ITINERARIOITINERARIOITINERARIO KALSAKALSAKALSA
PALERM
OPALER
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PALERM
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DIRETTODIRETTODIRETTO DADADA MARIOMARIOMARIO SCOTTOSCOTTOSCOTTO
CITTA’ DI PALERMO Assessorato al Turismo
Servizio Turismo e Promozione Turistica Servizi territoriali per il turista
Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo Reale -
Albergheria e Monte di Pietà-Capo. Questi quattro mandamenti
nascono dalla intersezione delle due principali arterie storiche
della città: il Cassaro (corso Vittorio Emanuele), arteria principale
di origine araba che collega il mare alle colline; e la seicentesca
via Maqueda, che diede alla topografia della città arabo-fenicia il
suo tipico aspetto cruciforme. Nel centro storico sono censiti 343
palazzi, 156 chiese ed oratori, 66 tra conventi e monasteri e 63
edifici specialistici civili.
La guida descrive otto itinerari turistici che, muovendosi lungo gli
assi principali, collegano episodi monumentali di rilevante
interesse storico-culturale:
1) Itinerario Kalsa
2) Itinerario Teatro Massimo
3) Itinerario Vucciria-Castellammare
4) Itinerario Quattro Canti
5) Itinerario Ballarò
6) Itinerario Palazzo Reale
7) Itinerario Capo-Cattedrale
8) Itinerario Fiera Vecchia
La descrizione di ogni itinerario è suddivisa in quattro sezioni
informative: una scheda sintetica, contenente informazioni relative
al percorso, al livello della fruibilità (in particolare per le persone
diversamente abili), ed al tempo di percorrenza dell’itinerario; un
sistema di icone, che è stato utilizzato per evidenziare
l'accessibilità o la presenza di servizi; un dettaglio cartografico; ed
informazioni storico-artistico-culturali, che seguono il percorso.
ITINERARIO KALSA
PALERMOPALERMOPALERMO ACCESSIBILEACCESSIBILEACCESSIBILE
Palermo, una città in cui ogni via, ogni vicolo o cortile è una
scoperta, in cui ogni momento è una sorpresa, uno stupore.
Sfortunatamente si presenta ai nostri occhi piena di tanti
piccoli ostacoli che la rendono difficilmente accessibile. Per
questa ragione l’Assessorato al Turismo ha redatto la Guida
“Palermo Accessibile” come strumento prezioso per lasciarsi
accompagnare alla scoperta della città. La guida rientra in un
ampio progetto incentrato sull'accoglienza della città di
Palermo, e si propone l'intento specifico di rimuovere gli
ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle
opere d’arte, incontrando le esigenze di clienti fruitori
caratterizzati spesso da una particolare sensibilità e capacità
di attenzione.
PRINCIPI GUIDA:
Di seguito riportiamo i criteri principali utilizzati, secondo un
filo conduttore, in ogni itinerario turistico:
ciascun percorso presenta le migliori condizioni
possibili di accessibilità, comunicazione e sicurezza d’uso
che ne rendono facilitato il collegamento con i monumenti
presenti nell’itinerario;
tutti i percorsi toccano almeno uno degli assi storici
che dividono in mandamenti il centro storico, corso Vittorio
Emanuele e via Maqueda.
Il centro storico di Palermo si estende per circa 240 ettari, è
diviso in quattro mandamenti denominati:
ITINERARIOITINERARIOITINERARIO KALSAKALSAKALSA Scheda sinteticaScheda sinteticaScheda sintetica
percorso: porta felice mura delle Cattive
via Butera corso Vittorio Emanuele
piazza Marina via del Quattro Aprile via
Alloro via Castrofilippo piazza Magione
via dello Spasimo via Torremuzza via
Alloro
Giudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilità
zona urbana: Aperta al traffico e pedonale
distanza da percorrere: 3,00 km
tempo di percorrenza: 250 minuti
visita museo Abatellis: 100 minuti
museo delle marionette 60 minuti
Percorribile senza assistenza da persone non vedenti
Accompagnatore consigliato per disabili su ruote
Attenzione! Monumento non accessibile
Non accessibile
Possibilità di parcheggiare
Si consiglia la visita a piedi
Si consiglia la visita in bicicletta
Accessibile
Farmacia
Posteggio Taxi
ASL
Polizia - Carabinieri
CIT Centro di informazione turistica
Fermata Bus turistico
Sosta carrozze
Lavori di restauro
Proprietà privata
ITINERARIO KALSA
KalsaKalsaKalsa
articolato percorso interessa, oltre il Cassaro
e piazza Magione anche l’antico quartiere
della kalsa, da cui prende il nome. Dal nome “ Al-Halisah”, l’eletta, la Kalsa era il
rione arabo formatosi nel X secolo quando i
musulmani ebbero la necessità di trasferire e
riorganizzare il loro centro direzionale nella zona
portuale della Cala. Inizialmente era un sito extra moenia, al di
fuori del tracciato urbano, che poi si configurò come una
cittadella vera e propria, con le sue mura e porte. Nel XVI secolo
il quartiere fu incorporato nel tessuto urbano, che intanto si era
esteso, con la costruzione della nuova cinta muraria.
Iniziamo la passeggiata da PORTA FELICE, ingresso alla
città murata dal fronte mare in asse con la Porta Nuova
più a monte: da qui con lo sguardo si abbraccia l’asse di Corso
Vittorio Emanuele, in fondo Porta Nuova e la quinta naturale di
monte Cuccio. Porta Felice, il cui nome deriva dalla moglie del
vicerè Marcantonio Colonna, donna Felice Orsini, fu costruita a
più fasi: nel 1582 e poi dal 1602 al 1637, sotto la direzione
dell’architetto Mariano Smiriglio. E’ caratterizzata da due
imponenti piloni indipendenti, sormontati da una cornice
aggettante. I due fronti hanno caratteristiche diverse: quello
esterno, più maestoso, verso il mare, rivestito interamente da
marmo grigio, con elementi decorativi quali volute, fastigi e
stemmi e, ai piedi dell’ edificio due fontane; il fronte interno,
L’L’
Porta Felice
invece, interamente in arenaria, rivela nella sua partitura
architettonica un gusto espressamente rinascimentale. Nella bella
piazzetta semicircolare, piazza S. Spirito, si ammira la fontana del
“CAVALLUCCIO MARINO”, opera del Marabitti risalente al 1700.
Descrizione StoricoDescrizione StoricoDescrizione Storico---artisticaartisticaartistica
ITINERARIO KALSA
Fontana del Cavalluccio Marino
Proseguendo sulla via Butera ecco
settecenteschi palazzi: PALAZZO
LAMPEDUSA, il cui prospetto è
arricchito da decorazioni in stucco, l’ex
ALBERGO TRINACRIA, diviso in
appartamenti nel 1911 e
recentemente restaurato ed infine
PALAZZO BUTERA, il più
fastoso e rappresentativo.
Palazzo Butera, residenza di origini
settecentesche dei Branciforte principi di
Butera, nel corso del XVIII secolo fu
ampliato sino a raggiungere uno
spettacolare fronte unico di circa 120 m,
decorato da pittori come Sassi e
Montarone fu ulteriormente arricchito
dopo l’incendio del 1759.
Oltrepassato un lungo cortile di ingresso,
un elegante scalone in marmo rosso
conduce al piano nobile, dove una vasta
sala di introduzione ai saloni sorprende per
il suo omogeneo rivestimento in legno
decorato da dipinti, che rappresentano i
feudi della famiglia. Da qui inizia una lunga
sfilata di festosi saloni decorati da stucchi,
tappezzerie, statue e affreschi. I saloni si
affacciano sulle splendide terrazze vista
mare e vi si organizzano eventi e
matrimoni. E’ visitabile, a gruppi, su
prenotazione.
Subito dopo si scorge il PALCHETTO DELLA
MUSICA, un piccolo edificio a
padiglione con colonne ioniche e fregio
sul cornicione rivestito in marmo e
sopraelevato rispetto la quota stradale. Il
palchetto veniva utilizzato per concerti
all’aperto.
Tra il XVII e il XVIII secolo il FORO
ITALICO, in principio
chiamato Strada Colonna dal nome del
suo fondatore e poi Foro Borbonico, era
un’elegante passeggiata sul mare
adornata da statue e da una balaustra
continua dove vi erano stabilimenti
balneari e locali, luogo di feste e di
spettacoli.
Oggi ospita un grande giardino a prato e
passeggiata lungo mare, meta di svago e
relax cittadino. Sulle antiche mura
vennero costruiti sontuosi palazzi con
ingresso da via Butera, che con ampie
terrazze si affacciano sul mare.
Scendendo le scale ci si
immette in VIA BUTERA,
di impianto risalente al XV secolo, strada
di collegamento tra il Cassaro ed il
quartiere arabo della Kalsa; fu abbellita tra
il XVII e il XVIII secolo da palazzi nobiliari,
in collegamento con la vicina via Alloro.
Palazzo Butera ITINERARIO KALSA
Foro Italico, passeggiata a mare
Veduta del Foro Italico, lungomare
Trovandoci sempre in via Butera una piccola digressione ci porta
a piazzetta Niscemi, ora PIAZZETTA A. PASQUALINO, dove si trova il
MUSEO INTERNAZIONALE DELLE MARIONETTE.
Una spettacolare collezione di pupi, marionette, burattini per
ombre cinesi, scenari e pannelli provenienti da diverse parti del
mondo.
Alla fine della via Butera ci ritroviamo in piazzetta S. Spirito ed
imbocchiamo CORSO VITTORIO EMANUELE dove, dopo pochi passi, si
incontra a destra la scalinata della CHIESA DI S. MARIA DELLA
CATENA. La chiesa si affaccia su PIAZZETTA DELLA DOGANA, che
fino al XIX secolo era chiusa verso il mare dalla porta della
dogana, una delle porte cittadine, oggi non più esistente.
Il nome della chiesa deriva dalla presenza in epoca antica di una
grossa catena posta all’imboccatura del PORTO DELLA CALA, la cui
estremità veniva chiusa sulle mura della chiesa.
Costruita su una preesistenza a partire dal 1502, su un progetto
catalano di Matteo Carnilivari, rivela uno stile gotico
ispaneggiante, con elementi ripresi dalla tradizione costruttiva
locale. All’inizio del Seicento la Confraternita della Madonna della
Catena cede la Chiesa ai padri Teatini che costruirono nell’attuale
Archivio di stato la loro casa. Il loggiato d’ingresso ha tre archi
policentrici con profonde cornici ed è sovrastata da una cimasa a
traforo. Il volume esteso è omogeneo con conci squadrati da
dove sporgono le absidi poligonali e le archeggiature cieche. I tre
portali della chiesa sono attribuiti a Vincenzo Gagini, mentre un
altro portale si apre sul lato meridionale. La chiesa è illuminata da
monofore, poste lungo tutto il volume e nel transetto.
Il volume esteso è omogeneo con un paramento lineare a conci
squadrati, ritmato dal leggero aggetto dei piastrini, presenta un
corpo compatto da dove sporgono le absidi poligonali e le
archeggiature cieche. L’interno di sobria eleganza è a tre navate
con doppio transetto ed absidi. La volta stellare del tiburio e le
volte costolonate dell’alta navata centrale creano particolari
effetti di luce chiaroscurali. Pregevoli sono i capitelli intagliati del
Gagini; vi sono inoltre dipinti del XVI secolo, un bel trittico
cinquecentesco e tele della scuola di Pietro Novelli.Sul lato destro
vi sono quattro cappelle con altari barocchi con affreschi di Olivio
Sozzi. Importante è la cappella della Madonna della catena dove
sotto un affresco più tardo è stata portata alla luce un affresco
del XIV secolo che rappresenta la Madonna, oggi tra le statue di
Santa Barbara, Sant’Oliva, Santa Ninfa e Santa Margherita.
Nella prima cappella a sinistra vi è un fonte battesimale del 1654.
Chiesa di S. Maria della Catena
ITINERARIO KALSA
Tra il 1884 1891 furono realizzati i lavori di ripristino
dall’architetto Patricolo, soprattutto della parte della Chiesa
liberata dalle preesistenze barocche.
Poco lontano dalla Catena ecco la chiesa di S. GIOVANNI
DEI NAPOLETANI. Con ingresso dal portico trapezoidale sul
Cassaro, fu costruita a più fasi nella seconda metà del
Cinquecento. L’interno, un ambiente classico ed arioso, è diviso in
tre navate da slanciate archeggiature e mostra una raffinata
decorazione settecentesca in stucco con parti dorate e statue di
Procopio Serpotta.
La navata principale è coperta da un’ampia volta a botte con vele
in corrispondenza delle finestre; su un tiburio ottagonale la cupola
è sorretta da una trabeazione caratterizzata da mensoloni
sporgenti. All’ esterno la cupola è ricoperta da mattonelle azzurre
smaltate.
Continuando il percorso su Corso Vittorio Emanuele, incontriamo
subito un’altra chiesa: S. MARIA DI PORTO SALVO, presso
l’omonima via. La chiesa eretta in principio su un’area adibita a
magazzino del porto, fu poi riedificata nel 1513 su progetto di
Antonello Gagini, con impostazione architettonica rinascimentale.
Il prospetto obliquo su via Porto Salvo è scandito dalla
successione di tre paraste a doppio ordine che incorniciano
finestre rettangolari ed è sormontato da una cornice classica.
Nel prospetto meridionale, è stato demolito parte dell’abside per
permettere l’allungamento del Cassaro. Nel 1560 è stato costruito
il secondo portale d’ingresso, nel quale era stato inserito il
campanile e la loggetta.
ITINERARIO KALSA
Chiesa di S. Giovanni dei Napolitani
Chiesa di S. Maria di Porto Salvo
Di fronte l’ingresso di S. Giovanni dei Napolitani il tessuto urbano
si apre su PIAZZA MARINA, dove emerge la deliziosa FONTANA DEL
GARRAFFO. Realizzata da Paolo Amato nel XVII secolo, si trovava
prima nel quartiere della Loggia, nella piazzetta chiamata,
appunto, “del Garraffo”. Fu trasferita nell’Ottocento in seguito alla
nuova sistemazione di piazza Marina. Costituita da tre livelli di
conche e conchiglie, con le sue decorazioni scultoree che
rappresentano il gusto di decoro barocco dell’epoca, coerente con
il tipo di addobbi che venivano realizzati in occasioni delle
frequenti feste e processioni.
Piazza MarinaPiazza MarinaPiazza Marina
Piazza Marina nell’ottocento era un vero e proprio salotto
all’aperto. E’ una delle zone più affascinanti di questo
mandamento. Al centro della piazza si trova VILLA
GARIBALDI, sistemata nel 1861-64 da Giovan Battista
Filippo Basile con una bella cancellata in ghisa. Ospita uno
splendido esemplare di “Ficus Magnolioides” fra i più grandi
d’Italia. La piazza, individuabile sin dal X secolo, era il cuore della
Palermo medievale ed oggi è ritornata ad essere il centro della
vita mondana palermitana. Inoltre tutti i fine settimana è
animata da un caratteristico mercatino di antichità e
modernariato di vario genere.
ITINERARIO KALSA
Fontana del Garraffo Piazza Marina, Villa Garibaldi
I palazzi e le chiese che circondano la
piazza sono ricchi di storia e tra questi
emerge la CHIESA DELLA MADONNA DEI
MIRACOLI, una piccola e
graziosa chiesa rinascimentale a pianta
centrica. Il prospetto di impronta
rinascimentale, è ornato da paraste che
scandiscono lo spazio interno.
All’interno l’impianto planimetrico a
croce greca iscritta in un quadrato,
prende slancio grazie a leggere colonne
che sorreggono archi centrici ed è
illuminata con luce radente da un alto
tiburio.
Della bottega dei Gagini sono le
particolari decorazioni scultoree interne,
visibili nei capitelli e nelle basi delle
colonne, che rimandano al mito pagano.
E’ visitabile su prenotazione.
Vicino la piazza, tra la via Lungarni e la
via Merlo, troviamo PALAZZO MIRTO,
lussuosa dimora seicentesca dei principi
Lanza Filangeri, ristrutturato nel XVIII
secolo e poi nel XIX secolo. E’ uno dei
pochi palazzi nobiliari rimasti pressoché
integri nella struttura e negli arredi.
Oggi, sede di un frequentatissimo
museo regionale, ospita al suo interno
prestigiosi SALONI ornati da specchi,
stucchi dorati, fini porcellane e broccati
fiammanti. In un piccolo cortile pensile
troviamo una splendida fontana barocca
in stile “roccaille”.
Particolarmente suggestiva la
cavallerizza posta al primo piano, nella
quale è visibile la mostra permanente di
carrozze antiche. La mostra è
accessibile al pubblico portatore di
handicap.
A seguire su Piazza Marina incontriamo
PALAZZO ROSTAGNO, restaurato
nel 2002, sede del settore Affari Legali
del comune di Palermo.Il palazzo di
origine tardo-medievale, con elementi
tardo-gotici, fu rimaneggiato tra il
Settecento e l’Ottocento e fu quasi
interamente distrutto nel 1943.
A seguire incontriamo PALAZZO
GALLETTI, storico immobile
prospiciente su piazza Marina con la sua
caratteristica facciata a torre merlata,
appartenuto ai principi Galletti e La
Grua. Costruito nel XVI secolo, fu
rimaneggiato in stile neogotico nella
seconda metà dell’Ottocento
dall’architetto Tommaso Di Chiara.
Rappresenta un “collage” di tre unità
edilizie, accorpate dalla famiglia Galletti
a fine Ottocento, in cui è possibile
riconoscere i segni delle diverse
epoche. Segni, oggi finalmente Palazzo Galletti
ITINERARIO KALSA
Palazzo Mirto
apprezzabili, grazie al restauro portato a termine
dall’Amministrazione comunale dopo quasi quattro anni di lavori.
Sul lato nord-ovest di piazza Marina primeggia l’OSTERIO MAGNO
DEI CHIARAMONTE, noto come LO STERI, oggi sede del
Rettorato dell'Università, appare oggi come una dimora
fortificata di forma squadrata e pulita, ma un dimora di re e di
vicerè. Rappresenta l’esempio più significativo di architettura
del XIV secolo. Fatta costruire nel 1306 da Giovanni
Chiaramonte, ammiraglio e gran giustiziere, facente parte di
una delle più facoltose e potenti famiglie del periodo aragonese.
Nel XV secolo sotto i vicerè aragonesi subì diverse
trasformazioni, quali la demolizione delle fortificazioni e
l’apertura di nuove finestre Le trasformazioni avvennero fino
alla decapitazione di Andrea che causò la confisca di tutti i beni
alla famiglia.
Nel 1601 diviene sede del Tribunale dell'Inquisizione spagnola
fino al 1782, data in cui tale istituzione fu abolita in Sicilia. Dal
1800 al 1958 fu riadattato dall’architetto Antinelli a sede del
Palazzo di Giustizia, creando un nuovo accesso con scala
coperta costruita al di là della cinquecentesca scala lapidea,
riscoperta in seguito agli ultimi restauri effettuati da Calandra e
da Scarpa.
L’edificio é a pianta quadrata e si articola attorno ad un cortile,
con portici a piano terra e logge al piano nobile. Particolari sono
le bifore su esili colonne e le trifore con motivi decorativi
geometrici; agli angoli dei prospetti spiccano colonne
inalveolate.
All’interno si segnalano due grandi aule: la “Sala Magna”,
arricchita da un raffinato soffitto ligneo dipinto nel 1377 con
scene cavalleresche da Simone da Corleone, Danarenu di
Palermo e Cecco di Naro e la “Sala delle Capriate”, utilizzata
oggi per conferenze ed eventi. La Sala, che presenta un
interpiano di 10 metri, è decorata appunto da capriate coronate
da merli. E’ collocata al terzo piano dell’edifico, sopraelevato
durante il governo aragonese ma non portato a compimento.
All’interno dello Steri si può ammirare il quadro “La Vucciria” di
ITINERARIO KALSA
Palazzo Chiaramente, Steri
Ritornando verso via Quattro Aprile, a pochi metri da piazza
Marina troviamo PALAZZO PALAGONIA ALLA GANCIA,
ingrandito nel XVIII secolo. Con i lavori di recupero finiti nel
novembre 2002 si è ripristinata la configurazione originaria
dell’immobile; con la demolizione di alcune sovrastrutture sono
state riportate alla luce le residue decorazioni cinquecentesche.
L’edificio ospita uffici comunali ed è sede della Direzione
Generale del Comune.
Via AlloroVia AlloroVia Alloro
Continuando per via Quattro Aprile incrociamo via Alloro, la
strada delle antiche dimore nobiliari, che prende il nome da un
antico giardino con immense piante di essenze tipiche
mediterranee. Nel tratto orientale, si trova la bella CHIESA DI S.
MARIA DEGLI ANGELI DETTA LA GANCIA ED IL CONVENTO
FRANCESCANO.
Nell’attuale luogo della chiesa esisteva, in epoca normanna,
un’altra chiesa dedicata al San Girolamo. Nel 1439 fu acquistata
dai Frati Minori Osservanti che la destinarono a “gancia”, cioè ad
ospizio dentro le mura. I lavori in pietra squadrata, emerge il
portale d’ingresso con arco a tutto sesto, peducci e strombo di
derivazione gotico – catalana. E ‘ visibile inoltre un altro arco più
ribassato in cui è inserita la formella che riproduce la Madonna e
il Bambino. Il portale laterale policentrico ed uno centrale ad arco
a pieno centro. L’interno, rimaneggiato a più riprese, ha un’unica
grande navata con profonde cappelle laterali coperta da un
soffitto ligneo cassettonato cinquecentesco restaurato nel
seicento dal Guercio e nel settecento dal Marvuglia. La navata è
ornata da stucchi del Serpotta e da pitture di Filippo Tancredi e di
Archivio di Stato, ex Convento francescano della Gancia
ITINERARIO KALSA
Atrio di Palazzo Palagonia
Antonio Grano, soprattutto nei dodici quadroni a fresco polilobati
che rappresentato figure di santi.
Tra le cappelle più rilevanti ricordiamo: la cappella di
Sant’Elisabetta d’Ungheria che presenta una Natività con i
donatori attribuita a Vincenzo da Pavia, sull’altare la tela
tenebrosa di Pietro Novelli con San Pietro d’Alcantara, l’altare in
marmi mischi, il quadrone a fresco di Guglielmo Borremans che
rappresenta l’Adorazione del serpente di Bronzo, l’altorilievo con il
Cristo al limbo di Antonello Gagini, l’altorilievo con il Cristo al
Limbo di Antonello Gagini. La Cappella dell’Annunciazione rivestita
di marmi mischi, presenta opere del Tancredi e del Marabitti.
Sull’altare troviamo lo Sposalizio della Vergine di Vincenzo da
Pavia e la Visione della Sibilla Cumana da parte dell’imperatore
Augusto, gruppo in stucco del Serpotta. La cappella della
Madonna del Guadalupe, concessa nel 1508 alla nazione
spagnola, presenta una decorazione in stucco è opera di
Giacomo e Procopio Serpotta e un pulpito marmoreo con la figura
del Redentore e del Cristo al Limbo attribuito ad Antonello Gagini
ed aiuti. Nel prospetto su via Alloro si nota la “Buca della
Salvezza”, un'apertura praticata da due patrioti che si erano
nascosti nella cripta della chiesa durante la rivolta antiborbonica e
che, dopo aver scavato questa buca, furono tratti in salvo da
alcuni popolani. Il convento francescano si articola attorno ad un
cortile porticato su un solo alto. Una parte del convento
è sede dell’ ARCHIVIO DI STATO e si sviluppa attorno a due
cortili, il primo dei quali è decorato con affreschi della vita dei
frati Francescani.
All’interno troviamo un oratorio decorato da stucchi e pitture del
XVII secolo e un vasto dormitorio, oggi occupato da enormi
scaffalature a più piani.
A seguire sulla destra troviamo PALAZZO LA ROSA,
recuperato dal Comune di Palermo nel 2004. L’intervento ha
riguardato le opere di finitura delle parti interne dell’edificio
mentre la prima tranche di restauro era stata portata a termine
tre anni prima. I lavori hanno reso nuovamente fruibile
l’immobile, che era rimasto a lungo inutilizzato.
Archivio di Stato
ITINERARIO KALSA
Continuando incontriamo Piazza Magione.
Piazza MagionePiazza MagionePiazza Magione
La La grande piazza, così chiamata per la presenza
dell’omonima chiesa, è una spianata di forma rettangolare.
Lungo il lato Ovest primeggia la mole della CHIESA
DELLA SS. TRINITÀ MAGIONE, preceduta da un
portale barocco e da un piacevole vialetto fiancheggiato da
palme. Fu eretta, insieme al monastero ed al chiostro,
intorno al 1191 da Matteo Ajello, gran cancelliere di
Guglielmo I e concessa nel 1194 all’Ordine dei Teutonici,
che la chiamarono “Magione” da mansio (dimora). Nel
1492 dopo l’espulsione dei Teutonici, passò nelle mani
degli abati Commendatari che aggiunsero delle cappelle.
Alla fine del XVIII secolo i re borbonici aggiunsero il
porticato neoclassico distrutto dai restauri del Patricolo e
del Valenti. Coeva del duomo di Monreale, molte sono le
affinità tra la chiesa e il duomo sia nell’impianto che nella
soluzione architettonica del chiostro, mentre profonde sono
le differenze nelle decorazioni interne.
I restauri del Novecento hanno riportato alla luce l’impianto
normanno.
La pianta è di tipo basilicale a tre navate divise da
colonne, sul transetto si elevano arconi ogivali.
All’esterno la navata centrale emerge in altezza sulle
laterali, il prospetto e le tre absidi semicircolari sono
sottolineate da una serie di modanature ed archeggiature
cieche.
ITINERARIO KALSA
Chiesa della Magione
Uscendo da piazza Magione, a sinistra, percorriamo via dello
Spasimo sino ad arrivare all’ingresso della CHIESA E DEL
CONVENTO DI S. MARIA DELLO SPASIMO uno dei complessi
più suggestivi della città.
I lavori iniziarono nel 1509 ad opera dei monaci dell’ordine di S.
Maria di Monte Oliveto ed andarono avanti per parecchi anni; il
complesso però non venne mai completato in quanto, nel 1536,
l'aggravata minaccia della armata turca e la volontà di
affermazione della politica estera della grande potenza spagnola
indussero il vicerè di Sicilia Don Ferrante Gonzaga ad affidare
all'ingegnere militare Antonio Ferramolino il potenziamento della
difesa militare di Palermo, modificando l'antico sistema difensivo
normanno della città, cosicché a ridosso della chiesa e del
convento venne edificato un baluardo di difesa. Il BASTIONE DELLO
SPASIMO fu il primo ad essere realizzato. Nel 1520 l’edificio si era
arricchito di un capolavoro di inestimabile valore: lo “SPASIMO DI
SICILIA” dipinto da RAFFAELLO SANZIO, ora esposto al Museo del
Prado di Madrid. Nel 1582 la chiesa venne adibita a spettacoli
pubblici, una specie di primo esempio di "teatro stabile" in Italia,
ma nel secolo successivo un'epidemia di peste ne rese necessario
l'utilizzo come lazzaretto. Terminata l'epidemia, gli ambienti
furono adibiti a granaio e a magazzino. A metà del Settecento
crollò la volta della navata centrale della chiesa, che non verrà
mai più ricostruita. Viene proposto alla visita anche il lato del
chiostro cinquecentesco recentemente messo in luce,
probabilmente mai completato nella sua interezza. Nel 1985,
grazie alla volontà dei cittadini e della Pubblica Amministrazione,
furono iniziati i lavori di recupero delle strutture fatiscenti. Oggi lo
Spasimo ospita eventi culturali, rappresentazioni teatrali e
musicali.
ITINERARIO KALSA
Chiesa di S. Maria allo Spasimo Raffaello Sanzio - Spasimo di Sicilia - Museo del Prado di Madrid
Continuando per via dello Spasimo in PIAZZA VITTORIA ALLO SPASIMO
incontriamo L’ORATORIO DELLA COMPAGNIA DEI BIANCHI,
edificato nel XVI secolo. Nel 1686 fu restaurato in seguito ad
un incendio e vi fu costruito un portico a grandi archi bugnati con
mascheroni in rilievo nella chiave. Il prospetto è segnato da
paraste al piano superiore. La Compagnia dei Bianchi si occupava
di affidare un adepto ad ogni condannato a morte, restando con
lui per i tre giorni precedenti l’esecuzione, così da prepararlo
spiritualmente alleviando la dolorosa attesa al patibolo. L’edificio comprende al primo piano la CHIESA DELLA VITTORIA
di origini normanne, ricostruita alla fine del Quattrocento e di
cui oggi rimane solo uno spazio disadorno rettangolare con archi
ribassati. L’oratorio fu dotato nel 1744 di uno scalone in marmo
bianco di Carrara, di una pavimentazione in mattonelle maiolicate
e di varie decorazioni pittoriche. All’interno è possibile ammirare
una porta lignea “Bab el Fotik” della cittadella araba, dalla quale
nel 1072 entrò in Piazza Kalsa, Roberto il Guiscardo. Il complesso
è stato acquistato e restaurato nel 1987 dall’Assessorato dei Beni
Culturali e Ambientali.
Piazza KalsaPiazza KalsaPiazza Kalsa
La piazza è il fulcro del quartiere della Kalsa. Oggi è un quartiere
popolare, molto pittoresco, in cui si respira ancora l’antica cultura
araba-siciliana e spesso, i forti profumi dei cibi cotti nei chioschi
lungo la strada.
Sulla piazza primeggia la barocca CHIESA DI SANTA TERESA,
costruita tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento da
Giacomo Amato.
ITINERARIO KALSA
Chiesa di della Madonna della Vittoria e Oratorio della compagnia dei Bianchi
Chiesa di S. Teresa
ITINERARIO KALSA
La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a
nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo
ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare.
L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è
decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio
Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le
nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da
Giacomo Serpotta.
Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca PORTA
DEI GRECI, eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il
suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura
manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella
parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli
ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli
decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con
festoni di fiori e frutta.
La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA,
edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel
1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si
estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante
esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i
vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il
palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno,
restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento
di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare.
Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di
Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora
è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro.
Porta dei Greci
Palazzo Forcella De Seta
Lasciando piazza Kalsa proseguiamo su VIA TORREMUZZA ed
incontriamo l’EX NOVIZIATO DEI PADRI CROCIFERI, con
l’attigua CHIESA DI S. MATTIA, edificati nel 1686 su
progetto di Giacomo Amato. Il prospetto su via Umberto I è
scandito da paraste e lesene. All’interno una deliziosa scala a
chiocciola porta ai vari piani.
La chiesa presenta una pianta ottagonale coperta a cupola. Nel
novembre 2002, dopo tre anni e mezzo di lavori, è stato ultimato
il recupero della chiesa e dell’ex convento, destinati
rispettivamente a sala convegni ed uffici. Gli interventi hanno
riguardato il consolidamento strutturale, il rifacimento di alcune
ITINERARIO KALSA
parti tra cui pavimentazioni, solai, pareti. Attualmente è sede dell’
Ufficio comunale del Centro Storico.
Di fronte, recentemente restaurato, sorge sull’omonima
strada il PALAZZO LANCILLOTTO CASTELLO DI TORREMUZZA,
costruito nel 1775 e totalmente riconfigurato nel XIX secolo.
All’interno troviamo eleganti saloni abbelliti da pitture
mitologiche.
Noviziato dei Crociferi e Chiesa di S. Mattia
Proseguendo ancora sulla sinistra incrociamo la CHIESA DI S.
MARIA DELLA PIETÀ, edificata a partire
dal 1678 e portata a termine nel 1684, per volere delle
suore domenicane, su progetto di Giacomo Amato. La facciata è
disegnata su due ordini con colonne sporgenti alternate a nicchie
con statue e rosoni. L’interno, ad unica navata con cappelle
laterali ed un bel coro all’ingresso, è decorato con stucchi di
Giacomo e Procopio Serpotta. La chiesa conserva illustri pitture
settecentesche di Guglielmo Borremans, Antonio Grano e
Francesco Manno. Tra le opere presenti ricordiamo anche una
tavola cinquecentesca della “pietà della Madonna che contempla
Gesù”. Nel coro è presente una ricca grata in legno dorato, che
simboleggia il sole che nasce e la fede delle monache.
Qualche metro più avanti incrociamo nuovamente la parte bassa
di via Alloro, la percorriamo fino ad arrivare all’ingresso di
PALAZZO ABATELLIS.
Il Palazzo risale al 1490, anno in cui Francesco Patella e Abatellis
incarica l’architetto Matteo Carnalivari, di realizzargli il palazzo,
che è uno degli esempi più significativi dell’architettura gotico-
catalana della Sicilia Occidentale. Francesco Patella o Abatellis,
morto senza eredi, lasciò il palazzo alle benedettine, indi alle
domenicane subentrate a queste ultime. Adibito a monastero, con
la soppressione degli ordini religiosi (1866), passò alla Regione.
L’edificio si compone di quattro blocchi intorno al chiostro
centrale, in cui su un lato si eleva il loggiato a due ordini con
archi a tutto centro su slanciate colonne e una scala che collega il
primo piano al piano nobile.
Il prospetto principale presenta le due torri merlate e il portone
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centrale composto da quattro ordini concentrici, con l’ultimo, che
collega le losanghe con le insegne della famiglia Patella. Nel
secondo ordine si susseguono le trifore e nel coronamento finale
sbucano i doccioni che rappresentano animali.
Dopo il restauro alla fine degli anni ’40, venne destinato a sede
della GALLERIA REGIONALE DI PITTURA, aperta per la prima volta
al pubblico il 23 giugno del 1954.
Chiesa di S. Maria della Pietà
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La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a
nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo
ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare.
L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è
decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio
Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le
nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da
Giacomo Serpotta.
Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca PORTA
DEI GRECI, eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il
suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura
manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella
parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli
ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli
decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con
festoni di fiori e frutta.
La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA,
edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel
1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si
estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante
esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i
vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il
palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno,
restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento
di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare.
Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di
Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora
è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro.
Porta dei Greci
Palazzo Forcella De Seta
Il restauro e l’allestimento museografico furono curati da Carlo
Scarpa che riportò l’edificio alle sue forme originarie. Ospita un
importante Gabinetto di Stampe e disegni, conserva opere degli
artisti siciliani medievali, del Cinquecento e del Seicento e
maioliche dipinte a lustro metallico dei secoli XIV e XVII.
Tra le opere più famose ricordiamo l’ignoto affresco del “Trionfo
della morte”, posto al piano terra e visibile anche da un soppalco
al primo piano. Esso rappresenta la morte su un cavallo, ormai
ridotto a scheletro, che irrompe in un giardino, fioccando frecce
mortali su giovani coppie, prelati, ma risparmiando gli indigenti.
L’artista, di cui non si conosce l’identità ma solo delle ipotesi,
doveva conoscere bene il gotico fiorito internazionale, come si
evidenzia dall’uso dei toni ora cupo ora più cortese,e dal tema
sacro e profano e che coinvolge tutta l’opera.
ITINERARIO KALSA
Tra le opere più importanti custodite all’interno della galleria
ricordiamo inoltre: il delicato busto di Eleonora d’Aragona di
Francesco Laurana ed una testa muliebre di Antonello Gagini.
Al primo piano risplende la sala dedicata ad Antonello da Messina
con la famosa tavola dell’”Annunciata” del 1473.
Nelle sale della Galleria Regionale si possono ammirare anche
diverse opere realizzate da artisti stranieri, come il bellissimo
“Trittico Malvargna” di Jan Gossaert e la “Deposizione” di Jan
Provost.
Attualmente sono in restauro le parti interne che danno su un
secondo cortile.
Palazzo Abatellis, Galleria Regionale di Pittura Trionfo della Morte - particolare -