tute of Social History, Archief Interna?onaal Ins?tuut voor Sociale Geschiedenis492

(IISG), inventorynumber361, cartella361D, LeIeradiE.HobsbawmadA.Rüter,30oIobre1952; siveda anche la successiva corrispondenza tra i due, 1 e 5 gennaio 1953. Ringrazio per questaconsultazionearchivistaKeesRodenburg.

NAL,EHF-MI5,kv2/3982,LeIerainterceIatadiA.RüteraE.Hobsbawm,10novembre1952.493

J.Kloosterman,LasoÅleartedellerelazioni.LaBibliotecael’Ins1tuutneglianni’50,inG.BertaeG.494

Bigas,LaBibliotecaIs1tutoFeltrinelli,cit.,pp.52-67.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,7dicembre1952.HobsbawmavrebbeaddoIole495

stessemo?vazioni,oltreal?morediunritardonellaeventualepubblicazionepressol’Is?tutoolandese,nellaprima leIeracheavrebbe indirizzatoallaBibliotecaFeltrinelliperoffrire imanoscris:FF,FBGGF,Corrispondenza,Busta12,fascicolo1,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,9febbraio1953.

Ivi.,LeIeradiD.Can?moriaF.Ferri,23dicembre1952.496

Ivi.,LeIeradiF.FerriaD.Can?mori,29dicembre1952.497

�110

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

Making’acuradiDonaTorr»–,consigliandoaFerrilaleIuradi«PastandPresent»e

incoraggiandoloaprenderecontaIoconl’inglese.

Credo che Hobsbawm andrebbe benissimo come consulente qualificato della

Feltrinelli:tantoperlasuaposizionescien?fica,quantoperquellaaccademica,quanto

per i suoi interessi e orientamen? generali, che sono quelli della Biblioteca da te

direIa.LavorafraCambridgeeLondra;conosce(parlapoco l’italiano)allaperfezione

altre principali lingue. Lo conosco personalmente, potete eventualmente scrivergli

facendoilmionome;mifaresteunfavorefacendolo,senonvidispiace .498

Ferri dunque seguiva il consiglio dell’amico, prendendo contaIo con Hobsbawm e

ripetutamentecercandola«suacollaborazione,cheonorailnostrois?tuto,[eche]ci

stamoltoa cuore» .Questo rispondeva inviando ilmanoscriIoedicendoche, se499

avesserodecidodipubblicarlo,«wemightdiscussdetailsfurther» .SitraIòdiuna500

pubblicazione e sopraIuIo di una collaborazione che sarebbe fallita: l’acquisizione

deiNachlassdiMayerdapartedellaFeltrinelli,chegiàpossedevaunnutrito fondo

Mayer, non andò infas a buon fine e i rappor? con Hobsbawm sebbene si501

mantenessero buoni , anche con visite di Hobsbawm alla fondazione , non502 503

Ivi.,LeIeradiD.Can?moriaF.Ferri(inrispostaallaprecedente),senzadata.498

Ivi. LeIera di F. Ferri a E. Hobsbawm, 26 oIobre 1953. Ferri aveva scriIo a Hobsbawm altre due499

leIere(29febbraio1953324aprile1953,laprimaandatapersa),nonavendodaquestorisposta,quindiscrivevanuovamentenell’oIobre,ricevendounriscontro.

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,6novembre1953.500

INachlasssarebberosta?acquisi?dall’Interna?onalIns?tuteofSocialHistoryduedecennisuccessivi.501

Interna1onal Ins1tute of Social History Amsterdam, Annual Report, 1972, pp. 16, 18, 35, hIps://socialhistory.org/sites/default/files/docs/annualreport1972.pdf.

Can?moridovevapreoccuparsicircairappor?diHobsbawmcongliuominidellaFeltrinelli,seFranco502

Della Peruta gli scriveva: «Hobs. nonmi ha scriIo.Ho capito cosa c’è sorto la storia delmanoscriIo;nulladigrave,tranneunimpegnogenericodellaMayerconl’Is?tutodiAmsterdam.Nonesistonoaltri[parolaincomprensibile].Bosiononèd’accordo,perchéhaaltripiani,masarebbebeneinvececheHobs.si facessevivo»: SNS,DCD, LeIeradi F.DellaPerutaaD.Can?mori, 27gennaio1953.DinuovoDellaPerutascrivevaaCan?moripersapereseHobsbawmsifossefaIonuovamentevivo(ivi,CorrispondenzaconlaBibliotecaFeltrinelli,LeIeradiF.DellaPerutaaD.Can?mori,27oIobre1953)epercomunicareche«sonoriuscitofinalmenteadavereildasloscriIodell’operadiGustavMayer,“ThepolitcalhisotryoftheEnglishLabourMoviemnt,from1857to1872,DocumentsandCommentaries”.LavedovaMayerhapiù volte espresso il desiderio di veder pubblicato da noi, Biblioteca, questo lavoro. Io ho ancora deidubbiseacceIareosecompierepassiaffinchélapubblicazioneavvengaadoperadellacasaeditriceGGFeltrinelli, laquale, comesai,è indipendentedallaBibliotecanella suaasvitàeneinostri confron?èsolostampatricedeivolumidanoicura?.Potres?aiutarmiconunconsiglio,seio?facessiaverequestomalloppo?Ci sonounaseriediques?onidelicate (tradurreodare l’opera inoriginale, condizioneconqualche is?tuto ingleseecc).Amebasterebbeche tudessiun rapido sguardoal lavoro, riservandomisuccessivamente di farlo avere ad Hobsbawm, col qualemanteniamo osmi rappor?», ivi, 13 giugno1955.

InterrogatodaCarloFeltrinellicircaisuoicontasconGiangiacomoFeltrinelli,Hobsbawmrisposeche503

aveva visitato la fondazione durante il processo di costruzione delle collezioni e prima del congressostorico romanodel1955quandoFeltrinelli si eramostrato interessato "Inaproject togetBri?shandItalian Communist historias together». MRC, EHP, Correspondence, General Correspondence Files,LeIeradiE.HobsbawmaC. Feltrinelli, 18 febbraio1997 (in rispostaa leIeradel12dicembre1996),(937/1/6/10).

�111

primaparte:Re1

sfociarono in collaborazioni stabili. Nonostante ciò, l’episodio mostra come

Hobsbawmvennevistoqualepossibileponteversomerca?an?quarie storiografici

internazionali.

Èpossibilericostruireconverosimiglianzale‘lezioniprivate’cheCan?morifece

ad Hobsbawm sulla storiografia italiana rifacendosi a un ar?colo che lo storico

italianoscrissenelgennaiodel1952sulpercorsocompiutodaglistudistorici italiani

negli ul?mi ven?cinque anni. Era stato proprio Hobsbawm, in occasione del suo

primocontaIoconCan?mori,a richiedergliunsimilecontributocon l'intenzionedi

pubblicarloneipriminumeridi«PastandPresent» .Eraunapra?causualequelladi504

richiedere contribu? agli adviser d’Oltremanica, che rispondeva al disegno di

allargamento del piano del discorso che la rivista – come si è deIo – voleva

costruire . Can?mori rispose all’invito posi?vamente, impegnandosi a congedare505

congrandepuntualità lo scriIo .Si traIavadiunpezzocheavrebbepermessodi506

aprire la storiografia marxista italiana a un dialogo europeo. Ne era consapevole

anche GastoneManacorda che si premurò di leggere il manoscriIo: «L’ho trovato

interessante e – mi pare – sulla linea giusta» scrisse a Can?mori , suggerendo507

alcune osservazioni terminologiche, invitando l’amico ad essere maggiormente

esplicito in alcuni passaggi e proponendogli delle integrazioni, accolte da

Can?mori .Eraun’occasionedacoglierenelmiglioredeimodiperfarsiconoscere,508

come storici italiani, in Gran Bretagna. E anche per prendere contas e magari

osservarecomecolleghiinglesisiproponevanodirealizzareunarivistadistoria,che–

come aveva soIolineato Can?mori proprio in questo saggio – in Italia mancava.

Un’occasionecheperònonsirealizzò: loscriIorimaseinfasinedito;sarebbestato

pubblicatopostumoinunaraccoltaeinaudianadiscriscan?morianiuscitanel1971.

IlpezzononrimasenelcasseIodellascrivaniadiCan?mori,comeèstatopiùvolte

ipo?zzato:lostoricoitalianoprovvidetempes?vamenteainviarloadHobsbawm,che

adunaprimaleIuralogiudicò«oftherightlenghtandrightsort,andadmirablysuite

for Past and Present» . Allo stesso tempo lo avver?va però che l’Editorial Board509

Hobsbawm chiede a Can?mori informazioni circa «vostre coup d’oeuil our l’historiographie504

Italienne»:SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,8gennaio1952.

Alcuni di ques? saggi sono: C. Cahen,An Introduc1on to the First Crusade, in «Past andPresent»,505

1954/6,pp.6-30;J.V.Polisensky,TheThirtyYears’War,inivi.,pp.31-43;R.MondolfoeD.S.Ducan,TheGreekAÅtudetoManualLabour,inivi.,pp.1-5.

IlmanoscriIoèdatato«gennaio1952»,NotesuglistudistoriciinItaliadal1926al1951,inStoricie506

storia. Metodo, cara.eris1che e significato del lavoro storiografico, Einaudi, 1971. Recentemente ilmanoscriIoèstatoespostonellamostraDelioCan1mori(1904-1966).Libri,documen1e immaginidaifondi della Scuola Normale Superiore, a cura di D.Menozzi, F. Torchiani, alles?ta presso i locali dellaBibliotecadellaScuolaNormalediPisa(2-10dicembre2016).

LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,16febbraio1952,inAmiciperlastoria,p.158.507

Ivi.,5marzo1952,inivi.,pp.158-160.508

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaCan?mori,31gennaio1952.509

�112

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

dellarivistadovevaapprovarlo .«[M]inutesshouldgoouttoalladvisers»,spiegava510

Hobsbawma Can?mori: era questa una regola che la redazione si era imposta nel

corsodelprimoannodivitadellarivista pergaran?recheinessanonfinisseper511

prevalere l’impostazione marxista . Mo?vo per cui il saggio tardava a uscire,512

spiegavaunsemprepiù imbarazzato Hobsbawmche rimeIeva laques?onenella513

mani del suo Editor: «John Morris will probably have wriIen to you about your

ar?cle,onwhichwewouldlikesomefurtherdiscussions» .Questenonavvennero,514

o quantomeno di queste non rimane traccia archivis?ca: lo scriIo ad ogni modo

vennebocciato .Perché?515

Per rispondereaquestadomanda,allaquale le fon?archivis?chenondanno

risposta, si possono avanzare alcune ipotesi, tra loro intrecciate. InnanzituIo si

traIava di un genere, quello della storia della storiografia, che non trova alcuno

spazioin«PastandPresent».Nelprimodecenniodellarivistasipuòtrovareunsolo

simileriscontro:colpretestodirecensireunlibrodirecentepubblicazione,JohnFlint

proponeva una panoramica sulla contemporanea storiografia africana in relazione

allanuovasituazionepoli?caesocialedellecoloniebritanniche .Altricontribu?con516

una simile prospesva non sono riscontrabili. Inaugurando i lavori della rivista gli

Editorsavevanod’altrondespecificato,cheessaavrebbedatospazio«notbymeans

ofmethodologicalar?clesandtheore?caldisserta?on,butbyexampleandfact»;gli

ar?coli che sarebbero sta?pubblica? inoltredovevanoavere«afirm founda?onof

scholarly research» : una panoramica generale di storia della storiografia non517

rispondevanérientravainques?proposi?.

SitraIavainoltrediunpezzochenonrispecchiavaunaltrointentoacui«Past

andPresent»tendeva:findall’inizio i redaIori inglesiavevanochiestoar?coliscris

«inordinaryEnglishprose»inmodochepotesseroesserefrui?daunlargopubblico

interessatoallastoria .IlsaggiodiCan?morieralontanodaunataleimpostazione518

anglosassone e sarebbe stato facilmente leggibile solo da un pubblico di esper?.

HobsbawmdelicatamenteglieloavevafaIopresente,avvertendolodellanecessitàdi

Ibid.510

«WeonlydecidedrecentlythatminutesofthePastandPresentBoardshouldgoouttoalladvisers.511

Thatiswhyyouhadnotreceivedpreviousone»scrivevaHobsbawmaCan?moripergius?ficareilritardodiunarisposta:ivi.,19giugno1952.

C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,in«PastandPresent»,cit.,p.9.512

Vi è un’allusione a questo faIo in ibid., in cui si parla di «acute embarassment of one Board513

member».

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952514

C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,in«PastandPresent»,cit.,p.9.515

J.Flint,AfricanHistoriansandAfricanHistory,inivi.,1956/10,pp.96-101516

TheEditors,Introduc1on,inivi.,1952/1,p.I.517

C.Hill,R.Hilton,E.Hobsbawm,EarlyYears,inivi.,cit.,p.4.518

�113

primaparte:Re1

aggiungere «a few notes explaning references to writers not well-known in the

English speaking countries» . Anche Manacorda aveva soIolineato che519

«specialmente per una rivista straniera, unamaggior chiarezza (di forma, intendo,

anzi di termini) sarebbe stata u?le» . Al di là della forma, il saggio molto520

probabilmente non piacque per altri mo?vi. Come si è deIo, la rivista aveva reso

obbligatoria–vistolamaggioranzaall’internodellasuaredazionedellacomponente

marxista– la leIuracollesvadeimanoscrisperavere l'assensoallapubblicazione

da tuIa la redazione. Evidentemente il saggio di Can?mori, oltre al genere e alla

forma, non piacque per i contenu?. Il proposito che egli perseguiva era quello di

ricostruireletraieIoriedeglistudistoriciinItaliatrail1926eil1951,enelfarlofiniva

per citare anche Palmiro Toglias. Pur avvertendo che non si traIava di uno degli

«studiosi professionali di storia», ne ricordava gli scris su Gramsci e Giolis come

«interpretazionifondamentalidimomen?decisividellastoriaitalianapiùrecente» :521

un riferimento che di certo non deve aver convinto non solo i nonmarxis?ma lo

stesso gruppo marxista a capo della rivista che proprio nella rivista riponeva i

maggiori sforzi di dimostrare il proprio lavoro quale scien?fico e lontano da

condizionamen?poli?ciedideologici.C’erailpericolocheunsimilear?colopotesse

delegismare la rivista invece di irrobus?rla di fronte al mondo accademico

britannico.

Infine, al di là della forma e degli scivolosi riferimen? al leader comunista

italiano, ciò che agli occhi degli storici marxis? inglesi non doveva convincere era

l’oggeIo stesso su cui il saggio can?moriano maggiormente dibaIeva: il filone di

studistoricisulsocialismoesull’operaismo in Italia.Le informazionicheHobsbawm

eraandatoavidamentecercandoprimaancoradiarrivareinItalia,graziealcontaIo

con Dal Pane e poi giovandosi delle lezioni private che Can?mori gli aveva dato a

Roma, lo avevano portato a intuire che esisteva una discrepanza nelle pra?che

storiografichetramarxis? italianiemarxis?britannici.Se l’annoprecedenteaParigi

avevasperimentatounasostanzialesintoniaconilmodusoperandidelle«Annales»,

oraversolastoriografiaitaliana–anchequelladimatricemarxista–egliscoprivauna

certadistanza.Neèindicelospazio,semprelimitatoelapidario,cheeglidedicònelle

conversazioniscriIeconCan?moriallarealtàstoriograficaitaliana.Comequandoad

esempio disse, probabilmente sollecitato da una domanda dell’interlocutore, che

«Movimentooperaio»,nonpiùbollesnociclos?latomapubblicazionerinnovatacon

nuovavestegraficadellaBibliotecaFeltrinelli, «strikesmeasmuchmore luxurious,

buts?ll– liketheoldone–muchtoonarrowandan?quarian inconcep?on» .La522

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,31gennaio1952.519

LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,5marzo1952,inAmiciperlastoria,cit.,p.159.520

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.279.521

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,19giugno1952.522

�114

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

lontananza dall’elaborazione storiografica italiana è dimostra anche da altri scambi

epistolari. Quello con Emilio Sereni, ad esempio. Alla richiesta avanzata da

quest'ul?modiunarecensionedelsuolibrosullecomunitàruralinell’Italiaan?casu

«Past and Present» , Hobsbawm promise che ne avrebbe discusso con Gordon523

Childe,l’an?chistachesedevanell’EditorialBoarddellarivista ;diquestoconfronto524

non diede riscontro a Sereni, che non vide apparire nessun riferimento al proprio

lavoro sulle pagine del periodico britannico. Una rivista da cui era molto aIraIo,

tantocheproposeaHobsbawmunoscambiotra«RiformaAgraria»,ilperiodicodicui

Sereni era diventato da poco direIore, e «Past and Present» : proposta che525

Hobsbawm però declinò. Una mancanza di interesse e di ammirazione che era

condivisadatuIalaredazionedi«PastandPresent»:alcuniannipiùtardi,diritorno

dalXcongressointernazionaledistudistoricitenutoaRoma–comevedremo–nel

seIembredel1955,alcunimembridi«PastandPresent»avrebberocommentatoche

il largo numero di relatori italiani al congresso internazionale era «almost certainly

duetocourtesy» .526

L’unicostoricoitaliano,fraquelliconosciu?all’iniziodeglianniCinquanta,che

Hobsbawm presentò al pubblico inglese fu Luigi Dal Pane. In occasione della

pubblicazione della seconda edizione della Storia del lavoro, il contributo più

significa?voeduraturoalla storiaeconomicadellostorico romagnolo,Hobsbawm–

come già ricordato – lo recensì sulle pagine dell’«Economic History Review». Si

traIavadiun’opera incuieranodelineate lecaraIeris?chedellaripresaeconomica

delXVIIIsecoloealcuicentrovenivanopos?i lavoratori, la loroproletarizzazione, i

salari e il costo della vita, l’alimentazione, la condizione di vita e di lavoro, le

supers?zioni, le feste: «una storia dei lavoratori e delle loro condizioni […] in

connessioneconlastoriadellasocietàintusisuoiaspes,senzaesclusioniesenza

preferenze preconceIe» specificava l’autore . Ed era proprio questo aspeIo che527

Hobsbawm,pur nonmancandodi soIolineare alcune lacunedel volume, apprezzò

definendoillibro«morethanasimplehistoryoftheItalian‘labouringpoor’and[…]a

useful introduc?on to the social structure and some aspects of the economy of

EighteencenturyItaly» .528

Un insegnamento, quello di Dal Pane, che era stato faIo proprio da Ernesto

LeIeradiE.SereniaE.Hobsbawm,11novembre1955,inE.Sereni,Le.ere(1945-1956),acuradiE.523

Bernardi,Rubesno,SoneriaMannelli2010,p.280.Illibroè:E.Sereni,Comunitàruralinell'Italiaan1ca,Ed.Rinascita,Roma1955.

LeIeradiE.HobsbawmaE.Sereni,18novembre1955,inE.Sereni,Le.ere(1945-1956),cit.,p.282.524

LeIeradiE.SereniaHobsbawmerisposta,11e18novembre,cit.525

TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»1955/8,526

p.85,(83-90).

L.DalPane,Prefazioneallasecondaedizione,inStoriadellavoro,cit.,p.XIV.527

E.Hobsbawm,ReviewofL.DalPane,Storiadellavoro,cit.p.338.528

�115

primaparte:Re1

Ragionieriinunodeisuoiprimilavori.Nel1955quandoHobsbawmloincontròperla

primavolta,Ragionierigliregalòcondedicailsuoprimolibro,uscitodueanniprima

nella«Bibliotecadelmovimentooperaioitaliano»delleEdizioniRinascita,sullastoria

diSestoFioren?no,suopaesenatale .Hobsbawmnerimasecolpitononsoloperla529

viva aIualità del libro – era infasnato in unmomento in cui Sesto Fioren?noera

teatrodiloIeoperaieacuil’autoreavevapartecipato–,maancheperalcunepagine

di storia sociale di grande sosgliezza. RifleIendo sul percorso storiografico di

Ragionieriadieciannidallasuamorte,Hobsbawmnel1985avrebbedeIo:

Nonc’èstatomoltospazionelRagionierideli(sic)anni’60e’70,perl’esploratoredel

nuovocon?nentedellastoriasocialeche luierastratotra iprimissimiascoprire;per

quelli (sic) raggi dell’immaginazione storica che illuminano gli (sic) grandi problemi.

OgnitantopensoconunacertanostalgiaaitempiquandoErnestoscrisselebellissime

paginesulla«disgregazionedellavitaparrocchiale»aSesto,quandofecelascoperta–

tan?anniprimadiMauriceAgulhon–dellarivoluzioneculturaledelpopolosubalterno

visto nello specchio dei nomi (di baIesimo); quando fece l’esame dei (sic) elenchi

telefonici della Toscana per stabilire aIraverso quella onomas?ca originale, le

divergenze culturali fra il (sic) insediamento poli?co socialista in un centro e quello

anarchico .530

Eranoquelledellepaginechenascevano–comeharicostruitoSimoneIaSoldania

par?redagliappun?edalmaterialepreparatorioallibro–dasollecitazioniannaliste

efrancesi .Allalorobaseinfasc’eranoleIurediSoboul,Bloch,Lebel,Lefebvreche531

avevano sollecitato in Ragionieri una sensibilità verso temi storiografici (in Italia

trascura?) che Hobsbawm non poteva, vista la sua ammirazione per la scuola

francese,chenotare,anchesediquelleleIurefrancesiRagionierinonavevalasciato

rimandi bibliografici nel volume. Li aveva epura? dopo che Delio Can?mori, il suo

maggiore punto di riferimento dopo la morte di Morandi, lo aveva ripreso

spiegandogli – nella veste di «custode implacabile dell’ortodossia marxista» – che

quegli autori, Lefebvre in par?colare, erano «undilavamento, uno stemperamento,

unadeformazionedellastoriografiamarxista,delmaterialismostoricoecri?co» .In532

E.Ragionieri,Storiadiuncomunesocialista:Sestofioren1no,EditoriRinascita,Roma1953.529

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodel530

ricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedeldecennaledellamortedell’amico,Firenze1985.

S. Soldani,Uno sguardo in periferia. Ernesto Ragionieri e la storia locale, in T. Des e G. Gozzini,531

ErnestoRagionierielastoriografiadeldopoguerra,FrancoAngeli,Milano2001,pp.90-94(82-104).

Così si rivolgevaCan?mori aRagionieri inmeritodi Lefebvre allafinedel 1949, ivi., p. 93. Si veda532

ancheG.Santomassimo,Laformazioneintelle.ualediErnestoRagionieri,«Passatoepresente»,1985/8,pp.120-121(103-144).Esemplifica?vorisulta ilpareredi leIuradatodaCan?morialMediterraneodiBraudel:T.Munari(acuradi),Centole.ori,cit.,pp.58-59.

�116

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

anniincuiforteerailclimadellaguerrafredda,RagionieriavevapreferitoomeIereil

riferimento ai francesi e chiudere qualunque possibilità di dialogare con loro:

con?nuareinquelladirezionesarebbestatovissutodaRagionieri–comehaspiegato

Soldani–«comeunasortadifugadallaresponsabilitàpoli?cadellostorico» .Fuun533

peccato, avrebbe deIo Hobsbawm: «Ernesto non si permise di seguire la sua

passione per la storia di tus i giorni, la storia della gente anonima operaia e

contadina.Comenonrammaricarsi»–sisarebbelamentatoHobsbawm–difrontea

un percorso storiografico che aveva visto Ragionieri preferire la storia poli?ca alla

storiasociale.Eraquestal’impostazioneprevalentenellastoriografiamarxistaitaliana

dell’epoca:semprenel1953leEdizioniRinascitaavevanodatoallestampeil librodi

GastoneManacorda su Ilmovimentooperaio italianoa.raverso i suoi congressi :534

giàdal?tolosi intuiscechel’interessedell’autoreèrivoltoall’analisidelle is?tuzioni

delmovimento operaio. Si traIava di un impianto di studio in cui Hobsbawmnon

doveva rispecchiarsi: in quegli stessi anni anch’egli si stava occupando di labour

history, pubblicandostudicheprendevano inanalisiGliar1gianimigran1 (1951), I

distru.ori di macchine (1952), L’aristocrazia operaia della Gran Bretagna del XIX

secolo (1954): saggi che cercavano di oltrepassare l’impostazione cronologia e

narra?vapropostadallastoriadelmovimentooperaiodeiconiugiWebbedaCollper

focalizzarel’aIenzioneinvecesul«puntodivistadellavoratorestesso»,proponendo

– come ha soIolineato Michele Nani – una «leIura non economicissima dei

movimen? sociali» e dando aIenzione non solo e non tanto alla storia delle535

organizzazioni e del movimento operaio in sé, ma – nel caso ad esempio del

fenomeno del luddismo, di cui proponeva una sostanziale reinterpretazione – dei

«problemipra?ci»acuiillavoratoredovevafarfronteinterminiditenoredivita,di

salari,dilibertàedidignità .RaccontandoallafinedeglianniSeIantacomesiera536

avvicinatoallastoriadelmovimentooperaiotraanniQuarantaeCinquantadirà:

ImustconfessthatIhadaratherstrongprejudice,andIs?llhave,againstins?tu?onal

labourhistory,historyoflabourseenexclusivelyasahistoryofthepar?es,leaders,and

othersoflabour,becauseitseemstomequiteinadeguate–necessarybutinadeguate.

It tends to replace the actual history of themovement by the history of the people

whosaidtheyspokeforthemovement.Ittendstoreplacetheclassbytheleadersof

S.Soldani,Unosguardoinperiferia,cit.,p.95.G.Mari,Can1mori,Febvreele«Annales»,inBandini(a533

curadi),Storiaestoriografia.StudisuDelioCan1mori,Roma1979,pp.201-225.

G.ManacordaIlmovimentooperaioitalianoa.raversoisuoicongressi.Dalleoriginiallaformazione534

delPar1toSocialista(1853-1892),EditoriRinascita,Roma1953.

M.Nani,«Leclassilavoratricicometali».EricHobsbawmeimondidellavoro,inP.Capuzzo(acuradi)535

PercorsidellastoriografiadiEricJ.Hobsbawm,«Contemporanea»,2015/2p.293(289-296;287-318).

E.Hobsbawm,Idistru.oridimacchine(1952),inId.,Studidistoriadelmovimentooperaio,cit.,p.15536

(8-27);Gliar1gianimigran1(1951);L’aristocraziaoperaiadellaGranBretagnadelXIXsecolo(1954),inivi.,rispesvamentepp.42-75epp.317-367.

�117

primaparte:Re1

the organised sectors of the class. And, it leaves the doorwide open, partly for the

crea?on ofmythologies and for the sort of diploma?c difficul?es that havemade it

extremely hard towrite official histories of trade unions, poli?cal par?es, and other

organisa?ons .537

Anche all’inizio degli anni Sessanta, recensendo il libro dell’americano Daniel L.

HorowitzsulThe ItalianLabourMovement dicevachenegliul?mianni in Italiasi538

eraverificataunaapprezzabilefiorituradeglistudisulmovimentooperaio(citava,ad

esempioilavoridiPaoloSprianoediGiulianoProcacci),soIolineandoperòche«the

bulk of Italian labour history remains poli?cal and ideological. The very strong

bibliographical orienta?on, which made much of the old ‘Movimento Operaio’

somewhat unreadable, though invaluable to the researcher, persists» .539

Un’impostazionechenonpotevaessere in lineacon ilnuovo indirizzoculturologico

propriodel lavorodeglistoricimarxis?britannici,cheeramaturato–sullaspinta in

primisdiChristopherHill–nelcontestodiunpiùgenerale«changeintheemphasis

of the Marxist history» perseguito per far fronte alla crescente «voga del

namierismo».«Sincebourgeoishistory–scrivevaHobsbawmstessonel1955–have

adoptedwhatisapar?cularformofvulgarmaterialism,Marxistshavehadtoremind

them that history is the struggle ofmen for ideas, as well as a reflec?on of their

materialenvironment» .540

DavidForgacshadeIocheaffinchéuntestodiunacertalinguaodiunacerta

cultura possa essere leIo in un’altra è necessario che esista una determinata

«conformità e omogeneità […] tra cultura mandante e cultura ricevente» .541

Tommaso Munari ha aggiunto che la non-ricezione di un autore, in questo caso

diremmo di un filone storiografico nazionale, è «paradossalmente una forma di

ricezione» .Lachiusuradi«PastandPresent»almondostoriograficoitalianoèda542

ricondurreal faIochemancavauna sintonianonchéunaconformitàdiprospesve

tra i due mondi storiografici. Quasi a mezzo secolo di distanza dall’inizio delle

frequentazioniitaliane,alledomandediAldoAgos?suqualirappor?lolegasseroagli

storiciitaliani,Hobsbawmrisponderà:

IntervistaadE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inH.Abeloveeal.(acuradi),VisionofHistory,537

cit.,p.31.

D.L.Horowitz,TheItalianLaborMovement,HarvardUniversityPress,Cambridge1963.538

E.Hobsbawm,ReviewofDanielL.Horowitz,TheItalianLabourMovement,in«Bulle?nofthesociety539

forthestudyoflabourhistory»,1963/7,p.42(38-42).

E.Hobsbawm,WhereareBri1shHistoriansgoing?,in«TheMarxistQuarterly»,1955/1,p.22(14-26).540

D. Forgacs, In Gran Bretagna, in A. Santucci (a cura di),Gramsci in Europa e in America, Laterza,541

Roma-Bari1995,p.62(55-70).

T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,p.542

�118

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

devodirechenelcomplessoinques?primianni,ancheseebbicontasconloro,non

trassigranchédaglistoriciitaliani,datocheprovenivodallatradizionemarxistainglese;

enonostantelagrandeammirazionecheavevoperpersonecomeCan?moriealtri, il

par?colare s?le della ricerca storica italiana, che forse si potrebbe definire di

«erudizione filologica», era uno s?le diverso. […] e devo dire che, con tuIo il mio

amore e la mia ammirazione per Can?mori, non pensavo che gli storici marxis?

dovesserooperarecomeloro,chesimuovevamomoltopiùcomenormalistoricinon

marxis? ai quali era capitato di essere comunis?. […] Naturalmente conoscevo

Zangheri, che era uno storico economico; Ragionieri era essenzialmente uno storico

poli?co.Ora, imiei interessi sono sta? di storia sociale e culturale, talvolta di storia

economica.Manelcomplessolatradizionemarxistainglesesiètrovatamoltopiùsulla

lunghezza d’onda della storiografia struIale francese delle «Annales» che di quella

italiana.Questanonvuolessereunacri?caallatradizioneitalianadellastoriapoli?ca,

perchécomesappiamoquestaèunadimensionedellastoriaassolutamenteessenziale

ecentrale,toltalaqualenonsihastoria;manonostanteciò,pensochequestoabbia

limitato imiei contaspersonali congli storici italiani.Direi chenellamiaevoluzione

storicaèstatomoltopiùimportanteilcontaIoconifrancesichehostabilitoapar?re

dalcongressointernazionaledel1950 .543

Sel’incontroconlastoriografiapra?catainItaliasirivelòprestopiuIostodeludente,

fuqualcos’altrocheentusiasmòHobsbawmfindalsuoprimoviaggioeche loportò

ad approfondire negli anni successivi la frequentazione e la conoscenza di questo

Paese.

A. Agos?,Una storia per ‘cambiare o almeno cri1care ilmondo’. Intervista a Eric J. Hobsbawm, in543

«Passatoepresente»,1998/43,pp.103-104(97-107).

�119

primaparte:Re1

2.2.Viaggiericerche

Durante la sua prima visita romana, negli ul?mi giorni dell’agosto 1951,

Hobsbawm entrò in contaIo, grazie all’intercessione di Can?mori, con i quadri

culturali del Pa?to comunista italiano: era un ambiente, quello della fondazione

Gramsci,dovedopotuIoerafacileessereaccol?congrandionorisesipotevadire,

come feceHobsbawm,di conoscereSraffa.LapersonaconcuiCan?mori lomise in

contaIofuAmbrogioDonini,cheall’epocaeradireIoredelGramsci,delleedizionidi

«Rinascita»così come,afiancodiToglias,anchedelmensile«Rinascita», la rivista

poli?caculturaledelpar?to.MilitantecomunistadaglianniVen?,conallespalleuna

storia di loIa an?fascista in Europa e di emigrazione poli?ca Oltreoceano, Donini

dalla fine della guerra era entrato nel comitato centrale del PCI: era un convinto

assertoredelruolodell’URSScomeguidadelmovimentocomunistainternazionaleed

eramolto impegnatonelmovimento internazionaledeipar?gianidellapace;di lì a

breve sarebbe diventato anche senatore . Non era solo un uomo di par?to, era544

ancheunimportantestudiosodellastoriadellereligioni:Can?mori,piùomenosuo

coetaneo, lo aveva definito nelle chiacchierate con Hobsbawm uno dei maggiori

storici marxis?-leninis? italiani . Una commis?one, quella tra asvità poli?ca e545

asvitàintelleIuale,che–comevedremo–colpìHobsbawm.

A mol? anni di distanza avrebbe ricordato che, invitato a cena nella casa

romanadiDonini,fuaffascinatodalla«verysubstan?alknowledgeofwhatwasgoing

oninplaceslikeSouthItaly»dimostratadalsuoospitecongrandecapacitàdirendere

contodell’aIualitàricorrendoaspiegazionidilungadurata .Doninigliraccontò,ad546

esempio, che la dirigenza del PCI tra il 1949 e il 1950, in concomitanza con i

movimen? di loIa contadina nel Sud Italia, si era trovata in difficoltà in quanto in

diverse sezioni comuniste rurali del Sud i congressi avevano scelto dei tes?moni di

Geovacomesegretaridelle sezionidipar?to, cosa cheponeva seriproblemiadun

par?tomarxistaqualeilPCI.Esponendogliirisulta?cheilmovimentodioccupazione

delleterrenelSudItaliaavevaraggiunto,grazieancheall’impegnoorganizza?vodel

PCI, Donini accennò anche al fenomeno del brigantaggio nel Meridione,

raccontandoglidiaverincontratodipersonaalcuniexbandi? .Sisoffermòpoisulla547

vicenda di Davide Lazzares. Umile barrocciaio della zona delmonte Amiata, negli

A.Donini,Sessant’annidimilitanzacomunista,Te?,Milano1988.544

D.Can?mori,NotesuglistudistoriciinItalia,cit.,p.279.545

L’episodio è ricordato in E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., p. 381-383; la citazione è traIa546

dall’intervistaaE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inVisions,cit.,p.31.

E.Hobsbawm,Iribelli.Formeprimi1vedirivoltasociale,Einaudi,Torino1966,p.33,nota1.547

�120

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

anni successivi all’unificazione italiana Lazzares si era proclamato ‘seconda

incarnazione del Cristo’. Ispirandosi ad un socialismo vagamente religioso a sfondo

repubblicano, Lazzares – spiegò Donini – si era posto a capo di «un movimento

sociale e religioso che esprimeva il bisogno di emancipazione di larghe masse di

contadini e pastori della Toscana meridionale» ; aveva anche annunciato548

l’imminente venuta sulla terra del ‘regno di Dio’, che aveva descriIo come una

‘repubblica universale’. Nel 1878, guidando una ‘milizia crociana’ nell’aIesa

dell’inaugurazionedell’etàmessianica,erastatouccisodall’esercitosabaudo.Lacosa

ancorpiùinteressante–fecenotareDonini–eraaccadutaperòseIant'annipiùtardi:

egli,cheeraunespertodistoriadellereligioni,spiegòaHobsbawmchequellespinte

millenaristenonsieranoaffievolite con lamortedi Lazzares.Nell'estatedel1948,

quando si era diffusa la no?zia che Toglias era stato gravemente ferito in un

aIentato, ampi stra? del Paese erano insor? interpretando le revolverate rivolte

all'indirizzodel leadercomunista come l’iniziodiunaIaccoalla sinistra. Sulmonte

Amiata si era verificato uno degli episodi insurrezionali più violen?: due agen? di

pubblicasicurezzaeranosta?uccisimentreiminatoridelluogosieranoimpossessa?

dellacentralinatelefonicachecontrollavalecomunicazionitrailCentroeilNord .549

Perrinforzareilsuoracconto,DoniniriportòaHobsbawmunaneddotopersonale:in

occasionediuncomiziotenutonellezonadiArcidosso,Donininonavevaresis?toalla

tentazione di richiamare il passato rivoluzionario del luogo, facendo esplicitamente

riferimento a Lazzares e ricevendo un caloroso riscontro da parte dei locali che,

dichiarandosi seguaci del profeta e «naturally also Communists», apprezzarono il

faIo che il PCI riconoscesse «the great work of Lazzares»: fu qualcosa che

impressionò Hobsbawm, che infas anni dopo avrebbe raccontato pubblicamente

l’episodio in Inghilterra . Donini rimarcò il faIo che i lazzaress? avevano550

mantenuto,anchesesoIerraneamente,leloroaspirazioni,legandosi«socialmenteai

par??dellaclasseoperaia,dicuicondivid[evano]gliidealidigius?ziaedifratellanza

umana» :eraqualcosached’altrondestavaverificandosiancheinItaliameridionale551

dove,nelcontestodelle tensionidelle loIeper la terra, il comunismofinivaspesso

peressereinterpretatoaIraversounasuafusioneconglielemen?utopici,religiosie

mis?cipresen?nellaculturacontadina .552

VoceLazzareÅDavide,inA.Donini,Enciclopediadellereligioni,Te?,Milano1977,p.256(256-257).548

SivedaancheA.Donini,Lineamen1distoriadellereligioni,EditoriRiuni?,Roma1964.

P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,cit.,p.157.549

L’episodio è richiamato da Hobsbawm in una relazione da lui dasloscriIa in vista di una550

presentazione pubblica dell'edizione inglese diPrimi1ve Rebles.MRC, EHP, Papers, Publica?ons, BookDraâ, Primi?ve Rebels (1956-1958), Testo di un intervento di Hobsbawm tenuto in occasione di unapresentazionepubblicaall’uscitadellibroPrimi1veRebels,6novembre1959,p.2(937/4/2/3).

VoceLazzareÅDavide,inA.Donini,Enciclopediadellereligioni,cit.,p.257.551

P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,cit.,p.167.552

�121

primaparte:Re1

QuellodiLazzareseraunfenomeno–dovevaavercon?nuatoDonini–sucui

nonesistevanostudinéricerchealdilàdiquellelambrosiane:soloAntonioGramsci

loavevaseriamenteaffrontatoneisuoiQuadernidelcarcere,doveerapar?toproprio

dallastoriadiLazzaresperargomentarealcunedellesuepiù importan?riflessioni.

Gramsciavevaosservatochelaculturadominantetendevaacancellarequellichelui

chiamava «i gruppi sociali subalterni», svilendo il significato poli?co e storico delle

loroazioniedelloropensiero:«questoerailcostumeculturaledeltempo:invecedi

studiare le origini di un avvenimento collesvo, e le ragioni del suodiffondersi, del

suoesserecollesvo,siisolava–avevascriIoGramsci–ilprotagonistaecisilimitava

a farne la biografia patologica, troppo spesso prendendo le mosse da mo?vi non

accerta? o interpretabili in modo diverso» . In questo modo si nascondeva la553

profonditàdelmalesseresociale,economicoepoli?codicui leribellionie lerivolte

dei gruppi subalterni erano espressione. Necessario, agli occhi di Gramsci, era

studiarelastoriadelleloIesubalterne:«ognitracciadiinizia?vaautonomadaparte

dei gruppi subalterni dovrebbe […] essere – aveva scriIoGramsci e probabilmente

Doninirimarcò–divaloreines?mabileperlostoricointegrale» .Eraquesta–come554

harimarcatoJosephA.Busgieg –unadellepiùsignifica?veintuizionidiGramsci,555

chenelsecondodopoguerrastavaaprendo lastrada–avràcommentatoDonini–a

nuoveprospesvediricerca.

Fu sicuramente su Gramsci che Donini insisteIe: proprio nel 1951 finiva di

essere pubblicata in Italia l’edizione tema?ca dei Quaderni, uno sforzo editoriale

portatoavan?congiuntamentedalPCIedallacasaeditriceEinaudi,iniziatonel1948

eprecedutodallapubblicazionedelleLe.erenel1947.Si traIavadiunprogeIosu

cuiilpar?tostavainvestendomoltoeproprioall’internodiessosierainserital’idea

di is?tuire la fondazione Gramsci, il cui compito originale era rivolto appunto alla

preparazione di questa edizione e alla valorizzazione dell’eredità di Gramsci.

ProbabilmenteDoninispiegòaHobsbawmchelapubblicazioneditaliscrisrientrava

inunprogeIopiùampiodi«traduzioneediffusionedegliscrisclassicidelmarxismo

in Italia [che], dopo la liberazione, cos?tui[va] uno dei fas più significa?vi del

dopoguerra»; e verosimilmente presentò Gramsci come colui che «del marxismo-

leninismo[era]statoinItalial’interpretepiùgeniale,impegnatoinunaloIapoli?cae

ideologica che la cultura italiana non [aveva] potuto ignorare»: ne era riprova il

successochestavariscontrandolapubblicazionedellesueopere .556

Q25,I,2279.553

Q25,2,2284.554

J. A. Busgieg, Sulla categoria gramsciana di «subalterno», in G. BaraIa e G. Liguori (a cura di),555

Gramscidaunsecoloall’altro,EditoriRiuni?,Roma1999,pp.27-38.

A. Donini, Traduzione e diffusione dei classici del marxismo, in «Rinascita», 1954/11-12, p. 759556

(756-579).

�122

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

HobsbawmrimaseaffascinatodallaprospesvadistudiopropostadaGramsci

cheDonini gli accennò:nell’esempiodelmovimentomillenaristadelmonteAmiata

Hobsbawmdeve aver colto il «dono» di Gramsci – come lo avrebbe chiamato una

ven?nad’annipiùtardi–«ditrasformarelascin?lladiunavvenimentospecificodella

storia in un fuoco generale» . Doveva aver sen?to parlare di Gramsci già in557

InghilterradaSraffaeprobabilmente–cosacheavrebbedeIoperòsolointardaetà

– anche da Hamish Henderson. Quest’ul?mo, un comunista scozzese che aveva

combaIutolaguerrasulfronteitaliano,erarimastoincontaIoconalcunicomunis?

italianiancheaconfliIoconclusoevenivadaques?informatocircalapubblicazione

delle opere gramsciane, di cui nel 1948 aveva cominciato a tradurre in inglese,

chiedendo consulenze anche a Sraffa, le leIere . Furono traduzioni che non558

trovarono ricezione nell’Inghilterra dei primi anni Cinquanta, né ebbero una

considerevolecircolazioneall’internodegliambien?comunis?britannici.Nelleriviste

delCPGBdellapubblicazioneitalianadelleoperegramscianeinquegliannigiungeva

solo una flebile eco . Fu, dunque, negli ambien? della fondazione Gramsci che559

Hobsbawm entrò direIamente in contaIo con gli scris gramsciani: lesse prima le

«commoven?Le.ere» ,grazieallequalipotéconoscere«lastoriaesemplaredelle560

sofferenze e della resistenza» italiana al fascismo , poi iQuaderni. Fu una leIura561

fa?cosa:nontantoperilfaIocheHobsbawminiziavaproprioall’epocaadavvicinarsi

allalinguaitaliana,masopraIuIoperviadellapeculiaritàdellos?leedelleallusioni

diGramsci,nonsempredifacilecomprensioneperuninglese.Ciònonostantefuuna

leIurachegli si rivelòdiestrema importanza.Gramscigli apparve–avrebbedeIo

nel1958inoccasionedelprimoconvegnogramscianoaRoma–comeun«esempio

prezioso di unmarxismo crea?vo» . L’aIenzione cheGramsci aveva dedicato alle562

«classi subalterne» fu qualcosa che Hobsbawm percepì come estremamente

s?molanteeallostessotempoinqualchemodofamiliare.Comesièvisto,infas,gli

storicimarxis?britannici inquegli anni stavanoperseguendo,prestandoaIenzione

anchealleesperienzestoriografiche francesi incui il«pe?tpeuple»eradiventato il

soggeIo protagonista dell'analisi storica,unamessa in pra?ca di una «perspec?ve

d’en bas». Hobsbawm trovò in Gramsci, come avrebbe deIo sul finire degli anni

E.Hobsbawm,Ilteoricodelnuovo‘Principe’,in«Librinuovi»,oIobre1975,p.2(1-2).557

T.Neat,HamishHenderson.ABiography.ThemakingofthePoet(1919-1953),Vol.I,WestNewington558

House,Edinburgh2007,pp.238-253.

S.B.,Italy,in«TheModernQuarterly»,1952-1953/8,p.60(60-61).559

CaroNino.EricJHobsbawminterrogaAntonioGramsci,CUEC,Cagliari2014:sitraIadiun’intervista560

di Hobsbawm da parte di Giorgio BaraIa, con la collaborazionene di Derek Bootman, Londra 2007(DVD).

E.Hobsbawm,NotesuGramsci,cit.,p.328.561

Intervento di Eric Hobsbawm, in Studi gramsciani. AÅ del convegno. Roma 11-13 gennaio 1958,562

EditoriRiuni?,Roma1958,p.535(535-536).

�123

primaparte:Re1

Cinquanta, un «osservatore e analizzatore acu?ssimo della storia», il cui valore

principalestavanella«capacitàcrea?va»enel«metodo»;avrebbeindividuatoinlui

un esempio prezioso per «noi storici» . Ricordando il suo incontro con i tes?563

gramsciani,quand’eraormaivecchio,avrebbedeIo:

Rimasicolpitoquasiimmediatamentenontantodall’approcciopoli?codiGramsciche

peraltro all’epoca era molto originale per un marxista, ma sopraIuIo dal suo

approccioallastoriadelleclassisubalterne,popolari.[…]Ilmiorapportopersonalecon

Gramsci è stato, in un certo senso, fonda?vo: Gramsci è una dellemaggiori fon? di

ispirazionedelmiolavorostorico .564

I raccon? che Donini richiamandosi a Gramsci gli fece sui lazzaress? e sui

brigan? aprivano una finestra su una realtà per Hobsbawm inedita: lui, uomo

metropolitano che frequentava ambien? intelleIuali di alto livello tra Cambridge,

LondraeParigitrovòs?molanteilfaIocheametàdelNovecentoesistesserotracce

di«peoplewhotrytocopetwentycenturywithequipmentdesignedforthemiddle

ages inwhich theyhave livedun?lyesterday» .Egli che,comesivedrà, soffriva il565

faIodiviverelasuamilitanzacomunistainambien?meramenteintelleIuali,doveIe

essereancorpiùaIraIoasaperechedapocoinSudItalia,nelbiennio1949-1950,si

era verificata una nuova ondata di occupazioni, con risulta? fecondi anche da un

puntodivistadipoli?cagenerale .«Affascinatoecommosso»dairaccon?diqueste566

presenze, decisedi andarle a cercareper vederledi persona, viaggiandonegli anni

successivi lungo le strade di campagna dell’Italia meridionale e più in generale

dell’Europa mediterranea . Di ques? viaggi sono rimas? alcuni bloc notes,567

fa?cosamente u?lizzabili come fon? sia a causa di una grafia veloce, di difficile

interpretazione, sia in quanto materiale frastagliato . I quaderni sono spesso568

interros,mol?foglisonosta?strappa?,quindismarri?otrasforma?incartesparse,

con una perdita di linearità cronologica e tema?ca non agevolmente ricostruibile,

ancheperilfaIochesonoappun?nondata?.InessiHobsbawmannotavaspesedi

Ibid.563

CaroNino.EricJHobsbawminterrogaAntonioGramsci,cit.564

MRC,EHP,Papers,Publica?ons,BookDraâ,Primi?veRebels (1956-1958),Testodiun interventodi565

Hobsbawm tenuto in occasione di una presentazione pubblica all’uscita del libro Primi1ve Rebels, 6novembre1959,p.2(937/4/2/3).

C.Petraccone,Le‘dueItalie’.Laques1onemeridionaletrarealtàerappresentazione,Laterza,Roma-566

Bari2005,pp.215-241;P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi.Societàepoli1ca1943-1988,Einaudi,Torino1989,pp.160-171;F.Renda,IlmovimentocontadinoinSicilia,inA.Pasquale(acuradi),Campagneemovimento contadinonelMezzogiornod’Italia dal dopoguerraaoggi,vol. I,DeDonato,Bari1979,pp.559-625;F.Barbagallo,Mezzogiornoeques1onemeridionale(1860-1980),GiudaEditore,Napoli1980,pp.70-80.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.382.567

MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits,SouthernItaly:general,(937/3/4/2).568

�124

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

viaggio, contas telefonici (come, ad esempio, quello di Alberto Caracciolo),

indicazionibibliografiche,riferimen?all’andamentoeleIoraledell’Italiameridionale.

Davapoispazioaciòchedovevacolpirlonelloscoprireunpaesechesebbenepovero

mostrava,adifferenzadiquantoavevavistoinSpagna,iprimisegnididinamismoedi

trasformazione . Probabilmente vide ben rappresentata la realtà italiana tra569

arretratezzaemodernitàinunacanzonediRenatoCarosoneche,mescolandojazze

musicaswing,raccontavalecontraddizionidelmitoamericanoinItalia :trascriveva570

neisuoitaccuini,traducendoloparzialmenteininglese,ilritornello.

Traquestecarteèconservatoancheunresocontoincompleto,graziealqualeè

possibileseguireHobsbawminalcunispezzonideisuoiviaggi inSudItalia,comead

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.381.569

R.Carosone,UnamericanoaNapoli,conF.Vacalebre,Sperling&Kupfer,Milano2000,p.54.570

�125

Paginadiunquadernod’appun1diHobsbawm(MRC,EHP,937/3/4/2)

primaparte:Re1

esempiounagiornatadellasuaprimavoltainSicilia.SitraIadicartenondatate,la

cui stesuraperòè riconducibile con verosimiglianza tra lametà e la finedegli anni

Cinquanta : nellememorie senili Hobsbawmavrebbe deIo di aver visitato per la571

prima volta la Sicilia nel 1953. Dal tono a volte romanzato e a tras caricato del

raccontoèpossibileipo?zzare–senzaaverperòpossibilitàdiconferma–chesitras

del canovacciodiun intervento radiofonicocheHobsbawmtennenel1957 inGran

Bretagna . Se la tale des?nazione è confermata, il testo diventa di ulteriore572

interesseinquantopermeIenonsolodiricostruirel’esperienzadiHobsbawminSud

Italia, ma anche il modo in cui egli la presentò ad un ampio pubblico inglese,

scorgendonequindiimmaginiestereo?pisullarealtàmeridionale.

When Iwas inPalermo, trying tofindoutsomethingaboutSicilianaffairs,a lawyer I

knowsuggestedImighthavealookatoneofthebest-knowofthecommunistpeasant

township inland.We’ll call himAngelo.Poli?cs inPalermoare s?ll at the stagewere

peopledon’tlikepublicity,especiallyiftheyhavealotofcontactsindifferentpoli?cal

par?es. ‘Youmust go to Piana’ Angelo said. ‘Used to be called Piana deiGreci, now

calledPianadegliAlbanesi.They’rereallynotSiciliansbutAlbanians,onlytheyusedto

callthemGreeksbecausetheyfollowtheGreekrideoftheCatholicchurch,andaway

thelocalpopula?oncouldn’thavetoldaGreekformofAlbanian.Pianahasbeenred

forgenera?ons.Rebellingisthelocalindustry.WhenGaribaldiinvadedSicilyin1860to

raise the country against the Bourbons, the Pianesi were right there expec?ng him.

They’drebelledontheirownandweresendingmessengersroundtotheothervillages

asking them to come out. When the Fascists fell, they declared themselves an

independent republic forawhile. It tooka lotof talkingbefore theyagreedtocome

backintoItaly’.

UntaleraccontodoveIeentusiasmarlo.AncheperchédirecentePianadegliAlbanesi

era stata teatro di imponen? loIe contadine, in cui forte era stata la presenza

comunista;sitraIavapoidiunluogo–comeglivenivaoradeIo–incuilaribellione

sociale era di vecchia data,messa in aIo tra l’altro da una popolazione di origine

albanesechemantenevalinguaeabitudinisecolari. Iniziandoilresocontodiviaggio

Hobsbawmdicevachequesteeranopopolazionichesierano insediate in Italia,per

Nel testo si trova l’indicazione temporale«Acoupleof yearsago»: ciò fa ipo?zzareche il testo sia571

stato scriIo nel 1955, se si ?ene fede alla datazione del 1953 del primo viaggio in Sicilia propostanell’autobiografia.Dapos?cipareal1955seinvecesitraIadelcanovacciodellatrasmissioneradiofonicadel1957.MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits,(937/4/2/3):lesuccessivecitazioni,senonindicatodiversamente,sonotraIedaquestodasloscriIo.

Hobsbawm scrisse che la «parte essenziale di un capitolo» (non specificato) del libro che avrebbe572

traIodaqueste ricercheera stata leIaalla radionel1957.E.Hobsbawm, I ribelli. Formeprimi1vedirivoltasociale,Einaudi,Torino1966,p.11.

�126

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

fuggireall’avanzata turca, soIo laguidadiGeorgeScanderbeg «[a]bout the?me573

thatChristopherColumbusdiscoveredAmerica»;daqueltempoquestepopolazioni

avevano mantenuto lingua e tradizioni, «and s?ll, if it comes to that, roo?ng for

Scanberger». Arrivandoda Palermo, Piana doveIe sembrargli una «white andblue

washedtownof6000inhabitantsleaningagainstthehillsideabovetheplateaufrom

whichittakesitsname».Hobsbawmquindinotavache

Sicilians peasants live in these large agglomera?ons in the middle of an empty

countryside,walkinggreatdistances to theirfields,ormoreusually to the landlords’

fields. In thepast themenusedostay in thefields for theweek, leavingthetowna

hive of women. Sicilian women belong to the house and don’t work outside. Even

when they sit outside their doors, they face into the sleazy hovels inwhichmost of

themliveinsteadofontothestreet.ButPianashowednosignofdepopula?onwhen

wearrived.

Seres?tuivainmodoasciuIolarealtàsocialedelpaeseepocaaIenzioneriservava

alpaesaggio,sidilungavainvecenelritraIodellapersonacheloaccompagnòlungo

lestradediPiana:ilmediatorepalermitanochegliavevaconsigliatodivisitarePiana

lo aveva anche messo in contaIo con quello che aveva dovuto giudicare la guida

ideale per un comunista stranieronon soloper il faIoera il sindacodel paese, da

pocodiventatoanchedeputato comunista,maancheperchépoteva comunicare in

inglesevistolasualungaesperienzamigratorianegliSta?Uni?.

The mayor, the Hon. Michele Sala, was a small whipcord of a man with a pencil

moustache, a sharp look and a well-pressed coIon suit in fawn stripes. He looked

aboutfiâeenyears younger thanhis age,whichwasfiây.He insistedon talking in a

Sicilian version of Brooklyn, which was no easier to understand than Italian. ‘I ain’t

beenback toNewYork since1943’ he said. “Youbeen there?” Iwasn’t expected to

answertheques?on.TheHonSala (he isHonourable,becausehe isalsoadeputy in

the Rome Chamber) never stopped talking long enough for more than the briefest

ques?on.TheHon.Salawas,andnodoubts?llis,aformidablecharacter.WhatIknow

about him comes partly from himself, partly from Angelo, partly from a journalist

round theMontecitorio inRomewhoknowsaboutdepu?es,andboilsdownto this.

ThoughnotasAlbanian,heisofAlbaniandescent.(Thetalentforpoli?cswhichused

F. Al?mari,Gli arbëreschë: significato di una presenza storica, culturale e linguis1ca, in Id., L. M.573

Savoia(acuradi), IdialeÅitalo-albanesi.Studi linguis1cisullecomunitàarbëreschë,Bulzonied.Roma1994,pp.9-32;Id.,G.Birken-Silverman,M.Camaj,R.Rohr(acuradi),AÅdelcongressointernazionaledistudisullaLingua, lastoriae laculturadegliAlbanesid’Italia (Mannheim,25-26giugno1987),Centroeditorialelibrariodell’UniversitàdellaCalabria,1991;D.A.Fiorella,L’Albaniad’Italia.ComunitàalbanesinelMezzogiornotraXVeXVIsecolo,EdizioniCannarsa,Vasto1998;A.Vallone,StudistoricisuGiorgioCastriotScanderberg,Argo,Lecce2013.

�127

primaparte:Re1

tomake scoresofAlbanians intoGrantViziers in theoldTurkishEmpirehasnot got

lost. They have produced at least one Italian PM, the fire-ea?ng Crispi, and their

presentscoreincludesatleastoneItaliancabinetminister–Chris?anDemocrat–and

agroupofdepu?esandsenators,mainlycommunist).HecomesfromParco,avillage

halfwayupthemountainsbetweenPalermoandPiana.‘TheFascists,theydon’tthink

Parco is classy enough’ said the Hon. Sala. ‘They call him Altofonte. But I call him

Parco’.Bythe?mehewassixteenhewasalreadygesnghimselfarrestedfroman?-

warpropaganda.Hepointedouttheexactspotwithprodeaswedrovepast.Hewas

alsobeginningtoshowaSiciliansenseofrealisminpoli?cs.Atleastthereisapossibly

apocryphal story thatwhenheorganisedaSocialistPartybranch inPalermo– there

wasnoCommunistPartyyet–hedecidedthattheidealspotforthepartyroomswas

onthesamelandingasaspor?ngestablishment.Thetheorywasthatlargenumberof

youngmenwere bound towalk up and down those stairs anyway, and if the good

propagandist stood outside his door, he had a ready-made audience; at least when

theycomeout.Therearenosta?s?csabouthissuccess,butatoneprominentItalian

intellectualispointedoutasoneofhisconvertsformthisperiod.

WhentheFascistcame,MicheleSalawent.Thenexttwentyyearshespent inNew

Yorkas abarber, tradeunionorganiser and later in andaroundan?-fascist emigrant

papers.He is supposed to have led a barber’s strike in 1927 or thereabouts. Aman

broughtupinthepoli?calschoolofwesternSicily ispreIywellequippedtofacethe

world of New York barbershop trade unionism in the twen?es and thir?es, and

converselyamanwhocanholdhisownamongthehardmenofNewYorkcraâunions

inthatperiod,hasn’tmuchtolearnwhenhegetsbackintoSicilypoli?cs.WhenFascist

fell Michele Sala went back to Palermo where the Communist Party, recognising

troubleshooterwhen it sees one, put him in charge go the Camera de Lavoro - the

Trade and Labour Council; an assignment which, what with the Mafia, was by no

meansapicnicevenforamanofhisexperience.ButSalahadwhatittakes.‘He’snot

the perfect poli?cian’ my journalist friend told me later. ‘He hasn’t got the giâ of

SenatorXwhocanfindoutallthedirtaboutalltheministers,andcanblackmailpost-

officesandtrunkroadsoutofthemforhisconsistencyinthemostimpressiveway;but

nobodyhaseversaidthatMicheleSalaisshortonguts.Hehastheheartofalion’.S?ll,

evenasapoli?ciantheHon.Salaisnobeginner.

Dovevaessereunpersonaggiocarisma?coMicheleSala:anchechi,comeEmanuele

Macaluso, loconoscevabeneperviadiuncomuneimpegnosindacaleepoli?cone

avrebbedatounadescrizionecherichiamavaitrasdelinea?daHobsbawm:Salaera

un«combaIente, unpoli?co is?n?vo, chefiutava il pericoloedis?ngueva subito il

�128

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

marcio dal sano» . Forse anche per questo era stato scelto come dirigente574

comunistadellazonainunmomentopar?colarmenteturbolento.

Some?me – con?nuava nel racconto Hobsbawm – in 1950 the Party began to get

worried aboutPiana. Thepleasewas gesngoutof hand. In ’47 thebanditGiuliano

hadshotupthelocalMayDaydemonstra?on,killingnineandwoundingseveralothers

– the transac?onwas arrangedwith the goodwill of theMafia,which does not like

compe??on in its territory and now the Peace Campaign had started and already a

couple ofmen had got themselves killed. Itwas ?me for amanwho couldmanage

trouble. SoMicheleSala foundhimselfheeding the communist list for themunicipal

elec?ons, and as about 60% of the Pianesi vote the straight communist ?cket, not

coun?ng those who vote Socialist, he soon found himself mayor, and shortly

aâerwardsDeputy.And in facts, since thennobodymuchhasgotkilled,except fora

wealthy person returned from the USA who was found shot in circumstances into

whichnobodycarestoenquiredeeply,andafewprivatequarrels.

Hobsbawmdovevarendersenecontovisitandoilcimitero,«anareabristlingwithvast

vaults,stonestatuesandotheroutsizemonumentsofunbridledgriâ»,incuiSalalo

accompagnò. Facendo caso ai cognomi ricorren? sulle tombe, egli – che era un

appassionatodimusicajazz–trovavaoccasionedinotarechefamosijazzis?diNew

Orleans–comeArnoldandPeteLoycano–dovevanoessered’originesiciliana . Il575

cimitero,cosìcomelascuolael’ediliziaeranoalcunideimol?can?ericheHobsbawm

sisorpresedivedere,echeSaladimostròdicontrollareconunfarecheHobsbawm

definìdasceriffo.LopotevadiredacomeilsindacosirelazionavaconisuoiciIadini.

Purnoncapendoicontenu?delleconversazioniperviadellalingua,potevacoglierne

i toni, spesso duri, che il sindaco usava nel parlare con gente che agli occhi di

Hobsbawm sembrava poco raccomandabile o nello stringere «large numbers of

brownhands,givingoutwithwidesmiles,butwithoutalteringthewaryexpressionin

hiseyes».AlladomandadiHobsbawmseci fosse laMafia,Sala rispondevache«it

wass?llabout.‘Somethingswecan’tdoonaccountofMafia’.

Passeggiando lungo le strade della ciIadina, Sala raccontò poi la storia della

comunitàarbëreshdiPianainunmodocheHobsbawmavrebbesinte?zzatoinquesto

modo:«Whenevertherewasarevoltgoing,theyrevolted»:sitraIavadiunpopolo

E.Macaluso,50anninelPCI,Rubbesno,SoveriaMannelli2003,pp.29-30.574

L’intuizionediHobsbawmeraineffescorreIa.Siveda:B.BoydRaeburn,StarsofDavidandSonsof575

Sicily: Constella1ons Beyond the Canon in Early New Orleans Jazz, in Jazz Perspec?ves», 2009/2, pp.123-152; Id., Italian Americans in New Orleans Jazz: Bel CantoMeets the Funk, in «Italian AmericanReview», 2014/2, pp. 87-108; L. Cerchiari, Italian Jazz Trumper Style: American and EuropeanResonances during Fascism (1920-1940), in H. T. Weiner (a cura di), Early Twen1eth-Century BrassIdioms:Art,Jazz,andOtherPopularTradi1ons,TheScarecrow,Toronto2009,pp.73-76.

�129

primaparte:Re1

chesempreavevamostrato,adeIadiSala,unapropensioneallarivoltasociale.

Buttherealturning-point inthehistoryofPianacameintheearly1890s,duringthe

so-calledSicilian-Fasci,ana?on-widepeasantrising.Un?lthemthelocalpeasantshad

taken no stock in poli?cs, except for an occasional revolu?on. The Mafia used to

provide some sort of self defence organisa?on, aswell as opera?ng as a protec?on

racketforthebenefitoflocalbusinessmenandland-contractors.Atanyrateitkeptthe

lawawayfromthevillage,andapeasantcould‘makehimselfrespected’byjoiningthe

‘boys’ (piccios) or being known as a friend of the ‘boy’. But by the 1890s socialist

propagandawas about, aswell as depressed?mes in farming. For the peasants the

speechesoflocalintellectualswerenotmerelypoli?cs,butrevela?on.Theyjoinedthe

‘Fasci’ – peasants leagues organised by the socialists – because theywere the ‘true

Church’, pusng up large crucifixes and portraits of Christ the King in the mee?ng-

room. The socialist propagandists were widely regarded as angels come down from

Paradise.[…]ThetriumphoftheFasciwascertainwithinamaIerofmonths,andthere

would be a world without poverty, hunger and cold, because God has willed it so.

Therehavebeenfewmoreremarkablemillenarianmovementsinmodern?mes.

NobodyjoinedthefasciwithgreatabandonthanAlbaniansofPiana.Two-thousands

eighthundredofthemwereinit,morethantwiceasmanyasinanyothertownshipof

the province, except for Palermo itself. (Another 2000 to 2500 joined in the lesser

surroundingAlbanianvillages).Thiswasduetothefactthatoneofthechiefapostles

came from Piana. Dr. Nicola Barbato, a medical man with a taste for revolu?onary

oratoryandquiteexcep?onalgiâsasaleaderandorganiser.Heorganisedhistownso

?ght that therewere not even any riots: andwhat is perhapsmore remarkable, he

even managed the problem of the Mafia. Nowhere is Sicily was the Mafia more

powerfulthaninPalermoprovince;butonthemaponwhichthecarefulSignorCutrera

ofthepoliceploIeditslocaldis?nc?onsomeyearslater–darkredforheavilyinfested

areas, white for free ones – Pianawas an island of pale pink surrounded scarlet .576

Furthermore, when the millennium did non arrive – premier Crispi, anther Sicilian

Albanian, saw to it that it did’t – Piana did not relapse into disorganisa?on, even

thought the eloquent doctor was jailed. The peasant league stayed. It s?ll had

fluctua?ngmembershipof from500 toa thousands in1906-8.Thecoopera?ve farm

whichthedoctorhadsounddidnotcollapse; infact it iss?ll there.Assoonasthere

weremunicipalcouncils, thePianesivoted intheSocialistand later theCommunists.

Andfrom1893ontheygot intothehabit,toghterwiththemenofSanCipirello,San

Giuseppe IatoandSantaCris?naGela, toarchout intoa glenof themountains, the

QuiHobsbawmfa riferimentoallamappaposta inappendiceal volumediA.Cutrera,Lamafiae i576

mafiosi. Origini e manifestazioni. Studio di sociologia criminale, Palermo 1900 [ristampa anasta?ca,BrunoLeopardi,Palermo1996].

�130

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

Portella della Ginestra, onMay Day and to listen to inspira?onal speeches by local

leaderswhostoodontherockonwhichDr.NicolaBarbatohadaddressedthem,and

whichisthereforeknownasDrBarbato’sstone.

Per avvalorare questo racconto, Sala accompagnò Hobsbawm a Portella della

Ginestra.Era lì, sulpianoro traPianadegliAlbanesie la valledello Jato, cheNicola

Barbato–vistoildivietoditenereriunionipoli?cheneiborghieneipaesi–salendo

suunsasso,chepoiavrebbepreso ilsuonome,avevatenuto icomizial tempodei

Fascisiciliani.Daallora,avràcon?nuatoSala,radunarsiperilprimomaggioaPortella

della Ginestra era diventato un appuntamento annuale che, distorcendo la realtà,

diceva non essere venutomeno nemmeno durante il fascismo. Ciò che gli stava a

cuore rimarcareeraun’altra cesura, avvenutaquandonel 1947 il bandito Salvatore

Giuliano con la sua banda aveva insanguinato la festa del primo maggio. Si era

traIato–comelastoriografiaharicostruito–diuneventochenelnuovoclimadella

guerrafreddanascevadaunintrecciotramafia,bandi?smo,esponen?monarchico-

fascis?, servizi segre? americani e si configurava come «un’operazione di guerra

psicologica» indirizzata a troncare da un lato il movimento contadino e dall’altra

l’avanzatadellesinistrealivellolocale(ilBloccodelPopolonell’apriledel1947aveva

vinto leprimeelezionidell’Assembleadella regioneSicilia) enazionale .Portando577

Hobsbawm a Portella, Sala doveIe raccontargli i fas della strage mostrandogli i

luoghiincuilafollasieraradunatae,agitandolebracciaindirezionedellemontagne,

da dove invece i bandi? avevano sparato. AHobsbawmquel paesaggio sembrò un

«wonderfulterritoryforbandits:bareandwithsmoothcontours,butplentyofcover

and a properly dressed man could melt away in three seconds». Descrivendo i

territori dell’entroterra siciliano egli richiamò l’immagine del West ben presente

nell’immaginario dei suoi ascoltatori radiofonici. Probabilmente poi Sala raccontò a

HobsbawmcherecentementesieraconclusoaViterboilprocessosuquellastrage:la

sentenza aveva deciso l’ergastolo per alcuni membri della banda di Giuliano nel

fraIempomorto,mentre era stato faIo cadere qualunque approfondimento delle

dinamichepoli?checheinveceeranoemersenelcorsodeldibasmento .LaleIura578

N.Tranfaglia,Mafia,poli1caeaffari(1943-2000),Laterza,Roma-Bari2001,capitoloprimo;M.Ridolfi,577

Prefazione,inS.Cruciani,M.P.DelRossi,M.Claudiani(acuradi),PortelladellaGinestraeilprocessodiViterbo. Poli1ca, memoria e uso pubblico della storia (1947-2012), Ediesse, Roma 2014, p. 11; F. M.Biscione,ConsiderazionisullastragediPortelladellaGinestra,inivi.,pp.45-56;E.Montali,Ilpanoramadegli studi e il dibaÅto storiografico, in ivi., pp. 57-74;M.PiermaIeri,Gli avvenimen1del 1°Maggio1947elereazionidelmondopoli1coesindacale,inivi,pp.75-99;F.Renda, PortelladellaGinestraelaguerra fredda. I cento anni della CILGL siciliana. Conversazioni con Anotnio RIolo, Ediesse 2008; U.San?no, La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l’emarginazione delle sinistre,Rubesno,SoneriaMannelli1997.

S.Cruciani,PortelladellaGinestrael’usopubblicodellastoria:le.eratura,pitura,cinema,televisione,578

inS.Cruciani,M.P.DelRossi,M.Claudiani(acuradi),PortelladellaGinestraeilprocessodiViterbo,cit.,pp.144-146(137-173).

�131

primaparte:Re1

cheperònedavaSalaeratrionfalis?ca; lacomunitàdiPianaavevareagito inmodo

deciso: «[n]ext year there were more of them than ever». Hobsbawm lo poteva

vedere anche nel bar di Piana degli Albanesi, dove prima di congedarsi da Sala,

notavairitrasdiGaribaldi,Barbato,MaIeos,TogliaseStalinappesil’unoaccanto

all'altrosuunaparetedel locale.Lagiornata trascorsaaPianadegliAlbanesigrazie

all’iniziazione di Michele Sala doveIe essere per Hobsbawm un’esperienza di

par?colarevalore:inquelluogoeaIraversolaleIuracheilsuoospiteneavevadato

eglipotevavederecondensa?alcunitemi– lamafia, ilbandi?smo, iFascisiciliani–

perluiinedi?echeprestoavrebbetrasformatoinpistediricerca.

Nonerailsolostudiosostranieroamuoversi inqueiprimianniCinquantanel

Mezzogiorno;lazonaall'epocaerabaIutadamol?ricercatorianglo-americani.IlSud

Italia, che per lungo tempo nell’immaginario collesvo dei nord europei aveva

rappresentatoun luogodi fron?era con l’Africa tramitologiae soIosviluppo ,nel579

secondodopoguerraerarientratoneldibastopoli?coitaliano:dopol’eclissifascista,

la chiave di leIura dominante era il tema dell’arretratezza. L’azione propulsiva nel

Mezzogiornovolutaall’epocadaigoverni italianieradebitricediunaforte influenza

americana:nell’impegnochegliSta?Uni?avevanoassuntoperrilanciarel’economia

europeadistruIadallaguerrarientravaanchel’asvitàdinumerositecniciedesper?

americani che dal 1945 vennero inseri? come consulen? nell’asvità prima della

SVIMEZ, l’associazioneper losviluppo industrialenelMezzogiorno,edal1950della

Cassa del Mezzogiorno . Nel Sud inoltre gli USA finanziavano un numero580

considerevolediricerchesociali,cheeranoparteintegrantedelpianodiricostruzione

capitalis?ca dell’Italia. Antropologi, scienzia? sociali, politologi, fotografi e

documentaris? anglo-americani iniziarono a fare ricerche in piccoli villaggi

meridionali. Si traIava di studi, fas su realtà per lo più isolate emarginali, da cui

uscival’immaginediun?pizzatoegenericoMeridionecontadino ,caraIerizzatoda581

grande arretratezza e miseria e che essi proponevano di portare, aIraverso un

interventodall'altroedall’esterno,adunacompletamodernizzazione in lineacon il

modello americano di crescita . Precedute da alcune ricerche condoIe ad582

A.Billi,ViaggioinItalia.L’i1nerarioricorrenteeleci.àrituali,IlMulino,Bologna2006,pp.195-199;579

V. I. Comparato, Viaggiatori inglesi in Italia tra Seicento e Se.ecento: la formazione di un modellointerpreta1vo,inG.BoIa(acuradi),Culturadelviaggio,Unicopli,Milano1989,pp.31-58;F.FarineseT.Isenburg,Leintenzionidelpi.oresco:iviaggiatoristranieriinItaliameridionaletra‘700e‘800,inivi.,pp.195-202.

G.Gribaudi,LeimmaginidelMezzogiorno,inR.LumleyeJ.Morris(acuradi),Oltreilmeridionalismo.580

NuoveprospeÅvesulMezzogiornod’Italia,Carrocci,Roma1999,pp.94-95(89-113).

M.Miniuci,Antropologiemezzogiorno,in«Meridiana»,2003/47-48,p.142(139-174);F.BenignoeS.581

Lupo,Mezzogiornoinidea:amo’diintroduzione,inivi.,p.17(9-21).

P. Filippucci,Anthropological Perspec1vesonCulture in Italy, inD. ForageseR. Lumley (a curadi),582

ItalianCulturalStudies,OxfordUniversityPress,Oxford1996,pp.53-54(52-71).

�132

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

occupazioneancora in corso , lamaggiorpartedi ques?progesvenneaIuata a583

par?redaiprimianniCinquanta.Nel1950GeogePeck,adesempio,aveva lavorato

sulla comunitàdi Tricarico inBasilicata,Walter Sangree suMelli in Sicilia; nel 1952

DonaldPitkinsullastruIurafamiliareesulladivisionedellaterraaLa?na .Sempre584

nel 1950 Friedrich Fiedmann, un tedesco naturalizzato statunitense che insegnava

all’università dell’Arkansas, aveva iniziato a studiare grazie ad una borsa di studio

Fulbright «la filosofia di vita dei contadini del sud Italia». L’anno successivo la

RockefellerFounda?ongliavevafinanziatounostudiosuMaterachedivenne,grazie

anche all’UNRRA Casas (l’agenzia delle Nazioni Unite in Italia per i programmi di

ricostruzione postbellici) e all’appoggio di industriali locali come Adriano Olives,

un’imponente ricerca di un’équipe interdisciplinare volta a sgombrare gli

insediamen? abita?vi dei Sassi di Matera. L’immagine che usciva dagli studi di

Friedmann era quella di una «povertà – come lui stesso scrisse nel 1952 –

trasformata in prospesva filosofica»: il contadino meridionale era rappresentato

come un «?po» fisso, dalla mentalità immutabile, silenziosamente remissivo nei

confron? della propria condizione sociale . Di lì a pochi anni nel 1954 un altro585

americano, lo scienziato poli?co Edward Banfield, avrebbe avviato – grazie alla

mediazionedellamoglie italiana–unostudiodicomunitàsuChiaromonte,unaltro

piccolo centrodellaBasilicata, per esaminare«i faIori cheostacola[va]no formedi

azione comune in un sistema culturale che […] per alcuni aspes si avvicina[va] al

mondo mediterraneo e levan?no». L’arretratezza del Sud Italia sarebbe stata

presentata da Banfield come la conseguenza dell’incapacità «degli abita? di agire

insieme per il bene comune o, addiriIura, per qualsiasi bene che trascend[esse]

l’interesse immediato della famiglia nucleare» : Banfiled lo avrebbe chiamato586

«familismoamorale» . Inunclima incui con laguerra fredda l’Italiadiventavaun587

paese di fron?era poli?ca, il Meridione veniva dunque individuato come un

laboratoriodiprimopianoperlamessaapuntodiuninterventopoli?comirato.

AlcunediquestevengonoannotatainT.Tentori,ProspeÅveperlostudiodeifenomeniculturalinelle583

societàcontemporaneeinItalianeglianni’50.

M.Squillacios,L’approcciosocio-antropologicoinItalia:matricestatunitenseericerchesulcampo,in584

P.ClementeeM.L.Meoni,IldibaÅtosulFolkloreinItalia,Guerini,Milano1996,pp.259-268.

F. G. Friedmann, Osservazioni sul mondo contadino dell’Italia meridionale, in «Quaderni di585

sociologia», 1952/3, pp. 148-161. Il testo venne tradoIo in inglese: The world of ‘La Miseria’, in«Par?sanReview»,1953/2.

E.Banfield,TheMoralBasisofaBackwardSociety,Glencoe,ThefreePress1958;tr.it:Unacomunità586

delMezzogiorno, IlMulino, Bologna 1961. Venne ripubblicato dalla stessa casa editrice con una riccaappendice di saggi cri?ci in una nuova veste e con un nuovo ?tolo: Le basi morali di una societàarretrata,acuradiD.DeMasi,1976.

Sulla cri?ca del conceIo di «familismo amorale» rimando, a ?tolo d'esempio, a G. Gribaudi, Il587

paradigmadel‘familismoamorale’,inP.Macry,A.Massafra(acuradi),Frastoriaestoriografia.ScriÅinonorediPasqualeVillani,IlMulino,Bologna1994,pp.337-353.

�133

primaparte:Re1

Hobsbawm doveva essere giunto in Sicilia senza questo bagaglio di

conoscenze. Si traIava di una produzione, quella dell’accademia statunitense, che

non si riscontra negli appun? bibliografici chemanmando egli andava annotando

nellesueagende,néneisuoiscrisdipocosuccessivi,nénellerecensionidi libridi

soggeIomeridionalista che faceva per il «Times Literary Supplement» . Non era588

questad’altrondeunacosainusuale:piùvoltesonosta?nota?sial’incomunicabilità

sia il reciproco disinteresse tra ricercatori stranieri e italiani impegna? in studi sul

campoanchenellestesseareeeneglistessianni .EranodopotuIolavoriimposta?589

con osche tra loro alterna?ve. Molte ricerche di antropologi e storici italiani

nascevanoinfasnonsolosullaspintadellesugges?onidelleoperediCarloLeviedi

Antonio Gramsci, ma anche sulla scia dell’incontro, avvenuto sul piano della loIa

poli?ca, tra gli stessi ricercatori e il mondo contadino meridionale. A par?re

dall'impegno degli studiosi all'interno del movimento per la terra, aveva preso

spessorel’esigenzadiunaconoscenzaprofondaenuovadellastoriaedelletradizioni

della realtà che poli?camente volevano trasformare. Il par?to nuovo di Toglias

dopotuIo aveva dedicato fin dall’immediato dopoguerra una forte aIenzione alla

«ques?onemeridionale»,interpretandolaqualeprincipalenodoirrisoltodelprocesso

di formazione dello Stato nazionale. Oltre agli scris gramsciani (nel 1945 su

«Rinascita» era stato ripubblicato il manoscriIo gramsciano Alcuni temi della

quis1onemeridionale con il nuovo ?tolo La ques1onemeridionale), avevano avuto

un’ampia diffusione anche le riflessioni di Emilio Sereni ; dal 1949 poi «Società»,590

seppurpalesandounacertadistanzadallesueposizioni ,avevaospitatounar?colo591

diErnestoDeMar?nochesieradelineatocomeunmanifestoprogramma?coperla

«storicizzazionedelle formecultualidelmondopopolaresubalterno» . InessoDe592

A?tolod’esempio:VoicesoftheSouth,in«TimesLiterarySupplement»,21oIobre1955,p.1;Guys588

andMolls, in ivi., 12 giugno 1959; TheMood of Sicily, in ivi., 21 agosto 1959, p. 481; E. Hobsbawm,SicilianSpeaking,inivi.,9oIobre1959;Id.,SouthofEboli,inivi.Iprimiduear?coliapparvero,com’eraconsuetudineperquestarivista,informaanonima.

F.BenignoeSLupo,Mezzogiornoinidea,cit.,p.19;M.Minuicuci,AntropologieMezzogiorno,cit.,p.589

149.

E.Sereni,Laques1oneagrarianellarinascitanazionale,Einaudi,Torino1946;Id.,Ilcapitalismonelle590

campagne,1948;Id.,IlMezzogiornoall’opposizione,Torino1948.

L'ar?colo veniva presentato con una nota redazionale che, soIolineando l’importanza delle591

argomentazionisollevatedaDeMar?nopertuIalaculturamarxistacontemporanea,avver?vachenontuIeletesidemar?nianeeranostatefaIepropriedallarivista.DilìabreveCesareLuporini,sempresu«Società» (Intorno alla storia del «Mondo popolare subalterno», in «Società», 1950/1, pp. 95-106),avrebbe richiamato De Mar?no alla «funzione par?colare della classe operaia, come classecoseguentementerivoluzionariaeprogressivanelmondomoderno».

E. De Mar?no, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, in «Società», 1949/3, pp.592

411-435,ora inC.Pasquinelli,Antropologiaculturaleeques1onemeridionale.ErnestoDeMar1noe ildibaÅtosulmondopopolaresubalternoneglianni1948-1955,LaNuovaItaliaEditrice,Firenze1977,pp.58-59(46-73).

�134

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

Mar?noavevasoIolineatocomefossenecessariononguardarepiùal«mondoche

viveoltreEboli»comeadunarealtàstorica(«mondodicosepiùchedipersone») ,593

ma di guardare alla masse popolari come protagoniste della storia: nelle zone

coloniali così come nel Mezzogiorno d’Italia «le masse popolari combaIono –

scriveva DeMar?no – per entrare nella storia, per rovesciare l'ordine che le ?ene

subalterne» . Si traIava dunque di indagare a fondo le forme culturali e la594

religiosità popolare in modo da «conoscere il significato degli is?tu? culturali

primi?vi» e da intenderli come prodos di circostanze storiche par?colari. Era595

aIraversoquestaoperazionechel’intelleIualepotevaevitarecheleformeculturali

del «mondo popolare subalterno» potessero essere trasformate in una ideologia

reazionariaalserviziodelleclassidominan?.SitraIavadiun’impostazione intotale

contrastorispeIoall’approcciochemuovevainveceFriedmanneBanfield.Seques?

ul?mi,lega?aunmodellonorma?vodisviluppopoli?coedeconomico,«elevavano–

come ha soIolineato David Forgacs – le loro descrizioni a condizioni senza tempo

piuIosto che comprenderle come prodoIo di circostanze storiche par?colari», De

Mar?noproponevaunastradaedi ricercaedi interventopoli?codifferente .Nel596

1954venivapoifondatalarivista«Cronachemeridionali»che,conduplicedirezione

comunista e socialista,mirava a «compiere un’opera di documentazione cri?ca sui

principali aspes della vita del Mezzogiorno e sulla loIa popolare per il suo

rinnovamento»: un’opera che si poneva «fini di u?lità pra?ca e streIamente lega?

all’azionepoli?casindacale,culturale,amministra?va» .597

Eranoques?,enonquellidellecoevespedizionidi ricercastatunitensi, i riferimen?

teorici epoli?ci con cuiHobsbawmeragiunto in Sicilia. Inessi, dovevavedereuna

certa con?nuità con la posizione an?-americana e an?-capitalista che era molto

presenteinqueglistessianninellapropagandadelCPGB:l’Historians’sGroupdiquel

par?to,comesièvisto,avevadatovitaainizia?veculturaliinquelladirezione.Trail

materiale cheall’epoca raccolsedurante i soggiornimeridionali ritornanoar?coli in

par?colaresumafia,sulla ‘ndranghetaebandi?smotrasda«Rinascita»,«l’Unità»,

Ivi.,p.48.593

Ivi.,p.55.594

Ivi.,p.47.595

D.Forgacs,Marginid’Italia:l’esclusionesocialedall’Unitàadoggi,Laterza,Roma-Bari2015.p.177.596

Ladirezione,Ai le.ori, in«Cronachemeridionali»,1954/1,p.2(1-2).Sivedaanche:Lavicendadel597

Mezzogiornonell’interpretazionedellastoriografiamarxista:«Cronachemeridionali» (1954-1964), inL.Bussos, Studi sulMezzogiorno repubblicano. Storia poli1ca ed analisi sociologica,Rubesno, SoveriaMannelli20013,pp.151-184.

�135

primaparte:Re1

«Paese sera», «Cronache meridionali» : probabilmente fu in questo periodo che598

avvicinòRosarioVillari,giovanestoricocomunistaanimatorediquest’ul?marivistae

concuiavrebbeinstauratounrapportod’amiciziamoltoduraturo.Conservavaanche

un numero di «Prospesve meridionali»; le annotazioni bibliografiche sui taccuini

rimandano inoltre a «Nord e Sud», «Movimento operaio» così come a una

leIeratura,sopraIuIorela?vaallamafia,difineOIocento.Nel1954sul«Cambridge

Journal» pubblicava un ar?colo che res?tuiva uno degli aspes su cui il viaggio in

Sicilialoavevaasrato:Poli1calTheoryandthe‘Mafia’ .599

Dalla metà degli anni Cinquanta inoltre Hobsbawm presentava ai leIori

inglesiiprodoseditorialisopraIuIoitalianisullaques?onemeridionale:neparlava

con frequenza e competenza in par?colare sulle pagine del «Times Literary

Supplement». Presentando ad esempio la traduzione inglese di Le parole sono

pietre di Carlo Levi poteva affermare che l’immagine del Meridione come600

paesaggioeso?coconrovineclassiche,resafamosainGranBretagnadalromanziere

NormanDouglas,eraormaidaconsiderarsicosapassata.DiLeviesaltavalacapacità

descrisva, dovuta anche alla sua asvità di piIore; lamentava il faIo che il libro

«lacks that sense of being ‘inside’» che invece era emerso inCristo si è fermato a

Eboli .Giànel1955sullaprimapaginadel«TimesLiterarySupplement»avevadato601

conto del «meridionalist revival» in aIo in Italia, che diceva trovare il suo apice in

lavori di «novels, films, government blue-books, theory, and especially that

combina?on of descrip?ve poetry, anthropology and agrarian economics which is

familiartousfromLevi’sbook» .Affermavaquindiche:«[a]llinquiryintotheSouth602

is fundamentally economic and social, […] But inquiry is rarely conducted by

specialisedeconomistsorsociologists.Southernsquire-philosopherstaketoagrarian

economics; poets become mayor of Lucania villages; sociologists become poets;

thereisanoddairofamateurismaboutthem».SitraIava,agliocchidiHobsbawm,

di una fase temporanea: presto sarebbero arriva?, diceva, ricercatori e sta?s?.

Nonostanteciò,Contadinidel SuddiScotellatocosì come l’Inchiesta suOrgosolodi

FrancoCagneIadovevanoessergliapparsi lavoridigrandevaloreperchéavevano il

merito,puntualizzava,

QuestomaterialeèraccoltoinMRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veandBandits,SicilyandCalabria598

(937/3/4/1);Bandits:ar?cles,papersandcorrespondence,1950-1982(937/3/4/8).

E.Hobsbawm,Poli1calTheoryandthe‘Mafia’,in«CambridgeJournal»,1954/12,pp.738-755.599

C.Levi,Leparolesonopietre:tregiornate inSicilia,Einaudi,Torino1955;tr. ingleseTheWordsare600

Stones.ImpressionsofSicily,traduzionediAngusDavidson,1958.

TheMood of Sicily, in «Times Literary Supplement», 21 agosto 1959, p. 481. Gli ar?coli, com’era601

abitudinedell’epoca,apparivanononfirma?.

VoicesoftheSouth,in«TimesLiterarySupplement»,21oIobre1955,p.1.602

�136

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

to have pioneered that combina?on of close local knowledge and observa?on with

interviews and autobiographeries, which, for almost the first ?me, gives us direct

accesstotheSouth. […]What isnew is that fusionbetweenthemwith iscapableof

rousingthenon-specialistreadertomarvel,tosympathize,tomakesimilardiscoveries,

totakepoli?calac?on.

Allostessotempo,meIevainguardiai leIori inglesidelfaIochelibricomeques?,

cosìcomeilcapolavorodiLeviCristosiè fermatoaEboli ,oancoraFontamaradi603

Silone ,descrivevanouna realtà totalmente remota rispeIoal leIorediMilanoo604

Londra;sitraIavadidescrizionidi«civiltàcontadine»chenienteavevanoincomune

«with the twen?eth century except the contact with its crushing heel. But for its

poverty it is even temp?ng to idealise it».Hobsbawmdunque riproponeva in sede

inglese le polemiche comuniste che in Italia avevano inves?to il libro di Levi. Era

all’interno di un’osca preIamente italiana e comunista dunque che egli si era

avvicinatoalSudItalia.

Tra i riferimen? teoriciepoli?ci italianifinora ricorda?uno risultadel tuIo

assente tra le cartediHobsbawm: si traIadiquellodi ErnestoDeMar?no.Non si

riscontra un rimando all’antropologo italiano né nei suoi bloc notes né negli scris

successivi, una mancanza di cui più di qualcuno si sarebbe decenni più tardi

lamentato .RisultadifficilepensarecheHobsbawmnonavessesen?toparlaredelle605

ricerche di De Mar?no anche per via delle polemiche di cui era stato inves?to

all’internodelPCI.Condividevanoprospesvepoli?cheeaffiniinteressidiricerca:si

haunriscontrodiquestoinunnuovoviaggiocheHobsbawmfecenelMezzogiorno,

questa volta con?nentale. Dopo aver scoperto a Piana degli Albanesi la comunità

arbëresch, iniziò a studiarne la storia e la cultura: prima sui libri, poi andando a

cercare di persona, anche perché, come scriveva nel resoconto di viaggio già

ricordato,

surprisinglyliIleisorhaseverbeenknowaboutthem.Anoccasionaltravellerwould

reportonthesestrangepeople;buttouristsinplaceslikeCalabria,LucaniaandApulia

werefew.Prac?callyanyonewhoeventravelledalongtheminroadssouthofNaples

C.LeviCristosièfermatoaEboli,Einaudi,Torino1945.603

I.Silone,Fontamara,Ed.Faro,Roma1947.604

Suquestamancanzasi sarebbe lamentatoancheCarloGinzburg,TheNightBaIles.Witchcraâand605

Agrarian Cults in the Sixteenth and Seventeenth Centuries, JHU Press, 2013, pp. IX-X; R. Ciavolella,Egemonia e sogge.opoli1co in antropologia, Intervento tenuto al seminarioEgemoniaprimae dopoGramsci,20e21oIobre2014,UniversitàdiUrbino,<hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.

�137

primaparte:Re1

felt inworthwri?ngabookaboutit,butevensotherearenomany.Fromaboutthe

18th century on somemembers of the beIer-class Albanians families also began to

writebooksabouttheirpeople,asparttothemovementtoreviveAlbanianna?onal

consciousnessbothinItalyandinthehomecountry.Itdoesnotadduptomuch.

Forse con le stesse mo?vazioni, nell’aprile del 1954 Ernesto De Mar?no e Diego

CarpitellavisitavanooIocomunitàdellaCalabriaedellaBasilicataperraccogliere il

patrimonio etno-musicale arbëresch, con una par?colare aIenzione ai lamen?

funebri, ai can? e alle danze di nozze e ai rituali pasquali . Si traIava anche in606

questocasodiunaricercanatadaunrapportomoltostreIoconilmondopoli?coe

sindacaledellasinistracalabrese.TommasoMaroIa, ingaggiatocomemediatoreda

DeMar?no, avrebbe ricordato decenni dopo che all’epoca, studente comunista di

Lungro,avevaaccompagnatol’équipediDeMar?noneidintornidiCrotone:«Crotone

alloragodevadiunampioconsensocomunista,piùdel55%eipaesialbanesierano

ugualmenteamministra?dasindacicommis?:Pallagorio,Carfizzi,maancheLungro,

Castroregio.Siconfondeval’Arbëreshconilcomunismo,eperme,chealloraseguivo

streIamente il movimento comunista, era commovente, risultava un’appartenenza

piùstreIa:l’esserearbëreshsiiden?ficavaconl’esserecomunis?» . 607

A. Ricci, R. Tucci (a cura di),Musica arbëreshe in Calabria. Le registrazioni di Diego Carpitella ed606

ErnestoDeMar1no(1954),Squilibri,Roma2006.

Id.,LamusicaarbëreshedellaCalabrianellericerchediDiegoCarpitellaedErnestoDeMar1no,inivi.,607

p.12(7-104).

�138

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

SeDeMar?noeCarpitella lavoravano inéquipeesulcampo,Hobsbawmper

questa ricerca doveIe muoversi da solo e sopraIuIo in treno. In primis

frequentandobiblioteche,comequelladiCosenzaadesempio,andando incercadi

informazionisullastoriaeletradizionidiquestecomunità .Nedannocontoalcune608

carte, mal conservate, in cui sono appunta? proverbi e traduzioni di spezzoni di

canzoni, che vennero verosimilmente trascris dalla leIeratura sulle credenze

L’avrebbe ricordata assieme a quella dell’Is?tuto Feltrinelli di Milano e alla biblioteca Gius?no608

FortunatodiRomanellaPrefazioneaIribelli,cit.,p.9.

�139

MappadellaCalabriaconso.olineaturechedenotanol’interessediHobsbawmversolecomunitàarbëreshdellazona(MRC,EHP,937/3/4/1).

primaparte:Re1

popolari albanesi . DoveIe poi andare a visitare di persona alcuni paesi della609

Calabria:SanGiovanni inFiore,FalconaraAlbanese,SpezzanoAlbanese.Èprobabile

che le soIolineature che tracciò suunamappadellaCalabria, conservata tra i suoi

materialidiricerca,desserocontodialtripaesidaluivisita?opresiinconsiderazione.

Ques? doveIero apparirgli come «those places in which, un?l the last fiây years,

nothing even changed. It is a museum of social fossils», diceva alla radio nel

resocontoprecedentementericordato .610

SeitaccuinidiHobsbawmpermeIonodivederecomefosseunleIoremoltovorace,

nonpermeIonoalcontrariodiricostruirecomesimossenellesuericerchesulcampo

e come si approcciò agli arbëreshë. È comunque possibile ipo?zzare che in ques?

luoghisimossegrazieadunaretedimediatoricomunis?,comeadesempioilsindaco

di SanGiovanni in Fioreoppure l’organizzatrice femminiledelPCIdellaprovinciadi

CosenzaRitaPisano:liavrebbericorda?annidopoall’uscitadellibronatodaques?

viaggi . Doveva d’altronde essere un aiuto, quella delmediatore locale, piuIosto611

importante e necessario non solo per la sua estraneità ai luoghima anche per via

della differenza linguis?ca; ancora alla fine degli anni Cinquanta l’italiano di

Hobsbawmeraancorainsicuro .Doverparlareconarbëreshë,intervistandolianche612

(impossibile dire, anche perché il resoconto radiofonico si è conservato solo

parzialmente, come Hobsbawm raccolse queste tes?monianze, se usò della

strumentazione per registrarle, ed eventualmente secondo quale metodologia le

trascrisse) ,sarebbestatoancorpiùimpossibilesenzadeimediatori.Gliincontriche613

fece in queste zone con contadini e ar?giani albanesi, come quelli a Piana degli

Albanesi, con?nuavano a meravigliarlo per via della «persistente tendence of the

Albaninastogocommunist».

Se la prima spinta ai viaggi in Meridione era stata sopraIuIo poli?ca e

italiana,oppure incoraggiatadasugges?oni leIerarie (nel1957 feceunavacanza in

PugliaconamicipariginidopoaverleIounromanzoinqueiluoghiambientato )o614

accademiche francesi (doveva aver leIo ad esempio lo studio sulla comunità

MRC,EHP,Researchmaterials,Setoffiles:interna?onalsubjets,Albanians(937/3/2/2).609

MRC, EHP, Research Material, Primi?ve Rebels and Bandits, (937/4/2/3); E. Hobsbawm, Anni610

interessan1,cit.,p.386.

E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.10.611

Nel1958Hobsbawm,comevedremo,tenneunarelazionealconvegnodistudigramscianiaRoma.612

Parlò in italiano,benché inun«italianopienodierrori»avrebberiferitounpeIegolezzodiRagionieri,riportatodaCan?moriaManacorda.LeIeradiD.Can?moriaG.Manacorda,24gennaio1958,inAmiciperlastoria,cit.,p.370.

In appendice aiRibelli sarebbe apparsa la tes?monianza ad uno di loro: Giovanni Lopez, calzolaio613

comunistadiSanGiovanniinFiore(seIembre1955),E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,pp.243-244.

R.Vailland,Leloi,Gallimard,Parigi1957(l’annosuccessivosarebbestatotraIounfilmconlostesso614

?tolo). L’episodioviene richiamatodaHobsbawm,Anni interessan1,cit., e inuna suavisitaaBarinel2003:A.diGiacomo,Hobsbawm,unastoriapugliese.‘ChescopertalassùnelGargano’,in«laRepubblica-Bari»,15luglio2003,p.XI.

�140

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

conver?ta all’ebraismodi SanNicandro) , in un secondomomento ilmodo in cui615

iniziòainterpretareesistema?zzareleinformazioniraccolteeifasosserva?venne

deIato da un background più scien?fico ed inglese. In quegli anni era entrato in

contaIoconMaxGluckman,unantropologochedallafinedeglianniQuarantaaveva

mostrato una sempremaggiore aIenzione nei confron? della storia. Già nel 1947

aveva pesantemente cri?cato quella che definiva l’«ossessione an?storica» di

Malinowski, rimproverandogli di aver sconsigliato lo studio degli archivi e di non

avereun’ideachiaradelladisciplinastorica .Gluckmand’altronde,provenientedal616

Sudafrica,avevastudiatonellasecondametàdeglianniTrentaadOxfordconEvans-

Prichard che proprio a par?re dal 1950 avrebbe sostenuto rivolgendosi ai suoi

colleghiantropologiche lasocietànonpotevaesserecapitasenzacomprenderne la

storia. Se le tesi di Evans-Prichard riscossero subito una grande eco, minore

circolazioneaveva inveceavuto ilprimoar?colodiGluckman,chenondovevaperò

esserepassato inosservatoaidireIoridi«PastandPresent».Egli veniva infasben

prestocoinvoltonellarivista,primaaIraversosingolicontribu? ,edal1957come617

membro dell’Editorial Board . Quella tra Hobsbawm e Gluckman doveva essere618

ancheunasintoniapoli?ca:quest’ul?mo,dipochiannipiùvecchiodiHobsbawm,pur

nonessendosimaiiscriIoalPar?tocomunistadelSudAfricaoaquellobritannicone

eramoltovicino;erapoiunmoltoasvonellacampagnaan?-aparthaind .Dopoun619

periodo al Rhode-Livingstone Ins?tute (RLI) , dalla fine degli anniQuaranta si era620

stabilitoall’universitàdiManchester,dovemantenendostreslegamiconilRLIeraa

capodiunnuovodipar?mentodiantropologiasociale.Dovevaessereunapersonaa

cui piaceva lavorare in gruppo circondandosi da colleghi e studen? . Tra ques?621

ul?mic’era–comeavrebbericordatounodiloro–«asmallhandfulofnewboysina

Ivi.LostudiosullacomunitàdiS.Nicandro:E.Cassin,SanNicandro.Historiad’uneconversion,Parigi615

1957. Renée Rochefort, che nel 1954 avviò una ricerca di doIorato di geografia sociale in Sicilia, haricordatocheall’epocainFranciasimol?plicavanolepubblicazionisulMezzogiornoesidiscutevamol?di problemi del soIosviluppo in Italia. R. Rochefort, Sicilia anni Cinquanta. Lavoro cultura società,Sellerio,Palermo2005[ed.francese1961],p.49.

M.Gluckman,Malinowski,‘Func1onal’AnalysisofSocialChange,in«Africa»,1947/12,pp.103-121.616

P.P.Viazzo,Introduzioneall’antropologiastorica,Laterza,Roma-Bari2000,p.65

A?tolod’esempio:M.Gluckman,ThePeaceintheFeud,in«PastandPresent»,1955/8,pp.1-14.617

C. Hill, R. Hilton, E. Hobsbawm,Past and Present. Origins and Early Years, in «Past and Present»,618

1983/100,pp.6e11.

A. Kuper, Isaac Schapera (1905-2003). His Life and Time, in J. L. Comaroff, D. James (a cura di),619

Picturing a Colonial Past: TheAfrican Photograph of Isaac Schapera,TheUniversity of Chicago Press,ChicagoeLondra2007,p.25(19-42).

R.Brown,Passages in the Lifeof aWhiteAnthropologist:MaxGluckman inNorthernRhodesia, in620

«JournalofAfricanHistory»,1979/20,pp.525-541.

M.Gluckman,OrderandRebellioninTribalAfrica,RedwoodPress,Londra1971[ed.or.1963],p.VII.621

�141

primaparte:Re1

new discipline», come Ronnie Frankenberg, Freddie Bailey, Victor Turner ;622

Gluckman aveva poi offerto una research scholarship a Peter Worsley , un altro623

antropologo che stato stato cooptato nell’Editoriale Board di «Past and Preset» in

queglistessi .All’internodiquestocontestoGluckmanavevadatovitaaprogesdi624

ricerca, con un’impostazionemarxista, sui conflis sociali in contes? sia urbani sia

rurali . In par?colare ciò a cui era interessato era lo studio del confliIo e della625

ribellione nelle società tribali, di cui – vista la disgregazione del sistema coloniale

britannico in aIo – vi erano esempi in più colonie: egli, ad esempio, aveva faIo

ricerche presso gli Zulu. C’era poi un interesse generale in Gran Bretagna sul

movimentodeiMauMaunelKenyacentrale,doveviolenteinsurrezionian?-coloniali

eranorepressenelsanguedalgovernobritannico.Dovevanoesseretemiques?che

alla scuola di Manchester venivano spesso dibaIu? . Fu a par?re da riflessioni626

comequestecheGluckmaninvitòHobsbawm,dopoaversaputodellesuericerchein

SudItalia,aparlaresuimodernimovimen?millenaris?ciinItaliaeNormanCohn,un

altro storico, a presentareparallelimovimen?nell’Europamedievale.Qualcunopoi

parlò delle ribellioni an?-coloniali dei MauMau nel Kenya centrale, affermando –

comeaveva faIoPeterWorsely, adesempio, su«TheNewReasoner»– chenonsi

traIavadimanifestazionedi «African atavism», come la leIura emozionaledatane

dalla stampabritannica voleva, bensì dimoderne reazioni alla situazione coloniale:

«Movementsofthiskindgenerallyoccur–spiegavaWorsely–intheearlystagesof

contactwithEuropeans» .LostessoWorselyrelazionòinvecedeiCargocultsdella627

Malanesia . Si traIò – a deIa di quest'ul?mo – del «most s?mula?ng weekend628

seminar I have ever experienced» . DoveIe esserlo anche per Hobsbawm, che629

con?nuò negli anni successivi a dedicare molta aIenzione ad analoghi studi di

P.Worsley,AnAcademicSka1ngonThinIce,BerghanBooks,NewYork-Oxford2008,p.73.622

Ivi.,p.69-79.623

Lano?ziasiricavadall’EditorialeNote,in«PastandPresent»,1958/14,p.93.624

B.M.Knauâ,GenealogiesforthePresentinCulturalAnthropology,Routledge,Londra2013,p.28.625

T.M.S.Evans,D.Handelman(acuradi),TheManchesterSchool.Prac1ceandEthnographicPraxisin626

Anthropology,BerghamBooks,NewYork-Londra2006.

P.Worsley,TheanatomyofMauMau,in«TheNewReasoner»,1957/1,pp.16-22.627

P.Worsley,AnAcademicSka1ngonThinIce,cit.,p.124.628

Ibid.629

�142

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

antropologiancheitaliani,comeadesempioquellidiViIorioLanternaricherecensì

sul«TimesLiterarySupplement» .630

Se Gluckman lo aveva cercato perché voleva capire da uno storico se esistessero

fenomenieuropeidiquesto?po,Hobsbawmdall’altro lato inqueiseminaridoveIe

venireincontaIoconimodoincuigliesponen?dellaScuoladiManchesterstavano

studiando i conflis an?-coloniali in Africa e i movimen? millenaris?ci. DoveIe

scoprirecer?parallelismitraquanto isuoiamiciantropologistudiavanonellerealtà

colonialiormaialdisfacimentoe la situazionedell’Italiameridionale.PeterWorsely

nel 1960, introducendo al leIore italiano i suoi studi sui cul? millenaris?ci della

Malanesia, soIolineò questa vicinanza affermando che «la ‘ques?one

meridionale’[inItalia]èunproblemacoloniale,propriocomeil‘Nord’inAustraliaeil

‘West’ nel Nord America erano e spesso rimango problemi ‘coloniali’» . Ciò che631

doveIe ulteriormente s?molare Hobsbawm, al contaIo con gli antropologi di

Manchester,fuancheladis?nzioneteoricacheGluckmanapar?redaricerchenelle

comunità Zulu stava elaborando tra forme di ribellione e forme di rivoluzione, tra

azioni cioè capaci o meno di sovver?re la struIura sociale e poli?ca . Fu con632

probabilitàdaques?seminaricheHobsbawminiziòapensareallepersonecheaveva

incontrato inSud Italiaoai lazzaress?di cuiDoninigli avevaparlatocomeadelle

forme di ribellione pre-poli?ca . Pochi anni dopo avrebbe raccolto, su invito di633

Gluckman, i frus di ques? viaggi e di queste conferenze nel suo primo libro e

pubblicatoperi?pidellaManchesterUniversity,in?tolatoPrimi1veRebels.

Aspects of themillennium, in «Time Literay Supplement», 29 seIembre 1961, ora con il ?tolo di630

Religione e rivoluzione, inV. Lanternari,Movimen1 religiosi di libertà e salvezza,Editori Riuni?, Roma20033 [ed. or. Feltrinelli 1960]. Lanternari, nell'approcciarsi a ripubblicare il suo libro, chiedeva aHobsbawm il permessodi inserirvi la recensione,dicendogli chegrazieadessa il suo studioera statotradoIo in numerose lingue. MRC, EHP, General Correspondence, Various enquiries, LeIera di V.LanternariaE.Hobsbawmerisposta,30gennaioe5febbraio2003,(937/1/6/20).

P.Worsley,Latrombasuonerà.Cul1millenaris1cidellaMalanesia,Einaudi,Torino1961,p.13.631

M. Gluckman, Chied and Na1ve Commissioner inModern Zululand, in Id.,Order and Rebellion in632

Tribal Africa, cit., pp. 171-177; Id.,Rituals of Rebellion in South-East Africa, in ivi., pp. 110-136; Id.,SuccessionandCivilWaramongtheBemba.AnExerciseinAnthropologicalTheory,inivi.,pp.84-109.

R.Ciavolella,Egemoniaesogge.opoli1coinantropologia,InterventotenutoalseminarioEgemonia633

prima e dopo Gramsci, 20 e 21 oIobre 2014, Università di Urbino, <hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.

�143

primaparte:Re1

2.3.IntelleUualiorganici

«Prima di Ernesto non avevomai rincontrato (sic) ilmodello gramsciano del

(sic) intelleIuale organico» . Così a metà degli anni OIanta Hobsbawm avrebbe634

ricordato, nel decennale della scomparsa, l’amico Ernesto Ragionieri, rimarcando il

faIo che l’incontro con lo storicodi Sesto Fioren?noera statoparte fondamentale

dellasuascopertadell’Italia. Inalcunenotepreparatorieall’orazionedipuò leggere

cheperHobsbawmRagionieriera

un italiano insolito per noi stranieri, fuori delle sterreo?pi (sic): biondo, tarchiato, e

inoltre, ilprimoamicochemeparlònel (sic)accentoeconquell'ah toscano-etrusca.

Maerainsolitoinunaltrosenso.Noi,academici(sic),professorialmenoquellidiuna

certaetàsonoperlapiùgrandepartesradica?.Siamodivisidalnostropopolopureper

lanostraoriginesociale,oppureperlanostracondizionediintelleIualeperl’ambiente

in che (sic) lavoriamo, per gli (sic) traslochi frequen? di una professione sempre più

vagante.InveceErnestoRagionieri,dallanascitaallamorterimanere(sic)radicatonella

suaregione,nellasuaciIàdiFirenze,nelsuopaesediSesto.Anzi,lìviveva,lìlavorava,

lìmilitava,lìinsegnava,lìerapresentenellavitapoli?ca,culturaleedelcomune .635

Ciò su cuiHobsbawm insisteIenella commemorazionefioren?na fu cheRagionieri

erastatointelleIualeorganicoeinsiemeintelleIualemilitante:l’«impegnopoli?codi

Ernesto, lasuavitadimilitante,eranoradica?–disse–nellasuaorganicità» .Era636

questo che aveva colpitoHobsbawmfindai suoi primi contas italiani. Era rimasto

affascinatogiàdaAmbrogioDoninipercomequest’ul?mosieradimostratogrande

conoscitore della realtà sociale del Sud Italia. Nel 1955 ricevendo l’ul?ma fa?ca

storiograficadiEmilioSereni ,cheavevanelfraIempoconosciutosempreaRoma,637

lo ringraziò con queste parole: «Ta capacité de mener une carrière poli?que bien

remplie et en même temps de produire du travail érudit massif ne cesse pas de

m’émerveiller» .Nella sua autobiografia senile avrebbepoi deIodi aver avuto la638

fortuna di incontrare in Italia un gruppo di comunis? che si erano forma?

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodel634

ricordodiE.RagionieripronunciatodaE.Hobsbawminoccasionedeldecennaledellamortedell’amico,Firenze1985(937/4/4/1).

Ibid.635

Ibid.636

E.Sereni,Comunitàruralidell’Italiaan1ca,EdizioniRinascita,Roma1955.637

LeIeradiE.HobsbawmaE.Sereni,18novembre55,inE.Sereni,Le.ere,cit.,p.282.638

�144

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

poli?camentetrafascismoeResistenza,lacuicaraIeris?caprincipalestavanelfaIo

che«ipoli?ciatempopieno[…]avevanolatendenzaamantenereancheunprofilo

di intelleIuali e scriIori […]. Gli accademici tendevano a rives?re anche ruoli

poli?ci» .Traques?avrebbefaIoinomidiGiorgioAmendola,GiorgioNapolitano,639

GiulianoProcacci,RosarioVillari,RenatoZangheri,checonobbenellasecondametà

deglianniCinquanta.Ricordandoconammirazionelastoriaindividualeefamiliaredi

BrunoTren?n,avrebbeinoltredeIochesoloinItaliaunintelleIualeditalestaturasi

sarebbepotutodedicareancheallavorosindacale.EntrandoincontaIoconiquadri

culturalidelPCI,primaquelliromanipoiquellimeridionali,Hobsbawmscoprìinloro

dunquedegliintelleIualidialtolivelloche,«unendoteoriaeprassi» ,sirivelavano640

aIen?osservatoridellarealtàdelloroPaese,nellaqualesiimpegnavanoasvamente

anchedaunpuntodivistapoli?co.EraquestaunanovitàperHobsbawm.All’interno

dei quadri dirigen? del par?to comunista britannico non era infas usuale trovare

figuredispessoreintelleIuale:findallasuafondazionelaleadershipbritannicaaveva

contatounapresenzadiintelleIualiassaipiùlimitatarispeIoallecorrispesverealtà

francese e italiana; non che mancassero adesioni di uomini di cultura, ma ques?

eranoconfina?infunzionisubordinate,nondirigenziali .TralefiladegliintelleIuali641

delpar?topochieranocolorochesidedicavanoall’asvapoli?caquo?diana:Edward

P. Thompson, impegnato dalla fine degli anni Quaranta come quadro locale della

sezione comunista dello Yorkshire District CommiIee, era un dei rari esempi. Tra i

quadridirigen?delpar?tofiguredialtastaturaculturalecomePalmeDuIeJames

Klugmanneranoinfrequen?.L’incontrodiHobsbawmconiquadridelPCInazionale

doveIeesseres?molanteancheperquesto.

Alla fine del 1952 Hobsbawm si soIopose alla pra?ca usuale nel mondo

comunistainternazionalediscriverelapropriastoriadivitaperilpar?to.SitraIadi

uno scriIo in cui rispose in modo asciuIo alle domande avanzate dal CPGB .642

Nell’indicare i ruolidiresponsabilitàcheeglistavarivestendoall’internodelpar?to,

ricordò che, dopo essere stato par?colarmente asvo nella sezione comunista

universitarianellasecondametàdeglianniTrentaedaverfrequentatodopolaguerra

duediverse sezioni londinesi (quelladi S. Pancreas tra il 1946e il 1947equelladi

Clapham tra il ’47 e il ’50), era ora iscriIo alla sezione comunista del Cambridge

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.386639

Ibid.640

K.Morgan, G. Cohen, A. Flinn, Communists and the Bri1sh Society 1920-1991, River Oram Press,641

Londra2007,pp.76-92.

La autobiografia scriIa da Hobsbawm, come da altri comunis? britannici (raccolte in un fascicolo642

archivis?co, che ricordo nella nota successiva), risponde ad uno schema deIato da un ques?onariobiograficoprestampato,cherichiamalepar?colaritàdelgeneredelques?onariobiograficoinambientecomunista francese per il quale si veda C. Penne?er, B. Pudal, Le ques1onnement biographiquecommuniste en France (1931-1974), in Id. (a cura di), Autobiographies, autocri1ques, averx danno lemondecommuniste,Belin,2002,pp.129-133(119-153).

�145

primaparte:Re1

University Senior. Faceva poi parte del comitato del Gruppo degli storici ed era

membro del Na?onal University Staff CommiIee. Per un breve periodo era stato

anche«brenchsecretaryofAssocia?onofUniversityteachers,delegatetocouncilin

pastyears» .L’ambitod’azionepoli?caincuiHobsbawmsimuovevainques?anni,643

dopolaseparazionedaMurieleilrientroaCambridge,eralimitatodunqueallasola

cerchiauniversitaria.EraqualcosachedovevastarglistreIo:puraffermandoche«my

sortofprofessionalworkisprobablythebestIcando»,rivelavache«I’dquitelike,if

possible,tohavemoretodowithfactoryworkers» :esprimevaquindiundesiderio644

diriversareleproprieforzeinunseIorepra?codiloIapoli?ca,sebbenemostrasse

un certo ?more verso la propria capacità organizza?va . Essere comunis? per645

Hobsbawmavevasignificato,comesièvisto,unamilitanzaasva:loavevaimparatoa

Berlino, lo aveva sperimentato con tuIe le sue forze durante gli anni universitari

come studente e, dopo il ritorno dalla guerra, anche in coppia. Ora, con i limi?

impos?dalla guerra fredda, il clima che si respirava all’università di Cambridge era

cambiato:sempreminorieranoglispaziperuninterventopoli?coasvo.Lapropria

asvità all’interno del par?to veniva quindi risolta con un impegno indirizzato ad

ambien?eafinalitàpreponderatameneintelleIuali:ilgruppodeglistoricicomunis?

del par?to, ad esempio. Era una soluzione che Hobsbawm doveva sen?re quale

insufficiente. Nell’auto-confessione che rivolgeva al par?to infas scriveva: «On the

whole,whiletherearebitsandpieces,I’vedonesincethewarwithwhichI’mnottoo

dissa?sfied, I don’t feel that I’vedonewhat Imight for thePartyor that I’vebeen

advancinginmycapacitytodo» .646

Prendendo contaIo con gli ambien? culturali del PCI romano, Hobsbawm

doveva sen?re questa lacuna ancora più forte.Nel 1951 su «Società», passando in

rassegna le riviste progressiste anglo-americane, Gianfranco Corsini elogiava

l’ampiezzadeidibas?marxis?inglesicheinambi?disciplinaridiversifiorivanosulle

pagine di «Communist Review» e di «Modern Quarterly». Allo stesso tempo però

rilevavauna«certaastrazione»di tale lavoroche– lamentava– restavacircoscriIo

«entro limi? un po’ intelleIualis?ci o accademici» . Deve essere stata proprio647

questa differenza, tra un lavoro intelleIuale preIamente accademico e un lavoro

intelleIuale invece calato nella realtà poli?ca e sociale, che Hobsbawm percepì al

contaIo con i comunis? italiani. Tanto più che era giunto in Italia proprio nel

LabourHistoryArchiveandStudyCentre[d’orainpoiLHA],CommunistPartyofGreatBritainArchive643

[d’ora in poi CPGBA], Autobiographies, CP/CENT/PERS/3/05, Autobiografia di Eric Hobsbawm, 2novembre1952.

Ibid.644

Ibid.645

Ibid.646

G.Corsini,Rivisteprogressisteangloamericane,in«Società»,1951/4,pp.511-512(511-520).647

�146

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

momentoincuistavaconcludendosilapubblicazionedelleoperediGramsci,acuiera

statointrodoIodallaportaprincipale,dachicioèavevaorchestratoanchenell’ombra

(come Can?mori oltre che Donini) la diffusione del pensiero di Gramsci come

un’impresaeditorialedigrandeportata.Questanonera infasstata limitataentro i

confini dell’educazione ideologica, ma piuIosto era stata imposta – e per questo

affidata alla casa editrice Einaudi – come l’apice di un processo di rinnovamento

culturaledell’intera Italia .Nel1951con la sos?tuzione,comesièvisto,diSereni648

con Salinari a capo della commissione culturale del PCI si era imposta inoltre una

nuova linea interpreta?vadellastessafiguraedellostessopensierodiGramsci,più

sganciatadalrapportoconl’URSS.Seil1951erastatoanchel’annodell’espulsionedi

ViIorinidalpar?to,èancheverocheconlanuovadirezionediSalinarieconlafine

della pubblicazione dei Quaderni erano state poste le basi per una nuova

considerazione degli intelleIuali dentro il par?to, dove il lavoro intelleIuale non

venivasvilitointerminidipropagandapoli?ca .SitraIavadiuntemacheriempiva649

le pagine delle riviste comuniste in quegli anni. Fabrizio Onofri, per citare solo un

esempio, nel 1953 si interrogava su «Rinascita» sugli insegnamen? gramsciani

assimila?daiquadridirigen?comunis?:ilprincipialelascitoconsisteva,aisuoiocchi,

nella «concezione che Gramsci ci ha tramandata del par?to come di un grande,

supremo formatore di ‘intelleIuali’, anzi dei nuovi intelle.uali organici della classe

operaia,equindidiunanuovacultura» .650

Nonera statoun casod’altronde se, sulla spintadelle sollecitazioni avuteda

Donini,Hobsbawmaveva sceltodi andarea toccareconmanoquei luoghiequelle

tema?chechecondensavano,comeuno«specchioemblema?co» ,lespecificitàdel651

movimento operaio italiano e del par?to che voleva starne a capo. Si era infas

addentrato nelle campagne dell’Italia meridionale, partendo da quelle siciliane,

proprioperchéinqueiluoghisieranodapococonsumatedureloIecontadine:loIe

capeggiatedaipar??della sinistrae in cui avevanoaderito semprepiù intelleIuali

(scriIori, poe?, uomini di teatro e di cinema, piIori) e studen? non solo con

manifestazioni di solidarietà, ma con un coinvolgimento asvo e con un direIo

impegnoall’elaborazione–nelleparolediunodi loro–diuna«visionenuovadella

F. ChiaroIo,OperazioneGramsci.Alla conquistadegli intelle.uali nell’Italiadel dopoguerra,Bruno648

Mondadori,Milano2011,pp.64-77;F.Lusanna,Leedizioni,letraduzioniel’impegnoperladiffusionediGramsci, in ead. e A. ViIoria, Il lavoro culturale. Franco Ferri dire.ore della Biblioteca Feltrinelli edell’Is1tutoGramsci,Carrocci,Roma2000,pp.239-260(239-298);P.Spriano,MarxismoestoricismoinTogliaÅ, in E. Hobsbawm (a cura di), Storia del marxismo. Vol. III. Il marxismo nell'età della TerzaInternazionale.TomoII.DallaCrisidel‘29alXXCongresso,Einaudi,Torino1981,pp.777-786.

A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali.Storiadell’Is1tutoGramscineglianni’50e’60,cit.,p.21.649

F.Onofri,Gramscielaculturaitaliana,«Rinascita»,1953/8-9,p.508(507-509).650

La Sicilia come «specchio emblema?co» degli sviluppi e delle contraddizioni dell’Italia degli anni651

Cinquantaèun’immaginepropostadaSavinoMazzamuto, IntroduzioneaF.Renda,LaSiciliadeglianniCinquanta.Studietes1monianze,Guidaed.,Napoli1987,p.7(7-12).

�147

primaparte:Re1

Siciliacontadina,democra?ca,progressista» .ProprioGramsci–Hobsbawmaveva652

sen?todirenegli ambien?della fondazione romanaa lui in?tolata–aveva insis?to

sullafunzionespecificachegliintelleIualidovevanosvolgereinmeritoallaques?one

meridionale e in merito alla necessaria alleanza tra classe operaia e classe

contadina .ViaggiandoinqueiluoghiHobsbawmdunquenonerasolostatoaIraIo653

dauncertosensodell’eso?co,maerastatosemprepiùaffascinatodallapresenzae

dall’azionedellesezionicomunisteedairisulta?cheilPCIriuscivaariscuoterenelle

elezioni amministra?ve e poli?che.Ne sono sentore le percentuali di voto che egli

annotava nei suoi quaderni di viaggio e il faIo che tra le sue carte di studio654

sull’Italia meridionale conservasse volan?ni o pamphlet sull’azione di loIa e di

amministrazione di alcune sezioni comuniste locali, come ad esempio quella di

Cosenza .Lapossibilitàdi immergersi inunasimilerealtàeraun’esperienzanuova655

per un intelleIuale abituato a confrontarsi con gli ambien? elitari dell’università

ingleseeconquellichiusidelCPGB,unpar?todalledimensionisemprepiùridoIe,

poli?camente assediato e costante oggeIo di denigrazione da parte deimedia. La

guerra fredda inGranBretagnastava infasdeterminandounaprogressivachiusura

culturale del par?to comunista che, proponendo un ragionamento poli?co solo in

terminiinternazionalis?,stavacadendoinunisolamentosempremaggiorerispeIoal

resto della società nazionale . L’asvità che Hobsbawm svolgeva all’interno del656

Gruppo degli storici del par?to si risolveva in discussioni seminariali su argomen?

che, per quantomirassero ad avere un’incidenza poli?ca con?ngente, rimanevano

ristresaunambitostoriografico.

Il PCI invece doveva apparirgli tuI'altra cosa per il faIo che riusciva a

mantenersi – come avrebbe deIo alcuni decenni dopo parlandone con Giorgio

Napolitano–un«faIoreimportante,maitrascurabilenellavitanazionale» .InItalia657

trovòinoltreunambienteincuiragionamentointelleIualeeprassipoli?caandavano

insieme. A trent’anni dai suoi primi viaggi nel sud Italia, in occasione del

SuquestoaspeIoF.Renda,IlmovimentocontadinoinSicilia,inA.Pasquale(acuradi),Campagnee652

movimentocontadinonelMezzogiornod’Italiadaldopoguerraaoggi,cit.,pp.627-642(559-685).

V.Gerratana,L’operadiGramscinellaculturaitaliana,«Rinascita»,1954/11-12,pp.749-753.653

MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits1950-2004,SicilyandCalabria,Appun?654

conda?sta?s?ci sullepercentualidi votocomunistanellaprovinciadiCosenza,1953e sui risulta?divoto in Sicilia nel 1952 (937/3/4/1); ivi., Southern Italy: general, Appun? in bloc notes rela?vi a da?sta?s?cisurisulta?eleIoralitrail1952eil1956nelsudItalia(937/3/4/2).

A?tolod’esempio:MRC,EHP,ResearchMaterial,Primi?veRebelsandBandits1950-2004,Sicilyand655

Calabria,Icompi1deiComunis1cosen1niperunnuovoindirizzodellapoli1caitaliana,1954(937/3/4/1).Nellaprefazionedi I ribelli, ringrazieràtra lealtrepersoneche loavevanoaiutatoacapire ilsud Italia,Rita Pisano «già contadina ed ora organizzatrice femminile per il par?to comunista nella provincia diCosenza»(cit.,p.10),comedirigentedellafederazionedelpar?todiCosenza,disegretarioprovincialedelCNAeconsiglierecomunalediCosenza.

Per il progressivo e sempre più esasperato isolamento del CPGB si veda: W. Thompson, Bri1sh656

CommunistsintheColdWar,1947-52,in«ContemporaryBri?shHistory»,2001/3,pp.105-132.

G.Napolitano,IntervistasulPCI,acuradiE.Hobsbawm,Laterza,Roma-Bari1975,p.23.657

�148

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

cinquantesimo anniversario della morte di Gramsci, Hobsbawm sulle pagine di

«Rinascita» lo avrebbe ringraziato per avergli «insegnato che lo sforzo per

trasformareilmondononsoloècompa?bileconilpensierostoricooriginale,mache

senza di esso è uno sforzo impossibile» . La «forza dell’impegno intelleIuale di658

Gramsci», avrebbe aggiunto, «sta nel faIo che non si traIava di un impegno

puramente accademico. La prassi s?molava e fecondava la sua teoria fino a

rappresentarneloscopofinale» .AHobsbawm,cheoltreadavereun’esperienzadi659

militanzanelpar?tobritannicofrequentavaanchegliambien?comunis?francesi, il

PCI devedunque essere sembrato non solo unpar?to «extremely large, influen?al

andably led» ,masopraIuIounpar?toconuna fortepropensione intelleIuale.660

Recensendo un libro americano sulmovimento operaio italiano all’inizio degli anni

Sessanta, esordì soIolineando come dalla fine della guerra gli italiani avessero

dimostrato un'aIenzione sempre maggiore verso la storia del proprio movimento

operaio, non solo con la pubblicazione di nuovemonografie,ma anche grazie alla

pubblicazione di nuove riviste (nominava «Movimento operaio», la «Rivista storica

del socialismo italiano» e «Movimento operaio e socialista in Liguria») e alla

fondazione di is?tu? di ricerca (il Gramsci e la Feltrinelli): un asvismo che egli

riconduceva agli stessi par?? della classe operaia: «The generally high level of

intellectual ability andar?culateness in the socialist and communist par?es, and in

thetradeunions,–diceva–hasfurtherfacilitatedthetaskoftheobserver» .661

«TheintelligenceandtheflexibilityoftheItalianCommunists»inpar?colare 662

furono qualcosa che Hobsbawm poté sperimentare di persona. Nel 1952 ai fini di

organizzare l’incontro tra storici marxis? britannici e francesi – di cui si è già

accennato – scrisse a Can?mori per raccogliere una partecipazione anche italiana.

NonèconservatalarispostadiCan?mori,malareazionedeveesserestataposi?vase

nemmeno un mese dopo Manacorda, rispondendo all’amico romagnolo, lo

ringraziava dell’informazione, dicendo che «del congresso di Hobsbawm parlerò a

Salinari e con gli altri» . Sembra che l’incontro non sia avvenuto, se quaIro anni663

dopo Hobsbawm con?nuava a prospeIare all’interno della cerchia dell’Historians’

Group of the CPGB – rimarcando di poter sfruIare per una buona riuscita i suoi

E.Hobsbawm,Per capire le classi subalterne.Gli impulsi vitali trasmessi alla storiografia inquesto658

cinquantennio,in«Rinascita»,28febbraio1987,p.23.

Ibid.659

Id.,ReviewofD.L.Horowitz,‘TheItalianLabourMovement’,cit.,p.38.660

Ibid.661

Ibid.662

LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,5agosto1952,inAmiciperlastoria,cit.,p.162.663

�149

primaparte:Re1

contas romani – un simile incontro sugli stessi temi e con la stessa prospesva664

internazionale .Nonostantemoltoprobabilmentel’incontrononebbeluogo,risulta665

comunquemeritevolediaIenzione inquantoper la suaorganizzazioneHobsbawm

doveIeconfrontarsidaunlatocongliambien?culturalidelPCIdall’altroconilPCF,

che rispose in modo molto diverso rispeIo a quanto fecero gli italiani. Il Par?to

francese infas non si dimostrò favorevole all’incontro e non collaborò alla sua

realizzazione. Fu un’esperienza profondamente deludente per Hobsbawm , che666

iniziò da allora a provare una sorta di distanza nei confron? del Par?to comunista

francese, seppur i suoi contas parigini rimanessero, sopraIuIo nel periodo

successivo al IX congresso internazionale di studi storici, sopraIuIo comunis?.

Proprio a Parigi, molto probabilmente in occasione della preparazione di

quest’incontro,Hobsbawmentrò incontaIoconGiulianoProcacci,concuiavrebbe

intessutounrapportodiamiciziadilungadurata.Diunadecinad’annipiùgiovanedi

Hobsbawm,ProcaccidopoaveraderitoallaResistenza,sieraiscriIoalPCInel1948,

ma le sue frequentazioni comuniste erano nei primi anni Cinquanta sopraIuIo

francesi.DopoessersilaureatoconMorandi,dal1949Procaccisierainfastrasferito

aParigiecisarebberimastograzieadunaborsadistudiofinoal1952.AParigiera

entrato in rapporto d’amicizia e di sintonia poli?ca con alcuni giovani studiosi

comunis? come Jean Chesnaux, Francois Furet, Emmanuel Le Roy Ladurie e Denis

Richet .Ricordandoadecennididistanzalasuamilitanzanegliambien?comunis?667

francesi,ProcacciavrebbedeIochesi traIavadi«circoli ristres» incui regnava la

«separatezza»eil«seIarismo».RientratoinItalianel1952einiziatoafrequentaregli

ambien?dell’Is?tutoGramsciromanosisarebberesocontoche

essere comunis? e anche essere marxis? in Italia, nel paese di Gramsci, era cosa

diversadall’esserloinFrancia.Quinonesistevanocompar?men?stagnienellesezioni

siincontravanomilitan?didiversice?sociali,ferminellelorocertezze,maanchericchi

direalismoediesperienzapoli?ca.Ancheilrapportotrailpar?toegliintelleIualiera

Ineffesera incontaIoconSergioBertelli,segretariodell'Is?tutoGramsci,chenellaprimaveradel664

1956gli proponevaun incontro tra storici francesi, inglesi e italiani apar?reda contasconSabouleMalowitz,cheprobabilmenteavrebberotoccato«astudyonthepassagefromfeudalismtocapitalism».Hobsbawmrispondeva«youcanbeassuredthatwearefullyinsupportoftheideasandwouldwishtotake part in it so far aswe can». Is?tutoGramsci [d’ora in poi IG], Archivio della Fondazione Is?tutoGramsci[d’orainpoiAIG],Serie3-CorrispondenzadeidireIori,soIospecie2-CorrispondenzaNaIa,UA41-CorrispondenzaNaIa1956,LeIeradiS.BertelliaHenry(sic)Hobsbawm,1°marzo1956;leIeradiE.HobsbawmaS.Bertelli,17marzo1956.

LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 85° riunione dell’Historians’ Group665

CommiIee,25marzo1956,p.126.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.361.666

G. Procacci, Con GastoneManacorda a «Studi storici», in G.Manacorda, Il movimento reale e la667

coscienzainquieta,cit.,p.301(301-311).

�150

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

diverso(SocietànonassomigliavaaffaIononsoloallaNouvelleCri1que,maneanche

allaPensée)ediversiglistessiintelleIuali .668

Hobsbawmdeveaverpercepitoqualcosadisimile:seversoiquadridirigen?delPCI

provavaunaforteammirazione,avrebbedefinitoilPCFun’organizzazione«governata

da sergen? della poli?ca» . Una differenza di fondo tra i due maggiori par??669

comunis? europei che si sarebbemanifestata sopraIuIo dalla secondametà degli

anni Cinquanta , ma che già all’epoca si palesava nel modo in cui i due par??670

andavano presentando la propria azione poli?ca: «mediata, teorizzata,

conceIualizzata»dai dirigen?delpar?to italiano, senzaun’esigenzadi riflessionee

piùpropensoalpragma?smoquello francese . Lapoli?ca culturaleavevaassunto671

nel PCI un’importanza di primo piano: veniva intesa dal suo leadernon in termini

meramente funzionali allapoli?ca,ma in terminiproposi?vie centraliper la stessa

elaborazione dello sviluppo della linea poli?ca del par?to; e questo – come ha

dimostratoAlber?naViIoria–nonsolodopoil1956,madaiprimianniCinquanta .672

Con il 1956 questa differenza si sarebbe esasperata portando ad una sempre

maggiorestalinizzazionedelpar?tofrancese ,mentrela«tensioneteorica»–come673

l’ha definitaMarc Lazar – introdoIa in seno al par?to italiano da Toglias avrebbe

spinto il PCI ad una sofis?cata elaborazione del conceIo di democrazia : la «via674

italianaalsocialismo»,incuilapoli?caculturalevenivariconosciutacomestrumento

di fondamentale importanza. Un’elaborazione che, come vedremo, fece sì che

Hobsbawmsiavvicinasseancoradipiùalpar?toitalianodopoil1956.

Maancoraprimadiquelladatacifuun’altraoccasioneincuiHobsbawmpoté

meIersi in gioco negli ambien? comunis? romani, i quali apprezzarono il suo

protagonismo:merita soffermarcisi per coglierenon tanto l’azionediHobsbawm in

Italia,quantopiuIostoilmodoincuigliitalianiiniziaronoapercepirlo.Acinqueanni

dall’assisediParigi,nel seIembre1955 si tennenelpalazzodei congressi all’EURa

Roma il X congresso internazionale di studi storici: un’occasione da non mancare,

Ivi.,p.302.668

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.361.669

C.Guiat,TheFrenchandtheItalianCommunistPar1es.ComradesandCulture,FrankcanPublishers,670

London2003,pp.55-85;

M. Lazar,Maisons rouges. Les Par1s communistes français et italien de la Libéra1on à nos jours,671

Aubier,Parigi1992,pp.60-113;LecitazionisonotraIeda:Id.,LastrategiadelPCFedelPCIdal1944al1947.Acquisizionidellaricercaeproblemi irrisol1, inE.Aga-RossieG.Quagliariello,L’altrafacciadellaluna:irappor1traPCI,PCFeUnioneSovie1ca,IlMulino,Bologna1997,pp.98-99(70-100).

A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali,cit.,pp.XV-XXIV,11-130.672

A.Krieges,Theinterna1onalRoleoftheFrenchCommunistPartysincetheSecondWorldWar,inD.L.673

M.BlackmereA.Kriegel,TheInterna1onalRoleoftheCommunistPar1esofItalyandFrance,CenterforInterna?onalAffairs,HarvardUniversity,1975,pp.35-60.

M.Lazar,LastrategiadelPCFedelPCIdal1944al1947,cit.,p.98.674

�151

primaparte:Re1

vista la posi?va esperienza parigina e vista l’opportunità che il congresso dava di

ritornareinItalia.Hobsbawmvipartecipò,assiemeadaltridellacerchiadeglistorici

comunis? britannici e della redazione di «Past and Present». A Roma poteva

rinnovareicontasconErnestLabrousse,PierreVilar,WitoldKula;crearnedinuovi.

RispeIo al protagonismo inaspeIato che aveva rives?to a Parigi, quando si era

trovatoapresiederelasessionecontemporaneadistoriasociale,nelcorsodell’assise

romanaHobsbawm assunse una posizione più defilata. Erano d’altronde cambia? i

ver?ci organizza?vi del congresso così come differente era l’impostazione data ai

lavori. Ques? furono struIura? su base cronologica (storia an?ca, medievale,

moderna,contemporanea);quaIrostudiosidifamainternazionalefeceropoiilpunto

dellasituazionedelpanoramadeglistudineidiversiambi?epocali.SitraIavadiuna

organizzazione tradizionale, volutamente in an?tesi rispeIo all’impostazione

annalis?ca del congresso parigino , a capo della quale c’era Federico Chabod,675

unanimemente riconosciuto come il maggiore rappresentante della storiografia

italiana ed eleIo a conclusione dei lavori presidente del Comité Interna?onal des

SciencesHistoriques .676

Si traIò di un congresso di cui gli storici di «Past and Present» rimasero

insoddisfas: rientra? in Inghilterra, alcunimembri della redazione presentarono ai

loroleIorileproprieimpressionisulcongresso.RichieseroinnanzituIounarevisione

delle struIure stesse del CISH sia in quanto corpo internazionale, sia nelle sue

declinazioni nazionali; denunciarono «the somewhat undemocra?c fashion of

organizing Congresses, the absence of widespread preliminary discussion of the

programme in many countries» . Nonostante segnalassero che si traIava del677

congressoconlamaggiorepartecipazioneinternazionaleinassoluto(cifurono1600

presenze provenien? da 34 Paesi), ne contestarono l’impostazione eurocentrica: la

maggiorepartecipazionedeicongressis?eraoccidentale (francesi, italiani, tedeschi,

americani,britannici), cosacheavevacomportatoun focusdelcongresso limitatoa

taleproduzionestoriografica .Segnalaronoinoltrechec’eranosta?–seppurraried678

intermiIen? – «echoes of ‘coldwar’» . Hobsbawm stesso ne era stato coinvolto,679

M. Mathus, ll X congresso internazionale di scienze storiche, Roma, se.embre 1955. Un bilancio675

storiografico,inH.Cools,M.EspansaBurgos,M.Gras,M.Mathues,M.Miglio(acuradi)Lastoriografiatrapassatoefuturo.IlXCongressoInternazionalediScienzeStoriche(Roma1955)cinquant’annidopo.AÅdelconvegnointernazionale,Roma21-24se.embre2005,Roma2008,p.6(1-8).

P.Prodi,IlXcongressointernazionalediscienzestoriche,Roma1955.Cinquant’annididistanza,inivi.,676

p.12(9-23).SulruolosvoltodaChabodnelCISHsivedaM.Angelini,Farestoria.Cultureepra1chedellaricerca in Italia da Gioacchino Volpe a Federico Chabod,Carrocci, Roma 2012, pp. 225-234 e Ead, D.Grippa,Caro Chabod. La storia, la poli1ca, gli affeÅ (1925-1960),Carrocci, Roma 2015, pp. 250-254;311-319

TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»,cit.,p.677

84.

Ivi.,p.85.678

Ivi.p.84.679

�152

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

alimentando le discussioni e le polemiche nate nel corso della sezione di storia

contemporanea,inmeritoallarelazioneLeproblèmedel’Atlan1queduXVIIIèmeauXX

siècles,presentatacongiuntamentedal franceseJacquesGodeghotedall’americano

Robert R. Palmer . Ques? ul?mi, richiamandosi metodologicamente al680

MediterranéediBraudel,avevano focalizzato lapropriaaIenzionesulla storiadelle

relazionitransatlan?che,presentando l’Atlan?cocomeelementonondiseparazione

bensì di raccordo tra le due sponde dell’oceano. Si traIava di un ambito di studio

ancorapocoesplorato,mo?voper cui idueautori avevanodeIodi voleravanzare

unaseriediproposteecontro-proposte.Essiavevanoaffermatochenel1850siera

registrata l’apicediunavera«Atlan?c cultural civiliza?on», venutapoimenofinoa

scomparireconl’iniziodelprimoconfliIomondiale;dal1945talecomunitàculturale

transatlan?caerarinata .Fuun’affermazionechesuscitòrumoreinsala.Ilpolacco681

Lesnodorskireagìperaffermarecheladivisione–chesoIostavaalleargomentazioni

dell'intervento–traun’Europadell’esteunadell’ovesterastoricamenteinfondata ;682

il russo Khvostov cri?cò la visione della storia europea e della storia mondiale

«gratuitamentedivisa inatlan?caenonatlan?ca» .Nonfuronosologlistoricidel683

blocco sovie?co a prendere posizione. Anche l’inglese CharlesWebster intervenne,

facendonotareche lacomunitàatlan?ca«mightbea temporaryphenomenon. […]

Aâer all the United States had entered the war not because of the Atlan?c but

because of Pearl Harbour» . Furono osservazioni subito riprese daHobsbawm, ai684

cuiocchilapropostadiGodeghotePalmererastataportata«intohistoricalanalysis

as a result of the poli?cal situa?on since 1945, which may be a very temporary

situa?on» .Rifiutava ladivisione traEuropaenordAmericadaun latoedEuropa685

orientaledall’altrocomeerrataepericolosa.Concludevaquindifacendopresenteche

nelleAmerichenonsierasviluppataun’economialibera,bensìbasatasullaschiavitùe

sullavoroforzato .Furonoparolechefecerointervenirel’americanoDavidLandes,686

che soIolineò non solo che la panoramica faIa da Hobsbawm «of the economic

exploita?onoftheworldbywesternEuropeisgrosslyoversimplified»,maancheper

difendere contro Hobsbawm l’opportunità e la libertà di elaborare delle ipotesi

IlcongressofuprecedutodallapubblicazionedellerelazioniedellecomunicazioniinseIevolumi,che680

vennerodistribui?primadelcongresso.

La argomentazioni della relazione sono riprese in W. Schieder, La presenza della storia681

contemporaneaalCongressoInternazionalediScienzeStorichedel1955,inLastoriografiatrapassatoefuturo,cit.,pp.142-143(131-154).

InterventodiLesnodorskinelcorsodellaSedutaan1meridianadel5se.embre1955,SezioneV,Storia682

contemporanea, in Comitato Internazionale di Scienze Storiche, AÅ del X congresso internazionale,Roma4-11se.embre1955,acuradellaGiuntaperglistudistorici,Roma1957,pp.569-571.

InterventodiKhvostov,inivi.,p.574(573-574).683

InterventodiWebster,inivi.,p.571(571-572).684

InterventodiHobsbawm,inivi.,p.572(572-573).685

Ivi.,p.573.686

�153

primaparte:Re1

storiograficheaprescinderedalleconsiderazionipoli?che .687

Aldi làdiques?basbecchiedellagenerale impostazione,ci fuqualcosadel

congressodicuiiredaIoridi«PastandPresent»rimaseroentusias?:«weareatthe

beginning – affermarono – of a period of genuine interna?onal coopera?on and

cross-fer?lisa?on» .EralaprimavoltadaiprimianniTrentacheaunasimileassise688

internazionale prendevano parte anche studiosi provenien? dall’URSS e dai Paesi

dell’Europaorientale.Nonostantefosserogiàsta?invita?aquellodiParigi,solodopo

lamortediStalin,larisoluzioneaGinevradelleos?litàinCorea,laconclusionedella

ques?onediTriesteelafinedelloStaatsvertragaustriacoilquinquennalecongresso

deglistoricipotéraggiungere,comeladefinìRobertFaw?erinaperturadeilavori,un

«eumenicalcharacter» .HobsbawmavevagiàsperimentatouncontaIodireIocon689

icolleghid’oltrecor?na,quandoneldicembredell’annoprecedenteerastatoospite

dell’Accademia sovie?ca delle scienze di Mosca come membro – assieme a

ChristopherHill,ArthurL.MortoneRobertBrowning–delladelegazionedelGruppo

deglistoricidelCPGB.SieratraIatodiunviaggiodacuierarimpatriatosenzaaver

cambiato le sue idee poli?che, ma in uno stato di depressione: l’incontro con i

colleghieconlarealtàsovie?cinonerastatoentusiasmante:cosìavrebberaccontato

nelle suememorie senili . In realtà, Hobsbawm cercò di potenziare la possibilità690

offerta dall’assise romana di incontrare nuovamente gli storici d’oltre cor?na. In

an?cipo rispeIo al congresso, Hobsbawm scrisse a Can?mori – che avrebbe

presiedutoilavoridiunasezioneerelazionatosullesuericerche –perchiederese691

gliitalianistesseroorganizzando«somesortofmee?ngwithourvariousfriendsfrom

Easterncountries,aswellasmee?ngofprofessionalhistoriansfromWesternEurope,

tomeetandexchangeviews» .LadomandatrovòimpreparatononsoloCan?mori,692

ma anche i giovani che ruotavano aIorno alla fondazione Gramsci: Ragionieri,

interpellato da Can?mori, circa l’esistenza di un simile programma tra lemura del

Gramsci commentava: «Hai proprio ragione: facciamo una figura da pagliacci, e

finiamocoldareragioneaScelbaec.,checiimpedisconoocirendonocosìdifficiledi

meIere il naso fuori d’Italia» . Provvedeva quindi, dopo averne parlato693

personalmenteconlostessoHobsbawmeconCan?morinelcorsodellagiàricordata

gitaallaConsumma,ainterpellareiresponsabilidellacommissioneculturaledelPCI

InterventodiD.S.Landes,inivi.,p.574.687

TheTenthInterna1onalCongressoftheHistoricalSciences,Rome1955,in«PastandPresent»,cit.,p.688

90.

K.D.Erdmann,TowardaGlobalCommunityofHistorians,cit.,p.230.689

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.221-225.690

SNS,CDC,LeIeradiR.Faw?eraD.Can?mori,5seIembre1955.691

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,senzadata,[1955].692

Ivi.,LeIeradiE.RagionieriaD.Can?mori,5agosto1955.693

�154

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

circa la fasbilità dell’inizia?va, invitando Alicata e Santarelli a farsene artefici ;694

ricevevaquindiladisponibilitàdiSalinariesimeIevaincontaIoconSergioBertelli,

segretariodell’Is?tutoGramsci .695

Quest’ul?moassiemeadAlessandroNaIa,divenutoproprionel1955direIore

dell’is?tuto, si stava già muovendo con l’associazione Italia-URSS e l’ambasciata

sovie?caperorganizzareun ricevimentodelladelegazionedi storici sovie?cipresso

l’Is?tutoGramsci .Semprepiùconsciodella«mostruosaimportanza»cheavrebbe696

assunto il congresso internazionale romano (un evento – soIolineava scrivendo a

NaIa – in cui «è impegnato il governo italiano e nel quale i sovie?ci partecipano

ufficialmente»), Bertelli accanto a quell’inizia?va aveva iniziato a pensare che la

commissioneculturaledelpar?todovessesfruIareaIentamentel’opportunitàdata

dall’assisedeglistoriciinternazionali,inmododasoIolinearneapieno«‘lospiritodi

Ginevra’ nel campo della collaborazione e della ricerca per gli studi storici» .697

L’occasione, agli occhi di Bertelli, si faceva importante in quanto, organizzando un

evento non solo «a uso ‘interno’», avrebbe permesso di «stabilire dei rappor?

internazionali, magari (nell’ipotesi più felice) riuscendo a oIenere in un secondo

momento dei ‘membri corrisponden?’ del nostro is?tuto» . Bertelli dunque698

accoglieva la proposta di Hobsbawm, che Can?mori non tardava a riferirgli

ipo?zzandouna riunione con storici sovie?ci e polacchi «meno larga» alGramsci e

«una larghissima» all’Einaudi , come una «buona no?zia» : la possibilità di699 700

allacciarerappor?con«uncompagnodelgruppodiPastandPresent[…]–diceva–è

unafortuna»perl’allargamentodeicontasinternazionalidell’is?tutoGramsci .Le701

propostedelgiovanesegretarioconvinseroNaIa,sequest’ul?mofeceproprial’idea

di promuovere all’Is?tuto un «qualcosa di più ristreIo, un incontro né ufficiale né

ufficioso» con gli storici sovie?ci, invitando Can?mori a coinvolgere

nell’organizzazione non solo Ragionieri, ma ancheManacorda e Gerratana , in702 703

vista di una riunione preparatoria da tenersi con Hobsbawm alla vigilia dell’assise

Ivi.,16agosto1955.694

Ivi.,23agosto1955.695

Ivi.,LeIeradiS.Bertelli(Is?tutoGramsci)aD.Can?mori,19agosto1955.696

IG, AIG, Serie 3 - Corrispondenza dei direIori, soIospecie 2 - Corrispondenza NaIa, UA 41 -697

CorrispondenzaNaIa1956,LeIeradiS.BertelliaA.NaIa,12agosto1955.

Ibid.698

Ivi., Serie 4 - Asvità dell’Is?tuto, SoIoserie 2 - Convegni, seminari, inizia?ve culturali, UA 55 -699

Corrispondenza1954-1957,LeIerediD.Can?moriaA.NaIaeaS.Bertelli,15agosto1955.

Ivi.,Serie3 -CorrispondenzadeidireIori,SoIoserie2 -NaIa,UA41-Corrispondenza1954-1958,700

LeIeradiS.BertelliaA.NaIa,19agosto1955.

Ibid.701

Ivi.,LeIeradiA.NaIaaD.Can?mori,18agosto1955.702

Ivi., Serie 4, Asvità dell’Is?tuto, SoIoserie 2 - Convegni, seminari, inizia?ve culturali, UA 55 -703

Corrispondenza1954-1957,LeIerediG.GerratanaaS.Bertelli,29agosto1955.

�155

primaparte:Re1

internazionale dell’EUR. Tali sforzi organizza?vi trovarono realizzazione e per alcuni

aspes risultarono anche fruIuosi. Sebbene gli ambien? dell’Is?tuto Gramsci

riscontrassero tra gli storici sovie?ci presen? al Congresso una preparazione

storiografica a volte non aggiornata , gli storici polacchi apprezzarono704

par?colarmente – come ha puntualizzato Karl Erdmann analizzando riviste come

«Kwartalnikhistoryczny»e«Voprosy»– l’incontrocongli storicibritannicidi«Past

andPresent»econglistoriciitalianidell’is?tutoGramsci .705

Èparsoopportunosoffermarsisuquest’episodioinquantopermeIedicogliere

un aspeIo della «scoperta dell’Italia» faIa da Hobsbawm dal punto di vista però

italiano,edirisponderealladomandasulperchéecomenelgirodipochiannisisia

creatounrapportointensoeduraturotraHobsbawmegliambien?culturalidelPCI.

Di certo influirono le sue qualità umane: Hobsbawm creava con facilità relazioni

empa?cheeavevaunapar?colarecapacitàdisedurreisuoiinterlocutori,risultando

fin dal primo incontro «molto in gamba e anche assai simpa?co» . Anche tra le706

personecheloavrebberoincontratodecennipiùtardi,quandoormaiavevaraggiunto

una certa notorietà, l’impressione che dava era sempre posi?va . C’era però707

dell’altro:ilcontestoincuieglisiinserì,anchesemplicementeaccendendolascin?lla

diunincontroconglistoricid’oltrecor?nanelseIembre1955,gli fufavorevole.La

fondazioneGramsciallafinedel1954erastatateatrodiunapolemicadaitonimolto

duri, da cui stava nel 1955 cercando di uscire reindirizzando la propria asvità. Più

voci intelleIuali avevano infas avanzato una serie di cri?che verso un is?tuto che

non si era dimostrato all’altezza dei suoi proposi?, finendo per proporre un’asvità

seIariaelimitata.Larichiesta,rinforzatadallapresadiposizionedellostessoToglias

che aveva in quell’occasione insis?to sulla necessaria autonomia dei ricercatori

rispeIo al par?to, era quella di una maggiore concretezza e di una maggiore

ampiezza degli orizzon? . Trasformatosi da fondazione ad is?tuto, soIo la nuova708

direzionediNaIa ilGramsci si proponeva tra le altre coseanchedi intensificare le

P.Alatri,Acolloquio con lo storico sovie1coA. Sidorov, in«Rinascita»,1955/9,pp.569-572.Anche704

Can?morineisuoi«Epiloghicongressuali»(955-956)faràcri?cheaAnnaPankatova.

Sull’importanzadeicontasconglistoricidi«PastandPresent»econquellidell’Is?tutoGramsciper705

glistoricipolacchiesovie?ci,apar?redaunosguardosullerivistedeglistoricid’oltrecor?na,haparlatoK.D.Erdmann,TowardsaGlobalCommunityofHistorians,cit.,pp.235-236.Un’ecodiques?rappor?traglistoricidell’Europadell’Estel’Is?tutoGramscisonodariscontrareinNiektorespostrzezeniaiwniowskiz XKongresuNaukHistorycznychwRzymie, «Kwartalnikhistoryczny», 1956/1,pp. 3-11e in«VoprosyIstorii»,1956/2,pp.214-19.

SNS,CDC,LeIeraE.RagionieriaD.Can?mori,16agosto1955.706

AldoAgos?chesarebbeentratoinrapportoconHobsbawmneglianniSeIanta,nericordalagrande707

disponibilità e una par?colare gen?lezza: tes?monianza orale di A. Agos? all’autrice, marzo 2015.Alber?naViIoria,cheloavrebbeincontratonegliambien?dellafondazioneGramscineglianniOIanta/Novanta,nehaevocatolasimpa?aelacordialità.

A.ViIoria,TogliaÅegliintelle.uali.Storiadell’Is1tutoGramsci,cit.,pp.46-70;G.Zazzara,Lastoriaa708

sinistra,cit.,pp.112-116.

�156

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

relazioniconilmondouniversitario .Laspinta–chetrasparedalleconversazionitra709

Bertelli, NaIa e Can?mori sopra ricordate – verso un dialogo con ambien?

accademici anche internazionali, come ad esempio quello degli storici marxis? di

«Past and Present», doveva rispondere al progeIo di sprovincializzare l’asvità del

Gramsci e di aprirlo a un confronto con altre culture storiografiche. Hobsbawm si

inserì in questo spazio: garan?va cioè al Gramsci un’apertura verso il mondo

anglosassone che in Italia risultava sinonimo di modernità. Nelle sue memorie

avrebbescriIo:

Adifferenzadegli inglesi edei francesi gli italiani sonoaffascinan?, lusinga?eanche

sprona?dall’interesse chegli stranieri dimostranoper le loro vicende, ancheo forse

sopraIuIoquandoques?stranierisonovisibilmentediversida loro. […]Equasiogni

riconoscimento dei risulta? italiani che provenisse dall’estero era salutato con

favore .710

Già l’accoglienza che Hobsbawm aveva ricevuto nel 1952 dal precedente

direIore della fondazioneGramsci, AmbrogioDonini, rientrava trasversalmente nel

propositodelPCIdidiffondereancheoltre iconfininazionali i tes?diGramsci.Una

diffusione che in Gran Bretagna, nonostante mediatori di alto livello come Sraffa,

stentava a concre?zzarsi nei canali editoriali ufficiali , ma che – come si vedrà –711

avrebberaggiuntodilìapochianniunarealizzazioneconcreta,seppurparziale,grazie

anche alla conoscenza che proprio Hobsbawm andò acquisendo in Italia dei tes?

gramscianiealladiffusionecheassiemeadaltriavrebbeincen?vatoall’internodegli

ambien? marxis? britannici. Nel 1958 quando l’Is?tuto romano organizzò la sua

prima uscita scien?fica ufficiale con il primo convegno internazionale di Studi

gramsciani, fu premura degli uomini del Gramsci invitare anche amici britannici:

ricercaronodapprimalacollaborazionediMauriceDobbacuichieserodientrarenel

comitato d’onore del convegno , quindi quella di Hobsbawm a cui Franco Ferri712

espresse«anomedell’Is?tutolasperanzadipoter?averetraipartecipan?ailavori»

con una «comunicazione su qualche aspeIo di Gramsci» . Onorato dell’invito,713

Hobsbawm si rese disponibile «if there is anything I can do to help you from the

Bri?sh end»: fece quindi presente a Ferri la recente pubblicazione di un’antologia

Ivi.,p.116.709

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.388-389.710

T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,pp.711

IG,AIG,Serie4 -Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2 -Convegni, seminari, inizia?veculturali,UA78 -712

Convegnodistudigramsciani,1957-1958,soIocartellaM.Dobb,CorrispondenzatraBianchiBandinellieDobb,seIembre1957.

Ivi.,soIocartellaE.Hobsbawm,LeIeradiF.FerriaE.Hobsbawm,9novembre1957.713

�157

primaparte:Re1

gramscianainGranBretagna .714

Fupropriosuquest’aspeIochel’is?tutoGramsci,avutano?ziadell’assenzadiDobb

alcongresso ,caldeggiòsiconcentrasselarelazionediHobsbawm :unarelazione,715 716

faIa in italiano incuidiedecontodell’influenzadiGramscinelRegnoUnitoedello

sforzocheglistoricimarxis?britannici–comesivedràmeglionelprossimocapitolo–

avevanonelfraIempofaIoperpubblicareGramscianchenelRegnoUnito .717

Ilpropositodell’Is?tutoGramscidimirareacollaborazioniesterenonsirealizzò

solo con l’estemporaneo intervento di Hobsbawm al convegno gramsciano, ma si

concre?zzò in modo più compiuto di lì a breve, quando l’Is?tuto diede vita alla

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,29seIembre1957.714

Ivi.,soIocartellaM.Dobb,LeIeradiDobbaBianchiBandinelli,7dicembre1957.715

Ivi.,CorrispondenzatraHobsbawmeFerri,10,14,18,24dicembre1957e4gennaio1958,dacuisi716

evince una contraIazione tra i due circa la copertura delle spese di viaggio. Ferri, che inizialmenteproposeunrimborsoparziale,allafine,dopol’autautdiHobsbawm,gligaranï«tuIoilnostroaiutoperletuespese»:indicediquantogliitalianiritenesseroimportantelapartecipazionediunrappresentanteinglese.

Intervento di Eric Hobsbawm, in Studi gramsciani. AÅ del convegno. Roma 11-13 gennaio 1958,717

EditoriRiuni?,Roma1958,pp.535-536.

�158

EricHobsbawmalprimoconvegnodistudigramsciani(Roma,gennaio1958).

secondocapitolo:Lascopertadell’Italia

seconda «importante occasione [dopo il congresso] di rilancio – come l’ha definita

Alber?naViIoria–dellapoli?caculturaledelPCIedello[stesso]Is?tutoGramsci,sul

piano dell’alta cultura» : la nascita di una nuova rivista, edita e finanziata718

dall’is?tuto. «Studi Storici», una delle tante riviste che sarebbero nate nel post

1956 , uscì su inizia?va di un gruppo di giovani storici quali Ragionieri, Procacci,719

Zangheri, Rosario Villari e soIo la direzione di Gastone Manacorda . Proprio720

quest’ul?mo,grazieallamediazionediCan?mori,coinvolseHobsbawmnelprogeIo.

NonostanteCan?morisimantenessedistanteepiuIostodiffidenterispeIoaquesta

nuovainizia?vaeditoriale ,daLondraavvisaval’amicoromanodiaverincontrato–721

incompagniadiCorradoVivan?eAlbertoTenen? –Hobsbawmediavergliparlato722

del progeIo della nuova rivista, annotando in calce l’indirizzo di quest’ul?mo .723

Manacorda,ringraziandoloperlamediazione ,nontardavaasfruIareilcontaIo ,724 725

che si sarebbe concre?zzato ben presto: nel suo primo anno «Studi Storici» ospitò

infas,comesi vedrà,uncontributo in cuiHobsbawm,adistanzadialcuniannidai

primi ar?coli apparsi su «Past and Present», presentava al pubblico italiano la sua

riflessionesullacrisidelXVIIsecolo .726

NeiprimianniSessanta inoltredivenne lavoce inglesedi«Rinascita».Sefino

adalloralarivistaavevadedicatounospazioestremamenteresidualeallasituazione

britannica ,preferendofocalizzarel’analisipoli?cainternazionalesualtricontes?,la727

penna di Hobsbawm a cadenza ristreIa aprì a par?re dal seIembre 1963 – con

A.ViIoria,La‘ricercaoggeÅva’:ilrapportofralapoli1caelaculturaperGastoneManacordaeDelio718

Can1mori.Introduzionealcarteggio,inD.Can?morieG.Manacorda,Amiciperlastoria,cit.,p.112.

D.Bidussa,Storiaestoriografiadelmovimentooperaionell’Italiadel secondodopoguerra.Glianni719

dellaformazione(1945-1956), inL.Cortesi(acuradi), Ilsocialismoe lastoria.StudiperStefanoMerli,Franco Angeli, Milano 1998, pp. 183-230; M. Scos, ‘Passato e Presente’ (1958-1960). Tra i faÅd’Ungheria e l’elaborazione del centrosinistra, in «Passato e presente», 2004/62, pp. 57-84; Ead.,Dasinistra.Intelle.uali,par1tosocialistaitalianoeorganizzazionedellacultura(1953-1960),Ediesse,Roma2011,pp.200-240;G.Zazzara,Lastoriaa sinistra,cit.,pp.118-120;Ead.,DelioCan1morie la ‘Rivistastoricadelsocialismo’.CarteggioconLuigiCortesieStefanoMerli,in«Belfagor»,2009/5,pp.567-595.

G.Manacorda,Nascita di una rivista di tendenza (1985), in Id., Ilmovimento reale e la coscienza720

inquieta,cit.,pp.293-297;G.Procacci,ConGastoneManacordaa‘StudiStorici’, inivi.,pp.301-311;R.Villari,IncontroconGastoneManacorda,inivi.,pp.312-319;A.ViIoriaeG.Bruno,NotaintroduÅva,in«StudiStorici»,Indice1959-1984,acuradiG.BrunoeA.ViIoria,Ed.RIuni?,Roma1985.

A.ViIoria,La‘ricercaoggeÅva’,cit.,pp.114-125.721

CartolinadaLondrafirmatadaCan?mori,Hobsbawm,Tenen?,Vivan?aManacorda,giugno1959,in722

ivi.,p.406.

LeIeradiD.Can?moriaG.Manacorda,10giugno1959,inivi.,p.404.723

LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,13giugno1959,inibid.724

LeIeradiG.ManacordaaD.Can?mori,28giugno1959,inivi.,pp.409-410.725

E.Hobsbawm,IlsecoloXVIInellosviluppodelcapitalismo,in«StudiStorici»,1959-60/4,pp.661-676.726

FrancoCalamandrei, il corrispondentede«l’Unità»da Londra, aveva contribuito conalcuni ar?coli727

ancheper«Rinascita»;A?tolod’esempio:F.Calamandrei, Il risvegliodel LabourParty, in«Rinascita»,1960/11,pp.909-914.SivedaF.eP.Calamandrei,Unafamigliainguerra:le.ereescriÅ(1939-1956),A.Casellato(acuradi),Laterza,Roma-Bari2014.

�159

primaparte:Re1

qualche an?cipazione su «Società» – ai leIori comunis? italiani la possibilità di728

conoscere dall’interno la realtà poli?ca, sindacale e sociale del Regno Unito, in un

momentodi transizionedai governi conservatori aquelli laburis?guida?daHarold

Wilson,dicuiHobsbawmdavacontocontagliopolemico.Fuancheinquestomodo

che Hobsbawm divenne conosciuto negli ambien? comunis? italiani a livello

nazionale.LucioSponza,chesarebbestatoallievodiHobsbawmalBirkbeckCollege

all’inizio degli anni SeIanta, ha recentemente ricordato che scoprì con stupore la

produzionestoriograficadiHobsbawmsolounavoltainInghilterra,credendolofinoa

quelmomento–proprioapar?redallecolonnedi«Rinascita»–unfinegiornalista .729

La vicinanza traHobsbawme il PCI e il valore che inquestoavvicinamentogiocò il

modellodiintelleIualegramscianotrovònellacrisidel1956unmomentodecisivo.

E. Hobsbawm, La poli1ca inglese nel XX secolo, in «Società», 1958/1, pp. 101-118; ar?colo che728

riprende, ampliandolo, il testo pubblicato con il ?tolo Twen1eth-Century Bri1sh Poli1cs, in «Past andPresent»,1957/11,pp.100-108.

L. Sponza, Eric Hobsbawm. Un ricordo personale. Intervento tenuto in occasione del convegno729

Ascoltare il lavoro. Seminario di storia e scienze sociali, nella sessione di apertura in?tolata Storici allavoro. Omaggio a Eric Hobsbawm, Venezia 9-10 maggio 2013, in «storiAmestre», <hIp://storiamestre.it/2013/05/hobsbawmunricordo/>.

�160

primaparte:Re1

Terzocapitolo

1956

3.1.Lachiavedell’autoritraUo

NellarappresentazionecheHobsbawmavrebbeelaboratodisestesso il1956

occupa un posto di primo piano. A seguito degli even? di quell’anno, da un lato il

rapporto segreto con cui Khrushchev denunciò i crimini di Stalin e dall’altro la

repressione della rivoluzione ungherese , la quasi totalità dei membri730

dell’Historians’ Group del CPGB uscì nel giro di pochimesi dal par?to. Hobsbawm

invece rimase. Fu questa una scelta che egli avrebbe trasformato nella chiave

interpreta?va del suo percorso biografico. Divenuto personaggio di fama

internazionale,imediadituIoilmondononmancaronomaidiporgliladomandasul

perché non lasciò il CPGB dopo il 1956 e sul perché non rinnegò mai la propria

adesione comunista. Le sue memorie autobiografiche, scriIe all’età di 85 anni,

ruotanoaIornoaquestadomanda.LarispostacheHobsbawmviavrebbeelaborato

è questa: a differenza dei suoi compagni britannici, egli rimase leale almovimento

comunista perché vi era entrato – scrisse – in un contesto geografico e temporale

diverso.Eradiventatocomunistanonda studenteuniversitarionell’Inghilterradegli

anni Trenta, com’era successo a mol? suoi compagni, ma da adolescente in una

repubblicadiWeimarormaialcollasso,quandoesserecomunista–disse–significava

daunlatoan?fascismoedall’altroRivoluzioned’OIobre.Feceinoltreappello–come

pos?lla–adunamo?vazionepsicologica:l’orgogliopersonalediaverraggiuntoinun

mondoaspramentean?comunista risulta?professionalmenteal?nonostante lasua

tessera di par?to . Si traIa, come ha commentato Perry Anderson, di una «plain731

biographicaltruth,wellstated»mapococonvincenteelacunosa .AncheSilvioPons732

hanotatochel’autobiografiadiHobsbawmsedaunlatoèriccadisignifica?vispun?

percomprenderel’adesionealcomunismo,dall’altrolato«offersveryliIleevidence

M. Flores, 1956, Il Mulino, Bologna 1996; sulle ripercussioni del XX congresso del PCUS sul730

movimento comunista internazionale e sul suo significato poli?co si veda F. Gori (a cura di) Il XXCongressodelPCUS,FrancoAngeli,Milano1988.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.242-243.731

P.Anderson,TheAgeofEJH,in«LondonReviewofBooks»,3oIobre2002,p.5.732

�161

terzocapitolo:1956

on the erosion of communist iden?ty» e, si può aggiungere, anche sulla sua733

trasformazione dopo la crisi del 1956. Proprio nel corso di quell’anno infas

Hobsbawmavrebbefissatoundecisivocambiamentonellasuamilitanzacomunista:

nonsolorimasenelpar?to,maconquell’annoavvennelasuaadesione«ufficiale»al

Par?tocomunista italiano.Avrebbechiuso lesuememorieautobiografichesul1956

affermandoche:

Anche se, al contrariodellamaggiorpartedeimiei amici delGruppodegli storici, io

rimasi nel par?to comunista, la mia situazione di uomo che aveva perso i propri

ormeggipoli?cinoneramoltodiversadallaloro.[…]EssereiscriIoalpar?tononaveva

piùlostessosignificatocheavevaavutofindal1933.Inpra?camiriciclai,passandoda

militanteacompagnodistradaosimpa?zzanteo,perdirlainaltritermini,damembro

effesvodelpar?tocomunistabritannicodiventaiunaspeciedimembrospiritualedel

par?tocomunista italiano, cheeramoltopiùconsonoallamia ideadi comunismo. (I

comunis?italianicontraccambiaronolemiesimpa?e) .734

Oltrearimarcareunadiscon?nuitàtralasceltache–dopomesididiscussioni–egli

fece a differenza dei suoi compagni dell’Historians’ Group, Hobsbawm nelle sue

memorieavrebbedunquesoIolineatoancheunadiscon?nuitàrispeIoalsuopunto

di riferimentopar??co: nonpiù quello britannico, bensì quello italiano.Dicendodi

raccontaregli avvenimen?diquell’annooscillando tra laposizioneedi storicoedi

biografodisestesso,Hobsbawmavrebbedunquepresentatoil1956comeunannodi

svoltaediroIuranellasuaesperienzabiografica.Fudavverocosì?

Perprovare–comesifaràinquestocapitolo–arispondereaquestadomanda

opportunorisultaanteporreunanotadimetodo.Lavorareaduna“biografiaitaliana”

di Hobsbawm non significa solo ricostruire re? e scambi internazionali di un élite

intelleIuale.Richiedediragionareanchesull’iden?tàcomunistadellostoricoinglese,

perchiedersiseequalitrasformazioniessaabbiasubitonell’incontroconilPCI.U?le

nell’affrontare questo aspeIo, appare immaginare lo storico inglese come un

soggeIo «liminare», un aIore di connessioni e in movimento tra queste due735

tradizionicomuniste.Evitarediragionareinterminischema?camentecompara?vi 736

e immaginare Hobsbawm come un soggeIo ibrido, in movimento tra due par??

S. Pons, History as Autobiography. Communism in EJH’s “Short Century”, in «Journal of Modern733

EuropeanHistory»,2013/4,p.416(410-416).

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.241.734

Riprendo qui i conces di “connected histories” formulato da Subrahmanyam, come quello di735

“histoirecroisée”coniatodaWernereZimmermann.

Perun’analisidellecri?cheavanzateversoilimi?delmetodocompara?vohotrovatou?leH.G.736

Haupt,Compara1veHistory:aContestedMethod,in«BuildingthePast.OnlinePaper»,papern.2.(s.d.),<hIp://virgo.unive.it/eurodoct/ed/index.php?op?on=com_content&view=category&id=49&Itemid=77>,pp.1-15.

�162

primaparte:Re1

comunis?, comporta dei vantaggi. PermeIe in primis di superare alcune cri?che

mossealgenerebiograficodallastoriografiadeglianni’80 :aiutacioèanonridurre737

lasuaindividualitàadunaeccessivaaderenzaalgruppopoli?co(néquellodiorigine

né quello di “adozione”) e permeIe di non cadere in una ricostruzione lineare e

coerentedellasuaesperienzapoli?ca,maalcontrariodievidenziarneleincertezzee

lecontraddizioni.SeguireilmodoincuiHobsbawm,iscriIoalCPGBeasvomembro

delGruppodeglistoricidiquelpar?to,entròinsintoniaconilmovimentocomunista

italianoomegliocon iver?cidelseIoreculturaledelPCIproprioaseguitodel ‘56,

permeIe in altre parole di cogliere con maggiore facilità quelli che Edward P.

Thompsonhachiamatoi«nodiconfliIuali»dell’esperienzapoli?cadiunindividuo,in

mododailluminare«ilsuoaIeggiamentoeilmodoincuilasuamentesiconfronta

con il mondo» . Credo anche compor? una riflessione su ciò che recentemente738

GiovanniLeviha individuatocomeil«sensopluraledell’in?mità»diun individuo ,739

cogliendo idiversi livellidi iden?ficazionediHobsbawm. Insecondo luogo,studiare

l’aIeggiamento tenuto da Hobsbawm in occasione della crisi del 1956,

immaginandolo come un soggeIo ibrido permeIe sopraIuIo di trovare maggiori

risposte alle lacune evidenziate, tra gli altri da Anderson e Pons sulla sua iden?tà

poli?cae sullanaturadella sua vicinanzaal PCI.Ma come?Non solo rifacendosi al

materialearchivis?codell'epoca,maancheaffrontandoites?cheHobsbawmscrisse

nel1956enegliannidipocosuccessivi.Traques?verràdataaIenzioneinpar?colare

a Primi1ve Rebels, il libro pubblicato nel 1959 che – come si è visto – nasceva a

par?re dai suoi viaggi e dai suoi contas italiani. Verrà analizzato non solo per i

contenu?ma–seguendoilconsigliodiNatalieZemonDavis –cercandodicogliere740

inesso,nelsuolinguaggioenellasuastruIuralestrategieelamentalitàdell’autore.

Inquestocapitolo,dunque,si ripercorreranno lesceltediHobsbawmin lineacono

divergen?dalrestodelgruppodeglistoricidelpar?tocomunistabritannico,cercando

di capire non tanto perché rimase nel par?to, quanto perché non lo lasciò. Per

rispondereaquestedomande,sifermeràlosguardoprimasullareazionedelGruppo

deglistoricicomunis?britannici,vedendopoicomeHobsbawmsimosseeall’interno

diessoeinazioniindividuali;conl’obiesvodicapireinfinesenelsuoavvicinamento

alPCIeglivisseuntotalecambiamentoopiuIostounariconfermadisestesso.

G. Levi, Les usages de la biographique, in «Annales. Histoire, Sciences Sociales», 1989/6, pp.737

1325-1336; P. Bourdieu, L’illusion biographique, in «Actes de la recherche en sciences sociales»,1986/62, pp. 69-72; J. Le Goff, Comment écrire une biographie historique aujourd’hui?, in «Débat»,1989/54,p.49.

E.P.Thompson,ApocalisseeRivoluzione.WilliamBlakeelaleggemorale,Cor?naEd.,Milano1993,738

p.11.

G. Levi, In1mité marrane, in «Penser/Rêver», 2014/25, pp. 103-113; tr. it. in «Storiamestre», 31739

dicembre2015,<hIp://storiamestre.it/2015/12/in?mita-marrana/>.

N.ZemonDavis,LadoppiavitadiLeonel’Africano,Laterza,Roma-Bari2008,p.14.740

�163

terzocapitolo:1956

3.2.RoUure

«Aquestopuntoiltaccuinorossoeraimbostodiritaglidigiornalechesiriferivanoal

XX congresso del par?to comunista in Russia, di leIere delle persone più disparate

sulla linea poli?ca del par?to, di appun? su riunioni poli?che, ecc. Questamassa di

carta era statamessa insieme con strisce di gomma e appuntata alla pagina con un

fermaglio.PoiricominciavalacalligrafiadiAnna» .741

AnnaWulf,alteregodiDorisLessingnelsuocapolavoroIltaccuinod’oro,davaquindi

contoneldiariodedicatoallasuamilitanzacomunistadellafrene?caasvitàpoli?ca

incuisieraimmersatralaprimaverael'estatedel1956.Inquelfrangentemol?suoi

compagni«colcuorespezzatoe[…]pienidicinismo»abbandonavanoilCPGB .Non742

erano solo i suoi amici, scriIori e intelleIuali del mondo bohémien londinese, a

prenderequestadecisione;reazionisimilisiriscontravanoancheinquar?eripopolari

comequellidell'EastLondon. InBrododipollocon l’orzoadesempio,testoteatrale

del 1958 in cui ArnoldWesker riversava la sua esperienza personale e familiare, il

protagonistaRonnieKahn,figlioventennediunafamigliacomunistaoperaiadiorigini

ungheresi, veniva lacerato di fronte al faIo che il «grande ideale […] e[ra] esploso

soIogliocchi» .AnnaWulf,perfarfronteaquellosmarrimento,sieraimpegnata743

conconvinzioneefiducia,atrasanchecontoniironici ,inunripensamentototale744

del par?to: un lavoro di riflessione che però – chiosava – non aveva «concluso

assolutamente nulla» , lasciandola – come era successo anche a Ronnie –745

profondamentedisillusa.

Alla fine del novembre di quell’anno, dopo che le truppe sovie?che erano

entrate a Budapest, Lessing scrisse a John Gollan (il nuovo segretario del par?to,

D.Lessing,Iltaccuinod’oro,Feltrinelli,Milano2014,[ed.or.1962],pp.487-488.741

Ivi.,p.488.742

A.Wesker,Brododipollocon l’orzo, in id.,Trilogia,Einaudi,Torino1962,aIoterzo,scenaseconda.743

Sull’origine autobiografica di questa dramma teatrale si veda la citazione di alcune pagine del diariotenuto da Wesker nel 1956 presente in F. BeckeI, Enemy Within. The Rise and Fall of the Bri1shCommunist Party,Murray Publishers Ltd., Londra 1995, pp. 139-140. Per un’analisi della produzioneteatrale diWesker in relazione alla situazione poli?ca degli anni Cinquanta e Sessanta rimando a D.Rebellato,1956andAllThat:TheMakingofModernBri1shDrama,Routledge,London1999,pp.10-16.

L’uso dell’ironia come veicolo di dubbio e messa in discussione della linea poli?ca all’interno del744

par?tocomunistasiriscontraancheinunaltrotestodiLessing, ilraccontobreve IlgiornoincuiStalinmorì(Ed.ETS,Pisa2014,conintroduzionediCris?naGamberi),chevenneoriginariamentepubblicatoin«TheNewReasoner»nell’autunnodel1957echehamol?echis?lis?cietema?ciconIltaccuinod’oro:ilraccontobreverappresentò,adeIadellastessaLessing(Camminandonell’ombra,cit.), laprimabozzadelsuccessivoromanzo.

D.Lessing,Iltaccuinod’oro,cit.,p.488-489.745

�164

primaparte:Re1

succedutoalmalatoPolliI)per comunicare le suedimissionidalCPGB .Permesi746

erarimastanelpar?toeavevapersuasoaltriafarlo,perchéavevaripostosperanzedi

rinnovamentonellasualeadership;oraperò–dicevacontonorisoluto–nonc’erano

piùlecondizionipercon?nuare.Seilpar?tobritannico,primadell’invasionesovie?ca

dell’Ungheria,avevaancoratuIeleopportunitàperprendereledistanzedaMoscae

dar vita a un processo di rinnovamento intero aIraverso «public cri?cism» e «re-

educa?on», ora era giunto a un punto di non ritorno. La dirigenza del par?to,

negando dopo il XX congresso del PCUS qualunque discussione interna, aveva

dimostrato di non avere il coraggio di ripensare con autocri?ca la storia dello

stalinismo; aveva con?nuato nella menzogna, distorcendo e insabbiando le

informazioni, servendosianchedell’«an?-intellectualphilis?nism in theParty».Non

aveva faIo altro – con?nuava Lessing – che meIere in aIo le stesse pra?che di

soppressione stalinista: l’aIeggiamento verso «The Reasoner» – su cui tra breve si

dirà–neeraunesempio.Neinumerosidibas?acui leiavevapresoparte inquei

mesi i quadri dirigen? del par?to «turned not to science but to religion, not to

inves?ga?onbutto‘convic?on',nottoargumentbuttotherule-book»;avevanocioè

mostratounaIeggiamentodemagogicoeun tonodi superiorità,finendoper«find

themselves?meaâer?meinaminority(oâenofone)–anddrewnoconclusions».

L’invasione sovie?ca dell’Ungheria aveva toccato poi ques?oni umane di primaria

importanza che non potevano essere eluse; era un faIo di tale gravità che «has

destroyed thenameofSocialismand itsnature». La sceltadelpar?tobritannicodi

appoggiaretalepoli?caloavevadiscreditatoagliocchiditus;imigliorimembridel

par?to– commentava Lessing– sen'eranoanda?,«there remain theyes-menand

thehangmen».Noneradunquepossibileperleicon?nuarealavorareperunpar?to,

prendendoordinidallasuadirigenza,incuinonavevapiùalcunafiducia.

Fu questa la decisione che mol? amici di Lessing, tra i quali mol? membri

dell'Historians'Grouppreseronell’autunnodel1956oqualchemesepiùtardi.Giànel

marzodiquell'anno,quandoeranoiniziateadiffondersileprimeindiscrezionicircail

rapporto segretodi Khrushchev, eranoapparse sul «DailyWorker» le prime voci di

cri?ca.«‘FororagainsttheEC’wasnotthemainissue,atleastintheearlierstages»

quando, avrebbe ricordato Margot Heinemann, le riflessioni avevano toccato

piuIosto nel profondo la propria coscienza e iden?tà comunista ;ma ben presto747

erano emerse cri?che: Rodney Hilton, Maurice Dobb, Ronald L. Meek, Maurice

Cornforth,BridgeteChristopherHillavevanoavanzatodall'organoufficialedelpar?to

richiestedimaggioreinformazioneinmeritoaitemitraIa?nell'assisemoscovitaedi

HullHistoryArchive[d’orainpoiHHA],JohnSaville’sCorrespondence[d’orainpoiJSC],Box7,1956,746

LeIeradiD. Lessing a J.Gollan, 30novembre1956. Tale leIera è accompagnatadauna leIera [nondatata]dellastessaLessingaJ.Savilleincuiavvisal’amicocheglistavainviando«acopyofaleIerIsentJohnnyGollan».DallaleIeradidimissionisonotraIeanchelesuccessivecitazioni.

M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.45(43-57).747

�165

terzocapitolo:1956

una aperta discussione all'interno del proprio par?to . La leIura del significato748

poli?co del XX congresso del PCUS avanzata dalla dirigenza britannica non era per

loro soddisfacente: George MaIhews, vice segretario nazionale del par?to, si era

limitato infas a commentare la sola relazione pubblica del leader sovie?co. Dalla

corrispondenzadiHobsbawmconHeleneRaymond,suaamicacomunistaparigina,si

evince il tenta?vo che in quei mesi prendeva piede di una ricerca su scala

internazionaleealivelloinformaledi informazioniesaus?vesuitemitraIa?ilmese

primaaMosca:temisucuilastampadipar?tosiabritannicachefranceserimaneva

elusiva .749

Seguirono nuove discussioni e richieste di maggior informazione. Richieste che la

leadershipdelpar?tobritannicodisaIese:inoccasionedelXXIVcongressonazionale

del CPGB che ebbe luogo alla fine di marzo, e su cui mol? intelleIuali comunis?

riponevano speranze , la ques?one sovie?ca venne quasi del tuIo ignorata. Nel750

corsodiunariunioneriservatasoloadunnumeroristreIodidelega?PolliIresenote

alcunedellerivelazionidiKhrushcheveconfermòpienafiducianell’UnioneSovie?ca

enellalineapoli?caespressanelcorsodelXXcongressodelPCUS.Fuunaposizione

chedeluseprofondamentechipensava,comeEdwardP.Thompson,cheilcongresso

avrebbeportato all'entrata di «oneor twomen, like Bernal orHill, on the ECwho

would retain the confidence of the intellectuals» . La posizione che l'Execu?ve751

CommiIeevidimostròglirisultòinvece«inexplicable» .Scrivendoall'amicoSaville752

proprioneigiornisuccessivialcongressoThompsoncommentò:«NeverhaveIknown

suchawetfla}ishslappedonthefaceasour24th[PartyCongress]» .Ancoraalla753

metà di maggio i giornali di par?to con?nuavano a parlare di Stalin «as an

outstandingMarxistleader»perlastoriainternazionale;glierroriegliabusidichiara?

al XX congresso erano da ricondurre al culto della personalità e all’assenza di una

leadership collesva. Il faIo che la dirigenza sovie?ca li avesse denuncia? era

sintomo,diceva ilpar?to,di«Communisthonestyand integrity»;rinforzatodunque

N.Wood,CommunistandBri1shIntellectuals,cit.,p.195.748

MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond749

(1952-1962), LeIera di H. Raymond a E. Hobsbawm, 16marzo 5196, (937/1/2/9). Helene scriveva aHobsbawmchiedendogliseerainpossessodeltestodichiusuradelcongressosovie?coedeldiscorsodiKhrushchev;intalcasoglichiedevadifarglieloavere:ilPCFstavaboicoIandoleinformazioni,cosachelasciavaleieisuoicompagniinpienodisordine.

Christopher Hill, ad esempio, esprimendo a John Saville una totale condivisione della sua750

puntualizzazione(faIaconunaleIeraprivataaPolliIametàmarzo)circaleconseguenzenega?vecheunachiusuradellastampadipar?toadunaapertadiscussioneavrebbeportato,glidavaappuntamentoal Congresso nazionale.HHA, JSC, Box 7 - 1956, La leIera di C. Hill a J. Saville, 23marzo 1956. Sullacontenu?dellaleIeradiSavilleaPolliIsivedaJ.Saville,MemoirsformtheLef,cit.,p.103-104.

LeIera di E. P. Thompson a J. Saville, 4 aprile 1956, riportata in J. Saville,Edward Thompson, the751

CommunistPartyand1956,in«SocialistRegister»,1994,p.23(20-31).

LeIeradiE.P.ThompsonaJ.KlugmannriportatainG.Andrews,TheShadowMan,cit.,p.190.752

Ibid.753

�166

primaparte:Re1

eraillegameconlamadresovie?ca .754

Difronteaduntalearroccamentodelladirigenzadelpar?to,lerichiestediuna

«thoroughandwidespreaddiscussion» si fecero semprepiùpressan?, tanto che755

anchegliorganidipar?tofuronocostresadarneconto.Stavadiventandochiaroa

mol?comunis?–comehates?moniatoHeinemann–cheladiscussionechedoveva

prendere forma era da rivolgere non solo alla storia passata del movimento

comunista sovie?co, ma doveva interessare il presente e il futuro del comunismo

internazionale . I membri dell'Historians' Group giocarono in questo un ruolo di756

primopiano,diventandodifaIo–ChristopherHillintesta–l’opposizioneinternaal

par?to.RifleIendociallafinediquellostesso1956,JohnSavillecosìsiespresse:

It is, I think,significantthatofall the intellectualgroups intheCommunistParty,the

historianshave comeoutbest in thediscussionsof thepastninemonths– and this

surely is due to the fact that over the past decade the historians are the only

intellectualgroupwhohavenotonly tried touse theirMarxist techniquescrea?vely,

buthavetosomemeasuresucceeded .757

Proprio il XX congresso del PCUS – comeha ben rimarcato Teodoro Tagliaferri –758

reseevidenteaimembridell’Historians’GroupchelosforzoacuisieranosoIopos?

peresserericonosciu?pubblicamentecomestudiosian?dogma?cierafallitonelloro

approccioallastoriasovie?caeall’analisidellastoriacontemporanea,quando–come

avrebberetrospesvamentedeIoHobsbawm–«westoppedbeinghistorians[…]or

becamecynical» :avevano infasdeliberatamenteevitatodi studiaredeterminate759

epoche storiche o, nel farlo, avevano contribuito alla costruzionemi?zzata della760

A ?tolo d’esempio The Lesson of the 20th Congress of the CPUS. Resolu1on of the Execu1ve754

Commi.eeof theCommunistParty,adoptedon13May1956, in«WorldNews»,19maggio1956,pp.316-317.

J.Saville,ProblemsoftheCommunistParty,in«WorldNews»,19maggio1956,p.314.755

M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,cit.,p.47.756

LeIeradiJ.SavilleaE.P.Thompsondel29novembre56,citatainJ.Saville,The20thCongressand757

theBri1shCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.7(1-23).

T.Tagliaferri, ‘Diventare storicianchedel tempopresente’: la crisidel ’56e la storiografiamarxista758

britannica,in«Studistorici»,2006/1,pp.143-183.

E. Hobsbawm, The Historians’ Group of the Communist Party, in M. Cornforth, Rebels and Their759

Causes,cit.,p.41.

HobsbawmricordòpiùvoltecheevitòdioccuparsidireIamentedellastoriadell'UnioneSovie?caper760

lungotempocosìcomelimitò isuoistudifinoall’iniziodel ‘900perevitaredidoverfare icon?conlapropriasensibilitàdimilitantecomunistaoconquelladeipropricompagni.A?tolod'esempiosiveda:E.Hobsbawm,Intervistasulnuovosecolo,cit.,p.160.

�167

terzocapitolo:1956

realtà sovie?ca . Ques? toni autocri?ci iniziarono a emergere in seno al Gruppo761

nella primavera del 1956. Nella riunione del Full CommiIee del Gruppo tenuta l’8

aprile venne espressa una «profound dissa?sfac?on» verso la linea ufficiale che il

Par?to britannico aveva ribadito nel corso il XXIV congresso ; James Klugmann,762

storico e funzionario del par?to, si preoccupò di riportare alla dirigenza ques?

discorsi . Nelle riunioni successive – come vedremo – furono avanzate inoltre763

richieste, inprimisdaHobsbawm,diunadiscussioneapprofonditasulle implicazioni

lasciatedalXXcongressosovie?coallavorodeglistoricimarxis?britannici .Nonci764

fu però in quel frangente una presa di parola ufficiale del Gruppo; gli interven?

pubblicisullastamparimanevanoindividuali.

JohnSavillefuunodeiprimiasoIolinearesullepaginedi«WorldNews»come

fosse improrogabile interrogarsi – dopo il XX congresso del PCUS – su ques?oni

teoricheepra?che,rifleIendosu«theques?onofourastudetotheSovietUnion»

e«thepreserva?onandac?veextension,bothnowandinthefuture,ofinner-Party

democracy» . In assenza di un tale dibasto il par?to avrebbe rischiato – diceva765

Saville – di perdere la sua credibilità. Quando ormai si era dimesso dal District

CommiIeedelCPGBdelloYorkshire,EdwardP.Thompson,dallecolonnedel«Daily

Worker»proprioneigiorniincuiil«NewYorkTimes»pubblicavailtestointegraledel

rapportosegretodiKhrushchev,chiedevacontoalpropriopar?todiunventenniodi

«propagandaacri?ca»sulla storiae sulla realtà sovie?ca .Di lìapochesesmane766

Thompson richiamandosi aMilton («Giveme the liberty to know, to uIer, and to

agreefreelyaccordingtoconscience,aboveallliber?es»)domandavadallepaginedi

«WorldNews»quantevolte«weneglectedourna?veSocialism»,quantevolte«we

usedhothouseteststoproveourtheory‘correct’»;soIolineavacomedovesseessere

«Mol?dinoi,apar?redame,portanounagraveresponsabilità–affermòHillnel1957–peraver761

tenute nascoste alcune cose che conoscevano» (citazione ripresa da T. Tagliaferri, ‘Diventare storicianchedel tempopresente’, cit., p.171).Hill allametàdegli anniTrentaaveva trascorsounperiodo inRussia, durante il quale aveva imparato la lingua. Nella seconda metà degli anni Quaranta avevapubblicato un librino di propaganda sull’URSS (K. E. Holme [nome che è la trasliIerazione di Hill inrusso],TwoCommonwealths:theSoviersandOurselves,Londra1945)eunabiografiadiLenin(Leninandthe Russican Revolu1on, Londra 1947; ebbemolte ristampe). Aveva quindi omaggiato Stalin, alla suamorte,conunar?coloStalinandtheScienceofHistory,in"ModernQuarterly»,1953/4,pp.198-212.SuquestaproduzionediHillrimandoaP.J.Cornfiled,‘WeAreAllOneintheEyesoftheLord’:ChristopherHill and the Historical meanings of Radical Religion, in «History Workshop Journal», 2004/58, pp.115-116(110-127).

LabourHistoryArchiveandStudyCentre[d’orainpoiLHA],CommunistPartyofGreatBritainArchive762

[d’orainpoiCPGBA],CP/CENT/CULT/5/13,VerbalemanoscriIodella86°riunionedell’Historians'GroupCommiIee,8aprile1956,p.142.

G.Andrews,TheShadowMan,cit.,p.191.763

LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 87° riunione dell’Historians’ Group764

CommiIee,27maggio1956,p.144-145.

J.Saville,ProblemsoftheCommunistParty,in«WorldNews»,19maggio1956,p.314.765

E.P.Thompson,«DailyWorker»,4June1956citatoinT.Tagliaferri,‘Diventarestoricianchedeltempo766

presente’,cit.,p.167.

�168

primaparte:Re1

data importanzaal«moralprinciple inourpoli?calwork» .Chiedevaquindiche il767

par?toponesseallabasedellasuapoli?ca«are-birthofrealcontroversyinourpress

and throughout our organisa?on» . All’ar?colo di Thompson era dato,768

inusualmente,ampio risalto.Non tantoperdar spazioalle sueparoleperò,quanto

per permeIere al par?to una pesante requisitoria: all’intervento di Thompson

seguiva infas un lungo ar?colo di George MaIhews, che confutava la leIura di

Thompson, affermando che quello che egli aveva tracciato non era altro che A

CaricatureofOurParty,e riponevaallabasedellapoli?cadelpar?to il centralismo

democra?co.Fuunamodalitàdidibastochenonpiacque:ChristopherHillassieme

allamogliesichieseperché«musttherebeanofficialreplytoanar?cleintendedas

contribu?ontodiscussion?Whymustwebetold‘fromthetop’whattothink?Why

coulditnothavebeenleâtothereaderstoformtheirownopinion,andsendintheir

owncomment,onwhatE.P.Thompsonhadtosay?» .Necessario,ailoroocchi,era769

unripensamentodelsignificatoedellapra?cadelcentralismodemocra?co,unadelle

basi su cui si erano fonda? ipar??comunis?dagli anniVen? .Thompson replicò770

allareprimendadiMaIhewsinviandounnuovoar?colo,cheilsesmanalerifiutò.

Difronteatalechiusura,neigiorniincuiscoppiavanoiprimiscioperioperaia

Poznan in Polonia, Saville e Thompson progeIarono dalla loro posizione periferica

dello Yorkshireunanuova rivista. Presentata comeun forum di discussione interno

all’ambientecomunista,lain?tolarono«TheReasoner»;nellatestatariportavanouna

citazione di Marx: «To leave error unrefuted is to encourage intellectual

immorality» .SavilleeThompsonsirivolgevanoaimembridelpar?toproponendo771

loro quella discussione «truly democra?c» che il par?to non garan?va. Una

discussione che, secondo loro, doveva riguardare non solo il passato dell’Unione

Sovie?caedelpropriopar?tonazionale,malastessateoriamarxista:

E.P.Thompson,WinterWheatinOmsk,in«WorldNews»,30giugno1956,p.408(408-409).767

Ibid.768

B.eC.Hill,Inner-PartyDemocracy,in«WorldNews»,18agosto1956,p.525(524-525).769

Questo,presentatonelleTesisulruolodelPar1tocomunistanellarivoluzioneproletariainoccasione770

del II Congresso dell’Internazionale nel luglio 1920, era definito quale «il principio fondamentale delcentralismo democra?co [che] è costruito dall'eleggibilità delle cellule superiori si par?to da parte diquelle inferiori, dal caraIere totalmente vincolante ed essenziale di tuIe le istruzioni emanate dalleistanzesuperioriperleistanzainferiori,edallapresenzadiunafortedirezionecentralelacuiautoritàsiauniversalmentericonosciutapertusicompagnidirigen?».A.Agos?(acuradi),LaterzaInternazionale.Storiadocumentaria,Vol.I,1919-1923,Tomo1,Ed.Riuni?,Roma1974,p.232.

Sull’esperienzaeditorialedi«TheReasoner»,chesarebbepoiproseguito in«TheNewReasoner»e771

poiin«NewLeâReview»sirimandaaS.Woodhams,HistoryintheMaking.RaymondWilliams,EdwardThompsonandRadicalIntellectuals.1936-1956,TheMerlinPress,London2001;S.Hamilton,TheCrisisof Theory: E. P. Thompson, the New Lef and Postwar Bri1sh Poli1cs,Manchester University Press,Manchester2012;B.D.Palmer,ReasoningRebellion:E.P.Thompson,Bri1shMarxistHistorians,andtheMakingofDissidentPoli1calMobiliza1on,in«Labour/LeTravail»,2002/50,pp.187-216.

�169

terzocapitolo:1956

WetakeourstandasMarxists.Nothing intheeventsofpastmonthshasshakenour

convic?on that themethodsandoutlookofhistoricalmaterialism,developedby the

workofMarxandEngels,providethekeytoourtheore?caladvanceandthereforeto

theunderstandingof theseevents themselves;although it shouldbe said thatmuch

thathasgoneunderthename‘Marxism’or‘Marxism-Leninism’isitselfinneedofre-

examina?on.Historyhasprovidedachanceforthisre-examina?ontotakeplace;and

forthescien?ficmethodsofMarxismtobeintegratedwiththefinestradi?onsofthe

humanreasonandspiritwhichwemaybestdescribeasHumanism .772

La cri?ca era rivolta non solo alla leadership del par?to nazionale e all'esperienza

sovie?ca,maerarivoltaancheasestessiinquantointelleIualimilitan?delpar?to:

dichiaravano infas «our general failure to apply a Marxist analysis to Socialist

countries and to Soviet Union in par?cular. […] The failure bred Utopianism, and

encourage astudes of religious faith amongus»; era dunque tempo– dicevanodi

analizzare anche «our mistakes» . Il primo numero della rivista, ciclos?lata nella773

casa dei Thompson ad Halifax, fu pubblicato a metà luglio e raggiunse un’ampia

diffusione:ilprimonumeroandòesauritoinpochesesmane;venneripubblicatopiù

volte, per un totale di 650 copie. La fiIa corrispondenza dei mesi es?vi del 1956

conservatanell'archiviodi JohnSavilledocumentauncrescente interesse intuIa la

galassia comunista britannica verso l’esperimento di «The Reasoner» . Aderirono774

traglialtri,concontribu?eleIerepubblica?inrispostaaquantolastampadipar?to

man mano proponeva, Doris Lessing, gli storici Rodney Hilton e Ronald Meek, il

matema?co Hyman Levy e il vecchio G.D.H. Cole. Si traIò di un’esperienza in cui

confluì – come ha rimarcato StephenWoodhams – non solo l’indignazione che le

trauma?cherivelazionediKhrushchevcausarono,maanchelaconsapevolezzadiun

necessarioripensamentodelpar?to .775

Compitodeicomunis?nondovevalimitarsi–secondoThompson–aunaneIapresa

di posizione rispeIo al dogma?smo e al seIarismo dimostrato fino al recente

passato,madovevaconsistere inununriesameautocri?codelmovimentoeanche

del proprio comportamento individuale in esso: per una simile auto-riflessione

Why We are publishing, in «The Reasoner. A journal of discussion», luglio 1956/1, p. 2 (1-3).772

Recentemente quest’ar?colo assieme ad altri provenien? da «The Reasoner» e «TheNew Reasoner»sono sta? raccol? in: Flewers P., Mcllory J., 1956. John Saville, E.P. Thompson & The Reasoner, TheMerelinPress,Londra2016.

TakingStock,inivi.,pp.4-6.773

HHH,JSC,Box6,Misc1956,RichiestadisoIoscrizioneallarivistaeListadeinomiacuilarivistavenne774

spedita. Ibid,LeIera inviataa J. Savilledaunoperaio (firmanon iden?ficabile) iscriIoda22anninelpar?to che esprime la sua vicinanza alla rivista, 9 novembre 1956. Ivi, Box 7, 1956, LeIera di RalphSamuel a J. Saville, [senzadata,ma riferibile all’estate1956] in cuidandocontodella situazionedellacellulacomunistaaOxford,invialasoIoscrizioneperilsecondonumerodellarivista.

S.Woodhams,HistoryintheMaking,cit.,p.124.775

�170

primaparte:Re1

necessaria–ribadiva–eralademocraziainternaalpar?to.AinizioseIembreilCPGB

is?tuìunacommissionecheavrebbeavuto il compitodidiscuteredellademocrazia

internaalpar?to:un lavoro che, standoalla ricostruzionedel giornalistadel«Daily

Worker»chenefacevaparte,maisarebbeiniziato .776

I quadri prima locali poi nazionali del CPGB minacciarono i due direIori di

sanzionidisciplinarisenonavesserosospeso lapubblicazionedellarivista.Di fronte

alla pressione ricevuta dai ver?ci e anche da alcuni amici, Saville e Thompson

deciserochedopol’uscitadelterzonumero,previstaperlafinedioIobre,avrebbero

conclusolepubblicazioni :l’intenzioneeradievitareunostrappoirreparabileconla777

leadership, in modo da tenersi aperta la possibilità di lavorare a una riforma del

par?to . A terzo numero quasi pronto, negli stessi giorni in cui le truppe anglo-778

francesi invasero l’EgiIo, i carri arma? sovie?ci entrarono a Budapest; i quadri

dirigen? e la stampa del CPGB appoggiarono quest’ul?ma operazione. Di fronte a

M.MacEwen,TheDaythePartyHadtoStop,in«SocialistRegister»,1976,pp.29eseguen?(24-42).776

LeIeradiSavilleeThompsonaGollan,riportatain«WorldNews»,27oIobre1956,p.681.777

D.Dworkin,CulturalMarxisminPostwarBritain,cit.,p.49.778

�171

«TheReasoner»,1956/3.

terzocapitolo:1956

ques? avvenimen?, Saville e Thompson cambiarono più volte editoriale : se779

nell’ar?colo di apertura scriIo originariamente essi, seppur con tonomolto cri?co

versoladirigenzacomunistabritannica,con?nuavanoapensarsipartedelpar?to,col

nuovoeditoriale–scriIoneigiornideifasdiBudapest–scelserodicambiareilloro

tono e i loro des?natari: «The interven?on of Soviet troops in Hungary must be

condemned by all Communists», esordivano. Se il par?to non l’avesse faIo,

dissociandosi da tale azione e adoperandosi per un immediato ri?ro di tali truppe,

essisisen?vanoindoverediincoraggiareunapresadidistanzadalpar?to,eparlando

acoloroche«likeourselvesdissociatethemselvescompletelyfromtheleadershipof

theBri?shparty, [li invocavanoa]notto losefaith inSocialism,andtofindwaysof

keeping together» . Un comunicato dell’Execu?ve CommiIee (solo due membri,780

ArnoldKeIleeMaxMorrisvotaronocontro)fecesaperechel'interventosovie?coin

Ungheria «should be supported by Communists and Socialists everywhere» : era781

rivolto infascontro forzereazionarie fasciste .Chinevolevadaresullastampadi782

par?tounaleIuradeifasdiversavenneespulso .Vista l’irremovibilitàdeiquadri783

del CPGB, Saville e Thompson, dopo essere sta? sospesi per tremesi, lasciarono il

par?to. Di lì a pochi mesi lo fecero anche gli storici che erano sta? l’anima

dell’Historians’ Group: Christopher Hilll, Rodney Hilton, Viktor Kiernan , George784

Rudé,RalphSamuel,DorothyThompson.LasciaronoancheHymanLevy,gli scriIori

SwinglereRickwordeimportan?sindacalis?comeBillJoneseDickSeabrook.Neitre

anni che seguirono,ma inpar?colare tra lametàdel1956e laprimaveradel1957

quando in occasione del congresso nazionale la dirigenza del par?to dichiarò

conclusoildibasto,feceroaltreIantocirca9.000iscris .785

Ladiscussionediqueimesi–comeLessingavevafaIoscrivereadAnnaWulf

ne’ Il taccuino d’oro – non aveva portato a nulla. Il tenta?vo che queste donne e

S.Woodhams,HistoryintheMaking,cit.,pp.140-143.779

Editorial(datato4novembre1956),in«TheReasoner»,1956/3,p.2(1-2).780

Comunicatoapparsosul«DailyWorker»,5novembre1956.781

A?tolod’esempioHungary,in«DailyWorker»,5novembre1956,p.1.782

Peter Fryer, inviato del «DailyWorker» a Budapest, l’11 novembre scrisse un resoconto di quanto783

avevaneigiornipreceden?vistoaBudapest:«Ihavewatched–esordiva–Hungary’snewbornfreedomdestroyed by Soviet troops». L’ar?colo non venne pubblicato sul suo giornale, il «DailyWorker», dalqualesidimise.Pubblicòquestocomealtrisuoiresocon?inunlibrochevennepubblicatoconil?tolodiHungarianTragedy,Dobson,Londra1956(lacitazioneètraIadap.83).PerlericaduteprovocatedallaleIura del libro di Fryer tra imembri del par?to si veda: T. Brotherstone,1956 and the Crisis in theCommunistPartyofGreatBritain:FourWitnesses,in«Cri?que»,2007/2,pp.189-209.

Kiernanavrebbelasciatoilpar?tonel1959:«Iwaited–disse–inhopesthepartymightimprove.It784

didn’t».

S. Parsons, Nineteen Fify-Six: What Happened in the Communist Party of Great Britain?, in785

«Revolu?onaryHistory», 2006/3, pp. 74-75;W. Thompson,TheGoodOld Cause: Bri1sh Communism,1920-1991, Pluto, Londra 1992, pp. 90-113; J. Callaghan, Cold War, Crisis and Conflict. The CPGB1951-1968,cit.,pp.71-84.Sultenta?vodellaminoranzainternaalpar?to,guidatadaC.Hill,diportareavan?ladiscussionesiveda:N.Wood,CommunismandBri1shIntellectuals,cit.,pp.207-211.

�172

primaparte:Re1

ques?uominiavevanocompiutoperriformulareilpar?toerafallito:«theimportance

andvalue–cheessi,comeavrebbescriIoSaville,avevanosemprericonosciuto–of

anorganisedParty in thestruggle forasocialistBritain» eranoormaisvani?.Nei786

giorni in cui l’esercito sovie?co uccideva più di 2000 dimostran? ungheresi,

Thompson si chiedeva «Where ismy party inHungary?Was it in the broadcas?ng

sta?onoron thebarricades?Andwhat is it? Is it a clusterof securityofficials and

discreditedbureaucrats?Orisitaparty‘rootedinthepeople’?» .Dopol’Ungheria787

fu per loro impossibile con?nuare a lavorare all'interno di un par?to in cui non

riponevanopiùalcunafiducia. LessingcomunicandoaGollan il suoallontanamento

formale dal par?to mise persino in dubbio «whether it is possible for Communist

Partyofanysignificancetocon?nuetoexistinBritain» . 788

J.Saville,MemoirsformtheLef,cit.,p.106.786

E.P.Thompson,ThroughtheSmokeofBudapest,in«TheReasoner»,1956/3,p.3.787

HHA,JSC,box7,1956,LeIeradiD.LessingaJ.Gollan,30novembre1956.788

�173

terzocapitolo:1956

3.3.Conferme

«Quell’annotrauma?co»siconcluse,anchenellememoriediHobsbawm,con

la «nostra sensazione di sconfiIa e di spossatezza dopo mesi febbrili e senza

speranze»,dove ilpronomepossessivo rimandaalgruppodegli storicidelCPGB .789

Ricordando, con dichiarata difficoltà , in Anni interessan1 il 1956 Hobsbawm790

avrebbepostol'accentosulruolodiopposizionecheinqueimesisvolsel’Historians’

Group all’interno del par?to comunista britannico: un’opposizione che dal suo

raccontoemergecomecollesvaeunanime.Perdescriverelesueazioninelcorsodel

’56 Hobsbawm sarebbe cioè ricorso, ancora una volta, all'uso della prima persona

plurale:unasceltanarra?vachelasciaintendereunacoincidenzatralesuesperanze,

disillusioniescelte–adeccezionediquellafinaledilasciareilpar?to–conquelledei

suoi compagni del gruppo: un ‘noi’ che si fa ancora più compaIo in quanto nel

raccontovienecontrappostoaun‘loro’:iquadridirigen?delCPGB .«Ciribellammo791

–avrebbescriIo–eilgruppolanciòleduepiùdramma?chesfidealpar?to» .La792

primasfidaricordatadaHobsbawmeraquellaeditorialedi«TheReasoner»epoli?ca

di Hill. Avrebbe però dedicato maggiore aIenzione alla seconda sfida: una leIera

firmata da una quindicina di intelleIuali membri del par?to e indirizzata al «Daily

Worker»allametàdinovembre .793

Di fronte alla soppressione sovie?ca della sollevazione ungherese, si stavano

E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., p. 229. Corsivo mio. La definizione del 1956 come anno789

«trauma?co" si ritrova anche nelle memorie di G. Napolitano, Dal PCI al socialismo europeo.Un’autobiografia poli1ca, Laterza, Roma-Bari 2006, in cui parla del «trauma dell’autunno 1956».Sull’aggesvazionedel1956faIanellamemorialis?cadimilitan?edirigen?maanchenellasaggis?caeche rimanda alla centralità di quell'anno nell'esperienza comunista si veda: A. Agos?, 1956, in M.Isnenghi (a cura di), I luoghi della memoria. Personaggi e date, Laterza, Roma-Bari, 1999, p. 351(347-358).

Sulladifficoltàdiricordareil1956,dalpuntodivistadeisocialis?italiani,harifleIutoancheV.Foa,Il790

1956 nel par1to socialista e nel sindacato, in Ripensare il 1956, «Socialismo e storia» Annali dellaFondazioneGiacomoBrodolini,Lerici,Roma1987,p.423(423-432).

Sivedanoadesempioleespressionidiseguitoriportate:«NonciavevanodeIolaverità[…].Inoltre791

vedevamocheicapiavrebberopreferitochenoinonsapessimolaverità[…],con?nuaronoanasconderequel che i nostri stessi giornalis? riferivano[…], il loro is?nto immediatoeradibiasimare la sciagurataesitazione di quei ben no? portatori di instabilità e debolezza che erano gli intelleIuali piccolo-borghesi».E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.228-229.

Ivi.,p.230.792

Le citazioni sono traIe dalla leIera pubblicata su «TheNew Statement andNa?on», 1° dicembre793

1956,p.701.Vennepubblicatalostessogiornoanchein«Tribune».In un’intervista rilasciata nel 1986 a «Marxism Today» Hobsbawm aveva espresso la posizione poiribaditanell’autobiografia,mostrandoperòtonipiùesaspera?.Sostenne,adesempio,cheerascorreIoriconoscerenelgruppodi«TheReasoner»laprincipaleopposizionealpar?toeche«themostmassiveexpressionofdissidence»eradaindividuarenellaleIeracheluistessoavevafirmatoassiemeadaltriecheerafinitasu«Tribune»e«TheNewStatement»:pubblicareinunorganononpar??co,disse,«wasinthosedayaveryheavything».E.Hobsbawm,1956,in«MarxismToday»,1986/11,p.19(16-23).

�174

primaparte:Re1

levando in tuIa Europa voci di intelleIuali membri o simpa?zzan? comunis? che

sen?vanol’urgenzadidenunciarequantostavaaccedendoediprendereledistanze

dalla leIura ufficiale degli avvenimen? ungheresi promossa dalle leadership dei

rispesvi par?? comunis? nazionali. Il 29 oIobre, ad esempio, la cellula comunista

della casa editrice Einaudi aveva diffuso da Torino un Appello ai comunis1 in cui

denunciava«ilgraveerroredelladirezionedelPCI»,descrivendoloquale«ul?modi

una serie di tenta?vi intesi a eludere una coraggiosa e responsabile presa di

coscienza».Nello stesso giorno aRomaera stata scriIauna leIera, poi firmatada

101 intelleIuali, su inizia?va di Luciano Cafagna, Lucio Colles, Alberto Caracciolo,

Francesco Sirugo, SergioBertelli e CarloMusceIa, in cui veniva accusato il PCI per

nonaver formulato«una condannaaperta […]dello stalinismo» ; episodi simili si794

eranomanifesta?ancheaMilanotralacerchiadellabibliotecaFeltrinelli ealtrove.795

Il7novembreaParigiClaudeRoy,RogerVailland, J.F.Rolland,ClaudeMorgan,con

PaulSartre,SimonedeBeauvoireLouisdeVillefosseavevanoanch’essifirmatouna

leIera in cuidenunciavano la violenza sovie?ca inUngheria.Dieci giornidopoaltri

intelleIuali comunis?, tra cui Picasso, Bresson, Edouard Pignon, chiedevano un

immediato congresso straordinario del PCF visto il «malaise profound» causato da

«l’invraisemblable pauvreté des informa?ons de l’Humanité sour la Hongrie» . Di796

questepresediposizionearrivavaecodireIaancheinInghilterra:neèunesempiola

traduzionefrancesedellaleIeracheCarloLeviavevaindirizzatoagliscriIorisovie?ci

echegliuominidell’Einaudiavrebberotempes?vamenteinviatoaChristopherHill :797

untestocheagliocchidiHillapparivacome«anadmirableexpressionofthefeelings

thatmanyofusmusthavethesedays» .798

Propriosuinizia?vadiHill ,ancheinGranBretagnaalcuniintelleIuali,dopo799

Iduedocumen?sonoripropos?inA.Höebel(acuradi),IlPCIeil1956,LaCiIàdelSole,Napoli2006,794

pp.121-126.Perun'analisidellareazionedegliambien?comunis?italianiallarepressionedellarivoltaungherese si vedaN. Ajello, Intelle.uali e PCI (1944-1958), Laterza, Roma Bari 1979, pp. 535-558; E.Carnevali, Storia di un Manifesto, in «MicroMega», 2006/9, pp. 65-77; V. Meliadò, Il fallimento dei«101». Il PCI, l’Ungheria e gli intelle.uali italiani, Liberal edizioni, Roma 2006; G. D’Amelio, La lo.apoli1cadel1956fragliuniversitariegliintelle.ualicomunis1diRoma,in«PassatoePresente»,1960/3;A. Asor Rosa, Era giusto ribellarsi, in «MicroMega», 2006/9, pp. 81-84; P. Spriano, Le passioni di undecennio(1946-1956),Garzan?,Milano1986,pp.210-219.

C.Feltrinelli,SeniorService,Feltrinelli,Milano1999,pp.103-105.795

D.Caute,CommunismandtheFrenchIntellectuals,1914-1960,Deutsch,Londra1964,pp.227-228.796

C.Levi,Le.eraagliscri.orisovie1ci, in«IlPunto»,8dicembre1956,ora in Id., Ildoveredeitempi:797

prose poli1che e civili, a cura dI L.Montevecchi, Donzelli, Roma, 2004, pp. 162-166. Si traIa di unaleIeraincuiLevirispondeva,sollecitatodaGiulioEinaudieItaloCalvino,alledichiarazionirilasciatedascriIorisovie?ciinmeritoagliavvenimen?dell’Ungheria.

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.296,LeIeradiC.Hillallacasa798

ed.Einaudi,22dicembre1956.

MRC,EHP,Poli?cs,Miscellaneoussubjectfiles,CommunistParty1956,LeIeraprestampataincuiHill799

e Hilton, [s. d.]. In essa i due firmatari, ritenendo che la situazione richieda una risposta tempes?va,propongono di intervenire pubblicamente sul «Daily Worker», «because we feel that in the presentsitua?onaspecialresponsibilityrestsonthoseofuswhohaveundertakenthepropaga?onofMarxismfortheCP»;invianolarichiestadicondivisioneaunaseriediintelleIualidelpar?to.

�175

terzocapitolo:1956

che la rivoluzione ungherese era stata defini?vamente soppressa, decisero di

intervenirepubblicamente.Inquantomarxis?,Hill,Hilton,Hobsbawm,Kieran,Meek,

Lessingtraglialtridicevanodisen?re laresponsabilitàdiesprimere il loropuntodi

vista circa la crisi che il socialismo internazionale stava aIraversando; lo facevano

collesvamente aIraverso una presa di posizione scriIa, sebbene non tus – ci

tenevano a dire in chiusura – ne condividessero a pieno i contenu?. Ques? si

focalizzavanosutrepun?: l’appoggioche ilpar?tocomunistabritannicoavevadato

alla repressione della rivoluzione ungherese era da loro interpretato come «the

undesirableculmina?onofyearsofdistor?onoffact».Chiedevanodunquechetale

passato, a par?re proprio dai fas d’Ungheria, venisse «uIerly repudiated» dalla

dirigenza;eratempo–concludevano–diiniziareunariflessionepoli?caautonoma:il

marxismo avrebbe sicuramente aiutato in questo. Si traIò – avrebbe commentato

Hobsbawm–dellapiù«flagrante»e«imperdonabile» infrazionedelladisciplinadel

par?to :rispeIoall'esperienzadi«TheReasoner»essa–nellasuaricostruzione–si800

ponevaincon?nuità,maneesasperavaitoni.Nellasuaauto-rappresentazionesenile

Hobsbawm quindi si sarebbe presentato come uno di coloro che, sebbene poi

rimastonelpar?to,avevaespressolapiùduracri?caversodiesso:lariproposizione

integralenell’autobiografiadel testodiquesta leIeraneevidenzia l’importanzache

egligliconferiva .D’altronde,avrebbechiosato,sitraIavadiundocumentograzie801

al quale mol? anni dopo sarebbe riuscito a zisre chi, come Arthur Koestler (lo

scriIore di origini ungheresi, militante comunista negli anni Trenta, che aveva da

tempo denunciato la realtà sovie?ca in un famoso romanzo quale Buio a

mezzogiorno ),avrebbemessoindubbiolasuapresadiposizioneinoccasionedella802

repressioneungherese .803

La leIera dei 15 firmatari, apparsa il primo dicembre sulla stampa borghese

vistalacensuraaIuatadal«DailyWorker»,fuineffesungestosignifica?vo.Inrealtà

però non aggiungeva nulla di nuovo rispeIo a quanto Saville, Thompson (che nel

fraIemposieranogiàdimessidalpar?to)ealtriandavanoscrivendocontoniecon

cri?cheanchepiùdetermina?dall’estatediquell’anno.Ladirigenzadelpar?toinfas

disapprovòlaleIeracollesva ,senzaperòarrivareallalineaduracheavevatenuto804

neiconfron?deiredaIoridi«TheReasoner».GeorgeMaIhews,adesempio,accusò

ifirmataridinonaveraccolto lapropostaavanzatadalla leadershipdidiscuteretali

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.231.800

Ivi.,p.469.801

A.Koestler,Buioamezzogiorno,Mondadori,Milano1946[ed.or.1940].802

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.231.803

N.Wood,CommunismandBri1shIntellectuals,cit.,pp.207-210.804

�176

primaparte:Re1

argomen? all'interno del par?to . Accuse che Hobsbawm si preoccupò subito di805

respingere,scrivendopersonalmentealvicesegretariodelpar?to.

Sowhatam I todo? I am,asmy signature shows,willing todo thingswhich theEC

doesnotagreewith,providingIthinktheyarejus?fiableforaCPmemberunderthe

circumstances. And naturally I consider that my signature and its publica?on were

jus?fiable,anddidnotcons?tuteanan?-partyac?on.OntheotherhandIdon’twant

tobeaccusedofdoingsomethingwhichIconsiderunjus?fiable,i.e.refusingtodiscuss

anddefendmyac?onbeforeacons?tutedhigherPartyauthority,whenIhavenotin

factrefusedtodoso.ButastheissueisnotwhetherIasanindividualhavepublished

views with which the EC disagrees, but whether I as a member of a number of

signatorieshavedoneso,Itakeitthatapurelyprivatediscussionbetweenme(orany

otherindividual)andtheECorPCisnotwhatitwanted.

Ihopeyoudon’tregardthisasraisingpedan?cpoints.ItmaIersagooddeal–atleast

to me – that I am presented as one of a group collec?vely flou?ng the Party’s

instruc?ontodiscusswiththePC,whenI(andtherestofthesignatories)havedoneno

suchthing,because,whetherwewantedtoornot,wecouldnothavedoneit,ands?ll

can’tdoit,withoutsesngupwhatisineffectafac?on .806

QuestacomealtreleIerecheegliindirizzòaKing'sCross,lasedenazionaledelCPGB,

oleconversazionitelefoniche–interceIateedepositatenegliarchividelMI5–che

ebbeinqueifrangen?sulfiniredel’56conladirigenzadelpar?tores?tuisconobene

lelacerazioniinteriorichel’evoluzionedeglieven?gliprovocarono,esucuiavrebbe

insis?to nella sua autobiografia senile. La sua posizione emerge infas quale

profondamente lontanadaunallineamentoacri?coodauna semplicepresad’aIo

della situazione. Allo stesso tempo però queste fon? mostrano anche come

Hobsbawm avesse con la dirigenza del CPGB un rapporto di frequentazione e

conoscenzadireIo,cheluistesso,adifferenzadialtrimembridell’Historians’Group,

ricercava in prima persona, con toni e inten? dialogici e anche di mediazione; un

confrontodunquenonopposi?vo–traun‘noi’eun‘loro’–comeinveceemergein

Anniinteressan1.

Pochi giorni prima che Christopher Hill a metà novembre gli chiedesse di

firmarelaleIeradigruppo,Hobsbawmavevainviatoal«DailyWorker»unaleIeradi

suopugnocheilgiornalenonavevatardatoapubblicare.Inessaegliribadivacheil

CPGB doveva prendere pubblicamente le distanze dall’aggressione sovie?ca

dell’Ungheria:sebbenesitraIassediunmovimento«misguided»,quellocheloIava

MRC,EHP,Poli?cs,Miscellaneoussubjectfiles,CommunistParty1956,LeIeradiGeorgeMaIhewsa805

EricHobsbawm,19dicembre1956(937/6/4/3).

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaG.MaIhews,10dicembre1956.806

�177

terzocapitolo:1956

contro il vecchio governo nazionale e l’occupazione sovie?ca non era altro che un

«widepopularmouvement» :sitraIavadiunasituazione–egliargomentava–che807

trovavaradicineglierroridellapoli?casovie?caedelladirigenzaungherese.IlCPGB

dovevariconoscerloepubblicamentecondannare l’ingressosovie?co inquelPaese:

solo così – con?nuava Hobsbawm – il par?to si sarebbe salvato la faccia e non

avrebbe perso credibilità di fronte all'opinione pubblica non comunista. Allo stesso

tempo egli definiva la soppressione del movimento popolare ungherese come «at

bestatragicnecessity».

All Socialist ought be able to understand that a Mindszenty Hungary, which would

probably have become a base for counter-revolu?on and interven?on, would be a

graveandacutedanger for theURSS,Yugoslavia,CzechoslovakiaandRumaniawhich

borderupon it. Ifwehadbeen in theposi?onof theSoviet government,we should

have intervened; ifwehadbeen in the posi?onof Yugoslav government,we should

haveapprovedoftheinterven?on .808

EranoquesteopinionimoltovicineallalineaespressadalladirigenzadelPCI:adinizio

novembrePalmiroTogliasavevadefinito il secondo interventosovie?couna«dura

necessità», rimarcando come in tale situazione pesassero fortemente gli errori del

par?to comunista ungherese . Non è dato sapere se Hobsbawm avesse leIo809

l’ar?coloincuiTogliasil4novembreesprimevaquesteposizionisu«l’Unità»,anche

se si può affermare – come si farà più avan? – cheHobsbawmnel corso del 1956

prestò una par?colare aIenzione agli sviluppi del pensiero interno al PCI. Nel suo

ar?colo sul «Daily Worker», Hobsbawm, pur ribadendo la necessità di chiedere

pubblicamente il ri?ro immediato delle truppe sovie?che, concludeva «approving

with a heavy heart» l’intervento sovie?co in Ungheria. Questa presa di posizione

individuale di Hobsbawm risultamolto più chiaroscurale rispeIo a quella collesva

firmata pochi giorni dopo. In entrambe si chiedeva al par?to di intervenire e

condannare ciò che stava accadendo in Ungheria, ma con toni e sfumature

estremamentediversi,enoncosìimperdonabilicomeeglistessoleavrebbedefinite

nell’autoritraIosenile; inquestoHobsbawmavrebbeobliato lasua leIeraal«Daily

Worker»,decidendocosìdinonfarciicon?.

Avrebbepreferito invecerimarcarecome ilGruppodeglistoricidelpar?to,di

cuiluierapresidente,avevaaffrontatoil1956:«leautoritàdelpar?toimpiegaronoda

marzoanovembreacapirequellocheilcomitatodelGruppodeglistoricidelpar?to

EricHobsbawm,‘Suppressingfacts’,in«DailyWorker»,9novembre1956,p.2.807

Ibid.808

P. Toglias,Per difendere la civiltà e la pace, in «l’Unità», 6 novembre 1956. Su questo aspeIo è809

ritornatoA.Höebel,Introduzione,inid.(acuradi),IlPCIeil1956,cit.,pp.39-43.

�178

primaparte:Re1

comunista aveva capito quasi subito», la gravità cioè internazionale della crisi di

quell'anno . Nonèquestoilcasodiun’an?cipazionedellarielaborazionedelluIo810

rispeIo agli avvenimen? di cui si racconta : il comitato del Gruppo degli storici811

aveva effesvamente iniziato, già dall’aprile del 1956, una discussione sulle

ripercussioni portate al proprio lavoro dal XX congresso del PCUS. Si traIò di un

dibastocheraggiunselamassimaconsapevolezzanell’estatediquell’anno.Dainizio

luglio, i verbali delle riunionimostrano come il comitatodelGruppo si sforzassedi

ridefinire le proprie funzioni, due in par?colare: «to advance Marxist historical

understandingandtoassistwith itsspecialknowledgeandtrainingtheworkofthe

Party,bothofwhichtasksshouldinthelightofrecent[facts]becorrectlyenvisaged».

Non era sufficiente appoggiare il par?to fornendogli passivamente ilmateriale che

egli richiedeva, ma doveva essere faIo in termini proposi?vi . In tali discussioni812

Hobsbawmebbeunpostodiprimopiano:fuinfassullasuaspintachevenneaperta

l’8lugliounadiscussione,nellariunionedelFullCommiIeedelGruppo,su«thetask

ofhistorian inthenewsitua?on» .Comestoricidelpar?toessiavrebberodovuto813

«establishtherecordofthePartyac?vityandpolicy» :eranecessariacioèavviare814

un’analisi della storia del proprio par?to così come si doveva dare aIenzione alla

revisione della storia sovie?ca «in the overcoming the past faults of omission,

commission and even lying in the wri?ng of their history» . Inoltre, «we should815

checkouraccountand interpreta?onofourownhistory incase thereweresimilar

errors,e.g.asaresultofuncri?calfollowingtheSovietline» .816

SenellestanzedellaMarxHouse,doveilGruppoerasolitoriunirsi,Hobsbawm

siesprimevainques?termini,proponendounarevisionedellavorodellostessoedei

rappor?chelolegavanoalpar?to(avrebbeinfasfaIopartedellacommissioneper

lascriIuradiunanuovaeseriastoriadelCPGB),moltopiùcauteeranolesueuscite

pubblicheinmeritoalripensamentoacuilostessopar?todovevaesseresoIoposto.

Nei giorni in cui l’«Observer» presentava al pubblico inglese il testo integrale del

rapporto segreto di Khrushchev , Hobsbawm era intervenuto sul «DailyWorker»817

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.229.810

GiovanniCon?nihasoIolineato,studiandolamemoriadel1956traglioperaicomunis?italiani,che811

spesso il risultatoe la rielaborazionidieven? trauma?ci tendonoaesserean?cipa?agli even?stessi,quandoinrealtàsisonoverifica?dopounlungoprocesso.G.Con?ni,Glioperaicomunis1elesvoltedel1956,inRipensareil1956,cit.,p.436(433-453).

LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 88° riunione dell’Historians' Group812

CommiIee,7luglio1956,p.154.

Ivi., Verbale manoscriIo della 89° riunione dell’Historians' Group CommiIee, 8 luglio 1956, pp.813

156-160.

Ibid.814

Ibid.815

Ibid.816

10giugno.817

�179

terzocapitolo:1956

con due ar?coli in cui, vista la necessità di affrontare i «facts, some of them

unpalatable»,pronos?cava lanecessitàdi importan?cambiamen?nellapoli?cadel

par?to:cambiamen?chelui individuavanellastrategiaeleIoraleedireclutamento,

suggerendounacollaborazioneconilaburis? .QuandoSavilleeThompson–come818

sièvisto–stavanointerrogandoinmodoecontonisemprepiùpressan?ilpar?to,

Dobb aveva chiesto pubblicamentemaggiori no?zie inmerito al XX Congresso,Hill

avevamessoindubbioilcentralismodemocra?co,Hobsbawmfacevafronteallacrisi

del comunismo internazionale proponendo una riflessione – non senza incorrere

anche lui in un’opposizione dei quadri del par?to – proieIata interamente sulla819

poli?canazionaledelCPGB,sullesuestrategieinterne,eludendoquantoinvecestava

succedendoalivellointernazionale .820

Quando, poche sesmane dopo, Saville gli inviava il primo numero di «The

Reasoner» ,lareazionediHobsbawmfudeltuIonega?va.821

Idon’t likethediscussionpartof it. It is toonega?ve,andsomeofthecontribu?ons

seemtometochallengecertainfundamentalpointsabouttheparty,e.g.democra?c

centralism […]. I also think youwill bedoing the causeof democra?sing theparty a

disservice by publishing maIer which will, rightly or wrongly, alienate the ordinary

rank-and-filepartymemberandcausehim,rightlyorwronglytorallyuncri?callyround

the leadership. That’s not theway to get things changedwithin the party - as I am

convincedtheycanbechanged.(IfeelthatEdwardmissedafineopportunityinWorld

News,andif IhadbeenBertBakerIshouldhaverejectedhissecondar?clealso,not

just for reasons of space , but because it seems to me not to be gesng beyond

nega?verecrimina?on).However,I’mallformorediscussionintheparty,evenifsome

ofitstrikesmeasabadkindofdiscussion .822

Lacontrarietàsifeceancoramaggiorenellesesmanesuccessive.MargotHeinemann

adagostofacevasapereaSavillecheHobsbawmera«preIyannoyedwithyou» .823

HobsbawmnespiegòaSavillelemo?vazioniconunalunghissimaleIeraincui,vista

E.Hobsbawm,LabourParty,in«WorldNews»,16giugno1956,p.384.818

Da un dialogo tra George MaIhews e Hobsbawm, interceIato e parafrasato dai servizi segre?,819

sappiamo che MaIhews cercò di persuadere Hobsbawm a non pubblicare il secondo ar?colo sullastrategiaeleIoraledelpar?to(vedinotasuccessiva)inquantoavrebbepotutonuocereall'interessedelpar?to;Hobsbawm, pur dimostrando un certo fas?dio circa l’interferenza diMaIhews, «said that hewasquitepreparedtorephrasethe leIer if itwouldhelptoget itprinted».NAL,EHF-MI5,KV2/3983,InterceIazioneriferitaal22giugno1956.

Un secondo intervento venne pubblicato come leIera con il ?tolo Communists and Elec1ons, in820

«DailyWorker»,30giugno1956.

HHA,JSC,box6,misc.1956,Listadellepersoneacuièinviato«TheReasoner».Traquestec’èancheil821

nomediHobsbawm.

Ivi.,box7,1956,LeIeradiEricHobsbawmaJ.Saville,15luglio1956.822

Ivi,box6,misc.1956,LeIeradiM.HeinemannaJ.Saville,agosto1956823

�180

primaparte:Re1

l'amiciziachelilegavadaanni,dicevadiesprimersiinmododeltuIofranco.«Ithink

youandEdward–esordiva–madeamistakeinstar?ngtheReasoner,andagreater

mistakeinwhatyouputintothefistissue.IthinkyouputyourselfandCentreinan

impossible posi?on» . Nonostante ciò e poiché si fidava della solidità della sua824

militanza comunista (più dubbioso invece si diceva verso Thompson, «hismarxism

and his knowledge of what the party is»), aveva deciso di impegnarsi perché essi

restasseronelpar?to:

notforyouandEdwardpersonally,withwhoseac?onsIdisagree,andnotevenforany

Volterian‘IdislikewhatyousaybutIwillfightforyourrighttosayit’,butforthemost

effec?vewaytokeeptheforceswhichwillpressforachangeinthepartyinsideit,and

for the effec?ve right to discuss fundamental issues of theory and policywithin the

partyascommunists.

Hobsbawmsimostravadispostoamediaretraloroeilpar?toperchéritenevachese

loavesserolasciato,aseguitodiunasospensioneodiun’espulsione,avrebberodato

avvioauncircolovizioso.Mol?intelleIuali,inpar?colare,avrebberoabbandonatola

poli?ca, ri?randosiaun’asvitàdi solaerudizione.Queipochi invecechesarebbero

rimas?nel par?to «to fight inside the party for a change – and thefight is, in the

natureof things, longandunlikely to yield immediatedrama?c results», sarebbero

sta?discredita?dallaloroamiciziaedallaloroassociazioneconiprimi,«evenifwe

have only fought against their expulsion». Hobsbawm dunque credeva in un

necessario e possibile rinnovamento del par?to, da fare dal suo interno. Lo stesso

giorno incui scrivevaaSavilleavevapropostoa JohnGallandidarvitaaunnuovo

periodico di par?to in cui dare spazio alla discussione ; Gollan aveva ribaIuto825

promeIendo un ampliamento del dibasto, su qualsiasi tema, all'interno del già

esistente«WorldNews».Eraunaproposta–agliocchidiHobsbawm–chemeritava

essere testata; ovviamente – aggiungeva – ci sarebbe voluta una certa dose di

«flexibility on both sides, and it would be advisable to avoid provoca?ve

formula?ons».ConsigliavadunqueaSavilledinonpubblicare il secondonumerodi

«The Reasoner»: esso avrebbe reso «our situa?on more difficult, and your quite

impossibleunderthepartyrules».

SuggerimentocheSavilleeThompsonnonaccolsero.Ilpar?tochiesedunquea

RodneyHilton dimediare, convincendo i due a chiudere la rivista . Proposta che826

Ivi., LeIera di E. Hobsbawm a J. Saville, agosto 1956. Da questa leIera sono traIe le citazioni824

successive.

Sarebbenatonel1957conil?tolodi«MarxismToday».825

MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Obituaries wriIen by others,826

LeIera di G. MaIhews a R. Hilton, 14 seIembre 1956. (Questa leIera – fotocopiata – fa parte delmaterialecheHobsbawmavrebberaccoltoperscriverenel2003unnecrologiodiHilton).

�181

terzocapitolo:1956

Hilton però rifiutò: a differenza di Hobsbawm, non solo riteneva che i temi e le

prospesvedianalisiemersein«TheReasoner»fosserodigranlungapiùinteressan?

diquellechevenivanopubblicatesu«WorldNews»,mamostravapesan?dubbicirca

le obiezioni che i quadri dirigen? muovevano alla rivista: «They do not take into

account contemporarypoli?cal circumstances». La leadership, ai suoiocchi,doveva

meIeredaparteilproprioorgoglioeacceIarelarivistadiSavilleeThompson«asan

addi?on to our press» .MaIhews replicava dicendo che «the Partymembership827

willneverstandforthiskindof individualis?c,anarchistbehaviour.ThePartygrown

upintheschoolofhardclassbaIle,andthemajorityofitsmembersunderstandvery

wellfromexperiencethenecessityfordisciplineandorganisa?on» .828

Eraproprioquest’ul?moaspeIochedifferenziavaHobsbawmdaHiltonedal

gruppodi«TheReasoner».MargotHeinemann,cheavevacondivisoconHobsbawm

una grande amicizia dagli anni Trenta così come avrebbe condiviso la decisione di

rimanerenelCPGBdopo il ‘56,avrebbe ricordatoadecennididistanzache inquei

tragici momen?, nonostante avessero dovuto riconoscere che per anni avevano

sbagliatosuques?onifondamentali,eraperloropossibile«tofeelthatwewereright

toremaininthePartyandtrytochangewhateverwedisagreedwith» .Hobsbawm,829

sebbeneindisaccordoconlalineapoli?cadelpropriopar?toeconquelladell'Unione

Sovie?ca,era intenzionatoauncambiamentodelcomunismo,cheperònonpoteva

vedere realizzarsi se non dal suo interno. Ne danno conferma, nuovamente, i suoi

interven? sulla stampa di par?to dell’epoca, in cui si dimostrò intento a ragionare

sull'importanza di un confronto libero tra posizioni e pun? di vista divergen? ma

interni al par?to. A oIobre, ad esempio, propose una riflessione sul centralismo

democra?co in cui, con alcune cri?che alla dirigenza, suggeriva di implementare la

discussione internaalpar?to,servendosiperòdeisuoiorganidistampa .Ocome830

quando – in vista del congresso straordinario che i quadri del par?to decisero di

programmareperlaprimaveradell'annosuccessivo–suggerìalpar?todiaffrontare

la sua divisione interna riandando all'origine dell'esperienza comunista. Quando

ThompsoneSavillesu«TheReasoner»avevanogiàiniziatoameIereindiscussione

ciòcheandavasoIoladefinizionedimarxismo-leninismo,cri?candolaforma-par?to

e meIendo in discussione il primato dell’organizzazione par??ca , Hobsbawm831

Ivi.,LeIeradiR.HiltonaG.MaIhews,15seIembre1956.Argomen?similieranosta?espos?dallo827

stessoR.Hilton,PartyLineandLabourParty,in«WorldNews,1°seIembre1956.

Ivi.LeIeradiG.MaIhewsaR.Hilton,18seIembre1956.828

M.Heinemann,1956andtheCommunistParty,cit.,p.48.829

E.Hobsbawm,ImprovingPartyDemocracy,in«WorldNews»,13oIobre1956.830

Su questo aspeIo della riflessione teorica-poli?ca e poi storiografica di Thompson si veda N.831

Gallerano eM. Salva? (a cura di),Un’intervista con E. P. Thompson, in «Ombre rosse», 1979/30, pp.50-51 (48-67);M.D.Bess,E.P. Thompson: TheHistorianasAc1vist, in«AmericanHistoricalReview»,1993/1,pp.22-23(19-38);P.Brunello,Acinquant'annida'TheMakingoftheEnglishWorkingClass',diEdwardP.Thompson(1963-2013),in«storiAmestre»,p.11(1-18);

�182

primaparte:Re1

proposedi superare«themost cri?caldays in thewholeexistenceofourParty» 832

guardandoacomeLenineilpar?tobolscevicosieranocomporta?insimilisituazioni:

«it is clear–diceva– that,when therewere fundamentaldisagreementsonpolicy,

theParty‘permiIedfreediscussion’» .833

L’azionecheHobsbawmsiproponevadicri?cadall’internodelpar?tononera

cosameno snervante dell’opposizione dura a cui Thompson e Saville, ad esempio,

dovevanorispondere.VocidifunzionaridivarioordinedelCPGBiniziavanoadiffidare

di lui, dandogli a par?re dal novembre ’56 del «dangerous character»,

dell’«opportunist» e del «swine» . Inoltre, i contribui? che egli mandava alla834

stampa di par?to venivano spesso soIopos? a leIure cri?che da parte dei quadri

dirigen?,concuicomunqueHobsbawmcercavasempredidialogarepercapireilloro

parere e spiegare la buona fede del proprio. Anche l'ar?colo in cui si richiamava a

Lenin non era piaciuto alla dirigenza. Lo tes?monia l’interceIazione di una

conversazione telefonica in cui Hobsbawm chiedeva al segretario del par?to in

persona,Gollan,cosanepensassedelsuggerimentocheavevaavanzato:

G:Idon’tthinkit’saverygoodsugges?on.

H:Iwasafraidyouwouldn’t

G:Ithinkyoumustunderstandmyfeelingthe…I’mallfordiscussion,Eric,but,Idon’t

think you’regoingabout it in the rightway.But your leIerwill go intoWN [«World

News»].

H:Yes, I canunderstand thepointofview. I thinkyou’rewrongon that Jhonnie,but

s?ll…

G:Wellwe’llagreetodiffer .835

Primadichiuderelatelefonata,esprimendounasostanzialedivergenzanella leIura

cheiduedavanodelpassodiLeninacuiHobsbawmsierarifaIo,Gollandisse:

G:Iwouldsaythis,weneedtostartoffthediscussionafresh.We’regoingtohavetwo

documents,possiblythreedocuments,inprepara?onfortheCongress.We’llhavethe

documenton thenewdraâofBri?shRoad,we’ll have thedocumenton innerParty

posi?on,we’llhave thedocumenton thepoli?cal situa?on,yousee.Thesewill then

E.Hobsbawm,LeninonPartyCongress,in«WorldNews»,1°dicembre1956.832

Ibid.833

Suquest’aspeIoe suiprofilibiograficodei funzionaridipar?to che cosìdicevanodiHobsbawmsi834

veda: G. Andrews, Eric Hobsbawm andMI5, www.opendemocracy.net/geoff-andrews/eric-hobsbawm-and-mi5.

NAL,EHF-MI5,KV2/3983,InterceIazionediunatelefonatadiE.HobsbawmaJ.Gallan,22novembre835

1956.

�183

terzocapitolo:1956

becomethedocumentsaroundwhichthediscussionwillrevolve,aroundwhichpeople

willputposi?onsandcounterposi?onsandsoforthinthecourseofthediscussion.

H:That’sfair.Imeanthat’sthebestwayofdoingit.Certainly .836

Nonostante l’amarezza che il fallimento dei suoi sforzi gli provocava, nonostante

vedessecheilsuoimpegnovenissesoffocatoenonostantel’os?litàconcuidadiversi

funzionaridelpar?tovenivasemprepiùguardato,Hobsbawmcon?nuavaacredere

nelpar?to.Unsuoamico,scrivendoalsegretariodell'Historians'Group,cosìmo?vava

lacosa:

Hungaryhasindeedbeenabody-blow-butIwillstatemyownposi?on,which(asso

oâen)seemstobeEric’salso.ItisthethePartybelongnottothepresentleadershipas

aprivateconcernfromthemtorunastheylike,buttoustherank-and-file,andbeyond

us,totheLabourmovement.Therefore,thePartymustgoon,andmembersmustnot

leavebecause theyaredisgustedwith the leadership (or lackof leadership,as inmy

case).Theymuststayin,andfight .837

LevicendericostruiteinAnniinteressan1noncoincidonodunqueconquantoi

documen? dell’epoca sembrano accertare. Hobsbawm, nonostante fosse in

disaccordoconalcunelineedelCPGB,espresseilsuodissensocontonimodera?;si

mostrò sempre rispeIoso delle regole del par?to, des?nando le proprie riflessioni

anchefermeepolemicheallecolonnedellastampacomunistaericercandosempre

un confronto con i quadri dirigen? nazionali. Deplorò inoltre gli strappi che i suoi

compagni intelleIuali consumarono con la dirigenza; cercò di lavorare a una

mediazionetrairedaIorieicollaboratoridi«TheReasoner»eilpar?tononperché

credesseinquestoesperimentoeditoriale(dubitavadelmarxismodiThompson),ma

perevitarediindebolirechivolevainvecerestarenelpar?to,quindiaifiniditutelare

il par?to stesso. Se Edward Thompson aveva iniziato a meIere in discussione i

conceselepra?cheallabasedelpar?to,lastoriadell’esperienzabolscevicaealcuni

aspesdella teoriamarxista-leninista,HobsbawmmeIeva in discussione – come si

evince nella leIera dell’amico appena richiamata – al massimo la leadership del

par?to,nonilpar?toinsé.

Perché? Per rispondere a questa domanda u?le pare affrontare i tes? che

Hobsbawmscrissenel1956enegliannidipocosuccessivi,guardandolinonsoloperi

lorocontenu?,mapercogliereinlorolementalitàelestrategiedell’autore.Neibloc

notes in cui Hobsbawm andava raccogliendo i suoi appun? sulle ricerche e sulle

Ibid.836

NAL,EHF-MI5,KV2/3983,LeIerainterceIatadiB.GrantaPayne,8novembre1956.837

�184

primaparte:Re1

leIure rela?ve al Sud Italia, fissò anche alcune schema?che note sui passaggi

principalideiprimimesidel1956:ilXXIVcongressodelCPGB,ilXXdelPCUS,lanuova

faseapertadaquest’ul?mo,quindi«ourtask inUK»;annotavaquindi itemidicui i

comunis?britanniciavevanodiscussoodicuidovevanodiscutere: ilproblemadella

democrazia interna al propriopar?to, la necessità di scriverne la storia, il rapporto

con l’URSS, ilsistemacoloniale, il rapportotraculturae ideologia .Mentre lacrisi838

del1956erainaIoHobsbawmstavadunqueragionandoancheaisuoiviaggiealle

ricerche che – come si è visto – lo avevano portato a conoscere il Sud Italia e la

Spagna.SitraIasolodiunveloceelenco,immersoinappun?bibliograficieinalcune

notedicampo,materialecheavrebbetrovatoformalizzazionedilìapochianniconla

pubblicazione,nel1959,diPrimi1veRebels.

Fuproprionell’immediatopost-1956cheHobsbawmscrisse il libro:oltrealla

spinta di Donini e a quella di Gluckmann, Primi1ve Rebels nasceva dunque da un

ulteriore s?molo; in esso si riversavano anche le riflessioni poli?che che la crisi di

quell’anno aveva faIo esplodere. Congedando la sua ricerca – un «esperimento

incompleto»,lodefiniva–alleIoreHobsbawmsirichiamavaaGramsci:

QuantoAntonioGramscidissedeicontadinidell’Italiameridionaledel1920siadaIaa

mol?gruppi socialie regionalidelmondomoderno.Essi sono«inperenne fermento

maincapaci,comemassa,didareunaespressioneunitariaalleproprieaspirazionieai

propribisogni».SoggeIodiquestolibro–aggiungeva–èappuntoquestofenomeno,i

primi episodi di loIa segui? all’espressione fasvadi queste aspirazioni ed i possibili

modidellaloroevoluzione .839

Ciòchesiproponevadistudiare,inaltreparole,eraun«insiemedimovimen?come

unaspeciedi stadio ‘preistorico’diagitazionesociale» ,di cuimostravaal leIore840

unaseriedi casi studioeuropeipresenta? inunpercorsoevolu?vo,dal sempliceal

complesso – dal bandi?smo, alla mafia, alle forme millenariste di rivolta (i

lazzaress?,glianarchiciandalusieifascisiciliani),alleseIeoperaiebritanniche.«Mi

sono limitato – diceva nell’introduzione – alla preistoria del movimen? operai e

contadini» :sitraIavadimovimen?cheluidefiniva«ciechi»e«prepoli?ci»,perché841

privi di un «preciso linguaggio, con il quale esprimere le proprie aspirazioni» .842

QuestopassaggiomegliosicoglienelladisaminacheHobsbawmfecedelleformedi

MRC, EHP, Research Material, Primi?ve Rebel and Bandits, Southern Italy, Secondo quaderno di838

appun?.Appuntorela?voal1956,senzadata(937/3/4/2).

E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.29.839

Ivi.,p.29.840

Ivi.,p.27.841

Ivi.,p.19.842

�185

terzocapitolo:1956

millenarismocontadino,proponendounconfrontotral’anarchismoandalusoeifasci

siciliani.Glianarchicispagnolirappresentavano,agliocchidiHobsbawm,«l’esempio

piùsalientediunmodernomovimentodimassamillenaris?coosemimillenaris?co»;

un movimento in cui egli scorgeva importan? vantaggi ma sopraIuIo svantaggi

poli?ci.

I vantaggi consistevanonel faIo cheessoesprimeva l’effesvomododi sen?redelle

masse contadine con maggiore fedeltà e efficacia di qualsiasi altro moderno

movimento sociale e poteva quindi a volte oIenere, senza sforzo, una unanimità di

azionemanifestamentespontanea […]Magli svantaggierano insormontabili.Proprio

perché l'agitazione socialemoderna pervenne ai contadini andalusi soIo una forma

chetrascuròdeltuIodiinsegnarelorolenecessitàdell'organizzazione,dellastrategia,

della tasca e della pazienza, le loro energie rivoluzionarie furono completamente

sprecate.Unataleagitazione,duratacircaseIant’anni,esplodendospontaneamentein

vaste zone del regno[…], sarebbe bastata a rovesciare regimi ben più solidi dei

traballan? governi spagnoli del tempo; eppure in pra?ca il movimento [p 127]

anarchico spagnolo […] non rappresentò mai per le autorità nulla di più che un

ordinarioproblemadipolizia.Nonpotevafarenulladipiù:poichélarivoltacontadina

spontanea è per sua natura locale, o nella migliore delle ipotesi, regionale. Perché

divengagenerale,ènecessariocheognivillaggioentri inazionesimultaneamente,di

sua propri inizia?va e per fini ben precisi. La sola volta che ilmovimento anarchico

spagnolo si avvicinò a questo punto, fu nel giugno 1936, quando il governo

repubblicano incitò alla resistenza contro i fascis?; ma per quanto concerneva il

movimento anarchico, questo invito veniva da una en?tà che esso si era sempre

rifiutato per principio di riconoscere, e non era quindi preparato a valersene. Il

riconoscimentodeglisvantaggiderivan?dallapuraspontaneitàedalmessianesimoè

avvenuto per gradi. La sos?tuzione del sindacalismo anarchico, che prevedeva

vagamente un’organizzazione e una poli?ca sindacale, all’anarchia pura aveva già

segnato una tappa verso l’organizzazione, la strategia, la tasca; ma ciò non era

sufficienteaincluderenéladisciplinanéladisposizioneadagiresoIoprecisediresve,

diunmovimentobasatosullafondamentaleconvinzionecheentrambelecosefossero

indispensabilieinu?li .843

All’analisidell’anarchismo Hobsbawmfacevaseguirelostudiosuifascisicilianicon844

loscopodi«fornireunadescrizionecompletadelprocessoperilqualeunmovimento

sociale di caraIere primi?vo viene assorbito da un altro di caraIere preIamente

Ivi.,pp.126-127.843

Per una cri?ca all’interpretazione dell’anarchismo di Hobsbawm si rimanda a J. R. Mintz, The844

AnarchistsofCasasViejas,IndianaUniversityPress,Chicago1982,pp.271-275.

�186

primaparte:Re1

moderno».Spiegavaquindicheilmillenarismocontadino«manifestatosiinAndalusia

soIo le forme rudimentali di organizzazioni anarchiche in villaggio, in Italia [era]

venuto a inserirsi in un quadro poli?co molto più complesso», ponendosi «soIo

l’egida del marxismo» . A differenza del contadino andaluso, quello siciliano e845

lucano–scrivevaHobsbawm–servivaunacausacheloavevaspinto«adiverseepiù

complesse asvità; come, ad esempio, il voto e la ges?onedi coopera?ve agricole,

l’occupazioneforzatadelleterreegliscioperigenerali».Prendevaquindiamodelloi

fascisiciliani,mostrandocomeessisifosseroconfigura?comeilprimo«movimento

organizzato,condeicapi,un’ideologiamodernaeunprogramma;èquesto,ineffes,

ilprimomovimentocontadinochesidis?nguadaunasemplicereazionespontaneadi

contadini» . I contadini siciliani erano infas sta? istrui? alla loIa , secondo le846 847

teorie e la propaganda della Seconda Internazionale, da una direzione – precisava

Hobsbawm–cheprovenivadallaciIà,valeadire«dagliintelleIualidiideeradicalie

dagli ar?giani» . Grazie all’organizzazione, all’educazione e alla guida poli?ca, il848

«primi?voentusiasmomillenaris?co–concludevaHobsbawm–sieratrasformatoin

qualcosa di più duraturo: una fedeltà costante e disciplinata a un moderno

movimentosocialerivoluzionario» .849

Paolo Capuzzo ha giustamente soIolineato che I ribelli, pur configurandosi

come un ricco «can?ere di ricerca, presenta eviden? limi?», cri?ca? anche dai

subalternstudies:latesiinterpreta?vasucuipoggiaillibrodelineainfasunpercorso

di trasformazione ed emancipazione sociale – dallo stato subalterno a quello

propriamente poli?co – unilaterale e ben codificato, che ripropone con «fiducia

storicis?ca» la strada che era stata propria del movimento operaio dei paesi

dell’occidenteindustrializzato .Nonostanteques?limi?,omeglioproprioapar?re850

daques? limi?èpossibilecogliere ilmo?vopercuiHobsbawmnon lasciò ilpar?to

comunista nel corso della crisi del 1956 o subito dopo. Dalla struIura e dalla

traIazionecheHobsbawmelaboròinIribellisipuòevincerel’importanzacheaisuoi

occhi manteneva il primato della poli?ca e del par?to. Dal libro emerge la sua

convinzione che in poli?ca fosse centrale la «necessità dell’organizzazione, della

strategia,della tascaedellapazienza» .Allafinedegli anni SeIanta, ragionando851

sullanascitadiquestolibro,HobsbawmavrebbedeIo:

E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.129.845

Ivi.,p.133.846

Ivi.,p.137.847

Ivi.,p.134.848

Ivi.,p.144.849

P.Capuzzo,EricHobsbawmstoricodelleclassisubalterne,inid.(acuradi),Percorsidellastoriografia850

diEricJ.Hobsbawm,cit.,pp.308-309(302-310).

E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.126.851

�187

terzocapitolo:1956

ItispreIyclearthatatthe?meIwrotePrimi1veRebelsIwasalsotryingtorethinkthe

basesofrevolu?onaryac?vity,ratherthantoacceptuncri?callywhatalotofmilitant

Communistshadacceptedinthepast.YoucanreadPrimi1veRebelsasanaIemptto

seewhetherwewererightinbelievinginastronglyorganisedparty .852

Il rapporto tra società e poli?ca, stando alle riflessioni faIe da Hobsbawm nella

secondametàdeglianni‘50,nonpotevaquindicheesseremediatodalpar?to:senza

organizzazione–dicevaHobsbawm–sirestavanell’arcaismo. Iprotagonis?delsuoi

libro li definiva infas primi1ve rebels: solo grazie all’organizzazione poli?ca essi

avrebbero potuto raggiungere una coscienza poli?ca e liberarsi dallo stato di

primi?vità.

Dell’importanzadell’ideologiadelprimatodellapoli?caedell’appartenenzaad

un’organizzazione poli?ca Hobsbawm aveva rifleIuto anche in termini personali,

quando pochi anni prima aveva raccontato la propria vita al par?to. Nella sua

autobiografiascriIaallafinedel1952avevaripercorsolasuaadesionealcomunismo

inquestomodo:

IfirstcomeintocontactwiththemovementwhenaschoolboyinBerlin,1932.ThereI

joined the Sozialis?scher Schuelerbund, a near-party schoolboys’ organisa?on. I was

interested inthepartybyacousin (now in Israel),whowasthenaCommunist.Also,

having lived inVienna,where theonly other party except the SocialDemocratswas

slightly an?-semi?c, I had been vaguely drawn towards the Socialists. I expect the

combina?onofBerlin,justbeforeHiltercametopowerandrebellingagainstthefamily

got me to thinkmyself a ‘Red’. Didn’t domuch except read, and work a liIle with

LabourLeagueofYouthun?lIcameuptoCambridgeinSept1936,regardingmyselfas

acommunist.ThereIjoinedtheParty .853

Anch’egli dunque, che si era definito un ribelle, aveva beneficiato, aderendo al

comunismo, delle sue organizzazioni capaci di disciplinare e trasformare, come

ribadiva in una presentazione pubblica del libro, i «primi?ve rebels to […] really

modernrebels» .Nonpotevadunquelasciareun’organizzazione,incuicredevaein854

cuiriponevailvaloremassimodellapoli?ca.NeiviaggicheavevafaIoinItaliaaveva

sperimentatol'importanzadataal«par?tonuovo»togliasanodaimilitan?comunis?

IntervistaaE.HobsbawmdiP.ThaneeE.Lunbeck,inVisions,cit.,p.34.852

LHA, CPGBA,Autobiographies, CP/CENT/PERS/3/05, Autobiografia di Eric Hobsbawm, 2 novembre853

1952.

MRC,EHP,Papers,Publica?ons,BookDraâ,Primi?veRebels (1956-1958),Testodiun interventodi854

Hobsbawm tenuto in occasione di una presentazione pubblica all’uscita del libro Primi1ve Rebels, 6novembre1959,p.2(937/4/2/3).

�188

primaparte:Re1

italiani . Sempre in Italiapoiera stato introdoIoalla leIuradiGramsci, chenella855

relazione tra massa e par?to aveva conferito una primaria importanza al ruolo

dell’intelleIuale.

Fuproprionelcorsodellacrisidel1956che iniziòaesserefaIoilnomediGramsci

all'internodelFullCommiIeedelGruppodeglistoricicomunis?britannici,chenella

riunione del 27 maggio, quando si cominciava a discutere della necessità di una

nuovastoriadelpropriopar?to,comunicòche«arrangementswerebeingmadefor

thetransla?onoftheworksofGrammchi(sic)» ;questavenivaaffidataalmembro856

del gruppo Louis Marks, un giovane ricercatore di Oxford specializzando in storia

italianadel primoCinquecento, allievodiHill, amico e in quegli anni coinquilinodi

Hobsbawm in un appartamento nel quar?ere londinese di Bloomsbury . «We857

believed–avrebbericostruitoHobsbawmannidopoinun’intervista–thattranslated

an important Marxist necessarily had poli?cal implica?on […]; we thought that

Gramsciwould strengthen a broader viewofMarxism and communist party policy

againstthenarroworthodoxStalinistline» .Laselezionedegliscrisgramscianiche858

Marks avrebbe elaborato nell’antologia poco dopo pubblicata, dando aIenzione in

par?colare alle note sulla filosofia della prassi, ha un preciso riscontro – come ha

rimarcatoDavidForgacs–«nellavalorizzazionedellaprassiedell'azionepoli?cadelle

classi subalterne portata avan? allora da Hill, Hobsbawm e altri in campo

storiografico» .859

Nelcorsodel1956TogliascitòfrequentementeGramsci:unrichiamocheegli

intrecciòallaformulazionediunaviaitalianaalsocialismo .Lofeceneidocumen?860

poli?ci più importan?, a par?re dalla Relazione al comitato centrale del PCI del 13

marzo, relazionecheera stata tradoIadal«DailyWorker»afinemesee chemol?

intelleIualibritanniciavevanoapprezzatoperché–comeavrebbedeIoJohnSaville–

avevaavanzatounadisaminadeifas«moredetailedandmuchmoresophis?cated»

Per la centralità conferita al par?to nell’esperienza dei militan? comunis? italiani nel secondo855

dopoguerrasivedaM.Boarelli,Lafabbricadelpassato.Autobiografiedimilitan1comunis1(1945-56),Feltrinelli,Milano2007,inpar?colarepp.29-34.

LHA, CPGBA, CP/CENT/CULT/5/13, Verbale manoscriIo della 87° riunione of Full CommiIee del856

Gruppo,27maggio1956,p.144.

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.244.857

Intervista di E. Hobsbawm a cura di Y. Tzu-Chen, trascriIa in appendice a Y. Tzu-Chen, How the858

Proposi1onof theBa.leof Ideas Influenced theBri1shCommunist Intellectuals’Recep1onofGramsciDuring the Period 1956 to 1958?, Tesi di laurea inModern History sostenuta presso la University ofLondon,supervisoreprofessoressaP.J.Corefield,1998.p.4.

D. Forgacs, In Gran Bretagna, in A. Santucci (a cura di),Gramsci in Europa e in America, Laterza,859

Roma-Bari1995,p.60(55-67).

G.Liguori,Lele.urediGramscineldibaÅtodellasinistradopoil1956, in«Studistorici»,1992/2-3,860

pp.514-522(513-554).

�189

terzocapitolo:1956

diquelladiMaIhews .Comegiàricordato,Hobsbawmavevapoi leIola«famous861

interview» di Toglias a «Nuovi argomen?», in cui il leader italiano, dosando

sapientemente–comehasoIolineatoAldoAgos?–«riaffermazionidi con?nuitàe

aperturerinnovatrici» ,avevaespresso–secondoHobsbawm–«someratheropen-862

minded comment on the 20th Congress» . Conservava tra le sue carte poli?che863

dell’epoca sia il numero di «World News» che riproponeva la traduzione

dell’intervista ,sia ilnumerodi«Rinascita» incuieranoriportate integralmente le864

risposte di Toglias alle nove domande sullo stalinismo ; doveva averle leIe con865

aIenzione,vistocheavevaevidenziatounpasso incuiTogliasaffermava lagravità

delle conseguenze degli errori di Stalin e la loro ripercussione sul sistema

sovie?co .«[B]ythe?me–avrebbericordatoannidopo–itwasclearthatICPwas866

alreadyformula?ngamorepubliclycri?calopinionthanotherpar?es» .Èdunque867

verosimilecheancheneimesisuccessivicifossedapartediHobsbawmun’aIenzione

versoquantoilPCIstavaformulando.Nonerad’altrondel’unicoaguardarenel1956

all’Italia. Anche i suoi amici comunis? francesi mostravano un occhio di riguardo

verso la stampa comunista italiana:HeleneRaymond, ad esempio, ne consigliava a

Hobsbawm la leIura perché libera e veri?era . Era questa un’opinione diffusa.868

SimonedeBeauvoirpochigiorniprimadifirmareassiemeadaltriintelleIualifrancesi

laleIeradel7novembre1956sopraricordatasitrovavaaRoma:avrebbedescriIolo

sbigosmentocheallano?ziadell'invasionesovie?cadell’Ungheriaprovòassiemea

Sartreeailoroamiciromaninellesuememorieautobiografiche,doveavrebbeanche

soIolineato l’«imparzialità» di giornali come «l’Unità» e «Paese Sera» nella

res?tuzione degli avvenimen? ungheresi. «L’onestà dei comunis? italiani – avrebbe

aggiunto–ci rincuorava»;rientra? inFrancia, leieSartre«ritrova[rono, invece]con

J.Saville,TheTwen1ethCongressandtheBri1shCommunistParty,in«SocialistRegister»,1976,p.3861

(1-23).L'ar?colodiTogliasera in?tolatoStalinandCollec1veLeadership, in«WorldNews»,31marzo1956,pp.201-203.

A.Agos?,Bandiererosse,cit.,p.213.862

IntervistadiE.HobsbawmacuradiY.Tzu-Chen,cit.,p.5.863

MRC, EHP, Poli?cs, Miscellaneous subject files, Miscellaneous publica?ons (1939-1991), TogliaÅ.864

Ques1onsPosedbythe20thCongressoftheCPSU,publishedby«WorldNews»,(9/6/4/12).

P.Toglias,LerispostediPalmiroTogliaÅanovedomandesullostalinismo,in«Rinascita»,1956/5-6,865

pp.301-312.

Il passo che Hobsbawm aveva evidenziato era questo: «Con questo non voglio dire che le866

conseguenzedeglierroridiStalinnonsianostatemoltogravi.Sonostatemoltogravi,sisonoesteseamol? campi e dil superarle non credo sarà cosa semplice, né che potrà farsi molto rapidamente. Insostanza, si può dire che una grande parte dei quadri dirigen? della società sovie?ca (par?to, Stato,economia, cultura, ecc) si era, nel culto di Stalin, intorpidita, perdendo o avendo ridoIa la propriacapacitàcri?caecrea?va,nelpensieroenell’azione».Ivi.,p.302.

IntervistadiE.HobsbawmacuradiY.Tzu-Chen,cit.,p.5.867

MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond868

(1952-1962), LeIere di H. Raymond a E. Hobsbawm, 24 giugno, 16 oIobre 1956; 7 marzo 1957(937/1/2/9).

�190

primaparte:Re1

disgustolastampacomunistafrancese» .HeleneRaymondinformavaHobsbawm–869

proprio nei giorni in cui il «Daily Worker» pubblicava la sua leIera soIo il ?tolo

Suppressingfacts–dellalineaduracheilPCFsemprepiùmostravaanchecontrogli

intelleIuali: si doveva però – dicevaHelene –mantenersi calmi; la corsa a firmare

appellielecri?chealpar?to–commentava–nonrisolvevanonienteefinivanosolo

per isolare ulteriormente il par?to . Negli stessi frangen? in cui Toglias aveva870

parlatodell’intervento sovie?co inUngheria comediuna«duranecessità», ilCPGB

parlava del «white terror in Hungary» mentre il PCF ribadiva che l’intervento871

sovie?co era un «dovere di classe», riconfermando nell’URSS – in contrasto con il

policentrismopropostodaToglias–l’unicocentrodelcomunismointernazionale.

Nelcongedarenel1957alpubblicoinglese«withtheapprovaloftheIs?tutoGramsci

at Rome» la prima antologia gramsciana, che come si è deIoera nata sulla spinta

dell’interno dell’Historians’ Group, Louis Marks avrebbe presentato Gramsci come

«thepersonwhomTogliashascalledthefirstItalianMarxist» ;GeorgeThompson,872

un altro membro dell’Historians’ Group, recensendo il libro, avrebbe esordito

richiamando la cri?ca mossa da Toglias alcuni anni prima al CPGB di non essere

riuscitoacreare«deeprootsamongthemasses»:sidilungavadunquesulpensieroe

sull’azione di Gramsci ribadendone che la grandezza del suomarxismo «lies in his

profound understanding of the unity of theory and pra?ce», cosa che aveva

permessoal PCIdi radicarsi nellemasse; invitava i comunis?britannici aprenderlo

comemodello .873

Nonostante i for? limi?con iquali ladirigenzacomunista italianarielaborò la

crisi del ’56 , proprio nel 1956 il PCI si mostrò capace di una riflessione più874

complessa rispeIo a quella proposta dai corrispesvi par?? occidentali. Alexander

Höebel ha soIolineato che anche nel giudizio che Toglias diede dell’invasione

ungherese come di una «dura necessità», aveva ribadito gli errori del gruppo

dirigente ungherese, a cui rimproverava un legame non organico con le masse

popolari. L’accento veniva posto «sul problema del rapporto par?to-masse, che

rimandava alle ques?oni più generali dell’egemonia e del rapporto socialismo-

S.DeBeauvoir,Laforzadellecose,Einaudi,Torino1966[ed.or.1963],pp.342-345.869

MRC, EHP, Correspondence, Family, friends and colleagues: individual files, Helene Raymond870

(1952-1962),LeIerediH.RaymondaE.Hobsbawm,10novembre1956(937/1/2/9).

WhiteTerrorinHungary,«WorldNews»,24novembre1956,pp.748.871

L.Marks,Introduc1on,inA.Gramsci,TheModernPrinceandOtherWri1ngs,Interna?onalPublisher,872

NewYork1968[ed.or.1957].p.12(11-18).

G.Thompson,Gramsci.TheFirstItalianMarxist,in«MarxismToday»,1957/2,pp.61-62.873

G.GozzinieR.Mar?nelli,Storiadelpar1tocomunistaitaliano,cit.,pp.588-630,p.625;M.FloreseN.874

Gallerano,SulPCI.Un’interpretazionestorica,IlMulino,Bologna1992,pp.106-119.Sivedailconfrontoconlacoevasituazionefrancese:D.Canciani,L’iconaspezzata.Intelle.uali,stalinismoecrisidel1956inFrancia,pp.119-158,inB.Groppo,G.Riccamboni(acuradi),Lasinistraeil'56inItaliaeFrancia,Livianaed,Padova1987.

�191

terzocapitolo:1956

democrazia» chesarebberostateallabasedella«via italianaalsocialismo»edel875

nuovoprotagonismointernazionaledelPCI.

Hobsbawm ricordando a inizio millennio il 1956 dirà: «Una cosa che mi ha

aiutatoècheavevomolteamicizie in Italia; ilPCIeratuI’altracosa:unmovimento

che aveva un futuro e che non era totalmente iden?ficato con lo stalinismo» . Si876

defilòquindidalpar?tocomunistabritannico,perilqualedivenneun«compagnodi

strada», e si affiliò come «membro spirituale» al par?to comunista italiano. Dagli

avvenimen? del 1956 il PCI ai suoi occhi – come avrebbe ribadito vent’anni dopo

parlandone con Giorgio Napolitano – aveva «derivato un’analisi e delle posizioni

molto radicali, rispeIo a tus gli altri» par?? . Probabilmente ne aveva avuto877

sentore personalmente in occasione del convegno gramsciano del 1958 quando,

seppur con limi? e censure, Toglias aveva aperto la strada «allo svincolamento di

Gramscidalla cappadelmarxismo-leninismo»,ponendoun«fondamento teoricoal

processodipurprudenteallontanamentodelPCIdaMosca» .Nonlasciòilpar?to878

comunistadunqueperchénelpar?toeglivedeval’unicaformapossibileerazionaledi

un’azione efficace. Scelse di avvicinarsi al PCI perché in esso egli doveva sen?rsi

riconfermato:nonsolonellaconvinzionedell’ideologiadelprimatodellapoli?ca,ma

anchenell’importanzachegliintelleIuali–quindieglistesso–inessarives?vano.Ne

I ribelliavrebbespecificatoche lostudiodeimovimen?primi?vinondovevaessere

guardato come semplice curiosità o con sguardo di commozione, ma rives?va

«importanza pra?ca» nel des?no dell’umanità . Si traIava di un conceIo che879

avrebbe ripreso inunar?colo, scriIonel1960appositamenteper«Società», in cui

ribadivarichiamandosinuovamenteaGramsci–ecercandodioperareaIraverso la

storia sociale una mediazione tra questo e l’antropologia poli?ca della Scuola di

Manchester – che «l’analisi storica e sociale delle classi subalterne cessa[va] di880

essere accademica e div[eniva] di faIo di immediato e aIualissimo interesse

poli?co» . 881

A.Höebel,Introduzione,inId.,(acuradi),IlPCIeil1956,p.44(19-44).875

MRC,EHP,Media,Recordingsofbroadcasts:radio,IntervistaadE.HobsbawmrealizzatadaMarinella876

MagriconpresentazionediLucaFontana,RadioTre,22luglio2002(937/5/2/2).

G.Napolitano,IntervistasulPCI,cit.,p.34.877

F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit.,p.180.Laprincipalecri?cachevennemossainoccasionedel878

convegnofudapartediAlbertoCaracciolochecontrastò la tendenzaa interpretareGramscicomeunsempliceleninista,obliandol’importanzadelmovimentode«L’OrdineNuovo»,Ivi,pp.182-184.

E.Hobsbawm,Iribelli,cit.,p.19.879

CiavolellaR.,Egemoniaesogge.opoli1coinantropologia,InterventotenutoalseminarioEgemonia880

prima e dopo Gramsci, 20 e 21 oIobre 2014, Università di Urbino, <hIps://alterpol.hypotheses.org/486#_ân45>.

E.Hobsbawm,Perlostudiodelleclassisubalterne,in«Società»,1960/3,p.449(436-449).881

�192

Secondaparte:PROGETTI

�193

secondaparte:ProgeÅ

quartocapitolo

NELSEGNODIMARX

4.1.RitardiecorteggiamenS

Nelmaggiodel1965CorradoVivan?avver?vaGiulioEinaudidiaverincontrato

aLondraunHobsbawm«alquantogelidoneinostriconfron?» .Vivan?sitrovavain882

Inghilterraperallacciareanomedellacasaeditricetorinesedeicontasinvistadiun

ambizioso progeIo di cui negli ambien? einaudiani si discuteva da più di quindici

anni: la Storia Universale. Era d'altronde entrato all’Einaudi nel 1962 su

interessamento del suo maestro Delio Can?mori, che ne aveva prospeIato un

coinvolgimento nella realizzazione di qualche grande opera editoriale :883

probabilmente Can?mori, nel consigliare a Einaudi l’assunzione del giovane Vivan?

appenarientratodaParigi,avevainmentepropriolaStoriaUniversaledicuierastato

egli stesso il primo ideatore.Ne aveva infas iniziato a parlaredalla finedegli anni

Quaranta,quandosurichiestadiGiulioBolla?avevas?latounprogeIoeditorialecon

un’impostazione«manualis?co-informa?va», ilcuiobiesvoprincipalenonrisiedeva

tanto nel proporre «un’idea propria», quanto piuIosto nel registrare le differen?

lineestoriografichenazionalieinternazionali .L’Einaudisierapoiconsultataanche884

con Federico Chabod, che ne aveva proposto uno sviluppo – per cer? versi simile

all’idea can?moriana – per «grandi ques?oni» o per «problemi storici». Franco

Venturiall’iniziodeglianniCinquantaavevapoipropostounaseparazionetralaparte

italiana, a cui consigliava di dare maggiore ampiezza e taglio cri?co, e una parte

generaleconuncaraIerepiùmarcatamentescolas?co-informa?vo .IlprogeIoera885

statopoiaccantonatoeripresopiùvolte.AllametàdeglianniCinquantaVenturi,pur

registrandone le difficoltà innanzituIo organizza?ve visto l’imponente numero di

collaboratori che il progeIo richiedeva – «piuIosto un is?tuto che non un gruppo

dispersodistudiosi»avevainfasprospeIato–,avevaribaditolanecessitàdiportare

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,882

17maggio1965.

G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,in«StudiStorici»,2012/3,p.503(495-509).883

L. Mangoni, Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, Bolla?884

Boringhieri,Torino1999,p.789esegg.

Ivi.,p.792.885

�194

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

avan?l’opera:«[m]ancaunacollezionedilibri–avevadeIo–incuisipossaritrovare

facilmente non soltanto lo stato delle varie ques?oni, ma una descrizioneminuta,

accurata, precisa delle struIure economiche, sociali, is?tuzionali,militari, tecniche,

poli?che, ecc. dei vari sta? e gruppi italiani» . L’Einaudi proprio in quei frangen?886

avevaapertouna riflessionepiùgenerale internaallepropriepoli?cheeditoriali, in

meritosopraIutoagliobiesvidialcunesuecollaneeallanecessitàdidareadesse

uncaraIerepiùinforma?voemanualis?co.Maancoraunavoltal’ideadiunaStoria

Universale, che iniziava ad essere sempre più pensata in an?tesi rispeIo ad una

Storiad’Italia,sieraarenata.Noneranosta?soloiproblemiorganizza?vievidenzia?

da Venturi ad aver rallentato la partenza del piano: l’impianto «cri?co» con cui

impostarelaparteitalianaavevafaIoemergere–comehamostratoLuisaMangoni–

non poche difficoltà tanto che gli stessi einaudiani non riuscivano a trovare un

accordo . Erano poi subentrate anche delle ragioni economiche che facevano887

proporreaGiulioBolla?direindirizzarel’originarioprogeIoinunDizionariostorico.

«Allo stato aIuale degli studi in Italia – si gius?ficava Bolla? –, la costruzione di

un’équipe[avrebbesollevato]tuIaunaseriedidifficoltàchelarend[evano],senon

impossibile, certo molto problema?ca»: una delle difficoltà a cui Bolla? faceva

riferimentoera«latendenzaprevalenteallaricercamonografica»inItalia,cheasuo

parereavrebbeinvecepotutobenerifleIersiinunDizionariostorico .888

IldibastosierapoidinuovofossilizzatofinoaiprimianniSessanta,quantonel

1963, inoccasionedell’incontroes?vo che i ver?cidella casaeditriceannualmente

tenevano a Rhêmes-Notre-Dame e durante il quale furono messe le basi per una

riorganizzazione generale della poli?ca editoriale einaudiana, Vivan? era stato

incaricatodi studiareunnuovopianodiStoriaUniversale.Nedavacontopiùdiun

annodopo,specificandochesembravaopportunoriprenderelapropostadiChabod

di«un’operacollesva,compiutadaspecialis?dituIoilmondo»e,allostessotempo,

quella di Can?mori inmodo che «la narrazione avesse una struIura ‘policentrica’,

ar?colatafondamentalmentesullastoriadiSta?enazioni» .Perarrivareaquesta889

conclusione Vivan? aveva esplorato lo status quo della produzione storiografica

internazionaledegliul?midecenni,deducendoneunaprofondacrisidellastoriografia

contemporaneanonsoloperle«diversespecializzazionidominan?inciascunpaese»,

cosa che – ai fini della Storia Universale – avrebbe potenzialmente ostacolato un

Ibid.Perlediversevisionidell’operadiCan?morieVenturisivedaancheA.Viarengo,FrancoVenturi,886

poli1caestorianelNovecento,Carrocci,Roma2014,pp.195-197.

Ibid.887

E. Ferrero, L’altroGiulio. Bolla1 e ‘lo struzzo’, in P. Soddu (a cura di),Giulio Einaudi nell'editoria di888

culturadelNovecentoitaliano.AÅdelconvegnodellaFondazioneGiulioEinaudiedellaFondazioneLuigiEinaudionlus(Torino,25-26o.obre2012),LeoS.Olschkied.,Firenze2015,p.302(299-308).

AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cartella 222, fascicolo 3104,Memoria di C. Vivan? sul889

progeIodiStoriauniversale,21dicembre1964.DaquestodocumentosonotraIeanchelesuccessivecitazioni.

�195

secondaparte:ProgeÅ

dialogoeuno scambio internazionale,maanchee sopraIuIoper«l’incapacitàdei

singoli studiosi di improntare – diceva Vivan? – la propria asvità a una visione

generale che non [fosse] quella genericamente sosntesa o riferibile a schemi e

sistemi filosofici di ?po idealis?co, marxis?co ecc.». In questo modo la storia –

denunciavaVivan?riprendendoquantogiàespressodaBolla?–veniva«intesacome

monografia,comericercaeruditaaltamentespecializzatachesi frantuma[va] inuna

serie di seIori molto streIamente delimita?, difficilmente comunicabili fra loro»;

cosachefinivanelrischiodiperdereanche«ilnessotraconoscenzaecoscienzacivile

[…] e in una parola, la ragione d’essere tradizionale della storia». Vista tale crisi

storiografica,Vivan?consigliavadimantenerel’originarioprogeIoChabod-Can?mori

«per un’opera collesva a contribu? monografici». Avver?va anche però che era

obbligatorio studiare un «disegno chiaro e il più possibile unitario» inmodo che i

contribu? non finissero per risultare una «giustapposizione di temi alla moda». Si

proponeva, anzi, di fare del progeIo della Storia Universale un laboratorio in cui

porre le basi per contribuire al superamento dello stato frammentario delle

storiografia italiana. Per delineare inmodo concreto il progeIo, Vivan?meIeva in

conto di soggiornare in un grande centro internazionale, dotato di is?tu? e

frequentatodastudiosidialtolivello.Giàdall’autunnodel1964GiulioEinaudiaveva

d’altro canto «cominciato a meIersi in agitazione e […] a sollecitare viaggi di

sondaggiopercominciarearaccogliereadesioni‘illustri’»facendoinomidiBraudele

Hobsbawm . Il primo si era dimostrato subito «dispos?ssimo» a collaborare,890

raccomandando a Vivan?, che conosceva personalmente , di non lasciare891

l’organizzazione in mano ad un solo studioso quanto piuIosto di individuare un

comitato di studiosi . Raccontando a Can?mori l’incontro con Braudel, Vivan?892

espressefor?perplessitàcircailcoinvolgimentodellostudiosofrancese:ques?infas

gliavevalasciatol’impressionedivolerdiventareindireIamenteluistessoil«patron»

dell’opera: «il male è – scriveva Vivan? – che ha tuIa una sua idea in testa,

naturalmente, su questa storia che dev’essere generale e non universale».

Nonostante tali perplessità, Vivan? si ripromeIeva di tenere aperto il dialogo con

Braudeledi tentare«ungiocodiploma?co forse rischioso,di con?nuarea traIare,

acceIare suggerimen? parziali, cercare collaboratori ‘braudelinai’ francesi e non»,

senzaperòfarproprial’ideabraudeliana.

Con il nuovo anno, vista la «ripresa di fiamma ‘universalis?ca’ da parte di

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,7oIobre1964.890

Vivan? aveva passato cinque anni a Parigi a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta grazie a un891

finanziamentodelCentreNa1onalpourlaRechercheScien1fique.

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,15oIobre1964,dacuisonotraIeanchelesuccessive892

citazioni.

�196

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Einaudi» , Vivan? trascorreva un periodo all’estero: prima a Parigi, dove – su893

suggerimentodiRuggieroRomano–avevaevitatodiparlaretroppodelprogeIo,poi

aLondra.Dalfebbraiodiquell’annonellasuafiIacorrispondenzaconCan?mori,che

tes?moniaunlegametraiduemoltostreIo,spessoeraricorsoilnomediHobsbawm

qualepersonaconcuiconfrontarsicircal’aIuazionedelprogeIoedacoinvolgerein

esso .Sebbeneirappor?direstraHobsbawmeCan?morisifosserofasdopola894

metà degli anni Cinquanta estremamente più radi – riflesso probabilmente anche

dellediverseposizionicheidueavevanopresonel1956–,quest’ul?mocon?nuavaa

serbareversol’amicoingleseunas?mataledaconsigliarloaVivan?comelapersona

giustada interpellare sul progeIodi storia universale.Hobsbawmd’altrondeaveva

dato prova, come si è visto, di una propensione a dibas? sovranazionali e di una

capacitàorganizza?vainternazionalegiàdaiprimianniCinquanta;Can?mori,chene

era consapevole, probabilmente vedeva in lui lo studioso in gradodi tenere le fila,

andandooltre la frammentarietàdella storiografia italiana,diunprogeIoagrande

scalaqualelaStoriauniversale.Vivan?quindieragiuntoinInghilterranelmaggiodel

1965–comedeIoinapertura–consperanzediapportareimportan?passiavan?al

questoprogeIo e conuna grandeaspeIa?vanei confron?diHobsbawm. In ciò895

non era solo influenzato dal posi?vo parere che ne aveva Can?mori; aveva avuto

occasione di conoscere Hobsbawm di persona, quando lo aveva incontrato alcuni

anni prima a Parigi in occasione dei seminari di Braudel ; era restato con lui in896

contaIo: gli faceva avere, ad esempio, suoi ar?coli – con dedica e dichiarazioni di

s?ma – na? anche da influenze hobsbawmiane , a cui Hobsbawm rispondeva897

ammirato .Simantenevapoiaggiornato–comevedremo–suilibricheHobsbawm898

andava scrivendo così come era un aIento leIore dei suoi interven? sull’aIualità

poli?cabritannicachefirmavasuiperiodiciitaliani.

LeaspeIa?vediVivan?rimaseroperòdelusetantodapensarediprendereil

Ivi.,8febbraio1965.893

InIbid.Vivan?diceva«Mièstatochiesto[daEinaudi]senoncredoopportunoriprendereoallacciare894

altricontasparigino-londinesi.HodeIochecertoeratempo(pensavosopraIuIoaHobsb.)einognimodo aIendo diresve. Dirle che ho voglia di meIermi in viaggio in questo momento sarebbe unagrossa bugia.Ma tuIo può capitare nel regno di Struzzia». La sesmana successiva (Ivi., 16 febbraio1965)scriveva:«CredocheresteròquestoprimoperiodoaParigi,poi,dopoesserepassatodaFirenzeamarzo,andròaLondra,anchepervedereHobsb».

Ivi.,13maggio1965.895

G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,cit.,p.499896

C.Vivan?,LerivoltepopolariinFranciaprimadellafrondaelacrisidelsecoloXVII,in«RivistaStorica897

Italiana»,1964/7,pp.957-981.L’ar?colocondedica«Alprof.EricHobsbawmconprofondorispeIoelasperanzadiunprossimoincontro,CorradoVivan?».L’estraIocondedicasitrovainMRC,EHP,Researchmaterial,Setoffiles:interna?onalsubjects,17thcentury(937/3/2/1).

Siricavaquesta informazionedalretrodiunfogliousatodaHobsbawmperprenderedegliappun?898

cheinorigineeraunaleIeraindirizzataaVivan?:«Verymanythanksforyouroffprintonasubjectwhichisofsuchgreatinteresttousboth.Iamreadingitwithgreatestofprofit».IldocumentositrovainIvi.,Researchmaterial,Setoffiles:UKsubjects,'UK:Iron/Steel’,Notes,someofwhichhavebeenwriIenonthebackofshortleIers(toB.K.E.TownsandDrL.Vivan?),12aprile1965(937/3/3/47).

�197

secondaparte:ProgeÅ

primo aereo disponibile per rincasare. «L’incontro con Hobsbawm – scrisse a

Can?mori – è stato quanto mai a doccia fredda». Nonostante avesse «propinato

l’olio-Procacci[…];cosparsoilsaleernes?no[…]eilpizzicodisenapecan?moriana»–

ricostruiva con amara ironia Vivan?, che a Hobsbawm aveva richiamato i comuni

amici italiani Procacci, Ragionieri eCan?mori –,Hobsbawmsi eradimostratoos?le

all’«acetomarca Struzzo» . Per quanto riguardava la Storia Universale egli si era899

limitato a indicare alcuni nomi di studiosi inglesi da contaIare con il consiglio di

coinvolgerli nella partedadedicare alla storia extraeuropea; era invece fuggito alla

propostadiunasuadireIacollaborazione«dicendositroppopresoepocodisposto»

a farne parte . Probabilmente una tale reazione era dovuta, diceva Vivan?900

riprendendounavoceriferitagliinInghilterra,alfaIocheHobsbawmavevadapoco

vissutoun«insuccessouniversitario,dovutoaragioniprevalentementepoli?che» .901

MaVivan? riconduceva la freddezzadiHobsbawmaqualcosad’altro, e cioèal suo

comprensibile fas?dioversouneditorechenonsidecidevaapubblicare i suoi libri

sebbene già acquisi?. Vivan? aveva trovato la cosa «abbastanza imbarazzante» :902

facevaquindipresenteaBolla?chenonbastavala«magiadelnomeeinaudianoper

convincereautorisecca?dalungheaIese» ;all’editoretenevapoiasoIolinearela903

necessità di «fare una poli?ca editoriale che tenesse conto delle esigenze che

abbiamodinonscontentarequestagentecheciinteressa» .904

Erano sei anni infas che Einaudi aveva tra le mani i Primi1ve Rebels di

Hobsbawm.Uscitoper i?pidellaManchesterUniversityPressnel1959, il libroera

tempes?vamentearrivatoincasaEinaudidovesierasubitoprovvedutoatradurlo ,905

manonapubblicarlo.Nel1963HobsbawmsenelamentavaconCan?mori ,ilquale906

dovevasollecitaregliuominidell’EinaudisedilìapocoFrancoVenturinelcorsodelle

riunioni del comitato editoriale caldeggiava (come poi fece per altre due volte)

l’uscita del libro, facendo riferimento alla possibilità di anteporre una prefazione a

firmadiRuggieroRomano .Manonsen’erapoifaIonulla.Primi1veRebelsnonera907

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,29maggio1965.899

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,900

17maggio1965.

Ivi.,19maggio1965.901

Ivi.,17maggio1965.902

Ivi.,19maggio1965.903

Ivi.,17maggio1965.904

La traduzione venne, infas, commissionata a BeIy Bronzini Foà nel seIembre 1960. AST, AE,905

Corrispondenzaconautori italiani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiGiulioEinaudiEditoreaB.Foà,13seIembre1960.

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,11febbraio1963.906

Verbalieditorialidelleriunionidel6e13febbraio1963,edel5giugnodellostessoannoinT.Munari907

(acuradi),Iverbalidelmercoledì.RiunionieditorialiEinaudi1953-1963,Einaudi,Torino2013,pp.702,704,761.

�198

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

l’unico testo di Hobsbawm arrivato e poi arenatosi nelle stanze dell’Einaudi. BeIy

Foà,mentre stava lavorando alla sua traduzione, riceveva nel 1961 ancheThe Jazz

Scene ,librocheHobsbawmavevadatoallestampesemprenel1959echeproprio908

nel 1961 era stato ristampato dalla Penguin . A par?re dagli anni della guerra909

Hobsbawm si era appassionato al jazz, un genere musicale che a metà degli anni

Cinquantaeradiventatoperlui–comeavrebbedeIopochianniprimadimorire–un

«occasionalrespitefromthepersonalandpoli?calconvulsions»del1956 .Ilritorno910

stabile nella capitale inglese nel 1955, quando aveva terminato il suo contraIo di

lavoropressoilKing'sCollege,eilfaIodiinsegnareinunis?tutouniversitarioqualeil

Birkbeck College i cui impegni didasci si svolgevano nelle ore serali gli avevano

permesso infasdiseguireda«osservatorepartecipante» i ritminoIurnidel jazz911

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiB.FoaallaEinaudi,12908

luglio1961.

F. Newton (pseudonimo di E. Hobsbawm), The Jazz Scene,MacGibbon & Kee, Londra 1959; poi909

Penguin,Londra1961.Nel1960 il libroerauscitoanchenegliSta?Uni?per laMonthlyReviewPress,NewYork1960.

E.Hobsbawm,Diary,in«LondonReviewofBooks»,27maggio2010,p.41.910

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.252.911

�199

FrancisNewton,Ilmondodeljazz,EditoriRiuni1,Roma1963.

secondaparte:ProgeÅ

londinese.LasuapresenzaneiclubdiSohocheospitavanoconcer?diquestogenere

era diventata cosa abituale; grazie a suo cugino Denis Person, uno dei maggiori

produIori discografici del jazz britannico , era poi entrato nella cerchia del jazz912

internazionale; dopo i concer? si intraIeneva con musicis?, agen? delle case

discografiche, giornalis? del seIore: tus lo conoscevano come il cri?co musicale

FrancisNewton .PropriosoIoquestopseudonimo(cheavevascelto,richiamandosi913

auntrombesstaneroamericanocomunista,–comeavrebbedeIoannidopo–per

tenere separate l’asvità di cri?ca musicale da quella accademica , ma914

probabilmenteancheperchéilpar?tocomunistanonvedevadibuonocchioquesta

sua passione ) Hobsbawm dalla metà degli anni Cinquanta firmava sul «New915

Statesmen»unarubricamusicalededicataaljazz.Glierastatopoicommissionatoun

libroincuiscrisse,oscillandotraun’analisimarxistaortodossaeinediteapertureche

avrebbero influenzato i coevi studi culturali , uno studio storico sociale di tale916

generemusicale.

InItaliaillibrouscì,soIopseudonimo,nel1963conil?toloIlmondodeljazz:

nonvennepubblicatoperòaTorino,bensìaRomapergliEditoriRiuni? .Gianfranco917

Con?ni che lo recensì su «Paese Sera» ne parlò come di un libro «assai insolito»,

capace di affrontare «temi che sfuggono, di regola, ai cri?ci professionis?». Esso

prendevainanalisilasuanaturadiprotesta,ilrapportofrajazzealtrear?,iproblemi

dell’industria musicale: insomma si traIava, commentava Con?ni, di

un’«esplorazione di un terreno sostanzialmente vergine e di grande interesse».

Ibid.912

Si veda la tes?monianza di un musicista jazz londinese che lo conobbe in quegli anni: T. Coe,913

Hobsbawm and Jazz, in R. Samuel e G. Stedman Joes, Culture, Ideology and Poli1cs, cit., p. 149(149-157).

FrankieNewton(1906-1954);E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.251-254.914

Ipo?zzo questa secondamo?vazione a par?re da alcuni stralci di conversazione tra funzionari del915

CPGBlondinese,interceIatedall’MI5,incuiemergeuncertofas?diodapartediques?funzionarinelloscoprire una parte di Hobsbawm che «he had never admiIed […] to ‘us’»: NAL, EHF-MI5, Kv2/3985,InterceIazionedel15giugno1959.

Philip Bound ha definito The Jazz Scene come un «transi?onal text» in quanto – secondo la sua916

interpretazione–siponeametàtraunanalisideljazzcomeformadimusicafolkurbana,inlineaconlatendenza an?-americanista dell’approccio comunista alla cultura negli anni Cinquanta, e unapropensione anali?ca del genere musicale, con le sue implicazioni poli?che, sociali e industriali, cheesuladall’impostazioneortodossacomunistaecheapre invece lastradaaglistudichegiovanistudiosicomeRichardHoggart,RaymondWilliam,StuartHallstavanoall’epocainiziandosullaculturadimassa.P.Bound, From Folk to Jazz: Eric Hobsbawm, Bri1sh Communism and Cultural Studies, in «Cri?que»,2012/4, pp. 575-593 (lo stesso saggiò è stato recentemente ripubblicato in: Id., D. Berry (a cura di),Bri1shMarxismandCulturalStudies:EssaysonaLivingTradi1on,Routledge,LondraeNewYork2016,pp.87-105).Perun limite linguis?cononhopotutoavvalermidiA.Lisenmann,T.Hindrichs(acuradi)Hobsbawm, Newton und Jazz. Rum Verhältnis von Musik und Geschichtsschreibung, Schöningh,Paderborn2016.

F. Newton, Il mondo del jazz, Editori Riuni?, Roma 1963. Traduzione di Mario Cartoni, collana917

«Enciclopediatascabile»70.SarebbestatoripubblicatoafirmadiE.Hobsbawm,Storiasocialedeljazz,Editori Riuni?, Roma1982; e Id.,Storia sociale del jazz : una rivoluzionedi suoni,ResGestae,Milano2013.

�200

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

L’autore, «unmarxista edunuomo cheha grandedimes?chezza con la culturadel

nostro tempo», era stato in grado – argomentava la recensione – di cogliere «le

componen? fondamentali di una esperienza che appar?ene ormai alla storia della

cultura moderna», muovendosi «fra cri?ca e sociologia» . Pochi anni dopo, per918

promuovere l’edizione italiana di I Ribelli presso la Casa della cultura di Milano,

HobsbawmavrebbedeIo cheper lui tra storia e sociologianon c'era«una grande

differenza»né«unalineatroppomarcata»cheledivida .Questacompenetrazione,919

acuiHobsbawmsierarichiamatogiàinoccasionedelIXcongressodistudistoricinel

1950,colpìi leIoridiTheJazzScene,un’operacheineffesvenneleIadapiùpar?

comeun’analisisociologica .920

Non è un caso che alla traduIrice einaudiana di Hobsbawm questo libro

venisserecapitatodaRanieroPanzieri .ProprioaPanzierinel1959erastataaffidata921

in casaEinaudi ladirezionedi«Lanuova società», che sarebbedovutadiventare la

collanadipuntadellaEinaudi:unospazioapertoallariflessionesulcontemporaneo

dopoildisorientamentodel1956.Panzieriavevaproposto«difarelibridisociologia

edeconomia»,conl’ideadi«inseriremol?volumichecontribui[ssero]ariportarele

edizioni un po’ più vicine agli interessi della cultura di oggi» e a «fornire922

tes?monianze cri?che e documen? della problema?ca più viva della cultura

contemporanea» . Einaudi aveva varato il programma della nuova collana con923 924

l’intento di presentare al leIore sia tes? stranieri che italiani, in par?colare

inchieste . Inizialmente, il lavoro della nuova collana «di scienze sociali» era925

proceduto «molto bene» , sopraIuIo per quanto riguardava le proposte926

internazionali.PanzieriavevaprospeIatolapubblicazionediricerchesociologichesul

neocapitalismo e la nuova condizione operaia , così come di un’opera sul927

G.Corsini,Unastoriadeljazz.FrancisNewtonfracri1caesociologia,in«LibriPaeseSera».918

G.M.,UnincontroconHobsbawm,in«PaeseSera»,25novembre1966.919

Latraduzionefrancesedel libroavrebbepresoil?tolodiUnesociologiedujazz,Flammarion,Parigi920

1966.

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cartella81,fasc.1242,LeIeradiGiulioEinaudiEditorea921

B.Foà,21luglio1961.

LeIeradiR.Panzieriallamoglie15maggio1959,inR.Panzieri,Le.ere1940-1964,acuradiS.Merlie922

L.Dos,Marsilio,Venezia1987,p.199.

CitazioneriportatadaL.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.889.923

LeIeradiR.PanzieriaD.Montaldi,24seIembre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,p.221.924

TraiprimiPanzierispingevaperl’inchiestadiD.Montaldi,Autobiografiedellaleggera,Einaudi(«La925

nuovasocietà»),Torino1961.

LeIeradiR.PanzieriaD.Montaldi,6oIobre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,p.226.926

SivedaS.Merli,TeoriaeimpegnonelmodelloPanzieri,inivi.,p.XXXIV(VII-XLIX).927

�201

secondaparte:ProgeÅ

capitalismoamericanoafirmadiBaraneSweezy ;avevaancheipo?zzatolaraccolta928

di saggi di Dobb che presentassero un «riesame di alcune ques?oni della teoria

marxista» . InoccasionedelConvegnointernazionaledisociologiatenutoaStresa929

nel seIembredel 1959era entratopoi in contaIo con alcuni esponen?dellaNew

Leâbritannica ; probabilmente aveva incontrato di persona lo stessoHobsbawm,930

che vi aveva preso parte. A Norman Birnbaum aveva espresso un par?colare

apprezzamento verso il «travail de l’équipe de ‘University and Leâ Review’ et la

significa?onremarquablequ’ilapour lagauchesocialiste»chiedendodeicontribu?

dapartedegli esponen?della rivista ingleseper le collane chedirigeva, «Lanuova

società» e «Libri bianchi». Si era dimostrato in par?colare interessato a una loro

«analyse sérieuse de la situa?on aIuale du Labour Party et, en général, du

mouvementeouvrierenGrande-Bretagne» .AvevaquindipresocontaIoconPeter931

Worsely,chiedendogliunaconsulenzasutes?rela?viallapoli?cacolonialeinglese .932

SuconsigliodiBirnbaum,avevapresentatoall’EinaudiOutofApathy,unaraccoltadi

scrisdellaNewLeâbritannicacuratadaEdwardP.Thompson.SempreaBirnbaum

avevachiestodiessereaggiornato«sur le travaux récentsouencoursquipeuvent

nous intéresser, de Thompson, Williams, Hobsbawm, etc.» . Probabilmente933

Birnbaum,chesedevaanchenelcomitatoeditorialedi«PastandPresent» ,aveva934

faIo sapere a Panzieri le recen? pubblicazioni di Hobsbawm, che difas venivano

valutateincasaEinaudi.Presentandonel1960all’editoreunprogrammadeIagliato

conlalistadeivolumidapubblicarene’«Lanuovasocietà»,Panzieri indicavalibri–

poieffesvamenteapparsi tra il1961e il1962–sia italianichestranieri: traques?

ul?mic’erano inomidiPeterWorsley ediPaulM.Sweezy .Nella listaufficiale,935 936

cheaveva subitodiversemodifiche rispeIoai programmi iniziali , risultavaanche937

un libro di Hobsbawm: non quello sul jazz, che Panzieri doveva aver comunque

LeIeradiR.PanzieriaR.Amaduzzi,31oIobre1959, inivi.,p.233.IlvolumediP.A.BaraneP.M.928

Sweezy, Ilcapitalemonopolis1co.Saggiosullestru.uraeconomicaesocialeamericana,sarebbeuscitonelle«Nuovabibliotecascien?fica»solonel1968.

AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart. , Fasc., LeIeradiDobbaPanzierie929

risposta, 18 e 26 novembre 1959. Probabilmente non fu possibile portare avan? quest’idea perpreceden?accordidiDobbcongliEditoriRiuni?.

Il rapportosi sarebbesviluppatoanche insededi riviste.M.Scos,Dasinistra. Intelle.uali,Par1to930

socialista italiano e organizzazione della cultura (1953-1960), Ediesse, Roma 2011, pp. 238-239, note293.

LeIeradiR.PanzieriaN.Birnbaum,20oIobre1959,inR.Panzieri,Le.ere,cit.,pp.227-228.931

LeIeradiR.PanzieriaP.Worsley,26novembre1959,inivi.,pp.237-238.932

LeIeraaN.Birnbaum,10novembre1959,pp.235-236.933

Lano?ziasiricavadall’EditorialeNote,in«PastandPresent»,1958/14,p.93.934

P.Worsley,Latrombasuonerà.Icul1millenaris1cidellaMelanesia,Einaudi,Torino1961.935

P. Sweezy e L. Huberman, Cuba. Anomalia di una rivoluzione, Einaudi, Torino 1961; P. Sweezy, Il936

presentecomestoria,Einaudi,Torino1962.

LeIeradiR.PanzieriaG.Eianudi,13oIobre1960,inR.Panzieri,Le.ere1940-1964,cit.,pp.283-4.937

�202

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

vagliato, bensì I ribelli , il cui tema doveva rientrare nel più generale interesse938

mostratodaPanzieriversoleinchiestesulMeridioneitaliano eversoimovimen?939

an?-coloniali. RingraziandoPanzieri per la pubblicazione italianadel suo libro – già

ricordato – sui cul? millenaris?ci della Malanesia, Peter Worsley per invogliare il

leIore italianoadapprocciarsiai suoi temidi ricerca facevaunrimandoesplicitoai

Primi1ve Rebels di Hobsbawm, da poco pubblica? in Gran Bretagna e che quindi

dovevarientrarenegliinteressianchedellaEinaudi .940

Lacollana«Lanuovasocietà»eraperòstatachiusanel1963,doposolodueannidi

asvità a causa di uno scontro interno alla casa editrice esploso sul caso della

pubblicazione dell’indagine di Goffredo Fofi sull’immigrazione meridionale a

Torino : a causa di visioni poli?che divergen? Giulio Einaudi aveva allontanato,941

licenziandoli,PanzierieSolmi .Probabilmenteperquestomo?voillibrosulleforme942

primi?vedi rivoltasocialediHobsbawmtardavaaduscire:sieracioè inserito inun

momento in cui la casa editrice stava affrontando tensioni e contraddizioni interne

che avrebbero portato ad una sua riorganizzazione anche in termini di collane.

Primi1veRebelssarebbeuscitonel1966,nonpiùnellacollanade«Lanuovasocietà»,

mainquelladei«Saggi».IllibrosuljazzinvecevennepubblicatodagliEditoriRiuni?.

Lefon?d'archiviononpermeIonodiseguireilpassaggiodellibrodallacasaeditrice

torineseaquellaromana:quest’ul?malopubblicò–senzapreavviso – nel luglio943

1963 nella sezione arancione dell’«Enciclopedia tascabile», un’eterogenea «collana

L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.901n.90.938

L. Baranelli e F. Ciafaloni, Una stanza all’Einaudi, Quodlibet, Macerata 2013, p. 63; L. Mangoni,939

Pensareilibri,cit.,pp.897-898.

P.Worsley,Latrombasuonerà,p.14.940

G.Fofi,L'immigrazionemeridionaleaTorino,Feltrinelli,Milano1964.941

PanzierieSolmicosìcomeFor?nicon il1959avevano interpretatounadisponibilitàdapartedella942

casaeditriceEinaudi adiventareun luogodi ragionamentodadove«sollecitare l'affermazionediunanuovaculturaaldi fuori,senoncontro,quelladeipar??storicidellasinistra».EraquestocheEinaudicontestòaPanzierieSolmi,eperquestolilicenziò.L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,pp.883-890,920-930.SivedaancheL.Baranelli,Disavventurediimmigra1aTorino.UncasoeditorialedeglianniSessanta,inId.,F.Ciafaloni,Unastanzaall’Einaudi,cit.,pp.47-56.

Vennepresentatocomelibro«inpreparazione»solonelgiugno1963(Informazionechesiricavadalle943

ul?mepaginediE.D.Hanson,LateoriadiDarwin,Ed.Riuni?,Romagiugno1963),efueffesvamentefinitodistamparenelluglio1963.Neivolumidellastessacollanapubblica?nel1961-1962-1963illibrodiNewtonnonèmaiindicatonellalistadeilibriinuscita.

�203

secondaparte:ProgeÅ

popolare» , presentandolo come «un’introduzione essenziale alla conoscenza944

direIadelfaIomusicaleeallacomprensionedelmondoincuiessovive» .945

Quandouscì Ilmondodel jazz,era statodapocopubblicato in Italiaunaltro

libro di Hobsbawm, ancora una volta non da Einaudi. Nel 1958 egli era stato

incaricato dall’editore George Weidenfeld di scrivere per una grande collana, la

«HistoryofCiviliza?on»progeIatadaRonalSymediOxford,ilprimovolumededicato

all’epocamoderna.TheAgeofRevolu1on,libroincuil’autorestudiavalaRivoluzione

Francese e la Rivoluzione industriale come una «duplice rivoluzione», uscì in Gran

Bretagna nel 1962 , poche sesmane dopo che Hobsbawm aveva sposato in946

secondenozzeMarleneSchwarz,unagiovanedonnadioriginiaustriacherifugiatasiin

Inghilterra alla fine degli anni Trenta . Il libro apparve tempes?vamente in Italia,947

pubblicato con il ?tolo Le rivoluzioni borghesi per i ?pi del Saggiatore . Delio948

Can?mori, a cui Hobsbawm faceva prontamente sapere la cosa proponendogli nel

fraIempoinregalolatraduzioneingleseotedesca ,dovevaaverchiestospiegazioni949

sulla scelta di una tale casa editrice, seHobsbawmgli rispondeva che«the English

publisherhasastandingarrangementwithhim[Mondadori]fortheen?reseries» .950

Il Saggiatore, la casaeditrice fondatanel1958aMilanodaAlbertoMondadori con

L’Enciclopedia tascabile, presentata come «la nuova collana popolare degli Editori Riuni?», si944

proponevadi«offrirealleIoreunsolidoedorganicostrumentodiconoscenza,legatoallaproblema?capiùvivadelmondomodernoesostanziatodaimiglioririsulta?dellecorren?piùavanzatedelpensierocontemporaneo».RifacendosiadunacitazionediGramscisiproponevadi«creareunanuovacultura»,cosache«nonsignificasolofareindividualmentedellecoperteoriginali:significaancheespecialmentediffonderecri?camentedelleveritàgià scoperte, ‘socializzarle’percosìdireepertanto farlediventarebasediazionivitali,elementodicoordinamentoediordine intelleIualeemorale».Eraalsuo internosuddivisainquaIrosezioni:storia,economiaepoli?ca(collanaarancione),leIeratura,arteespeIacolo(collanagialla),filosofiaepedagogia(verde),scienzeetecnica(azzurra).Nellasezionearancioneeranopresentate, ad esempio, opere come: A. Morton, Tale, Storia del movimento operaio inglese, 1961;Mercuri,Tuzzi,Can1poli1ciitaliani1793-1945;Dobb,Capitalismoierieoggi,1962.NellasezionegiallaGuillen,Can1popolaricubani;Poe1enarratorid’Algeria,1962.Nellasezioneazzurra:E.D.Hanson,LateoriadiDarwin,1963.

CitazionetraIadallaquartadicoper?na:F.Newton,Ilmondodeljazz,Ed.Riuni?,Roma1963.945

E.Hobsbawm,TheAgeofRevolu1on:Europe1789-1848,WeidenfeldandNicolson,Londra1962.946

Thequeenof21st-centurynetworking,intervistaaJuliaHobsbawm,«TheJewisCronicle»,9febbraio947

2012,<hIps://www.thejc.com/lifestyle/features/interview-julia-hobsbawm-1.31557>.

Id., Le rivoluzioni borghesi. 1789-1848, Il Saggiatore, Milano 1963, traduzione di Orazio Nicotra;948

secondaedizione1966.Nel1971venneripubblicatonellacollana«Leviedellaciviltà»,19762,19783.Illibro venne edito quindi da Laterza nella collana «Biblioteca Universale Laterza» una prima volta nel1988enel1991nellastessacollana,conl’aggiuntadellabibliografiacuratadaF.Favino(pp.423-443).Già all’uscita della prima edizione italiana, Corrado Vivan? notava la fragilità della traduzione dellabibliografia: «Bisognerebbe bastonare […] chi ha tradoIo la bibliografia – scriveva a Can?mori –,lasciando– inoperadivulga?va– i?toli in inglese,anchediopereesisten?tradoIein italiano,equelcheèpeggiodioperenoninglesi»(SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,10maggio1963).Fuquindipubblicatocon il?tolopiù fedeleall’originaleL’etàdella rivoluzione,1789-1848,Rizzoli,Milano1999 (collana «Storica Rizzoli»), senza il corredo di immagini e la nuova bibliografia. Recentemente illibroèstatonuovamentepubblicatoconil?toloLerivoluzioniborghesi.1789-1848,ResGestae,Milano2016.

SNS,CDC,LeIeradiE.HObsbawmaD.Can?mori,23gennaio1963.949

Ivi.,11febbraio1963.950

�204

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

l’obiesvo di sprovincializzare la cultura italiana anche con la creazione di alcune

collaneimportatedall'estero ,avevainfasacquisitodaWeidenfeldandNicolsoni951

diris dell’intera serie «History of civiliza?on», che fece confluire ne’ «Il

portolano» .TheAgeofRevolu1onfuun’operachesenelmondoanglofonovenne952

recepitaconuncertoentusiasmo,inItaliaraccolsegiudizicontrastan?.Lerecensioni

apparse nelle riviste inglesi e americane la descrissero comeun libro «challenging,

learned,brilliantinitsanaly?calpower,wide-ranginginitslucidexposi?onofliterary,

aesthe?candscien?ficachievementsandpackedwithnovel insight» .Lacapacità953

di spaziare in diversi ambi? disciplinari, res?tuendone una visione d’insieme

coerente,fuampiamentericonosciuta .NevennesoIolineatainoltrelacapacitàdi954

dare una panoramica non meramente europea, ma aIenta ad angoli del mondo

remo? .SeGeoffryBruunnelamentòunamancanzadiconsequenzialitàfraledue955

par? di cui l’opera si componeva , Theodore Hamerow individuò lo «charm» del956

libro nel «narra?ve style, spirit, and much erudi?on» dell’autore; riconoscendo la

grandezza nella «discursiveness» ed elogiando lo «author’s original, highly957

personalapproachtohissubject»,ilrecensoreamericanoavver?vaallostessotempo

chesitraIavadiun’operadigrandeerudizione .958

InItalia il libroapparvesoIoun’altra luce.Duranteunariunionedelconsiglio

AlbertoMondadoriscrivevaalpadrescrivevachelasuacasaeditricesarebbestataimpostata,trale951

altre cose, su «alcune collane (distribuite, nel loro espandersi, aIraverso un piano decennale) mairealizzate in Italia,ma che hanno all’estero osma fortuna, e che andrò via via integrando con opereitaliane appositamente ordinate e prefabbricate,meIendo così finalmente inmoto la troppo pigra eaccademicacultura italiana».LeIeradiA.Mondadorialpadre,29gennaio1959, inA.Mondadori,Hosognato il vostro tempo: il mes1ere dell’editore, Il Saggiatore, Milano 2014, p. 56. Sull’intento di«sprovincializzare» la cultura italiana Mondadori parla anche nelle leIere indirizzate a R. BianchiBandinelli (5 aprile1961, in ivi., pp. 18-19) e aG.Debenedes (28aprile1947, in ivi., pp. 16-17): «SitraIadi guardare, e di condurre gli altri a guardare, la cultura italianadegli ul?mi cinquant’anni, conocchi europei, sprovincializzandoci a forza: di immeIere nella nostra membratura di vecchio PaeseleIerarioepolverosoifermen?vividellaculturadifuori:o,comediceAntonioBanfi,chefagiàpartedelcomitato redazionale, di presentarne le sfumature, i rilievi psicologici e morali, quel tanto che èafferrabilesoltantodaunaintelligenzainternazionale».

Tra iprimi libripubblica? inquestacollanac’erano:M.Grant,LaciviltàdiRoma133a.C.-217d.C.,952

1961;E.O. James,Glieroidelmito,1961; Id.,Nascitadella religione,1961;C.M.Bowra,L’esperienzagreca, 1961; N. Zernov, Il cris1anesimo orientale, 1962; F. Heer, Il Medioevo 1100-1350, 1962; R.Mukerjee, Storia e cultura dell’India,1962; R. C. Zaehner,Zoroatro e la fantasia religiosa,1962; J. H.Parry,Legrandiscopertegeografiche:1450-1650,1963;R.N.Frye,LaPersiaislamica,1963.

GoodwinA.,TheAgeof Revolu1on, 1789-1848by E. J.Hobsbawm, in «EnglishHistorical Review»,953

1964/312,p.617(616-617).

T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical954

Review», 1963/4, 1018-1019; G. Bruun, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in«Poli?calScienceQuarterly»,1964/3,pp.446-447.

T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical955

Review»,cit.,p.1018.

G. Bruun,TheAge of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «Poli?cal ScienceQuarterly»,956

1964/3,p.447(446-447).

T. S. Hamerow, The Age of Revolu1on, 1789-1848 by E. J. Hobsbawm, in «American Historical957

Review»,cit.,p.1018.

Ivi.,p.1019.958

�205

secondaparte:ProgeÅ

editorialeeinaudianoFrancoVenturi,sollecitandolapubblicazionedello«Hobsbawm

innostropossesso»(Primi1veRebels),riferivaanchediaverleIo«loHobsbawmgià

vendutoaFeltrinelli(sic) »:sidicevainmerito«perplesso» .Nellacorrispondenza959 960

HobsbawmnonpubblicòalcunlibroconlaFeltrinelli;congrandeprobabilitàsitraIadiunlapsus:il959

riferimento di Venturi deve essere ricondoIo al libro venduto alla nuova casa editrice milanese, ilSaggiatore.

Citazione traIa dal verbale della riunione editoriale del 12 febbraio 1963, T.Munari (a cura di), I960

verbalidelmercoledì,cit.,p.704.

�206

DiverseedizioniitalianediTheAgeofRevolu1on:

inordineorarioIlSaggiatore(1963),Laterza(1988),Rizzoli(1999),ResGestae(2016)

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

traVivan?eCan?morisenericavaun’altraflebilemaindica?vaecodeLerivoluzioni

borghesi, che può aiutare a capirne la fredda ricezione italiana. «Ho comprato lo

Hobsbawmmondadoriano–scrivevailprimoalsecondo–cheaunaprimaocchiata

miparebuonocome librodidivulgazione (alba–aggiungeva–, visto ilprezzo)» .961

Con le stesse parole venne presentata dai principali periodici italiani, che ne

parlaronocomediuna«rapidasintesi» ,diuno«studiopanoramico» ,diun’opera962 963

«con criteri di alta divulgazione» , che era lacunosa nell’«approfondimento [che]964

nondiradolascia[va]adesiderare»,«nellasommarietàdell’analisienellaasciuIezza

descrisva» . Il primo Age di Hobsbawm venne dunque percepito in contesto965

italianocomeunlibrodivulga?vopiùchepropriamentescien?fico:perquestopassò

quasidel tuIo inosservatonelpanoramadelle rivistestoriografichedell’epoca.Con

alcuneeccezioni.

Nonostante «l’assoluto silenzio […] della cultura accademica più

conservatrice», il librodoveIecomunqueavereunacertacircolazione .Ammira?,966

seppur incidentali, rimandi si trovano in «Studi Storici», a firma dello storico

economico Giorgio Mori, che ne soIolineò più volte l’importanza. Una prima

occasionevennedatadal«convegnonatante»–comelochiamaronoipartecipan?–

organizzatodaAlbertoCaracciolosultemaProblemidistoriadell’industrializzazionee

dellosviluppoeconomicoacuiHobsbawm,assiemeaLucianoCafagna,WitoldKula,

LuigiSpaventa,FrancoVenturitraglialtri,partecipò,abordodiunanavedacrociera

nelmaggio1963 .Nellos?larneunresoconto,Mori(cheinquell’occasioneconobbe967

Hobsbawm )sisoffermòanchesullarelazionedal?toloIndustrialFirstComersand968

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,10maggio1963.961

Le rivoluzioni borghesi, in «Bancarella», giugno 1963; A.R.V., Le rivoluzioni borghesi, in «Le vie del962

mondo»,giugno1963.

LeRivoluzioniBorghesi,in«Iltempo»,23maggio1963.963

Lerivoluzioniborghesi,«L’ecodiBrescia»,31agosto1963.964

A.Illumina?,EricJohnHobsbawm,Lerivoluzioniborghesi,in«Rinascita»,8giugno1963.965

E.Menduni,Frastoriasocialeestoriadellasocietà.EricHobsbawm,in«Studistorici»,1973/3,p.681966

(681-698).

Hobsbawmricordòl'eccezionalitàdiconvegnoincuialunghesezionididibastoseguivanomomen?967

didiver?mentosullespiaggediZadar,SpliteDubrovnikinE.HobsbawmUnricordo,inG.Nenci(acuradi),AlbertoCaracciolounostoricoeuropeo,IlMulino,Bologna2005,pp.199-200(199-204).Iltestoeraapparsoconil?toloAlbertoCaracciolo(1926-2002),in«Rivistastoricaitaliana»,2003/1,pp.3-5.

È verosimile che i due abbiano streIo un rapporto d'amicizia se nel 1997, in occasione dei968

festeggiamen? per il seIantesimo compleanno di Mori Stefania Maresca dell’Università di Firenzeinvitava Hobsbawm a prendere parte alla cerimonia: MRC, EHP, Correspondence, GeneralCorrespondence,1996,LeIeradiS.MarescaaE.Hobsbawm,18novembre1996.

�207

secondaparte:ProgeÅ

Underdeveloped World , in cui Hobsbawm affrontò, arrivando fino all’aIualità,969

anchequelperiodoacavallotraXVIIIeXIXsecolo«brillantementetraIatonel[suo]

volumerecentementecomparsoancheinItalia» ,soIolineandone–comeavrebbe970

scriIo anche Caracciolo – le «dimensioni e [le] interdipendenze mondiali nella

formazionedieconomiecapitalis?cheeindustriali» .MoririchiamònuovamenteLe971

rivoluzioniborghesi sempresu«StudiStorici»,perdarerilievoallarecenteapertura

della cultura storiografica italiana verso l’elaborazione storiografica britannica sulla

rivoluzione inglese:presentò il librodiHobsbawmcomeuncontributochecoglieva

«nella rivoluzione francese e nella rivoluzione inglese i pun? di partenza per

intenderneicaraIeridinovitàedisegnipiùrilevan?diprogresso» .972

CifupoichisoIolineòl’impostazionemarxistadellavorodiHobsbawm.Paolo

Alatri iden?ficò nel metodo marxista di Hobsbawm «una spinta al rinnovamento

storiografico, con risulta? eccellen? per originalità e vigore» . Sulla stessa scia si973

muoveva la recensione di Ernesto Ragionieri sulle colonne de «l’Unità». Difficile e

raro era imbaIersi, diceva Ragionieri, in un’opera come questa «dalla quale nella

stessamisuratantosiimpar[a]ealtreIanto,eforseancoradipiù,si[è]sugges?ona?

a rifleIere» . Si traIava di un libro – proseguiva Ragionieri – estremamente974

innova?vo e per «l’ispirazione» e per l’«impostazione storica»; per questo lo

presentava ai suoi studen? durante i suoi seminari . Hobsbawm aveva messo al975

centro della sua analisi una rappresentazione delle rivoluzioni borghesi non da un

puntodivistaeuropeoomondiale,bensìuniversale:eralaprimavolta,argomentava

Ragionieri, che la rivoluzione inglese e la rivoluzione francese venivano presentate

«come un processo unitario», magistralmente studiato da Hobsbawm aIraverso

«l’osservazionedifferenziatadeisuoiesi?».«Nessuno,ch’iosappia,avevamaitentato

finoradiscrivereunastoriadiquestoperiodointesacomeetàdelleduerivoluzioni»;

L’interventosarebbeapparsoconil?tolo«Firstcomers»e«secondcomers»,inA.Caracciolo(acura969

di),Problemistoricidellaindustrializzazioneedellosviluppo,AragliàEd.,Urbino,1965,pp.71-102.Intalevolumesonoraccoltealtresolounapartediquelletenutenelcorsodelconvegno:quellecheadeIadiAlberto Caracciolo, che ne firmò la premessa, spiccarono per il loro portatometodologico, e cioè lerelazionidiKula,Spaventa,Cazes,Cafagna.InquestovolumevennepubblicatounsecondocontributodiHobsbawm che dava conto dei progressi degli studi britannici in merito alla storia dello sviluppoeconomico(E.Hobsbawm,Recen1studisull’industrializzazioneinGranBretagna,inivi.,pp.183-202).

G. Mori, Problemi di storia dell’industrializzazione e dello sviluppo economico, in «Studi Storici»,970

1963/3,pp.613-618.

A.Caracciolo,Premessa, in Id., (acuradi),Problemistoricidella industrializzazioneedellosviluppo,971

cit.,p.10(9-11).

G.Mori,Rivoluzioneindustriale:storiaesignificatodiunconce.o,in«StudiStorici»,1964/2,nota1,972

p. 215 (215-240). In questo ar?colo Gori richiamava anche la traduzione per Laterza di Thomas S.Ashton,Larivoluzioneindustriale,Bari1953.

P.Alatri,Lerivoluzioniborghesi,«PaeseSera»,26luglio1963.973

E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,in«l’Unità»,18giugno1963,orainId.,Storiografiaincammino,974

acuradiG.Santomassimo,Ed.Riuni?,Roma1987,pp.188-191.

S. Soldani, Storica per caso?, in A. d’Orso (a cura di),Gli storici si raccontano. Tre generazioni tra975

revisionierevisionismi,manifestolibri,Roma2005,p.73(65-96).

�208

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

nemmenoGeorgeLefebvrerispeIoalquale–chiosavaRagionieri–Hobsbawmaveva

saputo «andare oltre», ampliando in modo straordinario l’orizzonte geografico di

riferimento, i piani di analisi – dal poli?co al religioso, dalle ar? ai rappor? di

produzione–earrivandoaun’interpretazionedi«grandeoriginalità». Lagrandezza

dellostoricoinglese,agliocchidiRagionieri,stavanella

capacità di non limitare il suo marxismo ad una impostazione generale o alla

enunciazione di una tesi determinata ma di sapere riassorbire per lo sviluppo e la

soluzionediunproblemageneraleimpostatoinqueiterminitusirisulta?dellaricerca

edellascienzastoricadireIamenteoindireIamentesollecita?daquellaimpostazione

o,piùingenerale,daunaconcezionematerialis?cadellastoria .976

Gianpasquale Santomassimo, che di Ragionieri è stato allievo, ha recentemente

ricordato che fu un’opera che entusiasmò i leIori perché si discostava dalla

tradizionalestoriografiamarxista:inessanonsitrovava«ilplumbeoeconomicismodi

tante traIazioni»; la «duplice rivoluzione» veniva indagata da Hobsbawm nelle

ripercussioni cheavevadeterminatonelmododiprodurre,dipensare,di vivere,di

sen?re: colpiva l’aIenzione che l’autore aveva riservato alla cultura, alle ar?, alle

scienze, alla musica, colpiva l’«interdipendenza tra civiltà europea e atlan?ca». In

questomodo«siriscoprivailveroMarxdelManifesto,nonunfilosoforegressistache

deprecavaunindis?nto‘capitalismo’,mal'esaltatoredellaportatarivoluzionariache

l'industrializzazionecapitalis?caavevaportatonelmondo» .RagionieriavevadeIo977

che

l’operadiHobsbawm,conquestaassimilazionecri?caditan?risulta?dellaricercasul

terreno della storia, ad esempio, delle scienze e delle tecniche rappresenta una

applicazione concretadell’ideale gramscianodi egemoniadelmarxismonel pensiero

contemporaneo .978

Ragionieriinsommaprendevaledistanzedaunadefinizionedell’operadiHobsbawm

come di libro di semplice haute vulgarisa1on (se non per il faIo – precisava – di

esserebasatasolosufon?secondarie), cheerastatainvecelachiavedileIuradata

incasaEinaudi.

Sequest’ul?manondovevaessersipar?colarmenterammaricatapernonaver

pubblicatoTheAgeofRevolu1on,apar?redal1964ilnomediHobsbawmtornòpiù

E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,cit.,p.190.976

G.Santomassimo,Lostoricoglobale,«ilmanifesto»,2oIobre2012.977

E.Ragionieri,Lerivoluzioniborghesi,cit.,p.190.978

�209

secondaparte:ProgeÅ

volteall’internodellestanzedellacasaeditricetorinese.Ancheperquestolareazione

gelida che Hobsbawm aveva riservato alla proposta di collaborare alla Storia

universaledovevaesserevissutadaVivan?comepar?colarmentefrustrante:ancordi

piùinquantoerastatoproprioluiarichiamarepiùvoltel’aIenzionedeicolleghiedel

consiglio editoriale sui contribu? storiografici che Hobsbawm man mano andava

proponendo.Nel1964adesempioinGranBretagnavenivadatoallestampesempre

perlaWeidenfeldandNicolsonLabouringMen,unaraccoltadisaggicheracchiudeva

le ricerche e le riflessioni più che decennali di Hobsbawm sulla labour history .979

Prontamente Vivan? ne aveva parlato presentando il libro al Consiglio editoriale

einaudianocome«unoschizzogeneraledelmovimentooperaiodel secoloscorso»,

dicendosi«moltofavorevoleperfarlo» .Di«schizzo»avevaparlatoancheGiuliano980

Procacci, recensendo il librosu«Rinascita»eraccomandandoloal leIore italiano in

quanto,appunto,«schizzo[…]efficacediunaffrescoelaboratoecompleto» .Aveva981

d’altrondetenutocontodiques?studinellesuericerchesullaclasseoperaiaitaliana

all'iniziodelXXsecolo .«Volevoricordare–avrebberibaditoVivan? inunanuova982

riunione editoriale einaudiana – che il supplemento del Times gli ha dedicato

un'intera pagina. Io l'ho trovato molto bello»; sollecitava dunque di prendere

l’inizia?va in quanto ipo?zzava che la concorrenza ne fosse interessata. Il libro

sarebbe stato approvato dall’Einaudi, su pressione ancora di Vivan? , l’anno983

successivo per la collana dei «Saggi» e affidato, con l’ipote?co ?tolo di La984

rivoluzioneindustrialeealtrisaggi ,allatraduzionediLuisellaPasserini .Sarebbe985 986

uscito,comevedremo,alcuniannidopo.

Vivan? poi era anche un aIento leIore dei resocon? che Hobsbawm

presentava sulle colonne di «Rinascita» inmerito alla realtà britannica. Quando la

Commissioneeditoriale einaudianaprese in considerazionedi allargare l'aIenzione

data dalla collana dei «Libri bianchi», orfana ormai del suo originario direIore

E. Hobsbawm, LabouringMen: Studies in the History of Labour,Weidenfeld and Nicolson, Londra979

1964.

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.296,Verbaleeditorialedell’8aprile1964.980

G.Procacci,Operaiinglesi,in«Rinascita»,27maggio1965,p.22.981

Rimandi ai saggi di Hobsbawm si trovano in Id., La lo.a di classe in Italia agli inizi del secolo XX,982

EditoriRiuni?,Roma1970,p.22.Nonostanteil librovengapubblicatonel1970raccogliericerchefaIeneiprimianniSessanta(sivedal'Avvertenza,ivi.,p.VII).

SNS, CDC, LeIera di C. Vivan? aD. Can?mori, 16 febbraio 1963; «spero di riuscire questa volta –983

scrivevaVivan?aCan?mori,riferendosiaLabouringMen–afarpassareillibro».

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.5,fasc.322,Verbaleeditorialedel10febbraio1965acuièacclusoun984

documentoincuisonoriporta?ilibriapprova?,fraques?LabouringMen,rifiuta?oincer?decisinellariunionedel10febbraioedel17febbraio.

Ivi., cart. 5, fasc. 323, Verbale editoriale del 17 febbraio 1965. Dal verbale si può ricostruire che985

Einaudiposeaivo?ladecisione,nontrovandonessunocontrario.

Ivi.,cart.152,fast.2331,LeIeradellaEinaudiSpaaL.Passerini,15luglio1966;leIeradiL.Passerini986

allacasaeditrice,19aprile1967.

�210

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Panzieri,all’aIualitàpoli?cainternazionalevennefaIoancheilnomediHobsbawm

inprimisdapartediVivan?.Neiprimianni’60,all’internodiquelcontenitorechedal

1956sierapropostocomeluogoriservatoall’editoriadiaIualità ,l’Einaudiforniva987

adunleIoreitalianoaIentounaseriedipanoramichesullarealtàpoli?cadidiversi

Paesi.Nel1962venivapubblicatoadesempioTeoriadellapoli1caesteraamericana

di Paul Sweezy e Leo Huberman, nel 1963 Sociologia della Rivoluzione algerina di

FranzFanon,nel1964diSaverinoTu?noGollismoe lo.aoperaia, l'annosuccessivo

LaCinarivoluzionariadiEnricaCollosPsichel.Dall’Inghilterraeraarrivatoall’Einaudi,

comegiàaccennato,Usciredall'apa1a,pubblicatonel1962epresentatodaPanzieri

come contributo fondamentale da parte della Nuova sinistra inglese al

«rinnovamento delmovimento operaio e socialista inglese» a cui guardare per un

ripensamento dell’intera sinistra europea . Nel 1964 l’Einaudi si interrogava su988

comerinnovarelacollana,prospeIandodellepubblicazionichedesserocontodella

riflessione sulla situazione poli?ca della sinistra nazionale e internazionale . Per989

quantoriguardava leopzioni inmeritoalla realtàbritannicaneuscivanoposizionie

proposte differen?. Sergio Caprioglio così come Luca Baranelli, che era da poco

entrato all’Einaudi e aveva lavorato con Renato Solmi fino al suo recente

licenziamento ,proponevanoilnomediTomNairn,esponentetrentennedellaNew990

Leâ britannica, che alla fine degli anni Cinquanta aveva leIo i tes? di Gramsci in

italianoeicuiar?colisullasituazionedelpar?tolaburistaapparivanoorasullepagine

di«Cri?caMarxista»e sopraIuIodi«Mondooperaio» ; il«Contemporaneo»poi991

avevapubblicatounsuocontributosullastoriaingleseconun'originaleapplicazione

gramsciana . «La sua – diceva Caprioglio – è un'interpretazione del par?to per992

grandilinee,elapartepiùinteressanteèquellacri?ca,dovesoIolinealacarenzadi

Perun’analisidelleistanzeallabasedellacollana«Libribianchi»sivedaI.Mordiglia,I‘Libribianchi’987

Einaudi.Nascitadiunacollanadia.ualità,«Fabbricadellibro:Bollesnodistoriadell'editoriainItalia»,2010/1,pp.25-30.PerunaricostruzionedelpensieroallabasediquestacollanaepiùingeneraleperillavoroeinaudiandodiRanieroPanzierisivedaL.Baranelli,RanieroPanzerielacasaeditriceEinaudi,inP.Soddu(acuradi),GiulioEinaudinell'editoriadiculturadelNovecentoitaliano,cit.,pp.287-298.

Prefazione non firmata in E. P. Thompson, K. Alexander, S. Hall, R. Samuel, P. Worsley, Uscire988

dall’apa1a,Einaudi,Torino1962.

L.Mangoni,Pensareilibri,cit.,p.905.989

Sull’esperienzadiBaranelli e i suoiprimianniall’Einaudi soIo ladirezionedi SolmiediPanzieri si990

vedaUnastanzaall’Einaudi.ConversazioneconLucaBaranellieFrancescoCiafaloni,acuradiA.Saibene,inL.BaranellieF.Ciafaloni,Unastanzaall’Einaudi,cit.,pp.13-46eLaseriepoli1caEinaudi.IntervistadiLucaZane.eaLucaBaranelli,inivi.,pp.57-60(57-93).

T. Nairn, I laburis1, in «Cri?camarxista», 1964/4-5, p. 324 e segg. Negli stessi anni Nairn era un991

corrispondente assiduo dall’Inghilterra in «Mondo operaio»: si veda A. Agos?, Il par1to provvisorio.StoriadelPSIUPnellungo’68italiano,Laterza,Roma-Bari2013,p.280.

T. Nairn, La nemesi borghese, in «Il contemporaneo», 1963/63-64. Per un approfondimento del992

richiamoaGramscidiNairnsivedaD.Forgacs,GramsciandMarxisminBritain, in«NewLeâReview»,1989/176, p. 75-76 (69-88); G. Aeley,ReadingGramsci in English: Obsèrva1òns on the Recepirono ofAntonioGramsciinEnglish-speakingWorld1957-82,in«EuropeanHistoryyQuarterly»,1984/14,p.469(441-478). Si veda anche S. Woolf, Antonio Gramsci nella storiografia italiana e internazionale, in«Contemporanea»,1998/4,p.645(627-650).

�211

secondaparte:ProgeÅ

ideologia»; Baranelli aggiungeva che «è qualcosa di diverso, di nuovo. Lui è un

marxistaindipendente»,diceva,collaboratoredella«NewLeâReview»,larivistanata

dalla fusione tra «The New Reasoner» di Thompson e Saville e la oxfordiana

«UniversityandLeâReview».DidiversaopinioneeranoGuidoDavicoeVivan?,che

propendevanoinvecepergli«osmiar?colidiHobsbawmsu‘Rinascita’» .PertuIo993

il1964HobsbawmavevatraIatonellesue leIerealsesmanalecomunista italiano

delle potenzialità laburiste in vista delle elezioni poli?che che avrebbero visto il

ritorno al governo dei Labour guida? daHaroldWilson . Della stessa opinione di994

Vivan? e Davico era anche Paolo Spriano che, sebbene riconoscesse a Nairn una

scriIura fluida, soIolineava come «Hobsbawm [sarebbe stato] un libro bianco

classico» . L'anno successivo, la commissione editoriale tornava sull'argomento:995

Baranelli per avvalorare la proposta di un libro di Nairn riportava alcuni pareri

favorevoli, comequelli diGonzales eRosconi ,mentreBolla?avanzava– come si996

vedrà poco oltre – una stroncatura senza riserve . Giulio Einaudi chiudeva il997

dibasto in modo più conciliante, ma Nairn non sarebbe stato più preso in

considerazione . L’ideadiun«Librobianco»afirmadiHobsbawmsarebbe invece998

riemersa: Vivan? infas gli avrebbe chiesto poco tempo dopo se avesse voluto

«illustrare al leIore italiano la fine di un certo modo di ‘fare poli?ca’ a sinistra»

elaborando, a par?re da un suo ar?colo sul fallimento della sinistra laburista, un

velocelibrosullostessotema .999

Emergechiaramentedaques?scambiall’internodellacommissioneeditoriale

cheapar?redallametàdeglianniSessantaHobsbawminiziòaessereguardatodagli

einaudianipiùlega?alPar?tocomunistaitalianocomelostoricomarxistainglesedi

LecitazionisonotraIedaAST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditoriale28oIobre993

1964.

Alcuniesempidegliar?colidiHobsbawmsuques?aspesapparsisu«Rinascita»sono:LeprospeÅve994

della sinistra nelle prossime elezioni inglesi, 25 aprile 1964, p. 10; Il par1to laburista e il do.orStranamore,1°agosto1964,pp.7-8;FavoritoilLabourParty,19seIembre1964,p.9;L’ambiguitàdeilaburis1 dà una mano ai conservatori, 10 oIobre 1964, pp. 9-10; I laburis1 al governo. Successo dimisura,24oIobre1964,p.9;Governolaburista:bilanciodiunmese,21novembre1964,p.9;Giàfinitala luna dimiele diWilson,19 dicembre 1964, p. 14; Finiscono aWaterloo i 100 giorni diWilson,30gennaio 1965, p. 11; Un lusso per Wilson la strategia globale, 6 marzo 1965; Wilson prigionierovolontariodegliUSA,3aprile1965,p.15;La‘poli1cadeireddi1’delgovernolaburista,17aprile1965,p.13.PerilgovernoWilson:I.FavreIo,Alleradicidellasvoltaautonomista.PSIeLabourParty,duevicendeparallele(1956-1970),Carrocci,Roma2003,pp.229-255.

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditoriale28oIobre1964.995

Ivi.,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.Rosconi.«illibropiùvivacesull’Inghilterra996

cheabbialeIorecentementeperchéillustraimo?vicheimpedisconoal laburismodifareunapoli?casociale»;egualmentefavorevoleilparerediGonzales.

Ibid.997

Riproposto nuovamente da Baranelli, sarebbe stato pubblicato T. Nairn, L’Inghilterra di fronte998

all’Europa,Einaudi,Torino1975,traIodaId.,TheLefAgainstEurope?,in«NewLeâReview»,1972/75.

AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 200, LeIera di C. Vivan? a E.999

Hobsbawm,21gennaio1969.

�212

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

riferimentoadiscapitodelleproposte,avanzatedaPanzierieSolmiprimadaBaranelli

eCapriogliopoi,cheguardavanoinveceall’Inghilterraperleriflessionipropostedagli

esponen?dellaNewLeâ.Nellosforzodellacasaeditricedicontribuirealladiffusione

di riflessioni internazionali circa un ripensamento della cultura della sinistra

europea ,figurecomequellediVivan?,SprianoeBolla?,cherappresentavanol’ala1000

piùradicataall’internodellacasaeditrice ,preferironorivolgersiaunostoricoche1001

conoscevano personalmente o di cui avevano sen?to parlar bene da Can?mori,

maestroopuntodiriferimentopermol?diloro,echesapevanoesserelegatoalPCI:

latramadellerelazionicheHobsbawmavevaintessutopiùdidiecianniprimaaRoma

Sull’importanza che queste pubblicazioni avevano nel mirare a elaborare una nuova cultura di1000

sinistraesemplifica?voèl’avvertenzaespressadaNorbertoBobbionelcorsodellariunioneeditorialedel28oIobre1964«bisogneràsolofareinmodochedopoquestolibroinostrisocialis?,ipiùsganghera?delmondo,nonsisentanomigliorideilaburis?.Sarebbeunbelfavoreacolorochestannodistruggendolasinistraitaliana».

PanzierieSolmi, comesièdeIo,erano infassta? licenzia?;Baranelli eradapocoentrato, soIo1001

l’egidadiques?ul?mi,nellaredazione.

�213

Retrodiunale.eradiCorradoVivan1aDelioCan1mori,27febbraio1963

(SNS,CDC)

secondaparte:ProgeÅ

con?nuava dunque a tenere e a infisrsi. Sebbene conVivan? i rappor? fossero in

ques?primi anni Sessanta ancoramolto formali, si evince che l'aIenzione che egli

dava allo storico inglese derivava da una spinta can?moriana. Vivan? e gli altri

redaIorieinaudianidovevanosen?reHobsbawmpiùvicinoallapropriasensibilità;lo

storico inglese doveva sembrare loro in altre parole più ortodosso rispeIo agli

esponen?dellaNewLeâ,mol?deiqualiavevanocondivisoconHobsbawmunaasva

militanzanelPar?tocomunistabritannico,cherispeIoaluiavevanoperòlasciatonel

1956; un’impressione di eterodossia che avrebbe influito – come si vedrà – anche

sullamancata o tardiva pubblicazione per i ?pi di Einaudi di mol? lavori di ques?

ul?mi.Uno dei più nesad esprimere contrarietà a un «libro bianco» diNairn era

statoBolla?,chedefinìgliscrisdelgiovanesociologoamericanovicinoallaNewLeâ

britannica un tenta?vo «confuso e dileIantesco, […] elementare» nell’«applicare

formule gramsciane alla storia del laburismo» . Risulta interessante richiamare1002

questa posizione in quanto Hobsbawm venne invece percepito come uno studioso

gramsciano tradizionale. All’apparizione in Italia, l’anno successivo, dei Ribelli, la

campagna promozionale organizzata dall’Einaudi, con la presenza di Hobsbawm,

ruotò infas aIorno alla presentazione del libro e dell’autore quali ?picamente

gramsciani ;loavevarimarcato,comesièvisto,ancheRagionieripochianniprima.1003

Nonostante l’Einaudi optasse per Hobsbawm e iniziasse a ricercarne sempre

più spesso la collaborazione, egli con?nuò a declinare gli invi? torinesi; anche la

propostadiun«librobianco»sullapoli?cadellasinistra,cheVivan?glichiese,venne

rifiutata . Non era, come si è visto, il primo né sarebbe stato l’ul?mo rifiuto di1004

Hobsbawm alle proposte einaudiane. Egli dopotuIo era ormai proieIato altrove.

Concluse le ricerche nel Mezzogiorno, Hobsbawm era ritornato in Italia solo

sporadicamenteeisuoicontasitalianisieranofasnecessariamentepiùlabili;aveva

cercato e trovato nuovi s?moli scien?fici e poli?ci in altri paesi . Nel 1963,1005

scrivendoaCan?mori,siscusavaperilsilenzioprolungatoelomo?vavadicendo:«I

wastravelinginSouthAmericainves?ga?ng‘primi?verebels’onaRockefellergrant

forsomemonths»;perquestomo?vo,spiegava,«IhavenotbeeninItalyforalong

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.1002

Nell’autunnodel1966pressolacasadellaculturadiMilano,perpresentareilsuolavoro,Hobsbawm1003

estrasse dalla sua borsa alcuni fogli, in cui aveva trascriIo alcune citazioni di Gramsci che citò peravvalorareilpercorsodiricercadaluifaIo.UnresocontodellapresentazionemilanesesitrovainG.M.,Un incontro con Hobsbawm, cit.; per il programma della campagna promozionale AST, AE,Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 200, Corrispondenza tra la casa editriceEinaudieE.Hobsbawm,seIembre-novembre1966.

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaC.Vivan?,25gennaio1969.1004

SulfascinocubanosivedaE.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,pp.400,405-406(399-423).Peruna1005

panoramica dei viaggi di Hobsbawm in America La?na: J. A. Piqueras, Eric Hobsbawm en AméricaLa1na.Unarevisión,in«ElcollegiodeMéxico»,2013/1,pp.359-409.SuvoleredellostessoHobsbawm,LeslieBerthallharaccoltoalcuniscrisdiHobsbawmsull’AmericaLa?na,usci?postumi:E.Hobsbawm,VivalaRevolución.IlsecolodelleutopieinAmericaLa1na,acuradiL.Berthall,Rizzoli,Milan2016(ed.or.VivalaRevolución:HobsbawmonLa1nAmerica,acuradiL.BerthallLiIleBrown,Londra2016).

�214

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

?me» .Ancoraallafinedeldecennioscrivendoadunaltrostoricoitalianoconcui1006

nel fraIempo aveva streIo legami, Franco Venturi, si sarebbe scusato per i suoi

ritardi epistolari con similimo?vazioni: un viaggio in Perù lo avrebbe faIo?tubare

circal’acceIareomenol’invito–questavoltapoiaccolto–avanzatoglidaVenturidi

partecipare ad un convegno sull’anarchismo organizzato dalla fondazione Luigi

Einaudi .1007

A par?re dal 1960 Hobsbawm aveva iniziato a viaggiare assiduamente in

AmericaLa?na.Dal trionfonel1961diFidelCastrocontro il tenta?voamericanodi

rovesciareilregimecastrista,Hobsbawmavevasubitounfascinoirresis?bileversoil

con?nentesudamericano,inquantovedevainesso,comeharibaditoLeslieBethall,

un grande «potenziale in termini di rivoluzione sociale» . Appena rientrato dal1008

primoviaggio aCuba,dov'era andatonel 1960 su invitodi CarlosRafaelRodríguez

esponentedispiccodelPar?tocomunistacubano,sul«NewStatesmen»descrissela

Rivoluzionecubanacome«uncampionedi laboratoriodelsuogenere(unnucleodi

intelleIuali, un movimento contadino di massa)», che avrebbe faIo di Cuba, «in

breve tempo», «il primo Paese socialista dell'emisfero occidentale» . Nel 19621009

Hobsbawm fece il suo primo viaggio nell’America La?na con?nentale: vi si recava,

destando i sospesdeiservizi segre?britanniciestatunitensi ,persvolgeredelle1010

ricerchesuquellichenelladomandaperricevere ilfinanziamentodellaFondazione

Rockefeller aveva definito «movimen? genuinamente arcaici», «combinazioni di

arcaicoesuperficialmentemoderno» .DallametàdeglianniSessanta(efinoalla1011

metàdeglianniSeIanta)Hobsbawmrivolsepoi lasuaaIenzione inpar?colarealle

possibilitàdi rivoluzionesocialenell’America ispanica;nellaprospesvacon laquale

avevaesploratol’ItaliameridionalesullasciadelleloIecontadinedapococoncluse,

ora andava cercando e studiando la realtà e le azioni del movimento contadino

nell’AmericaLa?na.DiedecontodiquestericercheancheinItalia.L’occasione,incui

gli fu possibile rincontrare a Roma amici ormai di vecchia data come Ruggero

Romano, Emilio Sereni, Renato Zangheri, Luigi Dal Pane, fu data dal convegno

Agricoltura e sviluppo del capitalismo organizzato nella primavera del 1968

SNS,CDC,LeIeradiE.HobsbawmaD.Can?mori,23gennaio1963.1006

ArchiviofamigliaVenturi,CorrispondenzadiFrancoVenturi,LeIeradiE.HobsbawmaF.Venturi,1°1007

maggio1969.Anarchicieanarchianelmondocontemporaneo.AÅdel convegnopromossodalla fondazioneEinaudi(Torino 5-7 novembre 1969), Fondazione Luigi Einaudi, Torino 1971. L’intervento di E. Hobsbawm,Bolshevism and Anarchism è alle pp. 473-485, ora con il ?tolo Il bolscevismo e gli anarchici, in Id., IRivoluzionari,cit.,pp.71-86.

L.Berthall, Introduzione.Erice l’AmericaLa1na, inE.Hobsbawm,Viva laRevolución,cit.,pp.9-101008

(9-28).

E. Hobsbawm, ProspeÅve cubane, in ivi., pp. 31-35 (originariamente in «New Statesmen», 221009

oIobre1960).

NAL,EHF-MI5,Kv2/3985,LeIeradiJ.LawrenceaH.C.M.Stone,Bri?shEmbassy,20maggio1960.1010

LacitazioneètraIadaL.Berthall,Introduzione,inE.Hobsbawm,VivalaRevolución,cit.,p.11.1011

�215

secondaparte:ProgeÅ

dall’Is?tutoGramsci. Il tema, entrato da una decina d’anni nell’agenda degli storici

sullascortadeiprocessididecolonizzazioneedi industrializzazione,venne indagato

soIo una par?colare luce: nella memoria di una storica che vi prese parte come

uditrice, «soIo i rifleIori, di faIo, c’era il tema della rivoluzione, vista sub specie

economica: la rivoluzione incompiuta, interroIa, fallita, viIoriosa… che sembrava

passare alle porte, in Occidente come altrove, e a cui ci si preoccupava di fingersi

prepara? sul piano teorico come su quello organizza?vo e poli?co» . Par?colare1012

aIenzione fu riservata ai paesi del Terzo Mondo. La proposta di Hobsbawm di

incentrare il suo interventosuuncasodi studioperuviano ,doveIesuscitareun1013

certo interesse e sembrare u?le per affrontare la tema?ca della legismità di una

categoria come quella di neofeudalesimo , dove il sistema neofeudale delle1014

haciendasstavasubendouncrollodifronteallemobilitazionicontadine,alleinvasioni

e occupazioni di terre. Imovimen? contadini e le occupazionedelle terre dei tardi

anni Cinquanta e dei primi Sessanta venivano indaga? da Hobsbawm con la

prospesvapoli?cagiàpresentene’Iribelli:comesoIolineòinunsuccessivoar?colo

apparsoin«PastandPresent»,sebbenetalioccupazioniavesserocausatoilcrollodel

sistemadellehaciendas,«adifferenzadelproletariatomarxistalaforzaspontaneadei

contadinibenchécapacediferireamorteilla?fondismo,nonfuingradodiscavargli

lafossa» .1015

L’America La?na per il fascino che esercitava in quegli anni sugli intelleIuali

europei di sinistra si configurò per Hobsbawm anche come lo scenario di nuovi

incontri italiani. Fu durante un soggiorno a L’Avana, dove nel gennaio del 1968

partecipò ad un Congresso culturale in cui si radunarono cinquecento intelleIuali

della sinistra internazionale provenien? da seIanta paesi («to discuss problems of

Asia, Africa and La?n America») che Hobsbawm incontrò di persona Giulio1016

S.Soldani,Storicapercaso?,inA.d’Ordi(acuradi),eF.Pompa(acuradi),Glistoricisiraccontano:1012

tregenerazionitrarevisionierevisionismi,Manifestolibri,Roma2005,p.79(65-96).SimoneIaSoldanifeceall’epocaunresocontodelconvegno:S.Soldani,Agricolturaesviluppodelcapitalismo.Ilconvegnodell’Is1tutoGramsci,in«Cri?camarxista»,1968/3,pp.53-70.

IG,AIG,Serie4–Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2–Convegni,seminari,inizia?veculturali,UA191,1013

Cart. Convegno Ricerca storica e ricerca economica – 1968, SoIocartella Corrispondenza in sospeso,LeIera di E. Hobsbawm a R. Bianchi Bandinelli, 18 maggio 1967. Si veda anche il resto dellacorrispondenzatraidue:18gennaio,1°febbraio,nonchélacorrispondenzatraHobsbawmeF.Ferridel24 giugno 1967, 19 gennaio, 25 gennaio, 24 aprile 1968 in cui si evince come Ferri cercasse inHobsbawm non solo un relatore del convegno ma anche un amico a cui chiedere pareri circal’impostazione data ai lavori e circa nomi di studiosi inglesi da coinvolgere. Non sono conservate lerisposteaquesterichieste,sempresecifurono.

E.Hobsbawm,Unesempiodineofeudalesimo:LaConvención,Perù,inIs?tutoGramsci,Agricolturae1014

sviluppodelcapitalismo,AÅdelconvegnointernazionale,Roma20-23aprile1968,EditoriRiuni?-Is?tutoGramsci,Roma1970,pp.269-291.L’interventosarebbeapparsoconil?toloACaseofNeo-Feudalism:LaConvencion,Perù,in«JournalofLa?nAmericanStudies»,1969/1,pp.31-50;oraconil?toloUncasodineofeudalesimo:LaConvención,Perù,inid.,VivalaRevolución,cit.,pp.102-119.

E.Hobsbawm,L’occupazionedelleterredapartedeicontadini,inivi.,p.164-165.1015

Id.,TheCulturalCongressofHavana,in«TheTimesLiterarySupplement»,25gennaio1968.1016

�216

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Einaudi. DoveIe traIarsi di un incontro par?colarmente s?molante per Einaudi:

comespessoglicapitava,glibastòpocopercapirecheHobsbawmeraunintelleIuale

divaloreedacol?vare .Daquell’incontropersonaleEinaudiiniziòamostrareuna1017

costante premura verso Hobsbawm. Il tono distaccato che aveva usato nelle

sporadiche e ufficiali leIere che aveva inviato a Hobsbawm in occasione della

pubblicazionede I ribelli venne sos?tuito,apar?redal1968,daun’intensificazione

dellecomunicazioniepistolarichesifecerosemprepiùamichevoliericchediriguardi:

iniziò da parte di Einaudi una sorta di corteggiamento nei confron? dello storico

inglese.Gli fecepiù volte visita a Londra ,mostròunapar?colare aIenzionenei1018

confron? della moglie e dei figli ; dopo la metà degli anni SeIanta si sarebbe1019

proposto di modificare le date del tradizionale raduno es?vo della casa editrice a

Rhêmes-Notre-Dame per poter godere della partecipazione di Hobsbawm . Si1020

mostrò sopraIuIosolertenei confron?dellepubblicazionidei libri cheHobsbawm

con ilnuovodecenniopubblicò inmodomoltoprodusvo. IndustryandEmpire ,1021

una sintesi della storia economica britannica a par?re dalla rivoluzione industriale,

venne pubblicato, sebbene i diris fossero già sta? acquista? dal Saggiatore, per

interessamento di Giulio Einaudi e su insistenza dello stesso Hobsbawm dalla casa

editrice torinese ; questa diede alle stampe tempes?vamente anche Bandits ;1022 1023

prese quindi in considerazione, giudicandolo posi?vamente, il libro scriIo da

Hobsbawmassieme aGeorge Rudé sulla rivolta dei contadini inglesi del 1830, che

sarebbepoistatopubblicatoperò–comesivedrà–daun'altracasaeditrice .1024

Primachetrovasseropubblicazioneques?tes?,Einaudidapocorientratodalla

conferenzacubanascrivevaaHobsbawmperproporgliunacollaborazione.SitraIava

di nuovodelprogeIodi unagrandeopera: tramontatadefini?vamente l’ideadella

Delsuointuitoversogliautoriedi?dallasuacasaeditrice,tracuiancheHobsbawm,GiulioEinaudi1017

haparlatoin:S.Cesari,ColloquioconGiulioEinaudi,Theoria,Roma-Napoli1991,p.183.

AST,AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 300, LeIeradiG. Einaudi a E.1018

Hobsbawm,8oIobre1968.

Ivi.,LeIerediMarleneHobsbawmaG.Einaudi,7novembre196817marzo1969,incuiloringrazia1019

peraverlespeditoinregalodeilibri.

Ivi.LeIerediG.EinaudieHobsbawm,4,15,22giugno1976.1020

E. Hobsbawm, Industry and Empire: an Economic History of Britain since 1750,Weidenfeld and1021

Nicolson,Londra1968.

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,1°serie,cart.8,fasc.300,CorrispondenzatraG.Einaudi1022

a E. Hobsbawm, 6 e 13marzo 1968; ivi., Verbali editoriali, cart. 7, fasc. 483, Riunione del 4 febbraio1970.

E.Hobsbawm,Bandits,WeidenfeldandNicolson,Londra1969.PropostodaCorradoVivan?«Illibro1023

èmoltoeleganteebenscriIo.SarebbeunabellaPBE»nelcorsodellariunionedelcomitatoeditorialedel24seIembre1969(AST,AE,Verbalieditoriali,cart.6,fasc.473)vennepubblicatotempes?vamente1971 con il ?tolo Bandi1. Il bandi1smo sociale nell’età moderna, nella «Piccola biblioteca Einaudi»,semprenellastessacollanaèstatapubblicatapiùvolte:19773,19804,19875,infinenel2002connuovaedizioneealcunepar?ampliate.

E.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,traduzionee1024

prefazionediGabrieleTuri,EditoriRiuni?,Roma1973(poi1978e1992).

�217

secondaparte:ProgeÅ

Storia universale , l’Einaudi nel 1967 aveva varato il piano della Storia d’Italia,1025

affidandoloallacuradiVivan?ediRuggieroRomano.Nel1968,dopocheHobsbawm

aveva già declinato l’invito , Einaudi in persona gli scriveva per chiedergli un1026

«contribu?onofyoursononeoffavouritesubject,e.g.therebels.Thisisnotonlyan

objec?velyimportantphenomenon,butonewhich,inthepoli?calcontest ofthese

(andIthinkalsoofthecoming)yearsseemstomedes?nedtoaIractmoreandmore

aIen?on» . Einaudi, in par?colare, prospeIava un suo contributo per l’ul?mo1027

volumedellaStoriad’Italia,dovesarebberosta?sviluppa?temitrascura?neirestan?

volumi a par?re – immaginava – da documen? cartografici e iconografici; faceva i

nomi–comecollaboratori–diVillarieSereni .AncoraunavoltaperòHobsbawm1028

negòlasuacollaborazione:

Your invita?on is very flaIering, butwould it not really be beIer to have an Italian

wri?ng about such subject? I can do liIlemore than summarize Italian publica?ons

since Iwould certainly not have the ?me at present to do research in the archives.

When IwrotetheRibelli therewasvery liIle interest in thissubjectbutsurely there

arenowpeoplewhoknowmuchmoreaboutitthanIdo? 1029

L’Einaudi incassò, ma non mancò di farsi nuovamente avan? chiedendogli nuovi

interven?:nonsoloperilgiàricordatosaggiosul«‘farepoli?ca’asinistra»,maanche

per un intervento, che Einaudi in persona gli chiese allo scoppio della protesta

studentescadel1968, sulla situazionedelleuniversitàbritannichedapubblicaresui

«Librinuovi»,ilnuovoperiodicodiinformazionelibrariadellaEinaudi .1030

Perchétanta insistenzadapartedell'editoretorinese?CosavedevaEinaudi in

Hobsbawm? Da una leIera dei primi anni SeIanta in cui Einaudi gli chiedeva un

ennesimo contributo sulle «rivoluzioni, da quella inglese a quella francese, fino a

quellacineseecubana»,sievincesuqualibasipoggiassel’interessedell’editoreverso

lo storico inglesee incosaques? fossepercepitodiversoedeccezionale rispeIoai

SullachiusuradelprogeIodiStoriaUniversaleesullareazionediVivan?atalefallimentosiveda:1025

SNS,CDC,LeIerediC.Vivan?aD.Can?mori,21seIembre1965e17febbraio1966.

Einaudi infas scriveva: «I know youwere already asked to take part in this work, but formuch1026

biggercontribu?on,andIamsorryyoucouldnotaccept.Inthiscase,30or40pageswouldbeenoughforthechapter,andIhopeverymuchthatyouwillbeabletoagree,asIwouldliketohaveyournameamongthecontributors,andespecialasnobodyelsewouldbeabletowritewhatIamaskingyou».AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,1°serie,cart.8,fasc.300,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,3aprile1968.

Ibid.1027

Ibid.1028

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaG.Einaudi,13aprile1968.1029

AST,AE, Corrispondenza con autori stranieri, 1° serie, cart. 8, fasc. 300, LeIeradiG. Einaudi a E.1030

Hobsbawm, 19 giugno 1968. A tale richiesta Hobsbawm acconsen?, scrivendo un breve ar?colo: E.Hobsbawm,Difficoltàdellostoricodisinistra,in«Librinuovi»,seIembre1968,pp.1-2.

�218

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

suoicolleghiitaliani.

Insomma,dovres? individuare–precisavaEinaudi– imeccanismi, imomen?chiave,

unpo’comehaifaIoconi‘Ribelli’,chenonhairicostruitoanali?camenteinvolumoni

massicci, come uno storico posi?vista avrebbe probabilmente faIo, ma che hai

delineatonellelorocaraIeris?chedifondo» .1031

Era los?lediHobsbawm,oltrechiaramenteaisuoicontenu?,cheasrava l’editore.

Suquest’aspeIo iniziaronoad insistereanchegli appara?peritestualidei suoi libri:

quandoinqueglianniilSaggiatoreripubblicòLeRivoluzioniborghesinellacollana«Le

viedellaciviltà»,inquartadicoper?nadiedeunprofilodiHobsbawmcherimarcava,

oltre alla sua formazione plurinazionale, la sua capacità «comunica?va [e] il suo

temperamentodiscriIoredallaprontapresasulpubblico».EraunacaraIeris?cache

auneditorenondovevapassareinosservata.

ÈquestounaspeIochemegliosicogliesesiprovaaguardareacomeilmodus

operandideglistoriciitalianivenivagiudicatodaunpuntodiosservazioneinglese.Se

i libri di Hobsbawm iniziavano a comparire in Italia nei primi anni Sessanta, negli

stessiannieglisi facevapromotoredell’introduzionedialcuniautori italiani inGran

Bretagna.Inqualitàdi«editorialadviser»nell'ambitodellastoriaedell’economia 1032

della casa editrice Weidenfeld and Nicolson, che voleva ampliare la sua proposta

editoriale nel campo della storia europea da rivolgere in par?colare a un pubblico

universitario,Hobsbawmproposeanchealcuninomiitaliani:MarinoBerengoperuna

storia di Venezia, Ruggiero Romano per una storia dell’Europa del XVI e XVII

secolo ,GiuseppeBoffa,che–spiegavaHobsbawmallacasaeditriceinglese–per1033

mol?annicorrispondentede«l’Unità»aMoscasisarebbepotutomostrareunbuon

autore di un libro sulla «Soviet Revolt» da proporre per il cinquantenario della

rivoluzionesovie?ca:«hisknowledgeofthesubjectandabilitytotreatitinamanner

sa?sfatory toboth levelsof theworld–dicevaHobsbawm– isoutstanding» .Lo1034

avevapotutocongrandeprobabilitàvederenelcan?erechegliEditoriRiuni?stavano

perportareacompimentonel1966ecioèunaenciclopediainpiùvolumisullaStoria

dellerivoluzionidelXXsecolo,incuiHobsbawmavrebbescriIol’introduzioneeincui

Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,26giugno1973.1031

MRC,EHP,Personalia,Finances,Statementsandroyali?es,GeorgeWeidenfeld&NicolsonLimited,1032

LeIeradiG.WeidenfeldaE.Hobsbawmincuicomunicaufficialmenteicompi?acuièchiamato,2luglio1964;LeIeradiN.ThompsonaE.Hobsbawm,31dicembre1964.

Ivi., LeIera di G. Weidenfeld a E. Hobsbawm, 13 oIobre 1964. «You men?oned Berengo as a1033

passibleauthorforaHistoryofVenice.Wewilltryandgetintouchwithhimdirectandwillletyouknowhis reac?on. Youalsomen?onedRuggeroRomanoof the Sorbonneas a suitable authoron16thand17thcenturyEuropeanhistory».Sivedaanchelalistadi«BookssuggestedtoW&N»,allegataaLeIeradiN.ThompsonaE.Hobsbawm,31dicembre1964,cit.

Ivi.LeIeradiE.HobsbawmaG.Weidenfeld,18gennaio1965.1034

�219

secondaparte:ProgeÅ

BoffaavrebbepartecipatoconunoscriIosullarivoluzionerussa ,cheavrebbepoi1035

sviluppatoneldecenniosuccessivoinduevolumisullaStoriadell’Unionesovie1ca ,1036

vis?inambitocomunistaitalianocomeunnuovomodo«cri?c[o]eoriginale,[…]non

convenzionale»distudiodeipaesisocialis? .1037

TraleproposteitalianefaIedaHobsbawm,quellocheandòinportò fuilrapporto

tra laWeidenfeldandNicolsoneGiulianoProcacci.Questoera statopresentatoda

Hobsbawmcome«agreatexpertonMachiavelli»eproprioinvistadell’anniversario

dellanascitadiquest’ul?moHobsbawmproponevadiaffidargliunlibrosulpensatore

italiano , così comeproponevadi tradurre l’Histoire de l’ItaliecheProcacci stava1038

scrivendo per un editore francese . Procacci accoglieva la proposta ringraziando1039

Hobsbawm«per lafiducia chemihaidimostrato facendo ilmionomeall'editoree

perl'opportunitàchecosìmièoffertadifareunlavorochemiinteressamoltoeche

speronon riesca troppomale» .Valutando il pianodel libro cheProcacci inviava1040

allacasaeditriceinglese,Hobsbawmall’editorescriveva:

Theresiperhapsonepointtowhich,atsomestageoranother,weoughttodrawthe

aIen?onofP[rocacci](asofeveryotherItalianauthor)rathertac}ully.Thetradi?onal

Italian style of non-fic?onwri?ng is somewhatmandarin; partly the result of a long

tradi?onof suchprose, partly a reflec?onof the fact thatmost Italianworksof this

kindareinbred(innato),anddesignedforreadingby(andreadby)alimitedandhighly

expert public. (The situa?on in German is similar). There is perhaps a wider gap

betweenwriIenandspoken Italianthat inanyother language. Itwouldbehelpful–

anywayfortheeventualtranslators–ifP.couldbearinmindthestylis?capproachof

Machiavellihimself,or theadvantagesof theFrenchmanner,andkepthis sentences

R.Bonchio(acuradi),StoriadellerivoluzionidelXXsecolo,EditoriRiuni?,Roma1966.E.Hobsbawm,1035

Introduzione,inivi.Vol!.,pp.XIII-XXVIII.OltreaBoffa,autoridell’operafuronoE.Collos,Larivoluzionetedesca;E.Santarlli,Larivoluzioneungherese;M.TuñondeLara,LaguerracivileinSpagna;M.Pacor,Larivoluzionejugoslava;S.DeSan?s,Larivoluzionemessicana;S.Tu?no,Larivoluzionecubana;R.Ledda,Lerisoluzioniafricane;E.CollosPischel,Larivoluzionecinese;G.BoudareleJ.Chesneaux,Larivoluzionevietnamita.

G.Boffa,Storiadell’Unionesovie1ca,Mondadori,Milano1976-1976.Sull’espansionedell’interesse1036

italianoverso lastoriadell’Unionesovie?caepoi lares?tuzioneeditorialediques?studirimandoaF.Lusanna,Poli1caecultura:l’Is1tutoGramsci,laFondazioneBasso,l’Is1tutoSturzo,cit.,pp.104-105.

G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo.Un’autobiografiapoli1ca,Laterza,Roma-Bari2005,p.1037

113.

M.Ciliberto,ProcacciinterpretediMachiavelli,in«Studistorici»,2010/3,pp.539-555.1038

MRC,EHP,Personalia,Finances,Statementsandroyali?es,GeorgeWeidenfeld&NicolsonLimited,1039

LeIeradiE.HobsbawmaG.Weidenfeld,9febbraio1965.G.Procacci,Historiad’Italie,ArthémeFayard,Parigi1968:fuquest’operachevennetradoIaconil?tolodiHistoryoftheItalianPeople,WeindenfeldandNicolson,Londra1970;l’operavenneripubblicataperi?pidellaPenguinBooksnel1973enel1991.

Ivi.,LeIeradiG.ProcacciaE.Hobsbawm,25marzo[1965].1040

�220

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

fairlysimpleandhissyntaxalso.[…]Ioughttoaddthat,tojudgebytheoffprint,heis

alreadypreIysimpleandlucidforanItalian,atalleventswhenhetries .1041

Eraconmoltaprobabilitàanchesuquestadifferenzanellos?lediscriIuratramondo

accademicoitalianoemondoaccademicoinglesechesibasavailcrescenteinteresse

editoriale italianoversoHobsbawm:ilsuos?lee l’approcciocheeglimostravanelle

sue operare risultava inusuale e accasvante. Il corteggiamento di Einaudi nei

confron?diHobsbawmperònonriuscivaasfociare–tranneraricasi –inqualcosa1042

cheandasseoltrelapubblicazionedeisuoilibri.

Solo nel 1970 Vivan?, di ritorno da Londra, poteva affermare che «Eric ci

sta» :finalmenteglieinaudianieranoriusci?aconquistare la suacollaborazione.1043

Per quale progeIo? La risposta a questa domanda verrà data nella terza parte di

questocapitolo,dovesicercheràdi ricostruire ilcan?eredellaStoriadelmarxismo,

focalizzando da un lato l’aIenzione sulle fasi iniziali del progeIo in modo da

scorgerne il lavoro d’équipe preparatorio, cercando poi dall'altro lato – in base a

quantolefon?permeIono–diindagareilmodoincuiHobsbawmoperòall'interno

di questo progeIo, diventando centro di una rete intelleIuale europea ed extra-

europea, e infinemeIendo in luce i contes? nei quali l’opera venne presentata e

pubblicizzata per cogliere come, in essi, Hobsbawm emerse diventando una figura

notanoninambi?streIamentestoriograficieaccademici.Primadiaddentrarsiinciò,

opportuno risulta però capire in quale contesto culturale nacque il progeIo della

Storiadelmarxismo.

Ivi.LeIeradiE.HobsbawmaN.Thompson,senzadatamadatabileallaprimaveradel1965.1041

E.Hobsbawm,in«Librinuovi»,1968/6,p.5.1042

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani, cartella222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aDaniele1043

[Ponchiroli?],senzadata,madaaltreleIeresipuòipo?zzaresiastatascriIanell’estatedel1970.

�221

secondaparte:ProgeÅ

4.2.NuovileUorienecessitàdisintesi

Con la metà degli anni Cinquanta, a seguito della crisi del comunismo

internazionale, iniziarono ad emergere nuove forme di declinazione della teoria e

della pra?camarxista che spostarono dimolto le prospesve e i confini dell’analisi

marxistatradizionaleechecontribuironoadunsuorinnovamento.Registrandocon

toni anche cri?ci – come si vedrà – la vitalità intelleIuale delmarxismo allametà

degli anni Sessanta, Hobsbawm in occasione di un intervento presso la Marx

Memorial Library di Londra, poi riproposto su «Marxism Today», il periodico che il

CPGB aveva creato nel 1957, parlò di «disintegrazione dell’analisi marxista

tradizionale» edissecheconil19561044

[a]bbiamo dovuto imparare ad acceIare il faIo che gli intelleIuali marxis?

appartenen? al par?to comunista sono soltanto una parte – e non più, come in

passato,lapartemaggiore–degliintelleIualichesiautodefinisconomarxis?.[…]oggi

èdiventatoimpossibile–con?nuava–aIenersiaquellasempliceproposizioneinbase

allaqualemol?dinoisonosta?educa?:cioèchec’èunsolomarxismo‘correIo’,edè

quellochesi trovaneipar??comunis?.Ciònonsignificachenonvisiaunmarxismo

‘correIo’; significa solo cheessononpuòpiù esseredefinito is?tuzionalmente, e, in

ognicasodeterminato,ilriconoscerlononècosìfacilecomecièstatoinsegnato .1045

Il 1956nonavevaportato,anche làdove singolepersonalitào– come inFrancia–

quasi un’intera generazione di grandi intelleIuali si erano distanzia? dai par??

comunis?, a un rifiuto da parte degli intelleIuali di confrontarsi con la teoria

marxista,quantopiuIostoaunlororinnovatotenta?vodidefinire,all’internocome

all’esternodelle sedipar??che, soluzionimarxiste inediteapar?reanchedainuovi

problemiacuiandavaincontrolasocietàinrapidosviluppo.Furonoelaborazioniche

trovaronospazioinsedesopraIuIodiriviste.InFranciaaldifuoridellalineaufficiale

delPCFsimuovevanorivistecome«LesTempsModerns»,«Arguments»,«Socialisme

et barbaire». In streIa relazione con queste operavano in Italia i periodici dei

cosiddes«marxis?cri?ci»,esponen?dicorren?minoritariedellasinistraimpegna?

aduna revisionedelmarxismo italianoaIraverso ildialogoconcorren?filosofiche,

sociologicheeantropologichedialtripaesi.AMilanonel1955eranata,sullaspintadi

E. Hobsbawm,Dialogue onMarxism, in «Marxism Today», febbraio 1966; tradoIa con il ?tolo Il1044

dialogosulmarxismo,in«IlContemporaneo»,1966/9,orainId.,Irivoluzionari,cit.,p.135(131-147).

Ivi.,p.139.1045

�222

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Franco For?ni e Roberto Guiducci in primis, «Ragionamen?», una rivista a ?ratura

limitata che mirava ad avviare un lavoro di cri?ca sui principali temi del pensiero

marxista,conun’impostazionean?stalinistamanonriformista,econ l’intenzionedi

contribuire allo svecchiamento della cultura marxista italiana, dando aIenzione

all’elaborazionefilosoficaeuropea(Adorno ,Lukács) .ABolognaerainvecestata1046 1047

fondata «Opinioni», animata da Gianni Scalia e a Raniero Panzieri, in cui venne

sperimentata una «sociologia organica» e marxista: diede spazio ad esempio alle

conricerche di Danilo Montaldi. Nel 1958 a Torino prendeva forma «Passato e

Presente», con una redazione composta da ex redaIori di «Ragionamen?» e

«Opinioni»acuisiaggiungevaungrupporomano(AntonioGiolis,LucianoCafagna,

Alberto Caracciolo). In Inghilterra, come già accennato, nel 1956 era nata «The

Reasoner», rifondata l'anno successivo con il ?tolo di «The New Reasoner» e

affiancatadallaoxfordiana«University and LeâReview»: ledue riviste si eranopoi

fusenel1960dandovitaalla«NewLeâReview»,incuiPerryAndersoneTomNairn

lavorarono all’introduzione dei dibas? filosofici del marxismo con?nentale nella

discussione inglese e si impegnarono nella traduzione delle opere di Althusser,

suscitandounafortecontrarietàdapartesiadiEdwardP.Thompson .Hobsbawm1048

nell’interventoapparsosu«MarxismToday» richiamato inapertura, soIolinenando

comelavitalitàdelmarxismoaIualefossetuI’altracosarispeIoaquelladeglianni

TrentaeQuaranta,avver?vacircailpericolodiunritornoaldogma?smonelmodoin

cuiilpar?tocercavadirispondereall’avanzatadellaNewLeâ .1049

Sono ques? solo alcuni esempi che rendono la portata, che fumondiale, di

quellocheCris?naCorradihadefinitoil«processodiliberalizzazione» rispeIoalle1050

lineeculturalideipar??comunis?ufficiali:unprocessocheportòall'elaborazionedi

Conglianni’60sisarebbeverificatoinItaliaunasempremaggioreaIenzioneversolateoriacri?ca1046

dellaScuoladiFrancoforte.NeèunaspialapubblicazionechegrazieaRenatoSolmieRanieroPanzieril’Einaudifecedi:H.Marcuse,Eroseciviltà,Einaudi,Torino1964;T.W.Adorno,MHorkheimer,DialeÅcadell’illuminismo, Einaudi, Torino 1966. Sul ruolo giocato da Solmi in queste importazioni si veda T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,cap.sesto.

Per«Ragionamen?»,«Opinioni»e«Passatoepresente»siveda:M.Scos,Dasinistra.Intelle.uali,1047

Par1tosocialistaitalianoeorganizzazionedellacultura(1953-1960),Ediesse,Roma2011,pp.109-126;189-257;353-382;403-424;Ead.,‘Passatoepresente’(1958-1960).Traifasd’Ungheriael’elaborazionedel centrosinistra, in «Passato e presente», 2004/62, pp. 57-84;N.Gallerano, ‘L’altra storia’ di DaniloMontaldi, inMemoriaoperaiaenuovacomposizionediclasse.Problemiemetodidellastoriografiadelproletariato. As del convegno organizzato dall’Is?tuto Ernesto de Mar?no e dall’Associazione PrimoMaggio (Mantova, 23-25 oIobre 1981), a cura di C. Bermani e F. Coggiola, Is?tuto ErnestoMar?no,MaggioliEd.,Milano1986,pp.59-65.

Una panoramica sulla «New Leâ Review» e sulle diverse posizioni al suo interno: A. Callinicos, Il1048

marxismo anglosassone, in S. Petrucciani (a cura di), Storia delmarxismo. Vol II. Comunismi e teoriecri1chenelsecondoNovecento,Carrocci,Roma2016,pp.191-210.

G.Andrews,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunism:ABriefEncounter, inF.Di1049

Palma,W.Muller (acuradi),KommunismusundEuropa.Europapoli1kundVorstellungeneuropäischerKommunis1scherPar1enimKaltenKrrieg,FerdinandSchönling,2016pp.225-226.

C.Corradi,Forme teorichedelmarxismo italiano (1945-79), inS.Petrucciani (acuradi),Storiadel1050

marxismo.VolII.,cit.,p.19(11-42).

�223

secondaparte:ProgeÅ

indirizzi teoricimarxis?nuovi rispeIoall'analisimarxistadella ‘vecchiasinistra’,con

riferimen?semprepiùimportan?aMao,Trockij,RosaLuxembourgoadellecorren?

cheeranostateminoritarieall’internodeipar?cicomunis?.

In Italia ad esempio presero piede il dellavolpismo, la sociologia cri?ca e

l’operaismo.TralametàdeglianniCinquantaelametàdeglianniSessantal’operadi

Galvano Della Volpe, che in polemica con il crocian-gramscismo rivendicava il

caraIere scien?fico delmarxismo, si era andata caraIerizzando come un punto di

riferimento teorico per coloro che miravano a un irrobus?mento delle capacità

anali?che del marxismo e dei par?? della sinistra nei confron? dei cambiamen?

sociali porta?dalboomeconomico. Traques? inprimisLucioCollesguardavaalla

leIuradallavolpianaperprendere ledistanze,apar?redal1956 inundibastosul

«Contemporaneo»,dall’orientamento culturaledellapoli?cadelPCI eperproporre

un marxismo «in chiave di sociologia materialista, solidale con il realismo

gnoseologico e con istanze di democrazia direIa», lontane dalle incrostazioni

idealisteeposi?vis?che .AIornoaRanieroPanzieri si era contemporaneamente1051

venutaformando«l’altra linea» ,unanuovacomunitàpoli?ca,concre?zzatasinel1052

1961nell'esperienzadella rivista «Quaderni rossi» in cui, riscoprendo tes?diMarx

largamente trascura?dalla tradizionemarxista (comeadesempio laquarta sezione

delprimolibrodelCapitale,ilFrammentosullemacchinedeiGrundrisse,ilCapitoloVI

inedito)eapplicandometodologienuovecome laconricercae l’inchiestaoperaia–

intese come strumen? di lavoro poli?co –, il marxismo venne declinato come

sociologia poli?ca della classe operaia. Da quest’esperienza, a causa di divergenze

teoriche,sistaccòunapartedellaredazionedi«Quadernirossi»,chediedevitanel

1964 ad una nuova rivista: «Classe operaia». Quest’ul?ma, fondata tra gli altri da

Mario Tron?, definì nella secondametà degli anni Sessanta i tras essenziali della

corrente operaista italiana, il fenomeno di roIura più vistoso, che poi si divise

ulteriormentealsuointerno.Nel1962eranoinoltrena?i«QuaderniPiacen?ni»con

unprofiloorientatoaun impegnopoli?copiùdireIo, così comealtri fogli e riviste

che meIevano in discussione l'egemonia culturale del PCI: questo iniziava

preoccupatoavederlicome«nemiciasinistra» .1053

Questa nuova cultura poli?ca, che mirava a rompere defini?vamente con

l’idealismo e a rileggereMarx «come sociologo della società capitalista» , trovò1054

C.Corradi,StoriadeimarxismiinItalia,Manifestolibri,Roma2011,p.1341051

A.Mangano, L'altra linea. For1ni, Bosio,Montaldi, Panzieri e la nuova sinistra,Pullani, Cataniaro1052

1992.

G. Crainz, Il Paesemancato. Dalmiracolo economico agli anni o.anta,Donzelli, Roma 2003, pp.1053

171-175.

G.Bechelloni,NotaintroduÅva,inId.(acuradi),Culturaeideologianellanuovasinistra.Materiali1054

peruninterventodellaculturapoli1cadellerivistedeldissensomarxistadegliannisessanta,Edizionidicomunità,Milano1973,pp.XXII(XI-XLIII).

�224

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

unaformulazioneincerchieestremamenteristreIediintelleIuali,inrivistedieper

intelleIuali cheebberoun riscontrodel tuIomarginale sia sui dibas? sia sui fas

poli?cipertusglianniSessanta .Nascevanoinfassullaspintadiunnuovo?podi1055

intelleIualità, maggiormente autonoma dal PCI in primis rispeIo ai decenni

preceden? . L’esplosione in tuIo ilmondo delmovimento del 1968 fece sì però1056

che le ricerche, i dibas?, le proposte che avevano trovato spazio in queste riviste

venissero ripresee amplificate. Con lafine sopraIuIodegli anni Sessanta, quando

scoppiò l’ondatadellecontestazionistudenteschechenascevanoanchedall'enorme

aumento della scolarizzazione , ci fu una considerevole dilatazione non solo dei1057

produIorima anchedei consumatori delle ideemarxiste, vale a dire di coloro che

leggevanoeacquistavanoscrismarxis? .1058

Era un dato che una casa editrice come l’Einaudi non poteva non tenere in

considerazione: lo feceagendosupiùdirezioni.Diededaun latoallestampeper la

prima volta un numero considerevole di tes? di personalità marxiste storiche: le

opereadesempiodiTrotskijvenneropubblicateepoi ripubblicatenelgirodipochi

anni ; dall'altro lato in quegli anni ripresentò tes? diMarx inedi? o già edi? .1059 1060

Costante inoltre fu l'aIenzione che la commissione editorialemostrò nei confron?

deidibas?cheinsededirivisteres?tuivanoilpluralismodelmarxismoraggiuntoa

livello internazionale . In quarto luogo, l’Einaudi diede spazio a un numero1061

considerevole di opere che nascevano proprio dalle spinte della «nuova sinistra»

italianaeinternazionale.Se,comesièaccennato,nel1963RanieroPanzierieRenato

Solmi erano sta? licenzia?perdivergenzepoli?cheenel 1964TomNairnera stato

bocciato come potenziale autore della Einaudi, nel 1966 nella collana dei «Saggi»

Si vedano le considerazioni su queste riviste come «mezzo di comunicazione culturale» tra1055

intelleIualiinivi.,pp.XXIII-XXVI.

M.Flores,N.Gallerano,SulPCI.Un'interpretazionestorica,IlMulino,Bologna1992,pp.202-207.1056

P.Ginsborg,Storiad’Italia.Famiglia,società,Stato,cit.,pp.358-360.1057

E.Hobsbawm,Ilmarxismooggi:unbilancioaperto,inStoriadelmarxismo,Vol.IVIlmarxismooggi,1058

Einaudi,Torino1982.

A ?tolo d’esempio: ScriÅ (1929-1936), a cura di L.Maitan, 1962; Id., La rivoluzione permanente,1059

1967(nel1973eraallaterzaedizione);Le.eraturaerivoluzione,1973(secondaedizione1974).

È il caso, adesempio,diManoscriÅeconomico-filosoficidel 1844,pubblicatooriginariamentenel1060

1949, di cui venne presentata una nuova edizione, a cura di N. Bobbio, nel 1968; Il capitale. Cri1cadell’economia poli1ca, con introduzione diM. Dobb e traduzione di D. Can?mori, E.Mazzomon?, B.Maffi,R.Panzierietalii,1975:sitraIadiunanuovapubblicazionecheriprendevaquelladegliEd.Riuni?degli anni Cinquanta. Con?nua era l’aIenzione che alla fine degli anni Sessanta i redaIori einaudianiriversavano verso gli scris storici di Marx, che avevano chiesto agli Editori Riuni?: ciò si evince daiverbalieditorialieinaudiani.A?tolod’esempio,sivedaIvi.,cartella6,fasc.447,Verbaleeditorialedel13novembre1968.Nel1976EinaudipubblicòiGrundrissesoIoil?toloLineamen1fondamentalidicri1cadell'economiapoli1ca,ripubblicandolil’annosuccessivoconunapparatocri?conuovo.Perquest’ul?moaspeIosivedaM.Tron?,Italy,inM.Musto(acuradi),K.Marx’sGrundrisse.Fouyda1onsofthecri1queofpolicaleconomy150yearslater,Routledge,NewYork2008,pp.229-235.

A ?tolo d’esempio, si veda la discussione sul numero della rivista «Diogéne» (dicembre 1968,1061

dedicataaMarxconsaggidiAdorno,Marcuse,RobinsoneHobsbawm)nelcorsodelVerbaleeditorialedel11giugno1969(ivi,cartella6,fasc.468).

�225

secondaparte:ProgeÅ

apparveOperai e capitalediMario Tron?.Non fu unapubblicazione facile: in casa

editrice il libro «fece un certo scalpore» e venne osteggiato sopraIuIo da Paolo

Spriano .L'editoreperò«capì–harecentementericordatoBaranelli–cheillibrodi1062

Tron?nonerapoi cosìpericolosonépoli?camentené culturalmente;e chepoteva

averedeileIori» .Ineffesillibroriscosseuncertosuccesso,diventandountesto1063

sacro dell’operaismo italiano, tanto da circolare anche fotocopiato in quanto

esaurito . Nonostante le distanze ideologiche e generazionali che separavano1064

ampia parte del comitato redazionale dell’Einaudi dagli studen? poli?cizza?, Giulio

Einaudi comprese e sfruIò la potenzialità del nuovo pubblico di leIori universitari

poli?cizza?: accolse quindi la proposta di Luca Baranelli di colmare questa lacuna

editoriale,varandounanuovacollana, la«Seriepoli?ca»colpropositodicoglierele

nuoveistanzeculturalialivellomondiale .1065

Ci fu infine un’ulteriore modalità con cui la casa editrice torinese reagì,

tentandodirispondere,allanuovarichiestadimarxismo.Allafinedel1966nelcorso

diunariunionedellacommissioneeditorialeGiulioBolla?affermò:

Perlastoricahoqualcheidea:unastoriadelmarxismocomegiocodisviluppostorico

oltrechecomeriflessioneideologica.EdèunlibrochevafaIodauno[studioso]che

abbiaunasuaidea.Èsoloun’idea,cistopensandosu .1066

Laproposta trovònel restodellacommissioneuncertoconsenso:dalladiscussione

cheneseguìemersel’esigenzadi«unamanosolache[desse]lascheletraturarigida

delprocesso storicomarxista, e [avesse]una certaelas?citàdi scorciodegli aspes

connessi nei vari seIori geografici e pra?ci». Bolla? fece i nomi di Sweezy e

Hobsbawm.ViIorioStrada, loslavistadellacasaeditrice,dissechesipotevaanche

pensare a «un bilancio per seIori dello sviluppo storico della situazione marxista

[negli ul?mi] cinquanta anni: una specie di serie di lezioni» ; l’anno successivo1067

sempreStradaavrebbe«invoca[to], accantoaun libro che scopra ilfilo conduIore

Laseriepoli1caEinaudi.IntervistadiLucaZane.eaLucaBaranelli,inL.BaranellieF.Ciafaloni,Una1062

stanzaall’Einaudi,cit.,p.65.

Ibid.1063

LucaBaranelliharicordatoche«primadiessereristampato[nel1977epoinel1981]neiReprints1064

Einaudi,circolavaancheinfotocopia».Ibid.

Perdareun’ideadella lineadella«Seriepoli?ca»ricordoiprimi libripubblica?inessa:E.Masi,La1065

contestazione cinese, 1968; E. Collos Psichel (a cura di), Il Vietnam vincerà, 1968;Malcom X,Ul1midiscorsi,1968;C.Boffito(acuradi),SocialismoemercatoinJugoslavia,1968;L.GubermaneP.Sweezy,La controrivoluzione globale, 1968; A. Gunder Frank, Capitalismo e so.osviluppo in America La1na,1969;A.Cavalli,A.Mar?nelli(acuradi),Glistuden1americanidopoBerkley,1969;C.Boffito,L.Foa(acuradi),Lacrisidelmodellosovie1coinCecoslovacchia,1970.

AST, AE, Verbali editoriali, Cartella 6, f. 390, Verbale editoriale del 23 novembre 1966.Da questo1066

verbalesonotraIeanchelesuccessivecitazioni.

Ibid.1067

�226

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

della storiamarxista, una ricerca di fondo approfondita sulle conseguenze storiche

nei vari regimi storici, [e nelle] aree culturali delmondo» . L’importanza sempre1068

maggiore assunta negli anni Sessanta dal marxismo e la molteplicità delle

elaborazioni che questo stava assumendo a livello teorico e pra?co in contesto

italiano e internazionale facevano emergere come ormai matura una proposta di

storicizzare questa stessa evoluzione. Era tempo, agli occhi degli einaudiani, di

tracciarne se non una sintesi quantomeno una riflessione organica su come il

marxismoomeglio imarxismieranoevolu?estavanoevolvendosiall’internocome

all’esternodeipar??.

Ivi.,Riunionedel1°febbraio1967.1068

�227

secondaparte:ProgeÅ

4.3.LaStoriadelmarxismoEinaudi

InunmemorandumscriIosucartaintestataGiulioEinaudiEditore,nondatato

mariconducibileconmoltaprobabilitàall’estatedel1970eallemacchinedascrivere

diErnestoRagionierieCorradoVivan? ,silegge:1069

NellediscussioniapertesiintuIoilmondodopoilXXcongressodelPCUS,aIraversoil

riesame cri?co delle tradizioni del marxismo, che ne è scaturito, sono emersi

orientamen? teorici e formedi analisi storicaassaidiversi.Mentredaunaparte si è

riscontrataassaivisibile latendenzaanonintaccareinmodosostanziale latradizione

ideologica consolidatasi nel movimento comunista internazionale nel periodo

staliniano(«marxismo-leninismo»),dall’altrasisonomanifesta?indirizzicri?cirivol?a

privilegiarenellastoriadelmarxismodetermina?momen?teoricieafarediques?il

metrodigiudiziodituIaquestastoria:ritornoaKorsch,luxemburgismo,«umanesimo

marxista»dei«marxismusstudien»,ecc.Fraques?duepoli siè tuIaviaprofilatauna

pluralità di inizia?ve intese a fare ilmarxismo oggeIo di un’indagine storica, che lo

consideri nella totalità del suo sviluppo, riferendolo al soggeIo concreto che se n’è

faIostoricamenteportatore,ilmovimentoorganizzatodellaclasseoperaia.Ilrapporto

trateoriaeprassi,perunverso,elastoriasocialedelmovimentoreale,perunaltro,

sonoapparsifinoadoggiglielemen?piùsignifica?vidiunorientamentodiricerca,che

si è espresso in forme non coordinate, ma con indirizzi non contrastan? e

sostanzialmenteomogeneiinvaripaesi.Adesempio,inInghilterra,sopraIuIointorno

a«SocialistRegister»,inFrancianelgruppodi«mouvementsocial»,inItaliafrastudiosi

collaboratori di «Studi storici», inGermania occidentale aIraverso alcuni lavori della

Friedrich-Ehert-S?âung, in Austria, nelle conferenze internazionali di storia del

movimentooperaiochesitengonoannualmenteaLinz,nellepubblicazionidell’Is?tuto

di storia sociale di Amsterdam ecc. Manifestazioni di notevole rilievo degli stessi

orientamen? si sono avu?, tuIavia, anche in alcuni paesi dell’Europa orientale: ad

esempio,presso l’Is?tutodistoriadelsocialismodiPraga,finoall’OIobre1969,efra

altri studiosi,come ilpolaccoMarekWaldenberg, il sovie?coM.Geâer, lo iugoslavo

Wranicki,ealcunicollaboratoridellarivista«Praxis»,ecc. 1070

La probabile datazione del documento si ricava dal faIo che nel corso della prima riunione del1069

comitatoredazionaledellastoriadelmarxismo,avvenutanell’oIobre1970,ipresen?preseronotadel«breveschizzosteso in lugliodaRagionieri».AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,Cart.8,fasc.300,VerbaledellariunionetenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.

BibliotecadiSestoFioren?no[d’ora inpoiBSF],EpistolariodiErnestoRagionieri [d’ora inpoEER],1070

LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.

�228

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

PrendendoaIodialcunifilonidell’effervescenzachealivelloeuropeoavevaportato

adunnuovo interesseneiconfron?delmarxismo, lacasaeditrice torinesearrivava

alla conclusione che esisteva «la possibilità di organizzare una collaborazione fra

ques? gruppi e singoli studiosi» inmododameIere «a confronto le esperienze di

lavoroediricercafinoracompiuteecerc[are]diavviarelapreparazionediunastoria

del marxismo» . L’idea originariamente proposta da Bolla? nel 1966 stava1071

trasformandosi inuncan?erebenpiùambizioso,pensatosemprepiùneiterminidi

una grande opera . Erano quelli dopotuIo gli anni in cui la casa editrice era1072

impegnata–CorradoVivan?eRuggieroRomanointesta–nellaprogeIazionediuna

grandeimpresastoriograficasovranazionalear?colataindiversivolumiescriIaapiù

mani, con il «pernoorganizza?vo a Torinoe l'osservatorio generale a Parigi» . Si1073

traIavadellaStoriad’Italia,varatanel1967epoipresentataalpubblicotrail1972e

il1976 ,chevolevaessereunaStoria«traMarxele‘Annales’» :valeadireun1074 1075

tenta?vo di elaborare una generale interpretazione della storia nazionale italiana

intersecando, nel momento in cui veniva meno il paradigma «storicis?co»

tradizionale italiano, il portato gramsciano con quello della scuola francese .1076

Probabilmente sulla scia dell'entusiasmo che all’Einaudi si respirava per il varo di

questagrandeoperaedegliinves?men?chel’editorestavafacendoeavrebbefaIo

per conferirle un riconoscimento a livello europeo, veniva ven?lata anche l'idea di

riprendereilprogeIo–ormaiabbandonatodaalcunianni–diunaStoriauniversale:

Ruggiero Romano si preoccupava di rinnovare all’editore l'opportunità di una tale

opera,s?landoneinvanounadeIagliatabozzadiprogeIo .1077

All’interno dell'architeIura collesva e sovranazionale inaugurata dalla Storia

Ibid.1071

«Nell’ambito dell’inizia?va volta a commissionare grandi opere monografiche a studiosi di alto1072

livello,abbiamosoffermatolanostraaIenzioneinpar?colaresuunastoriadelmarxismo».Lacitazioneè traIada:AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,Cart.222, fasc.3104,Piano (sucarta intestataEinaudiEditore)perunastoriadelmarxismo,senzadata(fogli340-341).

W. Barberis, La storia d’Italia nel segno della con1nuità editoriale, in P. Soddu (a cura di),Giulio1073

Einaudinell’editoriadiculturadelNovecentoitaliano,cit.,p.332(327-333).

Il I volume pubblicato fu I cara.eri originali, il VI Atlante. Con il 1978 iniziarono poi a essere1074

pubblica?gliAnnali.

P.Favilli,Marxismoelastoria,cit.,p.309.1075

T. Des, G. Gozzini, Storia e poli1ca dagli anni Se.anta agli anni Novanta: a.ualità di un nesso1076

ina.uale, in Id. (a cura di),ErnestoRagionieri e la storiografiadel dopoguerra,FrancoAngeli,Milano2001,pp.8-10(7-22).SivedaancheA.Ban?,Lastoriasociale:unparadigmaintrovabile,inC.Cassina(acuradi),Lastoriografiasull’Italiacontemporanea.AsdelconvegnoinonorediGiorgioCandeloro(Pisa,9-10novembre1989),Giardini,Pisa1991,p.189(183-208).

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIerediR.RomanoaC.Vivan?,191077

aprile1970.«StoscrivendounasortadipianoperlaSt.Univ.:telospediròintempo.Ma,please,nonfarlocircolareprimache iosiavenutoATorinoesenesiadiscusso insieme».NellacorrispondenzadiVivan?èconservatoancheil lungoprogeIodiRomanoperlaStoriauniversale.(ivi.,Storiauniversale,senzadata,fogli235-241).

�229

secondaparte:ProgeÅ

d’ItaliafupensatoancheilprogeIodiunastoriadelmarxismo:c'eranolecondizioni

per ipo?zzarne una buona accoglienza. Il memorandum sopra richiamato

puntualizzavacheuntaleprogeIodistoriadelmarxismo«chegiungaacoordinaree

a sviluppare le ricerche iniziate sull’argomento negli ul?mi quindici anni, non è

soltantoun’impresaoggirispondenteallostatodeglistudiealoropreciseesigenze,

maancheunostrumentodigrandeinteresseculturaleepoli?co» .Questoemerse1078

chiaramentedi lì apochimesi,quandopresso la sededell’Is?tutoGramsci aRoma

intelleIuali e poli?ci comunis? si sarebbero confronta? sul tema de Il marxismo

italianoneglianniSessantae laformazioneteorico-poli1cadellenuovegenerazioni,

analizzando per la prima volta il retroterra culturale e sociale del movimento

studentesco e ammeIendo la divaricazione acuta che negli anni Sessanta aveva

separato i comunis? dalla società, con una sempre piùmarcata crisi dell’egemonia

ideologicadelPCInellaformazionedellenuovegenerazioni .FrancoFerriaprendo1079

l’incontro avrebbe soIolineato che le numerose adesioni al convegno stavano a

tes?moniare«ilbisognodiffusodigiungerepiùapertamentediquantononsi[fosse]

faIonelpassatoadunconfrontosulleques?onidell’elaborazioneteorica,colmando

lacunee ritardinonsecondari» . Si sarebbe traIato, comeha rimarcatoStephen1080

Gundle, di un notevole «sforzo di revisione» faIodal PCI nell'ammeIere che «per

recuperareunrapportoproficuo[conlasocietà]eranecessarioacceIaredellelezioni

dalle‘eresiedegliannisessanta’» .Unastoriadelmarxismopotevabeneinserirsi1081

inquestospazio,aiutandoa indirizzarecomeunostrumentodi interesseediu?lità

quellochelostessoHobsbawm,ametàdeglianniSessanta,avevasoprannominatoil

sempre più vivace e problema?co «dialogo sulmarxismo» . Tra anni Sessanta e1082

SeIantad’altrondenumerosieranosta?itenta?vifasinquellastessadirezione.Nel

1962, ad esempio, uscì in più volumi una «storia documentaria» del marxismo

proposta da Iring Fetscher ; dieci anni dopo venne data alle stampe a Parigi1083

l’Histoire générale du socialisme, a cura di Jacques Droz . Nel 1973 sarebbe1084

comparso un ponderoso «Annale» dell’Is?tuto Feltrinelli dedicato alla Storia del

BSF,EER,LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.1078

M.Alcaro,Dallavolpismoenuovasinistra,DedaloLibri,Bari1977,p.51.1079

F. Ferri, Apertura dei lavori, in Il marxismo italiano degli anni Sessanta e la formazione teorico-1080

poli1cadellenuovegenerazioni,EditoriRiuni?,Roma1972,p.11(11-16).

S.Gundle, I comunis1 italiani traHollywoodeMosca: la sfidadellaculturadimassa (1943-1991),1081

Giun?Editore,Firenze1995,p.356.L’espressione‘eresiedeglianniSessanta’ètraIadaG.Berlinguer,Dieciannidopo.Cronacheculturali1968-1978,DeDonato,Bari1978,p.9.

E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,inid.,Irivoluzionari,cit.,p.137.1082

L’opera venne pubblicata in Italia tra anni Sessanta e seIanta, I. Fescher, Il marxismo storia1083

documentaria,Milano1969-70.

CompostadiquaIrovolumi,vennetradoIainitalianatempes?vamenteJ.Droz(acuradi),Storiadel1084

socialismo,EditoriRiuni?,Roma1973-1978[1972-1978].

�230

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

marxismocontemporaneo .NeglistessiannivenivatradoIainItalial’analisi,inpiù1085

volumi,dicaraIereprevalentementeteoricodiPredragVranicki .1086

LaStoriadelmarxismoEinaudi,secondoisuoiideatori,nondovevaperòporsi

allo stesso livello di altri lavori coevi; doveva essere tuI’altro, ad esempio, sia

dall’impostazionediVranickicosìcome,peraltreques?oni,dallastoriadelmarxismo

che l’AccademiadelleScienzedell’URSSsi stavaproponendodi realizzareproprio in

queglistessianni.DovevaproporsipiuIostocome«unpuntodiriferimentooggesvo

a forzepoli?chee a gruppi intelleIuali per diverse ragioni chiusi o cresciu? inuna

prospesva di considerazione ‘ortodossa’» . Doveva poi avere un caraIere1087

«necessariamente internazionale», ancora più marcato rispeIo a quanto stava

assumendolaStoriad’Italia.IlprogeIodiun’operasulmarxismo,spiegavaVivan?a

Einaudi,

mancherebbealsuocompito–cheèanchequellodiprovocareun’autocoscienzadella

situazione aIuale del marxismo, dell’essere oggeIo di un interesse tanto vasto e

profondoeinsiemeditrovarsiinun’indubbiacondizionedicrisidisviluppo–ovenonsi

procedesse preliminarmente alla raccolta e al confronto di risulta? di ricerca che si

sono prodos in paesi diversi, ma che assicurano la costruzione di un tessuto

unitario .1088

A tale proposito l’Einaudi si prefissava di individuare un ristreIo gruppo di lavoro

formato da studiosi dell’Europa occidentale in grado di allacciare, grazie alle loro

conoscenze, collaborazioni anche con studiosi dell’Europa orientale e non europei:

una«similecollaborazione–chiosavailmemorandum–ènonsolooperafruIuosae

auspicabile, ma anche possibile» . Con ques? inten? i ver?ci della casa editrice1089

torinese tra la primavera e l’estate del 1970 si stavanomuovendo su più direzioni.

GiulioEinaudicercòcontasconaltrecaseeditriciinternazionali:oltreconlafrancese

Gallimard,sieranofasinomidellaLuchterhanddiMonacoedellaPenguinodella

CapeperlaGranBretagna .DacantosuoCorradoVivan?,acuivenivaconferitoil1090

A.Zanardo(acuradi),Storiadelmarxismocontemporaneo,«AnnaliFeltrinelli»,1973.1085

Studioso marxista jugoslavo che aveva scriIo una storia del marxismo in più volumi negli anni1086

Sessanta,tradosinitaliano:P.Vranicki,Lastoriadelmarxismo,EditoriRiuni?,Roma1971-1973.

BSF,EER,LeIereperER,fasc.EinaudiEditore,RapportodiVivan?all’editore,senzadata.1087

Ibid.1088

Ibid.1089

InomidellecaseeditricicoinvoltedaEinaudisiricavanoesplicitamentedaAST,AE,Corrispondenza1090

conautori stranieri,Primaserie,cart.8, fasc.300,LeIeradiE.HobsbawmaW.Abendroth,3oIobre1970.

�231

secondaparte:ProgeÅ

ruolodi«segretariodiredazione» giàsvoltoperlafallimentareStoriauniversalee1091

cheparallelamentestavasvolgendoassiemeaRomanoancheperlaStoriad’Italia,si

mostrò impegnato nell’intessere relazioni con studiosi italiani e stranieri al fine di

discutereconlorodelprogeIoedicoinvolgerliinesso.

Il primo con cui Vivan? si confrontò fu Ernesto Ragionieri: era una scelta

piuIosto obbligata per più ragioni. Ragionieri, poco più che quarantenne, era uno

degli animatori più importan?di «Studi Storici», la rivista che avevadato spazio al

ripensamento del marxismo italiano dopo il ’56 all'interno degli spazi culturali del

PCI . Aveva poi alle spalle una lunga riflessione e pra?ca sia in quanto storico1092

marxistasia inquantostoricodelmarxismo: il suomarxismo, lontanoda formulee

definizioni,era«innanzituIostoriograficoefilologico» .Findaisuoiprimilavori(e1093

in modo più marcato dalla produzione della seconda metà degli anni Sessanta)

Ragionieri aveva inoltre mostrato una con?nua?va insistenza su una dimensione

sovranazionale della ricerca. Al centro dei suoi lavori c’era un costante nesso che

legava «la storia della ‘sostanza internazionale’ ideale e poli?ca del socialismo a

quello dello Stato italiano» . Ciò si riscontrava nei suoi studi sulla storia del1094

movimentooperaioedelsocialismo,comeadesempionell'operasull'influenzadella

socialdemocraziatedescasullaformazionedelPar?tosocialistaitaliano ,maanche1095

nei suoi lavori sull'emigrazioneoperaia .Nel1969aveva inoltredatoalle stampe1096

l’Italia giudicata, in cui dava spazio a un mol?plicarsi di prospesve e di pun? di

osservazionenonitalianisullosviluppostoricodell’Italia .Quando,comesièvisto,1097

avevarecensitoilprimoAgediHobsbawmnel1963loavevafaIoproprioinquesta

chiave, invitando a studiare la storia italiana all’interno di un quadro europeo. Si

traIavadi unorientamento inusualenel contesto storiografico italiano a lui coevo,

che rispondeva a una propensione prima di tuIo mentale che aveva permesso a

Ragionieri di collocarsi al centro di una mappa intelleIuale europea, con una

CosìVivan?sieradefinito,scrivendoaCan?mori,apropositodelsuoruoloperlaStoriaUniversale,1091

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,19oIobre1964.

Eramembro del Comitato diresvo di «Studi Storici» dal 1964. Nel 1971 (fino al ’73) fece parte,1092

assiemeaProcacci,RosarioVillarieZangheri,diunadirezionequadripar?ta.

T.Des,ErnestoRagionieri:unprofilo,inId.,G.Gozzini,Storiaepoli1cadaglianniSe.antaaglianni1093

Novanta,cit.,p.26(23-38).

Ivi.,p.29.1094

E. Ragionieri, Socialdemocrazia tedesca e socialis1 italiani, 1875-1895: L'influenza della1095

socialdemocraziatedescasullaformazionedelPar1tosocialistaitaliano,Milano,Feltrinelli,1961.

Id.,Italianiall'esteroedemigrazionedilavoratoriitaliani:untemadistoriadelmovimentooperaio,1096

Olschki,Firenze1962.

E.Ragionierietalii,L’Italiagiudicata,ovveroLastoriad’Italiascri.adaglialtri,Laterza,Bari1969;1097

per un’analisi della dimensione internazionale dell’opera di Ragionieri: F. Romero, Il contestointernazionaledellastoriad’Italia, inT.Des,G.Gozzini (acuradi),ErnestoRagionierie lastoriografiadeldopoguerra,cit,pp.68-70(67-81);E.Sestan,Ilproblemadellastoriauniversale.LaricercadiErnestoRagionierinelricordodiungrandestorico,in«Rinascita»,4luglio1980,p.45.

�232

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

predilezionepericontasconlaGermania.Tusques?mo?vidovevanoaverportato

Vivan? a rivolgersi a Ragionieri per un primo confronto circa il nuovo progeIo

einaudiano. «L’incontro è stato –mi pare – posi?vo», scrisse Vivan? a Einaudi :1098

Ragionieriaccolse infasconentusiasmo lapropostaeinaudiana,definendolacome

«un possibile grande approdo della cultura marxista al dibasto in corso» e

soIolineandone il peso «non indifferente sullo stesso terreno poli?co» . Si1099

preoccupò quindi di definire le linee guida su cui una tale storia doveva essere

costruitaecheVivan?cosìriportavaaEinaudi:

Naturalmente – soIolinea[ò] R[agionieri] – bisogna evitare di fare di una storia del

genere una storia della Chiesa e dei suoi dogmi (i momen? della verità e dei suoi

errori),comepureunastoriadiere?ci(lafuriaiconoclastadeiqualiriportaallaverità).

Si traIa di vedere la storicità del marxismo nei suoi complessi rappor?, tenendo

presen?ancheleareegeograficheincuiilmarxismoprendemaggiormentepiede,eal

tempo stesso capire in che modo il marxismo, che si pone immediatamente come

teoriaunificatricedell’umanità,proprioperquestopuòtrasformarsiadaIandosi(Cina),

oinqualchecasoconoscereideologizzazionideforman? .1100

Si traIava di un nodo su cui Ragionieri era tornato con insistenza nelle sue opere,

sopraIuIo inquelledegli ul?mi anni. Inuna conversazioneprivatadel 1966aveva

affermatoche

[d]opo molto studio e dopo una lunga riflessione faIa a contaIo della esperienza

poli?ca,mi sono convinto che bisogna liberarsi inmodo defini?vo degli impacci che

allo studiodelmarxismo sono sta?pos?nell’età stalinianae cheperquestoaspeIo

permangono ancora in numerosi studi condos nell’Urss e inmol? par?? comunis?

(l’hoscriIoancherecentementenellaintroduzioneallaVitadiMarxdiMehring).Qui

nonsitraIasoltantodi‘rivalutare’questoodi‘svalutare’quello.SitraIadicambiare

registro e di impostare finalmente lo studio del marxismo come lo studio di un

processopoli?coilcuicriteriononsiala‘verità’ol’‘errore’rispeIoaunmarxismodel

qualenonvenganovoltaper voltadetermina? conoscenzadiffusioneappropriazione

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aG.Einaudi,senza1098

data (fogli 316-317). Da questa leIera sono traIe anche anche le successive citazioni. È possibilecollocarequestaleIeradiVivan?algiugno1970daunaprecedenteleIerasemprediVivan?aEinaudidel 22 giugno 1970 in cui il primo informava il secondo circa un incontro prossimo con Ragionieri apropositodellaStoriadelmarxismo.

Ibid.1099

Ibid.1100

�233

secondaparte:ProgeÅ

ecc.,mapiuIosto il rapportocon ilmovimentooperaio, lesue loIe, lesuenecessità

ecc. .1101

Questeconsiderazionieranopoistateda luiripresenelcorsodelConvegnodistudi

gramscianil’annosuccessivo,quandoavevaricondoIoaGramscila«consapevolezza

della ‘storicità’ delle ideologie nei loro necessari rappor? coi movimen? poli?ci e

sociali»; in quell’occasione aveva anche soIolineato l’opportunità di vincere la

dicotomia tra ‘ortodossia’ e ‘eterodossia’ nella storiografia sul socialismo .1102

Ragionieri era andato cioè sempre più insistendo sul faIo che il marxismo era un

«fenomeno storicamente determinato», dunque in con?nua maturazione , al1103

quale si doveva approcciarsi metodologicamente aIraverso una rigorosa

«storicizzazione» .AncheinoccasionepoidiunconvegnoaPraganel1970aveva1104

basato il suo intervento aIorno a questo nucleo, insistendo sulla «necessità di

rapportareilmarxismoatradizioniculturaliearealtàsocialiprofondamentediverse

da quelle che ne [avevano] accompagnato l’origine» . Se queste erano le basi1105

metodologichecheRagionieriponevacomefondamentodelprogeIoeinaudiano,da

un punto di vista cronologico proponeva di far par?re l’opera «da Marx stesso, o

meglio […] Marx dovrebbe essere affrontato in una importante prefazione-

introduzione; l’inizio vero e proprio dovrebbe essere Engels (lo stesso aveva deIo

Strada – riferiva Vivan? all’editore –, senza l’uno sapesse dell’altro)» . Si doveva1106

dunquecominciare–consigliavaRagionieriaVivan?–dallapubblicazionedelprimo

volume del Capitale, per studiare la trasformazione del pensiero diMarx in prassi

poli?caasva,ecoglierneilmodoincuiesso«diventaunelementochecontanella

realtàpoli?ca e viene anche trasformato a sua voltadalla realtàpoli?ca stessa.Da

teoriasitrasformaaddiriIurainideologia,ossiainqualcosadiastraIo,postodavan?

alle masse come ideale (il sol dell’avvenire) in una certa misura anche

mis?ficante» . Anche questo era un altro nodo del marxismo su cui Ragionieri1107

ritornava frequentemente nei suoi studi e nelle sue lezioni: lo streIo legame tra

fortuna teorica e pra?ca poli?ca, in altre parole «l’efficacia esercitata dal pensiero

LeIeraaRenatoRisali?riportatainT.Des,ErnestoRagionieri:unprofilo,cit.,pp.31-32.1101

E.Ragionieri,Ilmarxismoel’Internazionale:studidistoriadelmarxismo,Ed.Riuni?,Roma1972,pp.1102

260-261richiamatoinivi.,p.32,nota41.

E. Ragionieri, Ilmarxismoe la prima Internazionale, in Id., Ilmarxismoe l’Internazionale: studi di1103

storiadelmarxismo,EditoriRiuni?,Roma1972,p.3.

SuquestoaspeIosivedaR.Monteleone,Ragionierielastoriadelmarxismo,inT.Des,G.Gozzini(a1104

curadi),ErnestoRagionierielastoriografiadeldopoguerra,cit.,pp.167-178.

E.Ragionieri,PresenzadiEngels,in«Cri?caMarxista»,1970/4,pp.166esegg.citatoinivi.p.167.1105

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,1106

senzadata(fogli316-317).

Ibid.1107

�234

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

marxistasullosvilupporealedelmovimentooperaio» .1108

Inbaseaquestelineeguida,all’Einaudisieraprovvedutoas?lareunprospeIo

dell’opera,initalianoeinfrancese,incuiconunain?tolazionechesignifica?vamente

oscillava tra il singolare («Storia del marxismo») e il plurale («Une Historia des

Marxismes») veniva ripresa l’impostazione suggerita da Ragionieri: una storia non

«doctrinaire», né di un «procès de développement et transforma?on dumarxisme

commeunesorted’histoired’uneEgliseoudeDogmengeschichte»,bensì«historicité

demarxisme»daraggiungereaIraversouncon?nuo«rapportmemeentrelathéorie

et la praxis, meme les différentes situa?ons existentes à l’intérieur des aires

géographiques où le marxisme se repands en differente époques, entre les

différentes ques?ons (na?onales, de soudéveloppement, etc.) avec qui il doit se

confronter» . L’opera, che si ipo?zzava di 1500/2000 pagine, cronologicamente1109

doveva inserirsi tra gli anni Sessanta dell'OIocento e la contemporaneità: il

soIo?tolodelprogeIofrancesedicevadeEngelsàMaoTse-Dun. Ilprogrammaera

stato stesoanche in francese inquandodovevaessere indirizzatoalla casaeditrice

Gallimard.NelleintenzionidiGiulioEinaudilaStoriadelmarxismodovevadiventare

uneventoeditorialeeuropeo,eperquestoavevaricercatocomeprimointerlocutore

lacasaeditricefrancese,conlaqualedopotuIoavevadasempretentatodicostruire

un rapportoprivilegiato .Questaperòdovevaaver reagito inmodoambivalente,1110

quantomenosecondoilpuntodivistadiVivan?ilqualeannotavache«lastoriadei

marxismiinteressainostriamicifrancesi,mamisembraanchechiarochedaloronon

avremomol?aiu?,almenonellapartepreparatoria» .1111

Per questomo?voVivan? si stavamuovendo autonomamente; Ragionieri gli

aveva suggerito alcuni potenziali collaboratori: Giuliano Procacci, che proprio in

quegli anni stavaportandoamaturazione il suo interesse–esplosodopo il 1956–

versolastoriasovie?ca ,GeorgeHaupt«chestaaParigiedèamicodiR.Romano»1112

ed Eric Hobsbawm; si era poi mostrato osmista circa la possibilità di coinvolgere

CitazionediRagionieriripresedaR.Monteleone,Ragionierielastoriadelmarxismo,cit.,p.167.1108

AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cart. 222, fasc. 3104,Une histoire desMarxisme: de1109

EngelsàMaoTse-Dun.

T.Munari,L’EinaudiinEuropa,cit.,capitolosecondo.1110

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aG.Einaudi,221111

luglio[1970].

PerProcacci,unodeifirmataridiunaleIerafortementecri?caneiconfron?dell’aIeggiamentodel1112

PCIinoccasionedeifasd’Ungheria,«gliavvenimen?del1956cirichiamaronoallarealtà»(ConGastoneManacorda, cit., p. 302): da allora aveva volto lo sguardo alla storia sovie?ca, pubblicando nel 1963,doporitardidovu?agliEditoriRiuni?,unaraccoltadiscrisdiStalin,Trockij,Bucharin,Zinov’evdeglianniVen?(G.Procacci,Prefazione,inLa‘rivoluzionepermanente’eilsocialismoinunpaesesolo.ScriÅdiN.Bucharin, I.Stalin,L.Trotski,G.Zinoviev,Ed.Riuni?,Roma1963).NeiprimianniSeIanta,Procaccierainvece impegnato negli studi che sarebbero conflui? in Il par1to nell’Unione Sovie1ca, 1917-1945,Laterza,Bari1974.Perunapanoramicasull’approcciodiProcacciallastoriasovie?casivedaA.Venturi,Procacciel’UnioneSovie1ca,in«StudiStorici»,2010/3,pp.587-601.

�235

secondaparte:ProgeÅ

anche studiosi dell’Europa orientale . Vivan? si preoccupò di prendere contaIo1113

conalcunidiques?nomi.ConProcacci,adesempio,chenell'esserediventato–come

egli stesso si definiva – «totus sovie?cus (storiograficamente, anzi per oggeIo di

interesse storico)» risultava agli occhi degli einaudiani un punto di riferimento1114

italianoimportante .IlprimoconcuiperòVivan?presesubitounappuntamentodi1115

personafuHobsbawm ,ilqualeaLondragliriservòun’accoglienzadeltuIodiversa1116

rispeIo a quella di cinque anni prima. «Eric ci sta, e direi quasi con entusiasmo»,

potevadirequestavoltaVivan?:«[m]iparecheanchelacompagniaglipiaccia» .I1117

nomidegli studiosi che l’Einaudi stavavalutandodi coinvolgere–quellipropos?da

Ragionieri–dovevanoriportareallamentediHobsbawmlevecchieamicizieitaliane

che aveva streIo fin dagli anni Cinquanta; aveva poi avuto occasione di conoscere

George Haupt, storico rumeno naturalizzato francese, a Parigi negli ambien?

braudeliani: nutriva verso di lui una grande s?ma . L'argomento e la stessa1118

impostazione che l’Einaudi voleva dare al progeIo dovevano inoltre suonare alle

orecchiediHobsbawmconvincen?es?molan?:comesièvisto,eradavent'anniche

egli cercava e meIeva in pra?ca un confronto con colleghi marxis? su scala

internazionale.RagionandoinoltresullafiorituraneglianniSessantadelmarxismo,se

daunlatoavevasalutatoil«numerocrescentedimarxis?[che]tornaalmarxismo»

comemetodoscien?ficocome«ilsegnopiùpromeIentedellasituazioneaIualedel

mondo – e dell’Inghilterra –» , dall’altro lato si era mostrato piuIosto scesco1119

versoaltrifiloni:

Quando dico che la discussione è aperta tra imarxis? […] ciò che vorrei dire è che,

aIualmente, l’aprirques?onièmoltopiù importantechenon ilchiuderleanchese il

chiuderlesidimostrassepiùfacilediquantosembra.Inrealtà,hoilsospeIochemol?

diquelli cheoggi si chiamanomarxis?non lo sono,e chemolte teorie chevengono

avanzatecomemarxistesonomoltolontanedaMarx.Maciòsiapplicasiaaimarxis?

cheappartengonosiaaimarxis?chenonappartengonoaipar??comunis?oaipaesi

socialis? .1120

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIeraC.Vivan?aG.Einaudi,senza1113

data.

Ivi.,cart.167,fasc.2498,LeIeradiC.Vivan?aG.Procacci,6novembre1970.1114

Ivi.,16novembre1970.Vivan?glidicevaancheche«abbiamogranvogliadellastoriadelPC(b)».1115

Ivi.,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,TelegrammadiC.Vivan?aE.1116

Hobsbawm,14luglio1970.

Ivi.,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIereC.Vivan?aDaniele[Ponchiroli?],1117

senzadata.

E.Hobsbawm,GeorgeHaupt(1928-1978),in«MSHInforma?ons»,1978/24.1118

Id.,Dialogosulmarxismo,cit.,p.147.1119

Ivi.,pp.139-140.1120

�236

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Nella lezione dal ?toloDialogue onMarxism che aveva tenuto nel 1965 presso la

MarxMemorial Library, il centro di incontro di generazioni di intelleIuali marxis?

londinesi, Hobsbawm si era rivolto sia ai marxis? comunis? sia ai marxis? che

rivendicavano uno spazio esterno se non in an?tesi rispeIo ai par?? comunis?. Ai

primi aveva deIo che, a differenza di quanto avevano imparato a credere, il

«marxismo non è un corpo compiuto di teorie e di scoperte, ma un processo di

sviluppo»; ai secondi aveva ricordato che, nonostante le semplificazioni e le

distorsioni del periodo staliniano, mol? contribu? al marxismo di quel periodo

dovevano essere salva? perché validi e importan?. Aveva poi aggiunto che ci si

doveva approcciare a «un lavoroduro, lungo, e, nelle circostanze aIuali, forsenon

conclusivo» .Avevaquindiaggiunto:1121

comunqueoggi dobbiamo chiederci che cosa sia più importante: definire che cosa il

marxismononsia(ilcheprestootardidiventeràcomunqueevidente)ovveroscoprire

o riscoprire che cosa esso sia. Credo che il nostro compito sia il secondo; certo è il

compitopiùdifficile .1122

LapropostadilavorareadungrandeprogeIocomequellodiunastoriadelmarxismo

rispondevaprobabilmentemoltobenealpropositocheHobsbawmsierapostosolo

pochi anni prima. Nella presentazione del primo volume dell'opera, avvenuta nel

1978, Corrado Vivan? avrebbe soIolineato che la Storia del marxismo era nata

all’indomanidel1968esieraposta ilproblemadi«dareuncontributodipuliziadi

fronteatantaconfusioneetan?equivoci» .1123

CheuntaleprogeIodiriflessionesulmarxismovenisseavanzatodallaEinaudi

dovevaessereunulterioremo?vodirichiamoperHobsbawm.Recentementelacasa

editrice torinese aveva dato alle stampe i primi due volumi che Paolo Spriano

dedicava alla storia del PCI , libri che nascevano anche dalle stesse aperture1124

dimostratedalpar?toecheHobsbawmavevaapprezzato.LoavevadeIosenzamezzi

termini nel corso della presentazione del libro di Spriano su «Libri nuovi», quando

aveva asserito che l’opera «segna[va] un’epoca nella storiografia del movimento

comunista»perchésarebbeservitaa«distruggereinterpretazionimitologichetuIora

Ivi.,p.141.1121

Ivi.,p.140.1122

Uncontributochiarificatoredifronteatantaconfusioneetan1equivoci.IntervistaaCorradoVivan1,1123

in«UominieLibri»,19dicembre1978.

P.Spriano,StoriadelPar1tocomunistaitaliano.DaBordigaaGramsci,vol.I,Einaudi,Torino1967.1124

�237

secondaparte:ProgeÅ

corren?» .Seipar??comunis?nonsieranomostra?capacidiscrivere«unastoria1125

di se stessi scien?ficamenteacceIabile», il PCI aveva invece«incoraggiato–diceva

Hobsbawm – l’analisi franca ed autocri?ca della propria storia e di quella

dell’URSS» .IlconfrontocheHobsbawmavanzavaeraquelloconilCPGB,doveegli1126

avevavissutoinprimapersonailfallimentodellacommissioneis?tuitadopoil‘56con

il fine di scrivere una nuova storia del par?to. Questa era stata affidata a James

Klugmann,l’intelleIualefunzionariodipar?tocheerastatoperHobsbawmunpunto

diriferimentoneglianniTrentaeQuarantaecheora,dopoil’56,seppurcon?nuasse

a mostrarsi «uomo estremamente lucido e capace», era stato «paralizzato

dall’impossibilità di essere contemporaneamente un buono storico e un leale

funzionario di par?to» , finendo per scrivere un libro sulla storia del par?to1127

scien?ficamenteinacceIabile .Alcontrario,illavorochePaoloSprianoavevafaIo1128

sullastoriadelPCIsebbene«discu?bile»sidimostravaagliocchidiHobsbawm«serio

ederudito» .Nonostantealcunilimi?,Sprianoerailprimoastudiarelastoriadel1129

PCIaIraversoidocumen?,facendousodiunmetodo«dibonifica» .SitraIavadi1130

un lavoro che nasceva all'interno degli ambien? comunis?. Nel corso del ciclo di

lezioni promosso dall’Is?tuto Gramsci nei primi mesi del 1971 in occasione del

cinquantesimo anniversario del PCI, ad esempio, Spriano, assieme a Ragionieri, vi

avrebbepresoparteassiemeaidirigen?poli?ci:lapresenzadistoricidimes?ere,per

quanto molto vicini al par?to, tra gli oratori delle lezioni si sarebbe in effes

configuratacomeunsignifica?vodato«disvolta» .All'internodelCPGB invecesi1131

potevaparlarediuna«lostgenera?on» ,quelladellamiglioreintelleIualitàchevi1132

eraentrataneglianniTrentaeche loavevaabbandonatonel1956;assen?dunque

risultavanosimilispintedirinnovamento.Hobsbawmrivolgendosiaiquadridirigen?

del par?to britannico pochi anni prima aveva avver?to – come si è visto – circa il

pericolodicadereinnuovidogma?smi.Probabilmentedunqueancheperquesto,per

l'opportunità cioè di poter lavorare ad una storia del marxismo in un ambiente

E.Hobsbawm,StoriadelPCIestoriad’Italia, in«Librinuovi»,dicembre1969/6,p.5. Ilnumerodi1125

«Libri nuovi» (pp. 4-5) dava spazio a Un dibaÅto internazionale sulla ‘Storia del par1to comunistaitaliano’diSprianoconinterven?diGiuseppeBer?,MilošHàjek,RobertPariseEricHobsbawm.

Id.,Dialogosulmarxismo,cit.,p.141.1126

Id.,ProblemsofCommunistHistory, in«NewLeâReview»,1969oraconil?toloProblemidistoria1127

comunista, in Id.,Rivoluzionari,cit.,p.12 (5-13): il testoebbeunacertadiffusione,venneadesempiopubblicatoanchesulla«AustralianLeâreview»,march1970,pp.9-15.

J.Klugmann,HistoryofCommunistPartyofGreatBritain:Forma1onandEarlyYears,Londra1966.1128

E.Hobsbawm,Problemidistoriacomunista,inId.,Rivoluzionari,cit.,p.12(5-13).1129

M.Albeltaro,Lostoricoeilsuoeditore.Ritra.oconle.eredelloSprianodiEinaudi,in«StudiStorici»,1130

2013/4,p.895(887-895).

A. ViIoria, Spriano nella ‘ba.aglia delle idee’: ‘Il Contemporaneo’ e l’Is1tuto Gramsci, in «Studi1131

Storici»,2013/4,p.881(875-886).

G.Andrews,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunist:ABriefEncounter,cit.,pp.1132

222-227.

�238

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

editorialeepoli?cocomequelloitaliano,HobsbawmacceIòl’invitodiVivan?.

D'altrocantoHobsbawmfindaglianniCinquantaerastatopresentatoinItalia

come uno storico marxista; frequentemente, in sede di recensioni o nei profili

biograficinellequartedicoper?nadeisuoilibri,venivarimarcatalasuaappartenenza

al Gruppo degli storici marxis? inglesi. Anche una volta terminata la sua asva

partecipazione a quell’esperienza, che si era ampiamente ridimensionata dopo il

’56 ,Hobsbawmavevacon?nuatoamostrareun’aIenzionecostanteversoites?di1133

Marx e verso l’importanza metodologica che essi ricoprivano anche nel lavoro

storiografico: ne erano sentori ad esempio la relazioneKarl’sMarx Contribu1on to

Historiography che aveva tenuto nel maggio del 1968 a Parigi in occasione di un

simposio dell’UNESCO , così come la prefazione che aveva scriIo per la1134

pubblicazione di un frammento dei Grundrisse di Marx dedicato alle forme

economicheprecapitaliste.Nell'introduzionealtesto,uscitonel1964perlaLawrence

andWishartinGranBretagnaeimmessosulmercatoitalianodagliEditoriRiuni? ,1135

Hobsbawm aveva sostenuto che «la teoria generale del materialismo storico

richiede[va]soltantocheci [fosse]unasuccessionedimodidiproduzione,sebbene

nonnecessariamenteuno inpar?colare,e forsenemmeno inunpar?colareordine

predeterminato» :sitraIavadiunaleIuracheerastataaccoltacomeunaesplicita1136

roIuraconl’interpretazionecanonicadellostalinismo .Erapoiprolificorecensore1137

di tes? marxis? contemporanei, come ad esempio quelli di Althusser . La sua1138

fisionomia cosmopolita rispondeva – ancor di più di quella di Ragionieri –

perfeIamente a quella che gli einaudiani immaginavanodovessero avere imembri

delcomitatoredazionaledellaStoriadelmarxismo, iqualidovevanoesserestudiosi

capaci di allacciare contas extra europei. Egli infas non solo frequentava

assiduamente l’America La?na, ma aveva rappor? accademici anche negli USA:

invitatodal1960perbreviperiodiallaStandfordUniversitydall’economistamarxista

PaulBaran,dal1967eradiventatovisi1ngprofessorpressoilMassachuseIsIns?tute

Id., The Historians’ Group of the Communist Party, inM. Cornforth (a cura di),Rebels and Their1133

Causes.EssaysinHonourofA.L.Morton,LawrenceandWishart,Londra1978,pp.21-48.

E.Hobsbawm,Karl’sMarxContribuitontoHistoriography, inInterna?onalSocialScienceCouncil(a1134

curadi),MarxandContemporaryScien1ficThought/Marxetlapenséescien1fiquecontemporaine,L’AiaeParigi1969;apparsoanchein«Diogenes»,1968/64,pp.37-56;poiinR.Blackburn(acuradi)IdeologyinSocialScience.Readings inCri1calSocialTheory,Collins,Londra1972,pp.265-283;oracon il?toloChecosadevonoglistoriciaKarlMarx?,inE.Hobsbawm,Dehistoria,cit.,pp.170-189.

K.Marx,Formeeconomicheprecapitalis1che,prefazionedi E.Hobsbawm, Ed. Riuni?, Roma19671135

(op.or.1964);oraconil?toloMarxeleformazioniprecapitalis1che,inE.Hobsbawm,Comecambiareilmondo.Perchériscoprirel'ereditàdelmarxismo,BUR2013[primaed.it.2011,edor.2011],pp.133-179.

Ivi.,p.144.1136

L’espressioneèdiJ.Fontana,EricHobsbawm:elhistoriadorcomeintérpretedelpresente,in«Ayer»,1137

2014/1,p.245(241-250).

A ?tolo d’esempio: E. Hobsbawm, The Structure of Capital, in «Times Literary Supplement», 151138

dicembre1966;Id.,MarxismwithoutMarx,inivi.,3dicembre1971.

�239

secondaparte:ProgeÅ

ofTechnology .Solidapoieralasuamappadicontasmarxis?europei.1139

Nediedesubitounadimostrazione iniziandoassiemeaRagionieri,mediatore

Vivan?,a tessere lageografiadeiprimi collaboratori concui confrontarsi che,nelle

intenzioni einaudiane, dovevano avere «se non un’uniformità di aIeggiamento,

almeno un’omogeneità di impostazione metodologica» . Alla fine del seIembre1140

1970Vivan?scrivevaaHobsbawm:Ragionieriè

d’accordocontee, inpar?colare,sull’ideadi invitareAbendroth.AMoscahapotuto

avvicinareGeâer, uno studioso di Leninmolto bravo […] e avere la sua promessa di

collaborazione.Non ci speravamomolto, perché inquestomomentononè ‘persona

grata’inaltroloco:mailsuoconsensoèstatoautorizzatodaistanzesuperiori.Ernesto,

inques?giorniaLinz,haparlatoancheconqualchealtrostudioso,almenointermini

generali,eaViennahavistoMarek,asuavoltamoltointeressato,alpuntocheErnesto

proporrebbedifarloparteciparealcomitatodiredazionedell’opera .1141

Se Ragionieri approvava la proposta di Hobsbawm di coinvolgere Wolfgang

Abendroth, punto di riferimento marxista nella Germania Ovest che acceIava

entusias?camente di prendere parte all’inizia?va , Hobsbawm dall’altro lato1142

doveva apprezzare la scelta di Ragionieri di rivolgersi a Franz Marek (con cui

RagionieriavevaunostreIorapportodiamiciziaediscambiintelleIuali )versola1143

cuibiografiapoli?caelastaturaintelleIualeancheHobsbawmprovavaunaprofonda

ammirazione . Il contaIo con Mikhail Geâer, in quegli anni impegnato in una1144

profonda revisione della storia sovie?ca , dimostrava poi chiaramente su quale1145

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.428.1139

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,Cart.222, fasc.3104,Piano (sucarta intestataEinaudi1140

Editore)perunastoriadelmarxismo,senzadata(fogli340-341).

Ivi., Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1141

Hobsbawm,30seIembre1970.

Ivi.,cart.1, fasc.3,LeIerediC.Vivan?aW.Abendroth,12oIobre1970e27novembre1970;e1142

risposta,27novembre1970

Di quest’amicizia rimangono alcune leIere diMarek a Ragionieri che coprono pocomeno di un1143

decennio(trail1964eil1972)incuiemergeilcon?nuoscambiodimaterialifraidue,ireciprociinvi?atenereconferenze,iconfron?circatemidiseminariolezioni(MarekadesempioinformavaRagionieridiesserestatoinvitatodaunaradiodellaGermaniadell’OvestaparlarediGramsci), nonchéglisfoghidiMarekinoccasionedellasuaespulsionedalPar?tocomunistaaustriacoedallaredazionedi«WegundZeil».BSF,EER,LeIereperErnestoRagionieri, fasc.FranzMarek,LeIerediF.MarekaE.Ragionieri,1oIobre1964-3febbraio1972.

Lo avrebbe definito in più occasioni come suo «modello» ed suo «eroe» comunista. Si veda ad1144

esempio: E. Hobsbawm, Anni interessan1, cit., pp. 161-164; Id., My hero Franz Marek, in «TheGuardian»,12dicembre2009.

Nel1969,adesempio,avevadatoallestampeunar?colosullarelazionetrailpensierodiLenineil1145

populismo(apparsoinun’antologiadal?toloHistoryandProblemsofthePresent)chevennegiudicatocome un «event, and not only in the strictly academic sense». La citazione è traIa da R.Markiwick,Rewri1ngeHistoryinSovietRussia.ThePoli1csofRevisionistHistoriography,1956-1974,Pelgrave,NewYork2001,p.183,acuirimandoancheperun’analisidellavorodiLeâer(pp.155-198).

�240

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

linea i redaIori della Storia del marxismo volessero impostare e sviluppare il

progeIo.DopotuIo,ladecisionediRagionieridicoinvolgereMarek,dapocoespulso

–comesivedrà–dalsuopar?toperaverpresoposizionecontrol’invasionesovie?ca

dellaCecoslovacchianon solo confermava, agli occhidiHobsbawm, l’aperturadegli

ambien? culturali comunis? italiani , ma più in generale mostrava come l’idea1146

einaudianavolesseandarenelladirezionediunprogeIochenascessedaldialogotra

lastoriografiaoccidentaleelastoriografiacri?cadeipaesidell’Est.Leprimeadesioni

ricevute lasciavano ben sperare. Anche da un punto di vista più streIamente

editoriale arrivavano buone no?zie: dei diversi editori con cui l’Einaudi era in

traIa?ve,unodellaGermaniaOvest–probabilmenteLuchterhand–,uno inglese–

Capeo Penguin – ,Gallimardnell’autunno1970mostravaun«fermo interesse»:1147

urgevadunquepreparareunincontrotrai«‘promotori’dell’inizia?va» .1148

Ques?siradunaronoaLondraallametàdell’oIobre1970ederanoRagionieri,

Hobsbawm,Marek, ViIorio Strada (einaudiano che dalla fine degli anni Cinquanta

frequentavaconinteressiprimastoriograficipoifilologici l’URSS ),Vivan?anome1149

dell’EinaudiePierreNoraperlacasaeditriceGallimard ;mancava,seppurinvitato1150

esimpate?coneiconfron?dell’inizia?va,Abendroth .L’Einaudi radunavadunque1151

sei esponen? – uomini per la maggior parte sulla quaran?na – dell’intelleIualità

europea che tra loro condividevano, Nora escluso, una vicinanza – seppur

problema?ca–airispesvipar??comunis?.Marek,ilpiùanziano(1913),cosìcome

l’assente Abendroth (1906), avevano combaIuto il nazi-fascismo aderendo ai

rispesvi par?? comunis? nazionali e diventando animatori della Resistenza

NelricordodiMarekcheHobsbawmavrebbelasciatonellasuaautobiografiaci?eneasoIolineare1146

cheaifuneralidiMareknel1979erapresenteinformaufficialeunadelegazionedelPCI.E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.163.

L’informazioneèricavatada:AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.1147

300,LeIeradiE.HobsbawmaW.Abendroth,3oIobre1970.

Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,30seIembre1970.1148

Strada, laureatosiconAntonioBanfiaMilano,avevatrascorsodal1957treanni inURSS.A.Gnoli,1149

Vi.orioStrada:«Io, l’amataRussiae ‘IlDo.orZivago’», in«LaRepubblica»,15gennaio2017,<hIp://www.repubblica.it/cultura/2017/01/15/news/viIorio_strada-156067973/>. Nei primi anni Sessanta –prima di seguire l’interesse per la cultura filosofico-leIeraria russa e sovie?ca – aveva pubblicatoun’apprezzataanalisidellediscussioniinternealpar?tosovie?coinmeritoallapacediBrest-Litovskdelmarzo1918:V.Strada,Brest-Litovsk: ildibaÅtosupace,guerrae rivoluzionenelpar1tobolscevico, in«Cri?camarxista»,1963/4,pp.73-113,poiinId.,Tradizioneerivoluzionenellale.eraturarussa,Torino,Einaudi,1969,pp.221-262.

Nora,accantoagliimpegniaccademicipressol’Ins?tuted’étudespoli?quesdiParigi,dal1965eraun1150

consulente della casa editrice Gallimard, nella quale aveva dato vita a due importan? collezioni (laBibliothèquedesscienceshumaines»nel1966ela«Bibliothèquedeshistoires»nel1970).

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,Verbaledellariunionedel1151

16e17oIobre1970tenutasiaLondra.AncheGiulianoProcaccinonpresenziòallariunionediLondra:solo dopo l’incontro londinese venne informato dell'inizia?va, verso la quelemostrò subito interesse:AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.167, fasc.2498,LeIerediC.Vivan?aG.Procacci,28oIobre e 16 novembre 1970. Le fon? archivis?che non permeIono di comprendere l'assenza diProcacci, che sarebbe tornato a diventare parte asva del progeIo nella seconda metà degli anniSeIanta.

�241

secondaparte:ProgeÅ

clandes?naeuropea .ComeMarek,dicuierapocopiùgiovane,Hobsbawmaveva1152

aderitoalcomunismoallametàdeglianniTrenta.Na?nellasecondametàdeglianni

Ven?,Ragionieri,StradaeVivan?eranomembridelPCIdalsecondodopoguerra .1153

A differenza di ques? e diHobsbawm siaMarek cheAbendroth avevano lasciato il

par?toinmomen?econmo?vazionidifferen?.Abendroth,chesieraiscriIoallaKPD

negli anni Ven?, nel corso della seconda guerra mondiale, per la sua neIa

opposizione al regime stalinista e per una fiducia nella possibilità di una

«rifondazione» della socialdemocrazia come par?to «auten?camente marxista e

socialista» , aveva aderito alla SPD, venendone espulso nel 1961 per aver1154

contribuito allo sviluppo della discussione cri?ca interna al par?to e in par?colare

nellesueorganizzazionistudentesche.Dopoaverabbracciatoilsionismoeanimatola

Resistenzaparigina,Marekerastato inveceperpiùdivent’annimembrodell’ufficio

poli?co del Kpö, dal quale nel 1968 era stato espulso per aver preso una neIa

posizione contro l’invasione sovie?ca della Cecoslovacchia . Entrambi erano1155

diventa?pun?diriferimentomarxis?neirispesvipaesi:MarekaIraversoilmensile

indipendente della sinistra austriaca, «Wiener Tagebuch», di cui era direIore;

Abendroth aIraverso il suo ruolo di docente universitario. A Marburg, dove

insegnava, aveva dato vita a una «vera e propria scuola» di studio delmovimento

operaiotedesco,inpar?colaredei«segmen?dimen?ca?dallestoriografieufficialidi

par?to» . Nella tradizione marxista si erano forma? e si riconoscevano anche1156

Vivan?, Ragionieri e Strada. Non era un caso che Einaudi avesse radunato ques?

studiosi:comevennedeIonelcorsopropriodellaprimariunionelondinese–epoi

ribaditopiùvolte–erasuaintenzionecoinvolgere«studiosidelmarxismocheoltrea

competenzaeintelligenzacri?ca[avessero]una‘simpa?a’perl’oggeIodeisuoistudi,

chenonconsid[erassero]il‘marxismo’unamostruositàounapuramis?ficazione,che

non [avessero] una mera competenza seIoriale a esclusione dell’interesse

generale» .Diversa,comeemergerà,erainvecelaformazionediNora.1157

Comefare,all’iniziodeglianniSeIanta,unastoriadelmarxismo?Qualiprincipi

metodologiciporreallasuabase?Dachepuntodivistaaffrontarel’argomento?Come

costruire l’architeIura del progeIo nelle sue suddivisioni interne senza perdere

Per un profilo biografico di Abendroth si veda G. Marramao, Introduzione, in W. Abendroth,1152

SocialismoemarxismodaWeimarallaGermaniafederale,LaNuovaItalia,Firenze1987,pp.V-XXV.

Vivan?primadiaderirealPCIavevafaIounabreveesperienzadi«idealisocialis?ecollesvis?cidel1153

kibbutz»inIsraele:G.Miccoli,RicordodiCorradoVivan1,in«StudiStorici»,cit.,p.496.

LecitazionediAbendrothsonotraIedaIvi.,p.XVII.1154

A.Agos?,Bandiererosse,cit.,p.267.1155

G.Marramao,Introduzione,cit.,p.XXII.1156

AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart.8, fasc.300,Verbaledella riunione1157

tenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.Daquestoverbale,redaIodaVivan?,sonotraIeanchelesuccessivecitazioni.

�242

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

l’unitarietà dell’opera? Quale periodizzazione individuare? Fu aIorno a ques?

interroga?vi che ruotò il ragionamento e la discussione dei sei uomini convenu? a

Londra.InnanzituIosidovevaevitare,ammonivaHobsbawmall’iniziodell’incontro,il

pericolodi«vedereilmarxismocomeunasolalineadisviluppo».Eraun’osservazione

chetrovavad’accordoancheilrestodeipresen?:Marek,adesempio,affermavache

non era «possibile stabilire una linea precisa di sviluppo» del marxismo, bensì

tendenzeculturaliemovimen?poli?ci.Stradasuggerivache«[s]esiriconosceinlinea

diprincipioche l’oggeIocambia, sipuò fare inmododi seguirlosenzacostringerlo

comesefossequalcosadiunicoeunitario.Sericonosciamo–diceva–chel’oggeIo

muta, non bisogna cercare una formula univoca». Era questo dopotuIo il perno

aIornoalqualelapropostaoriginariadiunastoriadelmarxismoerastataancorata:

Ragionieria inizioestateavevadeIocheunbuonmodoperaffrontare l’argomento

era di «vedere la storicità del marxismo» . Un secondo punto su cui Ragionieri1158

aveva insis?to e su cui la discussione londinese tornò riguardava la necessità di

«trovare – nelle parole di Strada – una formula che comprend[esse] sia la ricerca

filosofica, sia il movimento reale». Era proprio in questo modo che andava

«storicamente impostata la ques?one», interveniva Ragionieri: «questa storia si

sviluppa come storiadiun’ideanelle sue realizzazioni enelle sue specificazioni, sia

comecontaIoerapportotrastoriadelleideeemovimentooperaio,siacomestoria

diunatradizionepoli?ca.Ponendocosìilproblema–con?nuava–,potremocolmare

ancheladiscrepanzafrapaesichehannounosviluppoteoricodelmarxismoepaesi

che hanno grande interesse per la loro prassi rivoluzionaria (Vietnam, Cuba, ecc)».

Per far fronte a quest’ul?ma discrepanza che Ragionieri aveva evidenziato e più in

generale per rispondere alla ques?one che ritornava insistente e ciclica nella

discussione, e cioè come suddividere le singole par? e come dare unità all’opera,

Hobsbawm indicava due possibili suddivisioni: una geografica, l’altra cronologica.

Suggerì più volte di conferire all’opera un «taglio regionale più che nazionale»: ciò

avrebbepermesso–spiegava–unascomposizionedell’operaalsuo internotaleda

eludere «tentazioni nazionalis?che». Nel periodo della seconda Internazionale –

portava l’esempio Hobsbawm – due erano i fuochi geografici da studiare: Europa

occidentale ed Europa orientale; dopo la prima guerra mondiale, si sarebbe però

dovutoampliarelosguardoalmondocoloniale:unatripar?zionesucuipiùvolteegli

ritornò e che sarebbe in effes confluita nell'impostazione finale dell'opera. Era

questounelementodiunacertanovità:l’«Annale»FeltrinellidedicatoallaStoriadel

marxismo contemporaneo che veniva pensato e realizzato negli stessi anni si

concentrava sul «marxismo che è in genere più conosciuto», guardando solo ad

alcuneareegeografiche:Germania,Austria,RussiaeURSS,Italia,Francia,Inghilterra,

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani,cart.222, fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?eG.Einaudi,1158

senzadata(fogli316-317).

�243

secondaparte:ProgeÅ

Sta?Uni?eCina .HobsbawminoltreinsisteIesullanecessitàdioperare«innanzi1159

tuIo»unaperiodizzazione.«Possiamovedere– ipo?zzava– igrandiproblemidiun

certoperiodo»,estudiarecomealcunidiessisifossero«pos?nellalorosuccessione

cronologica».AognisezionecronologicaHobsbawmsuggeriva, inoltre,dianteporre

una «parte introdusva di storia generale», una parte in cui fissare – aggiungeva

Ragionieri – i vari «problemi generali con cui vogliamo caraIerizzare l’opera:

capitalismo, movimento operaio, intelleIuali (nel movimento operaio o loro

aIeggiamento verso il movimento operaio), ideologia e prassi, ecc.»; senza

dimen?care, chiosava Hobsbawm, le classi dirigen?.Marek – che di recente aveva

pubblicato, anche in Italia, un «inventario» sulmarxismo, come lui stesso lo aveva

definito –proposeancheunglossariomarxista in appendice; laproposta venne1160

peròcassatapervia,mo?vavaStrada,del«rischiodisvuotarel’opera:bisognariuscire

ariversarequestadiscussioneeques?problemiditerminieconcesnellatraIazione

stessa».

«Siamo tus d’accordo nel porre la storia delle idee nella storia generale»,

intervenivaRagionieri;sisarebbeperòdovutodareaIenzione–diceva–anchealle

personalitàmarxiste: era questo il filo rosso che avrebbe caraIerizzato l’«Annale»

Feltrinelli, non interessato al «marxismo collesvo» quanto piuIosto ai «grandi

interpre? del marxismo»: pensatori, dirigen?, militan? di rilievo sarebbero sta? lì

analizza? da un grande numero di studiosi internazionali . Ragionieri per ogni1161

sezione cronologica proponeva una biografia intelleIuale. Dalla morte di Toglias,

Ragionieri aveva lavorato alle sue opere e alla sua biografia: il suo punto di vista

storiografico – come avrebbe scriIoMarek alcuni anni dopo – consisteva nel faIo

che «la storia marxista non [era] semplicemente una storia delle diverse

interpretazioni del marxismo, ma [era] contrassegnata dalle posizioni assunte, in

rapporto alle tradizioni culturali e agli sviluppi peculiari di un paese, da pensatori

come Kautsky,Mehring o Plechanov, Rosa Luxemburg, Labriola o Gramsci» . Era1162

unaproceduraeungenereacuiRagionieridavapar?colareaIenzione inmododa

far fronte – nelle sue parole – alla «preoccupazione di smarrire il senso

dell’individualitàstorica»eal«rischiodiappiasre ladramma?citàdellastoria» .1163

Perquantoriguardavailperiodoincui ilmarxismosieradiffusoneipar??operaie

A.Zanardo,Perunastoriadelmarxismocontemporaneo,inStoriadelmarxismocontemporaneo,cit.,1159

p.XVI(XI-XVIII).

F. Marek, Filosofia della rivoluzione. Contributo a un’antologia delle teorie della rivoluzione, Ed1160

Riuni?,Roma1967[ed.or.1964];lecitazionisonotraIedallaPremessa,p.12(11-12).

Le citazioni sono traIe da A. Zanardo,Per una storia delmarxismo contemporaneo, in Storia del1161

marxismocontemporaneo,cit.,p.XVII.

F. Marek, Introduzione, in E. Ragionieri, La terza internazionale e il Par1to comunista italiano,1162

Einaudi,Torino1978,pp.I-X.

R.Monteleone,Ragionieri e la storia delmarxismo, in T.Des,G.Gozzini,ErnestoRagionieri e la1163

storiografiadeldopoguerra,cit.,pp.167-178.

�244

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

socialis?, ad esempio, Ragionieri ipo?zzava di inserire una biografia di Kautsky:

«[d]ovremmo, credo, tenerpresentenon solo l’espansione geografica,maanche la

modificazione doIrinaria. Se Kautsky appare come teorico che ha portato i suoi

influssievoluzionis?cinelmovimento,dobbiamovedereanchelafunzionediquesto

pensiero». «[S]i potrebbe traIare Kautsky come confronto fra l’ortodossia e le

cri?chemosseaquestaprimadellasecondaguerramondiale»,ribaIevaHobsbawm.

Anche nell’affrontare il dibasto sulla figura di Bucharin tornava tra Ragionieri e

Hobsbawm una differenza di vedute: se Ragionieri sembrava volesse proporre una

partebiograficaanchesuBucharinperché«nonsicapisconocer? lavori soIerranei

degli anni ’30 o certe asvità del mondo coloniale e semincoloniale (Mao) senza

Bucharin», Hobsbawm diceva che «Bucharin non è un pensatore, ma presenta un

problema da discutere» in quanto il bucharinismo (e non Bucharin) andava visto

come «un’alterna?va possibile nell’URSS fra il 1926-29»: usare dunque i profili

biografici non in quanto tali, ma per esemplificare ques?oni e passaggi storici

generali. «Insomma, – proseguiva più avan? Hobsbawm – vediamo che esistono

grandipensatoriepensatorisintoma?ci»:fraques?ul?mimeIevaBucharin,LiTao-

Chi eMariategui, propos? rispesvamente da Strada e Ragionieri, e l’indiano Roy.

Spiegando a un collaboratore, anni dopo, il senso dell’opera, Vivan? avrebbedeIo

chel’ideaallabasedelprogeIo«ècheunastoriadelmarxismohasensosenonresta

confinata nelmondo delle idee,ma se è collegata streIamente con il mutare e il

crescere del movimento operaio e con le vicende della storia mondiale. Si traIa

appunto di una storia tema?ca, per problemi, non per pensatori»; solo pochi

«‘ritras’ [avrebbero accompagnato] in alcuni capitoli l'esposizione storica, per

indicarecomealcunipar?colaripersonaggiabbianoappuntocontato» .1164

Ilverbaledella riunionediduegiorniaLondrasiconcludevaconunsinte?co

piano dell’opera s?lato da Vivan? , che proponeva sei suddivisioni interne. Alla1165

primavenivadatoil?tolodiMarxprimadelmarxismo.Quando,nellefasiinizialidella

riunione,Ragionierisierapostoilproblemadi«quandocominciailmarxismo(nonil

pensiero di Marx)», proponendo di far par?re l’opera dal 1860, Hobsbawm aveva

avanzato l’ideadi an?cipare il termineaquoapar?redalpensiero stessodiMarx,

prima del marxismo, cioè il periodo precedente al 1848. Sarebbe stata questa la

maggiore divergenza rispeIo alla Storia del marxismo nata in seno all’Is?tuto

Feltrinelli: quest’ul?ma si sarebbe configurata come una storia del marxismo

contemporaneo; l'analisi sarebbepar?tacioèdal1890,concentrandosi«insostanza

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.12,fasc.158,LeIeradiC.Vivan?aN.Badaloni.271164

novembre1975.

«NonsonomoltosoddisfaIodelpianochehoricavatoallafine,perchémiparediaverlasciatovari1165

‘buchi’ e di aver perduto alcuni suggerimen? precisi che la discussione aveva dato»: AST, AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,20oIobre1970.

�245

secondaparte:ProgeÅ

[sul] marxismo successivo alle elaborazioni di Marx ed Engles». Al contrario,

Hobsbawm sosteneva che fosse opportuno «studiare come Marx sviluppò il suo

pensieroseguendoglisviluppidelmovimentooperaio. Imarxis?chehannotraIato

Marx come se fosse unmonolito operano in realtà una scelta diMarx»: a questa

partesidovevaconferireun«postoimportantenell’opera»complessiva.Bisognava–

suggerivaHobsbawm–vedere lediverse sfumaturedelpensierodiMarx (evitando

però, ammoniva, di fare «un’enciclopedia del [suo] pensiero» ) e i suoi scris1166

sconosciu?, senza i quali «le diversificazioni successive diventano poco

comprensibili». È un passaggio che bene si coglie in una conversazione di qualche

annosuccessivatraHobsbawmstessoeMauriceDobb,acuiilprimoavrebbechiesto

di collaborare con un saggio sulla cri?ca dell’economia poli?ca in Marx.

Dimostrandosi subito disponibile, Dobb si sarebbe rivolto all’amico per chiedere

«liIlehelp(amerehintwouldsuffice)withthedirec?onthatmypieceinyourgreat

historyoughttotake,whetherhistoricalinthesenseoffocussedonMarx’s‘Kri?k’,or

theore?calinthesenseofenlargingonthecri?calanalysisofcapitalismasawholein

rela?on to economic theory in general, then and now» . Alle domande di Dobb1167

Hobsbawm avrebbe risposto non sommariamente, come l’amico chiedeva,ma con

una lunga leIera, in cui avrebbe spiegato il senso non solo della prima parte

dell’opera,dadedicareappuntoaMarxe incui ilsaggiodiDobbsarebbeconfluito,

madell'operastessa.

Perhaps the best way to answer your query is to explain my understanding of the

HistoryofMarxism. Itwilltracethedevelopmentofthetheories(inconjunc?onwith

theprac?ce)ofthevariousschools,trends,etc.whoseanalysisclaimstobebasedon

thethoughtofMarx/Engels.Inordertodothisonemustestablishwhatthatthought

was,andhowitdeveloped.Thisisthemajorpurposeofvol.I[…].Now,sofarasIcan

seethisrequireswhatyouhavesooâendonetoourgreatbenefit,namelyanoutline

ofMarx’[s]mainapproachtotheproblemshewishedtoconfront,i.e.thenatureofhis

“cri?queofpoli?caleconomy”.Iamnotsurehowfaryouneedtogointotheques?on

ofhowMarxplannedCapital,how far theplanwaschangedornot carriedout,and

whattherela?onofthevariousworksordraâsistoeachotherbeforeCapital I (e.g.

theCri1que, theGrundrisse andCapital) or aâer (i.e. how far Engles-Kautsky carried

out the plan in vols II- Theorien). Probably very liIle, except insofar as some

SuquestaprimaparteHobsbawmavrebbeinsis?toanchenellasuccessivariunione,nelfebbraiodel1166

1971,quandoavrebbesoIolineatocheunadelledifficoltàacuisidovevafarfronteerarappresentatadal rapporto «tra l’azione di Marx stesso e lo sviluppo della sua teoria»: di tale sviluppo si sarebbedovuto«parlareinterminigenerali,senzafareunaseriedicapitolidedica?aidiversipaesicheglidannolospuntoperesprimereilsuopensiero»

MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,HistoryofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiM.Dobb1167

aE.Hobsbawm,10maggio1976;sivedanoancheleleIeresemprediDobbaHobsbawmdel27aprileedel19maggio1976,(937/4/2/8).

�246

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

subsequentMarxistsareinclinedtocounterposetext(e.g.toclaimthatGrundrisseis

“more important than” Capital), and - perhaps more important- insofar as the

incompletenessofCapitalhasleâgapsintheargumentwhichsubsequentcri?cshave

seized upon and subsequent marxists have tried to fill in various ways. It would

naturallybeusefultohavesomethingaboutthesegapsandthemainpointsonwhich

both cri?cs andMarxists have seized for purposes of refu?ng, defending or further

developingMarx’[s]thought,orforpurposesofdisagreeingwithothermarxists.One

would not expect you in any way to an?cipate these later discussions -unless you

wanted to yourself except perhaps by poin?ng to thosefields inwhich latermarxist

thoughthasbeenveryac?ve,butwhereMarx’[s]ownwri?ngsprovideonlyquitebrief

and unspecific /star?ng-points, e.g. planning or imperialism.What I’m thinking of is

rather, the reader who, later in this History, may come across the debates on the

‘realisa?onproblem’,orthe‘collapseofcapitalism',orthe‘Cambridgecapitaltheories’

andwould like to know exactly where these hook intoMarx’[s] original wri?ngs. In

short,I’dliketobearinmindifpossible,theinterestsofthesereadersoflaterphases

ofmarxistdiscussion.Thatapart, it seemstomethatallwereallyneed isyourbrief

account ofMarx’[s] economic theory in itsmature form. If I had to concentrate on

anythingitwouldbe,inyourwords‘onhiscri?calanalysisofcapitalismasawholein

rela?ontoeconomictheoryingeneral’ .1168

Eraunaproposta,quelladiHobsbawm,che trovavaconsenso:Marekconsigliavadi

«lumeggiare i ‘variMarx’ che sono sta? sviluppa? in seguito» e Strada di studiare

«qualeMarx [fosse] conosciuto nei vari paesi fra i vari grandi dirigen?».Ne usciva

dunqueun’ideamoltoar?colatachesisarebberispecchiatanelloschemadelprimo

volumedellaStoriadelmarxismo,chesarebbestatopresentatocomeunvolumeasé

stante,diversodaisuccessivi,proprioperchédedicatoagli«sviluppiavvenu?durante

la vita diMarx ed Engels e, sopraIuIo, dell'asvità e degli scris fondamentali del

marxismo,ecioèalpuntodipartenza» .1169

Unsecondoperiodovenivaindividuatotrail1848e1870/75:momentoincui

si assisteva, dicevaHobsbawm, al «processodimaturazione inMarx»e all’iniziodi

«una fase europea delmarxismo», con la diffusione delle sue idee nelmovimento

operaio.Ilterzoperiodo,1870-1914,sarebbedovutoandare–secondoleindicazioni

ancora di Hobsbawm – dall’espansione del marxismo nei par?? operai e socialis?

degli anni ’80 fino al «problema della guerra» su cui era avvenuta la «roIura tra

OrienteeOccidente».Sidovevaquindistudiarel’espansionedelmarxismoneipar??

operaiesocialis?, ladefinizionedeimovimen?marxis?finoalcongressodiLondra,

TCA,MDP,InleIers,CA81,LeIeradiE.HobsbawmaM.Dobb,15maggio1976.1168

E.Hobsbawm,PrefazioneinIlmarxismoaitempidiMarx.Vol.I.,StoriadelMarxismo,Einaudi,Torino1169

1978,pp.XXV-XXVI.

�247

secondaparte:ProgeÅ

conladecisionediescludereglianarchici,lacrisidelmarxismo,larivoluzioneagraria

e la formazione dei par?? rivoluzionari nell’Europa orientale; quindi la rivoluzione

russadel1905einfineilproblemadellaguerra.Ildibastomaggiorevenneriversato

sulla sezione successiva, fissata tra gli estremi cronologici del 1914 e del 1947. Si

doveva par?re, «mi pare ovvio» – esordiva Hobsbawm –, dalla rivoluzione russa,

senzaperòfare«suddivisioni,perchéèopportunovederlanellasuacomplessità».Poi

vedeva la necessità di fissare l’aIenzione sull’epoca «immediatamente successiva,

quelladellarivoluzionemondialequandotuIoilmondo,classidirigen?comprese,si

preparano alla rivoluzione»: qui, ribadiva Hobsbawm, era opportuno dedicare una

partealleposizionideisocialdemocra?civerso larivoluzione.Dovevaquindiseguire

unapanoramica su tusgli anniVen?,«il periododella stabilizzazione», lodefiniva

Hobsbawm, con l’is?tuzionalizzazione dei par?? comunis?. Quindi una parte sulla

crisidel1929.Infine:fascismo,Spagna,Resistenza.«Perilperiodo’47-’56»,ilquinto,

«non vedo una periodizzazione interna possibile: bisogna traIarlo a grandi temi»,

con?nuavaHobsbawmchefissava i seguen?nodi tema?ci:guerra freddaesistema

monoli?co staliniano, nascita del policentrismo e delle vie nazionali, problema

coloniale, rivoluzione cinese. Inesplorata restava invece la sesta sezione, quella

cronologicamente successiva al 1956, per la quale Vivan? annotava solamente

«disgregazionedelmarxismo».Inesplora?rimanevanoancheinomideglistudiosida

coinvolgere:ancheinquestocasoHobsbawmavevaprecisatopiùvoltecheparlaredi

collaboratorieracosatroppoprematura;necessarioeraprimadefinireilprogeIo.

La riunione di Londra aveva portato buoni risulta?: Vivan?, dicendosi molto

soddisfaIo, ringraziava Hobsbawm per il lavoro svolto . Quest’ul?mo si era1170

dimostrato,d’altrocanto,coluicheavevatenutoleredinideldiscorso,indirizzandola

struIura del progeIo. Il più taciturno dei convenu?, colui che la penna di Vivan?

aveva richiamato rarissime volte nel verbale, era invece stato Nora. Ques? aveva

avanzato, all’inizio della riunione, una sola osservazione: «necessaria – risultava ai

suoi occhi – un’importante introduzione su come gli studiosi del marxismo

pensa[va]nodipoterne fare la storia»:una sollecitazioneche– standoal verbale–

passòinosservata.Noralaripreseinoccasionedellariunionesuccessivaquandonel

gennaio del 1971 a Londra nuovamente si incontravano Hobsbawm, Ragionieri,

Vivan?,Marek,Nora accompagnato, questa volta, da Jacques LeGoff. Se il verbale

cheVivan?stesediquesta seconda riunione res?tuiscesopraIuIo il lavoroche1171

venne faIo per perfezionare il piano dell’opera, già abbozzato alla fine dell’anno

precedente, da una leIeradello stessoVivan? aRagionieri si evince che si doveva

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1170

Hobsbawm,20oIobre1970.

BSF, AEE, LeIere per E. Ragionieri, fasc. Einaudi Editore Torino, Verbale della riunione tenuta a1171

Londraneigiorni11e12gennaio1971perunaStoriadelmarxismo.

�248

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

essere traIatodiuna riunionepiuIostocombaIutae tesa:Vivan?diceva infasdi

aver steso un «approssima?vo verbale epurato» . Da cosa? È possibile1172

comprenderlodaunalungaleIeracheVivan?,mentreprocedevaas?lareilverbale

dellariunione,inviavaaGiulioEinaudiperriferiresenzafiltriletensionisortedurante

lariunione .1173

Senellaprimariunionelondineseerapassatainosservataladomandaavanzata

daNorasucomeiconvenu?pensassero,inquantostudiosimarxis?,diredigereuna

storiadelmarxismo,fuaIornoaquestaques?onecheruotòlasecondariunione.Le

Goffnelle fasi iniziali chiesequalesignificatoassumesse la formula«storiamarxista

del marxismo» che l’Einaudi aveva usato per promuovere il progeIo. Vivan? si

premuròdirisponderechesitraIavadiuna«indicazionedimetodogenericaequindi

diunaformuladicomodo»perres?tuire l’idea«chenonvolevamounastoriadella

doIrina, ma una storia del rapporto tra marxismo e realtà storica». Non poteva

essere,secondoLeGoff,unpassaggiocosìimmediato:allabasediunataleimpresasi

dovevaporreun«grossoproblemadimetodo»,aspeIoversoilquale–soIolineava

– i francesi erano par?colarmente sensibili. Necessario ai suoi occhi risultava

precisare il significato di marxismo e il modo in cui studiarlo: anche a costo di

prolungarelagestazionedell’operaquestoeraunaspeIodasviscerare.Proponevadi

riunireungruppopiuIostonumerosodistudiosidituIoilmondoacuisoIoporreil

problema: i risulta? di tale dibasto avrebbero rappresentato la «gius?ficazione

ideale dell’opera». L’Einaudi aveva valutato una simile inizia?va seppur in chiave

ridoIa,spiegòVivan? ,chevalutòperòlapropostadiLeGoffcomequalcosache1174

andavabenoltrelepossibilitàrealidellacasaeditricetorinese.AncheHobsbawmsi

mostrò scesco: «da vecchio empirista inglese» si disse diffidente circa «grandi

dibas? sulle ques?oni di metodo». Marek, rovesciando «abilmente la friIata»,

chiudevaladiscussionesuggerendodisoIoporrel’opera,unavoltafinita,allaleIura

eall’analisidialcunistudiosi;questeleIureinsedediconclusioneavrebberodato«il

sensodellacrisiaIualedelmarxismoedellavarietàdelleposizioni».

Ma leperplessitàdeidue francesi toccavanoaspesulterioriepiùgenerali: i

lorodubbiriguardavanol’interaimpostazionedataalprogeIo.Laperiodizzazione,a

loroparere,erastata«troppoaccentuataascapitodell’esamedeigrossitemiedelle

peculiaritànazionali».EvidenziavanoinoltreunaeccessivaaIenzionenelpianos?lato

ai paesi in cui era stato istaurato un «regime che si autodefinisce di ispirazione

marxista, a scapito di altri dove la vita intelleIuale è magari più intensa»;

Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,25gennaio1971.1172

AST,AE,Corrispondenzaconautori italiani, fasc.222,cart.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,1173

senzadata;daicontenu?dellaleIerasievincecheessavennescriIasubitodopolariunionedell’11e12gennaio1971.

Spriano, ad esempio, aveva suggerito un dibasto epistolare tra tre o quaIro studiosi su questo1174

aspeIoperlacollanail«NuovoPolitecnico».

�249

secondaparte:ProgeÅ

proponevano diconcentraremaggiormentel’analisisuques?ul?mi.Lasuddivisione

cronologicapropostaavrebbepotutoportare–ipo?zzava,preoccupato,Nora–aun

risultato«génant»:«sifinirebbeperparlarepiùdiStalinchediBernstein»,annotava

Vivan?riportandoilpuntodivistafrancese.Noradunqueinsisteva,assiemeaLeGoff,

sullanecessitàdiimpostareillavorosu«granditemi,dilàdellecesurecronologiche».

DavaquindileIuradiunpianoalterna?vo:Vivan?perònonneprendevanota,unpo’

perché infas?ditounpo’perché il«malumoresiandavafacendovisibilesulla faccia

degli altri». Hobsbawm, Ragionieri e Marek, pur dicendosi aper? a nuovi

suggerimen?, rivendicarono la validità dei criteri su cui avevano s?lato il piano,

giudicandonecessario

conservare l’impostazione storiografica e la periodizzazione proposta, convin?

dell’u?lità di illustrare non tanto l’infinita serie dimarxismi o temimarxis?ci,ma di

mostrare come il marxismo sia una realtà storicamente sviluppatasi e giunta a una

certa situazione non tanto e non solo per successivi approdi doIrinari,ma per una

precisaseriediavvenimen?.

DelpianopropostodaNoraRagionierinedavaungiudizionega?vo,considerandolo

«l’indice di un grossomanuale di storia del movimento operaio, nelle sue diverse

tendenzeideologichenellesuecomponen?nazionali».Mareklodefinì«uncolossale

Que-sais-je» . Sulla stessa linea si inserì il commento di Hobsbawm: da anni si1175

stavanoaccumulando«libridelgenere[…]perspiegarecomeilmovimentooperaio

deipaesiindustrializza?non[avesse]faIolarivoluzione».Infine,intervenivaVivan?,

pretendendo da Nora «le sue credenziali: nel momento in cui buIava per aria

l’impostazione» dell’opera lo faceva a ?tolo personale o «in quanto editore

impegnato»?Ne scoppiò «un piccolo pu?ferio», nel qualeHobsbawmassunse una

posizione di mediatore, cercando di accogliere alcune obiezioni francesi , ma1176

rimanendo ancorato al piano già steso. Di fronte alle con?nue perplessità di Nora,

Hobsbawminconclusioneglichiedevasealdi làdelleobiezionimetodologichenon

esistessero «precise difficoltà poli?che»: la posizione poli?ca dei membri del

comitato redazionale – rispondeva Nora – in effes «poteva rappresentare un

problema,siapereventualipossibilicollaborazionidialtri,siaperirappor?conaltri

editori».

NelraccontareaGiulioEinaudil’accaduto,Vivan?usavauntonomoltoduroe

Collananatanel1941dellaPressesUniversi?esdeFrance, il cuiobiesvoeradi fornireaccessibili1175

introduzioniacampidistudiodefini?permanodiesper?delseIore.

Nell'affrontare ad esempio la discussione su come struIurare la parte sulla rivoluzione russa,1176

Hobsbawm ne ipo?zzò uno studio «sopraIuIo in termini del pensiero marxista e dei movimen?rivoluzionari»,dicendoche«lastoriadiquestoperiodovaaffrontatapiuIostosulmodellodiCarrchenondiTrockij,nelsensochevaaffrontatapertemi».

�250

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

seccato nei confron? dei francesi, in par?colare verso Nora, che non sarebbemai

venutomeno .Eraarrivatoalpesneunnodoche toccavanonsoloenon tanto1177

l'aspeIometodologicoo storiograficodell'operaquanto i suoipresuppos?o le sue

implicazionipoli?ci; unnodo che l’Einaudinon sarebbe stata in gradodi sciogliere,

nonostante il con?nuo sforzo faIo anche negli anni successivi per mantenere la

naturainternazionaledelprogeIo,coinvolgendo–comesivedrà–anchealtrieditori.

Fin dalle fasi iniziali, la Storia delmarxismoera stata pensata e presentata in casa

Einaudi comeun lavoro a tusgli effes storiografico,ma anche comeunprogeIo

streIamente legato «da un rapporto di simbiosi culturale» alla poli?ca .1178

Quest’impostazione einaudiana non era vista di buon occhio dai due storici e

redaIori francesi la cui formazione non eramarxista e il cui orizzonte poli?co non

coincideva con quello del resto dei redaIori. Sempre più ambivalente si dimostrò

l'aIeggiamentodiGallimard, cheoscillò traun’adesionepiù volte riconfermataper

una«pubblicazionesimultanea»dell’opera –tantocheilcentroorganizza?voela1179

segreteriadell’opera venneposta aParigi – e ripetutemanifestazionidi «diffidenza

verso alcuni del comitato» – ai quali Einaudi invece con?nuava a confermare la

propria fiducia – nonché a con?nui tentennamen? per firmare un accordo1180

editorialesull’interoprogeIo (enonsolosuiprimiduevolumi)dell’opera, richiesto

comecondi1osinequanondaEinaudi .1181

Hobsbawm prese una neIa posizione a favore di quest’ul?mo: quando si

manifestarono nuovamente delle tensioni, scrisse agli editori ribadendo che

«m’associeruniquementavec leprojectcomplet, c’est-a-dire l’histoiredumarxisme

des ledébut jusqu’à lacrisedesannes1950et1960».Mostròanche il suo fas?dio

versolamancanzadifiducianeiconfron?delcomitatoredazionale:

Unesempiosignifica?voèl’appella?vocheVivan?diedeaNora:il«marranoNora»:BSF,EER,LeIere1177

perE.Ragionieri,fasc.Vivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1971.

L'espressioneètraIadaT.Des,G.Gozzini,Storiaepoli1cadaglianniSe.antaaglianniNovanta:1178

a.ualitàdiunnessoina.uale,inId.(acuradi)ErnestoRagionieri,cit.,p15.

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1179

Hobsbawm,2aprile1971.

Ivi.,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,P.NoraeShriffin,29oIobre1971.Einaudisubitodopola1180

riunione londinese del gennaio 1971 si era affreIato a palesare la sua piena fiducia nei confron? diHobsbawm,rimarcandoanchecheriteneva«necessarioportareavan?,secondo la lineadataall’operanella discussione del novembre scorso, il programma di lavoro» (Ivi., LeIera di G. Einaudi a E.Hobsbawm,15gennaio1971).

BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Vivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1971.1181

Vivan? scriveva: «La diffidenza di costui [Nora] verso alcunimembri del comitato questa volta non ?riguarda: il tuo nome non è mai stato faIo (mentre il malumore ha colpito indiscriminatamenteAbendroth,MarekeStrada)». Lo stessogiornoVivan? scrivevaaHobsbawmche«[c]omesai il puntocri?cooeralaques?onedellaterzaequartaparteinsiemeconladiffidenzadiNoraperalcunimembridelcomitato(tuormai,perfortuna,seiinveceuomodifiduciaassoluta!»

�251

secondaparte:ProgeÅ

Jenecroispasqueleprojectaitdeschancesréalistes,tantqu’ilsubsisteunmanquede

confiance dans le comité de rédac?on.Moi personnellement je suis sa?sfait grosso

modode l’épique actuelle, bienqu’il pourrait être u?le d’ajouter quelquenompour

assisteraveclarédac?ondutomeIII.Maiss’ilyaméfiancecontreteloutelmembre

dul’equipeactuellelachosenemarcherapas .1182

La situazione in effes rimase stagnante suscitando scontentezza e crescente

insicurezzatraglistudiosiacapodelprogeIo finchéEinaudi,dopoaverdatoun1183

ul?matumaNora ,sideciseasciogliere–ancheseamalincuore–irappor?conla1184

Gallimard :«lesueesitazionieisuoicon?nuiripensamen?hannogiàabbastanza1185

compromesso la riuscita dell’opera», scriveva a Hobsbawm aggiungendo: «[n]on

escludoche,restandoiosolo,qualcosapossaessererivedutoeridimensionato,main

pari tempo dovrebbe essere possibile procedere senza ulteriori perdite di tempo

verso larealizzazione» ,vistoancheche«l’interessedelmercato internazionale–1186

precisava–nonvienemeno» .1187

Cosìavvenne:incasaeditrice,allano?ziadipoterriprenderei lavori inmodo

autonomo,tornòil«buonumore» .Apar?redal1973siriallacciaronoicontastra1188

i responsabili dell’opera che iniziarono a lavorare prima individualmente (vista la

reciproca lontananza) quindi incontrandosi di persona: Hobsbawm comunicò a1189

Vivan?, ad esempio, di aver incontrato Haupt – entrato nel fraIempo, come si1190

vedrà,nelcomitatoeditoriale–eMarek:«siamotuspron?perunacollaborazione

asva. SopraIuIo FranzMarekmi pare adesso disposto a prendere responsabilità

pra?ca, cio que (sic) potrebbe essere u?le visto sue capacità organizza?ve e

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeraE.HobsbawmaC.1182

Vivan?,P.NoraeSchiffin,21oIobre1971.

MarekadesempiosilamentavaconRagioniericircailfaIocherisultavasemprepiùdifficilecapirele1183

intenzioni realidiGallimard,checon?nuavaanonpagare idovu?compensi (3 febbraio1972). InunaleIerasuccessiva(14aprile)Mareksidicevasemprepiùinsicurocircailgrandepianodell’operavistoilcomportamentodiGallimard.BSF,EER, LeIereperE.Ragionieri, fasc.Marek, LeIeredi F.MarekaE.Ragionieri,3febbraio1972e14aprile[1972].

AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, G. Einaudi a E.1184

Hobsbawm,24febbraio1972.

DelloscioglimentoeffesvodelcontraIotraleduecaseeditricidavacontoVivan?aHobsbawm,Ivi.,1185

LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,16maggio1973

Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,8febbraio1973.1186

Ivi.,26giugno1973.1187

Ibid.1188

Hobsbawm,adesempio,facevasapereaRagionieridelladifficoltàdi«faireuntravailcollec?f,vuque1189

je pars immèdiatement pour des Estates Unis»: BSF, EER, LeIere per E. Ragionieri, fasc. Hobsbawm,LeIeradiE.HobsbawmaE.Ragionieri,10aprile1973.

Giànelgennaiodel1973HauptscrivevaaRagionieripercomunicarglicheHobsbawmgliavevafaIo1190

saperedellavicinaripresadelpianodell’opera.BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Haupt,LeIeradiG.HauptaE.Ragionieri,15gennaio1973.

�252

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

intelleIuale» . Si traIa di un lavoro che non è possibile documentare nella sua1191

interezza:lecartearchivis?chenonpermeIonodiseguirel’evoluzionedell’operané

dicapirecomevenneromanmanocostrui? ivolumi–quaIro, incinquetomi–o il

mo?vopercuifigurecheavevanodato lapropriaadesionefindalle fasi inizialinon

vennero più interpellate o furono coinvolte solo in un secondo momento . I1192

documen? d’archivio danno però la possibilità di cogliere «lampan? inconsistente

fuggi?ve» che res?tuiscono anche se frammentariamente alcuni elemen? del1193

can?eredellaStoriadelmarxismoedelmodusoperandidiHobsbawmalsuointerno.

Quest'ul?mo si circondò di collaboratori che potessero garan?re se non

ampliare l’aspirazione internazionale dell’opera. Quando, nel corso della seconda

riunionelondineseNoraeLeGoffavevanomessoindiscussionel’interoprogeIoesi

eranolamenta?dell’assenzadistudiosifrancesitraicollaboratori,Hobsbawmaveva

propostodifarentrarenelcomitatodiredazioneGeorgesHaupt.Francesed’adozione

dal 1958, Haupt aveva conosciuto Hobsbawm presso gli ambien? dell’École des

Hautes Etudes, dove in quei primi anni SeIanta avrebbe avuto occasione di

incontrarlonuovamenteedi lavorare in sua compagnia aIornoalle tavole rotonde

delGroupedetravail interna1onalsuor l’histoiresocialemoderneetcontemporaine

organizzatedaClemensHeller .IlnomediHaupt,comesièvisto,eragiàstatofaIo1194

da Ragionieri; oraHobsbawm lo faceva approvare: doveva vedere in lui la persona

idealeperunlavorocomequellodellaStoriadelmarxismoperpiùmo?vi.Perlasua

competenzascien?ficainprimis:Haupteraunostoricodelmovimentooperaio,ilcui

s?ledilavorosieraandatocaraIerizzandoperunafortedimensioneinternazionale;

eglistessodopotuIoeraunuomointernazionale–comeavrebbedeIoLaborousse–

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiE.Hobsbawma1191

C.Vivan?,19seIembre1973.

È il caso adesempiodiAbendroth, le cui conversazioni scriIe conVivan? tra il 1970e il 1971 lo1192

mostranomoltointeressatoapartecipareall’opera,unapartecipazionemoltoricercatadaglieinaudiani,chesipreoccupanodi raggiungereAbendrothaFrancoforte, impossibilitatoaparteciparealle riunionilondinesi, e a discutere di persona con lui circa i tempi da assegnargli. Con la fine del 1971 le cartearchivis?che conservate non permeIono di seguire la conversazione, se ci fu, tra gli einaudiani eAbendroth. Ivi., cart. 1, fasc. 3, LeIeredi C. Vivan? aW.Abendroth, 12oIobre 1970 - 22novembre1971. Similmente non è possibile capire il mo?vo per cui Procacci, pur invitato e pur disponibile aprendere parte alla fase organizza?va dell’opera, non vi prenda parte, se non dopo la morte diRagionieri:ViIorioStradaloindicava,dopolamortediRagionieri,come«unodeipochinomipossibiliperlaredazione»:Ivi.,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.204,fasc.2878/2,LeIeradiV.StradaaG.Einaudi,5luglio1975.IneffespoiProcacciavrebbepartecipatoall’operaconalcunicontribu?edandoalcunisuggerimen?sullastruIuradell’opera:Ivi.,cart.106,fasc.2498,LeIerediC.Vivan?aG.Procacci,28novembre1975;17oIobree13novembre1978.

Prendo l’espressione da G. Corazzol, Cianografo di bandi1 su sfondo di mon1. Feltre 1634-1642,1193

Unicopli,Milano1997,p.IX.

M. Aymard, Cooperare per innovare. I rappor1 tra Is1tuto Feltrinelli e VI Sezione, in «Annali1194

Feltrinelli», 2016/50, pp. 95-96; Perrot M., Fridenson P., Rencontres aver Eric Hobsbawm, in «LeMouvementSocial»,2013/1,pp.149-152(149-155).

�253

secondaparte:ProgeÅ

«par voca?on et par essence» . Si era specializzato sulla storia della Seconda1195

Internazionale, studiandola – come egli stesso aveva scriIo – non in quanto

is?tuzione ma come «espressione fondamentale di un’epoca nell’evoluzione della

storia operaia e socialista, come un movimento vasto e complesso dalle fron?ere

rela?vamenteimprecise,formatodacorren?spessodivergen?,siasulpianosociale

chesuquellodelleidee» .AvevadatoaIenzioneancheallastoriadegli individui,1196

conprofilibiograficididirigen?emilitan?,comeaspeIoqualificantedellaricerca ;1197

l’aspeIocompara?voe la riflessioneteorica inoltrecaraIerizzavano i suoistudi .1198

NonerasoloquestoaspingereHobsbawmachiamareHauptnelcomitatodiresvo

dell'opera.UnelementodecisivoinquestasceltadovevaarrivareanchedalfaIoche

lostoricodioriginirumenesieradimostratoindiverseoccasionicapacedilavorarein

gruppo,s?molandoeasvandocollaborazioni :avevaallespallenumerosiscrisa1199

quaIro mani con colleghi o amici; da poco aveva lavorato anche al Matron, un

voluminosodizionariodelmovimentooperaio.Inoltre,Hobsbawmprobabilmentelo

scelseperchéimmaginavacheilmododilavorodiHauptpotessebeneconciliarsicon

quellodeicolleghiitaliani:ricordandolodopolamorte,avrebbedeIoche«ilsuos?le

di lavoro naturale fu quello dell’erudizione filologica, s?le molto italiano» che1200

consisteva–comehaevidenziatoMariucciaSalva?–in«rigorescien?fico,ricchezza

documentaria,pun?gliosaricercadinuovefon?,scopertadites?classicivolutamente

ignora?» .HobsbawmapprezzavainHauptancheilsuoessereunintelleIualeeun1201

uomo «who belong to all Europe» ; ricordandolo nel decennale della morte in1202

un’occasioneitalianaHobsbawmavrebbedeIoche

Hauptnoneraunemigratodall’Europaorientalecometan?altri.Appartenevaaquella

generazione di giovani per cui la rivoluzione sociale, anche portata nelle (sic) zaini

dell’ArmataRosadioccupan?,rapresentava(sic)lagrandesperanzaperilmondodopo

la sconfiIa del fascismo. Anzi, apparteneva a queste generazione degli Ebrei

E. Labrousse, Georges Haupt, Historien français du socialisme interna1onal, «Cahiers du monde1195

russeetsovié?que»,1978/3,p.217(217-220).

G.Haupt,LaIIInterna1onale,LaNuovaFirenze,Firenze1973[1964].1196

Suquest’aspeIoinsisteE.Labrousse,GeorgesHaupt,cit.1197

M.Salva?,GeorgesHaupt:ul1mostoricodelmovimentooperaiointernazionale?,in«RivistadiStoria1198

Contemporanea»,1979/3,434-444.SivedaancheF.Andreucci,Prefazione,inG.Haupt,L'InternazionalesocialistadallaComuneaLenin,Torino,Einaudi,1979.

E.Hobsbawm,GeorgesHaupt(1928-1978),in«MSHInforma?ons»,1978/24.1199

MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,Unpublishedobituaries,Testodi1200

un ricordodiGeorgesHaupt inoccasionedi un incontro inmemoriadiHauptpresso Is?tuto ErnestoRagionieri,Firenze,nondatato(937/4/4/3).

M.Salva?,GeorgesHaupt:ul1mostoricodelmovimentooperaiointernazionale?,in«RivistadiStoria1201

Contemporanea»,1979/3,434-444.

MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Unpublished obituaries, Testo1202

dasloscriIoininglesediunricordodiHaupt,1988(937/4/4/3).

�254

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

dell’Europa centrale e orientale, libera? dall’incubo dell’oscuran?smo religioso

medievaleperleideedell’illuminismoemancipatoequicambiavanoivecchiri?perla

fede nel socialismo universale, una vocazione internazionalista e rivoluzionaria. Per

questagenerazionediunarazzadispersaemarginalizzatadovunquesi trovava il [sic]

internazionalismo del socialismo, movimento di una classe, secondo Marx, senza

paese, poteva sembrare logico; logico, anche, per un giovane intelleIuale, la bella

architeIuradellateoriaMarxista,chespiegavatuIo .1203

Inquesteparolerisuonanochiariechiautobiografici.Hobsbawmsierarivoltodunque

a Haupt non solo per la competenza scien?fica e la dimensione storiografica e

biografica internazionale, ma anche perché vedeva in lui un comune percorso

poli?co,oltrecheunacomuneculturaebraica.IlnomediHaupterastatod’altronde

avanzato in una riunione in cui for? erano state le tensioni con i francesi e in cui

Haupterarisultatol’assonellamanicainopposizioneadalterna?vinomifrancesi .1204

LadimensioneinternazionaledelprogeIofuunaspeIocheHobsbawmcercò

di rinforzare non solo ricorrendo a figure di studiosi come Haupt. Prima che

naufragasse l’aspirazionediEinaudidi realizzareunapubblicazionesimultaneadella

Storiadelmarxismoinpiùlingue–oltrealnomedellaGallimardsieranofasinomi,

come già ricordato, della Luchterhand, della Penguin o della Cape – per un breve

periodo nell’impresa editoriale era stata coinvolta (1971) anche una quinta casa

editrice: laPantheonBooksdiNewYork.Unacasaeditrice«dinotevole livelloedi

spinta‘radical’» ,commentavaVivan?chesidimostravaentusiastacircal’apporto1205

che questa nuova entrata avrebbe portato nel prosieguo dell’opera, aiutando a

superareildifficilerapportodell’EinaudiconlaGallimard.Vivan?erapar?colarmente

osmistainquantoildirigentedellaPantheonBooks,AndréShiffrin,eraunuomo«di

grandefinezzae cultura»cheaumentava– con?nuavaVivan?–«lapreponderanza

giudaicanell’impresa» .Shriffin,natoinFranciaallametàdeglianniTrentainuna1206

famigliadi intelleIuali russipoiemigra?negli Sta?Uni? ,a capodellaPantheon1207

aveva immesso sulmercato americanomol? autori europei comeMichel Foucault,

Ivi., Unpublished obituaries, Testo di un ricordo di Georges Haupt in occasione di un incontro in1203

memoriadiHauptpressoIs?tutoErnestoRagionieri,Firenze,nondatato(937/4/4/3).

Vivan?ricostruendolariunioneavevadeIocheNoraeLeGoffavevano«riparlatodiPapaioannou»,1204

aggiungendochequestocomeHaupterano«duemétéques,maHauptèpersonapiùgradita».AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.222,fasc.3104,LeIeradiC.Vivan?aG.Einaudi,senzadatamarela?viaallariunionelondinesedell’11-12gennaio1971.

BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fascicoloVivan?,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,19oIobre1205

1971.

Ibid.Sivedaanche(inIbid.)copiadellaleIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,19oIobre1971incui1206

esprimeglistessiapprezzamen?.

A. Shiffrin,APoli1calEduca1on:ComingofAge inParisandNewYork,Melville,NewYork-Londra1207

2007.

�255

secondaparte:ProgeÅ

SimoneDeBeauvoir,Art Spiegelmancosì come imaggiori storicimarxis?britannici

tracuiancheHobsbawm .Nonerasoloilsuoeditoreamericano,eraancheunsuo1208

amico personale. È ipo?zzabile dunque che il contaIo tra Einaudi-Gallimard e la

Pantheon Book par?sse proprio da Hobsbawm stesso. Il contaIo poi non andò a

buonfine ,mal’entusiasmocheessocreòincasaEinaudièindica?vodiciòchela1209

presenzadiHobsbawmpotessegaran?re.

Le re? di relazioni di Hobsbawm si rispecchiarono anche nella costruzione

dell’opera.Perilprimovolumedicui,comesièvisto,erastatoilprincipaleispiratore

coinvolse,adesempio,oltreadHaupt amicidivecchiadataquali ilgià ricordato1210

Dobb , Pierre Vilar e Chimen Abramsky: quest’ul?mo era uno studioso del1211 1212

marxismo fin dagli anni Trenta quando, arrivando dalla Hebrew University of

Jerusalem, negli ambien? della London School of Economic aveva aderito al

comunismo . Con Hobsbawm, di cui era coetaneo, aveva condiviso l’esperienza1213

nell’Historians’GroupoftheCPGB;sebbenenel1958avesseabbandonatoilpar?to,

Abramsky manteneva con coloro che vi erano rimas?, come Hobsbawm, o che

avevano assunto posizioni più radicali, come suo nipote Ralph Samuel, una streIa

amicizia: la sua casa ad Hampsted, un quar?ere a nord di Londra dove anche

Hobsbawm proprio negli anni SeIanta comprò casa, era un luogo di incontri e

dibas?intelleIuali .Avevaanchefondatounapiccolacasaeditricecheneglianni1214

Cinquanta aveva introdoIo sulmercato inglese i tes? di György Lukács. Sebbene i

suoi studi si focalizzassero sulla storia degli ebrei, a metà degli anni Sessanta

AbramskyavevapubblicatounvolumesuMarxelaclasseoperaiainglese .Inbase1215

a queste ricerche Hobsbawm doveva avergli chiesto un contributo per il primo

volume della Storia delmarxismo chemeIesse a fuoco la ricezione delle opere di

Id.,TheBusinessofBooks:HowInterna1onalConglomeratesTookOverPublishingandChangedthe1208

WayWeRead,Verso,Londra-NewYork200,p.41.

Didivergenzecircagli accordi traeditori condireIo riferimentoadiversevisioni tra l’Einaudie la1209

PantheonBooks,sihano?ziainunaleIeradiVivan?aRagionieri,dopolaqualesebbenesembricheledivergenzerientrinonellacorrispondenzanoncomparepiùilnomediShriffinedellasuacasaeditrice:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloEinaudiEd.,LeIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,9febbraio1972.

G.Haupt,Marxe ilmarxismo, inStoriadelMarxismo.Vol I. IlmarxismoaitempidiMarx,cit.,pp.1210

292-314.

M.Dobb,Lacri1cadell’economiapoli1ca,inivi.,pp.93-120;temaperilquale,scrivevaHobsbawma1211

Dobb,«[t]hereiss?llno-onebeIerthanyouonthissubject»:MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,HistoryofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiE.HobsbawmaM.Dobb,26aprile1976,(937/4/2/8).

P.Vilar,Marxelastoria,inivi.,pp.60-90.1212

PerunpropiobiograficodiAbramsky:ProfessorChimenAbramsky, in«TheTelegraph»,18maggio1213

2010, <hIp://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/culture-obituaries/books-obituaries/7737796/Professor-Chimen-Abramsky.html>.

S. Abramsky, Lives & le.ers: house of books, in «The Guardian», 1° gennaio 2011, hIps://1214

www.theguardian.com/books/2011/jan/01/sasha-abramsky-chimen-abramsky.

C.Abramsky,H.Collins,KarlMarxandtheBri1shLabourMovement:yearsoftheFirstInterna1onal,1215

Macmillan,St.Mar?n'sP1965.

�256

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

Marx ed Engels. La richiesta non andò però a buon fine, ma risulta interessante

richiamarla perché aiuta a comprendere il can?ere dell’opera, di cui sono

sopravvissu?solo frammen?diundibastosenz’altropiùampioe faIosopraIuIo

oralmente . Quando, nel 1977, in fase di preparazione del primo volume,1216

HobsbawmricevevadaAbramskyilsaggiorichiestoglisulladiffusionedelleoperedi

MarxedEngelsevitrovavaunaeccessivaspecializzazione,glirispondevainsistendo

suduepiani.Daun latoribadiva ilsignificatochestavaallabasedelprimovolume:

essoeradedicatoaMarxedEngels«asawhole»,quindiilsuoobiesvoeraquellodi

«provideabasisforreferenceforlatervol[ums]whichwillshowthedevelopmentof

marxism theory and ideology subsequently» . In secondo luogo Hobsbawm si1217

soffermava sugli obiesvi che la casa editrice che promuoveva il progeIo voleva

raggiungereinterminisopraIuIodipubblico:

Einaudihadthoughthatwhatwouldbeusefulisafairlysimplesurveyofthefortunes

of the classic in print for the whole period up to the present, not a major

bibliographicalexplora?on.[…]However,ifyouthinkyoudon’twanttodoanyofthese

more modest (and at the same ?me, because of their comprehensiveness, more

difficulttosynthesisebriefly)alterna?ves,wewonderwhetheritwouldn’tbebeIerto

reserveyouressayontheEnglishpublica?ons1851-1895forsomewheremoresuitable

toapublicinterestedinthisimportanttopic,suchastheFeltrinelliAnnali .1218

Nonostante Abramsky rispondesse in termini rassicuran? circa la possibilità di

rivedere l'originario scriIo per portagli le modifiche necessarie , questo non1219

sarebbeconfluitonelvolumeesarebbestato lostessoHobsbawm,autoreanchedi

altriduesaggi,adaffrontarel’argomento .1220

Accanto agli amici di vecchia data, Hobsbawm coinvolse nel primo volume

anchecolleghipiùgiovaniinglesicomeadesempioDavidMclellandell’universitàdel

Sievincequesto,adesempio,dalloscambioepistolare traHaupteRagionierie traquest’ul?moe1216

Marekincuiglistudiosifannospessoriferimentoallanecessitàdiincontrarsidipersonaperdefinirelaprogressivaevoluzionedeilavori:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Marek,LeIerediF.MarekaE.Ragionieri,3 febbraio1972e14aprile [1972]; ivi., fasc.Haupt,LeIeradiHauptaRagionieri, febbraio1974,13gennaio1975.

MRC, EHP, Publica?on, Book Draâ, History of Marxism, Related Correspondence, LeIera di E.1217

HobsbawmaC.Abramsky,13dicembre1977,(937/4/2/8).

Ibid.1218

Ivi.,LeIeradiC.AbramskyaE.Hobsbawm,20dicembre1977.1219

E.Hobsbawm,LafortunadelleedizionidiMarxedEngels,inStoriadelmarxismo,vol.I.Ilmarxismo1220

ai tempi diMarx, pp. 358-374; gli altri due suoi saggi nel primo volume:Marx, Engels e il socialismopremarxiano,inivi.,pp.5-34;GliaspeÅpoli1cidellatransizionedalcapitalismoalsocialismo,inivi.,pp.248-287.

�257

secondaparte:ProgeÅ

Kent e, verosimilmente, Gareth Stenda Jones di Cambridge così come è1221

ipo?zzabile sia stato sempre Hobsbawm a prendere contaIo sia con il filosofo

lukacsianoungheresemastabilitosidamol?anniinInghilterraIstvánMészáros,che

avrebbe traIato di Marx filosofo, sia con l'antropologo americano Laurence1222

Kraderperuninnova?vocontributosulpensieroetnologicodiMarx .1223

IllavorodellaprogeIazionedeidiversivolumiincuil’operadovevacomporsisi

sviluppòinmodosincrono:mentreHobsbawmlavoravaallaprogeIazionedelprimo

volumedefinendogliautori,vedendoisaggi,scrivendonedisuamano,siconfrontava

–spessotramitelamediazionediVivan?–conglialtriredaIori .Haupteraasua1224

volta impegnato nell’organizzazione del secondo volume che aveva delineato,

riformulandounaprimabozzastesadaMarek ,conRagionieri.Quest’ul?moprima1225

dimorirenell'estatedel1975avevaconluidiscussocircalepersonedacoinvolgeree

gli argomen? da affrontare nella parte da dedicare a Il marxismo nell’età della

Seconda Internazionale . Doveva traIarsi di un lavoro faIo principalmente a1226

quaIrocchi e proprio per questo mo?vo difficile da ricostruire. Dalla1227

corrispondenza emerge comunque chiaramente un elemento: Giulio Einaudi, alla

metàdel1976,scrivevaaHobsbawmche«inseguitoaindicazionidiHaupt[laStoria

del marxismo] ha trovato non pochi collaboratori» nell’Europa dell’Est . Era1228

d'altrondestatoquestounpropositochefindall’inizio,comesièvisto,Ragionierisi

era posto mostrandosi osmista – a differenza, ad esempio, di Strada – circa la

possibilitàdicoinvolgerestudiosid’oltrecor?na.Nel1971Ragionieriavevaincontrato

ÈconservatounoscambioepistolaretraMclellaneHobsbawm:MRC,EHP,Publica?on,BookDraâ,1221

History ofMarxism, Related Correspondence, LeIera di Mclellan a Hobsbawm 22 novembre 1977 erispostadel13dicembre1977(937/4/2/8).McLellanavrebbescriIoperilprimovolumeLaconcezionematerialistadellastoria,inivi.,pp.35-55.

I.Mészáros,Marxfilosofo,inivi.,pp.35-55.1222

L.Krader,Evoluzione,rivoluzioneeStato:Marxeilpensieroetnologico,inivi.,pp.213-244.1223

Vivan?facevaspessodaspolatraunostudiosoel’altro.A?tolod’esempio:«Eccoipun?discussicon1224

Geoges,cheeramoltosoddisfaIoperlapossibilitàdiunprontoapprezzamentodellaprimapartedellaStoriadelmarxismo,ederad’accordoconquellochemiavevideIoriguardoaFrancoforte.[…]».MRC,EHP, Publica?on, Book Draâ, History of Marxism, Related Correspondence, LeIera di C. Vivan? a E.Hobsbawm,3oIobre1977(937/4/2/8).

Hauptdicevache«pourdirelavérité,leplanélaboréparFranzrestetoujourstrèsdescrip?f,linéaire1225

etnepermetpasde cerner la totalitédesproblèmeshistoriqueset théma?quesdu sujet»:BSF, EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloHaupt,LeIeradiHauptaRagionieri,27marzo1974.

Storiadelmarxismo.Vol.II.lmarxismonell’etàdellaSecondaInternazionale,Einaudi,Torino1979.1226

FragliesempichesipotrebberofarerichiamounasolaleIeradiHauptincuisievincecheall’invito1227

avanzatodaRagionieridirecarsiaFirenzepertenereunseminario,Hauptrispondesseposi?vamenteeproponessedi«resteraumoinsunesemainepourtravailleravernoisurnotrevolumesurlemarxisme»:BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,FascicoloHaupt,LeIeradiHauptaRagionieri,febbraio1974.

Haupt «ha trovato non pochi collaboratori in Ungheria e in Cecoslovacchia», scriveva lo stesso1228

EinaudientusiastaaHobsbawm;AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,22giugno1976.

�258

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

aPragaper illustrargli ilpianodell’opera MilošHájek,storicocecoconcuiera in1229

rapporto «per via non soIoposta a censura» per i suoi studi sulla storia del

movimento operaio e che era stato espulso dal par?to comunista cecoslovacco1230

peraverappoggiatoilmovimentodellaprimaveradiPraga.HájekacceIòlaproposta

di Ragionieri, contribuendo all’opera con alcuni ar?coli . A Praga, oltre a Hájek,1231

alcuniannidopoglieinaudianientraronoincontaIoconMichalReiman,storicoche

comeHájeksieramostratofavorevoleallaprimaveradiPragaeperquestoerastato

licenziato; Reiman diede la propria disponibilità per un saggio che si sarebbe1232

rifaIoal suo studio sulla rivoluzione russa chenel1967aveva suscitatononpoche

cri?che sia in Cecoslovacchia che in URSS . Quando nel 1970 Ragionieri si era1233

recato a Praga, aveva faIo tappa anche a Budapest per confrontarsi con György

Lukács. «The old gold man», come lo aveva definito Hobsbawm nel corso di una

riunione , si dimostrò «interessa?ssimo – riferì Ragionieri – alla nostra inizia?va,1234

cheri?enedellamassima importanzaculturaleepoli?ca».Purdeclinando l’invitoa

scrivere l’introduzione dell’opera in quanto «si sente parte della storia del

marxismo», il filosofo ungherese aveva dato a Ragionieri alcune indicazioni, che

quest’ul?mores?tuivaaglieinaudiani:

UnastoriadelmarxismodovrebbeavereilsuofiloconduIorenellainterpretazionedel

capitalismo. In quanto tale, essa non potrebbe non prendere le mosse dalla

constatazionechedopoMarx,conLenin,l’analisiel’interpretazionedelcapitalismosi

sonoarrestate.LapresadicoscienzadiquestofaIodovrebbe,asuoparere,cos?tuire

l’aspeIo apertamente poli?co dell’opera, cos?tuirne la contemporaneità. […] Una

storiamarxista delmarxismo, che abbia al proprio centro l’analisi e l’interpretazione

del capitalismo,dovrebbe valorizzare almassimo,nel posi?voenel nega?vo,questo

rapportotraricercateoricaeprocessodirealtàoggesve .1235

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.170,fasc.2525,LeIeradiE.RagionieriaC.Vivan?,1229

7novembre[1973(annoaggiuntoama?ta)].

Ivi.,11marzo[senzaanno,1970].1230

M.Hájek, Il comunismodi sinistra; Id.,Ladiscussione sul fronteunicoe la rivoluzionemancata in1231

Germania; Id., La bolscevizzazione dei par11 comunis1, in Storia del marxismo. Vol. III. Il marxismonell’etàdellaIIIInternazionale,TomoI:DallaRivoluzioned’o.obreallacrisidel1929,rispesvamentepp.363-378;442-465;467-487.

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,cart.167,fasc.2498,LeIeradiC.Vivan?aG.Procacci,281232

novembre1975.ReimanavrebbescriIoIbolscevichidallaguerramondialeall’O.obre,inivi.,pp.51-86.

M. Reiman, La rivoluzione russa: dal 23 febbraio al 25 o.obre, Laterza, Bari 1969 [op. or. Praga,1233

1967]

AST,AE,Corrispondenzaconautori stranieri,Primaserie,Cart.8, fasc.300,Verbaledella riunione1234

tenutaaLondraneigiorni16e17oIobre1970perunaStoriadelmarxismo.

BSF,EER,LeIereperE.Ragionieri,fasc.Einaudi,Relazionedell’incontroavutoaBudapestconLukacs1235

il16novembre1970,allegataallaleIeradiC.Vivan?aE.Ragionieri,25gennaio1971.

�259

secondaparte:ProgeÅ

Lukács si eraanche raccomandato suunaltro«criteriometodico, chea suoparere

dovrebbestareafondamentodiunastoriamarxistadelmarxismo,ecioèilrapporto

della teoria con la pra?ca rivoluzionaria» . Di lì a breve Lukács eramorto, e per1236

questo non sarebbe più stato interpellato, ma la ricerca di collaboratori a Est

con?nuò.Hauptdalcantosuoresepartecipistudiositedeschi,comeOskarNegtdella

Scuola di Francoforte a cui si rivolse per un ritraIo di Rosa Luxemburg 1237

(inizialmente richiesto a Badia ), Israel Getzler e Hans-Josef Steinberg . A1238 1239 1240

Budapest fu probabilmente sempre Haupt a prendere contaIo con il sociologo

András Hegedüs che, se nel 1956 aveva tenuto posizioni fortemente filosovie?che,

nel 1968 aveva contestato l’invasione sovie?ca della Cecoslovacchia, finendo per

essereespulsodalpar?tonel1973.

Fin dall’inizio Ragionieri inoltre aveva cercato contas anche a Mosca, trovando

un’adesioneimportanteinGeâer:unrapportochevenneportatoavan?anchedopo

lamortediRagionieri.Nel1979ViIorioStradariferivaaVivan?,adesempio,chea

MoscaavevaincontratoRojMedvedev,esponentedeldissensointernoall’URSSche

avrebbecontribuitoconunsaggio ,eavevaconcordatoconGeâerisuoicontribu?1241

che dovevano traIare i temi da un latoDa Lenin a Stalin e dall’altroMarxismo e

dissenso; si era anche dimostrato disposto a partecipare a un’eventuale tavola

rotondaconclusivasulmarxismo .Eraunapartecipazione,quelladiGeâer,acuigli1242

einaudiani dovevano tenere,ma che non andò in porto. La cosa fu probabilmente

dovutaall’opposizionesovie?ca:aStradavenivacomunicatoche«itempidiconsegna

[deisaggidiGeâer]sarannopiùlunghidelprevistoperché[…]tuIoilsuoarchivioè

statodirecentesequestratodalKGB» .1243

Parteciparono all’opera inoltre studiosi statunitensi, francesi, israeliani,

austriaci,dicuiperònonèpossibiletracciareledinamicheoimediatoriaIraversocui

vennero contas. Diversi furono anche i collaboratori italiani; le carte archivis?che

Ibid.1236

O. Negt, Rosa Luxemburg e il rinnovamento del marxismo; id., Il marxismo e la teoria della1237

rivoluzionenell’ul1moEngelsinStoriadelmarxismo.VolII,cit.,rispesvamentepp.318-360;110-178.IlcontaIo conNegt da parte di Haupt è rintracciabile inMRC, EHP, Publica?on, Book Draâ, History ofMarxism,RelatedCorrespondence,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,3oIobre1977,(937/4/2/8).

BSF,EER,LeIereperRagionieri,Fasc.Haupt,LeIeradiHauptaRagionieri,21luglio1974.1238

I.Getzler,GeorgijV.Plechanov:ladannazionedell’ortodossia,inivi.,pp.411-442;Id.,O.obre1917:il1239

dibaÅtomarxistasullarivoluzioneinRussia;Id.,Markoveimenscevichiprimaedopolarivoluzione,inVol.III.TomoI,cit.,rispesvamentepp.5-48,169-193.

H.-J.Steinberg,Ilpar1toelaformazionedell’ortodossiamarxista,inVol.II.,pp.181-203.1240

R.A.Medvedev,Ilsocialismoinunsolopaese,involII,cit.,pp.550-580.Peruninquadramentodella1241

figuradiMedvedevinquegliannisivedaId.,Intervistasuldissenso,acuradiP.Ostellino,Laterza,Roma-Bari1977.

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,Cart.204,fasc.2878/3,ResocontodiStradadelviaggioa1242

Mosca,nondatato,maèallegatoaunaleIeradellostessoStradaaC.Vivan?,16seIembre1979.

Ivi.,LeIeradiA.RaffesaV.Strada,30gennaio1980.1243

�260

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

permeIonodi ipo?zzare in questo caso invece che fuVivan? colui che si impegnò

maggiormente nel tessere le trame dei contas in Italia, coinvolgendo sia storici e

filosofina?neglianniQuarantaoCinquanta,comeadesempioAldoAgos?,Franco

Andreucci,GiacomoMarramaoedaltri, siastudiosidiunagenerazionepiùvecchia.

Vivan? si rivolgeva, ad esempio, a Paolo Spriano chiedendo non solo un saggio su

Toglias,maancheun contributoper colmareun«grossobuco» cheemergevanel

progeIo «dalla guerra di Spagna si passa immediatamente alla guerra fredda» .1244

Per redigere il ritraIodiGramsciVivan? si rivolgeva invecealdireIoredell’Is?tuto

Gramsci Nicola Badaloni , nome che proponeva a Hobsbawm in opposizione a1245

Leonardo Paggi «che ul?mamente ha preso una serie di posizioni quanto meno

stravagan? proprio nelle interpretazioni di Gramsci, fondandole su aIribuzioni

cervello?chediscrisapparsianonimisull’‘Ordinenuovo’» .1246

Il rivolgersi a Hobsbawm per avere un’approvazione sugli studiosi da

coinvolgere nell’opera era pra?ca abituale. Sebbene Hobsbawm avesse svolto un

ruolo decisamente più asvo nelle fasi programma?che dell’opera lasciando poi i

lavori in mano degli einaudiani, per tus i volumi dell’opera – compresi il terzo

dedicato al periodo della terza Internazionale così come l’ul?mo volume sul

marxismo tra anni Sessanta e OIanta – egli restò un punto di riferimento

imprescindibile:aluispeIavadisondareilterrenodipossibilicollaborazioni;eralui

che presentava il progeIo ai colleghi prima che intervenisse con una proposta

ufficialelacasaeditrice ;aluitoccavaindirizzareisaggirichies?,rivederli,avolte1247

rifiutarli. A lui infine si rivolgevano gli altri redaIori dell’opera per l’approvazione

finalecircainomideglistudiosidacoinvolgere .Ancheperviadellascomparsatra1248

1975 e 1979 degli altri responsabili del progeIo , Hobsbawm giocò dunque un1249

ruolo semprepiù importantenel tenere lefiladiques?contas:un ruolodiprimo

pianocheglivennericonosciutoall’uscitadelprimovolumedelprogeIo.

Quando,dopooIoannidall’aperturadelcan?eredellaStoriadelMarxismo,il

Ivi., fasc. 201, cart. 2867, LeIera di C. Vivan? a P. Spriano, 10 febbraio 1980. Spriano avrebbe1244

acceIato l’invito di Vivan? scrivendo il saggio Il movimento comunista tra guerra e dopoguerra(1938-1947), inVol. III,TomoII,pp.66.733;IlcontributosuTogliasinvecepreseil?tolo:MarxismoestoricismoinTogliaÅ,inivi.,pp.771-810.

AST,AE,Corrispondenzaconautoriitaliani,Cart.12,fasc.158,LeIeradiC.Vivan?aN.Badaloni,271245

novembre1975.

Ivi, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, Cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1246

Hobsbawm,18novembre1975.

«Comeintesi,aspeIoallorailviaperl’insiemenotevoledipersonechericeverannodatelaprima1247

richiestadicollaborazioneallaStoriadelMarxismo»:cosìVivan?adHobsbawm:Ivi.,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart.8,fasc.200,LeIeradiC.Vivan?aE.Hobsbawm,20oIobre1975.

Questo emergemolto chiaramente nelle corrispondenze tra Strada eVivan?. Ivi., Corrispondenza1248

conautoriitaliani,cart.204,fasc.2878/2,LeIerediV.StradaaC.Vivan?,17dicembre1975e7gennaio1976.

RagionierieHauptmorironoimprovvisamenteprimadell’uscitadelprimovolume(rispesvamente1249

nel1975enel1978)mentreMarek,dalungotempomalato,scomparvenel1979.

�261

secondaparte:ProgeÅ

primo volume fu pronto, imponente fu la campagna promozionale indeIa dalla

Einaudi, incui–comesivedràallafinedelprossimocapitolo–Hobsbawmassunse

unaposizionediprimopiano. L’uscitadell’operavennepresentata comeungrande

evento culturale di cui riferirono diversi organi di stampa, riconoscendo all'opera,

tranne in rari casi, una grande importanza . Fu nel penul?mo giorno della festa1250

nazionalede«l’Unità»,tenutaaGenovanelseIembredel1978,chel’Einaudidecise

dipresentareinanteprimalaStoriadelmarxismo.SitraIòdiunasceltadipar?colare

valoreesignificato:si inseriva,pertrarnebeneficio,nellosforzocheilPCIdall'inizio

deglianniSeIantaeinpar?colaredopoisuccessieleIoralidellametàdeldecennio

stava facendo, con osmi risulta?, di presentare la festa del proprio giornale come

un’occasionedi«crescitaculturale»,trasformandolastessafestadaluogodiraduno

autoreferenziale a proposta alterna?va di aggregazione e socialità, «rispondente

anche alle sfide dell'industria culturale» . Nell’auditorium della Fiera del mare1251

l’editore e i redaIori dell’opera (Hobsbawm, Vivan? e Strada), accompagna? da

Nicola Badaloni, autore di un saggio del primo volume e nella veste di direIore

«Storiadelmarxismo».Unproge.oambizioso, in«LoIacon?nua»,21seIembre1978;F.Cerus,1250

Genova. Presentata alla Festa dell’unità una nuova storia del marxismo, anzi dei mol1 marxismi, in«manifesto»,19seIembre1978;F.Koestler,S.Cesari,TuÅimarxismitranneuno,in«ilmanifesto»,11novembre1978; Ilmarxismodi cinque con1nen1eM.Passi,Due seÅmanedi festa.Oggi lagiornataconclusiva della festa dell’ «Unità», in «l’Unità», 22 seIembre 1978; V. Emiliani, Una presentazionetroppopienadiaccen1patrioÅci,in«Messaggero»,19seIembre1978.

Sulle trasformazioni delle feste de «l’Unità» negli anni SeIanta di vedaA. Tonelli,Falce e tortello.1251

Storia poli1ca e sociale delle Feste dell’Unità (1945-2011), Laterza, Bari-Roma 2012, pp. 104-141, lecitazionisonotraIedap.112.

�262

Presentazionedella‘Storiadelmarxismo’inoccasionedellafestanazionalede«l’Unità»aGenova,1978(Immaginetra.ada«L’Europeo»,12o.obre1978,p.103)

quartocapitolo:NelsegnodiMarx…

dell'Is?tutoGramsci,edaNorbertoBobbio feceroconoscere il lavorofin lì faIoe i

proposi?perisuccessivivolumi.

Adascoltarlioltreadunavastarappresentanzadistudiosiitalianiepoli?cicomunis?

c'era unmigliaio di persone. «Quandomille, millecinquecento persone rimangono

due ore e mezzo situate in una sala, in piedi fin nei corridoi, per seguire la

presentazione di un’opera editoriale, il faIo di cronaca diventa un faIo poli?co»,

commentaval’inviatode«l’Unità» .Questovolevaessere.LachiavedileIuracon1252

cui l’operafupresentata, inunmomento incui ilPCIeraall’apicedelsuosuccesso,

benesicogliedalleparolechepronunciòViIorioStrada:

non abbiamo voluto costruire unmausoleo in cui tenere lamummia delmarxismo.

L’opera viene nel momento più opportuno quando il socialismo esce dalla sua

solitudineedèribuIatonelpienodiunadiscussionevivacissimachesecondoIacon

serietàintelleIualenonpuònonessereproficua .1253

Ildialogocheglieinaudianiavevanointavolatotrastudiosioccidentalielastoriografia

cri?ca dei paesi est-europei si configurò come la cifra prevalente della Storia del

marxismo, e assunse un significato anche poli?co. Il tenta?vo che gli einaudiani

avevanoperseguitoconlaStoriadelmarxismocoinvolgendocollaboratorididiversa

formazione, appartenen? a differen? scuole marxiste, e provenien? non solo da

diversicontes?nazionalimaanchedalleduepar?incuieradivisoilmondodoveIe

venirinaltreparoleleIocomeladeclinazionescien?ficadellalineapoli?caacuida

alcuni anni stava lavorando il PCI. Ciò fu ancora più manifesto in occasione della

seconda grande presentazione dell’opera, tenuta a Roma nell’autunno del 1978,

quandoafiancodeiredaIori–Hobsbawmassente–edell’editoresedevanopoli?ci

comunis? italiani, come Piero Ingrao, e spagnoli, come Manuel Azcárate Diz (vice

segretariodelPCE):quest’ul?moapar?redall’operaaffrontòiltemadelrapportodel

marxismo con l’URSS . Qualcuno a proposito della Storia einaudiana parlò di1254

«marxismodell’eurocomunismo» .1255

Ilgiornodopo lapresentazionedell’operaaGenova,achiusuradella festade

«l’Unità», intervenne Enrico Berlinguer. Polemizzando con Besno Craxi che aveva

contrappostoProudhonaMarxeLenin,Berlinguer rivendicò l'eredità rivoluzionaria

del PCI, cri?cò la socialdemocrazia e ribadì lo sforzo del proprio par?to verso una

«terza via» al socialismo. La storiografiaha individuato in questo intervento l’inizio

della«ri?rata»delsuopar?toversoposizionidifensive,unripiegamentorispeIoalle

Ilmarxismodicinquecon1nen1,in«l’Unità»,22seIembre1978.1252

G.Goria,«Nonpossiamonondircimarxis1»,in«PaeseSera»,19seIembre1978.1253

Id.,Ilmarxismoricercalenuovefron1ere,in«Paesesera»,11novembre1978.1254

C.Bevilacqua,Ilmarxismodell’eurocomunismo,in«Quo?dianodeilavoratori»,20seIembre1978.1255

�263

secondaparte:ProgeÅ

presediposizione cheegli stessodall’iniziodeldecennioavevapresonei confron?

dell’URSS e che aveva elaborato nella proposta dell’eurocomunismo . Giorgio1256

Napolitano che ascoltò quel pomeriggio Berlinguer a fianco di Hobsbawm avrebbe

ricordato nelle suememorie senili che lo storico inglese trovò «stupefacente quel

rapporto pedagogico di massa che Berlinguer riusciva a stabilire» . Lo stesso1257

Hobsbawm lodefinìannidopocomeun«eventooratorio indimen?cabile» .Non1258

dovevaesseresoloilcarismadelleadercomunistaaimpressionareHobsbawm,mala

stessa festa de «l’Unità». Non era la prima volta che partecipava ad una simile

ricorrenza: ne aveva potuto assaporare le caraIeris?che fin dagli anni Cinquanta,

quandoavevapresoparteadunafestadiprovincia,inunpaesevicinoalPo .Ora1259

lamacchinaorganizza?vamessa inmotodalpar?toconunagrandepartecipazione

popolare inuno scenariopar?colare come l’anfiteatrogenovesedoveIe sembrargli

qualcosadistraordinario :probabilmenterimasecolpitodalcambiodifisionomia1260

della festa, diventata «uno spazio simbolico-rituale privo di eguali nello scenario

poli?coitaliano» esicuramentebritannico.DoveIepoirimanerecompiaciutodal1261

ruolo che gli venne riconosciuto – come si vedrà alla fine del prossimo capitolo –

come principale coordinatore della grande opera einaudiana; la festa de «l’Unità»

doveIequindianchesembrargliunavetrinadellaunapiùvastastrategiaculturaledel

par?to, di cui egli era diventato parte: non solo partecipando alla Storia del

marxismo,maanchecollaborando in inizia?vepiù streIamente legateedireIedal

par?to.

S.Gundle,Icomunis1italianitraHollywoodeMosca,cit.,p.405.1256

G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,Laterza,Roma-Bari2008,p.161.1257

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.387.1258

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.387.1259

Ildecenniosuccessivounaltrostoricoingleseavrebbedefinitolafestadell’unità«daognipuntodi1260

vistaqualcosadistraordinario»:S.Gundle,Icomunis1italiani,cit.,p.3.

M. Ridolfi, Feste della nazione e liturgie poli1che, in F. Lussana, G. Marameo (a cura di) L’Italia1261

repubblicananellacrisideglianni se.anta.Cultore,nuovi soggeÅ, iden1tà,SoneriaMannelli2003,p.551.

�264

secondaparte:ProgeÅ

quintocapitolo

…EDIGRAMSCI

5.1.LaboratoripoliHci

«Perquanto sia stata tragica lano?zia […], erauneventoaIesoeprevisto

chenonha sorpresonessuno» . Così si chiudevaun ar?colo in cuiHobsbawma1262

pochigiornidallamortediSalvadorAllenderifleIevasullascitopoli?codelcolpodi

stato che aveva portato alla fine dell'esperienza di governo dell’Unidad popular

cilena. A questa considerazione aveva faIo seguire un’argomentazione che «New

Society»,ilsesmanalesucuil’ar?coloeraapparso,avevatagliatoecheHobsbawm

avrebbe riproposto in una leIera pubblicata nel numero successivo della stessa

rivista«per ilbenedell’argomentazionenella sua interezza» .Laparteconclusiva1263

edesclusadelloscriIoinsistevasuquaIropun?:daunlatopronos?cavacheilCile

nonavrebbeassis?toadunritornoallavecchiademocrazia,masisarebbepiuIosto

avviato verso un regime sullo s?le di quello instauratosi pocomeno di una decina

d’anniprima inBrasile.Adifferenzadiquest’ul?mo, ipo?zzavaperòche«graziealla

con?nua resistenza armata del movimento cileno, non tuIo […] [sarebbe andato]

perduto». In terzo luogo rimarcava la responsabilità statunitense, denunciandone il

tenta?vo imperialista di guadagnarsi un monopolio sull’America La?na. Infine e

sopraIuIo,permo?vareilgiudizioperentoriosull’inevitabilitàdellafinedelgoverno

Allende,Hobsbawminsistevasulla«mancanza[…]fatale»cheloavevacaraIerizzato

ecioèsulfaIochel’UnidadPopolarnonfossestataingradodimantenerel’appoggio

della«classemedio-bassadellapopolazione,deipiccolicontadiniedeipiccoliuomini

d’affari, anche se [era] riuscita a oIenere il sostegno di sempre più lavoratori e

poveri».Eraproprio inquesta«fondamentale»assenzachesidoveva rintracciare–

diceva Hobsbawm – la causa della pronos?cabile fine del governo dell’Unidad

popular; la sinistraavevasoIovalutato–con?nuava– lapauradelladestrae il suo

desiderio di sangue. Se queste erano le riflessioni conclusive, l’ar?colo muoveva

E. Hobsbawm, The Murder of Chile, in «New Society», 20 seIembre 1973, ora con il ?tolo1262

L’assassiniodelCile,inid.,VivalaRevoluciòn,cit.,p.356(353-356).

Ivi.,nota1p.356,dacuitraggoanchelecitazionisuccessive.1263

�265

quintocapitolo:…ediGramsci

invece dal fas?dio provato da Hobsbawm verso le «lacrime ufficiali»mostrate alla

mortediAllendedachimaiavevaprestatoaIenzionealgovernoda luipresieduto.

Glielogifunebricheoraproliferavanoinrealtànonsifocalizzavano,senoninminima

parte, sull’importanzadell’esperienzadell’Unidadpopular e sul significatodella sua

fine: a tus piuIosto interessavamostrare – dicevaHobsbawm – quanto fosse nel

giusto chi, come la destra e parte della sinistra, aveva sostenuto «con grande

compiacimento che un socialismo democra?co non [poteva] funzionare» .1264

Hobsbawmavevaavutooccasionedifarsiun’ideainprimapersonadellepotenzialità

edeilimi?delgovernodiAllendenel1971quando,dalPerùdovestavapassandoun

annosabba?coconlafamiglia,sierarecato inCile . Inunar?coloapparsosuun1265

supplemento speciale della «New York Review of Books» aveva raccolto le

impressioniavuteinquelviaggio,facendotrapelare?midesperanze:nonostantenel

primo anno di vita il governo Allende avesse mostrato diverse debolezze che

potevanofarprevedereuncollasso,avevaanchedatoprova–scrivevaHobsbawm–

«diconsiderevoleintelligenzaegrandeabilitàpoli?ca»;lasuagrandezzainoltrestava

nelfaIochesibasava,adifferenzadeicoevigoverniriformatorila?noamericani,non

sul «nazionalismo o [sul]la ‘modernizzazione’, bensì [sul]l’emancipazione degli

sfruIa?,oppressi,deboli,poveri» .EraunarealtàcheHobsbawmconoscevabene1266

ancheperviadelfaIochedovevaessereinseritodaiprimianniSessantainuncircolo

diamicizieargen?neimportan?.Nel1965,adesempio,avevaospitatoinInghilterra

PabloNeruda ;grazieadamiciziecomuni,poi,avevaavutooccasionedicenarea1267

San?ago con Allende, non ancora presidente, e di accompagnarne la moglie

HortensiaBussiAllendeinvisitaaCambridge .1268

L’affermazione per via del consenso democra?co di Allende a capo di una

coalizione di comunis? e socialis? aveva suscitato nella sinistra occidentale

sopraIuIo europea, in un clima culturale già molto sensibile all’orizzonte poli?co

la?noamericano, un grande entusiasmo. Dagli inizi degli anni Sessanta l’America

La?na,grazieancheallefigurecarisma?chechevioperavano,avevaaccesoaldiqua

Ivi.,p.353.1264

Id.,Anniinteressan1,cit.,p.419.1265

Id.,Chile:YearOne,in«NewYorkReviewofBooks»,23seIembre1971,oracol?toloCile:announo,1266

inId.,VivalaRevoluciòn,cit.,pp.329-351.

PabloNerudalasciandol’InghilterraavevascriIoaHobsbawmdipar?re«conmuchapenaynoesla1267

menor el dejar un amigo tan afectuoso como usted». MRC, EHP, Correspondence, SpanishCorrespondence,LeIeradiP.NerudaaE.Hobsbawm,18giugno1965(937/1/5/4).

Id.,Anniinteressan1,cit.,pp.418-4191268

�266

secondaparte:ProgeÅ

dell’Atlan?co riflessioni, ambizioni e polemiche . Hobsbawm non aveva perso1269

occasionediandareavederedavicinoesperimentaredipersonaquellocheancheai

suoiocchidovevaapparirecomeunveroepropriolaboratoriopoli?co.Avevavisitato

per la prima volta Cuba, come già deIo, nel 1960, aIraIo dal fascino dell’utopia

rivoluzionaria,dovevaavervissutoquell'esperienzacome«unaspeciedilunadimiele

collesva» . Negli anni successivi aveva con?nuato a seguire con aIenzione gli1270

esperimen?poli?ci cheneidiversipaesi sudamericani stavanoaIuandosi:di alcuni

ne dava un severo giudizio. Era il caso, ad esempio, dei numerosi tenta?vi che sul

modello cubano avevano individuato nell’«insurrezione armata soIo forma di

guerriglia» l’unica strada possibile. A Cuba – affermava Hobsbawm – aveva avuto

luogoun«fenomenoeccezionale»;impensabilesarebbestatoreplicarloovunque .1271

Ne prendeva aIo nel 1970 quando, di fronte al fallimento di diversi tenta?vi di

guerriglia e polemizzando con ilmito diGuevara e le teorizzazioni di RegisDebray,

avevasoIolineato«l'aIuale impra?cabilitàdi talioperazioni inAmericaLa?na» ;1272

insedestoriograficavent’annidopoliavrebbedefini?comeuna«strategiaimpostata

nelpeggioredeimodi» .RispeIoaques?esperimen?,la«viacilenaalsocialismo»1273

raggiunta aIraverso il consenso democra?co doveIe sembrare a Hobsbawm una

«prospesvaalleIante»diunaviaineditaalsocialismo,l’espressionepiùinnova?vae

promeIente, seppur debole, del vivace orizzonte poli?co la?noamericano. Ora, di

fronte al golpe cileno, Hobsbawm denunciava l’assenza di una seria riflessione

sull’«assassinio» – come lo definiva – di un importante «esperimento teorico del

futuro del socialismo» a cui, già quand’era ancora in vita, era stata dedicata poca

aIenzione.«Latragediadiquestopiccoloeremotoangolodimondo–asseriva–è

che, come la Spagna negli anni Trenta, le sue poli?che sono state di importanza

globale,esemplari,esfortunatamentepernullaproteIe» .Dallepaginedi«New1274

Society»Hobsbawmpolemizzavainprimisconilaburis?inglesicheavevanodedicato

alCilediAllendeunosguardodistraIosenondeltuIoassente.

ChiavevaguardatoconspecificaaIenzionealCileerastatoinveceilPar?to

comunista italiano. All’elezione di Allende il PCI aveva aIribuito una par?colare

Suun’analisidiCubacomenuovoorizzontepoli?coalterna?voallasocietàoccidentaleeperquesto1269

metadiinteressetragliintelleIualioccidentaliP.Hollander,Pellegrinaggipoli1ci.Intelle.ualioccidentaliinUnioneSovie1ca,CinaeCuba,IlMulino,Bologna1988[ed.or1981],pp.329-403.

E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.511.1270

Id.,Guerrillas in La1n America, in «The Socialist Register» 1970/7, pp. 51-63; ora con il ?tolo Le1271

guerriglieinAmericaLa1na,inId.,VivalaRevoluciòn,cit.,p.246(245-258).

Ivi.,p.248.1272

Id.,Ilsecolobreve,cit.,p.513.1273

E.Hobsbawm,L’assassiniodelCile,cit.,p.354.1274

�267

quintocapitolo:…ediGramsci

rilevanza,nonsolo limitandosiacelebrare laviIoriadelpar?to fratelloentratoper

via eleIorale al governo, ma additando l’esperimento cileno come un modello

poli?co affine agli obiesvi a cui dal secondo dopoguerra diceva, seppur in modo

controverso, di aspirare. Il PCI aveva quindi seguito l’evolversi della situazione,

instaurandoconilCilerappor?semprepiùstres.Quandoilcolpodistatomessoin

aIo dal generale Augusto Pinochet portò alla fine del governo Allende, in Italia si

ebbe un forte impaIo emo?vo: Alessandro Santoni ha affermato che tale impaIo

non sarebbe potuto essere più forte in nessuna altra società per via del faIo che

l’Italia dei primi anni SeIanta era «già di per sé inquieta e profondamente

poli?cizzata,[e]resaulteriormentericesva»dalleminacceautoritariechedallafine

deldecennioprecedenteincombevanosulleis?tuzionirepubblicane .Apar?redal1275

fallimentomanumilitaridelgovernoAllendeilPCIimposeifasdelCilealcentrodel

dibasto nazionale, meIendo in moto un’importante macchina organizza?va e di

propaganda, anche a livello culturale, ineditaperuneventodi poli?ca estera. Esso

perònonfuinterpretatosemplicementecometale:findal12seIembredallepagine

de«l’Unità»ildrammacilenovennepresentatocomeuna«lezione»adusodipoli?ca

interna .Semanmano ilpar?toprendeva ledistanzerispeIoaquellocheaveva1276

indicato come un suo modello, il Cile venne trasformato – e così andò

sedimentandosi nell’immaginario collesvo della sinistra italiana – come un’«arma

poli?ca» . E fu a par?re proprio dalle sollecitazioni cilene che il PCI elaborò1277

un’importante svolta poli?ca che venne presentata ai suoi militan? e all’opinione

pubblicada EnricoBerlinguer, a capodel par?todaun anno, aIraverso tre ar?coli

apparsidilìabrevesutrenumericonsecu?vidi«Rinascita».

Insistendosullaportataglobaledeifascileni,Berlinguersirichiamavaadessi

perché rappresenta?vi di una serie di elemen? che gli stava a cuore soIolineare,

comeadesempiolaresponsabilitàdell’imperialismoamericanonelgolpeeilpericolo

dello scivolamento verso destra della Democrazia Cris?ana. Le analogie tra caso

cileno e italiano permeIevanoperò a Berlinguer in par?colare di invocare «unpiù

generalerisvegliodellecoscienzedemocra?che,esopraIuIoun’azioneperl’entrata

A.Santoni,IlPcieigiornidelCile:alleoriginidiunmitopoli1co,Carrocci,Roma2008,p.174.Siveda1275

anche A. Mulas, Allende e Berlinguer: il Cile dell’Unidad Popular e il compromesso storico italiana,Manni,Lecce2005;F.Barbargallo,EnricoBerlinguer,Carrocci,Roma2006,pp.183-191.

Franco De Felice ha rimarcato come la poli?ca estera fu parte estremamente qualificante del1276

progeIopoli?codelPCIsoIoladirezioneBerlinguer:F.DeFelice,Nazioneecrisi:lelineedifra.ura,inStoria dell’Italia repubblicana,vol. III/I, L’Italia nella crisimondiale. L’ul1mo ventennio,Einaudi, Torino1996, pp. 50-51. La stessa linea interpreta?va si trova in S. Pons,Berlinguer e la finedel comunismo,Einaudi, Torino 2006, dov’è asserito che il ruolo e la proposta poli?ca di Berlinguer sarebberoincomprensibiliselesnellasoladimensioneitaliana.

A.Santoni,IlPcieigiornidelCile,cit.1277

�268

secondaparte:ProgeÅ

incampodinuoveforzedispostealoIareconcretamentecontrol’imperialismoela

reazione» .Ciòacuiilleadercomunistaitalianomiravaeradi«trarredallatragedia1278

poli?cadelCileu?liinsegnamen?rela?viaunpiùampioapprofonditogiudiziosiasul

quadro internazionale, sia sulla strategia e tasca del movimento operaio e

democra?co in vari paesi» tra i quali l’Italia . Secondo Berlinguer, si doveva1279

derivarelalezionedi«teneresaldamentenellenostremanilacausadelladifesadelle

libertàedelprogressodemocra?co,[…]evitareladivisionever?caledelpaesee[…]

impegnarci con ancoramaggiore decisione, intelligenza, pazienza a isolare i gruppi

reazionari e a ricercare ogni possibile intesa e convergenza tra tuIe le forze

popolari» . Già l’anno precedente, sempre su «Rinascita», Berlinguer aveva1280

rimarcato l’opportunità di una cooperazione tra «le tre grandi tradizioni popolari:

comunista, socialista e caIolica»; tale linea era stata approvata nel corso del XIII

congresso del par?to . Nel terzo ed ul?mo ar?colo Berlinguer si propose di1281

specificareche in Italiaunacoalizionedi sinistracheavesse raggiuntoanche il51%

dei vo? e della rappresenta parlamentare non avrebbe avuto garanzia di successo:

eradatenerinconsiderazione,cosacheipar??comunis?nonsempreavevanofaIo,

checisitrovavanelbloccodominatodagliSta?Uni?.Daevitare,vistaladramma?ca

esperienzacilena,eradunqueadeIadiBerlinguerlacontrapposizionediun’unitàdi

sinistra a «un blocco di par?? che si situa[va]no dal centro fino all’estrema

destra» . Ai fini di portare avan? «una poli?ca di rinnovamento democra?co»,1282

Berlinguerarrivavainfineaproporreunanuovastrategiapoli?cachedefinìcomeun

«nuovo grande ‘compromesso storico’ tra le forze che racco[glievano] e

rappresenta[va]no la grande maggioranza del popolo italiano» . Nell’avanzare1283

questaproposta,richiamavainominonsolodiGramscieToglias,maanche–inun

rarissimorimandochedasolo,comehasoIolineatoDonaldSassoon,stavaaindicare

undecisivointentoinnova?vo–Lenin .ErasopraIuIosullaguerradi liberazione1284

an?fascista però e in par?colare sulla svolta di Salerno che Berlinguer insisteva

perchélì–diceva–sieraespressala«volontàdelpar?tocomunistadifareicon?con

tuIa la storia italiana, e quindi anche con tuIe le forze storiche (d’ispirazione

E.Berlinguer,ImperialismoecoesistenzaallalucedeifaÅcileni,in«Rinascita»,28seIembre1973,1278

p.4(3-4).

Ibid.1279

Id.,Viademocra1caeviolenzareazionaria,in«Rinascita»,5oIobre1973,p.3(3-4).1280

Sullacon?nuitàtra lapropostadiBerlinguernell’ar?colodel1972egliar?colidel1973sivedaD.1281

Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,pp.666-667.

E.Berlinguer,Alleanzesocialieschieramen1poli1ci,ivi.,12oIobre1973,p.4(3-5).1282

Ivi.,p.5.1283

D.Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,p.667.1284

�269

quintocapitolo:…ediGramsci

socialista,caIolicaedialtreispirazionidemocra?che)cheeranopresen?sullascena

delpaeseechesibaIevanoinsiemeanoiperlademocrazia,perl’indipendenzadel

paeseeperlasuaunità» .L’an?fascismodunquevenivaindicatocomeilmodelloa1285

cui rifarsi, «esempio di concordia tre le par?» di nuovo indispensabile per

fronteggiarelepeggiorievenienze .1286

LapropostacheBerlingueravanzavaperilcontestopoli?coitalianosiinseriva

in un progeIo poli?co più ampio che valicava i confini italiani e dal quale il

«compromessostorico»nazionaletraevacredibilitàelegismazione.Apar?redal’68

cecoslovacco, da quando cioè era diventato par?colarmente difficile riassorbire i

dissensi rispeIoalla linea sovie?ca, si era intensificatoall’internodelPCIun lavoro

teorico volto a un rinnovamento, sen?to quale obbligatorio, del comunismo che si

voleva aIuare ricercando all’interno della stessa tradizione comunista le risorse

culturaliepoli?chenecessarie.GiànelcorsodelXIIIcongressodelPCInelmarzodel

1972 i ver?ci del par?to – in par?colare Berlinguer eGiorgioAmendola – avevano

insis?tosull’opportunitàdi lavorareadunastrategiapoli?cainternazionale,chenon

era più da intendersi nei caraIeri tradizionali della cultura internazionalista

comunista, ma che voleva piuIosto essere una risposta alla crescente

«interdipendenza europea e globale» . Sulle pagine di «Rinascita», a par?re da1287

quel congresso, era stato poi messo a fuoco il quadro di riferimento dell’agenda

poli?ca del PCI: era all’interno dell’Europa che i comunis? italiani proponevano di

ragionare per elaborare una nuova strategia per il socialismo all’Ovest .1288

L’esperienzadelCilediventavaunrichiamofunzionaleancheperquestapiùgenerale

propostaberlingueriana: il casocilenoservivacioèa sollecitareun’iden?tàcomune

traleforzechesifacevanopromotricidiunsocialismoriformatorispeIoalmodello

sovie?co e dell’Europa orientale . Si traIava di una proposta che Berlinguer, a1289

quaIromesidalgolpecileno,miseall’ordinedelgiornoinunaconferenzatenutasia

Bruxelles tra i par?? comunis? dell’Europa occidentale quando esplicitò l’orizzonte

«europeista» a cui il suo par?to mirava, nel tenta?vo di creare un’alleanza e un

movimento poli?co tra i par?? comunis? occidentali. La conferenza di Bruxelles

rappresentò, nonostante le non poche distanze che emersero tra le posizioni dei

diversi par?? partecipan?, la prima tappa di ciò che andò definendosi negli anni

E.Berlinguer,Viademocra1caeviolenzareazionaria,in«Rinascita»,5oIobre1973,p.3(3-4).1285

S. Lupo,Par1toean1par1to:una storiapoli1cadellaprimaRepubblica (1946-78),Donzelli,Roma1286

2004,p.250;G.Crainz,Ilpaesemancato,cit.,pp.449-450.

S.Pons,Berlinguerelafinedelcomunismo,Einaudi,Torino,p.XIV.1287

D.Sassoon,Cent’annidisocialismo,cit.,p.666.1288

A.Santoni,IlPcieigiornidelCile:alleoriginidiunmitopoli1co,cit.,p.197.1289

�270

secondaparte:ProgeÅ

immediatamentesuccessivicomeeurocomunismo,cioèun’intesaprincipalmentetra

i par?? comunis? italiano, francese e spagnolo volta a riformare la tradizione

comunista in una linea autonoma e differente rispeIo alla declinazione sovie?ca e

cinese.

Dopo anni di marginalità e di «dignitoso immobilismo» , il PCI con la1290

proposta del «compromesso storico» in un’agenda sempre più volta all’Europa

tornava al centro della vita poli?ca italiana e internazionale: la cosa non doveva

lasciareindifferenteHobsbawm.QuellocheBerlinguerproponevadovevaapparireai

suoi occhi come un nuovo esperimento poli?co, tanto più affascinante perché

nascevadalleceneridiquellocileno.HobsbawmdopotuIo,sebbenedall’iniziodegli

anni Sessanta fosse proieIato maggiormente verso le vie la?noamericane al

socialismo,avevamantenutounacostanteaIenzioneversolarealtàpoli?caitaliana.

Ametàdegli anni Sessantanel già ricordato intervento cheaveva tenutoallaMarx

Memorial Library, ragionando sulla fine della natura unitaria e monoli?ca del

comunismo,avevaavver?tocheseppurdifficileeranecessario«chiedersiselenostre

idee sulla funzione dei par?? comunis? nell’avanzata verso il socialismo non

[dovessero], in cer? casi, essere ripensate» . Rifacendosi all’autorità di Lenin per1291

legismareunatalecri?ca,avevainvitatoa«entrareinnuoviterritori»eaelaborare

una «discussione teorica» che rompesse con «le impostazioni del passato». Come

modellodiquestoripensamentoavevapropostodiguardarealdibastocheinquegli

stessiannisistavasvolgendoinsenoalPCI.Avevainvitatoachiedersi,«comeviene

suggeritodaunadiscussioneinaIonelpar?tocomunistaitaliano,selafraIuratrai

par??comunis?eipar??socialdemocra?ci,chesièverificatadopoil1914,siaoggi

ancoragius?ficabile in cer?paesi» . Siera traIatodiunchiaro rimandoalle tesi1292

cheGiorgioAmendola,prendendoaIodelfallimentodelcentro-sinistraedeglistessi

insuccessi comunis?, stava dibaIendo tra il 1964 e il 1965 su «Rinascita»,

proponendo un rinnovamento del PCI nel contesto di una riunificazione dell’intera

sinistra italiana,nonsolocomunistaesocialistamaancheazionista, inmododafar

fronteinunospiritopluralistaainuoviscenaripoli?ciesociali .Hobsbawmnonera1293

solo al corrente delle innova?ve proposte di Amendola che valicavano gli orizzon?

tradizionali del PCI, ma le richiamava in sede di dibasto come modello a cui i

P.Ginsborg,Storiad’Italiadaldopoguerraaoggi,cit.,p.465.1290

E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,cit.,p.144.1291

Ivi.,p.145.1292

M.L.Salvadori,Lasinistranellastoria italiana,Laterza,Roma-Bari2001,pp.162-165;D.Sassoon,1293

TheStrategyoftheItalianCommunistParty.FromtheResistancetotheHistoricalCompromise,FrancesPrinter,Londra1981,pp.220-223;G.Amyot,TheItalianCommunistParty.TheCrisisofthePopularFrontStrategy,CroomHelm,Londra1981,pp.67-72;162-169.

�271

quintocapitolo:…ediGramsci

comunis? britannici potevano rifarsi in quanto «ques? problemi non possono più

essereevita?,chiudendogliocchiallorocospeIo» .1294

Se la posizione amendoliana, non recepita dal PCI e che era costata ad

Amendola una revisione autocri?ca, aveva aIraIo l’aIenzione di Hobsbawm, la

propostachedieciannidopoBerlingueravanzavadovevaconfermareaisuoiocchila

capacità proposi?va e la vitalità del comunismo italiano; doveva anche richiamare,

come vedremo, alla sua mente alcune parole e momen? chiave della propria

adesionecomunistaeanchedellasuavicinanzaalPCI.DovevatraIarsi inoltrediun

proposta che lo interessava per il faIo che nasceva da considerazioni di stampo

transnazionale, sollecitate tanto dalla tragedia che si era consumata a San?agodel

Cile,quantodaquellachealcunianniprimaavevaavutoluogoaPraga.SeinCileera

stato assassinato un laboratorio di socialismo, qualcosa di analogo era successo

anche in Cecoslovacchia, dove nel 1968 aveva preso forma un socialismo

«democra?c,pluralist,na?onal,stableandefficientand,incidentally,withdueregard

for the interestsof theURSS» . Il «Czechexperiment», come loavrebbedefinito1295

Hobsbawm, doveva averlo entusiasmato per via del faIo che si era caraIerizzato

come un tenta?vo – inaspeIatamente proveniente dalle sfere dirigen? del Par?to

comunista cecoslovacco – di rinnovamento del socialismo verso un «pluralismo

tollerante».L’entratadeicarriarma?sovie?ciinCecoslovacchiaelasoppressionenel

sangue della Primavera di Praga avevano lasciato Hobsbawm «disperato ed

incredulo» . Se, come si è visto, nel 1956 aveva assunto un aIeggiamento1296

controversoneiconfron?dell’interventosovie?coinUngheria,nel1968inlineacon

la presa di posizione del CPGB Hobsbawm ne prese le distanze. Ne è un chiaro

sintomolastruIuracheneglianniappenasuccessiviegliassiemealrestodell’Einaudi

diedeallaStoriadelmarxismo,nellaqualevennerocoinvol?,comesièvisto,molte

figurediintelleIualicecoslovacchioppositoridellalineafilosovie?ca.Hobsbawmera

d’altrondeamicopersonaledimol?dissiden?chesieranorifugia?inGranBretagnae

che,comeadesempioAntoninLiehm,eranodiventa?sostenitoridel«socialismodal

voltoumano»diDubček.Ragionandoretrospesvamentesul1968avrebbedeIoche

l’intervento sovie?co aveva segnato «la fine del ruolo di Mosca come guida del

movimentocomunistainternazionale» .1297

E.Hobsbawm,Dialogosulmarxismo,cit.,144-145.1294

Id.,1968.Aretrospect,in«MarxismToday»,1978/7,p.135(130-136).1295

E.Hobsbawm,L’annoimprobabile,in1968.Unannonelmondo.MagnumPhotos,Art&,Tavagnacco1296

1998,p.8(8-10),Catalogodiunamostrai?nerantedal?tolooriginario1968.magnumdannolemonde.

E.Hobsbawm,Ilsecolobreve,cit.,p.467.1297

�272

secondaparte:ProgeÅ

DifronteauntalepanoramaHobsbawmdoveIeguardareconentusiasmoe

anche con sollievo alla riflessione teorica che i comunis? italiani fecero, sollecita?

propriodalfallimentodeiprincipaliepiùinnova?vilaboratorisocialis?emersitrala

finedeglianniSessantaeiprimianniSeIanta,arrivandoaelaborareunavianuovaal

socialismo. Quello di Berlinguer doveIe sembrargli non solo la conferma della

capacità di cambiamento che già in altri momen? di sofferenza del movimento

comunista internazionale aveva potuto riscontrare nel PCI, ma doveIe apparirgli

sopraIuIounprogeIodirilanciodelcomunismointernazionale.Se inqueglistessi

anni Hobsbawm poteva assistere anche in Gran Bretagna a una forte ripresa del

dibasto interno al CPGB (la fine del governo conservatore di Edward Health e il

ritornodiungovernominoritariolaburistaavevanoaIualizzatodomandesull’iden?tà

poli?cacomunista )cheperònonera ingradodi tradursi in innovazionipoli?che1298

reali anzi era sempre più direIo verso una paralisi della capacità di inizia?va

poli?ca , in Italiapoteva invecevedereunesperimentoche lasciavabensperare.1299

Negli anni in cui Berlinguer si faceva artefice del rilancio del proprio par?to,

Hobsbawmriprendevaunostressorapportoconl’ItaliaaifinidelprogeIodellaStoria

delmarxismo:eglidunqueaveval’opportunitàdiseguireinpresadireIa,aIraversola

lentedegliambien?einaudiani,l’impulsodinamicochestavaperinves?relasocietà

italianaeifruschelapoli?cadiBerlinguernontardòaportarealPCI.Tragliscambi

epistolaricheavevanocomeprimoobiesvoilprogeIodellaStoriadelmarxismosi

riscontrano degli sporadici ma chiari rimandi dell’intensità con cui gli intelleIuali

comunis? italianistavanovivendo ilnuovoprotagonismodelpropriopar?to.Sipuò

adesempiocoglierequestafibrillazioneinuntelegrammainviatodaCorradoVivan?

a Ernesto Ragionieri sul finire del 1974 che recitava: «Nostro est grande par?to

splendida relazione Berlinguer che invio [a] Eric [Hobsbawm] e Franz [Marek]» .1300

Pochi mesi prima lo stesso Vivan? aveva comunicato di persona a Hobsbawm la

viIoria del referendum sul divorzio, sperato preludio di una poli?ca di riforme

radicali,aggiungendochelaviIoriaeleIoraleaveva

dato un colpo a varie velleità autoritarie e reazionarie. Ora, però, la situazione

economicasistadelineandotaledacos?tuireunaseriaminaccia,nésisentedaparte

J.Challagan,Bri1shCommunism,cit.,p.236.1298

A. Agos?,Bandiere rosse, cit., p. 273; G. Andrews,Endgames andNew Times. The Final Years of1299

Bri1shCommunism1964-1991,LawrenceandWishart,Londra2004;Id.,TheCommunistPartyofGreatBritainandEurocommunism:ABriefEncounter,inF.DiPalma,W.Muller(acuradi),KommunismusundEuropa: Europapoli1k und -vorstellungen europäischer kommunis1scher Parteien im Kalten Krieg,FerdinandSchöningh,Paderborn2016,pp.221-240.

AST, AE, Corrispondenza con autori italiani, cart. 170, fasc. 2525, Telegramma di C. Vivan? a E.1300

Ragionieri,11dicembre1974.

�273

quintocapitolo:…ediGramsci

dichigovernaunavolontàd’interventoabbastanzaseriaedecisa.Cometudicevi:ola

destra o il caos. Ma la nostra strada sarebbe stata una destra con aspersorio e

manganello;assaipeggiodiGiscard .1301

Quando nel giugno del 1975 cinque regioni e le principali ciIà della penisola si

dotarono di una giunta di centro-sinistra e Renato Zangheri, suo amico, veniva

riconfermato sindaco di Bologna l’entusiasmo doveIe essere ancora maggiore .1302

Alle elezioni poli?che dell’anno successivo, quando un altro amico di Hobsbawm–

RosarioVillari–venivaeleIoinparlamento,ilPCIraggiunsel’apicedelsuoconsenso

eleIorale. Ciò che Berlinguer aveva proposto nel 1973 a par?re dai fas del Cile,

avanzandoun’analisicheHobsbawmlamentavamancasseinvecetraaltreforzedella

sinistra europea, aveva portato a una «impetuosa avanzata» del PCI. Agli occhi di

Hobsbawml’ItaliadoveIedunqueconfigurarsicomeunlaboratoriopoli?cocapacedi

oltrepassare iparadigmidellaguerra freddaediproporre,nelmomento incuialtri

esperimen?di socialismoa cui egli avevabenguardatoerano falli?, unanuova via

verso un socialismo democra?co e riformato, che si diceva pronto per le sfere di

governo: le viIorie eleIorali sembravano dimostrare la sua realizzabilità. Un

laboratoriopoli?co inoltre in cui lui, intelleIualemarxista emilitante comunista, si

sen?va di dover partecipare asvamente: si apriva così un nuovo straordinario

periododiimpegnoedipassionepoli?ca.

Ivi.,Corrispondenzaconautori stranieri,Secondaserie,cart.8, fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1301

Hobsbawm,

InpiùoccasioninegliannisuccessiviHobsbawmparlòinInghilterradellegiunterosseitalianecome1302

delmiglioreesito raggiuntodallapoli?cadelPCInel suo«special threat to thewesternwayof life»edallasualineafaIadi«honestyandvaluesofciviliza?on».E.Hobsbawm,Foreword,inD.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommunistParty,cit.,p.IX(IX-XI);Id.,TheStateoftheLefinWesternEurope,in«Marxism Today», 1982/10, p.11 (8-15); tradoIo in italiano: Lo stato della sinistra nell’EuropaOccidentale,in«Cri?camarxista»,1983/1,pp.73-87.

�274

secondaparte:ProgeÅ

5.2.Unnuovofrontepopolare

Il rinnovamento dell’iden?tà e della linea poli?ca che Berlinguer aveva

deIato al suo par?to manteneva fede, rinnovandoli, ad alcuni nodi chiave della

militanzacomunistadiHobsbawmnonchédellasuavicinanzaalPCI.Loscenarioche

Berlinguer proponeva era un tenta?vo di ripresentare l’immediato secondo

dopoguerra quando il PCI, sulla scia dell’unità resistenziale, era diventato parte

dell’area governa?va di unità nazionale. L’idea provocatoria di un «compromesso»

connotato però come «storico» stava a indicare proprio la con?nuità dal secondo

dopoguerradegliaIoripoli?ci incampo; l’antecedentestoricoacui richiamarsiera

infas stato individuato nella svolta di Salerno e nei governi immediatamente

postbellici. Cosa che voleva rimarcare anche l’ispirazione togliasana di tale linea

poli?ca . Fu un richiamo a cui Hobsbawm doveIe mostrarsi par?colarmente1303

sensibile. Era statoproprio inTogliasenellaprospesvapoli?cada lui delineataa

par?re dai fas del 1956 che Hobsbawm, nel momento del suo più forte

disorientamento poli?co, aveva potuto individuare un importante punto di

riferimentoall’internodelmovimentocomunistainternazionale.All’epocailPCI,pur

ribadendo una forte con?nuità con il passato, aveva proposto la strada del

policentrismo. Ora la strategia di Berlinguer doveIe essere interpretata da

Hobsbawm come un passo avan? nel lavoro teorico iniziato da Toglias . Come1304

nellasecondametàdeglianniCinquanta, ilPCIsimostravadinuovoarteficediuna

vivacità assente in qualunque altro par?to comunista europeo; agli occhi di

Hobsbawmdovevaessere individuato comeun’avanguardiadella riflessione teorica

comunista e come una forza capace di assumere un ruolo mai trascurabile nella

poli?canazionale .1305

InsecondoluogolapropostadiBerlinguerdoveIepiacereaHobsbawmper

viadelfaIochetrovavailsuocementoideologiconell’unitàdelleforzean?fasciste.

Dialogando nel 1975 conGiorgioNapolitanoHobsbawmavrebbe affermato che un

importantelascitodellaResistenzaedelperiodosuccessivoallaliberazioneerastato

ilfaIochelaloIaan?fascistaavevapermessoagliitalianidinonportare«ilpesodi

M.Flores,N.Gallerano,SulPCI,cit.,p.238.1303

DonaldSassoonnel suo libro sulla strategiadelPCIdaldopoguerraagli anniSessanta, che scrisse1304

soIo la supervisione di Hobsbawm, presentò la linea di Berlinguer come «the logic conclusion ofToglias’spolycentricvision».D.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommnuistParty,cit.,p.213.

G.Napolitano,IntervistasulPCI,cit.,p.24.1305

�275

quintocapitolo:…ediGramsci

essere sta? fascis?» . Era questo un aspeIo che aveva colto fin dalle sue prime1306

visite in Italia:aCan?mori,adesempio,avevachiestodiprocurargliunodeivolumi

che Einaudi aveva pubblicato sulla Resistenza europea, raccogliendo le leIere dei

condanna?amorte; leavevatrovatemoltotoccan? .Avent'annididistanzauscì1307

un altro libro, sempre italiano seppur dal genere e dai toni diversi, che lo colpì

par?colarmente:invecchiaiaricorderàUnasceltadivita ,l’autobiografiadiGiorgio1308

Amendola, con commozione e s?ma . In esso verosimilmente Hobsbawm aveva1309

potuto vedere messa a fuoco, aIraverso il percorso individuale e familiare

dell’autore, la pra?ca dell’an?fascismo da pun? di vista generazionali e poli?ci

differen?,dovecomunquerestavamarcataladiversitàsulpianomoraleoltrechesu

quellopoli?codeicomunis?;sitraIavadiunlibrochenonacasoerastatodatoalle

stampeallametàdeglianniSeIanta .1310

LaloIacontroilfascismoacuiHobsbawmavevapartecipatoasvamentedurantegli

anni universitari era rimasta nella sua memoria come un elemento di grande

importanza: l’an?fascismo si era andato sedimentando come un valore essenziale

della sua iden?tà e della sua militanza comunista. Ritrovare ora quelle parole e

quell’orizzontepoli?cocomebaseecementodiunnuovoprogeIo,il«compromesso

storico», volto ad arginare le forze reazionarie doveIe riportare alla mente di

Hobsbawmglianniincuieglileavevasperimentateinprimapersona.Nel1976,nel

quarantesimo anniversario dei fron? popolari in Francia e in Spagna, Hobsbawm

firmavaper«MarxismToday»unar?colochesiproponevanontantodidelineareun

ricordo commemora?vo di quell’esperienza storica, quanto piuIosto di mostrarne

l’aIualitànellapra?capoli?cacontemporanea,facendoriferimentoesplicitoalcoevo

contestoitaliano .Lapoli?cadeifon?popolari,sebbenefossefallitainSpagnaein1311

Francia e poi nei governi di unità nazionale postbellici così come – proseguiva

Hobsbawm – in Cile, manteneva una par?colare importanza e validità: non solo

perché grazie ad essa era stato possibile per i comunis? superare quello che ora

Ibid.1306

SNS, CDC, LeIere di E. Hobsbawm a D. Can?mori, 16 novembre 1954 e 13 dicembre 1954. P.1307

Malvezzi,G.Pirelli(acuradi),Le.eredeicondanna1amortedellaresistenzaeuropea,prefazionediT.Mann,Einaudi,Torino1954.

G.Amendola,Unasceltadivita,Rizzoli,Milano1976.1308

E.Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.149.1309

Sulboomautobiograficotra iquadridelPCIapar?redall’iniziodeglianniSeIantaesulruoloche1310

Amendola,coluichepiùspingevaversol’entratanelgovernodelsuopar?to,vigiocònell’interpretarleafinipoli?cisiveda:A.Casellato,GiuseppeGaddi,cit.,pp.164-167.

E.Hobsbawm,FortyYearsofPeople’sFront, in«MarxismToday»,1976/6,pp.221-228; riproposto1311

con leggerissimemodifiche e con il ?tolo Fify Years of People’s Front, in J. Fyrth (a cura di),Britain,FascismandthePopularFront,Lawrence&Wishart,London1985,pp.235-250.

�276

secondaparte:ProgeÅ

Hobsbawm definiva il «suicial sectarism» imposto da Mosca , ma anche e1312

sopraIuIoper ilmessaggio che essa promuoveva: «unity the core» , scriveva. I1313

fron?popolarieranodaintendersi–spiegava–inuna«unitàdicentriconcentrici»:il

fronte di un’unità del movimento operaio rappresentava la base di un più ampio

frontepopolarean?fascistaalivellonazionaleequindidiunulteriorefrontepopolare

internazionale.Eraall’unità che i socialis?, scriveva,dovevanomirare: la tascache

piùdellealtresieramostratavincenteechepiùfacevapauraagliavversarinonera,

terminava Hobsbawm, quella rivoluzionaria, bensì «the strategy of the broader

alliance», «the sort of strategy first systema?cally adopted by the interna?al

Communistmovement in the 1930s» . Era a questa linea poli?ca che i socialis?1314

dovevano rifarsi ricordando – concludeva con un chiaro rimando al Cile e facendo

riferimentoall’analisicheneavevatraIoBerlinguer–dinon«fallingintothetrapof

arithme?c» . Se solo pochi anni dopo ragionando sullo stato della sinistra1315

occidentaleavrebbedeIo–facendoilnomeerichiamandoitempidiToglias–che

non si poteva più fare poli?ca aIraverso la nostalgia , il filo rosso che ora1316

Hobsbawm inveceandavadipanandoinquest’ar?colo,che in?tolavaFortyYearsof

People’sFront,par?vadaTogliaseDimitrovearrivavaaBerlinguer.Sel’antecedente

del «compromesso storico» poteva risalire fino alla svolta di Salerno,Hobsbawm–

comealtri storicicomunis? italiani – individuò ilpuntod’originedi talestrategia1317

nel VII congresso del Comintern. L’esperienza personale che lo aveva portato a

sperimentareinprimapersona,organizzandoancheiradunidellaRMEaPariginegli

ul?mianniTrenta, lapoli?cadel frontepopolaree laminacciadellaguerra fascista

doveva ora riemerge, evocando «un clima, unamentalità, un costume poli?co» 1318

che diventavano parole chiave per l’aIualità. Per il terzo volume della Storia del

marxismo in un saggio incentrato sugli intelleIuali e l'an?fascismo scriIo tra anni

SeIantaeanniOIanta,HobsbawmavrebbedeIoche«[l]aminacciadelfascismoera

tuI’altrochelimitataallasferapoli?ca.[…]Rifiutaval’interaereditàdell’illuminismo

seIecentesco, e con esso tus i regimi na? dalle rivoluzioni americana e francese,

Ivi.,p.222.1312

Ivi.,p.223.1313

Ivi.,p.228.1314

Ivi.,p.227.1315

Id,TheStateoftheLefinWesternEurope,in«MarxismToday»,oIobre1982,cit.,p.14.1316

S. Lupo,Par1to e an1par1to. Una storia poli1ca della prima Repubblica,Donzelli, Roma 2004, p.1317

250-251.

A.Agos?,BandiereRosse,cit.,p.92.1318

�277

quintocapitolo:…ediGramsci

non meno che da quella russa» . Imprescindibile quindi era stata l'unità1319

an?fascista.Ricostruendoifrangen?dellasecondaguerramondialenelSecolobreve

lidefiniràcomepartediuna«guerracivileideologicainternazionale» .1320

Dovevaavervissutoanchelaguerrafreddainques?termini,comeunaprosecuzione

cioèdiunconfliIotraforzedellatrasformazionesocialeeforzedellaconservazione.

Nei primi anni Cinquanta un agente del MI5 s?lando un reportage su Hobsbawm

avevaannotatocheall’internodegliambien?comunis?londinesisilamentavailfaIo

che egli fosse «thoroughly out of date with his Communism and was s?ll in the

‘popularfront’era» .Probabilmenteancheperquestomo?vo,quand’eragiuntoin1321

Italia per la prima volta doveva essere rimasto par?colarmente colpito da ciò che

alcuni anni dopo avrebbe definito come «the long dura?on of the united front

betweensocialistsandcommunistsfrom1934tothemiddle1950s» ,un’unitàche1322

inGranBretagnanonpotevainvecepiùtrovare .1323

Il ricordo posi?vo del periodo del fronte popolare eramolto diffuso tra gli

amici inglesi diHobsbawm: anche chi, comeEdwardP. Thompson, aveva lasciato il

CPGB nel 1956 avrebbe con?nuato a difendere ilmovimento comunista degli anni

TrentaeQuarantaper il suo«contenutoprofondamentedemocra?co» ;allafine1324

degli anni SeIanta Thompson si sarebbe definito un «comunista impenitente del

periodo della seconda guerra mondiale», quando «c’era una grande solidarietà

internazionale» e «un’enorme self-ac?vity» . Qualcosa di simile doveva provare1325

ancheHobsbawm:alsuoallievoeamicoDonaldSassoondiràcheluisierasen?toper

tuIa la vita «aPopular FrontCommunist» . Comeha soIolineatoAldoAgos? le1326

parolechiavepropriedellastagionedeifron?popolarisieranoandatesedimentando

nella memoria individuale e collesva dei comunis? e della sinistra europea,

riapparendoannidopocomeideeforza.L’an?fascismoneglianniSeIantadiventava

quindi il «cemento di una nuova, più larga unità delle forze raccolte nello sforzo

E.Hobsbawm,Gliintelle.ualiel’an1fascismo,inid.(acuradi),StoriadelMarxismo,vol.III,tomoII:1319

Dallacrisidel’29alXXCongresso,cit.,p.447.

Id.,IlSecolobreve,cit.,p.175.1320

NAL,MI5-EHF, KV2/3982, Report su carta intestata SIME General Headquarter,Middle Esat Land1321

Forces,19oIobre1953.

E.Hobsbawm,DanielL.Horowitz,TheItalianLaborMovement,cit.p.41.1322

Il Par?to comunistabritannicodopoaver raggiunto il suoapiceeleIoralenel1945avevaassunto1323

infasunaposizionesemprepiùcri?caversoigovernilaburis?.

E.P.Thompson,Fuoridellabalena,inId.(acuradi),Fuoridall’apa1a,cit.,p.145.1324

Storia,culturaemovimen1:unaintervistaconE.P.Thompson,acuradiN.GalleranoeM.Salva?,in1325

«Ombrerosse»,cit.,pp.55-56.

D.Sassoon,EricHobsbawm1917-2012,in«NewLeâReview»2012/77,p.38.1326

�278

secondaparte:ProgeÅ

comune di difendere la democrazia e insieme di ripensarla in termini nuovi» .1327

HobsbawmvedevanellapropostadelPCIunariaIualizzazionediquestapoli?ca.

Nel1977rivolgendosiaileIoridel«Time»affermavacontrasportochelasua

posizione era «closest to Eurocommunism» . A pochi anni da quando (1969) a1328

Moscasieratenuta l’ul?magrandeconferenzadeipar??comunis?, inuntenta?vo

da parte dell’URSS di riaffermare il proprio ruolo di guida internazionale rivelatosi

però un «involucro vuoto» , il PCI si faceva portavoce e artefice di una sorta di1329

«missione transnazionale», in cui Berlinguer si proponeva di combinare l’elemento

nazionale con quello europeo, finendo per avanzare una concezione nuova di

internazionalismo . La «prospesva europea transnazionale», come Hobsbawm1330

l'avrebbedefinitaalcuniannidopoconversandoconAchilleOccheIo,glisembròuno

dei «più posi?vi e concre?» aspes della proposta poli?ca del PCI. «Gli italiani –

avrebbedeIo–sempre[…]hannocompresoinmodomoltopiùchiarolaprospesva

diciamo della soprannazionalità europea, e sono molto contento che il PCI ha

riconosciutochequalsiasipoli?caprogressistanonsipuòfareinscalanazionale» .1331

Negli anni ’70 prendendo ormai aIo delle debolezze e dello sviluppo nega?vo del

socialismo sovie?co , Hobsbawm esplicitava il proprio disorientamento di fronte1332

allaperditadelprimatomoscovitanelmovimentocomunistainternazionale;sidiceva

«molto triste»per il faIochenonesistessepiùun forumdidiscussionecomunista

internazionale«resopressochéimpossibile,perilmomento,dallascissionetrarussie

cinesi» . Ora che l’unità del movimento comunista era venuta meno e la guida1333

sovie?ca era solo una finzione, la proposta di Berlinguer doveIe in altre parole

sembrargli un nuovo progeIo di internazionalismo, democra?co e indipendente.

Hobsbawm vedeva di buon occhio – la definiva «logic[a]» – la spinta verso un

orizzonte sovranazionale chepotessemeIere in comunicazione «gruppi regionali»,

A.Agos?,BandiereRosse,cit.,p.93.1327

MRC, EHP, WriIen Material about Hobsbawm, Interviews and ar?cles, Draâs/proof copies and1328

transcripts:onEurocommunismfor«Time»,1977,(937/8/1/2)

Ivi.,p.267.1329

D.Sassoon,TheStrategyoftheItalianCommunistParty,cit.,p.217(213-218).1330

MRC,EHP,Publica?ons,MarxismToday,Ar?clesandtranscripts,DasloscriIodellasbobinaturadella1331

registrazionedell’intervista,poiapparsaconil?toloSpliÅngImage,in«MarxismToday»,febbraio1990,pp.14-19.Riprendolacitazionedallabozzaitalianadellatrascrizioneinquantoquelpassaggiononvienepoiripresentatonellaversionedefini?vaeridoIapubblicata(937/4/5/2/4).

Affermavache«abbiamosmessodiesserestalinis?»«permo?vi[…]profondie[…]sinceri»,avendo1332

colto in modo autonomo, dopo il XX congresso del PCUS «che un certo sviluppo dell’URSS è statonega?vo, che non vogliamo noi un socialismo che sia staliniano e non solo perché non è acceIabileall’opinione pubblica». La citazione è traIa da L’eurocomunismo e la transizione lunga dell’Europacapitalis1ca.IntervistaaEricHobsbawm,in«Rinascita»,25marzo1977,p.11(11-13).

Ivi.,p.12.1333

�279

quintocapitolo:…ediGramsci

«senza voler imporre la loro impostazione e farne una ortodossia per gli altri». Si

doveva traIare inoltre di un internazionalismo, quello dell’eurocomunismo a cui il

PCE e il PCF rispondevano, che nelle speranze di Hobsbawm, doveva connotarsi in

terminiampi:

io vedo l’eurocomunismo come un problema generale che non è legato a una

situazione concreta, sia economica che poli?ca, per esempio la crisi aIuale o la

situazione del par?to comunista in Italia in questa epoca. […] Mi pare che

l’impostazionepossaesseremoltopiùgenerale.Essaintantoprendelemosse–diceva

Hobsbawm–dalriconoscimentochel’esperienzastoricadellarivoluzionesovie?canon

sièapplicata,eforsenoneraapplicabilenelsensoleIerale,aunaquan?tàabbastanza

grande di paesi, sopraIuIo sviluppa?. Era necessario un ripensamento,

un’elaborazionedellesituazioniconcrete.Epoiprende lemossedallosviluppo, forse

dovremmo dire dalla generalizzazione dello sviluppo capitalis?co, sopraIuIo

nell’epocadelsecondodopoguerra,adaltripaesi,comeperesempiol’Italiaeinmisura

minorelaSpagna.Perquestolaproblema?cacontenutainquellochesichiamaormai

pacificamente eurocomunismo non è marginale all’Europa, ma abbastanza generale

peripaesisviluppa?diquestocon?nente,edanchecer?altri .1334

Hobsbawm, intervistato da Giuseppe Vacca e da Fabio Mussi circa la natura e le

potenzialitàdell’eurocomunismo, rispondeva insistendopiùepiùvoltesul faIoche

essonondovesse«presentarsicomeuna‘ideologia’regionale»,madovevaspingersi

oltre.

Peresempio:neirappor?trapaesisviluppa?epaesisoIosviluppa?,proprioinquesta

ul?maepocasivannocreandonuovetendenzeenuovepossibilitàchedevonoessere

integratedaun’analisiallostessotempostruIuraleepoli?ca.C’èunacertatentazione

ditrascurareilpianogenerale,diconcertarel’aIenzionesuipaesiindustrialisviluppa?.

EdunquepoidiincapparenelpericolodifarsicaIurareinuna‘rivoluzionepassiva’di

portatamondiale. Badate che è facile, soggesvamente, alla fine pensare: insomma,

ques? indiani sono sempre sta? affama?; non è un problema nuovo quello che li

riguarda.E invecesì.Suscalamondiale il loropesooggièeffesvamentebendiverso

dal passato. Il capitalismo tende a trasferire molte sue operazioni a queste masse

affamate e che costano poco: con conseguenze direIe, per noi. La ques?one

dell’internazionalismo si ripropone in termini forse più concre? ancora, non solo

poli?co-morali, e su scalaplanetaria. […] [I]nsisto sul faIo che l’eurocomunismonon

Ivi.,p.11.1334

�280

secondaparte:ProgeÅ

puòessereun’ideologiaristreIadiunmovimentodipaesisviluppa?.Ilterzomondoè

giàdentroilprimoeilsecondo:nonc’èfron?eratrametropoliecolonia» .1335

Necessario dunque – concludeva Hobsbawm – era affrontare un «grande sforzo

teorico» inmododaperfezionareerenderevincentelastrategiadiquestonuovo1336

frontepopolare.

Ibid.1335

Ivi.,p.13.1336

�281

quintocapitolo:…ediGramsci

5.3.Dall’Italiaall’Europa,almondo

Nell’autunnodel1975glieinaudianichiedevanoadHobsbawmdipartecipare

alla«nostrabaIagliapoli?ca»sulcompromessostorico .Nell’ideadiGiulioEinaudi1337

sisarebbedovutoelaborareun

approfondimento a livello ideologico del problema, che merita di essere analizzato

teoricamente. Se tu, come spero, sarai d’accordo, cercheremo subito di trovar? –

scriveva a Hobsbawm – altri possibili interlocutori di differen? posizioni.

Eventualmente,vorreiallafinesoIoporretuIoilmaterialeachihaconiatolaformula

del ‘compromesso’, anche per s?molarlo a rimediare sviluppi e processi avvenu? da

quandoeglilaproposeneldivamparedellatragediacilena .1338

Atalerichiestanonc’èseguitoarchivis?cochedocumen?unareplicadiHobsbawm

né un esito editoriale che ne tes?moni la sua accoglienza posi?va . La sola1339

domandadiEinaudi,reiteratadaVivan?,ètes?monianzaperòdiquantosimpate?co

dovesse mostrarsi Hobsbawm nei confron? del progeIo poli?co del PCI

berlingueriano. Ne aveva d’altronde dato prova dall’estate di quello stesso anno

prendendoparteainizia?veculturaliededitorialitralorodifferen?,madireIamente

oindireIamentelegatees?molatedalpar?toechealpar?toavrebberocontribuito

aportareun’ecointernazionale.

Nel 1975 venivano da? alle stampe in una nuova edizione i Quaderni del

carcerediGramsci.Valen?noGerratana,che l’avevacurata,definì l’operacome«un

restauro filologico» che avrebbe aperto «la strada a un vero e proprio restauro

teorico»degliscrisgramsciani .SitraIavadiunlavorocheavevaimpegnatoper1340

più di dieci anni la casa editrice Einaudi in collaborazione con il Par?to comunista

italiano e l’Is?tuto Gramsci e che si configurava come una vera e propria

«rivoluzione» . Per questo mo?vo la prima presentazione al pubblico dell’opera1341

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Secondaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1337

Hobsbawm,13oIobre1975.

Ivi.,LeIeradiG.EinaudiaE.Hobsbawm,6oIobre1975.1338

Quest’idea probabilmente trovò realizzazione solo anni dopo nell’analisi ispirata da Asor Rosas1339

all’internodellarivistatrimestraleeinaudiana«Laboratoriopoli?co»,ilcuivolumeII,n.2-3/1982vennededicatoaltemadelcompromessostorico.

V.Gerratana,Laricercaeilmetodo,in«Rinascita»,25luglio1975,p.11(11-13)1340

F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit.,p.203.1341

�282

secondaparte:ProgeÅ

venneprogrammatainunasedeeconunaplateadiriguardo.Il19e20giugno1975,

a quaIro giorni dalla viIoria eleIorale del PCI alle elezioni amministra?ve, si

riunivanopressolasededell’Écolepra?quedeshautesétudesaParigidiversistudiosi

europei. Tra ques? c’erano Jacques Le Joff, che faceva gli onori di casa, Jean

Thibaudeau, Jean Chesneaux, Chris?ne Bucy-Glucksmann, Jean Texier, Régis Debry,

Maurice Godelier, Pierre Nora, Norberto Bobbio, Giulio Bolla?, Cesare Luporini,

Nicola Badaloni, Ruggiero Romano, Corrado Vivan?, Lelio Basso, Leonardo Paggi,

ViIorioStrada,ElsaFubini,SergioCaprioglio,EdoardoSanguine?,ValerioValeri,Italo

Calvino,Massimo Salvadori, Luciano Gruppi. Era un evento per la cui realizzazione

Giulio Einaudi si era impegnato da lungo tempo, acceIando di organizzarlo «lui, e

nonl’Is?tutoGramsci[…]alfine–spiegavaVivan?aHobsbawm–diesserepiùsciol?

da ‘servitù locali’» . La scelta di presentare un’opera italiana in un contesto1342

francese,spiegòGiulioEinaudi,eradeIatadalfaIocheormaiGramscierauscitodai

confini nazionali italiani diventando oggeIo di interesse internazionale. Parigi si

configurava dunque come il luogo ideale per accendere una discussione u?le a

cogliereitrassalien?delpensierogramscianoeassiemepervalutaree«confrontare

– diceva Einaudi – le immagini di Gramsci che oggi si mol?plicano» come una

«moda» . Il relatore a cui venne affidata l'apertura dei lavori fu, su volere dello1343

stesso Einaudi, Hobsbawm: era un incarico che rispecchiava la fiducia che l’editore

provava verso colui che stavadirigendo il progeIodellaStoria delmarxismoe che

ormaierariconosciutocomeungrandestoricoalivellointernazionale.Einaudiaveva

aperto la discussione citando proprio un’affermazione di Hobsbawm che aveva

definitoGramscicome«ilpiùoriginalepensatorecomunistache[avesse]operatoin

Occidente nel XX secolo» . Così recitava l’incipit di un lungo ar?colo in cui1344

Hobsbawm l’anno precedente, muovendo dalla recensione di alcune pubblicazioni

inglesi su Gramsci, aveva presentato il comunista sardo ai leIori della «New York

Review of Books» . Doveva essere stato uno scriIo apprezzato dagli einaudiani1345

tantochevenivapostoinappendiceall’edizioneitaliana,pubblicataproprionel1975

daEinaudi,deIrivoluzionari,unaraccoltadisaggierecensionicri?chediHobsbawm.

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Secondaserie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?aE.1342

Hobsbawm,28gennaio1975.

G.Einaudi,Gramscinuovo,in«Librinuovi»,oIobre1975,p.1.1343

Ibid.1344

E.Hobsbawm,TheGreatGramsci,in«TheNewYorkReviewofBooks»,4aprile1974,pp.39-44,ora1345

conil?toloNotesuGramsci, in id.,Rivoluzionari,cit.,pp.327-350. Ilsaggiovenneaggiuntoalvolumenella suaedizione italiana rispeIoalla primaedizione ingleseuscitanel 1972 (poi 1973, 1974)per laWeidenfeld and Nicolson. Si veda anche AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Seconda serie,cart.8,fasc.300,LeIeradiC.Vivan?eE.Hobsbawm,28gennaio1975.Iltestoèstatoripubblicatoconil?toloGramsciancheinComecambiareilmondo,cit.,pp.315-333.

�283

quintocapitolo:…ediGramsci

OraaParigi,aprendoleduegiornatedistudio,Hobsbawmriprendevalelineeguida

dell’ar?colostatunitensetracciandounapanoramicastoricasuldes?nodegliscrisdi

Gramscie sopraIuIosoIolineandone l’importanzaassunta, grazieaToglias,nella

elaborazionepoli?caeteoricadelmarxismoitaliano.SeaTogliasandavailmeritodi

aver reso fondante il pensiero di Gramsci nella linea poli?ca del comunismo

italiano , era a qualcun altro che Hobsbawm riconosceva un ruolo altreIanto1346

fondamentale:l’elaborazionestessadelpensierodiGramscierastataresapossibile–

puntualizzava Hobsbawm – dalla generosità finanziaria e dal supporto intelleIuale

chePieroSraffaavevafornitopermol?anniall’amicoincarcerato.L’allusioneaSraffa,

par?colarmenteapprezzatadall’economista torinese ,sedaun latomostracome1347

Hobsbawmsen?sseildoveredirendereomaggioacoluicheloavevaindireIamente

introdoIopiùdivent’anniprimaallaleIuradiGramsciaprendoglileportedell’allora

cos?tuendoIs?tutoaluidedicato,èdall'altraparteindicediunulterioremo?voper

cui Hobsbawm doveIe essere scelto come «relatore ufficiale» della presentazione

parigina. Egli, a differenza dei mol? intelleIuali stranieri che si erano avvicina?

recentemente – anche solo come una «moda», aveva deIo Einaudi – a Gramsci,

dovevapresentarsiagliocchidell’intelleIualitàcomunistaitalianacomeunafiguradi

studiosostraniero–quindigarantedell’internazionalitàchel’eventovolevaesprimere

–cheperòavevaunaconoscenzadi lungadatadeites?diGramsci.Erastatoinfas

unodei primi studiosi stranieri a leggere le opere gramscianenegli anni Cinquanta

giungendoviaIraversoicanalidelPCI;avevapoiportatoavan?quest’interessecome

un punto di riferimento teorico per i suoi lavori storiografici e anche per le sue

riflessionipoli?che.Ciòsucuil’interventopariginodiHobsbawminsisteIefuproprio

«la carriera postuma di teorico marxista di Gramsci». SoIolineandone il rilievo

assuntoneldibastointernazionalecontemporaneo,asserìcheGramscierailfilosofo

che, a differenza di altri, si era faIo dirigente poli?co: «Gramsci è anzituIo la

poli?ca»avevadeIo .Lapresentazionepariginadell’edizionecri?cadeiQuaderni1348

si collocava in un «momento par?colarmente felice del dibasto teorico interno al

par?to»: fu proprio negli anni SeIanta che si verificò un ampliamento tema?co e

Sull’importanzadiTogliasnelladiffusioneenellafortunadegliscrisdiGramsciHobsbawmsarebbe1346

ritornato più volte, scusando «le pecche e le omissioni editoriali» dell'immediato dopoguerra: Id.,Introduzione,inA.Santucci,GramsciinEuropaeinAmerica,Laterza,Roma-Bari1995,p.VI(V-X).

Id.,TheGreatGramsci,in«TheNewYorkReviewofBooks»,4aprile1974,cit.,p.44.Sraffaapprezzò1347

ilgesto:riferìlano?zianellasuacorrispondenzaconlafamigliaGramsci,scrivendocheHobsbawm«micita come Rothschild» (TCA, PSP, C115/5/4,8c) (quest’informazione la devo a Nerio Naldi, che quiringrazio per la sua gen?lezza); scrisse anche direIamente a Hobsbawm per ringraziarlo: ciò si puòcoglieredaunappunto–«scriIoaH.,grazieperallusioneame»–cheSraffa lasciòsulnumerodella«NewYorkReviewofBooks»incuieraapparsol’ar?colodiHobsbawm:TCA,PSP,F1,Fileofar?clesandnewscasngsonGramsci.

Id.,Dall’Italiaall’Europa,in«Rinascita»,25luglio1975,pp.15-16(15-17).1348

�284

secondaparte:ProgeÅ

anche una più marcata libertà teorica in primis a livello filosofico e sull'opera di

Gramsci . Di questo clima Hobsbawm diventava partecipe anche aIraverso1349

inizia?ve come quella parigina, che seppur di impronta scien?fica assumeva un

significato anche poli?co: come leggere iQuaderni gramsciani fu un interroga?vo

infas che all’epoca aveva, come ha osservato Francesca ChiaroIo, «un significato

poli?coforsepiùchescien?fico» .ÈpossibilemeIereafuocol’importanzapoli?ca1350

della rileIura di Gramsci e del ruolo che Hobsbawm in essa vi svolse, ponendo

l’aIenzionesulcontestobritannico.

Nel 1976 in una trasmissione radiofonica della BBC Stuart Woolf poteva

affermare che se «[d]ieci anni fa il nome di Antonio Gramsci era pra?camente

sconosciutonelmondodi lingua inglese,adeccezionedeglispecialis?dellastoriae

della poli?ca italiana, e degli specialis? dello sviluppo post-leninista del pensiero

marxista» ,oralecoseeranoprofondamentemutate.Ormailontanieranoitempi1351

incuiSraffaavevatrovatoinsormontabiliresistenzeaintrodurregliscrisgramsciani

nelmercatoeditoriale inglese,cosìcomesuperataeraanche la limitatacircolazione

cheavevaavutolaprimaselezionedites?gramscianipromossaall’indomanidel’56

dalGruppodeglistoricidelCPGB.Conl’iniziodeglianniSessantasieraavutagrazie

N.Gallerano,M.Flores,SulPCI,cit.,p.1349

F.ChiaroIo,OperazioneGramsci,cit-.p.205.1350

Latrasmissionedal?toloAntonioGramsciandtheItalianCommunismandòinondasulterzocanale1351

radiodellaBBC inoccasionedellapubblicazionedellanuovaedizionedeiQuaderni,1maggio1976.S.Woolf,AntonioGramscinellastoriografiaitalianaeinternazionale,in«Contemporanea»,1998/4,p.631(627-650).

�285

Eric Hobsbawm con Italo Calvino in occasione della presentazione della nuova edizione dei‘Quadernidelcarcere’avvenutaaParigiil19-20giugno1975.(immaginetra.ada«LibriNuovi»,o.obre1975,p.2)

quintocapitolo:…ediGramsci

agli ambien? della New Leâ una prima importante «dissemina?on of Gramscian

ideas»cheeranodiventateimportan?pun?diriferimentoneglistudiculturalieche

avevanopermeato il vocabolariodi storici socialiedei sociologi .Allametàdegli1352

anni Sessanta Tom Nairn e Perry Anderson sulle pagine della «New Leâ Review»

avevanoavanzatointerpretazionigramscianedellasocietàbritannicaeinpar?colare

delsuomovimentooperaio icuiechi,comesièvisto,eranogiun?fino in Italia .1353

Erastatoperòcon il1968che laricezionedelpensierodiGramsciavevaavutouna

piùdecisaintensificazione,partediunpiùampiointeresseversoaltriteoricimarxis?

con?nentali come, ad esempio, Lukacs, Korsch e gli esponen? della Scuola di

Francoforte. I frus editoriali di un tale interesse erano sfocia? all’inizio degli anni

SeIantanelprogrammapromossodallaLawrenceandWishartditraduzionedeites?

gramsciani a curadaQuin?nHoare, enellapubblicazione semprepiùnumerosadi

profili biografici diGramsci edi analisi storiograficheefilosofiche sul suopensiero,

nate spesso come tesi di doIorato, fruIo cioè di un fenomeno generazionale che

invesïsemprepiùancheilmondoaccademico .1354

A par?re sopraIuIo dallametà degli anni SeIanta ci fu un ulteriore canale

aIraverso cui si verificò una decisiva spinta alla ricezione britannica di Gramsci,

quellointernoalCPGB.Sedall'iniziodeldecennioprecedenteerastatala«NewLeâ

Review» a mostrare un par?colare interesse verso Gramsci e una certa vicinanza

versoilPar?tocomunistaitaliano,conilpassaredegliannitalerivistaavevasempre

piùassuntoposizionicri?cheversoilPCIavantaggioinvecediunamaggioresintonia

con il gruppo dissidente de «il manifesto». Quando il PCI raggiunse l’apice della

propria notorietà internazionale, furono invece alcuni seIori interni al CPGB che

iniziarono a seguire da vicino l’evoluzione del par?to fratello, in par?colare la sua

propostaeurocomunista,eadimportarenellalineapoli?cadelpropriopar?toideee

concesgramsciani.CiòpotevaaverluogoinquantoneiprimianniSeIantailCPGB

M.Kenney,TheFirstNewLef,LawrenceandWishart,Londra1995,p.61352

T. Nairn, The Bri1sh Poli1cal Elite, in «New Leâ Review», gennaio-febbraio 1964; id., The English1353

WorkingClass,inivi.,marzo-aprile1964;id.,TheAnatomyoftheLabourParty,inivi.,seIembre-oIobreenovembre-dicembre1964;P.Anderson,OriginsofthePresentCrisis,inivi.,gennaio-febbraio1964.

A?tolod’esempio cito solo alcuni tes?:G. Fiori,AntonioGramsci. Life of aRevolu1onary,Londra1354

1970;A.Pozzolini,AnotnioGramsci,Londra1970;H.Handerson,Gramsci’sLe.ersformPrison,in«NewEdimburghReview»,1974/2 voll., pp. 3-47;1-44; L. Lawner (a curadi),Le.ers fromPrison,NewYork1975;V.Kiernan,GramsciandMarxism,in«SocialistRegister»,1972,pp.1-33.Q.Hoare,Introduc?on,inA.Gramsci,Selec1onsfromthePrisonNotebooks,Londra1971,pp.XVII-XCVI.Lacitazioneè traIadaG.Eley,ReadingGramsci inEnglish.Observa1onson theRecep1onofAntonioGramsci in the Englis-speaking World 1957-82, in «European History Quarterly», 1984/14, p. 445(441-478),acuirimandoperunpiùgeneraleeapprofonditopanoramasullaricezionediGramsciinGranBretagna,perlaqualesivedaanche:D.Forgacs,InGranBretagna,inA.Santucci(acuradi)GramsciinEuropaeinAmerica,Laterza,Roma-Bari1995, pp.55-70;Id.,GramsciandMarxisminBritain,in«NewLeâReview»,cit.;F.Lusanna,Leedizioni, letraduzionie l’impegnoper ladiffusionediGramsci,cit.;S.Woolf,AntonioGramscinellastoriografiaitalianaeinternazionale,cit.

�286

secondaparte:ProgeÅ

subivaunrinnovamentodeipropriquadridirigen?: iniziavanocioèproprio inquegli

anni a ricoprire ruoli di rilievo all’interno della sua leadership esponen? di quella

generazione che aveva vissuto da protagonista, nella dirigenza delle sezioni della

YoungCommunistLeague(YCL),lastagionedeimovimen?studenteschi,dellespinte

femministe, stringendo streIe relazioni con altri movimen? di sinistra, come la

CampaignforNuclearDisarmament(CND)elemarcediAldermaston,epartecipando

aunimportantesvoltaculturale.Grazieaquestanuovaleva,inuncon?nuolavorodi

mediazione e di negoziazione con la vecchia guardia del Par?to, le linee

eurocomunisteeleideegramscianeandaronomanmanoainfluenzareidibas?ele

strategiedelpar?to.Inpar?colarequestanuovalevasirifacevaaiconcesgramsciani

per rinforzare la propria cri?ca verso quella che definiva una strategia incentrata

esclusivamente sull’«economism», una poli?ca cioè meramente «economico-

corpora?va» del movimento operaio, incapace di svolgere un ruolo espansivo ed

egemonico; richiedeva in alterna?va una maggiore enfasi sull’ideologia e sulla

cultura. Tali cri?che riuscirono a permeare le discussioni interne al par?to e a

promuovernelapiùdecisivarevisionedellasualineapoli?ca:nel1977venivas?lata

da Mar?n Jacques, esponente della nuova leva, affiancato dal vecchio Georges

MaIhews,aven?seiannidaquellascriIadaHarryPolliI,unanuovaBri1shRoadto

Socialism,cheruotavaaIornoalconceIodiuna«broaddemocra?calliance»,chiaro

rimando alla linea proposta dal PCI. Al XXXV congresso del par?to, che si tenne

proprioinquell’anno,fuquestalalineamaggioritaria .1355

Un tale rinnovamento aveva trovato un luogo di incubazione e di massima

espressionenellaCommunistUniversityofLondon(CUL).Is?tuitanel1968comeun

«essen?ally internal Party student event», la CUL si eramanmano ingrandita (nel

1977 contava 1000 partecipan?, in par?colare tra studen? post-graduate) ed1356

evoluta. A metà degli anni SeIanta era diventa un vivace forum annuale che

contribuiva alla rinascita del dibasto intelleIuale interno al par?to con un

ampliamento del ventaglio dei temi traIa?, con un sempre più aIento focus sulla

strategia poli?ca del Par?to e sulla necessità di una visione maggiormente cri?ca

della sua storia, e conun intento ad aprirsi alla cultura europea . Si traIòdi un1357

G.Andrews,EndgamesandNewTimes,cit.,pp.143-166;Id.,TheCommunistPartyofGreatBritain,1355

cit.

RicavoquesteinformazionidaunabrevestoriadellaCULscriIaadusointernopresumibilmentenei1356

primianni’80:LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/18/05,CommunistUniversityofLondon.BackgroundNotes,senzadata.

Perquest’ul?moaspeIosipuòricordare,a?tolod’esempio,cheleedizionidellaCULdellaseconda1357

metà degli anni SeIanta prevedevano degli interven? di intelleIuali stranieri. Dall’Italia, in occasionedellaCULdel1976,partecipòGiuseppeVacca.Ivi.,CP/CENT/CULT/7/2,ProgrammadellaCUL,1976.

�287

quintocapitolo:…ediGramsci

luogodidiscussonechemisealcentroillavorointelleIualeeproprioperquestorese

possibile una specie di riconciliazione tra «the lost genera?on of communist

intellectuals» che avevano lasciato il par?to nel 1956 e la generazione di studen?

post-1968 .1358

Hobsbawm,chedopoil1956avevaaffievolitodimoltolasuapartecipazioneallavoro

delCPGB,riassumevaproprioinquestacongiunturaeall’internodiques?forumuna

posizione che agli occhi di chi vi prendeva parte, come ad esempio Geoff Eley,

apparve di «careful advocacy» nell’indirizzare il par?to verso il pensiero di1359

Gramsci .Eglidivenne infasunpuntodi riferimentocostantedellaCUL odei1360 1361

dibas?propos?dallarinnovata«MarxismToday» ,dicuinel1979fuchiamatoa1362

farpartedelconsigliodiredazione. Idocumen?preparatorie imaterialidellevarie

edizioni della CUL, conserva? presso l’archivio del CPGB, sebbene consentano di

affermarecheHobsbawmfusicuramenteunpuntodiriferimentodellaCUL ,non1363

permeIono invecedi ricostruire – in quanto incomple?– la suapartecipazionee i

temi da lui traIa? come «regular speaker», come lo ha definito Andrews, della

manifestazione londinese.Tra lesuecarteprivateèperòconservataunabozzanon

datatadiquellochesembraesserestatoundiscorsotenutonelcorsodiun’edizione

dellaCUL,ilcuitemafuproprioAntonioGramsci .1364

A Londra si parlava di Gramsci non solo alla CUL. Nel marzo del 1977, in

occasionedelquarantesimoanniversariodellamortedelleadercomunistasardo,un

convegno gramsciano finanziato congiuntamente dalla Lawrence andWishart e dal

Polytecnic of Central London venne organizzato da due allievi di Hobsbawm, Lucio

SpondaeDonald Sassoon, a cuipreseparteancheunadelegazione italiana:Bruno

Tren?nfuinvitatoatraIareiltemadiGramsciontheroleoftheintellectuals,mentre

NicolaBadalonieGiuseppeVaccaintervenneroconcomunicazioninonprogrammate.

G.Andrews,EndgamesandNewTimes.TheFinalYearsofBri1shCommunism.1964-1991,Lawrence1358

andWishart,Londra2004,pp.58-59.

G.Eley,ReadingGramsci,cit.,p.444.1359

G.Andrews,EndgamesandNewTimes,cit.,p.145.1360

Ivi.,p.183.1361

La rivista dopo lamorte di James Klugmann veniva affidata alla direzione diMar?n Jacques, che1362

avrebbe contribuito a rinnovarla e a renderla un forum di discussionemolto vivace negli ul?mi anniSeIantaeneldecennioseguente.

I suoi libri erano indica?, assieme alla produzione di altri storici marxis? britannici, nelle leIure1363

consigliatedagliorganizzatoripericorsidistoriachelaCULproponeva.LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/7/5,Programmadel corsodi diHistoryNinetheenCentury EconomicHistory of theBri?sh Isles tenutodaWIllieThompsonconindicazionidi leIure,1978;Ivi.,CP/CENT/CULT/7/4,CorsodiPeople’sHistoryandMarxistTheory,diPeterLatham,1978.

MRC, EHP, Academic conferences, colloquia and lectures, Notes for talk on Gramsci, Communist1364

UniversityofLondon,(937/2/40).

�288

secondaparte:ProgeÅ

Hobsbawm invece fu invitato a tenere l’intervento d'apertura in cui riprese,

ampliandoli,alcunitemichiavedeldiscorsotenutodueanniprimaaParigi.Presentò

Gramscicomeunteoricopoli?co,«atheoristofhowsocie?esshouldbefoundedand

transformed» .LasceltadiconcentrarelapropriaaIenzionesuquestoaspeIofu1365

ricondoIadaHobsbawmalfaIoche

amongmarxisttheoristsheistheonewhomostclearlyappreciatetheimportanceof

poli?cs as a special dimension of society, and because he recognised that in poli?cs

more is involved than power. This is of major prac?cal importance, not least for

socialists .1366

Lapoli?caerastataperGramsci– insistevaHobsbawm–«thecorenotonlyof the

strategy of winning socialism, but of socialism itself», venendo da lui iden?ficata

come «the central human ac?vity». Importante dunque era conferire la massima

aIenzioneall’analisigeneralegramscianapercogliernegliaspesdellasuaaIualitàe

dellasuaapplicabilitànella realizzazionediuna«socialistsociety (asdis?nct froma

socially-owned and managed economy)» . Pochi mesi dopo avrebbe ripreso le1367

linee guida di questo ragionamento in occasione del terzo convegno gramsciano

promossodall’Is?tutoGramsciaFirenze .Inpar?colareilsuointerventolondinese1368

si focalizzava su due aspes: da un lato il conceIo di egemonia, che affermava

consisterein«nothowrevolu?onariescometopower»,bensìin«howtheycometo

beaccepted,notonlyasthepoli?callyexis?ngorunavoidablerules,butasguideand

leaders» . Dall’altro lato Hobsbawm si soffermava sulla possibilità che una1369

E.Hobsbawm,GramsciandPoli1calTheory,in«MarxismToday»,Luglio1977,p.212(205-213).1365

Ibid.1366

Ivi.,pp.212-213.1367

E.Hobsbawm,Gramscielateoriapoli1camarxista,inF.Ferri(acuradi),Poli1caestoriainGramsci.1368

AÅ del convegno internazionale di studi gramsciani: Firenze, 9-11 dicembre 1977, Vol. II. Relazioni,interven1,comunicazioni,EditoriRiuni?,Roma1977,pp.37-51.InrealtàNicolaBadaloniavevarichiestoaHobsbawmdipreparareuninterventosultema‘GramscielaIII internazionale’, da traIare in «una relazione di base, che verrebbe raccolta in volume a stampainsieme ad altre in an?cipo rispeIo alla data del convegno, affinché la discussione possa svolgersi inmodo non improvvisato». Hobsbawm aveva rifiutato dicendo che non avrebbe avuto tempo perpreparareexnovounsimilecontributo,eancheperché«sietevoi,italiani,moltopiùcapacidifareques?tes?dibase(pensoauncertoBadaloni…),sopratuIo(sic)sultema‘G.elaIIIInternazionale’.Certomipare–concludeva–importantesoIolineare,perunapartecipazioneestera,ilsignificatointernazioanledelG.» IG,AIG,Serie4–Asvitàdell’Is?tuto,SoIoserie2–Convegni,seminari, inizia?veculturali,UA256 - Poli?ca e storia in Gramsci. Convegno internazionale di studi gramscini (9-11 dicembre 1977),SoIocartella – Corrispondenza per relazioni e contribu?, LeIera di N. Badaloni a E. Hobsbawm, 2seIembreerisposta10oIobre1976.Sul convegnofioren?no si veda: F. Lusanna,Poli1cae cultura: l’Is1tutoGramsci, la FondazioneBasso,l’Is1tutoSturzo,cit.,pp.112-113

E.Hobsbawm,GramsciandPoli1calTheory,cit.,p.211.1369

�289

quintocapitolo:…ediGramsci

«rivoluzione passiva», come l’aveva chiamata Gramsci, si verificasse all’interno del

capitalismoepotesseriassorbireleinizia?verivoluzionarie:

therulingclass–disse–mightgrantcertaindemandstoforestallandavoidrevolu?on,

on the other, the revolu?onary moment might find itself in prac?ce (though not

necessarily in theory) accep?ng its importance and might be eroded and poli?cally

integratedintothesystem .1370

SitraIò,comehaevidenziatoDavidForgacs ,diuncontributo–diffusoda1371

«MarxismToday»–moltosignifica?voperchéposelebasidiunsuccessivointervento

diHobsbawmcheavrebbeindirizzatoinmododecisivoildibastointernoalCPGBe

al più generale mondo della sinistra britannica sul finire degli anni SeIanta e nel

decennioseguente.Invitatonel1978atenerelaMarxMemorialLecture,Hobsbawm

tracciò una panoramica di lungo periodo sulla realtà del movimento operaio

britanniconegliul?micent’anni,peranalizzarnelacontemporaneasituazionedicrisi.

Nelcorsodell’ul?motrentennio–riscontrò–sieraverificatounprogressivodeclino

della classeoperaia: tra lafinedegli anniQuarantaegli anniCinquanta,quando le

dinamicheelespinteditrasformazionesocialecheavevanooriginariamenteguidato

ilmovimentooperaioeranovenutemeno,erastatobloccato losviluppopoli?coed

eleIoraledella classeoperaia. Il calodi lungo terminedelle occupazionimanuali e

l’aumento invece della proletarizzazione di altri seIori (quello degli impiega?, ad

esempio), nonché un crescente «sec?onalism» interno alla stessa classe operaia e

l’aIeggiamento«economismandnarrow-minded»del sindacato avevanoportato a

uncambiamentointerminidi iden?tàdiclasseequindidiappartenenzapoli?ca.In

una congiuntura di forte crisi economica era necessario, dal punto di vista di

Hobsbawm,esaminarenonsololanaturadelcapitalismomaancheifallimen?chelo

stessomovimentooperaioaveva subito, colfinedi ricostruirsi e ripresentarsi come

forzaegemone.Chiuseilpropriointerventoconunappello:

If the labour and socialist movement is to recover its soul, its dynamism, and its

historicalini?a?ve,we,asMarxists,musttodowhatMarxwouldcertainlyhavedone:

to recognise thenovel situa?on inwhichwefindourselves, to analyse it realis?cally

andconcretely,toanalysethereasons,historicalandotherwise,forthefailuresaswell

asthesuccessesof the labourmovement,andtoformulatenotonlywhatwewould

want to do, butwhat can be done.We should have done this evenwhilewewere

Ivi.,p.210.1370

D.Forgacs,GramsciandMarxism,cit.p.82.1371

�290

secondaparte:ProgeÅ

wai?ngforBri?shcapitalismtoenteritsperiodofdrama?ccrisis.Wecannotaffordnot

todoitnowthatithas .1372

Pubblicato su «Marxism Today», l'intervento che Hobsbawm aveva in?tolato The

ForwardMarchofLabourHalted?avrebbesuscitatoampidibas?internialpar?toe

aisindaca? ;laCULdel1979proposetraisuoiappuntamen?seraliunconfronto1373

traHobsbawmeMickMcGaheypropriosuquestotema .SitraIavadiun’analisi1374

che richiamava le lineeguidadelle cri?che che la fazioneeurocomunista internaal

CPGB muoveva alla parte più conservatrice della leadership; l’intervento di

Hobsbawmfornìquindiuna«strongerauthorityandlegi?macytotheargumentsof

thenewerGramsciangenera?on» ,sopraIuIodopolaviIoriaeleIoralenel19791375

di un governo conservatore votato a un progeIo neo-liberale quale quello di

Margaret Thatcher. Il dibasto che ne scaturì contribuì non solo a cristallizzare le

differen? posizioni poli?che interne al CPGB,ma anche a far emergereHobsbawm

comeunricercatoeancheaspramentecri?cato consulentepoli?codeiLabournel1376

tenta?vo di delineare una strategia basata sull’unità delle forze di opposizione in

contrastoalTatcherismo, leIocomeunnuovo fenomenostoricopiùpericolosodel

vecchioconservatorismo .1377

HobsbawmaIraversogliinterven?suGramscifinquiricorda?sieraprefissato

lo«scopo–comeluistessodisse–difarloconoscerealeIoricheignoravanolasua

opera»nelmondobritannicoestatunitense;raggiunseperòunorizzontepiùampio,

E.Hobsbawm,TheForwardMarchof LabourHalted?, inM. Jacques, F.Mulheron (a curadi),The1372

ForwardMarchofLabourHalted?,Verso,Londra1981,pp.18-19;

Ivariinterven?direplica,oltrechel’interventodiHobsbawm(apparsooriginariamentein«Marxism1373

Today»,1978/9),venneroraccol?inM.Jacques,F.Mulheron(acuradi),TheForwardMarchofLabourHalted?,Verso,Londra1981.

LHA,CPGBA,CP/CENT/CULT/7/5,ProgrammeofEveningEventsofCUL1979,9giugno1979.1374

G.Andrews,Endgames,cit.,p.185.1375

Purriscuotendouncertoriconoscimento,HobsbawmriceveIeanchecri?chemoltopesan?daparte1376

di«someoldandvalidfriendsandcomrades».SivedaadesempioR.Miliband,TheNewRevisionism,in«NewLeâReview»,1985/150;J.McIlory,HobsbawmandSDPcommunism,Workers'Liberty,[1984],p.1.«thenostalgicyearningofsomeoldCPersforthePopularFront–thecross-classalliancesofthe‘30sand ‘40s–usnowtradedwith respectby sec?onsof thebroadLabour leâ,especially thosewhoarenowshiâingdrama?callytotheright.AndLabourParty leaderNeilPinnockhasdescribedtheguruofthis current opinion in the labour movement, Eric Hobsbawm, as the «most sagacious of livingMarxists».TherespectedhistorianEricHobsbawm,aSpanishCivilWarveteranwith50yearsintheCP,hasforthelastsevenyearssystema?callyarguedforasharprightwardsturnbythelabourmovement.BasinghimselfalsoontheexperienceoftheItalianCommunistParty–whichistotheRoyHaIersleyinday-to-daypoli?cs–hewantsallianceswiththeSDPandperhapswithsomeTories–an«an?-Tatchercoali?on».

I suoi interven? furono raccol? in E. Hobsbawm, Poli1cs for a Na1onal Lef: Poli1cal Wri1ng1377

1977-1988, Verso, Londra e New York 1989. Per una ricostruzione della posizione di Hobsbawmall’interno del dibasto della sinistra inglese tra anni SeIanta ed OIanta e la memoria lacunosa diquestoperiodoinAnniinteressan1,sivedaG.EllioI,Hobsbawm.HistoryandPoli1cs,cit.,pp.72-86.

�291

quintocapitolo:…ediGramsci

finendo per diventare un tramite della diffusione di Gramsci al di là del contesto

anglofono,inAmericaLa?naeinSpagnaadesempio.

In occasione del convegno londinese, Giuseppe Vacca e Fabio Mussi

intervistaronoHobsbawmcirca lapoli?caeurocomunista.Nell’ar?colo che scrissero

per«Rinascita»iduesoIolinearonocomelostoricoingleseavessepresentatol’opera

diGramscicomeun«grandetenta?vodielaborazioneteoricadopo laSecondae la

Terzainternazionalediunaricchissimaesperienzaorganizzata,poli?ca,sindacaledel

movimentooperaio,giuntaormaia livellodellostatosenzapossederegli strumen?

per inaugurare una nuova direzione» . Chiedendo a Hobsbawm se «il problema1378

oggi si ripresenta[sse] negli stessi termini», ques? rispondeva che era tempo di

affrontare«lanecessitàdiungrandesforzoteorico», inmodochel’eurocomunismo

non si presentasse come «una ‘ideologia’ regionale». Rimarcando «l’aIualità di

Gramsci su scala europea», Hobsbawm soIolineava che «l’esperienza concreta

pare[va]dimostrare il faIoche le ideediGramsci [avessero]unaaIualità» inGran

Bretagna. «Ma penso – concludeva – che in altri paesi e in altre situazioni si

potrebbero organizzare convegni paragonabili. La rivalutazione dell’elemento della

poli1ca,nellaloIaperl’egemoniaenellacostruzionedelsocialismo,èunacosadella

cui importanza siamo tus più coscien?» . Hobsbawmpensava a una necessaria1379

riflessione non in termini solo europeis?, ma indirizzata a realtà extraeuropee.

Probabilmenteproprioperquestasensibilitàcheeglimostravaversounaprospesva

extra-europea, i suoi interven?sollecita? insede italiana furonoripresenta? inaltri

contes?. Il dialogo appena ricordato sull’eurocomunismo come «transizione lunga»

verso il socialismo traHobsbawme i due comunis? italiani fu ripreso, ad esempio,

nellasezioneClase,IdelogíayPolí1cadella«RevistaMexicanadeSociología» .Non1380

erailsoloar?coloitalianodiHobsbawmatrovaretraduzionespagnola.L’intervento

gramscianocheHobsbawmavevatenutoaPariginel1975echeerastatopubblicato

su«Rinascita»comparvenel1976inunlibrosuGramscieditoinSpagna,suinizia?va

dialcunidocen?delseminariodidiriIopoli?codell’UniversitàdiBarcellona .Negli1381

anniincuiilfranchismostavaesaurendosi,laconoscenzadellaproduzioneteoricae

poli?ca gramsciana, fino all’epoca poco diffusa in Spagna, veniva sen?ta come

necessaria, «dada la gran actualidad – scrivevano i promotori del volume – que

Intervista a Eric Hobsbawm. L’eurocomunismo e la transizione lunga dell’Europa capitalis1ca, in1378

«Rinascita»,25marzo1977,p.13(11-13).

Ibid.1379

E.Hobsbawm,EleurocomunismoylalentatransicióndelaEuropacapitalista,in«RevistaMexicana1380

deSociología»,1978/40,pp.253-262.

JoanSubirats(scienziatopol?ico),JaumeColoreeCesáreoRodriguezAguileradePrat(esponentedi1381

Jus?ciaDemocrá?ca)

�292

secondaparte:ProgeÅ

?enenhoytodaslascues?onesrela?vasalatransformacióndelEstadoenlospaíses

de la Europa Occidental» . L’intervento di Hobsbawm, in Spagna già noto come1382

l’autoredeLasRevolucionesBurguesasedeiRebeldesprimi1vos,venivapropostoin

apertura – seguito da altri interven? di studiosi sopraIuIo italiani ma anche

inglesi – proprio perché meIeva in luce «la universalidad del pensamiento de1383

Gramsci» . Si traIò di uno scriIo che doveIe avere una certa circolazione negli1384

ambien?dellasinistraspagnola ,che,uscendodallaclandes?nità forzatadopo la1385

morte di Franco, deIe vita a una vera «moda Gramsci» aIraverso traduzioni di

leIeraturagramscianaedibas?sullerivistemarxisteesisten? .1386

HobsbawmdunquesiandòconfigurandocomeuntramiteaIraversoilqualeGramsci

trovòdiffusione intermininonsolostoriografici,maanchepoli?cinonsolo inGran

Bretagna,ma in contes? più ampi. Non a caso, anche decenni più tardi, Giuseppe

Vacca, inqualitàdidireIoredell'Is?tutoGramsci, loavrebbecoinvoltonelComitato

scien?ficoper lanuovaedizionenazionaledegliscrisgramsciani .Quandopoi la1387

casa editrice Laterza avrebbe preparato negli anni Novanta un volume a cura di

Antonio Santucci sull'influenza di Gramsci in Europa e in America con contribu? di

studiosidituIoilmondo,VitoLaterzaavrebbechiestoconinsistenzaaHobsbawmdi

firmarne l’introduzione:«nonpossopubblicareun libro importanteper i contenu?,

ma di autori poco no? in Italia, se non c'è l'avvallo del tuo nome come

presentatore» .1388

Fuperòun’altraoperaacuiHobsbawmcontribuìcheraggiunseunadiffusione

mondiale. Si traIò de L’intervista sul PCI che Giorgio Napolitano concesse a

Hobsbawm e che fu pubblicata per i ?pi di Laterza. In realtà era stato proprio

Napolitano,alloraresponsabiledelseIoreculturaledelpar?to,aproporlaall’editore.

Nell’estatedel1975,quandocomegiàricordatoilPCIavevaraggiuntoosmirisulta?

eleIorali,Napolitanosen?val’urgenzadiraggiungerel’editorebareseVitoLaterzain

GramsciHoy,inRevolucionydemocraciaenGramsci,Fontamara,Barcellona1976,p.23(17-23).La1382

citazioneètraIadallasecondaedizione,1981.

LucianoGruppi,ElconcertodehegemoníaenGramsci;HugoPortelli,Jacobinismoyan1jacobinismo1383

de Gramsci; Massimo Salvadori Actualidad de Gramsci; Umberto Cerroni Cosmopoli1smo y VíasNacionales;Quin?nHoaresuGramsciyBordigafrentealKomintern.

Ivi.,pp.21-22.1384

Veniva ad esempio ripreso da Antoni Gu?érrez i Díaz, Prólogo, in G. Napolitano, La alterna1va1385

eurocomunista.EntervistasobreelPCI,EditorialBlume,Barcellona1977,p.13.

F.FernándezBuey,InSpagna,inA.A.Santucci(acuradi),GramsciinEuropaeinAmerica,cit.,pp.1386

29-40(27-53)

MRC,EHP,Correspondence,Generalcorrespondence,1994,LeIeradiE.HobsbawmaG.Vacca,121387

oIobre1994.

Ivi.,1994,LeIeradiV.LaterzaaE.Hobsbawm,6maggio1996.1388

�293

quintocapitolo:…ediGramsci

vacanzaperproporgliun’inizia?vaeditoriale:

Che cosa ne penserebbe di un’«intervista sul PCI»? Nel momento aIuale dovrebbe

esserciaIenzioneperqualsiasitenta?vorivoltoameIereafuocoleposizionidelPCI

sutemicomequelli–adesempio–delnostroleninismo,delnostrointernazionalismo,

dellanostravisionediunnuovo«meccanismodisviluppo»(edelruolodelprofiIoe

dell’inizia?vaprivata),dellanostrapoli?caculturale,ecc.Masono,ques?,esempiche

faccioapuro?toloindica?vo:toccherebbeall’intervistatorecontribuireallasceltadei

temieallosviluppodeldiscorso .1389

Era una proposta quella di Napolitano che molto probabilmente era deIata dal

grande successo che la formula del libro-intervista, lanciata l’anno precedente da

Laterza per traIare in modo agile temi d'aIualità , aveva avuto. Il primo1390

esperimento, presentato al pubblico come «una storia dell’intelleIualità dal

dopoguerra» ,eraconsis?tonell’Intervistapoli1co-filosoficaincuiPerryAnderson1391

aveva sollecitato LucioCollessulla crisi delpensieromarxistae sui suoi riflessi sul

movimentooperaioitalianoedeuropeo.Nell’estatedel1975venivadataallestampe

invece l’Intervista sul fascismo, in cui Renzo De Felice, grazie alle domande dello

storicoamericanoMichaelA.Leadeen,esponevairisulta?acuieraarrivatoneisuoi

studi sulla biografia diMussolini, finendoper proporre una riflessione tra fascismo

italianoefascismieuropei .Alcunimesidopolacasaeditricebareseavrebbepreso1392

contaIoconGeorgeMosse,cheiniziavainqueglianniadiventarenomenotoanche

in Italia , per un’intervista sull’ideologia e la prassi poli?ca del nazismo .1393 1394

L’intervista a De Felice, probabilmente anche per i toni provocatori e per l’eco

media?cachecreò,riscontròungrandesuccessodivendite.Spintoanchedaquesto

Archiviodidepositodellacasaed.Laterza-sedediBari,[d’orainpoiADLB],Corrispondenza,LeIera1389

diG.NapolitanoaV.Laterza,2agosto1975.

V. Laterza, Quale editore. Note di lavoro, Laterza, Roma-Bari 2002, p. 132; A. e G. Laterza,1390

Introduzione. Un secolo di libri, R. Mauro, M. Menna, M. Sampaolo (a cura di), Le edizioni Laterza.Catalogostorico1901-2000,Laterza,Roma-Bari2007,p.XX(XII-XXIV).

L.Colles,Intervistapoli1co-filosofica,acuradiP.Anderson,Laterza,Roma-Bari1974.Lacitazioneè1391

traIadallaquartadicoper?na.

R.DeFelice, Intervista sul fascismo, a curadiM.A. Leadeen, Laterza,Roma-Bari 1975.Uscitanel1392

giugno1975laprimaedizione,nellugliolaseconda,laterzaaseIembre,laquartaadoIobre,laquintaanovembre.SivedaADLB,Corrispondenza,LeIeredellacasaeditriceLaterzaaR.DeFelice,17giugno,14luglio,15seIembre,1°oIobre,12novembre1975.

Sull’introduzionedeglistudisulfascismodiMossenellastoriografiaeneldibastopubblicodell’Italia1393

proprioallametàdegli anni SeIanta si veda:D.Aramini,Goerge L.Mosse, l’Italia egli storici,FrancoAngeli,Milano2010,p.33-53;sull’intervistaesullaricezionedipubblico,ivi.,pp.56-59.

G.Mosse,Intervistasulnazismo,acuradiM.A.Leadeen,Laterza,Roma-Bari,1977.L’intervistaviene1394

ideataeprogrammatadalnovembredel1975:ADLB,Corrispondenza,LeIeradiV.LaterzaaG.Mosse,5novembre1975erispostadel14novembre1975.

�294

secondaparte:ProgeÅ

mo?vo, nella stessa estate del 1975 Vito Laterza scriveva a Giulio Andreos per

chiederglidirilasciareadAntonioGambinounaIntervistasuAlcideDeGasperi .Di1395

fronte a queste inizia?ve Napolitano si faceva avan? proponendosi come

interlocutore in un dialogo che avrebbe avuto per oggeIo un tema dell’aIualità

poli?ca; si permeIeva anche di avanzare qualche ipotesi circa i nomi degli

intervistatori.AVitoLaterzascriveva:

dovrebbe traIarsidiun intervistatore serio, comenegli altri casi, capacediproporre

quesi? pungen? anche se non stupidamente provocatori. Potrebbe essere Eric

Hobsbawm(nonsose inquestoperiodosia in Inghilterrao inAmericaLa?na,mami

sarebbefacileaccertarloe,eventualmente,parlargliene)ounitaliano(RuggieroOrlei,

Cafagna)? 1396

LapropostaentusiasmòLaterza: ilPCIavevaappena riscontratounosmorisultato

alleamministra?ve;c’eranobuoneprobabilitàcheillibrofunzionasse.Sitrovòanche

inlineaconlapropostadelnomedell’intervistatore,preferendoquellodiHobsbawm

rispeIo alle alterna?ve italiane. Scegliendo lo storico inglese, Laterza poteva

riconfermare l’impostazione già presente nell’intervista a Colles e in quella a De

Felice,doveidueintelleIuali italianisieranoconfronta?conintervistatoristranieri.

In secondo luogo Laterza doveva provare una certa ambizione ad entrare in un

rapporto professionale con Hobsbawm: questa poteva essere dunque una buona

occasione . Alla proposta di Napolitano non solo Laterza ma anche Hobsbawm1397

rispondevaposi?vamente:tra lafinedeglianniSessantae iprimianniSeIantaegli

avevastreIoconNapolitanounrapportodiamicizia ,chesieraandatoinfiIendo1398

negliannisuccessivi.Probabilmenteancheperviadeifrequen?viaggicheNapolitano

G.Andreos,IntervistasuAlcideDeGasperi,acuradiA.Gambino,Laterza,Roma-Bari1977.Siveda1395

ADLB,Corrispondenza,LeIerediV.LaterzaaGAndreos,15 luglio,29agosto,6oIobre,1°dicembre1975.

ADLB,Corrispondenza,LeIeradiG.NapolitanoaV.Laterza,2agosto1975.1396

Giànel1973avevafaIosapereaHobsbawmdiaverpresocontaIoconlaWeidenfeldandNicolson1397

per acquisire un buon numero di volumi della serie «History of Civilisa?on», tra i quali The Age ofRevolu1on: «Finalmente un giorno – esclamava – diventerai anche autore della nostra casa!». Ivi.,LeIeradiV.LaterzaaE.Hobsbawm,21marzo1973.AgeofRevolu1onvenneinfasrieditodaLaterzanel1988.

E. Franceschini, Intervista a Eric Hobsbawm su Giorgio Napolitano, 11 maggio 2006, <hIp://1398

www.feltrinellieditore.it/news/2006/05/11/enrico-franceschini-intervista-a-eric-hobsbawm-su-giorgio-napolitano-6652/>.

�295

quintocapitolo:…ediGramsci

per piacere – come quando ad esempio andava a trovare Sraffa – o per lavoro1399

faceva inGranBretagna.Qui era unafigura conosciuta, se gli ambien?del Foreign

Office lo definivano «the PCI ‘Ambassador’ to Anglophone countries» o come la

«smilingfaceofPCI» .Nell’intentodiintessereundialogopoli?coconlemaggiori1400

forzedelsocialismoeuropeo,Napolitanofrequentavaconregolaritàleaderlaburis?e

comunis?britannici;nel1967,adesempio,assiemeaRenatoZangheriavevapreso

parte al congresso del CPGB ; negli anni successivi avrebbe tenuto in Inghilterra1401

diverseconferenzeelezioni.

Non è possibile seguire le fasi progeIuali dell’intervista né l’evoluzione del

progeIo sia per limi? archivis?ci sia perché con molta probabilità gli accordi1402

vennerofasnonperiscriIomatelefonicamente.VitoLaterzamiseadisposizionela

propria casa romana dove Napolitano e Hobsbawm, in un fine sesmana di fine

seIembre,conversaronoperunaregistrazionecomplessivadipiùdiquindiciore,che

vennepoisbobinataepiùvolterivistadaNapolitano .Quandoquest’ul?mostava1403

completando la revisione delle bozze, Laterza prendeva contaIo con un altro

esponentedelPCIperunanuovaintervista:chiedevainfasaGiorgioAmendola,che

pochimesiprimaeraintervenutoconposizionichesidiscostavanodallamaggioranza

dell’intelleIualità di sinistra nella polemica innescata dall’intervista a De Felice, di

essere intervistato da Piero Melograni sull’an?fascismo . Quest’ul?mo nella1404

prefazione alla seconda edizione dell’intervista avrebbe ricordato il clima nel quale

l’intervista nacque e la «chiara connotazione poli?ca» che un tale gesto assumeva

nelleintenzionidiAmendola.

Nell’autunno-inverno 1975-1976, vale a dire nel periodo in cui fu preparato questo

libro-intervista,giàsiparlavadielezionigeneralian?cipateemol?pensavanocheilPCI

avrebbeeffeIuatoil‘sorpasso’diventandoilprimopar?tod’Italia.Il1°marzoquando

Vito Laterzae ioportammo laprimacopiadell’Intervista sull’an1fascismo,Amendola

La corrispondenza e le agendedi Piero Sraffadocumentanounpar?colare rapporto di s?mae di1399

riconoscenzaaffesvanonchédi frequentazioni traNapolitanoeSraffa.SivedaTCA,PSC,LeIerediG.NapolitanoaP.Sraffa,23febbraio1972,18marzo1975;SivedanoancheleannotazionidivisiteinglesidiNapolitano,comeadesempio,quelledel26e27novembre1967 (E40);29gennaio1975 (E47);29febbraio1976(E48).

NAL, Records of the Foreign and CommonwealthOffice and predecessors, FCO 51/475, Research1400

Departmentmemorandum:TheforeignpolicyoftheItalianCommunistParty,1980.

G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,cit.,pp.127-129.1401

Non mi è stato concesso consultare l’archivio della sede romana dell’editore Laterza, dove1402

probabilmentesonoconservatelecartediquestaintervista.

ADLB,Corrispondenza,,4seIembre1975;leIeradiG.NapolitanoaMistreIa,25novembre1975.1403

G.Amendola,Intervistasull’an1fascismo,acuradiP.Melograni,Roma-Bari,Laterza1976.1404

�296

secondaparte:ProgeÅ

vedevamoltoprobabili leelezionian?cipatee cidisse cheesseavrebberoavutoper

tema: ‘governare con i comunis? oppure no’. Sulla partecipazione dei comunis? al

governoAmendolaconservavaalcuneincertezze.‘L’opinionepubblicainternazionale-

ci disse - hamoltobenaccolto il discorsopronunciatodaEnricoBerlinguer aMosca

duegiornifa,alXXVcongressodelPCUS’.InessoilsegretariodelPCIavevasostenuto

l’importanza sia del nesso tra socialismo e libertà, sia del sistema pluralis?co e

democra?co. ‘Non esistono più difficoltà all’estero’, commentò osmis?camente

Amendola. ‘È in Italiachecer? interessipossonocoalizzarsiechiedereun intervento

straniero’[…]QuestaIntervistanacquedunqueinunmomentoincuiAmendolapoteva

credereinunaprossima,grandeaffermazionedellasualineariformista.Eleanalisidel

fascismo e dell’an?fascismo da lui compiute nel libro erano in armonia con questa

linea .1405

DovevaesserequestolostessospiritoconcuiNapolitanosierapropostoaLaterzae

concuiorarispondevaalledomandediHobsbawm.SitraIavadiun’occasioneincuiil

PCI, aIraverso la voce del suo responsabile culturale, poteva elaborare una

riflessione sulla propria storia e sull’aIuale linea poli?ca. Era in altre parole una

vetrina che permeIeva al par?to di intensificare la sua area di influenza o

quantomenodinotorietà.

L’intervista venne suddivisa in quaIro sezioni tema?che: la prima parte,

aIraversol’esperienzaindividualeegenerazionalediGiorgioNapolitano,ripercorrela

storia del PCI dalla sua nascita agli anni Sessanta. La seconda parte, incentrata

sull’analisi della contemporanea crisi economica, meIe a fuoco le proposte che il

par?toproponevaper far fronte aduna crisi chedefiniva non solo economica,ma

anche«socialeepoli?ca,crisidellacapacitàdidirezione,dell’egemonia,dellevecchie

classi dirigen?».Nella terzaparte l’analisi dal contesto italiano si ampliava aquello

internazionale,perpermeIereaNapolitanodisoIolineare laforte interdipendenza

tra i due piani e la necessità di «cercare ilmassimo collegamento e comprensione

reciproca con le forze di sinistra e democra?che presen? in altri paesi dell’Europa

occidentale, al fine di evitare interferenze o interven? brutali dall’esterno», in una

«Europa occidentale né an?sovie?ca né an?americana». Infine, la quarta parte

tornava sul contesto poli?co italiano, per analizzare la «ricerca in aIo» di una via

italianaalsocialismo,quelladelcompromessostorico.

Lungo il dipanarsi del dialogo, tra intervistato e intervistatore trapelava una certa

affinità.PursoIolinenandoalcuniaspescri?cidellastoriadelPCIcome,adesempio,

P.Melograno,Prefazione,inG.Amendola,Intervistasull’an1fascismo,acuradiP.Melograni,Laterza,1405

Roma-Bari1994,pp.X-XI(IX-XIV)

�297

quintocapitolo:…ediGramsci

�298

Ar1colidigiornaleall’uscitadellaStoriadelmarxismo.

secondaparte:ProgeÅ

«l’eccessivafiducia»che i comunis? italianiallafinedella secondaguerramondiale

avevano mostrato nell’egemonia del movimento operaio e an?fascista da cui era

scaturitalaloroincapacitàdinonfarrinascere«unademocraziaborghesedivecchio

stampo»,Hobsbawmmostravaun’aderenzaalla leIura storica cheNapolitanodava

del suo par?to. Ne rimarcava, ad esempio, i lasci? posi?vi di lungo periodo della

guerra di liberazione e la par?colarità della vita italiana al socialismo . Nella1406

riflessionesul«compromessostorico»inoltreavanzavalapropostadiunprecedente

storicodiquestastrategiachericonducevaaLenin,andandooltrequelli indica?dal

PCI e trovando il consenso di Napolitano . Rimaneva aperto invece un punto di1407

frizione: Hobsbawm più volte sollecitava Napolitano circa il rischio di una

trasformazionegradualistadelPCIversounnuovofabianesimo ,ecircailmodoin1408

cui i governi di unità an?fascista immagina? dal PCI potessero funzionare senza

arrivarealla«roIura tra le forze sociali a cui si appoggia[va]» . Insistevadunque1409

sullanecessitàdiunragionamentoteoricopiùprofondocheNapolitanoperòpareva

noncogliere.SihaunriflessodicomeHobsbawmdoveIerimanereperques?aspes

insoddisfaIodellerispostediNapolitanoinunaleIeradiCorradoVivan?,chedopo

averleIol’intervistaappenauscitadicevaaHobsbawm

È abbastanza evidente il tuo sforzo di costringere Napolitano a prendere posizioni

impegna?ve,mentrel’intervistato,tuIelevoltecheèmessoconlespallealmuro,si

soIrae con discorsi poli?ci, con richiami a deliberazioni preceden? e via dicendo. È

l’impressionechehaavutoancheZangheri–concuiparlavopochigiornifa–chepure

nonconosceva le tue reazioniall’indomanidell’intervista.Mi sonopermessodidirgli

chesecondoteirischidelrevisionismo,dellasocialdemocrazianasconopropriodaun

aIeggiamento elusivo nei confron? della riflessione teorica, e su questo era

perfeIamented’accordo.ParecheilPar?to–sevolevaunosforzodelgenere–abbia

sbagliatopersona:quellagiustasarebbestatoilsegretariogenerale,maforsenoncisi

fidavaalasciarlotroppolibero .1410

Pubblicata sul finire del 1975, l’intervista fu introdoIa sulmercato italiano

all’iniziodell’annosuccessivoconpresentazioniincuil’intervistatoassumevailcentro

G.Napolitano,DalPCIalsocialismoeuropeo,cit.,p.221406

Ivi.,p.97.1407

Ivi.pp.67-68.1408

Ivi,pp.92-95.1409

AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Seconda serie, cart., fasc, LeIera di C. Vivan? a E.1410

Hobsbawm,27gennaio1976.

�299

quintocapitolo:…ediGramsci

dellascena,assente invece l’intervistatore ;gliorganidipar?to ladivulgaronoda1411

unlatocomeunu?letestoperlacomprensionedell’evoluzionestoricadellalineadel

par?to e dall’altro come un «programma di ricerca» per «fare i con? con i1412

problemipiùacu?dioggi» .Nell’agostodel1976,quandoinItaliavenivadataalle1413

stampe la terza edizione, erano in can?ere diverse traduzioni straniere; «l’Unità»

davaconto,adesempio,della traduzionefrancesechesarebbestatapresentatanel

corso della festa dell’«Humanite» . Nello stesso anno comparivano anche le1414

traduzioni olandese e giapponese ; nel 1977 quelle tedesca , inglese e1415 1416 1417 1418

spagnola ; nel 1978 quella svedese ; nel 1979 quella brasiliana e nel 19811419 1420 1421

quella cinese . L’interesse «fuori d’Italia non ha rallentato quello in casa1422

nostra» , facevasapere lacasaeditriceaNapolitanocherispondevadicendoche1423

«[i]lmiolibreIohaavutopiùfortuna–mipare–diquelchesipotessesperare,fuori

d’ItaliaeinItalia» .1424

Lagrandediffusionedell’intervistainuncontestosopraIuIoeuropeorispondevaalla

capacitàdiaIrazionecheilPCIesercitavaormaialivellointernazionale.Èpossibile

LaprimasitenneaNapoliallapresenzadiNapolitanoeArfèeGalasso.1411

E.Simeone,Presentatal’«intervistasulPCI»,in«l’Unità»,23gennaio1976,p.3.1412

C.Petruccioli,Lademocraziapericomunis1,inivi.,27febbraio1976,p.3.1413

L’intervistadiNapolitanotrado.aall’estero,3agosto1976,p.3.Lapoli1quedupar1communiste1414

italien,Edi?onsSociales,Parigi1976.

HetItaliaansecommunisme,VanGennep,Amsterdam1976.1415

.Itariakyōsantōtonotaiwa,Iwanamishoten,Tokyo1976.1416

GiorgioNapolitano: aufdemWeg zum"historischenKompromiss": einGesprächüberEntwicklung1417

undProgramma1kderKPI,Suhrkamp,Francoforte1977.

TheItalianRoadtoSocialism.AnInterviewbyEricHobsbawmwithGiorgioNapolitanooftheItalian1418

CommunistParty,LawrenceHill&CompanyPublishers,Londra-NewYork1977.

Laalterna1vaeurocomunista:entrevistasobreelPCI,Blume,Barcelona1977.1419

Denitalienskavägen1llsocialism,Forlagsk.Arbetarkultur,Stoccolma1978.1420

O Par1do comunista italiano o socialismo e a democracia, Editora Ciencias Humanas, San Paulo1421

1979.

: , /1422

Yidalizouxiangshehuizhuyidedaolu:YigongzhongyangshujichushujiNabolitanuoda,YingguolishixuejiaHuobusibaomuwen,1981.

ADLB,Corrispondenza, LeIeradellacasaed. LaterzaaG.Napolitano,16marzo1977. Il calodelle1423

venditeinItaliasarebbeiniziatosoloconilnuovodecennio:Ivi.,LeIeradellacasaeditriceLaterzaaG.Napolitano,8febbraio1980.

Ivi.,LeIeradiG.NapolitanoaV.Laterza,24marzo1977.1424

�300

secondaparte:ProgeÅ

coglierne alcuni elemen? prendendo come esempi per l'apparato ipertestuale che

presentanoilcasospagnoloequellobritannico.L’edizionespagnolavenneintrodoIa

daAnotniGu?érreziDiàz,membrodelcomitatoesecu?vodelPCE,chesoIolineando

l’importanza per il proprio par?to di seguire la linea poli?ca comunista italiana 1425

rimarcavacome«lasprincipalestendenciasdelapoli?caberlinguerianadehoy–de

la que Napolitano ed un claro exponente – no son mas que la adaptación a las

circunstancias actuales del pensamiento del Gramsci maduro y del Toglias de la

resistencia y la posguerra» . Per argomentare questo aspeIo si rifaceva al già1426

ricordato intervento di HobsbawmGramsci: de Italia a Europa apparso in Spagna

l'annoprecedente.NellostessoannoillibrocomparivainGranBretagna,dopoessere

stato oggeIo di concorrenza tra diverse case editrici . Nata dalla revisione1427

dell’originaedizione italianaediunanuova intervista londinese faIanelmarzodel

1977, l'edizione inglesedistribuitadallaLawrenceHill&CompanyPublishersvenne

presentata come un contributo «on what may be the most significant poli?cal

development in Western Europe since World War Second: the rise off Euro-

Communism» . Sebbene con l’Intervista sul PCI l’aIenzione internazionale fosse1428

chiaramenteriservataallalineadelPar?tocomunistaitaliano–aNapolitanosenon

direIamente a Berlinguer –, Hobsbawm, presentato come un «gran historiador» e

«aninterna?onallyrespectedhistorian»,assumevalaposizionedicomprimarionelle

elaborazioniteorichedelPCIenella lorodiffusioneinternazionaledelpar?to; ilsuo

nomequindidoveIesemprepiùessereassociatoalPar?tocomunistaitaliano.

Quando poi il primo volume della Storia del marxismo era pronto, fu

Hobsbawm a presentare l’opera anche in sede internazionale, non solo facendosi

promotore dell’edizione inglese ma anche accompagnando Einaudi alla più

pres?giosafieraeuropeadellibro,quellaaFrancoforte .All’uscitainItalia,doveva1429

essere ormai un intelleIuale conosciuto da ampia parte dei militan? comunis?

M.DiGiacomo,Iden1tàeurocomunista:latraie.oriadelPCEneglianniSe.anta,in«Studistorici»,1425

2010/pp.461-494.

A.Gu?érreziDiàz,Prólogo,inG.Napolitano,Laalterna1vaeurocomunista.EntervistasobreelPCI,1426

cit.,13.

Nel1977Napolitanoprendevainconsiderazione,adesempio,larichiestadiunapiccolacasaeditrice1427

londinese di comprare i diris inglesi dell'intervista, in alterna?va alla più grande Lawrence Hill &CompanyPublishers,perinserirel’intervistainunpianopiùgenerale«tobuildupinforma?onaboutthePCI in English-speaking countries». ADLB, LeIera diWriters and Readers Publishing Coopera?ve a G.Napolitano,25gennaio1977.

Publisher’s Note, in The Italian Road to Socialism. An Interview by Eric Hobsbawm with Giorgio1428

NapolitanooftheItalianCommunistParty,LawrenceHill&CompanyPublishers,Londra-NewYork1977.

A?tolod’esempio: ivi.;G. Servadio,Ungrandealbero, fruÅdiversi, in «TuIolibri», 23 seIembre1429

1978;assiemeadEinaudi:G.Goria,«Nonpossiamonondircimarxis?, in«PaeseSera»,19 seIembre1978;p.g.m.,MarxaFrancoforte,«Radiocorriere»,18novembre1978.

�301

quintocapitolo:…ediGramsci

italiani. La pubblicazione della grande opera einaudiana e la sua promozione sulla

stampa italiana fecero inmodoche la suanotorietàvarcasse i confinidell'opinione

pubblicacomunistaoltreaquelli streIamenteaccademici.Nellepresentazioni faIe

in ItaliaHobsbawmassunse una posizione di primissimopiano: fu affidata alle sue

parole la presentazione del progeIo su periodici di diversa natura ; ques? lo1430

descrisserocomeil«piùautorevolestudiosoeuropeodell’argomento» ,coluiche1431

avevaorchestratol’ideaeinaudiana :spessogliar?colichetraIavanodellaStoria1432

delmarxismodedicavanoaHobsbawmunapparatoiconograficocheloritraevailpiù

delle volteda soloo affiancato aGiulio Einaudi o a esponen? comunis?.Nei primi

anni OIanta, quando anche l'ul?mo volume della Storia del marxismo era stato

pubblicato,Hobsbawmdovevaesserepercepitodall'opinionepubblicaitalianacome

ilmassimoespertodelmarxismo:neèsentoreilfaIochevenisseinvitato,assiemea

LucioColles,apartecipareadunatrasmissionetelevisivadelprimocanaledellaRAI

perassumereilruolodidifensorediMarxinunaserataaluidedicata .1433

E.Hobsbawm,LostatodelmarxismoaitempidiMarx, in«Rinascita»,20oIobre1978,pp.13-14;1430

Id.,Dio, quanto marxismi! Uno storico inglese si interroga sulla eredità di Marx, in «L’Espresso», 17seIembre1978,46-50.

Ivi.,p.46.1431

G.Servadio,Ungrandealbero,fruÅdiversi,in«TuIolibri»,23seIembre1978.1432

MRC,EHP,Correspondencefilegroupedbylanguage,LeIeradellaRAIaE.Hobsbawm,28febbraio1433

1983,(937/1/5/3).L’episodioèricordatoancheinE:Hobsbawm,Anniinteressan1,cit.,p.396.

�302

UnaserataconMarx,RaiUno,1983.

secondaparte:ProgeÅ

Nonerasolol’intelleIualeespertodimarxismo.Hobsbawmavevamanmano

assunto, e sempre più partecipando da comprimario ai proges di cui in questa

secondapartesièparlato,unaposizioneeunruolopiùspecifici.Quando,nel1975,

era sta? pubblica? da Einaudi I rivoluzionari, una raccolta i saggi e recensioni di

Hobsbawm, «l’Unità» ne aveva parlato come di una «nuova prova dell’impegno

militante, della chiarezza, della capacità di penetrazione che lo studioso inglese sa

meIerenel suo lavoro» .PaoloSpianocheneavevafirmato la recensioneaveva1434

presentatoHobsbawmcomeun«militanteinglese»cheavevasperimentatoinprima

persona l’opposizione al fascismo e comeuno storico di grande livello.Un giudizio

similmente posi?vo appariva su «Paese Sera» a firma di un altro storico italiano

amicodiHobsbawm,AlbertoCaracciolocheperòsoIolineavacri?camentecomein

alcunisaggilìraccol?l’autoreavessedato«valutazionicosìcomprensiveversoilPCI»

difficilmente condivisibili . Se Caracciolo aveva visto di questo punto il nodo1435

problema?co del libro, Spriano al contrario evidenziava enfa?camente come lo

storico ingleseavessedefinito ilPCI«ilgrandesuccessodella storiadelcomunismo

nel mondo occidentale» . Si traIa di un contrasto di vedute che permeIe di1436

cogliere come e perché Hobsbawm fu un intelleIuale sempre più ricercato dal

Par?to. Egli, storico straniero internazionalmente riconosciuto, garan?va al PCI una

patente di scien?ficità; viceversa dal PCI e dal mondo culturale ad esso legato,

Hobsbawmricevevalegismazioneenotorietà.

P.Spriano,Irivoluzionari,in«l’Unità»,30oIobre1975.1434

A.Caracciolo,Larivoluzionenellastoriadell’occidente,in«Paesesera»,16gennaio1976.1435

P.Spriano,Irivoluzionari,in«l’Unità»,cit.1436

�303

Terzaparte:RITRATTI

�304

Terzaparte:RitraÅ

sestocapitolo

RICEZIONIEFORTUNA

6.1.GranBretagna

«ProfessorHobsbawm is acknowledged to be one of the leading economic

hisotrians in Britain, if not in the world. He is undoubtedly one of the most

dis?nguishedformerscholarsandFellowsoftheCollege, intheacademicfieldnow

living» .Conquestamo?vazionenel1973ilKing’sCollegeconferivaaHobsbawm1437

unahonoraryfellowship.Nonera ilprimoriconoscimentoaccademicochericeveva:

giànel1969l’UniversitàdiStoccolmagliavevaconferitounprimo?toloonorifico ;1438

l’annosuccessivoall’UniversitàdiHarvard,grazieinteressamentodiDavidLandes ,1439

gliconferivailSilasMarcusMacvanePrize ,enel1971l’AmericanAcademyofArts1440

and Sciences lo aveva eleIo Honorary Foreign Member . Ricevere un1441

riconoscimento da parte dell’Università di Cambridge doveva però avere per

HobsbawmunsaporediversoperviadelfaIocheeradaquasivent’anni,daquando

cioè nel 1955 non gli era stata rinnovata la posizione lavora?va al King’s, che non

avevapiùavutocontasformaliconl’Universitànellaqualesieraformatoeacuiera

rimastoaffesvamentelegato.Lacosanellacerchiadeisuoiamicidovevapesare.Se

netrovatraccia,adesempio,nellacorrispondenzatraHobsbawmeNoelAnnan,suo

amico dai tempi dell’università, come lui membro degli Apostoli, che definiva la

mancatacarrieradiHobsbawmaCambridge«monstrous[…]s?llmoremonstous»se

King’s College Archive [d’ora in poi KCA], Nicholas Kaldor’s Paper [d’ora in poi NK], NK/4/16/45,1437

Mo?vazionedelconferimentodellahonoraryfellowshipdapartedelKing’sCollegeaHobsbawm,1973.

All’Università di Stoccolma, da un’idea che Hobsbawm aveva lanciato in occasione del congresso1438

internazionaledi storiaeconomica tenutoqualcheannoprima inquella ciIà,eranatounprogeIodiricerca, direIo da Sven-Ultric Palme, sulla classe operaia di Stoccolma nel XIX secolo. MRC, EHP,Personalia,Honoursandprizes,Honorarydegrees,StockholmsUniversitet,cer?ficateandprogramme,1969(937/7/7/2).

EvidentementeLandes,rispeIoalloscontrocheloavevavistocontrappostoaHobsbawmnelcorso1439

delXcongressointernazionaledistudistoricinel1955,avevacambiatoopinionesuHobsbawm.Nonmièstatopossibilereperiredelmaterialearchivis?cou?leallaricostruzionedellororapportopersonaleeprofessionale.

MRC, EHP, Personalia,Honours andprizes,Honorary degrees, Cer?ficate ofHarvardCollege: Silas1440

MarcusMacvanePrize,1°giugno1970,(937/7/7/5).

Ivi.,Academymemberships,na?onalandregionalawards,Cer?ficateofAmericanAcademyofArts1441

andSciences,1971,(937/7/7/3).

�305

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

si teneva conto del faIo che non solo Cambridgema nemmeno Oxford gli avesse

offerto la caIedra di storia economica . La decisione di colmare quel ritardo1442

proponendodiinsignireHobsbawmdiun?toloonorificodovevaesseredunquenata

all’internodellesueamiciziealKing’s:senefecepromotoreDomenicoMarioNu?,un

giovaneeconomista italianoaCambridgedal1965 incontaIoconDobbeNicholas

Kaldor,altroamicodiHobsbawm .Allano?ziachequalcunosistavamuovendoin1443

tal senso, quest’ul?mo non rimase indifferente: pur mostrandosi pronto ad un

fallimento,sidicevasperanzosodiessereinsignitodiquel?tolo .1444

Risulta interessante seguire, per quanto le fon? lo permeIono, l’iter di

questo conferimento per più mo?vi. Da un lato perché si traIa del suo primo

riconoscimento pubblico da parte dell’accademia inglese e, guardando poi alle

opinioni degli studiosi interpella?, di riflesso anche internazionale; dall’altro lato

anche per il faIo che fu seguendo le stesse indicazioni di Hobsbawm che vennero

raccolteleleIeredireferenzaneisuoiconfron?necessarieperavvalorarelarichiesta

della honorary fellowhisp: indicazioni che si configurano come preziose in quanto

permeIono di vedere quale immagine egli volesse soIolineare di sé di fronte

all’accademia inglese. Ringraziando Nu? per l’interessamento, Hobsbawm, pur

mostrandomi?tubanteperché«Idonotknowwhatmycolleaguesreallythinkabout

me»,indicavaunaseriedinomidistudiosicherispecchiavanoalcunideisuoicontas

edellecerchieall’internodellequaliilsuolavorosieramosso.Dainomicheinordine

sparso proponeva è possibile cogliere alcuni pun? che egli voleva fissare del suo

percorsostoriografico.Daunlatol’appartenenzaalgruppodi«PastandPresent»di

cui, facendo inomidiChristopherHille JohnEllioI, ricordava ledueanime:quella

marxista d’origine e quella di una storiografia che aveva deciso alla fine degli anni

Cinquanta di aprire un dialogo con i marxis? britannici conferendo al periodico

maggiore credibilità accademica e trasformandolo in un forum di discussione

storiografica riconosciuto. In secondo luogo, indicando due generazioni di studiosi

francesicomeBraudeleLeGoff,Hobsbawmrichiamavailsuolegamedilungadurata

conle«Annales».DavidLandes,chedapocoloavevainsignitodiun’onorificenzaad

Harvard, e il medievalista Roberto Lopez, che gli aveva offerto un posto alla Yale

University, rispecchiavano invece l’aIenzione dell’accademica statunitense nei suoi

confron?e i suoi legami conessa.Consigliandodi rivolgersi aRichardCobb inoltre

KCA,NoelAnnan’sPapers[d’orainpoiNA],LeIeradiN.AnnanaE.Hobsbawm,21maggio1976.Si1442

vedaancheN.Annan,OurAge,London1990,p.297.

Sulrapportodiaffinitàpoli?catraDobbeKaldorsivedaT.Shenk,MauriceDobb:Poli1calEconomist,1443

Pelgrave,Londra2013,p.180.

KCA,NK/4/16/41,LeIeradiE.HobsbawmaD.M.Nu?,nondatata.1444

�306

Terzaparte:RitraÅ

voleva assicurarsi un parere favorevole daOxford, da dove d’altronde proveniva lo

stesso Hill. Per lo stesso mo?vo, per avere cioè un appoggio dall’altra grande

universitàinglese,facevainomi–seppurconmaggiore?tubanza–diGeoffreyElton,

DonaldColmaneMosesFinleydiCambridge.Permaggioresicurezzasuggerivaanche

inomidell’antropologoEricWolfedellostoricosvedeseSven-UltricPalme,persone

di cui davaper certa la s?ma,ma chefinivaper sconsigliare visto la loroposizione

marginale. Infinefacevaancheduenomi italiani:FrancoVenturi, inquelperiodoad

Oxford,eArnaldoMomiglianodelUniversityCollegeofLondon.

Diques?studiosicita?daHobsbawmsonoconservatesoloalcuneleIeredi

referenza. Le carte d’archivio non permeIono di seguire l’evoluzione dell’iter

burocra?co: non è dato sapere dunque se l’assenza archivis?ca delle leIere, ad

esempio,diLeGoff,deglistudiosidiCambridgeodiLandesediVenturisiaindicedi

una lacuna archivis?ca oppure di una mancata risposta a monte di ques? storici

oppure se invece la persona che si fece carico di raccogliere le adesioni preferì

rivolgersiaunnomepiuIostocheaunaltro.LeleIereconservatefannoemergereil

profilodi«afirst-classhistorian» perviadeisuoimoltepliciinteressieperilfaIo1445

chesieramostrato–nelleparolediMomigliano–unostudioso«interes?ngbothfor

hismethodandforhisthemes» ;lesuesugges?veideepoi–aparerediEllioI–1446

avevanoportatogli storici«to lookatoldques?ons innewways» .Braudel, che1447

come Momigliano ne elogiava anche le qualità umane, rimarcava che quello di

Hobsbawmera«uneoeuvretresoriginale,puissanteetclaireetquidépassedefaçon

évidentelaprobléma?quemarxistequiluisertdegrille» .SiaBraudelcheunaltro1448

rappresentantedell’Écolepra?quedeshautesétudes,nonLeGoffbensìMarcFerro,

soIolineavanoinoltreil legamediHobsbawmconlaFrancia:ilprimoaffermavache

eraunodeglistudiosi inglesipiùama?daiprofessorifrancesi, ilsecondodicevache

«[p]eud’historiensontenFrance le rayonnementd’EricHobsbawm,duautanta la

demarche de l’homme qu’a l’originalité de son oeuvre qui a marqué toute une

généra?onde chercheurs» .Neusciva, come riconosceva Lopez, un’immaginedi1449

uno studioso di alto livello , che aveva subito un’ingius?zia nel non essere stato1450

riconfermatoneglianniCinquantaall’internodell’organicodelKing’s: loaffermava–

Ivi.,NK/4/16/56,LeIeradiC.HillaJ.Dunn,DirectorStudiesinHistory,King’sCollege,13novembre1445

1973.

Ivi.,NK/4/16/58,LeIeradiA.Momigliano,14novembre1973.1446

Ivi.,NK/4/16/57LeIeradiJ.EllioIaJ.Dunn,14novembre1973.1447

Ivi.,NK/4/16/62LeIeradiF.Braudel,20novembre1973.1448

Ivi.,NK/4/16/64,LeIeradiM.Ferro,senzadata.1449

Ivi.,NK/4/16/61,LeIeradiR.Lopez,16novembre1963.1450

�307

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

l’unicoafarlo–RichardCobb,fortedelfaIodinonesseremaistato–comescriveva

–marxista .Ilriconoscimentodunqueeraunanime.TantocheHobsbawmtreanni1451

dopovenivaeleIomembrodellaBri?shAcademy .RispondoaNoelAnnanchegli1452

facevasapereinanteprimalano?zia,Hobsbawmaffermavacheilsuoproblemaora

che

theEstablishmentisincreasinglyclaspingmetoitsinterna?onalbosom–andfrankly,I

amvainenoughtolikethiskindofini?al-collec?ng–ishowtokeepmybonafidesas

anoldbolshevik,itselfnowaveryfuddy-duddyandrespectablerolebythestandards

oftheyounginsurrec?onaries .1453

Se dopo aver raggiunto il massimo riconoscimento interno al mondo accademico

britannico, conversando privatamente con un vecchio amico, poteva affermare

questo, solo tre anni prima in vista di oIenere il conferimento dal King's College

Hobsbawm si era mosso diversamente: aveva cioè faIo aIenzione a presentarsi

secondocanonidirispeIabilitàbenprecisi.

Ciò che nell’episodio della honorary fellowship di Cambridge risulta di

interesse infasnonè tanto il contenutodelle leIeredi referenzaquantopiuIosto

l’aIeggiamentomostratodallostessoHobsbawmneiconfron?delven?lato?tolo.È

possibilevederlo incontrolucenella leIeracheegliaveva inviatoaNu?con inomi

delle persone da contaIare. Chiudendo la leIera, Hobsbawm avver?va di aver

tentatodisuggeriredeinomidistudiosiche,sebbenepotesseroessereconsidera?di

sinistra,nonsarebberopotu?risultarepoli?camentedipartenéconpregiudiziasuo

favore;proprioperquesto faceva il nomediHill – che rappresentava il legamepiù

streIo con l’esperienza del Gruppo degli storici marxis?, per un periodo legato al

CPGB – solo in chiusura domandandosi anche se fosse un nome opportuno e di

qualcheu?litàaifinidiraggiungereunbuonesito .Difronteall’accademiainglese,1454

HobsbawmdunquemeIevainsecondopianoilsuoesseremarxistaelasuamilitanza

comunista. Sembra volesse in altre parole mirare a dare un’immagine di sé che

eludessequei caraIeriper iquali era statodiscriminatodalla stessaCambridge. Se

Hobsbawmnell’ambiente accademico inglesemirava apresentarsi in questomodo,

quali tras invece uscivano rafforza? nel contesto italiano? È quanto cercherò di

Ivi.,NK/4/16/59,LeIeradiR.Cobb,18novembre1973.1451

MRC, EHP, Personalia, Honours and Prizes, Academymemberships, na?onal and regional awards,1452

Bri?shAcademy,1976(937/7/7/3).

KCA,NA/5/1/452,LeIeradiE.HobsbawmaN.Annan,22maggio1976.1453

Ivi.,NK/4/16/41,LeIeradiE.HobsbawmaD.M.Nu?,nondatata.1454

�308

Terzaparte:RitraÅ

meIereafuoconeidueparagrafisuccessivi,dovemisoffermeròsullaricezionedella

produzionestoriograficadiHobsbawmdapartedelmondoaccademicoitalianodaun

lato e dell’opinione pubblica dall’altro. Il confronto dell’esperienza italiana di

Hobsbawmconquelladicoevistoriciinglesimostreràdaunlatoqualinuovicanalidi

comunicazioneegliaprìtralastoriografiaitalianaequellabritannicaedall’altrolato

meIerà in luce l’importanza del suo legame con il PCI, alla cui memoria rimase

semprelegato,nellasuafortunaitaliana.Perres?tuireidiversiritrasdiHobsbawm

questo capitolo presenta un andamento cronologicamente non lineare rispeIo al

precedente: facendo un passo indietro, l’analisi riprende dagli anni Cinquanta e

Sessantaperarrivarealnuovomillennio.

�309

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

6.2.Italia

In vista del centesimo anniversario dell’unificazione dello Stato italiano

l’Is?tutoGramscisiproposedipartecipareallecelebrazionidelgiubileoorganizzando

un convegno suiProblemidell’Unitàd’Italia ,a cuiHobsbawmpartecipò. Fuuna1455

dellesueprimeapparizionipubblicheinItalia,eancheunadellepiùtrascurate.Non

senetrovamenzioneinfasnénellesuememorienéinnessunodeinumerosiricordi

e necrologi a lui dedica? in contesto italiano. Si traIò in effes di un contributo

marginale,cheproprioinquantotalepermeIedifissarealcuniaspesdelrapporto

di Hobsbawm con l’Italia, rivelandosi una car?na di tornasole da un lato delle

aspeIa?ve con cui egli doveIe essere visto dagli ambien? storiografici italiani e

quindideicanaliincuieglisiinserìocheaprìedall’altrodellaricezioneinItaliadella

suaprimaproduzionestoriografica.

Senel1958perilprimoconvegnodistudigramscianiHobsbawmerastatocoinvolto

direIamente, questa volta l’invito fu invece mediato dal CPGB. La direzione

dell'Is?tuto Gramsci si era infas rivolta ai quadri poli?ci del Par?to comunista

britannicochiedendolorodiassicurarelapartecipazionealconvegnodialcunistorici

inglesi .L’Execu?veCommiIeedelCPGBnondovevaaverpresoinconsiderazione1456

la richiesta se Franco Ferri, solo dopo averla reiterata, riceveva una leIera di

Hobsbawmcheglidicevache«[a]syouwillbehearingofficiallyformtheBri?shCP,I

have been asked by our Party to aIend the Convegno» . Sollecitato da Ferri a1457

preparareuna«comunicazionesiapurbreve» ,Hobsbawmproposediconcentrarsi1458

su«someBri?shreac?onstoItalianunity» .Iltemadell’interventodiHobsbawm,1459

cheprese il?tolodiLastoriografia inglesee ilRisorgimento italiano ,noneraai1460

suoiocchidigrandeimportanza,«butIthink–con?nuavaconFerri–itbeIerforme

R.BianchiBandinelli,Salutoalconvenu1, in Is1tutoGramsci,Problemidell’Unitàd’Italia.AÅdel II1455

ConvegnodistudigramscianitenutoaRomaneigiorni19-21marzo1960,EditoriRiuni?,Roma1962,pp.13-15.IG,AIG,SoIoserie2-Convegni,seminari,inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unitàd’Italia,SoIobusta-Documen?,Programmadelconvegno.

Ivi., SoIobusta - Corrispondenza estero, LeIera di F. Ferri all’Execu?ve CommiIee del CPGB, 271456

oIobre1959(fariferimentoadunaprecedenterichiestadel24febbraiodellostessoanno).

Ivi., SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 21457

dicembre1959. Si vedaanche laparallela rispostadel CPGB: Ivi., SoIobusta - Corrispondenzaestero,LeIeradiW.AlexanderaF.Ferri,7dicembre1959.

Ivi.,LeIeradiF.FerriaE.Hobsbawm,8gennaio1960.1458

Ivi.,LeIeradiE.HobsbawmaF.Ferri,12febbraio1960.1459

E.Hobsbawm,Iliberaliinglesiel’unitàd’Italia,inProblemidell’unitàd’Italia,cit.,pp.144-153.Peril1460

?tolo della relazione usato nel corso del convegno si veda IG, AIG, SoIoserie 2 - Convegni, seminari,inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unitàd’Italia,SoIobusta-Comunicazioni,Indice.

�310

Terzaparte:RitraÅ

as a foreigner, andnot anexperton Italianunity, to s?ck to a foreign subject» .1461

L’ideaaFerripiacqueancheperchési inserivabenenelprogrammadelconvegnoin

cui si tentava di conciliare interven? di studiosi italiani con prospesve il più delle

volteregionaliconrelazionidistoricistraniericheper lamaggioresiconcentravano

sulmovimentodiunificazioneitalianovistodall’estero .LapropostadiHobsbawm1462

dunque corrispondeva alle aspeIa?ve, ma assumeva più valore in quanto si

prospeIavaqualeunicocontributooccidentaleconunsimiletaglio.

La sua relazionedovevaessere cosapar?colarmente auspicatadall’Is?tutoGramsci

anche per un secondomo?vo, vale a dire per il faIo che la storiografia britannica

dalla fine della seconda guerramondiale si era dimostrata sempre più aIenta alla

storia risorgimentale italiana. In vista della ricorrenza nazionale le principali case

editriciitalianeavevanopubblicatooperedistoricibritannici,anchesecri?catedalla

storiografia italiana. Nel 1958, ad esempio, per i ?pi dell’Einaudi era uscita l’opera

dell’oxfordianoDenisMackSmithsuCavoureGaribaldi mentrel’annosuccessivo1463

Laterza,inaugurandola«Collanastorica»,avevadatoallestampel’interpretazionedi

MackSmithinun’oscadilungaduratadellostatonazionaleitaliano .Centralein1464

ques? lavori, come anche in quelli di un altro oxfordiano Christopher Seton-

Watson , erano le is?tuzioni poli?che e i sistemi di governo, riflesso1465

dell’importanza nella storiografia britannica del primo Novecento del filone della

storiadiploma?ca.Tale impostazionesi rispecchiavaanche inaltrivolumipubblica?

inqueglianni,comeadesempioquellidiElizabethWiskemanneFrederickW.Deakin

sulfascismo .SitraIavadiunaproduzione, inpar?colarequelladiMackSmithe1466

Seton-Watson,cherappresentava–comehaevidenziatoJohnA.Davis– iltenta?vo

conilquale«laculturaliberaleinglesedelsecondodopoguerracercavadiriformulare

Ivi., SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 121461

febbraio1960.

A?tolod’esempio:A.K.Burmov,GiuseppeGaribaldie laBulgaria, inProblemidell’Unità,cit.,pp.1462

141-144;E.Halicz,IpolacchieilRisorgimento,inivi.,ppp.155-166;V.Khvostov,Risorgimentoitalianoemovimentodemocra1coinRussia,inivi.,pp.207-212.

D. Mack Smith, Cavour and Garibaldi. A Study i Poli1cal Conflict, Cambridge University Press,1463

Cambridge1954.Tr.it.:GaribaldieCavournel1860,Einaudi,Torino1958.

Id.,Italy.AModernHistory,UniversityofMichiganPress,AnnArbor,1959;tr.it.,Laterza,Bari1959;1464

sulsuccessodell’operasivedaA.eG.Laterza,Introduzione.Unsecolodilibri,inR.Mauro,M.Menna,M.Sampaolo,LeedizioniLaterza,cit.,p.XIX.

C.SetonWatson,Storiad’Italiadal1860al1925,Laterza,Bari1967[ed.or.Methuen&Co.,Londra1465

1967].Sivedaanche J.Pollard,ObituaryofChristopherSetonWatson, in«Modern Italy»,2011/4,pp.485-486; per la suaproduzione successiva: S.Oglethorpe,Abibliographyof theWorks of ChristopherIvanWilliamSeton-Watson,inivi.,pp.479-483.

A ?tolo d’esempio: E.Wiskemann, L’asse Roma-Berlino, Storia dei rappor1 fraMussolini e Hitler,1466

Firenze1955[ed.or.OxfordUniversityPress,Londra1949];F.W.Deakin,StoriadellarepubblicadiSalò,Einaudi,Torino1963[ed.or.WeidenfeldandNicolson,Londra1962].

�311

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

la propria concezionedel liberalismo» . LapartecipazionediHobsbawmai lavori1467

delconvegnoromanodovevadunqueesserepar?colarmentebenvistadagliambien?

dell’Is?tutoGramsci: far parlare uno storico inglese sul Risorgimento si configurava

comeunfaIodiaIualitàstoriografica.ConMackSmitheSeton-Watsonsierainfas

aperta la strada nel Regno Unito a un nuovo interesse scien?fico verso la storia

contemporanea dell’Italia : una nuova generazione di studiosi inglesi, nata nella1468

secondametàdeglianniTrenta,stavainiziandoafrequentaresemprepiùlapenisola

eastudiarnelastoria.StuartWoolf,unodiques?,harecentementericordatochein

occasione di un convegno organizzato a Torino in concomitanza dell’anniversario

nazionale nel 1961 rimase par?colarmente «impressionato» per l’impostazione

storiografica tradizionale, di storia poli?ca, con cui il movimento di unificazione

nazionale veniva in quel contesto interpretato . Woolf, proveniente da Oxford,1469

avevainiziatoafrequentareTorinonellasecondametàdeglianniCinquantaperuna

ricercadidoIoratosullanobiltàpiemontesedelSeIecento ;ricercache,assieme1470

ad altri studi coevi o di poco successivi, come ad esempio quelli di Patrick Corley

sull’Illuminismo meridionale e di Adrian LyIelton sulle origini del fascismo , si1471

sarebbeconfiguratacomeunveroepropriocambiodiroIanellastoriografiainglese

sullastoriadell’Italiacontemporanea.SitraIavadiricercheche,adifferenzadiquelle

diMackSmith,daun latosisarebbero inseriteall’internodeldibastostoriografico

italianoedall'altroavrebberomostratounapiùampiaaIenzioneadunadimensione

sociale ed economica, non solo poli?ca . Di lì a pochi anni, nel 1966, Woolf si1472

sarebbe faIopromotorepresso l'Università di Readingdella fondazionedel Centre

for Advanced Study of Italian Society, con l’intento di «promuovere, assistere e, in

cer?casi,finanziare» ricercheadiversi livelli«inogni seIoredella storia italiana,e

sugli aspes economici, poli?ci e sociologici della società italiana moderna e

J.A.Davis,DallaGranBretagna, inF.Mazzonis(acuradi),L’Italiacontemporaneae lastoriografia1467

internazionale,Marsilio,Venezia1995,p.102(93-113).

John A. Davis soIolinea come non esistesse una tradizione storiografica inglese sull’Italia1468

contemporanea prima del secondo dopoguerra; esisteva un «fascino culturale generico» spessostereo?pato e non basato su ricerche scien?fiche. L’aIenzione degli studiosi inglesi era rivolta alRinascimento in primis e all’an?chità, cosa che comportava una «visione ‘prevenuta’» dell’Italiacontemporanea.Ivi.pp.100-101.

S. J. Woolf, Usi e abusi del Risorgimento nell’Italia repubblicana: relazione tenuta al seminario1469

Proge.o Risorgimento della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2011, <hIps://www.youtube.com/watch?v=WozyG41Dyc0>.

S.Woolf,Studisullanobiltàpiemontesenell’epocadell’assolu1smoin«Memoriedell’Accademiadelle1470

ScienzediTorino»,1963/5.

P.Chorley,Olil,SilkandEnglighment:EconomicProblemsin18°CenturyNaples,Is?tutoitalianoper1471

glistudistorici,Napoli1966;A.LyIelton,Laconquistadelpotere.Ilfascismodal1919al1929,Laterza,Bari1974[ed.or.1974].

J.A.Davis,DallaGranBretagna,cit.,p.104.1472

�312

Terzaparte:RitraÅ

contemporanea» . Si traIava dell’«unico [centro] in Inghilterra – avrebbe scriIo1473

WoolfaCan?moripersponsorizzarnelafondazione–dedicatoall’Italia» ;inpochi1474

anniavrebbecreatounafornitabiblioteca,grazieanumerosedonazionidian?fascis?

inglesieadacquisizionidimaterialeinItalia,echesarebbediventatounaimportante

base is?tuzionale per una collaborazione tra storici britannici e italiani , che si1475

sarebbeintensificataneidecennisuccessivi .1476

Nel1959,quandoadHobsbawmvennechiestodiparteciparealconvegno,il

principale interlocutore inglese in campo risorgimentaleera, comesièdeIo,Mack

Smith. La sua storia d’Italia uscita nel ’59 per Laterza aveva riscosso un grande

successo di pubblico: nel 1960 era già alla terza ristampa. La partecipazione di

Hobsbawm al convegno risorgimentale doveva quindi assumere un terzo, più

importante,significato.SeMackSmith,coetaneodiHobsbawm,quandoeragiuntoin

Italia per fare ricerche ai fini dei suoi studi aveva preso contaIo con storici come

Chabod, Maturi e anche con Croce , diversi erano sta? i contas italiani di1477 1478

Hobsbawm così come molto diverse ne erano l’impostazione e le tema?che

storiografiche.GliuominidelGramscilosapevanobene;neavevanoavutoconferma

proprio nel 1959 quand’era apparso in inglese Primi1ve Rebels, libro nel quale

confluivanolericerchechepochianniprimaHobsbawmavevafaIoinItaliaapar?re

anche dalle sollecitazioni ricevute al Gramsci. Sebbene fosse arenata nelle stanze

della Einaudi, l’edizione inglese doveva aver avuto una certa circolazione anche in

Italia.Can?mori,adesempio,nedavasubitocontoaManacordache rispondevadi

averla già acquistata per leggerla . Su «Società» poi appariva, a firma di Mario1479

DasloscriIoin?tolato‘Centrodistudistoriciitaliani’incuiWoolfpresentavailcentroaunpubblico1473

presumibilmente di accademici italiani. Si trova infas allegato alla leIera richiamata nella successivanota.

SNS,CDC,LeIeradiS.WoolfaD.Can?mori,18febbraio1966.1474

S.Woolf,TheCentrefortheAdvancedStudyofItalianSocietyatReading,in«ModernItaly»,2011/4,1475

pp.473-478.

Sull’evoluzionesuccessivadell’interessestoriograficobritannicoverso l’Italia:M.S.Quine,Glistudi1476

tra Italia liberale e fascismo, in «Italia contemporanea», 1995/201, pp. 637-659; S. Neri Serneri, Lepeculiarità degli italiani. Appun1 e disappun1 da alcune storie d’Italia anglosassoni, in«Contemporanea», 1999/4, pp. 671-698; I. FavreIo, Le riviste storiche britanniche e la storiografiaitaliana, in M. Ridolfi (a cura di), La storia contemporanea a.raverso le riviste, Rubbesno, SoveriaMannelli2008,pp.51-68.

Vi èun veloceaccennoaquesto faIo inuno stralciodi una trasmissione radiofonica in cuiMack1477

SmithdialogaassiemeaFrancodellaPerutaeStefanoDeTomassosuGaribaldi:Paesaggioconfigure,1994, <hIp://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-de8f1fdf-e4aa-488a-a8d3-ad37361d94aa.html>.

S.Fiori,DenisMackSmith:a90annisonodiventatooÅmista,in«LaRepubblica»,1°marzo2010;F.1478

DESan?s,ÈmortoDenisMackSmith,lostoricoinglesechescrissela'Storiad’Italia’,in«LaRepubblica»,12luglio2017.

D.Can?mori,G.Manacorda,Amiciperlastoria,cit.,pp.404-406.1479

�313

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

Spinella, una recensione molto posi?va. Pur meIendo in luce alcune lacune e

imprecisioni di Hobsbawm, che veniva presentato come un esponente del «vivace

gruppo degli storicimarxis? inglesi», Spinella esaltava «l’influsso di Gramsci» nella

scelta di «quegli aspes ‘minori’ della storia delle classi subalterne» sia

nell’impostazionechenell’elaborazionedellaricerca .Sarebbestatoquestoiltaglio1480

anche delle numerose recensioni apparse seIe anni dopo in occasione della

pubblicazione dell’edizione italiana . Nel 1960 sulla stessa «Società» Spinella1481

traducevaunar?colo cheHobsbawmdedicavaallametodologiaper lo studiodelle

classi subalterne. In prospesvadel convegnodel 1960, egli dunquedoveva essere

visto come una potenziale risposta marxista alla coeva produzione storiografica

britannicad’impostazioneliberalesullastoria italianaecomeunpontecheavrebbe

potuto diffondere l’interpretazione gramsciana del Risorgimento nei filoni

storiograficibritanniciinteressa?altema.

Decenni dopo Hobsbawm verrà ricordato come un esponente della

storiografia britannica interessata alla storia risorgimentale. Quando, ad esempio,

l’Università di Pisa gli conferirà la laurea honoris causa lo presenterà come un

rappresentantedellapiùfecondatradizionedirappor?tralastoriografiabritannicae

quella italiana, «risalent[i] agli stres legami di simpa?a che legarono la cultura

inglese all’Italia risorgimentale e liberale» . In realtà, era stato Hobsbawm fin1482

dall’iniziodeglianniCinquantaadaverapertouncanaledicomunicazionenuovotra

mondo storiograficobritannicoequello italiano legatoal Par?toal comunista.Non

chenonesistesseundialogo tra storiografia contemporanea italianaebritannica: i

ricorda?contasdiMackSmithconMaturi,ChabodeCrocemostranocomeessici

fossero.Hobsbawmdovevaancheaverlisfiora?.Dopoessereentratoinamiciziacon

lostoricodell’arteFrancisHaskell,conosciutoaCambridgenellasecondametàdegli

anni Cinquanta , era stato introdoIo da ques? non solo al patrimonio ar?s?co1483

italiano (di cui si ha traccia già nell’apparato iconografico del suo primoAge), ma

M.Spinella,Primi1veRebelsdiE.Hobsbawm,in«Società»,1959/3,p.558(558-564).1480

Sivedanoadesempio:V.Lanternari, IRibelli. Lostudiodiunostorico inglese, in«PaeseSera»,251481

novembre 1966, (Lanternari presentava Hobsbawm un «pioniere» nell’aver scelto un simile tema edefiniva «nuova emetodologicamente rivoluzionaria» la «comparazione storico-sociologica» che essoavevaelaborato);L.Pintor, I ribelli, in«Rinascita»,29oIobre1966,pp.19-20 (nerimarcava l’aIualitàpoli?ca);M.Notarianni,Dalmillenarismoalmarxismo,in«Vienuove»,23oIobre1966;L.Perini,Formeprimi1vedirivolta,in«StudiStorici»,1967/3,p.605(598-605).DidiversoparereinvecelarecensioneE.J.Hobsbawm,IRibelli,in«QuaderniPiacen?ni»,gennaio1967,chedefinivaquellaespressanellibrounatesi«tropporapidamenteaccennataperconsiderarlachiaraodimostrata».

Citazione traIa dal discorso ufficiale Umberto Carpi e Roberto Paolo Ciardi nel corso del1482

conferimento: Laura honoris causa in storia al prof. do.. Eric John Hobsbawm, p. 4 (1-5): opuscoloconservatopressoilCentroDocumentazionedell’UniversitàdiPisa,CB3Misc.95.

MRC, EHP, Publica?ons, Obituaries and other biographical wri?ng, Unpublished obituaries,1483

NecrologiodiF.Haskell,nondatato(937/4/4/3).

�314

Terzaparte:RitraÅ

ancheincerchieromanedicultorid’arte,comel’editoreEnzoCreacheasuavoltaera

in rapporto d’amicizia con Mack Smith . Si traIa però di re? di relazioni1484

intensificatesisoloinunsecondomomentoesecondarierispeIoaiproposi?concui

HobsbawmeragiuntoinItalia.Egli–comesièvisto–sierainseritoeavevaallargato

uncanaledidialogodiverso:avevaseguitopercer?versiletraieIoriegiàlievemente

segnatedaMauriceDobbche,grazieaSraffa,erastatointrodoIooneglistessianni

veniva introdoIoneicircolideiquadriculturalicomunis?enegliambien?editoriali

italiani . Sebbenenon fosseuno storico,Dobbavevaavutouna forte influenza–1485

come si è visto – sulla storiografiamarxista britannica e così, sopraIuIo a seguito

della traduzione del suoDevelopment of Capitalism,anche nelmondo accademico

italiano . Nelmarzo del 1962, ad esempio, invitato da Paolo Fortuna?, direIore1486

all’epocadell’Is?tutodista?s?ca,Dobbtenevaall’UniversitàdiBolognatrelezionisu

temidistoriadelcapitalismo,poipubblicatenellarivistadell’Is?tuto .Avevaanche1487

contas con i ver?ci culturali del Par?to comunista italiano, faceva viaggi in Italia

assiemeaSraffa,graziealquale–comegiàdeIo–eraentratonellesfereeditoriali

einaudiane. A differenza di Dobb,Hobsbawm, usufruendo degli stessi canali, si era

mostrato però più interessato a intensificarli e a allargarli sopraIuIo tra storici

marxis?inunadimensioneeuropea.GliuominidelGramsciseneeranoresicontogià

nel corso del X congresso internazionale di studi storici nel 1955 e sopraIuIo in

occasionedelprimoconvegnogramscianoquandoHobsbawm,adifferenzadiDobb

cheavevadeclinatol'invitoaparteciparvi,sierafaIoportavocedeglistoricimarxis?

britannici e del loro sforzo di pubblicare i tes? di Gramsci in Inghilterra. La sua

capacità anche linguis?ca doveva averlo in ciò aiutato. Egli quindi si andava

caraIerizzandoagliocchidegli italianicomeunostorico ingleseanomalorispeIoai

RicavoicontastraCreaeMackSmithdall’archiviofotograficodellafamigliaCreacheilfiglioAlessio1484

mi ha gen?lmentemesso a disposizione.Già in occasione della pubblicazione de I Bandi1 (si veda lapremessa)HobsbawmmostròsegnidiriconoscenzaversoEnzoCrea,checon?nuòafrequentarefinoinvecchiaia:MRC,EHP,Publica?ons,Obituariesandotherbiographicalwri?ng,FotografiadiHobsbawmeCreaaRoma,2006(937/4/4/4).NonèstatopossibileapprofondireilegamidiHobsbawminquestaretedirelazioniperl’impossibilitàdiaccedereallacorrispondenzadiEnzoCreacosìcomeaquelladiFrancisHaskell.

Nel1950eraincontaIoconAmbrogioDonini,adesempio.Nel1955riferivadiunviaggioinItalia1485

conSraffa.NellasecondametàdeglianniCinquantainiziavaunrapportopiùstreIoanchedaunpuntodi vista editoriale. Si veda, ad esempio, TCA, PSP, Diaries, Annotazione di portare i salu? aDonini dapartediDobb,1°aprile1950,(E22);TCA,MDP,OutleIers,LeIeradiM.DobbaP.DuI,20maggio1955(CB17);TCA,MDP,InleIers,LeIerediG.ManacordaaM.Dobb,17dicembre1955,24gennaio1956,14marzo1956(CA50).

SivedaanchelaprefazionediZangheri in:M.Dobb,Problemidistoriadelcapitalismo,tradoIoin1486

italianonel1958venneripubblicatocon un’introduzionediR.Zangherinel1969(Ed.Riuni?,Roma)edebbeunagrandefortuna,arrivandoallaquintaedizioneneglianniNovanta.

M.Dobb,Alcuneques1onidistoriadelcapitalismo,«Sta?s?ca»,1962/XXII,pp.147-196;oggisono1487

accessibilionline:<hIp://storicamente.org/storia_del_capitalismo>.

�315

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

colleghi, interessatoall’Italianon tantoperCavoureGaribaldiquantopiuIostoper

Gramsci.Perquestomo?vo,ilsuointerventoalconvegnosull’unitàd’Italiadel1960

dovevafarebensperare.E ineffesancheinquest’occasionegliuominidell’Is?tuto

Gramsci non doveIero rimanere delusi: ciò che Hobsbawm presentò al convegno,

una panoramica sull’interesse giornalis?co e storiografico britannico verso il

movimentorisorgimentaleitaliano,sedaunlatoriconoscevaneilibridiMackSmith

un «genuino contributo», «seppur discu?bile» , allo studio dell’unità d’Italia,1488

dall’altrolatosiconcludevaconunaosservazionedaitonipolemicichedavacontodel

successo di un coevo autore italiano in Gran Bretagna. «La moda di Danilo Dolci

(paragonabile a quella per Gandhi e Vinobha Bave in India) si spiega – diceva

Hobsbawm– forse comeun tenta?vodi trovareuna alterna?va, una forzamorale,

unachiavenonsocialistaperlaportadellastoria.Malaportarimaneos?natamente

chiusa» .1489

Se Hobsbawm aveva accolto volen?eri l’invito a partecipare al convegno

romano,lapreparazionedell’interventodovevaessergliperòpesata.Citenevainfas

aprecisare, rivolgendosiaFerri,chesarebbe intervenutoconunarelazionesolo«if

you really want one fromme» e dicendosi felice se la sua proposta sarebbe stata

rifiutata .RientrandopoiinGranBretagnaavrebbescriIoadunacollegache«the1490

Romeconferencewentok:delegatesfromvariouscountries,gooddiscussion,butall

ontheItalianrisorgimento» .SitraIavadiuntema,quellorisorgimentale,cheai1491

suoiocchidovevarisultarepocoentusiasmante;eranoaltreques?onistoriografiche

adinteressarlo.L’appuntamentoromanosieracomunquerivelatoposi?voperilfaIo

che inquell'occasioneavevaavutooccasionedirilanciare l’ideadi«an interna?onal

marxisthist.conferenceonproblemsoftheforma?onofcapitalism»,trovandouna

buonarispostainalcuniamici:«Kula(Poland)andSoboul(France)areverykeenon

it», riferiva . Era a questo argomento cheHobsbawmera interessato e su cui di1492

nuovo,comeacavallodeglianniQuarantaeCinquanta,oraeratornato.Nelgiugno

del1957sieratenutaaLondra,organizzatada«PastandPresent»,unadiscussione

«ontheproblemofthe‘contemporaneousrevolu?ons’ofthesevententhcentury»a

cui avevano partecipato una tren?na di studiosi, sopraIuIo britannici ma anche

E.Hobsbawm,Iliberaliinglesiel’unitàd’Italia,inProblemidell’unità,cit.,p.151.1488

Ivi.p.153.1489

IG,AIG,SoIoserie2-Convegni,seminari, inizia?vecultuali,UA79-ConvegnoProblemidell’Unità1490

d’Italia, SoIobusta - Corrispondenza con gli studiosi stranieri, LeIera di E. Hobsbawm a F. Ferri, 12febbraio1960.

NAL,MI5-EHF,KV2/3985,LeIerainterceIatadiE.HobsbawmaJoanSimon,10maggio1960.1491

Ibid.1492

�316

Terzaparte:RitraÅ

statunitensi e giapponesi: Hobsbawm vi aveva svolto di nuovo un ruolo di primo

piano .Nel1960davainoltreallestampeunar?coloper«ScienceandSociety»in1493

cuiaffrontavanuovamentelaques?one .LacrisidelXVIIsecolo–comesièvisto–1494

sieraandataconfigurandotralafinedeglianniQuarantaeiCinquantacomeuntema

caldodella storiografia internazionale, che avevaportatoHobsbawma confrontarsi

semprepiùcon lascuoladelle«Annales».Frequentandogliambien?pariginiaveva

trovato inRuggieroRomano, che stavaaffrontandodaprospesvediverse le stesse

ques?oni,uninterlocutoreconcuidialogare.Neifaldonicheraccolgonoilmateriale

distudiodiHobsbawmsullacrisidelXVIIsecolosonoconserva?alcuniar?colidello

storico italiano collaboratore di Braudel dalla fine degli anni Quaranta , che1495

Romano stesso dal 1954 inviava con dedica e aIestazione di amicizia e s?ma ad

Hobsbawm . I due dovevano aver poi con?nuato a discuterne: Romano in un1496

ar?colo apparso una decina d’anni più tardi definiva «fondamentale» la tesi che

Hobsbawmfindal1954avevapropostodallepaginedi«PastandPresent» .Anche1497

HobsbawmriservavaunacostanteaIenzioneallaproduzionediRomano:lomostrò,

adesempio,inunaimportantepubblicazione.Nel1965iver?cidi«PastandPresent»

decidevanodiraccogliereinvolumeunapartedeicontribu?sullacrisidelXVIIsecolo

cheeranoapparsisullepaginedelperiodiconelcorsodiundecennio(trail1952eil

1962) .ChristopherHill,chenefirmaval’introduzione,presentaval’antologiacome1498

ilmigliorfruIodellarivistaeribadivacheilconceIoallabasedellibro,ossiachenel

XVII secolo si era verificata una «crisi generale», era stato sviluppato per la prima

voltadaHobsbawm .Ilvolumesiaprivadifasconl’ar?colochequest'ul?moaveva1499

scriIo nel 1954 e a cui ora faceva seguire un Post Scriptum. In questa sede egli

rimandava per un «panorama straordinariamente ricco di da? storici» agli studi di

Sivedailverbaledelconvegnoin:SeventeenthCenturyRevolu1ons,in«PastandPresent»,1958/13,1493

pp.63-73.

E.Hobsbawm,TheSeventeenthCenturyintheDevelopmentofCapitalism,in«ScienceandSociety»,1494

1960/25,pp.97-112.

M.Aymard,RuggieroRomanoaParigi,inP.BusdeLima(acuradi),RuggieroRomano.AÅdell'incontrodi1495

studi, SanMarino, giugno 2012,Edizione della Scuola Superiore di studi storici, SanMarino 2014, pp. 9-28(RingrazioLorenaBaraleperavermiregalatoquestolibroeavermiindirizzatosualcunestradediricerca).

A ?tolo d’esempio R. Romano, AspeÅ economici degli armamen1 navali veneziani nel secolo XVI, in1496

«Rivista storica italiana», 1954/1. MRC, EHP, Research material, Set of files: interna?onal subjects, 17thcentury,(937/3/2/1).

Id.,TraXVIeXVIIsecolo:unacrisieconomica:1661-1622,in«Rivistastoricaitaliana»,1964/3,incui1497

RomanoriprendeiltematraIatonelcorsodellelezionitenuteall’ErcolePra?que(1960-61)ericonosceimportanzafondamentaledell’ar?colodiHobsbawmsullacrisidelXVIIsecolosianell’impostazionecheneirisulta?.

T.Aston(acuradi),Crisis inEurope,1560-1660,Routledge,Londra1965;tr. it.T.Aston(acuradi),1498

CrisiinEuropa.1560-1660,conintroduzionediC.Hill,GianniniEd.,Napoli1968.

C.Hill,Introduzione,inivi.,p.2(1-4).1499

�317

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

Romano.Citenevaancheaprecisareche«lageneraleconcordanzadelRomanocon

la mia tesi fondamentale che il secolo XVII rappresen? l’ul?ma fase del grande

trapasso da un’economia feudale ad una capitalis?ca, rende la sua monografia

par?colarmente gradita all’autore del presente saggio» . Nella stessa occasione1500

soIolineava i ritardi della storiografia italiana, lamentando come il problema della

decadenza italiana avesse riscosso una aIenzioneminima.Già nel saggio del 1954

aveva più volte richiamato gli studi di Cipolla sul declino in Italia ; aveva poi1501

accennato al contesto italiano anche in occasione del convegno londinese del

1957 . Ora, ribadendo i limi? e i ritardi della storiografia italiana, precisava allo1502

stessotempochegrazieallascuoladiBraudellalacunaeraparzialmentecolmata.

L’antologia sulla crisi del XVII, pubblicata inGran Bretagna nel 1965, venne

tradoIa in italiano tre anni dopo da una piccola casa editrice napoletana in una

collanadireIadaPasqualeVillani e LuigiDeRosa. «Economiae società», questo il

nome della collana, si proponeva come un «punto d’incontro e di riferimento

[indirizzato]allegiovaniforzechesirivolg[evano]allostudiodellastoriaeconomica»

ecomeunarisposta«alleesigenzed’aggiornamentoed’informazionediunpubblico

semprepiùvasto» .Traiprimivolumipropos?dallacollana,l’antologiadeisaggidi1503

«PastandPresent»siconfiguravacomeunosmostrumentopertaliobiesvi:veniva

infaspresentatocomeilpiùaggiornato«bilanciodiun’etàfondamentaledell’Europa

moderna» . Così d’altronde gli ar?coli sulla crisi del XVII secolo apparsi1504

originariamente su «Past and Present» dovevano essersi configura? fin dagli anni

Cinquantaper lagenerazionedeglistudiosiacuiappartenevanoiduecuratoridella

collana. Il dibasto sulla crisi del XVII secolo aveva infasavutodegli echi anche in

Italia.Larivista«Culturaerealtà»avevaprovvedutoall’iniziodeglianniCinquantaa

tradurre il confrontotraDobbeSweezy;nel1952BrunoTren?navevarecensitosu

«Società» lapubblicazionedegliStudiesdiDobb . La stessa rivistanel1955dava1505

conto dell’evoluzione del dibasto con un ar?colo di Procacci , ripreso in «La1506

E.Hobsbawm,PostScriptumaLacrisidelXVIIsecolo,inivi.,pp.75-77(5-81).1500

SitraIavadiC.M.Cipolla,TheDeclineofItaly,in«EconomicHistoryReview»,1952/5;td.it,Torino1501

1959.

Assiemeallostoricodell'arteFrancisHaskell,concuiavevastreIodallametàdeglianniCinquanta1502

unostreIo rapportodiamicizia,aveva faIo riferimentoalla realtànapoletanaeal ruolocheviavevasvoltoMasaniello:SeventeenthCenturyRevolu1ons,cit.,pp.68-69.

Citazione traIadalla secondadi coper?nadi T.Aston (a curadi),Crisi in Europa. 1560-1660, con1503

introduzionediC.Hill,GianniniEd.,Napoli1968.

Ivi.,terzadicoper?na.1504

B. Tren?n, Studies in the development of capitalism di Maurice Dobb, in «Società», 1952/3, pp.1505

557-563.

G.Procacci,Dalfeudalesimoalcapitalismo,in«Società»,1955/1,pp.123-138.1506

�318

Terzaparte:RitraÅ

Pensée» .NellostessoannoesullastessarivistaPasqualeVillanimeIevaafuocoil1507

ritardo che gli studi storici sull’Italia meridionale prima dell’Unità avevano

accumulatonel«campodelleindaginistorico-economiche»;glistudipresiinesame–

diceva–sarebberosta?«tantopiùvalidiquantopiùchiara[fossestata]negliautorila

coscienza del rapporto tra economia e sviluppo della società» . Villani indicava1508

come modello a cui rifarsi – una «sorta di manifesto metodologico», come lo ha

definito Paolo Favilli – un saggio di Rosario Villari apparso su «Movimento

operaio» : si traIava di uno scriIo che avrebbe posto le basi delle ricerche di1509

quellagenerazionedistudiosidellasocietàmeridionaleche,preseledistanzedaun

paradigmae?co-poli?co,sistavaspingendoversonuovican?eridilavorodedica? in

primisalladimensioneeconomico-socialedellastoria .1510

Ricordandoapiùditrent’annididistanza ilclimastoriograficodiqueglianni,Villani

avrebbesoIolineatoche inuoviorientamen?acui luie i suoi coetaneiall’epocasi

erano rivol? per svecchiare la produzione storiografica italiana erano arriva?

sopraIuIodallaFrancia.Manonsolo:

Propriosulfiniredeglianni’50mutavanoglis?moliegliorientamen?checoncorrono

ad alimentare e a rinnovare la storiografia. Bas? pensare al grande esodo dalle

campagnedelMezzogiornoe ai problemi della industrializzazione chenonpotevano

non suggerire, in coincidenza con alcune tendenze della storiografia francese ed

inglese, i grandi temi della storia demografica e dello sviluppo e soIosviluppo. La

ricerca, inoltre, si ar?colava sempre più in dimensioni regionali; l’aver spostato

l’aIenzione dal centro alla periferia, dalla capitale alle campagne, dal centro

intelleIualeedigovernoaicontadinieallaborghesiarurale,eraunprimopassochein

questocasovenivaacoincidereconesperienzeche,sopraIuIoinFrancia,davanuova

impostazioneevigoreallericercheregionali.Contemporaneamentesiallargavaanche

laprospesvacronologica:perglistudidiFernandBraudelediEricHobsbawm–per

citare soltantoduenomidi rilievonel panoramadella storiografiaeuropeapurnella

diversitàdelleascendenzeedelle impostazioni– iproblemidella storiaeconomicae

sociale del Mediterraneo nel Cinquecento e quelli rela?vi alla così deIa «crisi del

Une discussion historique: du féodalisme au capitalisme, in «La Pensée», 1956, p. 10.32, con1507

interven?diG.LefebvreeA.Soubulelariproduzionedell'ar?colodiProcacci.

P.Villani,EconomiaeclassisocialinelRegnodiNapoli(1734-1860)neglistudidell’ul1modecennio,in1508

«Società»,1955/4,pp.665-695.LacitazioneèriportatadaP.Favilli,Marxismoestoria,cit.,p.

R.Villari,PerlastoriaruraledelMezzogiornonelsecoloXVIII,in«Movimentooperaio»,1954/4,pp.1509

513-537.

P.Macry,A.Massafra,Introduzione,inId.,Frastoriaestoriografia.ScriÅinonorediPasqualeVillani,1510

IlMulino, Bologna 1994, pp. 19- 20 (19-23). Si vedano anche le considerazioni di Rosario Villari in R.Villari, Incontri conGastoneManacorda, inG.Manacorda, Ilmovimento reale e la coscienza inquieta,cit.,p.314(312-319).

�319

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

Seicento» non potevano essere ignora? nella considerazione delle vicende del

Mezzogiornod’Italiaedellastoriadellesuecampagne .1511

Nelsaggiodel1955VillaniavevafaIoesplicitoriferimentoall’«esemplareindagine»

cheinambientefrancesedaiprimianniCinquantastavaportandoavan?,seppurcon

deilimi?,RuggieroRomano :fuinfaspropriograziealcontributodiRomanoche1512

siimposeancheinItaliailtemadellanaturaedellaperiodizzazionedellacrisidelXVII

secolo,sianellastoriografiachesi ispiravaalle«Annales»siainquelladi ispirazione

marxista .NonèdisecondariaimportanzailfaIo,adesempio,chenelcorsodella1513

primaannatadi«Studi Storici», la rivistaalla cui realizzazioneHobsbawmera stato

coinvoltodaCan?morieManacordaecheeraanimatadapiùgiovanistoricitracui

Rosario Villari, venisse pubblicato l’ar?colo di Hobsbawm sulla crisi del XVII secolo

originariamente apparso su «Science and Society» . Sebbene dunque nel 19651514

Hobsbawm riscontrasse che non erano sta? sviluppa? degli studi specifici su quel

periodostoricoincontestoitaliano,qualcosainrealtàsieramossoeprestoavrebbe

portatoadegliesi?monografici.

Nel1967aNapolivenivadatoallestampel’«esperimentobenriuscito» di1515

GiuseppeGalasso suEconomia e società nella Calabria del Cinquecento , in cui i1516

rimandibibliograficiaBraudel,Mauvret,Cipolla,Sweezy,Dobb,HiltoneHobsbawm

res?tuisconobene la ricezionedeidibas?storiograficieuropei ; i ringraziamen?1517

iniziali – tra gli altri a Villani, De Rosa, Romano –mostrano invece con chi l’autore

avessediscussolapropriaricerca.NellostessoannoaBariuscivaunaltrolibronato,

comeharecentementericordatol’autore,«persugges?onedeldibasto[…]sullacrisi

delXVIIsecolo» .AllabasedeLarivoltaan1spagnolaaNapoli,comeRosarioVillari1518

riconosceva inaperturadel libro,c’eranodue livellidiproblemi:«lacrisieconomica

europeael’evoluzionedellostatodelSeicento.BraudeleHobsbawm,VicensVivese

P. Villani, Le campagne del Mezzogiorno tra Se.ecento e O.ocento, in id. Società rurale e ce11511

dirigen1(XVIII-XXsecolo),MoranoEditore,Napoli1989(originariamente1981),p.37(31-51).

Id.,EconomiaeclassisocialinelregnodiNapoli,in«Società»,1955/4,pp.675-677(665-695).1512

F.Benigno,Specchidellarivoluzione:confli.oeiden1tàpoli1canell’Europamoderna,Donzelli,Roma1513

1999,p.84.

E.Hobsbawm,IlsecoloXVIInellosviluppodelcapitalismo,in«StudiStorici»,1959-60/4,pp.661-676.1514

A.Massafra,UnastagionedeglistudisullafeudalitànelRegnodiNapoli,inP.Macry,A.Massafra,Fra1515

storiaestoriografia,cit.,p.121(103-129).

G. Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, L’Arte ?pografica, Napoli 1967,1516

ripubblicatopoidaFeltrinelli,Milano1975.

Ciòsiriscontrainpar?colareneicapitolicheGalassodedicaaClassielo.ediclasseeCrisiedeclino.1517

R.Villari,Unsognodilibertà.Napolineldeclinodiunimpero1585-1648,Mondadori,Milano2012,p.1518

3.

�320

Terzaparte:RitraÅ

Chabod,Poršnev,Cipolla»eranoglistudiosi–con?nuava–«dallecuioperehopreso

lemosseperquesto lavoro» .CiòcheVillari,piùancoradiGalasso,avevavoluto1519

fareconlesuericercheera–comehadeIoJohnEllioI–di«voirgrand»,dicollocare

cioè lastoriadiNapolinelpiùampiopanoramaeuropeo,di leggeredunque lacrisi

delSeicentonelMezzogiornod’Italianelquadrodellacrisieuropea .SitraIavadi1520

unvolumepar?colarmenteimportanteinquanto,comehasuggeritoBenigno,offriva

«una nuova profondità diacronica, individuando nel processo seicentesco di

rifeudalizzazione una sorta di causa originaria del processo di allontanamento del

paese, e sopraIuIo del Meridione, dal processo di transizione al capitalismo»

intrapreso in altri contes? europei . Ciò era possibile in quanto nasceva da1521

sollecitazioni diverse, sia nazionali sia internazionali: da un lato vi era la lezione

gramsciana sulla ques?one contadina e dall’altro vi erano le sollecitazioni che

provenivano dal contesto storiografico parigino (l’impianto bibliografico su cui la

ricercadiVillaripoggiavaeracompostodaglistudidiRomano,Cipolla,LeRoyLadurie

adesempio)edaquellobritannico,sopraIuIodaHobsbawm .Fuprobabilmente1522

a par?re da questa duplice sollecitazione che Villari instaurò con Hobsbawm uno

streIo rapportodi amicizia, con?nuando a discutere con lui di crisi del XVII secolo

anche decenni dopo , e a tornare più volte in «Studi Storici» su queste1523

ques?oni .1524

Se il contaIoconVillari fudireIo,gli esempidiVillanieGalassomostrano

invecechelaricezionediHobsbawminItalia–comehaosservatoAnnaMariaRao–

non passò solo aIraverso i suoi contas dires con storici marxis?, ma fu dovuta

piuIosto a una più generale ricerca avviata da una generazione di storici na? alla

metà degli anni Ven? e volta a meIere a punto nuove pra?che e nuovi approcci

storiografici aIraverso uno sguardo a quanto proponeva la storiografia estera .1525

Hobsbawmaques?studiosidoveIedunqueapparirecomeunesponentedeinuovi

Id.,Larivoltaan1spagnolaaNapoli.Leorigini(1585-1647),Laterza,Bari1967,p.VII.1519

J.H.EllioI,NaplesinContext.TheHistoricalContribuitoofRosarioVillari,inA.Merola,G.Muto,E.1520

Valeri, M. A. Visceglia (a cura di), Storia sociale e poli1ca. Omaggio a Rosario Villari, Franco Angeli,Milano2007,p.35(33-45);A.M.Rao,RosarioVillarielastoriadellerivolte,in«Studistorici»,2013/2p.289(288-307).

F.Benigno,Specchidellarivoluzione,cit.,p.84.1521

R.Villari,Larivoltaan1spagnolaaNapoli,sivedaadesempiol’iniziodelprimocapitolodedicatoaIl1522

mezzogiornod’Italiaela«crisieuropea»delSeicento.

R.Villari,Unsognodilibertà,cit.,p.4.1523

Sivedaadesempio:Id.,RivolteecoscienzarivoluzionarianelsecoloXVII,in«Studistorici»,1971/2,1524

pp.235-264;Id.,L’Italia, laSpagnael’assolu1smo, in«Studistorici»,1977/4,pp.5-22;Id.,Masaniello:contemporaryandrecentinterpreta1ons,in«PastandPresent»,1985/108,pp.117-132.NehadiscussoaA.M.Rao,RosarioVillarielastoriadellerivolte,cit.

A.M.Rao,Transizioni,cit.,p.766.1525

�321

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

indirizzi storiografici internazionali, e in par?colare come uno studioso vicino alle

«Annales». Lo si riscontra non solo nell’impalcatura su cui gli studi finora cita?

vennerocostrui?,maancheinunfugacepassaggiodiunaconversazioneprivatatra

Vivan?aCan?mori.Ilprimo,cheavevapassatounperiododistudioaParigidurante

ilqualeavevafaIoricerche–rifacendosiancheadHobsbawm–sulXVIIsecolo ,1526

nel 1966 scriveva,probabilmente rispondendoadunaosservazionedelmaestro,di

essersi accorto da tempo che «Hobsb. inseguisse i ‘parigini’»: giudicava la cosa un

«pericologrosso:nonèlaprimavoltacheunaformadibonapar?smoconquistaefa

strage nella sinistra», commentava con Can?mori . Al di là del tono polemico di1527

Vivan?,dovutoprobabilmenteallagiàricordataposizionecri?cadiCan?moriversole

«Annales», Hobsbawm in Italia negli anni Sessanta doveIe essere visto come una

specie di punto d’incontro tra la storiografia delle «Annales» e la migliore e più

aggiornata storiografia anglosassone. Nel 1977 Arnaldo Momigliano dalle pagine

della «Rivista storica italiana» presentava «Past and Present» come «una versione

inglese»delle«Annales» :qualcosadelgeneredovevaesserepercepitoinItaliagià1528

neiprimianniSessanta.

Momigliano nell’ar?colo appena citato, proponendosi di delineare una

panoramicasullastoriografiaoccidentaleneiquindiciannipreceden?,neindividuava

la caraIeris?ca «più pervasiva» nel faIo che era stata riservata sempre maggiore

«aIenzione ai gruppi di oppressi e/o minoritari nell’interno delle civiltà avanzate:

donne, bambini, schiavi, uomini di colore o più semplicemente ere?ci, contadini,

operai» . Hobsbawm, di cui nel 1971 Einaudi pubblicava I bandi1 e nel 19741529 1530

ridavaallestampeIribelli,doveIeapparireinItalia,conpar?colarevigoredaiprimi

anniSeIanta,comeunodeimaggioriesponen?diquestatendenza.Nel1973Laterza

pubblicavaunaraccoltadidocumen?edisaggisuLeoriginidelmovimentooperaio

inglese,incuiEdoardoGrendichelacuravaincludevaduecontribu?diHobsbawm.I

due si conoscevano bene fin dagli ul?mi anni Cinquanta, da quando Grendi,

doIorando presso la London School of Economic, era stato seguito da Hobsbawm

C.Vivan?,LerivoltepopolariinFranciaprimadellafrondaelacrisidelsecoloXVII,in«Rivistastorica1526

italiana»,1964/4,pp.957-981.

SNS,CDC,LeIeradiC.Vivan?aD.Can?mori,20giugno1966.1527

A.Momigliano,Lineeperunavalutazionedellastoriografiadelquindicennio1961-1976, in«Rivista1528

storicaitaliana»,1977/3-4,p.602(596-608).

Ivi.,p.596.1529

E.Hobsbawm, Ibandi1.Ilbandi1smosocialenell'etàmoderna,Einaudi,Torino1971(traduzionedi1530

EladiaRosseIo):illibroavrebbetrovatoun’ampiadiffusione:nel1987eraallaquintaristampa.Nel2002uscì,sempreperEinaudi,unanuovaedizionerivista.NondedicoaIenzioneallaricezionedeiBandi1,inquantositraIadiunfilonegiàampiamenteesploratodallastoriografia:siveda:A.M.Rao,Transizioni,cit.; E. Hobsbawm, Storiografia e bandi1smo: introduzione allo stato della ques1one, in «Spagnacontemporanea»,1997/11,pp.9-15.

�322

Terzaparte:RitraÅ

nellasuaricercasull’avventodel laburismo .Neavevapoicon?nuatoaseguire la1531

produzionedilabourhistory,dandonecontoancheinItalia .Ora,nellaraccoltaper1532

i?pidiLaterzaGrendiproponevaunsaggiodiHobsbawmsulmetodismo incuiera

affrontato «il problema dei rappor? fra radicalismo poli?co e revivalismo

religioso» euno suidistruIoridimacchine,di cuiGrendimeIeva inevidenza il1533

puntodivistadell’autore.Ques?,«riscaIandoilluddismodallacongiurastoriografica

e ideologica che lo aveva presentato come la ?pica manifestazione di un’azione

sociale irrazionale, masochista e, nel caso migliore disperata», ne dimostrava –

soIolineavaGrendi–«larazionalitàpoli?camedianteundiscorsoalcentrodelquale

c’è la viva e valida istanza della ‘comprensione culturale’» . Si traIava di due1534

contribu?,quellidiHobsbawm,chebenerispondevanoalpropositodelcuratoredi

presentare la storia del movimento operaio inglese aIraverso anche gli innova?vi

approccieprospesvedistudiomessiafuocodallastoriografiainglese,dovegrazieal

«nuovo, più maturo, interesse per l’azione sociale che può essere studiata

direIamente»,eraentratoincrisi–argomentavaGrendi–l’approccio«tradizionale,

fortementeis?tuzionalizzato» .Giàl’annoprecedente,all’uscitadellatraduzionedi1535

LabouringMenacuil’Einaudi–conalcunemodificherispeIoall'originaleinglese 1536

–avevadatoil?tolodiStudidistoriadelmovimentooperaio ,erastataavanzata1537

una simile presentazione. Nicola Tranfaglia, ad esempio, recensendo il volume ne

soIolineava ladiversitàdiHobsbawmnel«mododi far storiadella classeoperaia»

rispeIoaquellodella storiografia italiana.Quest’ul?maaveva insis?to sugli aspes

is?tuzionalidell’organizzazionesindacaleesuldibastoideologicoeavevadatoscarsa

aIenzione «al problema del rapporto tra l’evoluzione economica e tecnologica

E. Grendi, L’avvento del laburismo. Il movimento operaio inglese dal 1880 al 1920, Is?tuto1531

GiangiacomoFeltrinelli,Milano1964.PerilricordodiHobsbawmcomesuosupervisore,assiemeaRalphMiliband,sivedap.11.

A ?tolo d’esempio, Id., Storia e cara.eri del tradeunionismo, in «Studi storici», 1963/3, p. 5691532

(555-574); Id.,UnaprospeÅvaper lastoriadelmovimentooperaio, in«Quadernistorici»,1972/20,p.615(597-618).

Id.,EricHobsbawm,inId.(acuradi),Leoriginidelmovimentooperaioinglese(1815-1848),Laterza,1533

bari1973,p.126(125-126).

Id.,Introduzione,inivi.,p.XXX1534

Ivi.,citazioniapp.XXVIIIeXLIII.1535

AST, AE, Corrispondenza con autori stranieri, Prima serie, cart. 8, fasc. 300, LeIera di C. Vivan? a E.1536

Hobsbawm, 21 gennaio 1969: Vivan? chiede di sacrificare qualche saggio nella traduzione italiana adHobsbawm,cheacconsenteai?tolipropos?daVivan?.

E. Hobsbawm, Studi di storia del movimento operaio, Einaudi, Torino 1972 con traduzione di Luisella1537

Passerini, nella collana la «Nuova biblioteca scien?fica». Il libro fu accompagnato in apertura da unriconoscimentoallavorodiVivan?nellasuapubblicazione:«L’edizioneitalianadiquest’operaèstatarealizzataper consiglio di Corrado Vivan?». Nel 1978 comparse una nuova pubblicazione con lo stesso ?toloaccompagnatodaunnuovosoIo?toloClassilavoratricierivoluzioneindustrialenell’Inghilterradelsecolo19°,nellacollana«PiccolabibliotecaEinaudi».

�323

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

dell’ambienteeaimutamen?nella composizione socialeenelle tendenzepoli?che

della classeoperaia» .Perquestogli scrisdiHobsbawmvenivano indica?come1538

modello per chi volesse elaborare una leIura «spregiudicata e non fideis?ca delle

vicendedelmovimentooperaio» .1539

L’Einaudi in quel giro d’anni aveva preso in considerazione un ulteriore

contributodiHobsbawm,di cui i leIori italiani avevanopotutoavereun’anteprima

nel 1967 sulle pagine di «Studi Storici» . Sebbene il libro in casa Einaudi fosse1540

piaciuto – Vivan? ne aveva parlato comedi un «bel libro», il cui tema era traIato

«congrandeintelligenza» –,vennepoitradoIoepubblicatodagliEditoriRiuni?:1541

gli einaudiani infas dovevano aver trovato «la mole e l’argomento non

importan?ssimo» . Si traIavadiCaptain Swing,opera scriIaaquaIromani con1542

George Rudé in cui, nel tenta?vo di «ricostruire il mondo mentale di un gruppo

anonimo di persone» , avevano lavorato alla ricostruzione della rivolta dei1543

contadini inglesi del 1830. Su interessamento di Ragionieri che dirigeva la collana

storicadegliEditoriRiuni?,CaptainSwingvenne tradoIoepresentatonel1973da

GabrieleTuri,studiosodelleinsorgenzean?francesinellecampagnetoscaneallafine

del 1700 , che soIolineò l’originalità del libro per «argomento, metodo,1544

significato».Dopo«oltremezzosecolodisostanzialedisinteressescien?ficopertuIo

ilmondodei vin?del processodi sviluppo capitalis?co», in linea con altre corren?

storiografiche, come quella francese di Lefebvre in primis (di cui Rudé era stato

allievo) ma anche della riflessione gramsciana così come dell’apporto

dell’antropologia,appariva–dicevaTuri–un’opera«dimodernastoria sociale» .1545

Nelle fasi conclusive della sua introduzione Turi invitava a estendere un tale

approccio, seguendo sempre un insegnamento di Hobsbawm, anche alla storia

poli?ca.Nel 1969quest’ul?mo su«Libri nuovi», il periodicodell’Einaudi, era infas

intervenuto con una posi?va recensione alla Storia del PCI di Spriano, a cui aveva

N.Tranfaglia,Ilmododifarstoriadeglioperaiinglesi,in«Ilgiorno»,11oIobre1972.1538

Ibid; G. S., Eric Hobsbawm, Studi di storia del movimento operaio, in «Rivista di storia1539

contemporanea»,aprile1973.

E.Hobsbawm,Leagitazionirurali inInghilterranelprimoO.ocento, in«StudiStorici»,1967/2,pp.1540

257-281;apparsopoiin«Annales»,1968/1,pp.9-30.

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.6,fasc.479,Verbaleeditorialedel26novembre1969.1541

Ibid.1542

E.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing,LawrenceandWishart,Londra1969;tradoIoinitalianoconil?tolo1543

CaptainSwing:rivoluzioneindustrialeerivoltanellecampagne,traduzioneeprefazionediGabrieleTuri,EditoriRiuni?,Roma1973(poi1978e1992),ed.or.1969;citazioneap.6.

G.Turi,VivaMaria.Lareazionealleriformeleopoldine(1790-1799),Olschki,Firenze1969.Devoal1544

professorTuril’informazionechefuRagionieriainvitarloaoccuparsidellatraduzioneedell'introduzionediCaptainSwing.

Id.,Prefazione,inE.Hobsbawm,G.Rudé,CaptainSwing,cit.,citazioniapp.XI,XII,XV(IX-XXII).1545

�324

Terzaparte:RitraÅ

mossoperòunaimportantecri?ca.SeSprianoavevaapertoilsuostudiodicendoche

lastoriadiunpar?toeraprincipalmentelastoriadeisuoiquadridirigen?,Hobsbawm

auspicava che nel prosieguo dell’opera «la storia del par?to sarà scriIa anche dal

basso come dall’alto», senza «trascurare le asvità, gli aIeggiamen? ecc. delle

masse» .1546

E.Hobsbawm,StoriadelPCIestoriad’Italia,in«Librinuovi»,dicembre1969/6,p.4.1546

�325

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

�326

PaoloSpriano,‘Hobsbawm,storicomarxista’,in«Rinascita»,24agosto1973,p.28.

Terzaparte:RitraÅ

Einaudi aveva preferito a Captain Swing, anche per pressione dello stesso

Hobsbawm, un altro suo libro: nel 1972 aveva dato alle stampe Rivoluzione

industriale e impero , di cui le recensioni italiane evidenziavano la bravura nel1547

meIereinrisaltogliaspessocialidelletrasformazionieconomiche;PierluigiCiocca

parlando di questo libro prima ancora che venisse presentato in Italia ne definì

l’autore «storico sociale per eccellenza» .Quest'immagine diHobsbawmdoveIe1548

cristallizzarsi ancoradi più quando, sempre in quei primi anni SeIanta, apparve su

«Quaderni storici» – «riconosciuta fucina dello sperimentalismo» storiografico

italiano – un suo ar?colo in cui rifleIeva sulla storia sociale: si traIava di un1549

termine–diceva–che«restavavagoeavoltegeneravaequivoci» ;proponevaal1550

contrariodiparlaredi«storiadellasocietà»inquanto«lastoriasocialenonpuòmai

essere un’altra specializzazione, come la storia economica o altri ?pi par?colari di

storia,perchélasuamaterianonpuòessereisolata» .SitraIòdiuninterventoche1551

trovòampioriscontronellastoriografiaitaliana.Nel1978,adesempio,unseminario

progeIatodaGeorgesHauptalla fondazioneLelioBassodiRoma in collaborazione

con la Maison des sciences de l’homme che traIava di Storia sociale e storia del

movimento operaio fece fin dall’impostazione rimandi all’ar?colo di Hobsbawm .1552

Nello stesso anno una nuova rivista, «Società e storia», già dal ?tolo e poi

nell’editoriale si richiamò esplicitamente allo stesso ar?colo: «noi – scrivevano i

promotori–intendiamofarepiuIostostoriadellasocietàeconquestononriteniamo

di col?vare una disciplina a sé stante» . Proprio a par?re dall’intervento su1553

«Quaderni storici» e facendo eco al suo ?tolo inoltre, nel 1973 su «Studi Storici»

apparveuna rassegnasulpercorsostoriograficodiHobsbawm;EnricoMenduniche

firmaval’ar?colopotevaaffermareche«oggi[…]l’aIenzioneitalianadiHobsbawmè

E.Hobsbawm,Rivoluzione industriale e impero.Dal 1750ai nostri giorni,Einaudi, Torino1972. Si1547

vedaanche:AST,AE,Verbalieditoriali,cart.7,fasc.483,Verbaleeditorialedel4febbraio1970.

P.Ciocca,Industriaeimpero.UnastoriaeconomicadellaGranBretagna,in«RivistaInternazionaledi1548

ScienzeSociali»,1969/2,p.173(172-174).

P.Macry,Trent’annidistoriasociale(convistasulMezzogiorno),inA.D’Orsi(acuradi),Glistoricisi1549

raccontano,cit.,p.40 (29-52); si vedaancheM.A.Visceglia,L’etàmoderna, inLa recentestoriografiaitalianaa.raversoleriviste,in«StudiStorici»,2012/2,p.285(279-316).

Hobsbawmricostruisceilcontestodell’incontroromanoinAnniinteressan1,cit.,p.321.1550

Interventotenutonel1970aRoma inoccasionediuncongresso internazionalesuGlistudistorici1551

oggiorganizzatoda«Deadalus»,larivistadell’AmericanAcademyofArtsandScienceseoriginariamenteapparsonel1971su«Deadalus»;vennepoiripubblicatoinF.Gilbert,S.R.Graubard,HistoricalStudiesToday,New York 1972. In Italia apparve con il ?tolo Dalla storia sociale alla storia della società, in«Quadernistorici»,1973/22,pp.49-86(traduzionediP.Ciocca),orainId.,Dehistoria,cit.,pp.89-114.Citodaquest’ul?molibro,p.93.

M. Salva?, Storia sociale e storia del movimento operaio, in «Quaderni storici», 1978/38, pp.1552

768-772.

«Societàestoria»,1978/1,pp.5-7.Lacitazioneèripresa inM.A.Visceglia,L’etàmoderna,cit.,p.1553

286.

�327

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

ormai un faIo consolidato, che va ben oltre le sue fruIuose incursioni sulla storia

d’Italia» :lopresentavacomeunostoricomarxista,modellodistoriasociale.Paolo1554

Spriano, recensendo sullepaginedi«Rinascita» insiemeLa rivoluzione industrialee

l’imperoeStudidistoriadelmovimentooperaio,parlavadiquest’ul?maoperacome

di«unagrandelezionedimetodo»,come«unodeiraricasiincuièlecitoparlaredi

storiografiamarxista»: l’ar?coloera infas in?tolato,congranderisalto,Hobsbawm,

storicomarxista .1555

Se si prende in esame le modalità con cui altri studiosi inglesi vennero

recepi?inItaliaèpossibilecapirediriflessolespecificitàdell’accoglienzaepoidella

fortunaitalianadiHobsbawm.Comesièvisto,allametàdeglianniSessantal’Einaudi,

in cerca di interven? sull’aIualità poli?ca inglese, preferiva «gli osmi ar?coli di

Hobsbawm su ‘Rinascita’» a quelli apparsi su «Mondo operaio» di Tom Nair,1556

esponente trentenne della New Leâ britannica, giudica? un tenta?vo «confuso e

dileIantesco […]nell’applicare le formule gramscianealla storiadel laburismo» .1557

Ancor più efficace risulta confrontare la ricezione italiana diHobsbawmaquella di

altri storicimarxis? inglesi, come ad esempio Edward P. Thompson. Se Hobsbawm

raccolsequasidasubitounagrandeaIenzionedaparteprimadegliorganidistampa

comunistaepoi inmodocrescentedapartedellacasaeditricetorinese,Thompson

invece ebbe una ricezione più fa?cosa e frastagliata. Negli stessi anni in cui

Hobsbawmpubblicava inGranBretagnaTheAge of Revolu1on, compariva anche il

capolavoro storiograficodi Thompson,TheMaking of the EnglishWorking Class.Si

traIavadiun’opera induevolumicheapar?redalla suauscitanel1963ebbeuna

grandeeconelmondostoriograficoanglosassone.Lenumeroseristampedell’opera

nel mercato editoriale britannico tes?moniano la sua fortuna e sono indice

dell’influenzacheillibroebbesuun’interagenerazionedistoriciinprimisnelmondo

anglofono .InItaliaillibro,conun?tolo–Rivoluzioneindustrialeeclasseoperaia1558

inInghilterra–pocofedeleall’originaleeallalineainterpreta?vadell’autore,apparve

seiannidopotradoIodalSaggiatore,operazioneeditorialecheconogniprobabilità

rientrava nel tenta?vo già ricordato della casa editrice milanese di tradurre intere

E.Menduni,Frastoria socialee storiadella società.EricHobsbawm, in«StudiStorici»,1973/3,p.1554

682(681-698).

P.Spriano,Hobsbawm,storicomarxista,in«Rinascita»,24agosto1973,p.28.1555

AST,AE,Verbalieditoriali,cart.4,fasc.313,Verbaleeditorialedel28oIobre1964.1556

Ivi.,cart.5,fasc.321,Verbaleeditoriale27gennaio1965.LeparolesonodiGiulioBolla?.1557

G.Eley,ACroockedLine,cit.,pp.4-5,28-29;P.Burke,Lastoriaculturale,Ilmulino,Bologna2006,pp.1558

28-29; J. Shape, La storia dal basso, in P. Burke (a curadi), La storiografia contemporanea, cit., p. 33(31-50).

�328

Terzaparte:RitraÅ

collanestraniere .Quando l’operaapparve in Italia ilnomediThompsondoveIe1559

suonarenelmondo storiograficoaccademicoquasi nuovo. ErapiuIosto conosciuto

come un esponente poli?co: l’Einaudi, come si è visto, lo aveva presentato su

interessamentodiRanieroPanzieriall’iniziodeldecenniocomeunodegliesponen?

della New Leâ britannica. Così faceva anche la casa editrice barese De Donato

traducendonel1967all’internodellacollana«Dissensi» ilMayDayManifesto,un1560

nuovo pamphlet collesvo nato dalla collaborazione dei principali esponen? della

NewLeâ, tracuiThompsonappunto,StuartHalleRaymondWilliams .Lospazio1561

che Thompson aveva nel mercato editoriale italiano si connotava dunque come

poli?co,noncomestoriografico.

Anche dopo l’uscita in Italia diTheMaking of the EnglishWorking Class, il

mercato editoriale italiano stentò a presentare altri lavori di Thompson storico né

ristampò,nonostantelasuainfluenza,quest’opera.Nel1979NicolaGalleranopoteva

giustamente lamentare che «nulla è stato finora prodoIo in italiano» di

Thompson . Non pochi degli esponen? della seconda generazione degli storici1562

sociali italiani, forma?si aIorno al SessantoIo, scoprirono i tes? di Thompson in

linguaoriginalesoloquando,neiperiodidistudioall’esterointornoallasecondametà

degli anni SeIanta, frequentarono di persona le biblioteche inglesi . DoveIe1563

traIarsi di un «incontro decisivo» , tanto più per il faIo che in quel periodo –1564

come ha ricordato Giovanni Levi – «molte delle speranze e delle mitologie che

avevanoguidatogranpartedeldibastoanchestoriograficostavanomostrandonon

tanto la loro vanità quanto i loro limi? di fronte all’imprevedibilità degli sbocchi e

delleconseguenzedegliavvenimen?poli?ciedellerealtàsociali,lontanodeimodelli

osmis?cidellegrandisistemazionimarxisteefunzionalis?che» .Nelcan?ereche1565

E.P.Thompson,Rivoluzione industrialeeclasseoperaia in Inghilterra,vol. II, Il Saggiatore,Milano1559

1969;ed.or.Themakingoftheenglishworkingclass,Gollancz,London1963.

Sullapubblicazionedapartedella casaeditriceDeDonatodi interven?poli?cio teorico-poli?ci si1560

veda L. Di Bari, Imeridiani. La casa editrice De Donato fra storia ememoria,Dedalo, Bari 2012, pp.131-150.

E.P.Thompson,R.Williams(acuradi),Manifestodimaggio:lanuovasinistralaburista,DeDonato,1561

Bari 1967. Per una tes?monianza di chi vi prese parte come studente: T. Eagleton,How tomake theworldabe.erplace,in«Theguardian»,29aprile2017.

N. Gallerano,M. Salva?,Un’intervista a E. P. Thompson, cit., p. 49 (introduzione all’intervista pp.1562

48-50).

P.Brunello,Trent’annidopo, inRibelli,questuan1ebandi1.Protestecontadine inVenetoe inFriuli1563

1814-1866, Cierre, Verona 2011 [prima ed. Marsilio, Venezia 1981], p. XI (VII-XXV); R. Romanelli,Borghesisenzapadri.Ripensandoleis1tuzioniliberali,inA.d’Orsi(acuiadi),Glistoricisiraccontano,cit.,pp.119-121(109-125).

P.Brunello,Trent’annidopo,cit.,p.XI.1564

G. Levi,A proposito di microstoria, in P. Burke, La storiografia contemporanea, cit., pp. 111-1121565

(111-134);C.Ginzburg,Microstoria:dueotrecosechesodilei,inId.,Ilfiloeletracce,cit.

�329

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

in quegli anni in Italia aprì un ripensamento del metodo, delle procedure e delle

categoriedelfarestoria,Thompsondivenneunpuntodiriferimentodiprimopiano.

Ciò che delle sue opere (in par?colare dei suoi saggi apparsi tra anni Sessanta e

SeIantasu«PastandPresent» osulle«Annales» oancorailvolumedel19751566 1567

WhigsandHunters )interessavaera«l’usointelligenteedinnova?vodell’analisisu1568

scalalocaleesutempibrevi» .Quandoquella«annalista»eraormaidiventatauna1569

lezionecanonizzataelagrandezzadiHobsbawmvenivariconosciutanelsuoessere–

proprioperchémarxista–unostoricouniversale,unapartedellastoriografiaitaliana

avanzò,guardandoancheallalezionediThompson,unapropostadiricercadaitras

edalleconnotazionidifferen? :siiniziòaparlaredimicro-analisi .Fuallorache1570 1571

a Thompson venne riconosciuto uno spazio preIamente storiografico: dopo averlo

più volte presentato su «Quaderni storici», Edoardo Grendi nel 1981 tradusse e

presentòalpubblicoitalianounaraccolta(concordataconl'autore) disuoisaggi,1572

checonil?tolodiSocietàpatriziaeculturaplebeavennepubblicatadaEinaudinella

collana«Microstorie»,dapoco inaugurata.Presentandolo comeunodei«principali

esponen? della ‘nuova storia inglese’» , Grendi mo?vava la nuova aIenzione1573

italianaversoThompsonconla

crescente aspirazione alla storia sociale e alla rivendicazione culturale dei sogges

storici libera? alfine dalla strumentalizzazione ideologica; […]. L’enfasi del discorso

teorico di Thompson sulla moralità, l’esperienza, la cultura, rivela indubbiamente –

con?nuava – in animus retorico che esprime la tenace vocazione an?riduzionis?ca a

svilupparelegrandipotenzialitàdiundiscorsostorico,arecuperaresistema?camenteil

protagonismo degli individui e dei gruppi sociali, l’human agency, come dice lui. Le

E.P.Thompson,TheMoralEconomyof theEnglishCrowd in theEighteenthCentury, in«Pastand1566

Present», 1971/50, pp. 76-136; Id., Time, Work-Discipline, and Industrial Capitalism, in «Past andPresent»,1967/38,pp.56-97.

Id.,RoughMusicLeCharivarianglaise,In«Annales»,1972/2,pp.285-312.1567

Id.,WhigsandHunters.TheOriginoftheBlackAct,PenguinBooks,Harmondsworth1975.1568

N.Gallerano,M.Salva?,Un’intervistaaE.P.Thompson,cit.,p.49.1569

P.Bourdieu,Ladis1nzione.Cri1casocialedelgusto,IlMulino,Bologna1983.1570

E.Thompson,Alcuneosservazioni suclassee ‘falsacoscienza’, in«Quaderni storici»,1977/36,pp.1571

900-908; E. Grendi, Micro-Analisi e storia sociale, in «Quaderni storici», 1977/35, pp. 506-520; C.Ginzburg, C. Poni, Il nomee il come: scambio ineguale emercato storiografico, in «Quaderni storici»,1979/40,p.186.Per ilpercorsocollesvodi«Quadernistorici»versoquestaproposta,conpar?colaremenzione al fascicolo monografico Famiglia e comunità (1976), si rimanda a O. Raggio e A. Torre,Prefazione,inId.(acuradi),EdoardoGrendi.Inaltritermini.Etnografiaestoriadiunasocietàdian1coregime,Feltrinelli,Milano2004,pp.13-15(5-37).

AST,AE,Corrispondenzaconautoristranieri,Primaserie,cart. , fasc.Thompson,LeIeradiSimona1572

CerusaE.P.Thompson,1°marzo1979erisposte,19marzoe25aprile1979.

Terzadicoper?nainE.P.Thompson,Societàpatrizia,cit.1573

�330

Terzaparte:RitraÅ

intuizioni, le proposte, i metodi di indagine di Thompson storico vivo ed esemplare

vannoriconsidera?tusinquestadirezione .1574

Anche quest'opera, nonostante l’importanza assunta nella storiografia italiana di

quegli anni, non avrebbe avuto nuove ristampe (se non parziali e di molto

successive) . Grendi nel presentarla al leIore italiano faceva riferimento ad una1575

«certaambiguitànellatardivascopertadiThompsoninItalialegatasopraIuIoaun

testo come The Making of the English Working Class che pure era stato tradoIo

tempes?vamente» .1576

Nonerasololadifferenzadiscalaadis?nguereThompsondaHobsbawm:seilprimo

proponevaun’analisimicro,quest’ul?moamavainvecedefinirsiun«macro-historian

by ins?nct» con una opinione piuIosto nega?va dell’analisi storica al1577

microscopio .Idueperò,comesièdeIo,avevanofor?differenzeanchepoli?che,1578

cheancheinItaliavenneronotate:seeranorisaputelesimpa?ediHobsbawmverso

ilPCIelasuamilitanzanelCPGB,ThompsoneraunesponentedellaNuovasinistrae

dellaCampaignforNuclearDisarmament.Glistorici italianicheguardavanoa lui, lo

facevano anche per questo suo impegno. Nel 1979 Nicola Gallerano e Mariuccia

Salva?lointervistavano,presentandolopoisullepaginedi«Ombrerosse»come«uno

dei maggiori storici delle classi subalterne, il cui discorso sta suscitando grande

interessetraigiovanistoriciitaliani,eoltre,perchéaffrontatemi,apreproblemi,che

investono decisamente i grandi temi della coscienza di classe e della sua realtà,

importan?anchepercomprenderel’oggi» .Nell’intervistail1956emergevacome1579

E. Grendi, Introduzione, in E. P. Thompson, Società patrizia, cultura plebea, O.o saggi di1574

antropologia storica sull’Inghilterradel Se.ecento,Einaudi, Torino1981.,pp.XXVI-XXVII (VII-XXXVI). SivedaancheE.Grendi,E.P.Thompsonela‘culturaplebea’,in«Quadernistorici»,1994/85,pp.235-247.

Recentemente la casa editrice et al. ha dato alle stampe: L’economiamorale delle classi popolari1575

inglesinelsecoloXVIII,conintroduzionediF.deVivoetraduzionediS.Loriga,et.al,Milano2009;Id.,Tempo, disciplina del lavoro e capitalismo industriale, con introduzione di GiovannaProcaccietraduzionediSabinaLoriga,etal.,Milano2011.

E.Grendi, Introduzione, inE.P.Thompson,Societàpatrizia,culturaplebea,cit.,p.XXVI(VII-XXXVI).1576

Unasimilericezionetardivasarebbestatadataancheachi,comeThompson,avevalasciatonel1956ilCPGB.ChristopherHill,adesempio,doveIeaspeIare il1977,quandoEinaudipubblicòLaformazionedellapotenzainglese.Dal1530al1780.

MRC,EHP,Personalia,Otherpersonalpapers,Autobiographical/biographicalmaterial, ‘Retrospect’,1577

textofspeech,undated(937/7/8/1).Eraquestaunadefinizionechealtrevolteavevadatodisestessoper specificare l’influsso di Marx sulla sua impostazione storiografica. Ivi., text of speech on Marx'sinfluence on Hobsbawm's view of history, for 1990 New England Historical Associa?on symposium(937/7/8/1).

E. Hobsbawm,Anni interessan1, cit., 324-326; per la risposta di C. Ginzburg, Sulle orme di Israël1578

Bertuccio,inId.,Ilfiloeletracce,cit.,pp.156-159.

N.Gallerano,M.Salva?,Un’intervistaaE.P.Thompson,cit.,p.48.L'annoprecedenteeraapparsain1579

Italiaun’altraintervistaaThompson:Un'intervistaaE.P.Thompson:perundibaÅtosullastoriasocialedelmovimentooperaio,acuradiM.Salva?,«Movimentooperaioesocialista»,1978/1-2,pp.77-82.

�331

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

unanno spar?acquenon solonellabiografiapoli?cadi Thompson,maanchenella

sua produzione storiografica, che veniva interpretata come il «contributo più

importante […] al rinnovamento del marxismo e del metodo storico». Nel 1979,

quandoHobsbawmaGenova presentava la Storia delmarxismo in occasione della

festade«l’Unità»,Thompson,«comunistadissidente»,aIraversocanalipiù ristres

diventava così il punto di riferimento della storia sociale degli anni SeIanta

alterna?vaalPCI.Seall’iniziodeldecennioHobsbawmerastatodefinitoincontesto

italiano«lostoricosocialepereccellenza»,allafinedeglianniSeIantavidunqueera

unmodelloalterna?vo.

�332

Terzaparte:RitraÅ

6.3StoriografiaepoliSca

Nel1997Hobsbawmfesteggiò il suooIantesimocompleannoal teatroSan

Carlo di Genova: fu un evento pubblico, molto partecipato, che ebbe risonanza

media?ca.Lafesta,presentatacomeunomaggioallostoricodapartedialcunicircoli

culturaliciIadiniedell’amministrazioneregionale,avevainrealtàuncaraIereanche

dipromozioneeditoriale:nellasuaorganizzazioneerainfascoinvoltalacasaeditrice

milanese Rizzoli che dallametà degli anni Novanta pubblicava in Italia i libri di1580

Hobsbawm. Proprio nel 1997 traduceva tempes?vamente, con il ?tolo la?no De

historia,ilsuoOnhistory,unaraccoltadiriflessionichenelcorsodegliul?miven?sei

anniavevafaIosulpropriomes?ere,evidenziandoneproblema?cheemetodologie,

ragionando anche aIraverso esercizi di ego-histoire su spezzoni di storia della

storiografia e insistendo sul valore della disciplina a cui aveva dedicato la sua vita.

Nonfuperòsuquest’operachevennepostal’aIenzionedellafesta:giàil?tolodato

allaserata,Sembraunsecolo,maèbreve,lorendevachiaro.Nel1995laRizzoliaveva

datoallestampeIlsecolobreve,unponderosolibroconilqualeHobsbawmchiudeva

il percorso che aveva iniziato nel 1963 e che, pur non progeIato come tale fin da

allora, si erapoi andatomanmanodelineando comeun tenta?vodi sintesi di due

secolidistoria.TheAgeofExtremes.TheShortTwen1ethCentury ,questoil?tolo1581

dell’opera uscita in Gran Bretagna l’anno precedente, si presentava come l’ul?mo

volumediunatetralogiacheHobsbawmavevadedicatoallostudiodell’OIocentoe

cheora allargavafino alNovecento, conunaperiodizzazione chedal 1914 arrivava

allacesuradel1989-1991.Al suoTheAgeofRevolu1on,pubblicatocomesièvisto

nel1962,eranosegui?nel1975TheAgeofCapital (1848-1875) enel1987The1582

Age of Empire (1875-1914) . Se il primo libro era stato pubblicato in Italia dal1583

Saggiatoreepoi rieditoda Laterzanel 1988, eraproprioquest’ul?maadaverdato

alle stampe numerose volte i due successivi volumi . Il quarto invece era stato1584

MRC,EHP,Academicconferences,colloquia,andlectures,Italianvisit1997,FaxdiGiannaScheloIoa1580

E.Hobsbawm,(937/2/103).

E.Hobsbawm,TheAgeofExtremes.TheShortTwen1ethCentury,MichaelJoseph,Londra1994.1581

Id.,TheAgeofCapital(1848-1875),WeidenfeldandNicolson,Londra1975.1582

Id.,TheAgeofEmpire(1875-1914),WeidenfeldandNicolson,Londra1987.1583

Id., Il trionfo della borghesia : 1848-1875, Laterza, Roma-Bari 1976, collana «Storia e società»,1584

traduzionediBrunoMaffi;il libroebbemolteristampe(nel1979,1981,1986)nellastessacollanaeincollaneeconomiche:nel1989 (1992,1994,1998)comparivanella«BibliotecaUniversaleLaterza»,nel2003(poianche2006e2010)nella«EconomicaLaterza».Id., L’ eta degli imperi: 1875-1914, Laterza, Roma-Bari 1987, collana «Storia e società», traduzione diFranco Salvatorelli; 1991, 1992 «Biblioteca universale Laterza»; 2000, 2005 e 2011 nella «BibliotecastoricaLaterza»;vennequindieditonel1996daMondadorinellacollana«OscarSaggi».

�333

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

aggiudicato,dopounaduracompe?zionetralecaseeditriciitaliane ,dallaRizzoli.1585

QuandoHobsbawmgiungevaaGenovanel1997,ilSecolobreveeraalladodicesima

ristampa .Giànelmaggiodel1995,subitodopolasuauscitaitaliana,«L’indicedei1586

libri»loavevaeleIolibrodelmese;erapoistatoalungotraibesteller .Nel19971587

vinceva il premio leIerario Cherlasco per il suo rigore storico e per la sua prosa

limpida e accasvante . Ciò accadeva anche in altri numerosi paesi: si traIava1588

infasdiunsuccessogeneralizzatoediffuso.Conqualcheeccezione.

Laterza infas scriveva a Hobsbawm dicendosi dispiaciuto per non essere stato in grado di1585

aggiudicarselo,maerafuoridalleproprieportate.

E.Hobsbawm, Ilsecolobreve,Rizzoli,Milano1995;collana«StoricaRizzoli»traduzionediBrunello1586

Los; nel 1996 era alla nona ristampa, nel 2000 alla ven?seiesima, nel 2000 usciva la prima edizionedellacollana«BibliotecaUniversaleRizzoli»,nel2016laquinta.

MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,FaxdiP.Zaninonidellacasaed.Rizzolia1587

E.Hobsbawm,12giugno1995,(937/1/6/6).

Premiatoper«Ilsecolobreve»,in«Lastampa»,22seIembre1997.1588

�334

Terzaparte:RitraÅ

Lo puntualizzava lo stessoHobsbawmproprio nel 1997, quando scriveva la

prefazione delDe historia.Nel presentare al leIore la summa della sua riflessione

storiografica,citenevaamostrarsidinuovocomeunostoricomarxista:dicevainfas

di con?nuarea trovarenella«concezionematerialis?cadella storia»diMarx la sua

migliorbussola.

Maperlaprecisione,checos’è–sichiedeva–unostoricomarxista?Gliideologi

diambolepar?,nelleguerredireligionedurantelequaliabbiamovissutoperla

maggiorpartediquestosecolo,hannotentatodifissarepreciselineedivisoriee

neIeincompa?bilità.DaunlatoleautoritàdelladefuntaURSSnonsirisolsero

maiafartradurreinrussonessunodeimieilibri,benchéfossiconosciutocome

membro di un par?to comunista e come curatore dell’edizione inglese delle

opere diMarx ed Engels. Secondo i criteri dell’ortodossia sovie?ca imiei libri

nonerano ‘marxis?’.D’altro canto,più recentemente,nessuneditore francese

‘rispeIabile’ è stato disposto sino ad ora a tradurre il mio Secolo breve,

presumibilmente perché ideologicamente troppo sconveniente per i leIori

parigini o, più probabilmente, per coloro che sarebbero deputa? a recensirlo

qualoravenissepubblicato .1589

In realtà il libro in ambiente francese era stato inizialmente accolto posi?vamente.

Nell’aprile del 1995 Nora, scriveva a Hobsbawm per fargli sapere che lo stava

leggendo«avecénormémentd’intérêt.J'espère,–aggiungeva–sansenêtresûr(vu

son épaisseur), pouvoir le fair prendre par Gallimard» . Alcuni mesi più tardi1590

ribadendol’interesseelapropriaammirazione,soIolineavacome

[l]atraduc?onneseraitpasunepe?teaffaireet ilyauraitpeut-être,àmonavis,des

aménagements à apporter pour une traduc?on française, mais l’ensemble est très

impressionnantet,mesemble-i-il,sanséquivalentsurlemarchéfrançais.Alarentrée

doncladécisiond’AntoineGallimard .1591

Nonsen’erapoifaIopiùnulla:lostessoNoranespiegavaimo?vidueannipiùtardi

quando«LeDébat»,rivistadaluidireIa,dedicavauninteronumeroallibroomeglio

E.Hobsbawm,Prefazione,inDehistoria,cit.,pp.9-10(7-11).1589

MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,LeIeradiP.NoraaE.Hobsbawm,261590

aprile1995(937/1/6/6).

Ivi.,FaxdiP.NoraaE.Hobsbawm,14luglio1995,(937/1/6/6).1591

�335

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

alla sua mancata traduzione in Francia : a causa dell’«aIachement [de1592

Hobsbawm],mêmedistancé,àlacauserévolu?onnaire»latraduzioneinFranciadel

Secolobrevesarebbestata–spiegavaNora–untotaleflopeditoriale.Neindicavaun

sentore nel grande successo media?co che da poco aveva riscosso Il passato di

un’illusione in cui lo storico Fançois Furet, rinnegando la sua militanza comunista,

delineava un bilancio della storia del comunismo in termini pesantemente

nega?vi . Era a par?re dagli anniOIanta, comeha argomentato Fançois Jarrige,1593

cheinFranciasieralevataunacerta«méfiancecroissante»insfavorediHobsbawma

causa delle sue posizioni poli?che e della sua persistente tendenza a definirsi uno

storicomarxista . Di tale tensione era sintomo già il libro che Hobsbawm aveva1594

dato alle stampe nel 1990 in polemica con il revisionismo storico sulla Rivoluzione

francese,incuiavevaribaditocomeconsiderasseestremamenteposi?vanonsolola

storiografia che si era interessata alla Rivoluzione francese e che invece era stata

messa in discussione nel secondo centenario, ma anche i lasci? della Rivoluzione

stessa .IntalecircostanzaFureterastatounodeglistoriciconcuiHobsbawmpiù1595

aveva polemizzato. Il rifiuto di dare alle stampe a metà degli anni Novanta il suo

ul?moAgedoveIeesserevissutacomeunaconfermadiquellocheglisembravaun

isterico ritorno alla «polemica an?comunistata e an?marxista» .Dell’opposizione1596

franceseal librodiHobsbawmgiungevavoceanche in Italia: igiornalidisinistrane

davano no?zia, parlando di una «requisitoria ideologica» contro Hobsbawm e

rimarcandod’altrocantocomelevenditedellibroinItaliaandasseromoltobene .1597

LaseratainonoredeglioIant’annidiHobsbawmaGenovafuunrichiamoimplicito

macostanteaquestadicotomiaconlaFrancia.

Fin dalla sua uscita, il libro aveva suscitato un grande dibasto nelmondo

accademico italiano. Nel giugno del 1995 Claudio Pavone, in qualità di presidente

dellaSocietàItalianaperloStudiodellaStoriaContemporanea,scrivevaaHobsbawm

Surl’histoireduXXesiècle,in«LeDébat»,gennaio-febbraio1997.Illibrosarebbestatopubblicatoin1592

francesesolonel1999dauneditorebelgaAndréVersailleeconl’aiutodi«LeMondeDiploma?que».

F.Furet,Lepassed'uneillusion:essaisurl'ideecommunisteau20siecle,Calmann-Levy,Parigi1995;1593

tr. it. Il passato di un’illusione. L'idea comunista nel XX secolo,Mondadori, Milano 1995. Lo stessoHobsbawm lo aveva cri?cato:Historie et Illusion, in «Le Débat», marzo-aprile 1996, pp. 128-138; N.Tranfaglia,Gli errori di Furet, in «la Repubblica», 13 aprile 1995; S. Lupo, Il passato di un’illusione?PensareilNovecentosecondoFançoisFuret,in«Storica»,1996/1,pp.83-102;F.Benigno,Unsecoloallosbando,inivi.,pp.103-126.

F. Jarrige, Eric J. Hobsbawm, l’histoire et l’engagement, in «Cahiers d’histoire. Revue d’histoire1594

cri?que»,2013/120,pp.157-164.

E.Hobsbawm, Echi dellaMarsigliese.Due secoli giudicano la Rivoluzione francese, Rizzoli,Milano1595

1991[ed.or.Verso,Londra–NewYork1990].

Id.,Anniinteressan1,cit.,p.369.1596

B.Valli,EricHobsbawm:laFrancialome.eall’indice,in«laRepubblica»,5aprile1997.1597

�336

Terzaparte:RitraÅ

perfarglisaperechelaSISSCOstavaorganizzandounconvegnosulleperiodizzazioni

del XX secolo. Sul finire del secolo sembrava opportuno – diceva – rifleIere sulle

scansioniinternealsecolostesso,nonnecessariamentecoinciden?».Ilpropositodel

convegno era dunque di meIere a confronto le varie possibili periodizzazioni,

secondodiversipun?divistatema?ciedisciplinari.Pavoneimmaginaval’aperturadel

convegnocondue relazioni generali: eraperquestomo?voche si rivolgevaa«chi,

come te, parla di ‘secolo breve’ e a chi, come Charles Maier, parla di ‘secolo

lungo’» .NonostanteHobsbawmnonviprendesseparte , ilconvegno Il secolo1598 1599

ambiguo.LeperiodizzazioninelsecoloXX:con1nuitàemutamen1,chesitenneaPisa

nelmaggiodel1996,siconfrontòripetutamentecon Ilsecolobreve:molterelazioni

par?vano proprio dalle sue argomentazioni per avanzarne di alterna?ve o

contrastan? . L’interesse verso l’ul?mo e il più controverso Age di Hobsbawm1600

trovava riscontroanche innumerose rivisteaccademiche.«PassatoePresente»,ad

esempio, ospitava interven? di Aldo Agos?, Nicola Gallerano, Gianni Sofri che pur

meIevanoinlucelecri?citàdelSecolobreve,soIolineavanodall’altrolatolacapacità

di Hobsbawm, tes?mone direIo di quasi tuIo il secolo, «di res?tuire con distacco

scien?fico le passioni con cui ha partecipato alle vicende del suo tempo»: era in

questochevenivariscontratoilfascinomaggioredell’opera .Nelmaggiodel1996,1601

a pochi giorni di distanza dal convegno pisano, si parlava di Secolo breve anche a

Roma in un seminario organizzato dall’Is?tuto Gramsci. Vi partecipavano, cosa che

Renato Zangheri ci teneva a soIolineare in apertura, «amici ed es?matori

dell’autore», che senza nascondere i consensi miravano a meIere in luce, alla

presenzadiHobsbawm,idifesdellibro .Neuscivaunconfrontoriccodicri?che,1602

molte delle quali Hobsbawm intervenendo in conclusione si mostrava disposto ad

accogliere. Ne nacque – su interessamento dell’Is?tuto Gramsci – un volume per

contribuire«adallargare–comescrivevaGiuseppeVaccaadHobsbawm–,speciein

MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1995,LeIeradiC.PavoneaE.Hobsbawm,301598

giugno1995(937/1/6/6).

NonèconservatalarispostadiHobsbawm.SullaleIeradiPavoneèindicatoapenna,probabilmente1599

scriIodaHobsbawmodallasegretaria,un«NO».

C.Pavone,Prefazione,inId.,(acuradi),Novecento.Itempidellastoria,Donzelli,Roma1997,p.VIII1600

(VII-XI). Il volume a cura di Pavone raccoglieva quindi gli interven? del convegno, già apparsi in«Paolechiave», 1996/12. Si vedano le sintesi del convegno Il secolo ambiguo. Le periodizzazioni nelsecoloXX:con1nuitàemutamen1afirmadiM.Meriggi,C.SorbaeB.Mantelli,in«BollesnoSISSCO»,luglio1996/16.

Ilsecolobreve,in«PassatoePresente»,1996/37,p.13(13-34).1601

R. Zangheri,Prefazione, in S. Pons (a cura di), L’età degli estremi. Discutendo conHobsbawmdel1602

Secolobreve,Carrocci,Roma1998.

�337

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

amben? universitari, il già sensazionale successo del libro» . In effes Il secolo1603

breve aveva già iniziato a circolare nelle aule universitarie: Aldo Agos?, che aveva

trovato il libro «one of the most s?mula?ng readings I have tackle in the last

?mes» , nel 1996 lo usava nei suoi corsi universitari: «it is very successful»,1604

commentava scrivendo a Hobsbawm . In effes le numerose cri?che non1605

impedironoal librodidiventareunmanualeuniversitarioo,d’altrocanto,diessere

presocometracciadimol?manualiscolas?ci–doved’altrondeallo«storicoinglese

Hobsbawm» veniva riservata sempre maggiore aIenzione – anche della scuola

secondaria .1606

Nonostante le cri?che mosse all’interpretazione del XX secolo data da

Hobsbawm,Ilsecolobrevesuscitògeneralmenteconsenso.Questolosivideanchein

occasione della visita sua italiana del 1997, quando Hobsbawm iniziò ad essere

iden?ficato–paradossalmente–comelostoricodelNovecento,comeil«piùgiovane

dei grandi vecchi», come l’ul?mo grande storico che ancora rivendicava la sua

appartenenza al marxismo e la sua militanza comunista . Come ha soIolineato1607

EnzoTraverso,Ilsecolobreveèunlibro«scriIodaunvintochenonrinnegalapropria

loIa» .SeinFranciaciòavevacausatoadHobsbawmunapesantestroncatura,in1608

Italia invece doveva essere visto come mo?vo di ammirazione. Aldo Agos?, in

occasione del conferimento ad Hobsbawm della laurea honoris causa da parte

dell’UniversitàdiTorinonel2001,haipo?zzato

cheilsuccessoindiscu?biledelSecolobreverispondaalbisognodiffusodiunpubblico

colto, generalmente ‘di sinistra’ ma non solo, un po’ disorientato negli ul?mi tempi

dallafuriaiconoclas?cadellemode‘revisioniste’,diritrovareunsensostoricoaipropri

percorsieallepropriescelte .1609

Ivi.,FaxdiG.VaccaaE.Hobsbawm,24febbraio1997,(937/1/6/10).Inrealtàl’Is?tutoGramsciaveva1603

inizialmentepropostodiporregliasdelseminarioinappendicediunanuovaedizionedelSecolobreve:propostanonaccoltadaHobsbawmchetemevainquestomodopotesserestringersiilpubblicodileIoridellibro.

FA,CAA,FaxdA.Agos?aE.Hobsbawm,21agosto1995.1604

MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1996,LeIeradiA.Agos?aE.Hobsbawm,141605

febbraio1996.

Un esempio è il recente G. De Luna, Sulle tracce del tempo. Vol III. Il Novecento e il mondo1606

contemporaneo,Paravia,Milano2014.

Cincin colnovecento, in«Il secoloXIX»,24 seIembre1997;A.Gibelli,Storicodegliuomini, in«Il1607

secolo XIX», 21 seIembre 1997;Hobsbawm, un secolo di jazz, in «GazzeIa»; 21 seIembre 1997; LaPadania?Nonesiste.Hobsbawm,lastoriacontroimi1,in«Lastampa»,22seIembre1997;IlsecolodiHobsbawm,in«IlTempo»,24seIembre1997.

E. Traverso, Le siècle de Hobsbawm, in «Revue interna?onale des livres et des idées», 2009/10,1608

p.11-16.

A.Agos?,Lauda1o,in«L’Ateneo»,novembre/dicembre2001,p.65(63-65).1609

�338

Terzaparte:RitraÅ

L’aIenzioneperlostoricomarxistaimpenitenteinItalianonvenneinfasmeno.Nello

stesso1997ClaudioMagrisloinvitavaaparlareall’UniversitàdiTriestedellapropria

esperienzadimarxistainunincontrosul«checosasignifichiessereoggimarxis?» .1610

L’anno successivo Hobsbawm firmava l’introduzione al Manifesto del par1to

comunista per i ?pi della Rizzoli, che avrebbe avuto numerose ristampe .1611

Quest’immaginediHobsbawm,storicomarxistaecomunista,sarebbestata–comesi

èvisto–lachiavedileIuraancheall’uscitadellasuaautobiografiaepoinegliepitaffi

scris alla suamorte. L’anno prima dimorire d’altronde pubblicava una raccolta di

saggiperspiegareperchéfosseimportanteriscoprirenelnuovomillenniol’ereditàdel

marxismo .1612

ConlafortunadelSecolobreve inoltre lafiguradiHobsbawmsiimposenon

soloalcentrodeldibastostoriografico,mainmisurapiùgeneraleinquelloculturale.

Mol? giornali, fecero leva sul suo pres?gio di studioso del nazionalismo e

dell’invenzione della tradizione, – filoni ampiamente recepi? dalla storiografia

accademicaitalianaapar?redallafinedeglianniOIantaquandoEinaudiavevadato

allestampeprimaL’invenzionedellatradizioneepoiNazionienazionalismo –per1613

aIaccare la proposta secessionista della Lega Nord, che Hobsbawm definiva

«immorale»,epermeIereindiscussionelebasistorichedellaPadania .1614

SeinconclusioneilmondoeditorialefranceserespinseIlsecolobreveproprio

perché scriIo da uno storico comunista e marxista impenitente e il mondo

accademicoinglesericonobbeinHobsbawmunostoricodialtolivellononostantela

suaimpostazionemarxistaelasuamilitanzacomunista,inItaliainvecelasuafortuna

MRC,EHP,Correspondence,GeneralCorrespondence,1997,LeIeradiC.MagrisaE.Hobsbawm,241610

febbraio 1997 (937/1/6/10). L’incontro si tenne il 13 giugno 1997 con il ?toloMarxis1 emarxismi difronteallarealtàd’oggi,assiemeaHobsbawmpartecipavanoRenatoZangheriedEdoardoSanguines.

K.Marx,F.Engels,Manifestodelpar1tocomunista,conintroduzionediE.Hobsbawm,Rizzoli,Milano1611

1998,ristampatonella«BUR»nel2001nel2009enel2015.

E.Hobsbawm,Comecambiareilmondo,cit.L’originariaedizioneRizzolidel2011venneristampata1612

nellaversioneeconomical’annosuccessivo.

E.Hobsbawm,T.Ranger,The Inven1onofTradi1on,CambridgeUniversityPress,Cambridge1985;1613

L’invenzionedellatradizione,Einaudi, Torino1987;E.J.Hobsbawm,Na1onandNa1onalismSince1780:Progamme,Myth, Reality, CambridgeUniversity Press, Cambridge 1991, traduzione italianaNazioni enazionalismodal1780.Programma,mito,realtà,Einaudi,Torino1991.Sullaricezioneitalianadelledueopere:M.Isnenghi,Grandenazione,patriadipiccoliideali,in«ilmanifesto»,26aprile1991;S.Lanaro,Dovecomincialanazione?DiscutendoconGellnereHobsbawm,«Meridiana»,11-12,1991,p.358; D.Bidussa,Apropositodella«invenzionedellatradizione,«StudiStorici»,2013/54;T.Mason,A.Triulzi,F.Gas,I.Cervelli,L’invenzionedellatradizione,in«PassatoePresente»,1987/14-14,pp.11-36.

M. Ferrari, Hobsbawm: ‘La secessione? Idea immorale’, in «l’Unità», 24 seIembre 1997; ‘No, il1614

patriossmoèdi sinistra’.Hobsbawm: inEuropa faeccezione solo l’Italia, in«Corrieredella Sera», 23seIembre 1997; La Padania? Non esiste. Hobsbawm, la storia contro i mi?, in «La stampa», 22seIembre1997.

�339

sestocapitolo:Ricezioniefortuna

–apar?resopraIuIodaglianniSeIanta–ruotòingranmisuraaIornoaquestedue

ul?mecaraIeris?che.Eglivennericonosciutoepresentatodalsuoprincipaleeditore

italianononchédagliorganidistampadelPCIodallerivistediareacomunistacome

un insigne storico proprio in quantomarxista e in quantomilitante comunista. Già

all’uscitadelle sueprimeopere in Italia– si pensi ad esempio alle recensioni diLe

rivoluzioniborghesidapartediAlatrieRagionieri,maancheacomegliEditoriRiuni?

presentarono Il mondo del Jazz – venne percepito come lo storico capace di

dimostrarelavitalitàdelmarxismo.QuandopoiIribelli,operapubblicatainItalianel

1966connumeroseristampeapar?redal1974 ,fissaronoconun’ambientazionee1615

ricerchesopraIuIoitalianel’importanzaperHobsbawmdelprimatodellapoli?cae

in essa dell’organizzazione par??ca e quasi un decennio più tardi I rivoluzionari

rimarcaronoladiversitàdelPCIrispeIoaglialtripar??comunis?,Hobsbawmnonera

più solo un esponente della storia sociale a cavallo tra le «Annales» e le influenze

dellescienzesocialibritanniche,com’erastatovistoall’iniziodeglianniSessanta.Egli

divenne piuIosto – e il confronto con Edward Thompson lo rende chiaro –

l’esponentebritannicodellastoriasocialeche,inquantofedeleallalineadelpar?to,

potevamostrare come l’innovazionee le aperture storiografiche– la storia sociale,

appunto–fosserocompa?biliconlastoriapoli?caeconl’ortodossia.Untalelegame

divenne ancora più streIo nella secondametà e poi sulla fine degli anni SeIanta

quando con laStoria delmarxismoegliassunse i caraIeri di uno storico capacedi

orchestrare–proprioperchélofacevadaposizionimarxisteortodosseallalineadel

par?to–un’operaditaletema?caeditaleportataconconnotazioni,comesièvisto,

anchepoli?che.

Nel corso della festa genovese per i suoi oIant’anni il momento più

emozionantegiunsequandoHobsbawmsi lasciòandareairicordi.Assiemeavecchi

amici venu? a omaggiarlo, Giuliano Procacci, Giorgio Napolitano e Giulio Einaudi,

rievocòilsuolegameconPieroSraffa,ildebitointelleIualeneiconfron?diGramsci,

l’ospitalità di Delio Can?mori, «la scoperta straordinaria di quella generazione

an?fascistaimpegnatanellaricostruzionedellasocietàitaliana» .Pochianniprima,1616

nel 1990, intervistando Achille OccheIo per «Marxism Today» Hobsbawm aveva

espressolapropriacontrarietàalladecisionedicambiarenomealPCIeallaposizione

difensivachequest’ul?mo,dopoilcrollodell’URSS,avevaassunto.Chiedendoalsuo

interlocutore perché mai il Par?to comunista italiano avesse dovuto sen?rsi

«responsible for things forwhich it has no responsibility», ricordava la «wonderful

Ripubblicatonellacollana«PiccolaBibliotecaEinaudi»nel1974,1980,1985e2002.1615

P.Basflora,Cincincolnovecento,in«IlsecoloXIX»,24seIembre1997.1616

�340

Terzaparte:RitraÅ

tradi?on» che esso in realtà poteva vantare . Allamemoria di questa tradizione1617

poli?ca italianaHobsbawm,anchedopo lafinedelSecolobreve, rimase legato.Era

ancheesopraIuIograziealPCIcheilsuorapportoconl’Italiasieramantenutoforte

per più di cinquant’anni: dal PCI egli aveva ricevuto legismazione e, viceversa, ad

essoneavevadata.

SpliÅngImage,in«MarxismToday»,febbraio1990.,p.19(14-19).1617

�341

Fon1ebibliografia

FonSebibliografia

L’i?nerarioarchivis?codiquesta ricerca, chehaseguito traieIorie italianeed

inglesi con una breve tappa parigina (e una – mediata – ad Amsterdam), sarà

ricostruitonellaprimapartediquesta sezione, in cuidarò contodelle fon? inedite

usate(I.a-u).Nellasecondapartefaròinveceriferimentoallefon?edite,ricordando

in primo luogo lamemorialis?ca e gli epistolari (II.a), in secondo luogo le opere di

narra?vaoditeatrou?lizzate(II.b);faròquindiunaccennometodologicoacomeho

approcciato gli scris di Eric Hobsbawm (II.c), per i quali rimando alla bibliografia

finale (V). In una ricerca che si propone, come questa, di disegnare il ritraIo

biografico di uno storico dando par?colare aIenzione aIraverso la prospesva

italianaaisuoicontasinternazionali,difficileèscinderetraunalistabibliograficache

diacontodellaleIeraturascien?ficausataeunalistacheracchiudaicontribu?edi?

cheho traIato come fon?a stampa: a volteho faIounusoduplicedi uno stesso

testo.Perquestomo?vo,hotrovatoconvenienteracchiudereentrambe le?pologie

inun’unicabibliografia;dallaleIuradellatesirisulteràchiaroqualeusohofaIodei

diversitesicita?.Inlineaconquestaimpostazionenellaterzaparte(III)delineeròuna

panoramicadellerivistespogliatedicuinellabibliografiafinaleciteròsologliar?coli

oglistudipiùimportan?aifinidelleargomentazionidellatesi.Nellaquartaparte(IV)

ricorderòdaun lato le intervistechehoraccoltoaifinidiquestaricercaedall’altro

quelle già edite faIe a Hobsbawm e ad altri studiosi di cui ho tenuto conto come

fon?.

�342

I.FonHinedite

a.ModernRecordsCentre,WarwickUniversity,EricHobsbawm’sPaper

L’archivioprivatodiEricHobsbawmèstatodonatodaisuoierediintrefasidal2013al

2015 al Modern Records Centre dell’Università diWarwick, che ne ha completato

l’inventariazione nel 2016. La donazione, non scontata visto l’assenza di legami

is?tuzionitral’UniversitàdiWarwickeHobsbawm,èprobabilmentedaricondurreal

faIocheilModernRecordsCentrefuis?tuitonel1973comerisultatodellavorodella

Society for the Study of Labour History, un’organizzazione con cui Hobsbawm

collaborò. Il fondo Eric Hobsbawm è composto da 108 boxes, che comprendono

corrispondenzaperedaHobsbawm;materialipreparatoriperricerche,conferenzee

lectures accademiche (di cui hodato aIenzione in par?colare ai percorsi di ricerca

italiani (937/3/4)), necrologi da lui scriso pronuncia? in onore di amici o colleghi

(937/4/4);suepubblicazioni(bozzeededizionistraniere);suoiinterven?neimediae

sui giornali (937/5/1); documen? rela?vi alla sua asvità poli?ca (937/6/1-4).

Sebbeneesistaunnucleodimaterialerela?voalperiodo1930-1950,perlamaggior

parteidocumen?delfondoappartengonocronologicamenteallasecondapartedella

carriera e della vita di Hobsbawm: più volte egli ha d’altro canto ricordato di aver

acquisito una certa consapevolezza dell’importanza delle proprie carte solo

tardivamente,finendoperperdere laquasi totalitàadesempiodeidocumen?degli

anni Cinquanta. Queste lacune cronologichemi hanno spinta ad un’indagine il più

ramificata possibile nell’archivio di Hobsbawm, prescindendo – come ho faIo ad

esempioperlacorrispondenza(937/1/1)–daicontasspecificiconsoggesois?tu?

italiani.

b.NaSonalArchivesLondra,(MI5),EricHobsbawm’sFiles

Dall’autunno2014sonoaccessibilipressoiNa?onalArchivesdiLondraseIefascicoli

(kv2/3980, kv2/3981, kv2/3982, kv2/3983, kv2/3985, kv2/3986, kv2/3987) che la

sezione5delMilitaryIntelligencecreòsuEricHobsbawm.Eglifusorvegliato,acausa

dellasuamilitanzapoli?ca,conmisurepiùomenostringen?perunarcocronologico

maggioredi20anni:dal1942finoal1963,standoquantomenoaidocumen?resiad

oggiconsultabili.EsisteunaoIavacartella(kv2/3984),dicuinonèdatosaperel’arco

cronologicodiriferimento,nonancoraaperta,senzamo?vazione,allaconsultazione.

Ilmaterialedell’MI5vienediregoladesecretatosolodopolamortedell’interessatoe

dopo50annidalladatadeidocumen?stessi.Irestan?seIefascicoli–all’internodei

qualisitrovanononraramentedei«foglibianchi»cheindicanochealcunidocumen?

�343

Fon1ebibliografia

sonotuIorasegre?–riproduconocopiedileIereda,peromenzionan?Hobsbawm:

lasuacorrispondenzapermol?annivenneinfasinterceIata,trascriIaofotocopiata

quindi archiviata e incrociata con le informazioni provenien? da altri sogges

sorveglia? dall’Intelligence; Hobsbawm, così come i suoi compagni, ne era

consapevole. I fascicoli conservano anche interceIazioni telefoniche dalla casa

londinese di Hobsbawm o dalla sede nazionale del Par?to comunista britannico a

Covent Garden, Londra; in questa sede erano inoltre nascoste dellemicrospie che

permeIevanoaiServiziSegre?dis?laredeiresocon?degliincontricheavvenivanoal

suo interno.Hobsbawmerasorvegliatoanchedallapoliziadi confine rela?vamente

adalcunemetedei suoi viaggiOltremanicaeOltreoceano. I fascicoli comprendono

anche riproduzioni di ar?coli scris da Hobsbawm sulla stampa del CPGB, le sue

tessere di par?to, gli avvisi di conferenze poli?che o accademiche con rela?vi

resocon? s?la? dagli uomini dell’Intelligence. Si traIa di materiale che,

opportunamente vagliato, intrecciato con altre fon? e inserito nel suo contesto di

riferimentoediproduzione,sirivelaunafontericcaeineditasudiversiperiodidella

vitadiHobsbawm.

c.CambridgeUniversityLibraryArchive,Hobsbawm’sgraduatefiles

Presso l’University Library Archive di Cambridge è conservata una cartella

(UABOGS1,1949-50 HOBSBAWM) che raccoglie la documentazione rela?va alla

carrierauniversitariadiHobsbawmcomestudentegraduateedidoIoratodelKing’s

College. Si traIa della corrispondenza intercorsa tra il Board of Research Studies,

Hobsbawm e i suoi docen? di riferimento (Mounia Postan e ChristopherMorris) a

par?redal1945finoal1950.Lacorrispondenzaèinerenteallaripresadeglistudidi

Hobsbawmdopo la guerra, il suo contraIodi lavoro (ostacolatodal King’sCollege)

pressoilBirkebeckCollegediLondra,lavalutazionedellasuatesididoIorato.

d.TrinityCollegediCambridge,PieroSraffaPapers

Hobsbawm ha sempre ricordato di essere stato introdoIo tra i quadri comunis?

romani e più in generale negli ambien? intelleIuali italiani da Piero Sraffa,

economista torinese all’Università di Cambridge dal 1927. Per questo mo?vo ho

consultatopresso ilTrinityCollegeArchive (WrenLibrary,Cambridge) il fondoPiero

Sraffa.Inpar?colarehodatoaIenzioneallacorrispondenzatraPieroSraffaeampia

parte dei suoi corrisponden? italiani e inglesi lega? ai rispesvi par?? comunis? in

modo da scorgere, stando l’assenza di una corrispondenza direIa tra Sraffa e

Hobsbawm, eventuali rimandi a Hobsbawm e più in generale per comprendere il

legamediSraffacon ilPCIneidecenni successivialla secondaguerramondialee la

suaimportanzanellapoli?caeditorialeitaliana(fascicoliconsulta?:C4,17,22,52,80,

�344

83,84,89,103,106,141,168,174,197,211,247,267,277,289,298,311,312,341,

343).Perlostessomo?vohopresoinanalisiledeIagliateagendediSraffa,dallafine

dellasecondaguerramondialeallasuamorte(E17-55).

e.TrinityCollegediCambridge,MauriceDobb’sPapers

Sraffa fu legato da una grande amicizia e da una decennale collaborazione

accademica con Maurice Dobb, figura di riferimento intelleIuale e poli?ca di

Hobsbawm:neiricordiautobiograficidiquest’ul?mo,maanche inaltrisuoiscris, i

nomi di Sraffa eDobb sono sovente associa?.Del fondoMauriceDobb, consultato

presso la Wren Library di Cambridge, ho preso in esame i rappor? epistolari che

legaronoDobbconalcunistoricimarxis?opoli?cicomunis? inglesi (CA79,80,104,

194,205,220),colfinediricostruireisuoicontasall’internodelGruppodeglistorici

marxis?britannici.LacorrispondenzatraDobbeHobsbawm(CA81)èrisultatau?le

anche per ricostruire la loro partecipazione al progeIo della Storia del marxismo

einaudiana.HodatoancheaIenzionealle relazioni epistolari traDobbeunampio

mondo editoriale, intelleIuale, poli?co italiano in modo da coglierne le affinità

rispeIoalpercorsoitalianodiHobsbawm(CA36,CA38,CA49,CA50,CA52,CA54,

CA89,CA90;CB17,CB27).

f. King’s College Archive, Noel Annan’s Papers e Nicholas Kaldor’s Papers (e Eric

Hobsbawm’sPapers)

Pressol’archiviodelCollegediHobsbawm,hopresovisioneneifondiEdwardMorgan

Forster,NoelAnnan,NicholasKaldordellacorrispondenzaintercorsatraHobsbawme

ques?suoiamici,comeluimembridegliApostoli.SitraIadimateriale interessante

perchépermeIedimeIereafuoco,aIraversolalentedellacorrispondenzaprivata

traamicidi vecchiadata (fondoAnnan,NGA/5/1/452)equella intercorsa inveceai

finidelconferimentoaHobsbawmdiunahonoraryfellowshipnel1973(fondoKaldor,

NK/4/16-18),ilrapportodiHobsbawmconl’universitàdiCambridgeepiùingenerale

con il mondo accademico inglese, scorgendone il passaggio da un’esclusione per

mo?vipoli?ciaunriconoscimentoufficiale.Nonpregnanteinvecelacorrispondenza

conForster (EMF/18/257;EMF/18/82/53).Nello stessoarchivioèancheconservato

unminuto fascicolo rela?voadHobsbawm,cheè risultatoperòdiminor interesse:

conserva la riproduzione della sua tesi di doIorato (Studies in the ‘new’ trade

unionism, 1889-1914) ed una sua fotografia non datata (KCAC/4/11/1; KCAC/

1/2/6/1).

g.HullHistoryArchive,JohnSaville’sPapers

GraziealladisponibilitàdiClaireWeatherallmiè statopossibileaccederealle carte

dell’archivio privato di John Saville, in fase ancora di inventariazione dopo il loro

�345

Fon1ebibliografia

passaggio dalla sede privata della famiglia Saville alla sede is?tuzionale dell’Hull

History Archive (Hull). Di questo materiale ho consultato sei cartelle – boxes 1

(LeIersfromJohn,1956-1960),2(LeIerstoJohn,1945-1960),6(TheReasoner/New

Reasoner-leIersfrom/toreaders),7(NewReasoner1957,NewReasonerandNLR,

LeIers to John 1959), 8 (LeIers to John 1959), 17 (Newspapers 1950s) – che

raccolgono il materiale rela?vo all’esperienza editoriale di «The Reasoner» e «The

New Reasoner» di cui Saville assieme ad Edward e Dorothy Thompson furono

promotori e la ricca corrispondenza, non ancora inventariatama raccolta in ordine

cronologico, del periodo 1956-1958. Si traIa degli scambi epistolari tra Saville e i

Thompson,etraques?eiloroleIori,collaboratorioamici,tracuiancheHobsbawm.

È materiale di estremo interesse che permeIe da un lato di colmare la lacuna

archivis?casuquestoperiodopresentenell’archivioprivatodiHobsbawm,edall’altro

di supplire all’impossibilità di accedere all’archivio privato di Edward e Dorothy

Thompson, conservato presso la Bodleian Library di Oxford ma chiuso, secondo il

volerediDorothyThompson,alla consultazioneper50annidallamortedelmarito

(1993).Sonostatequi rinvenute inedite leIerediHobsbawmcheaiutanoageIare

lucesullasuacontroversareazioneallacrisidel1956.TraIandosidiunfondocheal

momentodellamiaconsultazione(giugno2016)noneraancoraordinato,èprobabile

che lemie indicazioni archivis?che possano essere leggermente difformi da quelle

defini?ve.

h.LabourHistoryArchivediManchester,CommunistPartyofGreatBritainArchive

Presso l’archivio del Par?to Comunista della Gran Bretagna, conservato al Labour

HistoryArchiveandStudyCentrediManchester,hoconsultatoiverbalidelleriunioni

dell’Historian Group of the Communist Party (CP/CENT/CULT/5/11-12-13; CPCENT/

CULT/7/9), i materiali rela?vi al caso «The Reasoner» (CP/CEN/ORG/18/03-04-05),

l’autobiografiascriIadaHobsbawmperilpar?tonel1952(CP/CENT/PERS/3/05).Ho

preso quindi visione anche delle cartelle che raccolgono il materiale preparatorio

dellaCommunistUniversityofLondon(CP/CENT/CULT/7/2;3;4;5;14/05;18/05) in

modo da verificare se Hobsbawm vi prese parte nella seconda metà degli anni

SeIanta.

i. Biblioteche de l’InsStute de France eMaison de Science de l’Homme di Parigi,

FondoFernandBraudel

PressolaBibliotechedel’Ins?tutedeFrance(Parigi)hoconsultatolacorrispondenza

di Fernand Braudel (MS8510) con Eric Hobsbawm, con Delio Can?mori, George

Haupt, Alberto Tenen?; ho quindi consultato presso la Maison de Science de

�346

l’Homme(Parigi)semprelacorrispondenzadiBraudelconHobsbawm,LuigiDalPane,

W. Kula, Corrado Vivan?. L’obiesvo alla base di questa ricerca parigina era di

individuareseicontasitalianidiHobsbawmfosseropassa?aIraversoiseminaridi

Braudel e laVI sezionedell’ÉcolePra?qued’HauteÉtudes. Per lo stessomo?voho

anche consultato negli archivi dell’EHESS (Parigi) la busta Pierre Vilar, e la busta

contenentelacorrispondenzadiHellerconlafondazioneFeltrinelli.

l.CentroarchivisScodellaScuolaNormaleSuperiorediPisa,FondoDelioCanSmori

HobsbawmhapiùvoltericordatocheCan?morifulaprimapersonacheincontrònel

corsodelsuoprimoviaggioitaliano.PressoilCentroarchivis?codellaScuolaNormale

SuperiorediPisahoconsultatoilfondoDelioCan?mori,analizzandoleleIereinviate

da Hobsbawm a Can?mori (una risposta di Can?mori a Hobsbawm è stata

interceIata, copiata e tradoIa dall’italiano all’inglese dal MI5). Configurandosi

Can?mori quale il centro della rete di relazioni italiane di Hobsbawm, ho ritenuto

opportunoesplorareanche la corrispondenzadiCan?mori conunampio speIrodi

persone (italianeed inglesi) inmododacercare inquesta riferimen?aHobsbawm,

allasuafigura,allasuaproduzionestoriografica.Traicorrisponden?diCan?moriho

leIoleleIerediCorradoVivan?,LuigiDalPane,FrancoDellaPeruta,Einaudieditore,

CarloGinzburg,fondazione-is?tutoGramsci,biblioteca-is?tuitoFeltrinelli,Alessandro

NaIa,GiulianoProcacci,ErnestoRagionieri,BerylSmallay,BernsteinSamuel,Franco

Venturi,RenatoZangheri,StuartWoolf.

m.VillaleMuraSnediGranaroloFaenSno,FondoLuigiDalPane

GraziealladisponibilitàdiElviraDalPanehopotutoconsultareilfascicolorela?voagli

scambiepistolaridiLuigiDalPaneconHobsbawmealmaterialeadessoallegato.Si

traIadi13leIerescriIetrail1950eil1951;duesonocopiedileIereindirizzateda

DalPaneaHobsbawme11sonodipugnodiHobsbawmperDalPane.

n.FamigliaVenturidiTorino,CorrispondenzaFrancoVenturi

Grazie adAntonelloVenturimi è statopossibile ricevere copiadi oIobrevi leIere

scriIedaEricHobsbawmaFrancoVenturitrail1966eil1983:sitraIadirispostea

richieste di collaborazione per la «Rivista storica italiana» o di partecipazione a

convegni.

o.FamigliaAgosSdiTorino,CorrispondenzadiAldoAgosS

�347

Fon1ebibliografia

AldoAgos?mihagen?lmentemessoadisposizionecopiadiunnutritofascicoloche

raccoglie la corrispondenza (leIere, fax, email) intercorsa tra Agos? stesso e

Hobsbawmnelcorsodiuntrentennio,trail1981eil2011.

p.BibliotecaRagionieridiSestoFiorenSno,EpistolariodiErnestoRagionieri

PressolaBibliotecaaluidedicata,sonoconservatelecartediErnestoRagionieri.Di

queste è inventariato l’epistolario che copre (anche grazie alle leIere scriIe da

Ragionieri e inviate ad amici, colleghi o is?tu? che le hanno faIe pervenire alla

BibliotecaRagionieri)unarcocronologicodioltretrent’anni,dal1943al1975,echeè

arricchito danumerosi allega?.Vista l’amicizia che legòHobsbawmaRagionieri fin

dal 1955, l’Epistolario Ragionieri risulta di primaria importanza: non tanto per la

corrispondenza tra i due (il fascicoloHobsbawmcomprende solo duebrevi leIere,

992, 993), quanto piuIosto per ricostruire il progeIo editoriale della Storia del

Marxismo,sopraIuIonellesuefasiiniziali.AquestofinehoconsultatoleleIereper

Ragionieri provenien? dalla casa editrice Einaudi (803->819), da George Haupt

(981-988),daFranzMarek(1283->1293),edaCorradoVivan?(2079->2094);quindi

le leIere di Ragionieri alla casa editrice Einaudi (2389->2399). Con il proposito di

scorgereriferimen?aHobsbawmnelleconversazioniprivatediRagionieri,hopreso

in considerazione anche la corrispondenza tra Donald Sassoon e Ragionieri (1757-

>1765; 2643->2654), con il periodico «Studi Storici» (2682), con Franco Ferri per

l’Is?tuto Gramsci (2434, 2510), con Valen?no Gerratana (952), con Felice Laudario

(1203).

q. Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli di Milano, Fondo della Fondazione

BibliotecaGianGiacomoFeltrinelli

Nei primi anni ’50 Hobsbawm entrò in contaIo sia con l’Interna?onal Ins?tut of

Social History di Amsterdam, sia con l’allora biblioteca Feltrinelli di Milano,

preferendo e consigliando quest’ul?ma per l’archiviazione e la pubblicazione di

materialed’archivioinglese.U?leèstatalaconsultazionedellacorrispondenzadella

direzionedell’is?tuto(busta12)percomprendereimo?videllesceltediHobsbawm.

r.ArchiefInternaSonaalInsStuutvoorSocialeGeschiedenis,InternaSonalInsStute

ofSocialHistory,Amsterdam

Percoglierel’altrolatodiquestafaccenda,grazieall’amiciziadiKeesRodenburgche

ha consultato la cartella 361D dell’Archief Interna?onaal Ins?tuut voor Sociale

Geschiedenis, ho potuto verificare la corrispondenza intercorsa nel 1952 tra

HobsbawmeA.J.C.Rüter.

�348

s.FondazioneAntonioGramscidiRoma,Fondodell’IsStuto-FondazioneGramsci

Oltre a Can?mori un altro centro aIorno al quale ruotarono i contas italiani di

Hobsbawmfulafondazionepoiis?tutoGramsciromano.Perquestohoanalizzatola

corrispondenzadeidireIori(serie3,soIoserie1,2,3)el’asvità(serie4,soIospecie

2) per ricostruire i contas di Hobsbawm e il suo coinvolgimento nei programmi

culturalidell’is?tuto.

t.ArchiviodiStatodiTorino,ArchiviocasaeditriceEinaudi

Presso l’archivio di Stato di Torino ho ampiamente consultato l’archivio della casa

editrice Einaudi. Ho preso visione dei verbali delle riunioni editoriali della casa

editriceancorainedi?(cartelle4,5,6,7,8)cosìcomedelleriunionies?vechelacasa

editrice annualmente organizzava a Rhêmes Notre-Dame (c. 13, 14). L’obiesvo di

questaesplorazioneeradaunlatodiindividuarelapresenzadiriferimen?aites?di

Hobsbawm da tradurre o al suo coinvolgimento nelle riunioni es?ve nella località

valdostana.Hoanalizzatoquindi la corrispondenzadella casaeditriceconautoried

en? stranieri (Corrispondenza con autori ed en? stranieri, 1° serie): non solo con

Hobsbawm(c.8,f.300),maanchequelladiAlbendroth(c.1,f.3),SamuelBernstein

(c. 3, f. 75), Maurice Dobb, Christopher Hill, Edward Thompson. Ho quindi preso

visionedellacorrispondenzaconautoriecollaboratoriitaliani:FrancoAndreucci(c.5,

f.91),EnricoBasaglia(c.14,f.211),GiulioBolla?(c.25,f.376),DelioCan?mori(c.38,

f.572),BeIyFoà(c.81,f.1242),LuisellaPasserini(c152,f.2331),GiulianoProcacci

(c.167, f. 2498), Ernesto Ragionieri (c.170, f. 2552), Paolo Spriano (c. 201, f. 2867),

PieroSraffa(c.202),ViIorioStrada(c.204,f.2878),CorradoVivan?(c.222,f.3104).

Hopresoinanalisiancheifascicolidellerecensioniai libridiHobsbawmusci?per i

?pidellaEinaudieallaStoriadelMarxismo,cosìcomelaserieOriginaliebozzedelle

operediHobsbawm.

u.ArchiviodidepositodellacasaeditriceLaterzasedediBari,Corrispondenza

Nonostante lemie ripetute richieste, la sede romanadella casa editrice Laterza ha

negato ilmio accesso nel suo archivio. Ho avuto invece la possibilità di consultare

presso lasedediBari lacorrispondenzadellacasaeditrice inprimisconHobsbawm

(1969-2007) e conGiorgioNapolitano, quindi con un nutrito gruppo di intelleIuali

chedallametàdeglianni’70vennerocoinvol?nellapubblicazionedilibri-interviste.

�349

Fon1ebibliografia

II.FonSedite

a.MemorialisScaedepistolari

Nella tradizione comunista, com’è noto, militan? e funzionari di par?to

venivanoabitua?aparlaredisé:diverseeranolecircostanzeelemodalitàincuiessi

producevano la propria autobiografia ricorrendo amodelli codifica?. Nel 1952 Eric

Hobsbawm scrisse la propria autobiografia per il CPGB.Oltre a questo breve testo

autobiografico, la ricerca si avvale di altre fon? memorialis?che dello stesso

Hobsbawm, in primis della sua autobiografia senile scriIa all’età di 85 anni (Anni

interessan1. Autobiografia a.raverso la storia), così come di altri suoi ricordi che

oscillanotral’autobiograficoelaricostruzionestoriografica(a?tolod’esempio,mol?

saggiraccol?nelvolumeDeHistoria,comeancheALifeinHistoryapparsonel2002

su«Past andPresent»,oDiary scriIonel 2010per la «LondonReviewofBooks»).

Autobiografie di amici e compagni di Hobsbawm sono state altreIanto u?li per

ricostruirel’ambienteuniversitariodiCambridgeepoilarealtàlondinese,lepra?che

elere?direlazioni,l’asvitàpoli?caepoiledisillusionifiltratedairicordiedaisuoi

toni.Alcuniesempisono:MemoirsformtheLefdiJohnSaville(2003),Camminando

nell’ombradiDoris Lessing (1997),AnAcademicSka1ng in the IcediPeterWorsley

(2008), Poli1cs and Le.ers di Raymond Williams (1979). I ricordi di suoi coetanei

comeGeorgeL.Mosse(Confron1ngHistory,2000),ThomasGold(TakingtheBackoff

the Watch, 2012), John H. EllioI (History in the Making, 2012) offrono al leIore

panoramiche sulle dinamiche associa?ve e poli?che della vita universitaria di

Cambridge dalla seconda metà degli anni Trenta, nonché sui primi viaggi dopo la

secondaguerramondialedistoriciinglesiOltremanica.

Perricostruirerelazioniprofessionali internazionaliocogliere ledifferenzetra

lediverserealtàstoriograficheepoli?chenazionalisièguardatoallamemorialis?ca

di storici quali Emmanuel Le Roy Ladurie (Autobiografia, 1984), Pierre Vilar

(Memoria,historiaehistoriadores,2004),oaricordiditranchedeviecomequelledi

MichellePerrot,GiulianoProcacci,RosarioVillari.Sulleimpressionidiunaviaggiatrice

stranierainItaliaeinpar?colaresullesueosservazioniinmeritoallarealtàdelPCIle

memorie di Simone De Beauvoir (La forza delle cose, 1963) hanno permesso un

confronto con le coetanee impressioni avute daHobsbawmnei suoi viaggi italiani.

Infine,permegliocogliereilfascinodiHobsbawmperilPCIsièdataaIenzionealla

memorialis?ca di dirigen? o intelleIuali comunis? italiani. Alcuni esempi sono le

memoriediAmbrogioDonini (Sessant’annidimilitanzacomunista,1988),diGiorgio

Napolitano(DalPCIalsocialismoeuropeo.Un’autobiografiapoli1ca,2006),diPaolo

Spriano (Le passioni di un decennio, 1986), di Francesco Renda (Autobiografia

�350

poli1ca,2007),diGiorgioAmendola(Unasceltadivita,1976).

Nel generedellememorialis?ca rientrano anche i necrologi copiosi che sono

sta?scrisallamortediHobsbawmintuIo ilmondoechesi sonorivela?u?liper

cogliere la fama nonché lamemoria di Hobsbawm sedimentatasi in ciascun Paese.

Per ques?, così come per i necrologi scris da Hobsbawm alla morte di amici e

colleghi,rimandoallabibliografia.

Perquantoriguardagliepistolariedi?sonosta?u?liperricostruireancorauna

voltare?direlazionieleaspirazionireciprocheleLe.ere(1945-1956)diEmilioSereni

(acuradiEmanueleBernardi,2010),leLe.ere(1940-1964)diRanieroPanzieri(acura

diStefanoMerlieL.Dos,1987)elacorrispondenza(1942-1966)traDelioCan?mori

eGastoneManacorda(acuradiAlber?naViIoria,2013).

b.Romanzieopereteatrali

La vita quo?diana dei quar?eri londinesi in cui Hobsbawm visse o di par?colari

momen?storiciaffronta?nellaricercasonobenres?tui?daalcuniromanzioopere

teatralicheevidenzianore?direlazioni,sen?men?esta?d’animo,pra?che,luoghie

difficoltà della militanza comunista britannica. Par?colarmente u?li in tal senso,

ancheperchéoscillanotraopereleIerarieedautobiografiche,sonoiseguen?tes?.Il

ritmode IlgiornoincuiStalinmorìdiDorisLessing,raccontobreveoriginariamente

apparsonel1957su«TheNewReasoner»,oscillatraunprimaeundopo:lamortedi

Stalin, raccontata con ironia ed estraneità aIraverso la cao?ca giornata della

protagonista, alter ego dell’autrice. Sulla scia di questo racconto breve Lessing

sviluppòilsuocapolavoroleIerario,Iltaccuinod’oro(ed.or.1962),checonessooltre

adaveremol?echis?lis?cihaanchesignifica?viechitema?ci:ilromanzoraccontala

vita, l’ambiente domes?co e intelleIuale, le re? di amicizie e di relazioni poli?che

dellaprotagonista,nuovamentealteregodiLessing.InBrododipolloconl’orzo,testo

teatrale del 1958, Arnold Wesker riversò la sua esperienza personale e familiare,

raccontandolastoriadiunafamigliacomunistaoperaiadioriginiungheresidell’East

London, lacerata anche al suo interno generazionalmente dallo choc del 1956.

Proprio in quell’anno venne rappresentato presso l Royal Court Theatre di Londra

RicordaconrabbiadiJohnOsborne,unacommediacheperlaprimavoltaportavain

scenasen?men?,umorieaspirazionideigiovanidell’epoca.

c.OpereescrihdiEricHobsbawm

Per affrontare la ricca produzione di Eric Hobsbawm, sia storiografica che

pubblicis?ca,hotenutoinconsiderazione–comegiàdeIo–iconsiglimetodologicidi

EdwardCarrediNatalieZemonDavis.Seilprimoconsigliadiaverebenpresentela

�351

Fon1ebibliografia

biografiadell’autoreprimadiapprocciarsiaunsuolibrodistoria,horitenutod’altro

canto altreIanto importante e prezioso fare della produzione storiografica e

pubblicis?cadiHobsbawmuna fonte,analizzarnenonsolo i contenu?maanche le

strategie e la mentalità dell’autore in modo da spiegarne le scelte di vita. Dove

possibile, sono ricorsa alle traduzioni italiane, facendo – dove necessario – dei

confron? tra tes? originali e traduzione. Delle sue opere in versione originale o in

traduzione non ho voluto trascurare elemen? paratestuali e peritestuali, quali

prefazionieprofilibiograficidell’autoreincoper?naequartedicoper?na.

III.Periodici

Perlaricostruzionedeidiversicontes?neiqualiHobsbawmoperò,perladefinizione

delsuopuntodivistapoli?co,ilsuomododiagireelasuaelaborazionestoriografica

importanteèstatalaleIuradialcuniperiodici.

Il «Cambridge University Socialist Club Bulle?n», spogliato nel periodo

1936-1939,chemihapermessodiricostruirel’orizzontepoli?conelqualeeglioperò

e la sua asvità all’interno dei gruppi (poli?ci e intelleIuali) degli universitari di

sinistraCambridge.

Primadifondareilcelebre«PastandPresent»,l’Historians’GroupoftheCPGB

creò una rivista in?tolata «Local History» (1951) poi «Our History» (1953), per

s?molareeindirizzareprogrammidiricerchedapartedistoricidileIan?sullastoria

urbana,sullastoriadelmovimentooperaioedellerivoltecontadine invarieregioni

delPaese.LaleIuradiquesteriviste(chehospogliatoperilperiodo1951-53)miha

permessodimeIereafuocol’orizzontepoli?coall’internodelqualenacqueeoperò

ilGruppodeglistoricimarxis?iscrisalCPGB.Sempreinsenoaquestogruppovenne

fondata nel 1952 con l’importante contributo di Hobsbawm una terza rivista,

preIamentestoriografica:«PastandPreset»,chehocercatodileggerenonsoloperi

contribu? che in esso vennero pubblica? ma anche per comprendere le re? di

relazionidallequaliessonacqueesisviluppò.

Per ricostruire la crisi del 1956 ho spogliato gli organi ufficiali del Par?to

comunistabritannico,«WorldNews»e«DailyWorker»,inmododadefinirelapresa

di posizionedel par?to e da sondare le pochee tra lorodifferen? voci di dissenso

degli intelleIualidelpar?to.Dall'estatedel1956questeul?meconfluirono in«The

Reasoner», una rivista fondata da Edward P. Thompson e John Saville uscita

ciclos?lata per tre numeri, e l’anno successivo rinata con il ?tolo di «The New

Reasoner» (1957-1959). Dopo la crisi del 1956 il CPGB diede vita a «Marxism

Today»(1957-1991),incuiHobsbawmpreseparteinpar?colareneglianniSeIantae

OIanta,soIoladirezionediMar?nJacques,confrequen?ar?coliditemapoli?co.

�352

Su «New Statesmen», «The Listener», «Times Literary Supplement»

Hobsbawm pubblicò nel corso degli anni Cinquanta alcune recensioni di opere

italiane rela?ve al Mezzogiorno: ques? tes? hanno contribuito a definire i suoi

interessielaprospesvadianalisiconcuieglistudiòilMeridione.Percomprendere

comeeglifuintrodoIoallostudiodell’Italiameridionaleu?leèstata,d’altrocanto,la

leIuradi«Cronachemeridionali», larivista fondatacongiuntamentedacomunis?e

socialis? nel 1954 (che ho spogliato, per coprire gli anni in cui Hobsbawm fece

ricerchenelmeridione,finoal1956), ilcuiriferimentoteoricoera ilmeridionalismo

gramsciano. Su «Rinascita» e «Società» Hobsbawm, invece, pubblicò contribu? di

diversa natura: per la prima egli fu corrispondente inglese nel corso degli anni

Sessanta; sulla seconda apparve un importante contributo sullo studio delle classi

subalterne.

Nel 1968 Giulio Einaudi fondò «Libri Nuovi», un periodico di informazione

libraria e culturale, in cui cercò di coinvolgere fin da subito Hobsbawm. Ho quindi

spogliatoquestoperiodicosiapercercaregliinterven?diHobsbawmsiapercogliere

il modo in cui la casa editrice torinese aspirò ad una penna quale quella di

Hobsbawm.

Per comprendere, infine, la ricezione delle sue opere nel contesto della

storiografiaitalianahoprocedutoallospoglioeall’analisididuerivistedistoriografia:

«Studistorici»e«Quadernistorici».

IV.Interviste

Per cogliere i contas dires di Hobsbawm con il mondo della storiografia e

dell’editoria italianasonoricorsaallaraccoltadialcune interviste.L’obiesvocheho

perseguito nella raccolta di queste fon? orali è stato quello di ricostruire le re? di

amicizie e di relazioni professionali di Hobsbawm, i suoi contas editoriali, il suo

coinvolgimento in proges culturali. Le interviste mi sono state concesse da Aldo

Agos?(Torino,13marzo2015),LucaBaranelli(9aprile2017),WalterBarberis(Torino,

14 marzo 2015), Alessio Crea (Roma, 18 seIembre 2015), Domenico Mario Nu?

(Arezzo, 11 giugno2015), Leandro Perini (Rapale, 28 febbraio 2015), RosarioVillari

(Roma, 10 giugno 2015), Donald Sassoon (Londra, 17 dicembre 2014), Giuseppe

Vacca (Roma, 17 seIembre 2015), Stuart Woolf (Sesgnano, 12 giugno 2015).

Nonostantequesteconversazioni,lamaggiorpartedellequalièstataregistrataeha

unaduratadicircaun’oraemezza,sianostateilluminan?soIodiversipun?divista,

hodecisodinonmaneggiarlecomefon?oralinelcorsodellaricerca.

Oltre a queste interviste direIe, la ricerca ha u?lizzato anche interviste

rilasciatedaEricHobsbawmcomedaaltri studiosimarxis?britannicidai tardi anni

�353

Fon1ebibliografia

Cinquanta (è il caso ad esempio dell’intervista di gruppo presso il Par?san Coffee

ShopdiSohoaLondra,nelcorsodellatrasmissionetelevisivaPanoramadellaBBCdel

10novembre1958,incuicompaionooltreaEricHobsbawmancheRaphelSamuele

Stuart Hall), con un’intensificazione a par?re dagli anni SeIanta fino al nuovo

millennio (per restare alle interviste italiane ricordo, ad esempio, in ordine

cronologico: E. Hobsbawm, Intervista sul nuovo secolo, a cura di A. Polito, Laterza,

Roma-Bari1999; IntervistaaE.HobsbawmacuradiMarinellaMagri,RadioTre,22

luglio 2002; Caro Nino. Eric Hobsbawm interroga Antonio Gramsci, a cura di G.

BaraIaconlacollaborazionediD.Bootman,DVDCUEC,2014).Allostessotempoho

u?lizzatocomefon?dellaricercaancheleintervistechefeceHobsbawmaesponen?

delPCI,comeGiorgioNapolitano(Laterza,1976)eAchilleOccheIo(1990,«Marxism

Today»).

�354

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Riassuntodellatesi

La ricerca, sviluppando il genere biografico aIraverso un approccio di

«microstoriatranslocale»,meIeafuocol’affinitàelesvachelegòEricJ.Hobsbawm

all’Italia. Giovandosi di fon? archivis?che inedite, si interroga sulle modalità

aIraversocuiavvenneesirinnovòl’incontrodellostoricoingleseconquestoPaesea

par?redaglianniCinquantafinoalnuovomillennio;analizza le re?di relazioni che

eglivisviluppòeviestese;esaminairisulta?chequestainterazioneprovocòalivello

di produzione scien?fica e di riflessione poli?ca, cercando di cogliere allo stesso

tempo le trasformazioniche l’iden?tàpoli?cadiHobsbawmsubìnelcontaIocon il

Par?tocomunistaitaliano.Sisoffermaquindisullemodalitàdellaricezionedellasua

produzione storiografica da parte del mondo accademico e dell’opinione pubblica

italiani,fissandoinfinelecaraIeris?chedellasuafortunaitaliana.

�386

RingraziamenH

Difficile ricordare tus i nomi delle persone che in vario modo mi hanno

aiutatoinquestopercorso;nerichiamosoloalcuni,glialtripensoritorninoneltesto

dellatesionellenote.NelcorsodeimieianniuniversitariquelloconPieroBrunellosi

è rivelato l’incontro più fortunato: anche in questo lavoro è stato una presenza

fondamentale. Marco Fincardi mi ha accompagnato e spronato durante la ricerca;

Michele Nani è stato un leIore aIento e generosamente cri?co; altreIanta

disponibilitàl’hotrovatainchimihaoffertoipropriricordipersonalioprofessionali.

MariannaNodalemihainiziato,conuntonosemiserio,allostranomondodi

Oxbrige.Senzadileinonmisareimaisedutaallehightablesdeicollege,scoprendone

i rituali e sapendo quali scarpe non indossare; non avrei colto il significato del

canoIaggioe(grazieaHector)delcricket,néavreipasseggiatocosìestesamentenei

Backse lungo ilCam:nonpotevo trovaremigliorguidapercapire ilmondo incui i

protagonis? di questa ricerca si sono mossi. Nella Lozer mi ha invece raccontato,

ancheaIraversolapresenza-assenzadiCrispin,unaCambridgediversa,anniSeIanta

tra folk rock e jazz. Gill Ross mi ha parlato dell’Inghilterra della seconda guerra

mondialeediquellaan?comunista;farelaragazzaallaparinellasuacasadiLondra

mihaavvicinatoaunmondochemaiavreifrequentatoechesièrivelatou?leaifini

di questo lavoro: un’altra Londra rispeIo a quella degli uomini e delle donne di

questatesi.

KeesRodenburgmihaaiutatoconlericerched'archivioadAmsterdam,Anne

Schelorn con quelle in tedesco. Grazie all’ospitalità veneziana di Maddy e Toni

Pascusni, padovana di Chiara ViIadello, romana di Violante Selena? e parigina di

Gigi Laurimi sonosempresen?taacasa. L’accoglienzadiRoshieSarojShresthaha

resopiùcalorosoilmioperiodoinglese,forseproprioperchénoninglesi.

Senza Giuliana Arnone sarebbe stato un doIorato molto triste: ridere

assiemedichisidàarieèstatodivertentee liberatorio.Con leipoihodiscusso, ‘di

pancia’, di libertà di ricerca, trovando in Filippo Benfante, Alessandro Casellato e

AdelisaMalena,traglialtri,pun?diriferimentoes?molan?interlocutori.

Comesempre,senzailsupportodeimieigenitoriediFabioesenzal’ironiae

laserenitàdiAntoniononavreimaiportatoaterminequestopercorso.Ungraziedi

cuoreatuIequestepersone.

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