I NUMERI DELL’ANNO 2013
Report n. 9
INNOVAZIONE Brevetti, marchi, design industriale, Startup innovative e Reti d’impresa
in provincia di Treviso
Ottobre 2014
A cura dell’Area Studi e Sviluppo Economico Territoriale
SETTORE SVILUPPO IMPRESE
Francesco Rossato – Dirigente
Area Studi e Sviluppo Economico Territoriale:
Federico Callegari – Responsabile dell’Area
Ilenia Beghin, Michela Bianchin, Meri Dalla Libera, Anna Morandin, Elena Plancher © Camera di Commercio di Treviso, Ottobre 2014 Piazza Borsa – 31100 Treviso Tel.: 0422.595239 Fax.: 0422.595687 E-mail: [email protected] Website: www.tv.camcom.gov.it Si autorizza la riproduzione a fini non commerciali e con la citazione della fonte
INNOVAZIONE Brevetti, marchi, design industriale, Startup innovative e Reti d’impresa
in provincia di Treviso
Sommario Introduzione .................................................................................................................................. 4
1. I brevetti e gli altri strumenti di tutela della proprietà industriale ............................................ 5
1.1. I brevetti per invenzione ........................................................................................... 5
1.2. I modelli di utilità ................................................................................................... 18
1.3. I marchi ................................................................................................................... 21
1.4. I disegni industriali ................................................................................................ 30
2. Le Startup innovative ............................................................................................................. 42
3. La cooperazione fra imprese: i contratti di rete ...................................................................... 48
Appendice statistica .................................................................................................................... 54
Indice delle tavole .......................................................................................................... 55
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 4
Introduzione
Negli anni più recenti l’innovazione ha assunto sempre maggiore importanza nel dibattito economico, soprattutto in ambito europeo, dove è stata riconosciuta tra i principali “driver” di una crescita economica intelligente e sostenibile. Di pari passo è cresciuta l’esigenza di individuare e affinare strumenti in grado di valutare in termini quantitativi sintetici e comparabili le performance innovative di un paese e delle sue regioni interne quale supporto per la pianificazione, la messa in atto ed il monitoraggio di azioni politiche efficaci ed integrate. I principali indicatori proposti a livello internazionale sono quelli calcolati dalla Commissione Europea e dall’Ocse. In particolare la Commissione Europea elabora il Summary Innovation Index (SII) a livello di Paesi Ue che forma oggetto del rapporto Innovation Union Scorebord (IUS) pubblicato con cadenza annuale1. Considerato però che i risultati nazionali sono originati da dinamiche eterogenee a livello regionale la Commissione affianca al SII un ulteriore indicatore calcolato a livello di regioni comunitarie riportato nello European Regional Innovation Scoreboard (RIS)2
.
Tratto comune di tali indicatori è la natura composita: il valore sintetico finale scaturisce dalla combinazione di più indicatori elementari che misurano le molteplici dimensioni che concorrono a determinare la resa innovativa di un territorio, quali ad esempio l’intensità brevettuale, la spesa in attività innovativa anche diversa dalla R&S, la percentuale di imprese che hanno introdotto innovazioni e la propensione alla collaborazione fra imprese. Nel presente lavoro si limita l’esame ad alcune dimensioni dell’attività innovativa per le quali è possibile dar conto del contributo provinciale operando, ove possibile, confronti con la situazione regionale, nazionale ed internazionale. In particolare:
− viene preso in esame un indicatore classico di output dell’attività innovativa: il ricorso a strumenti per la protezione della proprietà industriale (brevetti, marchi e disegni industriali);
− in merito alla diffusione di imprese innovative, si forniscono gli ultimi dati disponibili sulle Start up provinciali e sull’ecosistema in cui sono inserite;
− riguardo all’aspetto della propensione alla collaborazione/cooperazione fra imprese si fa il punto della situazione sullo strumento dei contratti rete in provincia.
1 L’ultima edizione del rapporto è disponibile in http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/policy/innovation-scoreboard/index_en.htm 2 L’ultima edizione del rapporto è disponibile in http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/policy/regional-innovation/
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1. I brevetti e gli altri strumenti di tutela della proprietà industriale
La proprietà industriale riguarda le opere di ingegno appartenenti al mondo della scienza e della tecnica, ovvero invenzioni, modelli di utilità, marchi e altri segni distintivi, denominazioni di origine, disegni e modelli, indicazioni geografiche, topografie dei prodotti a semiconduttori, informazioni aziendali riservate e nuove varietà vegetali (art. 1 del Codice della Proprietà Industriale - CPI 3
)
I diritti di proprietà industriale si acquistano mediante: − brevettazione: se trattasi di invenzioni, modelli di utilità, nuove varietà vegetali (in
quest’ultimo caso si parla più propriamente di privativa) 4
− registrazione, se trattasi di marchi, disegni/modelli, topografie dei prodotti a seminconduttori;
;
− quando ricorrono i presupposti di legge, se trattasi di segni distintivi diversi dal marchio, di informazioni aziendali riservate, di indicazioni geografiche e denominazioni di origine. Si parla in tal caso di “diritti non titolati”.
Nel presente lavoro si limita l’esame ai depositi di brevetti per invenzioni e modelli di utilità e alle registrazioni di marchi e disegni. In particolare si mira a fornire un quadro statistico del ricorso a tali strumenti di tutela riferibile alla provincia di Treviso, o quantomeno alla regione Veneto, sia all’interno del territorio nazionale che all’estero, contestualizzando la performance provinciale e regionale nella più ampia cornice del posizionamento dell’Italia nel contesto mondiale. 1.1. I brevetti per invenzione Il brevetto assicura all’inventore il diritto esclusivo di produrre, utilizzare, vendere e, in termini più ampi, di trarre in qualsiasi modo profitto da ciò che viene descritto nel brevetto, ma con un’efficacia limitata:
3 Il Codice dei diritti di proprietà industriale (CPI), disciplinato dal D.Lgs. n.30 del 10/02/05, ha introdotto nel sistema italiano una disciplina organica e strutturata in materia di tutela e difesa dei diritti di proprietà intellettuale, riordinando e accorpando oltre 40 testi normativi tra leggi e provvedimenti, conseguenti in particolare all’adeguamento delle norme italiane ai regolamenti comunitari e alle disposizioni delle convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito. 4 Si ricorda, brevemente che l’invenzione industriale viene definita una soluzione nuova ed originale di un problema tecnico, il modello di utilità è una soluzione nuova che conferisce una particolare efficacia o comodità di impiego a macchine od oggetti già esistenti, mentre per varietà vegetale si intende un insieme vegetale nell’ambito di un unico taxon botanico del più basso grado conosciuto, a condizione che la pianta differisca da tutte le altre e presenti le medesime caratteristiche rispetto agli altri esemplari della medesima specie.
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− nel tempo: 20 anni per le invenzioni industriali e 10 anni per i modelli di utilità, a partire dalla data di deposito della domanda di brevetto. Una volta scaduta la durata il brevetto non può più essere rinnovato;
− nello spazio: l’efficacia territoriale è limitata agli stati in cui la domanda viene depositata e nel seguito accolta.
In un contesto economico caratterizzato dalla internazionalizzazione della domanda e dell’offerta di beni e dalla globalizzazione dell’economia è importante che ogni invenzione economicamente significativa sia protetta a livello internazionale. Al fine di rendere più facile ed economico l’ottenimento dei brevetti all’estero e di uniformare almeno in parte le normative in vigore nei vari Paesi, nel corso degli anni sono state definite delle convenzioni internazionali. Le più note e diffuse sono: il Trattato di cooperazione in materia di brevetti (Patent Cooperation Treaty - PCT)5 e la Convenzione di Monaco, relativa al Brevetto Europeo (Convenzione Brevetto Europeo, CBE o European Patent Convention, EPC)6
.
Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Industriale (World Intellectual Property Organization - WIPO) relative all’attività brevettuale a livello mondiale, disponibili con aggiornamento al 2012, mostrano una decisa ripresa del trend di crescita delle domande di brevetto depositate nel mondo dopo la flessione conseguente alla crisi del 2009.
Figura 1 – Andamento dei depositi di domande di brevetto tra il 2008 e il 2012 Depositi mondiali e per principali aree geografiche d’origine (di cui Cina)
Valori assoluti e variazioni percentuali
Mondo Principali aree geografiche e Cina
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
5 Il Trattato di cooperazione in materia di brevetti (Patent Cooperation Treaty - PCT) ad oggi conta 148 Stati aderenti, fra cui i Paesi europei, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, la Cina e tutti i principali Paesi industrializzati. 6 La Convenzione stabilisce una procedura unica dal deposito di un’unica domanda presso l’ufficio brevetti europeo (EPO) al rilascio di un’unica concessione (brevetto europeo), a seguito della quale il titolare può avviare le procedure di convalida in tutti gli Stati dell’Unione Europea o in alcuni di essi.
2,6
-3,6
7,6 8,1 9,3
0
250
500
750
1.000
1.250
1.500
1.750
2.000
2.250
2.500
2008 2009 2010 2011 2012
Mig
liaia
Nord America 6,4 2,3
Europe 2,9 1,3
Asia 13,7 9,1
Cina 28,7 28,7
Var. %'12/'11
Crescita media'08-'12
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
2008 2009 2010 2011 2012
Mig
liaia
Nord America
Europe
Asia
Cina
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 7
Tale crescita, peraltro, è imputabile principalmente ai depositi di cinesi, primi nella graduatoria per numero di domande di brevetto equivalenti7
presentate nel 2012.
Nel periodo 2008-2012 le domande di brevetto equivalenti di cittadini cinesi hanno conosciuto un tasso di crescita del 28,7%, contro un tasso medio per l’area asiatica del +9,1% e dei più modesti +2,3% e +1,3% rispettivamente del Nord America e dell’Europa. La maggior parte delle domande cinesi sono indirizzate alla tutela nel paese di origine piuttosto che all’estero: nel 2012 gli oltre 26.000 depositi equivalenti all’estero pesano per appena il 4,6% del totale.
Figura 2 – Graduatoria dei depositi di domande di brevetto equivalenti(*) per i primi venti paesi di origine (di cui nel paese di origine e all’estero). Anno 2012
(*) vedi nota 7 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
Guardando ai depositi di richiedenti italiani, in undicesima posizione nel 2012 per numero di domande equivalenti (28.271 contro le oltre 560 mila cinesi e le 182 mila dei 7 Si ricorre alle domande equivalenti quando si confrontano i dati per origine del richiedente. Se le domande sono presentate agli Uffici regionali viene calcolato il loro numero equivalente come un multiplo pari: 1. al numero degli stati aderenti della regione per gli uffici: Benelux Office for Intellectual Property
(BOIP), Eurasian Patent Organization (EAPO), African Intellectual Property Organization (OAPI) or the Office for Harmonization in the Internal Market (OHIM);
2. un’unica domanda se il richiedente non è residente in uno degli stati membri e altrimenti due domande (una nel paese d’origine e una all’estero), per gli uffici: European Patent Office (EPO) and African Regional Intellectual Property Organization (ARIPO)
4,6 28,7 28,1 28,7 28,8 27,8 28,741,3 -0,2 7,6 2,9 -3,4 2,8 -1,142,7 8,5 3,8 6,4 3,8 0,3 2,227,3 7,3 12,0 8,5 3,9 4,6 4,159,4 0,9 5,5 3,6 -0,7 2,9 1,464,7 0,6 4,5 3,1 0,8 3,9 2,760,8 0,0 1,4 0,9 -1,8 1,1 -0,180,3 1,2 7,6 6,3 1,7 2,8 2,616,3 8,5 23,6 10,7 1,1 15,7 2,976,0 -9,2 -6,9 -7,5 -6,4 -3,8 -4,5
56,9 -4,6 3,5 -0,1 -1,5 1,2 0,082,3 -0,9 8,5 6,7 -1,8 6,1 4,573,5 2,6 -2,7 -1,4 0,3 -1,1 -0,847,4 8,1 22,2 14,3 10,4 13,9 12,072,1 11,8 9,7 10,3 0,1 -1,2 -0,989,4 -3,0 15,3 13,0 -3,6 4,8 3,866,3 6,4 5,6 5,9 2,2 7,9 5,878,0 1,0 3,3 2,8 1,8 1,5 1,559,0 -0,6 16,0 8,5 -0,7 7,6 3,877,0 10,2 -3,9 -1,0 -1,8 -1,6 -1,7
Var% 2012/2011 Crescita mediaannua '08/'12Quota %
depositiall'estero nel paese
d'origine all'estero nel paese d'origine all'estero TotaleTotale0 200 400 600 800
1 - Cina
2 - Giappone
3 - Stati Uniti
4 - Rep. di Corea
5 - Germania
6 - Francia
7 - Regno Unito
8 - Svizzera
9 - Russia
10 - Paesi Bassi
Migliaia
nel paese d'origine all'estero
0 10 20 30
11 - Italia
12 - Canada
13 - Svezia
14 - India
15 - Finlandia
16 - Israele
17 - Austria
18 - Belgio
19 - Spagna
20 - Australia
Migliaia
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più vicini tedeschi), si osserva che il trend complessivo è la compensazione fra un andamento in calo dei depositi per tutela nazionale e un andamento crescente di quelli per tutela all’estero, che nel 2012 rappresentano il 57% dei depositi equivalenti. Dopo la flessione del 2009, il numero di richieste di tutela brevettuale al di fuori del territorio italiano, ha recuperato e superato i valori ante crisi. Nel 2012 i depositi equivalenti all’estero sono cresciuti su base annua del +3,5%, contro il calo del -4,6% dei depositi nazionali.
Figura 3 – Andamento dei depositi di domande di brevetto equivalenti(*) di richiedenti italiani (di cui in Italia e all’estero). Anno 2012
(*) vedi nota 7 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
Prendendo in esame innanzitutto i depositi in territorio nazionale, i dati dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi concordano con l’andamento riscontrato sulla base dei dati Wipo e mostrano per il 2013 un ulteriore calo dei depositi complessivi. La prima metà del 2014, comunque, sembra segnare un’inversione di tendenza: i depositi complessivi al primo semestre 2014, risultano superiori sia rispetto allo stesso periodo del 2013 che del 2012.
Figura 4 – Domande di brevetto depositate presso l’Ufficio Italiano brevetti e Marchi Anni 2008 – 2012 e 1° semestre 2012-2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM, ottobre 2014
-1,0
-6,1
5,2
1,3
-0,1
20
22
24
26
28
30
2008 2009 2010 2011 2012
Mig
liaia
totali
-5,2-1,8
2,1
-1,5-4,6
10
11
12
13
14
2008 2009 2010 2011 2012
in Italia
2,9
-9,6
8,03,7 3,5
10
12
14
16
18
2008 2009 2010 2011 2012
all'estero
8.600
8.800
9.000
9.200
9.400
9.600
9.800
2008 2009 2010 2011 2012 2013
4.500
4.550
4.600
4.650
4.700
4.750
1° sem. 2012 1° sem. 2013 1° sem. 2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 9
Scendendo nel dettaglio territoriale, l’UIBM rende disponibili: − i dati relativi ai depositi totali suddivisi per ufficio di deposito8
− i dati relativi ai depositi che presentano almeno un richiedente/titolare residente nel territorio sub-nazionale osservato
;
9
.
Entrambe le informazioni possono essere essere utilizzate in modo complementare per ottenere una migliore proxy della capacità inventiva del territorio, specie quanto più si scende nel dettaglio territoriale dell’analisi. La scelta della provincia dove effettuare il deposito, infatti, risponde a ragioni di opportunità del soggetto richiedente, tra cui la prossimità geografica: spesso si deposita negli uffici delle province limitrofe a quella di residenza. I depositi veneti, e ancor più trevigiani, nel periodo 2008-2013 hanno una diversa dinamica rispetto a quelli dell’Italia nel suo complesso, più oscillante: i depositi aumentano considerevolmente nel 2009, calano nel 2010 e tornano a crescere fino al 2012 per poi diminuire nuovamente nel 2013 ed in misura maggiore del dato medio italiano: -7,9% e -3,9% per i depositi con almeno un titolare/residente in provincia e in regione rispettivamente, contro il -2,4% dei depositi di italiani. Nel complesso del periodo osservato (2008-2013), comunque, il tasso di crescita media dei depositi di residenti in regione ed in provincia appare migliore di quello nazionale. Figura 5 – Depositi di domande di brevetto presso l’Ufficio Italiano brevetti e Marchi per territorio
di deposito e per residenza di almeno un titolare/richiedente della domanda. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008 – 2012 (Analisi per numeri indice, base 2008=100)
Per territorio di deposito Per territorio di residenza
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM, ottobre 2014
8 I depositi effettuati presso le Camere di Commercio nel territorio non necessariamente corrispondono alla provenienza del titolare della domanda. 9 La stessa domanda verrà dunque conteggiata tante volte quante sono gli eventuali contitolari provenienti da territori diversi (regioni o province a seconda del livello di analisi).
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Treviso 217 -10,3 5,1 204 2,2 Treviso 305 -7,9 0,2 316 3,7
Veneto 1.293 -1,5 2,7 1.264 13,4 Veneto 1.250 -3,9 -0,5 1.291 15,2
Italia 9.124 -1,0 -0,7 9.461 100,0 Italia 8.120 -2,4 -0,8 8.474 100,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
150,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto Italia
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
150,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto Italia
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 10
Volgendo lo sguardo ai depositi italiani all’estero, per i quali l’ultimo dato disponibile è al 2012, le statistiche di fonte Wipo mostrano che oltre il 75% delle domande viene depositata in paesi al di fuori della comunità europea spesso ricorrendo allo strumento del brevetto internazionale (PTC). Circa la metà di questi depositi si concentra principalmente negli Stati Uniti (28,1% dei depositi) e a seguire in Cina (8%), Brasile (4,5%), Giappone (4,3%) e India (4,2%). Intra Ue è evidente la preferenza per il ricorso al brevetto europeo: nel 2012 la quasi totalità delle domande è stata presentata all’ufficio regionale (Ufficio Brevetti Europeo - EPO) e pertanto la concessione del brevetto avrà efficacia, previa convalida, in tutti gli Stati comunitari. Figura 6 – Domande di brevetto all’estero di titolari italiani per territorio di deposito. Anno 2012
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
I dati di fonte Ocse relativi al numero di brevetti presentati secondo la data di priorità10
, permettono di esaminare il ricorso al brevetto internazionale ed europeo fino al dettaglio provinciale.
Esaminando dapprima i depositi di brevetti internazionali, l’Italia risulta l’undicesimo paese del mondo per numero di domande presentate tra il 2003 ed il 2011, con un tasso di crescita media nel periodo pari a quello della Germania (+3,4%), terzo paese per depositi PTC tra il 2003 ed il 2011, ma con una diversa dinamica: nel periodo 2003-2007 i depositi italiani sono cresciuti ad un tasso medio annuo superiore a quello tedesco (+7,7%), mentre nel triennio 2008-2010 i depositi italiani hanno subito un lieve decrescita media del -1%, mentre quelli tedeschi hanno continuato a crescere annualmente in media del +5,2%. Si evidenzia, inoltre, il tasso di crescita medio annuo
10 La data del primo deposito nazionale di un brevetto viene chiamata “data di priorità” e qualunque ulteriore deposito in altri Paesi entro i 12 mesi successivi beneficerà della medesima data di priorità rispetto a eventuali altre domande che per la stessa invenzione siano state successivamente inoltrate da altri. I dati dono completi fino al 2009 per i brevetti Epo, fino al 2010 per quelli internazionali.
EPO23,3%
Altri uf f ici dell'Ue27 1,5%
Stati Uniti 28,1%
Cina 8,0%
Brasile 4,5%
Giappone 4,3%
India 4,2%
Canada 3,4%Russia 2,8%
Rep. di Corea 2,2%Australia 2,0%Messico 1,8%
altri uf f ici extra Ue 27 14,0%
Uff ici extra Ue2775,2%
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a due cifre dei depositi cinesi (+35,3%) e coreani (+16,2%), rispettivamente quarto e quinto paese per numero di depositi nel periodo osservato. Il Veneto risulta la terza regione italiana per numero di domande di brevetto internazionale depositate tra il 2003 ed il 2011, ma con un tasso medio annuo di crescita nel periodo di appena il +0,9%. Similmente a quanto rilevato per l’Italia nel suo complesso tale crescita media sconta due periodi con andamenti distinti: tra il 2003 ed il 2007 le domande di brevetto dei veneti sono cresciute in media all’anno del +4,4%, mentre nel triennio 2008-2010 si registra una sostanziale stabilità (un lievissimo calo medio annuo pari al -0,2%).
Figura 7 – Domande di brevetto internazionale per territorio di residenza. Anni 2003 – 2011(*) Principali Paesi e principali Regioni e province italiane
Valori assoluti cumulati 2003-2011 e tassi di crescita media
Prime 10 Regioni italiane
Primi 20 paesi
Prime 15 Province italiane
(*) I dati sono completi fino al 2010 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Ocse, agg. agosto 2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 12
Il risultato regionale è tuttavia la compensazione di andamenti diversificati delle province venete. Treviso, in particolare, mostra un tasso di crescita medio annuo nel periodo superiore al dato veneto e pari al +7,7%. Le domande di brevetto internazionale presentate tra il 2003 ed il 2011 da richiedenti trevigiani seguono per numerosità solo quelle presentate dai vicentini (il 30,4% delle domande venete), e rappresentano circa un quarto dei depositi veneti nel periodo. Questi ultimi, a loro volta, costituiscono il 12% dei depositi italiani.
Figura 8 – Domande di brevetto internazionale per territorio di residenza. Veneto e principali province venete
Serie storica ’03-‘10 per numeri indice (base 2003=100)
quote % per numero di domande ’03-‘11
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Ocse, agg. agosto 2014 Spostando l’analisi alle domande di brevetto europeo, si osserva un miglior posizionamento dell’Italia che risulta il nono paese per numero di domande presentate all’EPO nel periodo 2003-2011, per quanto in termini di dinamica si evidenzia una crescita media annua praticamente nulla (-0,3%) compensazione di due periodi con andamenti opposti: una crescita media annua del +1,9% tra il 2003 ed il 2007 a fronte di un calo medio annuo nel triennio 2008-2010 pari al -2,9%. Si tratta di un trend cui si discostano Corea del Sud e Cina che anche con riferimento al brevetto Epo mostrano tassi di crescita importanti. Il Veneto risulta la terza regione italiana anche per numero di domande di brevetto europeo depositate tra il 2003 ed il 2011: esse rappresentano il 12,3% dei depositi italiani e sono cresciute ad tasso medio annuo del +0,9%. La media annua 2003-2010, anche nel caso del Veneto, è frutto di due periodi distinti: tra il 2003 ed il 2007 le domande di brevetto dei veneti sono cresciute in media all’anno del +4,4%, mentre nel triennio 2008-2010 si registra una sostanziale stabilità (variazione media annua del -0,2%).
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Figura 9 – Domande di brevetto Europeo per territorio di residenza. Anni 2003 – 2011(*) Valori assoluti cumulati 2003-2011 e tassi di crescita media ’03-‘10
Prime 10 Regioni italiane
Primi 20 paesi
Prime 15 Province italiane
(*) I dati per i brevetti Epo sono completi fino al 2009 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Ocse, agg. agosto 2014
Il risultato regionale nel periodo osservato è stato sostenuto principalmente dalla provincia di Treviso, settima provincia italiana per numero di depositi tra il 2003 ed il 2010, e seconda del Veneto: le domande trevigiane rappresentano circa un quarto delle domande venete. Nel periodo osservato hanno conosciuto una crescita media annua del +5,0%, contro il -1,5% di Vicenza, il +0,7% di Padova ed il -0,3% di Verona.
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Figura 10 – Domande di brevetto europeo per territorio di residenza. Veneto e principali province venete
Serie storica ’03-‘10 per numeri indice (base 2003=100)
quote % per numero di domande ’03-‘11
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Ocse, agg. agosto 2014 Sempre in tema di brevetti europei, i dati di fonte Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design relativi ai brevetti europei pubblicati11
tra il 2003 ed il 2012 forniscono ulteriori informazioni interessanti, anche con dettaglio regionale, specie con riferimento alla tipologia del soggetto brevettante e alle classi tecnologiche di appartenenza delle invenzioni.
Guardando in particolare alla tipologia di soggetto brevettante, si osserva che nel periodo 2003-2012 i soggetti che contribuiscono maggiormente alla produzione di brevetti in Italia sono le imprese, con una quota di domande pubblicate che raggiunge l’85,4%. La quota restante è suddivisa fra inventori - persone fisiche (il cui apporto è del 10,3%), Enti12
(con il 2,9% delle domande) e infine gli stranieri cointestatari (con un contributo dell’1,5% sul totale). L’apporto delle imprese diminuisce nel passaggio dal Nord al Sud, variando dal 90,1% per il Nord-Ovest al 68,1% per il Sud e Isole. Nel Nord Est il contributo delle imprese è pari all’88,1% e nel Veneto sfiora l’87%. Gli Enti di ricerca e Università contribuiscono, invece, per il 7,3% al Centro e il 6,1% al Sud e Isole, mentre si fermano all’1,4% nel Nord-Est e allo 0,6% in Veneto.
11 La pubblicazione avviene entro 18 mesi dal deposito della domanda e del rapporto di ricerca emesso in seguito all'esame delle condizioni formali e della ricerca di novità. 12 Associazioni, Enti pubblici e privati, Fondazioni, Università.
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 15
Figura 11 – Domande di brevetto europeo pubblicate nel periodo 2003-2012 per tipologia di soggetto brevettante. Confronto Italia, Ripartizioni e Veneto (quote percentuali)
Fonte: Elaborazioni Unioncamere – Dintec su dati EPO
La suddivisione delle imprese italiane richiedenti brevetto europeo per numero di domande pubblicate tra il 2003 e il 2012, mostra come lo scenario brevettuale italiano sia caratterizzato da imprese che svolgono attività brevettuale per lo più occasionale: il 57% delle aziende titolari di brevetto, tra il 2003 e il 2012, ha presentato una sola domanda all’EPO; tale percentuale supera il 73% se si aggiunge la quota di imprese titolari di due richieste. Dall’altro lato un numero estremamente ridotto di imprese (pari allo 0,3% del totale) ha pubblicato presso l’EPO più di 100 domande di brevetto. La ripartizione delle domande di brevetto europeo per classe dimensionale d’azienda mostra che il ricorso maggiore a tale forma di tutela è riconducibile alle grandi imprese (oltre 250 dipendenti) con una quota di 38,1%, seguite dalle medie imprese (50-249 addetti) che contribuiscono per il 21,6% del totale.
Figura 12 – Domande di brevetto europeo delle imprese italiane pubblicate tra il 2003 e il 2012 Suddivisione delle imprese italiane richiedenti
per numero di domande pubblicate Suddivisione delle domande
per classe di dimensione aziendale
Fonte: Elaborazioni Unioncamere – Dintec su dati EPO
2,9
2,3
1,4
0,6 7,
3
6,1
85,490,1 88,1 86,8
77,2
68,1
10,3
7,6 10
,5
12,5 15
,5
25,8
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Italia Nord Ovest Nord Est VENETO Centro Sud e Isole
enti/università imprese persone fisiche
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 16
Dal punto di vista del profilo tecnologico13
si evidenzia una divergenza fra la propensione alla tutela delle imprese rispetto all’attività della ricerca pubblica sia a livello nazionale che in ambito più strettamente regionale.
Guardando in particolare alle imprese venete, si osserva che hanno svolto attività brevettuale principalmente nell’ambito della meccanica e trasporti e nei settori raggruppati nel campo residuale degli altri settori, ed in particolare: nel settore delle “altre macchine speciali” (7,0% delle domande di brevetto europeo presentate tra il 2003 ed il 2012), in quello dei “processi ed apparati termici” (7%), nei “trasporti” (8%), nel “mobile, arredo e attrezzature per cucine” (8%), nel “tessile, abbigliamento e calzatura” (9%) e nelle “tecnologie per l’edilizia” (8%). Gli Enti di ricerca e le Università del Veneto sono stati coinvolti nello sviluppo di prodotti farmaceutici (27% delle domande), in biotecnologie (16%), nell’analisi dei materiali biologici (11%), nelle tecnologie medicali (8%), in strumenti e tecnologie di misura (7%) e in tecnologie audiovideo (7,0%).
Figura 13 – Distribuzione per classi tecnologiche delle domande di brevetto europeo pubblicate nel periodo 2003-2012 da residenti in Veneto
Fonte: Elab orazioni Unioncamere – Dintec su dati EPO
13 Per l’analisi del profilo tecnologico l’Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design ha utilizzato la tavola di concordanza tecnologica della Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO) consultabile al sito: http://www.wipo.int/ipstats/en/statistics/technology_concordance.html, che raggruppa i codici della classificazione tecnologica IPC secondo 35 campi di applicazione e 5 settori industriali, ma opera una maggiore suddivisione delle tre classi residuali degli “altri settori” (33, 34 e 35) portandole a sette (da 33 a 39) con l’intento di estrapolare e isolare tre campi tecnolgici significativi per il profilo nazionale: Mobile, arredo, attrezzature da cucina; Tessile, abbigliamento, calzature e Tecnologie per l'edilizia che altrimenti risultavano poco evidenti.
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 17
Guardando alle domande presentate da titolari trevigiani, emerge ancor più spiccatamente la vocazione verso: − i settori raggruppati nella voce “altri settori”, dove si concentra quasi la metà
(48,5% ) delle domande pubblicate dal 2000 al 2012 ed in particolare i settori del tessile, abbigliamento e calzatura (17,5%), delle tecnologie per l’edilizia (11,7%) e del mobile, arredo e attrezzature per cucine (10,5%), nonché il settore dei giochi e attrezzature sportive (3,5%);
− i settori della meccanica e trasporti (oltre il 31% delle domande pubblicate), prevalentemente nel campo delle altre macchine speciali (7,8%), dei processi ed apparati termici (6,8%), delle macchine utensili (4,6%) e del packaging (4,1%).
Figura 14 – Domande di brevetto pubblicate dall'EPO nel periodo 2000-2013
Distribuzione percentuale delle domande per settori e residenza del
titolare. Treviso, Veneto e Italia
Graduatoria per classe tecnologica delle domande di titolari trevigiani
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere Brevetti Marchi e Design - EPO
( Altri settori )
( Altri settori )
( Altri settori )
( Meccanica, trasporti)
( Meccanica, trasporti)
( Meccanica, trasporti)
( Meccanica, trasporti)
( Elettronica - elettrotecnica)
( Altri settori )
( Meccanica, trasporti)
( Meccanica, trasporti)
( Strumenti ottici, di mis. e contr.)
( Chimica, farmaceutica, ambiente)
( Strumenti ottici, di mis. e contr.)
( Strumenti ottici, di mis. e contr.)
( Chimica, farmaceutica, ambiente)
( Meccanica, trasporti)
( Strumenti ottici, di mis. e contr.)
( Elettronica - elettrotecnica)
( Elettronica - elettrotecnica)
( Altri settori )
( Chimica, farmaceutica, ambiente)
( Meccanica, trasporti)
( Altri settori )
( Elettronica - elettrotecnica)
( Chimica, farmaceutica, ambiente)
( Elettronica - elettrotecnica)
8,37,6
6,8
31,5
45,8
8,79,6
13,5
40,6
27,7
13,5
11,1
19,6
39,7
16,1
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
Elettronica -elettrotecnica
(classida 1 a 8)
Strumenti ottici,di mis. e contr.
(classida 9 a 13)
Chimica, farmaceutica,
ambiente(classi
da 14 a 24)
Meccanica, trasporti(classi
da 25 a 32)
Altri settori(classi
da 33 a 39)
Treviso VENETO ITALIA
268
179
161
119
104
70
62
54
54
50
43
42
38
28
25
21
20
20
19
18
16
15
14
13
12
12
12
42
36. Tessile, abbigliam., calzatura
38. Tecnologie per l'edilizia
33. Mobile, arredo, attrezz. cucina
29. Altre macchine speciali
30. Processi ed appar. termici
26. Macchine utensili
25. Trattamento - packaging
1. Macchine ed app. elettr.
34. Giochi ed attrezz. Sport
32. Trasporti
31. Componenti meccanici
13. Tecnologie medicali
23. Ingegneria chimica
9. Strumenti ottici
12. Dispositivi di comando
21. Tecniche super. e rivestim.
28. Macch. pr. carta e tessile
10. Strumenti e tecn. di misura
3. TLC
2. Tecnologie audiovideo
39. Op. pubbl./ inf rastr./ min. ed estratt.
18. Chimica alimentare
27. Motori, pompe e turbine
35. Risc./raf f rescam. domestico
4. Comunicazioni digitali
24. Tecnologia ambientali
8. Semicondutt.
Altre classi
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 18
1.2. I modelli di utilità
L’art. 82 CPI prevede che possono costituire oggetto di brevetto per modello di utilità i nuovi modelli atti a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego di macchine o parti di esse, strumenti, utensili ovvero oggetti di uso in genere, quali i nuovi modelli consistenti in particolari conformazioni, disposizioni, configurazioni o combinazioni di parti. È a volte difficile distinguere un modello di utilità da un'invenzione. Si dice che si ha invenzione quando si realizza un prodotto nuovo, mentre si ha modello di utilità quando si migliora un prodotto già esistente.
Sulla base dei dati di fonte Wipo, l’Italia nel 2012 (ultimo dato disponibile) è il nono paese per numero di domande di brevetto di modelli di utilità, anche se in termini relativi tali domande rappresentano lo 0,3% del totale. Del resto anche le domande degli altri otto paesi che la precedono hanno un peso del tutto esiguo: la parte del leone la fanno i cinesi sia in termini di volumi (con oltre 735 mila depositi pari l’89% del totale), che per ritmi di crescita: i depositi cinesi nel 2012 sono cresciuti del +26,4% rispetto all’anno precedente e tra il 2008 ed il 2012 hanno conosciuto un tasso medio annuo di crescita del +34,5%.
Figura 15 –Modelli di utilità: Primi dieci paesi per numero di depositi per ufficio e per residenza del richiedente. Anno 2012
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
Cina89,3%
Russia 1,7%Germania 1,6%
Rep. di Corea 1,5%
Ucraina 1,2%Giappone 1,1%Turchia 0,5%Brasile 0,4%
Italia 0,3%
Spagna 0,3%altri paesi2,1%
Paese d'origine del richiedente
Cina89,5%
Germania 1,9%Russia 1,7%
Rep. di Corea 1,5%
Ucraina 1,2%Giappone 1,0%Turchia 0,5%Brasile 0,4%
Italia 0,3%
Spagna 0,3%altri uf f ici1,7%
Paese di deposito
2008 2012 2008 2012
Cina 224.479 735.556 26,4 34,5 Cina 225.586 740.290 26,4 34,6
Russia 10.675 13.779 7,5 6,6 Germania 17.067 15.497 -3,3 -2,4
Germania 14.439 12.765 -4,8 -3,0 Russia 10.995 14.069 6,3 6,4
Rep. di Corea 17.187 12.328 4,7 -8,0 Rep. di Corea 17.405 12.424 4,8 -8,1
Ucraina 9.699 10.236 -2,7 1,4 Ucraina 9.600 10.217 -2,1 1,6
Giappone 8.201 9.082 14,2 2,6 Giappone 9.452 8.112 1,6 -3,7
Turchia 3.031 3.791 15,3 5,8 Turchia 2.992 3.788 15,5 6,1
Brasile 3.346 2.906 -3,2 -3,5 Brasile 3.382 2.997 -2,7 -3,0
Italia 2.176 2.805 7,3 6,6 Italia 2.200 2.758 11,7 5,8
Spagna 2.652 2.632 -2,2 -0,2 Spagna 2.682 2.539 -2,3 -1,4
altri Paesi 13.054 17.580 4,9 7,7 altri Paesi 11.888 14.255 2,1 4,6
Paese di depositoDepositi Var %
'12/'11
Crescita media'08-'12
Var %'12/'11
Crescita media'08-'12
Paese d'origine del richiedente
Depositi
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 19
Pur nei piccoli numeri, anche i depositi dei titolari italiani, conoscono una discreta crescita media nel periodo 2008-2012 (+6,6%). Nel 2012, in particolare, hanno registrato un incremento del +7,6% rispetto all’anno precedente, ma solo una piccola quota delle domande è stata fatta all’estero (8,5%, contro l’11,7% del 2011). I depositi all’estero tra il 2008 ed il 2012 hanno riguardato soprattutto la Germania, e a seguire principalmente Cina, Spagna e Francia.
Figura 16 –Depositi di titolari Italiani. Anni 2008-2012
depositi totali e quota dei depositi all’estero distribuzione dei depositi 2008-2012 per ufficio di deposito
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
Gli italiani depositano prevalentemente in Italia, ma pochi sono gli stranieri che depositano domande di brevetto per modello di utilità nel nostro paese: nel 2012 la quota di depositi di titolari stranieri presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi non arriva al 7% del totale (era del 10% nel 2008). Figura 17 – Domande di brevetto per modelli di utilità depositate presso l’UIBM. Anni 2008-2012
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati WIPO statistics database, agg. giugno 2014
Secondo i dati dell’UIBM nel 2013 le domande totali di deposito (incluse quelle di richiedenti stranieri) calano del -2,7% rispetto all’anno precedente.
9,07,9
10,311,7
8,5
0,01,02,03,04,05,06,07,08,09,010,011,012,0
1.4001.6001.8002.0002.2002.4002.6002.8003.0003.2003.4003.600
2008 2009 2010 2011 2012
depositi di italiani (asse sx)peso dei depositi all'estero (asse dx)
Italia; 90,5%
Germania; 3,6%
Cina; 1,6%
Spagna; 1,0%
Francia; 1,0%
Austria; 0,4%Giappone; 0,4%
Russia; 0,3%Brasile; 0,3%
Altri paesi; 1,0%
Estero; 9,5%
10,0
8,6
6,3 6,6 6,9
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
11,0
12,0
1.400
1.600
1.800
2.000
2.200
2.400
2.600
2.800
3.000
3.200
3.400
3.600
2008 2009 2010 2011 2012
depositi in Italia (asse sx) peso dei depositi di richiedenti stranieri (asse dx)
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 20
Lo stesso andamento, ma ancor più accentuato, si riscontra anche per i depositi veneti nel complesso, ed in particolare trevigiani, sia che si guardi ai dati per ufficio di deposito (-14,2% e -8,2% rispettivamente per regione e provincia di Treviso), che a quelli per territorio di residenza di almeno un richiedente/titolare (-16,1% e -15,6% rispettivamente). Nel complesso del periodo osservato (2008-2013), tuttavia, il tasso di crescita media dei depositi di residenti in regione ed in provincia rimane positivo per quanto inferiore a quello nazionale.
Figura 18 – Domande di brevetto per modello di utilità presso l’Ufficio Italiano brevetti e Marchi per
territorio di deposito e per residenza di almeno un titolare/richiedente della domanda. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008 – 2012 (Analisi per numeri indice, base 2008=100)
Per territorio di deposito Per territorio di residenza
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM, ottobre 2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 21
1.3. I marchi
Il marchio è un segno che permette di distinguere i prodotti o i servizi, realizzati o distribuiti da un'impresa, da quelli delle altre aziende. Secondo l'art. 7 del Codice della Proprietà Industriale (CPI), possono costituire oggetto di registrazione come marchio d'impresa tutti i segni rappresentabili graficamente (parole, disegni, lettere, cifre, suoni, forma del prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche). In base agli elementi che lo compongono si possono individuare tre categorie di marchio: il marchio denominativo (costituito solo da parole), il marchio figurativo (una figura o in una riproduzione di oggetti reali o di fantasia) e il marchio misto o complesso (combinazione di parole e figure). Il marchio d’impresa può essere individuale (se appartiene a una singola impresa o a persona fisica) o collettivo (quando garantisce l’origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi). Non va confuso con altri segni distintivi o denominazioni quali la ditta, la ragione o denominazione sociale, l’insegna, il nome a dominio, il marchio di qualità, la denominazione d’origine protetta, l’indicazione geografica e la specialità tradizionale garantita protetta che hanno caratteristiche e finalità diverse dal marchio d’impresa e di conseguenza modalità di registrazione non di pertinenza dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Prodotti e servizi sono convenzionalmente raggruppati in classi merceologiche, che devono essere specificate nella domanda di registrazione del marchio. Per diventare titolare di un marchio d’impresa in Italia, occorre effettuare un deposito presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) mediante presentazione di una domanda di registrazione presso una qualsiasi Camera di Commercio. Il diritto esclusivo all’uso del marchio è conferito con la registrazione, dura 10 anni a partire dalla data di deposito della domanda ed è rinnovabile alla scadenza. I diritti di uso di un marchio sono validi esclusivamente nel territorio dello Stato nel quale è stata effettuata la registrazione. Dato il valore e l'importanza che un marchio può avere nel determinare il successo di un prodotto, è nell'interesse dell'impresa ottenere una tutela del marchio a livello sovranazionale. Può essere fatto attraverso una serie di registrazioni nazionali, oppure ricorrendo al: 1. marchio comunitario presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno
(UAMI): con un'unica domanda si ottiene la registrazione di un marchio valido su
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 22
tutto il territorio della Comunità Europea per 10 anni con possibilità di rinnovo alla scadenza per un numero indefinito di volte.
2. marchio internazionale, mediante un'unica procedura amministrata dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, si può registrare lo stesso marchio negli 89 Paesi aderenti all’Unione di Madrid.
I numeri dimostrano che il marchio continua ad essere in Italia uno strumento privilegiato di tutela per prodotti e servizi, sia per attività nel mercato nazionale che all’estero.
Secondo i dati Wipo nel 2012 l’Italia risultava il 5° paese per numero di classi merceologiche equivalenti specificate nelle domande di registrazione del marchio (e comunque sesto paese per numero di domande equivalenti: 235.359)14
Figura 19 - Domande di marchio depositate nel 2012
, dietro a Germania, Cina, Stati Uniti e Regno Unito.
per classi merceologiche equivalenti (*) e paese di residenza del titolare. (Primi 10 paesi per numero di classi equivalenti, di cui in territorio nazionale e all'estero)
(*) Vedi nota 14 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
14 Il confronto fra paesi viene fatto per numero di classi merceologiche specificate nelle domande di marchio per tener conto delle diverse legislazioni nazionali: paesi che consentono con un’unica domanda di estendere il marchio a più classi merceologiche e paesi che richiedono una domanda distinta per ciascuna classe merceologica. Inoltre le domande di marchio presentate ad un ufficio regionale (e di conseguenza le relative classi merceologiche), fatta eccezione per l'ARIPO, sono equivalenti a domande multiple, una per ogni paese aderente. Es. Una domanda presentata all'Uami (e conseguentemente i disegni in essa contenuti) sarà moltiplicata per il numero di paesi aderenti (nel 2012 pari a 27).
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 23
Nel 2012 oltre la metà (53,5%) delle domande di marchio italiane sono state depositate all’estero, inclusi i depositi presso l’ufficio regionale della comunità europea (UAMI). In termini di classi merceologiche equivalenti, la tutela all’estero pesa per l’86,8% del totale. Complessivamente le classi merceologiche equivalenti dei depositi di italiani conoscono nel periodo 2008-2012 una crescita media annua del +4,0%, nonostante il calo nel 2012 del -1,3% rispetto all’anno precedente. Sul calo annuale ha inciso maggiormente l’andamento dei depositi in territorio nazionale con un calo superiore al 6%, sia in termini di domande che di classi merceologiche equivalenti, contro una sostanziale tenuta dei volumi all’estero.
Figura 20 - Variazioni percentuali annuali delle domande di marchio e delle classi merceologiche equivalenti di titolari italiani in Italia e all’estero. Anni 2010 - 2012
domande classi merceologiche equivalenti
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
La flessione nel 2012 dei depositi in territorio nazionale ha riguardato tanto i depositi dei residenti che quelli degli stranieri, che comunque rappresentano meno del 4% del totale. Per analizzare in maggior dettaglio e aggiornamento l’andamento dei depositi all’interno del territorio nazionale è necessario ricorrere ai dati resi disponibili dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Purtroppo i dati a libera consultazione dell’UIBM permettono di distinguere i primi depositi dai rinnovi solo a livello nazionale. Osservando i volumi complessivi dei depositi effettuati in Italia tra il 2009 ed il 2012, si verifica che i rinnovi rappresentano circa un terzo del totale (con una quota annuale che oscilla tra il 31,7% ed il 33,1%).
4,8
2,4
-6,5
2,0
9,1
-0,5
3,4
5,8
-3,4
-8,0
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
10/'09 '11/'10 '12/'11
In Italia All'estero Totali
7,0
2,7
-6,1
7,4
2,0
-0,6
7,3
2,1
-1,3
-8,0
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
10/'09 '11/'10 '12/'11
In Italia All'estero Totali
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 24
Figura 21 - Rinnovi e primi depositi (per origine del richiedente) di domande di marchio
tra il 2009 e 2012 presso L’UIBM quote percentuali
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo
I dati aggiornati ad ottobre di quest’anno relativi al complesso dei depositi 2013 (primi depositi e rinnovi) mostrano un incremento delle domande totali su base annua pari al +2,3%, crescita che sale al +4% al netto dei rinnovi. Ove si guardi ai depositi veneti, ed in particolare trevigiani, il dato 2013 evidenzia piuttosto una sostanziale stabilità sia che si guardi ai dati per ufficio di deposito, che a quelli per territorio di residenza di almeno un richiedente/titolare, stabilità che peraltro caratterizza in termini di crescita media annua tutto il periodo 2008-2013.
Figura 22 - Domande di marchio (incl. rinnovi). Treviso, Veneto e Italia. Serie storica ‘08 –’13 per numeri indice (base 2008=100)
Per territorio di deposito Per territorio di residenza di almeno un
richiedente/titolare
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM – ottobre 2014
Rinnovi32,7%
Primi depositi67,3%
di paesi extra Ue 272,7%
di altri paesi Ue 271,3%
Italiani96,1%
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Treviso 951 1,9 6,6 872 1,6 Treviso 1.136 -0,6 -0,1 1.142 2,3Veneto 4.622 0,9 0,0 4.643 8,5 Veneto 4.944 0,4 -0,1 5.031 10,3Italia 54.940 2,3 0,3 54.898 100,0 Italia 49.456 3,7 0,5 48.912 100,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto ITALIA
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto ITALIA
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 25
Spostando l’analisi sulle domande italiane di marchio depositate all’estero, i dati di fonte Wipo permettono di osservare la distribuzione delle domande italiane per uffici di deposito anche in termini di classi merceologiche cui viene estesa la tutela. Prendendo in analisi l’ultima annualità disponibile, il 2012, si osserva che, se in termini di domande, i depositi extra Ue27 rappresentano oltre il 74% del totale, ove si sposti lo sguardo alle classi merceologiche equivalenti ci si rende conto della netta prevalenza del peso del marchio comunitario (89,9%).
Figura 23 - Domande di marchio all’estero di titolari italiani, e relative classi merceologiche, per territorio di deposito. Anno 2012
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
Uami 20,5%
altri uffici Ue 27 5,8%
Stati Uniti 10,8%
Russia 5,1%
Svizzera 4,1%Turchia 2,8%
Giappone 2,6%Ucraina 2,1%
Rep. di Corea 2,0%Australia 1,6%
Brasile 1,6%Cina 1,1%
altri uffici extra Ue 2740,0%
Uffici extra Ue 2773,7%
Domande
Uami 89,9%
altri uffici Ue 270,9%
Cina 1,0%
Stati Uniti 0,7%
Russia 0,6%
Svizzera 0,4%Giappone 0,3%
Turchia 0,3%Rep. di Corea 0,3%
Ucraina 0,3%Australia 0,2%
Brasile 0,2%
altri uffici extra Ue 27 4,9%
Uffici extra Ue 279,2%
Classi merceologiche equivalenti
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 26
I dati di fonte Eurostat ci consentono di esaminare il ricorso internazionale al marchio comunitario con aggiornamento al 2013, sia in termini di domande che di classi merceologiche.
Tra il 2009 ed il 2013 si è assistito ad un costante incremento delle domande complessive depositate presso l’UAMI, in media del +6,7% l’anno, cui è corrisposto un aumento anche più deciso delle classi merceologiche (+7,1% medio annuo). Nel 2013 i richiedenti appartengono per il 70% a paesi Ue e per il 30% a paesi al di fuori della comunità europea.
Figura 24 - Domande di marchio comunitario e corrispondente numero di classi merceologiche
Serie storica 2009-2013 delle domande e del relativo numero di classi merceologiche
(valori assoluti e variazioni percentuali)
Distribuzione percentuale per area d’origine del titolare richiedente. Anno 2013
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Eurostat
Nella graduatoria dei primi dieci paesi per domande di marchio comunitario nel 2013, l’Italia si posiziona al 4° posto (il 7,7% dei depositi totali), dietro a Germania (17,5%), Stati Uniti (13%) e Regno Unito (9,6%).
Ove si guardi alle classi merceologiche corrispondenti, tuttavia, l’Italia arretra in sesta posizione, superata da Spagna e Francia.
domande
Classi merceologiche
-1,5
0,0
1,5
3,0
4,5
6,0
7,5
9,0
10,5
12,0
13,5
15,0
-35
0
35
70
105
140
175
210
245
280
315
350
2009 2010 2011 2012 2013
Mig
liaia
Var. % '13/'12 domandeVar. % '13/'12 classi merceologichedomande Classi merceologicheCrescita media '09-'13 domandeCrescita media '09-'13 classi merc.
Ue2770,2% extra
Ue2729,8%
2013
Ue2775,9%
extra Ue27
24,1%
2013
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 27
Ad ogni modo, contrariamente a quanto rilevato per i depositi in territorio nazionale, le domande di marchio comunitario di richiedenti italiani e le corrispondenti classi merceologiche registrano nel 2013 una crescita su base annua rispettivamente del +8,7% e +6,4%. Si tratta di incrementi relativi superiori sia alla media del complesso dei paesi pari al +6,0% per le domande e al +5,7% per le classi merceologiche, che alle variazioni annuali dei paesi che la precedono in classifica.
Figura 25 - Domande di marchio comunitario e relativo numero di classi merceologiche
Primi dieci paesi di origine nel 2013 Ordinamento decrescente per numero di domande
valori assoluti, variazioni e quote percentuali
Ue 27, extra Ue 27, Germania e Italia. Anni 2003 - 2013 Serie storica per numeri indice (base 2003=100))
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Eurostat Nonostante l’incremento dell’ultimo anno, l’Italia presenta una crescita media annua nel periodo 2009-2013, inferiore alla media sia in termini di domande (+4,6% contro il
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
220,0
240,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
domande
extra Ue 27 Ue 27
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
220,0
240,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
classi merceologiche
Germania Italia
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 28
+6,7% registrato dal complesso dei paesi depositanti) che di classi merceologiche (+3,6%, contro la media del +7,1%). I dati di fonte Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design relativi alle domande di marchio comunitario depositate tra il 2003 ed il 2012 (al netto di quelle presentate in base alla procedura internazionale che prevedono la designazione all’Unione Europea), consentono uno spaccato territoriale dei depositi.
Nel periodo osservato le domande di titolari del Nord Est rappresentano un terzo del totale depositi, e di queste quasi la metà (il 15,2% del totale) afferisce a richiedenti del Veneto. Seguono per numerosità e peso relativo i depositi di emiliani (13%), mentre il residuale 5% si divide tra richiedenti del Trentino Alto Adige (2,4%) e del Friuli Venezia Giulia (2,6%).
Nel periodo osservato le domande venete hanno conosciuto un andamento positivo, con un incremento medio annuo del +3,3%.
Guardando in particolare all’ultimo anno disponibile (2012), i dati, pur se provvisori, indicano un incremento per le domande venete a fronte di una sostanziale stazionarietà delle domande italiane nel loro complesso.
Figura 26 - Domande di marchio comunitarie(*) depositate presso l'UAMI tra il 2003 e il 2012(**) per origine del richiedente.
distribuzione percentuale Ripartizioni e regioni del Nord Est
Serie storica ’03-’12 per numeri indice (base 2003=100)
Italia, Nord Est, Veneto e Treviso
(* Sono escluse dal campo di osservazione le domande presentate in base alla procedura internazionale che prevedono la designazione dell’Unione Europea (**) I dati sono completi fino al 2011 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
NORD-OVEST 40,6%
CENTRO 18,4%
SUD E ISOLE
7,8%
TrentinoA. A.2,4%
Friuli V. G.2,6%
EmiliaRomagna 13,0%Veneto 15,2%
NORD EST33,2%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 29
A questo positivo andamento regionale risultano contribuire in modo consistente le domande di richiedenti trevigiani. Non a caso Treviso risulta la sesta provincia italiana, nonché prima provincia veneta, per numero di domande di marchio comunitario presentate tra il 2003 ed il 2012.
Focalizzando l’attenzione all’ultimo anno disponibile (2012), i depositi trevigiani, grazie ad un incremento del +22,1% su base annua, risultano terzi per numerosità, dopo quelli dei residenti nelle province di Milano e Roma. In termini di quota percentuale, nel 2012 essi rappresentano il 4,2% del totale, contro il 17,5% dei depositi milanesi e l’8% di quelli romani.
Figura 27 - Prime 20 province italiane per domande di marchio comunitarie depositate tra il 2003 e il 2012 presso l'UAMI Valori assoluti, variazioni e quote percentuali
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 30
1.4. I disegni industriali
Forma oggetto di registrazione come disegno o modello industriale una caratteristica nuova che conferisce a oggetti, macchine, prodotti in generale, inclusi quelli artigianali, gli imballaggi e i simboli grafici, un aspetto particolare e distintivo. La legge quindi protegge l’aspetto esteriore del prodotto senza che l’applicazione del disegno (inteso come creazione bidimensionale) o modello (inteso invece come creazione tridimensionale) implichi l’insorgere di un ulteriore effetto tecnico. Il diritto esclusivo su un disegno o modello si acquista con la registrazione, dura per 5 anni dal deposito della domanda e può essere prorogato fino ad un massimo di 25 anni. E’ importante ricordare che durante un periodo di 6 mesi dalla data in cui è stata richiesta la registrazione nel primo Paese, è possibile godere del cosiddetto “diritto di priorità” per richiedere la registrazione in altri Paesi. Con una sola domanda di registrazione può essere richiesta la protezione di più disegni o modelli, purché siano destinati ad essere impiegati per oggetti rientranti nella stessa classe merceologica in base alla Classificazione internazionale di disegni e modelli (Classificazione di Locarno)15
.
Anche la protezione del disegno o modello ha carattere territoriale, vale a dire che è valida solo nel territorio del Paese o della regione in cui è avvenuta. La domanda di registrazione può essere estesa all’estero ed il periodo di priorità è pari a 6 mesi. In alternativa alla procedura di estensione attivata separatamente sul singolo Stato, che concede il titolo secondo la propria legislazione interna, il titolare del diritto può scegliere di ricorrere alle procedure unificate previste per: − il disegno/modello comunitario: con un’unica procedura (dal deposito, anche via
web, presso l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) 16
15 La classificazione di Locarno è una classificazione internazionale istituita con l’Accordo di Locarno (Svizzera) sancito nel 1968 nell’ambito di una conferenza dipomatica dei paesi membri dell’Unione di Parigi. L’accordo di Locarno prevede che l’ufficio di tutela della proprietà industriale di ciascun paese faccia figurare nei documenti ufficiali di deposito, registrazione e pubblicazione dei disegni/modelli industriali i numeri delle classi e sottoclassi associate ai prodotti che incorporano quei disegni/modelli.
alla registrazione), si ottiene una tutela su tutti gli Stati dell’Unione Europea, attuali e futuri.
16 Gli altri uffici regionali oggi esistenti in materia di disegni e modelli sono: − l’Organizzazione Regionale Africana della Proprietà Industriale (ARIPO) con sede ad Harare
(Zimbabwe), per la protezione dei disegni e modelli nei Paesi africani di lingua inglese − l’Ufficio del Disegno del Benelux (BDO), con sede a L’Aja (Paesi Bassi), per la protezione dei
disegni e modelli in Belgio, Olanda e Lussemburgo − l’Organizzazione Africana della Proprietà Intellettuale (OAPI), con sede a Yaoundé (Camerun), per
la protezione dei disegni e modelli nei Paesi africani di lingua francese.
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 31
− Il disegno/modello internazionale: disciplinato dall’Accordo dell’Aia e amministrato dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO). La procedura consente di presentare un'unica domanda di registrazione valida per tutti i Paesi aderenti (oltre 50). L’OMPI trasmette la domanda ai singoli Stati designati dal richiedente, i quali diventano titolari della procedura e possono fare dei rilievi, delle eccezioni, ovvero possono rigettare la domanda. Se ciò avviene la procedura di registrazione negli altri Stati designati non viene compromessa.
Secondo i dati Wipo nel 2012 l’Italia risultava il 3° paese per numero di disegni equivalenti depositati per la registrazione17
, dietro a Cina e Germania, nonostante una variazione tendenziale del -9,3% ed un tasso di crescita medio annuo nel periodo 2008-2012 pressoché nullo (-0,5%).
Figura 28 - Primi 10 paesi per numero di disegni equivalenti* di cui è stata richiesta registrazione (di cui in territorio nazionale e all'estero) per paese di residenza del "primo" titolare. Anno 2012
* vedi nota 17 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
17 Il confronto fra paesi viene fatto per numero di disegni specificati nelle domande di design per tener conto delle diverse legislazioni nazionali: paesi/uffici regionali che consentono con un’unica domanda di estendere la protezione a più disegni/modelli e paesi che richiedono una domanda distinta per ciascun disegno. Inoltre le domande di design presentate ad un ufficio regionale (e di conseguenza i relativi disegni contenuti), fatta eccezione per l'ARIPO, sono equivalenti a domande multiple, una per ogni paese aderente. Es. Una domanda presentata all'Uami nel 2012 è pari a 27 domande e può contenere fino a 100 disegni.
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 32
Sul calo annuale ha inciso soprattutto la contrazione del numero di disegni presentati all’estero per la registrazione (-10,8%) nonostante l’aumento delle corrispondenti domande (+13,9%). Tale contrazione è stata solo in minima parte compensata dalla crescita dei disegni presentati in territorio nazionale (+5,7%), avvenuta nonostante il calo del numero di domande depositate (-6,4%). D’altra parte, in termini di disegni equivalenti, le richieste di tutela all’estero rappresentano nel 2012 l’86,1% del totale.
Figura 29 - Variazioni percentuali annuali delle domande di design, e dei relativi disegni equivalenti, depositate da titolari italiani in Italia e all’estero. Anni 2010 - 2012
domande
disegni equivalenti
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
Prendendo in esame innanzitutto l’andamento delle domande in territorio nazionale, sempre sulla base dei dati di fonte Wipo, si osserva che la flessione nel 2012 ha riguardato soprattutto i depositi dei residenti, che peraltro rappresentano oltre il 91% del totale.
7,06,2
-5,4
12,1
0,1
13,9
10,7
1,6
8,8
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
'10/'09 '11/'10 '12/'11
in Italia
all'estero
Totali
10,9
-6,8
1,40,0
-0,2
-10,8-9,3
-15,0
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
'10/'09 '11/'10 '12/'11
in Italia
all'estero
Totali
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 33
Al calo annuo delle domande depositate dai residenti, tuttavia, ha corrisposto un incremento nel numero di disegni presentati per la registrazione del +5,7% in virtù dell’elevato numero medio di disegni contenuto nelle domande (22,6).
Figura 30 - Domande di design industriale di richiedenti italiani e stranieri, e relativi disegni, depositate tra il 2010 ed il 2012 presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
(distribuzione e variazioni percentuali)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
Per analizzare con maggior dettaglio e aggiornamento l’andamento dei depositi all’interno del territorio nazionale è necessario ricorrere ai dati resi disponibili dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Purtroppo i dati a libera consultazione dell’UIBM permettono di analizzare solo l’andamento delle domande per ufficio provinciale di deposito e per provincia di residenza di almeno un richiedente/titolare, ma nulla dicono sul numero di disegni in esse contenuti. I dati aggiornati ad ottobre di quest’anno relativi ai depositi 2013 mostrano un incremento delle domande totali su base annua a due cifre (+23,4%, la crescita dei depositi complessivi, +24,9% la crescita di quelli con almeno un richiedente/titolare italiano). Ove si guardi ai depositi veneti, ed in particolare trevigiani, il dato 2013 evidenzia una crescita più contenuta sia con riferimento all’ufficio di deposito (+10,9% i depositi nelle camere di commercio venete, +2,4% quella dell’ufficio provinciale di Treviso), che riguardo ai depositi per territorio di residenza di almeno un richiedente/titolare (+11,5% quella dei residenti in veneto, +2,9% per i residenti trevigiani). Va osservato che i maggiori depositi del 2013 sommati agli aumenti ancor più consistenti registrati nel 2012 hanno consentito un sostanziale recupero dei volumi ante 2011, anno in cui i depositi regionali e provinciali hanno subito una considerevole flessione.
2008 2012
2,4 italiani 3,6 21,9 italiani 22,6
-4,8 stranieri -12,1 10,9 stranieri 8,6
Crescita media'09-'12
Crescita media'09-'12
Numero mediodi disegni per domanda
italiani91,7%
stranieri8,3%
italiani96,7%
stranieri3,3%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 34
In termini di domande, i depositi effettuati dai veneti dal 2008 al 2013 rappresentano circa l’11% dei depositi complessivi. Quelli con almeno un titolare residente in provincia rappresentano quasi il 3% dei depositi di italiani.
Figura 31 - Domande di design industriale. Treviso, Veneto e Italia. Serie storica ‘08 –’13 per numeri indice (base 2008=100)
Per territorio di deposito Per territorio di residenza di almeno un
titolare/richiedente
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati UIBM, ottobre 2014 Spostando l’analisi ai disegni italiani depositati all’estero, i dati di fonte Wipo permettono di osservare la distribuzione delle domande italiane per uffici di deposito anche in termini di disegni equivalenti. Prendendo in analisi l’ultima annualità disponibile, il 2012, si osserva che se in termini di domande i depositi extra Ue27 rappresentano quasi il 58% del totale, ove si sposti lo sguardo ai disegni equivalenti risulta in tutta evidenza che il numero di disegni equivalenti presentati per la registrazione comunitaria rappresentano la quasi totalità (97,6%).
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Depositi 2013
var. % '13/'12
Crescita media '08/'13
Depositi medi annui '08/'13
Quota % depositi
medi '08-'13
Treviso 39 11,4 7,6 33 2,4 Treviso 39 5,4 -2,4 38 2,9
Veneto 159 -3,6 0,3 151 10,9 Veneto 167 21,0 -0,7 154 11,5
Italia 1.670 23,4 6,6 1.375 100,0 Italia 1.641 24,9 6,9 1.343 100,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
150,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto ITALIA
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
150,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Treviso Veneto ITALIA
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 35
Figura 30 - Domande di design industriale di titolari italiani, e relativo numero di disegni equivalenti di cui è chiesta la registrazione, per ufficio di deposito. Anno 2012
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Wipo, giugno 2014
I dati di fonte Eurostat ci consentono di esaminare il ricorso internazionale al design comunitario con aggiornamento al 2013, sia in termini di domande che di disegni relativi. Dopo la flessione del 2009, si è assistito ad un deciso incremento delle domande di design comunitario depositate presso l’UAMI: nel periodo 2008-2013 le domande depositate sono cresciute ad un tasso medio annuo del +3,8% cui è corrisposto un aumento anche del numero di disegni, seppur più contenuto (+2,3% medio annuo).
Uami 41,6%
Altri uffici Ue27 0,7%
Cina 15,4%
Stati Uniti 13,3%
Giappone 4,2%
Russia 3,5%India 3,2%
Rep. di Corea 2,4%Brasile 2,3%Turchia 1,3%Hong Kong SAR 1,3%
Svizzera 0,6%
Altri uffici extra Ue27 10,2%
Uffici extra Ue 27 57,7%
Domande
Uami 97,6%
Altri uffici Ue27 1,1%
Cina 0,3%
Stati Uniti 0,2%
Russia 0,1%
Turchia 0,1%
Rep. di Corea 0,1%
Giappone 0,1%Hong Kong SAR 0,1%
India 0,1%Svizzera 0,1%Brasile 0,0%
Altri uffici extra Ue27 0,2%
Uffici extra Ue 271,3%
Disegni equivalenti
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 36
Figura 31 – Domande di design comunitario e corrispondente numero di disegni. Anni 2008-2013
Serie storica 2008-2013 delle domande e del relativo numero di disegni (valori assoluti e variazioni percentuali)
Distribuzione percentuale per area d’origine del titolare richiedente.
Anno 2013
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Eurostat
Nel 2013 i richiedenti appartengono per il 68,8% a paesi Ue (cui corrisponde il 71,4% dei disegni) e per il 31,2% a paesi al di fuori della comunità europea (il 28,8% dei disegni). Nella graduatoria dei primi dieci paesi per domande di design comunitario nel 2013, l’Italia si posiziona al 4° posto (l’8,6% dei depositi totali) di poche unità sotto la Francia, e più a distanza rispetto alla Germania (prima in graduatoria con il 15,6% dei depositi totali) e agli Stati Uniti (9,6%). Le domande di design comunitario di richiedenti italiani registrano nel 2013 una crescita su base annua del +7,6% contro un dato medio del +3,7%. E’ l’incremento su base annua più consistente tra i paesi ai vertici della graduatoria, ma comunque inferiore a quelli messi a segno da Cina (+20,2%), Corea del Sud (+17,1%) e Polonia (+9,2%). Nel periodo 2008-2013, tuttavia, le domande italiane sono cresciute in media all’anno di appena il +2,3%, un tasso più basso della media dei paesi depositanti (+3,8%) sostenuto,
disegni
domande
Ue2771,4% extra
Ue2728,6%
2013
-8,0
-4,0
0,0
4,0
8,0
12,0
16,0
20,0
24,0
-30
-15
0
15
30
45
60
75
90
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Mig
liaia
Var. % '13/'12 domandeVar. % '13/'12 disegniDomandeDisegniCrescita media '08-'13 domande (asse dx)Crescita media '08-'13 disegni (asse dx)
Ue2768,8%
extra Ue2731,2%
2013
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 37
similmente a quanto rilevato con riferimento all’ultimo anno, dai tassi di crescita medi annui di Cina, Corea del Sud e Polonia (rispettivamente +17%, +12,5% e +12,2%). Ove si passi ad esaminare i disegni corrispondenti alle domande depositate, l’Italia sale in seconda posizione con una quota del 10,6% sui disegni totali. Il primo posto resta della Germania (20,6% dei disegni totali). Il numero di disegni italiani depositati, tuttavia, registra una flessione sia su base annua (-3% rispetto al 2012), che in termini di tasso medio annuo di crescita nel periodo 2008-2013 (-3,8%).
Figura 32 - Domande di design comunitario e relativi disegni depositati all’UAMI. Primi dieci paesi per numero di domande 2013
(valori assoluti, variazioni e quote percentuali, numero medio di disegni per domanda)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Eurostat
Tale tasso medio annuo negativo è il risultato di due dinamiche opposte: una crescita sostenuta tra il 2003 ed il 2007 ed un trend negativo a partire dal 2008. Guardando agli aggregati Ue ed extra Ue, si osserva che dopo la comune flessione del 2009, l’andamento è tornato positivo, specialmente per l’aggregato extra Ue 27, indubbiamente grazie ai depositi di cittadini della Cina e della Corea del Sud che tra il 2003 ed il 2008 sono cresciuti ad un tasso medio annuo del +32,7% e +27,3% rispettivamente.
'08 '13
0,5 1,1 15,6 -2,1 -1,5 21,6 5,9 5,2
-1,0 3,5 9,6 7,8 3,6 8,9 3,5 3,5
5,6 2,1 8,6 6,5 2,4 8,4 3,6 3,7
7,6 2,3 8,6 -3,0 -3,8 10,1 6,0 4,4
2,7 4,6 7,9 13,8 6,1 6,7 3,0 3,2
9,2 12,2 5,1 12,2 12,5 3,8 2,8 2,8
-5,5 1,5 5,1 -11,6 1,4 3,0 2,2 2,2
6,1 -0,8 4,2 -9,1 -5,1 3,9 4,4 3,5
17,1 12,5 3,4 63,1 27,3 3,1 1,8 3,4
20,2 17,0 3,3 54,9 32,7 4,7 2,9 5,4
Tutti i paesi 3,7 3,8 100,0 5,6 2,3 100,0 4,0 3,8
no. medio di disegni per domanda
Quota 2013
disegni
Var. % 2013/2012
domande
Var. % 2013/2012
Cre-scita
media '08-
'13
Quota 2013
Cre-scita
media '08-
'13
(Gradua-toria
disegni)0 10 20
1 - Germania (1)
2 - Stati Uniti (3)
3 - Francia (4)
4 - Italia (2)
5 - Regno Unito (5)
6 - Polonia (8)
7 - Giappone (7)
8 - Spagna (6)
9 - Rep. di Corea (10)
10 - Cina (9)
Migliaia
Disegni Domande
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 38
Figura 33 - Domande di design comunitario e relativi disegni depositati all’UAMI. Ue 27, extra Ue 27, Germania e Italia. Anni 2003 - 2013
Serie storica per numeri indice (base 2003=100))
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Eurostat
I dati di fonte Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design relativi al numero di disegni comunitari depositati tra il 2003 ed il 2012, consentono uno spaccato territoriale dei depositi. Nel periodo osservato i disegni di titolari del Nord Est rappresentano quasi il 43% del totale depositi; quelli di richiedenti del Veneto pesano per il 17,7% sui disegni totali. Nell’ambito del Nord Est seguono per numerosità e peso relativo i depositi dei richiedenti emiliani (11,5%) e del Friuli Venezia Giulia (8,9%). Quelli dei richiedenti del Trentino Alto Adige si fermano al 4,9%. Nel periodo osservato i disegni di titolari veneti hanno conosciuto un incremento medio annuo del +5,9%, frutto tuttavia di una crescita sostenuta tra il 2003 ed il 2006, seguita dal 2007 in avanti da un alternarsi di cali e riprese meno intense, fino ad arrivare ad una nuova contrazione nel 2012, ultimo anno disponibile. C’è da augurarsi che l’ulteriore calo dei depositi italiani di disegni comunitari nel 2013 prima osservato nei dati Eurostat non si riverberi anche sui depositi regionali. Rispetto all’andamento dei disegni di titolari veneti, quelli dei trevigiani si distinguono per due picchi positivi nel 2006 e nel 2011. A quest’ultimo tuttavia, fa eco una flessione molto marcata nel 2012 (-32,8%). Ciononostante Treviso risulta la seconda provincia italiana, nonché prima provincia veneta, per numero di disegni comunitari depositati tra il 2003 ed il 2012, il 6,6% dei depositi di italiani nel periodo.
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
220,0
240,0
260,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
domande
Extra UE27 Ue 27
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
220,0
240,0
260,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
disegni
Germania Italia
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 39
Figura 34 - Disegni comunitari(*) depositati presso l'UAMI tra il 2003 e il 2012(**) per origine del richiedente.
distribuzione percentuale Ripartizioni e regioni del Nord Est
Serie storica ’03-’12 per numeri indice (base 2003=100)
Italia, Nord Est, Veneto e Treviso
(* Sono escluse dal campo di osservazione i disegni presentati in base alla procedura internazionale che prevedono la designazione dell’Unione Europea (**) I dati sono completi fino al 2011 Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
Figura 35 - Prime 20 province italiane per numero di disegni comunitari depositati tra il 2003 e il 2012 presso l'UAMI Valori assoluti, variazioni e quote percentuali
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
NORD OVEST 34,0 CENTRO
18,4
SUD E ISOLE 4,8
TrentinoA. A.4,9
Friuli V. G.8,5
EmiliaRomagna
11,5Veneto 17,7
NORD EST42,6
TREVISO 516 6.028 603 6,3 6,6
Veneto 1.473 16.839 1.684 17,7 5,9
Nord Est 3.757 40.469 4.047 42,6 6,0
Italia 8.808 95.058 9.506 100,0 4,8
Quota % sul totale
Crescita media '03/'12
Depositi 2012
Depositi '03-'12
Depositi medi annui
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
220,0
240,0
260,0
280,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Italia Nord Est
Veneto TREVISO
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 40
I dati di fonte Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design forniscono anche interessanti informazioni con riferimento alla tipologia del soggetto depositante e alle classi merceologiche su cui il design svolgerà la sua azione di tutela. I dati confermano che la maggior parte dei richiedenti di design comunitario sono imprese. Nel quadriennio 2009-2012 le imprese richiedenti rappresentano il 92,9 % del totale, mentre il restante dei soggetti sono per il 6,9% persone fisiche e per un residuale 0,1% Enti. La quota delle domande depositate dalle imprese risulta leggermente superiore al dato medio nel Nord Est (95,0%) e al suo interno nel Veneto (94,2%). La macro area Sud e Isole, si caratterizza per una maggior quota dei soggetti persone fisiche (22,1%), pur restando prevalenti i depositi delle imprese (77,6%). Figura 36 – Distribuzione per tipologia di soggetto dei disegni comunitari depositati da richiedenti
italiani all'UAMI tra il 2009 e il 2012. Italia, Ripartizioni e Veneto Valori percentuali
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
Fra le imprese italiane il ricorso al design comunitario risulta essere una pratica consolidata: oltre il 72% ha depositato più di una domanda di design, percentuale che sale al 73,3% per le imprese venete. Un ristretto gruppo di questi richiedenti, che copre l’1,7% delle imprese venete, ha depositato fra il 2009 e il 2012 più di 100 domande.
0,1 0,1 0,1 0,0 0,1 0,3
92,9 93,0 95,0 94,2 91,5
77,6
6,9 6,8 4,9 5,8 8,4
22,1
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
di cuiVeneto
Italia Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
Enti Imprese Persone fisiche
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 41
Figura 37 – Suddivisione delle imprese italiane e venete per numero di disegni comunitari depositati tra il 2009 ed il 2012 presso l'UAMI (quote percentuali)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
La procedura di deposito del design prevede la scelta di una o più classi di Locarno per assegnare in modo univoco la tipologia di prodotto su cui il design svolgerà la sua azione di tutela. L’analisi dei settori cui appartengono i modelli oggetto di domanda di registrazione nel periodo 2003-2012, condotta secondo l’assegnazione della Classificazione di Locarno, mostra come i principali ambiti di tutela richiesti per i depositi effettuati dai richiedenti trevigiani riguardano: − la classe 06, Prodotti di arredamento: il 26,2% dei depositi provinciali contro il
19,1% medio dell’Italia ed il 18,6% regionale; − la classe 26, Apparecchi di illuminazione: il 16,4% dei depositi provinciali contro il
6,5% medio dell’Italia ed il 10,1% regionale; − la classe 02, Abbigliamento e mercerie: il 14,3% dei depositi provinciali contro il
13,5% medio dell’Italia ed il 12,1% regionale. Tavola 1 - Distribuzione per Classi di Locarno
dei depositi di richiedenti italiani tra il 2003 e il 2012
Figura 38 - Classi merceologiche prevalenti delle richieste di trevigiani tra il 2003 e il 2012
e confronto con Veneto e Italia
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Osservatorio Unioncamere brevetti marchi e design - UAMI
26,8
13,040,5
18,31,5
27,6
15,537,2
18,0
1,7
1 domanda
2 domande
3-10 domande
11-100 domande
più di 100 domande
Veneto
Italia
Quota %
classe 06 (Arredamento) 19,1
classe 02 (Abbigliamento e merceria) 13,5
classe 07 (Articoli di uso domestico non compresi nelle altre classi)
7,3
classe 26 (Apparecchi di illuminazione) 6,5
classe 23(App. per l’erogazione di fluidi, Installazioni sanitarie, di riscaldamento, di ventilazione e di condizionamento d'aria, combustibili solidi)
5,7
classe 11 (Oggetti per uso ornamentale) 5,4
classe 25 (Fabbricati ed elementi di costruzione) 5,3
classe 09 (Imballaggi e recipienti per il trasporto e la manipolazione di merci)
4,6
classe 08 (Utensili e ferramenta) 4,1
altre classi 28,7
Classi di Locarno
14,3
26,2
16,4
12,1
18,6
10,1
13,5
19,1
6,5
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
Classe 02(Abbigliamento
e merceria)
Classe 06(Arredamento)
Classe 26(Apparecchi di illuminazione)
Treviso Veneto Italia
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 42
2. Le Startup innovative
“Alle imprese innovative, numerosi studi empirici attribuiscono, rispetto a quelle tradizionali, un maggiore impatto sui livelli di produttività e occupazione”, così rileva il Ministero dello Sviluppo Economico nella Relazione al Parlamento di marzo 2014. Con queste premesse “creare le condizioni, di sistema, favorevoli alla nascita e allo sviluppo delle Startup innovative18”, indipendentemente dal settore economico, “consente di fornire un contributo rilevante alla crescita economica e all’occupazione, in particolare di quella giovanile”. A beneficiarne poi sarebbe tutto il tessuto imprenditoriale e sosterebbe, tra l’altro, lo sviluppo di una nuova manifattura italiana orientata all’high-tech e alle high-skill19
.
Una prima mappatura degli attori (Startup, incubatori, acceleratori, investitori, parchi scientifici e tecnologici, ecc.) che formano l’ecosistema delle Startup italiane è stata elaborata da Italia Startup e dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Smau20. Accanto quindi alle informazioni sulle Startup innovative e sugli incubatori certificati21
iscritti nelle apposite sezioni dei registri camerali, è stato raccolto, con lo scopo di promuoverne la visibilità sul piano internazionale, un elenco dei principali soggetti che sono parte attiva nella creazione di un ecosistema favorevole all’imprenditorialità innovativa.
La tavola 2 offre uno sguardo sulla composizione di questo ecosistema per territorio: premesso che i valori numerici sono ancora contenuti, e forse parziali, è comunque positivo poter osservare dove si collocano le varie componenti dell’ecosistema nel territorio italiano. Infatti, come viene rilevato nel rapporto Restart Italia – un anno dopo22
18 Per Startup innovativa non si intende una qualsiasi nuova impresa, ma solo quelle il cui business è legato all’innovazione e alla tecnologia. I requisiti previsti dalla Legge 221/2012, di conversione del Decreto Legge 179/2012, sono stati semplificati e ampliati dal Decreto Legge 76/2013, convertito con modificazione, dalla Legge 99/2013 (“Decreto Lavoro”). Maggiori dettagli sono disponibili nel sito
, risulta fondamentale per una Startup il fattore territoriale, dato che un’impresa
http://startup.registroimprese.it/ . 19 “Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della normativa a sostegno dell’ecosistema delle startup innovative. 1 marzo 2014” – M.I.S.E. http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/Relazione_Ministro_policy_startup-ver_10_marzo.PDF 20 Il Rapporto “The Italian Startup Ecosystem-Who’s Who” elaborato da Italia Startup e dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Smau, e la mappa sono disponibili al link http://www.italiastartup.it/whoiswho/ 21 Si tratta di imprese che ospitano, sostengono e accompagnano lo sviluppo delle Startup innovative, offrendo loro attività di formazione, sostegno operativo e manageriale, fornendo strumenti e luoghi di lavoro e favorendo il contratto tra investitori e le idee imprenditoriali stimate ad alto potenziale di ritorno economico, ma non ancora appetibili per il mercato di capitali. I manager degli incitatori certificati mettono a disposizione degli imprenditori la propria esperienza e preparazione, permettendo alle startup di lanciare la propria attività sul mercato in modo efficace e in tempi rapidi (D.L. 179/2012 e successive modificazioni). 22 “Restart Italia – Un anno dopo” – M.I.S.E. a cura di Smau e Italia Startup http://www.italiastartup.it/wp-content/uploads/2013/11/RestartItalia-1AnnoDopo.pdf
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 43
innovativa, per nascere e crescere, ha bisogno di un luogo “ospitale” che coniughi al tempo stesso le esigenze tipiche di un’impresa appena nata (come spazi di lavoro a basso costo e procedure amministrative semplificate, ecc.) con quelle tipiche di un’impresa più matura (come la necessità di infrastrutture di comunicazione, forte connettività, personale high-skill e servizi e strumenti per accedere ai mercati internazionali). Il legame con il territorio risulta ancora più importante in settori particolari, come ad esempio nel biotech, nel farmaceutico o nell’agroalimentare, perché lo sviluppo di un determinato progetto è legato anche alla possibilità di accesso a laboratori, università e centri di ricerca o comunque a luoghi dotati di particolari attrezzature e tecnologie. Tavola 2 - L'ecosistema delle Startup Italiane per territorio*. Situazione ai primi di settembre e primi di ottobre 2014 (valori assoluti)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere e Italia Start Up – Who’s Who** *NORD: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Veneto CENTRO: Abruzzo, Emilia-Romagna Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria SUD: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia
** I dati di Startup innovative e Incubatori certificati sono stati elaborati in base agli elenchi dei soggetti iscritti nelle apposite sezioni dei registri camerali (aggiornamento al 1 settembre 2014), mentre le altre informazioni sono desunte dagli elenchi presenti in Italia Start Up – Who’s Who al 2 ottobre 2014 e possono non essere esaustive. Dalla mappatura emerge che il Nord Italia ha il numero più elevato di attori, rispetto agli altri territori. La distribuzione poi varia all’interno delle singole regioni: concentrata in una determinata area, come in Lombardia, Lazio e Campania, o diffusa fra le province come ad esempio nel Veneto. Anche nella provincia di Treviso sono attivi alcuni componenti di questo ecosistema, e contribuiscono alla presenza nel territorio di 41 Startup innovative al primo di settembre 2014, valore che colloca la marca trevigiana fra le prime venti province italiane per numerosità e al secondo posto nel Veneto, dopo Padova, che di unità, nell’apposita sezione del registro imprese camerale, ne annovera 63.
Star up innovative
Incubatori certificati
Funded Startups
InvestorsIncubators
and Accelerators
Science and
tecnology parks
Coworking spaces
Startup competitions
Associa-tions &
Community
Nord 1.174 18 56 23 47 18 41 19 14Veneto 199 3 17 3 7 3 8 5 1Treviso 41 1 8 1 2 3Centro 856 9 30 7 36 11 21 10 12Sud 484 3 34 1 20 11 9 5 2Totale 2.514 30 120 31 103 40 71 34 28
Territorio
al 1/9/2014 al 2/10/2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 44
Figura 39 - L'ecosistema delle Startup Italiane per territorio. Situazione al 13 ottobre 2014
Fonte: Italia Start Up – Who’s Who
Figura 40 - Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative Ripartizioni e province venete. Situazione al 01/09/2014 (valori assoluti e percentuali)
Italia Veneto
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
Nord Ovest788
31,3%
Nord est663
26,4%
Centro530
21,1%Sud e Isole
53321,2%
Belluno2
1,0%
Padova63
31,7%
Rovigo3
1,5%Treviso
4120,6%
Venezia39
19,6%
Verona34
17,1%
Vicenza17
8,5%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 45
Figura 41 - Graduatoria prime 20 province italiane Situazione al 01/09/2014 e confronto con il 30/09/2013 (valori assoluti)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere Con riferimento ai settori economici, analogamente a quanto avviene a livello nazionale, oltre la metà delle Startup innovative della provincia di Treviso opera nel comparto dei servizi alle imprese (28 delle 41 imprese iscritte in provincia, pari al 68,3%); di queste poco più della metà si occupa di produzione di software e consulenza informatica, il 28,6% svolge attività legate ai servizi di informazione e altri servizi informatici, il resto attività di ricerca e sviluppo o legate a profili tecnici e scientifici. Tavola 3 -Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative per macrosettori economici e territorio. Consistenza al 1 settembre 2014 (Valori assoluti)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
13
20
18
17
24
21
20
26
2
16
27
28
35
33
26
47
49
92
106
142
37
37
39
41
41
41
42
47
50
52
57
60
63
65
76
77
94
148
200
356
0 50 100 150 200 250 300 350 400
Salerno
Lecce
Venezia
Palermo
Treviso
Pisa
Brescia
Ancona
Bari
Bergamo
Cagliari
Modena
Padova
Firenze
Napoli
Bologna
Trento
Torino
Roma
Milano
01/09/2014
30/09/2013
BL PD RO TV VE VR VI TotaleAgricoltura, silvicoltura e pesca - - - - 1 - - 1 9 10Manifatturiero - 17 - 8 3 7 6 41 373 414Public Utilities - - - - - - - - 33 33Costruzioni - - - - - - - - 26 26Commercio 1 2 - 2 1 - 1 7 80 87Alloggio e ristorazione - - - - - - - - 4 4Attività Immobiliari - - - - - - - - 1 1Servizi alle imprese (escl. Att. Imm.) 1 43 3 28 34 26 10 145 1.731 1.876Servizi alle persone - 1 - 3 - 1 - 5 36 41Non classif icato - - - - - - - - 22 22Totale 2 63 3 41 39 34 17 199 2.315 2.514
Settore economicoVeneto Altre
RegioniItalia
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 46
Fra le Startup innovative della provincia di Treviso, inoltre, quattro sono ad alto valore tecnologico in ambito energetico e una è a vocazione sociale23
Per quanto riguarda la dimensione aziendale quasi tutte le imprese trevigiane per cui è disponibile l’informazione, hanno da 0 a 4 addetti al massimo (15 sulle 16 Statup innovative per cui è presente il dato). Sempre 15 imprese hanno meno di 100 mila euro di valore della produzione, 3 hanno da 110 a 500 mila euro, e una ha un fatturato compreso fra 510 mila e 1 milione di euro.
. Le Startup di quest’ultimo tipo, poiché per perseguire la loro finalità sociale presentano un modello di business meno “attraente” per il mercato, godono di ulteriori benefici fiscali rispetto alle altre Startup innovative.
Figura 42 - Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative per macrosettore di attività economica. ITALIA.
Situazione al 01/09/2014 (valori assoluti)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
23 Un’impresa è ad alto valore tecnologico in ambito energetico se sviluppa e commercializza esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico. Sono da considerarsi escluse le imprese classificate con codice Ateco “72.1 - Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria” che non operano in ambito energetico. Un’impresa è a vocazione sociale se opera nei settori individuati dalla disciplina dell’impresa sociale. I settori individuati sono quelli dell’assistenza sociale; dell’assistenza sanitaria; dell’educazione, istruzione e formazione; della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema; della raccolta dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi; della valorizzazione del patrimonio culturale; del turismo sociale; della formazione universitaria e post-universitaria; della ricerca ed erogazione di servizi culturali; della formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo.
Agricoltura, silvicoltura e pesca
100,4%
Manifatturiero414
16,5%
Public Utilities33
1,3%
Costruzioni26
1,0%
Commercio87
3,5%
Alloggio e ristorazione
40,2%
Attività Immobiliari1
0,0%
Servizi alle imprese (escl. Att. Imm.)
1.87674,6%
Servizi alle persone41
1,6%
N.C22
0,9%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 47
Figura 43 - Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative per macrosettore di attività economica. ITALIA. Principali divisioni di attività economica nei Servizi alle imprese.
Situazione al 01/09/2014 (valori assoluti)
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
Figura 44 - Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative PROVINCIA DI TREVISO. Situazione al 01/09/2014 (valori assoluti)
Distribuzione per macrosettore di attività economica
Distribuzione per classe di addetti Distribuzione per classe valore della produzione
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
366
217
8956 48 42 27 10 19
471
266
12267 61 54 34 14 25
758
432
207
110 97 8253 48 34
0
100
200
300
400
500
600
700
800
J 62 Software, consulenza
informatica, ecc.
M 72 Ricerca scientifica e
sviluppo
J 63 Servizi d'informazione e
altri servizi informatici
M 71 Studi di architettura e
d'ingegneria, ecc
M 74 Altre attività professionali, scientifiche e
tecniche
M 70 Attività di direzione
aziendale e di consulenza gestionale
J 58 Attività editoriali
N 82 Attività di supporto per le
funzioni d'ufficio e altro
M 73 Pubblicità e ricerche di mercato
30/09/2013
06/01/2014
01/09/2014
Commercio; 2
Manifatturiero; 8
Servizi alle persone; 3
Software, cons. informatica, ecc.; 15
Servizi d'informazione, ecc.; 8
Studi archit. e ingegneria, ecc; 1R & S; 3
Altre att. scientifiche e tecniche; 1
Servizi alle imprese (escl. Att. Imm)
28
0-4 addetti36,6%
5-9 addetti2,4%
Non disponibile
61,0%
0-0,10 mln euro36,6%
0,11-0,50 mln euro
7,3%0,51-1,00 mln euro
2,4%
Non disponibile
53,7%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 48
3. La cooperazione fra imprese: i contratti di rete
Il contratto di rete è un contratto plurilaterale di cooperazione interaziendale che si aggiunge alle preesistenti forme aggregative quali il contratto di società o di consorzio, l’A.T.I., R.T.I., la joint venture, il contratto di franchising. E’ stato introdotto nell'ordinamento italiano con l'art. 3 del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5 convertito, con modificazioni dalla Legge 9 aprile 2009, n. 33. La normativa ha subìto, nel tempo, numerose modifiche. Recentemente, con l'art. 45 del decreto legge n. 83/2012, convertito nella legge n. 134/2012 sono state introdotte importanti innovazioni rispetto alla disciplina previgente. In particolare, è stata riconosciuta al contratto di rete la possibilità, nel caso in cui venga costituito un fondo patrimoniale comune e un organo comune destinato a svolgere attività con i terzi, di acquisire soggettività giuridica mediante iscrizione in un’apposita posizione nella sezione ordinaria del Registro Imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sua sede. Il contratto di rete è in ogni caso soggetto ad iscrizione nel Registro delle Imprese, ma se la rete non ha soggettività giuridica viene annotato nella posizione di ciascuna impresa aderente. Il contratto deve essere sottoscritto da almeno due imprenditori, ma presenta una struttura prevalentemente “aperta”, si caratterizza cioè per la possibilità di nuovi ingressi nella Rete, successivi alla sua prima formalizzazione, o eventuali recessi. Lo scopo principale delle rete di imprese è quello di raggiungere degli obiettivi comuni di incremento della capacità innovativa, e per esteso della competitività aziendale. A tal fine le imprese possono obbligarsi a collaborare in diversi modi: possono collaborare in forme e in ambiti predeterminati, attinenti all'esercizio delle proprie imprese; oppure scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica, oppure ancora esercitare in comune una o più attività rientranti nell'oggetto della propria impresa. A seconda del tipo di governance possiamo distinguere i seguenti modelli di rete: − reti di “scambio”: hanno una struttura organizzativa semplificata: non prevedono la
costituzione di un organo comune e di un fondo patrimoniale comune, in quanto sono basate principalmente sullo scambio e sulla condivisione di informazioni, di know-how, di prestazioni di varia natura (commerciali, industriali, tecniche etc). In questo caso la gestione della Rete è affidata in capo a ciascun partecipante retista;
− reti “leggere” o “light”: fanno riferimento alla quasi totalità delle Reti di Impresa sinora costituite in Italia. A differenza delle “Reti di scambio”, esse hanno una governance più strutturata che prevede la costituzione di organo comune e di un fondo patrimoniale comune;
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 49
− reti “pesanti”: Reti che oltre alla costituzione di un organo comune e di un fondo patrimoniale comune, acquisiscono la soggettività giuridica e quindi diventano un soggetto fiscale autonomo in grado di poter esercitare a tutti gli effetti attività d’impresa.
Da alcune analisi fatte in questi primi anni di vita del Contratto di Rete, sono emersi numerosi vantaggi ottenuti dalle imprese che hanno deciso di fare una Rete di Impresa: − agevolazioni fiscali (articolo 42, comma 2-quater, dl n. 78/2010); − responsabilità limitata (al fondo patrimoniale comune) per le obbligazioni assunte
nei confronti dei terzi in nome e per conto della Rete; − accesso al credito tramite appositi modelli di Rating predisposti dai principali istituti
bancari; − aumento delle possibilità di penetrazione in mercati internazionali (difficilmente
raggiungibili dalle singole imprese a causa delle piccole dimensioni); − riduzione dei rischi operativi; − possibilità di partecipazione a bandi e gare di appalto; − sviluppo di nuove competenze e/o nuovi prodotti; − riduzione dei costi di gestione; Sulla base dei dati Infocamere, a fine 2013 risultavano attivati in Italia 1.334 contratti di rete per un totale di 6.492 soggetti aderenti24
: in un anno sia il numero dei contratti (+687) che dei soggetti coinvolti (+3.132) è praticamente raddoppiato. E nei primi sei mesi del 2014 sia il numero dei contratti che degli aderenti ha continuato a crescere a ritmi più che sostenuti: i contratti sono saliti a 1.634 (+23,2%) ed i soggetti a 8.110 unità (+24,9%).
Alla fine di giugno in Veneto 625 soggetti (erano 473 a fine 2013 e 267 a dicembre 2012) partecipano a 194 contratti di rete (+34 contratti rispetto alla fine dell’anno scorso). E’ la quarta regione per numerosità di contratti dietro a Lombardia (530), Emilia Romagna (322) e Lazio (215). In provincia di Treviso al 30 giugno 2014 si contano 112 soggetti (43 in più della fine dell’anno) che hanno sottoscritto 49 contratti di rete (+13 da fine 2013). Tra le province venete è seconda per numero di aderenti dietro a Verona (193 soggetti coinvolti e 53 contratti).
24 Si tratta prevalentemente di imprese, ma si contano anche alcuni aderenti classificati come Enti morali/Fondazioni e Associazioni.
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 50
Figura 45 - Contratti di rete* e soggetti coinvolti** per regione. Dic. 2013 e giu. 2014 Ordinamento decrescente per numero di contratti a giugno 2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
Figura 46 - Contratti di rete*, soggetti coinvolti** per provincia. Dic. 2013 e giu. 2014
Prime 25 province per numerosità dei contratti di rete. Ordinamento decrescente per numero di contratti a giugno 2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere (*) Per ogni regione/provincia vengono considerati i contratti che coinvolgono almeno un'impresa con sede nel territorio, di conseguenza ogni contratto può essere conteggiato più volte (**) Si fa riferimento genericamente ai “soggetti” coinvolti, e non più specificamente alle imprese, in quanto un piccolissima percentuale di essi sono classificati in base alla forma giuridica come Enti /Fondazioni e Associazioni.
Contratti di rete* Soggetti coinvolti**
ITALIA 6.492 (dic. 2013) - 8.110 (giu. 2014)ITALIA 1.334 (dic. 2013) - 1.643 (giu. 2014)
3
31
133
128
202
192
127
100
126
165
298
310
406
348
564
840
625
557
1.060
1.895
Valle d'Aosta
Molise
Basilicata
Calabria
Sardegna
Umbria
Sicilia
Trentino-Alto …
Liguria
Friuli-Venezia Giulia
Campania
Marche
Puglia
Piemonte
Abruzzo
Toscana
Veneto
Lazio
Emilia-Romagna
Lombardia
giu-14
dic-133
16
31
33
41
42
47
48
51
54
93
100
112
118
152
154
194
215
322
530
Valle d'Aosta
Molise
Basilicata
Calabria
Sardegna
Umbria
Sicilia
Trentino-Alto Adige/Südtirol
Liguria
Friuli-Venezia Giulia
Campania
Marche
Puglia
Piemonte
Abruzzo
Toscana
Veneto
Lazio
Emilia-Romagna
Lombardia
giu-14
dic-13
Soggetti coinvolti**Contratti di rete*
47474849505253545458596063636570707379
99102
116128
187310
ComoParma
VeneziaTreviso
LeccoRavenna
VeronaForlì-Cesena
NapoliPadovaVicenzaVarese
Reggio nell'EmiliaTorino
BariFirenze
PescaraChieti
Monza e della BrianzaModena
BergamoBolognaBrescia
RomaMilano
giu-14
dic-13 1008195112114102
19393104101103114103
151174
240155
222145
240212234
345404
609
ComoParma
VeneziaTreviso
LeccoRavenna
VeronaForlì-Cesena
NapoliPadovaVicenzaVarese
Reggio nell'EmiliaTorino
BariFirenze
PescaraChieti
Monza e della BrianzaModena
BergamoBolognaBrescia
RomaMilano
giu-14
dic-13
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 51
Va precisato che un contratto può coinvolgere sottoscrittori di diversi territori provinciali, all’interno o all’esterno di uno stesso ambito regionale. Guardando ai contratti che insistono sulla provincia di Treviso al 30 giugno 2014, più della metà resta all’interno della regione, con imprese della stessa provincia (11, il 25% del totale) o con imprese di altre province (16, 33%), mentre il restante 42% coinvolge imprese di altre regioni, principalmente della Lombardia (12 su 22 contratti).
Figura 47 – Estensione territoriale dei contratti che coinvolgono almeno un’impresa trevigiana Situazione al 30 giugno 2014
distribuzione %
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
A fine giugno prevalgono i contratti che coinvolgono da quattro a nove imprese (24 contratti, il 49%), seguiti da quelli che non superano i tre aderenti (15, il 30,6%). Ma una quota non residuale (10 contratti) vanta da 10 imprese aderenti in su.
Figura 48 – Distribuzione dei contratti di rete che coinvolgono almeno un’impresa trevigiana per numerosità dei soggetti aderenti. Confronto situazione a dicembre 2013 e a giugno 2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
con imprese di
altre province venete
33%
con imprese
della provincia
22%
con imprese di
altre regioni
45%
12
76
54 4
3 3 32 2 2 2
1 1 1
0
2
4
6
8
10
12
14
14
17
5
15
24
10
0
5
10
15
20
25
30
f ino a tre imprese da 4 a 9 imprese da 10 imprese in su
dic. 2013
giu. 2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 52
Guardando ai settori economici, poco meno del 43% dei soggetti coivolti (48) appartiene all’industria in senso stretto (manifatturiero e public utilities), contro un 32,8% medio veneto ed un 33,8% italiano. Seguono per numerosità i sottoscrittori dei servizi (35) che in termini relativi rappresentano il 31,3% degli aderenti provinciali, contro una media regionale e nazionale rispettivamente del 51,5% e 48,3%. Infine, 29 sottoscrittori (il 25,9% del totale) appartengono al settore delle costruzioni: peso decisamente superiore sia alla media veneta (10,9%) che nazionale (10,1%).
Figura 49 – Distribuzione dei contratti di rete che coinvolgono almeno un’impresa trevigiana per settore economico.
Valori assoluti dic. 2012, dic. 2013 e giu. 2014, distribuzione % giugno 2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
Dal punto di vista della forma giuridica prevalgono le società di capitali: a metà 2014, in provincia di Treviso, 82 su 112 soggetti sottoscrittori rientrano in questa forma giuridica, pari ad un incidenza del 73,2% sul totale, contro il 68,6% in Veneto e il 65% a livello nazionale. Seguono a distanza gli aderenti costituiti sotto forma di Società di persone: 18 sottoscrittori, pari al 16,1% del totale provinciale, contro il 13,4% della media regionale ed il 13,8% di quella nazionale. Dei restanti sottoscrittori, 10 sono Imprese individuali (8,9%) e 2 sono Società Cooperative (1,8%).
29
35
48
3
10
29
16
24
35
-
10
20
30
40
50
60
dic-
12
dic-
13
giu-
14
dic-
12
dic-
13
giu-
14
dic-
12
dic-
13
giu-
14
Manifatturiero e public utilities Costruzioni Servizi
Manifatturiero e public utilities
42,9%
Costruzioni25,9%
Servizi31,3%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 53
Figura 50 – Distribuzione dei contratti di rete che coinvolgono almeno un’impresa trevigiana per forma giuridica.
Valori assoluti dic. 2012, dic. 2013 e giu. 2014, distribuzione % giugno 2014
Fonte: Elab. Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere
41
56
82
4
10
18
1 1
10
2 2 2
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
dic-
12
dic-
13
giu-
14
dic-
12
dic-
13
giu-
14
dic-
12
dic-
13
giu-
14
dic-
12
dic-
13
giu-
14Società
di capitaleSocietà
di personeDitte
individualiAltre
forme
Societàdi capitale
73%
Societàdi persone
16%
Ditteindividuali
9%
Altre forme
2%
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 54
Appendice statistica Anno 2013
Report n. 9 – Ottobre 2014
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 55
Indice delle tavole
(pag.)
Tav. 1 Domande di brevetto equivalenti per aree geografiche e principali paesi di origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012
59
Tav. 2 Domande di brevetto per aree geografiche e principali uffici di deposito, di cui
depositi di residenti e di stranieri.Anni 2008 - 2012 60
Tav. 3.a Domande di brevetto per principali paesi di origine e principali uffici di deposito.
Anno 2012. 61
Tav. 3.b Domande di brevetto di richiedenti italiani per principali uffici di deposito. Anni
2008 - 2012 62
Tav. 4 Domande di brevetto depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) per
territorio di deposito. Province venete, Veneto e Italia. Anni 2008-2013 63
Tav. 5 Domande di brevetto depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) per
territorio di residenza di almeno un richiedente titolare. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
63
Tav. 6 Domande di brevetto internazionale per paese di residenza del titolare richiedente
e data di priorità. Anni 2003 - 2011 64
Tav. 7 Domande di brevetto internazionale per regione di residenza del titolare
richiedente e data di priorità. Anni 2003 - 2011 65
Tav. 8 Domande di brevetto internazionale per regione di residenza del titolare
richiedente e data di priorità. Anni 2003 - 2011 66
Tav. 9 Domande di brevetto europeo per paese di residenza del titolare richiedente e data
di priorità. Anni 2003 - 2011 Ordinamento decrescente per valori cumulati 2003-2011
67
Tav. 10 Domande di brevetto europeo per regione di residenza del titolare richiedente e
data di priorità. Anni 2003 - 2011 68
Tav. 11 Domande di brevetto internazionale per provincia di residenza del titolare
richiedente e data di priorità. Anni 2003 - 2011 69
Tav. 12 Domande di brevetto europeo pubblicate da EPO (European Patent Office).
Province venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Anni 1999-2012 70
Tav. 13 Domande di brevetto pubblicate da EPO (European Patent Office) nel periodo
2000-2013 per settore e classe tecnologica WIPO. Provincia dell'indirizzo del titolare dichiarante
71
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 56
Tav. 14 Domande di brevetto pubblicate da EPO (European Patent Office) nel periodo 2000-2013 per settore e classe tecnologica WIPO. Provincia dell'indirizzo dell'inventore
72
Tav. 15 Domande di brevetto per modello di utilità per aree geografiche e principali paesi
di origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012 73
Tav. 16 Domande di brevetto per modello di utilità per aree geografiche e principali uffici
di deposito, di cui depositi di residenti e di stranieri. Anni 2008 - 2012. 74
Tav. 17 Domande di brevetto per modello di utilità per principali paesi di origine e
principali uffici di deposito. Anno 2012 75
Tav. 18 Domande di brevetto per modello di utilità depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi (UIBM) per territorio di deposito. Province venete, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
76
Tav. 19 Domande di brevetto per modello di utilità depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi (UIBM) per territorio di residenza di almeno un richiedente titolare. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
76
Tav. 20 Domande di marchio (dirette e con sistema di Madrid) per aree geografiche e
principali paesi di origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012 77
Tav. 21 Domande di marchio (dirette e con sistema di Madrid) per aree geografiche e
principali uffici di deposito, di cui depositi di residenti e di stranieri. Anni 2008 - 2012
78
Tav. 22 Domande di marchio (dirette e con sistema di Madrid) per principali paesi di
origine e principali uffici di deposito. Anno 2012 79
Tav. 23 Numero di classi merceologiche equivalenti specificate nelle domande di marchio
(dirette e con sistema di Madrid) per aree geografiche e principali paesi di origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012
80
Tav. 24 Numero di classi merceologiche specificate nelle domande di marchio (dirette e
con sistema di Madrid) per aree geografiche e principali paesi di deposito, di cui depositi di residenti e di stranieri. Anni 2008 - 2012
81
Tav. 25 Numero di classi merceologiche specificate nelle domande di marchio (dirette e
con sistema di Madrid) per principali paesi di origine e principali uffici di deposito. Anno 2012
82
Tav. 26 Domande di di registrazione di marchi depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi (UIBM) per territorio di deposito. Province venete, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
83
Tav. 27 Domande di registrazione di marchi depositate all'Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi (UIBM) per territorio di residenza di almeno un richiedente titolare. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
83
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 57
Tav. 28 Domande di marchio comunitario depositate presso l'UAMI (Ufficio per l'Armonizzazione del Mercato Interno) per paese di origine del primo titolare ("applicant"). Tutti i Paesi, Paesi Ue 27 e primi 20 Paesi di origine per numero di depositi 2013. Anni 2008-2013
84
Tav. 29 Numero di classi merceologiche specificate nelle domande di marchio comunitario
depositate presso l'UAMI (Ufficio per l'Armonizzazione del Mercato Interno) per paese di origine del primo titolare ("applicant"). Tutti i Paesi, Paesi Ue 27 e primi 20 Paesi di origine per depositi 2013. Anni 2008-2013
85
Tav. 30 Domande italiane di marchio comunitarie depositate presso l'UAMI (Ufficio per
l'Armonizzazione del Mercato Interno). Province venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Anni 1999-2012
86
Tav. 31 Registrazione di disegni industriali: domande equivalenti (dirette e con sistema
dell'Aia ) per aree geografiche e principali paesi di origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012
87
Tav. 32 Registrazione di disegni industriali: domande (dirette e con sistema dell'Aia ) per
aree geografiche e principali paesi di deposito, di cui depositi di residenti e di stranieri. Anni 2008 - 2012
88
Tav. 33 Registrazione di disegni industriali: domande (dirette e con sistema dell'Aia) per
principali paesi di origine e principali uffici di deposito 89
Tav. 34 Disegni industriali equivalenti depositati per la registrazione per principali paesi di
origine, di cui nel paese di origine e all'estero. Anni 2008 - 2012 90
Tav. 35 Disegni industriali per aree geografiche e principali paesi di deposito, di cui
depositi di residenti e di stranieri. Anni 2008 - 2012 91
Tav. 36 Disegni industriali per principali paesi di origine e principali uffici di deposito.
Anno 2012 92
Tav. 37 Registrazione di disegni industriali: domande depositate all'Ufficio Italiano
Brevetti e Marchi (UIBM) per territorio di deposito. Province venete, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
93
Tav. 38 Registrazione di disegni industriali: domande depositate all'Ufficio Italiano
Brevetti e Marchi (UIBM) per territorio di residenza di almeno un richiedente titolare. Treviso, Veneto e Italia. Anni 2008-2013
93
Tav. 39 Design comunitario: domande depositati presso l'UAMI (Ufficio per
l'Armonizzazione del Mercato Interno) per paese di origine del primo titolare ("applicant").Tutti i Paesi, Paesi Ue 27 e primi 20 Paesi di origine per numero di depositi 2013. Anni 2008-2013
94
Tav. 40 Disegni comunitari depositati presso l'UAMI (Ufficio per l'Armonizzazione del
Mercato Interno) per paese di origine del primo titolare ("applicant"). Tutti i Paesi, Paesi Ue 27 e primi 20 Paesi di origine per numero di depositi 2013. Anni 2008-2013
95
I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO 58
Tav. 41 Design comunitario: domande italiane depositate presso l'UAMI (Ufficio per l'Armonizzazione del Mercato Interno). Province venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Anni 2003-2012
96
Tav. 42 Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative per macrosettore di
attività economica (Ateco 2007) e territorio. Italia, Regioni e province venete. Situazione al 1 settembre 2014
97
Tav. 43 Imprese registrate nella sezione delle Startup innovative per macrosettore di
attività economica (Ateco 2007) e provincia. Situazione al 1 settembre 2014 98
Tav. 44 Numerosità dei Contratti di rete e dei soggetti coinvolti per territorio. Province
venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Situazione a dicembre 2012 e 2013 e giugno 2014 (fine periodo)
99
Tav. 45 Numerosità dei soggetti coinvolti in contratti di rete per territorio e forma
giuridica. Province venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Situazione a dicembre 2012 e 2013 e giugno 2014 (fine periodo)
100
Tav. 46 Numerosità dei soggetti coinvolti in contratti di rete per territorio e per aggregati
economici (Ateco 2007). Province venete, Veneto, Ripartizioni e Italia. Situazione a dicembre 2012 e 2013 e giugno 2014 (fine periodo)
101
Tavo
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fiche
Asi
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7.66
066
8.94
025
8.72
092
2.60
667
8.24
824
4.35
81.
009.
308
744.
933
264.
375
1.15
5.31
687
1.24
928
4.06
71.
313.
780
999.
638
314.
142
Eur
ope
529.
554
220.
084
309.
470
503.
563
212.
592
290.
971
540.
676
221.
426
319.
250
542.
325
215.
905
326.
420
557.
970
217.
703
340.
267
Nor
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mer
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452.
268
236.
649
215.
619
420.
814
229.
979
190.
835
457.
666
246.
527
211.
139
465.
768
252.
504
213.
264
495.
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________________________________________________________________________________________ I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO
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________________________________________________________________________________________ I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO
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________________________________________________________________________________________ I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO
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________________________________________________________________________________________ I NUMERI DELL’ANNO, ANNO 2013, Report n. 9/2014 – CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO
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