Indice dei racconti
Aforismi tratti da Irène Némirovsky, Il ballo
Aforismi tratti da G. Carofiglio, La velocità dell’angelo
Aforismi tratti da Lev Tolstoj Il diavolo
Aforismi tratti da H. Melville, Bartleby, lo scrivano
Aforismi tratti da Virginia Woolf “La vedova e il pappagallo” e altri racconti
Aforismi tratti da Joseph Conrad, Il ritorno
Aforismi tratti da V. Woolf, “La signora Dalloway in Bond Street” e altri racconti
Aforismi tratti da Nina Berberova, Roquenval
Aforismi tratti da Dino Buzzati, “Qualcosa era successo” e altri racconti
Aforismi tratti da J.L. Borges, La morte e la bussola; Il giardino dei sentieri che si biforcano
Aforismi tratti da Stefan Zweig, Paura
Aforismi tratti da Max Frisch, Il silenzio. Un racconto dalla montagna
Aforismi tratti da F. Scott Fitzgerald, Jelly-been e La parte posteriore del cammello
Aforismi tratti da A. Nothomb, L’entrata di Cristo a Bruxelles e Senza nome
Aforismi tratti da Jhumpa Lahiri, Solo bontà
Aforismi tratti da Thomas Hardy, Il violinista delle danze scozzesi
Aforismi tratti da Fëdor Dostoevskij, La mansueta e Il sogno di un uomo ridicolo
Aforismi tratti da Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso
Aforismi tratti da Augusto Biachi Rizzi, Montsé
Aforismi tratti da Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie
Aforismi tratti da Fred Uhlman, L’amico ritrovato
Aforismi tratti da Irène Némirovsky, Il ballo
Aforismi scelti da Federica
Pino
…da Valeria Moscatello …da Roberta Ruta …da Francesco Damiano
"Un ballo, mio dio, era mai
possibile che lì, a due passi da
lei ci fosse quella cosa
splendida, che si immaginava
come un insieme vagamente
confuso di musica sfrenata, di
profumi inebrianti, di abiti
spettacolari, di parole d'amore
bisbigliate in un salottino
appartato, oscuro e fresco come
un' alcova... E che quella sera
venisse messa a letto, come
tutte le sere, alle nove, quasi
fosse un bebè?"
“Eppure, cosa le costava che
Antoinette, anche Antoinette,
avesse la sua parte di felicità su
questa terra?...Oh, Dio mio,
ballare una volta, una volta
sola, con un bel vestito, come
una vera giovane donna,
stretta fra le braccia di un
uomo…”
“La pendola suona quattro
volte… Ancora un’ora perduta,
sprofondata nel nulla, che è
scorsa fra le dita come acqua e
che non tornerà mai più…”
“Come si può piangere così,
per un motivo del genere…E
l’amore? E la morte? Un giorno
morirà…L’ha dimenticato?
La schiavitù, la prigione,
ripetere giorno dopo giorno gli
stessi gesti alle stesse ore...
Alzarsi, vestirsi, gli abiti scuri,
gli stivaletti pesanti, le calze a
coste, glieli fanno mettere
apposta come una livrea,
perché nessuno in strada segua
“Poteva piangere o ridergli
sotto gli occhi, non la
degnavano di uno sguardo…
Una bambina di quattordici
anni, una ragazzetta, è un
qualcosa di spregevole e di
infimo, come un cane.”
“Nessuno le voleva bene,
nessuno al mondo… Ma non
vedevano dunque – ciechi,
imbecilli – che lei era mille
volte più intelligente, più
raffinata, più profonda di tutti
loro, di tutta quella gente che
osava educarla, istruirla…”
“Era l’attimo, l’istante in cui si
incrociavano “sul cammino
della vita”, e l’una stava per
spiccare il volo, mentre l’altra
si avviava a sprofondare
nell’ombra. Ma non lo
sapevano.”
sia pure per un momento
quella ragazzina insignificante
che passa"
"Era l'attimo, l'istante
impercettibile in cui si
incrociavano -sul cammino
della vita- : una stava per
spiccare il volo, l'altra per
sprofondare nell'ombra. Ma
non lo sapevano. Eppure
Antoinette ripeté piano: povera
mamma... "
"Era l'attimo, l'istante
impercettibile in cui si
incrociavano -sul cammino
della vita- : una stava per
spiccare il volo, l'altra per
sprofondare nell'ombra. Ma
non lo sapevano. Eppure
Antoinette ripeté piano: povera
mamma... "
Ah, povera figlia mia, povera
piccola Antoinette, tu sì che sei
felice! Ancora non sai com’è
ingiusto, cattivo, subdolo il
mondo… Tutte quelle persona
che mi sorridevano, che mi
invitavano, dopo ridevano di
me alle mie spalle, mi
disprezzavano, perché io non
appartenevo al loro
ambiente…”
“Per la prima volta in vita sua
piangeva così, senza smorfie,
né sussulti, in silenzio, come
una donna… In seguito
avrebbe pianto, per amore, le
stesse lacrime… Ascoltò a
lungo i singhiozzi risuonarle
nel petto come un’ondata
profonda e bassa nel mare…La
sua bocca bagnata di lacrime
aveva un sapore salmastro…”
“Forse, in fondo, era stato
proprio questo a farle più
male… Mai Antoinette aveva
visto negli occhi della madre
quello sguardo freddo di
donna, di nemica”
“Una bambina di quattordici
anni, una ragazzetta, è un
qualcosa di spregevole e di
infimo, come un cane”
Aforismi tratti da G. Carofiglio, La velocità dell’angelo
Aforismi di Federica Pepe ..di Vincenzo Raccuglia ..di Giulia Liuzza ..di Eliana Conigliaro ..di Michele Amaro
-"Occuparsi di qualcosa,
che vuol dire? Occuparsi
significa dedicarsi,
badare, interessarsi.
Accudire. Curarsi. Non
lo so, davvero, di cosa mi
occupo, pensai con un
moto di sgomento."
-"C'è un aforisma che mi
piace molto. Fa cosí:
“Non correre più veloce
di quanto il tuo angelo
custode sia capace di
volare."
-"Ecco,io ero una
bambina che correva
coprendosi gli occhi e
andava troppo veloce
perchè il suo angelo
custode riuscisse a starle
dietro"
-"Scriveva qualcosa, con
la fretta sincopata di chi
cerca di tener dietro a un
pensiero e teme possa
sfuggirgli"
-"Quando si arriva a quei
punti io sfumo e
ricomincio con un'altra
scena. Invece uno
dovrebbe raccontare
proprio quello che
succede quando parte la
dissolvenza. Dietro la
dissolvenza. La verità è
proprio da quelle parti,
ma io ho problemi ad
andarci, da quelle parti."
-Perché devi essere capace
di tenerti in equilibrio su
una linea sottile, al confine
fra quello che è giusto e
quello che è sbagliato. Devi
stare attento a non fare
promesse illegali, o che non
puoi mantenere.”
-"Diciamo di non essere
pronti per una storia, di
non essere pronti a
impegnarci quando uno
non ci piace abbastanza o
non ci piace affatto. È un
modo per giustificarci,
per non ammettere le
nostre responsabilità,
per non riconoscere di
-"Diciamo di non essere
pronti per una storia,di
non essere pronti a
impegnarci quando uno
non ci piace affatto.
È un modo per
giustificarsi,per non
ammettere le nostre
responsabilità,per
riconoscere di aver
-Diciamo di non essere
pronti per una storia, di
non essere pronti a
impegnarci quando uno
non ci piace abbastanza
o non ci piace affatto. È
un modo per
giustificarci, per non
ammettere le nostre
responsabilità, per non
-Diciamo di non essere
pronti per una storia, di
non essere pronti a
impegnarci quando uno
non ci piace abbastanza o
non ci piace affatto. È un
modo per giustificarci,
per non ammettere le
nostre responsabilità,
per non riconoscere di
aver approfittato di una
persona."
approfittato di una
persona"
riconoscere di avere
approfittato di una
persona"
avere approfittato di una
persona"
-"Forse dovresti dirmi
come va a finire, pensai
ancora. Doveva dirmelo,
certo, ma in realtà già lo
sapevo, e non avrei
voluto sentirlo."
-"Bisogna stare attenti
quando si parla con gli
scrittori. Spesso, mentre
ti ascoltano, stanno
soprattutto pensando a
come potranno utilizzare
quella conversazione per
il loro nuovo libro"
-"Volevo scrivere perché
avevo la sensazione che
tutto mi stesse
sfuggendo di mano. Per
mesi e mesi sono stata
ossessionata dall'idea di
poter dimenticare tutto."
-
-"Mi resi conto che il
cielo aveva cambiato
colore e il mare era
diventato blu profondo."
-"In realtà ero come i
bambini piccoli, quelli
che si coprono gli occhi
pensando che in questo
modo nessuno riuscirà a
vederli."
-"In realtà ero come i
bambini piccoli, quelli
che si coprono gli occhi
pensando che in questo
modo nessuno riuscirà a
vederli."
-Di che parla il romanzo?
C’è una donna dalla vita
normale, del tutto
eterosessuale, che un bel
giorno s’innamora di una
ragazza. Questa è l’idea,
ma uno non lo sa davvero
di cosa parla il suo
romanzo, fino a quando
non lo ha scritto.”
-“Rimanemmo in silenzio.
Era buio e l’aria era
diventata più fresca […]
Doveva dirmelo, certo, ma
in realtà già lo sapevo, e
non avrei voluto sentirlo.”
Aforismi tratti da Lev Tolstoj Il diavolo
Aforismi di Francesco
Damiano
…di Stefania Castelli …di Domenico Tanese …di Valerio Cugliandro …di Giulia Romano
"Lei è un diavolo. Un
vero diavolo. Sono
posseduto, contro la mia
volontà"
"Si tende a pensare che
siano i vecchi i più fervidi
conservatori e i giovani gli
innovatori. Non è sempre
così. Di solito i più fervidi
conservatori sono i
giovani che hanno voglia
di vita, ma che non
pensano, né hanno il
tempo di farlo, a quale sia
il modo migliore per
vivere, prendendo così a
modello lo stile di vita
preesistente."
- "La pistola ce l'ho. Ma
davvero mi suiciderò?
Ecco un'eventualità a cui
non avevo mai pensato.
Che cosa strana sarà. "
-"Il diavolo tentatore si è nascosto nel suo corpo e sta cercando di distruggere un giovane di buona famiglia."
"Sentiva quanto fosse sciocco quello che stava dicendo ma ,vedendo che Danila lo approvava se ne rallegrò "
"Tornò a casa che era
ormai alcolizzato, privo
di volontà"
"Tuttavia, risolvere
teoricamente un problema
era una cosa, mettere in
pratica la soluzione
trovata era tutt'altra."
- " Si puntò l'arma alla
tempia, si fermò esitando,
ma non appena penso a
Stepanida, non trovò altra
soluzione: la lotta, la
tentazione, la caduta, di
-"E in effetti se Evegenij Irtenev era un malato di mente,allora lo siamo tutti ,e in particolar modo quelle persone che vedono negli altri i
"...e non voleva neanche ammettere che quanto aveva fatto o intrapreso il defunto avesse potuto essere sbagliato o anche solo migliorabile"
nuovo la lotta. Rabbrividì
per l'orrore." No è meglio
così". E tirò il grilletto"
segni di una pazzia che non arrivano a scorgere in se stessi"
"E in effetti, se Evgenij
Irtenev era un malato di
mente, allora
lo siamo tutti, e in
particolar modo quelle
persone che vedono
negli altri i segni di una
pazzi che non arrivano a
scorgere in sé stesse"
"L'unica cosa che, se non
proprio guastare,
minacciava
la loro felicità, era la
gelosia di lei, gelosia che
si sforzava di trattenere e
tacitare, ma che spesso la
faceva soffrire."
- " E in effetti, se Evgenij
Irtenev era malato allora
lo siamo tutti, e in
particolar modo quelle
persone che vedono negli
altri i segni di una pazzia
che non arrivano a
scorgere in se stesse."
-"Dentro di lui c'era un giudice più severo,che non approvava tutto e sperava che ogni volta fosse l'ultima,o almeno non desiderava essere coinvolto e perseverare in quel comportamento"
"[...]ma dentro di lui c' era un giudice più severo che non approvava tutto ciò e sperava che ogni volta fosse l' ultima o, se proprio non lo sperava,almeno non desiderava essere coinvolto ,e perseverare in quel comportamento "
"Sapeva che gli sarebbe
bastato passarle vicino in
un posto qualsiasi, nel
buio, e alla semplice
possibilità di sfiorarla, si
sarebbe lasciato andare
completamente al suo
sentimento."
-"Lei però è un diavolo.un vero diavolo.sono posseduto contro la mia volontà uccidere?si.ho solo due scelte:uccidere mia moglie oppure
"Le sembrava che ,se il prossimo la invidiava ,faceva bene a fare quel che faceva"
uccidere lei.perché non posso più vivere"
"Lei però è un diavolo. Un
vero diavolo. Sono
posseduto, contro la mia
volontà. Uccidere? Sì. Ho
solo due scelte: uccidere
mia moglie oppure
uccidere lei. Perché così
non posso più vivere. Non
posso. Devo
rifletterci e fare qualche
ipotesi. Se tutto resta così
com'è, come andrà a
finire?"
- " Lei, però, è un diavolo.
Un vero diavolo. Sono
posseduto, contro la mia
volontà. Uccidere? Sì. Ho
solo due scelte: uccidere
mia moglie oppure
uccidere lei. Perché non
posso più vivere."
-"Voleva fare un matrimonio onesto,sposarsi per amare"
"E sapeva anche che a trattenerlo era solo la vergogna davanti agli altri ,davanti a lei e magari davanti a se stesso .E sapeva anche che stava cercando proprio le circostanze nelle quali tale vergogna non si sarebbe percepita[...].Era dunque consapevole di essere abietto e meschino ,e si disprezzava e si odiava perché ,in fondo, non si era ancora arreso."
"Possibile che io sia
perduto? Signore! Macché,
non c'è nessun Dio. C'è
solo il diavolo. Ed è lei.
Sono posseduto dal
- " Possibile che sia
perduto? Signore!
Macchè, non c'è nessun
Dio. C'è solo il diavolo.
Ed è lei. Sono posseduto
-"Se il prossimo lo invidiava,faceva bene a fare quello che faceva"
"Nonostante la sincera avversione che provava per la propria debolezza ,nonostante l' implacabile intenzione di
diavolo. E io non voglio,
non voglio. Il diavolo, sì, è
così."
dal diavolo. E io non
voglio, non voglio. Il
diavolo, si, è così."
smetterla ,il giorno dopo sarebbe stato lo stesso."
-"Più lo si conosceva,più lo si amava"
"E all' idea di rivelare il proprio segreto allo zio ,per il quale non nutriva nessuna stima ,all' idea di mostrarsi a quell' uomo in cattiva luce ,di umiliarsi di fronte a lui,provava un certo sollievo. Si sentiva basso ,colpevole ,e desiderava punirsi."
-"Vivere alla grande,soddisfazione di tutta la propria cerchia,ordine e comodità "
"[...]Non trovo' altra soluzione :la lotta ,la tentazione ,la caduta ,di nuovo la lotta .Rabbrividi' per l' orrore"."No, è meglio così "
"Possibile che io non riesca a dominarmi
?"si disse,"Possibile che sia perduto “Signore!Macche' ,non c' è nessun Dio.C' è solo il Diavolo . Ed è lei .Sono posseduto dal Diavolo . E io non voglio,non voglio.Il Diavolo si é così "
"Non si era mai aspettato di incontrare un tale amore ,un amore che riscaldava ancora più il suo sentimento"
Aforismi tratti da Hermann Melville Bartleby, lo scrivano
Aforismi di Luna Mignano …di Alissa Dolce …di Maria Cocchiara …di Marzia Manzella
"La felicità corteggia la luce, perciò pensiamo che il mondo sia felice, mentre la miseria si nasconde tenendosi lontana, così pensiamo che non esista."
"Si eclissava insieme al suo proprietario giacché quella faccia raggiungeva lo zenit con il sole e con il sole tramontava per risorgere, culminare e declinare con la medesima regolarità e il medesimo intatto splendore."
"Non si possono rimproverare una o due macchie d'inchiostro a questi capelli grigi in un pomeriggio afoso. La vecchiaia, anche quando macchia una pagina, va onorata."
"Non si possono rimproverare una o due macchie d'inchiostro a questi capelli grigi in un pomeriggio afoso.La vecchiaia anche quando macchia una pagina, va onorata."
"Niente esaspera una persona seria e professionale quanto una resistenza passiva."
"La sua penna correva instancabile giorno e notte, copiando al chiarore del sole come a lume di candela."
"Con qualunque altra persona sarei andato subito su tutte le furie, non sarei stato li ad ascoltare altre chiacchiere, sbattendola fuori senza scrupoli; ma vi era qualcosa in Bartleby che non solo, curiosamente, mi disarmava, ma anche mi turbava e mi sconcertava in modo sorprendente."
"La sua penna correva instancabile giorno e notte, copiando al chiarore del sole come a lume di candela."
"Per un essere sensibile la compassione non è di rado dolore."
"Lo guardai fisso negli occhi il suo volto era smunto e composto, gli occhi grigi erano opachi e colmi. Non un segno di turbamento lo animava. Vi fosse stata nei suoi modi la benché minima traccia di disagio,livore,impazienza o impertinenza : in altri termini se avessi scorto in lui qualche tratto
<<ah la felicità cerca la luce, per questo pensiamo che il mondo sia felice; la miseria invece se ne sta in disparte e si nasconde, per questo crediamo che non esista!...>>
"Ah, la felicità cerca la luce, per questo pensiamo che il mondo sia felice; la miseria invece se ne sta in disparte e si nasconde, per questo crediamo che non esista!.."
banalmente umano lo avrei buttato fuori a calci dall'ufficio."
"Potevo fare carità al suo corpo,ma non era il suo corpo a dargli pena: era la sua anima a soffrire,e quella io non la potevo raggiungere. "
"Per un essere sensibile, non di rado la compassione coincide con la sofferenza. E quando si giunge finalmente a comprendere che non è sufficiente la pietà per offrire un valido soccorso, il buonsenso invita l'anima a sbarazzarsene."
"Spesso accade che un uomo, preso di petto in modo insolito e del tutto irragionevole, cominci a sentir vacillare le sue più salde convinzioni."
"《Ah la felicità cerca la luce, per questo pensiamo che il mondo sia felice; la miseria invece se ne sta in disparte e si nasconde, per questo
crediamo che non esista!..》"
"Era la sua anima a soffrire e io quella non la potevo raggiungere."
"Come é vero-e tremendo-che fino a un certo punto il pensiero e lo spettacolo della miseria suscitano i nostri sentimenti migliori, ma che, in certi casi, esiste un limite oltre il quale non è più così. "
"Anche questo edificio che durante la settimana ferve di lavoro e di vita,al calare della Sera risuona di echi nel nulla, e per tutta la domenica rimane abbandonato. E proprio qui bartebly ha preso dimora,unico spettatore di una solitudine che poco prima ha visto brulicante di folla quasi un Mario trasmutato e innocente che medita sulle rovine di Cartagine. "
"Non esagero se affermo che in certi momenti, pensando a lui, mi preoccupavo della sua sorte. Se solo avesse fatto il nome di un parente o di un amico, avrei scritto subito, incoraggiandoli a portare quel disgraziato in un ricovero adatto. Mi sembrava solo, solo nell'intero universo."
"Spesso la carità opera come un principio di immensa saggezza e somma prudenza, offrendo una formidabile salvaguardia a chi ne è portatore."
"E proprio lì, per l'appunto, lo trovai, nel più appartato di quei cortili: tutto solo, in piedi, la faccia rivolta verso un'alta muraglia. Tutt'intorno, dalle strette feritoie delle finestre della prigione, occhi di ladri e di assassini parevano spiarlo."
"Un perdono per chi morì disperato; una speranza per chi morì sconsolato... Buone notizie per chi fu annientato dalle continue sventure... Inviate come messaggero di vita, queste lettere viaggiano verso la morte."
"Un perdono per chi morì disperato; una speranza per chi morì sconsolato...Buone notizie per chi fu annientato dalle continue sventure..Inviate come messaggere di vita, queste lettere viaggiano verso la morte.”
Aforismi tratti da Virginia Woolf “La vedova e il pappagallo” e altri racconti
Aforismi di Alessandro Bullara Aforismi di Giulia Liuzza
Da "La vedova e il pappagallo":
-Il prete pensò che delirasse. Ma è certo che, non appena la sua
padrona ebbe tratto l'ultimo respiro, James il pappagallo strillò:
"Non è in casa! Non è in casa!" e cadde stecchito a terra dal suo
trespolo. Il cane Shag era morto qualche anno prima. -
Da "La vedova e il pappagallo":
"Quanti si recano a Rodmell possono ancora vedere le rovine della
casa bruciata cinquant'anni fa, e si dice comunemente che, se le
visitate al chiaro di luna, potete sentire un pappagallo che
picchetta con il becco sul pavimento di mattoni, mentre c'è chi
sul luogo ha scorto una vecchia seduta con un grembiule bianco".
Da "L'abito nuovo":
-La mosca era lei, mentre gli altri erano libellule, farfalle, insetti
bellissimi che danzavano, si libravano, volteggiavano. Lei sola
annaspava per trascinarsi fuori dal piattino.-
Da "L'abito nuovo":
"Si sentiva una sorta di manichino da sarta, immobile là, utile solo
ad appuntarci gli spilli".
Da "Felicità":
-Non era qualcosa che si potesse distruggere. No; ma se arrivava
in modo così inesplicabile, allo stesso modo poteva
scomparire,così gli era parso uscendo da Kew e camminando sulla
sponda del fiume fino Richmond.-
Da “Felicità”:
"Nella felicità c'è sempre questa sorta di incredibile esaltazione.
Non è buon umore; né rapimento, né sono gli elogi, la fama o la
salute; è uno stato mistico, una trance, un'estasi.."
Da "Un riepilogo":
-Le salivano alle labbra frammenti di poesia in lode degli altri; gli
altri erano adorabili buoni, soprattutto coraggiosi, trionfatori sulla
notte sulle paludi, campioni di sopravvivenza, gruppo di
avventurieri che, circondati a pericoli, continuino a navigare.-
Da "Lappin e Lapinova":
-"Sì", disse Ernest alla fine. "Povera Lapinova...". Si aggiustò la
cravatta allo specchio sopra il caminetto. "Presa in trappola",
disse, "uccisa", e sedette a leggere il giornale.
E fu così che finì il loro matrimonio.-
Da “Lappin e Lapinova”:
"Lei sentiva che il ghiacciolo che era si stava trasformando in
acqua. Si stava fondendo; esaurendo; dissolvendo in nulla; e
presto sarebbe svenuta ".
Da "Scene dalla vita di un ufficiale di marina britannico":
-Quando accostò l'occhio all'oculare, lo strumento divenne
immediatamente un prolungamento dei suoi occhi, quasi fosse un
involucro corneo sviluppatosi a racchiudere la sua profondità
visiva. Quando spostò il cannocchiale in su e in giù, fu come se si
muovesse il suo lungo occhio rivestito di corno.-
Da “La signora nello specchio: un'immagine riflessa”:
"Avanzava così gradualmente da non parere turbare l'immagine
nello specchio, ma solo aggiungervi qualche elemento nuovo che
scostasse appena e alterasse gli altri oggetti con garbo, quasi
chiedendo loro di farle spazio".
Aforismi tratti da Joseph Conrad, Il ritorno
Aforismi di Sara Alaimo …di Angela Cappello
"E d'un tratto gli venne in mente che era stato folle a sposarsi. Era
come buttarsi via, come aprire -seppure per un momento" il cuore
agli altri. Ma tutti si sposavano. Che fosse folle tutto il genere
umano?"
"Avevano paura di sentire di nuovo il suono delle loro voci; non
sapevano che cosa avrebbero potuto dire- forse qualcosa che non
avrebbe potuto essere annullato; e le parole sono più terribili dei
fatti.
"Perché? Era stato tutto quello che un marito doveva essere, le
aveva dato una buona posizione -aveva condiviso con lei i suoi
programmi- l'aveva sempre trattata con considerazione"
"Si devono rispettare le condizioni della propria vita o perdere
tutto ciò che essa può dare. Tutto! Ogni cosa!
"Lei era un mostro -lui stesso stava coltivando pensieri
mostruosi... Eppure era come le altre persone"
"Le parole hanno un significato-sì-lo hanno -malgrado questa
affettazione infernale. Hanno un significato per me-per tutti -per
te. Cosa diavolo hai usato per esprimere quei sentimenti -
sentimenti-eh!-che ti hanno fatto dimenticare me,il dovere, la
vergogna!"
"«si dà il caso che tu sia ancora la Signora Harvery -cosa
straordinariamente vantaggiosa per te, lascia che te lo dica»"
"«... Quella lettera è l'inizio - E la fine»
«la fine -questa cosa non ha fine»"
"Si. Un delitto può essere perdonato; dal sacrificio disinteressato,
dalla fiducia cieca, dalla fede ardente, da altre follie, si può trarre
profitto; la sofferenza, la stessa morte possono essere giustificate
con un sorriso o uno sguardo accigliato; ma la passione è l'infanzia
segreta è imperdonabile dei nostri cuori, una cosa da maledire, da
nascondere e da negare; una cosa indecente e miserabile che viene
a calpestare le speranze che arridevano, che strappa via la placida
maschera, che mette a nudo la sostanza della vita. Ed era giunta
fino a lui! Aveva poggiato la sua sudicia mano sopra la
tappezzeria immacolata della sua esistenza, e ora doveva
affrontarla da solo, con tutto il mondo a guardarlo. Tutto il
mondo!"
"«...non vi può essere vita senza fiducia e amore -fiducia in un
cuore umano, amore di un essere umano!»
Aforismi tratti da V. Woolf, “La signora Dalloway in Bond Street” e altri racconti
Aforismi di Alessia Cascio …di Mattia Chinnici
Da "Nel frutteto":
Questo paese è veramente uno degli angoli
del mondo dove maggiormente risuona il
riso delle fanciulle.
Da “Un college femminile visto
dall'esterno”:
"Proprio in quel momento, da dietro una
porta, arrivò una risata attutita. Un
orologio dal suono affettato scandì l'ora...
l'una, le due."
Da "L' abito nuovo":
Una festa rende tutto o molto più reale o
molto meno reale.
Da “La signora Dalloway in Bond Street”:
"I ricchi americani sanno essere
decisamente incantevoli. Ecco St. Jame's
Palace; pareva una costruzione di mattoni
fatta da un bambino; e adesso - aveva
superato Bond Street - era vicina alla
libreria Hatchard."
Da "La presentazione":
Quell' espressione di timidezza, quello
sconcerto, sicuramente la più amabile di
tutte le espressioni sul volto di una
fanciulla; e se l' uomo sentiva questo verso
Da “Antenati”:
"Non sapeva, dunque, non sapeva chi
fosse suo padre; non sapeva che era figlia
di John Ellis Rattray; che sua madre era
Catherine Macdonald."
la donna, e la donna verso l' uomo, se da
quel contatto nascevano tante speranze,
prove, dolori, profonda gioia e indefettibile
fedeltà davanti alla catastrofe, allora l'
umanità era dolce nel cuore.
Da “L'uomo che amava i suoi simili”:
"Odiandosi a vicenda, odiando l'intera
compagnia delle persone presenti in quella
casa, che avevano offerto loro quella serata
penosa, deludente, questi due amanti dei
propri simili si alzarono e, senza una
parola, si separarono per sempre."
Da “Una melodia semplice”:
"Solo quando passeggiava con Mabel
Waring, Stuart Elton, la regina
d'Inghilterra e quell'uomo intransigente
dall'aria cipigliosa e fiera, la vecchia
melodiosa cantilena cessava. Forse si era
un po' abbrutiti dall'aria aperta. Abbrutiti
dalla sete; da una vescica sul calcagno."
Da “La vedova e il pappagallo: una storia
vera”:
"A questo punto resta da aggiungere
soltanto che la signora Gage tornò a
Spilsby sana e salva; portò in banca la sua
cassetta nera; e visse con James il
pappagallo e il cane Shag con grande agio
e felicità fino ad età assai avanzata."
Aforismi tratti da Nina Berberova, Roquenval
Aforismi di Stefania Castelli …di Mattia Chinnici
"Nel percorrerlo diretto verso il ponticello
di pietra, avevo avuto il tempo di
commuovermi e di prepararmi: prepararmi
allo spettacolo antico e solenne che mi
attendeva e commuovermi perché questo
viale di vecchi alberi mi rammentava
l'unica impressione russa che conservavo,
un'impressione che avevo portato con me
per sbaglio, quasi fosse un oggetto altrui, e
che si era manifestata di improvviso come
una malattia ereditaria; provai una gioia
immensa, dato che ormai mi ero rassegnato
all'idea che non avrei mai visto e conosciuto
la Russia vera, e mi sarebbe rimasto
soltanto il ricordo del dolore e delle
fuggevoli impressioni che, bene o male, mi
avevano accompagnato durante il nostro
viaggio."
《Bisogna chiamarla "signora contessa"?》
《Oh, no, Monsieur!》
《E come?》
《Deve utilizzare il nome e il patronimico.
》
《?》
《Deve chiamarla "Praskov'ja Dmitrievna".
》
"Avevo confidato a Jean-Paul il mio sogno
di diventare scrittore, io avevo letto le mie
poesie (prima i versi in francese e poi quelli
russo); mi stupì perché condivideva le mie
stesse aspirazioni: il futuro per lui non era
《Dio mio》, guardò il giardino che
avvizziva nel mattino grigio-azzurro, 《
come si è ridotto Roquenval! In che stato di
abbandono, come è triste! E vengono ad
un dono al quale ciascuno di noi ha diritto,
bensì un gioiello furbescamente nascosto,
che, con la mano lesta, si può anche riuscire
a rubare: magari per partire alla volta del
circolo polare artico, trainati da ranne e da
cani, o di isole tropicali dimenticate ancora
da esplorare, dove, come era solito dire,
"ricominciare la vita da zero": un sogno
ricorrente delle persone anziane, che solo i
giovani possono realizzare."
accogliermi... - non parlava per me - delle
persone estranee.》
"<Monsieur Saint-Saëns>, disse e di nuovo,
in silenzio, prese a rovistare nella memoria,
dimenticandosi di me e del mondo intero,
come se si fosse allontanata in un suo
universo isolato, estraniandosi da tutto e
tramutandosi da persona di carne e ossa nel
fantasma di se stessa."
Sarà fantastico. E quando la nonna morirà...
Credi che morirà presto?》
《Può vivere ancora una ventina d'anni.》
《Che dici! Vivrà fino a cent'anni?... Ecco,
quando la nonna morirà》, si interruppe, 《
Roquenval》, si fermò di nuovo, 《sarà
ven-du-ta.》
"L'idea di essermi innamorato di una
quindicenne mi riempiva di felicità e di
paura."
"Ero insoddisfatto, mi sentivo quasi infelice,
le cose non andavano come avrei voluto."
"Era la fine di settembre, l'epoca in cui a
notti ventose e agitate seguono giornate
calde e luminose; la mattina esci in cerca
delle tracce della tempesta che ti ha
svegliato e hai udito attraverso le imposte:
qualcosa ha ululato nel camino, ha cigolato
e sbattuto in giardino, ha picchiato sulle
finestre a colpi di pioggia e di vento."
"Per farla breve doveva trattarsi di un
sogno, perché altrimenti non avrei mai
potuto sentirmi così distaccato dalla realtà."
Aforismi tratti da Dino Buzzati, “Qualcosa era successo” e altri racconti
Aforismi di Angela Cappello …di Moreno Dardanelli …di Federica Pino …di Vincenzo Raccuglia
Da "Qualcosa era successo":
-Qualche cosa era successo e noi
sul treno non ne sapevamo
niente"
Da “Qualcosa era successo”:
"Che cosa era successo?
In città non avremmo più
trovato un'anima?
Finché la voce di una donna,
altissima e violenta come uno
sparo, ci diede un brivido."
Da “Qualcosa era successo”:
"Si era evidentemente
appoggiata alla sbarra per
godersi la vista del nostro treno,
superdirettissimo, espresso del
nord, simbolo per quelle
popolazioni incolte, di miliardi,
vita facile, avventurieri,
splendide valigie di cuoio,
celebrità , dive
cinematografiche, una volta al
giorno questo meraviglioso
spettacolo, e assolutamente
gratuito per giunta."
"Che cosa era successo? In
città non avremmo più trovato
un'anima? Finché la voce di una
donna, altissima e violenta
come uno sparo, ci diede un
brivido. -Aiuto! Aiuto!- urlava e
il grido si ripercosse sotto le
vitree volte con la vacua
sonorità dei luoghi per sempre
abbandonati."
Qualcosa era successo:
"Napoli. Qui di solito il treno si
ferma. Non oggi il direttissimo.
Sfilarono rasente a noi le
vecchie case e nei cortili oscuri
vedemmo finestre illuminate e
in quelle stanze-fu un attimo-
uomini e donne chini a fare
involti e chiudere valigie,così
pareva. Oppure mi ingannavo
ed erano tutte fantasie?"
Da "L'uccisione del drago":
-"Il drago pensava ai due figli e
per risparmiarli aveva rifiutato
la propria salvezza"
Da “L'uccisione del drago”:
"Me la sentivo, sussurrò il
governatore Andronico alla
moglie che tremava un poco.
Me la sentivo che doveva finire
malamente."
Da “L’uccisione del drago”:
"- sono vecchio, caro
governatore - fece l'altro - e ne
ho viste. Può darsi che sia tutta
una storia, ma potrebbe anche
essere vero; se fossi in voi, non
mi ci metterei."
" Strano. Adesso che erano
lontani dalla città , chiusi
dentro alle montagne, l'idea del
drago cominciava a sembrare
meno assurda."
L'uccisione del drago:
"Tutto sembrava finito,una
triste cosa da dimenticare e
nient'altro."
Da "Non aspettavano altro":
-"Molte cose succedono in un
minuto o due, molto riescono a
fare gli uomini in così piccolo
spazio di tempo"
Da “Non aspettavano altro”:
"Chi sentiva più il caldo? Il
pretesto sembrava
meraviglioso. Niente ormai
tratteneva il buttare fuori il
fondo dell'animo: il sozzo
carico di male che si tiene
Da “Non aspettavano altro”:
"Gli sguardi dei presenti erano
più che mai concentrati sulla
coppia e quando i due giovani
si avviarono alla scala per
risalire sulla via, il bisbiglio
tacque per un attimo"
Da “Non aspettavano altro”:
dentro per anni e nessuno si
accorge di avere."
"Dall'acqua, dove cercavano
conforto, gli sguardi della gente
si alzarono a quella bella
ragazza misurandola."
"Attraverso le sbarre, Anna tese
adagio verso il grillo una
piccola mano tremante, come
chiedendo aiuto."
"Attraverso le sbarre, Anna tese
adagio verso il grillo una
piccola mano tremante,come
chiedendo aiuto."
Aforismi tratti da J.L. Borges, La morte e la bussola; Il giardino dei sentieri che si
biforcano
Aforismi di Riccardo
Castigliola
…di Moreno Dardanelli …di Francesco Damiano …Matteo Chinnici …di Domenico Tanese
Da “La morte e la
bussola”:
"Proprio perché
progettano un quarto
delitto possiamo stare
tranquilli."
"La Morte e la bussola":
-"I tre luoghi, in effetti
erano equidistanti.
Simmetria nel tempo( 3
dicembre, 3 gennaio, 3
febbraio); simmetria
nello spazio, anche".
"La Morte e la bussola":
"Erik Lönnrot le studiò. I
tre luoghi, in effetti,
erano equidistanti.
Simmetria nel tempo;
simmetria nello spazio,
anche... Sentì,
all'improvviso che stava
per decifrare il mistero.
Un compasso e una
bussola completarono
quella brusca
intuizione."
"La Morte e la bussola":
"Tra i molti problemi sui
quali si esercitò la
temeraria perspicacia di
Lönnrot, nessuno è così
strano, così
rigorosamente strano,
come la serie periodica
di fatti di sangue che
culminarono nella villa
di Triste-le-Roy".
"La Morte e la bussola":
-"Allora non progettano
un quarto delitto?"
"Proprio perché
progettano un quarto
delitto possiamo stare
tranquilli."
"Indietreggiò di qualche
passo. Poi, molto
accuratamente, fece
fuoco."
-"Allora non progettano
un quarto delitto?"
"Proprio perché
progettano un quarto
"Un irlandese cercò di
convertirmi alla fede di
Gesù; mi ripeteva la
sentenza del goim: tutte
le strade portano a
"Erik Lönnrot le studiò. I
tre luoghi, erano
equidistanti. Simmetria
nel tempo( 3 Dicembre, 3
delitto possiamo stare
tranquilli".
Roma. Di notte, il mio
delirio si alimentava di
quella metafora: sentivo
che il mondo è un
labirinto, dal quale era
impossibile fuggire, dato
che tutte le strade, anche
se fingevano di andare al
nord o al sud, andavano
in realtà a Roma"
Gennaio, 3 Febbraio);
simmetria nello spazio".
-"Guardò gli alberi e il
cibo suddivisi in rombi
confusamente gialli,
verdi e rossi".
"Per la prossima volta
che l'ucciderò... Replicò
Scharlach... Le prometto
quel labirinto, che è
composto da un'unica
linea retta e che è
invisibile, incessante"
Da “Il giardino dei sentieri
che si biforcano”:
- "L'esecutore di
un'impresa atroce deve
immaginare di averla già
compiuta, deve imporsi
"Il giardino dei sentieri
che si biforcano".
-"Dissi a voce alta:"Devo
fuggire". Mi alzai senza
far rumore, in un'inutile
perfezione di silenzio,
Da “Il giardino dei
sentieri che si biforcano”
"Ricordo le parole finali,
ripetute in ogni
redazione come un
Da “Il giardino dei
sentieri che si biforcano”
"Per un istante pensai
che Richard Maden
avesse in qualche modo
Il giardino dei sentieri
che si biforcano
-"Madden era
implacabile. O meglio
un avvenire altrettanto
irrevocabile del passato."
come se Madden mi
stesse già spiando".
comandamento segreto:
Così combatterono gli
eroi, tranquillo
l'ammirevole cuore,
violenta la spada,
rassegnato a uccidere e a
morire"
intuito il mio disperato
disegno. Molto presto
capii che era impossibile.
Il consiglio di girare
sempre a sinistra mi
ricordò che questo era il
procedimento abituale
per scoprire il cortile di
certi labirinti"
era obbligato a essere
implacabile."
- "Ma sono un errore, un
fantasma."
-"L'esecutore di un
impresa atroce deve
immaginare di averla già
compiuta, deve imporsi
un avvenire altrettanto
irrevocabile del passato".
"Il labirinto dei sentieri
che si biforcano è un
enorme indovinello, o
parabola, il cui oggetto è
il tempo; quella causa
recondita gli impedisce
la menzione del suo
nome. Omettere sempre
una parola, ricorrere a
metafore inefficaci e a
perifrasi evidenti è forse
il modo più enfatico per
indicarla."
"Qualcosa si agitò nel
mio ricordo e pronunciai
con incomprensibile
sicurezza: <<il giardino
del mio antenato Ts'ui
Pên>>
<<il suo antenato?
Avanti!>>"
-"Giuro che la sua morte
fu istantanea: una
folgorazione."
-"Ho vinto in modo
abominevole: ho
comunicato a Berlino il
-" Sa che il mio problema
era quello di indicare la
città che si chiama Albert
nome segreto della città
che devono attaccare.
Ieri l'hanno attaccata”.
e che non ho trovato
altro mezzo se non
quello di uccidere una
persona con quel nome."
Aforismi tratti da Stefan Zweig, Paura
Aforismi di Manfredi Àrbisi …di Valeria Moscatello
“Infine, il momento della scoperta cominciò
a diffondere una serenità inattesa”
-"Non osava quasi guardarsi allo
specchio,temendo di scorgere una certa
diffidenza nel proprio sguardo, e tuttavia
era necessario controllare che nulla di
disordinato nell'abbigliamento rivelasse la
passione dell'ora appena trascorsa."
“Il […] continuo vomere aguzzo dell’unico
e infecondo pensiero che tutto fosse dolore
e pianto”
-"Le sue fantasticherie di adolescente che
sognava il grande amore e l'estasi della
passione si erano assopite nel placido
affetto dei primi anni di matrimonio e
nell'incanto giocoso di una precoce
maternità, ma adesso, all'approssimarsi dei
trent'anni, quelle fantasticherie
risorgevano."
“Andarsene via da quell’alloggio, da quella
casa, ritrovare lontano dall’avventura il
quieto universo”
-"E poi lì c'erano i suoi figli, suo marito, la
sua casa, quelle cose di cui, solo adesso che
stava per perderle, sentiva quanto fossero
parte essenziale della sua più profonda
esistenza."
Aforismi tratti da Max Frisch, Il silenzio. Un racconto dalla montagna
Aforismi di Manfredi
Àrbisi
…di Matteo Corona …di Vincenzo Cacioppo …di Domenico Tanese …di Federica Pepe
“Dai rami pendono i
licheni che come barbe
antiche ondeggiano
silenziosamente nel
vento.”•
-"Leuthold non ha mai
voluto essere una
persona ordinaria"
-"Leuthold non ha mai
voluto essere una
persona ordinaria
-"Non è un vero anelito,
né una vera fede, e
neanche si può piangere
come quando si era
ragazzi, non brucia il
petto, nessun gruppo
alla gola, e se anche si
volesse rotolare a terra,
sarebbe ridicolo e
bagnato, perché anche il
dolore non è più
sufficiente, neanche il
dolore, e si sta lì seduti,
con la disperazione
fredda e vuota...
Con il cuore morto."
-"Come qualcuno che
miri a una meta
fondamentale, o che
comunque pensi di
averne una e che si
concentri solo e
unicamente su quella
meta..."
“Non si può indurre la
grazia, con il tempo l’ha
capito, e si impara la
pazienza, anche se
-"Poi guardando a lungo
il blu, che sembra così
profondo quando si sta
sulla schiena e non si
-"O forse il viandante
sta ripensando al
passato;è una lunga
valle,e tredici anni sono
-"Fino a quando da
qualche parte si apre di
nuovo un buco: si
riconosce una profonda
-"Poteva ancora dirsi:
hai solo vent'anni, e
ancora tutto era
possibile, e come si era
talvolta è difficile da
esercitare. Soprattutto
tra le persone che
soppesano solo il suo
presente, e non il suo
futuro. Ma si tace e si
aspetta, si fa quello che
appunto fanno le
persone ordinarie;
ovviamente nell’intimo
si sorride, perché si sa
che si sta facendo finta, e
che non si è persone
ordinarie, si sa che è solo
un’attesa, ma l’attesa di
qualcosa di speciale,
dello slancio, della
grazia, del compimento,
del senso…•
guarda altro, così
profondo e scuro come
se, al di là del giorno, si
potesse scorgere la notte
del mondo"
un lungo periodo e lui si
spinge sempre più in là
nei suoi ricordi
valle, più profonda e più
scura di quanto si
potesse pensare, e sui
ghiacciai di un pallore
cadaverico strisciano
ombre spettrali."
orgogliosi che fosse
ancora tutto
possibile!"
“Tiene la tazza in mano,
asciutta, come se avesse
dimenticato la sete.”
-" È una giornata che per
camminare non
potrebbe essere pi bella,
una giornata azzurra e
non tanto calda.Come
batuffoli bianchi le
nuvole pendono sulla
-"Sentiva solo di non
essere una persona
come le altre,come suo
fratello adulto,per
esempio che era
fidanzato"
-"E però si sa bene che
non cancella nulla, quel
sonno, ci rinforza solo
per un'altra
disperazione, e la
mattina seguente non è
cambiato nulla, ma
valle, immobili, e io
prati friniscono i grilli"
comunque bisogna
alzarsi, intraprendere un
cammino senza via,
senza fede e senza meta,
senza senso, senza
niente, senza vocazione,
e solo per farsi vecchi,
sempre più vuoti e
sperduti..."
“Sembra non essere solo
una vita, ma solo
un’esistenza”•
-“Allora siamo solo
passaggi, veicoli di una
vita che si compiace di
sé e si basta.”
“Ma com’è bella la vita
quando si è stanchi e si
conosce il motivo per cui
svegliarsi la mattina. Lo
si conosce così di rado!,
e di continuo questo
alzarsi in un’esistenza
vuota e infruttuosa, a
volte si pensa di non
poterla sopportare oltre.
Ma si può essere
davvero molto disperati,
da sbattere la testa sul
tavolo, e a volte a volte
uno si prenderebbe la
testa fra le mani e la
lancerebbe contro il
muro, così che tutti i
pensieri schizzino fuori -
ma alla fine, prima o poi,
arriva il sonno, un sonno
più potente di tutto il
resto, più potente dei
nostri pensieri e della
disperazione, e che
semplicemente cancella
il pensiero prima che si
faccia letale. E però si sa
bene che non cancella
nulla, quel sonno, ci
rinforza solo per altra
disperazione, e la
mattina seguente non è
cambiato nulla, ma
comunque bisogna
alzarsi intraprendere un
cammino senza via,
senza fede e senza meta,
senza senso, senza
niente, senza vocazione,
e solo per farsi vecchi,
sempre più vuoti e
sperduti”
“Solo ai coleotteri più
valorosi vengono
restituite la libertà e la
vita, come giusto
riconoscimento, perché
tutto va guadagnato.”•
(detto da Irene)
“Un imperativo è
imperativo, e non ci
sono discussioni: perché
abbia deciso di tentare
proprio questa cresta,
che non è mai stata
scalata da nessuno;
niente dubbi né
domande, se davvero è
già abbastanza che
l’essere umano si ponga
un compito, ed è
indifferente se piaccia a
Dio o solo agli altri
uomini, se davvero
viene da un desiderio o
solo dalla
volontà…Imperativo è
imperativo.”
“A che scopo? E’ proprio
la domanda più scortese
che si possa fare alla
vita…”•
- "A che scopo?
È proprio la domanda
più scortese che si possa
fare alla vita..."
“Ci sono persone che
potrebbero fare tutto,
perché non sono portate
per nulla e per quelle è
particolarmente indicato
dedicarsi a ciò che è più
diffuso, insegnante in
tempo di pace e
luogotenente in tempo
di guerra…”•
“Ma può dare un senso
alla nostra vita
semplicemente il nostro
passarla ad altri?”
“Allora siamo solo
passaggi, veicoli di una
- “Allora siamo solo
passaggi, veicoli di una
vita che si compiace di
sé e si basta”•
vita che si compiace di
sé e si basta.”
Aforismi tratti da F. Scott Fitzgerald, Jelly-been e La parte posteriore del cammello
Aforismi di Riccardo Castigliola …di Marco Gerbino
Da “La parte posteriore del cammello”:
“Quella Medill lo voleva sposare e non lo
voleva sposare. Si stava divertendo così
tanto che odiava fare un passo così
definitivo. Nel frattempo, il loro
fidanzamento segreto durava da così a
lungo che sembrava potesse rompersi da
un momento all’altro sotto il suo stesso
peso.”
Da “La parte posteriore del cammello”:
-"Poi,quando tutto sembrava perduto, la
parte posteriore del cammello entrò a
curiosare nel negozio. "
“Si presentò cuore in mano, licenza e
ultimatum, e dopo cinque minuti stavano
litigando, uno scoppio di scoperta ostilità
che di solito si ha verso la fine di lunghe
guerre o lunghi fidanzamenti. Ne venne
fuori uno di quei tremendi momenti in cui
due persone che si amano si allontanano
bruscamente, si guardano con freddezza e
pensano che sia stato tutto un errore. Poi,
di solito, si baciano appassionatamente e
rassicurano l’altro che è tutta colpa loro.
Dillo che è tutta colpa mia. Dillo! Voglio
sentirtelo dire!
-" Da sopra la spalla, la parte anteriore del
cammello guardò la parte posteriore del
cammello e si scambiarono una strizzatina
d'occhi particolarmente sottile, misteriosa,
che solo i veri cammelli possono capire. "
Ma mentre la riconciliazione era tremante
nell’aria, mentre ognuno, in un certo qual
senso, la stava rimandando, in modo da
poterla godere più voluttuosamente e
sentimentalmente quando sarebbe
arrivata, furono interrotti per venti minuti
da una telefonata. Alla fine del
diciottesimo minuto Perry Parkhurst
spinto dall’orgoglio, dal sospetto e dalla
dignità offesa, si mise il lungo cappotto di
pelliccia, raccolse il morbido cappello
marroncino e uscì impettito dalla porta.”
“ «Lo bevo tutto il tuo champagne. Tutto
quanto, non m’importa se mi ammazza».
«Piantala, non fare il cretino! [...] Questa
roba prova che il mondo ha più di seimila
anni. È così antico che il tappo è
pietrificato. Devi tirarlo via con un
trapano».
«Portami su», disse Perry mogio. «Se quel
tappo vede il mio cuore salta via per pura
mortificazione».”
“Con l’informale audacia che era
l’impronta della serata, allungò una mano
e accarezzò delicatamente il naso del
cammello.
«Ciao, cammello».
Il cammello si mosse a disagio.
«Hai paura di me?», disse Betty,
sollevando un sopracciglio in segno di
riprovazione. «Non devi. Vedi io sono
un’incantatrice di serpenti ma sono
piuttosto brava anche coi cammelli».
Il cammello fece un lieve inchino e
qualcuno fece l’ovvio commento sulla bella
e la bestia.”
“Il cammello lasciò penzolare la testa con
aria lugubre.
«Vorrei che dicessi qualcosa», continuò
Betty dolcemente. «Dì che ti piaccio,
cammello. Dì che sono bellissima. Dì che ti
piacerebbe appartenere a un’incantatrice di
serpenti».
Al cammello sarebbe piaciuto.
«Vuoi ballare con me, cammello?».
Il cammello ci avrebbe provato.”
“Betty dedicò mezzora al cammello.
Dedicava almeno mezzora a tutti gli
uomini disponibili. Di solito era
sufficiente. Quando lei si avvicinava a un
nuovo uomo le debuttanti si disperdevano
a destra e a sinistra come una colonna
davanti a una mitragliatrice. E così a Perry
Parkhurst fu concesso il privilegio di
vedere il proprio amore come lo vedevano
gli altri. Betty civettò con lui
appassionatamente.”
“Questo paradiso dalle fragili fondamenta
crollò per un accorrere generale verso
l’ingresso della sala da ballo; iniziava il
cotillon.”
“A un segnale dell’orchestra tutti si
alzarono e cominciarono a ballare.
«Non è semplicemente delizioso?», sospirò
Betty. «Riesci a ballare?».
Perry annuì entusiasticamente. Si sentì
d’improvviso esuberante. Dopo tutto, era lì
in incognito che parlava col suo amore,
poteva fare l’occhiolino con superiorità al
mondo.
Così Perry ballò il cotillon. Dico ballò, ma
significa forzare la parola oltre i più
sfrenati sogni dei seguaci di Tersicore
appassionati di jazz.”
“«E adesso», continuò il cerimoniere,
«concluderemo il cotillon con il
matrimonio della Gioia con la Follia!». [...]
Sentì la risposta di Betty data con aria
divertita e disinvolta, e perfino in quella
pagliacciata il suono gli diede un brivido.”
“«Arrivederci, Betty», disse con voce rotta.
«Non dimenticarti di me nella tua ritrovata
felicità. [...] Ricordami con affetto. Betty».
Con un ultimo sguardo, si voltò per
andarsene, la testa china sul petto, mentre
sfiorava il pomo della porta.
«Arrivederci», ripeté. Girò la maniglia.
Ma a questo rumore i serpenti e la seta e i
capelli neri si precipitarono
impetuosamente verso di lui.
«Oh, Perry, non mi lasciare! Perry, portami
con te!».
Le lacrime le bagnavano il collo. Con
calma Perry l’abbracciò.
«Non m’importa», esclamò lei. «Ti amo e
se riesci a trovare un pastore a quest’ora ti
risposo e parto con te».
Da sopra la spalla, la parte anteriore del
cammello guardò la parte posteriore del
cammello e si scambiarono una strizzatina
d’occhi particolarmente sottile, misteriosa,
che solo i veri cammelli possono capire.”
Da “Jelly-bean”:
“«Jelly-bean», disse, «sei lì, Jelly-bean?
Credo…», e il suo lieve vacillare sembrava
parte di un sogno incantato. «Io credo che
tu meriti uno dei baci più dolci, Jelly-
bean».
Per un istante le sue braccia furono attorno
al suo collo, le sue labbra contro le sue.”
Da “Jelly-bean”:
-"Ora, se date del Jelly-Bean a uno di
Memphis probabilmente tirerà fuori una
bella corda robusta dalla tasca per
impiccarvi al palo del telegrafo. Se date del
Jelly-Bean a uno di New Orleans
probabilmente farà un ghigno e vi chiederà
chi porta vostra sorella al ballo del Mardi
Gras. "
“Si gettò sul letto stringendo con forza i
bordi.
«La amo», gridò. «Dio!».
Quando lo disse qualcosa dentro di lui si
sciolse come un groppo in gola. L’aria
diventò limpida e radiosa con l’alba e
voltandosi a faccia in giù cominciò a
singhiozzare sommessamente nel
cuscino.”
" Quella Medill lo voleva sposare e non lo
voleva sposare. Si stava divertendo così
tanto che non voleva fare il passo
definitivo."
“I negozi stavano chiudendo e gli ultimi
clienti sciamavano verso casa, quasi come
sospinti dalle sognanti evoluzioni di una
giostra che girava lenta.”
“La vide mettersi le mani sui fianchi, dire
qualcosa sottovoce e ridere. Anche l’uomo
rise e Jim provò un’improvvisa fitta di
dolore, un nuovo strano dolore. Era
passato un bagliore tra la coppia, un
raggio di bellezza da quel sole che l’aveva
scaldato fino a quel momento.
D’improvviso Jelly-bean si sentì come
un’erbaccia nell’ombra.”
“«È buffo», disse. «Questa… questa specie
d’infezione ha preso anche me».”
“«Nonvalgo una cicca. Il soprannome che
mi hanno dato significa che sono uno
molle e debole. Gente che non era nessuno
quando i miei erano qualcuno adesso
storce il naso quando m’incontra per
strada».”
Aforismi tratti da A. Nothomb, L’entrata di Cristo a Bruxelles e Senza nome
Aforismi di Giorgia Riolo …di Angela Cappello
Da “L’entrata di Cristo a Bruxelles”
"Salvator aveva bisogno di stare lontano
dall'uomo che era stato. L'ignominia non
solo del suo crimine,ma anche dei
sentimenti che aveva provato,gli appariva
adesso assolutamente evidente. << Non
voglio essere più niente di quello che sono
stato>>".
Da “L’entrata di Cristo a Bruxelles”
-"Non voglio essere più niente di quello
che sono stato."
"Non esisteva una sensazione equivalente a
quel rumore che attraversava l'essere: era
un'onda i implosione che si propagava a
ventaglio. Ogni volta che la campana
veniva colpita, la scatola cranica si
contraeva per poi dilatarsi ben al di là dei
suoi limiti originari. Il cervello allora faceva
la ruota,si pavoneggiava oltre le proprie
frontiere,fiero dell'immensità del suo
godimento."
-"Parigi è l'unica città al mondo in cui non si
ha bisogno di essere felici."
"Corse a cercare una pinzetta da
depilazione e, a dispetto di ogni prudenza,
-"Si convinse di essere ambizioso mentre il
suo non era che smisurato orgoglio."
senza neanche pensare che correva un
rischio terrificante, estrasse il chiodo dal
cranio della sua amata. Notò, nel farlo, che
togliere l'arma del crimine era più difficile e
più silenzioso che conficcarla, e pensò che,
se ne avesse avuto tempo, ne avrebbe fatto
delle teorie filosofiche."
"La cosa più strana era che lei lo amasse.
<<Perché mi ami?>>- le chiedeva,
consapevole tuttavia dell'assurdità della
domanda. Lei, che impiagava dieci minuti a
rispondere alla domanda 'che tempo fa?'
Diceva senza esitare: <<perché sei tu.>>
<<Sono io, e allora?>>
<<Sei tu. Quando ti avvicini a me, quando
mi prendi tra le mani, io ti riconosco.>>
Da “Senza nome”:
"Cominciarono i bizzarri flussi mentali che
precedono il sonno: <<Domani gli chiedo
dov'è la stazione più vicina, avranno
sicuramente una macchina per
accompagnarmici, perché non piaccio alle
donne, non sono più brutto degli altri,
mangerei una sogliola alla mugnaia, no ma
Da "Senza nome ":
-"Nel freddo c'era la sofferenza inebetita
degli uomini che il gelo aveva restituito
alla loro animalità."
una sogliola alla mugnaia a quest'ora, ti
vengono certe idee, sarà fantastico
spazzolarsi i denti domani, certo che sono
strani, questi tizi, le loro soap opera devono
avergli spappolato il cervello,sto proprio
bene in questo letto, faccio spesso questo
sogno strano e penetrante, no, vecchio mio,
questa non è farina del tuo sacco...>>.
"Ci fu un vuoto di una durata interminabile.
Coincise forse con un assopimento. Non lo
so. So solo che ebbe luogo il miracolo. La
tramontana muggiva attraverso l'infinito
innevato quando mi accorsi che qualcosa o
qualcuno era venuto a raggiungermi. Non
so cosa fosse. So che era di sesso femminile,
non è forse il sesso che si tende ad
attribuire a qualcuno che soccombe?"
-"Schiavo di qualcosa che non ha nome."
-"È fantastico non fare niente. Pochissima
gente ne è capace. "
Aforismi tratti da Jhumpa Lahiri, Solo bontà
Aforismi di Lucia Mesi …di Roberta Ruta …di Benedetta Prainito
-“Sentiva un legame nuovo con il fratello,
come se, dopo averlo considerato per anni
solo un bambino, fossero finalmente
diventati amici.”
- 《Bevono tutti nelle università americane,
immagino》Pronunciò la frase come se il
vizio del bere fosse un passatempo
studentesco, una frase che ci si lascia alle
spalle con il passare degli anni.
"Lei sperava in una sorellina,ma era
comunque felice di non essere più figlia unica,
di avere qualcuno che potesse colmare il
vuoto che sentiva in casa dei genitori"
-“Una parte di lei temeva che qualcosa
potesse farlo esplodere, inducendolo a
sparire un'altra volta.”
- "Udì Neel che si agitava nel lettino al
piano di sopra. Nel giro di un minuto si
sarebbe messo a strillare, per reclamare la
sua presenza, aspettandosi la colazione; era
ancora abbastanza piccolo per vedere nella
madre solo bontà, nient'altro."
"Sudha non nutriva tenerezza per la ragazzina
che era stata,non sentiva alcun legame
affettuoso con il proprio aspetto di allora o
con ciò che aveva fatto nell'infanzia. Provava
piuttosto un rimpianto incontenibile,senza
sapere bene per cosa"
-“Pensava al marito che non si fidava più
di lei, al figlio il cui pianto proprio in quel
momento la interruppe, alla famiglia che
quel mattino aveva rotto il guscio come un
pulcino, tipica e terribile quanto qualsiasi
altra.”
- "Pensava al marito che non si fidava più
di lei, al figlio il cui pianto proprio in quel
momento la interruppe, alla famiglia che
quel mattino aveva rotto il guscio come un
pulcino, tipica e terribile quanto qualsiasi
altra."
"Gli aveva dipinto un'immagine nebulosa dei
propri familiari e lui l'aveva assimilata come
se fosse una nota in fondo a un libro: un
particolare che la riguarda,ma destinato a
restare lontano dalla sua vista, a distanza di
sicurezza"
"Non riusciva ad accettarsi. Persino da
adulta,avrebbe solo voluto poter tornare
indietro e cambiare tutto"
Aforismi tratti da Thomas Hardy, Il violinista delle danze scozzesi
Aforismi di Federica Pepe …di Giulia Liuzza
-"Mentre suonava chiudeva
immancabilmente gli occhi; non usava mai
spartiti, ed era come se lasciasse vagare a
caso il suo violino nelle più struggenti
melodie che gente di campagna avesse mai
udito."
"Probabilmente il suo modo di suonare il
violino aveva molto a che fare con la sua
capacità di seduzione, e in campo
musicale, per dirla tutta, vantava un talento
molto peculiare e originale, un po’ come un
predicatore travolgente".
-"[...]non poteva certo suonare il violino
come Zazzera, in quel modo che tirava
l'anima fuori dal corpo quasi come un filo
di ragno, fino a far sentire l'ascoltatore
debole come un fuscello e bramoso di
aggrapparsi a qualcosa."
"Fu prepotentemente invasa da un fremito,
e la mano cominciò a tremarle così forte che
non riusciva a poggiare il bicchiere."
-"L'irresistibile impulso alla danza, che il
violinista e il suo sapiente strumento erano
sempre stati capaci di suscitare in lei, ora la
stava catturando di nuovo, proprio come in
passato, forse alimentato dalla calda
miscela di gin e birra."
"Continuò così a ballare da sola, pensando
di avere un'aria di sfida. In realtà era
schiavizzata in modo abietto, vittima di
ogni onda della melodia, sondata
dall'occhio aperto del suo seduttore che la
penetrava come un succhiello".
-"Continuò così a ballare da sola, pensando
di avere un'aria di sfida. In realtà era
"Ella, così si chiamava, era una creatura
sensibile e palpitante, pronta a eludere la
schiavizzata in modo abietto, vittima di
ogni onda della melodia, sondata
dall'occhio aperto del suo seduttore che la
penetrava come un succhiello."
precisa consapevolezza dell'attività del
marito quando rifletteva sul fatto che tutto
ciò che egli costruiva mirava alla
distruzione della vita".
-"[...]ma non ritrovò ciò che aveva perso,
benché impegnasse ossessivamente tutto il
proprio tempo libero ad andare in giro per
le strade nella speranza d'incontrarla..."
Aforismi tratti da Fëdor Dostoevskij, La mansueta e Il sogno di un uomo ridicolo.
Aforismi di Alessandro Bullara …di Stefania Castelli
Da “La mansueta”:
-Quando venni con mai inconsueta cortesia in un amabile
conversazione con lei. Posseggo, infatti, una discreta educazione
e ho delle belle maniere. Hm. Fu allora che indovinai che era
buona e mansueta. Le ragazze buone e mansuete non fanno
resistenza troppo a lungo e, sebbene non si aprano molto, non
riescono assolutamente a schivare la conversazione: rispondono
con parsimonia, ma rispondono e quanto più la cosa va avanti,
tanto più rispondono, soltanto, se vi capita, non stancatevi.-
Da “La mansueta”: -"Ecco, fin che è qua, tutto ancora va bene: ogni momento mi avvicino a lei e la guardo; ma quando domani la porteranno via, come farò a rimanere da solo?"
-Innanzitutto la severità. È sotto il segno della severità, infatti,
che la introdusse in casa mia. In una parola, allora, benché fossi
felice, creai un vero e proprio sistema. Oh, senza alcuna
forzatura, è venuto fuori quasi da sé. Nè avrebbe potuto essere
altrimenti, io dovevo creare questo sistema in seguito a una
circostanza ineluttabile (perché, in effetti, calunnio me stesso?). Il
sistema era sincero. No, ascoltate, se si deve giudicare un uomo
bisogna farlo con cognizione di causa… Ascoltate!-
-"Le donne orgogliose piacciono soprattutto quando...be', quando ormai non dubiti più del tuo potere su di esse, non è vero."
-Vedete, la gioventù è generosa, voglio dire la gioventù, è
generosa è impulsiva, ma poca pazienza, appena qualcosa non
-"Vedete, la gioventù disprezza, per esempio, il denaro: io subito insistetti sul denaro che ella sempre di più cominciò a tacere."
va, ecco subito il disprezzo. Io invece avrei voluto la larghezza di
vedute, avrei voluto inculcarle proprio nel cuore e larghezza di
vedute, inculcargliela nello sguardo del cuore, nevvero?-
-"La donna innamorata, invece, oh, la donna innamorata venera perfino i difetti, perfino i delitti dell'essere amato."
-"Sedici anni, la prima giovinezza: che cosa ne avrebbe potuto capire delle mie giustificazioni, delle mie sofferenze?"
Da "Il sogno di un uomo ridicolo":
-Io sono un uomo ridicolo. Ora mi chiamano pazzo. Questo
sarebbe un avanzamento di grado, se io, per loro, non rimanessi
ridicolo come prima. Ma ormai non mi ci arrabbio piu, adesso
tutti mi sono cari, persino quando ridono di me; anzi, allora mi
sono, non so come, particolarmente cari. Io stesso riderei con
loro, non gia di me, ma per amore di loro, se nel guardarli non
mi sentissi cosi triste. Sono triste perche essi non conoscono la
verita, io invece la conosco. Oh, come e duro essere il solo a
conoscere la verita! Ma questo, loro, non lo capiranno. No, non lo
capirebbero-
Da "Il sogno di un uomo ridicolo": -" Sono un uomo ridicolo. Adesso poi loro dicono che sono pazzo. Sarebbe un avanzamento di grado, se per loro non rimanessi pur sempre ridicolo come prima. Ma adesso ormai non mi arrabbio più, adesso li trovo tutti cari, anche quando ridono di me, allora, anzi , li trovo persino per qualche motivo particolarmente cari. Mi metterei addirittura a ridere anch'io assieme a loro, non di me stesso, ma per amore loro, se non provassi tanta tristezza a guardarli. Provo tristezza però essi non conoscono la verità, mentre io la conosco."
-I sogni, si sa, sono un fatto straordinariamente strano: una cosa la
vediamo nella nostra mente con una chiarezza spaventosa, con
-"Ma nessuno di loro sapeva né sospettava che se c'era al mondo una persona che meglio di tutti gli altri era consapevole di essere
una rifinitura dei dettagli minuziosa, da orefice, mentre altre le
sorvoliamo senza notarle affatto, per esempio lo spazio e il tempo.
I sogni sono mossi non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla
testa, ma dal cuore, ma, ciononostante, quali ingegnosissime
acrobazie ha compiuto talvolta la mia ragione in sogno! Tra
parentesi ad essa in sogno accadono cose assolutamente
inconcepibili. Mio fratello, per esempio, è morto
cinque anni fa. Talvolta io lo vedo in sogno: egli partecipa
vivamente alle mie faccende, noi siamo vivamente interessati
l’uno all’altro, eppure durante tutta la durata del sogno io so e
ricordo perfettamente che mio fratello è morto e seppellito. Come
mai allora non mi meraviglio affatto che, benché sia morto, egli
tuttavia sia lì accanto a me e si dia premura delle mie cose insieme
a me? Perché la mia ragione ammette tutto questo?-
ridicola, quella ero io, e proprio questa era la cosa che mi faceva più rabbia, il fatto che essi non lo sapessero, benché di ciò fossi io il colpevole, infatti io sono sempre stato così orgoglioso che mai e per nulla al mondo ho voluto confessarlo a nessuno."
-Io ho bisogno di soffrire per amare-
-...ma ditemi: chi non si è mai perso? Noi tutti siamo diretti verso
un punto ben preciso, o almeno tentiamo di farlo, dall’uomo più
saggio all’ultimo dei criminali, solo che scegliamo strade diverse.
Questa è una vecchia verità, ma ora c’è qualcosa di nuovo: io non
posso perdermi più di tanto. Perchè io ho visto la Verità, ho visto
e so che gli uomini possono essere belli e felici senza perdere la
capacità di vivere in Terra. Io non voglio e non posso credere che
il male per gli uomini sia la normalità. Purtroppo loro non fanno
che ridere di questa mia fede. Ma come posso non crederci? Io ho
-"Forse perché nella mia anima è cresciuta una spaventosa angoscia per una circostanza che ormai era infinitamente al di sopra di me, e precisamente per la consapevolezza che avevo ormai raggiunto, che al mondo ovunque tutto è indifferente."
visto la Verità, non me la sono inventata, l’ho vista, l’ho vista, e la
sua immagine vivente ha colmato la mia anima per sempre.-
-"Vedete, per quanto tutto mi fosse indifferente, tuttavia il dolore, per esempio, lo avvertivo. Se qualcuno mi avesse colpito avrei sentito dolore. Lo stesso in senso morale: se fosse accaduto qualcosa di molto pietoso avrei provato pietà, proprio come quando ancora nella mia vita non mi era tutto indifferente."
-"Un sogno? Ma che cos'è un sogno? E la nostra vita non è forse un sogno? Dirò di più: sia pure, sia pure che questo non debba mai avversari e che il paradiso non possa esistere (di ciò mi rendo ben conto!) - cionondimeno io continuerò a predicare."
Aforismi tratti da Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso
Aforismi di Francesco Damiano Aforismi di Maria Cirino
"Uno studio in rosso, eh? Perché non usare qualche termine pittorico. Il filo scarlatto dell'omicidio si dipana lungo l'incolore matassa della vita; e noi abbiamo il dovere di dipanarlo, e isolarlo, e tirarlo fuori da capo a fondo."
-“Se non fosse stato per lei, non ci sarei andato e così avrei perduto lo studio migliore che mi sia mai capitato: uno studio in rosso, eh? Perché non usare qualche termine pittorico. Il filo scarlatto dell’omicidio che si dipana lungo l’incolore matassa della vita; e noi abbiamo il dovere di dipanarlo, e isolarlo, e tirarlo fuori da capo a fondo.”
"<Non ha importanza>, rispose e , gettandosi il fucile in spalla sia allontano a lunghi passi dentro la gola e nel cuore delle montagne, verso le tante delle belve feroci. E fra di esse nessuna era feroce e pericolosa quanto lui."
-“E’ un errore confodere ciò che è strano con ciò che è misterioso. Spesso, il delitto più banale è il più incomprensibile proprio perché non presenta aspetti insoliti o particolari, da cui si possono trarre delle deduzioni.”
"<Vede>, spiegò, <secondo me, in origine il cervello umano è come un attico vuoto che uno deve riempire con i mobili che preferisce. Uno sciocco assimila ogni sorta di ciarpame gli viene a tiro, così che le
-“[…] Anno dopo anno, diventava semprè più alta e più forte, il colorito più acceso, il passo più elastico. Molti viaggiatori lungo la strada che costeggiava la fattoria di Ferrier sentivano riaccendersi nella mente
nozioni che potrebbero essergli utili vengono spinte fuori o, nella migliore delle ipotesi, accatastate alla rinfusa con un'infinità di altre cose, di modo che ha difficoltà a ritrovarle. Un operaio abile, invece, sta molto attento a ciò che immagazzina nel suo attico-cervello. Non vi metterà altro che gli strumenti che possono aiutarlo nel suo lavoro, ma di questi strumenti ne ha un vasto assortimento, e tutto in perfetto ordine. È sbagliato pensare che quella piccola stanza abbia pareti elastiche che possono allargarsi a piacimento. Creda a me, viene sempre un giorno in cui ogni nozione in più gliene fa dimenticare un'altra che aveva prima. È estremamente importante, quindi, che le nozioni utili non estromettano quelle utili.>"
pensieri a lungo dimenticati, guardando quella figuretta agile che si aggirava nei campi di grano, o incontrandola in groppa al cavallo pezzato di suo padre, che ella cavalcava con la facilità e la grazia di una vera figlia dell’Ovest.”
Aforismi tratti da Augusto Biachi Rizzi, Montsé
Aforismi di Sara Alaimo
-<<Meglio vivere ancora un anno come mi pare che morire domani sotto il bisturi o magari -peggio ancora! -rimanere imbalsamata su una sedia a rotelle per il resto dei miei giorni >>
-"quanto dolore può sopportare un'anima?"
-<<sapere di poter morire da un momento all'altro rende la vita più eccitante, e la rende anche molto più libera. Vuoi mettere la libertà di chi non ha futuro? ...>>
-<<in tutte le famiglie c'è il bene ma c'é anche il male...>>.
-<<... Ognuno di noi ha bisogno di almeno una persona che lo conosca davvero>>.
Aforismi tratti da Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie
Aforismi di Riccardo Castigliola
“«I rimorsi i sensi di colpa e ci distruggeranno!» «Fanno parte di me.» «Ti prego, per favore, liberati la mente da questo pensiero.» Ma come avrebbe potuto? Gravava su di lui come acqua che si deposita su un tetto di latta: lo fa arrugginire, corrode, marcisce giorno dopo giorno.”
“«Qui, in questo capitalismo dei sentimenti, nessuno si preoccupa degli altri, non è così?» «Si, è vero,» ammise Jamila. «Ognuno è abbandonato a se stesso. [...]» «Ma cos'è che vuoi realmente?» chiese lei. Changez esitò, guardandola implorante. Allora lei disse, velocemente, fatalmente, forse senza pensarci bene: «Ti piacerebbe venire con me?» Lui annuì, incapace di credere alle sue orecchie.”
“Quello dell'attore è uno strano mestiere. Bisogna convincere la gente che si è qualcun altro, che quello che vedono non sei tu. Il modo migliore per farlo è questo: quando reciti, quando impersoni un altro, devi essere te stesso. Per rendere reale il tuo personaggio devi pescare dal tuo vero io. [...] Più reciti avvicinandoti alla tua vera personalità e meglio è. Il colmo del paradosso: per avere successo nelle vesti di un altro devi essere te stesso.”
“Mentre camminavamo e ci guardavamo intorno, Changez parlava di quanto gli piacessero gli inglesi, di quanto fossero gentili e a modo. «Sono gentiluomini. Specialmente le donne. Non cercano di fregarti sempre come fanno gli indiani.» Questi gentiluomini avevano facce da malati; la loro pelle era grigia. Le case popolari sembravano prigioni da campo tirate su alla meno peggio; cani razzolavano in giro; l'immondizia volava dappertutto; sui muri erano disegnati dei graffiti. Erano stati piantati dei piccoli alberi con una rete metallica protettiva intorno, ma erano stati ugualmente sradicati. I negozi vendevano solo vestiti fuori moda e di cattiva qualità. Tutto sembrava povero e misero, specie quando cercava di avere un tono. Changez doveva
avere pensato la stessa cosa. Disse: «Forse qui mi sento a casa perché mi ricorda Calcutta.»
“Ma per essere veramente liberi dovevano prima disfarsi di tutta l'amarezza e il risentimento. E com'era possibile se l'amarezza e il risentimento rinascevano giorno dopo giorno?”
“Ero diventato indifferente. Non mi importava quello che mi accadeva. A volte ero pieno di rabbia, me per la maggior parte del tempo non sentivo nulla; non ero mai stato così totalmente insensibile in tutta la mia vita.”
“Riuscivo a pensare solo a quanto sembravano piccoli e intimiditi mamma e papà, come erano fragili con i capelli grigi, e quanto innaturale era la distanza che tenevano fra loro. Tutta la vita pensi ai genitori come a mostri, soffocanti e protettivi, che detengono un potere immenso su di te e poi un giorno ti volti, li cogli di sorpresa, e ti accorgi che in realtà sono solo persone deboli e timide che cercano di cavarsela come possono.”
“Cercavamo sì di vivere dal momento che non avevamo altra scelta, facendo finta di niente, come se non fossimo soli, come se non dovesse
mai arrivare il momento in cui ognuno di noi avrebbe capito che la sua vita era finita e che stava correndo senza freni contro un muro di mattoni.”
“Però la depressione, l'insofferenza, il desiderio di mutilarmi con i cocci di bottiglia, le crisi di pianto e l'intorpidimento interiore non accennavamo a diminuire, come pure l'incapacità di alzarmi dal letto per giorni di fila, e l'impressione che il mondo volesse schiacciarmi. Sapevo che non sarei diventato matto, anche se mi auguravo quello sfogo, la libertà di lasciarmi andare. Aspettavo solo di guarire.”
“Un momento siamo bambini allegri e sereni, smontiamo le macchine per vedere cosa c'è dentro e amiamo gli orsi polari, e il momento dopo ci gettiamo ubriachi e piangenti giù dalle scale; la nostra vita è finita. Odiamo la vita e odiamo la morte.”
“Come sembrava ottusamente contento Changez, alla fine. Il suo amore era incrollabile; era vero, assoluto, sapeva quello che provava. E Jamila era contenta di lasciarsi amare. Poteva fare quello che voleva, Changez l'avrebbe sempre messa davanti a tutti; l'amava più di quanto amasse se stesso.”
Aforismi tratti da Fred Uhlman, L’amico ritrovato
Scelti da Claudia Modica …da Elisa Ferrauto …da Francesca Taormina …da Gaia Gebbia
(cap. 1) “Da allora è passato più
di un quarto di secolo, più di
novemila giorni tediosi e senza
scopo, che l’assenza della
speranza ha reso tutti uguali”
(cap. 1) “Entrò nella mia vita nel
febbraio 1932 per non uscirne
più. Da allora sono passati più
di un quarto di secolo, più di
novemila giorni tediosi e senza
scopo, che l’assenza della
speranza ha reso tutti
ugualmente vuoti –giorni e
anni, molti dei quali morti come
le foglie secche su un albero
inaridito.”
“E belle erano anche le colline
che circondavano la mia città
natale, al di là delle quali finiva
il mondo e iniziava il mistero”.
(cap. 1) “Se chiudo gli occhi,
riesco ancora a vedere le
schiene dei miei compagni,
molti dei quali morti nelle
steppe della Russia o nelle
sabbie dell’Alamein”
(cap. 1) “più di novemila giorni
[…] che l’assenza della
speranza ha reso tutti uguali e
vuoti giorni e anni, molti dei
quali morti come le foglie
secche su un albero inaridito”
(cap. 2) “Studiavo il suo volto
fiero, dai tratti finemente
cesellati e sono certo che nessun
innamorato guardò mai Elena
di Troia con altrettanta
intensità, né fu più conscio della
sua inferiorità”.
(cap. 2) “Chi ero io per avere
l’ardire di rivolgergli la parola?
Come avrebbe potuto, dall’alto
della sua gloria, capire la mia
timidezza, il mio orgoglio, la
mia suscettibilità e il timore di
essere ferito?”
(cap. 2) “Eppure non dava mai
l’impressione di essere
orgoglioso, vanitoso, o animato
dal desiderio di differenziarsi
dagli altri, anche se, era sempre
estremamente gentile,
sorrideva quando qualcuno gli
rivolgeva la parola e teneva
aperta la porta per far passare
quelli che volevano uscire”
(cap. 3) “Non solo sarei stato
pronto a morire per un amico,
ma l’avrei fatto con gioia”.
(cap.3) “Nella mia classe non
c’era nessuno che potesse
rispondere all’idea romantica
che avevo dell’amicizia,
nessuno che ammirassi
davvero o che fosse in grado di
comprendere il mio bisogno di
fiducia, di lealtà e di
abnegazione, nessuno per cui
avrei dato volentieri la vita ”.
(cap.3) “Nella mia classe non
c’era nessuno che potesse
rispondere all’idea romantica
che avevo dell’amicizia,
nessuno che ammirassi davvero
o che fosse in grado di
comprendere il mio bisogno di
fiducia, di lealtà e di
abnegazione, nessuno per cui
avrei dato volentieri la vita. Ho
esitato un po' prima di scrivere
che «avrei dato volentieri la vita
per un amico», ma che ora, a
trent’anni di distanza, sono
convinto che non si trattasse di
un’esagerazione e che non solo
sarei stato pronto a morire per
; (cap. 3) “Non mi ricordo
esattamente quando decisi che
Konradin avrebbe dovuto
essere mio amico, ma non ebbe
dubbio sul fatto che, prima o
poi, lo sarebbe diventato”
un amico, ma l’avrei fatto quasi
con gioia”
(cap. 4) “Era la prima volta che
mi rivolse la parola ed ero ben
deciso a perché non fosse
l’ultima”.
(cap. 4) “Ma ora ero risvegliato
alla vita”.
(cap. 4) “La paura era sparita,
sostituita da un unico pensiero:
dovevo farlo per lui”
(cap. 4) “Tutto ciò che sapevo
era che sarebbe diventato mio
amico”
(cap. 5) “Camminavamo come
due giovani innamorati, ancora
nervosi, ancora intimiditi”.
(cap. 5) “Tutto quello che so è
che, per un’ora, camminammo
avanti e indietro come due
giovani innamorati, ancora
nervosi, ancora intimiditi”.
(cap. 5) “«Ciao, Hans» mi disse
e mi resi conto con un misto di
gioia, sollievo e stupore che era
timido come me e, come me,
aveva bisogno di amicizia”
(cap. 5) “«Ciao Hans» mi disse.
E io all’improvviso mi resi
conto con un misto di gioia,
sollievo e stupore che era
timido e, come me, aveva
bisogno di amicizia”
(cap. 6) “Dal paesaggio
emanava un senso di pace, di
fiducia nel presente e di
speranza nel futuro”.
(cap. 6) “Tutte le mie parole si
rivelarono prive di
fondamento”
(cap. 7) “La nostra terra non era
altro che un sassolino dove di
sassolini, ne esistevano a
milioni”.
(cap.7) “La politica riguardava
gli adulti; noi avevamo già i
nostri problemi” “Per la prima
volta mi resi conto della mia
infinita piccolezza e del fatto
che la nostra terra non era altro
che un sassolino su una
(cap. 7) “E quello che ci pareva
più urgente era imparare a fare
il meglio possibile della vita,
oltre, naturalmente, a cercare di
scoprire quale scopo avesse, se
l’aveva, a chiederci quale
potesse essere la condizione
umana in questo cosmo
(cap. 7) “Passarono giorni e
mesi, niente venne a turbare la
nostra amicizia”;
spiaggia dove, di sassolini, ne
esistevano a milioni”.
spaventoso e
incommensurabile”
(cap. 8) “Migliaia di luci l’aria
calda e pervasa del profumo dei
gelsomini e dei lillà e, da ogni
parte, le voci, i canti e le risa
allegre della gente”
(cap. 9) “Per me niente aveva
importanza oltre al fatto che
quello era il mio paese, la mia
patria”.
(cap. 9) “Eravamo prima di tutto
svevi, poi tedeschi e infine
ebrei” “La pretesa di
riprendersi la Palestina dopo
duemila anni gli sembrava
altrettanto insensata che gli
italiani avessero accampato dei
diritti della Germania perché
un tempo era stata occupata dai
romani”
(cap. 9) “Per me niente aveva
importanza oltre al fatto che
quello era il mio paese, la mia
patria, senza inizio né fine”
(cap. 9)“Dalla nostra casa si
vedevano solo i giardini e tetti
rossi delle ville dei proprietari
che si sono potuti permettere un
panorama”
(cap. 10) “I nazisti non erano
altro che una malattia della
pelle manifestatasi in un corpo
sano”.
(cap. 10) “I nazisti non erano
altro che una malattia della
pelle manifestatasi in un corpo
sano e, per curarla, sarebbe
stato sufficiente praticare
qualche iniezione, tenere il
paziente tranquillo e lasciare
(cap. 10) “Per lui i nazisti non
erano altro che una malattia
della pelle manifestatasi in un
corpo sano e, per curarla,
sarebbe stato sufficiente
praticare qualche iniezione,
tenere il paziente tranquillo e
(cap. 10) “Capito bene mio
padre, e ancora lo capisco”;
che la natura facesse il suo
corso”
lasciare che la natura facesse il
suo corso”
(cap. 11) “Solo quando ero
malato e riuscivo ad accettare la
sua compagnia e mi arrendevo
con riconoscenza la sua
tenerezza repressa”
(cap. 11) “Solo quando ero
malato riuscivo ad accettare la
sua compagnia e mi arrendevo
alla sua tenerezza repressa”
(cap.11) “Solo quando ero
malato e riuscivo ad accettare la
sua compagnia e mi arrendevo
con riconoscenza la sua
tenerezza repressa”;
(cap. 12) “Non avrei più potuto
guardarlo negli occhi senza
provare vergogna e dolore, e
senza vergognarmi del fatto che
mi vergognavo”.
(cap. 12) “Per la seconda volta in
meno di un’ora provai un
sentimento di odio nei
confronti del mio innocente
amico che, con la sua sola
presenza, aveva trasformato
mio padre nella caricatura di sé
stesso”
(cap. 12) “Per me non sarebbe
più stato lo stesso: non avrei più
potuto guardare negli occhi
senza provare vergogna e
dolore, e senza vergognarmi del
fatto che mi vergognavo”
(cap. 12) “Tremavo
violentemente a malapena
riuscivo a trattenere le lacrime”;
(cap. 13) “Ma le barriere che mi
tenevano lontano da Konradin
continuavano a ergersi come
non dovessero mai crollare”
(cap. 13) “Ma la mia speranza
non si avverava mai e la porta
incombeva minacciosa quando
i due grifoni che mi scrutavano
dall’alto”;
(cap. 14) “Tutto si volse
esattamente come la volta
precedente: chiacchierammo,
osservammo, ammirammo”;
(cap. 15) “Ti dirò anche che ho
dovuto lottare per ogni ora
passata con te”.
(cap. 15) “E venne il giorno in
cui non rimase più spazio per i
dubbi” “Ebbe un attimo di
esitazione, «D’accordo» disse
poi «Tu l’as volulu, Georges
Dandin, tu l’as volulu. Vuoi la
verità e l’avrai»” “Ti aspetti
troppo dai comuni mortali, mio
caro Hans, cerca, quindi, di
capirmi e perdonami e, ti prego,
non togliermi la tua amicizia”
(cap. 15) “Perché rischiare di
perdere un amico esigendo
delle prove, invece di lasciare
che i sospetti sfumassero pian
piano, da soli?”
(cap. 15) “Ma sapevamo che le
cose erano ormai cambiate e che
quell’episodio era l’inizio della
fine della nostra amicizia e
dell’adolescenza”;
(cap. 16) “Ma quando uscii, la
strada era fredda e vuota come
una spiaggia in una giornata
d’inverno”.
(cap. 16) “Morire per il proprio
paese significava dunque
seguirne l’esempio glorioso”
“«Mi ha detto di tornare in
Palestina» «Ah, capisco»
commentò il professore «Ma
non si tratta di un insulto, mio
caro Schwarz! È un buon
consiglio d’amico»”
(cap. 16) “Nobile è colui che
cade in battaglia combattendo
coraggiosamente per la sua
terra natale e miserabile l’uomo
che, rinnegando la propria
patria, fugge dai fertili campi
per vivere da elemosina”
(cap. 16) “Nobile è colui che
cade in battaglia combattendo
coraggiosamente per la sua
terra natale e miserabile l’uomo
che, rinnegando la propria
patria, fugge dai fertili campi
per vivere da elemosina”;
(cap. 17) “Mi ha insegnato a
pensare e a dubitare”.
(cap. 17) “Questa è la mia patria,
la terra in cui siamo nati e a cui
apparteniamo e non
permetteremo che nessun
bastardo austriaco che ce la
sottragga”
(cap. 17) “Forse un giorno i
nostri cammini si incroceranno
di nuovo. Mi ricorderò sempre
di te”;
(cap. 18) “Le mie ferite non si
sono ancora rimarginate e, ogni
volta che ripenso alla
Germania, è come se venissero
sfregate col sale”.
(cap. 18) “Com’era inevitabile,
alcuni tedeschi hanno
incrociato la mia strada, brave
persone che erano finite in
prigione per essersi opposte a
Hitler. Tuttavia, prima di
stringere la loro mano, mi sono
sempre informato sul loro
passato. Bisogna fare
attenzione prima di concedere
la propria fiducia a un tedesco”
(cap. 18) “All’inizio mi mancava
il coraggio di mettermi
all’opera perché non avevo i
soldi, ma che ora i soldi li ho, mi
manca ugualmente perché non
ho sufficiente fiducia in
me. È per questo che, in fondo
al cuore, mi considero un
fallito”
(cap. 18) “L’ostilità era diretto il
nazista tanto che questi, pensò
bene di andarsene, non tornò
più né fu più sostituito”;
(cap. 19) “Von Hohenfels,
Konradin, implicato nel
complotto per uccidere Hitler.
Giustiziato”.
(cap.19) “Quella parte di me non
era mai esistita. Avevo
eliminato diciassette anni della
mia vita senza chiedere niente e
adesso avevano la sfrontatezza
di venire da me a chiedere un
contributo” “Lavoricchiai, feci
qualche telefonata, dettai un
paio di lettere, senza riuscire a
buttare via l’appello, né a
trovare il coraggio di cercare
l’unico nome che mi
ossessionava” “Afferrai
l’opuscolo con l’intenzione di
stracciarlo ma, all’ultimo
(cap. 19) “Von Hohenfels,
Konradin, implicato nel
complotto per uccidere Hitler.
Giustiziato”.
(cap. 19) “Decisi finalmente di
distruggere quell’oggetto
atroce. Volevo veramente
sapere? Che importanza poteva
avere che fosse vivo o morto,
visto che, comunque, non
l’avrei mai più rivisto?”.
momento, mi trattenni.
Facendomi forza, quasi
tremando, lo aprii alla lettera H
e lessi. «Von Hohenfels,
Konradin, implicato nel
complotto per uccidere Hitler.
Giustiziato»”
Aforismi tratti da Fred Uhlman, L’amico ritrovato
Scelti da Giulia Mascari …da Giulio Calandra …da Marco Fumuso …da Martina Grigoli
(cap. 1) “Entrò nella mia vita nel
febbraio del 1932 per non
uscirne più”
(cap. 1) “Non saremmo rimasti
sorpresi se fosse sparito e
altrettanto in silenzio e
misteriosamente di come era
arrivato”;
(cap. 1) “Riesco ancora a vedere
le schiene dei miei compagni,
molti dei quali sono morti nelle
steppe della Russia o nelle
sabbie dell’Alamein”
“E belle erano anche le colline
che circondavano la mia città
natale, al di là delle quali finiva
il mondo e iniziava il mistero”
“Poi con un leggero cenno del
capo, quasi che avesse avuto in
mente di inchinarsi, ma non
avesse osato farlo, indietreggiò
(cap. 1) “Ricordo il giorno e l’ora
in cui il mio sguardo si posò per
la prima volta sul ragazzo che
doveva essere la fonte della mia
più grande felicità e della mia
più grande disperazione”;
lentamente senza smettere di
guardarlo”
“In un certo senso sembrava il
più vecchio e più maturo di noi,
tanto da farci dubitare che si
trattasse solo di un futuro
allievo”
“C’era persino un principe, ma
era così così stupido che
nemmeno il sangue blu gli
impediva di essere lo zimbello
di tutti”
“Tutto in lui risvegliava la mia
curiosità: la cura con cui
sceglieva la matita, la posizione
in cui stava seduto – tanto
eretto da far pensare che fosse
su punto di alzarsi per
impartire un ordine a un
esercito invisibile”
“E qui, a un metro di distanza,
nella stessa stanza dov’ero io,
sotto i miei occhi attenti ed
ammaliati, sedeva un membro
di quell’illustre stirpe”;
(cap. 2) “Come avrebbe potuto,
dall’alto della sua gloria, capire
la mia timidezza, il mio
orgoglio, la mia suscettibilità e
il mio timore di venire ferito?”;
(cap. 2) “Seguivo affascinato
ogni suo gesto: il modo in cui
apriva la cartella tirata a lucido,
quello di cui disponeva con le
dita bianche perfettamente
pulite la penna stilografica le
matite dalla punta acuminata
come quella di una freccia”;
(cap. 2) “Studiavo il suo volto
fiero, dai tratti finemente
cesellati e sono certo che nessun
innamorato guardò mai Elena
di Troia con altrettanta
intensità, né fu più conscio della
sua inferiorità”.
(cap. 2) “Studiavo il suo volto
fiero, dai tratti finemente
cesellati e sono certo che nessun
innamorato guardò mai Elena
di Troia con altrettanta
intensità, né fu più conscio della
sua inferiorità”;
(cap. 3) “I giovani uniscono in sé
un’innocenza soffusa di
ingenuità, una radiosa purezza
di corpo e di spirito e il bisogno
appassionato di una devozione
totale e disinteressata. Si tratta
di una fase di breve durata che,
tuttavia, per la sua stessa
intensità e unicità, costituisce
una delle esperienze più
preziose della vita”;
(cap. 3)“Non mi ricordo
esattamente quando decisi che
Konradin avrebbe dovuto
essere mio amico, ma non ebbe
dubbio sul fatto che, prima o
poi, lo sarebbe diventato”;
(cap. 4) “Come attirare la sua
attenzione, come fargli capire
che io ero diverso da quella
folla opaca?”;
(cap. 4) “Come attirare la sua
attenzione, come fargli capire
che io ero diverso da quella
folla opaca, come convincerlo
che io e solo io avrei dovuto
diventare suo amico”;
(cap. 4) “Non c’era niente che
non mi piaceva. In primo luogo
il suo nome glorioso che lo
distingueva ai miei occhi da
tutti gli altri, Von compresi”;
(cap. 5) “E tuttavia mi sentivo
che quello era solo l’inizio e che
da allora la mia vita non
sarebbe più stata vuota e triste,
ma ricca e piena di speranza per
entrambi”;
(cap. 5) “Era una sera
primaverile, dolce e fresca. I
mandorli erano in fiore, i
crocchi avevano già fatto la loro
comparsa, nel cielo si
mescolavano il blu pastello e il
verde mare”;
(cap. 5) “Ormai erano avvezzi
alle mie espressioni cupe
annoiate, alle mie risposte
evasive, ai miei silenzi
prolungati che attribuivano alla
crescita e alla misteriosa
transizione dall’adolescenza
all’età adulta”;
(cap. 6) “I mesi che seguirono
furono i più felici della mia
vita”;
(cap. 6) “Tutte le mie paure si
rilevarono prive di
fondamento. Appena entrai in
classe Konradin mi si avvicinò e
si mise a sedere vicino a me. Il
suo piacere nel vedermi era così
genuino, così evidente che io
stesso, nonostante la mia
diffidenza innata, persi ogni
paura”;
(cap. 6) “Tutte le mie paure si
rilevarono prive di
fondamento. Appena entrai in
classe Konradin mi si avvicinò e
si mise a sedere vicino a me. Il
suo piacere nel vedermi era così
genuino, così evidente che io
stesso, nonostante la mia
diffidenza innata, persi ogni
paura”;
(cap. 7) “Non restavano che due
alternative: o Dio non c’era o
esisteva un’altra divinità che
era mostruosa nel caso fosse
stata potente e inutile se non lo
era. Una volta per tutte
rinunciai a credere a un essere
(cap. 7) “Non restavano che due
alternative: o Dio non c’era o
esisteva un’altra divinità che
era mostruosa nel caso fosse
stata potente e inutile se non lo
era. Una volta per tutte
rinunciai a credere a un essere
(cap. 7) “Una volta l’avevo
sentito dire a mia madre che,
nonostante l’assenza di poche
prove storiche, era certo che un
Gesù fosse realmente vissuto,
un maestro di morale ebreo di
grande saggezza e gentilezza,
superiore che guardava l’uomo
con occhio benevolo”;
superiore che guardava l’uomo
con occhio benevolo”;
un profeta simile a Geremia o
Ezechiele, ma aveva soggiunto,
non riuscivo assolutamente a
capire come fosse possibile
considerarlo «figlio di Dio»”;
(cap. 8) “Circondata da colline e
da vigneti, si estende in una
valle così stretta che solo poche
strade sono state costruite in
piano”;
(cap. 8) “Circondata da colline e
da vigneti, si estende in una
valle così stretta che solo poche
strade sono state costruite in
piano; la maggior parte si
inerpica sulle colline principale
lasciata la Königstrasse, la via
principale”;
(cap. 9) “Era il mio mondo in cui
mi sentivo totalmente sicuro e
che, ne ero certo, sarebbe
durato in eterno”;
(cap. 9) “Era il mio mondo in cui
mi sentivo totalmente sicuro e
che, ne ero certo, sarebbe durato
in eterno”;
(cap. 9) “Dalla nostra casa si
vedevano solo i giardini e i tetti
rossi delle ville i cui proprietari,
più abbienti di noi, si erano
potuti permettere un
panorama, ma mio padre era
sicuro che prima o poi anche la
nostra famiglia non avrebbe
avuto niente da invidiare a
quelle patrizie”;
(cap. 10) “I nazisti non erano
altro che una malattia della
(cap. 10) “I nazisti non erano
altro che una malattia della
pelle manifestatasi in un corpo
pelle manifestatasi in un corpo
sano”;
sano e, per curarla, sarebbe
stato sufficiente praticare
qualche iniezione”;
(cap. 11) “Non le veniva
neanche in mente che un essere
umano dotato di buon senso
potesse mettere in discussione
il suo diritto di vivere e di
morire in quel paese”;
(cap. 11) “Mi arrendevo con
riconoscenza alla sua tenerezza
repressa”;
(cap. 11) “Mio padre aveva
troppo da fare per preoccuparsi
dei nazisti, dei comunisti o di
altra gente di quella risma e se
mio padre non aveva dubbi
sulla sua germanicità, mia
madre ne aveva ancora meno”;
(cap. 12) “Per la seconda volta in
meno di un’ora provai un
sentimento di odio nei confronti
del mio innocente amico che,
con la sua sola presenza, aveva
trasformato mio padre nella
caricatura di sé stesso”;
(cap. 12) “Senza lasciarmi il
tempo di fare le presentazioni
mio padre batté i tacchi, si
raddrizzò mettendosi quasi
sull’attenti, tese il braccio destro
e proclamò: «Gestatten, Doktor
Schwarz»;
(cap. 13) “Il coronamento dei
miei sogni era giunto così
inatteso che per un attimo
provai la tentazione di fuggire”;
(cap. 13) “Si precipitò verso un
armadio con una fretta che mi
rivelò fino a che punto avesse
atteso quell’occasione, occhi
risplendenti il pensiero dello
stupore e dell’invidia che sta
per nascere in me, espose i suoi
tesori”;
(cap. 14) “La quarta volta che
ciò avvenne, tuttavia, cominciai
a sospettare che non si trattasse
di una coincidenza e a temere
che mi invitasse unicamente
quando i suoi genitori erano
via”;
(cap. 15) “Chissà, forse sarebbe
stato meglio se te ne avessi
parlato prima, ma sono un
codardo e non ne ho avuto
coraggio. Il fatto è che non
sopporto l’idea di ferirti”;
(cap. 15) “Continuarono ad
avanzare con solennità, come se
stessero seguendo l’invisibile
sarcofago di porfido di uno dei
Potenti della terra, procedendo
al ritmo di una marcia funebre
che nessuno udiva, senza
smettere di sorridere e di alzare
la mano in un gesto quasi
benedicente”;
(cap. 15) “Ma non avevo la forza
di fuggire, cosicché, contro la
sofferenza e appoggiandomi
tutto tremante sulla colonna per
sostenermi, mi preparai a
ricevere il colpo di grazia”;
(cap. 16) “Il lungo e crudele
processo che mi avrebbe
portato a perdere le mie radici
era iniziato e già le luci che
avevano guidato il mio
cammino si stavano
affievolendo”;
(cap. 16) “Morire per il proprio
paese significava dunque
seguirne l’esempio glorioso”;
(cap. 16) “C’è la storia contenuta
nei vostri libri e quello che lo
sarà tra poco. Sapete tutto della
prima, ma nulla della seconda,
perché alcune potenze oscure,
di cui mi auguro di potervi
parlare presto, hanno tutto
l’interesse di tenervela
nascosta”;
(cap. 17) “Sono troppo vecchio
per mutare le mie abitudini,
mentre tu sei giovane e hai tutta
la vita davanti”;
(cap. 17) “La nostra scelta è tra
Stalin e Hitler e tra i due
preferisco Hitler. La sua
responsabilità, la sincerità del
suo intento, mi ha colpito come
non avrei mai creduto possibile.
È Dio che ce l’ha mandato”;
(cap. 18) “Cos’altro potevo
dirgli? Come fare a spiegargli
perché ridevo, se io stesso non
riuscivo a capirlo?”;
(cap. 18) “perché non ho
sufficiente fiducia in me”;
(cap. 18) “All’inizio mi mancava
il coraggio di mettermi
all’opera perché non avevo i
soldi, ma che ora i soldi li ho, mi
manca ugualmente perché non
ho sufficiente fiducia in me”;
(cap. 19) “Von Hohenfels,
Konradin, implicato nel
complotto per uccidere Hitler.
Giustiziato”.
(cap. 19) “Eccome se si erano
meritati di morire, sempre che
qualcuno se lo meritasse”.
(cap. 19) “Afferrai l’opuscolo
con l’intenzione di stracciarlo
ma, all’ultimo momento, mi
trattenni. Facendomi forza,
quasi tremando, lo aprii alla
lettera H e lessi. «Von
Hohenfels, Konradin, implicato
nel complotto per uccidere
Hitler. Giustiziato»”