INCLUSIONE E DISABILITÀ
Istituto Statale Istruzione Superiore
«EUROPA»
POMIGLIANO D’ARCO (NA)
19 SETTEMBRE 2017
LA DIDATTICA INCLUSIVA
L’IMPEGNO DELLA SCUOLA
• Stili di apprendimento e stili cognitivi
METODOLOGIE
“La scuola inclusiva richiede
sistemi di istruzione flessibili in
risposta alle diverse e spesso
complesse esigenze dei
singoli alunni”
tratto da EUROPEA SCUOLA INCLUSIVA
considera la/il bambina/o l’alunna/o, la/lo
studentessa/studente protagonista
dell’apprendimento qualunque siano le sue
capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti.
UN SISTEMA INCLUSIVO
[…] - si realizzi una corresponsabilità educativa diffusa
- si possieda una competenza didattica adeguata ad impostare una
opportuna relazione educativa anche con alunni con disabilità.
La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli
insegnanti perché l’intera comunità scolastica è chiamata ad
organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini
cognitive, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e
potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie
didattiche in relazione ai bisogni degli alunni. Non in altro modo
sarebbe infatti possibile che gli alunni esercitino il proprio diritto allo
studio inteso come successo formativo per tutti, tanto che la
predisposizione di interventi didattici non differenziati evidenzia
immediatamente una disparità di trattamento nel servizio di istruzione
verso coloro che non sono compresi nelle prassi educative e
didattiche concretamente realizzate.)
tratto da - Per una Didattica inclusiva …
Conseguentemente il Collegio dei docenti potrà provvedere ad attuare
tutte le azioni volte a promuovere l’inclusione scolastica e sociale
degli alunni con disabilità, inserendo nel Piano Triennale dell'Offerta
Formativa la scelta inclusiva dell’Istituzione scolastica e indicando le
prassi didattiche che promuovono effettivamente l’inclusione(gruppi di livello eterogenei, apprendimento cooperativo, ecc.). I
Consigli di classe si adopereranno pertanto al coordinamento delle
attività didattiche, alla preparazione dei materiali e a quanto può
consentire all'alunno con disabilità, sulla base dei suoi bisogni e delle sue
necessità, la piena partecipazione allo svolgimento della vita scolastica
nella sua classe.
tratto da - Per una Didattica inclusiva …
UN SISTEMA INCLUSIVO
La scuola diventa inclusiva quando sa accogliere tutte le
diversità e riformulare al tal fine le proprie scelte organizzative ,
progettuali, metodologiche didattiche e logistiche.
[…] richiede collaborazioni e alleanze tra scuola, famiglia, servizi,
istituzioni di vario tipo, associazionismo, mondo del lavoro in una
fitta rete di solidarietà garantita non solo volontaristicamente […]
L’inclusione rappresenta una disponibilità ad accogliere
preliminare, si potrebbe dire “incondizionata” in presenza della
quale è possibile pensare all’inserimento come diritto di ogni
persona e all’integrazione come responsabilità della scuola.
tratto da - Per una Didattica inclusiva …
• IL CLIMA DI CLASSE
• LE STRATEGIE DIDATTICHE E GLI
STRUMENTI
• LA COLLABORAZIONE CON LE FAMIGLIE
Consta di tre aspetti
Fonte - Per una Didattica inclusiva …
I docenti nella considerazione dello spirito che anima i
momenti dell’" inserimento " e dell’" integrazione"
assume comportamenti non discriminatori
- sono attenti ai bisogni di ciascuno,
- accettano e valorizzano le "diversità" presentate
dagli alunni con diversa abilità come arricchimento
per l’intera classe,
- costruiscono relazioni socio-affettive positive
- favoriscono lo sviluppo del senso di appartenenza.
IL CLIMA DI CLASSE
fonte- Per una Didattica inclusiva …
Si adottano strategie didattiche per un adeguato
rapporto di apprendimento/insegnamento anche
con l’ausilio di strumenti
Va promossa la costruzione attiva della
conoscenza, attivando le personali strategie di
approccio al “sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di
apprendimento.
La progettualità didattica orientata all’inclusione
implica l’adozione di strategie e metodologie, quali
il lavoro di gruppo e/o a coppie, l’apprendimento
cooperativo, il tutoring, l’apprendimento per
scoperta, l’utilizzo di mediatori didattici, e ausili
informatici.
STRATEGIE DIDATTICHE E STRUMENTI
fonte - Per una Didattica inclusiva …
La partecipazione delle famiglie degli alunni con
diversa abilità al processo di integrazione avviene
nel rispetto di quanto previsto dalla legge, inoltre,
una partecipazione sempre più ampia delle
famiglie al sistema di istruzione caratterizza le
disposizioni normative degli ultimi anni,
La collaborazione con le famiglie
fonte - Per una Didattica inclusiva …
I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi
sono:
1. (Saper) valutare la diversità degli alunni – la differenza
tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza
2. Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di
gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti
3. Sostenere gli alunni – i docenti devono coltivare
aspettative alte sul successo scolastico degli studenti
4. Aggiornamento professionale continuo –
l’insegnamento è una attività di apprendimento e i
docenti hanno la responsabilità del proprio
apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.
fonte – non identificata
stili di apprendimento
La conoscenza degli stili di apprendimento è importante sia
per l’alunno che per l’insegnante:
- l’alunno adatta i contenuti da apprendere alle proprie
caratteristiche;
- l’insegnante adatta le proprie lezioni al tipo di studente che
ha di fronte.
IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO
Le fasi che si intersecano strettamente e
determinano l’apprendere sono almeno tre:
INPUT
il momento in
cui percepiamo
le informazioni
attraverso
L’ATTENZIONE
ELABORAZIONE
il loro
consolidamento
attraverso la
MEMORIA e il
collegamento
attraverso la
LOGICA;
OUTPUT
l’espressione
esterna
Cosa sono gli stili di
apprendimento?
Per stile di apprendimento s’intende
«l’approccio all’apprendimento
preferenziale di una persona, il suo
modo tipico e stabile di percepire,
elaborare, immagazzinare e
recuperare le informazioni».
(Mariani, 2000)
GLI STILI DI APPRENDIMENTO
E’ L’APPROCCIO ALL’APPRENDIMENTO PREFERITO
DALLA PERSONA, IL SUO MODO TIPICO E STABILE DI
PERCEPIRE, ELABORARE, IMMAGAZZINARE E
RECUPERARE LE INFORMAZIONI
(MARIANI, 2000)
E’ necessario, quindi, conoscere e
valorizzare i diversi stili di
apprendimento che ognuno di noi
utilizza in maniera preferenziale
attraverso interventi di pedagogia
differenziata.
Gli stili
Gli stili spaziano dalle preferenze ambientali (come
i "luoghi" e i "tempi» dell'apprendimento, la luce,
la temperatura, i suoni, i consumi alimentari ...) alle
modalità sensoriali (spesso sintetizzate in visiva,
uditiva, cinestetica), agli stili cognitivi (come le
opposizioni analitico / globale, sistematico /
intuitivo, riflessivo / impulsivo) che sfumano nei
tratti socio-affettivi (come l'introversione e
l'estroversione).
Gli stili ...
sono descrittivi, non prescrittivi - limitati solo dalla loro compatibilità con
la persona e con il compito;
sono socialmente e "istituzionalmente" connotati;
descrivono tendenze, non valori assoluti;
sono una persona globale in evoluzione continua;
non incasellano gli individui come "tipi" astratti ma ne descrivono la
complessità e l'unicità';
sono culturalmente connotati;
sono dinamici e promuovono adattamento, flessibilità,
negoziazione...;
l'intervento sugli "stili” è inscindibile da quello sulle "strategie di
apprendimento";
lo studente gestisce il proprio profilo dinamico personale -
l'insegnante facilita e media.
(Mariani L. http://digilander.libero.it/lendeuropa/mariani.htm)
I canali sensoriali
I canali che ci permettono di percepire gli stimoli provenienti
dall’esterno si distinguono in quattro gruppi:
Il primo gruppo è rappresentato dal canale Visivo verbale, che
passa di preferenza per la letto-scrittura. Praticamente,
s’impara leggendo.
Il secondo gruppo è rappresentato dal canale Visivo
iconografico, ovvero la preferenza per immagini, disegni,
fotografie, simboli, mappe concettuali, grafici e diagrammi.
Praticamente, tutto ciò che riguarda il visual learning.
Il terzo gruppo è rappresentato dal canale Uditivo, ovvero la
preferenza per l’ascolto. Praticamente, s’impara
maggiormente assistendo ad una lezione, partecipando a
discussioni e attraverso il lavoro con un compagno o a gruppi.
Il quarto gruppo è rappresentato dal canale Cinestetico,
ovvero la preferenza per attività concrete. Praticamente,
s’impara facendo.
prendere appunti in classe e rileggerli a
casa
riassumere per iscritto quanto si è letto
prendere nota delle istruzioni per i compiti e
le lezioni
accompagnare grafici e diagrammi con
spiegazioni scritte in generale
elencare per iscritto ciò che si desidera
ricordare
avere istruzioni o spiegazioni scritte
Strategie per lo stile VISIVO-VERBALE
Strategie per lo stile VISIVO- NON VERBALE
usare disegni, mappe multimediali in cui inserire parole-chiave, immagini, grafici ecc.. per ricordare i termini e per riassumere il materiale da studiare
usare il colore nel testo per evidenziare le parole-chiave e nelle mappe multimediali per differenziare i diversi contenuti e livelli gerarchici
sfruttare gli indici testuali prima di leggere il capitolo di un libro
creare immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto, utili per il recupero dei contenuti
Strategie per lo stile UDITIVO
Prestare attenzione alle spiegazioni in classe
Sfruttare il recupero e la verbalizzazione delle
conoscenze pregresse su un dato argomento
Richiedere spiegazioni orali agli insegnanti
Registrare le lezioni a scuola, registrare la
propria voce mentre si ripete a voce alta
Trasformare le pagine del libro in formato audio
per poi ascoltarle
Usare la sintesi vocale per la lettura
Utilizzare audiolibri per leggere i libri di narrativa
Lavorare in coppia con un compagno
Strategie per lo stile CINESTESICO
Fare prove nelle materie in cui è possibile
trasformare in pratica ciò che si deve studiare
Suddividere in maniera chiara i momenti di
Studio da quelli di pausa
Alternare momenti in cui si sta seduti a
momenti in cui ci si alza
Creare mappe, grafici, diagrammi di ciò che si
studia
Gli stili cognitivi
Cosa sono e quali sono?
Gli stili cognitivi
Lo stile cognitivo è la «modalità di rielaborazione dell’informazioni
apprese che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi» (Boscolo, 1981); si
riferisce quindi alle strategie cognitive utilizzate per risolvere un
compito e alle relative preferenze d’uso delle abilità.
«Per sapere come devo imparare devo essere consapevole del
tipo di lavoro mentale che mi è richiesto. Risulta perciò importante
che gli studenti sappiano identificare le appropriate operazioni
mentali che stanno dietro alle richieste scolastiche» (Antonietti e
Giorgetti, 2012).
Di conseguenza, utilizzare lo stile cognitivo a noi più congeniale ci
aiuta a far uso di strategie di apprendimento che sono più efficaci
(Stella e Grandi, 2011).
Per stile cognitivo s’intende la «modalitàdi elaborazione dell’informazione che lapersona adotta in modo prevalente, chepermane nel tempo e si generalizza acompiti diversi».
(Boscolo, 1981)
Lo stile cognitivo non è legato ai diversi livelli diintelligenza ed abilità, ma alla modalità di utilizzodi tale intelligenza ed abilità.
La caratteristica dello stile cognitivo è la plasticità:ci possono essere situazioni che si affrontanomeglio con uno stile diverso dal proprio. Lacapacità di riconoscere le situazioni come più omeno confacenti al proprio stile dipende dal livellometacognitivo dello studente.
Nell'apprendimento è perciò importante che gli
studenti conoscano ed adottino preferibilmente
il loro stile, ma che facciano anche esperienza
con stili differenti, imparando a riconoscere le
caratteristiche del compito e del materiale in cui
è più opportuno usare uno stile piuttosto che un
altro.
(SECONDO CESARE CORNOLDI)
Analitico: privilegia una percezione del dettaglio vede l’insieme di alberi
Globale: privilegia la percezione dell’intero vede prima la foresta
Memoria Visuale: preferisce il codice visuospaziale ed iconico
Verbale: preferisce il codice linguistico e sonoro
Ragionamento Sistematico: si caratterizza per una procedura a piccoli
passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili
dettagli
Intuitivo: si esprime in prevalenza su ipotesi globali che poi cerca di
confermare o confutare
Impulsivo: tempi decisionali brevi per i processi di valutazione e
risoluzione di un compito cognitivo
Riflessivo: tempi decisionali più lunghi per i processi di valutazione e
risoluzione di un compito cognitivo
STILI COGNITIVI
In una scuola …
…inclusiva occorre sviluppare
pratiche didattiche capaci di
garantire a tutti gli alunni, nel
rispetto delle loro differenze,
percorsi di apprendimento efficaci.
… non solo deve conoscere i principali stili
cognitivi ma deve essere capace di riflettere
sul proprio metodo di insegnamento, sulle
proprie caratteristiche e su quelle degli
allievi.
Un insegnante …
Un docente …
…nel proporre la modalità didattica a sé più
congeniale, potrebbe, anche
inconsapevolmente, pregiudicare il processo
di insegnamento/apprendimento mettendo in
difficoltà alcuni alunni.
Accogliere i bisogni di tutti vuol dire variare
il più possibile il proprio «stile» didattico.
LAVORARE IN CLASSE
In sintesi gli insegnanti devono …
diversificare le proposte operative didattiche, sperimentando strategie
diverse,
allenare i diversi canali di accesso (modalità di apprendimento) dei loro
allievi, utilizzando mappe concettuali (ovvero, sfruttando l’accesso tramite
il canale visivo),
esercitare gli allievi ad una esposizione orale dei contenuti con il
supporto visivo delle mappe (anche durante le interrogazioni),
insegnare agli allievi ad avvalersi di più modalità per ciascun compito
richiesto (prendere appunti, studiare un testo, fare una scaletta, ecc.)
proporre più modalità per raccogliere informazioni (visivi, uditivi,
fotografici, ecc.) tratti grafici diversi
suggerire l’uso di colori diversi oppure di tratti grafici diversi per la
categorizzazione dei contenuti del testo scritto. ( Stella G., Grandi L.,
2012)
Impariamo
Il 10% di ciò che leggiamo
Il 20% di ciò che ascoltiamo
Il 30 % di ciò che vediamo
Il 50 % di ciò che ascoltiamo e vediamo
Il 70 % di ciò che discutiamo
Il 90 % di ciò che spieghiamo a qualcun’altro
(attenzione alla modalità)
APPRENDIMENTO (Glasser)
La conoscenza ha una natura socialePedagogia storico-culturale
Vygotski
è un Metodo di apprendimento- insegnamento che
prevede
Lavoro di gruppo finalizzato ad obiettivo comune
Azione e responsabilità condivisa
Scambio dei ruoli
Abilità relazionali
Valutazione e feedback
Cos’è l’AC
Si può affermare, con un buon margine di sicurezza, che
questa modalità sia più efficace di altre, soprattutto per
quanto riguarda i risultati scolastici, l’autostima, la
motivazione e il recupero degli alunni più deboli.
(M. Comoglio, Università Pontificia Salesiana,1996)
L’efficacia
dell’apprendimento
cooperativo
Il Cooperative Learning è la metodologia didattica chefavorisce e potenzia negli allievi lo sviluppo di abilità ecompetenze sociali.
Gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo,trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di“problem solving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cuirealizzazione richiede il contributo personale di tutti.L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatoredelle attività.
COOPERATIVE LEARNING
Apprendimento Cooperativo: definizione
L’ipotesi delle intelligenze multiple di H. Gardner.L’intelligenza interpersonale: la capacità di interpretare gli umori, le motivazioni e
gli stati mentali degli altri.
Trasformare questo talento potenziale in concrete competenze di interazione
costruttiva con altri è un obiettivo che la scuola può perseguire.
La teoria delle “zone di sviluppo prossimale” di L. S. VigotskijOgni individuo possiede potenzialità cognitive latenti che solo nell’interazione con altri si
possono esprimere.
«Zone di possibilità, ossia regioni di apprendimento in cui un allievo può navigare con
degli aiuti provenienti dal contesto che lo supporta».
Alcuni riferimenti teorici
Il costruttivismo sociale
La conoscenza come prodotto del contesto sociale e culturale contestualizzato.
La sua costruzione è un processo complesso che passa attraverso una costante e intensa
interazione con l’ambiente culturale, sociale, fisico in cui il soggetto si trova.
L’acquisizione di nuove conoscenze dipende da quelle già precedentemente possedute dal
soggetto ma anche dalla negoziazione e dalla condivisione con altri.
“L’apprendimento è, tra l’altro, un processo interattivo in cui le persone imparano l’una dall’altra, e non solo
attraverso il narrare e il mostrare; è nella natura delle culture umane formare comunità in cui l’apprendimento è
frutto di uno scambio reciproco.”
Bruner, 1997
Co-costruzione di saperi che avviene anche quando c’è opposizione e divergenza, la contrapposizione costringe ad argomentare e giustificare il proprio punto di vista (accountability: necessità sociale di dare conto di ciò che si afferma).
L’attività collaborativa è coerente con il modello che vede l’apprendimentocome un processo che comporta una modificazione relativamente stabile delmodo di pensare, agire, e sentire.
Di conseguenza l’aspetto affettivo/relazionale/emotivo diventa importantequanto quello cognitivo. Le relazioni fra compagni e con gli insegnanti sonofondamentali per suscitare e mantenere la motivazione ad apprendere.
Interazione simultaneapermette la partecipazione attivaed è la chiave per potermassimizzare i risultati positivi
Leadership condivisa tutti imembri, attraverso la turnazionedi ruoli diversi, precisi e formalizzati, condividono la leadership e quindi la responsabilità della buona riuscitadel lavoro
Interdipendenza positiva fa siche il profitto di uno sia associatoal profitto degli altri, gli individuisono così positivamenteinterdipendenti
Responsabilità individualepuò essere legata a formedifferenti: al premio od al compito. Qualsiasi sia la forma il contributo di ogni individuodovrà essere noto al gruppo.
Partecipazione equa puòessere in base all’assegnazione di turni o alladivisione del lavoro
Principi di base
A.C.
Benefici dell’AC
MOTIVAZIONE
Autostima
Persistenza
Locus of control
Curiosità
Motivazione intrinseca
CONDOTTE PROSOCIALI
Conoscenza reciproca
Aiuto
Condivisione
Rapporto empatico
AREA COGNITIVA
Acquisizioni stabili
Generalizzazione
Padronanza
Metacognizione
Intelligenze multiple
COMPORTAMENTO
Autocontrollo
Riconoscimento sé e altri
Coinvolgimento
Da tradizionale
A cooperativo
Condivisione di:
• obiettivi e percorso
• compiti: chiari e gestibili
• regole e metodi
• ruoli precisi
• valutazione del prodotto e del processo del singolo e del
gruppo
Pianificare fasi (prevedere la possibilità di modifica)
SettingDocumentazione e monitoraggio
Verbalizzatore•ricapitola il lavoro•elenca le difficoltà•fare ricerche•comunicare• elaborare•approfondire
Facilitatore•favorisce la partecipazione•aiuta chi è in difficoltà• criticare le idee e non le persone•chiedere motivazioni•sintetizzare• sviluppare• verificare•sviluppare opzioni•valutareGestionali
Di stimolo
Di apprendimento
Controllore•controlla il tono di voce•attribuisce la parola•fa attenzione ai tempi
guida •ricorda le istruzioni•fornisce suggerimenti•spiegare idee e procedure• incoraggiare la partecipazione•osservare i comportamenti•fornire guida•fornire sostegno• chiarire e illustrare
Aiutano il gruppo a raggiungere in modo più rapido gli obiettivi
concordati, rendendo più produttivo ed efficace il lavoro cooperativo.
di funzionamento
PRENDE DECISIONI PRELIMINARI: definisce gli obiettivi, stabilisce le dimensioni dei gruppi, stabilisce un metodo per formare i gruppi, assegna i ruoli, prepara l’aula e organizza i materiali
SPIEGA IL COMPITO E L’APPROCCIO COOPERATIVO: spiega la consegna agli studenti, spiega i criteri per il raggiungimento dell’obiettivo, evidenzia la responsabilità individuale e spiega i comportamenti da tenere durante la lezione
CONTROLLA E INTERVIENE: controlla ogni gruppo di apprendimento, interviene per migliorare il lavoro sul compito e quello di gruppo, conclude la lezione.
Prima
• decide le modalità di lavoro (singolo/coppie/ gruppi, …) e la modalità di costruzione dei gruppi
• progetta in modo puntuale ma flessibile l’articolazione dell’attività
• prepara i materiali e le indicazioni di lavoro
• predispone criteri/griglie di (auto)osservazione e di (auto)valutazione dei lavori e degli apprendimenti
Il ruolo del docente
Durante
L’insegnante ha la regia:
• motiva, crea aspettativa
• presenta (... e discute con la classe) • obiettivi • compito • procedure
• consegna indicazioni di lavoro scritte • verifica che gli studenti abbiano capito • spiega i criteri di valutazione
• osserva il lavoro della classe • monitora l’interazione nei gruppi • supporta e fornisce consulenza senza dare soluzioni
Il ruolo del docente
Dopo
Raccoglie dati su
stimoli forniti
processi attivati
apprendimenti degli studenti
• feedback sui dati raccolti • discussione su lavoro svolto • obiettivi di miglioramento
Trasformare la classe
Da tradizionale
A cooperativa
CENTRALITA’ DELL’INTERAZIONE
Significa mettere l’accento sul GRUPPO come strumento per migliorare l’apprendimento, attraverso il valore aggiunto della collaborazione.
QUESTA CAPACITÀ NON È INNATA, VA APPRESA
LE SOCIAL SKILL
• Saper chiedere e dare informazioni • Saper ascoltare comprendere e riassumere • Saper stimolare la discussione aprendo nuove prospettive e soluzioni • Saper incoraggiare e dare aiuto • Saper facilitare la comunicazione • Saper allentare le tensioni • Saper osservare il processo • Saper risolvere problemi interpersonali
Per svilupparle: • Usare giochi di ruolo o di simulazione • Processare, praticare specifiche competenze sociali • Osservare • Definire • Rinforzare
FORMALIZZARE I COMPORTAMENTI PIÙ EFFICACI, RICONOSCENDOLI E VALORIZZANDOLI IN ITINERE.
Come mantenere viva l'attenzione degli studenti durante la spiegazione(apprendimento cooperativo )
Integrare in modo efficace e proficuo la lezione frontale con modalità di apprendimento cooperativo.
- Gli alunni vengono suddivisi in gruppi di due (spesso è una suddivisione già data dalle coppie sedute allo stesso banco);
- L'insegnante suddivide l'argomento che intende "spiegare" in 4 o 5 parti. Ad esempio, un argomento di storia può essere segmentato in 4 o 5 parti, ciascuna interrotta in un momento particolarmente importante;
- L'insegnante chiede a ciascun alunno di prendere appunti durante la spiegazione, come si fa in genere: l'insegnante mostra l'argomento e lo studente, tramite appunti discorsivi, schemi, piccoli grafici, disegni, riporta quello che ascolta;
- Al termine di ogni "parte della lezione" ogni coppia deve confrontare i suoi appunti in un tempo di circa 5-10 minuti. L'insegnante spiega - e questa parte è molto importante - che gli appunti vanno reciprocamente INTEGRATI. In altre parole deve avvenire una riformulazione degli appunti, dopo ogni confronto, e non una giustapposizione degli stessi!
Il Cooperative Learning Informale
Strutture di cooperative learning che impegnano piccoli gruppi distudenti in attività di breve durata (da pochi minuti a un’ora di scuola)con lo scopo di far conseguire un obiettivo comune di apprendimento.Nel proporre le attività, questa struttura promuove lo sviluppo dellerelazioni reciproche tra gli studenti suggerendo in continuazione loscambio dei partner delle coppie di lavoro.
Gli studiosi che si rifanno
alla corrente del
costruttivismo hanno a più
riprese sottolineato come i
processi cognitivi, le
capacità metacognitive,
l’autostima e più in
generale le motivazioni ad
apprendere siano
strettamente correlate alle
L ‘APPRENDIMENTO COOPERATIVO
APPRENDIMENTO TRA PARI
dinamiche relazionali tra i diversi attori in gioco ed
hanno inoltre evidenziato l’importanza, per il
raggiungimento di specifiche finalità didattiche, delle
diverse interazioni tra studenti e tra studenti e docenti.
Apprendimento tra pari : Peer
educationSi tratta di una strategia educativa che si fonda su di un modello di
comunicazione orizzontale, basti pensare che la sua traduzione
“educazione tra pari” rimanda al concetto di comunicazione tra
coetaneo e coetaneo o tra persone appartenenti a uno stesso status tra i
quali si instaura un meccanismo di influenza sociale.
“Da decenni la ricerca sociale ha dimostrato che le persone sono in grado
di cambiare il loro modo di pensare e di comportarsi in seguito ai processi
di influenza sociale giocati all’interno del gruppo dei pari o dei sistemi di
vita ritenuti significativi.
La Peer Education promuove il miglioramento up-down che l’insegnante
instaura con il discente, trasformando gli studenti stessi in veri e propri
agenti di cambiamento delle conoscenze, degli atteggiamenti, delle
credenze e dei comportamenti del gruppo target di appartenenza.
In quest’ottica, i ragazzi sono soggetti attivi e responsabili del proprio
apprendimento in quanto hanno la possibilità di assumersi la responsabilità
di ideare, organizzare e gestire iniziative mirate al coinvolgimento del
gruppo dei pari mentre il docente, assume un ruolo nuovo che è quello di
promotore di responsabilità e partecipazione individuale e collettiva
(Boda, 2006).
COSA SI INTENDE
per FLIPPED CLASSROOM o “classe rovesciata“
Flipped Classroom o classe rovesciata è un modello
di insegnamento
In ambito educativo, quando si parla di classe
rovesciata o insegnamento capovolto o classe
ribaltata ci si riferisce a una forma di apprendimento
ibrido che inverte il tradizionale sistema di
apprendimento fatto di
lezioni frontali,
studio individuale a casa
elaborati scritti
interrogazioni in classe con un rapporto
docente-allievo piuttosto rigido e gerarchico.
Al modello tradizionale :Lezione in classe - Studio (a casa) – Verifica.
Si sostituisce lo schema :
Attivazione ( lo studente fruisce dei contenuti
autonomamente)
Produzione (in classe in piccoli gruppi)
Elaborazione (nel gruppo classe) sotto la guida
del docente regista.
TO FLIPP = CAPOVOLGERE
SVOLGERE A CASA CIÒ CHE SI FA A SCUOLA
PORTARE A SCUOLA CIÒ CHE SI FA A CASA
Gli elementi chiave
nelle tecnologie
educative e
nell’apprendimento
attivo.
si possono individuare alcuni elementi chiave identificabili
la flipped classroom non è la videolezione,
che sostituisce la lezione dell’insegnante ma la
trasformazione radicale delle attività che si svolgono a
scuola, e che si sostanzia nella ricerca e nella risoluzione di
problemi, sotto la guida di un adulto esperto, che è
chiamato ad entrare in interazione con gli studenti.
La video-lezione, quindi, risulta efficace per impegnare anche il
tempo riservato alla lezione frontale, alla relazione con gli
studenti.
Inoltre
Un altro aspetto fondamentale nella flipped classroom
è quello sociale che diventa elemento determinante per il
costituirsi di una «comunità di pratica».
La flipped classroom si struttura come ambiente di
apprendimento in cui la collaborazione tra pari, la
partecipazione di tutti e la figura di un docente che motiva,
problematizza e sostiene i gruppi nel raggiungimento degli
obiettivi comuni mentre sviluppa dinamiche sociali
complesse.
Una esperienza di questo tipo produce, negli studenti,
l’acquisizione, non solo, di conoscenze, tecniche e
procedure ma anche modi e relazioni sociali.
In sintesi
lavorare insieme per «costruire»
l’ambiente sociale, quindi, è lo sfondo di tutte le
azioni del docente e della classe.
Il talento fa vincere le partite,
ma l’intelligenza e il lavoro di squadra
fanno vincere i campionati
(Michael Jordan)
Riflessione di Mafalda
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GRAZIE
PER L’ATTENZIONE