L’industrializzazione su Corso Francia tra la fine
dell’Ottocento e gli anni del Boom economico
Classe 5°A meccanica
2012/2013
• Indice •Introduzione al progetto
Industrializzazione a Torino dall’unità
d’Italia al boom economico○
Torino:‐
Venchi Unica
‐
Fiat Aeronautica
Industrializzazione a Collegno e Rivoli tra Ottocento e Novecento○
Collegno:‐
Bertolini
‐
Baroni
‐
Leumann
○
Rivoli:‐
Nebiolo
‐
Silma
LO SVILUPPO INDUSTRIALE DI TORINO DALL’UNITA’ D’ITALIA AGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO
Unità
d’Italia –
L’industria piemontese in via di definizione
Innovazioni economiche e amministrative introdotte da Cavour:
• Incremento del commercio con l’estero
• Uso dell’energia idraulica
• Creazione e lo sviluppo di una rete ferroviaria con Torino come crocevia principale
•
Nuove
fabbriche
nascono
nei
quartieri
periferici
e
nella
“cintura”
contribuendo
allo
sviluppo
urbanistico
e
demografico
delle
barriere
che
diventano
il
polmone
industriale
della
nuova
Torino.
Sistema fabbrica a Torino:
‐
Stabilimenti militari governativi ‐
le “regie manifatture”
‐
Settore tessile e dell’abbigliamento in testa come numero di occupati
Industria del mobile e del legno ‐ incremento dovuto alle nuove costruzioni borghesi e ai
palazzi governativi;
Sviluppo della carrozzeria torinese: fabbriche Revelli, Bersanino, Martinelli, Locato , Diatto e
Cesare Sala ;
Industrie del lusso (gioiellerie e orologi, pelli, porcellana, cioccolato, liquori e pasticcerie);
Settore chimico: vernici, colori e stabilimenti per la produzione di acidi e di solfati, di concimi
artificiali, di saponi, di cere e di candele, famosa la Lanza;
Lavorazione del tabacco. Le Manifatture di Tabacco, erano controllate dallo Stato e
costituivano il gruppo industriale più numeroso;
L’industria meccanica fu quella che progredì più velocemente, aumentando di 2.173 addetti
in quattro anni.
FIAT19 marzo del 1900: inaugurato il primo stabilimento dell’azienda automobilistica FIAT
1904: 268 veicoli prodotti
1914: 4.644 veicoli prodotti ‐
oltre la metà
di tutta la produzione nazionale
Adozione nuovo sistema industriale concepito da Henry Ford ‐ fordismo
“Applicazione in maniera integrata delle varie fasi di lavoro attraverso sistemi di
movimentazione automatica ‐ catena di montaggio”
Inizialmente produzione rivolta verso vetture di lusso e sportive
Esigenza di ridurre i costi unitari per giungere alla costruzione di vetture di minor
cilindrata, più convenienti e accessibili
1911: l’industria automobilistica arriva a 5000 operai meccanici;
gli addetti alla costruzione di veicoli sono 14600;
l’intero settore metalmeccanico ne occupa 21400.
L’industria piemontese e la Prima guerra mondiale
24 maggio 1915: l’Italia dichiara guerra all’Austria
Necessità di fornire l’esercito di armi ed equipaggiamento.
Produzione di guerra ‐ rapido sviluppo delle imprese operanti nei settori meccanico,
metallurgico, chimico, elettrico ed estrattivo
1916: si contano a Torino 207 stabilimenti ausiliari con 58.582 operai
La produzione di guerra orienta l’industria torinese verso il comparto meccanico,
soprattutto automobilistico: la FIAT passa dal trentesimo posto nella graduatoria
delle industrie nazionali, al terzo
Torino inizia così a delineare il proprio volto di città industriale per eccellenza.
La manodopera maschile al fronte, è sostituita nelle fabbriche da ragazzi e, soprattutto, da
donne, che fanno il loro ingresso nei reparti delle fabbriche.
Alla fine della guerra sono reinseriti i reduci nel sistema produttivo: migliaia di donne e ragazzi
sono colpiti dai licenziamenti.
L’industria piemontese e la Seconda guerra mondiale
1938: 200.000 addetti all’industria ‐
La fabbrica cuore pulsante dell’economia cittadina
Centro del sistema industriale: settore metalmeccanico (Fiat)
95.000 lavoratori ‐
45,3% del totale degli occupati nell’industria
Altri settori di sviluppo:
Il tessile e l’abbigliamento ‐
la lavorazione del legno e del cuoio ‐
l’industria alimentare
l’industria della gomma ‐
l’industria delle fibre tessili
Inizio Seconda guerra mondiale
Periodo di rapida crescita produttiva e occupazionale per l’industria torinese
Manodopera impiegata negli stabilimenti metalmeccanici
1938: 98.835 unità
‐
1943:
125.126 unità
1943 ‐1945: inversione di tendenza ‐
uscita dal mercato del lavoro di 80.000 unità
Cause:
• diminuzione delle materie prime;
• danni provocati dalle incursioni aeree alleate.
Aprile 1945: l’andamento produttivo dell’intero sistema industriale è
paralizzato
Dalla ricostruzione al boom economicoIl dopoguerra a Torino:
Aumentano disoccupati e inflazione
Il sistema industriale è in ginocchio
Disordine economico e tensioni sociali
1949 ‐
1952: primi segnali di ripresa
1953 –
1963: il boom economico ridisegna l’Italia
Aumenta il reddito nazionale
Aumentano i lavoratori dell’industria
Migliorano le condizioni alimentari delle famiglie italiane
Le case grazie ad acqua, elettricità e servizi interni diventano più confortevoli
Lavatrici, televisori, frigoriferi e l’automobile ‐ simbolo del nuovo sviluppo
Momenti–chiave del boom economico:1955 – lancio Fiat 600
1957
– lancio Fiat 500
1953 ‐1971: La Fiat triplica i dipendenti
VENCHI UNICA
1878: Viene fondata da Silvano Venchi & C. ‐
Laboratorio adibito alla produzione di confetti e
caramelle
1898: Viene deliberata la costruzione di un nuovo stabilimento in viale Regina Margherita: 12.000
metri quadrati, accoglie 500 operai
Grandioso complesso industriale con 12 reparti di lavorazione destinati alla produzione di
biscotti (gallette, biscotti e wafers), di confetti, di caramelle, di cioccolato e di altri prodotti d
dolciari (tavolette zuccherine, confetture speciali e bolli gomma).
Produzione affidata in gran parte a manodopera femminile
Settembre del 1924: nasce la Società anonima U.N.I.C.A. (Unione Nazionale Industria
Commercio Alimentari) complesso industriale dolciario che
riesce a raggruppare sotto un unico marchio
quattro fabbriche per la lavorazione del cioccolato, del cacao, dei confetti, dei biscotti e delle caramelle:
‐
Talmone
‐
Moriondo Gariglio
‐
Cioccolato Bonatti
‐
Le Fabbriche riunite Gallettine & Dora Biscuits
1930
‐
Esposizione di Tripoli: la Fiat costruisce una vettura‐vetrina ambulante che attraversa il Marocco,
l’Algeria, la Tunisia e la Libia per esporre i principali prodotti
U.N.I.C.A.
1934 ‐
La Venchi e l’Unica sono unite sotto un unico marchio: la Venchi & Unica, società
di prodotti dolciari.
Produzioni tradizionali:
cioccolato, cacao, biscotti e caramelle;
La Venchi Unica e i Servizi sociali:
La Venchi Unica fornisce un asilo infantile ai figli delle operaie: il nido dei bambini;
La Venchi Unica e la storia:
I lavoratori della Venchi Unica partecipano, tra il 1943 e il 1945, a tutte le agitazioni di protesta contro la
guerra e il regime: nel dopoguerra la Venchi Unica riprende con successo la propria produzione che sarà
definitivamente interrotta solo negli anni ’70.
FIAT AERONAUTICA
•
La fabbrica sorge a Torino, in Corso Italia, quasi al confine con il Comune di Collegno,
lungo la principale arteria stradale di collegamento con la Francia (l'odierno Corso
Francia), si estende su una superficie di circa 31000 metri quadrati ed è dotata di un
vastissimo campo volo con palazzina per piloti, stazione radio e
pilone per segnalazioni
notturne;•
All’interno dell’azienda vi sono due grandi sezioni: costruzione dei veivoli da guerra e
quella della produzione di motori d’aviazione;•
Dal Marzo del 1942, la Fiat Aeronautica lavora a pieno ritmo aumentando
notevolmente i propri indici produttivi sia nel campo della fabbricazione dei motori
d'aviazione che in quella dei veivoli;•
La Fiat Aeronautica dispone anche di una scuola allievi, frequentata da circa 300
giovani, che ha il compito di formare le nuove maestranze specializzate da inserire
nell'organico dell'azienda;•
Durissime condizioni di lavoro (turni lavorativi dalle 6 del mattino fino alle 21), rese
ancora più
difficili dai bombardamenti che iniziano a colpire l’azienda dal 1942;
•
Iniziano i disordini, gli operai contrastano il regime e nel 1943 bloccano il lavoro,
Successivamente si abbatte però
sugli scioperanti la mano della repressione fascista
che arresta una quarantina di operai ritenuti colpevoli di aver organizzato l'agitazione.
L’industrializzazione a Collegno e Rivoli Un quadro di sintesi
Primi decenni del ‘900: sviluppo industriale di Torino in direzione Rivoli
Trasferimento di alcune fabbriche torinesi lungo l’asse di Corso Torino (oggi Corso Francia) tra
Collegno e Rivoli
Motivazioni della scelta:
a) facilità
di accesso a Torino
b) accesso al servizio ferroviario lungo la tratta da Torino verso la Francia
c) disponibilità
di aree agricole a costi contenuti
d) presenza del collegamento tranviario con Torino
“Gli anni del miracolo economico”
a Rivoli e Collegno
Aumento della popolazione residente correlata con lo sviluppo industriale
Esplosione dell’industrializzazione nell’area torinese nella zona a ovest del
capoluogo
1951 –
1961: incremento demografico al 50%
crescita degli occupati nelle industrie di Rivoli al 56%
1961 ‐
1970: incremento demografico al 99%
crescita degli occupati nelle industrie di Rivoli al 133%
1975‐
oggi: arresto dell’
industrializzazione – profonde modificazioni del settore
industriale: ristrutturazioni, crisi, fallimenti, chiusure o nuove destinazioni d’usoLa prima industrializzazione a Rivoli: il tessileFine Ottocento ‐
Primi del Novecento
Settore tessile: nucleo portante dell’industrializzazione nella prima parte del Novecento
Fabbrica Nazionale Pizzi fondata nel 1912 a Cascine Vica
Cotonificio Valle Susa, costruito nel 1906 sull’ansa della Dora Riparia, ai confini con il comune di
Pianezza.
Cotonificio Leumann, fondato nel 1875 nel Comune di Collegno, ma fondamentale anche per
l’economia rivolese
Anni del boom economico
Il numero degli occupati nelle fabbriche tessili di Rivoli resta
stabile, ma si evidenzia la perdita nei confronti
di altri settori
L’avanzata dell’industria meccanicaPrima metà
Novecento
Industria meccanica al secondo posto dopo l’industria tessile: 22,7% del totale degli occupati
nelle industrie di Rivoli.
Principali industrie meccaniche: Filp,specializzata nella fabbricazione di lime.
Fast, specializzata nella produzione di cerchioni.
Seconda metà
del Novecento
1951: l’industria meccanica al primo posto per occupati fra le industrie
di Rivoli (39,1%)
1970‐1980: Il numero di occupati nelle aziende meccaniche, metallurgiche e dell’auto
sale al 73,3% del totale
1981: Le industrie meccaniche e metallurgiche mantengono il primo posto fra quelle di
Rivoli (71,2%).
1991: gli occupati nelle industrie del settore che hanno sede a Rivoli scendono al 62,3%
del totale
2000: i livelli di occupazione si riportano quasi ai valori di Trent’anni prima
Il boom della cartotecnica e della meccanica di precisione
Rexim –
Bugnone:Nasce negli anni Trenta;
Anni
Sessanta:
è tra
le
più
grandi
imprese
della
città,
con
oltre
un
migliaio
di
dipendenti
che
fabbricano
cartoni da imballo ;
Anni Settanta: ridimensionamento;
Fine Anni Settanta: la Rexim chiude;
1991: gli occupati nelle industrie di carta e cartotecnica rappresentano poco più
che l’1% del totale
di quanti lavorano nelle industrie rivolesi.
Un’antica tradizione: gli alimentari Inizio Novecento: piccole aziende alimentari
1920 –
1930: nascono le fabbriche di liquori Viarengo e Arlorio e le fabbriche dolciarie Taglia,
Graffi e Michela & Angiono.
1951: ruolo delle industrie alimentari nell’economia cittadina emerge come ancora rilevante
Attività
destinate a declinare: gli occupati sono 251 nel 1961, 165 nel 1971, 142 dieci anni dopo.
BERTOLINI
•
L’azienda “Antonio Bertolini”
fu ufficialmente fondata nel 1911, nella frazione
Regina Margherita a Collegno. Il fondatore, Antonio Bertolini, aveva stabilito il
primo nucleo dell’azienda in una casa ‐
prossima alla Chiesa di SS. Monica e
Massimo – dove aveva collocato una ruota sulla bealera Becchia per azionare la
“pista”
ovvero la macina per le spezie. Gradatamente l’azienda s’ingrandì
e si
trasferì
nel sito di Corso Francia n.109.
•
Alle redini della società
subentrò
il Commendator Ruben Trotti, cognato di
Antonio Bertolini, abile imprenditore che nel corso degli anni riuscì
a far diventare
la Bertolini un’azienda leader nel settore delle spezie e dello lievito. Dal
matrimonio fra Ruben Trotti ed Emilia Chazallettes – esponente di un’altra
importante famiglia di industriali di Regina Margherita – nacque Carmi Trotti, che
affiancherà
nel corso degli anni il padre nella gestione dell’azienda. Una peculiarità
di questa famiglia è che per diversi anni, furono fra i maggiori contribuenti
dell’erario nella cintura torinese.•
La Bertolini, oltre a produrre i vari tipi di lievito, e a confezionare le spezie,
produceva anche le miscele aromatiche come “la Saporita”
o “il Suk”. Un altro
settore trainante della produzione dell’azienda erano gli estratti per liquori: le
bottigliette erano caratterizzate da un’etichetta raffigurante una “strega”
che
teneva fra le mani la bottiglietta degli estratti.
•
Oltre alle produzioni alimentari, per un periodo l’azienda produsse anche insetticidi e “pigliamosche”. I pigliamosche erano particolari strisce di
carta moschicida confezionati dall’azienda nel periodo compreso fra febbraio ed ottobre.
•
“
Brava, brava, Mariarosa, ogni cosa sai far tu…”
è il ritornello dello storico gingle pubblicitario dello lievito Bertolini. “Mariarosa”
è
una
simpatica bambina che dal secondo dopo guerra è diventata il simbolo dell’azienda. Nella prima versione è raffigurata intenta ad impastare una
torta utilizzando lo lievito Bertolini. Durante gli anni Mariarosa ha cambiato un po’
il suo aspetto, ma è rimasta sempre la bambina accorta ‐
che accompagnata dal fedele cagnolino ‐
utilizza i prodotti Bertolini .•
Lo stabilimento della Bertolini – nel corso degli ultimi anni – è stato
trasferito a Champdepraz in Val d’Aosta.
SOCIETA’ ANONIMA ERNESTO BARONI• Fondata nel 1889;
• Specializzata nella produzione di impiallacciature e compensati e in varie
lavorazione su legno;
• Complesso caratterizzato da una ciminiera in mattoni alta 53 metri con un
diametro alla base di 4 metri sulla cui struttura era possibile leggere l’insegna della
società;
• 1911 “Gran Premio e Diploma d’Onore” per la produzione;
• Gennaio 1972: iniziarono i lavori di smantellamento dei fabbricati dalle cui ceneri
sorse l’avveniristico complesso residenziale “
The Sky Residence” e proprio la vecchia ciminiera fu l’ultima testimonianza della presenza della società
Baroni in quell’area;
• L’area Baroni fu la prima ad essere interessata dal processo di riconversione
residenziale;
Leumann•
Il villaggio operaio Leumann è sorto attorno all’omonimo cotonificio impiantato a
metà
degli anni ‘70 dell’‘800 lungo la strada provinciale che collega Torino a Rivoli e
alla Valle di Susa (l’attuale Corso Francia), nel comune di Collegno, a circa 9 Km di
distanza da Torino, fondato dall’imprenditore svizzero Isacco Leumann;
•
i Leumann nel 1874 acquistano un appezzamento di terreno nella zona di Collegno e
iniziano la costruzione di un nuovo stabilimento;la scelta di insediare il cotonificio a
Collegno risiede in diversi ordini di motivi. In primo luogo il
basso costo dei terreni
rispetto a quelli del capoluogo: 3 lire al metro quadrato, contro le 20 lire di Torino;
•
evento particolare che contribuisce notevolmente allo sviluppo di Collegno: nel 1871
si inaugura la ferrovia Torino – Rivoli ,coincisa con l’apertura della galleria del Frejus
e la relativa entrata in funzione della linea ferroviaria Torino
–
Modane, via di
collegamento diretta con la Valle di Susa e con la Francia;
•
A seguito di uno sciopero operaio,a causa delle condizioni non abbastanza cospicue,
Napoleone Leumann, che prese il posto del padre dopo la sua morte, decise di
edificare delle strutture abitative per i propri operai.
•
Il 12 luglio 1930, in pieno ventennio, si spegne Napoleone Leumann, prese il posto suo figlio
Felice;
•
Dopo la crisi del ’29 vi è
una piccola ripresa, ma nel 1935 inizia un periodo di embargo subito
dall’Italia a causa della guerra in Etiopia, e vengono a mancare molte materie prime;
•
I tempi cambiano e negli anni Sessanta per stare al passo con l’evoluzione tecnologica,
necessitano investimenti sempre più
alti nel parco macchine. Le vendite sfiorano cifre da
record, ma la concorrenza è
agguerrita.
•
I Leumann fanno di tutto per salvare l’azienda, ma sono destinati a fallire; nel 1972 inizia la
fase di liquidazione: la chiusura dello stabilimento provoca un
vero e proprio trauma a tutto
il villaggio nel suo insieme e investe la vita di tutti i suoi abitanti.
SOCIETA’ FAST/ NEBIOLO• Nasce nel 1924 in via Susa, produce ruote per carri e successivamente cerchioni per auto;
successivamente si specializza nella produzione di pezzi per aerei;
• Nel 1941 con 515 operai è la seconda fabbrica di Rivoli dopo la Filp;
• Tra il 1945 e il 1946 la Fast si riconverte nella costruzione di macchine tessili e assorbe lo stabilimento Oxal;
•
Nel 1947 il consiglio di amministrazione della Nebiolo propone
all'Assemblea degli azionisti l'incorporazione della
Fast;
•
Nel 1948 si hanno le prime avvisaglie di crisi che riguardano la scarsa capacità
di penetrazione sui mercati esteri e
il pericolo della concorrenza nordamericana;
• Nel 1950 la Nebiolo è in crisi;
• Nel 1952 i licenziati sono 1382. Lo stabilimento di Rivoli viene occupato dagli operai; la
protesta dura 56 giorni;
•
Il 22 Gennaio del 1953 la Nebiolo di Rivoli viene sgomberata. Parallelamente viene sgomberato anche lo
stabilimento di C.so Regina Margherita.
• Le campagne: serbatoio di manodopera a basso costo ‐
l’industria meccanizzata viene a
dipendere anche dalla possibilità
di reclutare manodopera nelle campagne
Sviluppo delle industrie elettriche e delle ferrovie:
• Primi impianti di energia elettrica nelle valli piemontesi alimentano le industrie le aree urbane
• Apertura nuove linee ferroviarie nelle zone in cui erano presenti opifici cotonieri e meccanici
(Ivrea, Aosta, Pinerolo, Torre Pellice, Torino, Cuorgnè)
1880‐1890: insediamento di officine meccaniche: Savigliano, Nebiolo, Ansaldo, Moncenisio,
Ferriere Piemontesi, Elli Zerboni, Emanuel;
insediamento di opifici tessili: i cotonifici Valdocco, Mazzonis, Wild e Abegg;
Fine Ottocento: l’industria piemontese al terzo posto in Italia per addetti, dopo Lombardia e Liguria
1865‐1910:
evoluzione industria torinese;
Evento determinante: affermarsi dell’industria dell’automobile come nuovo settore trainante simbolo della
modernità, settore di avanguardia nella tecnologia produttiva e nell’organizzazione d’impresa.
Silma: splendore, declino e rinascita
1951
-
viene fondata una piccola azienda per la produzione di proiettori cinematografici per
pellicole 8mm ;
1959
- Trasferimento a Rivoli - L’azienda assume la ragione sociale di Filma Spa, poi
nuovamente Silma Spa.
La Silma dà una svolta all’economia dell’area rivolese che offre possibilità di lavoro e di
nuovi insediamenti abitativi lungo l’asse di corso Francia;
Fabbrica illuminata modello olivettiano di Ivrea
Secondo posto in Europa tra le aziende del settore per il livello tecnologico
raggiunto
1970 - la Silma estende la produzione anche al settore delle cineprese;
1971 -
la Bosch acquista la Silma e riserva al mercato italiano la produzione di proiettori
cinematografici per il settore amatoriale.
1973-1974
- maggiore incremento produttivo (1.250-1.300 persone);
1978
- azienda costretta a una ristrutturazione interna;
1981
- la Bosch cede l’azienda di Rivoli alla finanziaria Interbasic; la stagione dei proiettori a
passo ridotto volge al termine;
1981/1985
la Silma lancia altri prodotti e diversifica le lavorazioni;
novembre 1985 la Silma è in liquidazione volontaria. Ultima azienda in Europa a
cessare la produzione dei proiettori 8mm;
1998 - L’edificio, ex simbolo del boom economico viene destinato a sede del Comune di Rivoli
I lavori terminano nel 2002;
La Silma oggi: gli edifici sono utilizzati dagli uffici comunali che accolgono circa 220 dipendenti.
L’edificio dell’ex Silma rappresenta idealmente il punto di incontro fra il nucleo antico e la
parte che fu il cuore della città
di Rivoli del Novecento
Classe 5 A Meccanica IIS “Giulio Natta” Rivoli