Gli eroi
del lago
A cura dei ragazzi
della classe 3LSA2, I.S.I.S.
«Paolo Carcano» (Como)
Il lago di Como pur non essendo stato teatro di attività
belliche durante la Grande Guerra, ha donato alla patria
valorosi combattenti, tra i quali ricordiamo:
Giuseppe Sinigaglia
Antonio Sant’Elia
Corrado Venini
Biografia• Nasce a Como il 28 Gennaio 1884.
• Nel 1899 si iscrive all’ Istituto TecnicoSuperiore Caio Plinio II; studente irrequietointerrompe presto gli studi.
• Viene accolto dalla Società GinnasticaComense; dotato di un fisico eccezionale sicimenta in varie discipline, dalla scherma allalotta.
• Nel 1903, lasciata la Comense, si iscrive alla«Canottieri Lario» e finalmente trova la viaper il successo.
• Nel 1911 vince il titolo italiano ed europeo insingolo e doppio.
• Il 4 luglio 1914 a Henley, sul Tamigi, vince laDiamond's Sculls, (campionato del mondo dicanottaggio) ricevendo l’ambita coppa d’orodirettamente dalle mani della Regina consorted'Inghilterra.
Nel 1915, con lo scoppio della Prima Guerra
Mondiale, Sinigaglia all’età di 32 anni
decide di servire la Patria, arruolandosi come
volontario, e viene assegnato al 2
Reggimento dei Granatieri di Sardegna con
il grado di sottotenente.
Il 9 agosto 1916, il tenente coi suoi uomini
riesce a conquistare la Cima 4 del Monte San
Michele.
Sinigaglia viene colpito al ventre da un
colpo di mitragliatrice; portato a Villa
Steffaneo-Roncato muore nel pomeriggio del
10 agosto 1916.
Viene decorato con la Medaglia d'Argento al
Valor Militare.
La guerra
Numerosi sono i riconoscimenti che
sono stati tributati alla memoria di
Giuseppe Sinigaglia.
In particolare, Como, la sua città
natale, gli ha intitolato:
• Il Monumento dei Granatieri di Sardegna.
• Lo Stadio Giuseppe Sinigaglia.
• La Società Canottieri Lario – G. Sinigaglia.
Riconoscimenti
Lo stadio di Como
• Nasce a Como il 30 aprile del 1888.
• Si diploma come capomastro a Como nel 1905 e nel
1906 completa la scuola di Arti e Mestieri.
• Si trasferisce in seguito a Milano, dove frequenta fino
al 1909 l'Accademia di Belle Arti di Brera.
• Nel 1912 supera l'esame di licenza come professore di
disegno architettonico che gli consentirà di insegnare a
Bologna.
• Nel 1912 completa la Villa Elisi a Brunate (l’unica sua
opera realizzata).
• Nel 1914 aderisce al movimento Futurista su invito di
Umberto Boccioni.
• Muore a Monfalcone il 10 ottobre del 1916.
Biografia
Sebbene guardi con simpatia al
socialismo, all'alba della Prima Guerra
Mondiale Sant’Elia si schiera su posizioni
interventiste, insieme ad altri membri del
gruppo futurista.
Nel 1915 si arruola volontario nel Regio
Esercito Italiano. Ottiene i gradi da
sottotenente, venendo poi assegnato al
225º Reggimento fanteria della brigata
"Arezzo", con il quale combatte sul fronte
delle Alpi vicentine.
La guerra
Durante la carriera militare Sant’Elia riceve due medaglie d’Argento al valor
militare, con le seguenti motivazioni:
Prima medaglia:
«Sotto l'intenso fuoco nemico, accorreva arditamente ad assumere il comando di un
plotone di lanciatori di bombe, del quale erano già caduti feriti due comandanti.
Colpito egli stesso alla testa e portatosi per insistenza del suo capitano al posto di
medicazione, non appena medicato, ritornava sulla linea di fuoco, dando mirabile
esempio di coraggio e serenità.»
— Monte Zebio, 6 luglio 1916
Seconda medaglia:
«Alla testa del plotone zappatori, si slanciava all'assalto delle posizioni nemiche
sotto l'imperversare del fuoco di artiglieria, di mitragliatrici e di fucileria, incitando
con l'esempio e con la voce i suoi dipendenti, finché cadeva mortalmente colpito in
fronte.»
— Monfalcone, 10 ottobre 1916
Onorificenze
Numerosi sono i riconoscimenti che sono
stati tributati alla memoria dell’architetto
Antonio Sant’Elia.
In particolare, Como, la sua città natale, gli
ha intitolato:
L'Asilo Sant'Elia, progettato nel 1935 da
Giuseppe Terragni.
L'Istituto di istruzione secondaria
superiore "Antonio Sant'Elia" di Cantù.
L’attuale Via Antonio Sant'Elia.
Una targa, posta sulla sua casa natale, in
Via Cesare Cantù.
Riconoscimenti
Targa dedicata a Sant’Elia
Centrale Elettrica Casa a gradoniCasa con ascensori
esterni e sistemi di
collegamento su più
piani stradali
I suoi progetti
• Nasce a Como nel 1880 da un’agiata famiglia di
origini nobili.
• Frequenta il Liceo Ginnasio ―Alessandro Volta‖.
• Frequenta il corso per allievi ufficiali presso la
Scuola Militare di Modena, da cui esce con il
grado di sottotenente.
• Nel 1912 prende parte alla Guerra Italo-Turca.
• Nel 1915, gli nasce il figlio Giulio, destinato ad
essere insignito della massima onorificenza al
Valor Militare.
• Muore nel 1916 durante uno scontro presso
l’Altopiano dei Sette Comuni.
• Alla sua memoria viene conferita la Medaglia
d’Oro al Valor Militare.
Biografia
Gli viene conferita la Medaglia d’Oro al Valor
Militare, con la seguente motivazione:
«Comandante di reparti alpini e di fanteria, in aspro ed
efficacissimo combattimento, eccezionalmente arduo
per speciali condizioni di terreno e per l’intenso
bombardamento nemico, dirigeva l’azione con piena
sicurezza di comando, esponendosi costantemente per
infondere nelle sue truppe, con la parola e
l’esempio, coraggio ed energia. Caduto mortalmente
ferito, rifiutava di farsi trasportare al posto di
medicazione e continuava per ben sette ore a dirigere
l’azione e ad incitare i suoi uomini alla più strenua
resistenza, offrendo fulgida prova di altissime virtù
militari.»
— Cima Maggio, Posina, 18 giugno 1916
Onorificenze
Alla memoria del capitano Venini e
del figlio Giulio, caduto nella
seconda Guerra Mondiale, Como
ha intitolato:
Piazza Medaglie d'Oro (il nome
di Venini è riportato insieme agli
altri decorati di medaglia d'oro
comaschi).
L’attuale Via Corrado e Giulio
Venini.
La scuola primaria ―Corrado e
Giulio Venini‖.
Riconoscimenti
Piazza Medaglie d’Oro
La linea Cadorna è un sistema di
fortificazioni costruito lungo il confine
italo-svizzero tra il 1915 e il 1918, durante
il primo conflitto mondiale, nel momento in
cui si ebbe timore che, penetrando dai
valichi alpini delle Alpi centrali svizzere, le
truppe austro-tedesche potessero in breve
tempo raggiungere ed occupare i centri
nevralgici industriali ed economici del
nostro Paese. Mai utilizzata, è oggi
visitabile nel parco della Spina Verde.
« Se io cado per la Patria, dovrai nella mia morte trovare
una ragione in più per amare questa nostra Italia. »
(C. Venini, lettera indirizzata al figlio Giulio)
FINE