Maggio 2012
Perforazione pozzo esplorativo ldquoNervesa 2 dir rdquo
Studio di Impatto Ambientale
Il Progettista
Dott Luigi Cacchioni
Roma luglio 2012
Istanza di concessione SAN LORENZO
Studio di Impatto Ambientale
del progetto di sviluppo della Concessione
(Realizzazione della Centrale e della linea a bassa pressione)
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Istanza di Concessione San Lorenzo
Apennine Energy Srl Societagrave controllata da Sound Oil plc
Sede Via Alberico II 31 00193 Roma ndash Italy Tel +39 06 6893085 +39 06 68808183 Fax +39 06 6869866
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2
Sommario
1 Premessa 5
2 Introduzione 6
21Soggetto proponente 7
3 Quadro di riferimento normativo e programmatico 9
31 Ubicazione geografica delle attivitagrave 9
32 Programmazione in campo energetico helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
321 Il Piano Energetico Nazionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
322 Il Piano Energetico ambientale Regionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip11
33 Pianificazione territoriale 12
331 Pianificazione a livello nazionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale 12
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche 16
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona 16
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima 18
336 Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip24
337 Aree Omogenee a diversa pressione Ambientalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip25
338 Piano di Tutela delle Acque 26
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI) 27
3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellAria Ambiente29
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconarahelliphelliphelliphelliphelliphellip33
4 Quadro di riferimento progettuale 35
41 Descrizione generale delle attivitagrave 35
42 Sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della Centrale e della linea di
connessione alla Rete Multiservizihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip36
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421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip36
422 Facilities presenti nellarea pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip38
423 Descrizione dellimpiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4231 Opere civilihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4232Impiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
424 Condotta per il trasporto di gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip43
4241 Criteri di progetto linea gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip45
5Quadro di riferimento ambientale 50
51 Suolo e sottosuolo 68
511 Inquadramento geologico-strutturale helliphelliphelliphelliphelliphelliphellip50
5111 Geologia dellarea in esamehelliphelliphelliphelliphelliphellip54
512 Geomorfologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip54
513 Idrogeologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip60
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee 62
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee63
514 Acque superficiali helliphelliphelliphellip66
515 Uso del suolo helliphelliphelliphellip69
52 Aria e atmosfera 71
521 Caratterizzazione meteo-climatica71
53 Qualitagrave dellaria 79
54 Ecosistemi vegetazione e fauna 80
541 Aree protette 80
55 Patrimonio storico rurale ed architettonicohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip84
56 Sistema insediativo e caratteri demograficihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip86
57 Sismicitagravehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip90
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6 Identificazione e stima degli impattihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip91
61 Stima degli impatti per Fase 1 92
611 Cantiere area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip93
612 Cantiere realizzazione condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip95
62Stima degli impatti per Fase 2 95
621 Esercizio area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip97
622 Esercizio condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip98
63 Stima degli impatti per Fase 3 - Ripristino territoriale 98
64 Eventi incidentalihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
65 Misure di mitigazionehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
66 Rifiutihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip101
7 Considerazioni conclusivehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip102
8 Bibliografia 103
INDICE ALLEGATI
Allegato 31 Regime vincolistico
Allegato 41 Layout Impianti
Allegato 42 PampID (Schema di marcia)
Allegato 43 Layout impianti-linea gas
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1Premessa
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
Lrsquoarea interessata dal progetto ricade interamente nel territorio del Comune di
Falconara Marittima in Provincia di Ancona
Il progetto viene sottoposto a VIA in quanto ricade nellrsquoallegato A1 lettera n) della
nuova Legge Regionale delle Marche n 32012 recante ldquoDisciplina regionale della
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)rdquo pubblicata sul BURM n 33 del 5 aprile 2012
ed in vigore dal 20 aprile ca
Lo scopo della procedura egrave verificare gli impatti diretti ed indiretti sul contesto
ambientale ed in particolare sulle seguenti componenti
1 lrsquouomo la flora e la fauna
2 il suolo lrsquoacqua lrsquoaria ed il clima
3 i beni materiali ed il patrimonio culturale
4 lrsquointerazione tra i fattori di cui sopra
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2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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99
demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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100
Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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2
Sommario
1 Premessa 5
2 Introduzione 6
21Soggetto proponente 7
3 Quadro di riferimento normativo e programmatico 9
31 Ubicazione geografica delle attivitagrave 9
32 Programmazione in campo energetico helliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
321 Il Piano Energetico Nazionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
322 Il Piano Energetico ambientale Regionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip11
33 Pianificazione territoriale 12
331 Pianificazione a livello nazionalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip10
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale 12
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche 16
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona 16
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima 18
336 Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip24
337 Aree Omogenee a diversa pressione Ambientalehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip25
338 Piano di Tutela delle Acque 26
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI) 27
3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellAria Ambiente29
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconarahelliphelliphelliphelliphelliphellip33
4 Quadro di riferimento progettuale 35
41 Descrizione generale delle attivitagrave 35
42 Sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della Centrale e della linea di
connessione alla Rete Multiservizihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip36
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3
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip36
422 Facilities presenti nellarea pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip38
423 Descrizione dellimpiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4231 Opere civilihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4232Impiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
424 Condotta per il trasporto di gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip43
4241 Criteri di progetto linea gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip45
5Quadro di riferimento ambientale 50
51 Suolo e sottosuolo 68
511 Inquadramento geologico-strutturale helliphelliphelliphelliphelliphelliphellip50
5111 Geologia dellarea in esamehelliphelliphelliphelliphelliphellip54
512 Geomorfologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip54
513 Idrogeologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip60
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee 62
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee63
514 Acque superficiali helliphelliphelliphellip66
515 Uso del suolo helliphelliphelliphellip69
52 Aria e atmosfera 71
521 Caratterizzazione meteo-climatica71
53 Qualitagrave dellaria 79
54 Ecosistemi vegetazione e fauna 80
541 Aree protette 80
55 Patrimonio storico rurale ed architettonicohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip84
56 Sistema insediativo e caratteri demograficihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip86
57 Sismicitagravehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip90
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4
6 Identificazione e stima degli impattihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip91
61 Stima degli impatti per Fase 1 92
611 Cantiere area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip93
612 Cantiere realizzazione condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip95
62Stima degli impatti per Fase 2 95
621 Esercizio area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip97
622 Esercizio condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip98
63 Stima degli impatti per Fase 3 - Ripristino territoriale 98
64 Eventi incidentalihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
65 Misure di mitigazionehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
66 Rifiutihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip101
7 Considerazioni conclusivehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip102
8 Bibliografia 103
INDICE ALLEGATI
Allegato 31 Regime vincolistico
Allegato 41 Layout Impianti
Allegato 42 PampID (Schema di marcia)
Allegato 43 Layout impianti-linea gas
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5
1Premessa
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
Lrsquoarea interessata dal progetto ricade interamente nel territorio del Comune di
Falconara Marittima in Provincia di Ancona
Il progetto viene sottoposto a VIA in quanto ricade nellrsquoallegato A1 lettera n) della
nuova Legge Regionale delle Marche n 32012 recante ldquoDisciplina regionale della
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)rdquo pubblicata sul BURM n 33 del 5 aprile 2012
ed in vigore dal 20 aprile ca
Lo scopo della procedura egrave verificare gli impatti diretti ed indiretti sul contesto
ambientale ed in particolare sulle seguenti componenti
1 lrsquouomo la flora e la fauna
2 il suolo lrsquoacqua lrsquoaria ed il clima
3 i beni materiali ed il patrimonio culturale
4 lrsquointerazione tra i fattori di cui sopra
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6
2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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7
sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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9
3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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44
La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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4
Cla
ssif
icazio
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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51
stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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56
Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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103
8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip36
422 Facilities presenti nellarea pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip38
423 Descrizione dellimpiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4231 Opere civilihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
4232Impiantohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip40
424 Condotta per il trasporto di gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip43
4241 Criteri di progetto linea gashelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip45
5Quadro di riferimento ambientale 50
51 Suolo e sottosuolo 68
511 Inquadramento geologico-strutturale helliphelliphelliphelliphelliphelliphellip50
5111 Geologia dellarea in esamehelliphelliphelliphelliphelliphellip54
512 Geomorfologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip54
513 Idrogeologiahelliphelliphelliphelliphelliphellip60
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee 62
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee63
514 Acque superficiali helliphelliphelliphellip66
515 Uso del suolo helliphelliphelliphellip69
52 Aria e atmosfera 71
521 Caratterizzazione meteo-climatica71
53 Qualitagrave dellaria 79
54 Ecosistemi vegetazione e fauna 80
541 Aree protette 80
55 Patrimonio storico rurale ed architettonicohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip84
56 Sistema insediativo e caratteri demograficihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip86
57 Sismicitagravehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip90
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6 Identificazione e stima degli impattihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip91
61 Stima degli impatti per Fase 1 92
611 Cantiere area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip93
612 Cantiere realizzazione condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip95
62Stima degli impatti per Fase 2 95
621 Esercizio area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip97
622 Esercizio condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip98
63 Stima degli impatti per Fase 3 - Ripristino territoriale 98
64 Eventi incidentalihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
65 Misure di mitigazionehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
66 Rifiutihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip101
7 Considerazioni conclusivehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip102
8 Bibliografia 103
INDICE ALLEGATI
Allegato 31 Regime vincolistico
Allegato 41 Layout Impianti
Allegato 42 PampID (Schema di marcia)
Allegato 43 Layout impianti-linea gas
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1Premessa
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
Lrsquoarea interessata dal progetto ricade interamente nel territorio del Comune di
Falconara Marittima in Provincia di Ancona
Il progetto viene sottoposto a VIA in quanto ricade nellrsquoallegato A1 lettera n) della
nuova Legge Regionale delle Marche n 32012 recante ldquoDisciplina regionale della
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)rdquo pubblicata sul BURM n 33 del 5 aprile 2012
ed in vigore dal 20 aprile ca
Lo scopo della procedura egrave verificare gli impatti diretti ed indiretti sul contesto
ambientale ed in particolare sulle seguenti componenti
1 lrsquouomo la flora e la fauna
2 il suolo lrsquoacqua lrsquoaria ed il clima
3 i beni materiali ed il patrimonio culturale
4 lrsquointerazione tra i fattori di cui sopra
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6
2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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4
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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6 Identificazione e stima degli impattihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip91
61 Stima degli impatti per Fase 1 92
611 Cantiere area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip93
612 Cantiere realizzazione condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip95
62Stima degli impatti per Fase 2 95
621 Esercizio area pozzohelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip97
622 Esercizio condottahelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip98
63 Stima degli impatti per Fase 3 - Ripristino territoriale 98
64 Eventi incidentalihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
65 Misure di mitigazionehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip99
66 Rifiutihelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip101
7 Considerazioni conclusivehelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphelliphellip102
8 Bibliografia 103
INDICE ALLEGATI
Allegato 31 Regime vincolistico
Allegato 41 Layout Impianti
Allegato 42 PampID (Schema di marcia)
Allegato 43 Layout impianti-linea gas
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1Premessa
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
Lrsquoarea interessata dal progetto ricade interamente nel territorio del Comune di
Falconara Marittima in Provincia di Ancona
Il progetto viene sottoposto a VIA in quanto ricade nellrsquoallegato A1 lettera n) della
nuova Legge Regionale delle Marche n 32012 recante ldquoDisciplina regionale della
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)rdquo pubblicata sul BURM n 33 del 5 aprile 2012
ed in vigore dal 20 aprile ca
Lo scopo della procedura egrave verificare gli impatti diretti ed indiretti sul contesto
ambientale ed in particolare sulle seguenti componenti
1 lrsquouomo la flora e la fauna
2 il suolo lrsquoacqua lrsquoaria ed il clima
3 i beni materiali ed il patrimonio culturale
4 lrsquointerazione tra i fattori di cui sopra
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2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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40
423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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55
- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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56
Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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57
Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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1Premessa
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
Lrsquoarea interessata dal progetto ricade interamente nel territorio del Comune di
Falconara Marittima in Provincia di Ancona
Il progetto viene sottoposto a VIA in quanto ricade nellrsquoallegato A1 lettera n) della
nuova Legge Regionale delle Marche n 32012 recante ldquoDisciplina regionale della
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)rdquo pubblicata sul BURM n 33 del 5 aprile 2012
ed in vigore dal 20 aprile ca
Lo scopo della procedura egrave verificare gli impatti diretti ed indiretti sul contesto
ambientale ed in particolare sulle seguenti componenti
1 lrsquouomo la flora e la fauna
2 il suolo lrsquoacqua lrsquoaria ed il clima
3 i beni materiali ed il patrimonio culturale
4 lrsquointerazione tra i fattori di cui sopra
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2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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40
423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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43
Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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44
La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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55
- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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56
Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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57
Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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102
7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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2Introduzione
Il presente Studio di Impatto Ambientale egrave relativo al Programma Lavori presentato
dalla Apennine Energy srl al Ministero dello Sviluppo Economico in data 4 maggio
2012 per lrsquoistanza di Concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
denominata SAN LORENZO
A seguito dellrsquoautorizzazione allrsquoesplorazione ottenuta dal Ministero dello Sviluppo
Economico lrsquoApennine Energy srl ha perforato il pozzo Casa Tiberi 1 adempiendo al
programma lavori previsto nel permesso (realizzazione di un pozzo esplorativo prima
della scadenza definitiva del titolo)
Il pozzo ldquoCasa Tiberi 1rdquo ha avuto esito positivo rivelando la presenza di gas biogenico
nelle sabbie della Formazione del Cellino parzialmente erose e coperte dalle argille
del Pliocene medioinferiore A seguito di questo esito si egrave deciso di procedere alla
messa in produzione del pozzo che in considerazioni delle incertezze presenti
sullentitagrave dei volumi producibili si egrave pensato di procedere con uno sviluppo a fasi in
modo da minimizzare gli investimenti iniziali necessari allavvio della produzione (Fase
1) e rimandare successivamente alla acquisizione di ulteriori conferme del
comportamento produttivo la decisione di procedere con uno sviluppo con
generazione elettrica (Fase 2)
Pertanto il presente Studio di Impatto Ambientale si riferisce solo alla Fase 1 cioegrave lo
sviluppo del pozzo Casa Tiberi 1 e il completamento di un impianto di produzione per
la vendita del gas metano alla rete Marche Multiservizi SpA rimandando lo sviluppo
della fase 2 successivamente ad un nuovo studio di impatto ambientale
Lo studio si articola come segue
Quadro di Riferimento Programmatico presenta il contenuto degli atti di
pianificazione e programmazione territoriale per lrsquoarea di intervento e ne verifica
le eventuali interferenze con il progetto
Quadro di Riferimento Progettuale descrive dettagliatamente il progetto e le
tecniche operative adottate con particolare riferimento alle motivazioni tecniche
delle scelte effettuate rispetto alle migliori tecnologie disponibili ad un costo
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sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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37
Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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54
5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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101
66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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103
8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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7
sostenibile noncheacute le misure di prevenzione e mitigazione volte a minimizzare
gli impatti con le diverse componenti ambientali
Quadro di Riferimento Ambientale analizza le componenti ambientali dellrsquoarea
con lrsquoausilio dei dati bibliografici e sopralluoghi
Stima degli impatti riporta la stima degli effetti ambientali dellrsquoopera dovuti
allrsquoutilizzazione delle risorse naturali delle emissioni di inquinanti delle
interferenze con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti
21Soggetto proponente
Apennine Energy Srl egrave una compagnia operante nel settore della ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ed egrave controllata dalla Sound Oil plc una
societagrave di diritto inglese quotata al mercato di Londra
Ersquo operatore e titolare in percentuale variabile dei seguenti titoli
Permesso Caritagrave nellrsquoambito del quale egrave in corso la procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale presso la Provincia di Treviso per la perforazione del
pozzo Nervesa 02 dir
Permesso Badile nellrsquoambito del quale egrave in corso la progettazione di un pozzo
profondo Regione Lombardia
Permesso Monte Negro (Regione Basilicata)
Permesso Monteluro (Regioni Marche ed Emilia Romagna)
Permesso Sambucheto (Regione Marche)
Permesso Torrente Alvo (Regione Basilicata) nellrsquoambito del quale egrave in corso la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione per la
perforazione del pozzo Strombone 3 d
Permesso Villa Gigli (Regione Marche)
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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40
423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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43
Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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44
La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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55
- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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56
Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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57
Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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102
7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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Permesso Colle delle Ginestre (Regione Molise)
Concessione di Coltivazione ldquoFonte San Damianordquo localizzata in provincia di
Matera
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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55
- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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56
Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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57
Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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59
Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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3Quadro di riferimento normativo e
programmatico
31Ubicazione geografica delle attivitagrave
Il progetto in esame egrave riconducibile alle attivitagrave previste nel programma lavori
presentato da Apennine al Ministero dello Sviluppo Economico per lrsquoistanza di
Concessione di Coltivazione di idrocarburi da denominarsi ldquoSAN LORENZOrdquo
Il sito di intervento puograve essere individuato mediante i seguenti parametri
bull Regione Marche
bull Provincia Ancona
bull Comune Falconara Marittima
bull Riferimento IGM Tavoletta scala 125000 I NE del Foglio n 117 ldquo
Iesirdquo della Carta drsquoItalia scala 1100000
bull Riferimento CTR n 282130 (Falconara Marittima)
bull Riferimento catastale Foglio n15 della Carta catastale del Comune di
Falconara Marittima ndash Particella n 37
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale di Produzione egrave localizzata nel
Comune di Falconara Marittima che ospita giagrave il piazzale utilizzato per la perforazione
del pozzo esplorativo Casa Tiberi 1
Il sito si trova in via delle Caserme Vecchie che si raggiunge agevolmente da Est
imboccando strade secondarie che si distaccano dalla SS 16 e da Ovest uscendo alla
stazione Ancona Nord dellrsquoA14
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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103
8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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32Programmazione in campo energetico
321 Il Piano energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale fin dal 1988 fornisce le principali linee guida per la
gestione del settore energetico italiano fissandone gli obiettivi strategici di lungo
periodo
Fra gli obiettivi strategici di lungo periodo fissati dal PEN uno dei principali consiste
nella ldquodiversificazione nellrsquouso delle varie fonti di importazione e la diversificazione
geografica e politica delle aree di approvvigionamento per la riduzione della
vulnerabilitagrave del Paese di fronte ad una dipendenza energetica dallrsquoestero destinata a
rimanere comunque altardquo
Tutti gli strumenti normativi in ambito energetico successivi al 1988 hanno perseguito
e integrato le indicazioni contenute in tale atto
In particolare il piano individua e promuove i seguenti aspetti
Competitivitagrave del sistema produttivo e sviluppo delle risorse naturali
riduzione della dipendenza dallrsquoestero
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche
uso razionale dellrsquoenergia
protezione dellrsquoambiente e della salute dellrsquouomo
risparmio energetico
Le potenzialitagrave drsquoutilizzo del gas sono state ampliate e valorizzate dallrsquoevoluzione della
normativa dallo sviluppo tecnologico e dalle sempre piugrave severe restrizioni in tema di
emissioni di sostanze inquinanti Si egrave quindi registrato un incremento costante della
domanda di gas ampiamente sostenuto dal ricorso alle importazioni che hanno
accentuato la strategicitagrave dellrsquoapporto ottenibile dalla produzione nazionale
In tale quadro la messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 con la richiesta della
Concessione ldquoSan Lorenzordquo puograve quindi rappresentare un ulteriore contributo
allrsquoaccrescimento e alla valorizzazione delle risorse nazionali drsquoidrocarburi in coerenza
con quanto indicato con il Piano Energetico Nazionale
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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27
per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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43
Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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44
La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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45
ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
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4
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ssif
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Tabella 45 Tabella connessioni
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50
5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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51
stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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52
Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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53
Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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54
5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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55
- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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322 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che assumono iniziative in campo
energetico nel territorio regionale
Il Piano Energetico egrave stato approvato nella cosiddetta ldquoversione ambientalerdquo come
definita nel Protocollo di Torino nel 2001 dai Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome La versione ambientale prendendo in considerazione gli effetti sia diretti
che indiretti che produzione trasformazione trasporto e consumi delle fonti tradizionali
di energia producono sullrsquoambiente consente di coordinare gli aspetti relativi al
fabbisogno energetico (combustibili ed energia elettrica) tra cui quello della riduzione
dei gas-serra
Dunque il Piano dopo lrsquoanalisi dellrsquoevoluzione dei consumi e delle componenti
economiche sviluppa i concetti di risparmio energetico impiego di energie rinnovabili
generazione di energia distribuita e cogenerazione
Nellrsquoanalisi dei consumi risulta evidente come il gas naturale sia divenuto fonte
energetica di importanza crescente negli anni considerati dallrsquoanalisi storica
Le ragioni di tale sviluppo sono dovute alla sostituzione dellolio combustibile in
particolare nel settore industriale e della produzione elettrica e del gasolio nel settore
usi civili Il Piano considera il raggiungimento del pareggio tra domanda e offerta come
obiettivo strategico di medio periodo Si individuano nella generazione distribuita e
nella cogenerazione le tecnologie con le quali raggiungere gli obiettivi di piano tra cui
efficiente utilizzo della fonte fossile
minore dipendenza dalla rete di trasmissione
maggiore garanzia di affidabilitagrave di servizio
Il progetto di messa in produzione del pozzo ldquo Casa Tiberi 1 rdquo risulta coerente con il
Piano Energetico Regionale soprattutto nel suo intento di favorire lrsquoimpiego di fonti
combustibili a basse emissioni (gas metano)
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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46
30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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47
Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
ella 4
4
Cla
ssif
icazio
ne lin
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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54
5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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58
Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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64
Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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80
54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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17 NTA
Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit
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33 Pianificazione territoriale
Di seguito sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che hanno
permesso di individuare il ldquo Regime Vincolisticordquo dellrsquoarea in esame (Allegato 31)
331 Pianificazione a livello Nazionale
Lrsquoarea di intervento ricade allrsquointerno di una zona soggetta a Vincolo Paesaggistico ai
sensi dellrsquoart 136 del DLgs n 422004 (DM 31 luglio 1985- Dichiarazione di notevole
interesse pubblico della valle del Fiume Esino)
Inoltre lrsquoarea di intervento non interessa aree parco neacute SIC e neacute ZPS
332 Piano Paesistico Ambientale Regionale
La Regione Marche ha avviato un processo di revisione del PPAR attualmente in corso
adeguandolo al nuovo Codice dei Beni Culturali e alla Convenzione Europea per il
Paesaggio Il documento preliminare del nuovo PPAR egrave stato approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n 140 del 01022010 Il Piano Paesistico Ambientale
Regionale attualmente vigente egrave stato approvato dal Consiglio Regionale della
Regione Marche con delibera n197 del 3111989
Esso rappresenta la carta fondamentale della pianificazione territoriale paesistica
stabilendo gli indirizzi di tutela valorizzazione ed uso del territorio
Il Piano sulla base dellrsquoanalisi dello stato fisico dellrsquointero territorio regionale e dei suoi
usi provvede alla ricognizione delle risorse umane storiche culturali paesistiche
ambientali naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la
tutela e valorizzazione
Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a
- Sottosistemi territoriali che individuano aree costituenti zone omogenee graduate
secondo la rilevanza dei valori paesistico - ambientali
- Sottosistemi tematici che prendono in considerazione le componenti fondamentali
dellrsquoambiente presenti nel territorio regionale geologiche botaniche e storico-culturali
- Categorie costitutive del paesaggio che si riferiscono ad elementi fondamentali del
territorio con particolare riguardo alle specificitagrave del territorio marchigiano
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- Interventi di Rilevante Trasformazione del territorio valutati e disciplinati per quanto
concerne le metodologie di approccio e le modalitagrave di progettazione
Le disposizioni del Piano si distinguono in
- Indirizzi di orientamento per la formazione e revisione degli strumenti urbanistici di
ogni specie e livello noncheacute degli atti di pianificazione programmazione e di esercizio
di funzioni amministrative attinenti alla gestione del territorio
- Direttive per lrsquoadeguamento al Piano degli strumenti urbanistici sottordinati e per la
specificazione eo sostituzione delle prescrizioni di base transitorie di cui al punto
seguente
- Prescrizioni di base sia transitorie che permanenti immediatamente vincolanti per
qualsiasi soggetto pubblico e privato e prevalenti nei confronti di tutti gli strumenti di
pianificazione e programmazione vigenti
Vengono considerate nel Piano due livelli di tutela definiti ldquospecialerdquo e cioegrave
- Tutela Orientata che riconosce lrsquoammissibilitagrave di trasformazioni con modalitagrave
di intervento compatibili con gli elementi paesistici ambientali del contesto
- Tutela Integrale che consente esclusivamente interventi di conservazione
consolidamento ripristino delle condizioni ambientali protette e ammette quelli di
trasformazione volti alla riqualificazione dellrsquoimmagine e delle specifiche condizioni
drsquouso del bene storico culturale e della risorsa paesistica ambientale considerata
esaltandone le potenzialitagrave e le peculiaritagrave presenti
Per quanto riguarda i sottosistemi territoriali lrsquoarea in esame rientra nelle aree C
individuate allrsquoart 20 e nella TAV 6 del PPAR vigente In particolar modo queste aree
esprimono la qualitagrave diffusa del paesaggio regionale nelle molteplici forme che lo
caratterizzano torri case coloniche ville alberature pievi archeologia produttiva
fornaci borghi e nuclei paesaggio agrario storico emergenze naturalistiche Lrsquoarea
nella tavola 6 del PPAR viene identificata con il n 49 - VallrsquoEsina ndash Staffolo (figura
31)
Nella Tav 7 del PPAR sempre nellrsquoambito dei sottosistemi territoriali lrsquoarea viene
identificata negli ldquoAmbiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico areerdquo
Aree di alta percettivitagrave visuale relative alle vie di comunicazione ferroviarie
autostradali e stradali di maggiore intensitagrave di traffico (figura 32)
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Figura 31 Sottosistemi territoriali generali Tav 6 Aree per rilevanza dei
valori paesaggistici e ambientali (Art 20) Il quadrato azzurro individua
lrsquoarea in esame
Figura32 Sottosistemi territoriali generali Tav 7 Ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensitagrave di traffico Aree ldquoVrdquo (Art 20)
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Secondo il PPAR nei dintorni dellrsquoarea di studio si individuano delle aree ed alcuni siti
sottoposti a tutela quali
Ambito di tutela fluviale (Art29 lettere ldquoardquo e ldquobrdquo)
Fascia di rispetto non edificabile di 100 metri per i corsi drsquoacqua di 1a classe mentre
per quelli di 2a e 3a detto ambito egrave ampio rispettivamente 60 e 40 metri prendendo la
misura dalle sponde o dal piede esterno dellrsquoargine Tra le prescrizioni accessorie
esiste la proibizione dellrsquoaratura di profonditagrave superiore a 50 cm nella fascia di 10 m piugrave
prossima alle sponde
Elementi diffusi del paesaggio agrario (Art37)
Sono soggetti a tutelai seguenti elementi comprendenti
- querce isolate querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione
regionale vigente
- alberature stradali
- alberature poderali
- siepi stradali e poderali
- vegetazione ripariale
- macchie e boschi cedui per i quali egrave stabilito il divieto di distruzione o manomissione
salvo lrsquoordinaria manutenzione
Paesaggio agrario di interesse storico-ambientale (Art38)
La categoria comprende quelle aree e localitagrave particolarmente significative in cui
permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio
rurale maglia poderale strutture vegetazionali arboree ed arbustive) con specifica
attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricolo - produttive e alla
presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali
del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna
Allrsquointerno di queste aree non egrave ammesso
- lrsquoabbattimento della vegetazione arbustiva e di alto fusto esistente ivi comprese le
testimonianze di particolari tecniche agricolo ndash produttive
- le nuove attivitagrave estrattive
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- la realizzazione di depositi e di stoccaggio di materiali non agricoli
- i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale eo stabilmente il profilo del
terreno
Ersquo vietata inoltre la demolizione dei manufatti agricoli che costituiscono bene culturale
Centri e nuclei storici (Art39)
In questa categoria sono inclusi ambiti di tutela cartograficamente delimitati al cui
interno si applicano le norme di tutela integrale
Edifici e manufatti storici (Art40)
La categoria identifica edifici e manufatti storici extraurbani per i quali egrave stato stabilito
un ambito provvisorio di tutela cartograficamente delimitato al cui interno si applicano
le norme di tutela integrale
333 Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche
Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche egrave stato approvato con
Delibera del Consiglio Regionale n 295 dellrsquo8 febbraio 2000
Il Piano di Inquadramento Territoriale egrave lo strumento che permette di definire linee di
sviluppo coerenti con le caratteristiche del territorio regionale ponendo al centro delle
scelte di sviluppo le esigenze dellrsquoambiente e la tutela e la valorizzazione delle risorse
naturali storiche artistiche con lrsquoutilizzo di forme avanzate di concertazione
interistituzionale
Il comune di Falconara Marittima egrave individuato dal piano come ldquointernodo centralerdquo per
la compresenza delle tre principali infrastrutture regionali per la mobilitagrave porto
aeroporto interporto
334 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Ancona
Il PTCP di Ancona egrave stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 117
del 28 luglio 2003 e modificato con delibera CP n 192 del 18 dicembre 2008 Nel
PTCP di Ancona il territorio provinciale egrave stato suddiviso in ldquoAmbiti Territoriali
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Omogeneirdquo (ATO) ad ognuno dei quali corrisponde una specifica ldquoforma del
territoriordquo
Si distinguono quindi
Gli Ambiti Territoriali ldquoArdquo del litorale e della prima collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoBrdquo della bassa collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoCrdquo della media collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoDrdquo della alta collina
Gli Ambiti Territoriali ldquoVrdquo delle pianure e dei terrazzi alluvionali
LrsquoAmbito Territoriale ldquoErdquo della Dorsale Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoFrdquo del Sinclinorio
LrsquoAmbito Territoriale ldquoGrdquo della Dorsale Umbro-Marchigiana
LrsquoAmbito Territoriale ldquoUrdquo dellrsquoarea urbana di Ancona
LrsquoAmbito Territoriale ldquoRrdquo della Riserva Naturale del Conero
Lrsquoarea in esame si colloca in uno degli ambiti territoriali ldquoVrdquo delle Pianure e dei terrazzi
alluvionali dellrsquoEsino (Figura 33)
Figura 33 Ambiti Territoriali Omogenei Lrsquoarea in esame egrave indicata dal pallino
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Nellrsquoambito dellrsquoarea oggetto di studio egrave prevista la realizzazione della variante alla
linea ferroviaria di collegamento Orte-Falconara e linea adriatica (bypass) che non
interessa lrsquoarea della Centrale (figura 34)
335 Piano Regolatore Generale del Comune di Falconara Marittima
Con Delibera di Consiglio Comunale n37 del 15052003 (BUR 69 del 31072003) egrave
stata definitivamente approvata la variante al Piano Regolatore Generale del Comune
di Falconara Marittima con adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale
Il PRG di Falconara Marittima si articola ed opera per Sistemi ed Ambiti
I Sistemi (e i Sottosistemi) indicati nel PRG possono essere cosigrave sinteticamente
descritti
Sistema fisico-biologico e paesistico - ambientale rappresenta e regola gli
elementi costitutivi dellrsquoambiente fisico-biologico e del paesaggio in riferimento
alla classificazione del PPAR e si articola in
a sottosistema geologico geomorfologico ed idrogeologico
Figura 34 Bypass ferroviario di Falconara (fonte Regione Marche)
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b sottosistema botanico-vegetazionale ed agronomico
c sottosistema storico-culturale
il Sistema della mobilitagrave rappresenta e regola gli elementi della mobilitagrave quali
lrsquoaeroporto lrsquoautostrada le strade le linee ferroviarie i parcheggi e le relative
strutture di servizio
il Sistema dei servizi delle attrezzature pubbliche e degli spazi di interesse
collettivo rappresenta e regola le caratteristiche quali - quantitative degli spazi e
delle attrezzature di uso pubblico siano essi pubblici che privati
il Sistema dei vincoli rappresenta e regola i vincoli di carattere generale quali
vincoli e servitugrave militari di rispetto stradale cimiteriale delle infrastrutture ecc
con esclusione degli ambiti di tutela derivanti dallrsquoadeguamento del PRG al
PPAR riportati nel Sistema paesistico - ambientale indicando per gli stessi le
disposizioni sovraordinate di riferimento
il Sistema dei fattori di inquinamento rischio e pericolositagrave rappresenta e
regola gli elementi di rischio presenti sul territorio ed indica le relative
disposizioni di sicurezza
Il Piano articola il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Gli ATO
costituiscono le ldquoUnitagrave spaziali di riferimento per la pianificazione del territorio
comunalerdquo e rappresentano il raccordo con il PTC
Essi sono
a ATO A della bassa collina e dellrsquoarea urbana anconetana (corrispondente
alla parte comunale degli ambiti B e U del PTC)
b ATO B della pianura alluvionale (corrispondente alla parte comunale
dellrsquoambito V del PTC)
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Questi ambiti sono a loro volta articolati in porzioni di territorio omogenee denominate
Sub Ambiti Territoriali (SAT) e riconoscibili per caratteristiche geomorfologiche
tipologico - insediative ambientali storico-architettoniche socio-economiche
urbanistico ndash funzionali Essi sono cosigrave contraddistinti
a per lrsquoATO A della bassa collina
1) SAT A1 rdquoFalconara Centro cittagrave Palombinardquo
2) SAT A2 ldquoFalconara Altardquo
3) SAT A3 rdquoBarcaglione Tesoro Monte Domini rdquo
b per lrsquoATO B della pianura alluvionale
1) SAT B1 rdquoCastelferretti CIAF Stadio Case UNRRA rdquo
2) SAT B2 rdquoFiumesino Villanova rdquo
3) SAT B3 rdquoRocca Priora Case Bruciate Pojolerdquo
Allrsquointerno di ciascun SAT viene eseguita una ripartizione per Zone (Z) differenziate
in territorio urbanizzato (ZU) ed extraurbano (ZE) e caratterizzate a seconda del grado
di definizione urbanistica della qualitagrave ambientale e del livello di equilibrio in esse
presente
Esse sono cosigrave classificate e distinte in
a ZUD (Zone Urbane Definite) parti di cittagrave che hanno raggiunto un assetto
urbanistico consolidato e che presentano una caratterizzazione
dellrsquoinsediamento edilizio morfologicamente definito e funzionalmente
stabile per tali zone sono previsti interventi di risanamento conservativo e di
ristrutturazione leggera per mantenere e migliorare la qualitagrave abitativa ed
edilizia o la demolizione e ricostruzione in rapporto ai diversi valori del
patrimonio edilizio esistente tutto ciograve in funzione di un progressivo
miglioramento della qualitagrave urbana
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b ZUR (Zone Urbane di Riqualificazione) parti di territorio ormai quasi
completamente urbanizzate nelle quali il tessuto urbano tra lrsquoaltro non
raggiunge ancora una completa definizione tipo morfologica un coerente
as-setto urbanistico e un consolidamento funzionale in esse sono previste
pertanto operazioni di stratificazione edilizia relativamente agli aspetti tipo
morfologici od interventi di adeguamento urbanistico - funzionale per le parti
non definite o degradate allo scopo di migliorare la qualitagrave abitativa ed
ambientale mantenendo sostanzialmente inalterato lrsquoattuale impianto
urbanistico complessivo
Per queste zone egrave previsto un sistematico ricorso alla pianificazione
attuativa in assenza della quale egrave possibile effettuare solamente interventi di
ristrutturazione con piccoli ampliamenti
b ZUT (Zone Urbane di Trasformazione) parti di territorio prevalentemente
urbanizzato quasi del tutto prive di definizione tipo morfologica dei tessuti e
degli elementi edilizi di assetto urbanistico organizzato e strutturato e di
caratteri funzionali consolidati ed organici per esse sono previste radicali
trasformazioni e rilevanti interventi di ristrutturazione urbanistica da attuare
mediante approfondimenti analitici dei vari aspetti urbanistici ed ambientali e
prefigurazioni progettuali integrate e coordinate dallrsquoAC con particolare
attenzione alla compatibilitagrave ambientale delle trasformazioni come pure alla
loro concreta fattibilitagrave e coerenza con gli obiettivi e indirizzi generali di
PRG
d ZED (Zone Extraurbane Definite) porzioni di territorio paesaggisticamente e
produttivamente consolidate ovvero in cui prevalgono componenti
naturalistiche da salvaguardare pertanto le eventuali azioni di limitata
trasformazione vanno finalizzate esclusivamente alla valorizzazione dellrsquouso
produttivo agricolo del suolo al miglioramento dellrsquoassetto geomorfologico e
idrogeologico tali azioni comunque saranno orientate alla tutela degli
attuali caratteri diffusi del paesaggio agrario - storico
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e ZER (Zone Extraurbane di Riqualificazione) porzioni di territorio in cui sono
riconoscibili gli stessi caratteri delle ZED ma che hanno subito delle
alterazioni piugrave o meno accentuate sia per lo svolgimento di attivitagrave com-
portanti eccessivo sfruttamento del suolo sia per lrsquoinsediamento di attivitagrave
improprie sia per la loro vicinanza al tessuto urbano per i primi due casi
occorre indirizzare verso interventi di tutela e di riqualificazione delle
componenti naturalistiche finalizzati ad una valorizzazione degli ambienti
mentre per le zone marginali la riqualificazione saragrave orientata al riequilibrio e
ridefinizione morfologico ndash funzionale delle connessioni tra contesti urbani
ed extraurbani in una logica di ldquocontinuumrdquo paesaggistico ndash ambientale
f ZET (Zone Extraurbane di Trasformazione) zone le cui caratteristiche e le
particolari complessitagrave delle attivitagrave in esse praticate richiedono uno studio
approfondito e una riprogettazione completa ed integrata sono comprese
anche tutte quelle porzioni di territorio che presentano usi particolari diversi
da quello agricolo con questrsquoultimo compatibili ma che richiedono una
mirata valorizzazione e la ricerca di migliori condizioni di sviluppo
Le Zone sono in alcuni casi ulteriormente articolate in Sottozone (Sz) con lo scopo di
differenziare e precisare specifici obiettivi da raggiungere ad esse si applicano
particolari prescrizioni e diversificati indici edilizi e parametri urbanistici
Lrsquoarea in esame secondo questo schema di suddivisione si colloca nellrsquoATO B ndash SAT
B2 ZET 1 Inoltre il Piano identifica anche che le zone omogenee come definite dal DI
144468 ed in particolare la zona della Centrale di produzione egrave definita come ldquoZona
Omogenea Erdquo le parti del territorio destinate ad usi agricoli escluse quelle in cui -
fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietagrave
richieda insediamenti da considerare come zone C (Figura 35)
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Negli elaborati del PRG del Comune di Falconara Marittima sono evidenziati tutti i
vincoli esistenti sul proprio territorio che prevedono limitazioni drsquouso Tra questi sono
da menzionare i seguenti poicheacute interessano direttamente lrsquoarea di studio
- Ambito di tutela assoluta con raggio di 10 m e ambito di tutela con raggio di 200 m
allrsquointorno dei pozzi di captazione idrica collegati alla rete dellrsquoacquedotto
- Ambito di rispetto e Vincolo di inedificabilitagrave assoluta relativi allrsquoaeroporto Raffaello
Sanzio
- Ambito di tutela di alcuni tipi drsquoinfrastrutture lineari la cui ampiezza egrave variabile in
funzione della loro tipologia tra i quali i principali riguardano lrsquoacquedotto interrato che
Figura 35 PRG Comune di Falconara Marittima Stralcio TAV C04 Quadro degli
Ambiti sub ambiti zone di PRG e ZTO DIM 144468 Lrsquoarea in esame egrave indicata con
il rettangolo rosso
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unisce i vari pozzi con la centrale di Fiumesino la rete stradale e la linea ferroviaria
Orte-Falconara
- Tutela del centro storico di Fiumesino e dei manufatti storici la prima individua
esattamente lrsquoedificato definito dal PPAR la seconda egrave limitata agli stessi edifici
extraurbani e alle aree di pertinenza con superfici notevolmente ridotte rispetto
allrsquoambito provvisorio di tutela previsto dal predetto piano
- Vincolo militare relativo ad alcune aree di cui una molto prossima al sito che ospiteragrave
la Centrale
Tutti i vincoli descritti nei precedenti piani sono rappresentati anche nei documenti
allegati alla Valutazione Ambientale Strategica della variante al suddetto PRG la cui
relazione conclusiva egrave stata approvata con Delibera GM n195 del 14142006
336 Area ad Elevato Rischio Ambientale (AERCA)
La Regione Marche con Delibera Amministrativa del Consiglio Regionale ndeg 305 del 1
marzo 2000 ha dichiarato lrsquoarea di Ancona Falconara e Bassa Valle dellrsquoEsino ldquoArea
ad elevato rischio di crisi ambientalerdquo Sono state avviate tutte le procedure gli studi e
le analisi che hanno portato alla definitiva approvazione con DACR n 172 del 9
febbraio 2005 del Piano di Risanamento dellrsquoArea
Lrsquoestensione dellrsquoarea dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle
problematiche ambientali esistenti e riconducibili alle seguenti caratteristiche
presenza di tutte le principali modalitagrave di trasporto e delle infrastrutture
correlate
presenza di unrsquoimportante struttura portuale che ne fa un punto principale di
originedestinazione merci tra le regioni italiane e lrsquoestero
presenza di attivitagrave economiche e produttive di rilevanza nazionale con
significativa densitagrave di industrie a rischio ai sensi del Dlgs 33499
consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di
merci pericolose in particolare di prodotti petroliferi
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Esso non contempla divieti e neacute contiene parametri analitici da rispettare ma individua
15 obiettivi di sostenibilitagrave ambientale da perseguire finalizzati a mitigare le criticitagrave con
specifiche linee drsquoazione ed interventi La zona che ospiteragrave la Centrale rientra
interamente nellrsquoAERCA (figura 36)
337 Aree omogenee a diversa pressione ambientale (Studio ACRIA)
Nel 2006 il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo e lrsquoIstituto di Ricerche Ambiente Italia
hanno condotto lo studio ldquoGeografia delle pressioni ambientalirdquo il cui scopo egrave stato
quello di approfondire le condizioni ambientali del territorio marchigiano
Figura 36 Perimetrazione AERCA (Fonte Regione Marche-Piano di Risanamento dellrsquoAERCA 2005)
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Sono state individuate 4 aree omogenee in termini di pressione ambientale tra i quali
uno egrave lrsquoAmbito di Ancona ndash Falconara ndash Jesi (Valle dellrsquoEsino) in cui gli aspetti
ambientali di maggior rilevanza sono quelli relativi allrsquoaria (principalmente emissioni di
PM10 e azoto causate dal traffico di SOV causate dallrsquoindustria e biossidi di zolfo
emessi quasi esclusivamente dalla raffineria API) alla qualitagrave delle acque sotterranee
(cloruri solfati nitrati e nella bassa valle dellrsquoEsino cromo esavalente) ed in parte alla
qualitagrave delle acque superficiali e al carico inquinante dei reflui alla fauna e
vegetazione e allrsquointerazione con lrsquourbanizzato (assenza o scarsa presenza di specie
significative) alla presenza di attivitagrave industriali a rischio (lrsquoambito comprende il
territorio dichiarato AERCA di Ancona -Falconara) e al ciclo dei rifiuti (la raccolta
differenziata egrave scarsa)
338 Piano di Tutela delle Acque
LAssemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela
delle Acque (PTA) con delibera DACR n145 del 26012010 La pubblicazione egrave
avvenuta con il supplemento n 1 al BUR n 20 del 26022010
Esso rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli
obiettivi di qualitagrave previsti dalla normativa vigente e a tutelare lrsquointero sistema idrico sia
superficiale che sotterraneo
Il Piano egrave costituito da 4 parti
bull RELAZIONE DI SINTESI
bull VOLUME 1 Sezione A Stato di fatto descrive le caratteristiche dei bacini idrografici
le pressioni e gli impatti significativi esercitati dallrsquoattivitagrave antropica sullo stato delle
acque superficiali e sotterranee lrsquoElenco e la rappresentazione cartografica delle aree
richiedenti specifiche misure di prevenzione dallrsquoinquinamento e di risanamento
Mappa delle reti di monitoraggio stato di qualitagrave ambientale delle acque e
classificazione dei corpi idrici
bull VOLUME 2 - Sezione B Individuazione degli squilibri - Proposte di Piano contiene
lrsquoanalisi delle criticitagrave delle diverse aree idrografiche gli obiettivi del Piano e le misure
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per il loro raggiungimento - Sezione C Analisi economica - Sezione D Norme
tecniche di attuazione - Sezione EValutazione Ambientale Strategica e Valutazione di
Incidenza
bull ALLEGATI CARTOGRAFICI
339 Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico (PAI)
Il PAI egrave stato adottato in prima adozione con Delibera n 15 del 28 giugno 2001 A
seguito delle osservazioni alla prima adozione del piano e alle loro istruttorie il
Comitato Istituzionale dellAutoritagrave di Bacino ha adottato definitivamente il PAI con
Delibera n 42 del 7 maggio 2003 (seconda e definitiva adozione) La Giunta Regionale
con DGR n 872 del 17062003 ha trasmesso il Piano al Consiglio Regionale e con
DGR n 873 del 17062003 ha approvato le Misure di Salvaguardia
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale egrave stato approvato
con Deliberazione di Consiglio Regionale n 116 del 21012004
Successivamente allapprovazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini
di rilievo regionale sono stati approvati degli atti che modificano parte degli elaborati
allegati al PAI approvato con la Deliberazione di cui sopra
Lrsquoarea della Centrale ricade entro il Bacino Regionale del Fiume Esino ma non ricade
in nessuna classificazione PAI (figura 37)
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Figura 37Cartografia PAI (Fonte httpwebgispcnautoritabacinomarcheit)
AREA CENTRALE SAN LORENZO
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3310 Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria
Ambiente (PRMQA)
La prima stesura della Regione Marche del Piano Regionale di Tutela e Risanamento
della Qualitagrave dellAria egrave stata redatta ai sensi del DPR 20388 ed approvata con DACR
n 36 del 30 maggio 2001 In seguito egrave stato redatto il Piano di Risanamento e
Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambiente del giugno 2009 (ai sensi del decreto
legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Il Piano egrave stato redatto in conformitagrave a quanto prescritto dalla normativa vigente e
contiene pertanto
1 lindividuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualitagrave dellaria
2 lindividuazione delle misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui
al punto precedente
3 la selezione dellinsieme di misure piugrave efficaci e urgenti per realizzare gli
obiettivi tenuto conto dei costi dellimpatto sociale e degli inquinanti per i quali
si ottiene una riduzione delle emissioni
4 lindicazione per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione dei
soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e laddove necessarie delle
risorse destinate allattuazione delle misure
5 la definizione di scenari di qualitagrave dellaria in relazione alle criticitagrave regionali
rilevate
6 lindicazione delle modalitagrave di monitoraggio delle singole fasi di attuazione e dei
relativi risultati anche al fine di modificare o di integrare le misure individuate
ove necessario per il raggiungimento degli obiettivi
Il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle seguenti zone (Figura 38)
ZONA A Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle
soglie di allarme Complessivamente la zona A ha unrsquoestensione territoriale
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di 266665 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 1054989 abitanti Il
Comune di Falconara Marittima rientra in questa zona
ZONA B Zona (unica regionale) nella quale il livello del PM10 e del
biossido di azoto non comporta il rischio di superamento dei valori limite e
delle soglie di allarme Complessivamente la zona B ha unrsquoestensione
territoriale di 702741 kmq e la popolazione ivi residente e pari a 473820
abitanti
Il documento analizza inoltre il contributo emissivo dei Macro settori di riferimento cosigrave
come definiti dalla normativa vigente relativa allrsquoinventario delle emissioni in atmosfera
Si riporta nel seguito lrsquoelenco dei Macrosettori di riferimento
bull Macrosettore 01 Combustione - Energia e industria di trasformazione
bull Macrosettore 02 Combustione - Non industriale
bull Macrosettore 03 Combustione ndash Industria
bull Macrosettore 04 Processi Produttivi
bull Macrosettore 05 Estrazione distribuzione combustibili fossiligeotermico
bull Macrosettore 06 Uso di solventi
bull Macrosettore 07Trasporti Stradali
bull Macrosettore 08 Altre Sorgenti Mobili
bull Macrosettore 09Trattamento e Smaltimento Rifiuti
bull Macrosettore 10Agricoltura ed allevamento
bull Macrosettore 11 Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti
Per quanto riguarda il Macrosettore 05 ndash Estrazione distribuzione combustibili
fossiligeotermico nella Regione Marche questo macrosettore in cui si puograve far rientrare
il progetto in esame non ha incidenza sulle emissioni
Per quanto riguarda invece lrsquoutilizzo delle ruspe escavatori etc per la realizzazione
della condotta di allacciamento il progetto in esame rientra marginalmente nel
Macrosettore 08 ndash Altre sorgenti mobili Essi comprendono il trasporto ferroviario la
navigazione interna i mezzi militari il traffico marittimo quello aereo e le sorgenti
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mobili a combustione interna non su strada come ad esempio mezzi agricoli forestali
(seghe apparecchi di potatura ecc) quelli legati alle attivitagrave di giardinaggio (falciatrici
ecc) ed i mezzi industriali (ruspe caterpillar ecc
Nella tabella 31 si evidenzia come a livello regionale le maggiori emissioni di SOx
derivano dai processi di combustione nellrsquoindustria seguiti dai processi produttivi e dal
trasporto su strada Gli impianti non industriali di combustione hanno ormai una piccola
parte segno della conversione del riscaldamento domestico da olio combustibile a
metano La fonte piugrave importante di NOx egrave invece costituita dal traffico veicolare che
copre un 68 delle emissioni totali di tali inquinanti Sempre il macrosettore 07
contribuisce per piugrave del 50 allrsquoinquinamento da metalli pesanti mentre un 30 egrave
dovuto ai processi produttivi (macrosettore 04) Le emissioni dei composti organici
volatili non metanici (COVNM) sono dovute allrsquouso di solventi e al macrosettore ldquoAltre
sorgenti mobili e macchinarirdquo noncheacute al macrosettore 07 Il monossido di carbonio egrave
Figura 38 Zonizzazione regionale della qualitagrave dellrsquoaria
definita dalla DACR n 522007 ai sensi del DLgs 35199
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emesso prevalentemente dai trasporti off-road e su strada e solo il 10 proviene da
fonti fisse di combustione domestiche Anche le emissioni di polveri provengono in
larga parte dai macrosettori ldquotrasportirdquo oltre che dalla combustione non industriale e dai
processi produttiviNella tabella 32 si evidenzia che circa lrsquo80 del contributo delle
emissioni totali di benzene proviene dal traffico veicolare il 14 da attivitagrave inerenti
lrsquouso dei solventi
Tabella 31 Emissioni totali suddivise per inquinante e macrosettore
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Tabella 32 Contributo dei vari macrosettori espresso in percentuale alla emissione dei diversi
inquinanti in atmosfera
3311 Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Falconara Marittima (Figura
39)
Il Comune di Falconara Marittima ha adottato un piano di zonizzazione acustica in cui
lrsquoarea in esame ricade in CLASSE III che secondo il DPCM 14111997 a cui fa
riferimento la classificazione acustica egrave definita come
CLASSE III ndash aree di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con
presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con
assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine
operatrici
Tabella 33 Valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Tabella 34 Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
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Nella figura seguente si riporta uno stralcio della zonizzazione acustica del Comune di
Falconara Marittima
Figura 39 Estratto della zonizzazione acustica comunale
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4 Quadro di riferimento progettuale
41 Descrizione generale delle attivitagrave
Il progetto promosso da Apennine Energy srl si inquadra nellrsquoambito del programma
per lo sviluppo e lo sfruttamento della concessione denominata ldquoSAN LORENZOrdquo
ubicata allrsquointerno del Permesso di Ricerca denominato ldquoMontemarcianordquo e per la quale
egrave stata presentata richiesta di concessione con istanza del 4 maggio 2012 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Geotermia del 30 giugno 2012
I dati dellrsquoistanza sono
Titolaritagrave Apennine Energy srl 75
SARP 25
Superficie Totale 458 Km2
Operatore Apennine Energy srl
Provincia Ancona
Lrsquoarea della Concessione ricade nel Foglio IGM 117 ldquoJesirdquo alla scala 1100000 e le
coordinate geografiche dei vertici sono riportate nella figura 41
Figura 41Stralcio del F117 ldquoJesi ldquo (IGM) e coordinate geografiche dei vertici
Istanza di Concessione ldquoSAN LORENZOrdquo Vertici e coordinate
Area richiesta 458 Km2
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Le opere che Apennine intende realizzare per lo sviluppo della concessione ldquoSan
Lorenzordquo riguardano la realizzazione dellrsquoimpianto di estrazione di gas dal pozzo ldquoCasa
Tiberi 1rdquo e la realizzazione della linea di collegamento per la vendita del gas alla rete
locale (Marche - Multiservizi SpA)
42 Sviluppo del Pozzo Casa Tiberi 1 e realizzazione della centrale e della linea di connessione alla Rete Multiservizi
Il progetto egrave stato sviluppato per trattare 8000 Sm3g a pieno carico alla condizione
finale di pressione di 4 bar ed alla temperatura di 15degC Lrsquoimpianto saragrave di tipo non
presidiato con controllo affidato a strumenti ad alta sensibilitagrave connessi in un sistema
di blocchi integrato
421 Dati base del pozzo e caratteristiche del gas Il pozzo Casa Tiberi 1 egrave completato con un tubino di produzione da 2 38rdquo e con testa
pozzo idonea alla produzione
I dati di base del gas riportati nella tabella seguente sono riferiti alla prova di
produzione effettuata in data 1 giugno 2012
I dati analitici sono i seguenti
RISULTATI ANALISI GAS CASA TIBERI 1
01062012
ore 1500
01062012
ore 1530
Composizione ASTM D 1945-10
Elio lt001 molare lt001 molare
Idrogeno 018 molare -
Ossigeno +Argon 002 molare 002 molare
Azoto 114 molare 114 molare
Metano 9860 molare 9878 molare
Anidride carbonica lt001 molare lt001 molare
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37
Etano 006 molare 006 molare
Propano lt001 molare lt001 molare
i-Butano lt001 molare lt001 molare
nButano lt001 molare lt001 molare
i-Pentano lt001 molare lt001 molare
n-Pentano lt001 molare lt001 molare
Esani + idroc Superiori lt001 molare lt001 molare
Pot Calsup (UNI EN ISO 6976-08) 37313 KJSm3
37359 KJSm3
39440 KJNm3
39490 KJNm3
8912 KcalSm3
8923 KcalSm3
9420 KcalNm3
9432 KcalNm3
Pot Calinf (UNI EN ISO 6976-08) 33593 KJSm3
33636 KJSm3
35458 KJNm3
35504 KJNm3
8024 KcalSm3
8034 KcalSm3
8469 KcalNm3
8480 KcalNm3
Massa volumica(UNI EN ISO 6976-08) 06850 KgSm3
06861 KgSm3
Massa volumica (UNI EN ISO 6976-08) 07229 KgNm3
07241 KgNm3
Densitagrave relativa (UNI EN ISO 6976-08) 0559 05599
Indice di Wobbe (UNI EN ISO 6976-08) 4991 MJSm3
4993 MJSm3
Fattore di comprimibilitagrave a 0degC (UNI EN ISO
6976-08)
0997635 0997626
Fattore di comprimibilitagrave a 15degC (UNI EN
ISO 6976-08)
0998035 0998027
Carbonio (PT 30 Ed 1 rev 0 Dir 200387CE) 73365 peso 73367 peso
Fattore di emissione (PT 30 Ed
1 rev 0 Dir 200387CE)
5481 t CO2TJ 5483 t CO2TJ
Solforati (UNI EN ISO 19739-07)
Idrogeno solforato lt15 mgSm3
lt15 mgSm3
Zolfo da mercaptani lt3 mgSm3
lt3 mgSm3
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38
Zolfo totale lt30 mgSm3
lt30 mgSm3
Da questa tabella si deduce che il gas del pozzo Casa Tiberi 1 presenta caratteristiche
perfettamente idonee alla sua immediata commercializzazione (Metano 9878 Azoto
114 ed Etano 006) con quantitagrave non significativa di idrocarburi pesantisuperiori e
di solforati
422 Facilities presenti nellrsquoarea pozzo
Il piazzale di ubicazione del pozzo Casa Tiberi 1 occupa una superficie di circa 4600
m2 Il piazzale giagrave nella fase di esplorazione egrave stato adeguatamente livellato sopra il
piano compattato sono stati stesi teli di tessuto geotessile per separare il sottostante
terreno naturale dai sovrastanti materiali di apporto e rendere piugrave agevole il futuro
ripristino ambientale dellrsquoarea
Al centro del piazzale egrave presente un basamento in cemento armato realizzato anche
questo in fase di esplorazione per accogliere e sostenere lrsquoimpianto di perforazione e la
cantina pozzo
La superficie del piazzale egrave giagrave stata progettata in fase di perforazione del pozzo in
modo da avere adeguate pendenze verso lrsquoesterno per il deflusso delle acque
meteoriche e la raccolta in canaline perimetrali delle acque nellrsquointorno della cantina
pozzo Le canalette di guardia costituite da tubi di calcestruzzo prefabbricati sono
localizzate attorno allrsquoarea dove era stato installato lrsquoimpianto di perforazione
Il piazzale egrave attualmente recintato da una rete metallica La parte di piazzale non
cementata ma impermeabilizzata come descritto sopra egrave ricoperta di pietrisco In
figura 42 egrave riportata la planimetria del sito con indicato la recinzione la rete di messa
a terra le canalette perimetrali e gli attraversamenti
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39
Figura 42 Planimetria del sito di Casa Tiberi
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40
423 Descrizione dellrsquoimpianto
Come giagrave precedente indicato sulla base della commercializzazione del gas erogato
lrsquoimpianto verragrave dimensionato per trattare 8000 smsup3g di gas a pieno carico alla
condizione finale di pressione di 4 Bar ed alla temperatura 15degC
Lrsquoimpianto saragrave di tipo non presidiato con controllo continuo affidato a strumenti ad alta
sensibilitagrave connessi in un sistema di blocchi integrato
4231 Opere civili
Il pozzo saragrave protetto da gabbia metallica mentre lrsquoarea circostante saragrave recintata con
rete metallica per un raggio di 15 m dallrsquoasse pozzo Al fine di ubicare gli impianti di
trattamento gas alle distanze di sicurezza previste dalla vigente legislazione saragrave
occupata unrsquoarea di terreno adiacente a quella esistente (Allegato 41)
La nuova postazione risultante saragrave anchrsquoessa recintata con rete metallica di altezza
complessiva di 25 m e sormontata da un corso di filo spinato metallico
Per quanto riguarda il collegamento alla rete Multiservizi il primo tratto saragrave fuori terra
mentre il secondo saragrave interrato Nel paragrafo 424 sono riportate le caratteristiche
del collegamento
4232 Impianto
Il progetto prevede rispettivamente impianti a testa pozzo impianto di separazione
unitagrave di blow down riscaldamento riduzione misura e analisi gas cromatografica del
gas naturale estratto Questa fase di sviluppo beneficeragrave del riutilizzo delle facilities di
produzionetrattamento del gas giagrave presenti presso la Centrale di Marciano
(Concessione Fonte San Damiano Basilicata) di cui Apennine Energy egrave titolare Tali
impianti saranno opportunamente ricondizionati ricertificati e manutenzionati prima
della loro reinstallazione nella Centrale di San Lorenzo Lrsquoinflangiatura di testa pozzo
provvista di valvole manuali di intercettazione saragrave dotata di valvola automatica di
blocco dellrsquoerogazione per bassa o alta pressione nelle linee di collegamento del
manifold di collegamento o da chiusura dellrsquounitagrave di trattamento Lrsquounitagrave di trattamento
saragrave in skid ubicato su apposito basamento in cemento armato saragrave allocato a non
meno di 15 m dalla testa pozzo e ad almeno 10 metri dalla recinzione esterna
dellrsquoarea Le connessioni saranno flangiate con rating 600 per la fase a monte della
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41
riduzione di pressione e 150 per la fase a valle Il gas in uscita dalla testa pozzo
passa attraverso un separatore di umiditagrave (S-01) si tratta di un serbatoio verticale in
acciaio al carbonio con componenti interni deumidificatori in acciaio inossidabile Il
flusso di gas transita dunque in un filtro (F-01) al fine di trattenere eventuali polveri e di
seguito in alcuni pre-riscaldatori (E-01A ed E-01B) idonei al pre-riscaldamento del gas
prima della riduzione in pressione con conseguente raffreddamento La fase di pre-
riscaldamento egrave ridondata su due linee al fine di garantire massima affidabilitagrave e
continuitagrave di servizio del sistema I riscaldatori sono di tipo elettrico antideflagrante
(pre-riscaldatori ad acqua come alternativa) A valle dei riscaldatori si trova il sistema di
riduzione di pressione il flusso gassoso viene opportunamente regolato mediante due
coppie di valvole regolatrici (PCV-0102 AB) commutate automaticamente in funzione
dei segnali di alta pressione ed altabassa temperatura generati rispettivamente dai
piloti PSH-0203 TSHL-03 AB Successivamente il gas procede alla pressione attuale
di 4 bar alla stazione di misura fiscale ed infine collettato nella rete gas esterna della
Societagrave Multiservizi Sono inoltre previste ndeg4 valvole di blocco per intercettare
rispettivamente la testa pozzo (SOV-01) le linee di riscaldamento e riduzione (SOV-
02A e SOV-02B) lrsquoalimentazione alla rete di distribuzione gas (SOV-03) (Allegato 42)
Inoltre al fine di garantire la sicurezza del personale la salvaguardia ambientale e
quella degli impianti lrsquoarea pozzo saragrave dotata di specifiche attrezzature che assolvono
a diversi scopi Esse possono essere identificabili in attrezzature di sicurezza e
controllo delle teste pozzo e degli impianti ed impianti di primo trattamento Questi
ultimi sono installati al fine di regolare i valori di portata e di pressione degli idrocarburi
prodotti (acqua di strato solidi ecchellip) che ne possono pregiudicare o rendere
problematico il trasporto fino al centro di trattamento Il primo sistema che si incontra
nel processo di produzione egrave costituito dal sistema di blocco delle valvole inserite nella
string allrsquointerno del pozzo Esso egrave distinto in due sistemi di sicurezza uno costituito
dalle valvole di fondo pozzo del tipo auto-azionato (tubing safety valve o storm cloke)
che intervengono in caso di eccesso di flusso in caso di incedente alla testa pozzo eo
agli impianti lrsquoaltro egrave costituito da valvole idrauliche collocate ad una profonditagrave di circa
30-100 m e dotate di linea di controllo (control line) in tubino di acciaio del diametro di
circa 10 mm In caso di incidente alla testa pozzo la control line si trancia e perdendo
pressione provoca la chiusura automatica della valvola Per quanto concerne gli
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42
impianti si tende a proteggerli inserendo dei dispositivi che provvedono a rilevare
lrsquoinsorgenza di eventi pericolosi tra questi sono fondamentali le valvole di sicurezza
PSV (Pressure Safety Valve) posizionate sulle varie apparecchiature per proteggerle
da eventuali sovrapressioni e il sistema di rilevazione di alta e bassa pressione
costituito da gruppi di pressostati posizionati sulle linee di trattamento per rilevare
variazioni dei valori normali dei parametri provocate da anomalie di funzionamento o
da rottura delle linee Per la sicurezza degli impianti sono essenziali anche i sistemi di
rilevazione di incendio sia di miscela esplosiva normalmente costituiti da reti di
rilevatori che segnalano lrsquoevento ai dispositivi di comando e controllo
Il riconoscimento degli eventi pericolosi comporta il successivo azionamento
automatico delle sequenze di intervento che in funzione della gravitagrave della situazione
che le ha determinate provvedono allrsquoattivazione di diversi livelli di blocco degli
impianti Questi livelli di blocco normalmente sono lrsquoESD il PSD e lrsquoLSD
LrsquoESD (Emergency Shut-Down) egrave il livello di emergenza piugrave alto e viene attivato dai
sistemi di rilevazione incendi oltre che manualmente tramite una serie di pulsanti
collocati in posizioni strategiche (ingressi posti operatore ecc) Esso egrave associato al
complesso di tutte le attivitagrave di processo e di servizi e comporta il blocco generale del
processo e in sequenza la depressurizzazione generale dellrsquointero impianto la
segregazione dei liquidi presenti ed il sezionamento dellrsquoalimentazione di energia
elettrica dalle utenze ad eccezione di quelle considerate prioritarie quali impianti
antincendio illuminazione di emergenza sistemi di comunicazione etc
Il gas di depressurizzazione viene avviato ai soffioni ed alle torce fredde che
provvedono a smaltirlo in aree di sicurezza e ad assicurarne la diluizione a livelli di
concentrazione non pericolosi
Il PSD (Process Shut-Down) comporta solo il blocco del processo di trattamento Esso
viene attivato automaticamente dalla variazione anomala dei valori dei principali
parametri che regolano il funzionamento del processo quali ad esempio lrsquoalta o la
bassa pressione sulle linee di trattamento lrsquoalta temperatura dei riscaldatori ecchellip Per
i separatori ed i riscaldatori egrave presente anche il livello di blocco LSD (Local Shut-Down)
che attivato dalla strumentazione posizionata sullrsquoapparecchiatura controllata ne
comporta un blocco limitato e reversibile senza interferire con la funzionalitagrave degli
impianti presenti nellrsquoarea
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43
Nellrsquoarea del pozzo per il rilevamento degli incendi sono installati dispositivi di vario
genere reti di tappi fusibili a rilevazione infrarossa con cavo termosensibile Il
dispositivo piugrave diffuso egrave costituito dalle reti di tappi fusibili (punto di fusione 70degC)
realizzato con una o piugrave reti pneumatiche mantenute in pressione (4-6 bar) poste nelle
immediate vicinanze delle apparecchiature principali contenenti gas In caso di
incendio la fusione dei tappi fusibili provoca la depressurizzazione delle linee di
alimentazione degli attuatori pneumatici delle valvole a chiusuraapertura automatica e
provoca successivamente la chiusura delle valvole di intercettazione impianto SDV
(Shut-Down Valve) poste in corrispondenza delle teste pozzo e sul collettore di uscita
e lrsquoapertura delle valvole di pressurizzazione BDV (Blow Down Valve)
424 Condotta per il trasporto di gas
La finalitagrave dellrsquoestrazione del gas naturale dal pozzo di Casa Tiberi 1 saragrave la vendita
diretta alla societagrave locale di distribuzione Marche Multiservizi SpA proprietaria di una
rete di fornitura urbana passante nei pressi dellrsquoarea pozzo (distante circa 20 m) La
dorsale principale di tale rete di distribuzione avente diametro 4rdquo egrave posata sotto il
manto stradale di via Caserme Vecchie e ha attualmente lo scopo di fornire gas
naturale al vicino cementificio Sintexcal SpA Le caratteristiche del collettore gas
dallrsquoimpianto di trattamento e riduzione in area pozzo alla dorsale di proprietagrave della
Marche Multiservizi saragrave incamiciato ed interrato in acciao al carbonio diametro DN
100 Nella figura 43 si evidenzia la sezione tipo di trincea per posa tubazione metano
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La realizzazione del collettore puograve dividersi in due aree la prima in area pozzo dalla
linea di trattamento gas fino alla cabina ReMi la seconda (interrata) dalla cabina
ReMi ad un punto della dorsale Multiservizi Il collegamento interrato tra cabina ReMi
e dorsale Multiservizi noncheacute tie ndash in sulla dorsale saranno a carico della Multiservizi
La nuova linea includeragrave due valvole di radice (una nei pressi dellrsquoarea pozzo lrsquoaltra nei
pressi del tie-in sulla tubazione di proprietagrave Multiservizi) ed i necessari sfiati fuori terra
lungo la linea Il tratto di collegamento tra la cabina ReMi e la dorsale Multiservizi saragrave
posato in trincea ad una profonditagrave di circa 15 metri tra piano campagna ed
estradosso della camicia da 6rdquo
Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale
e di conseguenza i volumi di terreno movimentati la base dello scavo saragrave riempita
con sabbia per almeno 15 cm quindi si poseragrave la linea che dovragrave essere infine
Figura 43 Sezione tipo trincea
Figura 42 Sezione tipo di trincea
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ricoperta da almeno altri 20 cm di sabbia Il restante volume di scavo sbancato saragrave
colmato con terreno di risulta (Allegato 43)
Il terreno non piugrave utilizzato per il riempimento saragrave opportunamente smaltito
Si considera il percorso diretto dalla cabina ReMi al collettore Multiservizi per una
lunghezza totale di circa 25 m Nellrsquoipotesi di una profonditagrave di scavo di 15 metri si
otterranno i seguenti dati
Volume di scavo 13 msup3 per metro lineare
Volume di scavo totale 13 x 25 = 325msup3
Volume nuovo letto sabbioso 033 msup3 per metro lineare
Volume totale letto sabbioso 033 x 25 = 825 msup3
Volume di riporto 13 ndash 035 = 095 msup3 per metro lineare
Volume totale di riporto 095 x 25 = 2375 msup3 Volume terreno da smaltire 325 ndash 2375 = 875 msup3
4241 Criteri di progetto linea gas
I processi di fabbricazione dei tubi saldati e senza saldatura di acciaio non legato
normalmente utilizzati per il trasporto di fluidi combustibili entro le pressioni di esercizio
massime ammissibili indicate nelle corrispondenti regole di progettazione sono regolati
dalla normativa Europea EN 10208 (tubi di prescrizione della classe A)
Tubi in acciaio saldati per linee gas ndash UNI EN 10208-1
Processo di
fabbricazione
Saldatura longitudinale (ERW) - SAW da coils a caldo
Norma di fabbricazione UNI EN 10208-1
Tipo di acciaio L 210 GA - L 235GA - L 245GA - L 290GA - L 360GA
Finitura delle estremitagrave Lisce smussate per saldatura di testa
Gamma di
fabbricazione
Da DN 20 a DN 300 in esecuzione longitudinale
Rivestimenti esterni Bituminosi secondo UNI 5256
Polietilene applicato per estrusione secondo UNI 9099 DIN
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30670
Nastri in polietilene applicati a freddo in conformitagrave alla
norma
Rivestimenti interni Grezzi lisci
Resine epossidiche per gas (antifrizione) spessore 50m
Tabella 41 Caratteristiche meccaniche degli acciai utilizzati
Tabella 42 Classificazione e designazione degli acciai specificati nella norma UNI EN 10208-1
Tabella 43 Corrispondenza con gradi di acciaio API -TAB 2CM
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Classe di linea
CLASSE
DI LINEA
REVISIONE SERVIZIO RATING FINITURA MATERIALE
BASE
MAX
PRESS
(Bar)
MAX
TEMP
(degC)
CA
mm
MATERIALE
LINEA
BBH
00
17-05 -2012
NG
150 LB
RF
(125-150
AARH)
ACCIAIO al
CARBONIO
196
39900
15
A 106 GrB
API 5L
Legenda NG = Natural Gas
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Tab
ella 4
4
Cla
ssif
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Tabella 45 Tabella connessioni
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5Quadro di riferimento ambientale
51 Suolo e sottosuolo
Di seguito vengono analizzati i caratteri relativi allrsquoassetto geologico - strutturale
geomorfologico idrologico - idrogeologico e pedologico regionale con specifica
attenzione per il sito in esame
511Inquadramento geologico ndashstrutturale
LrsquoAppennino Umbro - Marchigiano costituisce la porzione sud-orientale dellrsquoAppennino
Settentrionale La successione sedimentaria che lo caratterizza si egrave deposta
interamente su crosta continentale appartenente alla ldquoMicroplacca di Adriardquo
rappresentante con ogni probabilitagrave un settore dellrsquoestremo margine della grande
Placca Africana svincolatasi da essa durante la fase di apertura della Tetide (Channel
et al 1979) (Figura 51)
Il settore in questione fu interessato da una tettonica distensiva connessa con la fase
di apertura della Tetide che dapprima durante il Trias superiore rese possibile il
permanere di un ambiente evaporitico trasformatosi durante il Giurassico inferiore in
un altro favorevole allo sviluppo di una piattaforma peritidale (Santantonio 1994)
Con lrsquoapertura della Tetide fenomeni distensivi portarono allo smembramento della
piattaforma carbonatica che si suddivise in due settori paleogeografici il dominio
Laziale - Abruzzese che rimase in condizioni di mare sottile e il dominio Umbro -
Marchigiano che fu soggetto ad una rapida subsidenza ed ospita una sedimentazione
di tipo pelagico per tutto il Giurassico
Durante il Cretacico ed il Paleogene il Dominio Umbro-Marchigiano fu caratterizzato
da ambienti di sedimentazione compresi fra batiale inferiore e batiale superiore nei
quali aveva luogo la sedimentazione di litofacies calcaree e calcareo-marnose
prevalenti contenenti liste e noduli di selce (Cresta et al 1989 Centamore e Micarelli
1991)
Nel Miocene lrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano entrograve in regime orogenico Il
progressivo corrugamento modificando la morfologia dei fondali marini esercitograve uno
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51
stretto e costante controllo sulla sedimentazione Le prime fasi di questo processo
furono accompagnate dallo sviluppo di bacini di avanfossa orientati in senso
appenninico e in progressiva migrazione verso Est a spese delle aree di avampaese
piugrave orientali
Durante il Messiniano medio ndash superiore la riduzione o a tratti lrsquointerruzione delle
comunicazioni tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo fu responsabile dello sviluppo
di un ambiente evaporitico che ha lasciato la sua traccia anche nellarea Umbro-
Marchigiana con la sedimentazione di litofacies costituite in prevalenza da salgemma
gesso e con depositi solforosi dovuti alla riduzione del gesso I depositi evaporitici
Messiniani (Formazione Gessoso Solfifera) presentano anche consistenti variazioni di
facies e di spessore dal Bacino Marchigiano interno al Bacino Marchigiano Esterno
(sviluppatosi in periodo successivo al primo) dove affiora molto piugrave estesamente
(Centamore e Micarelli 1991)
Partendo dal Messiniano superiore si conclude il ciclo con una sedimentazione di tipo
lagunare-salmastro (formazione Colombacci) che interessa una gran parte dei bacini
ldquominorirdquo in posizione di ldquopiggy-backrdquo Solo la parte meridionale del bacino della Laga
continua a ricevere una sedimentazione di tipo torbiditico
Nel Pliocene inferiore il bacino peri-adriatico inizia un nuovo ciclo sedimentario con
depositi silto-argillosi generalmente in concordanza con la formazione ldquoColombaccirdquo
Lrsquoavanfossa torbiditica migra ancora piugrave ad Est e costituisce la formazione ldquoCellinordquo
(flysch a Globorotalia Margaritae) con apporti clastici di provenienza esclusivamente
occidentale
La fine del Pliocene inferiore vede la tettogenesi appenninica progredire verso lrsquoesterno
ed interessare tutta la zona nella quale egrave ubicato il permesso
Alla fine del Pliocene inferiore la zona di interesse egrave quindi giagrave integrata nelle unitagrave
strutturali sovrascorse (principalmente in direzione NE) costituenti la catena
appenninica Umbro-Marchigiana (Figure 52)
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Il Pliocene medio-superiore ed il Quaternario vedono infine la fine dei sovrascorrimenti
nella zona sopradescritta per fare posto a dei movimenti verticali mentre
contemporaneamente dei sovrascorrimenti si producono piugrave ad Est nel mare Adriatico
Figura 51 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana 1986)
Figura 3 Carta Strutturale dellrsquoAppennino Umbro ndash Marchigiano (Calamita e Deiana
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Figura 52 Schema palinspastico dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano
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54
5111 Geologia dellrsquoarea in esame
Lrsquoevoluzione geologica dellrsquoarea in esame si egrave realizzata attraverso le diverse fasi delle
tettogenesi appenninica descritta nel paragrafo precedente La successione
stratigrafica affiorante che caratterizza il territorio in esame egrave costituita da litotipi molto
simili
Nella figura 53 che rappresenta uno stralcio dellrsquoElaborato B011 ldquoCarta
Geolitologicardquo del PRG del Comune di Falconara Marittima si evidenzia che lrsquoarea
in esame egrave caratterizzata da depositi marini e continentali
I depositi marini sono rappresentati essenzialmente da sedimenti plio - pleistocenici
pelitico ndash arenacei Dal basso verso lrsquoalto affiorano
- alternanze di arenarie argille marnose e livelli conglomeratici nella parte basale
(10b) seguite da argille marnose con intercalazioni di livelli arenacei (Pliocene
Inferiore) (10 a)
- argille marnose con intercalazioni di sabbia siltosa (Pliocene medio pp) (9)
Sulla successione pliocenica poggiano in trasgressione i sedimenti pleistocenici
rappresentati da argille marnose (8) da argille marnose ocracee e azzurre con lenti di
sabbia ocracea (Siciliano) (7) e depositi costituiti da corpi arenacei arenaceo ndash
organogeni ben cementati sabbie organogene intercalate ad argille azzurrine
(Siciliano ndash Crotoniano) (6)
I depositi continentali sono rappresentati da
- depositi alluvionali del Fiume Esino costituiti da corpi limoso - argillosi argilloso-
limoso - sabbiosi con intercalazioni sabbiose sabbioso-ghiaiosi e ghiaiosi
(Pleistocene superiore ndashOlocene e attuale) (5)
- Depositi eluvio ndash colluviali di fondovalle (4) e di pianura costituiti da argille
limose argille limoso ndash sabbiose con probabili corpi sabbioso ndash limosi (Olocene
- attuale)
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- Depositi eluvio - colluviali argilloso - limosi e accumuli antropici soprastanti a
probabili livelli di depositi ghiaiosi ghiaiosi - sabbiosi sabbiosi di probabile
origine costiera e fluviale (Attuale e Olocene) (3)
- Depositi di spiaggia ( Attuale e Olocene) (2)
- Accumuli di origine antropica dellrsquoarea occupata dalla Raffineria API e
dallrsquoaeroporto (1a)
Lrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale si colloca in destra idrografica del
Fiume Esino caratterizzato dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale
(limi sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico (5)
512 Geomorfologia Il sito egrave ubicato in destra idrografica del Fiume Esino in unrsquoarea con morfologia tipica
delle aree di pianura e di terrazzo alluvionale
Come per le altre pianure alluvionali delle Marche quella dellrsquoEsino presenta
o depositi alluvionali attuali molto estesi in sinistra idrografica poco sviluppati in
destra
o alluvioni terrazzate conservate in sinistra idrografica rari i lembi in destra
o morfologia dolce nei versanti in sinistra idrografica piuttosto ripida in quelli di
destra
o alveo fluviale deviato verso sud a ridosso delle colline plio‐pleistoceniche nella
parte intermedia della pianura
o deviazione verso Nord del tratto terminale del fiume dovuto a sollevamenti
differenziati
Lrsquoasimmetria della pianura egrave legata allrsquoevoluzione neotettonica del bacino ed in
particolare allrsquointerazione tra sollevamento pleistocenico ed eventi climatici quaternari
A questrsquoultimi egrave connessa la deposizione dei differenti ordini di terrazzi che
caratterizzano la pianura ( Fonte PRG di Falconara Marittima Studio degli aspetti
geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla
revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Trasversalmente allrsquoasta fluviale lo spessore delle alluvioni della pianura ha valori
crescenti dalla sinistra verso la destra idrografica cosigrave come si ha un progressivo
aumento da monte verso valle (Figure 54 e 55)
I depositi terrazzati sono costituiti da ghiaie ghiaie sabbiose ghiaie sabbioso-limose
con lenti di argilla limosa argilla sabbioso-limosa e sabbie limose I terrazzi di I e II
ordine sono presenti in lembi isolati nella parta alta della pianura Il terrazzo di III
ordine (Pleistocene superiore) presenta una discreta estensione nella parte intermedia
tra le localitagrave di Moie e Chiaravalle A valle di queste localitagrave tale terrazzo si abbassa
progressivamente sino ad essere sovralluvionato e sepolto dai sedimenti della piana
attuale che costituisce il terrazzo del IV ordine (Fonte PRG di Falconara Marittima
Studio degli aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale
finalizzato alla revisione del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
Dallrsquoesame della Carta Geomorfologica della Regione Marche alla scala 110000
(Figura 56) nellrsquoarea interessata dalla realizzazione della Centrale non sono presenti
dissesti gravitativi vista la morfologia pianeggiante e nemmeno forme di erosione
fluviale I primi sono invece presenti in corrispondenza dellrsquoabitato di Falconara a Est
mentre i secondi si presentano come erosioni di sponda in corrispondenza della Vallata
del Molino
Nellrsquoarea prevalgono le forme antropiche con la presenza di argini che bordano il
Fiume Esino ed il Fosso della Liscia I corsi drsquoacqua secondari sono canalizzati e
quindi stabili
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Faglie faglie probabili o zone intensamente tettonizzate
Figura 53 Carta geolitologica Fonte Elaborato B011 del PRG del Comune di Falconara Marittima2003
4
1A
1A
2
3
6
10 B
5
6
5
10 B
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Figura 55Sezioni trasversali dei depositi alluvionali del Fiume Esino (Da
Coltorti M amp Nanni T 1987)
Figura 54 Sezione longitudinale schematica dei terrazzi alluvionali posti sulla sinistra idrografica
del F Esino (Da Coltorti M amp Nanni T 1987)
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Figura 56 Stralcio della Carta Geomorfologica Regionale ndashEdizione CTR ndashSezione 282130 Falconara
Marittima
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513 Idrogeologia
Dallrsquoanalisi della Cartografia del Piano di Tutela della Acque della Regione Marche ed
in particolar modo dalla Tavola 38 A_1_ 5 lrsquoarea in esame si colloca nel ldquoComplesso
Idrogeologico delle Pianure alluvionali e dei depositi fluvio-lacustri e lacustrildquo che si
sono depositati dallrsquoOlocene al Pleistocene superiore
Tale complesso egrave formato essenzialmente dai depositi alluvionali terrazzati recenti (2a)
e antichi (2b) delle pianure alluvionali costituiti da corpi ghiaiosi ghiaioso - sabbiosi e
ghiaioso-limosi con intercalate lenti di estensione e spessori variabili argilloso ndash
limose e sabbioso ndash limose frequenti in prossimitagrave della costa Nella parte medio alta
delle pianure gli acquiferi di subalveo sono caratterizzati da falde monostrato a
superficie libera In prossimitagrave della costa possono essere presenti acquiferi
multistrato con falde confinate e semiconfinate Tali acquiferi sono di notevole
importanza per lrsquoapprovvigionamento idrico per uso civile agricolo ed industriale La
trasmissivitagrave dei depositi ghiaiosi e ghiaioso - sabbiosi varia da 15x10-2 a 9x10-3 m2s
la permeabilitagrave da 7x10-2 a valori di 10-3 ms la velocitagrave effettiva misurata nei depositi
ghiaiosi in condizioni di moto perturbato da 2 a 30 mh la porositagrave dinamica dal 2 al
7 la permeabilitagrave delle coperture argilloso - limose e limoso - argillose varia da
15x10-4 a 55x10-5 ms La circolazione egrave molto veloce e legata alla presenza di
paleoalvei lrsquoescursione media della piezometrica raramente supera i 2 metri
Lrsquoalimentazione di tali acquiferi dipende soprattutto dallrsquoinfiltrazione delle acque fluviali
e la ricarica da parte delle piogge puograve essere considerata trascurabile ad eccezione
della parte alta delle pianure dove le coperture argilloso - limose sono generalmente
assenti La facies idrochimica principale egrave bicarbonato-calcica con tenore salino
raramente superiore a 05 gl in alcune zone delle pianure sono presenti acque a
facies cloruro-sodica e cloruro ndash sodico - solfatica di origine profonda e con tenore
salino superiore anche a 1 gl La qualitagrave delle acque egrave compromessa da fenomeni di
inquinamento che hanno interessato vaste aree delle pianure La vulnerabilitagrave degli
acquiferi egrave estremamente elevata come pure la pericolositagrave potenziale di
inquinamento a causa della concentrazione degli insediamenti dellrsquoattivitagrave produttiva e
della rete infrastrutturale e tecnologica
I fossi affluenti del Fiume Esino in cui domina il ldquoComplesso idrogeologico dei depositi
eluvio- colluviali (1a) costituiti da eluvio-colluvioni argilloso-limose ed argilloso ndash siltoso
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- sabbiose a bassa permeabilitagrave sono caratterizzati da falde sostenute da argille e
argille marnose del substrato plio - pleistocenico Le falde con forte escursione
stagionale della piezometrica alimentano numerosi pozzi il reticolo idrografico e
torrenti e gli acquiferi della pianura alluvionale Lrsquoalimentazione egrave data essenzialmente
dalle piogge (figura 57)
Negli acquiferi delle pianure alluvionali marchigiane egrave stata riscontrata una uniformitagrave
nella geometria litologia e freatimetria In tutti gli acquiferi di subalveo sono
state individuate tre zone con andamento della freatimetria diverso (Nanni 1985) Una
prima zona corrisponde alla parte montana del subalveo in cui lrsquoandamento delle
Figura 57 Stralcio della Tav 38 A 1 5 del Piano di Tutela delle Acque- Schema idrogeologico
del Fiume Esino
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freatimetriche egrave condizionato da unrsquounica direzione di drenaggio sotterraneo
coincidente o con lrsquoasta fluviale o con i paleoalvei Il gradiente idraulico medio egrave di circa
0042 Una seconda zona corrisponde ai terrazzi alti in cui lrsquoandamento delle
isofreatiche soprattutto in destra idrografica egrave quasi parallelo ai limiti dellrsquoarea
alluvionale ed allrsquoalveo rispecchiando lrsquoassetto morfologico superficiale Il gradiente
idraulico medio egrave di circa 0035 Una terza zona corrisponde ai terrazzi bassi in cui le
curve isofreatiche hanno un andamento piugrave complesso diverso da un subalveo ad un
altro La maggiore complessitagrave egrave da imputare oltre che alla differenza di permeabilitagrave
anche alla morfologia del substrato alla presenza di numerose opere di captazione ed
allrsquoinfiltrazione di acque superficiali dagli alvei degli affluenti principali
In prossimitagrave della zona costiera le curve isofreatiche tendono a disporsi
parallelamente alla costa Il gradiente medio della zona costiera ha valori di 00037
I caratteri fratimetrici nelle varie zone rimangono costanti per tutto lrsquoarco dellrsquoanno
Soltanto nella parte bassa dellrsquoacquifero ed in prossimitagrave della costa si verificano
sensibili variazioni stagionali dovute soprattutto ai forti prelievi dalle falde durante la
stagione estiva Lrsquoescursione freatimetrica media storica nei subalvei dei fiumi
marchigiani varia da 1 a 2 m con massimi di 5 m in alcune zone in prossimitagrave della
costa ed alla fine della stagione estiva
I minimi livelli freatimetrici si hanno generalmente nei mesi autunnali (ottobre-
novembre) in corrispondenza dei massimi delle precipitazioni I massimi freatimetrici
cadono nei mesi primaverili (marzo aprile e maggio) Le falde risentono delle
precipitazioni con un ritardo di 1‐2 mesi con sensibili differenze allrsquointerno dello stesso
subalveo I massimi freatimetrici si raggiungono dopo un periodo variabile da tre a
cinque mesi dopo il minimo freatimetrico Tali valori indicano unrsquoalta permeabilitagrave dei
depositi alluvionali In definitiva quindi il volume drsquoacqua presente in tali acquiferi egrave
rilevante tenuto conto della modesta estensione delle pianure e dello scarso spessore
degli acquiferi
5131 Caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee
Il chimismo delle acque sotterranee dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume Esino egrave
stato determinato prelevando lrsquoacqua dai pozzi esistenti usati per scopi irrigui e civili (
(Coltorti amp Nanni 1987) Le acque di subalveo risultano di tipo bicarbonatico - calciche
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a bassa salinitagrave tipiche dei terrazzi bassi e di tipo bicarbonatico-calciche con forti
arricchimenti di ioni Cl Na e Mg caratteristiche dei terrazzi alti (Coltorti amp Nanni
19831986) Il contenuto salino delle acque egrave fortemente variabile con valori minimi
inferiori al gl e massimi attorno ai 17 gl Le acque bicarbonatiche calciche a minor
carico salino sono presenti in prossimitagrave dellrsquoasta fluviale e sono spesso in relazione
con la presenza di paleo alvei che drenano le acque fluviali Il chimismo delle acque
sotterranee prossime allrsquoasta fluviale egrave lo stesso delle acque del fiume ( Nanni amp
Vivalda1986) Allontanandosi dalla zona prossima allrsquoasta fluviale normalmente si
osserva un aumento del carico salino Per il Fiume Esino il carico salino maggiore si ha
nelle acque dei terrazzi alti ricaricati soltanto dalle precipitazioni meteoriche ( Nanni amp
Vivalda 1986) Le acque cloruro ndash sodico e cloruro ndash sodico ndash magnesiache hanno i
massimi valori di salinitagrave e si rinvengono in aree localizzate ed in prossimitagrave della
fascia costiera dove con ogni probabilitagrave sono in relazione con fenomeni di intrusione
marina Le acque cloruro ndash sodico- magnesiache e bicarbonatico ndashcalciche con forti
arricchimenti di Cl Na Mg sono in relazione con lineamenti strutturali (Nanni amp
Vivalda1986) Per il Fiume Esino ad esempio le aree ad alta conducibilitagrave elettrica
sono allineate con elementi strutturali Le acque cloruro ndash sodico ndash magnesiache sono
inoltre legate a zone di frattura (Coltorti amp Nanni 1983) attraverso le quali si ha la
risalita di acque salate dai sedimenti pliocenici (ENI 1972) Infine le acque cloruro ndash
sodico ndash solfatiche presenti nella pianura alluvionale del Fiume Esino in prossimitagrave
della localitagrave di Moie sono probabilmente in relazione con la presenza di rocce
evaporitiche della Formazione Gessoso Solfifera (Nanni amp Vivalda1986) (figura 58 e
59)
5132 Vulnerabilitagrave delle acque sotterranee
Nellrsquoambito della vulnerabilitagrave delle acque si puograve distinguere
la vulnerabilitagrave intrinseca che dipende dal tipo di circolazione idrica dalle
caratteristiche litologiche del terreno dal suolo (in particolare il suo spessore e
le caratteristiche tessiturali) dalla presenza di aree disperdenti dai processi di
infiltrazione verso la falda dallo spessore insaturo medio
la vulnerabilitagrave legata alle attivitagrave a rischio presenti sul territorio che possono
essere ulteriormente classificate in fonti reali e potenziali di inquinamento
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Lrsquoambito in analisi presenta grado di vulnerabilitagrave (figura 510)
estremamente elevata a causa di una alimentazione degli acquiferi dovuta
essenzialmente alle acque superficiali (fiumi ed affluenti) e a quelle sotterranee
dei sub alvei dei principali affluenti e a un drenaggio sotterraneo governato dai
paleo alvei che costituiscono le vie preferenziali del deflusso sotterraneo
indipendentemente dalla presenza di coperture a bassa permeabilitagrave piugrave o
meno potenti
Elevata ai limiti della pianura alluvionale in destra idrografica a causa della
presenza dei depositi eluvio ndash colluviali ed alluvionali dei fossi che drenano aree
agricole Le acque presenti nelle eluvio-colluvioni poichegrave i versanti sono
interessati dallrsquoattivitagrave agricola possono facilmente risultare inquinate da
prodotti utilizzati dallrsquoagricoltura
La presenza nella pianura di unrsquoattivitagrave produttiva molto sviluppata di numerosi
insediamenti abitativi e di una rete infrastrutturale molto estesa rappresenta una fonte
di pericolositagrave di inquinamento delle acque molto elevata Il rischio potenziale di
inquinamento delle acque sotterranee delle a pianura alluvionale caratterizzata da
vulnerabilitagrave e pericolositagrave notevoli risulta anche esso molto alto
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Figura 58 In alto Carta freatimetrica del subalveo del F Esino In basso Conducibilitagrave elettrica delle
acque di subalveo del F Esino 1 pozzi di misura 2 limite dei depositi alluvionali 3 e 4 curve
freatimetrice (in alto) ed isolinee di uguale conducibilitagrave espresse in micro MHO (in basso) ( Da Coltorti amp
Nanni 1987)
Figura 59 Diagramma di Piper relativo alla acque sotterranee
del subalveo del F Esino ) (Da Coltorti amp Nanni 1987)
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514 Acque superficiali Il sistema idrografico delle Marche egrave costituito in generale da brevi corsi drsquoacqua che
dallrsquoAppennino scorrono verso il Mare Adriatico Nel complesso il territorio delle
Marche egrave suddiviso in 30 bacini idrografici In particolare lrsquoarea in esame ricade
allrsquointerno del bacino 12 ndash Fiume Esino (fig 511) la cui asta egrave lunga circa 85 km ed il
cui bacino imbrifero di 1203 Kmq tocca le province di Ancona Macerata Pesaro ed
Urbino e una piccola porzione della provincia di Perugia Nasce dal monte Cafaggio
(1116 m) ad Esanatoglia (MC) e sfocia dopo circa 75 km a Falconara Marittima in
localitagrave Fiumesino
Il fiume ha caratteristiche del tutto particolari rispetto agli altri fiumi appenninici a
monte egrave caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio a valle e fino alla foce
assomiglia molto di piugrave ad un classico fiume di pianura
Come tutti i corsi drsquoacqua lrsquoEsino presenta un regime idrologico tipicamente
appenninico con le massime portate mensili in febbraiomarzo e le minime in
luglioagosto
Figura 510Mappa schematica della vulnerabilitagrave potenziale dellrsquoacquifero della Pianura del Fiume
Esino (Garzonio et al 1990) Fonte PRG del Comune di PRG di Falconara Marittima Studio degli
aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del territorio comunale finalizzato alla revisione
del PRG a cura del Prof Geol Torquato Nanni)
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Il PTA considera il Fiume Esino quale corso drsquoacqua significativo ai sensi del D Lgs
15299
Lungo il corso del Fiume Esino sono presenti 7 stazioni di controllo di cui 4 sullrsquoasta
principale 2 sullrsquoaffluente Torrente Giano ed 1 sullrsquoaffluente Torrente Sentino
Per lrsquoarea in esame sono state considerate le stazioni di monitoraggio 14bES e 16ES
ubicate rispettivamente a monte e a valle della stessa
Figura 511 Bacini idrografici delle Marche
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La stazione di monitoraggio 14 bES egrave ubicata in localitagrave Chiusa Nel tratto che
comprende questa stazione e la precedente il fiume attraversa insediamenti urbano ed
industriali e per ultimo il centro di Jesi Poco a monte di questa stazione inoltre il fiume
riceve prima le acque del Torrente Granita e poi i reflui del Depuratore di Jesi Nel
complesso i dati evidenziano una qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3) in linea con i
risultati degli ultimi anni Il LIM pari a 3 il parametro che dagrave il peggior contributo egrave
rappresentato dal fosforo Una scarsa diversitagrave ambientale sia a livello di microhabitat
(granulometria del substrato) sia a livello superiore (sequenza buche raschi meandri
aree a diversa velocitagrave di corrente) non permette la vita a comunitagrave macrobentoniche
stabili e diversificate tale situazione si sintetizza in un IBE di classe III La ricerca delle
sostanze pericolose nelle due campagne effettuate non hanno evidenziato nessun
risultato Le analisi chimiche conferiscono a tali acque lrsquoidoneitagrave alla vita dei pesci
ciprinidi Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato
trimestralmente per i parametri del LIM (si registrano ancora valori elevati di Fosforo
totale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui non si evidenzia nessun
superamento dei limiti SQA La stazione di monitoraggio 16ES egrave quella piugrave vicino alla
foce del Fiume Esino a valle della confluenza con il Fosso Triponzio (Fonte ARPAM
Relazione annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010) Il punto di campionamento
16ES egrave quello piugrave vicino alla foce del fiume Esino a valle della confluenza con il fosso
Triponzio Le caratteristiche chimico-batteriologiche delle acque di questa stazione di
prelievo sono associabili ad un LIM di livello 3 che presenta criticitagrave per la presenza
elevata di carica batterica e di elevati valori di fosforo totale La qualitagrave biologica egrave
espressa da un IBE di classe 3 che assegna in accordo con il LIM una classe di
qualitagrave ambientale sufficiente (SACA 3)
Lo stato chimico non influisce sulla classificazione in quanto non egrave stata rinvenuta
nessuna delle sostanze pericolose ricercate
Alla luce dei risultati delle analisi tali acque sono idonee alla vita dei pesci ciprinidi
Durante lrsquoanno 2010 questo sito di campionamento egrave stato monitorato trimestralmente
per i parametri del LIM (si registrano valori di Fosforo mediamente elevati mentre per
la carica batterica non si hanno informazioni in quanto il parametro Ecoli non egrave piugrave
previsto dalla normativa attuale) e per le sostanze prioritarie del DM 2602010 in cui
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non si evidenzia nessun superamento dei limiti SQA (Fonte ARPAM Relazione
annuale sulle acque superficiali ndash Anno 2010)
515 Uso del suolo La Carta dellrsquouso del suolo (Figura 513) egrave stata estratta dal PRG del Comune di
Falconara Marittima
Dallrsquoesame della Carta si nota come la categoria prevalente sia rappresentata dai
seminativi irrigui e non generalmente a carattere intensivo e in colture orticole
confinate ai margini dellrsquourbanizzato e a volte comprendenti qualche albero da frutto
Occupano anche una notevole estensione le aree urbanizzate a cui includiamo anche
le case coloniche e le relative pertinenze gli impianti zootecnici le aree industriali o
commerciali lrsquoaeroporto Raffaello Sanzio lrsquoimpianto di trattamento di materiale inerte a
NW dellrsquoarea in esame
Inoltre egrave rappresentato lrsquoalveo del Fiume Esino (Bacino Fluviale) e i corpi idrici
superficiali costituiti da laghi prodotti da attivitagrave estrattive abbandonate ed altri specchi
drsquoacqua artificiali costruiti per uso agricolo
Figura 512 Stralcio della Tav 38 A_1_5 del Piano di Tutela delle Acque Schema
idrogeologico isoiete e stazioni di monitoraggio Ambientale del Fiume Esino
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Figura 513 Carta degli usi del suolo dello spazio extraurbano Fonte Elaborato
B03 del PRG del Comune di Falconara Marittima 2003( il rettangolo rosso indica
lrsquoarea in esame)
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52 Aria e atmosfera
521Caratterizzazione meteo-climatica
I caratteri meteo-climatici generali della Regione Marche sono stati desunti da alcuni
articoli presenti in letteratura e dal ldquoRapporto sullo stato di irrigazione delle Marcherdquo
redatto dallrsquoINEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria)
Il clima della Regione Marche risulta influenzato da diversi fattori tra cui la posizione di
media latitudine (compresa tra il 42deg e il 44deg parallelo Nord) la differente orientazione
della costa a Nord e a Sud del M Conero le caratteristiche del Mar Adriatico (che egrave un
mare pressocheacute chiuso e poco profondo) la vicinanza dei massimi rilievi appenninici
alla costa (in media 60 km) ed il lento evolversi dellrsquoaltitudine procedendo verso
lrsquointerno
Un ruolo importante nella caratterizzazione del clima della Regione Marche egrave
attribuibile sia allrsquoesposizione ad oriente verso lrsquoAdriatico che attribuisce unrsquoimpronta
di marittimitagrave alle zone prossime alla costa sia alla presenza ad occidente
dellrsquoAppennino Umbro-Marchigiano che ostacola il corso delle correnti di aria per lo piugrave
temperate ed umide provenienti da Ovest e predominanti alle nostre latitudini
Tuttavia le grandi perturbazioni derivanti dallrsquoAtlantico e le correnti che le
accompagnano sono quelle che maggiormente influenzano le vicende meteorologiche
locali caratterizzate da spiccata variabilitagrave o tempo instabile associato a nuvolositagrave e
precipitazioni Inoltre seppur in misura minore vanno considerati i fenomeni derivanti
dalle ciclogenesi mediterranee spesso apportatrici di piogge abbondanti come pure i
fronti freddi che direttamente scendono da settentrione ed investono le localitagrave
adriatiche determinando piogge nevicate venti forti di bora ed abbassamenti della
temperatura Drsquoaltra parte le aree anticicloniche tropicali e del medio Atlantico
favoriscono condizioni di tempo stabile associato a deboli venti meridionali e
temperature al di sopra della norma
Secondo la classificazione di Koumlppen la regione marchigiana egrave suddivisa in tre
porzioni principali ciascuna caratterizzata da un suo tipo climatico (Fig 514) Una
prima zona che interessa la fascia litorale situata a Nord del Fiume Cesano e gran
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parte della fascia collinare e montuosa della Regione viene definita di tipo
subcontinentale la seconda che comprende la porzione del litorale compresa tra il
Fiume Cesano e la Valle del Fiume Tenna con una piccola fascia dellrsquoentroterra
collinare egrave stata assegnata al tipo sublitorale la terza infine che interessa lrsquoarea del
Monti Sibillini e parte delle rimanenti zone montuose ricade nel tipo temperato fresco
Lrsquoestrema porzione meridionale del litorale adriatico infine risulta essere caratterizzata
da un clima temperato caldo
Stante la configurazione orografica le temperature minime e quelle massime si
manifestano con una certa sfasatura tra le aree elevate e quelle pianeggianti la
temperatura media annua in rapporto alla differente altimetria egrave compresa fra le
isoterme di 10degC e 15degC e lrsquoescursione media annua della temperatura per le stessa
zone altimetriche oscilla tra 5degC e 13degC
Il numero delle gelate va da un massimo di 50 nella zona piugrave elevata ad un minimo di
10 in quella costiera
Figura 514 Inquadramento di climi italiani nella classificazione di Koumlppen (M
Pinna1969)
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La nebbia sembra aver intensificato negli ultimi anni la sua frequenza nelle aree
collinari in linea generale diminuisce da Nord a Sud e dalla costa verso lrsquointerno
Nella parte settentrionale della Regione non si osserva una costante connessione fra
quantitagrave di acqua caduta e variazione dellrsquoaltimetria tale singolaritagrave legata alla
presenza di rilievi isolati e di catene parallele alla dorsale principale appenninica non
compare invece nella parte meridionale della regione Tenendo conto delle differenze
tra area ed area connesse con le condizioni locali morfologiche e altimetriche si puograve
dire che la stagione piovosa egrave lrsquoautunno e che lrsquoinverno e la primavera ricevono
quantitagrave di pioggia pressocheacute uguali i valori medi della precipitazione oscillano tra
700-800 mm mentre il valore di 1000 mm corrisponde alla parte piugrave elevata della
regione la frequenza media delle precipitazioni egrave di 100-105 giorni piovosi ma anche
in questo caso vi sono sostanziali differenze tra lrsquoarea costiera (70-75 giorni) e quella
appenninica (120 giorni) (AAVV 2005)
Dati pluviometrici Temperature e Venti
Qui di seguito si riportano i dati pluviometrici forniti dal Sistema Informativo Regionale
Meteo-Idro-Pluviometrico ldquoSIRMIP ON-LINErdquo
Le stazioni meteorologiche sono collocate nel bacino idrografico del Fiume Esino
come riportato nella figura 515
Figura 515 Ubicazione Stazioni Meteorologiche
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Sono stati presi in esame i dati dal 1 gennaio 2004 al 31 gennaio 2011 per le due
Stazioni di Jesi ed Agugliano che sono state attivate rispettivamente lrsquo11 giugno del
2003 e il 12 giugno dello stesso anno
Per quanto riguarda le precipitazioni abbiamo considerato un periodo di 8 anni
REGIONE MARCHE
Provincia di Ancona
Stazioni Metereologiche
Coordinate Quota
m slm
Anno di
attivazione Nord Est
Jesi 43deg31 13deg13rsquo 100 11-06-2003
Agugliano 43deg32rsquo 13deg22rsquo 170 12-06-2003
Precipitazioni medie annue
Stazioni Jesi Agugliano
Piovositagrave (mm) Piovositagrave (mm)
Anni
2004 8338 6476
2005 8692 8256
2006 7570 7096
2007 7226 5784
2008 7734 5176
2009 6232 5392
2010 8834 8978
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In particolare nel periodo di osservazione si ha la seguente distribuzione mensile delle
precipitazioni
Precipitazioni medie
mensili (mm)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 473 4335 8873 681 6533 529 3248 5085 7923 668 8655 769
Staz di Agugliano 4945 3992 8518 6058 4255 4825 2353 3925 8242 626 7053 5775
Per quanto riguarda le temperature i dati disponibili sono solo quelli della Stazione di
Jesi per il periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2011
2011 6054 5802
MEDIA 7585 662
Temperature medie annue
Stazione
Jesi
Anni degC
2010 1332
2011 1433
MEDIA 1382
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Temperature medie mensili
(degC)
G F M A M G L A S O N D
Staz di Jesi 301 563 826 1329 1684 2114 2382 2420 2020 1350 974 628
Dalla classificazione indicata precedentemente lrsquoarea in esame ricade nel clima
sublitoraneo caratterizzato da estati calde ma non afose con temperature medie
comprese tra 20degC e ~24degC ed inverni freddi con temperature medie comprese tra 3 e
974 degC Le precipitazioni medie annue sono comprese tra 600 e 900 mm
53 Qualitagrave dellrsquoAria
Come evidenziato nel paragrafo 3310 la Regione Marche ha redatto il ldquoPiano di
Risanamento e Mantenimento della Qualitagrave dellrsquoAria Ambienterdquo nel giugno 2009 (ai
sensi del decreto legislativo 3511999 artt 8 e 9)
Nel Piano il territorio regionale egrave stato inoltre suddiviso nelle zone A e B e il Comune
di Falconara rientra nella ZONA A nella quale il livello del PM10 e del biossido di azoto
comporta il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme
La normativa relativa alla qualitagrave dellrsquoaria stabilita dal Decreto Legislativo n 155 del
13 agosto 2010 ldquoAttuazione della direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria
ambiente e per unrsquoaria piugrave pulita in Europardquo che costituisce una sorta di testo unico
sulla qualitagrave dellrsquoaria abrogando la normativa previgente (DLgs35199 DM 602002
DLgs1832004 DLgs1522007 DM 2612002) riporta i seguenti valori di qualitagrave
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PARAMETRO TIPO DI RIFERIMENTO VALORI PERIODO DI RIFERIMENTO
NO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
200microgm3 Media oraria ( da non superare piugrave di
18 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
NOx
Valore limite per la protezione
della salute umana
30 microgm3 Media annuale
PM10
Valore limite per la protezione
della salute umana
40 microgm3 Media annuale
Valore limite per la protezione
della salute umana
50 microgm3 Media giornaliera (da non superare 35
volte per anno
SO2
Valore limite per la protezione
della salute umana
350 microgm3
Media oraria ( da non superare piugrave di
24 volte per anno)
Valore limite per la protezione
della salute umana
125 microgm3 Media su 24 ore ( da non superare piugrave
di 3 volte per anno)
Valore limite per la protezione
degli ecosistemi
20 microgm3 Media annuale
CO Valore limite per la protezione
della salute umana
10 microgm3 Media massima giornaliera su 8 ore
Benzene Valore limite per la protezione
della salute umana
5 microgm3 Media annuale
Piombo Valore limite per la protezione
della salute umana
05 microgm3 Media annuale
IPA
(Benzo (a)Pirene
Obiettivo di qualitagrave 0001
microgm3
Media mobile annuale
Sono stati analizzati i dati di inquinanti ambientali raccolti dallrsquoARPAM presso le
stazioni di monitoraggio 1-5 localizzate nella mappa di Figura 516
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(httpww3provinciaanconaitdati_ambienteConsoledefaultaspName=TorretteampPa
r=10-399|2-190|12-371|6-301|8-295|)
Si tratta delle stazioni di monitoraggio ambientale presenti in un raggio di 5 km dalla
localizzazione dellrsquoimpianto
Per ognuna delle centraline sono stati analizzati i dati di concentrazione degli inquinanti
di interesse dove disponibili raccolti durante lrsquoanno 2011
Nella tabella 51 sono riportate le medie annue e i valori massimi delle medie orarie
espresse in microgmc per gli inquinanti di interesse Tali dati rappresentano la situazione
attuale del territorio
Figura 516 Localizzazione delle centraline di monitoraggio dellrsquoARPAM in prossimitagrave del sito di interesse 1 Falconara scuola 2 Falconara acquedotto 3 Chiaravalle 2 4 Chiaravalle 5 Torrette- il quadretto in rosso indica lrsquoarea in esame Il quadretto rosso indica lrsquoarea in esame
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Tabella 51 delle medie annue e dei valori massimi delle medie orarie misurate nelle centraline di
Fig516 per gli inquinanti di interesse
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc)
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54 Ecosistemi vegetazione e fauna
Lrsquoarea in esame egrave situata nella pianura alluvionale della bassa Valle del Fiume Esino
dove lrsquooriginario ambiente naturale egrave stato sostituito da unrsquointensa attivitagrave agricola e da
altre attivitagrave antropiche tra cui la piugrave importante egrave lrsquoaeroporto
Le uniche aree ancora occupate da vegetazione arborea spontanea sono quelle
esistenti in corrispondenza dei corsi drsquoacqua Lungo tutta lrsquoampia fascia della golena
del fiume Esino si sviluppa la vegetazione ripariale
Nei corsi drsquoacqua minori e nei fossi che delimitano le aree coltivate sono presenti filari
alberati associati ad arbusti igrofili Nella vicinanza del fiume predomina il salice rosso
(Salix purpurea) il salice bianco (Salix alba) il pioppo nero (Populus nigra) il pioppo
bianco (Populus alba) e roverella (Quercus pubescens)
Diffuse sono le specie alloctone introdotte dallrsquouomo la robinia (Robinia
pseudoacacia) lrsquoalbero del paradiso (Ailanthus altisssima) il pioppo cipressino
(Populus pyramidalis Roz) e il gelso (Morus alba )che egrave abbastanza frequente lungo
alcuni tratti della rete idrografica minore Sulle rive nelle zone piugrave umide si sviluppano
canneti di canna domestica (Arundo donax) con altre specie lianose come il luppolo
(Hemolus lupulus) il vilucchio (Convolvolus cneorum) la vite selvatica (Vitis silvestris)
e la vitalba (Clematis vitalba)
La vegetazione che colonizza le acque stagnanti egrave caratterizzata da cannuccia drsquoacqua
(Phragmites australis) la lisca maggiore (Typha latifolia) il coltellaccio maggiore
(Sparganium erectus) il sedano drsquoacqua (Apium nodiflorum) e il crescione (Nasturtium
officinale) La vegetazione acquatica sommersa egrave costituita in prevalenza da alcune
specie di Potamogeton e Zanichella quella natante da Lemma minor e callitriche
La vegetazione arbustiva egrave costituita da pruno selvatico o prugnolo (Prunus spinosa)
sambuco (Sambucus) e molti rovi ed esistono ancora filari di siepi con biancospino
(Crataegus manogyna) corniolo (Cornus mas) prugnolo spinoso (Prunus spinosa)
berretta di prete o fusaggine (Euonimus europoeus) ligustro (Ligustrum vulgare)
sanguinella o corniolo sanguigno (Cornus sanguinea) Nello strato erbaceo pregevoli
sono alcune specie di orchidee il latte di gallina spigato (Onithogalum narbionense) il
ranuncolo stellato (Ranunculus) il narciso comune (Narcissus poeticus) il gladiolo
(Gladiolus) ecc
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Nelle vicinanze dellrsquoarea di studio esiste un percorso naturalistico realizzato lungo il
fosso di San Sebastiano dal Centro Informazione Ambiente e Pace con sede a
Falconara Marittima uno dei cui intenti egrave quello di favorire la realizzazione del Parco
Fluviale del Basso Esino La vegetazione del predetto fosso nelle zone occupate
dallrsquoacqua e lontano dalle sponde egrave caratterizzata dalla presenza di piante
galleggianti come lenticchia drsquoacqua (Lemna minor) ed alghe mentre vicino alla riva
sono presenti specie di canneto e semisommerse come la mazzasorda (Typha
latifolia) lrsquoiris giallo drsquoacqua (Iris pseudacorus) la cannuccia di palude (Phragmites
communis) e sulle rive si osservano estesi insediamenti di equiseto (Equisetum
arvense) e salcerella o riparella (Lythrum salicaria)
Lrsquoimportanza dei predetti ambienti umidi egrave quindi piuttosto elevata sia per la ricchezza
di flora che essi ospitano sia per la funzione di rifugio che esplicano nei confronti della
fauna stanziale e di passo Ersquo stata documentata la presenza di svasso (Podiceps
cristatus) folaga (Fulica atra) piro piro piccolo (Tringa hipoleucos) piro piro culbianco
(Tringa ochropus) airone cenerino (Ardea cinerea) airone rosso (Ardea purpurea)
combattente (Philomacus pugnax) garzetta (Egretta garzetta) sgarza ciuffetto
(Ardeola ralloides) pittima reale (Limosa limosa) porciglione (Rallus aquaticus) chiurlo
(Numenius arquata) tarabuso (Botaurus stellaris) tarabusino (Ixobrychus minutus)
piviere (Caradrius marinellus) pantana (Tringa nebularia) pettegola (Tringa totanus)
tuffetto (Podiceps ruficollis) beccaccino (Gallinago gallinago) martin pescatore
(Alcedo atthis) e piugrave raramente mignattaio (Plegadis falcinellus) gru (Grus grus) e
spatola (Platalea leucorodia)
Negli ultimi anni sono stati osservati in questa zona anche lrsquoavocetta (Recurvirostra
avosetta) e il cavaliere drsquoItalia (Himantopus himantopus) ed egrave stato notato che alcune
specie vi nidificano come il martin pescatore il tarabusino il cannareccione
(Acrocephalus aurundinaceus) e la gallinella drsquoacqua (Gallinula chloropus)
Tuttavia lrsquoarea direttamente interessata dal progetto sia per quanto riguarda la
centrale che la sua strada di servizio ricade in ambito agrario e non interessa la fascia
di vegetazione ripariale del fiume Esino che costituisce un importante corridoio
ecologico di connessione tra ambiente marino ed entroterra
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Per quanto riguarda la presenza di Mammiferi il territorio di Falconara Marittima egrave
caratterizzato da valori mediocri che in alcuni casi come lungo lrsquoasse di collegamento
con il retroterra possono raggiungere valori pessimi
In base ai risultati delle analisi delle acque dellrsquoEsino effettuate negli ultimi anni nel
tratto di corso compreso tra la foce e la zona direttamente a monte del ponte sulla
SS16 esse sono ritenute idonee alla vita per i pesci limitatamente alle specie
ciprinicole (cavedano Leuciscus cephalus barbo Barbus plebejus lasca
Chondrostoma geuci ecc
541 Aree Protette
La tutela della biodiversitagrave avviene principalmente con listituzione e successiva
gestione delle aree naturali protette (parchi e riserve) e delle aree costituenti la rete
ecologica europea ldquoNatura 2000rdquo Questa rete si compone di ambiti territoriali designati
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che al termine delliter istitutivo
diverranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale
(ZPS) in funzione della presenza e rappresentativitagrave sul territorio di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9243CEE Habitat e di
specie di cui allallegato I della direttiva 79409CEE Uccelli e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia
La Direttiva ldquoUccellirdquo egrave stata approvata dal Consiglio delle Comunitagrave Europee il 2 aprile
1979 (direttiva 79409CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici
recepita nella legislazione italiana con la legge 11 febbraio 1992 n 157 Norme per la
protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio La direttiva
prevede tra laltro che gli Stati membri al fine di garantire la sopravvivenza e la
riproduzione nella propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli
appositi elenchi allegati o comunque delle specie migratrici regolarmente presenti
classifichino come zone di protezione speciale (ZPS) i territori piugrave idonei per la
conservazione di tali specie adottando idonee misure di salvaguardia (art 4 commi 1
2 e 4) La direttiva 9243CEE del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat) relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica
contribuisce a salvaguardare la biodiversitagrave Attraverso questa Direttiva il Consiglio
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delle Comunitagrave Europee ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea di
zone speciali di conservazione (ZSC) denominata Natura 2000 con lobiettivo di
garantire il mantenimento o alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione
soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie elencati negli
allegati alla direttiva nella loro area di ripartizione naturale
Tra le zone naturali protette delle Marche quella piugrave prossima allrsquoarea della centrale egrave
la Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi istituita con Delibera Amministrativa
del Consiglio Regionale ndeg85 del 22012003 La Riserva estesa complessivamente
310 ettari egrave gestita dal WWF Italia e si trova ad oltre 12 Km di distanza dal sito in
esame Essa presenta al suo interno il SICZPS IT 5320009 denominatordquo Fiume Esino
in localitagrave Ripa Bianca di Jesirdquo esteso per una superficie di 140 ettari (figura 517)
Figura 517 Ortofoto della Riserva Ripa Bianca (da Belfiori amp
Dignani 2011)
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55 Patrimonio storico rurale ed architettonico
Nellrsquoarea di Falconara Marittima le evidenze archeologiche sono scarse e i resti
medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche) che
risultano estraniate nellrsquoattuale contesto urbano avendo perso gran parte del tessuto
storico in cui erano inserite Nella tabella seguente si riportano lrsquoelenco del patrimonio
storico-rurale ed architettonico del territorio
Denominazione Localitagrave Vincolo
Cisterna Romana Localitagrave Tesoro Archeologico
Resti di ponte romani Castelferretti Urbanistico
Ruderi del Castello di Barcaglione Falconara Marittima DM 10031962- DLgs 49099
Castello di Falconara Alta Piazza Carducci L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Rocca Priora Fiumesino L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Castello Ferretti Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di Santa Maria delle grazie e
Visitazione
Falconara Alta L3641909 ndash L10891939
PRG art 17 NTA
Chiesetta Lanari Falconara Alta PRG art 17 NTA
Chiesa della Madonna di Barcaglione Barcaglione PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di San Lorenzo Martire Fiumesino PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Maria della Misericordia Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Chiesa di S Andrea apostolo Castelferretti PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Villa Barbaresi Strada tra la localitagrave Tesoro e
Barcaglione
PRG art 17 NTA
Villa Montedomini Castelferretti L3641909 ndash L10891939
PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Complesso Case ldquoLa Grottardquo Castelferretti PRG art 17 NTA
Molino Santinelli Loc Poiole PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
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Ex Cinema ENAL Castelferretti DL 49099
Complesso ex Montedison Tra Montemarciano e Falconara PPAR (DCR 19789) art40 PRG art
17 NTA
Ex Garage Fanesi Via Bixio DL 49099
Ex Falegnameria Via Marsone Interesse storico
Monumento ai Caduti Via Matteotti DL 49099
Scuola Elementare ldquoG Leopardirdquo Piazza Mazzini DL 49099
Torre dellrsquoOrologio Piazza Carducci DL 49099
Sede Croce Gialla Via IV novembre DL 49099
Scuola Elementare ldquoLDa Vincirdquo Castelferretti DL 49099
Scuola Materna Statale Falconara Alta DL 49099
Scuola Materna Statale ldquoPeter Pan Falconara DL 49099
Palazzetto Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola materna Fiumesino Via Fiumesino DL 49099
Ex Scuola rurale di Poiole Via Poiole 1 DL 49099
In particolar modo nelle vicinanze dellrsquoarea in esame si individuano due edifici
sottoposti a tutela regionale (PPAR ndash art 40 ldquoEdifici e manufatti storici) la Chiesa di
San Lorenzo Martire e Molino Santinelli (si veda lrsquoallegato 31)
56 Sistema insediativo e caratteri demografici
Analizzando lrsquoevoluzione storica degli insediamenti di Falconara Marittima si possono
individuare le seguenti fasi temporali
la fondazione in epoca medievale a scopo difensivo e di controllo di presidi
fortificati posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a
valle in luoghi strategici per lrsquoincrocio di vie di comunicazione (Rocca di
Fiumesino e Castello di Castelferretti)
lrsquoaffermarsi di poteri signorili i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli
dopo il Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dellrsquoattuale
stemma cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca piugrave tarda (dal XIV
al XIX secolo)
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le ripetute spartizioni gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il
territorio corrispondente allrsquoattuale confine amministrativo di Falconara
lrsquoassoggettamento a partire dal 1225 al potere amministrativo della cittagrave-porto
di Ancona e quindi dal 1532 al potere pontificio condizione che si protrae fino
al secondo Settecento
il riconoscimento avvenuto solo nel 1808 della piena autonomia del Comune di
Falconara in seguito alla riforma napoleonica e lrsquoannessione allrsquoautoritagrave
municipale nel 1817 del borgo di Castelferretti
la costruzione nel 1861 del tratto ferroviario Ancona-Rimini e quindi nel 1866
del tratto Ancona-Foligno
la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928
dal regime fascista
gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara ldquobalnearerdquo nella stagione del
Liberty in corrispondenza con lrsquoaffermarsi della borghesia
il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della
libertagrave e dellrsquoidentitagrave comunale
il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara Mma il 2 marzo 1948
dopo anni di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi
lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e
Sessanta che portograve la cittagrave ad unrsquoespansione demografica senza precedenti
(anche in conseguenza del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi
dal capoluogo Ancona a Falconara) e alla poco ponderata attivitagrave edilizia degli
anni Settanta
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La rete infrastrutturale egrave composta dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e
varianti) dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia
tuttora attiva) dallrsquoautostrada A14 dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-
Lecce dallrsquoaeroporto oltre che dal pontile e dalla piattaforma API
Secondo i dati presenti sul sito wwwurbistatit al 31 dicembre 2010 la popolazione
totale residente nel Comune egrave di 27781 abitanti
Il grafico 51 e la tabella 53 sotto riportati mostrano come la popolazione residente
dal 2001 al 2005 si egrave mantenuta al di sopra dei 28200 abitanti per poi decrescere dal
2005 al 2006 a 27962 abitanti Dal 2006 al 2008 si mantiene pressocheacute stazionaria
per subire poi nel 2009 una diminuzione di 200 abitanti (27744 abitanti)
Tabella 53 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 51 Trend di popolazione (Fonte wwwurbistatit)
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La distribuzione della popolazione di residenza per classi di etagrave al 31 dicembre 2010 egrave
cosigrave ripartita (Grafico 52 e Tabella 54)
Tabella 53 Popolazione per etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
Grafico 52 Classi di etagrave (anno 2010) (Fonte wwwurbistatit)
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Nei dintorni dellrsquoarea interessata dalla Centrale di San Lorenzo la densitagrave di
popolazione residente egrave molto bassa trattandosi di una zona di piccole dimensioni e a
vocazione agricola
57 Sismicitagrave
La classificazione sismica della Regione Marche ai sensi dellrsquoOrdinanza del Consiglio
dei Ministri n 32742003 approvata con DGR n 1046 del 29072003 rende evidenti
gli elevati livelli di rischio che interessano lrsquointera regione tale situazione egrave ben
rappresentata dalla totale assenza di comuni classificati in zona sismica 4 che
rappresenta la categoria di minore rischio La grande maggioranza dei comuni
marchigiani compreso il comune di Falconara Marittima ricade allrsquointerno della zona
sismica 2 (Figura 518)
Nella figura 519 egrave riportata una carta della sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana La
distribuzione dei terremoti mostra come lrsquoattivitagrave sismica sia concentrata maggiormente
Figura 518 Classificazione sismica della Regione
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in alcune aree rispetto ad altre Dallrsquoanno 1000 a oggi possiamo contare circa una
ventina di eventi sismici con zona epicentrale nel territorio marchigiano Gli eventi
sismici che si sono verificati dal 1269 al 1972 nei dintorni dellrsquoarea in istanza sono
stati caratterizzati da una intensitagrave compresa fra VI e VIII-IXIX
Figura 519 Sismicitagrave storica dellrsquoarea marchigiana
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6 Identificazione e stima degli impatti
Allrsquointerno del presente capitolo vengono analizzati gli impatti che le attivitagrave in
programma per la produzione del pozzo Casa Tiberi 1 e la realizzazione del collettore
di collegamento alla rete Marche Multiservizi SpA potrebbero avere sulle matrici
ambientali circostanti lrsquoarea di progetto
Le componenti ambientali analizzate sono
Suolo
Ambiente idrico sia superficiale che sotterraneo
Atmosfera
Flora fauna ed ecosistemi
Paesaggio
Rumore e Vibrazioni
Salute Pubblica
Le attivitagrave di lavoro previste da Apennine per la messa in produzione del pozzo Casa
Tiberi 1 sono riportate nella seguente tabella
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Tabella 61
61 Stima degli impatti per le Attivitagrave 1
611 Cantiere area pozzo
Suolo I lavori civili per la realizzazione della centrale non comporteranno nellrsquoarea
pozzo nessun movimento terra Il piazzale giagrave preparato per la perforazione del pozzo
Casa Tiberi 1 egrave adatto ad ospitare tutte le facilities di superficie
Ambiente idrico Lrsquoarea pozzo e le aree che ospitano le facilities come egrave di norma per
tutte le Centrali di Trattamento del gas sono impermeabilizzati tramite apposito telo in
PVC e cementazione Questo consente lrsquoisolamento dellrsquoarea dalle falde sottostanti
Lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori previsti saragrave effettuato per mezzo di
autobotti senza nessuna interferenza con la rete idrica locale Inoltre tutte le acque
durante la realizzazione dei lavori saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a
cura dellrsquoimpresa in conformitagrave alla normativa vigente
Atmosfera Durante la fase di costruzione verranno prodotte emissioni in atmosfera
dovute a due sorgenti principali
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a) prodotti della combustione nei motori dei mezzi impegnati quali autocarri gru
motosaldatrici
b) polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi impegnati nella costruzione
Lrsquoimpatto in questa fase puograve essere considerato trascurabile anche per le misure di
mitigazione che saranno adottate dalla compagnia (si veda paragrafo 65)
I livelli di CO e di NO2 misurati dalle centraline localizzate nella zona di interesse sono
nei limiti di legge Infatti per il CO il valore massimo delle medie orarie egrave per entrambe
le stazioni in cui questo inquinante egrave stato misurato inferiore al limite di legge di 10
mgNm3 espresso come massimo giornaliero delle medie mobili di 8 ore
Per lrsquoNO2 il valore massimo delle medie orarie registrato del 2011 egrave stato di 153
microgNm3 (Torrette) mentre la massima media annua egrave stata registrata a Chiaravalle con
un valore di 3985 microgmc In entrambi i casi i rispettivi limiti di 200 microgmc e di 40 microgmc
sono rispettati Per quanto riguarda i valori di PM 10 il valore massimo delle medie
orarie egrave stato registrato in tutte e tre le stazioni in cui il dato egrave stato misurato e cioegrave a
Falconara ndash Scuola (24880 microgmc) Chiaravalle 2 (23020 microgmc) e Ancona ndash Torrette
(22080 microgmc) mentre la massima annua egrave stata registrata ad Ancona ndash Torrette
(4411 microgmc) (si veda paragrafo 53)
Flora Fauna ed Ecosistemi In fase di cantiere i potenziali impatti dellrsquoopera in questo
ambito possono essere dovuti fondamentalmente al disturbo provocato alla fauna Le
emissioni in atmosfera in fase di cantiere il sollevamento di polveri e le emissioni
sonore saranno poco significative Lrsquoeventuale allontanamento degli animali dalle zone
limitrofe a quelle dellrsquointervento in fase di realizzazione delle attivitagrave saragrave risolto al
termine delle stesse In base alle informazioni relative alla fauna riportate nel paragrafo
54 non sono presenti in zona specie faunistiche di rilievo Anche le modificazione
della flora e della vegetazione sono trascurabili in quanto lrsquoarea egrave giagrave trasformata e
priva di specie di particolare rilievo
Paesaggio Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si concentra sullrsquoinserimento
visivo dei mezzi e delle attrezzature necessarie allrsquoistallazione delle facilities
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Lrsquoimpatto visivo delle attrezzature di cantiere egrave quindi simile a quello dellrsquoallestimento
postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore per lrsquoassenza
dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Lrsquoimmissione di rumore in fase di allestimento delle facilities di
produzione per la tipologia di macchinari che vengono utilizzati (camion gru etc)
rendono lrsquoimpatto assimilabile a quello di un normale cantiere edile Le attivitagrave sono
limitate al solo periodo diurno e di durata limitata nel tempo (si veda paragrafo 8 del
progetto di sviluppo)
612 Cantiere realizzazione condotta
Suolo I lavori civili per la realizzazione del collettore invece consisteranno in uno
scavo della profonditagrave approssimativa di 15 m Lo scavo avragrave profilo verticale o quasi
verticale al fine di ridurre lo sbanco superficiale e di conseguenza i volumi
movimentati Il volume di scavo totale egrave di 325 m3 di cui 15 m3 saranno riusati per
riempire la trincea Il volume di riporto (85 m3) rimanente saragrave opportunamente
smaltito
Lrsquoimpatto per la realizzazione del secondo tratto della condotta puograve essere considerato
basso in quanto una volta posata la condotta lrsquoarea saragrave ripristinata totalmente
attraverso la deposizione del terreno precedentemente asportato e conservato allrsquoinizio
dei lavori
Ambiente idrico La massima profonditagrave di scavo per il posizionamento della condotta
di collegamento alla Rete Marche Multiservizi SpA saragrave pari a 15 m pc Pertanto
non sono prevedibili interazioni dirette con le acque di falda Le modificazioni del
drenaggio superficiale eventualmente legate alla fase di posa delle condotte avranno
carattere temporaneo e verranno riassorbite immediatamente una volta chiusa la
trincea ed eseguito il ripristino Il ripristino territoriale saragrave totale garantendo il ritorno
alle condizioni iniziali Le acque sotterranee non saranno influenzate dalla
realizzazione della condotta in quanto lo scavo riguarderagrave essenzialmente i primi metri
di suolo
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Atmosfera
Le emissioni in atmosfera anche in questo caso sono dovuti a due sorgenti principali
prodotti della combustione nei motori dei mezzi
polveri sollevate dalla circolazione dei mezzi e dai movimenti di terra
Per quanto attiene le emissioni di polvere di cui al punto b) i fattori di emissione piugrave
elevati saranno associati allo scavo della trincea (si veda paragrafo 65)
Flora Fauna ed Ecosistemi Il disturbo alla fauna egrave limitato allrsquoallontanamento delle
specie durante lrsquoattivitagrave di cantiere lrsquoimpatto saragrave riassorbito a ripristino avvenuto
Anche le modificazioni della flora e della vegetazione non risultano significative poicheacute
limitate e reversibili Si prevede il ripristino alle condizioni iniziali
Paesaggio Lo scavo destinato ad accogliere la condotta saragrave tecnicamente realizzato
con lrsquoutilizzo di macchine escavatrici Una volta posata la condotta essa saragrave interrata e
si procederagrave al ripristino totale dellrsquoarea A conclusione de lavori la condotta risulteragrave
completamente interrata e gli unici elementi visibili fuori terra saranno i cartelli
segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in corrispondenza degli attraversamenti
Rumore e vibrazioniLrsquoimpatto temporaneo dellrsquoopera riguarda lrsquoutilizzo di macchine
movimento terra per la posa della linea A tal proposito di prevede lrsquoutilizzo di un
piccolo escavatore cingolato tipo bobcat e di un camion da cantiere per il trasporto
della sabbia e del terreno di risulta da e verso cava
Salute pubblica Per entrambe le fasi di cantiere (area pozzo e realizzazione
condotta) sono state valutate le eventuali interferenze del progetto con le comunitagrave
circostanti mentre non sono stati considerati i lavoratori presso il sito visto che lrsquoarea
saragrave dotata di telecontrollo e non saragrave presidiata In fase di cantiere non si riscontrano
impatti che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione in particolar
modo per quanto riguarda il rumore e lrsquoatmosfera poicheacute lrsquoarea ha una bassa densitagrave
abitativa
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62Stima degli impatti per lrsquoAttivitagrave 2
621 Esercizio area pozzo
Suolo In questa fase lrsquoimpatto su tale componente egrave nullo in quanto non si effettueragrave
nessuna movimentazione di suolo Lrsquoarea saragrave completamente ripristinata ad uso
agricolo una volta terminata la vita del pozzo
Ambiente idrico Analogamente lrsquoimpatto su tale componente puograve essere considerato
nullo in quanto in questa fase egrave altamente improbabile lrsquoimmissione incidentale di
sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che sotterranee Non si prevede
consumo di acqua in fase di esercizio Dal punto di vista del processo non egrave infatti
richiesta acqua ad uso industriale Considerando anche che lrsquoarea non saragrave presidiata
non saragrave necessario neanche lrsquoapprovvigionamento di acqua per uso civili
Atmosfera In fase drsquoesercizio i sistemi operativi e di monitoraggio ampiamente
collaudati offriranno le migliori garanzie per una minimizzazione delle emissioni in
atmosfera Solo nellrsquoeventualitagrave di un arresto dellrsquoimpianto in condizioni di emergenza
a seguito dellrsquoattivazione dei sistemi di allarme per rischi incendio avviene la
depressurizzazione dellrsquoimpianto con conseguente invio del gas in transito ai soffioni
per il suo smaltimento in atmosfera Come specificato nel paragrafo 421 il gas
presenta quantitagrave non significative di idrocarburi pesantisuperiori e di solforati
Lrsquoattivitagrave inoltre rientra pienamente nel macrosettore 05 identificato nel Piano di
risanamento e mantenimento della qualitagrave dellrsquoaria (estrazione distribuzione
combustibili fossiligeotermico) che non ha incidenze sulla qualitagrave dellrsquoaria-
Flora Fauna ed Ecosistemi Come egrave possibile osservare in altri pozzi simili a quello
in esame ma giagrave in fase di produzione lrsquoarea pozzo non sarograve soggetta a perturbazioni
significative rispetto allo stato attuale Gli interventi avverranno solo allrsquointerno della
recinzione dellrsquoarea pozzo dove saranno in funzione le attrezzature necessarie
allrsquoestrazione del gas naturale Non si prevedono impatti silla vegetazione flora faune
ed ecosistemi in fase di esercizio
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Paesaggio La zona pur essendo tutelata (DM 31 luglio 1985) non presenta
localmente caratteristiche di particolare pregio Il Decreto si riferisce
comprensivamente ad una vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate
localitagrave e zone di alto valore naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave
inserita in un contesto ambientale alterato dalla presenza di elementi di disturbo
costituiti oltre dai cumuli di materiale inerte e dai macchinari di lavorazione anche da
altre attivitagrave connesse al vicino aeroporto Nellrsquoarea del pozzo la stima degli impatti si
concentra sullrsquoinserimento visivo della centrale Lrsquoimpatto visivo egrave simile a quello
dellrsquoallestimento postazione riscontrato in fase esplorativa ma notevolmente inferiore
per lrsquoassenza dellrsquoimpianto di perforazione
Rumore e vibrazioni Nessuno
622 Esercizio condotta
Suolo Si ricorda che la posa in opera della condotta saragrave immediatamente seguita
dalle operazioni di ripristino Lrsquoimpatto quindi puograve essere considerato nullo
Ambiente idrico Nessun impatto
Atmosfera La tipologia di opera e le modalitagrave di trasporto sono tali da escludere
emissioni in atmosfera durante la normale fase di esercizio (fatti salvi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere interrate)
Flora Fauna ed Ecosistemi Dopo la messa in opera ed il ripristino territoriale le
condotte risulteranno interrate Si puograve escludere qualsiasi impatto sulla flora e sulla
fauna dovuto allrsquoesistenza delle condotte che saragrave individuabile solo dalla presenza
degli appositi cartelli segnalatori La presenza delle condotte in esercizio non saragrave
quindi fonte di perturbazioni sulla flora e la fauna che nellrsquoarea in esame risulta scarsa
Paesaggio In fase di esercizio della condotta lrsquoimpatto egrave nullo Come giagrave precedente a
conclusione de lavori la condotta risulteragrave completamente interrata e gli unici elementi
visibili fuori terra saranno i cartelli segnalatori delle condotte ed i tubi di sfiato in
corrispondenza degli attraversamenti
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Rumore e vibrazioni Non sono previste emissioni acustiche relative allrsquoesercizio delle
condotte durante il normale funzionamento degli impianti
Salute pubblica In fase di esercizio (area pozzo e condotta) non si riscontrano impatti
che possono avere influenza sullo stato di salute della popolazione In particolar modo
nellrsquoarea in esame la densitagrave abitativa egrave bassa
63 Ripristino territoriale
Alla fine della vita economica del pozzo Casa Tiberi 1 dopo la sua chiusura mineraria
si procederagrave al ripristino territoriale dei luoghi ed a tal fine si effettueranno le opere di
asportazione e di demolizione di manufatti debitamente bonificati quali
- Decommissioning impianti
smontaggio e recupero dei moduli di produzione smantellamento e recupero delle
condotte interrate e non di linea di processo e di trasporto gas
- Solette impianto e cantina pozzo
demolizione sottostruttura in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a
discarica autorizzata del materiale di risulta
- Canalette perimetrali piazzale
demolizione delle canalette e delle opere in calcestruzzo prefabbricato con carico e
trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta
demolizione opere in cemento armato e relativo sottofondo con trasporto a discarica
autorizzata del materiale di risulta
- Recinzione
smantellamento della recinzione perimetrale e cancello drsquoaccesso con recupero e
trasporto a discarica autorizzata dei plinti di ancoraggio dei montanti
- Piazzale postazione e strada drsquoaccesso
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demolizione della massicciata con carico e trasporto a discarica livellamento del
terreno
- Riduzione a coltivo dellrsquointera area
previa verifica della completa asportazione di materiali estranei alla ripresa vegetativa -
colturale del terreno si procederagrave per tutta lrsquoarea interessata dalla postazione e dalla
strada di accesso alla riallocazione del terreno naturale con ripristino dellrsquooriginale
strato coltivo
64 Eventi incidentali
I sistemi di controllo del processo produzione trattamento e trasporto e le misure di
sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da minimizzare il rischio di
eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone Infatti gli aspetti relativi
alla sicurezza vengono sviluppati sin dalla fase progettuale e determinano lrsquoadozione di
dispositivi di sicurezza adeguati ed in misura tale da ridurre al minimo ogni rischio
65 Misure di mitigazione
Per minimizzare gli impatti sulle diverse componenti ambientali considerate saranno
adottate le seguenti misure di mitigazione
per ridurre le emissioni in atmosfera di polveri
Saranno realizzate le pavimentazioni delle piste per automezzi nelle aree
interessate dalla costruzione
Le strade e le gomme degli automezzi saranno mantenute bagnate
I cumuli di inerti saranno umidificati come pure i fronti di scavo aperti
Nelle aree interessate dalle attivitagrave di cantiere i camion dovranno viaggiare a
bassa velocitagrave al fine di ridurre la produzione di polveri
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Per ridurre le emissioni di rumore
I macchinari e i mezzi in opera dovranno rispondere ai requisiti delle
direttive CEE in materia di emissioni acustiche
Gli automezzi dovranno essere tenuti con i motori spenti durante quelle
attivitagrave in cui non egrave necessario utilizzare il motore
I macchinari e le attrezzature dovranno essere sottoposti ad un
programma di manutenzione secondo le norme di buona tecnica in
modo da mantenere gli stessi in stato di perfetta efficienza che coincide
con lo stato piugrave basso di emissione sonora
Gli addetti ai lavori saranno istruiti in modo tale da ridurre al minimo i
comportamenti rumorosi
Lrsquoesecuzione dei lavori disturbanti e lrsquoimpiego dei macchinari rumorosi
saranno svolti negli orari compresi tra le 800 e le ore 1200 e tra le oer
1500 e le ore 1700
Per ridurre i potenziali impatti verso la componente suolo ed ambiente idrico
saranno evitati sversamenti di sostanze potenzialmente inquinanti sul suolo e
nel caso di sversamenti accidentali si procederagrave allrsquoimmediata bonifica del
terreno inquinato
al termine della costruzione lrsquointera area saragrave ripulita da ogni tipo di materiale
residuo eventualmente rimasto nel terreno e i rifiuti prodotto e i materiali di
risulta saranno smaltiti in discarica controllata ad onere delle imprese
appaltatrici
lrsquoapprovvigionamento idrico necessario per i lavori avverragrave tramite autobotti
non sono previsti scarichi di acque e reflui nei corpi idrici superficiali
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101
66 Rifiuti
Per i rifiuti prodotti durante la fase di costruzione le acque sanitarie (codice CER
200304) saranno smaltite esternamente allrsquoarea di cantiere a cura dellrsquoimpresa in
conformitagrave alla normativa vigente
Il Volume di riporto rimante dallo scavo della trincea (Codice CER 170504) saragrave
opportunamente smaltito
Durante la fase di produzione lrsquoeventuale acqua prodotta (codice CER 050799) verragrave
segregata in apposito serbatoio per essere poi smaltito secondo indicazioni di legge
verso depositi autorizzati
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7 Considerazioni conclusive
Il progetto di messa in produzione del pozzo Casa Tiberi 1 la realizzazione della
Centrale di San Lorenzo e la realizzazione della condotta di collegamento alla rete
Marche Multiservizi SpA presenta impatti poco significativi di tipo reversibile e
temporaneo e attribuibili alla fase di cantiere Le attivitagrave di scavo posa e riempimento
saranno eseguiti in sequenza pertanto i tempi di disturbo saranno limitati nel tempo e
nello spazio
In fase di esercizio i sistemi di controllo del processo produzione trattamento e
trasporto e le misure di sicurezza adottare indicate nel paragrafo 4232 sono tali da
minimizzare il rischio di eventi incidentali e quindi gli impatti sullrsquoambiente e le persone
Lrsquoambiente con il quale il progetto interagisce egrave inserito in unrsquoarea dichiarata dal DM 31
luglio 1985 di alto valore naturalistico Il Decreto si riferisce comprensivamente ad una
vasta area della valle al cui interno si trovano disseminate localitagrave e zone di alto valore
naturalistico e paesaggistico ma quella in esame egrave inserita in un contesto ambientale
alterato dalla presenza di elementi di disturbo costituiti oltre dai cumuli di materiale
inerte e dai relativi macchinari di lavorazione anche da altre attivitagrave connesse al vicino
aeroporto
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8 Bibliografia
AAVV Falconara - Storie e immagini Di Campana G Marinelli G Piccinini G
e Sebastianelli S
AAVV 1991 Lrsquoambiente fisico delle Marche Geologia-geomorfologia
idrogeologia Regione Marche Giunta Regionale Assessorato Urbanistica-
Ambiente SELCA Firenze
AAVV 2006 La Valutazione Ambientale Strategica della variante al PRG del
Comune di Falconara Marittima
AAVV Progetto Territorio Snodo
ARPAM 2010 Relazione annuale sulle acque superficiali interne
Belfiori D Dignani A 2011 Un modello di gestione geomorfologica del
sovralluvionamento locale indotto dalla briglia Enel nella Riserva Naturale
Regionale Ripa Bianca di Jesi Riqualificazione Fluviale n4 pp 27-32
Coltorti M Nanni T 1987 La bassa valle del Fiume Esino geomorfologia
idrogeologia e neotettonica Boll Soc Geol It Vol106 fasc 1 Roma
Comune di Falconara Relazione sulle caratteristiche botanico-vegetazionali ed
agronomiche Piano Regolatore del Comune di Falconara Marittima
INEA 2009 Rapporto sullo stato di irrigazione nelle Marche
Nanni T Vivalda P 1986 Caratteri idrogeologici schematici della successione
plio-pleistocenica e delle pianure alluvionali delle Marche Mem Soc Geol It
35 Roma
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104
Nanni T Studio degli Aspetti geologici geomorfologici ed idrogeologici del
territorio comunale finalizzato alla revisione del PRG- Relazione Geologica del
PRG di Falconara Marittima
Regione Marche 2009 Terzo aggiornamento del Rapporto sullo Stato
dellrsquoAmbiente Ancona
Regione Marche 2009 Geografia delle pressioni ambientali delle Marche 2009
Siti internet
wwwautoritabacinomarcheit
wwwminambienteit
wwwriservaripabiancait
wwwambienteregionemarcheit
wwwurbistatit
httpwebgispcnautoritabacinomarcheit