UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
LLiibbeerraaMMeennttee
……nnoottiizziiee ddaall CCIInnAAPP
luglio 2015
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Coordinamento
dott. Paolo Donzelli [email protected]
Hanno partecipato con riflessioni, poesie, idee, opere
d’ingegno…
Cuddè Antonio Luca
Buonfiglio Antonio
Buonfiglio Vincenzo
Caltabiano Vera
Caltabiano Davide
Campanella Salvatore
Cavallaro Alessandro
D’Andrea Fabrizio
Devicenzi Andrea
Di Piazza Gabriella
Donzelli Anna Chiara
Garaffo Giuseppe
Gruttadauria Alessandro
La Scala Elide
Lodato Andrea
Mancuso Piero
Maugeri Katya
Messina Ivan
Messina Vincenzo
Mignemi Camillo
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Prisco Raffaele
Scuderi Francesco
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PPrreesseennttaazziioonnee
Il notiziario è una realtà che, nel tempo, sta sempre più
significando partecipazione attiva tra gli studenti.
Tra le pagine si ritrova il desiderio di una realtà che viene
costruita con il contributo di ognuno e a misura di ciò che
ognuno, liberamente, desidera condividere con gli altri.
Il nostro desiderio è quello di prenderci cura delle opinioni e
delle idee, del potenziale creativo che risiede in ognuno in
quanto l’unione di tutti i punti di vista crea un più ampio punto
di vista che rappresenta la vita.
Siamo felici di ricevere contributi sempre più ampi, differenti e
significativi. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro i
quali continuano a credere in questa iniziativa.
Paolo Donzelli
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IInn qquueessttoo nnuummeerroo ……
Questo numero è dedicato quasi interamente allo Sport.
Sport che viene considerato nei suoi molteplici aspetti: come
crescita, condivisione di valori, impegno, costanza, come
azione, riflessione, relazione. E perché no, anche come
cambiamento, confronto con se stessi, crisi… e, riprendendo le
parole di Einstein, “crisi intesa come la più grande
benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi
porta progressi. E chi supera la crisi supera se stesso senza
essere "superato". Mentre chi attribuisce alla crisi i suoi
fallimenti e le sue difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà
più valore ai problemi che alle soluzioni. Senza la crisi, infatti,
non ci sarebbero sfide e tutto diventerebbe così routinario da
apparire come una lenta agonia. Il merito stesso è figlio della
crisi”.
In tal senso l’apporto dello sport, l’apporto sano, è quello del
creare obiettivi, confrontandosi più con se che con gli altri,
tessendo quella delicata trama che è l’“Io esisto” di ogni
giorno...
Vi auguriamo così
una buona passeggiata tra le pagine di questo numero!
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Dedicato a tutti coloro che vivono, credono,
sognano, realizzando un mondo sempre più
civile…
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AAffoorriissmmii,, ppaarroollee,, ssppuunnttii
“Caro compagno di viaggio, tu il ponte, io la scala.
Ricorda sempre che dove vuoi puoi arrivare, dove vuoi ti
fermi. Nessuno ha il diritto di dominarti in quanto a
nessuno darai questo potere. Quando vuoi sappi che io ti
sarò accanto, non salirò mai sul ponte, ma ti affiancherò
volentieri, né ti farò salire sulla scala in cui mi trovo…
ognuno di noi ha la sua strada da compiere”.
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Non possiamo pretendere che le cose cambino, se
continuiamo a fare le stesse cose.
A. Einstein
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Spesso ci si sofferma o si fugge, si osserva o si viene travolti
dall’Amore.
Amore che viene idealizzato o mortificato, pianto o sperato,
deriso o attaccato… amore che, a volte, viene difficile
costruire.
Da questi pensieri nasce il desiderio di parlare dell’Amore,
condividendo i versi di Michel Quoist…
L'AMORE NON E' GIA' FATTO… SI FA
L'amore non è già fatto. Si fa.
Non è un vestito già confezionato,
ma stoffa da tagliare, cucire.
Non e' un appartamento 'chiavi in mano',
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ma una casa da concepire, costruire,
conservare e spesso riparare.
Non è vetta conquistata, ma partenza dalla valle,
scalate appassionanti,
cadute dolorose nel freddo della notte
o nel calore del sole che scoppia.
Non è solido ancoraggio nel porto della felicità
ma è un levar l'ancora, e' un viaggio in pieno Mare,
sotto la brezza o la tempesta.
Non è un 'si' trionfale,
enorme punto fermo che si segna fra le musiche,
i sorrisi e gli applausi, ma è una moltitudine di 'si'
che punteggiano la Vita,
fra una moltitudine di 'no'
che si cancellano strada facendo.
Non è l'apparizione improvvisa di una nuova Vita,
perfetta fin dalla nascita,
ma sgorgare di sorgente
e lungo tragitto di fiume dai molteplici meandri,
qualche volta in secca, altre volte traboccante,
ma sempre in cammino verso il Mare infinito.
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Il silenzio confonde le forme tra il respiro e il bacio
della Luna.
Si infrange la stessa sorpresa sulla linea d’orizzonte.
E rimango a osservare i contorni del tuo viso, del tuo
andare e venire…
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MMii rraaccccoonnttoo……
Carissimi tutti,
è stato proprio il raccontarsi, la tematica dell’Open Day
sullo Sport UniSportiviAmo “Lo Sport come pratica,
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impegno e relazione” che si è svolta giorno 14 maggio
2015 alla Cittadella Universitaria - Aula Magna edificio
14, Nuova Didattica e impianti sportivi del CUS -.
L’iniziativa ha coinvolto atleti, allenatori, preparatori
fisici, arbitri e cronisti che hanno consegnato all’uditorio
una breve cronaca della propria esperienza sportiva,
raccontandone momenti brillanti e critici.
Il confronto tra diverse discipline quali ciclismo,
motociclismo, atletica, nuoto, lotta greco-romana, basket,
ha permesso la costruzione di una visione d’insieme in
quell’ambito in cui l’educazione alla relazione viene
veicolata da un lavoro costante di preparazione e di pratica
quotidiane. L’intento è stato quello di celebrare lo sport e i
suoi valori, attraverso coloro che, nelle diverse specialità e
forme, in prima linea ne rappresentano i protagonisti.
Esperienze territoriali hanno arricchito la visione dei valori
attraverso cui lo sport opera direzione e cambiamento.
Una staffetta, prima del rinfresco, e una partita di basket,
subito dopo, hanno concluso la giornata. Di seguito, per
coloro che sono stati impossibilitati ad esserci, riportiamo
alcune fotografie sui passi salienti della giornata ed alcuni
contributi di coloro che sono stati ospiti dell’evento…
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…L’aula Magna inizia a riempirsi
Saluti del Rettore Prof. Giacomo Pignataro all’Open
Day UniSportiviAmo
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Saluti del Rettore Prof. Giacomo Pignataro
Presentazione della giornata - Presidente del CInAP,
Prof. Massimo Oliveri
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Presentazione, da parte di uno studente universitario,
dell’allenatore di pallacanestro Santino Coppa
Presentazione, da parte di uno studente universitario,
dell’allenatore di pallacanestro Santino Coppa
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Santino Coppa, allenatore di pallacanestro
Andrea Devicenzi e “le imprese al di là del limite”,
come lui stesso le definisce
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…dalla testimonianza di
Andrea Devicenzi
qualcosa più di un atleta
All’età di 17 anni, per un incidente motociclistico, mi
venne amputata d'urgenza la gamba sinistra. Il mio
cuore si fermò durante l'intervento…
tre tentativi di rianimazione… i primi due falliti… al
terzo, il cuore riparte…
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mi risveglio l'indomani con una gamba in meno e con
intatto lo spirito di credere nel domani.
Da subito la voglia di raggiungere obiettivi, ritornare a
studiare e fare sport, trovarmi un lavoro e creare una
famiglia, la “mia” famiglia, e continuare a VIVERE.
Da lì è cominciata la mia avventura prima come Atleta
e, poi, come Mental Coach, approcciando le
metodologie giuste che ora intendo diffondere tra i
ragazzi, mostrando loro tanti di quei valori che a
livello più o meno consapevole mi hanno
accompagnato in tutti questi anni.
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Il Mental Coach
L’esperienza dell’incidente, la conseguente
amputazione della gamba sinistra e le diverse sfide
che ho affrontato fino ad oggi, unite all'esperienza
delle competizioni sportive, hanno evidenziato sempre
più l’importanza della preparazione mentale,
fondamentale per affrontare ogni circostanza e dare il
massimo. Da qui il desiderio di poter acquisire le
conoscenze necessarie per aiutare le persone a
raggiungere i propri obiettivi ed i propri sogni con i
massimi esperti Italiani in materia.
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La Mission
Le vittorie conseguite nello sport e nella vita privata,
logica conseguenza dell’impegno nel miglioramento
personale, unitamente alle esperienze maturate nel
mondo della formazione a favore dei giovani, mi
hanno spinto ad un maggior impegno nel mondo
sociale, in quello sportivo ed in quello formativo.
La mia attività di sportivo e di mental coach, unita
all’impegno di padre e marito, ha accresciuto la mia
sensibilità nella sfera della crescita personale fino ad
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arrivare a creare un progetto, quello di diffondere
consapevolezza e crescita personali attraverso il 1°
Giro d'Italia Formativo, che partirà il 13 ottobre
2015 e che, a tappe, in 20 giorni, permetterà di
percorrere in bici distanze significative per potere
visitare le scuole di alcune principali città d’Italia.
Incontrerò ragazzi facendo vedere loro testimonianze
fotografiche e visive, e permettendo loro di percepire
le grandi risorse che ognuno possiede.
Domande e risposte si alterneranno in un continuo
confronto di idee. Il valore delle imprese diventa per
me simbolo universale delle risorse che tutti noi
possediamo, e la semplicità con la quale verranno
affrontati gli argomenti è importante nel design e
nell’economia del pensiero, in maniera tale che ogni
singola parola possa aprire a nuove associazioni con
una modalità estremamente evocativa.
I tre passi chiave attraverso i quali proveremo a
trasmettere competenze e consapevolezze sono:
- Accetta le risorse che possiedi, abbandonando
preconcetti e perplessità;
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- Applica quanto imparato per consolidare e diventare
padrone delle tue risorse;
- Adatta seguendo la creatività e sperimentandoti per
trovare il tuo personale piano di sviluppo.
I sogni trasformati in obiettivi
“Mi piace pensare di riuscire a dare agli altri quello
che io ho trovato senza che nessuno me lo insegnasse:
avere degli obiettivi, avere dei sogni e trasformarli in
realtà”.
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L’importanza dello sport
La pratica sportiva a livello amatoriale, nel
canottaggio e nel nuoto, è sempre stata una costante
nella mia vita, fin quando la passione per il ciclismo
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ha preso il sopravvento! Sport riconosciuto come uno
dei più duri in assoluto, caratterizzato da fatica,
sudore, sacrificio, impegno, costanza e …tante
soddisfazioni!
Nel 2007, con la partecipazione a diverse Granfondo
nel Nord Italia, inizia il percorso di avvicinamento alle
competizioni più importanti, che mi portano, nel 2009,
a gareggiare in tutta Europa, a fianco di atleti
paralimpici tra i più forti al mondo.
Ho seguito, così, una preparazione di altissimo livello,
che mi ha condotto a vincere ripetutamente il
Campionato Italiano su Strada, a Cronometro e anche
in Pista.
Esperienze di soddisfazione, raggiungimento di
risultati, fatica e condivisione di momenti
indimenticabili assieme ai miei compagni di squadra;
tappa indimenticabile della mia vita che nel 2010
sfocia in un’impresa unica nel suo genere: sulla strada
carrozzabile più alta del mondo, dove non esiste
testimonianza che nessun atleta amputato al mondo
l’avesse mai tentata, la Manali-Leh, 700 km con
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12.000 metri di dislivello percorsi in 8 giorni in
autosufficenza assieme a Stefano Mattioli, mio amico,
scalando in bicicletta più vette oltre i 5.000 metri,
l’ultima il Kardlung La di 5.602 metri!
Preparazione atletica al massimo livello e conferma
che la forza mentale rimane un elemento determinante
nel raggiungimento degli obiettivi, ho scoperto per la
prima volta la parte EMOZIONALE vera e propria
dello sport, dove non conta l’età, e, cosa ancora più
importante per me, ho avuto più forte e netta la
consapevolezza del mio ruolo di marito e di padre!
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Nel 2011 ho partecipato alla Parigi-Brest-Parigi,
l’olimpiade delle Randonnèe che si svolge a Parigi
ogni 4 anni. Una gara di 1230 km da affrontare in un
tempo dichiarato di 80 ore, portandola a termine con
un tempo di 72 ore e 42 minuti.
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Impresa con caratteristiche diverse dalla precedente,
che ha sottolineato, in maniera ancora più forte, se mai
ce ne fosse stato bisogno, l'importanza della forza
mentale e la forza motivante di obiettivi chiari e ben
strutturati che ti spingono costantemente e con sempre
maggior forza verso un traguardo!
Nel 2011 le prime gare di Paratriathlon in Italia: visti
gli ottimi risultati conseguiti sono entrato nella rosa
della Nazionale Italiana con cui ho vinto, nel 2012, la
medaglia di bronzo ai Campionati Europei a Eilat, in
Israele, e nel 2013 la medaglia d'argento agli Europei,
in Turchia.
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A settembre del 2013 un infortunio alla schiena mi ha
costretto a rinunciare ai mondiali di Londra.
L’idea che lo sport sia un potente strumento per il
miglioramento non solo della propria condizione fisica
ma soprattutto mentale, è stata ed è una costante nella
mia vita, fondamentale nel momento dell’approccio al
ciclismo agonistico, prima, e al triathlon poi.
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Elide La Scala, fisiatra
Ivan Messina, atletica
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Cristina Luca, arbitro di gara
Raffaele Prisco, motociclista
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Salvatore Campanella, lotta greco-romana
Alessandro Cavallaro, atletica
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Dott. Messina, Psichiatra Responsabile di Villa Igea:
Presentazione del Progetto Hermes
Handbike: Ivan Messina e Giuseppe Garraffo sulla
pista di atletica
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Handbike: Ivan Messina e Giuseppe Garraffo sulla
pista di atletica
Pausa pranzo: gli studenti universitari, il Presidente
Massimo Oliveri e Raffaele Prisco
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Cristina Luca: arbitraggio della Partita di basket CUS
CT vs CUS CUS CT
Partita di basket CUS CT vs CUS CUS CT
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Partita di basket CUS CT vs CUS CUS CT
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LL’’aannggoolloo ddeellllee
tteessttiimmoonniiaannzzee
In fondo, la manifestazione UniSportiviAmo non è
stata altro che un pretesto per riflettere su quanto lo
sport sia un luogo di crescita e di confronto, un po’
come si presenta la vita stessa.
In tal senso ringraziamo e riportiamo di seguito il
pensiero di chi, dello sport, ne ha fatto pretesto per
riflettere …e vivere.
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“La disabilità sta nel non volere tentare, nel non
provarsi, non nel non riuscirci”.
di Antonio Luca Cuddè
Classe 1974, Liceo Classico, post diploma in Direzione di
scena, Laurea in Lettere Classiche, direttore di scena,
adattatore, traduttore, scrittore. Rugbysta nell’animo.
Ho svolto attività sportiva da quando avevo sei anni,
poi ho giocato a rugby per piacere e per scelta, il
rugby è così: ti prende per intero, senza se e senza ma,
come il cancro…
Dopo avere giocato nelle giovanili e poi nell’under 23
dell’Amatori Catania Rugby, decisi di fare l’arbitro,
nel rugby si può fare e divertirsi. Mi allenavo con la
prima squadra, giocavo durante la settimana, ogni
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tanto dirigevo qualche partita in allenamento e la
domenica partita, da arbitro, ma partita!
Ho raggiunto la serie B, ho fatto il giudice di linea in
una partita internazionale di juniores (Italia vs Galles),
insomma fino a quando il lavoro me lo ha concesso ho
giocato a rugby.
Poi, nel 2009 mi viene diagnosticato un carcinoma alla
lingua… due mesi prima della data del mio
matrimonio, con i parenti dall’Argentina con il
biglietto già in mano… operazione d’urgenza,
controlli, tutto bene, matrimonio felicissimo, tutto
sembrava fosse andato bene, sembrava… tre mesi
dopo sento del fastidio alla gola, poi al collo, quindi
due zone si ingrossano, finisco la tournée a Bolzano
(lavoravo come direttore di scena per il Teatro Stabile
del Veneto) dove mi raggiunge mia moglie, quindi
controllo e subito operazione, passo il capodanno
2010 in ospedale con la mia famiglia che fa di tutto
per starmi vicino, erano venuti anche una coppia di
amici dalla Spagna… insomma carcinoma recidivante,
una bella cicatrice al collo, oltre a quella sulla lingua,
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che solo l’esperto dottor Marcello Marchi seppe
sistemare affinché non avessi problemi nel parlare.
Quindi incontro con l’oncologo, il dottor Nunzio
Restuccia, chemio e radioterapia, quasi venti chili in
meno, (forse non era del tutto sbagliato…), gola
raschiata e voce da “Il padrino”, ma soprattutto
quaranta giorni in malattia: 1 marzo finisco le terapie,
il 2 marzo in viaggio per Piacenza, si riprende il
lavoro, senza soldi si sa e in famiglia lavoravo solo
io… al seguito porto il cortisone, l’antiemetico, la
morfina e la crema per la cicatrice.
Finisce la tournée, l’estate alle porte, ho bisogno di
mare, ma non posso stare molto al sole… quindi
un’estate in sordina, quindi viaggio in Argentina e poi
tournée. Arriva il 2012 e a maggio al CUS c’è un
torneo old rugby… e come mancare?! Il mondo del
rugby mi riabbraccia, non mi fa la faccia commossa e
dispiaciuta, ma mi dà una pacca sulla spalla e mi offre
una birra, certo ancora i sapori erano, e sarebbero stati
ancora a lungo, metallici, ma quel senso di freschezza
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e di gioiosa amicizia sono state tra le migliori cure
ricevute.
Poi l’anno seguente, inizio a fare un po’ di corsa,
quindi ci prendo gusto e mi alleno con la prima
dell’Amatori Catania Rugby, che nel frattempo per
non avere ricevuto soldi da sponsor e Regione Sicilia,
ha dovuto rinunciare alla serie A… riesco a giocare
anche il finale di una partita di serie C ad Enna, sotto
pioggia e nel fango, il vero rugby di provincia, quello
raccontato da Paolini, sono esaltato e il cancro è
sempre più battibile, se non nel fisico, sicuramente
nello spirito.
Il rugby diventa una cura, lo sport previene tanti mali,
il rugby è una medicina ad alta capacità sanante, il
CUS Catania è una struttura che mi ha dato gioie e
dolori sia da giocatore, che da studente, inoltre al
Policlinico universitario ho fatto tanti controlli .. come
dire una battaglia in due campi diversi, ma non lontani
nello spazio e nella mente.
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La disabilità sta nel non volere tentare, nel non
provarsi, non nel non riuscirci.
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IInn vviiaaggggiioo
Questa sezione la dedichiamo al viaggio che
ognuno compie attraverso le stagioni della
propria vita.
Autunno, inverno, primavera ed estate e, poi,
ciclicamente, si ripresentano…
Un buon viaggio a tutti, sempre…
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AAppppuunnttii ee lliibbrrii
cceerrccoo//ooffffrroo
Portiamo a conoscenza di tutti gli studenti che
abbiamo predisposto un’area, all’interno della
biblioteca del CInAP, in cui raccogliere appunti
e libri di ogni Facoltà.
Aspettiamo i vostri contributi e le vostre
richieste contattandoci attraverso i seguenti
recapiti:
tel. 095.7307189
Vi attendiamo numerosi!
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LLaa bbootttteeggaa ddeellllaa
ccrreeaattiivviittàà
“Siamo piccolissime particelle di Infinito. Nostro
compito è allenarci a rimanere nel mare o disperderci
negli spazi infiniti dell’esistenza… è là, realizzarci”
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VOGLIO PARLARE AL TUO CUORE
di Camillo Mignemi
Voglio parlare al tuo cuore.
Stanotte che pace e silenzio son con noi alcune ore.
A lui racconto la mia vita,
che ora nelle tue mani è rifiorita.
Nella mia mente volano mille pensieri,
li lascio andare liberi e felici,
sarà il tuo cuore a dir se son veri e sinceri.
Tante volte il mo cuore vaga smarrito avanti e indietro,
per la strada incontra il tuo ed insieme ritrovano ogni metro.
Spesso la mia anima è sola e lancia singulti,
Accostale il tuo cuore e diverranno virgulti.
Quando son lontano il mio cuore batte a vuoto e senza senso.
ma si fa piu’ forte se pure il tuo del nostro amore è bello denso.
Davanti alle male lingue il mio cuore è nudo,
uniscigli il tuo cosi saranno un grande scudo.
Il mondo prova sempre a ridurre il mio cuore in pezzi,
prestami il tuo, che della difesa ha i mezzi.
Ho da vivere attimi e momenti di varia natura.
Che vengano pure, di viverli non ho paura.
Siano d’ansia o stupore,
ne Voglio parlare al tuo cuore.
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Così come la poesia, anche la pittura diventa
espressione di ciò che la nostra immaginazione crea.
Attraverso i colori, la tela comunica le sensazioni di
un viaggio perenne verso ciò che gli occhi osservano,
che la mente propone, su cui il cuore vibra come, in
sospeso, sul filo, un acrobata.
AA.. BBuuoonnffiigglliioo,, 22001144..
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““II ccoolloorrii ddeellllaa ccaammppaaggnnaa””.. AA.. BBuuoonnffiigglliioo,, 22001144..
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…e i paesaggi diventano cielo, le parole sospese in
quel luogo d’incontro tra chi crea e chi osserva. Si
costruisce così lo spazio di un’intesa, o forse di
un’attesa paziente che giunge solo quando si trova il
pretesto per potere viaggiare dentro i quadri della
nostra esperienza di vita…
VV.. BBuuoonnffiigglliioo,, 22001144..
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AA.. BBuuoonnffiigglliioo,, 22001144..
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…non manca chi trova nel teatro massima fonte per
incontrare e dare voce a parti di sé che
silenziosamente attendono l’orario in cui un palco si
apre, l’attesa si vive, il silenzio, la scena, le luci…
l’inizio di un viaggio…
foto di Alessandro Gruttadauria
“La ballata degli elefanti”
la nota bizzarra dell’emotività
di Katya Maugeri
“C’era una volta un violinista che suonava sempre la stessa
musica, finché una mosca non si mise in testa di fargliene
suonare una diversa…”
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foto di Alessandro Gruttadauria
Quali sono realmente le caratteristiche che rendono diversi gli
individui? Da cosa è determinata la definizione di “individuo
normale” e quali sono i margini oltre i quali si smette di
esserlo? La relazione fraterna supera i limiti e le
considerazioni esterne, dettate da manuali che -ingiustamente-
racchiudono “regole” da eseguire per mantenere la giusta
relazione all’interno di una società, la cui capacità di
emozionarsi è scarna.
In una società povera di empatia e ricca di apparenze, per
fortuna esistono realtà capaci di combattere questa
superficialità: un esempio è la messa in scena dello spettacolo
teatrale “La ballata degli elefanti”.
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fotografie di Alessandro Gruttadauria
La piece affronta il tema del rapporto fraterno attraverso
l’esperienza familiare di chi ha come fratello una persona
affetta da sindrome di Down. Lo spettacolo si sviluppa
attraverso i racconti, i ricordi di coppie di fratelli che giocano,
che si raccontano, ricordando la loro infanzia e il momento in
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cui hanno realizzato -per conto di terzi- che alla loro
“normalità”, bruscamente, fa irruzione quello che altri
definiscono “diversità”. Tra storie, filastrocche, momenti di
profonda riflessione, “La ballata degli elefanti” mette in scena
quell’amore incondizionato, difficile da gestire, inizialmente
difficile da accettare, ma forte dinanzi le barriere esterne
pronte a distruggere, con facili e sterili pregiudizi, il
sentimento puro e indissolubile tra fratelli, un legame ricco di
risate condivise, di malintesi chiariti, di emozioni manifestate e
di altre custodite.
foto di Alessandro Gruttadauria
Pamela Toscano (regista dello spettacolo), Giuseppe
Caccamese, Massimo Gagliano, Marta Tornabene, Carmelo
Motta, hanno interpretato divinamente ruoli che ognuno di noi
ha silenziosamente preso con sé diventando così, fonte di
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riflessioni da confrontare con una realtà che, spigolosa e
arida, tende a non informarsi, a non aprirsi a un mondo di cui
tutti facciamo parte. Un lavoro teatrale che indaga sulle
dinamiche e la capacità di approcciarsi alla diversità
riuscendo a viverla non come limite, provando a sfumarla con
tutte le caratteristiche che ci rappresentano, comprendendo che
siamo tutti diversi. Inevitabilmente. E per questo speciali.
Omologare un modo di agire, di parlare, di vivere, è solo
limitare la libertà a noi concessa. Lo spazio scenico è semplice,
colorato, essenziale e accattivante, in cui le regole teatrali
sono stravolte e il contatto con il pubblico diventa un momento
bellissimo da vivere e da condividere, elementi che donano la
possibilità di esternare le proprie emozioni, rendendo partecipe
ogni spettatore, con i loro giochi e le loro confessioni. Un
salotto nel quale accomodarsi e confrontarsi senza timore di
essere giudicati, abbandonando ogni forma di maschera. Uno
spettacolo divertente, ironico, riflessivo, emozionante, che
mette in luce i pregiudizi, diventati con il tempo tristi
convinzioni, alimentate dalla disinformazione, dalla paura e
dai tabù, pregiudizi inconsapevoli che inclinano la nostra
“convivenza” sociale e umana.
Siamo note diverse l’uno dall’altro, capaci di comporre
musiche bizzarre, uniche ed eterne.
È «La ballata degli elefanti» Nessuno mai li fermerà!
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SSppaazziioo--pprrooggeettttii
““PPaallllaa AAmmiiccaa””::
uunn vviiaaggggiioo ttrraa iiddeeee,, ppaassssiioonnee ee
ssoocciiaalliizzzzaazziioonnee..
SSppuunnttii ddii uunn ppeerrccoorrssoo iinnnnoovvaattiivvoo nneell
ttrraattttaammeennttoo ddeellll’’aauuttiissmmoo..
Fabrizio D’Andrea (psicologo)
Anna Chiara Donzelli (psicologa)
L’idea del progetto Palla amica nasce
dal desiderio di promuovere il gioco
del basket insieme a persone con
disturbo dello spettro autistico.
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LA STORIA
Diversi anni fa un allenatore di Basket, Andrea Antonelli,
padre di un ragazzo autistico, dopo aver preso contatto con
Marco Calamai, ex giocatore di serie A e promotore di
importanti iniziative sullo sport e disabilità in Emilia
Romagna, realizzò con l’Associazione “Il Filo dalla Torre”
di Roma un progetto di Basket rivolto a soggetti autistici,
grazie anche al sostegno economico di alcuni donatori.
Insieme alla Dott.ssa Donzelli abbiamo avuto la fortuna ed
il piacere di partecipare attivamente a questo progetto.
Da un paio di anni, qui a Catania, siamo entrati in contatto
con l’Associazione “Un Futuro Per l’Autismo”,
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un’associazione costituita da genitori e molto attiva nel
territorio.
La coordinatrice dell’Associazione, la D.ssa Cristina
Amato ha manifestato il desiderio di introdurre lo sport tra
le varie attività già presenti. Entusiasti dell’esperienza
precedente e maturando nuove idee abbiamo realizzato
insieme il progetto Palla-amica.
L’Associazione con tenacia e grande partecipazione ha
ottenuto uno spazio fondamentale per la realizzazione del
progetto: la palestra della scuola San Domenico Savio
dove ad oggi vengono svolti gli allenamenti.
STRUTTURAZIONE DEGLI ALLENAMENTI
Attualmente partecipano al progetto 18 ragazzi divisi in 3
gruppi:
- gruppo principianti
- gruppo bambini
- gruppo avanzati
Ogni sessione di allenamento è condotta dalla figura
dell’allenatore che propone i singoli esercizi e le sequenze
di gioco, stabilisce i tempi e promuove un ritmo adeguato
per l’intero gruppo.
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Gli operatori impegnati sono dieci e affiancano ogni atleta
in un rapporto numerico di 1:1., seguono le consegne
dell’allenatore ma nella relazione promuovono risposte
talvolta sorprendenti, possibilità creative che non
denaturano il gioco del basket ma lo arricchiscono verso la
conquista più ambita, il canestro.
PERCHE’ il BASKET ?
Nel caso specifico, il basket permette di canalizzare
l’energia in movimenti fisici finalizzati e ciò consente di
limitare la messa in atto di stereotipie motorie.
Il tiro della palla verso il canestro fa si che l’intenzione
venga veicolata e concentrata in alto e ciò rappresenta una
possibilità unica in ambito sportivo e altrettanto preziosa
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nel caso del disturbo dello spettro autistico dove le persone
tendono a guardare verso il basso.
Nel momento in cui si tira la componente esplosiva che dà
vita al gesto lascia spazio alla delicatezza che subentra nel
lasciare andare la palla dalle mani.
La stretta relazione fra esplosività e delicatezza stimola la
capacità di saper dosare la forza in direzione di un
obiettivo chiaro e definito.
Inoltre la palla si può maneggiare in vari modi (tenere in
mano, passare, far rimbalzare, lasciar scivolare, far volare)
e quindi sostiene svariate modalità comunicative che
corrispondono a gesti tecnici del basket.
Aspettare il proprio turno in un palleggio può
corrispondere ad attendere il proprio turno nel dialogo così
come tirare a canestro può assumere il senso di sapersi
proiettare in un progetto con una meta (fare centro) ben
definita. Se la consegna è il passaggio, una palla tenuta
troppo tempo tra le mani e mantenuta con un eccessivo
grado di tensione muscolare può indicare una chiusura
verso l’altro; conseguentemente sostenere il ragazzo nel
liberare la tensione accompagnandolo verso la zona di
confine dove è possibile l’apertura ad un compagno può,
su un piano strettamente tecnico, consentire il passaggio e,
69
al contempo, su un piano relazionale, rappresentare uno
scambio.
L’aspetto fondamentale e chiaramente distintivo di tale
progetto è rappresentato dalla forte enfasi data al gruppo.
Il tutto è più della somma delle parti come recita un
vecchio detto gestaltico. Le relazioni che si stabiliscono
fra i ragazzi, fra operatori e ragazzi, fra operatori e
operatori impegnano ogni partecipante a raggiungere gli
stessi obiettivi. L’operatore non presta attenzione
unicamente al supporto da offrire ai ragazzi ma impara al
contempo a giocare a basket. Le relazioni, a questo livello,
diventano paritarie, l’apprendimento non è schiavo di un
processo imitativo ma trae forza dal semplice e mai
scontato giocare insieme.
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CONCLUSIONI
Nella nostra esperienza abbiamo imparato e impariamo a
porci obiettivi ma ci accorgiamo che gli obiettivi fanno
parte del processo, allora ci fermiamo e ci lasciamo
stupire incontro dopo incontro, allenamento dopo
allenamento.
In conclusione, lo sport per noi rappresenta:
- uno strumento fondamentale per l’accrescimento delle
autonomie, per favorire la crescita delle capacità
relazionali e della socializzazione.
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- un mezzo di affermazione e di realizzazione attraverso il
quale la persona può dimostrare a se stesso e agli altri le
proprie capacità come soggetto attivo.
- lo sport consente di utilizzare il corpo in schemi ordinati,
funzionali e orientati al benessere personale.
- allena a migliorare la capacità di concentrazione, la
capacità di pianificare, la capacità di dirigere le energie e
l’impegno verso il perseguimento di un obiettivo, la
capacità di avere il coraggio e la capacità di accettazione
dei propri limiti, la possibilità di manifestare un linguaggio
emotivo.
Attraverso la pratica sportiva si impara a cadere, ad
accettare gli errori, a ripartire dagli errori, ad accettare un
rischio, a valorizzare le proprie risorse. Dunque la pratica
sportiva rappresenta una possibilità evolutiva, abilitativa e
di inserimento sociale.
72
““KKooaa BBoossccoo::
ll’’iinntteeggrraazziioonnee aattttrraavveerrssoo iill ccaallcciioo””
Di giorno raccolgono le arance e i mandarini nelle
campagne della Piana di Gioia Tauro; la sera e nei
weekend si allenano giocando a calcio: la storia della Koa
Bosco, la prima squadra composta interamente da
immigrati africani del Ghana, del Mali, della Costa
d’Avorio e del Senegal, che vivono nelle tendopoli di
Rosarno e che, un mese fa, hanno festeggiato la
promozione dalla Terza alla Seconda Categoria
calabrese.
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Fare calcio in Italia non è semplice.
Il momento economico ha fatto risentire tante realtà, tanto
al nord quanto al sud, e i recenti scandali che sono esplosi
non fanno che allontanare potenziali investitori.
Quando una squadra però si sforza di portare avanti un
messaggio nobile e importante come quello
dell’integrazione e della lotta alla discriminazione razziale,
ci si aspetterebbe una maggiore facilità a reperire quelle
poche migliaia di euro che servono per coprire le spese per
disputare una stagione in Terza Categoria. Invece, per i
ragazzi della Koa Bosco, la prima squadra composta
esclusivamente da immigrati che vivono nelle tendopoli di
Rosarno e lavorano come braccianti nelle campagne della
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Piana di Gioia Tauro per 25-30 euro al giorno, trovare un
partner o un semplice sponsor in grado di sostenere le
spese è stato decisamente più complicato che vincere il
campionato stesso.
Fondata nell’estate del 2013 dal parroco di Bosco di
Rosarno Don Roberto Meduri e regolarmente affiliata al
Campionato nazionale dilettanti da due stagioni, la Koa
Bosco un mese fa ha festeggiato la prima storica
promozione della propria storia vincendo i playoff del
campionato di Terza Categoria.
Un’impresa straordinaria quella realizzata dai ragazzi di
mister Mammoliti che, dopo aver concluso la regular
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season al terzo posto, sono riusciti ad alzare ulteriormente
il livello del loro gioco riuscendo a battere l’Aterogenese
grazie alle reti di Almani e del bomber Mbaye: uno dei
ragazzi giunti dall’Africa sub sahariana sulle navi
clandestine.
Un calcio al razzismo
“Questi due anni al fianco dei ragazzi del Koa Bosco sono
stati veramente molto intensi – racconta l’allenatore e
socio fondatore del club Domenico Mammoliti, che nella
vita di tutti i giorni gestisce una concessionaria d’auto a
Gioia Tauro –. L’idea di fondare una squadra di calcio è
nata dopo i tristi episodi di violenza del gennaio 2010 fra
migranti e cittadini rosanersi che provocarono oltre 50
ferimenti e ha rappresentato una delle pagini più tristi e
controverse per la nostra città. Per promuovere
l’integrazione e lanciare un messaggio di pace e
coesistenza costruttiva, don Roberto ha subito pensato che,
piuttosto che impegnarsi nelle raccolti di fondi per cibo o
vestiti, la cosa migliore da fare fosse costruire una squadra
di calcio che potesse avvicinare questi migranti alla società
e farli sentire maggiormente coinvolti nella comunità.
Abbiamo iniziato reclutando una ventina di ragazzi della
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tendopoli di Rosarno ma, ben presto, il numero è salito a
30-32 ragazzi di nazionalità diverse.
A gestire l’organizzazione delle trasferte, i campi, gli
spostamenti e gli allenamenti ci siamo avvicendati io e il
team manager tutto fare Domenico Bagalà.
E’ stato un lavoro veramente impegnativo ma umanamente
impagabile. Vedere la dignità e l’impegno di persone che,
pur avendo poco o nulla nelle mani, con un pallone tra i
piedi o uno stereo accesso riescono ad essere felici. Da noi
ci sono ragazzi che, dopo una giornata intera a spaccarsi la
schiena nei campi, prendevano la propria bici e
si facevano anche 10-20 km per venire al campo ed
allenarsi.
Per loro il calcio è stata l’occasione migliore per
dimenticare le fatiche e tutto ciò che sono costretti ad
affrontare quotidianamente”.
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…iniziative di libri e proposte di lettura
pervenute dai nostri lettori
LLiibbrriissffoogglliiaannddoo
Storie di un viaggio lungo una vita L’esperienza di essere fratello attraverso un percorso autobiografico
Avrei voluto non essere solo, avrei voluto non sentirmi
isolato, avrei voluto vedere altri fratelli per non sentirmi
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più unico e solo, avrei voluto sfuggire da quei silenzi
interni di cui mio fratello era prigioniero.
Il gruppo dei Siblings dell’Associazione «Un Futuro per
l’Autismo» nasce a Catania nel gennaio del 2013 quale
laboratorio sperimentale per i fratelli dei ragazzi autistici
che frequentano e partecipano alle attività
dell’Associazione. L’idea progettuale è stata quella di un
racconto autobiografico sulla propria esperienza di
fratello, un viaggio tra presente, passato e futuro
attraverso il quale affrontare diverse tematiche relative
all’autismo da un diverso punto di vista. I racconti, le
paure, le gioie, le perplessità e i sogni di questi dieci
fratelli animano ora le pagine del presente volume,
fornendo uno spunto di riflessione per porre l’attenzione
anche ai bisogni e ai vissuti dei siblings: l’autismo è
vissuto in maniera del tutto diversa rispetto a genitori e
altri caregiver, ma con altrettanta responsabilità, con in
più la ricchezza di un rapporto unico e speciale, quale
quello tra fratelli.
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LLaa bbaacchheeccaa ddeell CCIInnAAPP
Visita organizzata dal Cinap
per studenti non udenti
Proseguono, in via sperimentale, le aperture della Città della
Scienza per scolaresche e gruppi di studenti universitari.
Giorno 29.06.2015, 32 studenti delle scuole di ogni ordine e
grado di Catania, Acireale, Paternò e Scordia ed universitari
provenienti da diversi dipartimenti dell’Ateneo hanno visitato
la nuova struttura museale universitaria di via Simeto,
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nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Cinap (Centro per
l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’Università di Catania) e
dall’Afae (Associazione Famiglie Audiolesi Etnei Onlus).
“L’iniziativa, realizzata grazie alla sinergica collaborazione tra
la Città della Scienza ed il Cinap e sostenuta dai volontari del
dipartimento di Scienze umanistiche e dell’associazione Stelle
e Ambiente, ha consentito di aprire la struttura museale
universitaria alla città ed in particolar modo, in questa
occasione, ai giovani non udenti etnei”, hanno spiegato i
delegati del rettore alla Città della Scienza e al Cinap,
rispettivamente Agata Copani e Massimo Oliveri.
I giovani studenti – 9 della scuola prima e secondaria di primo
grado, 13 della scuola secondaria di secondo grado e 10
universitari –, accompagnati dagli interpreti e dai docenti, sono
rimasti incantati dai piccoli robot e dal corpo umano, dalle
galassie e dai fossili ed anche dai virtual tour della città di
Catania e della Riserva naturale orientata Isola Bella
(quest’ultimo realizzato dal Cutgana dell’Ateneo di Catania)
grazie alle isole tematiche Robotica, Spazio, Bit ed Eureka oltre
alle aree espositive di Paleontologia, Geologia, Cutgana,
Antiche strumentazioni scientifiche e La parola in mostra.
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Servizio di Counseling Psicologico
Si porta a conoscenza di tutti gli studenti che è attivo
un servizio gratuito di counseling psicologico.
L’esperienza universitaria è un momento di crescita
importante, ricco di esperienze e di opportunità, che vanno
vissute nella pienezza della loro funzione psicopedagogia e
sociale. A volte questo processo può essere disturbato da
fenomeni quali: indecisione, paura degli esami, difficoltà nella
concentrazione, ansie, difficoltà nel comunicare con gli altri,
tristezza, sfiducia, timidezza, solitudine.
Il Servizio è gestito da un’equipe di psicologi.
Chiunque desiderasse può chiedere informazioni
e/o prenotare il proprio colloquio
Sede: via A. Di Sangiuliano n. 259
tel. 095.7307189 e-mail: [email protected]
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Questa volta il notiziario ha seguito le tappe di alcuni
eventi importanti che il nostro Ateneo sta
promuovendo. Il CInAP è sempre più una realtà
immersa nella realtà della molteplicità delle
collaborazioni.
Siamo felici di poter vedere il nostro Centro sempre in
fermento, promuovendo iniziative di anno in anno
arricchenti e varie. Dai corsi per i tutor alle attività
creative, dal cineforum alla progettazione,
dall’inserimento lavorativo allo sport…
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Ringraziamo tutti coloro che sempre partecipano con
sguardi, lettere, letture, proposte, favorendo la
creazione di nuove direzioni arricchenti che ripagano
di tutto l’impegno quotidiano profuso nel Centro e del
tempo che investiamo nel portare avanti, al meglio, il
nostro lavoro.
Buon allenamento sempre, a tutti…
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IILL CCIInnAAPP - Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata -
Università degli Studi di Catania
Il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’Università
degli Studi di Catania è l’Ufficio dedicato agli studenti
universitari con disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendi-
mento, come previsto dalle Leggi 104/92, 17/99 e successive
modifiche.
L’operatività del Centro è andata via via crescendo negli anni.
Ad inizio anno accademico ogni studente incontra gli psicologi
per elaborare congiuntamente un Piano Formativo
Individualizzato volto a garantire ad ognuno condizioni di pari
opportunità.
Nel 2011-2012, gli studenti che afferiscono al Centro sono
circa 700. Gli interventi proposti si concretizzano, a seconda
del caso, nell’attivazione di alcuni servizi, tra cui: tutor per il
supporto didattico e per l’accompagnamento all’interno delle
strutture universitarie, tutor specializzati nelle dinamiche
relazionali, l’erogazione di un contributo al trasporto, anche
con mezzi attrezzati, da e per le sedi universitarie,
l’interpretariato LIS, il counseling orientativo, psicologico e
sociale, la consulenza informatica e la divulgazione di strategie
didattiche individualizzate (prove d’esame equipollenti anche
in remoto), l’organizzazione di attività atte a favorire
l’inclusione e la partecipazione attiva degli studenti.
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L’obiettivo del Centro diventa così lo sviluppo di una nuova
cultura della disabilità nell’Università e nel territorio.
Figurandosi come un laboratorio permanente, un’officina di
idee e di servizi volti a favorire la partecipazione attiva degli
studenti in condizione di disabilità, in cui i lavori in corso
diventano valori mettendosi quotidianamente in discussione,
aggiornandosi e promuovendo cambiamento, educando e
sensibilizzando attraverso l’attivazione di corsi di formazione,
iniziative, attività laboratoriali, iniziative di sensibilizzazione
sociale, seminari e convegni.
L’idea progettuale di fornire notizie nasce proprio in
quest’ottica di condivisione, di partecipazione, di scambio e di
integrazione.
“Non ci resta che augurare ad ognuno un buon lavoro, nella
direzione di una presenza sempre più attiva e partecipata nella
realtà e nel territorio che abitiamo”.
Il CInAP
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CCoommee ppaarrtteecciippaarree
aall nnoottiizziiaarriioo??
Chi desidera partecipare curando alcune sezioni o ricevere
copia, può inoltrare la richiesta inviando una mail a
[email protected]. Verrà inviato, tramite posta elettronica, alle 800
persone circa che, con ruoli diversi, fan parte del CInAP e/o
collaborano con noi.
Le aree che vengono trattate di volta in volta, fermo
restando la possibilità di proporne e promuoverne altre,
sono:
Storie, parole, spunti
Le Leggi
Mi racconto… (testimonianze e condivisione di storie di
vita)
Il territorio che abito (riflessioni, cronaca, difficoltà
incontrate, proposte operative)
Lo Sport
In viaggio (esperienze di viaggio da condividere)
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PsicoRubrica: la conoscenza a servizio della persona.
Lo psicologo risponde (raccolta di argomenti di
pertinenza psicologica)
Appunti e libri cerco
Appunti e libri offro
Bibliografia per tesine e per tesi (richieste e risposte per
argomenti)
La mia laurea (pagina riservata agli studenti laureati e
alla presentazione del proprio lavoro di tesi)
Il territorio si presenta (spazio riservato ad Associazioni
e agli Enti territoriali per favorire conoscenza,
consapevolezza e libera scelta)
La bottega della creatività (raccolta di opere d’ingegno
create dagli studenti: disegni, quadri, recensioni di film,
di cd musicali, di cortometraggi, di lavori teatrali e di
libri, fotografie, ricette, fumetti, racconti, poesie, fiabe,
progetti…)
Spazio-richieste (approfondimenti, proposte… cosa
desideri che venga affrontato nel prossimo numero?
Quale argomento?)
La bacheca del CInAP (aggiornamenti e notizie)
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Università degli Studi di Catania
CInAP -Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata-
Via A. di Sangiuliano, 259 - 95131 - Catania
Tel.: 0957307181 - 183 - 189 Fax: 0957307191
sito internet: http://www.cinap.unict.it
indirizzo e-mail: [email protected]