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Gruppo Scout Livorno 10° LA FIAMMATA
Numero 11 Ottobre 2014
2014
OTTOBRE INIZIO ANNO SCOUT
O Santo Francesco buono,
ascolta la preghiera dei tuoi Lupetti.
Tu, la cui parola d’amore ascoltavano
gli uccelli, i pesci e il lupo feroce,
fà che scenda nel nostro cuore
la soave bontà del Signore.
Fà che possiamo sempre
amare e servire gli amici
ed i nemici come tu ci hai mostrato.
Fà che la nostra anima sia sempre candida,
perché i nostri canti e le nostre gioie
giungano fino a te,e tu possa così
offrire i nostri cuori a Gesù.
Amen.
5 OTTOBRE
Stanno arrivando...Buongiorno....noi siamo i
Cuccioli del Branco Waingunga!!!!!
4 OTTOBRE
Branco Dhak eccoci tutti insieme alla super
pizzata a festeggiare il compleanno di
Emanuele..... e via Buona Caccia tutto il
Branco !!!!
Gruppo Scout Livorno 10 – Piazza Due Giugno n17 e Largo Don Nesi ,3 57100 Livorno
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INGRESSO CUCCIOLI OTTOBRE :
Cuccioli del Branco DHAK e del Branco
Waingunga ................. futuri
lupetti .................razza
ruspante.............futuro dello
scoutismo............e del Livorno
10°....................piccoli ...............che
diventeranno grandi e
forti....................come il vento di
"Libeccio" !!!!! .......Buona Caccia Fratellini e
Sorelline , benvenuti nel nostro Gruppo !!!!
4-5 OTTOBRE :
PARTENZA DEI ROVER
Nel fine settimana che ha preceduto l’uscita
dei passaggi, il Clan del Livorno 10° ha
vissuto quella che noi scout chiamiamo
“Partenza” che ha visto protagonisti 2 rover
del nostro Gruppo, precisamente Paolo Sarti
e Lorenzo Sorelli. La Partenza rappresenta la
fine del percorso educativo scout, ed avviene
nel 20 anno di età ; è il momento in cui il
Rover dichiara alla comunità di Clan di essere
persona responsabile, di essere dotato di
spirito critico, di saper fare scelte autonome ,
di avere a cuore il bene comune .
Con la Partenza il Rover dichiara che rimarrà
sempre fedele alla Promessa e alla Legge
degli Scout e si impegnerà sempre nella sua
vita ad essere testimone del suo essere
Scout , Cristiano e Buon Cittadino.
Dopo aver preso la Partenza, molti chiedono
di giocarsi in AGESCI come capi , cioè di
diventare educatori scout, di testimoniare le
loro scelte nel campo educativo, con i
ragazzi, ritenendo lo scoutismo una
occasione da offrire alla gioventù. Questa
scelta richiederà un forte impegno formativo
perché educatori si diventa con l’esperienza e
con l’acquisizione di capacità che non sono
innate.
A Paolo e Lorenzo i nostri auguri per questa
Partenza, che per noi Capi del Gruppo
rappresenta una grande soddisfazione mista
ad orgoglio e commozione.
Che il Signore vi accompagni per quelle piste,
per quei sentieri, per quelle strade che la vita
vi farà percorrere,
Buona Caccia, Buon Sentiero, Buona Strada
12 OTTOBRE 2014 –
USCITA DEI PASSAGGI-
Capi in servizio
La giornata dei PASSAGGI è un momento
importante nella vita di ogni lupetto, scout e
guida , rover e scolta e anche per i Capi. Si
svolge all’inizio dell’anno scout e le modalità
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con cui si svolge appartengono alla tradizione
di ogni gruppo. Innanzitutto è presente il
gruppo al completo delle unità, per
sottolineare che il cammino scout è lungo e
attraversa le stagioni dela vita fino alla
maturità. I protagonisti della giornata dei
Passaggi sono coloro che si trovano all'ultimo
anno di Branco e di Reparto perché passano
nell’unità che segue perché l’età raggiunta
richiede il vivere nuove avventure tra ragazzi
più grandi. In questo giorno sono accolti in
branco i Cuccioli ed i Piedi Teneri nel Reparto
provenienti dall’esterno. E’ il giorno in cui le
Sestiglie e le Squadriglie si rinnovano, dove
possono cambiare i Capi ed i Vice e dove
nascono nuove squadriglie e nuove sestiglie.
Anche i Capi possono cambiare , alcuni
cessano il loro servizio,altri lo riprendono ed
altri, nuovi, si affiancano ai già presenti.E’ una
giornata di festa che rinnova la presenza del
Gruppo Livorno 10° “LIBECCIO” a svolgere il
suo ruolo educativo Scout. Anche questo
anno, abbiamo svolto la nostra giornata dei
Passaggi, graziati da Giove Pluvio, presso La
Casa Scout di Villa Cristina sulle colline
livornesi a rivivere , in 120 presenti, giocando,
le gesta di Ulisse che ci ha permesso di
introdurre lo scopo della giornata.
Buon Anno Scout a Tutti.
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18 E 19 OTTOBRE
JOTA JAMBOREE
Ogni
anno,
quasi un
milione
di scout
e guide
di tutto
il mondo
si
incontrano (senza spostarsi da casa), in due
eventi chiamati
JOTA Jamboree-On-The-Air
JOTI Jamboree-On-The-Internet
Questa mattina il Branco Dhak ha partecipato
al JOTI, da due postazioni internet e tramite
la chat Scoutlink i nostri lupi hanno parlato
con lupetti e scout di tutto il mondo.
Ecco l'elenco di tutti gli scout con cui ci siamo
scambiati un ciao o un buona caccia:
L'Aquila
Catania
Trieste
Crotone
Desenzano del Garda
Indonesia - Semarang
Venezuela
Irlanda - Mackay
Australia
Scozia - Edimburgo e Zuilichem
Finlandia - Vaasa
Polonia - Olsztyn
Romania
Norvegia
Inghilterra - Covery e Manchester
....le domande che ci hanno fatto erano il
colore del nostro fazzolettone, il nostro cibo
preferito, il nome del nostro branco,quanti
eravamo etc....
Buona Caccia
PROMESSA DI MICHELE
Il
Pronunciare la Promessa rappresenta per chi
lo fa il momento più solenne ed importante
per la vita di uno scout; liberamente e
coscientemente senza costrizioni , attraverso
una cerimonia sobria ma significativa si
accetta di fare proprio l’ideale di vita di tutti
gli Scout del mondo facendo della Legge
Scout il proprio codice di vita ; lo si fa davanti
a tutti ,Capi, famiglia, ragazzi della propria
unità, e soprattutto davanti a se stessi. Si
promette di “fare del mio meglio per compiere
il mio dovere verso Dio ed il mio paese per
aiutare gli altri in ogni circostanza”. Una
Promessa fatta sul proprio “Onore” invocando
l’aiuto di DIO.
La Legge
Scout è una legge guidata da indicazioni
positive, è la guida per il comportamento che
dobbiamo attenderci da un Scout; Lo spirito
della Promessa e della Legge Scout, sono
intimamente tra loro connessi dal sentimento
di fraternità ed AMORE che diverranno la
bussola che svilupperà le capacità e le
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attitudini dello Scout al “servizio” verso il bene
comune e si darà sostanza all ”onore” inteso
come saper essere responsabile delle proprie
azioni e delle proprie scelte.
Pronunciata la Promessa per tutta la vita vale
il detto “SEMEL SCOUT SEMPER SCOUT”
(una volta scout sempre scout);
Auguri Michele per la Tua Promessa Scout,
che il Signore ti accompagni nel tuo Servizio
di Capo e lungo le strade che vorrà farti
percorrere
UN PIZZICO DI STORIA :
PARROCCHIA SAN GIUSEPPE
Ernesto Vignali, nacque a Roma il 1 Febbraio
1923. All’età di 7 anni restò orfano di padre e
per tale motivo la famiglia si trasferì ad
Ancona. In questa città frequento le scuole
elementari e Medie.
La Sorella Francesca ricorda come fosse
assiduo nel frequentare la Parrocchia e come
amasse essere chierichetto. Nel 1937 si
trasferi a Livorno dove viveva suo nonno
paterno Amadio Vignali, illustre professore
dell’Istituto Magistrale. Frequento il Liceo
Nautico, ma lo scoppio della 2^ Guerra
Mondiale vide la sua famiglia trasferirsi
sfollata a Lucca; in questa città cambio studi e
conseguì il diploma di Geometra il 16 Luglio
1942. Nello stesso anno intraprese la carriera
militare per diventare Ufficiale di Stato
Maggiore della Marina Militare presso
l’Accademia Navale di Livorno;
L’8 Settembre del 1943 mentre era in crociera
sulla nave scuola Amerigo Vespucci , fu
firmato l’armistizio e portato a Brindisi sotto
l’occupazione americana.
Lasciò la Marina Militare , trovò un impiego
civile, che ben presto lasciò per seguire
l’avanzata delle truppe americane che
risalivano l’Italia liberandola dall’occupante
tedesco, per ricongiungersi alla sua famiglia,
cosa che avvenne dopo due anni di intense
vicissitudini.
Nel dopoguerra trovo impiego a Rapallo come
segretario del Grande Albergo Europa , in
zona turistica, mondana e spensierata.
E’ in questo periodo che in Ernesto matura la
sua vocazione sacerdotale, e torna a Livorno
per poter entrare in Seminario; ma dovette
prima imparare il Latino e la Filosofia, con
insegnante don Renato Roberti , Parroco di
San Matteo; allo stesso tempo lavorò come
impiegato presso il Genio Militare Americano;
La seconda sorella di Ernesto sposo un soldato
americano e attualmente vive a Boston in
America, ha 4 figli e numerosi nipoti e
pronipoti.
Solo nel 1952 all’età di 29 anni fu ammesso in
seminario e il 18 Dicembre 1955 fu ordinato
sacerdote dal Vescovo Monsignor Piccioni. Per
3 anni svolse l’incarico di Cappellano presso la
Parrocchia di San Giuseppe, seguito da altri 3
anni presso la Parrocchia dei SS. Pietro e
Paolo;Nel 1961 fu nominato Parroco in
Guasticce presso la Parrocchia di S.Ranieri e
vi resto per 8 anni. Fu in questa frazione del
Comune di Collesalvetti che Don Ernesto
mostrò a tutti la sua stoffa sacerdotale; si
fece “PROSSIMO a Tutti” . La sua fu una
presenza discreta ed intensa, era capace di
ascoltare il prossimo, riusciva ad avere
relazioni feconde, era di sostegno, amicizia e
conforto; aveva un occhio di riguardo per i
giovani, che amava e dai quali era ripagato;
amava la montagna e in questa vedeva lo
strumento per avvicinarli a Dio e creare la
comunità, e per questo organizzava campeggi
parrocchiali molto partecipati.
Nel 1969 fu trasferito a Livorno come Parroco
in San Giuseppe dove vi resto per 25 anni fino
alla sua morte.
La Parrocchia doveva essere reimpostata,
avendo il suo territorio subito una radicale
trasformazione, arricchendosi di nuove
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abitazioni nella via del Riposo, nella via della
Bastia, nella via Villa Glori e nella Via
Passaponti , con l’arrivo di centinaia di giovani
famiglie , con tanti bambini e ragazzi.
Erano tempi in cui il Concilio Vaticano
cominciava a rompere steccati e barriere e
Don Ernesto sembrava essere l’uomo adatto
ad accogliere chiunque volesse percorrere
nuove strade.
La prima sua preoccupazione fu quella di dare
spazi ai giovani creando una valida alternativa
alla frequentazione della piazza , luogo di
spaccio, ozio e vizio. Nacquero il gruppo
giovanile ed il Gruppo Scout , si organizzò la
catechesi con un nutrito gruppo di catechisti,
ed i locali parrocchiali erano adibiti alla
frequenza anche libera dei ragazzi del
quartiere.
Erano anni dove nel mese di Maggio non
meno di 100 ragazzi facevano la Prima
Comunione.
Furono gli anni in cui la Parrocchia si apri alle
istituzioni , divenendo valido interlocutore
presso la Circoscrizione San Marco-Pontino;
proverbiale la sua grande amicizia con l’allora
Presidente Simoncini, ambedue uniti dalla
passione per la falegnameria.
Dal 1959 fino al 1983 Don Ernesto insegnò
religione nelle scuole superiori di Livorno quali
il Ginnasio, ITI e Geometri ; Rivestì importanti
incarichi a Livello Diocesano guidando per
oltre un ventennio lo IERAMG-Istituto per la
Educazione Religiosa E Morale della Gioventù,
un organismo diocesano che operava per i
giovani della diocesi. Da ricordare la sua
grande intuizione di allestire la Casa di Pian di
Cerreto in Garfagnana , da adibire a campeggi
per i gruppi giovanili della diocesi.
Attualmente tale casa non è più della diocesi;
Piace ricordare però come questa casa dopo la
sua morte sia stata chiamata “Casa Don
Ernesto Vignali” e continua ad esserlo.
Se capita di parlare con qualcuno che ha
conosciuto Don Ernesto si riportamo spesso
valide testimonianze che si esprimono con le
seguenti frasi:
- Ascoltava le persone e le capiva…..
- Era di poche parole, ma aveva la parola
giusta nel momento del bisogno, riuscendo a dare quel
conforto che poche persone sanno dare…
- Generoso con tutti di tempo, di ascolto e di
denaro se bisognoso
- Gran parte del suo successo dipendeva dal
suo immedesimarsi negli obbiettivi che si
proponeva di raggiungere
- Ci ha edificati con il suo coraggio, la
saggezza di uomo maturo, di sacerdote
convinto in profondità e operante
conseguentemente
- Era riuscito a coinvolgere delle persone sino
ad allora indifferenti verso la Chiesa
Don Ernesto ha affrontato negli ultimi 5 anni
della sua vita una terribile malattia, che lo ha
progressivamente deabilitato e costretto a
continue trasfusioni. Ha vissuto con il sangue
dei donatori, degli altri, che dall’altare
ringraziava e pregava per loro e le loro
famiglie , trasfusioni che gli hanno permesso
di dedicarsi alla Parrocchia sino all’ultimo.
Ha seguito nella sofferenza le orme del
Signore , affrontò con pace e forza d’animo la
sua inesorabile malattia. Chi lo incontrava
trovava un uomo sereno , cristianamente
pronto alla sua dipartita, da non sembrare
ammalato, sempre appropriato e mai triste,
da creare in chi lo ascoltava una sorta di
turbamento se non addirittura un motivo per
interrogarsi e riflettere sulla forza che questo
uomo nonostante tutto sapeva infondere. Don
Ernesto è tornato alla Casa del padre il 13
Luglio 1994.
Grazie di tutto Don Ernesto sarai sempre nei
nostri cuori
ZUCCA DOMENICO
MONDO SCOUT
UNA GUIDA SCRIVE:
...in molti ultimamente mi criticano perché a
14 anni faccio ancora Scout e altri mi
chiedono cosa è per me lo scoutismo, perché
continuo e " perdo" le domeniche o a volte
addirittura il weekend per attività e uscite.
beh a chi mi prende in giro io non rispondo
perché chi non lo è non può capire la magia
dello scoutismo. a tutti gli altri rispondo cosi.
Per me essere scout vuol dire essere sempre
pronti a servire facendo del nostro meglio e
conoscere, capire e aiutare. Vuol dire avere
un’altra famiglia sempre pronta ad aiutarti.
Vuol dire tendere la mano a chi ha bisogno di
rialzarsi, vuol dire ricordarsi sempre della
promessa che abbiamo fatto una promessa
(che sia quella dei Lupetti o del Reparto o
qualunque altra non importa),vuol dire
rispettare la legge scout non solo quando si è
in divisa ma sempre a scuola, al
supermercato, al ristorante… perché non si è
scout solo a scout ma sempre. Vuol dire voler
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imparare, creare spesso sporcarsi. Per me
vuol dire anche non vergognarsi e non sentirsi
ridicoli con i pantaloncini corti, una camicia
piena di distintivi e il fazzolettone al collo.
Vuol dire scaldarsi, cantare e ballare davanti a
un fuoco sotto un celo stellato.
Lo scautismo mi ha insegnato a apprezzare i
colori di un fiore, il “rumore” e il silenzio della
natura. Mi ha insegnato a non aggirare un
ostacolo, ma a superarlo con il sorriso e la
voglia di fare e imparare anche chiedendo
aiuto perché a volte non bastano le proprie
forze. Mi ha insegnato a mettermi in gioco.
Per me lo scautismo è anche cercare di
lasciare il mondo almeno un po’ meglio di
come lo abbiamo trovato perché se non siamo
noi a cercare di cambiare (per quanto
possiamo fare noi da soli) il mondo dando il
buon esempio chi lo fa? Per me scautismo
vuol dire anche coraggio, il coraggio di
mettersi in gioco, di affrontare nuove sfide e
di andare a vanti.
Riassunto in una frase secondo me lo
scautismo è uno stile di vita e gli scout sono
una seconda famiglia e tutta la mia vita.
Tutti i campi, i ricordi, le esperienze
meravigliose, i momenti difficili che abbiamo
sempre superato, il dormire in tenda con la
propria Squadriglia nel sacco a pelo che ti
tiene caldo, lo svegliarsi alla mattina con il
mal di schiena perché c’era un sasso sotto di
noi, le riunioni più di scherzo e che di lavoro,
ma anche quelle serie dove la battuta scappa
comunque, la fatica dei primi giorni di campo
che poi viene completamente ripagata nel
vedere l’angolo meraviglioso costruito con le
nostre mani e capacità e la tenda stare su
anche con il vento forte, guardare le stelle e
farsi venire nostalgia di casa, l’odore del fuoco
al bivacco. Ecco questo è tutto ciò che mi
spinge a continuare il mio cammino.
ora vorrei chiedere a tutti quelli che criticano
gli scout di contare fino a diecimila prima di
aprire la bocca, perché finché non proverete e
non sentirete quello che sentiamo noi non
potrete mai capire. Ora vorrei concludere
dicendo che SONO FIERA DI ESSERE SCOUT E
FINCHÈ POTRÒ PORTERÒ IL FAZZOLETTONE
AL COLLO, MA RESTA IL FATTO CHE UNA
VOLTA SCOUT, SCOUT PER SEMPRE!
Voi cosa rispondete a queste domande?
ROVER IN SERVIZIO 25 OTTOBRE
Rikki Tikki Tavi, Mang e Ferao hanno iniziato a cacciare con il Branco Waingunga
Ferao ha iniziato a cacciare con il Branco Dhak
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LO STILE SCOUT
Una definizione di stile scout, che è sempre difficile e può diventare riduttiva, è necessaria per aiutare a distinguere la forma, che è un mezzo educativo, dal formalismo, (cioè dal vuoto attaccamento ad essa), che è invece diseducativo. Lo stile scout è la conseguenza diretta della scelta di vivere lo spirito e i valori della Legge e della Promessa scout nella vita di tutti i giorni. In concreto, esso si manifesta in una serie di comportamenti esteriori, coerenti con questa scelta e derivanti da essa, che lo Scout assume sia durante le attività scout che al di fuori di esse. Nelle attività scout lo stile è anche un reciproco richiamo a vivere coerentemente le scelte fatte. Naturalmente, certi comportamenti saranno diversi a seconda dell’età e del grado di formazione acquisita o in corso di acquisizione, ma il loro valore di fondo rimane costante, dal Lupetto/Coccinella al Capo Scout. Alcuni di questi comportamenti – anche tra i più importanti – non sono codificabili. Dal valore della lealtà (articolo 2 della Legge) deriva, ad esempio, il comportarsi lealmente, che fa certamente parte dello stile scout ed è di continua applicazione nella vita scout e non scout. Altri conviene ricordarli perché si applicano in modo particolare nelle attività scout. Spesso l’espressione stile scout è riferita solo a questi ultimi. Esiste uno stile degli Scouts nel fare le cose, nello stare con gli altri, nel vivere in certi luoghi, nello stare insieme in associazione. É segno di stile: aver cura di sé, della propria persona, della propria uniforme (come segno di rispetto per gli altri, per il Movimento scout, per se stessi); avere costante attenzione agli altri e disponibilità ad ascoltarli e ad aiutarli; diffondere serenità e gioia. Stile è anche: un certo modo di presentarsi, di accogliere, di muoversi; la capacità di scegliere, tra due soluzioni, quella più rispettosa degli altri o dell’ambiente, anche se costa di più; il saper pagare di persona le proprie scelte, anche e soprattutto nelle piccole cose (lo stile è, appunto, fatto di piccole cose). Baden (Andrea Ghetti)
INDABA
La parola INDABA la troviamo nella lingua ZULU e significa l’ incontro dei Capi Tribù del popolo Zulu del Sud Africa. BP ha preso in prestito questo vocabolo per indicare nella scoutismo un grande raduno per capi scout dove avviene la condivisione delle esperienze , la conoscenza di altri capi e dove si ha l’opportunità di migliorare il proprio scouting (scienza dei boschi); Nella nostra associazione, in Toscana , l’Indaba rappresenta un incontro di Formazione Permanente dei Capi, di confronto sulla proposta educativa scout , per meglio rispondere alle necessità dei nostri lupetti, Esploratori-Guide, Rover e Scolte per meglio attuare il Progetto Regionale . A Prato l’8-9 Novembre 2014 si sono dati appuntamento 350 capi e 50 Rover Scolte per analizzare e scoprire più da vicino la “Carta del Coraggio” un documento redatto nell’ultima Route Nazionale svoltasi a San Rossore , che esprime l’impegno di 30.000 Rover e Scolte a farsi protagonisti di un serio impegno al cambiamento nel proprio territorio verso tematiche come territorio e ambiente, cittadinanza e politica, legalità, lavoro ed educazione, chiesa e fede per proiettare lo scoutismo verso il futuro. L'Indaba ha visto la partecipazione della presidente nazionale dell'AGESCI Marilina Laforgia, che rivolgendosi ai capi ha spiegato come sia forte per i nostri Rover e Scolte il desiderio consapevole ad essere protagonisti autentici di cambiamento e come ai capi sia richiesto di accompagnarli per mantenere accesa questa fiamma. I capi hanno partecipato ad un gioco cittadino e a tavole rotonde preparate dai Rover e dalle Scolte che hanno permesso di mettere in evidenza e la comprensione della Carta di Coraggio. Del Livorno 10° hanno partecipato un nutrito gruppo di Capi ed un delegato del Clan.