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Rivista di informazione e approfondimenti di mercato
MAGAZINEMAGAZINEMAGAZINEMAGAZINE
NewSImpresa Anno 1 Maggio 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 2/2011
CAE:Simulare per competere
Safety & Securityquando ci devono essere
Domotica:Monitoraggio e controllo mai cosi’ semplici
Industrial Ethernet: la via maestra?
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EdiTToriale
ICT- pLM - speciale cae
il caefattore critico di successo
per continuare a competere
idee ed esperienze
per lo sviluppo
di prodotti innovativi
Ugitech Ottimizza
il Processo di Colata Continua
progettazione di carri per i trasporti eccezionaliUn progetto che ha richiesto
oltre due anni di lavoro
da parte del team di progettisti
SKYLINE
italkranecad 3d e pdm per rimanere leader
siemens industry softwarePassione e competenza
automazionesafety & security
la sicurezzaun ‘must’ per i sistemi
di automazione
phoenix contactsoluzioni
modulari per Safety & Security
Safety & Security secondoSchneider Electric:un’opportunita’ per le aziende
MAppe mentali
rockwell automationsicurezza delle macchine
a partire dalla progettazione
To watch industrial ethernet
ethernet industriale
Rockwell Automationpunta su Ethernet/IP, senza
perdere di vista DeviceNet
e ControlNet
advantechle strategie vincenti
di un global player
la ethernet di beckhoffsi chiama EtherCat
elettronica - Domotica e Building Automation
la chiave del risparmio energetico
La vision Progea su domotica e BuildingAutomation
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Il codice QR: leghiamo online e offl ineUn Codice QR (Quick Response Code) è un codice a barre a matrice bidimensionale, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informa-zioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici. Il codice QR è stato sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave allo scopo di tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche di Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un normale codice a barre, è stato in seguito utilizzato per la gestione delle scorte da diverse industrie. In pratica, utilizzando uno smarphone di ultima generazione (come uno degli ultimi Nokia o un iPhone, ad esempio) è possibile inquadrare nella fo-tocamera il codice QR e, dopo pochi attimi, navigare online all’indirizzo web che è stato inserito all’interno del codice. Per fare questo è suffi ciente scaricare sul proprio device una delle applicazioni gratuite che possono essere trovate sui rispettivi store. Al momento, i codici QR sono una soluzione molto effi cace per trasformare una comunicazione offl ine (un articolo o una pagina pubblicitaria, ad esempio) in un contenuto fruibile direttamente sul proprio telefonino dotato di accesso a Internet.Grazie ai codici QR che inseriremo, potrete quindi accedere online ad eventuali pagine di approfondi-mento dei temi trattati. La cosa più interessante è che oggi chiunque può generare gratuitamente i propri codici QR e, grazie alle numerose possibilità offerte dal web 2.0, può utilizzarli per effettuare azioni marketing-oriented perfettamente tracciabili e valutabili nel corso del tempo.Il sito a cui potete connettervi con il vostro dispositivo portatile per scaricare automaticamente il software di gestione dei QRcode è: http://i-nigma.mobi/
EditorePentaconsulting SrlPiazza Caiazzo, 2 20124 MilanoTel. 02 92958990 - fax 02 700595960
REDAZIONEDirettore ResponsabileMassimo [email protected]
Direttore TecnicoValerio [email protected]
Uffi cio Traffi coArianna [email protected]
Art DirectorIvan [email protected]
Hanno collaborato a questo numeroMarinella Croci, Mauro Galano, Paolo Fiorani, Daniele Vizziello
StampaC&M print s.a.s.Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI)
Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009
inquadra e accedi al sito www.newsimpresa.it
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SOMMARIONumero 2 - maggio 2011
ERRAGTA CORRIGE: Nel sommario del numero 2 è stato indicato
a pg. 18 il titolo errato dell’articolo ivi presente. “Lo SCADA HMI
di Successo: il vostro” a cura di Paolo Fiorani.
Ci scusiamo con Progea e con i lettori. news: pagg. 22 - 23 - 31 - 49
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Edi oriale
Il dualismo ‘onda materia’, tanto caro al profes-
sor Fontanesi (mi scuso con il magnifico Retto-
re di non aver utilizzato l’attuale titolo, ma per
esigenze giornalistiche, in questo caso, anche
se momentaneamente, ho dovuto riportare le
lancette del tempo al 1977, anno in cui seguivo
le sue lezioni di Fisica2), sembra aver permea-
to il management di buona parte delle nostre
aziende manifatturiere. Non essendo mia in-
tenzione rimanere ermetico passo tosto a dare
spiegazione di cotanta affermazione: prendiamo il mana-
ger d’azienda e seguiamolo dapprima nel suo criterio di
scelta di un prodotto di suo uso personale o familiare. Egli
si documenta, si informa, scarta l’oggetto dal costo entri
level e punta su una situazione di valore. Procede all’ac-
quisto e, guardando il conto (lo scontrino o la fattura),
commenta a mezza voce fra sé e sé, si certo ha un suo
costo ma vista la qualità dei componenti, l’affidabilità del
marchio e della sua assistenza è senza ombra di dubbio
un buon acquisto. Spesso, a sottolineare di essere nel giu-
sto, fa appello al vecchio detto che recita il “chi più spen-
de meno spende”.
Ora prendiamo lo stesso manager,riportiamolo in azienda
e seguiamo il suo iter decisionale nell’acquisto di un pro-
dotto servizio per l’azienda. In questo caso avviene una
curiosa trasformazione, il bene da acquistare prevede
la manovra del risparmio per il risparmio, poco importa
se il fornitore è consolidato, di fascia entry level oppure
innovativo ad elevato valore potenziale. Sembra che sia
assolutamente ininfluente se al prezzo strappato corri-
sponde l’acquisto di un bene che dà un basso contribu-
to al valore del prodotto aziendale e quindi all’azienda.
Difficilmente ci si imbarca in un nuovo fornitore. Quindi si
porta con sé incertezze che potrebbero sovrascrivere in
un attimo le eventuali opportunità - la tendenza è quella
di soppesare ed esprimere dubbi, nonché - anche se si
ravvisano situazioni di valore - di richiedere un trattamen-
to economico estremamente inferiore a quanto propo-
sto, fornendo come paragone l’attuale fornitore.
Così facendo il manager in questione nega, di fatto, il
riconoscimento del valore del fornitore e del potenziale
ritorno per l’azienda in merito all’acquisizione del bene.
Egli dimentica così almeno un paio di situazioni; la prima
- una legge economica fondamentale - che nessuna
impresa (neanche quella del fornitore) può rimanere
aperta e svilupparsi se non genera utili. Gli utili del forni-
tore - guarda il caso - servono anche a garantire la sua
potenziale possibilità di operare per continuare a miglio-
rare con costanza e nel tempo il proprio prodotto servizio.
Il manager dimentica, poi, le regole della ‘correttezza
professionale’ e della serietà del fornitore. Ma quale affi-
dabilità è lecito aspettarsi da chi offre un bene servizio a
100 e conclude una fornitura a 40-50? Delle due l’una: o
era ‘disonesto in prima battuta’, oppure è nella con-
dizione di prendere comunque tutto ad ogni costo. In
entrambi i casi è decisamente difficile che quel fornitore
sia portatore di valore.
Non tutti i manager sono così, molti si interessano dell’an-
damento e delle prospettive dell’azienda fornitrice e
sono disposti - entro certi limiti - ad un esborso economi-
co che possa fungere da elemento catalizzatore di un
sistema integrato clente-fornitore al fine di generare e
trasferire valore. Quanto vale un pronto intervento o un
idea di un fornitore all’insorgere di un problema con un
cliente o, peggio, con il proprio mercato?
Siamo sicuri che un’ottica quantomeno di medio termine
tesa a dare continuità, valore e capacità complessiva di
continuare a competere alla fine non ponga l’azienda in
una situazione vincente?
Bene, al management la scelta se rimanere onda-
materia o virare verso un ottica di valore sapendo che
la strada è comunque lunga e complessa, ma essendo
coscienti che una buona ricetta culinaria, oltre che di un
buon cuoco, necessita di ingredienti di ottima qualità.
Barra a dritta e rotta sul Valore del valore... Per continua-
re a competere non ci sono altre strade.
Buon lavoro a tutti.
Massimo Fucci
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IL CAEfattore critico di successo per continuare a competere
Di Massimo Fucci
In un mercato caratterizzato da una competizione
sempre più serrata, le aziende manifatturiere devo-
no concentrarsi sul ciclo di sviluppo prodotto, al fine
di renderlo più efficiente in tutte le sue fasi. È ormai
opinione consolidata che per incrementare i benefici
delle tecnologie CAx (Computer Aided) acquisite, va
posta maggiore attenzione alla fase iniziale di svilup-
po del progetto. L’obiettivo è di realizzare un buon
prodotto direttamente al primo rilascio, in modo da riuscire,
dove possibile, a eliminare oppure a ridurre al minimo la rea-
lizzazione di un prototipo fisico. In questo caso la simulazione,
e quindi le applicazioni CAE (Computer Aided Engineering), rappresentano un vero e proprio fattore critico di successo.
L’uso efficace della simulazione digitale consente ai progettisti
di comprendere, prevedere e migliorare la fruibilità dei pro-
dotti direttamente in maniera digitale. La simulazione consente
di studiare diverse alternative di realizzazione e, pertanto, di
ridurre i costi diretti associati ai prototipi fisici.
Un’analisi dell’offerta CAE nel mercato italiano realizzata, da
Pentaconsulting (www.pentaconsulting.it), mostra la presenza
dei tradizionali fornitori di soluzioni CAD affiancati dai produttori
di codici di calcolo e di moduli applicativi verticali sia in moda-
lità stand alone, e/o come plug-in di applicazioni CAD.
Lo studio ha evidenziato una crescita a due cifre anno su anno
delle soluzioni CAE: un valore ancora ben lungi dal poter esse-
re considerato saturo; le licenze installate, inoltre, non vengono
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ancora sfruttate nel pieno delle loro funzionalità.
La situazione evidenziata è frutto di una serie di circostanze
ascrivibili al 50% all’azienda utilizzatrice e al 50% al fornitore
della soluzione CAE.
L’azienda utilizzatrice troppo spesso non pianifica una corret-
ta introduzione di nuovi strumenti, in quanto si è consolidata
l’abitudine di non programmare una fase di formazione e
addestramento all’uso. Purtroppo si pensa, sbagliando, che il
periodo di formazione sia tempo perso, poiché viene sottratto
a quello dedicato all’attività di progettazione, anche se, in
realtà, facendo bene i conti, fa risparmiare tempo e contem-
poraneamente incrementa la qualità di quanto realizzato.
Anche il fornitore non è immune da ‘colpe’ poiché in genere è
un rivenditore con buone competenze nella messa a regime di
soluzioni CAD, ma nella maggior parte dei casi non è ade-
guatamente preparato all’implementazione di applicazioni
CAE, nel senso che difficilmente uno ‘strutturista’ è presente
tra i collaboratori del rivenditore. Al massimo si supportano le
funzionalità del programma, non la metodologia di simulazione
e verifica.
Le aziende utenti dovrebbero, quindi, utilizzare come criterio di
scelta del fornitore anche la professionalità tecnica in merito
alla fornitura CAE.
Le best practice per un utilizzo efficace di una soluzione CAE
recitano che il progettista stesso deve essere in grado di pa-
droneggiare di per sé, metodi e software per la simulazione.
Solo se si supera una certa soglia di criticità (parti per motore
di aereo, per impianti nucleari ecc.), deve essere effettuata
anche una verifica con l’esperto del settore specifico.
Il mercato offre una vasta gamma di soluzioni in grado di sod-
disfare le diverse esigenze di calcolo e simulazione necessarie
alla realizzazione di prodotti: dall’analisi meccanica di resisten-
za e sforzo, alla mappatura della distribuzione termica di una
scheda e/o di un apparato per comprenderne gli ambiti di
funzionamento, oppure alla verifica di cinematismi. Il gruppo
di fornitori vede la presenza di brand che hanno una matrice
storica di software-editor nei diversi ambiti che gravitano all’in-
terno del processo di sviluppo prodotto e aziende specializzate
nel calcolo e nella simulazione.
Il tutto in un contesto in cui le applicazioni spaziano dall’ambi-
to strutturale a quello tecnico, fino ad arrivare a comprendere
il cosiddetto ambiente ‘multifisico’. In quest’ottica l’architettu-
ra modulare di Comsol Multiphysics permette la modellazione
mediante moduli dedicati ad aspetti fisici specifici, strumenti
di modellazione ausiliari (librerie di materiali, ottimizzazione e
analisi di sensitività), interfacce a prodotti CAD (connettività
bidirezionale con Pro/Engineer, Autodesk Inventor, SolidWorks
e Matlab), solutori ed elementi finiti formulati per studi specifici.
Gli ambiti d’ uso del software sono molteplici e tra le diverse
discipline coinvolte si possono citare acustica, ingegneria chi-
mica, geomeccanica, flussi in mezzi porosi, elettromagnetismo
in bassa e alta frequenza, fluidodinamica, trasporto di calore
(per conduzione, convezione e irraggiamento), meccanica
strutturale e tutte le loro combinazioni lineari.
Uno dei benefici principali dell’architettura modulare proposta
da Comsol, che interessa tanto i progettisti-analisti quanto i di-
COMSOL
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rettori tecnici è la modula-
rità di adozione. Infatti chi
è interessato sia ai moduli
per l’analisi strutturale sia ai
moduli per l’analisi termica
può iniziare con un investi-
mento contenuto utilizzan-
do, e quindi acquistando,
quello tra i due che al
momento rappresenta la
priorità e, in seguito, proce-
dere con l’acquisto di altri
moduli e l’ampliamento
dell’attività di modellazio-
ne tipicamente svolta. “In
questo contesto COMSOL
Multiphysics sottolinea Va-lerio Marra, Marketing Manager, Comsol (www.it.comsol.com)
- è l’ambiente di modellazione e di simulazione degli elementi
finiti che, all’interno dello stesso applicativo, permette agli
utenti la creazione della geometria, della griglia di calcolo,
l’impostazione delle fisiche presenti nel modello, la sua soluzio-
ne e il post-processing dei risultati. Funzionalità che consentono
di includere diversi aspetti fisici in un unico modello”.
Anche per Dassault Systémes l’approccio Multifisico rappre-
senta la massima espressione della disciplina di simulazione,
dedicata anche ad aziende strutturate per conoscenza e
tipologia di prodotto.
“La nostra offerta per il mercato CAE –afferma Gianluca Go-nella, PLM Channel Europe South Managing Director - Dassault Systèmes Italia (www.3ds.com) - è da sempre contraddistin-
ta da una grande granularità delle soluzioni, un approccio
modulare destinato a diverse tipologie di utenze: dal calcolo
ad elementi finiti per componenti ed assemblaggi destinato
a progettisti che non siano specificatamente degli esperti di
analisi strutturale sino alla soluzione di problematiche in ambito
Multifisico per le azien-
de che considerano la
simulazione realistica un
tassello fondamentale per
la realizzazione di prodotti
innovativi e competitivi.
La seconda peculiari-
tà dell’offerta Dassault
Systèmes è l’integrazione
delle varie tipologie di
analisi (lineare, non lineare,
termica, dinamica) con il
progetto. In questo modo
si è sicuri che alla modifica
di una parte dello stesso si
modificano automatica-
mente le verifiche ad esso
associate”.
Le soluzioni V6R 2011 per
Simulia comprendono sia
la linea di prodotti Design Isight, Structure Thermal e Structure
Plus, sia prodotti per la gestione del ciclo di vita della simula-
zione, come Scenario Definition. Structure Plus, in particolare,
integra le tecnologie Abaqus e può essere considerato come
un’estensione diretta delle funzionalità di progettazione conte-
nute in Catia V6. Scenario Definition, invece, basato sull’infra-
struttura Enovia V6 che offre l’accesso immediato alle informa-
zioni generate/necessarie al processo di analisi, simulazione e
Simulation Review, un’estensione delle funzionalità di 3D live
per la ricerca e la navigazione in 3D di tutte le simulazioni effet-
tuate su di un componente, ma anche su di un intero insieme.
Tra le caratteristiche di un buon software per la simulazione ci
sono la robustezza dei solutori, la capacità di accoppiare più
fisiche, il numero di modelli implementati. Le prestazioni del
software sono ovviamente fondamentali per poter davvero
basare lo sviluppo di prodotto sul CAE, ma spesso si tralascia
Valerio Marra, Marketing Manager, COMSOL
Gianluca Gonella, PLM Channel
Europe South Managing Director -
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un aspetto fondamentale
che è la capacità del sof-
tware stesso di aumentare
la produttività dell’azienda
e delle persone più qualifi-
cate al suo interno.
“Una prima valutazione –
afferma Paolo Colombo Responsabile Marketing di Ansys in Italia (www.ansys.
com) – riguarda il costo del
personale che si occupa
di simulazione. Per gestire
questi software, è neces-
sario un utente preparato,
quasi sempre un ingegnere
che conosce le basi del
calcolo strutturale, fluidodinamico o elettromagnetico. Ovvia-
mente le conoscenze possono essere più o meno profonde a
seconda dell’applicazione che si analizza, ma la risorsa tecni-
ca non è un giovane inesperto e di conseguenza rappresenta
per l’azienda un investimento il cui costo, nel tempo, incide
ben oltre quello del software e dell’hardware”.
Per questo ANSYS Workbench intende velocizzare il più pos-
sibile le operazioni di setup, lasciando così all’ ingegnere più
tempo per lavorare sui risultati dell’analisi, la fase in cui porta il
grande valore aggiunto delle sue competenze.
“Diverse le situazioni in cui si richiede esperienza ed una
soluzione CAE flessibile
- stigmatizza l’Ing. Fran-cesco Palloni, Business Development Manager di SmartCAE (www.smartcae.
com) – prendiamo il caso
di Puro srl, azienda che ci
ha interpellato per trovare
una soluzione al proble-
ma della simulazione del
processo di sterilizzazione
all’interno di un reattore
con lampade a ultraviolet-
ti. Da una collaborazione
che ha coinvolto anche il
gruppo di lavoro dell’Uni-
versità di Parma che si oc-
cupa di impianti industriali,
guidato dal Prof. Roberto Montanari, è nato il software UVdose:
un ambiente che consente l’accoppiamento tra la simula-
zione fluidodinamica CFD e il calcolo dell’effetto sterilizzante
dei raggi ultravioletti, per il quale SmartCAE ha sviluppato un
opportuno codice di calcolo mediante ray-tracing”.
Puro srl ha ora a disposizione uno strumento per prevedere in
ambiente virtuale le prestazioni del proprio prodotto. Questo
approccio ‘CAE-driven’ ha consentito al cliente una decisa
riduzione dei tempi di sviluppo del prodotto e la possibilità di
mettere in produzione soltanto quei reattori che siano in grado
di soddisfare i requisiti di progetto.
Gli strumenti dedicati alla simulazione sono parte integran-
te dell’offerta di prodotti/moduli a corredo dell’offerta
MCAD, di PTC.
“Con l’annuncio di Creo – evidenzia Fabrizio Ferro Director, Technical Sales & Business Development (www.ptc.com) - si è
fatto un passo avanti per
quanto riguarda la dispo-
nibilità delle funzionalità
di simulazione, non solo
nell’ambito dell’offerta ex
Pro/Engineer (ora Creo
Elements/Pro, ma anche
nell’ambito dell’offerta
ex CoCreate (ora Creo
Elements/Direct). Questo
rappresenta uno dei tanti
ambiti nei quali le due so-
luzioni, una volta separate,
stanno convergendo. Da
oggi quindi esiste la possi-
bilità di effettuare calcoli
strutturali sia utilizzando
modelli Creo Elements/Direct sia modelli Creo Elements/Pro”.
In questo modo anche gli utenti che usano questo paradigma
di modellazione saranno in grado di beneficiare delle funziona-
lità di simulazione strutturale e termica abbinate al generatore
di mesh a elementi geometrici proprio di Mechanica.
La sfida di proporsi sul mercato con prodotti che possano coa-
diuvare l’eccellenza delle prestazioni con costi competitivi non
può essere intrapresa senza un’efficiente ed efficace ingegne-
ria aziendale.
“La progettazione deve essere in grado di prevedere le
performance del prodotto, mediando tra requisiti spesso in
conflitto tra loro - Gian Luca Sacco, Marketing Director South Europe di Siemens Indu-stry Software (www.plm.
automation.siemens.com)
la soluzione CAE di NX è
un tutt’uno con l’ambien-
te di progettazione CAD,
aspetto molto importante
sia per quelle che sono
le funzionalità disponibili,
sia perché elimina il gap
storicamente presente tra
team diversi dell’azienda”.
La gestione delle modifi-
che funzionali alle analisi
è esempio di come una
soluzione integrata possa
ridurre i tempi di proget-
tazione migliorando la
qualità dei prodotti.
I tool CAE tradizionali –in genere- non riescono a gestire modi-
fiche CAD, specie su geometrie complesse; spesso quindi gli
Paolo Colombo Responsabile
Marketing di Ansys in Italia
l’Ing. Francesco Palloni, Business
Development Manager di SmartCAE
Fabrizio Ferro Director, Technical
Sales & Business Development
ICT - PLM speciale CAE
Gian Luca Sacco, Marketing
Director South Europe di Siemens
Industry Software
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Siemens PLM Software, un’offerta a differenti livelli in grado di sod-disfare le diverse esigenze di simulazione e verifica, indipendente-mente dalla dimensione dell’azienda e dal settore in cui opera. Le applicazioni di simulazione dei prodotti NX includono la simu-lazione dinamica, l’analisi lineare, la valutazione delle prestazioni a livello di sistema e l’analisi di risposta in frequenza, la durata a fatica, la fluidodinamica e l’analisi strutturale in ambito multi-fisi-co per una simulazione completa delle prestazioni funzionali. Una gamma completa di funzionalità lineari e non lineari. Per risolvere sia problemi di natura statica, sia problemi di carattere dinamico. Il software NX Nastran fa parte della suite NX, la soluzione integra-ta di progettazione, produzione e ingegnerizzazione a computer (CAD/CAM/CAE) di Siemens PLM Software. Femap, disponibile stand-alone è indipendente dal CAD e al contempo sfrutta il ker-nel di modellazione software Siemens Parasolid, o insieme a NX Nastran, in questo caso corredato da moduli aggiuntivi. Solid Edge Simulation è una soluzione di simulazione incapsulata nel sistema 3D CAD Solid Edge che offre una procedura guidata per
l’analisi dei componenti in lamiera, solidi e assiemi.
ICT - PLM speciale CAE
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analisti sono costretti a rimandare le modifi che ai progettisti
con conseguente aumento dei tempi.
“La tecnologia sincrona di NX - continua Sacco - consente di
apportare modifi che CAD direttamente nelle zone interessate.
L’integrazione poi garantisce l’automatico aggiornamento
di tutto il modello FEM (Mesh, Carichi e Vincoli) permetten-
do notevoli riduzioni dei tempi per la valutazione di soluzioni
alternative”.
L’ambiente di progettazione e analisi di NX ha già dimostrato
di poter ridurre drasticamente il tempo impiegato dai tecnici
per validare le prestazioni del prodotto nelle varie fasi di evolu-
zione del progetto.
“La nuova release di NX - conclude Sacco - fornisce ulteriori
funzionalità in tre direzioni: una migliore integrazione con la pro-
gettazione del prodotto, un ulteriore consolidamento del solutore
multifi sico e nuove soluzioni che mettono in relazione i diversi
modelli di simulazione digitali con i dati misurati in fase di test”.
Le aziende operanti nel settore dei prodotti di consumo, in
particolare, hanno necessità di sviluppare prodotti in un arco
di tempo sempre più ristretto; inoltre devono operare in un
mondo in cui la progettazione di prodotti in materiale plastico
risulta molto più complessa rispetto a quelle in metallo, poichè
bisogna tenere in considerazione diversi fenomeni che ne
infl uenzano le proprietà. In funzione del processo di trasforma-
zione, ad esempio, si possono indurre stress sul materiale, ridu-
cendone la soglia di resistenza. Per gestire in maniera ottimale
entrambi gli ambienti, le versioni 2012 del software Autodesk
(www.autodesk.it) per la progettazione e l’ingegneria 3D dedi-
cati al settore manifatturiero, ora includono la nuova Autodesk Product Design Suite sviluppata per agevolare l’implementa-
zione delle soluzioni per la progettazione, la simulazione e la
PTC
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ICT - PLM speciale CAE
visualizzazione. La gamma di soluzioni proposte da Autodesk
per il Digital Prototyping consente alle aziende di progettare
e realizzare prodotti di buona qualità, ma con una particolare
attenzione rivolta alla eco-sostenibilità.
“L’integrazione fra le funzionalità di progettazione meccani-
ca 3D offerte da Autodesk Inventor e i software Autodesk nel
campo della visualizzazione e della simulazione permette di
affrontare e risolvere problematiche più complesse - sottolinea
Robert Buzz Kross, senior vice president, Manufacturing Industry Group di Autodesk – Infatti i nostri clienti hanno la necessità di
realizzare prodotti di qualità in modo più efficiente, con l’ado-
zione delle nuove suite il
processo di implementa-
zione del workflow per il
Digital Prototyping viene
notevolmente semplifica-
to”.
In quest’ottica, l’offerta
Autodesk in ambito CAE
viene sì aggiornata ma an-
che asservita a una logica
di integrazione; sono stati
inseriti inoltre una serie di
miglioramenti delle funzio-
nalità software. In partico-
lare, Autodesk Simulation 2012, precedentemente
noto come Autodesk Algor
Simulation, presenta una nuova interfaccia utente e una com-
pleta integrazione con Autodesk Vault, con nuove funzionalità
per la gestione delle revisioni. Autodesk Moldflow 2012 introdu-
ce la simulazione in tempo reale dello stampaggio a iniezione,
consentendo di valutare in una frazione di secondo rispetto ai
tempi richiesti da una simulazione standard, le diverse alternati-
ve di progettazione delle parti in plastica; il tutto in un ambiente
integrato con la suite Inventor che ora è in grado di evidenziare
e controllare i risultati della simulazione effettuata con MoldFlow.
Un ulteriore contributo alla produttività in generale, viene fornito
dalla possibilità di rilasciare contenuti in formati standard o
standard de facto, come il DWG che rappresenta una comoda
ipotesi di interscambio dati e la generazione dei report a seguito
delle attività di analisi e simulazione in formato RTF, affinché pos-
sano essere riutilizzati direttamente dagli utenti con un qualsiasi
programma di gestione testi. Le soluzioni CAE storicamente sono
state adottate dalle aziende dei settori aeronautico e automo-
bilistico e destinate a un uso da parte di esperti strutturisti; nel
tempo sono diventate comuni e accessibili ad aziende di tutte
le dimensioni e a progettisti che non vantino un background
specifico nel calcolo ad elementi finiti. La semplicità dell’in-
terfaccia delle applicazioni e il ridimensionamento dei costi
fanno sì che queste soluzioni possano essere disponibili per un
mercato più ampio ed eterogeneo. E’ oramai riconosciuto che
la simulazione in un ambiente collaborativo è fondamentale per
ridurre il time-to-market e massimizzare le esperienze pregresse.
Prodotti di successo possono essere lanciati in tempi ridotti
anche grazie all’uso intensivo di queste discipline. E’ noto che i
Robert Buzz Kross, senior vice presi-
dent, Manufacturing Industry Group
di Autodesk
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ICT - PLM speciale CAE
software CAE commerciali sono in grado di affrontare problemi
generali. E’ altrettanto noto che ogni cliente cerca nel sof-
tware CAE la soluzione al proprio problema specifico. Quando
il software non è in grado di adempiere completamente al
compito previsto, occorre sviluppare delle personalizzazioni. Le
personalizzazioni possono diventare veri e propri moduli di ana-
lisi ‘customer-driven’ sviluppati su specifica del singolo cliente
e resi disponibili come plug-in o moduli esterni. In conclusione,
progettare e simulare sono oramai fasi inscindibili per le azien-
de che intendono continuare a competere.
DASSAULT SYSTÉMES
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CAD 3d, cae, idee ed esperienze per lo sviluppo di prodotti innovativi
Di Massimo Fucci
I n un contesto in cui l’idea e la sua capacità di realizzazione
rappresentano il valore aggiunto delle aziende che inten-
dono continuare a competere con successo nel proprio
mercato di riferimento, la sinergia tra CAD 3D e CAE gioca
un ruolo fondamentale.
Le modalità in cui i due strumenti si integrano e la capacità
del progettista sono chiamate a risolvere problemi di forte
contrasto: una struttura leggera ma resistente, corta ma
estensibile, utilizzabile da -10 a +50 gradi centigradi, di valore ma
ad un prezzo accettato del mercato.
“È chiaro - sottolinea l’Ing. Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline - come, per riuscire a centrare
obiettivi così importanti, siano necessari strumenti software estre-
mamente raffinati come FEMAP e NX-Nastran di Siemens Industry
Software che consentono alle aziende di ridurre molto il time to
market, di incrementarne qualità dei risultati e, nel contempo di
contenere i costi”.
L’azienda ha scelto di concentrare le proprie attività di calcolo
sulle strutture di carpenteria saldata sottoposte alle più svariate
situazioni di carico (accelerazioni, pressioni, forze distribuite o con-
centrate) e di vincolo, nonchè sulla simulazione di corpi a contatto
con l’utilizzo di contatti lineari e non lineari per scandagliare nel
profondo la risposta strutturale .
“La coesistenza in un unico modello di diversi tipi di elementi –
aggiunge Bozza - quali quelli di superficie Plate, quelli lineari Beam
e quelli tridimensionali Solid, permettono lo studio approfondito
delle strutture di carpenteria con l’analisi di zone con lavorazioni
di macchina anche complesse o con zone caratterizzate da sal-
dature particolarmente sollecitate. Inoltre, il pacchetto di solutori
FEMAP ci ha permesso di completare le nostre esperienze con lo
studio di strutture soggette a sollecitazioni variabili nel tempo e/o a
sollecitazioni nel campo delle frequenze”.
Il valore di queste esperienze è accresciuto da progetti corredati
da calcoli rivolti a risolvere situazioni in cui vi siano condizioni di non
linearità dei materiali.
“In particolare – continua Bozza – la nostra esperienza ci sta
dirigendo a valutare l’ipotesi di uscire dal campo elastico del ma-
Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline
ICT - PLM speciale - CAE
Skyline interpreta il CAE come lo strumento che, unito all’idea ed agli applicativi CAD 3D, potenzia enormemente la progettazione in maniera tale da ridurre a zero la prototipazione fisica, diminuendo quindi notevolmente costi e tempi di produzione
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INTERVISTA
teriale per studiarne il campo plastico, come ad esempio lo studio
di una deformazione importante ed irreversibile, a seguito di urti
di diverse entità i cui danni vanno confrontati con quanto definito
dalle eventuali norme per l’omologazione: un obiettivo raggiun-
gibile solo con una progettazione avanzata supportata adegua-
tamente dagli strumenti FEM con cui analizzare le varie soluzioni
costruttive, risparmiando i tempi e i costi della prototipazione fisica
e della riprogettazione.
Tutti i calcoli eseguiti vengono sistemizzati ed inseriti in un modello di
documentazione estremamente curata – frutto di un lavoro con-
tinuo ed incrementale grazie alle diverse esperienze – che risulta
leggibile non solo agli addetti ai lavori ma anche, e soprattutto, dai
clienti ai quali i calcoli stessi sono destinati.”
“In definitiva conclude Bozza, l’utilizzo degli strumenti CAE a sup-
porto della progettazione, in Skyline è orientato da una strategia
focalizzata sull’ applicazione. Il calcolo FEM è quindi asservito alla
progettazione esecutiva, al fine di rendere immediatamente fruibili
i risultati ottenuti; non a caso sono considerate come ‘situazioni
quotidiane’ il giusto posizionamento delle nervature nelle strutture
saldate, la corretta definizione delle tolleranze di accoppiamento
foro-perno, la definizione del disegno più opportuno delle varie
strutture e la loro massima leggerezza, nel rispetto sempre dei
coefficienti di sicurezza”. “Alcuni plus citati – conclude Bozza -
possono sembrare banali, in quanto a prima vista non altisonanti o
di ordinaria amministrazione, nulla di più sbagliato. Infatti nella mia
lunga esperienza di progettazione delle strutture in carpenteria mai
avrei mai immaginato quanto fosse possibile ottimizzare una strut-
tura solo con il disegno e con l’analisi dei contatti. In particolare un
accoppiamento foro-perno con carico di 2.000 tonnellate diretto
orizzontalmente che evidenziava il massimo delle sollecitazioni sul
foro, non sull’asse orizzontale, come sarebbe logico aspettarsi, ma
su quello verticale. Lunghe indagini secondo regole ed esperienze
consolidate che hanno richiesto la riesecuzione di diversi e com-
plessi calcoli, non hanno portato ad un risultato applicabile. Poi
l’intuizione: non è che il poco gioco fa sì che il perno molto rigido
non permetta la dilatazione del foro e si generino grandi tensioni?
Per cui, da subito aumento del gioco, avvio della simulazione CAE
con i contatti, problema risolto! In 35 anni di onorata carriera non
ero mai riuscito a vedere con tale chiarezza il problema e poterne
definire la soluzione corretta”. Ancora una volta le sinergie tra
idee, esperienze e strumenti consentono quel ‘quid’ che alla fine
fa la differenza tra un progetto ed un buon progetto di successo.
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Ugitech Ottimizza il Processo di Colata Continua
Di Christian Deville-Cavellin, Ugitech S.A., Ugine, Francia
Il risultato è stato ottenuto utilizzando Comsol Multiphysics
U no degli obiettivi principali dell’ottimizza-
zione in ambito industriale è la velocità di
processo. Per Ugitech S.A., produttore di
acciaio inossidabile francese, questo signi-
fica far procedere la sua colata continua
il più velocemente possibile, mantenendo
inalterata la qualità del prodotto. Questo
risultato deve essere raggiunto congiunta-
mente al rispetto della sicurezza degli operatori e dell’impianto:
il taglio prematuro in pezzi del semilavorato quadrato in uscita
dallo stampo può provocare la fuoriuscita dal suo interno di
quasi 1,5 tonnellate di acciaio liquido che si riverserà nelle sezio-
ni inferiori delle macchine di colata continua provocando danni
di grave entità. Mediante la modellazione, Ugitech sta ottimiz-
zando temperatura e velocità di processo per gli oltre 150 tipi di
acciaio che produce.
Il prImo a formarsI è un guscIo dI accIaIo solIdIfIcato
Nel nostro processo di fusione l’acciaio fuso entra in uno stampo
di rame, a sezione circolare e rastremato, che è raffredda-
to intensamente da un circuito esterno ad acqua. In questa
fase si forma un guscio di acciaio solidificato che resiste alla
Figura 1: Processo di colata. Il metallo liquido entra nello stampo raffreddato ad acqua dove il raffreddamento e la solidificazione avvengono per convezione e conduzione. Quando il guscio solido (detto anche pelle) si è formato, il suo raffreddamento è fatto mediante una serie di spray ad acqua per poi avvenire na-turalmente per irraggiamento. La lunghezza del pozzo di metallo liquido all’interno della billetta è una variabile molto importante del processo poiché il semilavorato può essere tagliato solo da questo punto in poi. Nella figura è anche visibile il campo di temperatura.
Il taglio della billetta può avvenire solo dopo che la sua parte centrale è completamente solidificata.
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storie di successo
pressione ferrostatica esercitata dal metallo fuso che scor-
re all’interno della billetta. All’uscita dallo stampo sono posti
tre serie di raffreddatori spray ad acqua che favoriscono la
crescita del guscio mentre alcuni rulli evitano che si rigonfi. In
seguito la billetta si raffredda per irraggiamento (Figura 1). Uno
degli aspetti investigati è la solidificazione precoce che può
portare a crack, fenomeni segregativi in prossimità della pelle,
depressioni e segnatura superficiale dovuta allo stampo (che
oscilla verticalmente al fine di agevolarne l’effetto lubrificante).
Il raffreddamento del guscio ne comporta il ritiro e quindi la
formazione di gap di aria in alcuni punti (Figura 2). La posizione
dei gap influenza grandemente la qualità del prodotto finale, il
controllo della sua entità rappresenta quindi un processo piutto-
sto delicato. Se il gap cresce troppo rapidamente la rimozione
di calore dalla corrispettiva parte di guscio diviene insufficiente,
la pelle solida rimane sottile e l’insorgenza di difetti nel prodotto
è inevitabile. Se invece il gap è troppo sottile l’intercapedine
tra stampo e billetta assume una conicità tale da far insorgere
un attrito che in fase di estrazione di quest’ultima può rompere
la parte di guscio già fuoriuscita dallo stampo. Solo grazie alla
modellazione multifisica ci è stato possibile capire cosa accade
all’interno del semilavorato durante il suo passaggio attraverso
le macchine di colata. L’uso di Comsol Multiphysics® e dei suoi
moduli Heat Transfer e Structural Mechanics ci ha permesso
di calcolare la deformazione del guscio durante il processo di
solidificazione; la modellazione e validazione dei risultati ottenuti
con i dati sperimentali ha richiesto all’incirca 6 mesi di lavoro.
condIzIonI dI contatto e cambIamentI dI fase Il modello è sostanzialmente costituito da due parti. La prima è
di puro trasporto di calore e permette la determinazione delle
temperature a fasi presenti nel semilavorato. La seconda riguar-
da la parte termomeccanica e ha l’obiettivo di consentire una
comprensione maggiore dei fenomeni che avvengono all’inter-
faccia stampo/billetta e spiegare, e quindi correggere, la presenza
di alcuni difetti superficiali del semilavorato (Figura 2).
Le difficoltà principali nell’impostazione di questo modello ven-
gono dalla forte non linearità delle condizioni di contatto tra lo
stampo e la billetta. Inoltre ci sono anche i cambiamenti di fase
dell’acciaio per i quali sono necessari il reperimento dei dati termo-
fisici per ogni tipo che vogliamo simulare e il relativo inserimento nei
modelli. Ad esempio con l’applicativo reso disponibile da Comsol,
possiamo descrivere la conducibilità termica mediante un po-
linomio del terz’ordine, la cui determinazione si basa su anni di
raccolta di dati sperimentali, che però nell’intervallo di tempe-
ratura critico per il tipo di analisi può essere integrato con una
tabella contenente da 40 a 100 punti noti, dei quali lasciamo
all’applicativo Comsol l’interpolazione. L’articolo completo è
scaricabile all’indirizzo
http://www.comsol.it/papers/4917/
Figura 2: Il modello viene utilizzato anche per esaminare lo sviluppo del gap di aria (sinistra), il flusso di calore (centro) e la temperatu-ra (destra) all’interno del semilavorato. Il gap di aria influenza non solo, come ci si aspetterebbe, il flusso di calore e quindi il raffredda-mento del semilavorato, ma anche, e in maniera significativa, la qualità della superficie.
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progettazione di carri per i trasporti eccezionaliUn progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoroda parte del team di progettisti SKYLINE
A cura della redazione
È fondamentale riuscire a realizzare carri con
peso relativamente basso (la TARA, nei detti
di targa): vanno quindi utilizzati acciai ad
elevatissimo limite di snervamento, pur con
l’attenzione costante alla sicurezza ed alla
affidabilità, così come è fondamentale conte-
nere al massimo le dimensioni. Il progetto di un
intero carro ferroviario per trasporti eccezionali
è un banco di prova particolarmente impegnativo infatti, solo
le ruote, i respingenti e i ganci di trazione vengono acquistati sul
mercato mentre, per tutto il resto è necessaria una progettazione
meccanica specifica, la verifica ed il calcolo FEM di ogni singolo
componente, dalle viti ai perni, dalle ralle semisferiche, a tutte le
strutture portanti, ai cilindri idraulici. L’impresa è di per se comples-
sa, poiché per trasporti al limite è assolutamente necessario che il
carro disponga della possibilità -in corsa- di spostare e sollevare il
carico trasportato, di valori superiori a mezzo metro per parte.
Si può facilmente comprendere quale attenzione si debba
porre nella progettazione e nel dimensionamento di strutture in
grado di sopportare le sollecitazioni dovute a spostamenti dina-
mici così consistenti di carichi di 500 o più tonnellate.
Il risultato si ottiene solo se il progettista oltre che alla parte
meccanica è in grado di progettare l’impianto oleodinamico di
La progettazione di carri per trasporti eccezionali di elevatissima capacità (20-25 metri) rimane il settore principe nel quale vengono messe a frutto tutte le esperienze maturate da Skyline nell’ambito della pro-gettazione meccanica e del calcolo FEM. In questa interessante verticalizzazione tutto è portato al limite anche in un ottica di contrasto
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bordo. Un insieme costituito da motori diesel, pompe idrauliche,
distributori, valvole e cilindri, in grado spostare, sia trasversal-
mente che verticalmente il carico trasportato.
Le competenze tecniche e le profonde conoscenze delle
norme di progettazione e dell’utilizzo dello strumento FEM non
portano sicuramente alla realizzazione di un progetto efficiente
se non sono completate da un altro prezioso ingrediente quale
la conoscenza delle difficoltà e dei problemi che si incontrano
nell’esecuzione dei trasporti eccezionali.
Infatti, i carri in questione vengono realizzati per trasportare
carichi pesanti centinaia di tonnellate, lunghi 20-25 metri e
larghi più di 4 metri e ci si gioca la possibilità di eseguire il
trasporto per pochi millimetri o per pochi chili, ragion per cui
solo grazie ad un mix di competenze tecniche e di esperien-
ze vissute si possono concepire e realizzare carri realmente
performanti e in grado di soddisfare le effettive necessità del
trasportatore.
“La nostra abilità nella progettazione di carri per il trasporto
eccezionale – rileva l’ingegner Bozza, in qualità di responsabi-
le del gruppo di progettazione in SKILINE – è frutto di una serie
di esperienze iniziate fin dal 1976, anno in cui abbiamo iniziato
a sviluppare progetti di attrezzature per trasporti eccezionali
di ogni tipo, dalla ferrovia alla strada al fiume, e si è con-
cretizzato poi nel tempo con la progettazione di interi carri
ferroviari”.
In questo settore SKYLINE ha progettato per il mercato USA il
più grosso carro ferroviario per trasporti eccezionali mai realiz-
zato al mondo - Il ‘Bolero’ - lungo a pieno carico quasi 90 me-
tri e con portata utile di 1.000 tonnellate, capace di spostare
in corsa ben 600 mm trasversalmente e 550 mm verticalmente
una massa di 1.300 tonnellate (1000 di carico utile e 300 di
tara). “Il Bolero è proprio un carro particolare – ci spiega l’Ing.
Bozza – caratterizzato da una elevata modularità, pensata
e progettata al fine di consentire la trasformazione della sua
configurazione da 28 a 44 assi, in soli tre giorni di lavoro in cui
si sostituiscono pochissime strutture”.
Un progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro da parte
del team di progettisti SKYLINE, sviluppato interamente in 3D e
nel quale ogni lamiera di ogni componente è stata verificata
e calcolata tramite FEM.
Skyline ha presentato il Bolero al Premio Odysseus 2010, vin-
cendo il primo premio Odysseus, un riconoscimento ideato
nel 2008 da Confindustria Bergamo e destinato alle piccole e
medie imprese che si distinguono per le particolari caratteri-
stiche di innovazione di progetti, prodotti e servizi.
“Considerando il settore in cui SKYLINE opera è chiaro come
nella partecipazione al Premio Odysseus - continua l’ingegner
Bozza - l’ambizione fosse quella di vincere il premio Innovazio-
ne e Ricerca, poiché per noi risultava essere il più prestigioso;
il riconoscimento ottenuto premia non solo il singolo progetto
ma anche tutto quello che c’è dietro”, ossia premia ciò che
ha reso possibile la realizzazione del progetto.
L’esperienza specifica nel settore dei trasporti eccezionali, la
grande professionalità maturata nella progettazione mec-
canica e nel calcolo a elementi finiti, il rigoroso metodo di
lavoro ed il prezioso supporto degli strumenti software di Sie-mens Industry Software (cad 3D Solid Edge, FEM FEMAP PLM
Teamcenter). Diverse quindi le componenti che hanno reso
possibile lo sviluppo di un progetto così impegnativo e rendo-
no possibile affrontare ogni giorno sfide sempre più ardue.
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italkrane:cad 3d e pdm per rimanere leader
Di Massimo Fucci
L’Italia continua ad essere un paese a due velo-
cità, da un lato Aziende che mostrano un po’ il
fiato e vedono perdere la loro capacità di com-
petere, dall’altro lato Aziende che continuano ad
eccellere nel proprio mercato di riferimento. Al
secondo gruppo appartiene Italkrane (www.ital-
krane.it), un’azienda che opera con successo nel
mercato delle soluzioni per il sollevamento e che
si è fatta conoscere anche nel mercato estero per la qualità
e la particolarità delle soluzioni proposte. Fondata nel 1962 da
Enzo Banfi e Giovanni Penati con lo scopo di progettare, produr-
re e commercializzare apparecchi di sollevamento e trasporto
ad ampio utilizzo, con dimensioni e capacità di carico per ogni
tipologia di materiale, è un’azienda lombarda che occupa
indubbiamente una posizione di riferimento nel settore delle Gru
a ponte ed a cavalletto e dei paranchi a fune ed a catena.
“Un’attività che ci ha visto protagonisti fin dall’inizio- afferma
con soddisfazione Paolo Cavandoli, Direttore tecnico dell’Azien-
da- nella nostra storia abbiamo costruito gru con capacità di
carico fino a 320 tonnellate e paranchi in grado di sollevare ben
32 tonnellate. Questo è il nostro miglior biglietto da visita in cui
si sintetizza tutta l’esperienza, la professionalità e la qualità che
mettiamo in ogni singolo prodotto che andiamo a consegnare”.
Il mercato del sollevamento in cui si muove Italkrane è essen-
zialmente quello del “su misura”, ogni prodotto viene sostanzial-
mente realizzato ad hoc- su commessa- con specifiche definite
In ogni mercato, la capacità di competere va continuamente alimentata, poichè fare gli stessi prodotti, nel medesimo modo, nel medio-lungo periodo pone l’azienda in una situazione di rischio. Un concetto chiaro ad Italkrane, una realtà italiana che opera con successo nel mercato del sollevamento. La ricetta: intuizio-ne ed innovazione dei processi di sviluppo prodotto
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con il committente.
“Una situazione che apparentemente non consente economie
di scala- continua Cavandoli- ma vista la dinamica del mercato
in cui operiamo, al fine di mantenere il livello di competitività
raggiunto, ci siamo focalizzati su un percorso di miglioramento
continuo del ciclo di sviluppo e realizzazione dei nostri prodotti”.
In italkrane, da tempo, è stata adottata la soluzione CAD Inven-tor di Autodesk (www.autodesk.it) per la progettazione 3D, la
verifica e la simulazione di ogni singolo prodotto. Una soluzione
fornita e supportata da Negroni Key Engineering (www.negroni.
it) azienda che ha maturato esperienza e competenza per la
messa in opera di soluzioni rivolte al miglioramento dell’intero
ciclo di sviluppo prodotto (PLM).
“La progettazione 3D- sottolinea Cavandoli- ci ha consentito
di continuare ad essere competitivi grazie al miglioramento
della qualità e alla riduzione dei tempi di realizzazione. Il nostro
progettista, lavorando in 3D, è in grado di effettuare da subito
una verifica degli ingombri, del peso e dell’accessibilità delle
parti. Per noi queste verifiche - ante realizzazione- sono fonda-
mentali, in quanto ci garantiscono una qualità del prodotto e
una fluidità nelle fasi di montaggio e smontaggio ed in quella
dell’assistenza e manutenzione post vendita.
In particolare il 3D ci ha particolarmente aiutato nel settore in
cui siamo veramente unici. Le nostre soluzioni, infatti, rispondono
alla Direttiva Europea ATEX 94/9CE, relativa ai prodotti destina-
ti ad essere impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive
(contraddistinte dal marchio Ex), per cui sono in grado di poter
operare anche in ambienti a rischio come gli impianti petrolchi-
mici”. Un ambiente di progetto in cui le funzionalità di Inventor Professional ben supportano tutte le fasi di sviluppo delle soluzio-
ni ad hoc necessarie per soddisfare le specifiche delle singole
commesse.
“A tal proposito- ribadisce Cavandoli- va ricordato che la nostra
tendenza è quella di progettare e di costruirci tutto in casa
o, come ci piace definire, nelle immediate vicinanze: alcuni
componenti che ci danno un vero e proprio vantaggio compe-
titivo (pulsantiere,freni, fine corsa ecc.) sono realizzati da Ariet, un’azienda parte del nostro gruppo e che si trova nello stesso in-
sediamento industriale di Italkrane: dobbiamo solo attraversare
un cortile. Altri prodotti e/o lavorazioni specifiche sono effettua-
te da una rete di subfornitori selezionati e qualificati nel tempo,
dei quali ci è nota la qualità di quanto viene realizzato e con i
quali si è consolidato un rapporto di esclusiva de facto”.
La costruzione e la gestione di questo micro-sistema di impresa
a rete costituisce uno dei punti di forza della strategia operativa
di Italkrane.
“Le nostre soluzioni- commenta Cavandoli- sono particolar-
mente apprezzate proprio per la qualità finale di tutto l’insieme
e non solo dei singoli componenti, anche se alcune singole
parti- come ad esempio i sistemi di sollevamento in esecuzio-
ne antideflagrante pilotati da convertitori statici di frequenza
(inverter)- possono comunque essere considerati come lo stato
dell’arte di quello specifico prodotto: tutto ciò rappresenta una
barriera all’ingresso per i nostri concorrenti”.
Operare con successo nel mercato dell’Engineering Petrolchi-
mico, impone buone capacità sia progettuali che di gestione
delle risorse, quali i materiali e le singole componenti, in un’ot-
tica di ottimizzazione delle risorse e del mantenimento elevato
della qualità di quanto viene prodotto.
“In quest’ottica- conclude Cavandoli- abbiamo pianificato un
progetto PDM- già in essere- che ci permetta di ottenere un’ot-
timizzazione dell’utilizzo delle parti delle lavorazioni, una migliore
integrazione con la produzione e la filiera esterna, una connes-
sione diretta con il sistema gestionale dell’Azienda e, non ultimo,
una migliore gestione del post vendita. L’obiettivo è ambizioso,
il nostro intento è di inserire la soluzione PDM in tutta l’Azienda,
in maniera tale da mettere a disposizione delle diverse funzioni
aziendali una cinghia di trasmissione che opera su informazioni
uniche e congrue per sviluppare e consegnare nei tempi e nei
costi predefiniti per ogni singola commessa.
Il progetto PDM ha visto l’introduzione della soluzione Pro-ductstream professional di Autodesk che, con il supporto attivo
di Negroni Key Engineering viene messa a regime. Ora siamo
già in grado di ottimizzare parti e materiali, a partire dalla fase
di progettazione. Ora i nostri progettisti debbono andare a ve-
rificare cosa è stato già sviluppato per altre commesse e come
ottimizzare, nel pieno rispetto della qualità, l’utilizzo ed il riutilizzo
dei singoli componenti. Il PDM, inoltre, ci facilita la comunicazio-
ne con l’ufficio acquisti ed i subfornitori: la lista delle parti unica
viene passata direttamente alla soluzione gestionale”.
Ancora una volta una buona intuizione ha fatto crescere
un’azienda. Ma nel mercato questo non è più sufficiente per
continuare a competere con successo: la buona idea va sup-
portata da processi efficaci ed integrati, in grado di garantire
l’eliminazione dei costi nascosti ed il mantenimento di qualità,
tempi e costi a livelli tali da essere considerati un valore da
parte di chi acquista.
Italkrane ha imboccato la strada giusta!
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Newsict - plm
Disponibile, presso VMware,
VMware View 4.6, con accesso
remoto ottimizzato
IBM presenta una nuova
piattaforma software
per il cloud computing
dedicata al B2B
VMware, azienda impe-
gnata nella virtualizza-
zione e nell’infrastruttura
cloud, ha annunciato la
disponibilità di VMware
View 4.6 con accesso re-
moto ottimizzato tramite
il supporto di PCoIP da
parte di VMware View Security Server.
VMware View è una soluzione desktop virtuale completa che
permette alle aziende di migliorare i livelli di sicurezza e di ridurre
i costi operativi, semplifi cando al contempo l’amministrazione e
la gestione dei desktop grazie a un’architettura moderna dedi-
cata all’end-user computing. Il supporto di PCoIP, implementato
all’interno di VMware View Security Server, rende semplice e
sicura la connessione da remoto con un desktop utente con
relativa autenticazione, eliminando il bisogno di disporre di reti
VPN SSL di classe enterprise e offrendo ai clienti una maggiore
possibilità di scelta all’avvio di una sessione end-to-end basata
su protocollo PCoIP. Ne deriva un ambiente operativo di virtua-
lizzazione desktop altamente integrato ed economicamente
conveniente in grado di fornire un sistema di autenticazione
semplice per tutti gli utenti remoti.
In occasione dell’evento Pulse 2011 di Las Vegas, IBM ha pre-
sentato tecnologie innovative che rafforzano la sua leadership
nell’ambito del cloud computing, grazie a un nuovo software in
grado di accellerare la trasformazione di un intero data center
in tempi brevissimi per soddisfare velocemente le necessità di
business. Il nuovo software di virtualizzazione IBM - disponibile
come programma beta aperto – consente alle organizzazioni
di realizzare rapidamente un ambiente cloud gestendolo con
grande semplicità. Il software si caratterizza per l’ineguagliabilità
delle funzioni di provisioning e di scheduling dinamico dei server.
IBM ha annunciato, inoltre, tre novità rivoluzionarie per la gestio-
ne degli ambienti virtuali: nuove funzionalità di Tivoli Provisioning
Manager 7.2, per aiutare le organizzazioni a gestire meglio e con
più facilità le risorse di calcolo virtuali; tecnologie che forniscono
una piattaforma di gestione centralizzata per ambienti cloud
ibridi, sia per il rilascio on-premise che off-premise; integrazioni ed
espansioni a IBM Tivoli Storage Manager for Virtual Environments,
che soddisfa ora le esigenze
di backup e recovery, prote-
zione database e applicazioni
online, disaster recovery,
riduzione dei dati archiviati,
gestione degli spazi, archivia-
zione e recupero.
di backup e recovery, prote-
zione database e applicazioni
online, disaster recovery,
riduzione dei dati archiviati,
gestione degli spazi, archivia-
zione e recupero.
Annunciato il nuovo iMac di Apple, con pro-cessori quad-core, grafica e tecnologia I/O Thunderbolt di ultima generazione Apple ha annunciato l’aggiornamen-
to della linea di all-in-one iMac, che
includono ora processori quad-core
di ultima generazione, una grafi ca
potente, rivoluzionaria tecnologia I/O
Thunderbolt ad alta velocità e una
nuova videocamera FaceTime HD. A
partire da €1.149, il nuovo iMac è fi no al
70% più veloce, mentre i nuovi proces-
sori grafi ci offrono prestazioni fi no a tre
volte superiori rispetto alla generazione
precedente. Il nuovo iMac include, infatti, processori Intel Core
i5 quad-core, con l’opzione per i clienti di scegliere processori
Core i7 opzionali fi no a 3,4GHz. Questi processori di ultima gene-
razione presentano un controller della memoria integrato, per
un’esperienza incredibilmente reattiva e un potente e innova-
tivo motore multimediale, per codifi ca e decodifi ca video ad
alte prestazioni. Nel costante impegno di Apple per la tutela
dell’ambiente, la linea di desktop Apple è leader nel design
eco-compatibile. iMac risponde ai severi requisiti Energy Star 5.2
e ha ottenuto la certifi cazione EPEAT Gold. Gli schermi retroil-
luminati LED sono privi di mercurio e realizzati in vetro privo di
arsenico. L’iMac usa cavi e componenti privi di PVC, non con-
tiene ritardanti di fi amma bromurati e garantisce un design del
sistema e dell’imballaggio a comprovata effi cienza di materiali.
Alteon VA e vDirect Plug-inDue nuovi componenti per la Virtual Application Delivery Infrastructure di RadwareRadware, fornitore leader di soluzio-
ni intelligenti integrate di application
delivery per reti business-smart,
annuncia la nuova fase della
strategia Virtual Application Deli-
very Infrastructure: l’introduzione di
Alteon VA, un ADC soft, e vDirect, il
primo application delivery controller
(ADC) gestionale, orchestration plug-in, entrambi destinati
ad integrarsi con l’infrastruttura virtualizzata VMware. La
strategia VADI è un’architettura che trasforma le risorse di
elaborazione, i servizi di application delivery e di virtua-
lizzazione nell’infrastruttura VADA totalmente integrata,
agile e scalabile. Gli utilizzatori delle soluzioni di virtualizza-
zione VMware-based acquisteranno con ALteon VA e
vDirect livelli massimi di effi cienza e fl essibilità. Alteon VA
(Virtual Appliance) è un dispositivo ADC virtuale che gira
su infrastruttura server virtuale di VMware, e conferisce la
medesima funzionalità ai dispositivi Alteon ADC fi sici, ossia
bilanciamento volumi, capacità di livello 7, accelerazione
delle applicazioni.
vDirect fornisce tutti gli elementi e le interfacce gestionali
richieste dal VMware Orchestration System per approv-
vigionare, decommissionare, confi gurare e monitorare le
risorse dei vADC e tutte le risorse di elaborazione di un
data center virtuale (ADC-VX, Alteon VA, ADC dedicati).
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23
news Dalle aziende
Modulo SPM Power Selector Control Techniques
Encoder rotante di sicurezza RVK58S Pepperl+Fuchs
EFA Automazionee la teleassistenza
Il Modulo SPM Power Selector di Control Techniques può po-
tenzialmente concorrere alla riduzione dei costi generali del
sistema di controllo, incrementando la fl essibilità dell’operatività,
le possibilità di ridondanza aggiuntiva a costi contenuti, fi no
a migliorare le prestazioni in termini di effi cienza con sensibile
risparmio energetico. Esso assicura una maggiore fl essibilità nei
sistemi implementati con convertitori Unidrive SPM di Control
Techniques; consente inoltre la connessione automatica di mo-
duli Unidrive SPM in un sistema di convertitori in parallelo. Infi ne,
ricalibra dinamicamente la capacità dell’inverter attraverso il
controllo dello stato attivo e stand by dei moduli inverter, abili-
tando l’inverter ad operare con massime prestazioni al di sopra
di una ampia gamma di coppia/potenza. Il Modulo SPM Power
Selector consente di progettare un sistema tollerante al guasto,
che può continuare ad ope-
rare con un ridotto numero di
moduli disponibili, eliminando
la necessità di ridondanza in
alcune applicazioni critiche.
Esegue inoltre una commuta-
zione dinamica tra il controllo
di differenti gruppi di motori
con differenti caratteristiche,
riducendo il costo e la taglia
del sistema inverter, laddove
gruppi di motori non necessi-
tano di operare contempora-
neamente.
Le società che progettano
macchine e impianti utiliz-
zano sempre di più com-
ponenti a prova di guasto
per soddisfare i requisiti di
sicurezza specifi cati nell’at-
tuale versione della Direttiva
Macchine 2006/42/EC. L’enco-
der rotante seno/coseno di sicurezza
RVK58S Pepperl+Fuchs permette di rilevare
anche la posizione rotorica del motor con un
elevato livello di precisione. L’encoder a elevata risoluzione,
contenuto in una custodia di 58 mm, ha 1024 incrementi per
giro ed è dotato di un concetto di sicurezza funzionale, insieme
a un traccia di posizione assoluta. Il condizionamento del
segnale è gestito da uno speciale Asic, che si occupa anche
della diagnostica interna. Se si verifi ca una violazione, l’elettro-
nica dell´encoder mette le uscite in uno stato ad alta impeden-
za, in modo che il controllore possa rilevare immediatamente il
malfunzionamento per mezzo della sua funzione di rilevamento
del circuito aperto. Con questa caratteristica, il nuovo encoder
rotante semplifi ca considerevolmente lo sviluppo di macchine
sicure. L’encoder rotante seno/coseno è già certifi cato ed è
attualmente in corso presso il TÜV, la certifi cazione della traccia
addizionale di posizione assoluta. Quando tale certifi cazione
verrà rilasciata, l’apparecchio sarà approvato per l’uso in
prodotti di azionamento rispondenti a requisiti di sicurezza fi no a
SIL3/PLe usando un solo encoder.
AInternet, il web e le
comunicazioni wireless
hanno spalancato le por-
te a innumerevoli servizi
(raccolta dati, gestione
allarmi, diagnostica pre-
ventiva, accesso a web-
cam e a servizi VoIP) che
affi ancano la normale e
tradizionale operatività di
teleassistenza (accesso a
PLC, pannelli operatori e PC). Queste nuove tecnologie hanno
tuttavia aumentato la dose di rischio, di complicazione e con-
fusione dovuta a innumerevoli proposte di mercato. Il servizio
software Talk2M, proposto da EFA Automazione, fa chiarezza in
questo scenario e offre una soluzione semplice, economica ed
effi cace per effettuare la teleassistenza di macchine o impianti
governati da PLC.
La piattaforma eWON consente infatti di dotare ogni macchina
di teleassistenza via Internet, senza essere esperti informatici, e
senza dover coinvolgere i responsabili EDP dei clienti fi nali. Inol-
tre, questa piattaforma consente di migliorare il proprio business
del service permettendo di realizzare raccolta dati, diagnostica
e gestione dell’installato.
Macchine 2006/42/EC. L’enco-
der rotante seno/coseno di sicurezza
RVK58S Pepperl+Fuchs permette di rilevare
L’analizzatore di liquidi Yokogawa supporta due sensori
Il nuovo Yokogawa FLXA21 è l’ultima generazione di analizzatori di liquidi dell’azienda, progettati per
misure on-line continue in impianti industriali. Lo strumento è un analizzatore modulare a 2 fi li che sup-
porta l’uso di un massimo di due sensori e può essere confi gurato in modo fl essibile per misurare diverse
proprietà dei liquidi, inclusi pH/ORP, conduttività di contatto, conduttività induttiva e ossigeno disciolto. Il
FLXA21 incorpora anche una serie di caratteristiche avanzate, tra cui un touch screen per facilità d’uso,
autodiagnostica dei sensori, stima dei tempi di manutenzione, visualizzazione in 12 lingue e una serie di
interfacce di comunicazione. La possibilità di supportare fi no a due sensori dello stesso tipo contribuisce
a ridurre i costi di installazione e manutenzione e a risparmiare spazio, oltre a permettere la confi gura-
zione di un sistema di backup altamente affi dabile in grado di assicurare misure senza interruzioni anche
durante la manutenzione.
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Passione e competenza
Di Massimo Fucci
IIl mercato delle soluzioni rivolte al ciclo di vita dei prodotti
vede la presenza di protagonisti che hanno puntato sia
sulla crescita della funzionalità della soluzione proposta,
sia sulla buona relazione - di lunga durata - con i propri
clienti, in un’ ottica di comprensione, proposizione e
supporto del cambiamento e dell’innovazione necessa-
ria al processo di sviluppo e realizzazione dei prodotti. In
questo ambito,Siemens Industry Software gioca un ruolo
primario sia per la posizione di mercato raggiunta, sia per la
cultura aziendale rivolta al soddisfacimento delle esigenze dei
propri clienti.
In una situazione economica in cui le capacità di competere
delle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione e set-
tore di attività, sono messe a dura prova, si conferma come fat-
tore critico di successo la capacità di costruire e mantenere nel
tempo una buona relazione con i clienti. Un obiettivo che si rag-
giunge solo se sono presenti due fondamentali ingredienti: una
strategia in grado di sviluppare l’offerta in termini di funzionalità
necessaria e la capacità di implementarla adeguatamente
nel contesto dinamico dell’operatività aziendale. Importante
è, infi ne, la capacità di sviluppare una buona relazione con gli
utenti, dimostrando loro di generare benefi ci e, al contempo,
consentire il raggiungimento degli obiettivi concordati.
In quest’ottica si è mossa e continua a muoversi Siemens Industry Software.Un ‘modus operandi’ che ha consentito all’azienda di diventare
uno dei protagonisti del mercato PLM e in alcuni settori, come
l’automotive, di diventare leader indiscusso.
Abbiamo intervistato Gian Luca Sacco - Direttore Marketing
ICT - plm
Gian Luca Sacco, Marketing
Director South Europe
di Siemens Industry Software
Sono ciò che occorre per uno sviluppo delle aziende solido e duraturo. Ce ne parla Gian Luca Sacco di South Europe Siemens Industry Software
Siemens Industry Software
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INTERVISTA
Sud Europa - in merito alle strategie e al posizionamento
dell’azienda, sia rispetto ai grandi utenti sia rispetto alle PMI,
due mercati che vengono seguiti dalle aziende in modalità
differenti.
Quali le strategie Siemens Industry Software nel mercato Italiano?Oggi, per poter crescere, è necessario continuare a innova-
re il prodotto, soprattutto in un contesto altamente com-
petitivo com’è quello attuale. E’ fondamentale, dunque,
ottenere una capacità di gestione sempre maggiore delle
risorse e dei processi in tutte le fasi: sviluppo, produzione e
manutenzione dei prodotti.
In Italia molte aziende hanno messo in atto una strategia più
mirata alla riduzione dei costi e alla sopravvivenza piuttosto
che all’innovazione sistematica e questo, unito alla stagna-
zione dei consumi e degli investimenti e allo scarso impegno
nella ricerca e sviluppo, ha portato a un sistema industriale
che, salvo rare eccezioni, subisce la concorrenza internazio-
nale e vede nella globalizzazione un nemico piuttosto che
una risorsa.
Il nostro ‘mantra’ è chiaro e semplice: il cliente deve rag-
giungere i suoi obiettivi, poiché ci sentiamo responsabili del
suo successo e facciamo in modo che questo scaturisca
operando con la stessa passione e competenza a qualsiasi
livello dell’azienda. L’obiettivo condiviso da tutti è, infatti, il
successo dei nostri clienti. Ciascuna partnership è stata da
noi costruita con pazienza e attenzione, puntando a gene-
rare rapporti solidi e duraturi con i nostri clienti. Ritengo che
questa sia un’importante garanzia, sia per noi, in quanto
fonte di un business solido e duraturo, ma anche per chi
si rivolge a noi, che trova un partner di fatto che mette al
centro delle proprie strategie l’azienda utente.
A quali aspetti debbono badare i responsabili di azienda nell’approntare una strategia di introduzione e sviluppo di una soluzione PLM?Non sempre le aziende sono capaci di gestire il cambiamen-
to indotto da soluzioni che danno la possibilità di gestire il
processo di evoluzione della conoscenza in tutta l’azienda
estesa. Tutte le volte che il cambiamento indotto dall’in-
troduzione di una nuova tecnologia in azienda non è stato
gestito nella maniera corretta, l’adozione di una metodolo-
gia di lavoro più moderna è stata ritardata. Nell’approntare
una strategia di introduzione e sviluppo di una soluzione PLM
le aziende dovranno considerare due fattori fondamentali:
la solidità della soluzione in termini di vastità del portafoglio
(per garantire l’estendibilità futura ad aree oggi non consi-
derate parte del progetto) e di diffusione (per beneficiare
dell’esperienza maturata da altre aziende in contesti simili)
unitamente alla solidità dell’azienda che sarà scelta come
partner. E’ importante garantire la massima visibilità nel tem-
po agli investimenti effettuati.
È il PLM una strategia rivolta solo alle grandi Aziende? Se no, come affrontate le questioni riguardanti le PMI?È il prodotto che stabilisce il successo di un’azienda, indipen-
dentemente dalle sue dimensioni. Ma il singolo prodotto non
può garantirne la permanenza sul mercato. Sarebbe meglio
dire che è la capacità di sviluppare una serie di prodotti
vincenti che accresce il valore di un’azienda e la mantiene
competitiva sul mercato.
Le PMI affrontano problemi solo apparentemente molto
diversi da quelli della grandi aziende, per cui le nostre solu-
zioni sono state realizzate partendo da fondamenta comuni
ed estremamente solide, testate e garantite da milioni di
installazioni nel mondo, ma adattate per renderle fruibili in
maniera molto rapida dalle piccole e medie imprese.
Questo è il concetto alla base del nostro portafoglio Veloci-ty Series: una suite completa di soluzioni pensata apposita-
mente per le PMI, portata sul mercato da una rete di partner
certificati che garantiscono professionalità e offrono valore
aggiunto alle imprese.
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26
AUtomazione - safety & security
Di Valerio Alessandroni
La sicurezza: un ‘must’ per i sistemi di automazione
Quando si parla di safety e
security nell’automazione
occorre distinguere tra
sicurezza di funzionamento
(intesa soprattutto come
incolumità degli operatori)
e sicurezza dei dati: nel pri-
mo caso si parla di safety,
nel secondo di security. Nel
caso delle architetture di
automazione distribuita, ad esempio, l’aspetto di safety può
essere soddisfatto con reti ad hoc (i cosiddetti ‘bus di sicurez-
za’), oppure con particolari soluzioni, come la ridondanza.
L’aspetto di security è in generale più complesso, come
dimostrano frequenti notizie di cronaca (violazione di reti
bancarie, blocco di reti informatiche a causa di azioni di
spamming, ecc.). E’ tuttavia possibile ridurre nettamente la
vulnerabilità di un sistema distribuito rendendolo inaccessibile
o limitatamente accessibile dall’esterno, segmentando la
rete, utilizzando dei fi rewall, ecc.
Tornando alla safety, ormai è noto che gli standard relati-
vi alla sicurezza di funzionamento di macchine e impianti
industriali devono tenere conto anche degli sviluppi dell’au-
tomazione. Per garantire sia la sicurezza che la produttività di
macchine e impianti, anche i sistemi di controllo della sicurez-
za devono quindi utilizzare tecnologie complesse e program-
mabili. Benché siano stati validi per molti anni, gli standard
dei sistemi di controllo della sicurezza, quali EN 954- 1 (ISO
L’innovazione tecnologica permette oggi di scegliere soluzioni di automazione sicure e affi dabili
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27
La sicurezza: un ‘must’ per i sistemi di automazione
13849-1: 1999), risultano oggi troppo semplici per restare al
passo con la tecnologia.
DUE NUOVI STANDARDIn particolare, oggi esistono due nuovi standard per i sistemi
di controllo della sicurezza di macchine e impianti: gli EN ISO
13849-1:2008 e IEC/EN 62061. Entrambi possono essere utilizzati
per dimostrare la conformità alla Direttiva Macchine europea
ed entrambi presentano nuove classifi cazioni dei sistemi: EN ISO
13849-1 utilizza i cosiddetti PL (Performance Level) mentre IEC/
EN 62061 utilizza i SIL (Safety Integrity Level). Le classifi cazioni PL
e SIL possono essere considerate delle varianti dello stesso tema
ed è possibile scegliere di utilizzare lo standard più adatto alla
propria applicazione. In generale, se si ha dimestichezza con
l’utilizzo delle Categorie dello standard EN 954-1 e si utilizzano
funzioni di sicurezza convenzionali, lo standard EN ISO 13849-1
(PL) è probabilmente la scelta più adatta. Se, invece, viene
specifi camente richiesto l’utilizzo delle classifi cazioni SIL o se l’ap-
plicazione utilizza complesse funzionalità di sicurezza multicon-
dizionali, lo standard EN/IEC 62061 è più adatto. Lo standard
EN ISO 13849-1 copre tutte le tecnologie, mentre lo standard
EN/IEC 62061 riguarda solo i sistemi
elettrici.
E’ comunque opportuno esaminare
entrambi gli standard per compren-
derne i requisiti e le implicazioni. Si
può subito notare che entrambi gli
standard richiedono alcuni calcoli
basati sui dati di affi dabilità che do-
vrebbero essere forniti dai produttori dei
componenti di sicurezza, ma l’utilizzo
di strumenti software semplifi ca questa
attività. Ad esempio, in Germania il Bgia
fornisce uno strumento di calcolo com-
pleto per EN ISO 13849-1 denominato
Sistema, disponibile gratuitamente sul
sito web Bgia.
Infi ne, è importante sottolineare che
la EN 954-1 non sarà più una norma di
riferimento della Direttiva Macchine. La
data prevista per questo passaggio, il
29 dicembre 2009, è stata prorogata al 31 dicembre 2012. Que-
sta proroga, comunque, non esime dal considerare con cautela
i cambiamenti che ne derivano. Il passaggio è inevitabile e
continuare a lavorare secondo la norma EN 954-1 può essere
considerato negativamente dai clienti.
CALCOLO DEL LIVELLO DI PRESTAZIONEPer molti anni, il modo più comune per classifi care i sistemi di
sicurezza dei macchinari è stato quello di usare le categorie
della norma EN 954-1 ‘Parti dei sistemi di comando legate alla
sicurezza’. Come detto, questo standard sarà ritirato e non po-
trà più essere utilizzato per dimostrare la conformità alla Direttiva
Macchine europea. La EN 954-1 verrà sostituita da una nuova
norma già pubblicata e disponibile: EN ISO 13849-1:2008 o ‘Sicu-
rezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla
sicurezza’. Questo standard fornisce un percorso di transizione
dalle precedenti cinque ‘Categorie’ (B, 1, 2, 3, 4) alla nuova
classifi cazione basata su cinque ‘Livelli di Prestazione’ (a, b, c,
d, e). In alcune circostanze potrebbe essere possibile utilizzare
standard alternativi, come EN (IEC) 62061. Tuttavia, la mag-
gior parte dei progettisti passerà alla norma EN ISO 13849-1
poiché questo standard è stato redatto appositamente per
fornire un percorso di transizione a coloro che progettano
sistemi in base alle categorie dello standard EN 954-1. Questo
nuovo standard copre tutte le tecnologie dei sistemi di con-
trollo (elettrica, meccanica, pneumatica e idraulica) e può
essere utilizzato per un intero sistema o per un sottosistema.
Nei prossimi anni, la norma EN ISO 13849-1 è quindi destinata
a diventare lo standard più diffuso per i sistemi di sicurezza
delle macchine.
Lo strumento Sistema automatizza il calcolo del Livello di Pre-
stazione raggiunto dalle parti di un sistema di controllo della
macchina correlate alla sicurezza nell’ambito dello standard
EN ISO 13849-1.
UNA GAMMA COMPLETA PER LA SICUREZZAAlle aziende citate più in dettaglio nelle pagine seguenti, si
aggiunge Sick. La sua offerta si distingue per la completezza di
gamma, che comprende sia dispositivi di
bordo macchina quali pulsanti di emer-
genza, micro di sicurezza, barriere ottiche
e laser scanner di sicurezza, sia dispositivi
da quadro, partendo dal semplice modulo
a relè per arrivare a confi guratori e reti di
sicurezza.
“I settori di maggiore utilizzo dei nostri pro-
dotti di sicurezza sono piuttosto diversifi cati:
dalla movimentazione all’imballaggio,
dall’industria automobilistica a quella
pesante, laddove esiste la necessità di
proteggere l’operatore della macchina/
impianto dal rischio di infortunio”, affer-
ma Fabrizio Castelli, Product Manager
Sistemi di Sicurezza Industriale presso
Sick. “La nostra azienda ha ‘inventato’
le barriere ottiche, le cosiddette barriere
immateriali. Ciò signifi ca essere sempre
attenti alle esigenze del mercato, creando dispositivi che non
siano invasivi nei confronti delle macchine sui quali vengono
installati, ma che aiutino chi opera sulla macchina ad otte-
nere ottime prestazioni nell’operatività, senza sacrifi care la
sicurezza. Inoltre, i 60 anni di esperienza nel settore, ci hanno
consentito di migliorare continuamente l’offerta con dispositi-
vi facili da installare ed utilizzare”.
Castelli cita un noto costruttore di AGV (carrelli a guida auto-
matica), che ha adottato i laser scanner di sicurezza Sick per
proteggere le persone da eventuali ‘scontri’ con il carrello e un
confi guratore di sicurezza in grado di gestire, tramite una seriale,
i laser scanner e tutti gli altri dispositivi di sicurezza. Questo ha
comportato un risparmio notevole nel collegamento dei vari
dispositivi, una maggiore velocità del carrello, con incremento
della produzione e la possibilità di avere una diagnostica in gra-
do di fornire le informazioni relative allo stato di funzionamento
dei dispositivi, riducendo al minimo i tempi di fermo macchina.
I settori di maggiore utilizzo
dei nostri prodotti di sicurezza
sono piuttosto diversifi cati:
dalla movimentazione
all’imballaggio, dall’industria
automobilistica a quella
pesante, laddove esiste la
necessità di proteggere
l’operatore della macchina/
impianto dal rischio di infortunio
Fabrizio Castelli, Product Manager Sistemi di
Sicurezza Industriale presso Sick.
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Phoenix Contact: soluzioni modulari per Safety & Security
Di Valerio Alessandroni
I I modulo master PSR-Trisafe-M rappresenta il cuore del
sistema PSR-Trisafe di Phoenix Contact. In una larghezza
di soli 67,5 mm esso racchiude 20 ingressi digitali di sicu-
rezza, 4 uscite digitali di sicurezza (ognuna certifi cata
Cat. 4, PL e, SIL3) e 4 uscite digitali di segnalazione.
Il modulo, caratterizzato da alimentazioni separate per
ingressi e uscite e dalla possibilità di sezionare in uscita
anche la polarità pari a 0V, dispone di segnali triggera-
ti. PSR-Trisafe-M è dotato inoltre di una memory stick estraibile e
di morsetti estraibili codifi cati con tecnica di connessione a vite
o a molla.
Il fi ssaggio di PSR-Trisafe-M su un sistema T-BUS ne amplia
portata e funzionalità. Diviene infatti possibile in questo modo
collegare il master a più moduli di espansione contatti, ognuno
dei quali prevede a bordo di 8 ingressi digitali fi ssi più 4 punti
digitali che, di default, sono confi gurati come 4 uscite di sicu-
rezza ma che possono agevolmente essere convertiti in ulteriori
4 ingressi digitali tramite software.
Sempre via T-BUS, il sistema può essere collegato anche ad
un opportuno gateway, rendendo in questo modo possibile
l’inserimento del sistema in una rete e permettendo quindi il
trasferimento dello stato degli I/O di sistema su di un bus di
campo superiore, del quale il gateway viene a costituire un
nodo di rete.
Ogni prodotto (sia esso un modulo base, oppure un’espan-
sione) è commercializzato in abbinamento con un elemento
modulare T-BUS adatto per il suo collegamento agli altri moduli
necessari per il corretto funzionamento del sistema.
La logica di sicurezza gestita dal sistema PSR-Trisafe può essere
progettata e programmata tramite un normale PC attraverso
l’uso del software di sicurezza PSR-Safeconf nella sua nuova
versione 2.7, già disponibile per un libero download dal sito
www.phoenixcontact.it
Grazie all’intuitivo software di confi gurazione grafi ca Safeconf
con funzione ‘drag&drop’, non sono richieste competenze
specifi che per la programmazione: bastano infatti pochi click
per confi gurare il modulo. La parola a Raffaele Esposito, Safety
Project Manager di Phoenix Contact
Ingegner Esposito, quali sono le caratteristiche peculiari/dif-ferenzianti dell’offerta Phoenix Contact e quali le strategie e anche sviluppi dell’azienda? In che modo vengono soddisfatte le crescenti richieste di Safety and Security del settore?L’offerta di Phoenix Contact per le applicazioni in ambito
automazione industriale è estremamente corposa, andandosi
ad articolare su più di 30.000 articoli, suddivisi in 12 linee di
prodotto e 7 cataloghi. La copertura di ogni possibile esigenza
in ambito connessione (in senso lato), protezione da sovraten-
sione, interfacciamento e gestione di segnali, alimentazione e
automazione (controllo, gestione e visualizzazione) è completa
e articolata. Non fanno eccezione i prodotti specifi catamente
dedicati a ‘Safety & Security’.
In ambito ‘Safety’ sono infatti disponibili varie famiglie di
prodotto in grado di coprire con un’ottima scalabilità tutte le
esigenze di gestione di segnali di sicurezza in applicazioni dalle
più semplici alle più complesse: un’ampia famiglia di moduli
di sicurezza di tipo elettromeccanico monofunzione (famiglia
PSR), moduli di sicurezza confi gurabili in versione stand-alone
o modulare (famiglia Trisafe), un’innovativa soluzione per
gestione su base seriale di segnali sicuri in bus di campo di tipo
standard (SafetyBridge Technology), fi no a un vero e proprio
bus di campo di sicurezza (Profi safe o Interbus Safety).
La famiglia di moduli di sicurezza confi gurabili PSR-Trisafe di Phoenix Contact è stata recentemente com-pletata con una nuova soluzione di tipo modulare destinata ad affi ancarsi alla già sperimentata soluzione ‘stand-alone’ PSR-Trisafe-S
AUtomazione - safety & security
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29
Intervista
Anche in ambito ‘Security’ esistono soluzioni a crescente livello
di complessità e che possono prevedere la semplice segre-
gazione di porte RJ45 di accesso alla rete o l’impedimento
della disconnessione dei cavi dalla rete tramite opportuna
accessoristica, l’uso di Managed Switch Ethernet (Port-Security,
Broadcast Limiter, reti virtuali Vlan, ecc.) fi no all’uso di router,
eventualmente anche con fi rewall e/o supporto reti virtuali
VPN integrato (famiglia mGuard).
In quali settori viene maggiormente utilizzata la vostra propo-sta? Perché e con quali benefi ci, soprattutto in termini di Safety & Security?I mercati di riferimento per Phoenix Contact sono molteplici:
elettronica, automazione industriale, fotovoltaico, eolico,
trasporti, infrastrutture, trattamento delle acque, processo,
distribuzione dell’energia, costruttori di macchine, costruttori di
dispositivi elettronici e così via.
Mentre le soluzioni di Security trovano riscontro in tutte quelle
applicazioni in cui una rete di comunicazione industriale possa
risultare accessibile a operatori non autorizzati sia da locale sia
da remoto, per la Safety le applicazioni classiche sono quelle
legate a quegli ambienti ove macchine o impianti devono
essere dotati di opportune misure protettive per la riduzione al
di sotto dei limiti accettabili di rischio per operatori o ambiente.
I vantaggi nell’utilizzo di prodotti industriali sono da ricercare
nella protezione dei propri dati sensibili, nella difesa della pro-
pria rete da attacchi esterni (sabotaggio, modifi che perico-
lose, …) e nella rispondenza cosciente ai requisiti normativo-
giuridici per quel che riguarda la Sicurezza industriale.
Può segnalarci un’applicazione signifi cativa?Un’applicazione che evidenzia in modo ottimale i vantaggi
ottenuti in ambito sia Safety che Security ha previsto l’utilizzo di
SafetyBridge Technology integrata in una rete Profi net superio-
re presso una linea di assemblaggio di componenti meccanici
per l’industria automobilistica destinata al mercato brasiliano.
Grazie alle caratteristiche tipiche di questa tecnologia è stato
possibile gestire la rete Profi net con un nostro master standard
della famiglia ILC (non un PLC di sicurezza) andando nel con-
tempo a disporre della diagnostica di tutti gli I/O di sicurezza,
integrata in quella della rete Profi net direttamente via bus.
Fondamentale è stato inoltre la possibilità di un collegamento
wireless tra alcuni nodi di rete (per il trasferimento via Bluetooth
anche dei segnali di sicurezza). L’uso di router con fi rewall e
gestione di reti virtuali VPN integrati ha consentito la predi-
sposizione di un accesso sicuro da remoto per teleassistenza.
Ulteriori router con funzionalità fi rewall hanno anche consen-
tito di limitare l’accesso da locale ai nodi di rete deputati alla
gestione delle funzioni di Safety.
semplice configurazione delle apparecchiature
Con il software Safeconf è possibile defi nire il funziona-
mento di PSR-Trisafe in modo rapido ed effi cace. Anziché
procedere a complesse operazioni di programmazione, le
funzioni e i componenti necessari possono essere trascinati
con il mouse nell’editor di cablaggio e lì interconnessi. Divie-
ne così possibile realizzare e testare un progetto e trasferirlo
in un modulo di sicurezza in soli tre passi:
Passo 1: Selezione e confi gurazione delle funzioni di sicurezza
Per le funzioni di sicurezza sono disponibili moduli di tipo
intuitivo, che possono essere trascinati nell’area di cablag-
gio con il mouse e lì collegati. Non sono presenti fi nestre
aggiuntive o sottomenu, che richiedono l’inserimento di
ulteriori dati. Ciò consente di mantenere estremamente
chiara la logica di sicurezza.
Passo 2: Collegamento hardware mediante drag&drop
Anche il collegamento dell’hardware con la logica di
sicurezza avviene in modo rapido e senza complicazioni.
Il modulo di sicurezza con i suoi morsetti di collegamento
è rappresentato nella fi nestra di selezione dei moduli. Ciò
consente di trascinare i relativi ingressi e le uscite mediante
Drag& Drop nell’area di cablaggio dove vengono collegati
ai moduli di sicurezza.
Passo 3: Controllo delle funzioni di sicurezza e trasferimento
Qualsiasi modifi ca può essere convalidata in uffi cio prima
della sua implementazione, grazie alla possibilità di gestire
una simulazione del progetto direttamente sul PC di pro-
grammazione senza che allo stesso sia collegato il modulo
di sicurezza, per poter valutare la correttezza e la rispon-
denza del progetto alle specifi che iniziali.
Dopo il controllo, la confi gurazione viene poi trasferita a
bordo della memory stick del PSR-Trisafe-M che si collega al
PC attraverso un cavo standard USB/mini USB.
Per evitare modifi che indesiderate dei dati, il trasferimento
deve essere confermato manualmente sul modulo. La con-
fi gurazione a questo punto è attiva e può essere avviata.
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La flessibilità è tutto
Gestire il singolo componenteo l'automazione di un interoimpianto non è da tutti
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News
B&R: safety certificata nel drive
Nuovo volantino radio di Heidenhain
Da Pilz camme elettroniche di sicurezza per presse meccaniche
Mitsubishi Electric: Melsec WS Safety Controller
I servoazionamenti safe della serie ACOPOSmulti di B&R possono
essere facilmente integrati in reti su base Powerlink via openSA-
FETY e utilizzati per controllare il motore in tempo reale. Questo
permette a B&R di ridurre i tempi di
reazione degli errori di un fattore 10 e
nel contempo la conseguente energia
di massimo impatto di un fattore pari a
100, rispetto ai tradizionali circuiti di sicu-
rezza. Integrando la tecnologia safety
nei propri azionamenti e nei motori, B&R
ha ridefi nito come vengono calcolate
le distanze di fermata e le energie di im-
patto. Il circuito safety SafeMC, installato
su tutte le unità ACOPOSmulti, controlla
automaticamente qualsiasi reazione del
motore relativamente ai comandi che
arrivano dall’azionamento. Questo gra-
zie a encoder ad alta risoluzione ad alta
precisione, completamente digitali e sicuri, montati direttamente
sull’albero motore di tutti i servo motori sincroni di B&R e certifi cati
secondo la EN ISO 13849. L’elettronica è integrata direttamente
nel drive per evitare un addizionale
tempo di risposta.
Uno dei maggiori vantaggi nell’utilizzare
la ‘Tecnologia Safety Integrata’ di B&R
è l’eliminazione dei cablaggi ridondanti
e dei moduli di controllo esterni della
componente safety. I dati vengono
trasferiti attraverso un cablaggio virtuale
utilizzando il bus del sistema con un
protocollo safe intrinseco, chiamato
openSAFETY, che consente una sempli-
ce comunicazione dati con il sistema
di controllo. Le soluzioni di automazio-
ne B&R fanno questo utilizzando il bus
Powerlink.
Più grande è la macchina, più utile risulta il nuovo volantino radio
HR 550 FS, in quanto l’operatore può posizionarsi in prossimità
dell‘utensile e avere perfettamente sotto controllo il processo in
qualsiasi momento. L‘acronimo ‘FS’ sta per Functional Safety (sicu-
rezza funzionale) e il volantino è pertanto conforme a questi nuovi
requisiti di sicurezza. Gli altri consueti elementi di sicurezza, quali
tasto di arresto d‘emergenza e tasti di consenso, sono presenti
anch‘essi sul volantino HR 550 FS, come pure i tasti degli assi evi-
denziati mediante colore e il display a sei righe, che segnala impor-
tati stati macchina e, oltre a informazioni generali, anche l‘intensità
del segnale radio. E se ci si allontana troppo? Con il chiaro allarme
a vibrazione l‘allontanamento viene segnalato in tempo utile. Il vo-
lantino dispone inoltre di cinque softkey per poter essere adattato
alle diverse procedure di lavoro specifi che. Tali softkey possono
essere confi gurati con funzioni speciali, visualizzate di volta in volta
sul display. Il costruttore della macchina può inoltre confi gurare
con funzioni speciali anche i sei
tasti funzione illuminabili con LED. I
pittogrammi delle denominazioni
degli assi e dei tasti funzione sono
intercambiabili. Nella versione
con index meccanico è possibile
regolare il percorso di traslazione
per ogni passo.
Il sistema di automazione PSS
4000 Pilz rappresenta la solu-
zione ottimale per un controllo
completo delle presse mecca-
niche. Il dispositivo a camme
elettroniche di sicurezza è
composto da:
• il sistema di sicurezza PSS
universal PLC
• moduli presse (compreso
modulo CamController)
• uno speciale trasduttore rotativo Pilz
• Il nuovo dispositivo a camme elettroniche di sicurezza sostituisce
il tradizionale pacco camme meccaniche. I vantaggi in breve:
camma di sicurezza per arresto al PMS all’aumentare del numero
di giri e compensazione extracorsa
• misurazione continua dell’extracorsa con limiti impostabili di
avviso e allarme per la riduzione al minimo dei tempi di fermo
macchina
• visualizzazione dell’altezza della corsa grazie al rilevamento
dell’angolo elettrico
• elevata protezione contro manipolazioni
• soluzione di sicurezza certifi cata secondo EN 692
I controllori di sicurezza Melsec WS di Mitsubishi
Electric offrono una conveniente soluzione
quando si tratta di dotare singole macchine o
piccoli sistemi di dispositivi di sicurezza. Le dimen-
sioni compatte del modulo consentono un facile
montaggio, senza costi accessori, nella maggior
parte degli armadi elettrici. La confi gurazione
basata su grafi ci è rapida, il software presenta
un’interfaccia intuitiva, la programmazione, i
test funzionali e di programma sono semplifi cati
grazie ai moduli di sicurezza funzionali. Se inte-
grato in applicazioni complesse, WS può essere
ampliato con moduli I/O supplementari. Tramite
collegamento ad una rete Ethernet o CC-Link
è inoltre possibile collegare il WS facilmente a
sistemi PLC convenzionali.
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AUtomazione - safety & security
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Safety e Security secondo Schneider Electric: un’opportunita’ per le aziende
Di Valerio Alessandroni
Schneider Electric ha due approcci ben deline-
ati alle problematiche di Safety e di Security.
Ne abbiamo parlato con Massimo Daniele,
Marketing Manager Plant Solutions - PLC Scada
& Network presso Schneider Electric.
NewsSImpresa: “Che cosa signifi ca, per Schnei-der Electric, il termine Safety? In altri termini: quali sono le linee di prodotto o le versioni
speciali che vengono proposte per soddisfare i requisiti di Safety su macchine e impianti in campo industriale?”Daniele: “Per Schneider, Safety vuol dire proteggere perso-
ne, ambiente, impianti e/o macchine in modo da rendere la
sicurezza non solo una risposta a vincoli normativi o di legge
ma un’opportunità per rendere l’azienda più Green e ottenere
da essa un ROI, in termini fi nanziari, garantendo la continuità
di produzione piuttosto che preservando le installazioni, e di
responsabilità sociale.
Le linee di prodotto che soddisfano questi requisiti e che aiutano
i clienti a rispondere alle esigenze sono dedicate ma integra-
bili in architetture di automazione standard. Si tratta infatti di
prodotti per i quali non è necessario un know-how specifi co per
la loro programmazione o messa in opera, in quanto si basano
sugli stessi software che gestiscono i PLC e i device della parte
processo o macchine.
In particolare, nel processo ricordiamo la gamma PLC Quantum
certifi cata TUV per applicazioni fi no a SIL3, mentre per le appli-
cazioni nel mondo macchine la gamma di prodotti Preventa”.
NewSImpresa: “Quali sono gli elementi che Schneider Electric ritiene più distintivi della propria offerta in questo ambito?”Daniele: “L’elemento distintivo dell’offerta Safety di Schneider
Electric è sicuramente il fatto che essa è certifi cata da enti rico-
nosciuti come il TUV, che hanno lavorato con Schneider Electric
L’elemento distintivo dell’offerta di Schneider Electric è il fatto che essa è certifi cata da enti riconosciuti, che hanno lavorato con l’azienda già dalle fasi di progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo
AUtomazione - safety & security
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Intervista
già dalla progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo,
permettendo alle aziende che utilizzano la nostra tecnologia di
essere facilitate nel processo di certifi cazione della macchina
o dell’impianto. Questo permette inoltre, a chi sviluppa appli-
cazioni Safety, di poterlo fare ottimizzando gli investimenti in
termini di conoscenza normativa e/o altro, grazie a software già
certifi cati e/o guidati come Unity versione Safety per i PLC e le
applicazioni del processo.
Nel mondo macchine si è andati ancora oltre con l’approccio
Safety Chain Solutions, che mette a disposizione del progettista
l’intera ‘catena di sicurezza’ validata da parte dell’ente notifi -
cato TUV con il valore di Performance Level corrispondente.
Le soluzioni certifi cate contengono tutte le informazioni per la
corretta progettazione della funzione di sicurezza, le applica-
zioni tipiche, gli schemi di collegamento ed il calcolo del SIL (EN
62061) e del Performance Level (EN 13849-1).
I parametri necessari per scegliere lo schema sono il Performan-
ce Level, il tipo di protezioni (carter mobili, barriere immateriali o
tappeti), l’arresto d’emergenza libero o controllato, le tipologie
di sensori e di azionamenti presenti sull’impianto e la specifi ca
del cablaggio se tradizionale o bus di sicurezza.
La Safety Chain Solutions, inclusa nella documentazione proget-
tuale della macchina, permette un notevole risparmio econo-
mico e garantisce sempre la corretta rispondenza alla regola
dell’arte con la certifi cazione della catena di sicurezza.
NewSImpresa: “Qual è la valenza strategica che Schneider Electric associa al mercato Safety e in che modo intende affron-tarne le sfi de?”Daniele: “Il mercato della Safety nell’automazione è assoluta-
mente strategico già oggi e sempre di più lo sarà domani.
Le aziende che lavorano nel mercato dell’automazione hanno
compreso che la Safety è un’opportunità per fare business
rispondendo ad esigenze che per i clienti fi nali sono mandata-
rie, e sempre di più la possibilità di fornire architetture integrate
che gestiscano l’automazione di processo o di macchina con la
parte di sicurezza, è la risposta che il cliente si aspetta.
In quest’ottica, Schneider Electric sta sviluppando la sua offerta
di prodotti e soluzioni, per rendere sempre di più l’automazione
che fa Safety una risposta ad alto valore aggiunto sia tecnolo-
gico che economico per il cliente, specializzando la sua offerta
nei mercati del processo e delle macchine con prodotti ed
architetture specifi che avendo, come comune denominatore
la certifi cazione nativa del prodotto, la semplicità di proget-
tazione, programmazione e utilizzo ed i bus di comunicazione
come unione delle varie tecnologie. In tal senso lo sviluppo sarà
sempre di più indirizzato verso l’utilizzo di Ethernet”.
NewSImpresa: “Come si confi gura, invece, l’offerta di Schneider Electric in ambito Security?”Daniele: “Da sempre leader nell’offerta di comando e segna-
lazione, dal 2010 in ambito Security e controllo accessi l’offerta
di Schneider Electric si è arricchita tramite l’unione delle nostre
competenze con quelle di Sagem Sicurezza (Gruppo Safran),
leader mondiale delle tecnologie biometriche, per dare vita ad
un’offerta unica in ambito protezione dell’ambiente industriale,
il pulsante biometrico ‘Harmony’.
La biometria integrata nel pulsante ‘Harmony’ permette di
combinare comfort (nessuna chiave, badge o password a rischio
perdita, dimenticanza, furto o copia) e un alto livello di protezio-
ne (unicità d’accesso per impronta digitale). Essa offre al settore
industriale un guadagno di produttività, diminuendo i costi dovuti
alla manutenzione e al funzionamento del sistema, ed evitando
le operazioni non autorizzate”.
NewSImpresa: “I temi Safety e Security vengono affrontati da Schneider Electric in modo congiunto o attraverso linee d’azione e/o linee di prodotto distinte?”Daniele: “Ad oggi i temi sono per Schneider Electric divisi, in
quanto con Security si intende la sicurezza industriale come
trattamento dei dati, la loro protezione all’interno dell’azienda e
da attacchi esterni, piuttosto che il controllo accessi o l’operati-
vità, mentre con Safety di cui abbiamo già parlato in dettaglio
sopra, si intende la prevenzione del danno grave contro persone
ambiente ed installazioni. La risposta di Schneider Electric si con-
traddistingue quindi con linee di prodotto separate ma sempre di
più integrabili in architetture comuni, in modo da poter soddisfa-
re entrambe le richieste in modo completo. In questi termini, la
risposta alle richieste di Security è la gamma di prodotti Harmony
(accessi) e Connexium (dati), comprendente non solo Switch
ma anche Router, Firewall, Gateway con funzionalità integrate
confi gurabili tramite semplice intevaccia web con pochi click del
mouse o con la massima disponibilità per l’utente che necessita
del massimo delle performance e quindi debba invece adattare
questi oggetti ad architetture complesse. Questi prodotti posso
essere integrati in architetture di automazione che gestiscono la
Safety di processo (Modicon) e/o di macchine (Preventa) ed è
una tendenza che ritroveremo sempre di più in futuro in quanto
i due mondi avranno sempre di più punti di contatto, per cui,
pur nascendo da esigenze diverse l’integrabilità dei prodotti e/o
soluzioni sarà la chiave per oggi e soprattutto per il domani”.
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2011 Schneider Electric. Tutti i diritti riservati. Schneider Electric, MachineStruxure, SoMachine, e Make the most of your energy sono marchi di proprietà di Schneider Electric Industries SAS o aziende affiliate. • Schneider Electric Spa – Via Circonvallazione est,1 – 24040 Stezzano (BG) • 998-2701A_IT
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A cura di Echos2Value*
L’impiego delle Mappe Mentali per rappresentare
le informazioni ha trovato crescente interesse
e di utilizzo - in virtù della capacità di rappre-
sentare concetti, contenuti ed attività nella loro
dinamica, negli ambiti più diversi: Management,
Sviluppo e chiusura delle trattative commerciali,
Formazione, Gestione dei gruppi di lavoro, Svi-
luppo e distribuzione della conoscenza. I risultati
sono legati alla capacità di stimolare la generazione e l’orga-
nizzazione di idee e concetti, favorendone una visione globale
ed un’interpretazione oggettiva, permettendo la diffusione e
condivisione della conoscenza. L’obiettivo è quello sia di arric-
chire il bagaglio culturale del Manager, che ha la responsabilità
di risorse critiche quali le persone, il tempo e la conoscenza, con
strumenti in grado di supportarlo nella gestione di tali variabi-
li, contribuendo a potenziare le sue capacità nei processi di
pianifi cazione ed organizzazione, di sviluppo ed innovazione,
di gestione del cambiamento e la messa in opera del proprio
ambiente collaborativo, sia quello dei collaboratori.
Il metodo delle Mappe Mentali (ideato da Tony Buzan nel 1960)
si basa sulla capacità propria della mente umana di associare
idee e pensieri in maniera non lineare e permette di sfruttare
al meglio la differenziazione funzionale dei due lobi cerebrali,
facendoli operare in sinergia: le potenzialità latenti dell’emisfero
destro del nostro cervello, (olistico, non lineare, creativo, intuiti-
vo, immaginifi co, non verbale, emotivo e fi gurato) e l’emisfero
sinistro che invece elabora le informazioni con un approccio
lineare, logico, razionale, analitico, quantitativo, verbale e che
può essere stimolato mediante rappresentazioni di tipo testuale
e verbale. Pertanto il metodo utilizzato permette di rappresen-
tare le informazioni e le idee coinvolgendo sia le funzionalità
logico-razionali sia quelle immaginifi co-creative, in modo tale
da migliorare i nostri risultati in diverse aree, da quella personale
a quella professionale/aziendale. Dal punto di vista pratico ed
operativo una Mappa Mentale è un diagramma nel quale si
rappresentano i concetti in forma grafi ca: al centro vi è l’idea
principale, mentre le informazioni di dettaglio e gli approfon-
dimenti si dipartono dal centro verso l’esterno, legati secondo
una geometria radiante, e costruiscono ulteriori legami.
Le Mappe Mentali si caratterizzano, rispetto ad altre modalità di
rappresentazione, per l’enfasi posta: sulla struttura gerarchico-
associativa delle informazioni, sull’uso di elementi di notevole
impatto percettivo come i colori e le immagini, che stimolano
la creatività di chi le produce e catturano l’attenzione di chi le
legge, sulla possibilità di limitare ad un unico foglio la visualizza-
zione completa di tutte le informazioni necessarie.
Uno strumento particolarmente pratico, effi cace e semplice da
apprendere che aiuta a migliorare: la produttività individuale e
di gruppo, per generare, far emergere e rappresentare le idee/
azioni delle diverse persone, enfatizzando i collegamenti logici,
facilitando dialettica, confronto e condivisione; la gestione della
conoscenza e la defi nizione di standard, per favorire la diffu-
sione e circolarità delle informazioni e per predisporre standard
aziendali in termini di formato e contenuti; il Problem Solving
e Decision Making, per valutare e comparare varie opzioni,
il Project Management, per defi nire gli obiettivi, strutturare le
attività, allocare le risorse, assegnare i tempi, raccogliere le
informazioni necessarie, monitorare lo stato avanzamento lavori
ed i risultati ottenuti; per la progettazione e nella realizzazione di
percorsi formativi interdisciplinari e nella valutazione delle com-
petenze acquisite. Ma non solo…
Una serie di verifi che effettuate sul campo in ambito del Pro-
getto ECHOS2Value (www.echos2value.it) ha mostrato in primis
che bastano 4/8 ore di corso per apprendere i fondamentali
ed iniziare a produrre mappe da impiegare nello svolgimento
delle attività quotidiane, con un impatto signifi cativo in merito a
produttività e soddisfazione personale.
Mappe Mentali, la via piu’ breve per la messa a regime
di ambienti collaborativi ed efficaci
* ECHOS2Value è un iniziativa di Pentaconsulting srl e Studio PJM
Value2 Etica - Competitività - Human ResourcesOrganizzazione - Sicurezza del Lavoro
Tutti i contesti lavorativi sono attualmente caratterizzati da dinamismo e complessità, sempre più viene richiesta la capacità di operare – in parallelo – su problematiche diverse e su molteplici attività nel corso della stessa giornata. Ognuno è alla ricerca di strumenti e metodi che possano consentire una corretta gestione, tempi rapidi di risposta e semplicità ed effi cacia nelle comunicazioni. La risposta a queste esigen-ze viene fornita dall’adozione delle Mappe Mentali, strumento non nuovo ma innovativo, che inserito nella cultura d’Azienda fornisce risultati estremamente interessanti
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rockwell automation: sicurezza delle macchine a partire dalla progettazione
Di Valerio Alessandroni
Roberto Motta, Local Business Leader IA – Italian Region di Rockwell Automation de-
scrive in questa
intervista le
strategie dell’azienda di Milwau-
kee per quanto riguarda Safety &
Security.
NewSImpresa: “Quali sono i capisaldi dell’offerta Rockwell Auto-mation per la Security?”Motta: “Rockwell Automation basa la propria proposta in ambi-
to Security sia su prodotti (Factory Talk Security) che su archi-
tetture di comunicazione di riferimento in collaborazione con
Cisco. I prodotti si riferiscono sempre ad un modello di sicurezza
a più livelli con lo scopo di: limitare l’accesso di utenti e com-
puter alla programmazione di dispositivi di automazione, gestire
l‘accesso alle applicazioni software di automazione e limitare
l’accesso alle reti di automazione.
Un esempio di gestione dell’accesso alle applicazioni è riferibile
I sistemi di sicurezza programmabili semplifi cano le procedure di servizio degli utilizzatori fi nali
AUtomazione - safety & security
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Intervista
alle modalità di accesso esterno, per esempio al valore di una
variabile di un controllore Logix. Le modalità possibili sono Read/
Write, Read Only, None. Il sistema defi nisce anche come la logi-
ca del controllore accede ad una specifi ca variabile. In questo
caso, i valori possibili sono modifi cabile e non modifi cabile. In più
FactoryTalk Security controllerà ‘chi’ è autorizzato a modifi care
con RSLogix 5000 il valore di questo attributo”. (RSLogix 5000, lo
ricordiamo, è un potente software di confi gurazione e progetta-
zione dei sistemi di controllo, n.d.r.).
NewSImpresa: “Quali sono i vantaggi - tangibili e intangibi-li - che i system integrator e gli utenti fi nali possono ottenere utilizzando i prodotti di Security Rockwell Automation?” Motta: “I vantaggi si riassumono in una parola: integrazione.
Infatti, FactoryTalk Security non è un prodotto a sé stante, ma è
parte integrante della nostra piattaforma software. Le architet-
ture di rete di riferimento sono parte integrante dei nostri sistemi
di controllo”.
NewSImpresa: “Qual è la roadmap di Rockwell Automation nel settore Safety & Security? Nuove tecnologie, allargamento dell’offerta, ingresso in nuovi ambiti industriali o altro…”Motta: “La roadmap futura comprende l’implementazione di
funzioni di sicurezza sui nostri switch Stratix e il miglioramento
continuo della Factory Talk Security”.
NewSImpresa: “Nel programma Encompass (il programma
di riferimento di prodotti ideato per identifi care , qualifi care e commercializzare i prodotti di terze parti che si integrano con i prodotti e l’assistenza offerti da Rockwell Automation, n.d.r.) sono previste fi gure specifi camente dedicate alla Security?”Motta: “Quella con Cisco è una forma di collaborazione che va
oltre il programma Encompass, caratterizzandosi per la capaci-
tà di presentarsi sul mercato con un proposta ‘integrata’ ad alto
valore aggiunto che va dalla disponibilità di sistemi VPN client e
Firewall Cisco alla capacità di connettere i comparti automazio-
ne e IT senza compromettere la sicurezza informatica”.
alle modalità di accesso esterno, per esempio al valore di una
FACTORYTALK: UN’ARCHITETTURA ORIENTATA AI SERVIZI
SI AMPLIA LA FAMIGLIA STRATIX
Lo scambio di informazioni in tempo reale tra la produzione
e la restante parte di un’azienda è fondamentale per poter
prendere decisioni volte a migliorare la tempestività di rispo-
sta, aumentare la produttività, ridurre i costi e assicurare la
conformità alle normative. La suite integrata di applicazioni
software modulari ad elevata scalabilità FactoryTalk con-
sente di integrare in un impianto una serie di potenti tool.
L’architettura orientata ai servizi rende possibile tutta una
serie di attività quali la condivisione dei dati in un sistema
distribuito, l’applicazione della ridondanza e della tolleran-
za agli errori tenendo traccia delle modifi che nel sistema, la
semplifi cazione della progettazione dei sistemi di informa-
zione e di automazione, la connettività tra più fornitori e
l’amministrazione centralizzata delle funzioni chiave.
L’architettura orientata ai servizi offre una grande fl essibilità
in quanto consente un’implementazione graduale, grazie
all’utilizzo delle infrastrutture esistenti e la contemporanea
applicazione delle tecnologie più recenti. Inoltre, permette
di ridurre i costi di formazione poiché è basata su un set
comune di servizi e attività condivisi.
La piattaforma di servizi FactoryTalk include, in particolare,
FactoryTalk Security, un’authority di protezione centralizzata
per i componenti del sistema. Un unico punto di riferimento
per la creazione, l’assegnazione dei diritti e il monitoraggio
di tutti gli utenti del sistema che semplifi ca la conformità alle
normative ed offre una soluzione di protezione più effi ciente.
La famiglia di switch industriali Stratix 8000 Allen-
Bradley è stata ampliata con un nuovo modello,
denominato Stratix 8300, uno switch di livello 3 ricco
di funzionalità.
Il nuovo Stratix 8300 offre instradamento statico,
dinamico, multicast e basato su criteri consentendo
agli utenti la massima flessibilità nel creare architet-
ture segmentate sicure per le applicazioni Ethernet
industriali. Il sistema operativo Cisco Catalyst, costi-
tuito da un set di funzioni e da un’interfaccia utente,
fornisce l’integrazione coerente con la rete azien-
dale tramite strumenti familiari ai professionisti IT ma
anche informazioni di diagnostica generali prove-
nienti dal sistema Architettura Integrata di Rockwell
Automation utilizzando in questo caso strumenti
familiari ai responsabili e a tecnici di produzione.
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Ethernet industriale
Di Valerio Alessandroni
Nella comunicazione di fabbrica è sempre più diffusa l’adozione di reti basate su protocolli Ethernet,che sono ormai in grado di sostituirsi ai differenti fieldbus
To WATCH Industrial Ethernet
Grazie all’ampiezza di banda, alla
semplicità e al basso costo, Ether-
net è attualmente la tecnologia
per comunicazioni più diffusa nel
settore informatico. Non è però
intrinsecamente deterministica,
una caratteristica assolutamente
indispensabile per le applicazioni in
cui la sicurezza è un fattore critico. Questo aspetto è stato risolto
dalle reti Industrial Ethernet.
Il mezzo fisico su cui si basa Ethernet, cioè cavi e connettori di
connessione tra PC, stampanti e altre periferiche, gestisce una
serie di protocolli di comunicazione, quali IP (Internet Proto-
col), TCP (Transport Control Protocol) e numerosi altri protocolli
di comunicazione di rete. Questo insieme si rivela adatto per
l’ambiente di ufficio, consentendo la condivisione di file, di
stampanti, l’invio di e-mail, la navigazione su Internet eccetera.
I requisiti del settore industriale sono molto più stringenti: i vari
controller devono accedere ai dati da vari driver, da worksta-
tion da sistemi I/O. Nelle operazioni tipiche d’ufficio e’ previsto
per l’utente un tempo d’attesa prima dell’esecuzione di un cer-
to task. La linea di produzione richiede invece comunicazioni in
tempo reale. L’esatta esecuzione di un’operazione è un fattore
estremamente più critico di quanto possa essere l’accesso a file
su server o ad un sito web.
Ormai, non c’è dubbio che Ethernet e il protocollo TCP/IP siano
tra i sistemi di automazione industriale più diffusi e popolari. La
tecnologia ha fatto passi da gigante ed importanti innovazioni
quali Fast Ethernet, switching e comunicazioni full-duplex hanno
trasformato la vecchia Ethernet in un sistema di comunicazione
potente. Tuttavia, sembra improbabile che il sogno di avere
un unico protocollo applicativo standard per l’automazione
industriale possa divenire realtà. Vi sono infatti oltre 10 protocolli
Industrial Ethernet attualmente disponibili sul mercato.
Nel suo studio ‘The world market for Industrial Ethernet – 2009
edition’, IMS Research valuta comunque PROFINET come una
delle varianti Industrial Ethernet più utilizzate nel mondo, con
una quota di mercato del 28%. Lo studio sottolinea inoltre la
capacità di Profinet di offrire una soluzione Indusrial Ethernet
valida per una vasta gamma di applicazioni, tra cui il controllo
del movimento ad alta velocità. Con PROFINET, EtherNet/IP e
Modbus TCP/IP completano il gruppo di testa, rappresentando
circa l’80% del mercato totale. Secondo lo studio, EtherCAT e
Powerlink, principalmente concentrati sulla drive technology,
hanno invece quote di mercato pari al 4% e all’11% rispettiva-
mente. Tra gli standard del gruppo di testa, IMS Research ritiene
che PROFINET sia la tecnologia destinata alla maggiore crescita
nel periodo tra il 2008 e il 2013 (+8,7%). EtherNet/IP pare invece
destinata a una crescita più lenta (+7,1%), mentre si prevede un
calo per Modbus TCP/IP (-0,4%).
D’altra parte, il cablaggio delle infrastrutture di Ethernet indu-
striale richiede non solo cavi e connettori appropriati, ma anche
componenti ‘attivi’, quali switch e router. Oggi sono presenti sul
mercato switch configurabili o non configurabili, che rappresen-
tano la soluzione ideale per chi voglia prodotti ‘pronti all’uso’.
In conclusione, Ethernet offre integrazione con l’ambiente
office, funzionalità IT, Internet/Intranet, e configurazione remota;
una grande larghezza di banda e pacchetti dati estesi per
la comunicazione con dispositivi industriali; comunicazione in
tempo reale con sincronizzazione sufficiente a supportare an-
che applicazioni di controllo del movimento molto complesse;
connessione e supporto di un elevato numero di dispositivi su
aree estese. Oggi, l’opinione prevalente è che le reti Industrial
Ethernet non sostituiranno i tradizionali fieldbus, ma apriranno in-
vece la strada a nuove applicazioni, supportando la migrazione
verso l’intelligenza distribuita nel settore dell’automazione.
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Rockwell Automation punta su Ethernet/IP, senza perdere di vista DeviceNet e ControlNet
Di Valerio Alessandroni
Rockwell Automation è entrata nel mercato delle infrastrutture per Ethernet con un’offerta completa di switch, cavi e connettori per il cablaggio industriale. Anche grazie a questi sviluppi, è prevedibile che EtherNet/IP si confermerà sempre di più come la soluzione Ethernet ottimale per tutte le esigenze di controllo industriale
To WATCH Industrial Ethernet
In combinazione con TCP/UDP/IP, Ethernet è la tecno-
logia di rete più diffusa al mondo. L’Ethernet pensata
da Robert Metcalfe nel 1973 per Xerox Corporation
era una tecnologia a 10 Mbps, half-duplex, su cavo
coassiale (trunk) con derivazioni (drop) ai nodi tramite
transceiver (divenuti poi hub) ed accesso alla rete
con risoluzione casuale delle collisioni, in assenza di
criteri di priorità e di servizi di sincronizzazione. L’Ether-
net di oggi è tutt’altra tecnologia: 100/1000 Mbps, Full-duplex
(200 Mbps per canale), su concentratori di tipo switch che han-
no annullato le collisioni ed ora anche con criteri di priorità se-
condo Ieee 801.2q (QoS) Frame Prioritization e servizi di sincroniz-
zazione Ieee 1588 Time Sync Service. In altre parole, Ethernet è
oggi una tecnologia di
comunicazione indu-
striale, deterministica
e adatta anche per
applicazioni Motion
Control, con tempi di
aggiornamento infe-
riori al millisecondo.
Passando al mondo
industriale, da tempo
esiste un forte interesse
intorno all’adozione di
Ethernet per appli-
cazioni di controllo
derivante, in primo luogo, dall’elevata base di installato che
rende la tecnologia Ethernet accessibile ed usuale ad un largo
numero di utenti. Divenuta a tutti gli effetti una realtà standard
a livello Information Systems, essa rappresenta una tecnologia
aperta, di pubblico dominio, le cui capacità e prestazioni sono
in continua evoluzione.
Proprio alcune innovazioni recentemente introdotte consentono
oggi un più appropriato utilizzo di Ethernet anche in applicazioni
di controllo. Queste innovazioni vanno dall’introduzione della
tecnologia Switching, all’evoluzione del baud rate da 10Mb a
100Mb e del protocollo da half duplex a full duplex.
Gli argomenti contrari a Ethernet in ambiente di fabbrica si ba-
sano su una cosiddetta ‘fragilità’ di Ethernet nelle applicazioni di
automazione. Se ciò poteva essere vero in passato, gli switch in-
telligenti hanno ampiamente eliminato tale problema, creando
domini di collisione separati che offrono l’affidabilità’ necessaria
per tutte le applicazioni d’automazione.
Il metodo di accesso di Ethernet (Csma/CD - Carrier sense
multiple access/Collision detection) rimane probabilistico e,
anche se le innovazioni tecnologiche citate ne incrementano le
prestazioni, Ethernet manterrà comunque dei limiti in termini di
determinismo e soprattutto di ripetitività. L’utilizzo di Ethernet per
il controllo dell’I/O è quindi accettabile solo in applicazioni dove
questi ultimi due aspetti non siano determinanti.
I prodotti e le soluzioni Ethernet-based di Rockwell Automation
trovano il loro comune denominatore in Ethernet/IP, la soluzione
Industrial Ethernet di Odva - Open DeviceNet Vendors Asso-
ciation - che vede fra gli altri soci fondatori proprio Rockwell
Automation. Costruito sul modello di trasporto standard TCP/
IP, esso fornisce un sistema integrato trasparente per la rete di
ufficio e per quella
industriale. Uno dei
principali vantaggi
offerti da EtherNet/
IP è che si tratta
di una tecnologia
‘standard Ethernet’
e non ‘basata su
standard’. EtherNet/
IP utilizza infatti lo
standard Ieee 802
e i protocolli TCP/
UDP/IP per le più
comuni applicazioni
di automazione: configurazione, informazione, controllo, sincro-
nizzazione, sicurezza (Safety) e Motion Control.
È da notare che Ethernet/IP condivide lo stesso Application
Layer delle reti DeviceNet e ControlNet adottate da Rockwell
Automation, mantenendo invariati il livello fisico ed il metodo di
accesso Csma/CD standard Ethernet Ieee 802.3.
Alla base della tecnologia EtherNet/IP di Rockwell Automation vi
è l’architettura CIP (Common Industrial Protocol), un livello appli-
cativo comune condiviso da reti aperte che integra senza di-
scontinuità controllo I/O, configurazione di dispositivi e raccolta
dati. Le soluzioni basate su CIP permettono quindi lo scambio di
informazioni tra più reti, con una conseguente riduzione dei costi
di produzione. Nella strategia di Rockwell Automation l’adozio-
ne di EtherNet/IP non implicherà comunque l’abbandono delle
altre architetture di bus di campo esistenti, perché le differenze
a livello Data Link avranno sempre un impatto significativo sulle
funzionalità di ciascun bus.
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To WATCH Industrial Ethernet
advantech:le strategie vincenti di un global player
Advantech è oggi uno dei principali attori nel mondo del controllo PC-based
Grazie a una crescita annuale del
30%, Advantech si è sviluppata
in una multinazionale dinamica
e competitiva, presente a livello
mondiale con una rete vendite
capillare e centri logistici/operativi
in sei macroregioni: Stati Uniti e Sud
America, Europa, Sud-Est Asiatico,
Giappone, Cina e infi ne la stessa Taiwan, dove si trova la sede
principale. In Europa, la sede centrale è situata ad Eindhoven e
ha lo scopo di gestire la logistica e le attività di assemblaggio.
L’attività di ricerca e sviluppo di Advantech è distribuita nei
vari continenti mentre, per ogni singolo settore, è stato creato
un Competence Center con il compito di risolvere le richie-
ste tecniche nei progetti più importanti. Lo sviluppo di nuovi
prodotti è coordinato direttamente dalla sede centrale di
Taiwan.
Advantech e’ presente nei principali paesi europei con una
copertura totale del territorio tramite la distribuzione, che
opera in stretto contatto con le aziende. La fi liale italiana,
sita a Cassina de’ Pecchi (Milano) mette a dispozione una
struttura commerciale altamente professionale in grado di
guidare e supportare la clientela nella scelta della soluzione
migliore. A livello nazionale, Advantech Italia ha sviluppato
una struttura dedicata alle vendite estremamente qualifi cata
costituita da personale commerciale interno ed esterno per
supportare i clienti strategici. Ad essa si affi ancano Distributo-
ri, Systems Integrator e VAR per coprire capillarmente tutto il
territorio nazionale nonché i vari mercati verticali.
Massimo Mazzoleni, Channel Sales Director di Advantech
Europe BV, Milano, ci ha illustrato le strategie dell’azienda e la
sua ‘vision’ in alcuni ambiti particolari, come le comunicazioni
basate su Ethernet e la domotica.
NewSImpresa: “Quali i mercati di riferimento nel territorio italiano per Advantech nel 2011?”Mazzoleni: “I mercati di riferimento per Advantech sono svariati.
Per quanto concerne il mondo dell’automazione parliamo
essenzialmente di ITS (Intelligent Transportation System) & Rail-
ways, Power & Energy, Machine and Factory Automation ed
Environmental and Facility Management System.
Mentre, accanto a quello Embedded, vogliamo sottolineare al-
tri mercati importanti quali il Gaming (seppur di nicchia), il Digital
Signage, l’Home Automation, il Fleet Management e Logistica”.
NewSImpresa: “Parliamo di strategie…”Mazzoleni: “Parlando di strategie, Advantech punta ad
aumentare la presenza e il servizio sul mercato, sia in termini
di risorse di vendita che di supporto tecnico al cliente. I nostri
maggiori sforzi e investimenti sono costantemente rivolti allo
sviluppo di nuovi prodotti sempre più mirati e focalizzati ad
applicazioni specifi che per i nostri mercati di riferimento. Con-
temporaneamente, cerchiamo di semplifi care ulteriormente le
scelte dei nostri clienti con una integrazione hardware molto
spinta. Advantech può dire con orgoglio di essere uno dei
pochissimi fornitori a possedere un impianto produttivo proprio
BAS-3000: CONTROLLORI DDC PER LA DOMOTICA
La serie BAS-3000 Advantech è stata progettata per
applicazioni di Facility Monitoring & Control System ed
Energy Management. I BAS-3000 sono controllori DDC
(Direct Digital Controller) con piene funzionalità web,
caratterizzati da accesso veloce e remote management
mediante connessione Ethernet, un’interfaccia basata su
un browser web semplice da utilizzare, simulazione offl ine,
e online debugging. Inoltre, tutti i moduli di controllo di
questa serie supportano un’espansione I/O sia locale che
remota per incrementarne la fl essibilità, e sono dotati
di funzione ‘auto-tuning PID control, che ne garantisce
un’estrema semplicità di utilizzo.un’estrema semplicità di utilizzo.
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To WATCH Industrial Ethernet
advantech:le strategie vincenti di un global player
con un infrastruttura che si estende su larga scala globale.
Ad oggi tutti e cinque i continenti sono serviti dagli oltre 4500
membri del nostro personale, 900 dei quali sono ingegneri
specializzati che lavorano nella ricerca e sviluppo”.
NewSImpresa: “Oggi si parla molto di Industrial Ethernet, una tecnologia nella quale Advantech è un nome di riferimento. Perché l’azienda ha deciso di investire in modo così convinto su questo protocollo? Quali sono, a suo giudizio, i principali benefi ci per l’utente che sceglie una combinazione Advan-tech/Industrial Ethernet?”Mazzoleni: “Abbiamo sempre creduto che un protocollo
standard e aperto rappresenti il futuro per il mercato dell’au-
tomazione. Non si può prescindere dal fatto che Ethernet è un
protocollo standard che rende la comunicazione meno pro-
prietaria, dando al cliente fi nale il grande vantaggio di poter
scegliere qualsiasi prodotto da fornitori che utilizzino la stessa
strategia. La comunicazione deve avere un unico linguaggio
e proprio in questo senso il protocollo Ethernet viene utilizzato
per uniformare ed implementare una base per un linguaggio
comune nel mondo dell’automazione”.
Un esempio della tecnologia Industrial Ethernet fi rmata Ad-
vantech è descritto nel box ‘Switch industriale PoE’.
NewSImpresa: “Veniamo alla domotica, altro tema ‘caldo’ per il mercato italiano. Alcuni prodotti Advantech possono essere utilizzati anche nel campo della domotica. Qual è l’elemento distintivo dell’offerta Advantech in questo ambito? Quali sono i vantaggi di avere una gamma di prodotti comune in campo industriale e in campo residenziale/domotico?”
SWITCH INDUSTRIALE POE
EKI-7659CPI di Advantech è uno switch industriale Power
over Ethernet (PoE) managed. L’apparecchiatura è
dotata non solo di otto porte PoE, ma anche di due
porte Gigabit Ethernet, garantendo comunicazioni ad
alta velocità per molte applicazioni industriali. Inoltre,
EKI-7659CPI supporta funzioni di monitoraggio e controllo
IP-based, permettendo l’accesso fi no a otto dispositivi
connessi mediante un web browser standard per verifi -
care lo stato di funzionamento, spegnimento, riavvio e
molto altro.
Power over Ethernet (PoE) è sinonimo di soluzione fl essibile
e conveniente per la connettività remota. I telefoni IP
‘PoE enabled’, gli access point LAN wireless, le videoca-
mere connesse in rete, e i controllori embedded sono
esempi perfetti di prodotti istallati in posi-
zioni scomode dove
il supporto
in termini di
alimentazio-
ne risulta
costoso o
infattibile.
esempi perfetti di prodotti istallati in posi-
zioni scomode dove zioni scomode dove
Mazzoleni: “In Advantech utilizziamo la nostra esperienza
anche nel mondo della domotica per elevare tecnologica-
mente i prodotti e la qualità degli stessi. Mi lasci passare un
paragone molto calzante: come dalla Formula Uno si può
trasferire la tecnologia nelle machine di serie, è evidente che
non è possibile l’inverso. Analogamente, solo chi sviluppa tec-
nologia è un leader di mercato capace di trasformarla ed
adattarla. Ed è proprio con questi presupposti che mettiamo
la migliore e più sofi sticata tecnologia al servizio delle appli-
cazioni industriali e da oggi anche nel mondo della domotica
residenziale”.
Un esempio della tecnologia Advantech per la domotica è
descritto nel box ‘BAS-3000: controllori DDC per la domotica’.
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To WATCH Industrial Ethernet
la ethernet di
beckhoffsi chiama EtherCat
EtherCAT (Ethernet for Control Automation Technology) è una Ethernet real-time e ultraveloce fi no al terminale
Prestazioni eccezionali, topologia fl essibile e sem-
plicità di confi gurazione caratterizzano Ether-
CAT, il protocollo Ethernet real time di Beckhoff.
EtherCAT fi ssa nuovi standard laddove i bus di
campo convenzionali non possono spingersi
oltre: 1000 I/O distribuiti in 30 µs, una rete quasi
illimitata, e un’ottima integrazione verticale
grazie ad Ethernet ed internet. Con EtherCAT,
la topologia a stella, piuttosto onerosa con Ethernet, può essere
sostituita con una semplice struttura lineare o ad albero – non
sono necessari costosi componenti per l’infrastruttura. Tutti i tipi di
dispositivi Ethernet possono essere integrati tramite uno switch o
una porta switch. Dove altri approcci Ethernet real-time richiedo-
no uno speciale master o una scheda di rete, EtherCAT gestisce
le interfacce Ethernet standard, in modo estremamente effi cien-
te dal punto di vista economico.
COMPONENTI ETHERCATEtherCAT combina quindi caratteristiche uniche che lo rendono
una soluzione ideale per il controllo macchine: elevate prestazio-
ni con i tempi ciclo più brevi e una sincronizzazione precisa, una
topologia di rete fl essibile, bassi costi e facilità di implementazione
e uso. Inoltre, Safety over EtherCAT integra la sicurezza funzionale
safety all’interno della stessa rete. In più, EtherCAT è aperto e
gode della velocità di adozione più elevata fra le soluzioni indu-
strial Ethernet. A livello di hardware, la tecnologia EtherCAT risiede
nei terminali EtherCAT. Il sistema di I/O IP20 utilizza il ben consoli-
dato e sicuro sistema di alloggiamento dei terminali bus.
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To WATCH Industrial Ethernet
la ethernet di
beckhoffsi chiama EtherCat
A differenza dei terminali bus, dove i dati del protocollo fi eldbus
sono convertiti nell’accoppiatore bus verso il bus interno indipen-
dente dal fi eldbus, il protocollo EtherCAT rimane completamente
intatto fi no a raggiungere il singolo terminale. Oltre ai terminali
EtherCAT con connessione E-bus, il consolidato sistema standard
di bus terminial con connessione K-bus può essere collegato
all’accoppiatore EtherCAT attraverso il BK1120, che assicura com-
patibilità e continuità con il sistema principale. In questo modo si
proteggono investimenti attuali e futuri. Gli azionamenti Beckhoff
sono disponibili anche con interfaccia EtherCAT. EtherCAT è inte-
grato anche in altri componenti Beckhoff, come i Fieldbus Box,
classe di protezione IP67. I PC industriali Beckhoff, i PC Embedded
della serie CX, i Control Panel con funzionalità di controllo e le
schede PCI Ethernet, già ad oggi, possono funzionare con la
tecnologia EtherCAT. EtherCAT è la soluzione ideale per il mercato
italiano, un Paese di costruttori di macchine estremamente
importante, nonché un protagonista nei sistemi di controllo. Nello
stesso tempo, EtherCAT mette i fornitori di macchine italiani e i
produttori italiani di sistemi di controllo nella posizione di compe-
tere sul mercato mondiale con una tecnologia avanzata.
INTEGRAZIONE ED EFFICIENZA A TUTTI I LIVELLIOltre all’integrazione di reti fi eldbus esistenti in una rete EtherCAT,
Beckhoff propone la possibilità di impiegare EtherCAT come
sottorete in una rete fi eldbus con EtherCAT Box. L’accoppiatore
funge da master per i moduli collegati e consente di sfruttare la
velocità di aggiornamento e la fl essibilità della topologia di Ether-
CAT. Inoltre, questa soluzione permette l’inserimento di moduli
IP67 direttamente a bordo macchina.
Con EtherCAT Box, la tecnologia EtherCAT può essere utilizzata
anche senza quadro elettrico. I moduli della serie IP 67 sono infatti
dotati di un’interfaccia diretta EtherCAT: ciò signifi ca che l’alto
livello di prestazione è preservato fi no all’ultimo modulo. Si tratta
di un particolare che apre opportunità inedite nel mondo degli IP
67: comunicazione dei dati di processo veloce e precisa grazie a
XFC – eXtreme Fast Control Technology - e funzioni Motion Control
integrate direttamente sul campo. Questi moduli, estremamen-
te compatti, sono ideali per applicazioni con spazi ridotti. Gli
EtherCAT Box uniscono la robustezza dei Fieldbus Box, ideale per
applicazioni in ambienti industriali diffi cili, alla velocità di EtherCAT.
Il collegamento a EtherCAT si effettua tramite connettori a vite
M8 schermati. Cavi Ethernet standard permettono di collegare in
rete EtherCAT Box fi no a una distanza di 100 m.
Gli EtherCAT Box di Beckhoff rendono quindi disponibili le elevate
prestazioni di EtherCAT direttamente sul campo, ponendo le basi
per l’utilizzo di XFC (eXtreme Fast Control technology). In virtù
della drastica riduzione del time response degli I/O, XFC consente
di incrementare la capacità produttiva di macchine e impianti.
Gli EtherCAT Box soddisfano tutte le richieste dei segnali I/O in IP
67: ingressi digitali con fi ltri diversi (3,0 ms o 10 µs), uscite digitali
con corrente di uscita di 0,5 e 2 A, ingressi e uscite analogici con
risoluzione di 16 bit, ingressi termocoppie e RTD nonché moduli
per motori passo-passo. Per XFC, sono disponibili, per esempio,
moduli con ingressi Time-Stamp. L’allacciamento dei sensori e
degli attuatori avviene, a seconda del singolo caso, grazie a
connettori a spina avvitabili, in formato M8 o M12.
UN SERVOAMPLIFICATORE COMPLETO IN 12 MMUno degli ambiti applicativi dove sono richieste performance
real-time alla reti di comunicazione è quello del motion control.
E, tra le novità che hanno recentemente arricchito l’offerta
Beckhoff in questo campo, spicca il servoterminale EL7201, che
integra in un alloggiamento standard un servoamplifi catore com-
pleto per motori fi no a 200 W. Grazie all’integrazione nel sistema
di I/O EtherCAT di Beckhoff, cablaggio e messa in servizio sono
notevolmente semplifi cati, con conseguente riduzione di costi e
ingombri. Con il servoterminale EL7201 si amplia l’offerta di prodotti
compatti per il Motion Control per la gamma di I/O di Beckhoff:
oltre ai terminali per motori passo-passo, a corrente alternata e
a corrente continua, Beckhoff lancia sul mercato una soluzione
per task di posizionamento che richiedono un’elevata dinamicità.
L’EL7201 con interfaccia resolver offre un design molto compatto
ed elevate prestazioni ‘servo’. La tecnologia di controllo veloce ed
integrata, insieme ad un controllo di corrente ad orientamento di
campo e ad un controllo di velocità proporzionale-integrale sup-
porta operazioni di posizionamento altamente dinamiche. Oltre
al collegamento diretto di motore e resolver, è possibile collegare
anche un freno di stazionamento.
Come carico si possono utilizzare motori sincroni a magneti perma-
nenti con corrente nominale di max. 4 A. Il monitoraggio continuo
di numerosi parametri, quali sovratensione, sottotensione, sovra-
corrente, temperatura del terminale e carico del motore, offre la
massima sicurezza di esercizio. I moderni semiconduttori di potenza
garantiscono una dissipazione di potenza minima e, durante la
frenatura, consentono di recuperare energia nel DC-Link.
Il servoterminale è completamente integrato nel software di auto-
mazione TwinCAT di Beckhoff e permette di effettuare la parame-
trizzazione comodamente. Qualora un master provenga da terzi,
la parametrizzazione avviene mediante il profi lo CAN-over-Ether-
CAT (CoE). I servoterminali coprono un ampio spettro di applicazio-
ni per task di posizionamento: dalle macchine per imballaggio, alle
catene di montaggio automatiche, fi no ai minirobot.
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la ethernet di
beckhoffsi chiama EtherCat
A differenza dei terminali bus, dove i dati del protocollo fi eldbus
sono convertiti nell’accoppiatore bus verso il bus interno indipen-
dente dal fi eldbus, il protocollo EtherCAT rimane completamente
intatto fi no a raggiungere il singolo terminale. Oltre ai terminali
EtherCAT con connessione E-bus, il consolidato sistema standard
di bus terminial con connessione K-bus può essere collegato
all’accoppiatore EtherCAT attraverso il BK1120, che assicura com-
patibilità e continuità con il sistema principale. In questo modo si
proteggono investimenti attuali e futuri. Gli azionamenti Beckhoff
sono disponibili anche con interfaccia EtherCAT. EtherCAT è inte-
grato anche in altri componenti Beckhoff, come i Fieldbus Box,
classe di protezione IP67. I PC industriali Beckhoff, i PC Embedded
della serie CX, i Control Panel con funzionalità di controllo e le
schede PCI Ethernet, già ad oggi, possono funzionare con la
tecnologia EtherCAT. EtherCAT è la soluzione ideale per il mercato
italiano, un Paese di costruttori di macchine estremamente
importante, nonché un protagonista nei sistemi di controllo. Nello
stesso tempo, EtherCAT mette i fornitori di macchine italiani e i
produttori italiani di sistemi di controllo nella posizione di compe-
tere sul mercato mondiale con una tecnologia avanzata.
INTEGRAZIONE ED EFFICIENZA A TUTTI I LIVELLIOltre all’integrazione di reti fi eldbus esistenti in una rete EtherCAT,
Beckhoff propone la possibilità di impiegare EtherCAT come
sottorete in una rete fi eldbus con EtherCAT Box. L’accoppiatore
funge da master per i moduli collegati e consente di sfruttare la
velocità di aggiornamento e la fl essibilità della topologia di Ether-
CAT. Inoltre, questa soluzione permette l’inserimento di moduli
IP67 direttamente a bordo macchina.
Con EtherCAT Box, la tecnologia EtherCAT può essere utilizzata
anche senza quadro elettrico. I moduli della serie IP 67 sono infatti
dotati di un’interfaccia diretta EtherCAT: ciò signifi ca che l’alto
livello di prestazione è preservato fi no all’ultimo modulo. Si tratta
di un particolare che apre opportunità inedite nel mondo degli IP
67: comunicazione dei dati di processo veloce e precisa grazie a
XFC – eXtreme Fast Control Technology - e funzioni Motion Control
integrate direttamente sul campo. Questi moduli, estremamen-
te compatti, sono ideali per applicazioni con spazi ridotti. Gli
EtherCAT Box uniscono la robustezza dei Fieldbus Box, ideale per
applicazioni in ambienti industriali diffi cili, alla velocità di EtherCAT.
Il collegamento a EtherCAT si effettua tramite connettori a vite
M8 schermati. Cavi Ethernet standard permettono di collegare in
rete EtherCAT Box fi no a una distanza di 100 m.
Gli EtherCAT Box di Beckhoff rendono quindi disponibili le elevate
prestazioni di EtherCAT direttamente sul campo, ponendo le basi
per l’utilizzo di XFC (eXtreme Fast Control technology). In virtù
della drastica riduzione del time response degli I/O, XFC consente
di incrementare la capacità produttiva di macchine e impianti.
Gli EtherCAT Box soddisfano tutte le richieste dei segnali I/O in IP
67: ingressi digitali con fi ltri diversi (3,0 ms o 10 µs), uscite digitali
con corrente di uscita di 0,5 e 2 A, ingressi e uscite analogici con
risoluzione di 16 bit, ingressi termocoppie e RTD nonché moduli
per motori passo-passo. Per XFC, sono disponibili, per esempio,
moduli con ingressi Time-Stamp. L’allacciamento dei sensori e
degli attuatori avviene, a seconda del singolo caso, grazie a
connettori a spina avvitabili, in formato M8 o M12.
UN SERVOAMPLIFICATORE COMPLETO IN 12 MMUno degli ambiti applicativi dove sono richieste performance
real-time alla reti di comunicazione è quello del motion control.
E, tra le novità che hanno recentemente arricchito l’offerta
Beckhoff in questo campo, spicca il servoterminale EL7201, che
integra in un alloggiamento standard un servoamplifi catore com-
pleto per motori fi no a 200 W. Grazie all’integrazione nel sistema
di I/O EtherCAT di Beckhoff, cablaggio e messa in servizio sono
notevolmente semplifi cati, con conseguente riduzione di costi e
ingombri. Con il servoterminale EL7201 si amplia l’offerta di prodotti
compatti per il Motion Control per la gamma di I/O di Beckhoff:
oltre ai terminali per motori passo-passo, a corrente alternata e
a corrente continua, Beckhoff lancia sul mercato una soluzione
per task di posizionamento che richiedono un’elevata dinamicità.
L’EL7201 con interfaccia resolver offre un design molto compatto
ed elevate prestazioni ‘servo’. La tecnologia di controllo veloce ed
integrata, insieme ad un controllo di corrente ad orientamento di
campo e ad un controllo di velocità proporzionale-integrale sup-
porta operazioni di posizionamento altamente dinamiche. Oltre
al collegamento diretto di motore e resolver, è possibile collegare
anche un freno di stazionamento.
Come carico si possono utilizzare motori sincroni a magneti perma-
nenti con corrente nominale di max. 4 A. Il monitoraggio continuo
di numerosi parametri, quali sovratensione, sottotensione, sovra-
corrente, temperatura del terminale e carico del motore, offre la
massima sicurezza di esercizio. I moderni semiconduttori di potenza
garantiscono una dissipazione di potenza minima e, durante la
frenatura, consentono di recuperare energia nel DC-Link.
Il servoterminale è completamente integrato nel software di auto-
mazione TwinCAT di Beckhoff e permette di effettuare la parame-
trizzazione comodamente. Qualora un master provenga da terzi,
la parametrizzazione avviene mediante il profi lo CAN-over-Ether-
CAT (CoE). I servoterminali coprono un ampio spettro di applicazio-
ni per task di posizionamento: dalle macchine per imballaggio, alle
catene di montaggio automatiche, fi no ai minirobot.
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elettronica - Domotica e Building Automation
la chiave del risparmio energetico
Negli ultimi anni il rapido sviluppo delle tecnolo-
gie nei settori dell’informatica, dell’elettronica e
delle telecomunicazioni ha permesso la diffusione
capillare di prodotti e sistemi che oggi fanno parte
della vita di tutti i giorni: PC, telefoni cellulari, sistemi
di navigazione o Internet non rappresentano che alcuni semplici
esempi. Ma è nelle case che si sta compiendo l’evoluzione più
sorprendente: abitazioni che offrono un livello di comfort finora
sconosciuto, garantiscono elevati standard di sicurezza e hanno
un impatto energetico limitato - con benefici effetti sul bilancio
familiare e sull’ambiente - non sono più una lontana prospettiva
ma una concreta realtà, realizzabile grazie ad un insieme di tecno-
logie innovative ed affidabili. Tra queste, la domotica è destinata a
giocare un ruolo di primo piano per la sua capacità di integrare e
di coordinare in modo intelligente il funzionamento delle appa-
recchiature e degli impianti più diversi, adeguando l’abitazione
ad esigenze crescenti e stili di vita in costante mutamento. Più in
generale, il completamento della Norma EN 50090 sui sistemi elet-
tronici per la casa e l’edificio, il processo europeo di convergenza
degli standard, i provvedimenti che vincolano ad una maggiore
efficienza energetica degli edifici e la consapevolezza maturata
da parte del mercato, sono tutti fattori che hanno dato slancio al
settore e reso la domotica di grande attualità.
La green engineeringLe apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building
Automation (automazione delle utenze, entertainment, comfort,
sicurezza, ecc.) si basano sempre più spesso su componenti e siste-
mi elettronici progettati secondo i canoni della cosiddetta ‘green
engineering’, favorendo il risparmio energetico. Al di là di una
minore bolletta energetica, utilizzando tecnologie e componenti
‘green’ nei propri progetti si possono ottenere numerosi vantaggi.
“I vantaggi sono molteplici e diversificati a seconda delle aree di
prodotti”, afferma Roberto Corbezzoli di Vortice. “Ad esempio, i
motori ad alta efficienza hanno una maggiore vita attesa, minor
rumore elettromagnetico, ingombro limitato rispetto alla potenza,
sviluppano meno calore e, essendo controllati elettronicamente,
è possibili utilizzarli in applicazioni ‘speciali’ quali i sistemi a portata
costante. L’installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica
Controllata con recupero di calore, oltre a significativi vantaggi
economici, permette un controllo degli inquinanti presenti nell’am-
biente (grazie alla sezione filtrante), e dei principali parametri
ambientali (temperatura ed umidità relativa), limita inoltre la
rumorosità in ambiente, garantisce una maggiore adattabilità alle
condizioni climatiche stagionali e l’indipendenza da fenomeni me-
teorologici o comportamenti casuali degli occupanti, mantenen-
do le portate e velocità dell’aria di rinnovo costanti, permettendo
quindi il raggiungimento di una condizione di benessere all’interno
dell’edificio”. Egli prosegue osservando che l’adozione di prodotti
gestiti da sensori ‘ambiente’, oltre al risparmio immediato, allun-
ga notevolmente la vita del prodotto stesso e tiene costante la
qualità dell’aria. “L’adozione di regolatori di velocità garantisce
un risparmio medio di oltre il 30 % e permette un dimensionamento
ottimale dell’impianto, limitando anche il rumore, i surriscaldamen-
ti e l’affidabilità nel tempo dei motori asserviti. Per quanto riguarda
il riscaldamento con pompa di calore inverter ad alta efficienza,
oltre ai vantaggi economici, viene garantito un controllo sulla qua-
lità dell’aria (grazie alle varie tipologie di sezioni filtranti).L’utilizzo di
ventilatori a soffitto per la destratificazione garantiscono ambienti
più salubri, grazie alla circolazione dell’aria e più confortevoli
anche per il funzionamento estivo grazie alla modalità di rotazio-
ne ‘reverse’. I prodotti da irraggiamento possono affiancare gli
impianti termotecnici, permettendo un dimensionamento molto
più contenuto degli stessi (con aumento della durata e dell’affida-
Le apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building automation (automazione delle utenze, en-tertainment, comfort, sicurezza, ecc.) si basano su componenti e sistemi elettronici progettati sempre più spesso secondo i canoni della green engineering
il sistema imperial di Dias integra la domotica con molte altre funzioni
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elettronica Domotica e Building Automation
bilità) e, per concludere, il termoventilatore da
caminetto, oltre a ingenti risparmi, garantisce
un’aria molto più salubre, assicurando l’elimi-
nazione del 99,9 % di batteri, spore batteriche e
spore fungine normalmente presenti”, conclu-
de Corbezzoli.
ConosCere i ConsumiSecondo Paolo Laganà di Inlon Engineering,
per realizzare la cosiddetta ‘green intelligence’
- il cui scopo finale è ridurre i consumi ener-
getici e, di conseguenza, i costi di esercizio - è
indispensabile conoscere nei dettagli i consumi.
“Le soluzioni realizzate da Inlon Engineering per
centri commerciali, negozi o, più in generale,
open space, consentono appunto, tramite
l’installazione di appositi dispositivi, di rilevare
informazioni dagli impianti per il monitoraggio
dei dati di esercizio (consumi, temperature,
luminosità, ecc.); effettuare comandi remoti;
rilevare allarmi ( banchi frigo, centrale termi-
ca, ecc.). Si tratta di andare oltre i tradizionali
data logger per puntare alla loro integrazione
nei sistemi bus che hanno preso il sopravvento
nelle applicazioni di BMS. In questa maniera, è
possibile gestire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle
risorse cosiddette ‘energivore’. La specificità
della nostra soluzione sta nell’avere scelto di
utilizzare un bus di campo standard diffuso
come Lonworks o Bacnet e un’architettura
modulare che si appoggia a web server, in
modo da trasportare i dati di campo sulla rete
dati con protocollo IP. Un altro esempio è il
sistema Imperial di Dias, che è stato progettato
per offrire un’integrazione della domotica con
funzioni di gestione dell’energia, controllo ac-
cessi, sicurezza e tecnologie di comunicazione, il tutto combinato
con una programmazione user-friendly. “L’architettura del sistema
è stata progettata per essere semplice, facile da installare e con
una efficace ricerca guasti per risolvere i problemi, riducendo così i
costi”, afferma Marco Casanova di Dias. “Tutti i moduli del sistema
sono interamente aggiornabile tramite il bus di comunicazione e
sono realizzati per un montaggio su guida DIN standard. Questa
struttura consente di risparmiare spazio, oltre ad offrire un facile
accesso per le eventuali sostituzioni di componenti. La ricerca fatta
per il sistema Imperial è stata orientata a creare una soluzione in
grado di adattarsi pienamente a qualsiasi esigenza, per l’impiego
in campo sia residenziale che commerciale”.
DaLL’automazione inDustriaLe…Molte aziende approdano alla domotica dopo avere maturato
una lunga esperienza nel campo dell’automazione industriale.
“Le nostre strategie in ambito domotico ricalcano quelle che
ci hanno permesso di diventare uno dei leader di mercato nel
mondo dell’automazione industriale e che poggiano su due
precisi cardini”, afferma ad esempio Franco Andrighetti, Managing
Director di EFA Automazione. “Il primo è la continua evoluzione dei
nostri pannelli operatore touch screen, attraverso i quali l’utente
può navigare all’interno della propria abitazione e che, grazie alla
derivazione industriale, garantiscono il funzio-
namento nelle condizioni più gravose, oltre
a non necessitare di alcuna manutenzione
nel tempo. La seconda è rappresentata da
prodotti di connettività che ci consentono di
far dialogare tra loro dispositivi eterogenei nor-
malmente presenti all’interno di un impianto
domotico, di marca diversa e preposti a varie
funzioni, quali luci, tapparelle, termoregola-
zione, climatizzazione, irrigazione, distribuzione
sonora, scenari luminosi, Tvcc, TV, controllo
accessi (locale e remoto), bilancio energetico
dell’energia prodotta e consumata”.
A sua volta, Panasonic ha sviluppato un senso-
re di movimento che capta le radiazioni infra-
rosse. Il sensore, chiamato NaPiOn, è in grado
di rilevare il movimento di una persona o di un
oggetto che ha una differenza di temperatura
di almeno quattro gradi centigradi rispetto
all’ambiente circostante. Le applicazioni
principali per il NaPiOn sono essenzialmente
legate al mondo della illuminazione. Il NaPiOn
permette di risparmiare preziosa energia, è in
grado di rilevare se nella zona sorvegliata ci
sono movimenti di persone o cose e quindi
comanda l’accensione o lo spegnimento
delle luci in modo da evitare sprechi. Il NaPiOn
è un componente completo per la rilevazione,
facile da integrare in un circuito elettronico e
con prestazioni costanti nel tempo. Il senso-
re di luminosità NaPiCa rileva le radiazioni
luminose con una sensibilità molto simile a
quella dell’occhio umano. Questa caratteri-
stica permette al NaPiCa di essere usato con
successo nelle applicazioni di domotica ed
illuminotecnica.
schema di funzionamento del sistema Prometeo di Vortice, basato sulla Venti-lazione meccanica Controllata
il touch screen titanio di Bticino, per applicazioni domotiche
arriVa L’eCo-etiChettaTra le grandi novità che contraddistinguono l’offerta Bticino,
spicca uno strumento semplice ed innovativo: l’Eco-etichetta,
che permette di individuare in modo chiaro i risparmi ottenuti in
termini economici e di emissioni di CO2. Il nuovo strumento vuole
essere il contributo di BTicino a rendere evidenti e comprensibili al
cliente i vantaggi economici e ambientali delle differenti soluzioni.
L’etichetta a breve sarà concretamente presente su molti prodotti
legati all’efficienza energetica, e mostrerà le economie reali e il
ritorno dell’investimento. L’efficienza energetica nel terziario è solo
una componente della strategia BTicino nel campo dell’efficienza
energetica. Si tratta di un approccio ‘olistico’ al problema, che
vede i suoi assi di sviluppo anche nel residenziale, con soluzioni
domotiche orientate al risparmio energetico (termoregolazione a
zone, visualizzazione consumi, controllo carichi, sistemi automatici
per il controllo dell’illuminazione) e nelle energie alternative (trasfor-
matori per generatori eolici e fotovoltaico, materiale elettrico per
quadri elettrici, quadri di stringa, canali elettrificati e passerelle me-
talliche di distribuzione, inverter). Sono settori che hanno assorbito,
e assorbiranno buona parte degli investimenti in ricerca e sviluppo,
che oggi sono pari al 7/8% del fatturato.
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La vision ProgeaLo scada movicon ha oggi la versione ba
Di Valerio Alessandroni
Lo Scada Movicon di Progea è noto soprattutto
per le sue applicazioni industriali. Come inten-
de l’azienda rafforzarne la presenza anche
in campo domotico? Lo abbiamo chiesto a
Paolo Fiorani, Managing Director dell’azienda
di Modena.
“Movicon è stato prodotto anche nella ver-
sione BA, una speciale edizione orientata al
mondo della Building Automation”, ci spiega Fiorani. “Questa
edizione prevede una grafica leggermente diversa, con la
quale intende parlare ‘il linguaggio’ di chi opera espressa-
mente nel mondo della Building Automation. Il prodotto ha
una propria linea commerciale, un proprio listino e materiale
a corredo (progetto demo, librerie di simboli, ecc.) destinati
all’automazione civile”.
Con questa versione di prodotto, Progea intende quindi raf-
forzare la propria presenza in un settore che sta uscendo da
tradizioni di prodotti chiusi e proprietari, per orientarsi verso il
mondo dei prodotti aperti e standard, consentendo di risolve-
re il problema principale nell’automazione civile: l’integrazio-
ne dei sottosistemi.
“In questo senso, Progea si sta orientando verso collaborazio-
ni commerciali con operatori del settore, per promuovere la
propria tecnologia Scada in versione BA nel mondo dell’auto-
mazione civile”, aggiunge Fiorani.
Nato in ambito industriale, lo Scada Movicon ha oggi la versione BA, espressamente dedicata al settore della domotica e dell’automazione dell’edificio
(1ª Parte)
elettronica Domotica e Building Automation
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Quali sono i vantaggi per l’utilizzatore domotico (system inte-grator ma anche utente finale) derivanti da un prodotto che ‘si è fatto le ossa’ in applicazioni impegnative come quelle industriali?“Il vantaggio principale consiste nell’apertura all’integrazio-
ne”, risponde Fiorani. “Nel campo dell’automazione civile
è necessario integrare sistemi diversi: i sistemi tecnologici su
bus quali Konnex o LON, i sistemi di climatizzazione o Hvac,
sempre più basati su Bacnet, i sistemi di gestione energetica,
orientati a protocolli quali Modbus, i sistemi di sicurezza, come
le centrali anti-intrusione o antincendio, che spesso utilizzano
protocolli quali CEI-ABI, i sistemi audio e video che ormai sono
tutti basati su architetture Ethernet”.
Utilizzare una piattaforma aperta ed affidabile come Movicon
significa la certezza di poter integrare in un’unica piattaforma
multiprotocollo i diversi sotto insiemi che automatizzano un
edificio, utilizzando inoltre tecnologie collaudate ed affidabili,
provenienti da settori nei quali la qualità e l’affidabilità sono
requisiti indispensabili.
“Oltre a questo, la semplicità d’uso senza rinunciare alle po-
tenzialità è una necessità imprescindibile dal personale che
non è abituato a tecnologie sofisticate, ma richiede soluzioni
semplici e veloci”, sottolinea Fiorani.
Le funzioni di Movicon verranno aumentate o ampliate in vista della sua specifica applicazione nel campo della domotica?“Le funzioni di Movicon, nell’edizione BA, non sono ampliate,
ma diversificate”, afferma Fiorani. “Per un sistema di super-
visione, infatti, le necessità restano quelle di comunicare,
acquisire, visualizzare, storicizzare, comandare. Le differenze
però sono orientate soprattutto ai protocolli di comunica-
zione, che devono essere volti a specifici bus o dispositivi
utilizzati unicamente nel mondo della Building Automation
o domotica. Inoltre, la grafica deve prevedere simbologie
differenti, orientate alle necessità del settore. Altre funzioni
specifiche sono in realtà comuni al mondo dell’automazione,
che sia civile o industriale, come le logiche, i comandi da
schedulazione o la gestione ricette, che nel mondo domoti-
co prendono il nome di ‘scenari’, ma mantengono lo stesso
principio di funzionamento”.
Nella domotica è spesso importante disporre di un’offerta hardware/software completa. Come intende muoversi Progea in questo senso?“La politica di Progea resta invariata, sulla linea ben precisa
di rimanere un’azienda produttrice di software, indipenden-
te da qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”, risponde
Fiorani. “E’ proprio questa la migliore garanzia di apertura,
apprezzata dai System Integrator: disporre di un prodotto
software d’eccellenza, aperto ed indipendente, abbinabile a
qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”.
Per tutti coloro che desiderano un’offerta abbinata har-
dware/software, Progea tende ad istituire delle politiche di
partnership con i produttori o i distributori di hardware al fine
di dare loro la possibilità di abbinamento e consentire di di-
sporre del ‘valore aggiunto’ del software, anche attraverso la
completa personalizzazione (brand) della piattaforma.
“Per potere istituire quanto più possibile queste partnership,
è indispensabile l’assoluta neutralità ed indipendenza del pro-
duttore di software”, conclude Fiorani.
Intervistaelettronica Domotica e Building Automation
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News
Da ABB interfacce che integrano domotica e intrattenimento
Wago: connessioni altamente innovative
Adattatore Modbus Eaton
Oltre alla vasta gamma di funzioni evolute offerte dai sistemi di
home e building automation di ABB, a standard internazionale
KNX, è possibile disporre di ulteriori servizi per il controllo e il com-
fort domestico abbinando, a questi sistemi, moderne interfacce
che associano l’automazione e l’intrattenimento. A tal fi ne ABB
propone diversi dispositivi di alto livello tecnologico e, allo stesso
tempo, di utilizzo molto semplice e intuitivo.
Comfort Touch, per esempio, è un piccolo centro di comunica-
zione privata, dotato di un moderno touch screen a colori, dal
gradevole design, che, oltre a permettere il controllo diretto delle
funzioni svolte dal sistema di automazione a cui è abbinato (con-
trollo luci, gestione della climatizzazione, programmazione e atti-
vazione degli scenari, controllo dei consumi energetici, ecc.), è in
grado di fornire servizi che spaziano dall’intrattenimento (gestione
fl essibile di audio e video) alla comunicazione e informazione
(lettura e scrittura di e-mail, composizione e lettura di messaggi
memo, visualizzazione dei consumi energetici) fi no alla sicurezza
(monitoraggio delle immagini
provenienti da telecamere, atti-
vazione delle funzioni di allarme,
simulazione di presenza). Un altro
dispositivo realizzato da ABB
per un effi ciente controllo degli
ambienti domestici è la consolle
domotica PriOn, che permette
di gestire illuminazione, clima e
suono localmente o da un punto
centrale di controllo all’interno
dell’abitazione. Il display a colori
di PriOn consente di navigare facilmente nel menu operativo,
per effettuare comandi di accensione, spegnimento e regola-
zione delle luci, comandi di tapparelle, regolazione di termosta-
ti, ricerca e memorizzazione di stazioni radio, funzione orologio e
segnalazione allarmi; le icone del display sono personalizzabili.
Wago propone connessioni altamente innovative in elettrotec-
nica e elettronica. Per il mercato dell’automazione industriale il
sistema modulare Wago offre prodotti dedicati alle applicazioni
quali automazione di macchina, building automation, controllo
di processo e telecontrollo, interfaccia uomo macchina. Le
connessioni a molla Wago sono facili nell’uso, veloci, sicure e re-
sistenti alle vibrazioni. Winsta è il nuovo sistema di connettori ad
innesto di Wago per la Building Automation. Il sistema è adatto
all’utilizzo per l’illuminotecnica e circuiti di potenza con una cor-
rente di 25 A ed è equipaggiato con la tecnica di connessione
Cage Clamp. Winsta è utilizzabile per conduttori rigidi, semirigidi
e fl essibili da 0,5 a 4 mm2. Ogni polo ha 2 contatti ed, poiché
i punti di serraggio sono indipendenti, è possibile connettere
conduttori di sezioni differenti. E’ assicurata la totale protezione
contro l’inversione di polarità nel caso di: inserimento spostato
lateralmente, invertito di 180°, con differenti numeri di poli, con
un solo polo. Tra le altre caratteristiche: protezione contro i con-
tatti accidentali sia sulla spina sia sulla presa; fi ssaggio uguale
per tutti i conduttori; possibilità di testare una connessione sia
sulla presa sia sulla spina; dati tecnici stampati in rilievo; 9 mm di
lunghezza della spelatura.
L’adattatore Modbus Eaton è un dispositivo di connettività X-slot
che offre monitoraggio continuo, affi dabile ed accurato di un
gruppo di continuità attraverso un Sistema di Gestione Edifi cio
Intelligente (BMS).
La scheda usa il Protocollo Modicon, Modbus RTU per integrare
i dati provenienti dall’UPS all’interno dei maggiori sistemi di Buil-
ding Automation; questi dati possono essere esaminati in tempo
reale per aiutare nella diagnosi di problemi elettrici.
Caratteristiche e benefi ci: include l’utility Modbus Profi ler che
crea una mappa dei registri Modbus per ogni UPS; connessione
via rete RS-485 attraverso un con-
nettore DB-9 isolato, oppure una
morsettiera; supporto modalità di
comunicazione con rete Modbus
multinodo a due fi li oppure a quat-
tro fi li; conforme allo standard X-Slot di
Eaton per supportare una grande varietà
di Gruppi di Continuità che montano X-Slot.
via rete RS-485 attraverso un con-
nettore DB-9 isolato, oppure una
morsettiera; supporto modalità di
comunicazione con rete Modbus
multinodo a due fi li oppure a quat-
tro fi li; conforme allo standard X-Slot di
Eaton per supportare una grande varietà
di Gruppi di Continuità che montano X-Slot.
La nuova
generazione dell’efficienza
...Di Gefran
Grazie ad un know-how maturato in quarant’anni di attività nel
mercato del sollevamento civile, la tecnologia alla base della
nuova gamma di drive ADL200, ADL100 ed AVRy di Gefran assicura
maggiore effi cienza all’impianto in cui vengono installati,
attraverso il recupero di energia e la relativa rigenera-
zione in rete. Ne consegue un signifi cativo risparmio
energetico. Le nuove serie di drive è frutto di una analisi
delle reali esigenze degli operatori di settore e dalla
costante collaborazione tecnica ed applicativa con
system integrator e costruttori di impianti Lift. Si tratta
di soluzioni versatili e modulari: si addicono ad ogni
tipologia di impianto, roomless o tradizionale, con e senza
riduttore; offrono la confi gurazione di controllo ‘ad hoc’
per le più svariate architetture di automazione. La gamme ADL200
e ADL100 si propongono in un vasto range di potenza e integrano
funzioni evolute specifi che per il settore Lift. Tali funzioni garantisco-
no elevate performance al fi ne di rendere estremamente con-
fortevoli, precise e sicure le fasi di avvio e fermata della cabina,
in impianti con motorizzazioni asincrone e sincrone e con confi -
gurazioni avanzate proprie dei moderni sistemi di sollevamento
civile. I drive AVRy integrano un avanzato controllo per
motori sincroni ed una sofi sticata tecnologia per il recu-
pero di ‘energia pulita’ verso rete. Sfruttano il potenziale
dell’energia creata dal movimento della massa della
cabina in direzione verticale e la convertono in energia
elettrica da rigenerare verso la rete di alimentazione.
tipologia di impianto, roomless o tradizionale, con e senza
no elevate performance al fi ne di rendere estremamente con-
fortevoli, precise e sicure le fasi di avvio e fermata della cabina,
in impianti con motorizzazioni asincrone e sincrone e con confi -
gurazioni avanzate proprie dei moderni sistemi di sollevamento
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