La geografia del turismo non ha una grande compattezza teorica.
• Per questo ci troviamo di fronte a molti tentativi non sempre affini tra loro e non sempre in sequenza logico-scientifica…
• Ogni scuola e ogni ricercatore lavora su materiale locale, da pochi anni e non per gli stessi scopi.
• Solo da poco è possibile riscontrare una ipotetica linearità nelle analisi dei modelli.
Un modello è un sistema logico-empirico che vorrebbe essere valido nonostante la realtà,
l’osservazione. In qualche modo una struttura che dovrebbe essere in grado di spiegare i
fenomeni nonostante lo spazio o nonostante il tempo…
… come una legge matematica…
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
I primi studi del fenomeno turistico in ambito geografico risalgono agli anni ’30, ma .... si tratta di lavori frammentari, settoriali, monotematici
Si assiste alla diffusione di numerosi modelli spaziali del turismo, la maggior parte dei quali basati sulla sequenza origine-destinazione
(origin-linkage-destination system)
Dagli anni ’60
fu il primo geografo italiano a proporre uno schemainterpretativo del fenomeno turistico elaborando unmodello di configurazione spaziale del turismo (i “tremomenti del turismo”)
Toschi (1948)
La ricerca geografica del fatto turistico approda verso un’indagine sistemica di tipo esplicativa
Modelli spaziali e turismo
• Nella tradizione geografica e economica si individuano alcune forze latenti che strutturano un ordine dell’insieme turistico: – La distanza– I criteri di scelta localizzativa– Caratterizzazione gerarchica– Centralità
DISTANZA
• Elemento fondante perché decisivo dell’ordinata distribuzione dell’attività umana
CRITERI DI SCELTA LOCALIZZATIVA
• Enfatizzano il potere frizionale della distanza e danno senso relazionale alla contiguità
CARATTERIZZAZIONE GERARCHICA
Esprime gli effetti coincidenti dell’analisi spaziale: - Accessibilità- Agglomerazione
CENTRALITA’
• Addensamento di funzioni in determinati punti dotati di potere di irradiazione rispetto all’intorno, con modalità determinate dalle relazioni gerarchiche e dai principi selettivi di strutturazione.
Anche lo spazio turistico risponde a questi criteri anche se
con modalità proprie
• Si individuano quindi possibili REGOLARITA’che producono RAPPRESENTAZIONI della realtà attraverso MODELLI TERRITORIALI SEMPLIFICATI
Modelli territoriali turistici• Toschi 1948
– Regioni di partenza (attive), arrivo (passive) e transito• Christaller 1963
– Natura periferica spazi turistici: modello Centro/periferia• Plog 1974
– psicografico• Miossec 1977
– evolutivo• Butler 1980
– ciclo di vita destinazione turistica• Lozato-Giotart 1988
– naturalistico
Modelli di Mobilità turistica
• Mariot : percorso di accesso (collegamento tra una area di residenza e quella di arrivo con uso dello spazio e delle strutture lungo il percorso)
• Percorso di ritorno (come sopra)• Percorso ricreativo ( usare solo in parte
o in alcuni punti questo percorso)
Modelli di mobilità
Campbell: tre gruppi• Ricreazionista (viaggio per l’attività di
ricreazione)• Vacanziero (viaggio per il viaggiare, lo
spostarsi)• Ricrezionista – vacanziero (gruppo intermedio
che è un po’ tutt’e due) tipo a si sposta a raggio dalla città verso
l’intorno, tipo b si sposta verso le autostrade, tipo ci entrambi gli elementi
Modelli di mobilità
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territorialiNel 1967, Campbell propone un modello relativo ai viaggi
per ricreazione e vacanze, distinguendo gli spostamenti dalla città in 3 tipologie:
1) quelli per motivi di ricreazione
intorno alla città si identificanovarie località ricreative disperse;
2) motivi di vacanza/ricreazione
lo spostamento è diretto verso un centroricreativo da cui dipartire verso luoghidi ricreazioni minori: si crea uncomplesso regionale ricreazione-vacanza
3) motivi di vacanza
lo spostamento è diretto verso varitipi di mete
Si può analizzare il volume degli spostamenti e non solo
degli itinerari: • greer e wall il volume decresce in relazione alla distanza dal
centro perché costa, sia in tempo che in denaro
ogni area concentrica dalla città è meno appetibile ma anche proporzionalmente più ampia perché corrisponde a spazi più grandi/ ampi…
Miossec
• domanda e offerta si comportano in maniera parallela e dunque si creano cerchi concentrici via via più grandi: 1.4….
Modelli di origine-destinazione
• Ma i luoghi sono sia di ORIGINE che di DESTINAZIONE
Thurot
• Domanda interna e domanda internazionale
• Primo, secondo e terzo mondo
Modelli di origine e destinazione
Modello Thurot, 1980,
Rappresentazione schematica di offerta e domanda e turistica nazionale e internazionale in diversi paesi
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Il modello di Thurot, 1973, descrive i rapporti tra domanda e offerta turistica e fra turismo interno e turismo internazionale
La domanda generata dal Paese B è soddisfatta: Ø in parte internamenteØ in parte dai Paesi A e C (PVS)
La domanda generata dal Paese A è soddisfatta: Ø in parte al suo interno Ø in parte dai Paesi B e C ( è un PVS)
Solo il Paese C, per il modesto livello della sua economia, soddisfa tutta la sua domanda internamente
Lundgren
• I luoghi e non i paesi secondo la RECIPROCA ATTRAZIONE DI VIAGGIO
• destinazioni metropolitane• destinazioni urbane periferiche• destinazioni periferiche rurali• destinazioni di ambienti naturali
Modelli di origine destinazione
• Lundgren, 1982
• Gerarchia spaziale dei flussi turistici
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
aree metropolitane, integrate nelle reti ditrasporto internazionali, che si scambianoconsiderevoli flussi di turisti;
periferie delle aree metropolitane(suburbi), che pure sono interessate da scambi dituristi e che, per la loro limitata popolosità, vedonoprevalere gli afflussi sui deflussi;
aree rurali, scelte dai turisti dopo aver visitatole aree metropolitane ed i suburbi, oppuredirettamente;
ambienti naturali, lontani rispetto ai centridi irradiazione del turismo (esempio i parchi naturali,le regioni esotiche accessibili per via aerea, ecc.)
Il modello di Lundgren, degli anni ’80, indica 4 tipi di mete raggiungibili dai turisti e distinte in base alla loro posizione geografica e politico-economica
Pearce
• centralità urbana come provenienza e come destinazione
Modelli di origine e destinazione
• Modello Pearce, 1981 Rappresentazione schematica dei flussi turistici da e per le maggiori aree urbane
Modelli strutturaliSeguendo il modello di turismo che si compone
nei paesi del terzo mondo si verificano • Paese A livelli
– Nazionale– Regionale– Locale
• Paese B livello – Nazionale – E poi direttamente verso le località con minore
possibilità di dispersione locale…..(sistema multinazionale/ controllo del capitale/ controllo del traffico aereo…)
Modelli strutturali • Modello Britton, 1980, Modello chiuso di turismo in un’economia periferica
Modelli evolutivi• Ovvero dei modelli dinamici sia dei
movimenti turistici sia delle strutture turistiche
• Uno spazio periferico che circonda le grandi aree industrializzate del mondo:
esempi:
• Caraibi per gli usa• Mediterraneo per Europa
Thurot: successione di classi sociali
• Fase 1 : scoperta di un luogo da parte di una elite e costruzione di un albergo di lusso
• Fase 2 : sviluppo di alberghi per classe medio alta (espansione flusso turistico)
• Fase 3 : perdita di originalità e arrivo di classe media
Plog
• personalità dei viaggiatori• asse che va da PSICOCENTRISMO a
ALLOCENTRISMO– Psicocentrici : tendenz. ansiosi / auto inibiti
/ non avventurosi / preoccupati dei problemi quotidiani
– Allocentrici : sicuri di sé / curiosi / avventurosi / estroversi TABELLA
PLOG
• PARAMETRO: Turisti di una destinazione in epoca determinata
• DEFINISCE IL TURISTA TIPO rispetto al bacino di domanda
• DEFINISCE LA FASE CHE ATTRAVERSA
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Nel 1974, Plog elabora un modello di organizzazione degli spazi turistici di tipo psicografico, cioè basato sull’analisi della personalità del turista
La tipologia di turista presente in una destinazione è espressione della fase del ciclo di vita in cui la destinazione stessa si trova
I turisti “mediocentrici ” , che si spostanogradualmente verso le zone già esplorate dagliallocentrici, ma non intraprendono mai viaggiinusuali
I turisti “psicocentrici”: inibiti, privi di sensodell ’ avventura, scelgono pacchetti turisticiprediligendo luoghi vicini e familiari
I turisti “ allocentrici ” : amanti delledestinazioni poco turistiche, viaggi indipen-dentied avventurosi
presenza di allocentrici fase della scoperta o al più del coinvolgimento
presenza di mediocentrici apertura e invasione del turismo di massapresenza di psicocentrici consolidamento e inizio del declino
Tipologie turisti - Plog
• Allocentrici– Disposti a cercare la diversità, il lontano,
l’inesplorato• Mediocentrici
– Comportamenti medi• Psicocentrici
– Disposti a muoversi poco e affatto interessati alla diversità
Modello Plog, 1973 – Posizioni psicografiche di alcune destinazioni
Modelli evolutivi
Plog - caratteristiche• Allocentrici
– Preferiscono aree non turistiche– Apprezzano il sapore della
scoperta e delle nuove esperienze– Amano cambiare continuamente
destinazione– Sono molto intraprendenti– Preferiscono l’aereo– Si rivolgono a strutture turistiche
non standardizzate, chiedono minimi confort
– Amano l’incontro con popoli e culture diverse
– Organizzazione del viaggio è flessibile e libera e include al massimo albergo e trasporto
• Psicocentrici– Scelgono destinazioni conosciute– Cercano attività rilassanti legate
di solito a attività sportive o balneari
– Preferiscono l’automobile– Sono poco attivi– Si rivolgono a strutture ricettive
standardizzate di livello internazionale a negozi turistici e a ristoranti per famiglie
– Non cercano novità ma sicurezza– Scelgono pacchetti all inclusive e
intensa programmazione– Sono abitudinari
Le attitudini sono opposte e dunque divergono e quindi
• DIFFERENTI DESTINAZIONI PER DIFFERENTI TIPOLOGIE
• FIGURA Da New York • È ovvio che una località viene scoperta dagli
allocentrici e poi “passa” agli psicocentrici• Ovviamente una località attrae molti viaggiatori
quando è in fase MEDIOCENTRICA (né esotica né vicina)
Gormsen• riunifica : • Idee di evoluzione spaziale e temporale• Cambiamenti nel grado di partecipazione locale o regionale al progetto
turistico• Cambiamenti nella struttura sociale del flusso turistico • Cambiamenti nella qualità e quantità di alloggi disponibili• spazi periferici rispetto allo spazio centrale europeo (germania/francia/
olanda/ Inghilterra)• perif 1 coste della Manica e del Baltico• perif 2 coste del meridione d’europa• perif 3 coste nord africa e baleari e canarie• perif 4 coste lontane (africa occidentale, Caraibi, oceano pacifico e
indiano, sud est asiatico e sud america)
Modelli evolutiviGormsen, 1981, Rapresentazione schematica dello sviluppo spazio-temporale del turismo balneare internazionale
le date
• si inizia con iniziative esterne e si cresce con la partecipazione locale (A)
• le differenti classi sociali si aggregano via via al turismo con l’andare del tempo (B)
Modelli turistici
• Descrittivi o matematici– I primi hanno un livello di astrattezza che
consente maggiore applicabilità a un universo indagato
Miossec - Evoluzione strutturale
• Spiega il turismo attraverso il tempo e lo spazio e considerando l’analisi dell’impatto territoriale.
• Analisi dei meccanismi di conquista progressiva da parte del turismo e delle percezioni che se ne ricavano. Queste ultime ricoprono un ruolo sempre maggiore.
Si intensificano i collegamenti e i servizi tra le stazioniMigliora la percezione dei luoghi e degli itinerariGli attori locali acquistano consapevolezza dei vantaggi derivanti dallo sviluppo turisticoSignificative ricadute reddituali e occupazionali del turismo
Fase 0: Preturistica
Il territorio esce dall’isolamento grazie alla nascita di una stazione pionieraLa posizione marginale della stazione favorisce l’accesso dei turisti che hanno una percezione sommaria del territorioGli attori locali sono in una fase di osservazionePrime ricadute reddituali e occupazionali del turismo
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Fase 1: Stazione Pioniera
Nel 1977, Miossec elabora un modello dinamico dello spazio turistico in cui il processo di regionalizzazione turistica avviene per “stadi di
sviluppo”
Fase 2: Moltiplicazionedelle iniziative
Il territorio non è interessato da alcuna domanda turisticaNon si rileva la presenza di alcuna stazione turistica
L’organizzazione dello spazio ricreativo favorisce fenomeni di gerarchizzazione e di specializzazione funzionale
Le stazioni entrano in competizione generando a volte fenomeni di segregazione
Le stazioni turistiche continuano a moltiplicarsi
Tendenza alla massima connettività derivante dall’evolu-zione dei servizi e delle infrastrutture
Disgregazione dello spazio percepito dai turisti e perdita di originalità
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Il processo di regionalizzazione turistica è legato all’interazione tra turisti e residenti e alla percezione che
gli individui hanno del territorio
Fase 3: Organizzazionedegli spazi
Fase 4: Specializzazione
Fase 5: Saturazione
Le stazioni si specializzano e tendono al turismo totale, controllato in alcuni casi dagli aménagement (piani di tutela ecologica)
Modello di Sviluppo turistico Miossec, 1976
Miossec - Fasi
1. Non turistico2. Pionieristica3. Moltiplicazione4. Organizzazione/maturità5. Saturazione
Butler
• Logica del ciclo di vita di una località turistica, considerata alla stregua di un prodotto.
• Sei fasi di sviluppo che seguono i comportamenti della domanda e dell’offerta e che si riflette i termini di immagine, valorizzazione, mutamento spaziale.
Modello di Butler, 1981, ciclo di vita di una località turistica
di coinvolgimento: il turismo inizia a diventare una possibilità di business e di occupazione, si sviluppano le prime forme di organizzazione dell’offerta
di consolidamento: il turismo diviene l ’ attività economicaprincipale della destinazione, continua l ’ aumento dei flussituristici ma la pressione (economica, sociale, ambientale) sulterritorio diviene sempre più forte
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territorialiNel 1980, Butler elabora il
Modello del ciclo di vita di una destinazione turistica
I° FASE di esplorazione: presenza di pochi turisti definibili “pionieri”,mancanza di ogni forma di organizzazione dell’offerta;
II° FASE
III° FASE
IV° FASE
V° FASE
dello sviluppo: intenso sfruttamento delle risorse originarie; forte afflusso di capitali stranieri; elevate ricadute economiche sul territorio; inizia il turismo di massa
di stagnazione: si è raggiunto il massimo sfruttamento dell’area;la domanda si riduce quantitativamente e qualitativamente, sisupera la soglia della capacità di caricodi post-stagnazione: possibilità alternative che dipendono dalledecisioni assunte dal management della destinazioneVI
° FASE
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Declino:
Rilancio:
Agli estremi
perdita di competitività rispetto alle nuove aree di attrazione turistica; il numerodegli arrivi decresce continuamente e il tenore qualitativo dell’offerta si abbassa.Questo declino potrebbe proseguire fino all ’ uscita definitiva delladestinazione dal mercato turistico
perseguito attraverso la creazione di attrattive complementari di naturaartificiale come casinò, parchi acquatici, strutture sportive, oppure con lavalorizzazione di risorse fino al quel momento trascurate
Butler - Fasi• Esplorativa• Coinvolgimento
– il numero degli arrivi continua ad aumentare ma ad un tasso più basso rispetto alla fase precedente e l’attività turistica si configura come trainante le attività economiche del luogo. A questo livello l’impatto territoriale inizia a manifestare i primi sintomi di degenerazione, il tasso di crescita cala al punto da stimolare l’adozione di incentivi per il prolungamento della stagione turistica e la congestione ed il degrado tendono ad allontanare i segmenti più remunerativi della domanda. L’organizzazione dello spazio turistico si gerarchizza e dà vita a distretti turisti.
Butler Fasi
• Sviluppo e Consolidamento • Stagnazione
– è il momento in cui l’eccessiva pressione turistica porta al superamento delle soglie dettate dalla carrying capacity (un indicatore qualitativo usato per misurare la pressione turistica sul territorio), gli eventuali ulteriori sviluppi tendono a decentrarsi rispetto al nucleo iniziale e alle risorse originarie si sostituiscono nuove attrattive artificiali.
Butler Fasi
Declino / RingiovanimentoFase del declino: la destinazione perde competitività rispetto a nuove aree, il
livello di offerta turistica si abbassa drasticamente, gli arrivi diminuiscono sensibilmente. Si assiste ad una mutazione morfologica con riconversioni immobiliari di molte strutture precedentemente destinate alla ricettività turistica, fino all’uscita definitiva della destinazione dal mercato turistico. A questo punto molto probabilmente le amministrazioni locali cercheranno di rinverdire l’immagine della località con una serie di incentivi che danno vita ad una nuova fase.
Fase del ringiovanimento: si tenterà in questa fase di recuperare l’aspetto turistico della località affiancando alle tradizionali, nuove attrattive complementari di natura artificiale: casinò, parchi giochi, campi da golf; oppure si potrà tentare di valorizzare risorse fino a quel momento trascurate.