Il mondo greco era venuto in contatto con il mondo orientale già nella precedente
epoca geometrica, ma solo in questo periodo l'assimilazione di elementi
tipicamente orientali diventa un fenomeno massiccio e organico. Regioni diverse
partecipano in misura differente all'apporto di nuovi elementi. I Greci comunque
non accettano queste nuove idee passivamente e vi aggiungono il proprio senso
dell'ordine e delle proporzioni.
Il VII secolo a. C. vide i maggiori progressi nella decorazione vascolare.
Nonostante la lunga persistenza in alcune botteghe dei motivi geometrici, altrove
si assiste alla sperimentazione di nuovi modi di concepire le figure e alla
diffusione di un innovativo repertorio di argomenti e soggetti. Una maggiore
enfasi domina le scene mitologiche, ispirate da un ampio ventaglio di vicende
tramandate attraverso la tradizione orale, e i fregi di animali, molti dei quali,
come la sfinge, di chiara importazione.
Età orientalizzante (VII sec. a. C.) Acquisizione di motivi propri delle civiltà orientali
Tecnica: fusione a cera piena. Le parti del corpo sono forme stilizzate.
La dedica e il nome dell'offerente (Màntiklos)
sono incisi sulle cosce
“Mantiklos mi dedicò come decima al
(dio) lungisaettante dall'arco d'argento;
e tu, o Febo, concedi per ricompensa
una buona sorte”.
La figura parla in prima persona e rappresenta
verosimilmente Apollo con l'arco nella sinistra e
forse le frecce nella destra, ora perduta.
Maggiore definizione delle singole masse
muscolari.
Apollo di Màntiklos, VII sec. a.C. Bronzo, h20cm, Boston, Museum of Fine Arts
Tecnica (di origine orientale): sphyrèlaton (battitura a martello di lamine in bronzo,
inchiodate poi su supporto ligneo).
Provenienza: dal tempio di Apollo a Dreros (Creta).
Questa tecnica permetteva la realizzazione di figure di
dimensioni più grandi rispetto alle statuette in bronzo fuso di
età geometrica. La statua nuda di Apollo, che doveva forse
reggere l'arco, è alta 80 cm. e fa parte di un gruppo bronzeo
raffigurante anche la sorella Artemide e la madre Latona (hanno
proporzioni dimezzate e indossano alto cappello cilindrico
tipico delle divinità femminili del Vicino Oriente.)
Le braccia separate dal corpo reggevano probabilmente gli
attributi del dio.
Sorriso arcaico: scopo era dare vivacità al volto.
Rispetto all'Apollo di Màntiklos, è qui più marcata la rotondità
della struttura, più consistenti sono i volumi, mentre la tecnica
dello sphyrèlaton consente di raggiungere, con considerevole
risparmio di metallo, dimensioni maggiori.
Apollo della Triade delfica, fine VIII sec. a.C. bronzo, h80cm, Heraklion, Museo Archeologico
Dama di Auxerre, VII sec. a.C. Pietra calcarea, h65cm, Parigi, LouvreStatua votiva, in origine policroma, realizzata probabilmente in ambito cretese
La donna indossa un peplo, tipico costume
dorico, e un corto mantello. È in piedi, in
posa statica, con il braccio sinistro aderente
al fianco e la mano destra portata al petto, in
segno di devozione.
I capelli, acconciati in trecce spartite
simmetricamente ai lati del volto, con corta
frangia a riccioli, paiono calcati sulla testa
come una pesante parrucca di foggia
orientale. Il corpo esprime un vigore nuovo.
Il volto trapezoidale è contrassegnato da
grandi occhi e larga bocca, atteggiata a
sorriso. Imperiosa frontalità.
La statua prende il nome dal Museo di
Auxerre dove si trovava prima di essere
trasferita al Louvre ai primi del Novecento.
Dama di Auxerre, VII sec. a.C. Pietra calcarea, h65cm, Parigi, LouvreStatua votiva, in origine policroma, realizzata probabilmente in ambito cretese
La donna indossa un peplo, tipico costume
dorico, e un corto mantello. È in piedi, in
posa statica, con il braccio sinistro aderente
al fianco e la mano destra portata al petto, in
segno di devozione.
I capelli, acconciati in trecce spartite
simmetricamente ai lati del volto, con corta
frangia a riccioli, paiono calcati sulla testa
come una pesante parrucca di foggia
orientale. Il corpo esprime un vigore nuovo.
Il volto trapezoidale è contrassegnato da
grandi occhi e larga bocca, atteggiata a
sorriso. Imperiosa frontalità.
La statua prende il nome dal Museo di
Auxerre dove si trovava prima di essere
trasferita al Louvre ai primi del Novecento.
Kore di Nikandre, ca. 650. a.C. Marmo, h175cm, Atene, Museo archeologicoDimensioni più grandi. Rinvenuta a Delo nell'area dell'Artemision arcaico a Delo
La donna indossa il peplo e ha le braccia accostate ai
fianchi e due bande di trecce ai lati del viso.
Una lunga iscrizione sul fianco destro ci informa che la
kòre era stata offerta alla dea Artemide da una donna
(Nikàndre) appartenente all'aristocrazia locale.
In origine era policroma.
Entrambe le mani presentano buchi da trapano, per
una profondità di 6 mm, i quali contenevano
probabilmente aggiunte in metallo, forse doni per gli
dei o attributi che avrebbero aiutato, se conservati,
nell’identificazione.
Aryballos. Parigi, Museo del Louvre, VIII-VII sec. a.C.terracotta H7,20 cm
L'imboccatura con terminazione plastica a volto muliebreRicorda la testa della Dama di Auxerre.
Oinochoe Levy, VII sec. a.C. Parigi, Louvre
Tutto il corpo è occupato dal sovrapporsi di fregi animalistici pressoché identici.
Si è ipotizzata per questo sovrabbondare di strisce sovrapposte una derivazione da motivi decorativi tessili orientali.
Pianta e ricostruzione del tempio A di Priniàs, Creta VII sec. a. C.
Sul tetto piano erano collocate due Sfingi. Il tentativo dimonumentalizzazione tramite sculture inserite nell'architetturasi contrappone alle esperienze peloponnesiache che arricchiscono l'orlo del tetto con elementi decorativi fittili.
La struttura è costituita da una cella semplice con ingresso in
antis, tale edificio prende il nome di Oikos.
Cella divisa da due colonne lignee per sorreggere il tetto piatto
con leggera pendenza. Al centro delle colonne si trova una
eschara (focolare rettangolare) per rituali con il fuoco.
è fra gli esempi più antichi di tempio greco e costituisce un punto
di riferimento unico per la conoscenza della formazione della
scultura templare greca. Il tempio era infatti decorato da un
fregio di cavalieri e da due figure femminili sedute su di un
architrave.
Megaron
Composto da 3 spazi:
1) Vestibolo (ha sul fronte 2 colonne tra le terminazioni dei muri laterali, tramite 3 aperture si accede a
2) Antisala, da cui tramite un solo accesso si accede alla
3) Sala del trono (4 colonne che sorreggono la copertura). Al centro il focolare.
1 2 3
Nel periodo arcaico raggiungono piena autonomia le POLEIS, in una sorta di contrapposizione tra le città del Peloponneso, assimilatrici della tradizione cretese, e quelle della Ionia, più ricettive a spunti anatolici ed egiziani
Cuore religioso e simbolico(Templi e santuari)
Cuore civile e sociale(case, botteghe, agorà,edifici pubblici)
Cuore produttivo(villaggi agricoli)
I principali catalizzatori delle grandi sperimentazioni artistiche arcaiche sono i santuari.Nella prima metà del VI secolo a.C. si verifica quel processo di pietrificazione delle membrature architettoniche, precedentemente lignee, con la creazione di edifici monumentali,di ordine dorico nella Grecia continentale e di carattere ionico nella Ionia e nelle isole.
TERMINOLOGIAOrdine: insieme di norme e regole che determinano forma e proporzioni di un edificio
Acroterio: elemento decorativo collocato all’apice e alle estremità del frontone
Collarino: piccola membratura terminale di colonne o pilastri, che separa il fusto dal capitello
Crepidòma: basamento del tempio greco, costituito generalmente da tre gradini
Echìno: elemento del capitello dorico e ionico
Frontone: il triangolo costituito dagli spioventi del tetto e dalla trabeazione. Si trova ovviamente sui lati minori dell'edificio e chiude lo spazio destinato alle sculture detto timpano
Mètopa: lastra decorata che caratterizza, intervallata con i triglifi, il fregio della trabeazione dell'ordine dorico
Modulo: unità di misura che regola la costruzione di un edificio o di un corpo umano. Nel tempio greco si usa il diametro o il raggio della colonna
Rastremazione: restringimento progressivo della sezione orizzontale di un elemento strutturale verticale
Stilòbate: nel tempio antico piano superiore del basamento (crepidoma) sul quale si appoggiano le colonne
Trabeazione: membratura orizzontale che sovrasta e collega i piedritti verticali di sostegno. Si compone di: architrave, che poggia sui capitelli delle colonne e sostiene le parti sovrastanti; fregio, sovrapposto all’architrave e avente soprattutto valore ornamentale; cornice, sovrapposta a sua volta al fregio e avente funzione di coronamento aggettante e di protezione delle parti sottostanti
Triglifo: elemento architettonico decorativo quadrangolare, percorso verticalmente da tre scanalature