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GIOIA PASQUALE

Il tempo di Pasqua celebra la fase gloriosa del mistero della redenzione : la risurrezione

del Signore, la sua ascensione al cielo, il dono dello Spirito Santo. Dura cinquanta giorni, sette

settimane, e il numero sette indica la pienezza che apre all’aldilà. Per i Padri della Chiesa è

l’immagine dell’eternità e del raggiungimento del mistero di Cristo. Tertulliano, nel secondo

secolo , diceva che è il tempo della grande gioia. All’estensione della gioia pasquale vengono

dedicati questi cinquanta giorni, che sono celebrati come uno solo e che veniva definito “santo,

felicissimo, gioioso, festivo, grande domenica, simbolo del secolo futuro, gioioso spazio, solennità della gioia”

E’ in risalto quella gioia che è caratteristica particolare dei cristiani dai tempi degli

Apostoli e della Chiesa delle origini. Agli Apostoli Gesù l’aveva promessa , nell’imminenza

della sua morte: “ Il vostro cuore si rallegrerà e la vostra gioia nessuno ve la potrà rapire” ( Gv

16, 22). Essi , dopo la risurrezione , gioirono (Gv 20, 20), con una gioia piena di stupore (Lc 24,

41). Dopo il ritorno di Cristo al Padre, tornarono a Gerusalemme “con grande gioia”, che veniva

donata e che essi accoglievano con la loro volontà di comunione e di amore al Signore, risorto e

glorioso (Gv 15, 10 ). Era la stessa gioia di Cristo che si riversava nei loro cuori (Gv 17, 13). La

gioia è anche la caratteristica della primitiva comunità cristiana; ad essa la discesa dello Spirito

Santo ( At 2, 46) diede anche la gioia nelle persecuzioni e negli oltraggi: gli apostoli, guide di

quella comunità, “se ne andarono dal Sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del

nome di Gesù “ ( At 5, 41) e Paolo e Barnaba, scacciati per la loro predicazione, “erano pieni di

gioia e di Spirito Santo” (At 13, 52 ) . Nel clima di questa gioia tipica dei cristiani , durante la cinquantina pasquale, si celebra in

maniera unitaria la morte-resurrezione di Gesù, la sua Ascensione al cielo e la discesa dello

Spirito Santo . E nella liturgia tutto ha la tonalità della gioia : l’alleluia che riprende dopo la

Quaresima, la festosa luce del Cero pasquale, il continuo annunzio della risurrezione , il

colore bianco dei paramenti, l’atmosfera di stupore e di gioia di cui sono impregnati i testi

liturgici del periodo , la valorizzazione dei segni battesimali . acqua, luce, professione di fede, il

segno di pace, che rimanda a Cristo, nostra pace, riconciliazione piena e definitiva con Dio e tra di

noi.

Questo fascicolo, curato da “Famiglia e cultura” riporta brani biblici, riflessione e

preghiere per le domeniche del tempo pasquale e anche della due domeniche successive delle

Santissima Trinità e del Corpo e Sangue di Cristo.

E un piccolo sussidio offerto alla Comunità della Parrocchia San Giovanni Bosco di

Roma, che, come i cristiani del mondo intero, è invitata a vivere il tempo pasquale nella gioia

che è ” frutto dello Spirito Santo” , è alimentata dalla comunione con Cristo (Fl 4, 4 ) ed è il

formidabile segreto dei cristiani, a testimoniarla in una società che è disperata, perché vuole

fare a meno di Dio e a dire che vive nella gioia, perché Cristo è risorto, perché il Signore è

sempre vicino.

.

GESU E RISORTO ( Pasqua di risurrezione)

Cristo, nostra Pasqua, è veramente risorto ed è vivo per sempre. Quello che è accaduto al lui

accadrà anche a noi . Il risorto ci fa partecipare alla vita nuova che non muore più.

3Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette (Gv 20, 3-9).

EVENTO CHE CAMBIA IL MONDO Cristo è veramente risorto e quindi il mondo intero e la mia vita hanno un altro senso. Le irrisioni

che risuonavano sotto la croce cedono il passo ad un infinito stupore. Sembra una cosa troppo bella per essere vera. Il male, la morte e il dolore sono definitivamente sconfitti. La morte è vinta, è svuotata della

sua maledizione; rimane solo “per un poco”, e non avrà l’ultima parola. Il dolore è rovesciato: dal momento

che Cristo è risorto “ tutto il dolore che c’è nel mondo non è dolore di agonia, ma di parto” ( Paul Claudel);

dal dolore sorge la redenzione, nasce qualcosa che altrimenti non sarebbe mai nato. La resurrezione è

l’evento che cambia il volto del mondo, il senso della storia e della vita, la morte è vinta, il dolore è rovesciato, il peccato è debellato. Certo morte, sofferenza e peccato perdurano quaggiù. Ma hanno perso il loro pungiglione La vita può essere vissuta come una festa. Il Risorto offre immaginazione e coraggio

per creare il nuovo. Nessuna croce, nessuna prova, nessun dramma può togliere la pace o spegnere la gioia

che viene dalla risurrezione. Accogliere Cristo risorto significa operare per la vita. Accettare Cristo

impegna ad operare nel senso della risurrezione fare in modo che si costruisca la vita nuova, il mondo nuovo, che la risurrezione ha iniziato. ( Mariano Magrassi )

O Padre, che per mezzo del tuo Figlio hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,

concedi a noi, … di essere rinnovati nel tuo Spirito per rinascere nella luce del Signore risorto. (Colletta di

Pasqua )

Credere alla risurrezione significa cambiare ogni cosa, cambiare modo di pensare, modo di

vivere, perché diverse sono le stesse cose, Signore, donaci di credere. Siamo noi, siamo noi, Signore, la prova che tu sei risorto, perché vivi in noi, facendo di ognuno di noi un uomo nuovo; un’umanità che fa

fermentare tutta la massa, umanità radiosa, tutta vestita di bianco, noi la certezza che tu ci precedi per tutte le

vie. Amen. ( D. M. Turoldo )

Esulti il coro degli angeli,

esulti l’assemblea celeste:

un inno di gloria saluti

il trionfo del Cristo risorto.

Gioisca la terra inondata

da così grande splendore:

la luce del re eterno

ha vinto le tenebre del mondo.

Gioisca la madre chiesa,

spendente della gloria del Signore.

Alla vittima pasquale,

s’innalzi oggi il sacrificio di lode.

L’agnello ha redento il suo gregge,

l’Innocente ha riconciliato

noi peccatori col Padre.

Morte e vita si sono affrontate

in un prodigioso duello,

il Signore della vita era morto;

ma ora vivo trionfa.

Si, siamo certi; Cristo è davvero risorto.

Tu, Re vittorioso, portaci alla salvezza.

( dal Preconio pasquale)

CREDENTI SENZA VEDERE ( 2 Domenica di Pasqua B )

La Comunità cristiana dà testimonianza al mondo della Pasqua se sa “credere senza vedere”,

riconosce il Signore presente nei fratelli e vive condividendo l’ascolto della parola, il pane della

vita e i propri beni. 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". 28Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!". 30 Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome (Gv 20, 16-32).

BEATI COLORO CHE SENZA AVER VISTO CREDERANNO Ciò vuol dire: beati coloro che accoglieranno, a differenza di Tommaso, la testimonianza verbale della comunità credente e, attraverso il messaggio-testimonianza della Chiesa, giungeranno alla fede. Noi

non siamo meno fortunati di Tommaso perché ci è data la testimonianza viva della comunità credente nella

quale è presente Gesù risorto e che continuamente proclama la risurrezione. Raggiungiamo allora la verità

espressa dalla prima lettura circa la primitiva comunità cristiana, nella quale gli apostoli “rendevano

testimonianza della risurrezione del Signore Gesù”. E noi siamo veramente una comunità che testimonia

la resurrezione di Gesù? Forse diamo, almeno in qualche misura, la testimonianza dell’amore del prossimo.

Ma come cristiani ci è chiesto di offrire al mondo la testimonianza.. dell’amore di Dio che ha “salvato” Gesù dalla morte e così ha dischiuso anche a noi un futuro nuovo. ( Antonio Bonora )

O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa che riconosciamo

con la grazia dello Spirito il Signore presente nell’assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua

risurrezione. ( Colletta 2 Pasqua B )

O Signore entra e ripeti il saluto: “ pace a tutti”. Torna e alita ancora il tuo Spirito, e dal peccato

sia sciolta la terra, e tutti vedano in noi il risorto. Donaci, Signore , la tua pace. La nostra solitudine si

riempia della tua presenza, la nostra debolezza diventi forza, la nostra tristezza si cambi in gioia. Signore,

non abbiamo come gli apostoli paura dei Giudei, ma abbiamo molte altre paure che riducono la nostra

fede nell’angustia di un luogo chiuso. Vieni in mezzo a noi, donaci il tuo Spirito che ci illumini nei nostri

timori.

Sfolgora il sole di Pasqua,

risuona il cielo di canti,

esulta di gioia la terra.

Dagli abissi della morte

Cristo ascende vittorioso

insieme agli antichi padri.

Accanto al sepolcro vuoto

invano veglia il custode:

il Signore è risorto.

O Gesù, re immortale,

unisci alla tua vittoria

i rinati nel battesimo.

Irradia sulla tua Chiesa,

pegno d'amore e di pace

la luce della tua Pasqua.

(Inno del tempo. pasquale)

TESTIMONI DELL’UMANITA’ NUOVA ( 3° domenica di Pasqua : B )

La Pasqua del Signore ha portato agli uomini la salvezza e gli Apostoli e i cristiani sono

inviati ad annunziarla al mondo ad essere testimoni della vita nuova che Cristo risorto ha

portato : la gioia, la serenità, la fiducia, la speranza, l’amore, il perdono, la certezza della

risurrezione.

44 Poi disse: "Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". 45 Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. ( Lc 24, 44-48 )

ESSERE TESTIMONI Chi ha fatto esperienza autentica di Cristo, come Tommaso, come i Discepoli di Emmaus, come la

comunità titubante e poi rinfrancata di Gerusalemme, non può che essere contagioso, perché è testimone.

E’ ciò che ricorda Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, e se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Vittorio Bernadetto).

La testimonianza del Vangelo portò tutti gli Apostoli, uno dopo l’altro al martirio; ma intanto in pochi decenni, avevano compiuto quella cosa che era parsa impossibile agli uomini e cioè predicare il

Vangelo in tutto il mondo, facendo discepole tutte le genti. Gli Apostoli non avevano tardato ad

accorgersi che non erano soli a dare testimonianza a Gesù; un’altra testimonianza, silenziosa ma

irresistibile, si univa alla loro, ogni volta che parlavano di Gesù, quella dello Spirito Santo. “ Di questi fatti

siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui” ( Atti, 5, 32 )

(Raniero Cantalamessa).

O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati. hai posto

il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa di noi i testimoni del tuo amore ( Colletta 3 Pasqua : B ) .

Ti benediciamo, Padre, perché Cristo risorto venne a rompere i chiavistelli delle nostre porte e dei

nostri cuori, chiusi per la paura e lo sconforto e a dividere la mensa e il pane della speranza. Egli fa

brillare in ogni alba l’aurora della pace per chi crede nonostante l’oscurità e la paura. Non permettere,

Signore, che ci rifiutiamo di credere in lui. Infondi, o Padre, in noi il tuo Spirito che ci faccia valorosi testimoni della salvezza e del tuo amore davanti agli uomini, perché, mano nella mano, costruiamo la tua

Chiesa come focolare del futuro e della speranza del mondo ( Basilio Caballero ).

Alla cena dell'Agnello,

avvolti in bianche vesti,

attraversato il Mar Rosso,

cantiamo a Cristo Signore.

Il suo corpo arso d'amore

sulla mensa è pane vivo;

il suo sangue sull'altare

calice del nuovo patto.

In questo vespro mirabile

tornan gli antichi prodigi:

un braccio potente ci salva

dall'angelo distruttore.

Mite agnello immolato

Cristo è la nostra Pasqua;

il suo corpo adorabile

è il vero pane azzimo.

Irradia sulla tua Chiesa

la gioia pasquale, o Signore;

unisci alla tua vittoria

i rinati nel battesimo.

( Inno del tempo pasquale)

IL RISORTO BUON PASTORE ( 4° domenica di Pasqua : B )

Gesù risorto è il “buon pastore”, che ci “conosce” , che sta in comunione personale con noi,

che dona la vita per noi. Noi suoi seguaci sono chiamati a conoscerlo, dando la vita per lui.

11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.

12Il mercenario -

che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le

pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13

perché è un mercenario e non gli importa

delle pecore. 14

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15

così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16

E ho

altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare (Gv 10, 11-

16).

PASTORE VERO, CONTEMPORANEO Solo Gesù è il “buon pastore”, il pastore “vero”, “autentico”, il pastore per eccellenza! Nessuno

può essere pastore come lui. Infatti “il pastore modello” dà la vita per le pecore”. Gesù ha dato la sua vita,

non soltanto nel senso che è morto per noi, ma anche nel senso che ci ha resi partecipi della sua stessa

vita. Chi non ama fino a dare e comunicare la propria vita non è pastore. ( Antonio Bonora )

Gesù è il Pastore buono che mi conosce. Per Cristo “conoscermi” è dare la vita per me. Per me

“conoscerlo” è dare la mia vita per lui. Tutto questo diventa “esperienza” solo a una precisa condizione:

che Cristo sia per me un contemporaneo, un vivente che mi vive a fianco. Non si può vivere per un

personaggio del passato, si può ammiralo, ma non amarlo. Meno ancora si è pronti a giocare la vita per lui.

Ma Gesù non è di “ieri”. Egli è “ieri, oggi e nei secoli”. Cristo è l’”eternamente ora “ (Nichol Debol ). E

questo per un fatto estremamente semplice: la resurrezione non è un fatto avvenuto 2000 anni fa. E’ un

evento sempre presente. “Fui morto ed ecco vivo per i secoli dei secoli”. Anima del mondo con il suo

Spirito, riempie la Chiesa, è sempre con noi. L’ultima cosa che ha detto, prima di salire al Padre, è proprio

questa: “ Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mariano Magrassi)

PASTORI Attorno alla figura di Gesù, «pastore buono che dà la vita» può essere letta la figura stessa della vocazione, di ogni vocazione cristiana. C'è un legame tra «vocazione» e «vita». Solo sul «sì» di

un'incondizionata disponibilità all'offerta di sé per «l'intera vita» il cristiano può diventare a sua volta buon

pastore di sé e degli altri che gli saranno affidati. ( Luigi Maggioni)

O Dio, creatore e Padre, che fai risplendere la gloria del Signore risorto quando nel suo nome è

risanata l’infermità della condizione umana, raduna gli uomini dispersi nell’unità di una sola famiglia,

perché aderendo a Cristo buon pastore gustiamo la gioia di essere tuoi figli. ( Colletta 4 di Pasqua B)

Ti benediciamo, Padre, per Cristo nostro pastore. E’ venuto perché abbiamo la vita in

abbondanza. E’ la porta sempre aperta a tutti gli uomini, che ci apre la strada alla tua bontà infinita, al tuo amore universale e all’amore dei nostri fratelli. Spalanca le nostre porte, Signore, rompi i chiavistelli,

elimina le nostre difese e i nostri privilegi di gente perbene. Che il tuo Spirito apra la breccia dei nostri muri, perché la nostra comunità sia famiglia aperta a tutti. ( Basilio Caballero )

O notte più luminosa del sole,

o notte più fulgente della luce,

notte pasquale tanto a lungo attesa,

notte nuziale tra la Chiesa ed il Cristo.

Tu spogli l'avversario già sconfitto,

infrangi le catene della morte,

rigeneri nel fonte nuove vite,

erompe in te il mistero dell'Amore.

La Luce, che in te dissipa le tenebre,

l'origine dei secoli precede;

e dona trasparenza ad ogni cosa,

in Sé rinnova tutto l'universo.

La nostra Pasqua, Cristo, s'è immolato

e dal Suo Corpo, vero paradiso,

è scaturito il fiume della Vita,

che il mondo intero lava dalla colpa.

Or l'uomo, riscattato dal peccato,

un canto nuovo canta al suo Signore;

ed alla mensa accede dell'Agnello,

cinte le vesti, pronto per il cielo.

( Inno del tempo pasquale)

RIMANERE IN CRISTO ( 5° domenica di Pasqua : B )

Se il cristiano vive in comunione col Signore risorto, che lo divinizza, resta unito a lui come tralcio alla vite e porta molto frutto.

1

"Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto,

lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a

causa della parola che vi ho annunciato. 4

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può

portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io

sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me

non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo

raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. (Gv 15, 1-7 ).

SE NON RIMANETE IN ME Rimanere attaccati alla vita e rimanere in Gesù Cristo significa anzitutto non abbandonare gli

impegni assunti con il Battesimo, non andarsene in un paese lontano, come il figliol prodigo, ben sapendo

però che ci si può staccare da Cristo tutto in una volta, come in un sol balzo, dandosi ad una vita di peccato

cosciente e voluto, ma anche a passettini, quasi senza accorgersene, giorno per giorno, infedeltà per

infedeltà, omissione per ammissione, compromesso per compromesso, lasciando prima di comunicarsi, poi

di andare a Messa, poi di pregare, poi infine tutto... Il tralcio che non rimane unito a lui secca, non porta

frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco; non serve proprio a niente, perché il legno della vite è un legno

inutile a qualsiasi altro scopo che non sia quello di produrre uva. Uno può avere una vita rigogliosissima

all’esterno. essere pieno di salute, di idee. produrre energia, affari, figli, ed essere, agli occhi di Dio, legno arido, legno da buttare nel fuoco appena passata la stagione della vendemmia ( Raniero Cantalamessa )

RESTARE UNITI ALLA VITE La comunione profonda tra il Cristo e il fedele avviene attraverso un duplice movimento. Da un

lato è Cristo stesso che, incarnandosi, scende in mezzo a noi, entra nella nostra esistenza, depone nel

terreno della storia un seme di eternità, rivela la sua parola di salvezza. D'altro lato, però, anche il credente deve rivolgersi a lui, affidarsi al suo amore, ascoltare la parola proclamata, seguirne le indicazioni di vita. Il

rimanere è, dunque, frutto dell'abbraccio di due libertà, di due volontà, di due amori, quelli di Dio e

dell'uomo. Col battesimo noi rimaniamo già in lui perché egli è entrato per primo in noi. Ma dobbiamo

per tutta la vita rimanere con lui attraverso l'impegno di fede e di amore. ( Gianfranco Ravasi )

O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito, perché,

amandoci gli uni gli altri di sincero amore, diventiamo primizie di santità e di pace. ( Colletta 5 Pasqua:

B)

Signore, tienici uniti a te finché possiamo ricevere la vita dalla tua vita e portare molto frutto.. Tu sei la vita: fa che rimaniamo in te, perché la nostra mente e il nostro cuore si nutrano della tua parola di

verità . Tu sei la verità: fa che ti seguiamo con fedeltà perché tu sei il nostro unico maestro. Tu sei la via:

vogliamo essere salvati dalla tua misericordia e vogliamo salvare; vogliamo essere liberati per liberare.

(Suore Trappiste )

Splende nel giorno ottavo

l'era nuova del mondo,

consacrata da Cristo,

primizia dei risorti.

O Gesù, re di gloria,

unisci i tuoi fedeli

al trionfo pasquale

sul male e sulla morte.

Fa' che un giorno veniamo

incontro a te , Signore,

sulle nubi del cielo

nel regno dei beati.

Trasformati a tua immagine,

noi vedremo il tuo volto;

e sarà gioia piena nei secoli dei secoli.

( Inno tempo pasquale )

L’AMORE DA DIO A NOI , AI FRATELLI ( 6° domenica di Pasqua : B )

L’amore ha origine da Dio. perché Dio è amore. Per noi amare è scoprire di essere amati da

Dio e lasciarsi amare. Allora la carità si diffonde nel nostro cuore e la si può riversare negli

altri amandoli, “quasi con il cuore di Dio”. 9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15, 9-17 ).

L’AMORE E’ DA DIO E’ Dio che comincia ad amarci. O più esattamente ci ama da sempre, di un “amore eterno”. “ In

questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi” Nel rapporto con Dio non è

mai nostra l’iniziativa. E’ sempre Lui che comincia. E ciò che più sorprende è che ci abbia amati “ mentre

eravamo peccatori”, cioè radicalmente indegni di essere amati. Un amore gratuito, dunque, che ci viene

offerto come una sorpresa totalmente inattesa. Il gesto poi in cui si traduce supera ogni comprensione. “ Il

Padre manda il suo Figlio Unigenito nel mondo”: lo mette cioè in nostra balia, e sapeva bene che cosa ne

avremmo fatto. il Figlio a sua volta offre la sua vita, immolandola sulla croce. E tutto questo “per noi uomini

e per la nostra salvezza” come diciamo nel Credo. “Ogni amore ha origine da Dio, perché Dio è amore. Per

noi amare è anzitutto scoprire di essere amati da Dio, credere a quest’amore e lasciarsi amare. Se mi lascio

amare, la carità di Dio si diffonde nel mio cuore. L’espressione è di Paolo il quale precisa che è mediante lo

Spirito Santo che l’Amore divino viene ad abitare in noi. E allora io lo posso riversare sugli altri amandoli. Si ama “quasi con il cuore di Dio” secondo un grande espressione di S. Tommaso (Mariano

Magrassi ).

CARITA’ “L’amore cristiano è “carità”. Non è solo un sentimento che sgorga dal cuore: è anzitutto un

dono divino, che permette di amare in modo divino. E’ una realtà nuova, un “comandamento nuovo”, che

ha alcune principali caratteristiche: non conosce frontiere: si estende a tutti, anche ai nemici e non può

escludere nessuno non conosce misura: perché “la misura di amare è di amare senza misura”. Se costringi

la carità negli schemi del “buon senso” ne uccidi lo slancio ; non conosce ostacoli: non si arresta davanti a

nessuna miseria, perché non va per ricevere, ma per dare. Si dirige con preferenza là dove c’è più miseria.

“Fare del bene sempre, del bene a tutti, del male a nessuno” diceva D. Orione.” ( Mariano Magrassi ) .

O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio, perché riceviamo la vita per mezzo di

lui, fa che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati, fino a dare la vita per i

fratelli. ( Colletta 6 Pasqua B )

«Le anime che hanno sete di te, tu le aspergi con una dolce acqua misteriosa così che anche la terra

dia il suo frutto. Essa, in effetti, dà il suo frutto, e al tuo comando, Signore Dio nostro, la nostra anima

germina le opere di misericordia …amando il prossimo e aiutandolo; ha infatti in sé il seme della

somiglianza, poiché essendo noi stessi deboli proviamo compassione dei bisognosi o li soccorriamo, aiutandoli come vorremmo essere aiutati noi se ci trovassimo nelle loro stesse necessità … Felice colui che ama te, e ama l'amico in te, e il proprio nemico per te solo che non perde nessuna persona amata, perché

tutti gli sono cari in te che non può perdere». (Agostino)

Ecco il gran giorno di Dio, splendente di santa luce:

nasce nel sangue di Cristo l'aurora di un mondo nuovo.

Torna alla casa il prodigo, splende la luce al cieco;

il buon ladrone graziato dissolve l'antica paura.

Gli angeli guardano attoniti il supplizio della croce,

da cui l'innocente e il reo salgono uniti al trionfo.

O mistero insondabile dell'umana redenzione:

morendo sopra il patibolo Cristo sconfigge la morte.

Giorno di grandi prodigi! La colpa cerca il perdono,

l'amore vince il timore, la morte dona la vita.

Irradia sulla tua Chiesa la gioia pasquale, o Signore

unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo.

(Inno del tempo pasquale)

ASCESE AL CIELO

( Ascensione del Signore: B )

Con l’Ascensione, interamente legata alla Risurrezione, di cui costituisce il compimento e la pienezza la

nostra natura umana è assisa alla destra di Dio. Dopo l’ascensione a noi è affidato il compito di

continuare l’opera di Gesù, ma lui è sempre con noi con la sua presenza, il suo sostegno, la sua guida.

15E disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17

Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno". 19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. ( Mc 16, 15-20)

ASCENSIONE E FUTURO L’ascensione squarcia il velo che nasconde il futuro e ne rivela la direzione e il significato.

L’uomo sa ben poco sul futuro che lo attende. Nemmeno il cristiano ha rivelazioni particolari che lo

illuminino sull’ordine economico o politico del futuro; non ha piani definiti di intervento. E tuttavia ha una

speranza ben definita che si concretizza non in un'idea ma in una persona: Gesù di Nazaret. Che cosa

questo significhi è noto a ogni cristiano: Gesù di Nazaret significa amore, solidarietà, comunione tra gli

uomini, verità, giustizia. L’ascensione di Gesù significa che l’amore ha l’ultima parola, che la verità ha

vinto sulla menzogna, che la solidarietà ha inaugurato effettivamente un mondo nuovo. Significa che il

mondo futuro definitivo è il mondo della verità, del bene, dell’amore, è il mondo di Gesù.

IMPEGNO VERSO IL MONDO Gesù prima di ascendere al cielo dà agli apostoli gli impegni di scacciare i demoni, parlare lingue

nuove, prendere in mano i serpenti, non aver paura del veleno, imporre le mani ai malati e guarirli, li invia

a trasformare il mondo. Il credente deve scacciare ogni schiavitù od oppressione, ogni realtà demoniaca.

E’ chiamato a cercare lingue nuove, idee originali, che aiutino gli uomini a capirsi tra loro, a farsi fratelli.

Deve riconciliare gli uomini con il creato, perché si realizzi la profezia che dice: “ il bambinosi trastullerà

con l’aspide. E’ tenuto ad occuparsi dei malati, a farsi carico dei loro problemi. Il credente deve darsi

all’impossibile, credere nell’impossibile: bere il veleno e non risentirne è paradosso che indica la rottura

con la logica umana. L’impegno ad affrancare l’uomo da ingiustizie, emarginazioni, oppressioni, non è

estraneo alla fede, appartiene anzi dal mandato che nasce dalla fede e dai sacramenti. (Battista Borsato )

Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero dell’Ascensione, poiché nel tuo Figlio

asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del tuo corpo, viviamo nella

speranza di raggiungere Cristo nostro capo nella gloria ( Colletta Ascensione ).

Signore Gesù, tu hai detto: “ Andate e ammaestrate tutte le genti” . Fa che comprendiamo che

questa è la missione di ognuno di noi. Tu ci mandi presso i nostri fratelli a rivelare loro il tuo amore.

Aiutaci a compiere questa missione con disinteresse, con coraggio e con spirito di sacrificio. ( Carles

Brethes )

E' asceso il buon Pastore

alla destra del Padre,

veglia il piccolo gregge

con Maria nel cenacolo.

Dagli splendori eterni

scende il crisma profetico

che consacra gli apostoli

araldi del Vangelo.

Vieni, o divino Spirito,

con i tuoi santi doni

e rendi i nostri cuori

tempio della tua gloria.

O luce di sapienza

rivelaci il mistero

del Dio trino ed unico,

fonte d'eterno amore.

( Inno del tempo pasquale)

LA VENUTA DELLO SPIRITO SANTO ( Pentecoste: B )

Lo Spirito che Gesù ha donato alla Chiesa è il suo grande testimone, la guida sicura per

comprendere la verità, il Consolatore, colui che elargisce ogni dono . I seguaci del Risorto,

sicuri della sua guida, s’impegnano per la missione e per una continua crescita in santità

“Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che

procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà (Gv 15,26-16, 12-15).

LO SPIRITO DELL’ALLEANZA NUOVA E DEFINITIVA Le immagini usate da Luca nel raccontare l’evento di Pentecoste permettono di stabilire un parallelo

tra la Pentecoste del Sinai e quella di Gerusalemme : al Sinai tutto il popolo era convocato in assemblea ;

fuoco e vento impetuoso avevano manifestato la presenza di Dio sul monte ; Dio aveva dato a Mosè la legge dell’Alleanza ( Es 19, 3-20 ; 31, 18 ) a Gerusalemme gli Apostoli sono “tutti insieme nel medesimo

luogo” ; nella casa in cui sono riuniti si manifestano gli stessi fenomeni del Sinai ; Dio dà lo Spirito della

nuova Alleanza. Questa è la novità della Pentecoste cristiana : l’Alleanza nuova e definitiva è fondata

non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio. E’ vero ciò che dice un

autore orientale : “Senza lo Spirito, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la

Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo e

l’agire morale un agire da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo è nobilitato per le generazione del

Regno, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza di vita, la Chiesa realizza la comunione

trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene

deificato”. ( Messale LDC )

O Dio, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi i doni dello Spirito Santo sino ai confini della terra e continua oggi, nella comunità die credenti, i prodigi che hai

operato agli inizi della predicazione ( Colletta di Pentecoste ).

Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce consolatore, dono del Padre altissimo….irradia i tuoi sette doni e suscita in noi la parola. (Dall’Inno dei

Vespri di Pentecoste )

Vieni, santo Spirito, manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,

vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori.

Consolatore perfetto,

ospite dolce dell’anima,

dolcissimo sollievo.

Nella fatica riposo,

nella calura, riparo,

nel pianto conforto.

O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza, nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido,

sana ciò che sanguina.

piega ciò che è rigido,

scalda ciò che è gelido,

drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli

che in te confidano i tuoi santi doni,

Dona virtù e premio,

dona morte santa, dona gioia eterna.

( Sequenza di Pentecoste)

DIO UNO E TRINO ( Santissima Trinità: B )

Dio ci ha fatto conoscere la sua vita intima: è l`Unico ma in Tre Persone. Proclamando Dio

vero ed eterno, adoriamo la Trinità delle Persone, professando la fede nella Santissima

Trinità accettiamo l`amore del Padre, di vivere per mezzo della grazia del Figlio ed di aprirsi al dono dello Spirito Santo.

16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17 Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". (Mt 28,16-20 ).

LA TRINITA’

Gesù ha rivelato che Dio è “Padre” in un senso inaudito : non lo è soltanto in quanto Creatore ; egli è

eternamente Padre in relazione al Figlio suo Unigenito, il quale , a sua volta, non è Figlio che in relazione al Padre : “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio

e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11, 27 ).... Prima della Pasqua, Gesù annunzia l’invio di un

altro “Paraclito” ( Difensore), lo Spirito Santo. Lo Spirito che opera fin dalla creazione, che già aveva

“parlato per mezzo dei profeti”, dimorerà presso gli Apostoli e sarà con loro, per insegnare loro ogni cosa e

guidarli “alla verità tutta intera” ( Gv 16, 13 ). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come un’altra

Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre. (Catechismo Chiesa Cattolica 240- 243)

SANTISSIMA TRINITA RAPPORTO D’AMORE La più bella definizione di Dio è questa : “ Dio è amore” ( 1 Gv 4, 8 ). E’ amore per noi. Ma ancor

prima è amore reciproco esistente tra le tre persone divine. E’ un amore che si concretizza nella mutua infinita donazione. Il Padre ha dato al Figlio il suo identico essere sostanziale. Lo Spirito Santo ha avuto

dal Padre e dal Figlio la loro medesima, completa pienezza di vita. Il Figlio è del Padre perché da Lui

generato e si dona a Lui e in Lui rimane. Lo Spirito Santo è del Padre e del Figlio, perché da loro procede,

a loro si consegna interamente e in loro resta sempre. La Santissima Trinità poi è amore per l’umanità.

Anche questa volta l’amore si concretizza nel dono. Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo

unigenito. Ma col Figlio conferisce alle anime lo Spirito Santo. Con tale misterioso acquisto l’uomo diventa

dimora felice di tutte e tre le persone divine. (V. Raffa)

Luce è il Padre. Luce da Luce è il Figlio! Luce è lo Spirito Santo. Fuoco nei nostri cuori! - Trinità

Santa, noi ti adoriamo. Amore è il Padre, Grazia è il Figlio, Comunione è lo Spirito Santo! - Trinità Santa,

noi ti adoriamo. Potenza è il Padre, Sapienza è il Figlio, Bontà è lo Spirito Santo! - Trinità Santa, noi ti

adoriamo. Pensiero è il Padre, Parola è il Figlio, Gemito è lo Spirito Santo! - Trinità Santa, noi ti adoriamo

(Esapo-steilario della Pentecoste, liturgia bizantina).

«Non tacciano le mirabili creazioni di Dio né al mattino né alla sera. Non tacciano gli astri di

luce, le alte montagne, gli abissi marini, i fiumi veloci e le sorgenti, mentre nei nostri inni cantiamo il Padre,

il Figlio e lo Spirito Santo. E gli angeli rispondono in coro. Amen! Amen! Amen! (Inno del III secolo).

O Trinità divina,

Padre, Figlio e Spirito Santo,

presente e operante nella Chiesa

e nella profondità della mia anima,

io ti adoro, ti ringrazio, ti amo!

E per le mani di Maria santissima Madre mia,

a te offro, dono, con sacro tutto me stesso,

per la vita e per l’eternità.

A te, Padre celeste, mi offro,

dono e consacro come figlio. A te, Gesù Maestro, mi offro, dono e consacro

come fratello e discepolo. A te, Spirito Santo, mi offro,

dono e consacro come “tempio vivo”

per essere consacrato e santificato. ( beato G. Alberione)

L’EUCARISTIA (Corpus Domini : B )

Prima della passione Gesù fa la cena pasquale con gli apostoli e anticipa sacramentalmente la

sua morte. E’ il sacramento dell’Alleanza definitiva, sancita nel sangue in croce, che si

rinnova in memoriale nell’Eucaristia cibo e bevanda di vita eterna dono di amore vincolo di

carità , fonte e apice della vita cristiana.

22 Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio". (Mc 4, 22-25)

FONTE E CULMINE DELLA VITA CRISTIANA “Il Concilio ha detto una cosa paradossale. Bisogna che me ne renda conto. Affermando che la

Messa, la Cena del Signore è il culmine e l’origine di tutta la vita cristiana, ha detto che la Messa è il cuore

della religione, il centro propulsore di tutta la sua vitalità, di tutta la sua forza. Culmine e origine di tutta la

vita della Chiesa, allora il sacrificio eucaristico è la vetta e la sorgente del culto, è il “terminal” e insieme la

partenza di tutta la forza che muove la Chiesa. Il Concilio ha detto che il sacrificio eucaristico è il centro

della religione perché è il tutto della religione, il fine e l’inizio, l’atto primo, l’atto supremo, il mezzo, la

conclusione, lo scopo, l’obiettivo, la meta. Che è tutta la redenzione che passa a me, la più grande ricchezza

in mio possesso. Che è tutta la fede e il tutto della fede cristiana. Che è l’atto supremo di amore a Dio che

l’uomo può compiere. ( Andrea Gasparino )

EUCARISTIA L'Eucaristia è memoriale della Pasqua. Ogni volta che facciamo eucaristia facciamo memoria

della morte e risurrezione di Gesù. L'eucaristia suppone l'unità (la fede, il battesimo, la carità reciproca, il

legame gerarchico). Ma soprattutto produce l'unità. Il Concilio è preciso al riguardo: «L'eucaristia

significa e attua l'unità dei fedeli in un solo corpo». L'eucaristia è pegno di vita futura e viatico nel

cammino della vita. Nella cena imbandita dal Signore, si prefigura il banchetto escatologico, verso il quale

è incamminato il popolo di Dio peregrinante. Ogni volta che la chiesa celebra l'eucaristia, ricorda le parole

del Signore e il suo sguardo si volge verso «Colui che viene». (Giuseppe Pasini )

«Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'eucaristia ci hai lasciato il memoriale della

tua Pasqua», fà che aderiamo con viva fede al tuo mistero di amore per diventare partecipi di misericordia e

di perdono» (cf. «colletta»).

Signore Dio vivente, guarda il tuo popolo radunato per offrirti il sacrificio della nuova alleanza,

purifica i nostri cuori perché alla cena dell’Agnello possiamo pregustare la Pasqua eterna della Gerusalemme

del cielo. ( Colletta del giorno )

Canta, o mia lingua, il mistero del corpo glorioso

e del sangue prezioso che il Re delle nazioni,

frutto benedetto di un grembo generoso,

sparse per il riscatto del mondo.

Si è dato a noi, nascendo per noi da una Vergine purissima,

visse nel mondo spargendo il seme della sua parola

e chiuse in modo mirabile il tempo della sua dimora quaggiù.

Nella notte dell’ultima Cena, sedendo a mensa con i suoi fratelli,

dopo aver osservato pienamente le prescrizioni della legge,

si diede in cibo agli apostoli con le proprie mani.

Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola

il pane vero nella sua carne e il vino nel suo sangue,

e se i sensi vengono meno, la fede basta per rassicurare

un cuore sincero.

Adoriamo, dunque, prostrati un sì gran sacramento;

l’antica legge ceda alla nuova, e la fede supplisca

al difetto dei nostri sensi.

Gloria e lode, salute, onore, potenza e benedizione

al Padre e al Figlio: pari lode sia allo Spirito Santo,

che procede da entrambi

( Pange lingua di S. Tommaso )