133
Le precipitazioni Riccardo Rigon A. Adams - Pioggia Tenaya, Wednesday, April 10, 13

10b precipitazioni

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Le precipitazioni a terra. Statistiche. Statistiche degli estremi.

Citation preview

Page 1: 10b   precipitazioni

Le precipitazioni

Riccardo Rigon

A. A

dam

s -

Pio

ggia

Ten

aya,

Wednesday, April 10, 13

Page 2: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Obbiettivi:

2

•Fare una sintesi dei processi di formazione delle precipitazione

•Fare una sintesi dei tipi di nuvola che produce precipitazioni

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 3: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

3

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 4: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•I moti atmosferici sono generati dalla disuniforme radiazione solare

sulla superficie della Terra, a causa della sua forma sferica.

3

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 5: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•I moti atmosferici sono generati dalla disuniforme radiazione solare

sulla superficie della Terra, a causa della sua forma sferica.

•Poichè la Terra ruota attorno al proprio asse, ogni massa d’aria in

movimento, subisce una deviazione dovuta alla forza (apparente) di

Coriolis.

3

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 6: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Questa situazione:

•genera delle moti tra aree di posizione “quasi stabile” di alta e bassa

pressione

•discontinuità nel campo di moto dell’aria a grande scala e discontinuità

nelle proprietà termodinamiche di masse d’aria a contatto

•genera quindi le condizioni per cui alcune masse d’aria più leggere

“scivolano” sopra altre, innalzandosi.

4

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 7: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

5

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 8: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•La superficie della Terra è composta da masse materiali (aria, acqua, terra)

diverse e variamente orientate che rispondono in modo differenziato alla

radiazione solare, provocando ulteriori moti di masse d’aria (alla scala della

variabilità presente) necessari alla redistribuzione dell’energia radiante

ricevuta.

5

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 9: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•La superficie della Terra è composta da masse materiali (aria, acqua, terra)

diverse e variamente orientate che rispondono in modo differenziato alla

radiazione solare, provocando ulteriori moti di masse d’aria (alla scala della

variabilità presente) necessari alla redistribuzione dell’energia radiante

ricevuta.

•Per effetto di questi moti, si possono creare fenomeni di innalzamento

locale delle masse d’aria.

5

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 10: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

6

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 11: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Masse d’aria in movimento sono innalzate dalla presenza dell’orografia.

6

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 12: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

7

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 13: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•L’aria si innalza anche per effetto di riscaldamento della superficie terrestre in

misura diversa dell’aria circostante, che causa di condizioni di instabilità

atmosferica

7

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 14: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

8

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 15: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Quando l’aria si innalza, si raffredda, per effetto dell’espansione adiabatica

(isentropica) e diminuisce la tensione di vapore di equilibrio, rendendo

possibile (ma non sempre realizzandola) la condensazione del vapore acqueo.

8

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 16: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Quando l’aria si innalza, si raffredda, per effetto dell’espansione adiabatica

(isentropica) e diminuisce la tensione di vapore di equilibrio, rendendo

possibile (ma non sempre realizzandola) la condensazione del vapore acqueo.

•Si formano così, ad una opportuna quota dal suolo, le nuvole: particelle di acqua

liquida o solida, sospese in aria.

8

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 17: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Quando l’aria si innalza, si raffredda, per effetto dell’espansione adiabatica

(isentropica) e diminuisce la tensione di vapore di equilibrio, rendendo

possibile (ma non sempre realizzandola) la condensazione del vapore acqueo.

•Si formano così, ad una opportuna quota dal suolo, le nuvole: particelle di acqua

liquida o solida, sospese in aria.

8

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 18: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Quando l’aria si innalza, si raffredda, per effetto dell’espansione adiabatica

(isentropica) e diminuisce la tensione di vapore di equilibrio, rendendo

possibile (ma non sempre realizzandola) la condensazione del vapore acqueo.

•Si formano così, ad una opportuna quota dal suolo, le nuvole: particelle di acqua

liquida o solida, sospese in aria.

Storm building near Arvada, Colorado. U.S. © Brian Boyle.

8

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 19: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Perchè piova

•Se le goccie d’acqua riescono ad accrescersi al punto da raggiungere un peso

sufficiente, precipitano a terra. Piove, nevica o grandina.

Precipitation, Thriplow in Cambridgeshire. U.K © John Deed.

9

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 22: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Nubi stratiformi

12

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 23: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Nubi stratiformi

13

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 24: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Cic

lon

e ex

trat

rop

ical

e

14

Hou

ze,

1

99

4

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 25: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Nubifragi

15

Hou

ze,

1

99

4Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 26: 10b   precipitazioni

R. Rigon

16

Hou

ze,

1

99

4

Nubifragi

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 27: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Fattori che influenzano la natura e la quantità delle precipitazioni al suolo

•La latitudine: la precipitazione è distribuita sulla superficie terrestre in

funzione dei sistemi di circolazione generale

•L’altitudine: la precipitazione (media annuale) tende a crescere con la

quota, fino ad una quota limite (le alte quote sono mediamente aride).

•La posizione rispetto alle masse oceaniche, ai venti prevalenti, la

posizione generale dell’orografia

17

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 28: 10b   precipitazioni

R. Rigon

F. G

iorg

iou

, 2

00

8

Dis

trib

uzio

ne

spaz

iale

18

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 29: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Dis

trib

uzio

ne

spaz

iale

19

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 30: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Precipitation exhibits spatial variability at a large range of scales

(mm/hr)

512 k

m

pixel = 4 km

0 4 9 13 17 21 26 30R (mm/hr)

2

km

4

km

pixel = 125 m

Fou

fula

-Geo

rgio

u, 2

00

8

20

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 31: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Spatial Rainfall

Fou

fula

-Geo

rgio

u, 2

00

8

21

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 32: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione spaziale

22

Introduzione

Wednesday, April 10, 13

Page 33: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Caratteristiche delle precipitazioni al suolo

•Lo stato fisico (pioggia, neve grandine, rugiada)

•L’altezza: ovvero la quantità di precipitazione per unità di area

(proiettata), spesso espressa in mm o cm.

•La durata: ovvero l’intervallo temporale durante il quale si registra con

continuità precipitazione, o, a seconda dei contesti, la durata di

registrazione di un certo ammontare di precipitazione (a prescindere

dalla continuità della stessa)

•L’altezza cumulata, l’altezza di precipitazione misurata in un intervallo

di tempo prefissato, anche se dovuta a più eventi.

23

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 34: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Caratteristiche delle precipitazioni al suolo

•L’ intervallo medio tra due precipitazioni successive

(storm inter-arrival time)

•La distribuzione spaziale dei volumi di pioggia

•La frequenza o il tempo di ritorno di una certa precipitazione con

altezza e durata assegnate

•La qualità, ovvero la composizione chimica della precipitazione

24

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 35: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Eventi

1

2 3

4

5 6

25

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 36: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Temporal Rainfall

Fou

fula

-Geo

rgio

u, 2

00

8

26

Distribuzione temporale delle precipitazioni

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 37: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Isto

gra

mm

a d

elle

pre

cip

itaz

ion

i m

ensi

li

27

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 38: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Stat

isti

che

28

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 39: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Du

rate

a lo

gn

orm

al d

istr

ibu

tion

29

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 40: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Inte

nsi

tàlo

gn

orm

al ?

30

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 41: 10b   precipitazioni

R. Rigon

31

Pre

cip

itaz

ion

i Est

rem

e

Caratteristiche statistiche della precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 42: 10b   precipitazioni

Le precipitazioni estreme

Riccardo Rigon

Kan

din

ski

-Com

posi

tion

VI

(Il

dil

uvi

o)-

19

13

Wednesday, April 10, 13

Page 43: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Consideriamo le precipitazioni massime annualiQueste si trovano negli annali idrologici registrate per certe durate caratteristiche:

1h, 3h, 6h,12h 24 h e rappresentano il massimo di precipitazione cumulato sulla

prefissata durata.

33

anno 1h 3h 6h 12h 24h1 1925 50.0 NA NA NA NA2 1928 35.0 47.0 50.0 50.4 67.6

......................................

......................................

46 1979 38.6 52.8 54.8 70.2 84.247 1980 28.2 42.4 71.4 97.4 107.451 1987 32.6 40.6 64.6 77.2 81.252 1988 89.2 102.0 102.0 102.0 104.2

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 44: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Precipitazioni Massime a Paperopoli

durata

Pre

cip

ita

zio

ne

(m

m)

1 3 6 12 24

50

100

150

50

100

150

34

Consideriamo le precipitazioni massime annuali

Per ogni durata si ha una distribuzione di precipitazioni

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 45: 10b   precipitazioni

R. Rigon

1 3 6 12 24

50

100

150

Precipitazioni Massime a Paperopoli

durata

Pre

cip

itazio

ne (

mm

)

Mediana

>boxplot(hh ~ h,xlab="durata",ylab="Precipitazione (mm)",main="Precipitazioni Massime a Paperopoli") 35

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 46: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Tempo di ritorno

E’ l’intervallo di tempo medio in cui una certa intensità di precipitazione si

ripete (o è superata). Sia:

T

l’intervallo temporale in cui si dispone di una certa misura

Siano

n

le misurazioni fatte in T e

m=T/n

il tempo di campionamento di una singola misura (la durata dell’evento

considerato).36

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 47: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Tempo di ritorno

Allora il tempo di ritorno della misura h* è

37

se si definisce ,

la frequenza di successi (misure superiori od uguali ad h*), o frequenza di

superamento del valore h*, Allora

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 48: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Tempo di ritorno

38

è detta frequenza empirica di non superamento o “empirical

cumulative distribution function” (ECDF)

e vale pure:

dove

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 49: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Tempo di ritorno

39

Nelle analisi statistiche più accurate, si tratterà di interpolare le frequnze

empiriche su particolari famiglie di distribuzioni di probabilità. In modo tale che

Dove alle frequenze empiriche si sono sostituite le curve di probabilità

interpolanti. In questo modo, ad ogni frequenza (e quantile) corrisponde

un unico tempo di ritorno.

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 50: 10b   precipitazioni

R. Rigon

1 3 6 12 24

50

100

150

Precipitazioni Massime a Paperopoli

durata

Pre

cip

itazio

ne (

mm

)

Mediana -> q(0.5) -> Tr = 2 anni

q(0.75) -> Tr = 4 anni

q(0.25) -> Tr = 1.33 anni

40

Wednesday, April 10, 13

Page 51: 10b   precipitazioni

R. Rigon

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Le curve di possibilità pluviometrica

41

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 52: 10b   precipitazioni

R. Rigon

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Le curve di possibilità pluviometrica

42

a l t e z z a d i precipitazione

legge di potenza

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 53: 10b   precipitazioni

R. Rigon

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Le curve di possibilità pluviometrica

43

a l t e z z a d i precipitazione

c o e f f i c i e n t e dipendente dal tempo di ritorno

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 54: 10b   precipitazioni

R. Rigon

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Le curve di possibilità pluviometrica

44

a l t e z z a d i precipitazione

d u r a t a considerata

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 55: 10b   precipitazioni

R. Rigon

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Le curve di possibilità pluviometrica

45

a l t e z z a d i precipitazione

esponente (non dipendente dal t e m p o d i ritorno)

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 56: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Le curve di possibilità pluviometrica

h(tp, Tr) = a(Tr) tnp

Poichè l’altezza di precipitazione cumulata è una funzione non decrescente

della durata, allora n >0

E’ noto però che l’intensità media della precipitazione:

J(tp, Tr) :=h(tp, Tr)

tp= a(Tr) tn�1

p

decresce all’aumentare della durata. Allora è anche n < 1

46

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 57: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Tr = 50 anni a = 36.46 n = 0.472 Tr = 100 anni a = 40.31Tr = 200 anni a = 44.14

curve di possibilità pluviometrica

1.4

1.5

1.6

1.7

1.8

1.9

2

2.1

2.2

2.3

2.4

1 10 100tp[h]

log(prec) [mm]

tr=50 annitr=100 annitr=200 annia 50a 100a 200

47

Le curve di possibilità pluviometrica

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 58: 10b   precipitazioni

R. Rigon

curve di possibilità pluviometrica

1.4

1.5

1.6

1.7

1.8

1.9

2

2.1

2.2

2.3

2.4

1 10 100tp[h]

log(prec) [mm]

tr=50 annitr=100 annitr=200 annia 50a 100a 200

Le curve di possibilità pluviometrica sono parallele tra loro nel piano bilogaritmico

48

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 59: 10b   precipitazioni

R. Rigon

curve di possibilità pluviometrica

1.4

1.5

1.6

1.7

1.8

1.9

2

2.1

2.2

2.3

2.4

1 10 100tp[h]

log(prec) [mm]

tr=50 annitr=100 annitr=200 annia 50a 100a 200

tr = 500 anni

tr = 200 annih(,500) > h(200)

Le curve di possibilità pluviometrica sono parallele tra loro nel piano bilogaritmico

49

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 60: 10b   precipitazioni

R. Rigon

curve di possibilità pluviometrica

1.4

1.5

1.6

1.7

1.8

1.9

2

2.1

2.2

2.3

2.4

1 10 100tp[h]

log(prec) [mm]

tr=50 annitr=100 annitr=200 annia 50a 100a 200

tr = 500 anni tr = 200 anni

Invece h(,500) < h(200) !!!!

Le curve di possibilità pluviometrica sono parallele tra loro nel piano bilogaritmico

50

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 61: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il problema da risolvere con l’ausilio della teoria delle probabilità e dell’analisi statistica

E’ dunque quello di determinare, per ogni durata, la corrispondenza tra

quantili (assegnati tempi di ritorno) e altezza di precipitazione.

Per ogni durata si cercherà dunque di interpolare i dati ad una distribuzione di probabilità. La famiglia di curve candidata per questo scopo è la Curva dei valori estremi di tipo I, o curva di Gumbel

b è un parametro di forma, a un parametro di posizione (la moda)

P [H < h; a, b] = e�e�h�a

b �⇥ < h <⇥

51

Wednesday, April 10, 13

Page 62: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione di Gumbel

52

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 63: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione di Gumbel

53

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 64: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione di Gumbel

La media della distribuzione e data da:

E[X] = b� + a

dove:

è la costante di Eulero-Mascheroni:

� � 0.57721566490153228606

54

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 65: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione di Gumbel

La mediana:

La varianza :

a� b log(log(2))

V ar(X) = b2 �2

6

La moda:

55

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 66: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Distribuzione di Gumbel

La forma standard della distribuzione (rispetto alla quale si trovano tabulate

le grandezze significative) è

Rispetto alla forma standard:

56

Analisi dei massimi di precipitazione

Wednesday, April 10, 13

Page 67: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Per adattare la famiglia di curve di Gumbel ai dati si usano dei metodi di adattamento dei parametri.

Ne useremo nel seguito 3:

- Il metodo dei minimi quadrati

- Il metodo dei momenti

- Il metodo della massima verosimiglianza (o maximum likelihood)

Si consideri allora una serie di n misure, h = {h1, ....., hn}

57

Metodi di adattamento dei parametrirelativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 68: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo dei momenti consiste nell’uguagliare i momenti del campione con i momenti della popolazione. Siano, ad esempio

La media e la varianza e

il momento t-esimo del CAMPIONE

58

Metodi di adattamento dei parametrirelativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

µH

�2H

M (t)H

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 69: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Se il modello probabilistico contiene t parametri, allora il metodo dei

momenti consiste nell’ugugliare i t momenti campionari con i t momenti

della popolazione, che risultano definiti da:

59

Metodi di adattamento dei parametrirelativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

MH [t; �] =� ⇥

�⇥(h� EH [h])t pdfH(h; �) dh t > 1

MH [1; �] = EH [h] =� ⇥

�⇥h pdfH(h; �) dh

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 70: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Per ottenere un numero sufficiente di equazioni bisogna considerare tanti

momenti quanti sono i parametri. Benchè in linea di principio la funzione dei parametri che ne risulta possa essere calcolate numericamente per punti, il metodo risulta efficace quando l’integrale a secondo membro ammette una soluzione analitica.

60

Metodi di adattamento dei parametrirelativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

MH [t; �] =� ⇥

�⇥(h� EH [h])t pdfH(h; �) dh t > 1

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 71: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Metodi di adattamento dei parametrirelativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Il metodo dei momenti applicato alla curva di Gumbel consiste allora nel

porre:

o:

�b� + a = µH

b2 �2

6 = ⇤2H

�MH [1; a, b] = µH

MH [2; a, b] = ⇥2H

61

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 72: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Il metodo si fonda sulla valutazione della probabilità (composta) di ottenere la

serie temporale registrata:

Questa può considerarsi come la probabilità di ottenere le misure, assegnati i

parametri

62

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 73: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Nella ipotesi di indipendenza delle osservazioni, tale probabilità diviene:

La precedente probabilità si chiama anche funzione di verosimiglianza

rappresenta ed è evidentemente una funzione dei parametri.

63

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 74: 10b   precipitazioni

R. Rigon

64

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

In effetti, utilizzando il teorema di Bayes, questa è proporzionale alla probabilità

dei parametri, condizionata alle misure:

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 75: 10b   precipitazioni

R. Rigon

65

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

In effetti, utilizzando il teorema di Bayes, questa è proporzionale alla probabilità

dei parametri, condizionata alle misure:

Questo è un numero ( a s s e g n a t e l e misure), l’evidenza

Questa è la “prior”, la distribuzione a priori dei parametri

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 76: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

(in figura una sezione della distribuzione per un assegnato valore di b)

66

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 77: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza assume che i parametri più affidabili

siano i più probabili, quelli corrispondenti ai massimi, alla moda, della

distribuzione

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Nel caso della figura, a*.

67

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 78: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

I massimi della distribuzione si ottengono derivando la

rispetto ai parametri. Se si assume che

con dominio sufficientemente più esteso rispetto al domino di

68

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 79: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

Allora calcolare i massimi di

Concide con il calcolare i massimi della verosimiglianza:

69

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 80: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Per semplificare i calcoli dei massimi si definisce anche la funzione detta

di log-verosimiglianza:

70

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

log(P [{h1, · · ·, hN}; a, b]) =N�

i=1

log(P [hi; a, b])

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 81: 10b   precipitazioni

R. Rigon

71

Il metodo della massima verosimiglianza(maximum likelihood)

relativi alla distribuzione di Gumbel ma con validità generale

�⇥ log(P [{h1,···,hN};a,b])

⇥a = 0⇥ log(P [{h1,···,hN};a,b])

⇥b = 0

Che produce un sistema di due equazioni non-lineari in due incognite.

Allora, i parametri della curva, che ne descrive la popolazione si possono ottenere

da:

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 82: 10b   precipitazioni

R. Rigon

72

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 83: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Metodo dei minimi quadrati

Consiste nel definire lo scarto quadratico tra le misure, di ECDF, e la probabilità

di non superamento:

�2(⇥) =n�

i=1

(Fi � P [H < hi; ⇥])2

e nel minimizzarlo

73

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 84: 10b   precipitazioni

R. Rigon

scarto quadratico

Metodo dei minimi quadrati

Consiste nel definire lo scarto quadratico tra le misure, di ECDF, e la probabilità

di non superamento:

�2(⇥) =n�

i=1

(Fi � P [H < hi; ⇥])2

e nel minimizzarlo

73

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 85: 10b   precipitazioni

R. Rigon

ECDFscarto quadratico

Metodo dei minimi quadrati

Consiste nel definire lo scarto quadratico tra le misure, di ECDF, e la probabilità

di non superamento:

�2(⇥) =n�

i=1

(Fi � P [H < hi; ⇥])2

e nel minimizzarlo

73

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 86: 10b   precipitazioni

R. Rigon

ProbabilitàECDFscarto quadratico

Metodo dei minimi quadrati

Consiste nel definire lo scarto quadratico tra le misure, di ECDF, e la probabilità

di non superamento:

�2(⇥) =n�

i=1

(Fi � P [H < hi; ⇥])2

e nel minimizzarlo

73

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 87: 10b   precipitazioni

R. Rigon

⇤�2(⇥j)⇤⇥j

= 0 j = 1 · · · m

Tale minimizzazione si ottiene derivando l’espressione dello scarto rispetto

agli m parametri

Ottenendo così le m equazioni in m incognite necessarie.

74

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 88: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Come risultato abbiamo 3 coppie di parametri, tutti in un certo senso ottimi. Per distinguere quali tra questi insiemi di parametri è migliore, dobbiamo usare un criterio di confronto (un test non parametrico). Useremo test di Pearson.

75

Dopo l’applicazione dei vari metodi di adattamento ...

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 89: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il test di Pearson è un test NON parametrico e consiste:

1 - Nel suddividere il campo di probabilità in k parti, per esempio uguali

76

Il Test di Pearson

Stima dei parametri

Wednesday, April 10, 13

Page 90: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il test di Pearson è un test NON parametrico e consiste:

2 - derivarne una suddivisione del dominio

77

Il Test di Pearson

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 91: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il test di Pearson è un test NON parametrico e consiste:

3 - Contare il numero di dati in ciascun intervallo (tra i cinque della figura)

78

Il Test di Pearson

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 92: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il test di Pearson è un test NON parametrico e consiste:

3 - Contare il numero di dati in ciascun intervallo (tra i cinque della figura)

79

Il Test di Pearson

7

7

9

137

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 93: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il test di Pearson è un test NON parametrico e consiste:

6 - Valutare la funzione

P [H < h0] = P [H < 0]

P [H < hn+1] = P [H <�]

dove:

80

Il Test di Pearson

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 94: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il Test di Pearson

Quindi:

e nel caso della figura delle slides precedenti

(P [H < hj+1]� P [H < hj ]) = 0.2

81

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 95: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il Test di Pearson

6 - Scegliere la coppia di parametri per cui X2 è più piccolo

7 - Si ripetono tutte le operazioni per ogni durata (ad esempio, 1, 3, 6, 12, 24

ore): visto che tutte le procedure si riferiscono ad una singola durata

Per completare il tutto

82

Test delle ipotesi

Wednesday, April 10, 13

Page 96: 10b   precipitazioni

R. Rigon

0 50 100 150

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

Precipitazione [mm]

P[h]

1h

3h

6h

12h

24h

83

Dopo aver applicato Pearsone ripetuto l’operazione per ognii durata

Le linee segnalitrici di possibilità pluviometrica

Wednesday, April 10, 13

Page 97: 10b   precipitazioni

R. Rigon

0 50 100 150

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

Precipitazione [mm]

P[h]

1h

3h

6h

12h

24h

Tr = 10 anni

h1 h3 h6 h12 h24

84

Dopo aver applicato Pearsone ripetuto l’operazione per ogni durata

Le linee segnalitrici di possibilità pluviometrica

Wednesday, April 10, 13

Page 98: 10b   precipitazioni

R. Rigon

0 5 10 15 20 25 30 35

40

60

80

100

120

140

160

180

Linee Segnalitrici di Possibilita' Pluviometrica

h [mm]

t [o

re]

85

Si ottengono infine per interpolazione le

Le linee segnalitrici di possibilità pluviometrica

Wednesday, April 10, 13

Page 99: 10b   precipitazioni

R. Rigon

0.5 1.0 2.0 5.0 10.0 20.0

60

80

100

120

140

160

Linee Segnalitrici di Possibilita' Pluviometrica

t [ore]

h [

mm

]

86

Si ottengono infine per interpolazione le

Le linee segnalitrici di possibilità pluviometrica

Wednesday, April 10, 13

Page 100: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il �2

Se una variabile X è distribuita secondo un curva normale a media nulla e

varianza unitaria, allora la variabile

e’ distribuita secondo la distribuzione del “Chi quadrato” (come fu provato

da Ernst Abbe, 1840-1905) e si indica con

che è una distribuzione monoparametrica della famiglia della distribuzione

Gamma. L’unico parametro è chiamato “gradi di libertà”

87

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 101: 10b   precipitazioni

R. Rigon

La distribuzione, in effetti, è:

E la sua cumulata:

dove è la funzione “gamma” incompleta�()

Il �2

from Wikipedia

88

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 102: 10b   precipitazioni

R. Rigon

La funzione gamma incompleta

La funzione Gamma

89

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 103: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il �2

from Wikipedia

90

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 104: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il valore atteso della distribuzione è pari al numero di gradi di libertà

Il �2

La varianza è pari a due volte il numero di gradi di libertà

E(�k) = k

V ar(�k) = 2k

from Wikipedia

91

La moda è pari a

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 105: 10b   precipitazioni

R. Rigon

In generale il è usato in statistica (dopo il lavoro di Pearson e Fisher) per

stimare la bontà di una inferenza, ed in particolare l’uguguglianza di una

distribuzione di dati con una distribuzione di riferimento (ipotesi zero). Il

test ha la forma generale

Il �2

�2

from Wikipedia

92

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 106: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il �2

Assumendo che la radice della variabile rappresentata nella sommatoria sia

distribuita gaussianamente, allora ci si aspetta che la variabile somma dei

quadrati sia distribuita secondo il con un grado di libertà pari al numero

di addendi diminuito di 1.

�2

from Wikipedia

93

In altre parole, nell’ipotesi di ripetere un numero illimitato di volte

l’esperimento che ha prodotto i dati, ci si aspetta che la distribuzione

degli X2 , ottenuta dalla ripetizione dell’esperimento, sia un con

k-1 gradi di libertà.

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 107: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Ovvero

Se i dati riproducono perfettamente l’ipotesi,

Il valore atteso dell’errore però pari al numero di gradi di libertà, k.

Un certo numero di campioni “sfortunati” avrà un elevato

94

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 108: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Ovvero

Ci sono due modi per ottenere un valore elevato di X2:

•se i dati provengono dalla distribuzione ipotizzata, ma il campione è

relativamente raro

•se i dati NON sono rari MA provengono da un’altra distribuzione95

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 109: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il ha importanza perchè possiamo fare due ipotesi mutuamente esclusive. L’ipotesi zero:

Il �2

�2

from Wikipedia

E il suo contrario, l’ ipotesi alternativa:

che campione e popolazione abbiano la medesima distribuzione

che campione e popolazione NON abbiano la medesima distribuzione

96

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 110: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Non c’è possibilità di distinguere un caso dall’altro

L’analisi statistica NON è in grado di distinguere il falso dal

vero con certezza

Però ci si può accordare che, per esempio, il nostro campione ha una

differenza dal campione di riferimento (misurata secondo Pearson),

ovvero un X2, che si rivela più di una volta su venti su possibili

ripetizioni dell’esperimento probabilistico (un periodo di ritorno di venti

tentativi) non possiamo rigettare (falsificare statisticamente) l’ipotesi che

i nostri dati provengano dalla distribuzione ipotizzata.

Dunque l’ipotesi zero si accetta e si rigetta l’ipotesi alternativa, con una

confidenza, nel caso descritto, di 1/20=0.05

97

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 111: 10b   precipitazioni

R. Rigon

L’accettazione dell’ipotesi zero

E’ dunque legata ad una scelta soggettiva (il margine di confidenza), assegnato

secondo un criterio assunto come “ragionevole”.

Per questo si usa tradizionalmente la dizione: “non si può rigettare”, invece di “si

accetta”.

A ben vedere però, la questione di come si dice, non è veramente sostanziale.

Il criterio per quanto soggettivo è organizzato quantitativamente, e dà risultati

ripetibili.

98

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 112: 10b   precipitazioni

R. Rigon

In pratica

Si assegna il grado di confidenza, c e si inverte la probabilità

ovvero:

99

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 113: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Se

Si rigetta l’ipotesi zero

Viceversa

si accetta (nel gergo statistico: non si può rigettare)

100

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 114: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Corollario

Avendo a disposizione più ipotesi zero valide

Si accetta

Quella con più piccolo

Che corrisponde ad eventi non rigettati (accettati!) con maggior grado di

confidenza.

101

Ancora sul test di Pearson

Wednesday, April 10, 13

Page 115: 10b   precipitazioni

Le precipitazioni estreme - GEV

Riccardo Rigon

Mic

hel

angel

o, I

l d

ilu

vio,

15

08

-15

09

Wednesday, April 10, 13

Page 116: 10b   precipitazioni

R. Rigon

A little more formal

L’uso della distribuzione di Gumbel non deriva da un capriccio ma da un

Teorema, il quale afferma che, sotto ipotesi abbastanza generali, la

distribuzione dei massimi scelti da campioni di opportuna numerosità

non può che appartenere ad una delle seguenti famiglie di distribuzioni:

I) Distribuzione di Gumbel

G(z) = e�e�z�b

a �⇥ < z <⇥a > 0

103

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 117: 10b   precipitazioni

R. Rigon

L’uso della distribuzione di Gumbel non deriva da un capriccio ma da un

Teorema, il quale afferma che, sotto ipotesi abbastanza generali, la

distribuzione dei massimi scelti da campioni di opportuna numerosità non

può che appartenere ad una delle seguenti famiglie di distribuzioni:

II) Distribuzione di Frechèt

G(z) =

�0 z � b

e�( z�ba )��

z > b

� > 0a > 0

A little more formal

104

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 118: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Media

Moda

Mediana

Varianza

P [X < x] = e�x��

A little more formal

II) Distribuzione di Frechèt from Wikipedia

105

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 119: 10b   precipitazioni

R. Rigon

dfrechet(x, loc=0, scale=1, shape=1, log = FALSE) pfrechet(q, loc=0, scale=1, shape=1, lower.tail = TRUE) qfrechet(p, loc=0, scale=1, shape=1, lower.tail = TRUE)rfrechet(n, loc=0, scale=1, shape=1)

R:

A little more formal

106

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 120: 10b   precipitazioni

R. Rigon

L’uso della distribuzione di Gumbel non deriva da un capriccio ma da un

Teorema, il quale afferma che, sotto ipotesi abbastanza generali, la

distribuzione dei massimi scelti da campioni di opportuna numerosità non

può che appartenere ad una delle seguenti famiglie di distribuzioni:

� > 0a > 0

G(z) =

�e�[�( z�b

a )]��

z < b1 z � b

A little more formal

III) Distribuzione di Weibull

107

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 121: 10b   precipitazioni

R. Rigon

from Wikipedia

III) Distribuzione di Weibull(P. Rosin and E. Rammler, 1933)

A little more formal

108

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 122: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Quando k = 1, la distribuzione di Weibull

si riduce alla distribuzione esponenziale.

Quando k = 3.4, la distribuzione Weibull

diventa molto simile alla distribuzione

normale.

Media

Moda

Mediana

Varianza

from Wikipedia

III) Distribuzione di Weibull(P. Rosin and E. Rammler, 1933)

A little more formal

109

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 123: 10b   precipitazioni

R. Rigon

dweibull(x, shape, scale = 1, log = FALSE)pweibull(q, shape, scale = 1, lower.tail = TRUE, log.p = FALSE)qweibull(p, shape, scale = 1, lower.tail = TRUE, log.p = FALSE)rweibull(n, shape, scale = 1)

R:

A little more formal

110

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 124: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il teorema suddetti tuttavia può essere riformulato in funzione di una

distribuzione a tre parametri detta Generalized Extreme Values o GEV

G(z) = e�[1+�( z�µ⇤ )]�1/⇥

z : 1 + ⇥(z � µ)/⇤ > 0�⇥ < µ <⇥ ⇤ > 0

�⇥ < ⇥ <⇥

Per la distribuzione degenera nella distribuzione di Gumbel

Per la distribuzione diviene una distribuzione di Frechèt

Per la distribuzione diviene una Weibull

� = 0� > 0� < 0

A little more formal

111

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 125: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Il teorema suddetti tuttavia può essere riformulato in funzione di una

distribuzione a tre parametri detta Generalized Extreme Values o GEV

G(z) = e�[1+�( z�µ⇤ )]�1/⇥

z : 1 + ⇥(z � µ)/⇤ > 0�⇥ < µ <⇥ ⇤ > 0

�⇥ < ⇥ <⇥

A little more formal

112

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 126: 10b   precipitazioni

R. Rigon

gk = �(1� k�)

Il teorema suddetti tuttavia può essere riformulato in funzione di una

distribuzione a tre parametri detta Generalized Extreme Values o GEV

A little more formal

113

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 127: 10b   precipitazioni

R. Rigon

dgev(x, loc=0, scale=1, shape=0, log = FALSE) pgev(q, loc=0, scale=1, shape=0, lower.tail = TRUE) qgev(p, loc=0, scale=1, shape=0, lower.tail = TRUE)rgev(n, loc=0, scale=1, shape=0)

R

A little more formal

114

Distribuzioni dei valori estremi

Wednesday, April 10, 13

Page 128: 10b   precipitazioni

R. Rigon

Grazie per l’attenzione!

G.U

lric

i, 2

00

0 ?

115

Wednesday, April 10, 13

Page 129: 10b   precipitazioni

R. Rigon

•Albertson, J., and M. Parlange, Surface Length Scales and Shear Stress: Implications

for Land-Atmosphere Interaction Over Complex Terrain, Water Resour. Res., vol. 35,

n. 7, p. 2121-2132, 1999

•Burlando, P. and R. Rosso, (1992) Extreme storm rainfall and climatic change,

Atmospheric Res., 27 (1-3), 169-189.

•Burlando, P. and R. Rosso, (1993) Stochastic Models of Temporal Rainfall:

Reproducibility, Estimation and Prediction of Extreme Events, in: Salas, J.D., R.

Harboe, e J. Marco-Segura (eds.), Stochastic Hydrology in its Use in Water Resources

Systems Simulation and Optimization, Proc. of NATO-ASI Workshop, Peniscola,

Spain, September 18-29, 1989, Kluwer, pp. 137-173.

Bibliografia e Approfondimenti

116

Wednesday, April 10, 13

Page 130: 10b   precipitazioni

R. Rigon

•Burlando, P. e R. Rosso, (1996) Scaling and multiscaling Depth-Duration-Frequency

curves of storm precipitation, J. Hydrol., vol. 187/1-2, pp. 45-64.

•Burlando, P. and R. Rosso, (2002) Effects of transient climate change on basin

hydrology. 1. Precipitation scenarios for the Arno River, central Italy, Hydrol.

Process., 16, 1151-1175.

•Burlando, P. and R. Rosso, (2002) Effects of transient climate change on basin

hydrology. 2. Impacts on runoff variability of the Arno River, central Italy, Hydrol.

Process., 16, 1177-1199.

• Coles S.,‘‘An Introduction to Statistical Modeling of Extreme Values, Springer,

2001

• Coles, S., and Davinson E., Statistical Modelling of Extreme Values, 2008117

Wednesday, April 10, 13

Page 131: 10b   precipitazioni

R. Rigon

•Foufula-Georgiou, Lectures at 2008 Summer School on Environmental Dynamics,

2008

•Fréchet M., Sur la loi de probabilité de l'écart maximum, Annales de la Société

Polonaise de Mathematique, Crocovie, vol. 6, p. 93-116, 1927

•Gumbel, On the criterion that a given system of deviations from the probable in

the case of a correlated system of variables is such that it can be reasonably

supposed to have arisen from random sampling, Phil. Mag. vol. 6, p. 157-175, 1900

• Houze, Clouds Dynamics, Academic Press, 1994

118

Wednesday, April 10, 13

Page 132: 10b   precipitazioni

R. Rigon

• Kleissl J., V. Kumar, C. Meneveau, M. B. Parlange, Numerical study of dynamic

Smagorinsky models in large-eddy simulation of the atmospheric boundary layer:

Validation in stable and unstable conditions, Water Resour. Res., 42, W06D10, doi:

10.1029/2005WR004685, 2006

•Kottegoda and R. Rosso, Applied statistics for civil and environmental engineers,

Blackwell, 2008

•Kumar V., J. Kleissl, C. Meneveau, M. B. Parlange, Large-eddy simulation of a diurnal

cycle of the atmospheric boundary layer: Atmospheric stability and scaling issues,

Water Resour. Res., 42, W06D09, doi:10.1029/2005WR004651, 2006

•Lettenmaier D., Stochastic modeling of precipitation with applications to climate

model downscaling, in von Storch and, Navarra A., Analysis of Climate Variability:

Applications and Statistical Techniques,1995

119

Wednesday, April 10, 13

Page 133: 10b   precipitazioni

R. Rigon

•Salzman, William R. (2001-08-21). "Clapeyron and Clausius–Clapeyron

Equations" (in English). Chemical Thermodynamics. University of Arizona. Archived

from the original on 2007-07-07. http://web.archive.org/web/20070607143600/

http://www.chem.arizona.edu/~salzmanr/480a/480ants/clapeyro/clapeyro.html.

Retrieved 2007-10-11.

•von Storch H, and Zwiers F. W, Statistical Analysis in climate Research, Cambridge

University Press, 2001

•Whiteman, Mountain Meteorology, Oxford University Press, p. 355, 2000

120

Wednesday, April 10, 13