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Le Condizioni DegliStabilimenti Bacologici e LaCrisi SericaC. Acqua aa Direttore della R. Stazione di Gelsi — Bachicolturadi Ascoli PicenoPublished online: 14 Sep 2009.

To cite this article: C. Acqua (1935) Le Condizioni Degli Stabilimenti Bacologici e LaCrisi Serica, Bolletino di zoologia, 6:1, 41-47, DOI: 10.1080/11250003509435600

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C. A C Q U A Direttore della R. Stazione di Gelsi - Bachicoltura di Ascoli Piceno.

Le condizioni degli stabilimenti bacologici e la crisi serica.

Xllorche mi fu espresso il desiderio che in quest0 Convegno Nazionale dell’Unione Zoologica Italiana io parlassi sulle condizioni degli stabilimenti bacologici e sulla crisi serica , io accettai volcn- tieri di trattare questo tema per la ragione seguente.

L’ industria bacologica, che rappresenta un’ antica tradizione italiana di cui fino a qualche decennio 1’Italia aveva l’asoluto pri- mato, mentre l’esportazione della seta costituiva uno dei cespiti maggiori di entratx nell’economia della nazione, trae la sua origine ed ha increment0 da una delle pih interessanti applicazioni della zoologia, e particolarmente dell’entomologia , all’ industria agraria.

Nel breve giro di appena quattro settimane, nel quale si svolge lo sviluppo larvale del BornDyr iitori, quanti interessanti problerni non 4 presentano all’occhio dell’osservatore. Dallo studio iisiologico sul metabolism0 dell’insetto, sulla capacitj di accrescimento , che va in 30 giorni di vita larvale da 1 a 8 mila volte, dall’influenza delle pih disparate condizioni ecologiche sul numero delle genera- zioni in un anno (voltinismo), dall’indagine genetica sui vari ca- ratteri dell’ uovo della larva, dell’insetto perfetto e del bozzolo,

.alla patologia dell’insetto e tutto un campo promettentissirno di studi che si presenta alla curiositit dell’osservatore.

Per cib che riguarda le condizioni, atte ad assicurare la sanit j del baco da seta, qcando in una o due stanze si accumulano pa- recchie decine di migliaia di individui, l’uomo ha ottenuto con l’applicazione deIIe pih rigide norme suggerite dalla scienza , un risultato che pub sernbrare un miracolo, quello di avere spesso, non ostante l’agglomeramento della popolazione , la pih assoluta sanitj. Negli allevamenti ben condotti spesso tante uova schiudono e tante larve giungono felicemente a1 terrnine del loro ciclo. Ad esempio, in un oncia (peso convenzionale ancora oggi mantenuto)

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noi possiamo avere circa 45 mila uova e non di rado si hanno 45 mila bozzoli 1

La legge generale dek i biologia, per la quale nelle vicende della vita vi sono sempre dei sopraffatti o dei caduti, sembra in questo caso, per la perizia dell’uomo, quasi sorpassata !

hIa quando poi si verifica, sia pure con scarsa frequenza (e una volta cib avveniva in larga scala) i l caw contrario di alleva- menti malati, allora c’imbattiamo in un quadro multiforme che presenta il pih alto interesse non soltanto per I’entomologo ma anche per lo studioso di patologin generale.

Dai parassiti appartenenti ngli sporozoi, come il Noseiizd bont- bycis, agente della pebrina. dai numerosi batteri che pullulano nel corpo dell’insetto e sulla cui natura e influenza continua ancora da pih parti I’indagine, dai parassiti di origine vegetale, come la muffa del calcino, all’agente ancora misterioso della malattia della, polie- dria o giallumc 6 un vasto campo che ha attratto e attrae tutt’ora la curiosita degli studiosi.

10 toccherb di sfuggita alcuni punti, allo scopo di mettere in evidenza I’importanza degli stabilimenti bncologici.

Chi non ha inteso parlare del flagello dell’atrofia parassitaria o pebrina, che si abbatte verso la met2 dello scorso secolo sulla ba- chicoltura di Francia e Italia, e si diffuse poi in tutto il mondo, in un tempo in cui essa era - per alcune regioni almeno - una delle pih naturali risorse? E chi non ha appreso i lunghi e mira- bili studi coinpiuti dagli italiani sufln natura del parassita, sul mod0 di propagarsi da generazione a generazione, sulla tecnica da se- guire, mediante la ricerca microscopica delle spore del parassita (i cosi detti c o r p u s c o 1 i ) nel corpo dei progenitori, per operare una selezione feconda delle madri e delle rispettive ovature? Gli italiani, che avevnno compiuti i quattro quinti dcll’arduo cammino non riuscirono, per una fatalita, a coprire I’ultima tappa , che fu superzta dnl genio di Luigi PASTEUR. fiia questi, pur difendendo la sua scoperta delinitiva del metodo, non disconoscev:t i meriti degli scienziati italiani ed anzi in una poleinica, avuta contro il CANTOXI, che reclamava la priorita della scoperta, egli ricordava che il merito vero risaliva ad un altro italiano, a1 medico padovano OSIMO, il quale per il primo scopri che il parassita si trasrnetteva dalle karfalle alle nova, ed indicb cosi chiaramente la via per ri- solvere il problema mediante l’esame microscopico uperato suI corpo dei progenitori. Luigi PASTEUR, pure non concedendo a1

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C - 4 m O X I il merito che questi reclamava, riconosceva esplicitamente I’opera decisiva del Dr. Osiaro e proponev:: agli italiani d i chia- mare il suo metodo 8 metodo OSIhlO-PASTEUR *. Gli italiani allora ebbero i l g rave torto, forse per riguardo a1 CANTOXI v iven te , di non accettare una tale proposta, cosicchi: il metodo di selezione cellulare passb nel mondo semplicemente con i l nome di metodo P A s r E u R , lasciando nell’3blio la parte avuta dagli italiani.

hla a distanzn ora di oltre mezzo secolo, yuando piu sereno ed equanime appare il giudizio, gli italiani dovrebbero riesumare la proposta di Luigi PASTEUR ed ottenere, con una giusta rivendi- cazione anche del merito della scienzn italiana, che il metodo d i selezione cellulare per l’atrofia parassitaria nel baco da setn , il quale costituisce una delle pib fulgide scoperte dei nostri tempi, si chiarni, second0 I’esplicita proposta del grande scienziato fran- cese, metodo OSI~IO-PASTEIJR.

Mi permetto di richinmare l’attenzione bu taie argornento del Sig. Presidente dell’Unione Zoologica Italiana.

bIa l’argomento che ho toccato niette in luce la grande im- portanza degli stabilimenti bacologici , i quali ogni nnno, termi- nata la deposizione delle uova entro appositi sacchetti o celle d i carta pergamena, debbono compiere l’esame microscopico del corpo delle madri (i maschi non hanno valore per la trasmis5ione della malattia) per eliminare le ovature provenienti da farfalle infette.

Tra le altre malattie, ve n e e ancora una sicuramente infettiva, il calcino, prodotta da un parassita di origine vegecale , dn una muffa, scoperta dall’immortale Agostino BASSI e che da h i prende il nome di Botritis bassinnit.

La scoperta del BASSI, nella prima parte dello scorso secolo, segnb I’inizio di una nuova era nello studio delle mnlattie infetti- v e ; m a il calcino (che si fronteggia con disinfezione p r e v e n t i n degli ambienti e delle suppellettili destinati agli allevamenti) non interessa direttamente gli stabilimenti bacologici.

La malattia della poliedria o giallume prodotta da un zrltraui- Y Z ~ S , capace di attraversare i pih minuti liltri, costituisce un campo d i feconde ricerche anche per cib che riguarda la quistione gene- rale della natura degli til&ravims, quistione oggi quanto mai di- battuta, ma non ha neanche F S S ~ interesse particolare per gli s ta - bilimenti bacologici. La malattia si produce prevalentemente per infiuenze ambientali, dalle quali un eventuale agente specific0 (sulla cui esistenza esistono fondati dubbi) 6 completamente dominato.

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Non vi e una trasmissione di recettivit8, per caratteri acquisiti, dai progenitori ai figli, l’opera quindi di selezione riesce senza effetto. I produttori di seme bachi si attengono alle norme di igiene gene- rale, ma non sono in grado di operare una selezione proficua.

Resta la malattia cosi detta della flaccidezza, la quale pih che una sola malattia e un complesso di forme patologiche. Abbondano nel suo decorso forme batteriche svariatissime, le quali sono quasi sempre forme secondarie , originstesi in seguito allo stato patolo- gico, o forme di uscita. Tuttavia la discussione continua in propo- sito, ma il compito che spetta agli stabilimenti bacologici e in que= sto caso assai importante.

L’insorgere delle varie forme morbose che vanno sotto il nome di flaccidezza o macilenza e sempre in dipendenza di uno stato di deperimento degli individui, originato da debolezza contratta dai progenitori, o da cattive cure durante 1’ allevamento. M a mentre quest’ultima causa esula completamente dall’attivith di uno stabili- mento bacologico, la prima vi rientrn perfettamente ed 6 su cib che gli stabilimenti bacologici gareggiano in abilith e diligenza. L e cure degli allevamenti di produzione, l’esame sulla regolaritR dello sviluppo, sulla simultaneit8 delle mute, sulla rapiditi della salita a1 bosco, sui caratteri delle farfalle, nonche su quelli riguardanti l’as- soluta s n i t 8 di tutto l’allevamento, costituiscono i capisaldi di un buono stabilimento. Da cib si vede come non facile sia I’arte del preparatore del cosi detto * seme bachi 3 ; esso, oltre alla perizia nel maneggio del microscopio, deve anche possedere una discreta coltura di biologia genernle e deve sopratutto essere buono osser- vatore.

Per queste ragioni la produzione del seme bachi da setii 6 stata sottratta all’empirisrno e disciplinata con una legge che prescrive una speciale abilitazione, che non si consegue se non dopo un corso teorico-pratico compiuto presso le RR. Stazioni Bacologiche.

10 ho brevemente parlato del funzionamento normale degli stabilimenti bacologici. Prima di esporre quali siano oggi le loro particolari condizioni, conviene dire breveniente dell’industria serica e delle vicende subite negli ultimi anni.

Tutti conoscono la grande importanza che ha avuto fino a ieri la sericoltuta italiana. Si producevano annualmente circa 65 milioni di chilogrammi di bozzoli, i cui prezzi, s e cnlmirrarono a L. 30 il Kg. negli anni 1925-26, e poi discesero di circa la meti , fino a circa cinque o sei anni or sono, costituivano sempre nell’ insieme una

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ricchezza cospicua non inferiore a1 miliardo di lire. E dalla raccolta dei bozzoli quale mole di lavoro nella trattura della seta, per cui infine questa, sorpassando la frontiera, contribuiva in fortissima misura all’incremento della ricchezza nazionale ?

Ora il ciclone che si 6 abbattuto sulla setx ha origine dal 1930. I prezzi precipitarono ininterrottamente e rapidamente, a traverso le sei, le cinque, le quattro lire, fino a giungere nella decorsa campagEa a1 prezzo oscillante fra L. 2,50 e 1,50 circa1 hlai tanto avvilimento si 6 verificato nei prezzi, anche risalendo a1 passato secolo. Da un massimo di L. 30 il chilogramma ad un minimo di L. 1,50 e cib nel breve volgere di pochi anni, ecco tutta I’immen- sita di questa tragedia economical che ha travolto fortune ed ha inaridito una delle pih rigogliose sorgenti dell’economia nazionale.

Ma prima di parlare delle condizioni, cui oggi sono ridotti gli stabilimenti bacologici, conviene tratteggiare in poche linee le cause della crisi serica attuale e le previsioni per l’avvenire.

Due fattori primeggiano e rendono perfetto conto di quanto si 6 verificato. La crisi mondiale e particolarmente la minore ca- pacith di acquisto da parte degli Stati Uniti di America che erano i maggiori consumatori di seta e I’enorme sviluppo, accompagnato da una reclame che non conosce limiti, della seta artificiale o rayoa. Si aggiunga anche che la produzione della seta stessa 6 stata enormemente incrementata, a1 Giappone, che se a1 principio del secolo produceva, a1 pari dell’Italia, circa 60 milioni di Kg. di bozzoli l’anno, oggi ne produce circa 350 milioni, cio6 a dire oltre i due terzi della produzione xnondiale destinata a1 commercio.

La rayoir ha qualit2 immensamente inferiori a quella della seta pura (specialmente quando questa non sia adulterata con la c a r i c a di stagno) ma 6 venduta ad un prezzo bassissimo ; la concorrenza 6 quindi spietata.

I1 Giappone, che in altri rami mira con i bassi prezzi alla con- quista del mercato mondiale, in questo de!la seta, nel quale il mo- nopolio lo ha, da tempo, insontrastato, mira a difendere la propria posizione. Per mantenere elevato il prezzo della seta avrebbe dovuto enormemente ridurre la sua produzione, ma cib, oltre che immise- rire la popolazione rurale, per la quale la vendita dei bozzoli rap- presenta uno dei principali cespiti di entrata, avrebbe portato la chiusura di innumerevoli stabilimenti di filatura. Si 6 gittato quindi risolutamente nella lotta, portando il limite della seta ad un livello cosi basso, da toccare l’inverosimile. A tali ‘condizioni lo .stesso

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Giappone, che ha esigenze di maestranza molto minore della nostra, resiste malamente e con disagio. Per noi 6 I’assoluto disastro I

Ed ora tocchiamo brevemente le condizioni attuali degli Sta- bilimenti bacologici. Questi, giZi ridotti di numero in seguito ad una recente revisione, ed oggi ascendenti a1 numero di 93, hanno finora sopportato enormi perdite , parzialmente alleviate dall’ intervento del Governo, si sono grandemente ristretti, pur mrcntenendo Is propria efticienza tecnica. Ria fra pochi mesi, se non interverrh un nuovo fattore a modificare radicalniente la situazione, senza dubbio, non ostante i sacrifici fin qui fatti dal nostro Governo, gli eventi che travolgono segneranno la fine della sericultura italiana in tutte l e sue branchel

In mezzo a tanto sconforto 6 lecito domandarsi se non si in- travegga qualche luce, che lasci sperare nel sorgere di un nuovo giorno, nel quale la bufera che oggi imperversa appaia iinalmente domata.

Nel mentre il momento attuale pub definirsi una vigilia di in- tenso lavoro e di speranze, io non posso che dare un fugacissimo cenno di quello che potrebbe essere per noi la soluzione della crisi.

L’Italia per i suoi bisogni importa annualmente una enorme quantita di lana. Su 40 milioni I’anno di consumo la produzione nazionale ne copre appena 13 milioni ; i l restante viene a traverso la frontiera, e con l’entrara della lana esce dell’oro sonante. Per riparare a tale deficienza, nel mentre solo in parte si pub pensare ad una integrazione con l’incremento dell’ovicoltura nazionale, non v’i: altra possibilita che quella di trovare un tessile che possa as- sociarsi alla Iana. Questo tessile, come risulta da recenti ed esau- rienti studi, non pub essere che la seta, la quale ha comune con la lana l’analogia di composizioni chimiche, essendo due prodotti animali, e le principali proprieta, che rendono la lana per deter- minati usi un prodotto non sostituibile. Quando si sente parlare di maglierie fatte con i drrivati delle cellulosi, se 5i pub ammirare l’abilit8 con la quale tali prodotti sono presentati al gran pubblico, non si pub trattenere un sorriso di scetticismo I

L e difficolta per un tessuto misto tra lana e seta sembrano scomparse in seguito a recenti perfezionamenti tecnici. Ma v’ha di piu. La mescolanza della seta alla lana auniencn grandemente la resa in lunghezza di filo, il che permette di impiegare la seta ad un prezzo soddisfacente, senza alterare nella vendita il cost0 dei t essu ti.

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L’industria laniera richiederebbe per integrare tutto il suo fabbisogno niente di meno che circa 10 milioni di chilogrammi di Seta tratta o filnta, i l che verrebbe a corrispondere all’impiogo di circn 100 rnilioni di chilogrammi di bozzoli ; cio6 a dire un quan- titntivo che 1’Italin mai si 6 sognata di produrre neanche nei tempi migliori I

Facile dovrebbe essere dunque l’assorbimento di quei tre milioni di seta filata, che oggi producono, e facile ancora, se i prezzi sa- ranno rimunerativi, di aumentare la nostra produzione.

X questo modo In seta, riparando alln delicienza di un prodotto di consumo interno, non varcherebbe pih la frontiera. richiamando dell’oro in cambio della sua uscita, ma impedirebbe che quest’oro esca per altra via, i1 che corrisponderebbe ad assicurare egualmente l’incremento della ricchezza nazionale.

Di pi^ non mi e dato di dire. AIa mentre viviamo questa intensa vigilia di preparnzione e di

speranze, conviene non Iasciarsi travolgere dallo sconforto, che sembra avere invaso alcune categorie di agricoltori, i quali si pro- pongono distruggere senz’altro il nostro patrimonio gelsicolo, che rappresenta una ingente ricchezza e che non pub essere ricostituito in breve tempo.

Conviene essere sereni, forti anche nell’avversa fortuna ; aver fiducia nel Govern0 fascista, che ha chiaramente mostrato di voler sorreggere l’industria serica, la quale rappresenta una nobilissima ed antica industria italiana.

Darsi oggi allo sconforto, distruggere mentre dall’alto viene il monito di resistere, perseverare e ricostruire, significa fare del di- sfattismo economico, biasimevole sotto ogni rapporto.

Bisogna- lo ripeto - avere fiducia in chi regge i destini d’lta- lia, attendere con disciplina e con sereniti. Questo e il monito che oggi deve darsi agli agricoltori ; e m’auguro che tale esortazione vengn anche dall’ Unione Zoologica Italiana perch6 in realt i tutta l’industria della sericoltura trae le sue origini da un ram0 applicato dell’entomologia, a1 quale la scienza ha dato in ogni tempo con i suoi studi, con le sue scoperte, grande incremento.

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