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1 Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - Firenze Anno XXIX - maggio / giugno 2009, n. 3 p.i.m LA SS. ANNUNZIATA Il Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella societ cristiana Anniversari con il «Nove» ... Da cinquantanni lItalia L di Maria La consacrazione dellIta- lia a Maria avvenne a Catania il 13 settembre 1959, a conclusione del XVI Congresso eucaristi- co nazionale, davanti alla statua della Madonna di Fatima giunta apposta dal Portogallo. Cos reci- tava la formula liturgica: Signore Gesø Cristo, che nellOstia santa sei pre- sente... accogli latto ufficiale di consacrazio- ne... alla tua augustissi- ma Madre, e per essa a te e alla Trinit Santissi- ma, della nostra amata Patria. In un messaggio alla radio, Giovanni XXIII aggiungeva: Noi confidiamo che, in forza di questomaggio alla Vergine Santissima, gli Italiani tutti con rin- novato fervore venerino in Lei la Madre del Corpo Mistico, di cui lEucaristia L simbolo e centro vitale; imitino in Lei il modello piø perfetto dellunione con Gesø, nostro Capo; a Lei si uniscano nelloffer- ta della Vittima divina, e dalla sua materna inter- cessione implorino per la Chiesa i doni della unit, della pace, soprattutto una piø rigogliosa e fedele fioritura di voca- zioni sacerdotali. In tal modo la consacra- zione diverr, un motivo di sempre piø serio impe- gno nella pratica delle cristiane virtø, una difesa validissima contro i mali che le minacciano, e una sorgente di prosperit anche temporale, secon- do le promesse di Cristo. Rifugio di tutti - Rifu- gio dellOrdine dei Servi di Maria. La Beata Vergine Maria, madre del Signor nostro Gesø Cristo, L il rifugio generale di tutti i pecca- tori*: sappiamo infatti che essa ottiene loro dal Figlio quella misericordia per la quale a lei ricorro- no. ¨ detta madre universale di tutti i giusti, perchØ ad essi procura grazia, per la quale lamano di vero cuore. ¨ riconosciuta comune Signora di tutti coloro che servono Cristo in ogni Ordine religioso, in quanto ad essi prepara la gloria, per la quale confi- dano in lei. Ella L per rifugio specia- le, madre singolare e Signora particolare di tutti i religiosi - peccato- ri, giusti e servi a lei sempre fedeli - che sono nellOrdine a lei singolar- mente dedicato e perci giustamente distinto col suo nome (Legenda de Origine Ordinis, II, 7). * In breve, si intende per pec- cato il complesso fenomeno delle mancanze umane: i pic- coli sbagli, le grandi ingiusti- zie, le trasgressioni, le empie- t, i passi falsi, le cadute. La preghiera: Egitto, III secolo d. C., ritrovata nel 1917 (trad. in italiano diretta dal greco). Sub tuum praesidium confugimus, sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta. Nella tua tenerezza cerchiamo scampo, o Madre di Dio; le nostre suppliche non disprezzare nella nostra angustia, ma da ogni pericolo liberaci, sola pura, sola benedetta. Vergine Orante, mosaico del sec. XII, basilica dei SS. Maria e Donato di Murano (VE).

LA SS. ANNUNZIATAannunziata.xoom.it/bollettino309a.pdf · Alla vittima pasquale s™innalzi oggi il sacrificio di lode. L™Agnello ha redento il suo gregge, l™innocente ha riconciliato

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Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - FirenzeAnno XXIX - maggio / giugno 2009, n. 3

p.i.m

LA SS. ANNUNZIATAIl Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella società cristiana

Anniversari con il «Nove» ... Da cinquant�anni l�Italia è di MariaLa consacrazione dell�Ita-lia a Maria avvenne aCatania il 13 settembre1959, a conclusione delXVI Congresso eucaristi-co nazionale, davanti allastatua della Madonna diFatima giunta appostadal Portogallo. Così reci-tava la formula liturgica:Signore Gesù Cristo, chenell�Ostia santa sei pre-sente... accogli l�attoufficiale di consacrazio-ne... alla tua augustissi-ma Madre, e per essa ate e alla Trinità Santissi-ma, della nostra amataPatria. In un messaggioalla radio, Giovanni XXIIIaggiungeva:Noi confidiamo che, inforza di quest�omaggioalla Vergine Santissima,gli Italiani tutti con rin-novato fervore venerinoin Lei la Madre del CorpoMistico, di cui l�Eucaristiaè simbolo e centro vitale;imitino in Lei il modellopiù perfetto dell�unionecon Gesù, nostro Capo; aLei si uniscano nell�offer-ta della Vittima divina, edalla sua materna inter-cessione implorino per laChiesa i doni della unità,della pace, soprattuttouna più rigogliosa efedele fioritura di voca-zioni sacerdotali.In tal modo la consacra-zione diverrà, un motivodi sempre più serio impe-gno nella pratica dellecristiane virtù, una difesavalidissima contro i maliche le minacciano, e una

sorgente di prosperitàanche temporale, secon-do le promesse di Cristo.

Rifugio di tutti - Rifu-gio dell�Ordine dei

Servi di Maria.La Beata Vergine Maria,madre del Signor nostroGesù Cristo, è il rifugiogenerale di tutti i pecca-tori*: sappiamo infatti

che essa ottiene loro dalFiglio quella misericordiaper la quale a lei ricorro-

no.È detta madre universaledi tutti i giusti, perché adessi procura grazia, per la

quale l�amano di verocuore.

È riconosciuta comuneSignora di tutti coloroche servono Cristo in

ogni Ordine religioso, inquanto ad essi prepara lagloria, per la quale confi-

dano in lei.Ella è però rifugio specia-

le, madre singolare eSignora particolare di

tutti i religiosi - peccato-ri, giusti e servi a lei

sempre fedeli - che sononell�Ordine a lei singolar-mente dedicato e perciògiustamente distinto colsuo nome (Legenda deOrigine Ordinis, II, 7).

* In breve, si intende per pec-cato il complesso fenomenodelle mancanze umane: i pic-coli sbagli, le grandi ingiusti-zie, le trasgressioni, le empie-tà, i passi falsi, le cadute. Lapreghiera: Egitto, III secolo d.C., ritrovata nel 1917 (trad. initaliano diretta dal greco).

Sub tuum praesidiumconfugimus,sancta Dei Genitrix.Nostras deprecationesne despiciasin necessitatibus,sed a periculis cunctislibera nos semper,Virgo gloriosa etbenedicta.

Nella tua tenerezzacerchiamo scampo,o Madre di Dio;le nostre supplichenon disprezzarenella nostra angustia,ma da ogni pericololiberaci,sola pura,sola benedetta.

Vergine Orante, mosaico del sec. XII, basilica dei SS.Maria e Donato di Murano (VE).

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Il famoso affresco dell'ultimaCena, commissionato a Leonar-do da Vinci nel 1497 per ilrefettorio del convento di SantaMaria delle Grazie a Milano, èlegato a un curioso aneddoto chefa riflettere e al tempo stesso favenire i brividi.Dicono che l'artista, prima diiniziare a dipingere il volto diGesù, andò in giro per cercarechi potesse posare come model-lo e non dovette essere facileperché chi pensa al Figlio di Dio,se l'immagina con volto angeli-co, divino, pieno di bontà,serenità e tenerezza infinita.Tuttavia Leonardo fu fortunatoperché dopo qualche meseincontrò un giovane che facevaal suo caso, cioè un giovanebellissimo, robusto, dagli occhilimpidi e luminosi.Questo è il mio Gesù, disse soddisfatto, e per l'appunto ilsuo nome era Agnello. Corrispondeva quindi al Gesùindicato da Giovanni Battista, come l'Agnello di Dio chetoglie i peccati del mondo. E davvero il giovane ispiròtalmente il pittore che ne ricavò una figura degna divenerazione.Per undici Apostoli Leonardo non ebbe difficoltà; soloquando si trattò di dipingere Giuda Iscariota esitò amettersi al lavoro. Doveva trovare un uomo che avesse lafaccia da traditore: losca, ambigua, cattiva, e che espri-messe anche inquietudine e delusione. Naturalmente lapersona doveva anche accettare di posare come Giuda.Dopo notti e notti in mezzo a malandrini di ogni specie,gironzolando in ambienti malfamati e noti per il lorodegrado più nero, ecco che finalmente riuscì a trovarel'uomo che voleva. Era un giovane chesembrava cresciuto nel vizio, dallafaccia sprezzante e dai modi volgari estrafottenti. Subito Leonardo lo fermò,gli fece la proposta e lo portò nel suolaboratorio. Ma quando si accinse aritrarlo per tirarne fuori il suo Giuda,l'artista vide negli occhi dell'uomobrillare una lacrima. Perché piangi?domandò Leonardo fissando quel voltotorvo e commosso.Io sono Agnello, fu la risposta, quellostesso che le è servito da modello per ilvolto di Cristo. Cos'era successo?Semplice! A una svolta della sua vitaaveva imboccato la cattiva strada, e dauno sbaglio all'altro, da un delittoall'altro aveva insudiciato la sua innocenza, e le ombre diun'anima lontana da Dio si riflettevano anche sul suovolto facendone una faccia da delinquente.Questo è avvenuto tanti secoli fa ma quante volte si vedeanche oggi! Bambini che nascono in seno a famigliebuone e religiose, che fanno i chierichetti, che cantano nelcoro e che sono l' orgoglio dei loro genitori, delle loroscuole, delle loro parrocchie ... poi ecco che a un certo

punto cambiano talmente chenon si riconoscono più: diventa-no ribelli, arroganti, s'intruppano

in compagnie equivoche, fre-quentano ambienti dove si

stordiscono di baccano, di alcool,di droga, e tornano a casa nelle

ore piccine. E naturalmente iltutto si riflette sul loro comporta-

mento, sui loro studi, sui lororapporti con gli altri. Sono com-

pletamente fuori binario e pur-troppo fanno soffrire quelli che

hanno a cuore il loro bene.Tuttavia chi crede non dovrebbedisperarsi neanche in questi casi

che sembrerebbero impossibili.Perché Cristo che è risorto damorte può far risorgere anche

questi suoi figli e farne dei santi.La storia del ladrone crocifisso

accanto a Gesù, che improvvisa-mente vede la luce e, con un

semplice sospiro di pentimento, si guadagna il Paradisodovrebbe farci capire che veramente a Dio niente è

impossibile.Nella mia esperienza di missionario casi come questi neho visti più d'uno. Ricordo per esempio un capo di villag-gio che viveva vicino alla nostra Missione di S. Giuseppe

(Swaziland) e che aveva fama di essere un ubriacone,uno stregone e sembra che avesse ammazzato o fatto

ammazzare più d'una persona. Però negli ultimi tempi siera affezionato alla Chiesa, si era interessato al Cristiane-simo; fu avvelenato, ma prima di morire fece sapere allaMissione che voleva essere battezzato. Mi recai in fretta

al suo capezzale, lo preparai come meglio potei e lobattezzai. Appena versata l'acqua e recitata la formula del

battesimo l’uomo spirò; sorprendentemente una lancia sistaccò dalla parete della sua capanna e

cadde in terra, quasi a significare cheper lui era finita la vecchia vita di

peccato e cominciava la vera vita nellebraccia di Dio.

Del resto già il profeta Ezechiele avevadetto: Se l’empio lascia il male che ha

fatto e si converte e ritorna a Dio, sisalverà. E Gesù aggiunge: Si fa più

festa in cielo per un peccatore pentitoche per novantanove giusti che non

hanno bisogno di conversione.Quindi per tutti c’è speranza di salvez-za, nessuno escluso.

p. Benedetto M. Biagioli, osm, priore

L�agnello e il lupo nella Cena di Leonardo da Vinci

Le fotografie. In questa pagina dall�alto: Leonardo da Vinci,Cenacolo, 1497, S. Maria delle Grazie, Milano; part. di G.Stradano, Crocifissione, 1569, cappella omonima della SS.Annunziata; Luisa Caeroni Lyuza, Disagio giovanile, 1998,Bergamo (da Internet); nella pagina di destra dall�alto: Scuo-la del B. Angelico, Ascensione, dopo il 1453, Armadio degliargenti già alla SS. Annunziata; in basso, Volto del Cristo,attribuito all�Angelico, Palazzo Venezia, Roma (da L�Osser-vatore Romano, 23 aprile 2009).

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L�annuncio pasquale risuonaperennemente nella Chiesa:Cristo è risorto, Egli vive al dilà della morte, è il Signore deivivi e dei morti. Nella notte piùchiara del giorno la Parola on-nipotente di Dio, che ha creatoi cieli e la terra, e ha formatol�uomo a sua immagine e so-miglianza, chiama a una vitaimmortale l�uomo nuovo,Gesù di Nazaret, figlio di Dio efiglio di Maria.In lui il germe della vita divi-na, deposto all�inizio nel crea-to, giunge ad una maturazionepersonale unica, perché in luiabita la pienezza della divini-tà, quella dell�Unigenito Figlio.L�umanità vede realizzata, per dono di Dio, quella cheè la grande e segreta speranza: una terra e dei cielinuovi, un mondo senza lutto e senza lacrime; pacee giustizia, gioia e vita senza ombra e senza fine.Tutto questo però non è visibile; soltanto agli occhidi chi crede è dato di scorgere i lineamenti dellanuova creatura che sta formandosi nell�oscurità enel travaglio dell�esistenza terrena. La morte è vin-ta per la morte liberamente accettata da Gesù; maessa continua ad agire fino a che tutto sarà compiu-to. Il peccato è vinto per il sacrificio dell�innocente;ma il mistero dell�iniquità accompagna l�esistenzaumana fino all�ultimo giorno. Nel Signore risorto,morte e tentazione al male trovano un senso accet-tabile, si inseriscono in un disegno pieno di sapien-za e di amore, non fanno più pau-ra, perché appartengono al vecchiomondo da cui siamo liberati.A differenza della vita naturale, checi è donata senza il nostro consen-so, nella nuova esistenza si può en-trare soltanto con un�adesione co-sciente e libera alla proposta di ri-nascere mediante la conversione eil battesimo (questo è evidente nelcaso degli adulti; per i bambini bat-tezzati nella fede dei genitori e dellacomunità, il caso è analogo al pri-mo dono della vita, dove la rispo-sta personale matura grazie all�edu-cazione).Così, per ognuno dei credenti, laPasqua è il passaggio da un mododi vivere a un altro; è uscita dal-l�Egitto e immersione nel Mar Rosso e cammino neldeserto fino alla terra della promessa. In una parolaè l�esodo da questo mondo al Padre (cf. Gv 13,1; Lc9,31), al seguito di Cristo, capo del nuovo popolo,animati dal soffio vitale del suo spirito. Battezzatinella sua morte e nella sua risurrezione, dobbiamoimparare a camminare in novità di vita, da figli diDio. Il nostro esodo coincide con la durata della vita,fino alla maturità, fino all�ultimo passaggio dellamorte; la nostra crescita avviene secondo la corri-

spondenza alla legge della vitadivina in noi, cioè all�Amore. Lamorale pasquale è tutta qui:non una serie di precetti, maun solo comandamento, modu-lato per ogni persona e per ognicomunità nella varietà delle si-tuazioni, in un dialogo inces-sante tra il Padre e i figli. Il Si-gnore Risorto gioisce della nuo-va creazione, del nuovo ed eter-no paradiso, non più terrestrema celeste. Siamo stati trasfe-riti dal regno della morte al re-gno della vita. Questo nostrocorpo, ora tribolato per le tan-te precarietà dell�esistenzaumana di quaggiù riceve find�ora il germe della Risurrezio-

ne futura.

Alla vittima pasquale s�innalzi oggi il sacrificio di lode.L�Agnello ha redento il suo gregge,l�innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.«Raccontaci Maria, chi hai visto sulla via?»«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo Ri-sorto,e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.Cristo, mia speranza, è risorto e vi precede in Galilea».Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza (Sequenza diPasqua).

fra Gino M. Da Valle, osm

La Santa Pasqua risuona perennemente nella Chiesa

Il Volto di Cristodell�Angelico

Le opere di fra Giovanni da Fiesole (BeatoAngelico) sono in mostra nei Musei Capitolini

(8 aprile-5 luglio 2009, L’alba dei Rinasci-mento, palazzo dei Caffarelli): tra queste le

tavolette dell’Armadio degli argenti , già allaSS. Annunziata. Scrive Antonio Paolucci

(L’Osservatore Romano, 23 aprile):

«C’è un Beato Angelico che consape-volmente ripropone le icone immemo-

rabili della tradizione bizantina epaleocristiana (la Madonna col Bambi-

no della cappella Frangipane in S.Maria Sopra Minerva) e dà al Volto di Cristo (Roma,

palazzo Venezia) la maestà e lo splendore che ritrovere-mo soltanto nel Risorto di Piero della Francesca a Borgo

San Sepolcro. C’è l’Angelico che racconta i Novissimi conla chiarezza didattica di un trattato di teologia (il GiudizioUniversale, Roma Galleria Nazionale di Palazzo Corsini)

e c’è l’Angelico che entra nel mistero della Passione edella Morte di nostro Signore come in un campo di gigli,con cuore caldo e mente serena. Mi riferisco all’Armadio

degli Argenti (1450-52 circa) eccezionale prestito conces-so dal Museo di S. Marco di Firenze».

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Nello scorso numero del periodicoabbiamo riportato alcune notiziecirca l'edizione degli Officia Propriadel 1609 e illustrato il frontespiziofigurato. Riprendiamo ora il discorsosulle incisioni interne di questaedizione, cinque in tutto: tre sonodedicate a beati OSM e compariran-no, con lievi modifiche nel disegno,anche negli Officia Propria del 1629;due sono dedicate alla Madonna,una come Vergine dei Dolori e l'altracome Madre di Dio.In questa sede fermiamo la nostraattenzione sulle incisioni riguardantiil beato Gioacchino da Siena* e sanPellegrino da Forlì**, al tempoindicato come beato. Sono cosìcomposte: al centro un quadro con ilbeato, incorniciato da dieci quadrettiraffiguranti alcuni episodi della vita ei miracoli, e numerati progressiva-mente in senso antiorario, partendoda quello in alto al centro. Le scenefanno riferimento alle letture che sitrovano all'interno degli OfficiaPropria�

Il beato Gioacchino. Nel riqua-dro centrale notiamo il beato inginocchio, la mano destra sulpetto mentre la sinistra va versoil basso. Sopra il suo capo ardeuna fiamma, lo sguardo è voltoal cielo dove, spostata a destra,compare tra le nubi la Verginecon il Bambino.Le scene raffigurate nei quadrettidi cornice sono: 1. da fanciulloGioacchino distribuisce i propribeni ai poveri; 2. la chiamatadella Vergine durante il sonno;3. la guarigione dell'epiletticoprendendo su di sè la malattia; 4. il prodigio delcero sospeso a mezz'aria; 5. il beato, rimastochiuso fuori convento d'inverno, passa tutta lanotte in preghiera; 6. il prodigio della mensaribaltata senza che niente vada perduto; 7. l'appa-rizione della fiamma sul capo durante la preghie-ra; 8. la malattia alla gamba; 9. la morte il Vener-dì santo; 10. il giovane annegato risuscitato persua intercessione; 11. l'uomo ingiustamenteincarcerato, liberato dietro invocazione del beato.Le ultime due scene compaiono nello stesso qua-dretto.Sotto l'incisione, la scritta: BEATI IOACHIMI PELLACANISENENSIS ORD. SERVOR. B. M. VIRG. MIRACULA ET ACTIONESQUAE IN EIUS LECTIONIBUS CONTINENTUR e abbreviata lafirma dell'incisore, M.G.Notiamo che la famiglia d'appartenenza del beatoè indicata come Pellacani, di origine senese, pareestinta attorno al 1543. Il primo scrittore a citarlaè fra Paolo Attavanti nel suo Dialogus de Origineordinis (1465 ca.), notizia ripresa poi per tutto ilCinquecento. Tuttavia già negli anni dell'edizione

I - Gioacchino da Siena e Pellegrino da Forlìdegli Officia Propria, circolava lanotizia che il beato appartenessealla famiglia Piccolomini, tanto

che nelle stampe di fine Seicentoè indicato come tale. In seguitoalla revisione del Proprio dell'Uf-ficio OSM (anni '60), il beato èindicato solo come da Siena.

Pellegrino da Forlì. L'immaginecentrale raffigura Pellegrino inginocchio, le mani giunte in

preghiera, mentre in alto a sini-stra tra le nuvole compare la

Vergine con il Bambino. Le sceneriguardano: 1. la vocazione perl�apparizione della Vergine; 2. ilviaggio a Siena accompagnato daun angelo; 3. la vestizione del-l'abito e l'apparizione della fiam-ma; 4. la preghiera continua difronte al Crocifisso; 5. Pellegrinoconfessa ogni giorno le propriecolpe; 6. la gamba malata di

cancro guarita dal Crocifisso; 7.la morte di Pellegrino e l�anima

portata al cielo; 8. il miracolo delcieco guarito; 9. l'indemoniataguarita; 10. guarigione di una

persona caduta dall'albero. Sottol'incisione, la scritta BEATI PEREGRINILATIOSI FOROLIVIEN. ORD. SERVOR. B.M. VIRG. MIRACULA ET ACTA QUIDAM EXEIUS VITA EXCERPTA, e la firma M.G.Sulle fonti letterarie da cui l'inci-sore deriva i quadretti di cornicededicati ai due beati, notiamo

subito che mentre per Pellegrinosi dice che gli episodi della vita edei miracoli sono ex eius Vitaexcerpta, ricavati da una sua

Vita, per Gioacchino si dice quae in eius Lectioni-bus continentur, contenuti nelle letture degli

Officia Propria�Una spiegazione possiamo forse ricavarla conside-

rando l'edizione nel 1604 della Historia del b.Filippo Benizii, nobile fiorentino, dell'Ordine deiServi di Maria, redatta dal p. Arcangelo Giani.Essa contiene in appendice una serie di vite di

beati OSM. Tra queste, La vita del b. Gioacchino daSiena, cavata da diversi autori� e La

vita del b. Pellegrino da Forlì, cavata

Anniversari con il «Nove» ... Incisioni degli Officia Propria (1609)

(cont. a pag. 5)

* Il b. Gioacchino (festa osm 3 febbraio) nacque a Sienacirca nel 1258 e morì il Venerdì Santo del 1305. Trascorsela vita nei conventi di Siena ed Arezzo in umiltà e ricolmodi amore per il prossimo. Il corpo si conserva in S. Cle-mente ai Servi di Siena; al suo altare ancora oggi si por-tano i neonati ad invocarne la protezione.** S. Pellegrino (festa osm il 4 maggio) nacque a Forlìverso la metà del XIII secolo e divenne Servo di Maria,abbandonando la violenza e la faziosità in cui era vissuto.Fu devoto alla Vergine e penitente; il suo corpo riposa aForlì, nella basilica dei Servi a lui intitolata.