Ambito oggettivo della definizione agevolata
L’estensione della norma è estremamente ampia posto che ricomprende:
qualsiasi somma “iscritta a ruolo”
N.B.: sono, dunque, esclusi gli atti antecedenti alla riscossionecoattiva, come, ad esempio:
gli “avvisi bonari” (o “preavvisi telematici”) dell’Amministrazionefinanziaria o dell’Inps
le somme dovute per definizione del contenzioso tributario
(accertamento con adesione, ecc.) inclusi quelli per i quali si sia
avuto accesso alla rateizzazione e dai quali si sia decaduti
laddove entro il 31/12/2016 sia ancora stato affidato il carico ad
Equitalia per la riscossione delle somme residue.
senza distinzione circa la natura della somma ad eccezione di alcune
fattispecie tassativamente previste;
che risulti “affidata” all’Agente della riscossione nel periodo tra il 1/01/2000ed il 31/12/2016.
3
NATURA DEL DEBITO - fattispecie più comuni di somme rottamabili:
TRIBUTI
tributi erariali
Irpef/Ires, Irap, Iva, imposta di registro e ipo-catastali, imposta su
donazioni e successioni, imposte erariali di consumo, diritti doganali,
tasse automobilistiche e sulle CCGG, ecc.
tributi locali
IMU, Tasi, Tarsu/Tia, Tosap, imposta sulla pubblicità, ecc.
PREVIDENZAcontributi previdenziali e assistenziali
Inps, Inail, Enasarco, Casse professionali, ecc.
ALTRO
canoni per concessioni pubbliche (demaniali o regionali)
altre somme
tasse dovute alla CCIAA; quota di iscrizione agli ordini professionali;
contributi di bonifica; rette delle mense scolastiche; ecc.
4
TIPOLOGIA DI ATTO - Accertamenti esecutivi/avviso di addebito Inps
L’art. 6 DL 193/2016 include nell’ambito della definizione agevolata:
oltre alle cartelle di pagamento
anche le somme:
affidate direttamente all’Agente della riscossione senza formazione
di un “ruolo”
come avviene:
per gli avvisi di accertamento esecutivi
per gli “avvisi di addebito” dell’Inps.
6
Somme escluse dalla “rottamazione”
I seguenti debiti non possono essere oggetto di definizione agevolata:
a) dazi e accise (in quanto risorse proprie della UE) ed IVA riscossa
all’importazione;
b) recupero di aiuti di Stato (art. 16 Reg. UE 2015/1589 del 13/07/2015);
c) crediti derivanti da condanne della Corte dei conti;
d) multe/ammende/sanzioni pecuniarie per condanne penali;
e) voce residuale: le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni:
di natura tributaria;
di natura previdenziale/assistenziale.
8
Costo della rottamazione
Per procedere alla definizione agevolata il contribuente dovrà procedere a versare:
1.
le somme affidate all’agente della riscossione a titolo di capitale e cioè:
a titolo di imposte e tributi
a titolo di contributi previdenziali e assistenziali Inps e Inail
Cartella per sole sanzioni: si tratterà di versare i soli interessi per
ritardata iscrizione a ruolo + aggi + spese di notifica e per le azioni
esecutive.
2. gli interessi da ritardata iscrizione a ruolo.
3.aggio (rideterminato sulle somme dovute a seguito di rottamazione).
4. spese per le procedure esecutive e per la notifica della cartella di
pagamento (€. 5,88).
10
Importi non dovuti
Non devono essere corrisposte le seguenti somme:
1. le sanzioni;
2. gli interessi “di mora” (decorrenti dalla notifica della cartella).
11
In relazione alla Tabella riportata in precedenza, si avrà quanto segue:
SOMME DOVUTE CON LA
ROTTAMAZIONE
NATURA FATTISPECIESANZIONI
INT. DI
MORAALTRO
TRIBUTItributi erariali
NO
NO SI
tributi locali
PREVIDENZA contrib./premi previdenz. e/o assistenz.
ALTROcanoni per concessioni pubbliche
SIaltre somme
MULTE STRADALI: per le sanzioni amministrative per violazioni del codice della
strada, la definizione agevolata riguarda esclusivamente gli interessi di mora.
12
Ambito soggettivo
La norma non disciplina in modo espresso i soggetti ammessi alla definizione
agevolata.
Pertanto possono accedervi:
sia le persone fisiche, sia titolari di partita Iva (imprenditori o lavoratori autonomi)
che i privati;
che le persone giuridiche (società ed enti non commerciali);
indipendentemente che siano fiscalmente residenti in Italia o meno.
Coobbligati e garanti: possono accedere alla definizione agevolata
non solo il debitore coobbligato in solido (in quanto tale, già destinatario della
cartella di pagamento o avviso di accertamento esecutivo/avviso di addebito)
ma, si ritiene, anche i soggetti che risultino garanti del debito (es: proprietario
dell’immobile gravato da ipoteca legale verso l’Erario – v. CM 7/2004 in relazione alla
rottamazione ex art. 12 L. 289/2002).
13
Aggio in sede di rottamazione
La definizione agevolata presuppone il pagamento dell’intero aggio di
riscossione. Tuttavia, in attesa di conferme ufficiali, si ritiene che esso:
vada abbattuto in modo proporzionale all’importo rottamato;
senza, dunque, considerare le sanzioni.
15
Cartella in via di rateazione
Il comma 8 estende la definizione agevolata anche ai soggetti che hanno già pagatoparzialmente il debito in presenza di un piano di rateazione precedentementeconcesso.
L’accesso alla definizione agevolata è subordinato al fatto che:
risultino adempiuti i versamenti con scadenza dal 1/10/2016 al 31/12/2016
N.B.: in sostanza, sono “rottamabili” le sole somme che residuano da pagare al 1/01/2017.
Equitalia (convegno CNDCEC) ha sostenuto che il versamento delle 3 rate può avvenireanche tardivamente, purché entro il 31/03/2017 (termine entro cui presentare il mod.DA1).
REQUISITO
Non saranno tenuti al versamento delle 3 rate, potendoaccedere alla rottamazione di quanto complessivamente nonpagato (Equitalia determinerà l’importo dovuto sulla scortadella decadenza, senza considerare comunque le sanzioni e gliinteressi di mora).
Contribuenti decaduti
16
Costo della definizione agevolata
in tal caso, per la definizione della cartella:
a)
si tiene conto delle sole somme in generale dovute in sede di rottamazione, e, dunque,
vanno scomputati i soli importi già versati a titolo di:
capitale e interessi inclusi nei carichi affidati
aggio e rimborso spese per procedure esecutive
spese di notifica della cartella di pagamento
b)
restano acquisite e non rimborsabili le somme versate a titolo di:
– sanzioni incluse nei carichi affidati – interessi di mora
(o somme aggiuntive dovute all’Inps) – interessi di dilazione per il rateizzo
riconducibili, cioè, alle somme che in generale rimangono dovute in sede di
rottamazione.
PERFEZIONAMENTO DELLA DEFINIZIONE AGEVOLATA
Nel caso di rateazione in corso:
il pagamento della prima o unica rata determina il perfezionamento della procedura
con la conseguente revoca della dilazione precedentemente concordata. 17
Dunque il contribuente con un piano di rateazione in corso che abbia
presentato la dichiarazione di definizione agevolata:
laddove non dovesse procedere ad alcun versamento (dell’unica/prima
rata);
non decade dal piano di dilazione, potendo proseguire a versare le
relative rate come se non avesse presentato il mod. DA1.
18
Precedenti pagamenti parziali
Può accadere che il contribuente abbia proceduto a saldare il debito iscritto a ruolo solo
parzialmente al di fuori di un piano di rateazione.
Anche in tal caso si applicano concetti del tutto analoghi a quanto visto per i debitirateizzati:
a) si tiene conto dei soli importi già versati a titolo di capitale e interessi, di aggio, di
rimborso delle spese per le procedure esecutive e delle spese di notifica della
cartella di pagamento
b) non sono rimborsabili le somme già versate a titolo di sanzioni (o somme
aggiuntive di natura previdenziale) di interessi di dilazione e di interessi di mora.
Inoltre, il comma 9 prevede che:
ove per effetto dei pagamenti parziali sia già stato corrisposto quanto dovuto perla rottamazione
il contribuente può procedere alla definizione agevolata essendo comunquetenuto a presentare l’apposita dichiarazione.
La disposizione supera, di fatto, quanto chiarito nella CM 22/2003 p.to 9.2.
20
La domanda di definizione agevolata
L’accesso alla rottamazione prevede un iter procedurale ben definito.
In primo luogo il contribuente deve presentare apposita dichiarazione di
adesione entro il 31 marzo 2017.
La dichiarazione di adesione va presentata, alternativamente:
a) presso gli sportelli di Equitalia Servizi di riscossione SpA (per la Sicilia aSicilia Rispossioni Spa)
b) alla casella e-mail/PEC della Direzione Regionale di Equitalia Servizi di
riscossione SpA di riferimento (l’elenco delle e-mail/PEC è pubblicato sia
sul sito del gruppo Equitalia che a pag. 4 del Modello); in tal caso va
allegata la copia del documento di identità.
21
Il debitore potrà presentare istanza di definizione agevolata:
sia in proprio:
presentandosi personalmente agli sportelli di Equitalia munito di un documento diidentità,
o procedendo all’invio tramite PEC (riconducibile al contribuente stesso) allegare la
propria fotocopia del documento di identità.
che delegando un soggetto terzo (es: il proprio consulente fiscale); anche in questo caso
si ritiene che sia ammesso che il delegato si presenti personalmente agli sportelli di
Equitalia oppure procedere ad un invio tramite il proprio indirizzo PEC (allegando
fotocopia del documento di identità del debitore).
In caso di presentazione allo sportello (del debitore o del delegato), il funzionario dovrà
autenticare la firma apposta dal soggetto che si presenta (previa esibizione del documento di
identità).
In seguito a ciò Equitalia:
verifica la spettanza della rottamazione e quantifica l’importo dovuto dal contribuente;
notifica l’accoglimento (o il diniego) entro il termine del 31 maggio 2015;
indica la data del versamenti (eventualmente rateali, ove richiesti dal contribuente);
sospende, o non avvia, le procedure esecutive di riscossione.22
Considerata la scadenza di presentazione della dichiarazione di adesione,
fissata al 31/03/2017:
viene posto a carico di Equitalia l’obbligo di comunicare al debitore
entro il 28/02/2016
eventuali cartelle di pagamento/avvisi di accertamento esecutivi
ancora non notificati alla data del 31/12/2016.
La comunicazione avverrà tramite posta ordinaria; svendo conoscenza della
cartella, il contribuente potrà così valutare per tempo se aderire o meno
alla definizione agevolata.
Cartelle non ancora notificate al 31/12/2016
23
Individuazione dell’atto da definire
il contribuente dovrà
compilare anche la
successiva sezione.
Il contribuente deve individuare i carichi che intende definire.
Ciò viene effettuato indicandonell’apposita sezione ilnumero di riferimento:
della cartella di pagamento;
avviso di presa in caricodell’accertamento direttamenteesecutivo;
dell’atto di addebito Inps.
Definizione parziale: laddove il contribuente intenda definire l’intero atto,l’indicazione così fornita è sufficiente. Al contrario, laddove intenda definire
solo alcuni ruoli indicati all’internodella medesima cartella;
solo alcuni carichi all’interno delmedesimo ruolo.
25
Modalità di pagamento
Nella dichiarazione di “adesione alla
procedura” il contribuente deve
indicare la modalità di pagamento
prescelta:
è in unica soluzione
con pagamento rateale, in
un massimo di 5 rate
26
.
Pagamento rateale
La norma si limita a stabilire che i pagamenti delle somme dovute dovranno essereeffettuati:
per il 70% nell’anno 2017 con scadenze fissate nei mesi di luglio, settembre enovembre
per il restante 30% nell’anno 2018, con scadenza fissate ad aprile e settembre.
Equitalia, nelle istruzioni al modello DA1, ha poi chiarito le modalità con cui vanno
suddivise le rate. Nel caso di richiesta di pagamento in 5 rate, la suddivisione è la
seguente:
1° rata a luglio 2017: 24% del dovuto
2° rata a settembre 2017: 23% del dovuto
3° rata a novembre 2017: 23% del dovuto
4° rata ad aprile 2018: 15% del dovuto
5° rata a settembre 2018: 15% del dovuto
senza, tuttavia, disciplinare il giorno in cui il pagamento si rende dovuto.
Nel caso di suddivisione in un numero di rate inferiori, è possibile scegliere le percentuali di
pagamento del dovuto in modo differenziato; a tal fine le istruzioni riportano una tabella con
le diverse ipotesi, cui corrisponde un codice da indicare nel mod. DA127
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
In caso di rottamazione parziale dei carichi affidati a Equitalia occorre
precisare come vengono rimodulate le dilazioni in corso, anche al fine di
individuare l’importo sospeso delle rate in scadenza tra gennaio e luglio di
quest’anno. Sempre in tale ipotesi, non è chiaro altresì come si suddividono le
spese per eventuali procedure esecutive attuate dall’agente della riscossione.
29
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
Si pensi ad esempio a una cartella di pagamento recante l’addebito di contributi
Inps e di Irpef e Iva. Nulla vieta di definire solo i primi e non le seconde, o
viceversa. Potrebbe anche darsi l’esempio di un accertamento esecutivo riferito a
Iva e imposte sui redditi, contestato solo per la parte Iva. Il contribuente può
senz’altro decidere di chiudere la partita delle imposte dirette, lasciando invece
in piedi la porzione in lite (Iva).
L’ultimo comma dell’articolo 6 del Dl 193/2016
è ammessa la definizione di un singolo carico iscritto a ruolo, anche secontenuto in un atto relativo a una pluralità di partite di debito.
Si tratta di una situazione molto diffusa.
30
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
La disciplina di riferimento contiene una previsione specifica per i piani di
rientro esistenti. Si stabilisce infatti che tutte le rate in scadenza tra gennaio e
luglio e di quest’anno sono sospese, limitatamente, però, ai debiti inclusi nella
domanda di rottamazione. Non si è dunque in presenza di una sospensione
generalizzata. La ragione è evidente: poiché ciò che si paga a titolo di sanzioni,
interessi di mora e interessi da dilazione non si recupera più, si vuole evitare un
ulteriore esborso che aumenterebbe il costo della sanatoria.
Le medesime considerazioni inoltre valgono se, in presenza di una dilazione in
corso avente ad oggetto una pluralità di carichi affidati a Equitalia, il debitore
decide di stralciare solo una parte degli stessi. Si tratta peraltro di una scelta in
alcuni casi necessitata dal fatto che non si hanno a disposizione le risorse
finanziarie sufficienti a far fronte per intero al debito della definizione
agevolata.
31
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
occorre determinare per quale
importo opera la sospensione del
pagamento.
Se però la domanda di definizione
non comprende la totalità dei
debiti dilazionati
Equitalia dovrebbe, in altri termini, rimodulare il piano di rientro, ricalcolando la
rata da versare dopo lo stralcio dell’importo rottamato. Nelle more di tale
ricalcolo, il debitore è di fronte all’alternativa se pagare o meno le rate in
scadenza nei primi mesi del 2017.
32
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
Così pure se, nel dubbio, si è
sospeso del tutto il versamento
delle rate, tale comportamento
non può mai dare luogo ad una
decadenza del piano di rientro.
Si ritiene però che qualunque sia il comportamento adottato, la posizione del
soggetto passivo debba sempre essere salvaguardata.
E quindi,
se si è pagato l’intero importo delle
rate, la quota parte riferibile al
debito rottamato deve essere
sottratta integralmente dal quantum
della definizione agevolata.
33
La definizione parziale «riscrive» il piano di rateazione in corso
Un quesito analogo si pone se, con riferimento al debito totale, sono state
sostenute delle spese per procedure esecutive o cautelari. Si pensi
all’adozione di un fermo amministrativo o di un’ipoteca.
La regola generale stabilisce che con la rottamazione queste spese devono
essere saldate per intero. Non è chiaro invece come conteggiarle se la
definizione del debito è solo parziale.
34
TENUTA DELLA CONTABILITÀ SEMPLIFICATA PER IL 2017
La Finanziaria 2017 ha introdotto a decorrere dall’1.1.2017 la contabilità
semplificata per cassa. Il Legislatore, in aggiunta alle modifiche dell’art. 66, TUIR
riferito alla determinazione del reddito, ha rivisto anche l’art. 18, DPR n. 600/73
contenente le condizioni necessarie per l’accesso alla contabilità semplificata.
Contabilità semplificata e regime di cassa
36
AttivitàLimite ricavi anno
precedente
Prestazioni di servizi (*) non superiori a € 400.000
Altre attività non superiori a € 700.000
In particolare, il comma 1 del citato nuovo art. 18, fa riferimento ai ricavi“percepiti in un anno intero, ovvero conseguiti nell’ultimo anno diapplicazione dei criteri previsti dall’art. 109, comma 2, TUIR”.
Con riferimento al regime contabile applicabile nel 2017, quindi, è necessarioverificare l’ammontare dei ricavi conseguito nel 2016 (dal 2018 si dovràverificare l’ammontare dei ricavi percepiti).
(*) Per individuare le attività di prestazioni di servizi va fatto riferimento al DM 17.1.92 in base al quale sonoconsiderate tali quelle che hanno per oggetto le operazioni indicate nell’art. 3, commi da 1 a 3 e 4, lett. a), b), c),e), f) e h), DPR n. 633/72.
Contabilità semplificata e regime di cassa
37
Ai fini in esame si evidenzia che:
I ricavi 2016 vanno individuati in base al principio di competenza;
in caso di inizio attività nel 2016, è necessario ragguagliare ad anno i ricavi
conseguiti in tale periodo;
Per individuare i ricavi va fatto riferimento agli artt. 57 e 85, TUIR ai sensi dei
quali costituiscono ricavi, ad esempio:
i corrispettivi delle cessioni di beni / servizi alla cui produzione / scambio è
diretta l’attività dell’impresa;
i corrispettivi delle cessioni di materie prime e sussidiarie, di semilavorati e di
altri beni mobili, esclusi quelli strumentali, acquistati o prodotti per essere
impiegati nella produzione;
le assegnazioni dei predetti beni ai soci / autoconsumo del titolare;
la destinazione dei predetti beni a finalità estranee all’esercizio dell’impresa;
i contributi in c/esercizio a norma di legge.
Contabilità semplificata e regime di cassa
38
Imprese con unica attività esercitata
Attività Ricavi attività Contabilità da adottare
Prestazioni di
servizi
Fino a € 400.000 Semplificata per cassa
Oltre € 400.000 Ordinaria
Altre attivitàFino a € 700.000 Semplificata per cassa
Oltre € 700.000 Ordinaria
Contabilità semplificata e regime di cassa
39
Imprese con attività miste – senza distinta annotazione ricavi
Ricavi complessivi Contabilità da adottare
Fino a € 700.000 Semplificata per cassa
Oltre € 700.000 Ordinaria
Imprese con attività miste – con distinta annotazione ricavi
Attività
prevalente
Ricavi
attività
prevalente
Ricavi
complessivi
Contabilità da
adottare
Prestazioni di
servizi
Fino a €
400.000
Fino a € 700.000 Semplificata per cassa
Oltre € 700.000 Ordinaria
Oltre € 400.000 - - Ordinaria
Altre attività- - Fino a € 700.000 Semplificata per cassa
- - Oltre € 700.000 Ordinaria
Contabilità semplificata e regime di cassa
40
Un soggetto esercente prestazioni di servizi ed attività di commercio alminuto, nel 2016 ha conseguito i seguenti ricavi:
Prestazioni di servizi € 360.000 +
Commercio al minuto € 180.000
Ricavi complessivi € 540.000
Al fine di verificare la contabilità (ordinaria / semplificata per cassa) datenere per il 2017 è necessario:
identificare l’attività prevalente, che nel caso specifico è quella diprestazioni di servizi;
verificare il limite di ricavi riferito all’attività prevalente: nel caso inesame il limite di € 400.000 è rispettato in quanto i ricavi derivantidall’attività di prestazioni di servizi sono pari a € 360.000;
verificare che il limite complessivo dei ricavi derivanti da tutte leattività esercitate risulti non superiore a € 700.000: anche talelimite, essendo i ricavi complessivi pari a € 540.000, è rispettato.
Il soggetto potrà adottare nel 2017 la contabilità semplificata per cassa.
Contabilità semplificata e regime di cassa
41
Opzione IRAP con il metodo “da bilancio”
è irrevocabile per 3 periodi d’imposta, al termine dei quali si intendetacitamente rinnovata;
comporta l’obbligo di mantenere, per il periodo di validità della stessa, lacontabilità ordinaria.
Come noto, ai fini della determinazione della base imponibile IRAP gli artt. 5 e 5-bis, D.Lgs. n. 446/97 prevedono che:
i soggetti IRES utilizzano il metodo “da bilancio”;
le ditte individuali e le società di persone utilizzano il metodo “fiscale”.
In base al nuovo comma 1-bis del citato art. 5-bis per le ditte individuali / societàdi persone in contabilità semplificata, anche la base imponibile IRAP èdeterminata sulla base del principio di cassa applicato ai fini reddituali.
In caso di tenuta della contabilità ordinaria, tali soggetti possono optare per ladeterminazione della base imponibile IRAP con il metodo “da bilancio”. Talescelta:
Contabilità semplificata e regime di cassa
42
Regime di cassa/competenza
i ricavi da autoconsumo di beni merce, i proventi derivanti daifabbricati abitativi, le plusvalenze, le minusvalenze nonché lesopravvenienze attive e passive vanno, invece, considerati con ilcriterio della competenza (articolo 66, comma 1, ultimo periodo);
Analizzando il nuovo articolo 66, emerge un meccanismo spurio della seguentenatura:
i ricavi, i dividendi ed i proventi finanziari, così come le spesenon diversamente regolate, vanno considerati con il criterio dicassa (articolo 66, comma 1, primo periodo);
44
Regime di cassa/competenza
le quote di ammortamento sono deducibili con il criterio dellacompetenza, così come gli accantonamenti deducibili di cuiall’articolo 105 del TUIR. Analogamente sono deducibili percompetenza le perdite di beni strumentali e le perdite su crediti(rileveranno, ovviamente, solo le perdite relative a crediti insortiprima dell’applicazione del regime di cassa, quelle relative allavendita di beni strumentali, crediti da locazione di fabbricati abitativi).In tal senso, dispone il comma 2 del nuovo articolo 66;
45
Prima valutazioni da fare:
Restare in Semplificata o passare in Ordinaria?
In alcuni casi, conviene passare sin dal 1 gennaio 2017 alla contabilitàordinaria.
Si pensi alle immobiliari, per esempio, con beni merce in rimanenza, il cui
passaggio alla contabilità ordinaria appare di semplice realizzazione e di
indubbio vantaggio per la prosecuzione dell’imposizione di competenza; ma
esistono altre casistiche da valutare con attenzione).
Aspetti contabili
47
Resto in semplificata e adotto il
principio di cassa
Sì, passo in ordinaria. Dal 1 gennaio
istituisco il Libro Giornale
Aspetti contabili
48
Ai fini delle imposte dirette ci sono tre modi diversi, secondo quanto previsto dal
nuovo art 18 del DPR 600/73:
1) Registro degli incassi e pagamenti (RIP)
2) Registri Iva integrati (RII)
3) Registri Iva con opzione comma 5 art 18. (RIc5)
Aspetti contabili
49
1) (RIP)
Il primo (RIP) è quello operativamente più complicato, generalmente da
sconsigliare, in quanto presuppone il monitoraggio (durante l’anno) di tutti gli
incassi e pagamenti delle fatture, esattamente come se si trattasse di contabilità
ordinaria (anche se non è necessario distinguere tra cassa e banca e non vi sono,
comunque, complicazioni di antiriciclaggio).
Aspetti contabili
50
A chi conviene?
E’ il sistema perfetto per chi ha optato (o intende farlo) per il sistema dell’Iva per
cassa (quello dell’art. 32 bis del DL 83/2012, per intenderci). In questo modo, con
il medesimo impianto contabile, si realizzano i due obiettivi:
1) si determinano le imposte dirette sulla differenza tra incassi e pagamenti;
2) si versa l’Iva effettivamente incassata dai clienti, al netto di quella
effettivamente corrisposta ai fornitori.
Aspetti contabili
51
Altri possibili destinatari ?
Aspetti contabili
Poche tipologie di imprenditori possono avere un effettivo beneficio da questo
tipo di contabilizzazione, che potrebbe rivelarsi ridondante e inutilmente costoso
e complicato vista l’esistenza di possibilità alternative più semplici da gestire.
Potrebbe essere utile, tuttavia, per coloro che subiscono ritenute d’acconto
sull’incasso delle proprie prestazioni (agenti, fornitori di condomini), al fine del
monitoraggio delle ritenute scomputabili a fine anno.
52
2) (RII)
Il secondo sistema previsto, che è quello dei REGISTRI IVA INTEGRATI (RII),
massimizza i vantaggi della tassazione ancorata all’effettiva differenza tra ricavi
incassati e costi sostenuti, con il minimo delle scritture contabili necessarie.
Aspetti contabili
53
Il funzionamento
Esattamente come quello previsto per i professionisti sin dal 1996 (introdotto dal D.L 695/96).
Aspetti contabili
Si registrano le fatture emesse e le fatture di acquisto ai fini iva esattamente
come avvenuto finora con la contabilità tenuta per competenza (quindi nel
rispetto del termine di 15gg per le fatture emesse e nel momento in cui si vuol
esercitare la detrazione per quelle di acquisto), oltre a tutti gli altri costi fuori
campo iva.
A fine anno, però, invece di apportare le rettifiche di competenza, si annota
esclusivamente il dettaglio di quelle fatture (già registrate ai fini iva) per le quali
non è avvenuto il pagamento o la riscossione (certamente una minima parte
rispetto e quelle annotate).
54
Non è pertanto necessario monitorare durante l’anno tutti gli incassi e tutti i
pagamenti, in quanto l’imputazione dei costi e dei ricavi nel quadro RG della
dichiarazione avviene per differenza (scomputando dai totali dei registri iva le
sole fatture non incassate/pagate).
In termini operativi, significa dover ottenere dal cliente, alla data del 31/12 (o in
alternativa durante l’anno) esclusivamente la lista dei documenti ancora aperti.
Il funzionamento
Aspetti contabili
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I possibili destinatari
Aspetti contabili
Il sistema dei Registri Iva Integrati (RII) va bene sia per i soggetti la cui dinamica
dei pagamenti e riscossioni è slegata dal momento della fatturazione, sia per
quelli che incassano generalmente all’emissione della fattura. Per i primi la
modalità di registrazione consente di ottenere tutti gli effetti benefici della
contabilità per cassa (tassando i ricavi all’effettiva percezione); per i secondi non
costituisce comunque un aggravio di adempimenti.
56
3) Regime con opzione
Il nuovo articolo che regola gli adempimenti dei contribuenti minori introduce la
possibilità di optare, per almeno un triennio, per i soli registri iva, prevedendo
una presunzione assoluta a servizio dell’intento di maggior semplificazione:
Comma 5 - “Previa opzione, vincolante per almeno un triennio, i contribuenti possonotenere i registri ai fini dell’imposta sul valore aggiunto senza operare annotazionirelative a incassi e pagamenti, fermo restando l’obbligo della separata annotazionedelle operazioni non soggette a registrazione ai fini della suddetta imposta. In talcaso, per finalità di semplificazione si presume che la data di registrazione deidocumenti coincida con quella in cui è intervenuto il relativo incasso o pagamento”.
Aspetti contabili
57
Potrebbe interessare ad una precisa categoria di imprenditori: quella che vende aldettaglio, per esempio, incassando sistematicamente al momento della fatturazione (odella realizzazione del corrispettivo), ma che normalmente paga i fornitori a termine (es:30/60/90).
Per questa categoria torna assolutamente utile, consigliabile e conveniente, in
termini di praticità di gestione e di convenienza fiscale, l’opzione triennale per il
comma 5, che offre realmente il meglio di sé in termini di reale semplificazione,
al verificarsi, congiuntamente delle due condizioni:
incassi a pronti e
pagamenti a termine
Solo in questa circostanza l’opzione appare realmente utile. In tutti i casi, invece, diincassi differiti rispetto al momento della fatturazione, l’opzione si rivela penalizzantee vanifica i benefici del sistema della tassazione per cassa.
I possibili destinatari
Aspetti contabili
58
Regime di cassa: il movimento finanziario
nell’individuazione del momento in cui il compenso si può considerare incassato
o la spesa sostenuta.
Quando scatta la cassa con i diversi mezzi di pagamento
L’applicazione del nuovo regime di cassa per le imprese minori pone i medesimi
problemi che già devono affrontare gli esercenti arti e professioni,
60
Regime di cassa: il movimento finanziario
Quando scatta la cassa con i diversi mezzi di pagamento
quando il “movimento finanziario” possa considerarsi realmente
avvenuto.
Verificare in funzione del mezzo di pagamento
utilizzato
61
Regime di cassa: il movimento finanziario
Assegno bancario e circolare
Secondo l’Amministrazione Finanziaria la
somma dovuta può considerarsi
realmente incassata allorquando il
beneficiario riceve materialmente il titolo
(l’assegno).
È irrilevante la data in cui l’imprenditore ha versato materialmente la somma sulconto corrente bancario o postale.
Agenzia delle Entrate risoluzione n. 138/E del
29 maggio 2009
62
Regime di cassa: il movimento finanziario
Bonifico bancario
La data dell’operazione individua il giorno in cui la somma di denaro è
effettivamente disponibile per il soggetto beneficiario.
Invece per il soggetto che ha ordinato il pagamento la data dell’operazione
rappresenta il momento in cui si perde effettivamente la disponibilità della
somma sul conto corrente bancario.
L’estratto conto evidenzia due date: quella dell’operazione
quella di valuta
63
Regime di cassa: il movimento finanziario
Bonifico bancario
la data di pagamento
Questi due momenti assumono rilevanza sotto il profilo fiscale in quantoindividuano, rispettivamente
la data di incasso
non assume rilievo in quanto deve essere considerata ai
soli fini bancari per individuare il momento a partire dal
quale decorrono gli interessi.
La data di valuta
64
Regime di cassa: il movimento finanziario
Carta di credito
Nell’operazione intervengono tre soggetti :
L’imprenditore che utilizza la carta di credito per effettuare ilpagamento;
il destinatario della somma che ha effettuato la cessione o laprestazione di servizi;
il “gestore” della carta di credito o società finanziaria.
Il momento rilevante, ai fini del pagamento effettuato con carta di credito, èquello in cui la stessa viene utilizzata.
65
Semplificati – cassa/competenza
Le modifiche al regime di contabilità semplificata per le imprese minori e le
conseguenti variazioni sulle modalità di determinazione del reddito sono
operative dal periodo d’imposta 2017.
LA NOVITA’
67
Semplificati – cassa/competenza
Reddito 2016 – competenza
Il reddito d’impresa del 2016, che sarà dichiarato con il modello REDDITI 2017, è
determinato con le consuete regole finora applicate da tali soggetti, ossia
facendo applicazione del principio di competenza (art. 109 commi 1 e 2 del TUIR).
68
Semplificati – cassa/competenza
Operazione eseguita o ricevuta 2016
Naturalmente, laddove l’incasso o il pagamento della fattura
avvenisse nel 2017, tale manifestazione finanziaria non rileverebbe
nel regime di cassa in quanto il componente ha già concorso alla
formazione del reddito del periodo precedente secondo le regole del
regime applicato.
Si consideri, ad esempio, un’operazione eseguita o ricevuta nel 2016 rispetto alla
quale la fattura viene emessa o ricevuta nel 2017, periodo in cui può avvenire
anche il relativo incasso o pagamento. Ai fini delle imposte sui redditi il
componente rileva in base al principio di competenza nel 2016.
OPERAZIONE ESEGUITA O RICEVUTA NEL 2016 - COMPETENZA 2016ANCHE SE FATTURA EMESSA O RICEVUTA 2017
69
Semplificati – cassa/competenza
Spese per prestazioni di lavoro dipendente
Sempre secondo il criterio di competenza vanno imputate all’esercizio 2016 le
spese per prestazioni di lavoro dipendente sostenute dall’impresa per tale anno,
ma pagate nel 2017. A tali fini, nessun rilievo assume il principio di cassa
“allargato” che disciplina l’imponibilità dei compensi solo in capo al lavoratore
dipendente.
SPESE PER PRESTAZIONI DI LAVORO DIPENDENTE 2016 PER COMPETENZA ANCHE SE PAGATE NEL 2017
70
Semplificati – cassa/competenza
Ratei e risconti
Nei casi in cui, in applicazione del principio di competenza vigente per il 2016,
dovesse essere rilevato un rateo o un risconto, salve eventuali diverse
indicazioni ufficiali, si ritiene che la parte di componente, che non abbia
concorso alla formazione del reddito 2016, dovrebbe concorrere alla formazione
del reddito nell’esercizio successivo.
RATEI E RISCONTI – PARTE DI REDDITO CHE NON HA CONCORSO AL REDDITO DEL 2016 – REDDITO 2017
71
Semplificati – cassa/competenza
Risconto attivo
La fattura ricevuta nel 2016 per il pagamento anticipato del canone di locazione
semestrale (1° ottobre 2016-31 marzo 2017) dei locali aziendali, rispetto alla
quale è stato rilevato un risconto attivo per stornare al 2017 la quota di costo
non di competenza. In tal caso, la quota di costo rinviata dovrebbe concorrere
alla formazione del reddito 2017, benché in tale periodo non si verifichi la
manifestazione finanziaria.
CANONE LOCAZIONE SEMESTRALE (OTTOBRE 2016- MARZO 2017) – PAGAMENTO ANTICIPATO -
72
Semplificati – cassa/competenza
Allo stesso modo si ipotizzi che, nell’esempio sopra proposto, il canone di
locazione venga pagato in via posticipata per il semestre trascorso, comportando
la rilevazione di un rateo passivo per integrare il reddito 2016 della quota di costo
di competenza. In tal caso, non concorrerebbe alla formazione del reddito 2017
l’intero pagamento effettuato in tale anno, poiché una parte di questo è già stata
imputata all’esercizio precedente in base al criterio di competenza.
Rateo passivo
CANONE LOCAZIONE SEMESTRALE ( OTTOBRE 2016- MARZO 2017) – PAGAMENTO POSTICIPATO
73
Fatture da emettere /da ricevere
Operazioni eseguite o ricevute ultimo periodo dell’anno
specialmente per le operazioni eseguite o ricevute nell’ultimo periodo dell’anno
che sono fatturate e/o pagate nei primi mesi di quello successivo. Anche in tale
ipotesi il componente rileva nel 2016, periodo in cui l’operazione si considera
effettuata secondo i criteri dell’art. 109 commi 1 e 2 del TUIR, mentre nessun
rilievo assume la manifestazione finanziaria realizzatasi nel 2017 durante
l’applicazione del regime di cassa.
Un’altra rilevazione di fine esercizio che le imprese minori devono fare per
determinare secondo competenza il reddito relativo al 2016
riguarda le fatture da emettere e da ricevere
74
Le rimanenze finali 2016
Il regime di contabilità semplificata applicabile dalle imprese minori dal 1° gennaio
2017 rischia di mandare in confusione i contribuenti e gli addetti ai lavori.
Il problema più rilevante è
costituito dalla deduzione
integrale delle rimanenze
finali nel primo anno in cui
si applica il criterio di cassa
o il criterio delle
registrazioni, cioè il
cosiddetto criterio misto, di
cassa e competenza.
È infatti previsto che il reddito
d’impresa del periodo d’imposta in
cui si applicano le disposizioni
relative alle imprese minori in
regime di contabilità semplificata è
ridotto delle rimanenze finali che
hanno concorso a formare il
reddito dell’esercizio precedente
secondo il criterio di competenza
Gli effetti
76
Il “passaggio” dal criterio di competenza a quello di cassa, che, in pratica, per le
deroghe previste, è un criterio misto, prevede perciò la rilevanza, come
componente negativo, dell’importo delle rimanenze finali che, nella stragrande
maggioranza delle imprese commerciali, determinerebbe una chiusura in
perdita per l’anno 2017, che, per legge, non potrà essere riportata.
77
L’altalena tra perdite e redditi rilevanti
Rimanenze 2016
deduzione integrale 2017
2017 chiusura in perdita
2018 redditi elevati
78
Rimanenze
Rimanenze 31/12/2016 € 500.000
Rimanenze 31/12/2017 € 500.000
Rimanenze 31/12/2018 € 300.000
2017
Ricavi 31/12/2017 € 240.000
- Costi 31/12/2017 € 200.000
Reddito 31/12/2017 € 40.000
- Rimanenze 2016 - €500.00*
= Perdita 2017 460.000
31/12/2017
Riporto esercizioperdita successivo
NO
NO
SI perdita € 460.000 (500.000-40.000)
reddito € 40.000
79
vendono parte delle rimanenze finali al 31/12/2017 (da € 500.000si sono ridotte a € 300.000.
Ricavi € 300.000
Costi € 60.000
Redditi € 240.000 (€ 300.000 - € 60.000)
Importo da pagare come tasse oltre 100.000 euro
I ricavi di € 300.000 derivano in gran parte dall’incasso derivante dalla venditadi € 200.000 di merce che era in giacenza al 31.12.2017
ANNO 2018
80
L’impresa ha conseguito ricavi per € 300.000, conseguiti:
Avremo rimanenze finali al 31.12.2018 per € 300.000 (500.000 – 200.000)
Vendita di € 60.000 merce acquistata nel 2017
Vendita di € 200.000 merce in giacenza al 31.12.2017
2018
81
CONCLUSIONI
Effetto rimanenze finali 2016 nel 2017 come costo
a) Perdita € 460.000 (non riportabile in avanti) al postodi un reddito che, se determinato con il criterio dicompetenza sarebbe stato di € 40.000
82
2017 senza principio di cassa
RICAVICOSTI
Rimanenze iniziali € 500.000
Costi € 200.000
Rimanenze finali € 500.000
Ricavi € 240.000
€ 700.000 € 740.000
Redditi 2017 € 40.000
83
2018 senza principio di cassa
RICAVICOSTI
Rimanenze iniziali € 500.000
Costi € 60.000
Rimanenze finali € 300.000
Ricavi € 300.000
€ 560.000 € 600.000
Redditi € 40.000
84
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
il Fisco è legittimato a procedere all’accertamento analitico-induttivo, ancorchéin presenza di una contabilità formalmente regolare. Lo ha deciso la Cassazione,con la sentenza n. 1530
La coesistenza di un conto cassa con ingente saldo positivo e di unacontemporanea elevata negativa esposizione bancaria costituisce espressione diuna condotta antieconomica, giacché, in tal situazione, l’impresa, pur vantandouna grande liquidità, non la usa e, per soddisfare i rapporti commerciali, ricorreal credito bancario, fonte di costi e oneri passivi;
in tal caso, quindi,
86
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
lo 0,785% di quest’ultimo –e aveva consideratocongrua la percentuale diricarico induttivamenteattribuita dall’Ufficio (cfr.Cass. n. 24758/2016).
per cui il Fisco, in presenza di contabilità formalmente regolare, maintrinsecamente inattendibile per l’antieconomicità delcomportamento del contribuente, può desumere in via induttiva, sullabase di presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, iricavi accertabili.
Vi è un consolidato orientamento di legittimità
Recentemente, sulla base di taleprincipio, la Cassazione haconfermato la decisione di un giudicedi merito che aveva ritenuto legittimol’accertamento analitico-induttivofondato sulla palese inidoneitàdell’utile rispetto al volume d’affari
ovvero
87
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
perché proprio una tale condotta è di regola alla base di documenti emessi peroperazioni inesistenti o di valore di gran lunga eccedente quello effettivo (cfr. Cass.nn. 18229/2016 e 9154/2016). Il giudice di merito, inoltre, per poter annullarel’accertamento, deve specificare, con argomenti validi, le ragioni per le quali ritieneche l’antieconomicità del comportamento del contribuente non sia sintomatico dipossibili violazioni di disposizioni tributarie (cfr. Cass. n. 5847/2016).
La Suprema Corte, peraltro, hasempre ribadito che, in caso diaccertamento fondato sulpresupposto dell’antieconomicitàdel comportamento delcontribuente,
incombe su quest’ultimo l’onere difornire la prova contraria edimostrare la correttezza delleproprie dichiarazioni, senza che siasufficiente invocare l’apparenteregolarità delle annotazioni contabili,
88
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
che, nella giurisprudenza di legittimità è già assodato il principio per cui lasussistenza di un saldo negativo di cassa, implicando che le voci di spesa sono dientità superiore a quella degli introiti registrati, oltre a costituire un’anomaliacontabile, fa presumere l’esistenza di ricavi non contabilizzati in misura almenopari al disavanzo (cfr. Cass. n. 123/2017).
Con la sentenza del 20.01.2017, la Suprema Corte è tornata sul tema, ma questavolta l’antieconomicità del comportamento del contribuente non è stato desuntoda dati reddituali inverosimili, bensì, per lo più, anche se non unicamente, dalconto cassa aziendale.
Si ricorda, al riguardo
89
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
Nel caso esaminato dai giudici di legittimità, con la sentenza del 20.01.2017infatti, il conto cassa era caratterizzato da un elevato numero di operazioni, tuttegeneriche (acausali), che portavano ad un saldo periodico positivo ancheparticolarmente elevato (oltre 200 mila euro), ma parallelamente il contobancario presentava rilevanti saldi negativi e, ciononostante, venivanougualmente effettuati prelevamenti, circostanza incongruente con l’ampiadisponibilità di cassa, senza che, per contro, sussistessero impegni tali dagiustificare il movimento.
Se la cassa negativa è sintomatica di ricavi non contabilizzati, anche una cassaeccessivamente positiva può manifestare altrettanto.
90
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
mentre, dall’altra parte, gli stessi soci erogavano altre cospicue somme(quasi 100 mila euro) per nuovi finanziamenti, incrementando, alcontempo di oltre 50 mila euro il capitale sociale, ed inoltre, pur inpresenza di una così elevata liquidità derivante dal finanziamento deisoci, la società contraeva un mutuo per oltre 300 mila euro, senza che,anche in questo caso, l’operazione trovasse giustificazione economicanelle attività intraprese.
Nello stesso arco temporale, peraltro, la società
da un lato restituiva per cassa ai soci quasi 400 mila euro per rimborsofinanziamenti (infruttiferi),
91
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
La Cassazione ha osservato che l’esistenza di un conto cassa con saldopositivo costituisce una evenienza fisiologica, ma, assolvendo alla finalità diassicurare (e ricevere) pagamenti immediati di limitato importo, non èaltrettanto fisiologico che il suo ammontare sia elevato e che, anzi, costituiscail vettore di flusso per rilevanti operazioni dell’impresa, giacché nellanormalità dei casi e per la generalità delle attività con clienti e fornitori sonopiù tipicamente impiegate nell’attività d’impresa le operazioni bancariepoiché queste, per le loro proprie caratteristiche e per la potenziale utilitànelle transazioni economiche, permettono di ricostruire la rete dei rapporticommerciali.
92
Rischi del conto cassa
Per la Cassazione in tale caso è antieconomico ricorrere ai più onerosi finanziamenti bancari
In conclusione, le circostanze sopra evidenziate, di fatto, non trovavano alcuna
spiegazione logica sotto il profilo economico, poiché non aveva senso ricorre ai
più onerosi finanziamenti bancari quando l’elevato saldo positivo del conto
cassa avrebbe consentito di fruire di una liquidità “a basso costo” e pronta
all’uso per le esigenze aziendali. Da qui i giudici di legittimità hanno desunto
l’antieconomicità del comportamento imprenditoriale e, quindi, la legittimità
dell’accertamento presuntivo del Fisco.
93
L’Iri
Volendo sintetizzare, si tratta di una tassazione che prevede l’applicazione diun’aliquota Flat del 24% sul reddito che l’imprenditore (soggetto IRPEF) decidedi lasciare in azienda, sottraendolo in questo modo alla formazione del suoreddito complessivo ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Con la Legge di Stabilità 2017,
il legislatore introduce al TUIR il nuovo art. 55-bis istituendo di fatto un nuovoregime di tassazione (sostitutiva) dell’imposta dovuta sul reddito d’impresa: lanuova IRI (Imposta sul reddito d’impresa).
95
L’Iri
Ambito soggettivo
è stabilito che il reddito d’impresa degliimprenditori individuali e delle società innome collettivo ed in accomandita semplice,in regime di contabilità ordinaria, è esclusodalla formazione del reddito complessivo edè assoggettato a tassazione separata (atitolo di IRI) con l’aliquota previstadall’articolo 77 del TUIR (Ires).
Con il nuovo articolo
55-bis del TUIR
96
L’IriAmbito soggettivo
400.000 euro per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi;
700.000 euro per le imprese aventi per oggetto altre attività.
Dunque, ne consegue che, con riferimento all’ambito soggettivo di applicazionedel regime di tassazione in commento, vi potranno accedere esclusivamente:
Si evince, che la condizione fondamentale per agire in regime IRI è che ilcontribuente operi in contabilità ordinaria.
A tal proposito si ricorda che, per i predetti soggetti, la contabilità ordinaria, èobbligatoria se sono superati determinati limiti di ricavi, ossia
imprenditori individuali (compresa l’impresa familiare) in contabilitàordinaria;
società di persone (s.n.c. e s.a.s.) in contabilità ordinaria;
s.r.l. trasparenti (in contabilità ordinaria).
97
L’Iri
Ambito soggettivo
Tabella di sintesi(Ambito soggettivo)
IpotesiRegime IRI
(SI/NO) Imprenditore individuale e società di persone (snc e
sas) che operano in contabilità semplificata.NO
Imprenditore individuale e società di persone (snc esas) che operano in contabilità ordinaria perobbligo.
SI
Imprenditore individuale e società di persone (snc esas) che operano in contabilità ordinaria per scelta.
SI
Srl a ristretta base proprietaria (che hanno optatoper la trasparenza fiscale).
SI
Liberi professionisti/Lavoratori autonomi. NO
Società di capitali. NO
98
L’Iri
Ambito oggettivo
In merito alla portata “operativa” del nuovo regime, come già anticipato, esso siconcretizza nell’applicare l’aliquota del 24% al reddito che si decide di nonprelevare.
Si consideri, comunque, che qualora a scegliere l’IRI sia una società di personel’imposta sarà assolta dalla stessa società, poiché non troverà in tal casoapplicazione il regime di trasparenza fiscale. In altre parole, l’utile che resta inazienda NON sarà, imputato in capo ai soci per trasparenza e non concorrerà aformare il loro reddito complessivo ai fini IRPEF.
Pertanto la base imponibile IRI è data dalla differenza tra il reddito d’impresa ed i prelevamenti di utili/riserve di utili.
99
L’Iri
Tabella di sintesi
(Ambito oggettivo)
Cosa Regola
Base imponibile
Reddito d’impresa
-
utili/riserve di utili prelavate
Aliquota 24%
Se il regime è scelto da società in
trasparenza fiscale
L’IRI è assolta dalla società e l’utile
rimasto in azienda non è imputato per
trasparenza ai soci
100
L’Iri
Modalità di scelta e durata del regime
La scelta ha durata per 5 anni ed è rinnovabile di volta in volta per altri 5 anni.
L’IRI non è un regime “obbligatorio”, bensì un regime opzionale. Pertanto al finedi poterlo applicare è necessario che il contribuente (che ne ha i requisiti) ne diacomunicazione all’Amministrazione Finanziaria (ossia all’Agenzia delle Entrate).
La relativa disposizione normativa in commento, a tal proposito prevede che èpossibile applicare il regime già dal periodo d’imposta 2017, con scelta dacomunicarsi in sede di dichiarazione dei redditi riferita allo stesso periodod’imposta.
101
L’Iri
Modalità di scelta e durata del regime
Tabella di sintesi
(Scelta e durata)
Cosa Regola
Modalità di scelta
Dal 2017 con comunicazione dal
eseguirsi in sede di Modello
Unico/2018
Durata 5 anni rinnovabili al termine
102
L’Iri
Il trattamento delle perdite
le perdite maturate nei periodi d’imposta di applicazione del regime sonocomputate in diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi perl’intero importo che trova capienza in essi,
In deroga al vigente regime fiscale (articolo 8, comma 3 del TUIR) delle perditederivanti dall’esercizio di imprese commerciali e di quelle derivanti dallapartecipazione in società in nome collettivo e in accomandita semplice,
nel caso in cui si dovesse optare per la nuova IRI,
103
L’Iri
Il trattamento delle perdite
Le perdite maturate nei periodi d’imposta di applicazione dell’IRI, sarannocomputate in diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi perl’intero importo che trova capienza in essi. Dunque, scompare il vincolotemporale del quinquennio per l’utilizzo della perdita (finché si permanenell’IRI);
nel caso, poi, in cui, al momento della fuoriuscita dal regime in commentodovessero ancora esserci perdite non ancora utilizzate, queste ritorneranno adessere computabili in diminuzione dai redditi ai sensi dell’articolo 8, comma 3TUIR, considerando l’ultimo anno di permanenza nel regime come anno dimaturazione delle stesse IRI.
Volendo riepilogare, a differenza dei soggetti non IRI, nel caso in cui si scelga tale
regime di tassazione varranno le seguenti regole:
Tuttavia, è altresì stabilito che,
104
L’Iri
L’IRI per la SRL trasparente
Dunque, gli utili di esercizio e le riserve di utili derivanti dalle partecipazioni nellesocietà che optano per l’IRI si considerano equiparati alle somme di cui aiprecedenti casi del presente capito (imprese individuali e società di persone chescelgono l’IRI) e, pertanto tali tipologie di redditi perdono la natura di redditi dicapitale e concorrono invece alla formazione del reddito del percettore quale
reddito d’impresa.
L’opzione per il regime IRI può essere esercitata anche dalla s.r.l. che ha optato per la trasparenza fiscale. Infatti, la Legge di Stabilità 2017, aggiunge il nuovo
comma 2-bis all’art. 116 TUIR.
105
L’Iri
Aspetti previdenziali
Ne consegue che, il reddito lasciato in azienda dall’imprenditore NON concorrerà aformare il suo reddito complessivo ai fini IRPEF, ma concorrerà a formare (insiemealla parte prelevata), comunque, alla sua base imponibile “previdenziale”.
il contributo annuo dovuto alle gestionidei contributi e delle prestazioniprevidenziali degli artigiani e degliesercenti attività commerciali – titolari,coadiuvanti e coadiutori – è determinatosenza tener conto delle nuove disposizioniin materia di IRI.
La disciplina dispone che, per i soggetti che optano
per il regime dell’IRI,
106
Regola da tener presente e prevista dal regime in commento: “le somme
prelevate sono portate a deduzione del reddito d’impresa “nei limiti del reddito
del periodo d’imposta e dei periodo d’imposta precedenti assoggettati a
tassazione separata al netto delle perdite residue computabili in diminuzione
dei redditi dei periodo d’imposta successivi”.
Gli aspetti operativi
Di seguito si riportano alcuni esempi, così come da spunti risultanti dalla
relazione illustrativa al Disegno di Legge di Stabilità 2017.
L’Iri
107
AnnoReddito
prodotto
Importo
prelevato
Reddito
soggetto ad IRI
Perdite IRI
riportabili
2017 1.000 400 600
2018 1000 600 400
2019 200 500 300
2020 1.700 400 1000
Totale 3.900 1.900 2.000
L’Iri
108
Reddito d’impresa prodotto nell’anno 2017 è pari a 1.000, conprelevamento di 400.
Nell’anno (2018) l’impresa produce nuovamente un reddito di 1.000 evengono effettuati prelevamenti per 600.
Nell’anno (2019), l’impresa produce un reddito pari a 200 e vengonoeffettuati prelevamenti di 500.
Nell’anno (2020) l’impresa produce un reddito di 1.700 e vengono effettuatiprelevamenti per 400.
In questo primo esempio, dunque:
L’Iri
109
Secondo quanto si legge nella stessa relazione illustrativa, da quanto
evidenziato in tabella, l’ammontare dell’utile di esercizio e delle riserve di utili
costituisce meramente il limite massimo di prelevamenti possibili; prelevamenti
che, peraltro, potranno essere effettuati soltanto nei limiti dei redditi già
assoggettati a tassazione separata.
L’Iri
Alla fine del quarto anno risulta che il reddito tassato ai fini IRI è pari a 2.000,
ossia l’ammontare di reddito prodotto e non prelevato, mentre la parte
rimanente dei redditi complessivamente prodotti dall’impresa nel quadriennio,
pari a 1.900 euro, è tassata ai fini IRPEF.
110
II° Esempio (Prelievi eccedenti il reddito di periodo)
AnnoReddito
prodotto
Importo
prelevato
Reddito
soggetto
ad IRI
Perdite IRI
riportabili
Reddito
prodotto
(complessivo)
Somme
prelevate
(complessive)
Plafond IRI
2017 1.000 400 600 1.000 400 600
2018 1000 600 400 2.000 1.000 1.000
2019200 500 300 2.200 1.500 700 (1.000 –
300)
2020 1.700 400 1000 3.600 1.900 1.700
Totale 3.900 1.900 2.000
L’Iri
111
In questo primo esempio, dunque:
Reddito d’impresa prodotto nell’anno 2017 è pari a 1.000, con prelevamento
di 400.
Nell’anno (2018) l’impresa produce nuovamente un reddito di 1.000 e
vengono effettuati prelevamenti per 600.
Nell’anno (2019), l’impresa produce un reddito pari a 200 e vengono
effettuati prelevamenti di 500.
Nell’anno (2020) l’impresa produce un reddito di 1.700 e vengono effettuati
prelevamenti per 400.
L’Iri
112
Al periodo 2019 matura una perdita di periodo pari a 300, dovuta a un eccesso di
utili prelevati rispetto al reddito di periodo. Tale perdita riduce a 700 il plafond
di reddito tassato ai fini IRI.
L’Iri
Nel periodo 2020, il reddito prodotto di 1.700 è ridotto di 400, per somme
prelevate, e di 300 per effetto del riporto della perdita pregressa; di
conseguenza, il reddito del periodo che è assoggettato all’aliquota IRI è pari a
1.000. Il plafond IRI al periodo 2020 aumenta a 1.700.
113
Alla fine del suddetto periodo risulta che il reddito tassato ai fini IRI è pari a
2.000 con un plafond residuo di 1.700, ossia l’ammontare di reddito prodotto e
non prelevato come utile, mentre la parte rimanente del reddito
complessivamente prodotto dall’impresa nel quadriennio, pari a 1.900 euro,
risulta tassata in capo al socio/imprenditore ai fini IRPEF.
L’Iri
Si tenga presente che, il Plafond IRI, rappresenta il limite massimo diprelevamenti possibili.
114
III° Esempio (Prelievi eccedenti il reddito di periodo)
AnnoReddito
prodotto
Importo
prelevato
Reddito
soggetto
ad IRI
Perdite
IRI
riportabili
Reddito
prodotto
(complessivo)
Somme
prelevate
(complessive)
Plafond
IRI
2017 1.000 400 600 1.000 400 600
2018 1.000 600 400 2.000 1.000 1.000
2019 (-) 200 500 700 1.800 1.500300 (1.000
– 700)
2020 300 400 2.100 1.900200 (300 –
100)
Totale 2.100 1.900 1.000
L’Iri
115
La tabella di cui sopra va letta in questo modo:
nel 2019 l’imprenditore matura una perdita complessiva di 700 euro dovuta
alla perdita di periodo (- 200 euro) ed all’eccesso di utili (di anni precedenti)
prelevati;
nel 2020 l’imprenditore preleva 400. Tale prelievo è effettuato per 300 nei
limiti del reddito di periodo e per i restanti 100 nei limiti del plafond IRI che
si riduce da 300 a 200;
Anche in questo caso, come si evince dalle ultime tre colonne il plafond IRI
corrisponde alla differenza tra reddito prodotto complessivo e somme
prelevate complessivamente se e solo se ai fini della determinazione del
limite del reddito di periodo e dei periodi d’imposta precedenti assoggettati a
tassazione separata si tiene conto anche delle perdite di periodo.
L’Iri
116
Nella tabella che segue, sono, individuati due principi fondamentale del meccanismodi funzionamento dell’IRI.
Principi
Principio (da relazione illustrativa) Riferimento
Nel regime IRI, i prelievi di utili o di riserve di utili assumeranno rilevanza
fiscale ai fini della deducibilità in capo alla società/impresa individuale
ovvero di tassazione ai fini IRPEF per soci, titolare e collaboratori nei limiti
del reddito d’esercizio o dei redditi di esercizi precedenti che hanno già
scontato la tassazione separata. Al contempo, i redditi d’impresa
eccedenti la misura dell’utile d’esercizio in modo definitivo restano
assoggettati esclusivamente ad IRI, dal momento che non potranno essere
oggetto di prelevamento,
Si veda I° Esempio
Il plafond IRI corrisponde sempre alla differenza tra reddito prodotto
complessivo e somme prelevate complessivamente se e solo se ai fini
della determinazione del limite del reddito di periodo e dei periodi
d’imposta precedenti assoggettati a tassazione separata si tiene conto
anche delle perdite di periodo.
Si veda II° Esempio
L’Iri
117
Un esempio anche in caso di SNC che sceglie l’IRI potrebbe essere il seguente:
AnnoReddito
prodotto
Importo
prelevato
Reddito
soggetto ad
IRI
Perdite IRI
riportabiliPlafond IRI
2017 1.000 400 600 600
2018 200 500 300300
(600 – 300)
2019 200 400 100200
(300 -100)
L’Iri
118
Reddito d’impresa prodotto nell’anno 2017 è pari a 1.000, con distribuzione
utili di 400 (che rappresentano la deduzione). Pertanto l’imponibile IRI è
600 (1000- 400) con un Plafond IRI di 600;
Nell’anno (2018) l’impresa produce un reddito di 200 e vengono distribuiti
utili per 500. Tale distribuzione è tutta deducibile dai 200 poiché rientra
ancora nel plafond IRI (600). Dunque, si azzera il reddito (l’imponibile
diventa una perdita di 300 data da 200 - 500) e si riduce il plafond IRI a 300
(600 – 300) e quindi ancora positivo
Nell’anno (2019), l’impresa produce un reddito pari a 200 e vengono
distribuiti utili per 400. In tal caso la distribuzione di utili è deducibile
limitatamente a 300 (ossia nei limiti del plafond IRI disponibile). Quindi si
genera una perdita di 100 (totale perdita riportabile è 300 + 100).
In questo esempio, dunque:
L’Iri
119
L’Iri
Test di convenienza
Scegliere di entrare nell’IRI, potrebbe non sempre essere vantaggioso e cioè per
un motivo molto semplice che lo stesso contribuente è chiamato a tenere conto:
Sul reddito lasciato in azienda (e tassato con l’IRI), l’imprenditore non potrà
far valere eventuali oneri personali/familiari, detraibili/deducibili (interessi
mutuo, detrazioni familiari a carico, detrazione spese ristrutturazione, ecc.).
E’, dunque, opportuno valutare correttamente la convenienza ad optarvi.
120
Convenienza
Contribuente Regola
Imprenditore individuale che vive della
propria impresa con reddito lordo annuo di
30.000 euro e oneri personali da poter
detrarre/dedurre dall’Irpef (detrazione
familiari a carico, mutuo per la casa, università
per i figli, spese mediche, assegno al coniuge,
ecc.)
Scarsa convenienza;
Motivo: Poco sarà il reddito che lascerà in
azienda, visto che il reddito della sua impresa
rappresenta la sua principale fonte di
mantenimento. Inoltre ha molti oneri
deducibili/detraibili personali da far valere.
Imprenditore individuale con reddito lordo
annuo che di 50.000 euro che conduce un
tenore di vita normale per se e per la propria
famiglia.
Convenienza
Motivo: Per tale soggetto, lasciare una parte
della reddito (ad esempio 20.000) in azienda
comporterebbe il vantaggio di assoggettarlo
ad un’aliquota del 24% e assoggettare ad Irpef
gli altri 30.000 euro su cui poter far valere
anche gli oneri deducibili/detraibili personali.
L’Iri
Test di convenienza
121
L’Iri Test di convenienza
Di seguito, si vogliono fornire delle ipotesi (test) di valutazione alla convenienza di scegliere l’IRI o
restare nella tassazione ordinaria IRPEF.
Soggetto che entra nell’IRI nel 2017 (Tutto l’utile lasciato in azienda)
Tassazione IRPEF
Reddito complessivo IRPEF 50.000
Oneri deducibili (personali) 10.000
Imponibile IRPEF 40.000
Imposta lorda 11.520
Detrazioni 1.200
Imposta netta 10.320
Tassazione IRI
Reddito impresa 50.000
Prelievi 0
Reddito Imponibile IRI 50.000
IRI (24% di 50.000) 12.000
Risparmio se NON si opta per l’IRI
(12.000 – 10.320) = 1.680
Attenzione: Si tratta di un’ipotesi estrema in cui tutto il reddito è lasciato in azienda (il che è cosa poco probabile se si pensa che l’imprenditore vive della sua impresa) 122
L’Iri
Test di convenienza
Soggetto che entra nell’IRI nel 2017
(Parte del reddito prelevato)
IRPEF
Reddito complessivo IRPEF 50.000
Oneri deducibili (personali) 10.000
Imponibile IRPEF 40.000
Imposta lorda 11.520
Detrazioni 1.200
Imposta netta 10.320
123
L’Iri
Soggetto che entra nell’IRI nel 2017
(Parte del reddito prelevato)IRI
Reddito impresa 50.000
Prelievi 30.000
Reddito Imponibile IRI 50.000 – 30.000 = 20.000
IRI (24% di 20.000) 4.800
Reddito IRPEF da tassare 30.000
Oneri deducibili 10.000
Reddito imponibile IRPEF 20.000
Irpef lorda (su 20.000) 4.800
Detrazioni 1.200
Irpef netta 3.600
Risparmio se si opta per l’IRI
Non optando per l’IRI = 10.320
Optando per l’IRI = (4.800 + 3.600) = 8.400
Risparmio imposta = (10.320 – 8.400) = 1.920
In tal caso, dunque, converrebbe scegliere l’IRI 124
Per le società, invece, occorre considerare che la convenienza ad optare per l’IRIdipende in modo particolare da quale sia la strategia aziendale eseguita. Ossia:
Scelta IRI Società di persone
Ipotesi Convenienza Motivo
Società che consegue utili
elevati e per gran parte
utilizzati per
autofinanziarisi
SI
Convenienza soprattutto
per i soci che in questo
modo non fanno
concorrere l’utile
societario al loro reddito
complessivo IRPEF
Società che consegue utili
bassiNO
Difficile gestione del
regime e scarsa
convenienza per i soci
125
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
Infatti, se si tratta di società di persone, per effetto di quanto disposto all’art.5 del TUIR l’accertamento di utile/reddito evaso dalla società produce unadiretta imputazione pro quota degli stessi (per trasparenza fiscale) ai soci.
Con profili diversi a seconda che si tratti di una società di persone o di capitali,la notifica di un avviso di accertamento nei confronti di una società ha spessoriflessi reddituali anche sui soci.
127
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
Diversamente, sebbene nella medesima ipotesi di contestazione i soci persone
fisiche di una srl a ristretta base partecipativa non siano suscettibili di essere
personalmente accertati ai sensi del citato articolo, nella prassi anche essi sono
comunque ordinariamente destinatari di accertamenti IRPEF per trasparenza c.d.
“pretoria”.
128
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
In quest’ultimo caso, il reddito accertato è un dividendo (reddito di capitale) e
non un reddito di partecipazione imprenditoriale e dunque la quota imponibile
risente di un’esenzione parziale in caso di partecipazione qualificata o
dell’assoggettamento ad imposizione sostitutiva nel caso in cui un dividendo
occulto sia percepito da socio non qualificato.
ritiene operante il principio secondo cui è ragionevole ritenere, salva
la prova contraria, che un socio abbia occultamente percepito la
quota di utile evasa dalla società in proporzione al capitale sociale
detenuto (ex pluribus, Cass. nn. 1932/2016 e 10793/2016).
La Cassazione, per le società composte da un numero limitato di soci,
129
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
Possono, inoltre, accedere al regime IRI le società di capitali che integrano irequisiti per l’opzione della c.d. “piccola trasparenza fiscale” di cui all’art. 116,comma 1 del TUIR.
La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2017,
la nuova imposta sul reddito d’impresa (IRI), applicabile, su opzione, dagliimprenditori individuali, società in nome collettivo e società in accomanditasemplice che adottano la contabilità ordinaria.
130
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
essi derogheranno al regime di trasparenza, diverranno soggetti passivi, oltre chedell’IRAP e dell’IVA, anche dell’IRI e non saranno più soltanto destinatari deicontrolli ai fini dell’IRPEF dovuta dai soci.
Alla luce delle novità che l’adozione del nuovo regime propone, è molto probabileche cambierà anche il sistema dell’accertamento previsto per i predetti soggettiche optassero per la nuova imposizione.
Con l’opzione, difatti
131
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
l’accertamento riguarderà anche i sociche, prevedibilmente, saranno consideraticome “prelevanti” quell’utileextracontabile occulto secondo il nototeorema della complicità evasiva dellepiccole società.
In caso di accertamento di un maggior reddito assoggettabile all’IRI (adesempio, un accertamento di utile derivante da maggiori ricavi accertati)
il relativo avviso, tanto quantofino ad oggi accade per l’IRESdelle srl a ristretta baseproprietaria, investiràdapprima il soggetto passivoIRI,
nei confronti del quale sarà accertato iltributo dovuto e sarà irrogata la sanzioneper l’infedeltà della dichiarazione relativa atale imposta.
132
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
In altri termini, d’ora in poi anche i soci delle società optanti per l’IRI (nonché
l’imprenditore individuale) vedranno probabilmente rettificarsi il proprio
reddito personale sulla base di quanto presuntivamente prelevato dalle riserve
occulte, maggior reddito che dovrebbe essere qualificato come reddito di
impresa.
133
L’opzione IRI cambia l’accertamento sulle imprese ex IRPEF
dall’altro lato, per ciò che concerne la
previsione di un litisconsorzio necessario
con i soci, dovrebbero conservare la loro
specificità, atteso quanto statuito dalle
SS.UU. della Cassazione in relazione
all’accertamento dell’imposizione diretta
(Cass. n. 14815/2008).
A seconda di quale sarà la tecnica accertatrice ritenuta legittimamente esperibile
nei confronti degli optanti per il nuovo tributo gli esiti quantitativi
dell’accertamento potranno essere ben diversi.
Peraltro,
da un lato gli ex soggetti IRPEF
diventano ormai tecnicamente
assimilabili alle società di
capitali a ristretta base
partecipativa ai fini
dell’accertamento dell’utile
extracontabile,
134
Oggetto delle modifiche
(Riferimento normativo art. 5 D.L 193/2016)
Quali dichiarazioni Cosa cambia
Integrativa (a favore e a sfavore):
Redditi;
IRAP;
770;
IVA.
Termini di presentazione;
Utilizzo del maggior credito (o minordebito) dell’integrativa a “favore”.
Con il D.L. 193/2016, nella sua definitiva versione di conversione in legge, èconsentito al contribuente di presentare la dichiarazione integrativa (a favore e asfavore) entro i termini per l’accertamento, ossia: entro i termini fissati dal comma 1 art. 43 DPR 600/1973 (se trattasi di
dichiarazione redditi, IRAP e 770); entro i termini fissati dal comma 1 art. 57 DPR 633/1972 (se trattasi di
dichiarazione IVA).
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
136
NOVITÀ
Quali dichiarazioni Nuovi termini di presentazione
Integrativa (a favore e a sfavore):
Redditi;
IRAP;
770;
IVA.
Entro il 31 dicembre del 5° anno
successivo quello di presentazione del
Modello dichiarativo che si va a
correggere
Dunque: termini di presentazione più lunghi ed allineati.
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
137
VECCHI TERMINI
Integrativa a favore Integrativa a sfavore
Entro il termine di presentazione della
dichiarazione relativa al periodo
d’imposta successivo
Entro il 31 dicembre del 4° anno
successivo quello di presentazione del
Modello dichiarativo che si va a
correggere
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
138
Di seguito una tabella di confronto tra vecchia e nuova disciplina.
Tipo di dichiarazione Vecchi termini Nuovi termini Maggior tempo
Modello Unico/2017 (redditi
2016) a “favore”
Entro il 30/09/2018
Entro il 31 dicembre 2022
+ 4 anni
Modello Unico/2017 (redditi
2016) a “sfavore”
Entro il 31 dicembre 2021
Entro il 31 dicembre 2022
+ 1 anno
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
139
Cambiano anche le regole in merito all’utilizzo in compensazione del maggior credito (ominor debito) d’imposta che dovesse scaturire dall’integrativa “a favore”.
NUOVE REGOLE USO CREDITO
(Integrativa a favore: Redditi, IRAP e 770)
Regola generale Eccezione
Resta fermo che il maggior credito (o minor debito) può
essere utilizzato in compensazione, sin da subito, per versamento di eventuali
debiti d’imposta.
Se l’integrativa ha ad oggetto correzione di errori contabili dicompetenza e viene presentata oltre il termine prescritto per lapresentazione della dichiarazione relativa al periodo d’impostasuccessivo:
il maggior credito (o minore debito) che ne deriva può essereutilizzato in compensazione per eseguire il versamento di debitimaturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui èstata presentata la dichiarazione integrativa.
ESEMPIO: Modello Unico/2017 integrativo “a favore” presentato il10/10/2018. In tal caso il maggior credito (o minor debito) potràessere utilizzato per compensare debiti d’imposta maturati adecorrere dal 2019.
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
NOTA BENE : Resta in ogni caso ferma la possibilità di chiedere (in luogo dell’utilizzo incompensazione) a rimborso il maggior credito o minor debito derivante dall’integrativa.
140
Nuove regole anche per l’utilizzo del credito IVA che dovesse scaturire dall’integrativa “afavore”.
NUOVE REGOLE USO CREDITO
(Integrativa a favore IVA)
Ipotesi Regola
Dichiarazione integrativa IVA presentata entro il termine prescritto
per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo
d’imposta successivo
Il credito derivante dall’integrativa a favore puòessere portato in detrazione in sede diliquidazione periodica o di dichiarazioneannuale, ovvero utilizzato in compensazioneper pagare altri debiti d’imposta.
Dichiarazione integrativa IVA presentata oltre il termine prescritto
per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo
d’imposta successivo
Il credito derivante dall’integrativa a favore puòessere utilizzato in compensazione per eseguireil versamento di debiti maturati a partire dalperiodo d’imposta successivo a quello in cui èstata presentata la dichiarazione integrativa.
N.B. Anche per l’integrativa IVA a favore, resta in ogni caso ferma la possibilità dichiedere a rimborso il maggior credito o minor debito derivante dall’integrativa.
Dichiarazione integrativa: le novità del D.L. 193/2016
141
Gli studi misureranno l’affidabilità fiscale
Studi di settore in pensionamento dal 2017. È questo l’effetto dell’articolo 7-bis)della legge di conversione del Dl 193/2016 che dispone la cessazionedell’utilizzabilità degli studi e dei parametri come strumenti di accertamento e lanascita, in loro sostituzione, di indici sintetici di affidabilità fiscale a cui sarannoabbinati diversi livelli di premialità.
La logica, quindi, non è più quella di punire i sospetti evasori ma di premiare icontribuenti virtuosi
La disposizione si limita ad affermare che la premialità potrà concretizzarsi anchenell’esclusione o nella riduzione dei termini di accertamento.
143
Gli studi misureranno l’affidabilità fiscale
Il nuovo sistema continuerà ad alimentarsi della massa di informazioni checiascun contribuente dovrà trasmettere all’Agenzia con i tradizionali modelliannuali.
I nuovi indici di affidabilità fiscale a logica dovrebbero ricalcare quelli che fino adoggi si sono chiamati indici di coerenza e indici di normalità economica anche se,ad ogni buon conto, i ricavi o i compensi dovrebbero continuare comunque aessere stimati dai nuovi strumenti per quanto con una logica e obiettivi diversi(mirare le verifiche sul campo).
Nel progetto di revisione si punta anche ad eliminare i cosiddetti correttivianticrisi in quanto i nuovi strumenti dovrebbero cogliere autonomamente ilrisultato stimato senza la necessità di allineare il dato con la congiunturaeconomica.
144
Novità in materia di cedolare secca
Le novità del collegato fiscale
risoluzione o proroga del contratto di locazione
per il quale fosse stata espressa l’opzione per la cedolare secca.
Il DL n. 193/2016 modificando l’art. 3 c. 3 D.lgs 23/2011 introduce delle
semplificazioni in materia di opzione per la cedolare secca, riguardanti gli
adempimenti da porre in essere successivamente alla registrazione del contratto,
in fase di:
146
Novità in materia di cedolare secca
Mancata comunicazione della proroga
non determina la revoca dell’opzione esercitata in sede di registrazione delcontratto purché il contribuente abbia mantenuto un comportamentocoerente con la volontà di applicare la cedolare:
effettuando i relativi versamenti;
e dichiarando i redditi da cedolare secca in Unico/730.
In caso di mancata presentazione della comunicazione della proroga del contrattosoggetto a cedolare; viene, infatti, disposto che tale mancanza:
147
Novità in materia di cedolare secca
Mancata comunicazione della proroga
Ora,
la mancata comunicazione di cui sopra
non determinerà la revoca dell’imposta sostitutiva
a condizione, però, che il contribuente abbia tenuto un comportamento coerente conl’opzione.
Modello RLI: attualmente il contribuente che intende rinnovare l’opzione per il regimesostitutivo: allo scadere della prima “tranche” contrattuale (4 anni per contratti 4+4; 3 anni nel caso
di 3+2) presenta la comunicazione di proroga barrando l’apposita casella nel mod. RLI, entro 30
gg dalla data della proroga.In assenza di tale comunicazione si verifica la “revoca” del regime, con conseguente obbligodi pagamento dell’imposta di registro e di bollo sul contratto di locazione. Cod. 2 Proroga delcontratto.
148
Novità in materia di cedolare secca
Inasprimento delle sanzioni
sarà sanzionata in modo più severo per i contratti con cedolare secca;
rispetto ai contratti che non accedono a tale regime, ai quali si applica ancora lasanzione generale.
Se da un lato la mancata comunicazione della proroga della locazione (mancatoinvio del mod. RLI) non comporterà la “revoca” della cedolare secca, dall’altrocomporterà l’applicazione di una maggior sanzione rispetto al passato, pari a:
€. 100: se il ritardo nella comunicazione è superiore a 30 giorni
€ 50: laddove il ritardo non sia superiore a 30 giorni (quindi ove la
comunicazione venga effettuata entro 60 giorni dalla data di efficacia della
proroga).
La mancata comunicazione della proroga, dunque
149
Novità in materia di cedolare secca
VIOLAZIONE
VECCHIA DISCIPLINA NOVITÀ DL 193/2016 CONTRATTO
CON CEDOLARE SECCAContratto senza cedolare secca
Contratto con cedolare secca
Mancata comunicazione
NO SANZIONE
Sanzione pari a:-€.100: se ritardo comunicazione >
30 gg
-€.50: se ritardo comunicazione < 30 gg
Mancato versamento dell’imposta
30% dell’impostadovuta (15% neiprimi 90 giorni)
15% o 30%dell’imposta di
registro non pagata
L’imposta non è dovuta perché resta sostituita dalla cedolare
secca atteso che l’opzione non è revocata in caso di
comportamento coerente
Proroga del contratto di locazione – vecchie e nuove sanzioni
150
Novità in materia di cedolare secca
Mancata comunicazione della risoluzione
Anche in caso di mancata comunicazione della risoluzione anticipata del contrattoche applichi la cedolare secca sono introdotte delle specifiche sanzioni:
€ 100: se il ritardo nella comunicazione è superiore a 30 giorni;
€ 50: se il ritardo nella comunicazione non è superiore a 30 giorni (quindiove la comunicazione venga effettuata entro 60 giorni dalla data di efficaciadella proroga).
VECCHIA DISCIPLINA: secondo l’art.3, D.Lgs.23/2011, come modificato dalD.Lgs.158/2015, la mancata presentazione della comunicazione relativa allarisoluzione (Mod. RLI) di un contratto di locazione per cui si è optato per lacedolare secca, è sanzionata come segue:
€ 67, se la comunicazione viene presentata con un ritardo superiore 30 giornidal verificarsi dell’evento;
€ 35, se la comunicazione viene presentata con un ritardo non superiore a 30giorni dalla violazione.
151
Novità in materia di cedolare secca
Mancata comunicazione della risoluzione
per i contratti con cedolare secca, espressamente sanzionata
rispetto ai contratti che non accedono a tale regime (ipotesi in cui la mancata
comunicazione non è sanzionata, applicandosi le sole sanzioni per il mancato
versamento dell’imposta sulla risoluzione).
Anche in questo caso si verifica un differente trattamento tra la mancatacomunicazione della risoluzione:
152
Novità in materia di cedolare secca
Risoluzione del contratto di locazione – vecchie e nuove sanzioni
VIOLAZIONE
VECCHIA DISCIPLINA NOVITÀ DL 193/2016
CONTRATTO CON CEDOLARE
SECCAContratto senza cedolare secca
Contratto con cedolare
secca
Mancata comunicazione
NO SANZIONE
Sanzione pari a: €.67: se ritardo > 30 gg
€.35: se ritardo < 30 gg
Sanzione pari a: €.100: se ritardo
comunicazione > 30 gg
€.50: se ritardo comunicazione < 30 gg
Mancato versamento dell’imposta
Sanzione pari 30% o 15%
di €. 67
La violazione non si configura in quanto
l’imposta è sostituita dalla cedolare secca
NESSUNA NOVITÀ
153
Novità in materia di cedolare secca
Ravvedimento operoso:
Alla mancata presentazione della comunicazione relativa alla risoluzione èapplicabile il ravvedimento operoso; in particolare, se la comunicazione èpresentata:
TERMINI SANZIONE
entro 30 giorni dalla violazione € 5,00 (ovvero 1/10 di € 50)
entro 90 giorni dalla violazione € 10,00 (ovvero 1/10 di € 100)
entro un anno dalla violazione € 12,50 (ovvero 1/8 di € 100)
entro due anni dalla violazione € 14,28 (ovvero 1/7 di € 100)
oltre due anni dalla violazione € 16,66 (ovvero 1/6 di € 100)
154
Addio alle partite Iva ferme da anni
È questa una delle principali novità contenute nella legge di conversione al decretolegge 22 ottobre 2016, n. 193, considerando che fino ad oggi non era applicabilequesto criterio per la cancellazione d’ufficio delle partite Iva, ma si parlavagenericamente di soggetti che, pur se obbligati, non hanno presentato ladichiarazione di cessazione di attività. Un futuro decreto attuativo dovrà stabilire«forme di comunicazione preventiva al contribuente» prima di procedere allachiusura della posizione Iva.
L’Agenzia delle Entrate dovrà chiudere le partite Iva dei contribuenti (anche sesocietà), se risulta che questi non hanno esercitato nelle tre annualità precedentiattività di impresa ovvero attività artistiche o professionali.
156
Addio alle partite Iva ferme da anni
Dal giorno dell’entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale,invece, per procedere d’ufficio alla chiusura della partita Iva, all’Agenzia delleEntrate basterà verificare, sulla base dei dati e degli elementi in suo possesso(non necessariamente prelevati dall’anagrafe tributaria), il mancato esercizio pertre annualità precedenti dell’attività di impresa o dell’attività artistica oprofessionale.
Con questa procedura, la sanzioneper l’omessa presentazione delladichiarazione di cessazione diattività (codice tributo 8120) vieneiscritta direttamente nei ruoli atitolo definitivo.
Questa non avviene solo se ilcontribuente provvede a pagarela somma dovuta, ridotta ad unterzo del minimo, entro 30 giornidal ricevimento dellacomunicazione.
157
F24 cartaceo anche oltre mille euro
l’obbligo di utilizzare l’F24 telematico per i pagamenti superiori a1.000 euro da parte delle persone fisiche, senza partita Iva,contenuto nell’articolo 11, comma 2, lettera c), Dl 66/2014.
Dal 3 dicembre 2016, le persone fisiche, senza partita Iva, possono presentaredirettamente agli sportelli di Equitalia, postali o bancari i modelli di pagamentoF24 “cartacei”, di qualunque importo (anche oltre 1.000 euro) purché noncontengano compensazione con altri crediti tributari o contributivi.
L’articolo 7-quater, comma 31, del Dl 193/2016, come convertito dalla legge225/2016, ha soppresso, infatti,
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F24 cartaceo anche oltre mille euro
Questa regola doveva essere seguita dal 1° ottobre 2014 al 2 dicembre 2016 anchedai contribuenti che volevano pagare imposte, contributi previdenziali e premiassicurativi (Inail), per importi superiori a mille euro, seppur senza alcunacompensazione.
F24 con compensazione
Dal 1° ottobre 2014, i contribuentisenza partita Iva che vogliono pagareimposte, contributi previdenziali epremi assicurativi (Inail) nonpossono recarsi in banca o in posta(o uno sportello di Equitalia) perpagare i modelli F24 che riportanocrediti in compensazione.
Perché in questi casi è possibileeffettuare il pagamento solo in viatelematica, cioè inviando tramiteinternet il modello F24, con i servizitelematici delle Entrate (F24 web,F24 on-line, F24 cumulativo o F24addebito unico), delle banche odelle poste.
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F24 cartaceo anche oltre mille euro
Quindi, ci si può recare presso gli sportelli, ad esempio, con 5mila euro incontanti per pagare un F24, senza compensazioni, con un saldo a debito di 5milaeuro.
Nessun limite ai contanti
L’eliminazione del limitedei mille euro per ilpagamento cartaceo daparte dei privati (senzapartita Iva), in vigore dal3 dicembre 2016,
consente ora di pagare in contanti ancheper importi superiori a 2.999,99 euro, cioè illimite dell’uso del contante per itrasferimenti di denaro effettuati aqualsiasi titolo, tra soggetti diversi (articolo49, comma 1, del Dlgs 231/2007).
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F24 cartaceo anche oltre mille euro
Va ricordato, infatti, che le operazioni di versamento (e/o di prelievo) di contanterichieste da un cliente non concretizzano automaticamente una violazione dellanormativa sull’antiriciclaggio (circolari Mef 989136/2011 e Ispettorato generale difinanza 16 gennaio 2012, n. 2/RGS). Inoltre, non si applica la normativaantiriciclaggio dell’articolo 49, comma 1, Dlgs 231/2007 «ai trasferimenti in cui sianoparte banche o Poste Italiane» (articolo 49, comma 15, Dlgs 231/2007).
In pratica, non c’è più alcun limite prestabilito all’uso dei contanti per pagare leimposte, mentre vige ancora il divieto assoluto, sopra i 2.999,99 euro, per pagare ifornitori.
Fino al 2 dicembre 2016, invece, l’unico metodo possibile per utilizzare i contanti (oi fondi presso una banca collegata all’assegno o al bancomat) per pagare l’F24, eraquello di procedere al versamento (anche oltre i 2.999,99 euro) nel conto correntecollegato ai propri servizi home-banking e, solo quando vi era la disponibilità inconto dei fondi si poteva inviare e addebitare digitalmente il modello dipagamento.
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F24 cartaceo anche oltre mille euro
Lo spezzettamento del modello F24 poteva avvenire, sia agendo su codici tributodiversi, sia dividendo l’importo di un unico codice tributo su più modelli.
Diversi mod. F24
Il limite dei 1.000 euro, applicabile fino al 2 dicembre 2016, era riferito al saldofinale del singolo F24 e non alla somma di tutti gli F24 da versare nell’anno o allasingola imposta da versare nel singolo F24: quindi, per ridurre il saldo a debitodell’F24 sotto i 1.001 euro e per continuare a pagare allo sportello (se non vierano compensazioni), anche in contanti, con assegno o bancomat, si potevadividere l’F24 da pagare, nella stessa scadenza, in più modelli con saldo finalepari o inferiore a 1.000 euro.
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F24 cartaceo anche oltre mille euro
Inoltre, dal 1° ottobre 2014 possono usare solo i servizi online delle Entrate pertutti gli F24 con “saldo finale” pari a zero (per effetto delle compensazionieffettuate), anche se non vogliono superare i 5mila euro di credito Ivacompensabile (articolo 11, comma 2, lettera a, Dl 66/2014).
Le partite Iva
I titolari di partita Iva, invece, devono usare obbligatoriamente il modello F24telematico per tutti i pagamenti dal 1° gennaio 2007 e, se vogliono compensarecrediti Iva (annuali o dei primi tre trimestri), per importi superiori a 5mila euroannui (10mila fino al 31 marzo 2012) possono usare solo i servizi telematici delleEntrate e non quelli bancari o postali (articolo 37, commi 49 e 49-bis, Dl 223/2006).
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Nuovi termini di versamento delle imposte
L’art.7-quater DL 193/2016 modifica i termini dei versamenti di cui all’art. 17 Dpr435/2001; in particolare, a decorrere dal 1/01/2017:
i pagamenti delle imposte di Unico/Irap andranno effettuati al 30/06.
Irpef, addizionale regionale e comunali IVIE e IVAFE
Ires e maggiorazione Ires per società dicomodo
contributi IVS e gestione separata
Irap Saldo cedolare secca
Imposte/ maggiorazione da adeguamentostudi
Imposta sostitutiva per forfettari
IMPOSTE INTERESSATE DALLA “NUOVA” SCADENZA DEL 30 GIUGNO
166
Nuovi termini di versamento delle imposte
Soggetti Irpef
Nei confronti delle persone fisiche, delle società di persone e dei soggettiequiparati (es. studi professionali associati), le nuove scadenze sono stabilite:
al 30 giugno (in luogo del 16/06) senza la maggiorazione dello 0,4%;
Al 30 luglio (in luogo del 16/07) con la maggiorazione dello 0,4% a titolo diinteresse corrispettivo.
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Nuovi termini di versamento delle imposte
Soggetti Ires
Per soggetti Ires, i versamenti devono ora essere effettuati:
saldo e acconto
(1° rata)
entro l’ultimo giorno (in luogo del giorno 16) del 6° mesesuccessivo a quello di chiusura del periodo d’imposta,ferma restando la possibilità di differire il versamento di30 giorni, con la maggiorazione dello 0,4%.
In relazione ai soggetti “solari” i nuovi termini sono quindistabiliti al 30/06 o al 30/07.
2° o unica rata di
acconto
al 30 novembre, per i soggetti “solari”
entro l’ultimo giorno dell’11° mese del periodo d’imposta,per i soggetti “non solari”.
168
Nuovi termini di versamento delle imposte
Approvazione Bilancio
Resta ferma la facoltà di versamento entro i successivi 30 giorni, con lamaggiorazione dello 0,4%.
Per i soggetti IRES che approvanoil bilancio oltre il termine di 4mesi dalla chiusura dell’esercizio,
i versamenti devono avvenire entrol’ultimo giorno (in luogo del giorno 16)del mese successivo a quello diapprovazione del bilancio.
Se il bilancio non è approvato nel termine stabilito, il versamento va effettuatoentro l’ultimo giorno (in luogo del giorno 16) del mese successivo a quello discadenza del termine stesso.
169
E’ prevista la sospensione dei termini che cadono tra il 1/08 ed il 4/09 inrelazione a:
avvisi bonari: per il pagamento delle somme dovute a seguito dei controlli(automatizzati e formali), nonché per la liquidazione delle imposte suiredditi soggetti a tassazione separate
trasmissione dei documenti e delle informazioni richieste ai contribuentidall'Agenzia delle Entrate (questionari; accertamenti ex art. 36-ter Dpr600/73; ecc.) o da altri enti impositori.
ESCLUSIONE: la sospensione non riguarda le richieste:
effettuate nel “corso” delle attività di accesso, ispezione e verifica;
relative alla procedura dei rimborso Iva (art. 37, c.11-bis, DL 223/2006).
Tra le novità più rilevanti introdotte dal DL 193/2016 vi sono le seguentisospensione dei termini.
SOSPENSIONE TRA IL 1° AGOSTO ED IL 4 SETTEMBRE
Sospensione termini feriali
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Nuovi termini di versamento delle imposte
Sospensione termini feriali
SOSPENSIONE TRA IL 1° AGOSTO ED IL 31 AGOSTO
la cd. “pausa estiva” (dal 1/08 al 31/08) prevista per i la sospensione dei
“termini processuali”;
si applica anche nel caso di richiesta di adesione formulata dal contribuente
colpito da un accertamento, cumulandosi con i 90 giorni di sospensione
applicabili in tale situazione per l’impugnazione.
Con l’intento di porre fine ai contrasti giurisprudenziali sorti nel merito, il decretointroduce una interpretazione autentica delle disposizioni dell’art. 6 D.lgs. 218/97,prevedendo che:
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Il prelievo dal conto corrente
Va rilevato che questa parte della norma riguarda tutti i contribuenti: dalprofessionista al lavoratore dipendente. Essa sta a significare che se vi sono deiversamenti dei quali il contribuente non è in grado di dare giustificazione, questi sipossono considerare maggiore reddito.
Con la conversione in legge del Dl 193/2016 la disciplina delle indagini finanziarieviene riportata alla sua naturale ”funzione” riguardante l’attività istruttoria e non diaccertamento.
La norma modificata è l’articolo 32, comma 1, n. 2 del Dpr 600/1973, la quale, nellaprima parte, si occupa dei versamenti non giustificati in relazione ai rapportiintrattenuti con gli intermediari finanziari.
Versamenti non giustificati
174
Il prelievo dal conto corrente
Nell’articolo 32 vi è poi una specifica previsione riguardante i prelievi, destinatainvece esclusivamente agli imprenditori, che poi dal 2005 è stata estesa aiprofessionisti.
Questa disposizione prevedeva: «sono altresì posti come ricavi o compensi a basedelle stesse rettifiche ed accertamenti, se il contribuente non ne indica il soggettobeneficiario e sempre che non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti ogli importi riscossi».
I prelievi
175
Il prelievo dal conto corrente
Su questo punto è intervenutala Consulta, con la sentenza228/2014, che ha stabilitol’illegittimità costituzionaledella previsione legata ai“compensi” dei professionisti.
La norma vorrebbe dire, in sostanza,che se vi sono dei prelievi dei qualinon si è in grado di indicare ilbeneficiario, si può ritenere chesiano serviti per acquisti in nero consuccessiva vendita sempre in nero.
Così, in sede di conversione del decreto fiscale 193/2016, sonostate eliminate le parole “o compensi”: in sostanza, viene“ratificata” l’inapplicabilità della previsione dei prelievi nongiustificati dei professionisti.
176
Il prelievo dal conto corrente
Sempre per i prelievi che, a questo punto, riguardano solo gli imprenditori, ilnuovo decreto fissa dei limiti quantitativi, prevedendo che solamente quelli cherisultano superiori a mille euro giornalieri e, comunque, a 5mila euro mensilipossono eventualmente essere considerati ricavi non dichiarati.
Questi risultano, in sostanza, gli interventi operati con il Dl 193/2016.
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Il prelievo dal conto corrente
Rischi prelievi
Superiori a € 1.000 giornalieri
Superiori a € 5.000 mensili
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Non solo vitto e alloggio:
il committente del professionista potrà, dal2017, dedurre direttamente anche le spese diviaggio e trasporto sostenute per permettere lamobilità del proprio consulente senza che ciòconfiguri un compenso in natura del prestatore.
Subito deducibili i costi per il viaggio del consulente
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Notifiche a imprese e professionisti
dall’altra, all’articolo 26 del Dpr602/73 – che disciplina la notifica
delle cartelle di pagamento – èstato inserito un rinvio proprio alleregole previste dall’articolo 60 perla notifica a mezzo Pec.
Da luglio 2017 con la Pec gli «avvisi» delle Entrate
Anche gli avvisi di accertamento delle Entrate destinati a professionisti e imprese, sia individuali che societarie, potranno essere notificati dal 1° luglio a mezzo Pec.
Due le conseguenze della novità introdotta dalla conversione del Dl 193/2016:
da una parte per gli avvisi diaccertamento è stato introdotto – apartire dal 1° luglio 2017 – uncomma tutto nuovo alla finedell’articolo 60 Dpr 600/73 perdisciplinare la notifica a mezzo Pec,prevista prima solo per le cartelle dipagamento;
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Le nuove comunicazioni sostitutive dello spesometro
In riferimento alle operazioni rilevanti ai fini dell’IVA effettuate, i soggetti passividevono trasmettere telematicamente all’Agenzia delle entrate, entro l’ultimogiorno del secondo mese successivo ad ogni trimestre:
i dati di tutte le fatture emesse nel trimestre di riferimento, e di quelle ricevute eregistrate ai sensi dell’art. 25, DPR 633/72 comprese le bollette doganali, nonché idati delle relative variazioni.
Tuttavia la comunicazione relativa al secondo trimestre è effettuata entro il 16settembre e quella relativa all’ultimo trimestre entro il mese di febbraio.
Le nuove comunicazioni trimestrali
185
Per il solo anno d’imposta 2017:
In ultimo si ponga attenzione al fatto che:
per il solo anno 2017 è prevista una comunicazione semestrale:
I semestre: 25 luglio 2017
II semestre: 25 gennaio 2018
DUBBIO: in relazione alla periodicità semestrale dell’anno 2017 la norma si esprimein tal senso:
Per il primo anno di applicazione della disposizione di cui all'articolo 21 …, lacomunicazione relativa al primo semestre è effettuata entro il 25 luglio 2017.
Come si vede, nulla si rileverebbe circa la scadenza del secondo semestre.
I trimestre 31 maggio
II trimestre 16 settembre
III trimestre 30 novembre
IV trimestre 28/29 febbraio
Le nuove comunicazioni trimestrali
186
Le sanzioni
Sanzioni per la omessa o errata trasmissione delle fatture
omessa trasmissione dei dati non regolarizzata o regolarizzata oltre il 15°giorno dalla scadenza originaria: 2 euro per ogni fattura non comunicata conun massimo di euro 1.000 cumulativo per ciascun trimestre;
omessa trasmissione o correzione entro il 15° giorno dalla scadenza: 1 europer ogni fattura non comunicata con un massimo di euro 500 cumulativo perciascun trimestre.
Le nuove comunicazioni trimestrali
187
Le liquidazioni telematiche – aspetti generali
I soggetti passivi IVA trasmettono, negli stessi termini e con le medesime modalità
previste per il “nuovo spesometro” di cui al paragrafo precedente, una comunicazione
dei dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche dell’imposta.
Le scadenze sono le seguenti:
I trimestre 31 maggio
II trimestre 16 settembre
III trimestre 30 novembre
IV trimestre 28/29 febbraio
Le nuove comunicazioni trimestrali
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Esoneri
Sono esonerati dalla presentazione della comunicazione:
i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale I.V.A. o i soggetti passivi non obbligati all’effettuazione delle liquidazioni
periodiche,
sempre che, nel corso dell’anno, non vengano meno le predette condizioni diesonero.
Le nuove comunicazioni trimestrali
189
Le sanzioni
Per l'omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati delle liquidazioni siapplica la sanzione da 500 a 2.000 euro, con riduzione alla metà in caso ditrasmissione corretta nei quindici giorni successivi.
Sanzioni per la omessa o errata trasmissione dei dati relativi alle liquidazioni IVA
omessa trasmissione dei dati non regolarizzata o regolarizzata oltre il 15°giorno dalla scadenza originaria: si applica la sanzione da 500 a 2.000 euro;
omessa trasmissione o correzione entro il 15° giorno dalla scadenza: siapplica la sanzione da 250 a 1.000 euro.
Le nuove comunicazioni trimestrali
190
Il credito d’imposta per adeguamento tecnologico
Ai soggetti in attività nel 2017, che adeguano i loro sistemi informativi in modo taleda provvedere personalmente alle comunicazioni trimestrali di cui al presentecapitolo è attribuito una sola volta, per il relativo adeguamento tecnologico, uncredito d’imposta pari a € 100.
Il credito spetta a detti soggetti che, nell’anno precedente a hanno realizzato un volume d’affari non superiore a € 50.000.
Oltre al credito di cui sopra è attribuito, per una sola volta, un ulteriore creditod’imposta di 50 euro ai soggetti di cui al medesimo comma 1 che, sussistendone ipresupposti, esercitano anche l’opzione di cui all’art. 2, co.1, del decreto legislativo 5agosto 2015, n. 127, entro il 31 dicembre 2017.
Le nuove comunicazioni trimestrali
191
Aspetti generali e decorrenza
In occasione della Legge di Stabilità e del collegato Decreto Fiscale n. 193 del22.10.2016 , l'articolo 7 ha riaperto i termini per la procedura di collaborazioneestendendo quindi la regolarizzazione alle violazioni commesse fino al 30.09.2016.Decreto convertito in Legge n. Legge n. 225 del 01.12.2016 – pubblicata in GazzettaUfficiale n. 282 del 02.12.2016, avente per oggetto “Disposizioni urgenti in materiafiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili”
Voluntary disclosure
193
Autoliquidazione e liquidazione d'ufficio
La nuova edizione della collaborazione volontaria ha previsto la possibilità che leimposte, sanzioni ed interessi siano autoliquidate dal Contribuente.L'autoliquidazione non è un obbligo ma un'opportunità per il Contribuente il quale,in alternativa, potrà attendere i conteggi liquidati dall'Agenzia delle Entrate.
Voluntary disclosure
194
Allo scopo di incentivare l'autoliquidazione sono state previste sanzioni ridotte;nel caso però in cui il Contribuente in sede di autoliquidazione dovesse calcolarein maniera errata quanto dovuto, per difetto, saranno applicabili le sanzioni cosìmodulate:
10% per i calcoli sbagliati sopra due soglie di riferimento (il 10% di errore pergli adempimenti che riguardano redditi assoggettati a ritenuta d'imposta oimposta sostitutiva e quindi del sostituto di imposta, il 30% per le altreipotesi);
3% per i calcoli sbagliati sotto i predetti livelli.
Autoliquidare gli importi non significa essere immuni da verifiche, essendocomunque riservato e garantito all'Amministrazione il diritto di verifica, daeseguirsi entro il 31.12.2018, sulle somme dichiarate e versate.
Voluntary disclosure
195
Procedura parziale
La procedura di Voluntary Disclosure può considerarsi perfezionata e completatanei seguenti casi:
versamento dell'unica rata auto liquidata entro il termine per presentazionedella relazione e della documentazione integrativa eventualmente richiestadall'Agenzia delle Entrate (30.09.2017);
versamento di tutte le 3 rate mensili in caso di autoliquidazione con opzione peril pagamento rateale, la cui prima rata deve essere versata entro il 30.09.2017;
versamento dell'unica rata liquidata dall'ufficio entro il termine di 15 giorniantecedenti alla convocazione per il contraddittorio, o entro il 20^ giorno dalladata dell'avviso di accertamento;
versamento di tutte le 3 rate mensili in caso di liquidazione dall'ufficio conopzione per il pagamento rateale.
Voluntary disclosure
196
Le cause ostative
La Voluntary Disclosure 2.0 prevede delle cause ostative, ovvero delle condizionisoggettive o oggettive che impediscono al Contribuente l'accesso alla procedura diregolarizzazione agevolata.
Partendo dalla regola generale sono ammessi alla procedura di Voluntary Disclosure:
le persone fisiche;
gli Enti non Commerciali;
le Società semplici ed equiparate.
residenti in Italia che detengono investimenti o attività finanziarie all'estero o inItalia, suscettibili di produzione di redditi imponibili in Italia e non sottoposte atassazione domestica in quanto non dichiarati, purché non abbiano già beneficiatodella precedente Voluntary.
Voluntary disclosure
197
Il controllo dei residenti Aire
Il Decreto Fiscale che riapre i termini della Voluntary contiene un'importante
novità che riguarda in particolare i soggetti residenti all'estero con particolare
riferimento a quei soggetti che hanno richiesto l'iscrizione del proprio
nominativo all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero), al fine di
rendere formalmente riconosciuto lo status di non residente in Italia ai sensi
dell'art. 2 comma 2 del nostro Testo Unico.
Ora ai Comuni un importante ruolo di sentinella, nella consapevolezza che molto
spesso il trasferimento della residenza all'estero e ancor più l'istanza di
iscrizione all'Aire nasce dalla volontà di “sfuggire” alle maglie e ai controlli del
fisco domestico.
Voluntary disclosure
198
Riepilogando, il Decreto Fiscale:
impone ai Comuni la trasmissione dei dati dei soggetti che hanno trasferitoall'estero la propria residenza ed hanno inoltrato istanza per l'iscrizioneall'Aire;
per questa prima fase di attuazione della norma i Comuni dovrannocomunicare le informazioni con riferimento alle istanze a far data dal01.01.2010;
a regime le comunicazioni dovranno giungere, secondo modalità tecnicheche l'Agenzia delle Entrate dovrà prevedere con apposito Provvedimento,entro 6 mesi dalla data di istanza di iscrizione all'Aire.
Voluntary disclosure
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Certificazione sostituti d’imposta
l’ammontare complessivo delle somme e dei valori corrisposti;
l’ammontare delle ritenute operate;
l’importo degli eventuali contributi previdenziali e assistenziali trattenuti.
Tale termine viene differito dal 28 febbraio al 31 marzo dell’anno successivo a
quello in cui le somme e i valori sono stati corrisposti.
Un ulteriore differimento riguarda il termine entro cui i sostituti d’imposta devono
consegnare ai percipienti il mod. CU “sintetico”, e cioè la certificazione attestante
(art. 4 c.6-quater Dpr 322/98):
201
Certificazione sostituti d’imposta
OBBLIGHI DEL SOSTITUTO D'IMPOSTA -PERIODO D'IMPOSTA 2016
MOD. CU SINTETICO MOD. CU ORDINARIO MOD. 770
ENTRO IL 31/03/2017 ENTRO IL 7/03/2017 ENTRO IL 31/07/2017
AL PERCIPIENTE INVIO TELEMATICO
202
MODELLI 730
posticipa al 23 luglio di ciascun anno (inluogo del 7 luglio) la possibilità per icontribuenti di inviare alle Entrate“direttamente”, in via telematica, ladichiarazione precompilata senza chequesto determini la tardività dellapresentazione (è aggiunto il c. 3-bis all'art.4 DLgs.175/2014).
Ulteriore modifica interessa i termini di presentazione dei modelli 730, inrelazione ai quali vengono messe a “regime” le proroghe concesse nel 2015 e 2016.
L’art. 7-quater c. 47 DL193/2016, nel modificare ladisciplina della dichiarazioneprecompilata,
Mod. 730
204
Mod. 730
fermo restando il termine del 10/11 per latrasmissione delle dichiarazioni“integrative”;
di completare entro il 23 luglio di ciascunanno le seguenti attività:
a)comunicazione alle Entrate, in via telematica, del risultato finale delle
dichiarazioni
b)consegna al contribuente di copia della dichiarazione e del relativo prospetto di
liquidazione
c) trasmissione telematica all'Agenzia delle entrate delle dichiarazioni predisposte
entro il 7 luglio, sia effettuata la trasmissione di almeno l’80% dei modelli 730;le “restanti” dichiarazioni siano trasmesse entro il 23 luglio.
Viene, poi, consentito ai CAF-dipendenti ed aiprofessionisti abilitati:
Tale facoltà è consentita a condizione che:
205
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Le principali voci di detrazioni e deduzioni che saranno già presenti nella
dichiarazione dei redditi 2017 relativa al periodo d’imposta 2016 e quelle che,
invece, andranno inserite dai contribuenti che hanno sostenuto spese che
danno diritto ad agevolazioni fiscali.
207
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Per la prima volta nella dichiarazione precompilata saranno presenti anche le
spese sostenute per l’acquisto di medicinali: lo scorso anno questi dati non
erano stati inseriti dall’Agenzia per un ritardo tecnico nelle comunicazioni.
SPESE FARMACEUTICHE
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
208
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Anche le spese veterinarie entrano nel 730 precompilato. Sempre attraverso la
tessera sanitaria sarà possibile ritrovarsi precaricati gli importi spesi per i
farmaci a uso veterinario e per le prestazioni dei medici veterinari.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
SPESE VETERINARIE
209
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Da quest’anno saranno precompilate anche le spese sostenute presso le
parafarmacie, ad esempio per l’acquisto di farmaci da banco che comunque
consentono al contribuente (comunicando il codice fiscale) di ottenere la
detrazione d’imposta del 19 per cento.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
SPESE SOSTENUTE IN PARAFARMACIE
210
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Arrivano nella precompilata anche le spese sostenute per assistenza
psicologica, infermieristica e ostetrica oltre a quelle relative alle prestazioni di
tecnici sanitari e di radiologia. Da quest’anno, infatti, scatta l’obbligo di
comunicazione anche per queste categorie.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
RADIOLOGIA MEDICA E PSICOLOGI
211
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Nella precompilata ci saranno solo le spese per attività di pompe
funebri. Le eventuali ulteriori spese (come quelle sostenute per la
lavorazione di marmi e delle lapidi) andranno integrate ma entro il
limite di spesa detraibile di 1.550 euro per evento funebre
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
SPESE FUNEBRI
212
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Per il secondo anno nella precompilata ci saranno già le spese sanitarie, come
quelle trasmesse dai medici e odontoiatri, strutture accreditate al Ssn (servizio
sanitario nazionale) e strutture autorizzate all’esercizio di attività sanitarie e
sociosanitarie.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
SPESE SANITARIE
213
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
La dichiarazione conterrà già le informazioni relative ai contributi versati alle
forme di previdenza complementare.
Per il terzo anno, la dichiarazione conterrà già le informazioni relative ai
contributi previdenziali e assistenziali.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
PREVIDENZA COMPLEMENTARE
CONTRIBUTI PREVIDENZIALI
214
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
È possibile detrarre anche una quota dei contributi pagati per il lavoro
domestico: il dato è già contenuto nella precompilata.
Nella precompilata anche i rimborsi relativi alle spese universitarie erogati
agli studenti ad esempio dagli enti per il diritto allo studio.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
CONTRIBUTI COLF E BADANTI
RIMBORSI SPESE UNIVERSITARIE
215
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Nella precompilata i contribuenti potranno trovare anche i rimborsi relativi a
spese sanitarie comunicate da enti o casse con finalità assistenziali
Gli interessi passivi sui mutui (scontabili fino ad un massimo di 4mila euro)
sono già inclusi nella precompilata. Sono stati tra le voci comunicate già dal
primo anno
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
RIMBORSI SPESE SANITARIE
INTERESSI PASSIVI SUI MUTUI
216
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni è riconosciuta una detrazione
del 19 per cento. Tale detrazione è già inserita nella precompilata.
Sono detraibili e da quest’anno anche precompilate le spese sostenute
dall’ottico per occhiali da vista e lenti a contatto.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
PREMI ASSICURATIVI
OTTICI
217
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Le spese per contributi, tasse d’iscrizione e tasse regionali comunicate dalle
università pubbliche e private sono riportate integralmente nella dichiarazione
precompilata. Lo scorso anno, invece, solo quelle per gli atenei privati erano nel
foglio informativo.
Una novità di quest'anno (prevista da un decreto del Mef di inizio dicembre) è
rappresentata dai dati precompilati relativi agli interventi di ristrutturazione e di
risparmio energetico sulle parti comuni di edifici residenziali.
Voci che si trovano già nella precompilata perché inserite in automatico dall’Agenzia delle Entrate
SPESE UNIVERSITARIE
RISTRUTTURAZIONE CONDOMINIO
218
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Voci che saranno presenti solo nel foglio informativo e su cui toccherà al contribuente decidere se inserirle o meno
Gli importi dei bonifici per le spese di ristrutturazione (50%) sostenute nel 2016
saranno presenti solo nel foglio informativo perché l'Agenzia non è a conoscenza
delle condizioni soggettive e oggettive. Ci saranno invece le rate successive di
spese sostenute in anni precedenti.
Vale lo stesso discorso per i bonus sui lavori in casa. Gli importi dei bonifici per
le spese di risparmio energetico (65%) sostenute nel 2016 saranno presenti solo
nel foglio informativo. Anche in questo caso ci saranno invece le rate successive
di spese sostenute in anni precedenti.
RISTRUTTURAZIONE E LAVORI IN CASA
RISPARMIO ENERGETICO
219
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Voci che bisognerà inserire per sfruttare i bonus
Le spese sostenute dai genitori per pagare le rette relative alla frequenza di asili
nido, pubblici o privati, per un importo complessivamente non superiore a 632
euro annui per ogni figlio fiscalmente a carico vanno integrate dal contribuente.
Gli assegni periodici, compresi gli importi stabiliti a titolo di spese per il canone
di locazione e spese condominiali, disposti dal giudice a favore dell’ex coniuge
non sono già presenti nella precompilata
SPESE PER ASILI NIDO
ASSEGNO ALL’EX CONIUGE
220
Le voci già presenti e quelle da inserire nella precompilata
Voci che bisognerà inserire per sfruttare i bonus
Le spese (fino a un massimo di 210 euro) sostenute per l’iscrizione annuale e
l’abbonamento, per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni, ad associazioni
sportive, palestre, piscine ed altre strutture e impianti sportivi non sono presenti
nella precompilata.
Le spese sostenute per l’affitto degli studenti fuorisede iscritti all’università che
danno diritto, in presenza di determinate condizioni, a una detrazione d’imposta ai
genitori (se i figli sono a carico) o agli studenti stessi non sono presenti nella
precompilata
ISCRIZIONE FIGLI AD ATTIVITÀ SPORTIVE
SPESE PER LOCAZIONI FUORI SEDE
221
Anche dopo il termine del 10/11 (sempreché l'infedeltà del visto non sia già stata contestata).
In tal caso è dovuta la sola sanzione (da €. 258 a €. 2.582), cui è applicabile il ravvedimento.
in caso di infedeltà del visto sulle dichiarazioni elaborate
i CAF ovvero i professionisti possono trasmettere alle Entrate:
una dichiarazione “rettificativa”
una comunicazione “rettificata”, se il contribuente non intende presentarela dichiarazione.
Nell’ambito del DL 193/2016 viene, inoltre, previsto che:
Visto infedele
223
La Legge di Bilancio 2017 (comma 2 lett. c) prevede espressamente che ledetrazioni collegate ad interventi di ristrutturazione edilizia vengono prorogatefino al 31 dicembre 2017 confermando la percentuale del 50% su un importomassimo di 96.000 €.
Gli interventi di ristrutturazione edilizia
Le detrazioni fiscali per gli immobili
225
Gli interventi di ristrutturazione edilizia
La Legge di bilancio proroga anche per il 2017 il c.d bonus mobili.
Bonus mobili D.L. 63/2013
Detrazione pari al 50%, ripartita in dieciquote annuali di uguale importo ecalcolata su un ammontare complessivonon superiore a 10.000 euro.
L’acquisto di mobili e di grandielettrodomestici di classeenergetica non inferiore alla A+ (Aper i forni)
Letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani,poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione checostituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto diristrutturazione.
Le detrazioni fiscali per gli immobili
226
Interventi di riqualificazione antisismica
Detrazione Irpef per interventi antisismici e per l’esecuzione di opere per la messa
in sicurezza statica anche per le zone a basso rischio terremoto, possibilità di
usufruire della detrazione in 5 anni e percentuale di detrazione fino all’80% per
lavori che permettono il passaggio a due classi di rischio sismico inferiori.
Sono queste le principali novità in materia di detrazioni dal reddito per interventi antisismici contenuti nella Legge di Bilancio 2017.
Le detrazioni fiscali per gli immobili
227
Interventi antisismici 2017
Detrazione base del 50% su un importo di 96. 000 euro
Interventi che riducono la classe sismica dell’immobile
Passaggio ad una classe di rischio più efficiente:
la detrazione di imposta spetterà nella misura del 70%;
passaggio invece a due classi di rischio sismico inferiore:
previsione agevolativa dell’80% dell’onere sostenuto.
Le detrazioni fiscali per gli immobili
228
Misure antisismiche
Parti comuni edifici
condominiali
Detrazione del 75% in caso di passaggio di ad una classe di
rischio sismico inferiore.
Detrazione dell’ 85% in caso di passaggio a due classe di rischio
sismico.
Le detrazioni fiscali per gli immobili
229
Cosa prima novità (2017)
Misura della
detrazione65%
65%
oppure
70% per interventi che interessinol’involucro dell’edificio con un’incidenzasuperiore al 25% della superficiedisperdente lorda dell’edificiomedesimo;
75% per gli interventi finalizzati amigliorare la prestazione energeticainvernale e estiva e che conseguanoalmeno la qualità media di cui al decretodel mise 26 giugno 2015.
PeriodoSpese sostenute fino al 31
dicembre 2016
Spese sostenute anche nel periodo
1/1/2017 – 31/12/2021
cessione
credito
Solo per condòmini incapienti
e solo in favore della ditta
esecutrice dei lavori
Per tutti i condòmini (quindi non solo quelli
incapienti) ed anche verso terzi soggetti
diversi dalla ditta esecutrice dei lavori.
TABELLA RIEPILOGATIVA ECOBONUS CONDOMINI
Le detrazioni fiscali per gli immobili
230
Super ammortamenti ed Iper ammortamenti
L’art.3 della legge di bilancio, proroga le misure di maggiorazione del 40% degliammortamenti previste dalla legge di stabilità per il 2016, L. 208/2015 e istituisceuna nuova misura di maggiorazione del 150% degli ammortamenti su beni ad altocontenuto tecnologico (il c.d. Industria 4.0).
Il super ammortamento in origine:
La Legge 208/2015 ha introdotto il super ammortamento consistente in quanto segue:
Maggiorazione del costo di acquisto del 40% e successivo calcolo dell’ammortamento sulcosto di acquisto medesimo così maggiorato.
ESEMPIO
Costo del bene: euro 100.000;
Maggiorazione del 40%: euro 140.000;
Quota ordinaria di ammortamento (si ipotizza per semplicità 20%): euro 20.000(20% di euro 100.000);
Maggiore quota di ammortamento: euro 8.000 (20% di euro 40.000).
Le altre novità al reddito d’impresa
232
Super ammortamento mezzi di trasporto: la novità
Con particolare riferimento ai veicoli e agli altri mezzi di trasporto, il beneficio è
riconosciuto a condizione che essi rivestano un utilizzo strumentale all'attività di
impresa (in pratica sono esclusi gli autoveicoli a deduzione limitata).
Le altre novità al reddito d’impresa
233
Il concetto di bene strumentale nuovo
In generale, al fine di circoscrivere la tipologia di beni che beneficiano delsuper ammortamento è utile soffermarsi sulla nozione di bene materiale"strumentale nuovo".Gli investimenti devono riferirsi a beni caratterizzati dal requisito dellastrumentalità rispetto all’attività dell’impresa beneficiaria, in sostanza devonoessere:
di uso durevole;
atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all’interno delprocesso produttivo dell’impresa (Circ. 5/E del 19 febbraio 2015):
caratterizzati dall’attributo della novità, inteso come bene mai utilizzato da
altri soggetti.
Le altre novità al reddito d’impresa
234
l’Iper ammortamento
L’art. 3, co.2, della Legge di Bilancio, introduce un nuovo beneficio con le stesse
caratteristiche del super ammortamento ma riconoscendo per i beni materiali
strumentali nuovi ad alto contenuto tecnologico atti a favorire i processi di
trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 (inclusi nell'allegato A della
legge di bilancio) una maggiorazione del costo di acquisizione del 150%, in luogo
dell’ordinario 40% consentendo così di ammortizzare un valore pari al 250% del
costo di acquisto.
Le altre novità al reddito d’impresa
235
La certificazione del fornitore
Ai fini dell'applicazione della maggiorazione del costo dei beni materiali
l'impresa è tenuta ad acquisire una dichiarazione del legale rappresentante resa
ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, ovvero, per gli acquisti di costo
unitario superiori a 500.000 euro, una perizia tecnica giurata rilasciata da un
ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o da un
ente di certificazione accreditato, attestante che il bene possiede caratteristiche
tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui ai predetti allegati ed è
interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di
fornitura.
Le altre novità al reddito d’impresa
236
Esclusioni da super ed iper ammortamenti
Sono esclusi dalla possibilità di maggiorare il valore del bene da ammortizzare:
1) i beni per i quali il D.M. 31 dicembre 1988 prevede coefficienti di
ammortamento inferiori al 6,5 per cento (ammortamento più lungo di 15
esercizi),
2) i fabbricati e le costruzioni e i beni di cui all'allegato 3 annesso alla predetta
legge di stabilità.
Le altre novità al reddito d’impresa
237
Agenti e deducibilità del noleggio a lungo termine
L’art. 8, legge di Bilancio innalza di 1.549,37 euro il limite annuo alla deducibilitàfiscale dei canoni per noleggio a lungo termine degli autoveicoli utilizzati daagenti o rappresentanti di commercio.
E’ previsto l’innalzamento del limite annuo alla deducibilità fiscale dei canoni pernoleggio a lungo termine degli autoveicoli utilizzati da agenti o rappresentanti dicommercio (da euro 3.615 passa ad euro 5.164).
Le altre novità al reddito d’impresa
238
ACE – Modifica della disciplina agevolativa
Con l’articolo 1 del DL 201/2011 è stato introdotto
Un trattamento fiscale agevolato (ACE: aiutoalla crescita economica) alle imprese il cuicapitale proprio viene incrementatomediante conferimenti in denaro eaccantonamenti di utili a riserva.
Novità legge di bilancio 2017
È modificata la disciplina in materia ACE: riduzione dell’aliquota percentuale utilizzata per il calcolo del
rendimento nozionale; estensione dell’ACE alle persone fisiche, alle società in nome
collettivo ed a società in accomandita semplice in regime dicontabilità ordinaria.
Le altre novità al reddito d’impresa
239
Dichiarazione iva - i nuovi termini di presentazione
La Legge di Stabilità 2015 (co. 641 e ss) aveva previsto:
l’anticipo dei termini di invio della Dichiarazione IVA annuale al 28 Febbraio;
e la contestuale cancellazione dell’obbligo di invio della comunicazioneannuale dati IVA sancita dall’art. 8 – bis, DPR 322/1998.
EFFICACIA NUOVE DISPOSIZIONI: Le suddette modifiche normative avrebbero dovuto esplicare i propri effetti a partire dal periodo d’imposta 2015.
Dichiarazione iva - termini di invio
241
Con il DL Milleproroghe 2015 (DL 192/2014, conv. con mod. L.11/2015) è stata rinviatadi un anno:
dal periodo d’imposta 2015
al periodo d’imposta 2016
l’anticipo dei termini di invio della Dichiarazione IVA annuale al 28 Febbraio ela contestuale cancellazione dell’obbligo di invio della comunicazioneannuale dati IVA sancita dall’art. 8 – bis, DPR 322/1998.
L’art. 4, co. 4, lett. c), DL 193/2016 prevede quanto segue:
La modifica dei termini di invio della Dichiarazione IVA: “all’articolo 8, comma 1, deldecreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, le parole: «nel mesedi febbraio,», sono sostituite dalle seguenti:
«per l’imposta sul valore aggiunto dovuta per il 2016, nel mese di febbraio, e perl’imposta sul valore aggiunto dovuta a decorrere dal 2017, tra il 1º febbraio e il 30aprile”.
Dichiarazione iva - i nuovi termini di presentazione
Dichiarazione iva - termini di invio
242
Dichiarazione iva - i nuovi termini di presentazione
La richiamata disposizione normative prevede:
la conferma per il periodo d’imposta 2016 dell’obbligo di invio delladichiarazione IVA entro il 28 febbraio 2017
e per i successi periodi d’imposta fissa il termine di presentazione dellaDichiarazione IVA tra il 1° febbraio e il 30 aprile.
PERIODO D’IMPOSTA TERMNE DI INVIO DELLA DICHIARAZIONE IVA
2016 Entro il 28.02.2017.
2017 E SEGUENTI Tra il 1° febbraio e il 30 aprile.
Dichiarazione iva - termini di invio
243
Il versamento del saldo iva 2016
è stata soppressa la presentazione della Comunicazione dati IVA;
è venuta meno la possibilità di “unificare” la dichiarazione annuale IVA con
la dichiarazione dei redditi.
Il termine di versamento del saldo IVA risultante dalla dichiarazione annuale non è
più “influenzato” dalle modalità di presentazione della dichiarazione (forma
autonoma / unificata).
Dal 2017, infatti:
245
Il versamento del saldo iva 2016
in unica soluzione;ovvero in forma rateale. A tal fine:
l’importo dovuto va suddiviso in rate di pari importo e alle rate successivealla prima vanno applicati gli interessi dello 0,33% mensile; la secondarata va quindi maggiorata dello 0,33%, la terza dello 0,66%, la quarta dello0,99% e così via;
le rate devono essere versate entro il giorno 16 di ogni mese di scadenza,a partire dal 16.3.2017, data entro la quale va versata la prima rata.
Considerato che la rateizzazione deve concludersi entro il mese di novembre, ilnumero massimo di rate è pari a 9.
Il versamento del saldo IVA 2016 va effettuato entro il 16.3.2017:
246
Il versamento del saldo iva 2016
A seguito del venir meno dal 2017 della dichiarazione unificata (redditi + IVA) e
del conseguente differimento del versamento al termine previsto per il saldo
delle imposte sui redditi, il Legislatore ha comunque introdotto, modificando gli
artt. 6 e 7, DPR n. 542/99 la possibilità di differire il versamento del saldo IVA al
“nuovo” termine previsto per il versamento del saldo IRPEF / IRES
247
Il versamento del saldo iva 2016
In base alla citata disposizione il versamento del saldo IRPEF scade il 30.6 (in
luogo del precedente 16.6) mentre quello del saldo IRES scade l’ultimo giorno del
sesto mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta (30.6 per le
società con esercizio coincidente con l’anno solare).
In particolare nei citati artt. 6 e 7
è stato sostituito il riferimento al differimento al “nuovo” termine di
versamento previsto dall’art. 17, comma 1, DPR n. 435/2001.
248
Il versamento del saldo iva 2016
Il comma 2 del citato art. 17 consente (come di consueto) di effettuare i predetti
versamenti entro il 30° giorno successivo con la maggiorazione dello 0,40%.
Va sottolineato che nei citati artt. 6 e 7 per il versamento dell’IVA annuale non èpresente il riferimento anche all’ulteriore differimento di 30 giorni.
249
Il versamento del saldo iva 2016
in unica soluzione maggiorando quanto dovuto dello 0,40% per ogni mese ofrazione di mese tra il 16.3 e il 30.6. Così, se il saldo è versato entro il 30.6.2017la maggiorazione sarà pari all’1,6% (0,40% x 4);
in forma rateale maggiorando quanto dovuto dello 0,40% per ogni mese ofrazione di mese tra il 16.3 e il 30.6 e suddividendo l’importo così determinatonel numero di rate scelte, per un massimo di 6 rate in quanto la rateizzazionedeve comunque concludersi entro il mese di novembre. Ad ogni ratasuccessiva alla prima vanno applicati gli interessi dello 0,33% mensile.
Di conseguenza il saldo IVA 2016:
può essere differito al 30.6.2017;
non è possibile usufruire dell’ulteriore differimento al 30.7 con la
maggiorazione dello 0,40%.
In saldo IVA 2016 può quindi essere versato:
250
Il versamento del saldo iva 2016
Nell’ambito della bozza del mod. REDDITI 2017 SC, non è riproposta la
precisazione, contenuta nel mod. UNICO 2016, in base alla quale in presenza di
un saldo IVA 2016 a debito, il cui versamento è differito al saldo delle imposte
sui redditi, e di crediti utilizzabili in compensazione (ad esempio, credito IRPEF),
la aggiorazione dello 0,40% va applicata esclusivamente sull’ammontare non
compensato.
È opportuno che l’Agenzia intervenga a chiarire tale aspetto.
252
Il versamento del saldo iva 2016
MODALITÀ DI VERSAMENTO
Il versamento del saldo IVA 2016 va effettuato tramite il mod. F24, rispettandole consuete regole.
In particolare va utilizzato il codice tributo “6099” (per gli interessi rateali“1668”), anno di riferimento “2016” e indicato il numero della rata che si staversando ed il numero totale delle rate scelte (ad esempio, “0105” per la primarata di 5, “0101” in caso di versamento in unica soluzione).Se il versamento è effettuato in unica soluzione entro il 16.3 l’importo vaesposto all’unità di euro (corrisponde a quanto risultante dal mod. IVA 2017),mentre in caso di differimento e/o rateizzazione l’importo va espresso alcentesimo di euro.
253
Il versamento del saldo iva 2016
MODALITÀ DI VERSAMENTO
Il saldo IVA risultante dal mod. IVA 2017 è pari ad € 9.000.
Il contribuente decide di rateizzarlo in 3 rate.
Conseguentemente i versamenti rateali sono così determinati:
254
Il versamento del saldo iva 2016
MODALITÀ DI VERSAMENTO
Si ipotizzi che il contribuente decida di rateizzare il saldo in 3 rate con ildifferimento del versamento della prima rata al 30.6.2017.
L’importo dovuto al 30.6 è quindi pari a € 9.144 [9.000 + (9.000 x 1,6%)].
255
Il versamento del saldo iva 2016
MODALITÀ DI VERSAMENTO
Conseguentemente i versamenti rateali sono così determinati:
256
Il comma 1 consente l'applicazione delle disposizioni in tema di regime
agevolato per cessioni e assegnazioni di beni ai soci, previste dalla legge di
stabilità 2016 (articolo 1, commi da 115 a 120, legge n. 208 del 2015) anche alle
assegnazioni, trasformazioni e cessioni poste in essere successivamente al 30
settembre 2016 ed entro il 30 settembre 2017. I relativi versamenti rateali
dell'imposta sostitutiva sono effettuati, rispettivamente, entro il 30 novembre
2017 ed entro il 16 giugno 2018.
L'art. 70 prevede la riapertura (al 30 settembre 2017) dei termini per
l’assegnazione o cessione di taluni beni ai soci e per l’estromissione dei beni
immobili dal patrimonio dell’impresa da parte dell’imprenditore individuale.
Assegnazione beni, c’è tempo fino al 30 settembre 2017
258
Novità in agricoltura
Sono previste novità in arrivo per il 2017 in ambito agricolo.
L’art.11, Legge di Bilancio, prevede che, con riferimento agli anni d’imposta 2017,
2018 e 2019, non concorrano alla formazione della base imponibile ai fini
dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e delle relative addizionali, i
redditi dominicali e agrari relativi a terreni dichiarati dai coltivatori diretti e dagli
imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
Altre novità
260
Trasferimenti immobiliari nell'ambito di vendite giudiziarie
L’art. 7 prevede l’allungamento dei termini di legge per il ritrasferimento
obbligatorio degli immobili ceduti alle imprese, in seno a procedure giudiziarie,
con imposizione indiretta agevolata. La proroga delle predette agevolazioni è
fissata al 31 dicembre 2017 anche con riferimento agli acquirenti non imprenditori
in possesso dei requisiti di legge (acquisto “prima casa”).
Altre novità
261
Riduzione canone RAI
L’art. 9 prevede, per il 2017, la riduzione del canone RAI per uso privato (da 100) a
90 euro.
Si tratta di un’ulteriore riduzione dell’importo del canone, già ridotto sempre
con intervento legislativo - da € 113,50 dovuti per il 2015 a € 100 dovuti per il
2016.
Altre novità
262
Proroga della rideterminazione del valore dei terreni e delle partecipazioni, nonché rivalutazione dei beni di impresa
E’ inoltre previsto poi, a favore delle società di capitali e degli enti residenti
sottoposti a IRES, la possibilità di effettuare la rivalutazione dei beni d’impresa e
delle partecipazioni risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso al 31 dicembre
2015, attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva con aliquota del 16% per i
beni ammortizzabili e del 12% per i beni non ammortizzabili; per l'affrancamento
del saldo attivo della rivalutazione è fissata un'imposta sostitutiva del 10%.
L'art. 69 proroga i termini per la rivalutazione di quote e terreni da parte delle persone fisiche, confermando l’aliquota dell'8% in relazione alla relativa imposta
sostitutiva.
Altre novità
263
Aliquota prevista per
l’imposta sostitutiva
Tipologia di posta
8%Rivalutazione di quote e terreni da parte delle
persone fisiche;
16%/12%
Rivalutazione a favore delle società di capitali e
degli enti residenti sottoposti a IRES dei beni
d’impresa e delle partecipazioni risultanti dal
bilancio dell'esercizio in corso al 31 dicembre 2015,
attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva con
aliquota del 16% per i beni ammortizzabili e del 12%
per i beni non ammortizzabili;
10%
Imposta sostitutiva dovuta per l'affrancamento del
saldo attivo della rivalutazione è fissata un'imposta
sostitutiva del 10%.
Altre novità
264
Argomento La nuova disciplina del gruppo IVA
Contenuto
Il nuovo art. 70-bis, DPR 633/72 disciplina i requisiti
soggettivi per l’accesso alla disciplina di gruppo.
Nel gruppo IVA un unico soggetto è responsabile
delle obbligazioni tributarie.
Possono costituire un gruppo IVA i soggetti passivi
stabiliti in Italia e che esercitano attività d’impresa,
arte o professione, purché ricorrano congiuntamente
i vincoli finanziari, economici e organizzativi stabiliti
dalla legge (di cui all’articolo 70-ter).
Requisiti
• Vincolo finanziario
• Vincolo economico
• Vincolo organizzativo
Gruppo IVA
265
Opzione per il Gruppo IVA e sua decorrenza
ContenutoMomento dell’opzione Decorrenza
Data di opzione
1.1-30.09Decorrenza dall’anno
successivo
1.10-31.12Decorrenza dal secondo anno
successivo
Gruppo IVA
266
Precisazioni sulla disciplina dell’emissione di note di credito
Contenuto
L’emissione di nota di credito IVA, nel caso di mancato
pagamento connesso a procedure concorsuali, è possibile solo
dopo che dette procedure si siano concluse infruttuosamente.
Viene ripristinata la regola secondo cui l’emissione di una
nota di credito IVA, nonché l’esercizio del relativo diritto alla
detrazione dell’imposta corrispondente alle variazioni in
diminuzione, possono essere effettuati, nel caso di mancato
pagamento connesso a procedure concorsuali, solo una volta
che dette procedure si siano concluse infruttuosamente.
Note di credito
267
Novità: proroga dal 31 dicembre 2016 fino al 31 dicembre 2018
Contenuto
Prorogato il termine per la concessione dei finanziamenti per
l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte
delle piccole e medie imprese di cui all’articolo 2, comma 2 del
D.L. n. 69/2013 (cd. Nuova Sabatini).
Sabatini ter
269
soggetti beneficiari
Contenuto
L’agevolazione è concessa alla PMI nella forma di un contributo
in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari
al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un
finanziamento della durata di cinque anni e di importo pari
all’investimento, al tasso d’interesse del 2,75%.
Sabatini ter
270
beneficio economico
Contenuto
Concessione di finanziamenti alle micro, piccole e medie
imprese, da parte di banche e intermediari finanziari
per investimenti in beni strumentali d’impresa,
nonché di un contributo, da parte del Ministero dello
sviluppo economico, rapportato agli interessi calcolati
sui predetti finanziamenti.
Sabatini ter
271
Novità
Contenuto
E’ stata prevista la possibilità di riconoscere i contributi alle
piccole e medie imprese anche a fronte di un finanziamento,
compreso il leasing finanziario, non necessariamente erogato a
valere sul plafond di provvista costituito presso la gestione
separata di Cassa depositi e prestiti S.p.a.( D.L. n° 3 del 2015).
Sabatini ter
272
NUOVA SABATINI- I REQUISITI DA RISPETTARE
Contenuto
Sabatini ter
Sede operativa
hanno una sede operativa in Italia e sono regolarmente costituite ed iscritte nel Regis tro delle
imprese, ovvero nel Registro delle imprese di pesca;
Eventuali procedure concorsuali
sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o
sottoposte a procedure concorsuali
Segnalazioni
non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato
in un conto bloccato gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione
europea.
Condizioni operative
non si trovano in condizioni tali da risultare “imprese in difficoltà” così come individuate, per
i settori agricolo, forestale e zone rurali, al punto 14 dell’art. 2 del regolamento (UE) n.
702/2014, per il settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti
della pesca e dell’acquacoltura, al punto 5 dell’art. 3 del regolamento (UE) n. 1388/2014 e per
i settori non ricompresi nei precedenti, al punto 18 dell’art. 2 del regolamento GBER
273
Contenuto
Sabatini ter
Presentazione
della domanda
Si riparte dal 2
gennaio 2017
«Nuova
Sabatini»
274
LE CARATTERISTICHE DEL FINANZIAMENTO
Contenuto
Sabatini ter
Data di stipula
necessariamente deve avvenire successivamente alla data di presentazione della domanda .
Copertura dell’investimento
essere deliberato a copertura degli investimenti e fino al 100 % degli stessi.
Importo finanziabile
essere deliberato per un valore non inferiore a ventimila euro e non superiore a due milioni di
euro, anche se frazionato in più iniziative di acquisto, per ciascuna impresa beneficiaria;
Condizioni di erogazione
essere erogato in un’unica soluzione, entro trenta giorni dalla stipula de l contratto di
finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, essere erogato al fornitore entro trenta
giorni dalla data di consegna del bene. Qualora la fornitura in leasing finanziario riguardi una
pluralità di beni, l’erogazione avviene in più s oluzioni, entro trenta giorni dalla data di consegna
di ciascun bene;
acquisto tramite leasing
in caso di leasing finanziario, l’impresa locataria deve esercitare anticipatamente, al momento
della stipula del contratto, l’opzione di acquisto prevista dal contratto medesimo, i cui effetti
decorrono dal termine della locazione finanziaria, fermo restando l’adempimento di tutte le
obbligazioni contrattuali.
275