Design delle opzioni

DESIGN DELLE OPZIONI Abilitare individui e comunità al progetto nell’epoca dei flussi

Francesco Zurlo, Politecnico di Milano

XII Workshop sull’impresa sociale. Ridisegnare i servizi per aumentare l’impatto Riva del Garda, 18 settembre 2014

Copyright © 2014 Francesco Zurlo – all rights reserved

Una (nuova?) definizione di “design” Il ruolo del design Design e capabilities Design e designer Il bisogno (umano) di storie La chiave di lettura: narrazioni aperte e ingaggio degli utenti (oltre l’UCD) Il design delle opzioni

Ridisegnare servizi abilitanti

... DI COSA PARLIAMO...


“Design is a creative activity whose aim is to establish the multifaceted qualities

of objects, processes, services and their systems in whole life-cycles. Therefore, design is the central factor of innovative humanisation of technologies and the crucial factor of cultural and economic exchange.”

ICSID International Council of Societies of Industrial Designers. 27th Aug. 2004

UNA (NUOVA?) DEFINIZIONE DI DESIGN


UNA (NUOVA?) DEFINIZIONE DI DESIGN: le parole chiave

parole chiave: _ multi-faceted _ objects, processes, services and their systems _ whole life cycles. _ cultural and economic exchange


objects …

4 F for ITALY: _ FOOD _ FURNITURE _ FASHION _ FERRARI



processes …



services …



whole life cycles …

TIME as a NEW DESIGN ISSUE



whole life cycles …



Come cambia l’approccio del design, oggi?

Il ruolo del design, OGGI


Zooming (design) problems

Source AIGA

_ developing a systems thinking approach for solving problems _ trying to anticipate areas for design influence in large scale problems that differ from the traditional domains of professional practice (e.g. voting, learning, agriculture, social exclusion etc.) _ broaden the field’s understanding of sustainability to include more than “green” issues (e.g. economic sustainability, cultural sustainability, technological sustainability, etc) _ diversify the profession to embody multiple perspectives



Zooming (design) problems: POWERS OT TEN




Charles and Ray Eames, Powers of Ten, IBM 1968,1977

http://www.youtube.com/watch?v=0fKBhvDjuy0




SCALE IS THE NEW GEOGRAPHY (D. Eames, Studio Eames, 2010)

“Scale is the new geography. . . . So many of our challenges

today are ultimately matters of scale. To be a good citizen of the world and have a chance to make it a better place, a person

must have a real understanding of scale.”



DESIGN CAPABILITIES_ un modello interpretativo

T-Shape interpretation model


DESIGN CAPABILITIES: un set di capabilities


DESIGN CAPABILITIES: far vedere

…è il bisogno di comunicare il progetto al comittente e soddisfare il suo desiderio di vedere in anticipo il progetto, ciò che è all’origine della professione dell’architetto… che nasce, quindi, come visualizzatore… (Tomàs Maldonado)‏

Filippo Brunelleschi Wooden model of the cathedral lantern, Florence, Museum of the Cathedral, 1420-‐36





http://www.amplifyingcreativecommunities.net/eldercare.html


“Engineering, medicine, business, architecture, and painting are concerned not with the necessary but with the contingent – not with how things are, but how they might be – in short, with design. Everyone designs who devises courses of action aimed at changing existing situations into preferred ones. Design, so construed, is the core of all professional thinking.” Herbert Simon, 1969

DESIGN E DESIGNER


…tutti possono fare design ma non tutti sono designer… Paola Antonelli, Moma, NY

“designers know how to visualize what is, Inconsciounsly, in the people minds”

(A.Hollander, quoted in Molotch, 2003)

DESIGN E DESIGNER


da Homo SAPIENS a Homo FABULANS: “le storie che raccontiamo e ascoltiamo creano le nostre identità individuali e collettive, conferiscono senso alla nostra vita presente, organizzano e danno senso al passato. Le storie ci permettono di immaginare il futuro e a partire da ciò darne forma. Le storie conferiscono senso alla nostra vita.”

Fonte: Mark Breitenberg

IL BISOGNO (umano) di STORIE


UNA CHIAVE DI LETTURA: PRODOTTI E SERVIZI COME STORIE



Jonathan Gottschall, The Storytelling Animal: How Stories Make Us Human, 2012)



Raccontare una storia è la dimensione più naturale di ogni essere umano. Il caso di Phineas Cage è evidente. Ferito non sarà più capace di “raccontare storie” e diventerà pazzo, isolato dalla comunità dei suoi pari…



Nel film “Cast Away”, Tom Hanks è naufrago su un’isola deserta. Per sopravvivere crea un personaggio immaginario, Wilson, un vecchio pallone trovato sulla spiaggia. È ciò che gli consente di sopravvivere senza impazzire…



Una STORIA è una VISIONE del mondo ed UN MODO DI CONDIVIDERLA con gli altri… Il processo NARRATIVO: _ DA’ ORDINE ALLE COSE (NEL CAOS) _ RAPPRESENTA QUESTO ORDINE _ TRASMETTE E CONDIVIDE QUELL’ORDINE (perchè? Perchè è esperienza a supporto della quotidianità, per risolvere problemi, per il benessere e la ricerca della felicità ecc.) _ RICEVE ED ELABORA I FEEDBACK LE STORIE HANNO SEMPRE BISOGNO DI UN FEEDBACK…



una STORIA è un TESTO, cioè una sequenza coerente di SEGNI (come ci insegna la RETORICA) Tali SEGNI sono connessi tra di loto con una specifica, coerente, SINTASSI Il SIGNIFICATO di questi SEGNI, dipende dal QUADRO DI RIFERIMENTO CULTURALE (cultural framework) Cosa sono SEGNI? “qualcosa che sta per qualcos’altro per qualcuno” (Peirce) … e cioè INDIZI, TRACE, SEGNALI, METAFORE, RISONANZE, PERSISTENZA, FORME…..



COS’È UNA STORIA? LA STORIA È “POLEMOS”, CIOÈ LA RAPPRESENTAZIONE DI UN “CONFLITTO” Un conflitto può essere tra: VIRTUALE – REALE IMMANENTE – TRASCENDENTE ESPLICITO – IMPLICITO UOMO – DONNA ADULTO - BAMBINO PRESENTE – PASSATO REGOLA – CAOS PRESENTE – FUTURO UOMO – MACCHINA … il modo con cui si rappresenta il conflitto (i mondi narrativi che sono dietro ogni elemento del conflitto) dipende dal contesto (utilità ed efficacia della scelta di tali mondi…)



Narrazioni (oggetti, SERVIZI…) come OPERE APERTE

alla partecipazione/interpretazione del “LETTORE” (utente, CITTADINO)



_ se ogni artefatto è narrazione, la sua “apertura” al contributo del “lettore-utente”, è aumentata (con un incremento esponenziale negli ultimi anni), anche grazie alle nuove tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni; _ la “stopping rule” di un progetto, cioè quel “click” che limita il processo progettuale (altrimenti inarrestabile…) per consentire ad un artefatto di “esistere” è rinviata sine die; esso diventa di fatto una sorta di “enabling rule” aperto, accessibile, riconfigurabile;



COSA FA IL DESIGNER? _ se la chiave “narratologica” può essere quella giusta allora il compito del “designer” non è più quello di individuare una risposta “compiuta” ad un bisogno, quanto individuare il bisogno in sé e leggerlo in quanto “conflitto” tra ciò che è realmente percepito come esigenza e ciò che non esiste ancora per poterla soddisfare.



IL DESIGN COME “CERCATORE” DI CONFLITTI Se la chiave semiotica ci indica nell’individuazione di un “conflitto” l’avvio di ogni storia allora il designer deve avere questa peculiare attitudine: riuscire ad individuare “conflitti” e consentire che lo stesso sia capace di innescare il plot narrativo… UN PARIDE DEL QUOTIDIANO?

Sandro Botticelli, Il Pomo della Discordia e il giudizio di Paride

IL DESIGN DELLE OPZIONI


PERCHÉ LE OPZIONI? Avere opzioni significa avere libertà di scelta. Significa poter decidere della propria vita e dei piccoli atti della quotidianità senza farsi condizionare dalle mode o dal bisogno di comunicare un proprio “status” dentro specifici contesti sociali. Consente di dedicarsi a ciò che si ama e a coltivare il proprio talento. È espressione, secondo Baumann, di giustizia sociale. Consente, per Taleb, di affrontare i rischi e di correggere la rotta quando si è in difficoltà, fortificandosi. È la massima espressione di ciò che lui chiama “antifragilità”. PROLOGO:

MASS CUSTOMIZATION OPEN SOURCE ENABLING SERVICES…



The Economist: A Cambrian moment La disponibilità di tecnologie “lego”, facili da usare ed economiche, sta aprendo la strada a un’esplosione di possibilità…



CONTRO L’AUTORIALITÀ E PER UN PROGETTO DIFFUSO IL designer tende a perdere la sua connotazione autoriale. Se il design è innesco di storie egli è come se fosse il “primus inter pares”

capace di attivare dialogo e conversazione tra i suoi potenziali “lettori-utenti”. Peraltro questa “attivazione di conversazioni” è anche un modo di interpretare l’agire strategico. Il senso dell’azione collettiva nasce grazie al “la” di una partitura accennata ed incompleta di un regista.



Paolo Ulian con Vallmar, per la mostra Analogico/Digitale, 2012

CONTRO L’AUTORIALITÀ E PER UN PROGETTO DIFFUSO




Legopolitain, Bordeaux, progettazione partecipata, organizzazione Arc en Reve



Demian Conrad, Fanatic Collaborative Magazine, Logotel, Aprile 2012




Chidori Furniture, Kengo Kuma




Saluti da…, Marco Ferreri, Billiani 911, 2008




Strategy & Design Studio | 2011 | Open source housing




LE OPZIONI E IL GIOCO Isao Hosoe, Play 40, Corraini Editore



Breeding Tables, Reed Kram e Clemens Weisshaar

GLI AGENTI delle opzioni: digitali



Made by bees honeycomb vases”, di Tomas Gabzdil Libertiny

GLI AGENTI delle opzioni: animali



Valentin Spiess con Asif Khan a Sochi, Olimpiadi Invernali, 2014

GLI AGENTI delle opzioni: umano/digitale



Charles and Ray Eames, Giant House of Cards, 1953

LE OPZIONI E IL GIOCO




The Toy, Charles and Ray Eames, 1951

“Large-Colourful-Easy to Assemble-For Creating A Light , Bright, Expandable World Large Enough To Play In and Around”




Il gioco delle favole, 1957-65, Enzo Mari




Il posto dei giochi, 1961-67, Enzo Mari




Zizì, Bruno Munari, 1953

“Ci dobbiamo occupare dei bambini e dare loro la possibilità di formarsi una mentalità più elastica, più libera, meno bloccata, capace di decisioni. E direi, anche un metodo per affrontare la realtà, sia come desiderio di comprensione che di espressione. Quindi, a questo scopo, vanno studiati quegli strumenti che passano sotto forma di gioco ma che, in realtà, aiutano l'uomo a liberarsi.” Bruno Munari




Più e meno; B.Munari e G.Belgrano, 1970



Re-Urban, Muro partecipato, Milano, 2012



Re-Urban, Osteria, Milano, 2012


Global Service Jam event



Re-Urban, Osteria, Milano, 2012




The Senior sport equipment serves to maintain the well-being and physical fitness of senior citizens. The Senior sport equipment developed by Lappset inspires people to be playful, exercise and to challenge their bodies and senses. People aged 65 or over represent a larger and larger proportion of the population and 37 percent of people aged 75 or over live alone. The need for exercise and social interaction does not go away as we get older. On the contrary, in order to maintain a good quality of life for longer it is imperative that we keep challenging our minds and bodies and stay involved. No matter what age we are, the most enjoyable and least arduous form of exercise is play, ideally with other people. Lappset is responding to the challenge posed by the ageing population by offering environments that combine playgrounds and exercise facilities and invite people of all ages to join in the fun.

LAPPSET | SENIOR SPORT PRODUCTS




Target users are elderly people and retirees living in Japan and Young foreign people who wish to learn Japanese. With this service elderly people and retirees can enjoy the sense of fulfillment that comes from contributing to society. While young foreign people can study Japanese and Japanese culture. It connects, via videophone, those who wish to study Japanese and those who are elderly or retired in Japan. As the labor force in Japan continues to shrink due to the falling birthrate and the aging population, the Japanese government is looking to increase foreign laborers, students and visitors. However, regrettably, the opportunity to learn Japanese in Asian countries such as Indonesia, Thailand and the Philippines is very limited. Japanese language schools are rare and expensive, particularly in rural areas. This system will give Japanese elderly fulfillment and young foreign people interested in Japan an opportunity to learn Japanese.

LESSONS BY ELDERLY VOLUNTEERS | TANGIBLE DESIGN




An organization called the SFS located in Meilen, Switzerland, provides care for older people in everyday life. The elderly who live in that country may find help from other seniors who have some capabilities such as the possibility to give the daily care (physical and mental), the companionship, private lessons, etc.. . The participants have access to the service thanks to a self-service or via website where there are a lot of information. The site also provides an opportunity for users to give feedback on the quality of service, but at the same time it is a platform to socialize. Their goal is to form a unity among the elderly and also increase the contacts between the elderly and society. It then allows the elderly to live a life more interesting and meaningful, to make better use of human resources.

SFS MEILEN


Domande aperte: quale futuro per la disciplina del design inteso come opera aperta e “piattaforma” più che strumento per creare opere concluse? Come “contestualizzare” le storie? Si può partire dal locale e pensare che quelle storie possano essere “allargate” fino al globale? Esiste una forma di “metadesign” (che forma, che modi, che sistemi) che possa abilitare questa co-creazione di storie? Forse è un sistema relazionale (che si esprime in un prodotto-servizio) appropriato, famigliare, quotidiano?



Appunti finali: -  da problem solving a problem setting and finding; -  dal dare risposte al fare e/o stimolare domande; -  dal design come risolutore al design come mediatore e catalizzatore

di senso; -  dal cambiare il mondo per stare meglio al cambiare noi per far stare

meglio il mondo; -  dal consumer al citizen; -  dal servizio alle industries al servizio della società; -  dall’idea che si possa passare da “cose da comprare” a “cose che

fanno pensare” …


grazie!

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