Studi sugli esiti cardiovascolari nel diabete:
perché, quando e che cosa
Geremia B. Bolli, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna, Scienze Endocrine e Metaboliche,
Ospedale Santa Maria della Misericordia; Professore di endocrinologia,
Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Perugia,
Perugia, Italia
Rohatgi A, et al. Cardiovasc Drugs Ther. 2008;22(3):233-240.
TZD = tiazolidinedione
Rosiglitazone
Rapporti di rischio(IC 95%)
ADOPT 1,40
DREAM 1,78
RECORD 1,23
Nissen 1,43
Singh 1,42
GSK 1,31
Pioglitazone
Rapporti di rischio(95% CI)
PROactive 0,83
Lincoff 0,81
Terapia antidiabetica e rischio CV: TZD e il rischio potenziale di IM
Ray KK, et al. Lancet. 2009;373(9677):1765-1772.
Meta-analisi sul controllo glicemico
Mortalità per tutte le cause (nessun calo)
Odds Ratio IC 95%UKPDS 0,79 0,53-1,20
PROactive 0,96 0,77-1,19
ADVANCE 0,93 0,82-1,05
VADT 1,09 0,81-1,47
ACCORD 1,28 1,06-1,54
Totale 1,02 0,87-1,19
IC = intervallo di confidenza
Ad oggi, nessun ipoglicemizzante da solo ha evidenziato benefici in termini di effetto protettivo per patologie cardiovascolari nei pazienti affetti da DMT2
Tuttavia, il controllo glicemico è fondamentale per ridurre gli esiti microvascolari e gli esiti macrovascolari a lungo termine
STENO-2: la terapia ipolipidemizzante ha favorito una riduzione del rischio cardiovascolare del 70%
Analisi dei dati di STENO-2 in base al Risk Engine dello studio UKPDS
Gaede P, et al. Diabetes. 2004;Suppl 3:S39-S47.
Percentuale di riduzione del rischio totale calcolato negli eventi correlati a malattia CV
Lipidi 78
HbA1c 17
Pressione sistolica 15
UKPDS 35: effetto di HbA1c su MI e eventi microvascolari
Stratton IM, et al.[2]
Infarto miocardicoEndpoint microvascolari
Concentrazione aggiornata dell’emoglobina media A1c
Inci
denz
a ag
gius
tata
per
100
0 an
ni-p
erso
na, %
FDA e sicurezza cardiovascolare delle terapie ipoglicemizzanti
• Nel 2008 la FDA ha pubblicato le raccomandazioni per la valutazione del rischio CV associato con i nuovi farmaci antidiabetici
• Per dimostrare che le nuove terapie antidiabetiche non accrescono il rischio CV rispetto alle terapie esistenti sono necessarie meta-analisi e forse anche studi sugli esiti CV
Farmaci a base di incretinaClasse Inibitori della DPP-4 Agonisti del GLP-1
Nome
AlogliptinaLinagliptinaSaxagliptinaSitagliptina
Vildagliptina
ExenatideLiraglutide
Meccanismo cellulare
Inibiscono l’attività del la DPP-4, accrescendo la concentrazione di
incretina attiva (GLP-1, GIP) postprandiale
Attivano i recettori del GLP-1
Principali effetti
secrezione di glucagone secrezione di insulina
(entrambi glucosio-dipendenti)
secrezione di glucagone secrezione di insulina
(entrambi glucosio-dipendenti)Rallentano lo svuotamento
gastrico sazietà
Inibitori di SGLT-2
Nuove insuline basali
Studi in corso sui farmaci antidiabetici e sugli esiti CV
Sitagliptina Saxagliptina Linagliptina Liraglutide Exenatide QW LixisenatideNome dello studio TECOS SAVOR-TIMI 53 CAROLINA LEADER EXSCEL ELIXA
Bracci con funzione di comparatori di riferimento
Sitagliptina vs. placebo
Saxagliptina vs. placebo
Linagliptina vs. glimepiride
Liraglutide vs. placebo
Exenatide vs. placebo
Lixisenatide vs. placebo
Coorte di pazienti
DMT2 + storia di malattia CV
DMT2 + malattia CV o fattori di rischio
multipli
DMT2 + malattia CV o ≥ 2 fattori di
rischio
DMT2 + pre-gressa malattia
CV o età oltre 60 anni e fattori di
rischio
DMT2 in tratta-mento stabile +
≤ 3 OAD per ≥ 3 mesi
DMT2 con sindrome
coronarica acuta
Dimensioni dello studio ~14,000 ~16,500 ~6000 8723 ~9500 ~9600
Endpoint primario
Morte CV, IM non fatale, attacco ischemico non
fatale o ospedalizzazione
per angina instabile
Morte CV, IM non fatale o attacco ischemico non
fatale
Morte CV, IM non fatale, ictus non
fatale o ospedalizzazione
per angina instabile
Morte CV, IM non fatale o
ictus non fatale
Morte CV, IM non fatale o ictus non
fatale
Morte CV, IM non fatale o ictus non
fatale
Durata (anni) ≤ 5 ~5 ~7.5 ≤ 5 ~5.5 ~6.5
Completamen-to previsto per 2014 2013 2018 2016 2017 2014
Studio ORIGIN
• Da avere dal Prof. Bolli