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Mercoledì 15 gennaio 2020
SommarioN. Data Pag Testata Articolo Argomento1 15/01/2020 31 IL GAZZETTINO DI PORDENONE L'APPELLO DEI SINDACI AI NUOVI VERTICI: PIÙ SOLDI AL TERRITORIO, SAREMO ALLEATI SANITÀ LOCALE2 15/01/2020 31 IL GAZZETTINO DI PORDENONE PRIMARI MANCANTI, POLIMENI ACCELERA SANITÀ LOCALE
3 15/01/2020 35 IL PICCOLO E PRIMARIO AL BURLO IL GENETISTA GASPARINI NOMINATO ESPERTO NEL CONSIGLIO DISANITÀ SANITÀ LOCALE
4 15/01/2020 17 IL PICCOLO SALUTE, LE SFIDE AL TEMPO DELL'INNOVAZIONE SANITÀ LOCALE5 15/01/2020 41 IL PICCOLO ED. GORIZIA CERVIGNANO, TRASPORTO SANITARIO: RINNOVATO L'ACCORDO CROCE VERDE-COMUNE SANITÀ LOCALE6 15/01/2020 24 IL PICCOLO ED. GORIZIA CAMERA CON VISTA PER LA TERAPIA DEL DOLORE SANITÀ LOCALE7 15/01/2020 33 MESSAGGERO VENETO COSÌ SARÀ RIORGANIZZATO L'OSPEDALE: UN ALTRO REPARTO SOSTITUIRÀ MEDICINA SANITÀ LOCALE8 15/01/2020 27 MESSAGGERO VENETO INFLUENZA IN CITTÀ IL PICCO ARRIVERÀ TRA DUE SETTIMANE PIÙ COLPITI I BAMBINI SANITÀ LOCALE9 15/01/2020 37 MESSAGGERO VENETO LA FOSSA BIOLOGICA È OSTRUITA E IL POLIAMBULATORIO SI ALLAGA SANITÀ LOCALE10 15/01/2020 1, 22 MESSAGGERO VENETO PORDENONE SANITÀ AZIENDA E CRO, LE PRIORITÀ SONO PRIMARI E RICERCA SANITÀ LOCALE11 15/01/2020 33 MESSAGGERO VENETO PORDENONE IL FUTURO DELLA SANITÀ: CONVEGNO PD SULLA RIFORMA SANITÀ LOCALE
L'appello dei sindaci ai nuovi vertici: più soldi al territorio, saremo alleati
LE RICHIESTE
IL CONFRONTO In alto, Francesca Tosolini, nuovo direttore del Cro di Aviano con il sindaco Alessandro Ciriani e, al centro, Joseph Polimeni. Qui sopra Antonio Di Bisceglie parla con i suoi "colleghi"
ci di Sacile, San Vito, Maniago e Spilimbergo, oltre a tutti gli altri primi cittadini del Friuli occidentale - che hanno evidenziato le necessità dei diversi territori, oltre a ricordare l'importanza del futuro ospedale di Pordenone che servirà l'intera Destra Taglia-mento. È risuonata - già era emersa nell'ultima Conferenza dello scorso 30 dicembre - forte anche la richiesta legata alla necessità di trovare un meccanismo affinché venga ripianata la "sperequazione" in materia di finanziamenti regionali che il territorio rivendica ormai da anni. «Ribadiamo - ha sottolineato il sindaco sanvitese Antonio Di Bisceglie - questa iniquità affinché i nuovi direttori generali sappiano che su questo avrà nei sindaci
PORDENONE «Le aspettative del territorio, in particolare rispetto alla nuova riforma regionale che mira a valorizzare proprio i presidi territoriali sui quali scommette come prevenzione oltre che ovviamente sugli ospedali, sono piuttosto importanti. Noi sindaci, alla fine del 2019, abbiamo approvato all'unanimità il Piano aziendale ma con alcune sottolineature. Una su tutte, quella della carenza del personale. Sia rispetto agli operatori sanitari del comparto, cioè infermieri e Oss, sia sui concorsi per reclutare i primari che mancano. Su questo è bene che quanto prima, dopo la fase commissariale durata sei mesi, si colmino le lacune che si sono accumulate». Ad aprire il fronte delle richieste dei sindaci - durante il confronto - è stato Alessandro Ciriani. Seguito dagli altri colleghi dei mandamenti - erano presenti i sinda-
degli alleati. Anche perché se non ci saranno i finanziamenti adeguati le nuove direzioni non riusciranno a mantenere gli impegni che qui si sono assunte».
LA MONTAGNA A richiamare l'attenzione sul
la vastità e sulla particolarità del territorio è stato il sindaco ma-niaghese Andrea Carli. «Siamo tutti attenti e interessati al futuro ospedale di Pordenone, ma questo è un territorio piuttosto vasto. Fatto anche di vallate di montagna e di fasce di popolazione anziana. Auspichiamo di poter ragionare anche su queste questioni». Dai primi cittadini Carlo Spagnol (Sacile) e Enrico Sarcinelli (Spilimbergo) è arrivato una sorta di appello ai vertici della sanità provinciale a «tenere conto anche delle realtà ospedaliere più periferiche in cui devono essere concentrate le risorse e le specialità necessarie per offrire le risposte più adeguate possibili alle popolazioni locali».
Jnijjlre Sacile ha sottolineato quanto sia importante puntare
su una realtà sanitaria di confine e dunque particolarmente esposta alla attrazione di pazienti dal vicino Veneto. CENTRO ONCOLOGICO
Sul Cro è intervento l'assessore azzanese Roberto Innocente (che di professione fa il medico nel centro oncologico avianese). «L'istituto è reduce da anni difficili, quattro direttori in meno di due anni. Senza contare poi che da quasi tre anni manca la copertura del ruolo di direttore scientifico, ricoperto da una professionista facente funzione. La grande sfida che l'istituto ha davanti è quella della rete oncologica regionale. Il piano è stato approvato a novembre, ora si tratterà di dare un ruolo preciso al Cro, come eccellenza internazionale, all'interno della rete regionale dell'oncologia. Senza contare poi la necessità di recuperare terreno rispetto al Veneto che sta diventando più attrattivo».
d.l.
SANITÀ LOCALE 1
Primari mancanti, Polimeni accelera •Il neodirettore si impegna davanti alla conferenza dei sindaci •All'assemblea dei primi cittadini anche la nuova responsabile «Dobbiamo lavorare molto anche per limitare le fughe di pazienti» del Cro Tosolini: ricerca, attrattività e ruolo nella rete regionale
IL CONFRONTO
PORDENONE II nodo della carenza di personale in genere. Ma anche la mancanza di diversi primari. Il pesante problema della fuga di pazienti in altre regioni, in particolare il Veneto. Oltre che l'iter per la realizzazione della Cittadella della salute e del futuro ospedale. Sono le questioni che sono state sottolineate dal neodirettore generale dell'Azienda ospedaliera del Friuli occidentale Joseph Polimeni nella Conferenza dei sindaci ieri pomeriggio in Comune di Pordenone. All'incontro dell'assemblea - presieduta dal sindaco pordenonese Alessandro Ciriani e dal vice e assessore Eligio Grizzo - ha partecipato anche il nuovo direttore generale del Cro di Aviano, Francesca Tosolini. Che ha invece affrontato le questioni più urgenti legate all'istituto di ricerca e cura, in particolare la necessità di cercare nuove strade per ottenere finanziamenti, sia nazionali che europei, sui nuovi filoni della ricerca oncologica.
AZIENDA SANITARIA «Su alcune questioni aperte -
ha sottolineato il direttore Polimeni, al vertice dell'Azienda da inizio anno sta visitando i distretti territoriali per toccare con mano ogni situazione - è necessario imprimere un'accelerazione. Tra le priorità il tema delle assunzioni di personale. Sia nel comparto che ai vertici delle strutture. Alcune figure di primari, come si evince dall'ulti-
«ANCHE SU NUOVO OSPEDALE E CITTADELLA È NECESSARIO RAGIONARE SUI "TRASLOCHI"»
mo piano aziendale, non sono incardinate. Altre sono coperte da facenti funzione. Sarà necessario accelerare con le procedure concorsuali in modo da recuperare il prima possibile a queste carenze». Accelerare. Il direttore Polimeni lo ha ripetuto diverse volte nel suo intervento. «Anche sul fronte del nuovo ospedale e della Cittadella. A parte la burocrazia che spesso vincola parecchio sule opere pubbliche, è necessario procedere speditamente. In particolare - ha detto il nuovo dirigente reduce proprio da un sopralluogo nel maxi-cantiere di via Mon-tereale - sulla Cittadella della salute che sarà ultimata prima dell'ospedale. È necessario ragionare, con le istituzione del territorio, sui trasferimenti dei futuri servizi che lì troveranno spazio e sedi. E pure sul nuovo ospedale, che è una grande opportunità di sviluppo per la città, è necessario correre per affrontare anche la questione dell'adeguamento tecnologico e digitale della futura struttura ospedaliero. Non solo quello del reclutamento del personale». E poi
l'altra questione cruciale che sembra stare particolarmente a cuore del neodirettore: la fuga di pazienti verso altri ospedali. «Prima ancora di porci l'obiettivo di attrarre pazienti da altre aree regionali o da fuori regione il nostro primo obiettivo sarà quello di limitare le uscite verso altri centri di cura da parte di residenti sul territorio. E questo passa verso investimenti in questa direzione, sul personale e sui primari».
CRO DI AVIANO «Una delle nostre priorità -
ha detto Francesca Tosolini, neodirettore generale del Cro di Aviano - sarà quella dell'attrazione di pazienti da altri territori. Oggi già il 46% dei pazienti arriva da fuori regione, ma ci sono spazi per aumentare la nostra attrattività. Siamo in una fase avanzata per il bando per l'installazione della Protontera-pia che sarà una leva per questo obiettivo. La stabilizzazione dei ricercatori è un'altra grande opportunità. L'altro tema importante è quello della ricerca: è necessario allinearsi in tempo al filoni avanzati della ricerca oncologica altrimenti il rischio è di esserne esclusi per i prossimi 15, 20 anni. L'altro impegno è il ruolo del Cro nella rete oncologica regionale».
D.L.
SANITÀ LOCALE 2
«IL CRO DEVE PUNTARE SU UNA MAGGIORE ATTRATTIVITÀ CON LA FUTURA PROTONTERAPIA»
LA CONFERENZA Sindaci presenti nella sala del Consiglio comunale del Comune di Pordenone per il primo confronto pubblico con il nuovo direttore generale dellAsfo, Joseph Polimeni NUOVE TECNICHE/DE SENA
SANITÀ LOCALE 3
E PRIMARIO AL BURLO
Il genetista Gasparini nominato "esperto" nel Consiglio di sanità
Andrea Pierini
«Anche oggi dopo anni di ricerche il piacere della "scoperta" è impagabile». Così ha raccontato alla Fondazione Telethon la sua professione il primario del Burlo Paolo Gasparini, che ieri è stato designato dal Comitato di presidenza del Consiglio superiore di sanità "esperto" del gruppo di lavoro dedicato al "Trasferimento della terapia genomica nella pratica clinica" dello stesso Consiglio superiore di sanità. Padovano di nascita, Gasparini si è laureato in Medicina e chirurgia a Torino, si è specializzato in Ematologia generale e Genetica medica a Verona, e oggi vanta un curriculum di primissimo piano con numerosi premi e riconoscimenti anche di carattere internazionale. Dal 2007 Gasparini è alla guida del reparto di Genetica medica del Burlo e insegna all'Università di Trieste, che esprime in quest'occasione le più vive congratulazioni per la nomina augurandogli un ottimo e proficuo lavoro.
L'attività del laboratorio dell'ospedale pediatrico da lui diretto è focalizzata su te-
Paolo Gasparini
st diagnostici mirati a individuare variazioni genetiche associate a patologie ereditarie. La ricerca viene effettuata su malattie come la fibrosi cistica, la talassemia, la trom-bofilia genetica e la sordità ereditaria, nonché il ritardo mentale e i disturbi da attacco di panico.
Il reparto di Gasparini è al momento riferimento nazionale per quanto concerne l'utilizzo di tecnologie innovative per l'analisi del Dna in patologie quali le sordità ereditarie appunto, i ritardi mentali, gli studi di popolazione e le malattie complesse, anche attraverso l'analisi e l'identificazione di nuovi geni con tecniche di sequenziamento di nuova generazione.—
EimPRQDUZiaNERISERVATA
SANITÀ LOCALE 4
Salute, le sfide al tempo dell'innovazione Il 23 gennaio a Trieste incontro per fare il punto su obiettivi e strumenti dei prossimi anni. Il ministro Speranza fra i relatori
Giulia Basso
TRIESTE. Dopo una tappa a Livorno per parlare di turismo e una ad Alba dedicata all'ambiente, il tour del gruppo editoriale Gnn (Gedi News Network) tra le sfide dell'innovazione si prepara a sbarcare a Trieste, con un evento interamente focalizzato sul tema della salute. L'appuntamento, intitolato appunto "Le frontiere della salute", è in programma giovedì 23 gennaio alle 17.30 nella sala Saturnia della Stazione Marittima, messa a disposizione da Trieste Terminal Passeggeri. È la terza tappa di un viaggio nel mondo che sarà, co-organizzato da La Stampa insieme ad alcune testate locali del gruppo Gnn (per Trieste c'è II Piccolo), e che in questo suo secondo ciclo s'intitola "L'alfabeto del futuro". L'iniziativa nasce dal desiderio di offrire ai lettori gli strumenti più adatti per comprendere i cambiamenti, sempre più veloci, che le tecnologie stanno apportando alle nostre vite, per saperli interpretare e affrontare senza paure e inutili pregiudizi e per farsi un'idea un po' più precisa di quello che il futuro ha in serbo per tutti noi.
A Trieste si parlerà, non a caso, di salute: la città è esemplare da questo punto di vista sotto diversi aspetti. Per le sue
particolari caratteristiche demografiche, che rispecchiano quello che accadrà nel prossimo futuro nella maggior parte delle città italiane. Ma anche perché a Trieste sono presenti una serie di eccellenze in ambito socio-sanitario riconosciute a livello mondiale : dal sistema della salute mentale alla cardiologia, dalla pediatria alla ricerca di base e applicata, il capoluogo giuliano è un osservatorio privilegiato per comprendere in che modo l'innovazione ci aiuterà a fare fronte alle sfide future nell'ambito della salute umana.
L'evento riunirà una serie di relatori provenienti da ambiti molto diversi per affrontare il tema secondo una prospettiva multidisciplinare, l'unica in grado di fornire soluzioni quando la società si trova davanti a sfide così complesse. L'ospite d'eccezione sarà il ministro della Salute Roberto Speranza, che interverrà a chiusura dei lavori, intervistato dal direttore de La Stampa Maurizio Molinari. A precederlo vi saranno molti interventi autorevoli: si partirà dalle istituzioni politiche, con il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e l'assessore regionale alla Sanità Riccardo Riccardi, e si proseguirà con il rettore dell'Università di Trieste Roberto Di Lenarda. Sarà poi la volta di Michela Flaborea, pre
sidente e amministratore delegato di Televita spa; di Mauro Giacca, professore di Scienze cardiologiche al King's College di Londra e all'Università di Trieste; e ancora di Margherita Granbassi, campionessa del mondo di scherma; Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park; Giuseppe Di Gemma, ceo di Aid4med; Renzo Simonato, direttore regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di
Terza tappa di un tour organizzato da La Stampa con testate del Gruppo Gnn
Intesa Sanpaolo; Gianfranco Sinagra, direttore della Struttura complessa di Cardiologia dell'Azienda sanitaria. Modereranno l'incontro, che sarà trasmesso in streaming e seguito sui social da un giovane team di UniTs, il direttore de II Piccolo Enrico Grazioli e il vicedirettore Alberto Bollis, con il coordinamento di Luca Ubal-deschi, direttore de II Secolo XIX e responsabile editoriale del Tour Innovazione di Gnn.
Per partecipare all'evento, che è a ingresso libero, si consiglia di prenotare il proprio posto registrandosi sul sito del Piccolo.—
L'ALFABETO DEL FUTURO
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Nell'ambito del Tour dell'innovazione sarà dedicato a "Le frontiere della salute' ' l'evento fissato per il 23 gennaio alla Stazione Marittima di Trieste
SANITÀ LOCALE 5
CERVIGNANO
Trasporto sanitario: rinnovato l'accordo Croce Verde-Comune
CERVIGNANO. E stato firmato ieri mattina, in municipio a Cervignano, il rinnovo dell'accordo tra la Croce Verde e il Comune. Il sindaco Gianluigi Savino e l'avvocato Diego Modesti, rappresentanti i rispettivi enti, hanno esteso l'accordo anche per quanto riguarda il sostegno alla mobilità di chi per emergenze sanitarie si rivolge al centralino telefonico.
Il primo cittadino si è detto «molto soddisfatto» per il rinnovo dell'accordo. «La Croce verde - spiega - fa parte a pieno titolo di un'offerta di qualità e di welfare di questo Comune» e che «si concretizza un rapporto ventennale» che il Savino si augurapossa proseguire.
L'oggetto della convenzione riguarda altresì il trasporto sanitario a favore degli ospiti della Casa di riposo e, cosa fondamentale per tutta la cittadinanza, l'attività di sorveglianza sanitaria in occasione degli eventi e delle manifestazioni organizzati dal Comune di Cervignano.
La convenzione «rispetta e attua quanto dichiarato nel nuovo codice del Terzo
settore, che prevede il riconoscimento e la promozione delle attività di volontariato come una delle espressioni più alte di partecipazione, solidarietà e pluralismo, che si situano nell'ambito più vasto del perseguimento di finalità sociali, civili e culturali», come affermato da Karin Faggionato, responsabile del settore dei servizi alla persona del comune di Cervignano.
Il volontariato è uno dei temi più importanti che riguarda la Croce verde cervi-gnanese visto che al suo interno operano oltre cento persone, moltissime delle quali volontari, oltre al personale infermieristico.
«Esprimo grande soddisfazione per la sottoscrizione della convenzione - conclude l'avvocato Modesti-, che rappresenta una storica continuità di collaborazione col comune di Cervignano, ente dotato di spiccata attenzione ed interesse per le problematiche del sociale». L'accordo stipulato nella mattinata di ieri ribadisce la collaborazione per una durata biennale. —
L.V. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ LOCALE 6
LA CURIOSITÀ
Camera con vista per la Terapia del dolore Una ditta di Mariano regala all'ospedale le serigrafie con laghi e monti che consentono ai pazienti di riconquistare la luce
Marco Bisiach
Potremmo parlare, lasciandoci andare un po' alla suggestione, di "nuovi orizzonti" perla Terapia del dolore a Gorizia. E in effetti per molti versi è proprio così. Non ci sono, al momento, novità rivoluzionarie relative alle tecnologie o ai percorsi terapeutici, in grado di fornire opzioni differenti e ulteriori miglioramenti per i pazienti in cura, ma c'è comunque un bel passo in avanti nella qualità del servizio che l'ambulatorio di Terapia del dolore e Cure palliative dell'ospedale San Giovanni di Dio è in grado di offrire ai malati. Che ora quando guardano alla finestra non trovano più una tendina abbassata, a garantire la privacy nella penombra, ma piuttosto splendidi paesaggi carichi di speranza e serenità. E il tutto grazie ad un gesto fatto con il cuore da una realtà imprenditoriale del territorio, che ha inteso così fare un regalo di Natale speciale, e di certo gradito, al nosocomio goriziano e a chilo frequenta.
Ma andiamo con ordine. La novità che ha aperto il nuovo anno e la bella sorpresa per i pazienti della Terapia del dolore sta nel fatto che gli ambienti degli ambulatori dove si svolgono, appunto, le sedute sono stati abbelliti da una serie di "fotoquadri" che sono
stati applicati alle finestre, coprendole. Si tratta di sottilissime stampe fotografiche che coprono i vetri delle finestre permettendo comunque a una grande quantità di luce di entrare (a differenza ad esempio di una tenda tirata), e al tempo stesso restituiscono l'impressione di osservare all'esterno della stanza non un monotono e spesso grigio paesaggio cittadino, ma piuttosto un meraviglioso scorcio di natura. Un qualcosa che di certo può fare la differenza, in positivo, per chi si trova a letto durante le terapie mediche infiltrative o anestesiolo-giche, o anche durante le sedute di agopuntura o tens.
«Purtroppo sino a ora eravamo costretti a oscurare le finestre per tutelare i pazienti nella loro privacy- racconta Corrado Thomann, referente della Terapia del dolore e Cure palliative -. Adesso, invece, con questa soluzione siamo riusciti a guadagnare luce e creare al tempo stesso un ambiente ideale per le cure del dolore. Dobbiamo ringraziare la ditta SeriGo, serigrafia di Mariano del Friuli che ha eseguito il lavoro in forma totalmente gratuita, regalando uno spettacolo eccezionale». Già, perché grazie ai "fotoquadri" una delle stanze sembra affacciarsi un lago di alta montagna, e un'altra è immersa negli splendidi colori delle colline di Castelluccio di Nor
cia, celebre località umbra colpita dal terremoto del 2016. «Proprio quest'ultimo paesaggio era già stato inserito nelle locandine del nostro ambulatorio per il suo valore simbolico - spiega ancora Thomann -, perché rispecchia i pazienti affetti da dolore: una fragilità messa a dura prova dagli eventi naturali, a cui va garantita attenzione e
Il referente Thomann: «Grazie alla SeriGo il nostro ambulatorio è diventato una Spa»
cura ricordando e potenziando i valori che custodisce». Il bel regalo fatto dalla serigrafia SeriGo all'ospedale goriziano e ai suoi pazienti - tanto entusiasti della gradita novità da definire con simpatia, come confida Thomann, le stanze dell'ambulatorio ormai simili a quelle di una Spa - non è comunque l'unica iniziativa benefica di queste settimane. La donazione si colloca infatti in una fase di raccolta fondi per dotare lo stesso ambulatorio anche della strumentazione per la laserterapia antalgica. Allo scopo è stato attivato il conto corrente intestato all'Orchestra Fil (m) armonica IT 41L 08622 12400 00000 0868491 con causale "progetto terapia del dolore".
SANITÀ LOCALE 7
CIVIDALE
Il dg dell'Azienda sanitaria, Massimo Braganti, e il responsabile della medicina, Paolo Olivo (secondo eterzo da destra) ieri in ospedale; a destra, uno scorcio di medicina e l'accesso alla strutturaduiLPtiHJjy;
Così sarà riorganizzato l'ospedale: un altro reparto sostituirà medicina Il dg Bragantì e il responsabile Olivo rassicurano: niente Rsa, ma Degenze innovative intermedie
Lucia Aviani
CIVIDALE. «Non chiamatela Rsa». Ben altra cosa sarà il reparto di "Degenze innovative intermedie" destinato a sostituirsi a quello di medicina del presidio sanitario di Cividale.
Dopo giorni di bufera politica sul caso dell'ospedale cittadino e alla vigilia dell'ennesimo faccia a faccia dei sindaci del territorio con il vicegovernatore Riccardo Riccardi, titolare della delega alla salute, sono il nuovo direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Massimo Braganti, e il responsabile della medicina cividale-se, dottor Paolo Olivo, a gettare luce su una questione finora carica di punti interrogati
vi. Dottor Olivo, fino a oggi,
documenti alla mano, si è parlato di conversione del reparto di medicina in Rsa. Non è così, dunque?
«No. La realtà è che i 22 posti letto della medicina, assieme agli 8 previsti per le Suap (speciali unità di assistenza protratta), passeranno a servizio di una innovativa struttura di degenza intermedia, con la potenzialità di salire a 39, perché tanti sono in dotazione al reparto. Si continueranno a ricoverare e a seguire con modalità ospedaliere, dunque con una équipe di medici, pazienti con problemi acuti, ma di bassa e media intensità. Alla base del provvedimento c'è un principio di sicurezza, per garantire piena
tutela al paziente nella gestione delle acuzie. I casi più critici devono necessariamente essere affidati a Udine, necessitando di strutture, strumentazioni e assistenza specifica; nel nostro reparto, che si qualificherà appunto come intermedio, affluiranno invece quelli che, pur sempre acuti, risulteranno meno gravi. In definitiva: il parametro sarà l'intensità della malattia, che a Cividale si fermerà alla soglia bassa e media. Ciò posto, identiche rimarranno le casistiche prese in carico».
Direttore Braganti, i trattamenti resteranno quindi ospedalieri? Il personale medico continuerà a esserci?
«Assolutamente sì. Il reparto potrà contare su una éq-
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uipe medica ospedaliera. La struttura per le degenze intermedie assicurerà un'offerta ospedaliera, ripeto, perle acuzie meno gravi, comunque anche di una certa complessità».
Quali sono le finalità dell'operazione, direttore?
«Favorire - seguendo la linea guida della massima sicurezza per il paziente - un interscambio con le medicine udinesi, per decongestionare le stesse dalle situazioni meno gravi, che saranno dirottate a Cividale».
Come avverranno i ricoveri nel presidio cittadino, dottor Olivo?
«Dal pronto soccorso locale, da quello di Udine e su richiesta dei medici di medicina generale, del Distretto, dalla Casa per anziani locale».
Può chiarire come si articolerà il progetto di specializzazione in campo geria-trico?
«Al percorso di riconversione della medicina, che andrà gradualmente costruito e che potrà, come detto, pure dilatare la capienza del reparto fino ai 39 posti letto disponibili sulla carta (17 dei quali chiusi, anni fa, per carenza di personale) , si affiancherà un progetto di presa in carico dell'anziano fragile, finora inattuato per mancanza di risorse. Il piano, che si vorrebbe avviare entro l'anno, si fonda sul presupposto che nel presidio per la salute di Cividale è attivo l'unico ambulatorio in geriatria di tutta l'Azienda Friuli centrale e oltre: si punta a potenziare questo settore per confe
rire alla struttura una precisa vocazione, sviluppando un modello che preveda anche la possibilità che il geriatra internista intervenga a domicilio e attivando, soprattutto, una valutazione multidimen-sionale dell'anziano, fin dal suo ingresso in pronto soccorso, per inquadrarne subito la situazione d'insieme. Ulteriore proposito è quello di creare un centro di riferimento per il decadimento cognitivo e per le malattie neurodegenerative».
Una specifica qualifica per la struttura, insomma, direttore Braganti?
«È la vocazione per Cividale. Grazie a questa specializzazione, il presidio potrà diventare un importante punto di riferimento per l'ospedale di Udine».—
LE REAZIONI
Balloch: «Alzare la voce serve» Chiabai: «Verificheremo i fatti» CIVIDALE. «Evidentemente alzare la voce serve». Il sindaco Stefano Balloch accoglie con questa considerazione gli sviluppi della questione ospedale, uscita dal limbo con le spiegazioni fornite ieri dal direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale Massimo Braganti e dal responsabile del reparto di medicina cividalese, dottor Paolo Olivo.
«Mi compiaccio - dichiara il primo cittadino - che sia stata fatta chiarezza rispetto ai documenti che circolavano e alle informazioni diffusesi negli ultimi giorni. Se le cose stanno effettivamente come è stato detto, corrispondono perfettamente a quanto chiedevamo: l'importante è che il
nostro presidio ospedaliero conservi un reparto di medicina, a prescindere dal nome che gli si vorrà attribuire, e il pronto soccorso. Non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione che certifichi le anticipazioni date alla stampa: attendiamo una conferma formale, che penso e spero arriverà negli incontri previsti per oggi (con il direttore Braganti) e per domani (con il vicegovernatore Riccardi), e confidiamo che i programmi vengano presto messi nero su bianco in atti ufficiali».
«Faccio presente - conclude Balloch - che anche del progetto di specializzazione in geriatria non c'era traccia, nel piano attuativo locale, fino a quando in sede di vota
zione del documento ci siamo fatti sentire, chiedendo con forza il suo inserimento nel Pai 2020».
Invita alla cautela Claudia Chiabai, candidata alle elezioni comunali 2020: «Ben venga il voltafaccia se sarà confermato dai fatti. Bisogna però stare molto attenti a che non si tratti solo di una manovra per disinnescare la bomba. Le prospettive delineate vanno messe per iscritto: solo a quel punto potremo deporre le armi. Se la linea d'indirizzo fosse stata questa fin dal principio, Regione e Azienda avrebbero potuto dircelo e la mobilitazione popolare non sarebbe scattata: a quanto pare pensavano che non capissimo cosa si stava programmali-
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do per ilnostro ospedale». «A questo punto - conclude
- sono anche sbugiardati il deputato Novelli e il consigliere regionale Miani, che hanno difeso a spada tratta per ordine di scuderia previsioni che ora risultano modificate». —
L.A.
SANITÀ LOCALE 10
Influenza in città il picco arriverà tra due settimane Più colpiti i bambini Rispetto all'anno scorso i casi per ora sono in diminuzione Tascini: merito dell'alta percentuale di persone vaccinate
Alessandro Cesare
Per ora la situazione è sotto controllo in città, ma il peggio deve ancora arrivare. Il picco dell'influenza, infatti, è atteso tra la quinta e la sesta settimana del nuovo anno, vale a dire tra gli ultimi giorni di gennaio e i primi di febbraio. Il 2020, fino a oggi, è stato clemente, con una diminuzione di casi rispetto all'ultimo periodo del 2019. Se a livello nazionale l'incidenza totale, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, è stata pari a 3,7 casi per mille assistiti, in Fvg questo valore è sceso a quota 2,98 casi.
A essere colpiti sono stati soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni, fascia d'età nella quale si osserva un'incidenza pari a 5,2 casi per mille assistiti. «Per i dati definitivi - spiega Carlo Tascini, nuovo responsabile della Clinica malattie infettive dell'Azienda sanitaria udinese - bisognerà attendere la fine di febbraio: per ora disponiamo solo di stime
tratte da un campione di pazienti». Arrivato a Udine da un mese, Tascini definisce «tranquilla» la situazione influenzale in città, anche perché «quest'anno gira un virus meno virulento rispetto agli ultimi anni».
Per ora i casi di influenza in regione, dall'inizio di novembre, sono stati 35 mila, 3.500 dei quali a cavallo tra 2019 e 2020.1 casi gravi sono stati 6, metà dei quali si
sono tramutati in decessi (uno a Trieste, due nel Pordenonese).
Nessuno criticità legata all'influenza a Udine, ma nemmeno ad altri tipi di patologie infettive. Merito anche dell'alta percentuale di popolazione che in Fvg, rispetto ad altre regioni, si sottopone ai vaccini. «Questo è un territorio virtuoso dove non si riscontrano le problematiche presenti in altre parti d'Italia».
In particolare, per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, l'area che fa capo all'Azienda sanitaria udinese registra una copertura del 57,3% con 38.232 vacci
nati su 66.673 residenti con più di 65 anni d'età. Un numero confortante se confrontato con quello nazionale, che non va oltre il 15,3%. «Il vaccino-aggiunge Tascini - va consigliato soprattutto ai soggetti a rischio e anche alle donne gravide. Purtroppo quest'ultima pratica, spesso, viene disattesa da ginecologi e ostetrici».
Altra nota dolente è «la scarsa propensione a vaccinarsi da parte del personale sanitario: a Udine si supera il 30 per cento, ma in regione siamo fermi al 18 per cento. È importante che la copertura sia massima per chi lavora in questo ambito, in quanto se tutto il personale di un reparto dovesse ammalarsi non saremmo più in grado di fornire un giusto servizio ai cittadini».—
I NUMERI
o Dati in Fvg
SANITÀ LOCALE 11
I casi di influenza in regione, dall'inizio di novembre, sono stati 35 mila, 3.500 dei quali a cavallo tra 2019 e 2020. Se a livello nazionale l'incidenza, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, è stata pari a 3,7 casi per mille assistiti, in Fvg questo valore è sceso a quota 2,98 casi.
I più gravi I casi gravi sono stati sei, metà dei quali si sono tramutati in decessi: uno si è verificato a Trieste, mentre gli altri due nel Pordenonese.
o e Le vaccinazioni
L'area che fa capo all'A
zienda sanitaria udinese registra, per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, una copertura del 57,3 per cento con 38.232 vaccinati su 66.673 residenti con più di 65 anni d'età. Per quanto riguarda il personale sanitario la percentuale a Udine è del 30 per cento contro il dato regionale che si ferma al 18 per cento.
Tra la fine di dicembre 2019 e l'inizio di gennaio 2020:
3 . 5 0 0 casi gravi in Fvg
(6 dei quali gravi con 3 decessi, 2 a Pn, 1 a Ts)
Incidenza virus ogni mille assistiti: • 3 , 7 in Italia
• 2,9 in Fvg • 5 , 2 (bambini sotto i 5 anni)
Vaccini AsuiUd fino al 29 dicembre:
5 7 , 3 % (totale Fvg 5 7 , 6 % , totale Italia 1 5 , 3 % ) ,
38.232 su 66.673 over 65 Copertura vaccinale personale sanitario AsuiUd:
• 3 2 , 5 % (totale Fvg 1 8 , 8 % )
Copertura vaccinale personale amministrativo AsuiUd:
• 1 8 , 1 % (totale Fvg 1 2 , 5 % )
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La fossa biologica è ostruita e il poliambulatorio si allaga Il presidio sanitario è stato sgomberato e quindi liberato dal liquido maleodorante Il sindaco Govetto sul posto assieme ai tecnici comunali e agli addetti allo spurgo
Gianpiero Bellucci
PAVIA DI UDINE. La fossa biologica è piena, le tubature sono ostruite e il poliambulatorio di Lauzacco si allaga. È successo lunedì pomeriggio nella struttura medica di via Strin-gher, che è stata sgomberata e successivamente liberata dall'acqua maleodorante che ha invaso uffici e ambulatori.
Nell'immediato il sindaco Beppino Govetto è intervenuto per porre rimedio alla situazione, assieme all'ufficio tecnico comunale e a una società di spurghi che ieri ha lavorato per liberare la fossa biologica dove convergono le acque nere.
«Si sono otturati i tubi di scarico - spiega il sindaco -perché la fossa si è riempita, negli anni, fino a non ricevere più le acque che sono quindi risalite fino a sgorgare nello stabile». Il problema, rimbalzato immediatamente sui social (segnalato anche da un post sul gruppo Facebook "Sei di Pavia di Udine se...") ha fatto riemergere la questione del nuovo poliambulatorio, che sta sorgendo accanto alla vecchia struttura, ormai ritenuta inidonea e troppo vecchia.
Riesplode la polemica sul ritardo dei lavori per ultimare la nuova sede per servizi medici
Una vicenda che si sta trascinando da tempo a causa dell'abbandono dei lavori di realizzazione della nuova struttura da parte dell'impresa che si era aggiudicata l'appalto.
«Se i tempi fossero stati rispettati fin dal principio, come previsto dalla gara d'appalto, - precisa il sindaco Govetto - il nuovo poliambulatorio sarebbe stato pronto già nell'estate 2019. Poi una seconda versione aggiornata del cronoprogramma presentato all'amministrazione comunale dall'impresa che si era aggiudicata il lavoro prevedeva il termine dei lavori per la fine di settembre. Ora, se ci troviamo in questa situazione è per il blocco dei lavori dovuto all'abbandono del cantiere da parte dell'impresa aggiudicataria».
La questione era stata anche al centro di un dibattito sorto a settembre quando l'op
posizione (Progetto Comune) chiese notizie in merito ai lavori: «Ad agosto - denunciavano nel settembre 2019 - il Comune ha ricevuto dall'impresa appaltatrice, la Effepi srl con sede a Villafrati (Palermo), la comunicazione di intervenuta risoluzione del contratto d'appalto».
Dal canto suo l'amministrazione stava seguendo la questione finita ormai in mano agli avvocati e imbrigliata in questioni contrattuali e legali. Ora, rileva Govetto, che sta seguendo personalmente la vicenda ormai dal momento del suo insediamento, «la faccenda è in via di definizione dopo le vicende che hanno portato al blocco dei lavori. Abbiamo acquisito il progetto di completamento del poliambulatorio a fronte del lavoro già fatto dall'impresa che ha rescisso il contratto. I serramenti saranno installati in tempi relativamente veloci e anche l'affidamento dei lavori potrà essere effettuata con una procedura semplificata».
Insomma, eliminati i principali problemi, la strada è in discesa e si apre quindi una prospettiva più vicina per il termine dei lavori.—
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SANITÀ
Azienda e Cro, le priorità sono primari e ricerca I direttori si sono incontrati con i sindaci. «Nuovo ospedale opportunità per Pordenone» Assunzione di personale e primari, nuovo ospedale e cittadella della salute e riduzione della mobilità extra provinciale e regionale dei pazienti dell'area vasta pordenonese : sono le priorità del nuovo direttore genera
le della Azienda sanitaria del Frulli Occidentale (ex Aas 5) Joseph Poli-meni che ieri, in municipio, ha incontrato la conferenza dei sindaci. Presentazione anche per il nuovo direttore generale del Cro Francesca To-
solini. Conferenza dei sindaci affollata per conoscere i due nuovi direttori generali che guideranno l'azienda sani tana e il Cro fino al dicembre del 2024. Con loro i tre direttori facenti funzioni della Asfo: Lorena Basso,
amministrativo, Michele Chittaro, sanitario, e Carlo Francescutti, servizi socio sanitari. I due direttori sono stati presentati dal sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani. SCHETTINI/PAG. 22
Primari e ricerca in cima all'agenda dei direttori di Azienda sanitaria e Cro Incontro in municipio con i primi cittadini del Friuli occidentale, Delineati strategie, interventi prioritari e criticità da risolvere
Donatella Schettini
Assunzione di personale e primari, nuovo ospedale e cittadella della salute, riduzione della mobilità extra provinciale e regionale dei pazienti dell'area vasta pordenonese. Queste le priorità del nuovo direttore generale dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale (ex Aas 5) Joseph Polimeni che ieri, in municipio, ha incontrato la conferenza dei sindaci. Presentazione anche per il nuovo direttore generale del Cro, Francesca Tosolini.
L'INCONTRO
Conferenza dei sindaci affollata per conoscere i due nuovi direttori generali, che guideranno l'Azienda sanitaria e il Cro fino al dicembre 2024. Con loro i tre direttori facenti funzioni dell'Asfo: Lorena Basso, amministrativo, Michele Chittaro, sanitario e Carlo Francescutti, servizi socio sanitari. I due direttori generali sono stati presentati dal sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, che ha auspicato che il Pai, il
piano attuativo locale dell'Asfo, possa essere migliorato e ha ricordato le sottolineature dei sindaci nell'ultimo incontro: necessità di assumere personale e di colmare le lacune nei servizi del territorio.
LE PRIORITÀ
Polimeni ha premesso di essere medico con alcune specializzazioni, aspetto che non ha mai dimenticato nella gestione delle strutture che gli sono state affidate. In questi giorni
è stato impegnato in incontri e sopralluoghi (oggi sarà ai presidi di Sacile e Maniago), ma ha già indicato le priorità da affrontare subito: assunzione di personale, del comparto e medico. In primis il "nodo" primari: «Nel Pai - ha detto - ci sono strutture complesse previste e non attivate e tante strutture che sono guidate da facenti funzioni. Dobbiamo dare una velocizzazione - ha detto - alle procedure previste per legge per l'individuazione dei primari». Per il direttore generale «il nuovo ospedale è una op
portunità per la città» ed è anche un'occasione per migliorare e ottimizzare i servizi. La burocrazia rallenta alcune procedure, ma il direttore generale ha rassicurato che «stiamo cercando di accelerare perché sia tutto pronto per l'attivazione» riferendosi non solo alla parte costruttiva, ma anche tecnologica e di arredi. Su San Vito al Tagliamento e Spilimbergo ha detto «che devono avere una loro mission e devono essere ottimizzati». Altro obiettivo è ridurre la mobilità passiva, cioè il numero dei pazienti che vanno fuori provincia o regione per curarsi, con investimenti mirati. Ha anche chiarito che sarà una gestione in continuità: «So che sono stati elaborati progetti - ha detto - che sto valutando e vorrei rassicurare che andremo in continuità con l'ottimo lavoro fatto». LO SVILUPPO
Parola, poi, al nuovo direttore generale del Cro Francesca Tosolini. Fra i temi trattati l'integrazione con l'Asfo: alcuni protocolli sono già operativi e a breve le due aziende si incon-
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tireranno per fare il punto sulla situazione e superare eventuali criticità. «Il versante importante - ha detto - per il Cro è quello della ricerca, per le quali ci sono linee già delineate». Il Cro sarà l'unico in regione per la ricerca "Fase 1", che comporterà la sperimentazione di nuovi farmaci da utilizza
re per la prima volta sugli uomini, un'opportunità di cura in più per i pazienti. «Altro tema rilevante - ha aggiunto To-solini - è la protonterapia. Adesso stiamo lavorando al bando», con lo scopo di attrarre ancor più pazienti da fuori regione. Altra sfida è quella
prevista dalla legge di riforma, che dà la possibilità anche agli Irccs di essere riconosciuti come hub regionale per alcune funzioni. Infine la direttrice generale del Cro ha parlato dei ricercatori, il cui percorso di stabilizzazione è cominciato e per i quali adesso si dovrà entrare in una nuova f ase. -
In alto da sinistra Francesca Tosolini e Joseph Polimeni, vicino a Ciriani, alla riunione coi sindaci (nelle duefota sotto) in municipio KMISffilNAIG
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IL CONVEGNO
Claudio Modolo
SACILE. "Sanità presente e futuro a Sacile": ipotesi, dubbi e speranze al centro dell'incontro organizzato dal Pd il 21 gennaio, a palazzo Ragazzoni alle 20,30 con al centro la legge regionale di riforma.
«La certezza è quella della difesa - ha anticipato Claudio Modolo, segretario Pd liventino - della sanità pubblica». In cabina di regia anche gli attivisti di Cittadinanza attiva e Articolo 21: chiedono con i democratici il disco verde
"Il futuro della sanità": convegno Pd sulla riforma regionale al Modello Saci-le2.0.
«Relatori nella serata dedicata alla sanità Furio Honsell consigliere regionale Pd - ha aggiunto Modolo - con Ezio Beltrame ex assessore regionale nella giunta Illy, Nicola Confi-coni consigliere regionale e l'ex dirigente sanitario Nicola Delli Quadri. Contiamo sulla presenza dei comitati Ospedale Saci-le-AltoLivenza e No-tagli, poi dell'ex primario sacile-
se Giorgio Siro Carniello». La sanità privata a Saci
le è da sempre nel mirino del Pd. «Policlinico Liven-za al servizio degli interessi della politica e non dei sacilesi - ha sottolineato Modolo, criticando il progetto avanzato dalla Lega -. I bisogni sono legati all'invecchiamento, alle cronicità, all'integrazione socio-sanitaria e alla Sip». Invece i comitati reclamano il pronto soccorso a Sa-cile.-
C.B.
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