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Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE E I SENTIMENTI DI MOLTE PERSONE. NOI DAREMO LORO UN VOLTO E UNA VOCE. Il corpo di Silvia “Dal cumulo d’immondizia nella discarica sporge qual- cosa che brilla. Il barbone si avvicina guardingo, fa- cendosi precedere dal fa- scio di luce della pila. Un orologio! E sembra d’oro! Fa un passo avanti e si chi- na per raccogliere l’orologio, che fa resisten- za. Il barbone tira e il prezioso oggetto è seguito da una mano e poi da un braccio. E il braccio è attaccato a una spalla, e la spalla a un busto… Molla di colpo la presa; si china di più e av- vicina la pila. Una donna, elegante. Sem- bra giovane, e anche morta. E’ lì e gli occhi aperti, az- zurri, fissano il cielo. ” Scuola secondaria “C. Agostini” di San Martino di Lupari Classe 2^C a. s. 2010/2011 Orrore a Padova! Giovane donna rinvenuta morta in discarica Probabile il movente passionale È stato ritrovato ieri notte un cada- vere appartenente ad una donna nella discarica di via Jacopo Stret- to a Padova. Ad ucciderla sarebbe stata una coltellata ricevuta in pie- no petto. L’arma del delitto, un coltello, è stata rinvenuta accanto al corpo. Il movente sembrerebbe passionale, dato che il cadavere indossava ancora un orologio d’oro. Dalle prime indiscrezioni trapelate risulta trattarsi di Silvia Gasparin, scomparsa da due giorni, studentessa alla facoltà di lettere e filosofia, 23 anni appena compiu- ti. Il corpo senza vita della donna è stato rinvenuto da uno scono- sciuto, che ha avvisato la polizia da una cabina telefonica; potreb- be trattarsi dell’assassino, ma il sospettato principale sembra es- sere un compagno di studi della vittima che, secondo alcune testi- moni, amiche della ragazza, la infastidiva da qualche tempo. Questo troverebbe conferma an- che in una querela sporta dalla vittima pochi giorni or sono. Sconvolti i familiari, che non hanno voluto rilasciare dichiara- zioni. Si attendono i risultati dell’autopsia per confermare l’ipotesi della morte per accoltel- lamento. Dal Mattino di Padova del 5 aprile 2011 (a cura di Andrea Antonello) Un cadavere in discarica! (Il nostro punto di partenza) Enrico il barbone

Giallo e non solo

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L’inferno dantesco è da secoli fonte di ispirazione per gli artisti… e lo è stato anche per noi alunni della classe 2^C della scuola secondaria di San Martino di Lupari!

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Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE

E I SENTIMENTI DI MOLTE PERSONE. NOI DAREMO LORO UN VOLTO E UNA VOCE.

Il corpo di Silvia

“Dal cumulo d’immondizia nella discarica sporge qual-cosa che brilla. Il barbone si avvicina guardingo, fa-cendosi precedere dal fa-scio di luce della pila. Un orologio! E sembra d’oro! Fa un passo avanti e si chi-na pe r r accog l i e r e l’orologio, che fa resisten-za. Il barbone tira e il prezioso oggetto è seguito da una mano e poi da un braccio. E il braccio è attaccato a una spalla, e la spalla a un busto… Molla di colpo la presa; si china di più e av-vicina la pila. Una donna, elegante. Sem-bra giovane, e anche morta. E’ lì e gli occhi aperti, az-zurri, fissano il cielo. ”

Scuola secondaria “C. Agostini” di San Martino di Lupari Classe 2^C a. s. 2010/2011

Orrore a Padova! Giovane donna rinvenuta morta in discarica

Probabile il movente passionale È stato ritrovato ieri notte un cada-vere appartenente ad una donna nella discarica di via Jacopo Stret-to a Padova. Ad ucciderla sarebbe stata una coltellata ricevuta in pie-no petto. L’arma del delitto, un coltello, è stata rinvenuta accanto al corpo. Il movente sembrerebbe passionale, dato che il cadavere indossava ancora un orologio d’oro. Dalle prime indiscrezioni trapelate risulta trattarsi di Silvia Gasparin, scomparsa da due giorni, studentessa alla facoltà di lettere e

filosofia, 23 anni appena compiu-ti. Il corpo senza vita della donna è stato rinvenuto da uno scono-sciuto, che ha avvisato la polizia da una cabina telefonica; potreb-be trattarsi dell’assassino, ma il sospettato principale sembra es-sere un compagno di studi della vittima che, secondo alcune testi-moni, amiche della ragazza, la infastidiva da qualche tempo. Questo troverebbe conferma an-che in una querela sporta dalla vittima pochi giorni or sono. Sconvolti i familiari, che non hanno voluto rilasciare dichiara-zioni. Si attendono i risultati dell’autopsia per confermare l’ipotesi della morte per accoltel-lamento.

Dal Mattino di Padova del 5 aprile 2011 (a cura di Andrea Antonello)

Un cadavere in discarica! (Il nostro punto di partenza) Enrico il barbone

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Pagina 2 Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE

Il diario di Silvia

1 aprile 2011 Caro diario, stasera ho capito che non le piaccio e non mi vuole. Ho perso ogni speranza e, riprendendo una canzone dei Gem-Boy, “Voglio farla finita con questo schifo di vita”. Questa sera sono andato in discoteca, dove sapevo che l’avrei vista; ero pieno di speranza, ma in un secondo è diventata disperazione, perché quando sono entrato l’ho trovata abbracciata ad un altro. Mi sentivo come la “torcia umana”: ero così arrabbiato che mi sembrava di andare a fuoco. Mi stavo avviando verso l’uscita quando la donna dei miei sogni mi ha chiamato per presentarmi il suo fidanzato. A quel punto ho provato un grande disprezzo

verso di lei e le ho detto in faccia chiaro e forte: “Se non posso averti io non ti avrà nessun altro!!”. Ma la cosa che mi ha fatto più arrabbiare è che quei due mi hanno deriso assieme ai loro amici. Ma ride bene chi ride ultimo: le preparerò una vendetta coi fiocchi!!!

_______

Una telefonata: ERA LEI!!! Ha accettato di incontrarmi domani.

MA COS’ERA ACCADUTO PRIMA?

Dal diario di Silvia - l’ultima pagina (a cura di Gianluca Mognon)

1 aprile 2011 Caro diario, anche questa giornata è passata e ti devo dire che l’ ho trascorsa vera-mente bene! Oggi ho dato l’ esame di storia e ho preso 25, anche se avrei meritato un voto più alto! Domani avrò l’esame scritto di ita-liano e non sarà molto facile: ho dovuto studiare più di 600 pagine e non mi ricordo tutto. Mi stavo dimenticando di dirti che domani sera devo anche incontrare Riccardo, un ragazzo conosciuto qualche tempo fa. Pensa che si è

innamorato di me e mi ha chiesto di metterci assieme, ma, come puoi im-maginare, io ho rifiutato. Da quel momento è cambiato nei miei con-fronti e mi minaccia; me lo trovo in continuazione anche fuori dalla di-scoteca. Oggi mi è arrivata una sua lettera che mi ha molto spaventata, perché contiene minacce di morte. Ho paura, anche perché sul suo conto girano strane voci e sembra un tipo poco raccomandabile. Ho accettato di incontrarlo perché spero che riu-scirò a convincerlo a lasciarmi perde-re. Ti racconterò...

Dal diario di Riccardo la sera precedente il delitto (a cura di Alessandro Franco)

Spero che sia per dirmi che ha cambiato idea e che vuole darmi una possibilità. Sarà meglio per lei che sia così, perché io andrò all’ appuntamento con il mio coltello da cucina e se sarò co-stretto dalla sua testardaggine lo userò su di lei. Gliel’ho anche scritto nelle tante lettere a cui lei non ha mai risposto: può sceglie-re tra me e la morte, ma non può continuare a trattarmi come se io non contassi niente!

Il diario di Riccardo

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Lunedì 4 aprile 2011 Ho appena trovato una ragazza morta buttata nella discarica. Non so cosa fare. Devo andarlo a dire alla polizia o no? Ti giuro che non ho mai preso un si-mile spavento e non riesco a farmi andare via quell’immagine dalla men-te. E’ successo tutto così: stavo frugando nella discarica, in cerca di qualcosa per ripararmi dal freddo; era buio, avevo la pila, quando ho visto in lon-tananza qualcosa che luccicava. Incu-riosito, mi sono avvicinato: era un orologio d’oro. Poi mi sono accorto che c’era una mano, e lì il grande spa-vento. Dopo, sporgendomi un po’ in avanti, ho visto quella bella donna e ho capi-to subito che era morta. Quando ho scoperto il cadavere, sono corso subi-to via, sperando che nessuno mi aves-se visto, e sono andato a dire ciò che avevo visto al mio amico Gaspare, che vive per la strada, come me. Gli ho raccontato tutto nei minimi

Però sono troppo spaventato per andarlo a dire alla polizia: magari chiamerò da una cabina telefoni-ca… non voglio problemi! Ora sono qui, sul marciapiede del-la stazione; accanto a me c’è Ga-spare. Con qualcuno vicino mi sento più al sicuro, ma non andrò mai più in una discarica!

dettagli, ma ovviamente mi ha detto che non ci credeva e che ci avrebbe creduto solo se gli avessi fatto vedere il cadavere. Io però gli ho risposto che in quel posto non ci sarei più ritornato. Gli ho detto che se vuole può andarci da solo. Mi domando ancora chi può aver fatto una cosa tanto orribile, uccidendo quella povera ragazza.

Dal diario del barbone la sera del ritrovamento (a cura di Manuela Antonello)

Pagina 3 Giallo e non solo…

prova?! E’ vero, io in quelle lettere le scri-vevo che avrei potuto arrivare ad ucciderla, ma le dicevo anche che l’amavo e che a-vrei voluto passare la mia vita con lei!!!

Come potevo fargliela pagare? Era arrivato il momento… Non ci ho visto più: l’ho presa con la forza e l’ho caricata in macchina. Lei cercava di scendere, allora io aumentavo sempre più la velocità. Mi sono fermato vicino alla discarica; volevo che fosse mia, ma lei mi respingeva e tentava di scappare. Allora ho preso il coltello che avevo portato con me e l’ho uccisa: una coltellata in pieno petto e lei non ha più potuto dirmi di no…

Poi ho nascosto il corpo sotto a dei sacchi di rifiuti; quello è il suo posto: IN DISCARI-CA! O mia o di nessuno!

2 aprile 2011

Diario,

quella che ti sta scrivendo è la mano di un assassino. Sì: volevo vendicarmi, non ne potevo più: lo dovevo fare!

Il giorno che vidi Silvia per la prima volta stava ballando in discoteca sopra un cu-bo; era bella e si muoveva come una sire-na: attirava gli sguardi di tutti. Ad un tratto scese dal cubo e andò a bere qualcosa con un ragazzo, poi se ne tornò in pista con un altro e si diresse infine verso di me. Ero certo che l’avrei conquistata, ma lei mi degnò appena di uno sguardo.

Tornai diverse volte; mi piaceva, ma lei mi evitava. Una sera, sempre in quella disco-teca, mi feci coraggio e le chiesi di bere

un drink con me; lei mi sorrise distratta-mente e mi rispose: “Con uno come te non andrei nemmeno a fumare una siga-retta.”

Mi prese la rabbia e me ne andai, ma ogni sera l’aspettavo all’uscita della discoteca e ogni sera era con un ragazzo diverso. Eppur io la amavo! Perché con loro sì e con me no?!

Finalmente ieri Silvia mi aveva dato un appuntamento! Oggi ci sono andato, con-vinto di piacerle e pensando che si trattas-se di un appuntamento amoroso… Mi sono invece ritrovato come di fronte a un muro; lei non mi voleva! Mi ha anche mi-nacciato che se non la avessi lasciata in pace si sarebbe rivolta alla polizia, portan-do le mie lettere come prova. Ma quale

Enrico e l’amico clochard Gaspare

Dal diario di Riccardo la sera del delitto (a cura di Hilary Fabbro)

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Lettera d’amore di Riccardo ( a cura di Francesca Zambrano)

Pagina 4 Giallo e non solo…

Quante lettere attorno ad una vicenda: lettere d’amore, di minaccia, di dolore...

tuoi incubi per l’ eternità. Voglio che ti sve-gli di colpo la notte tutta sudata e che pensi a me come a un angelo, a cui tu hai strap-pato le ali e a cui hai rubato il cuore, tra-sformandolo in un demonio arrabbiato che a ogni tua mossa falsa avvicina sempre più il suo sottile coltello alla tua gola fino a che affonda nella tua carne trascinandosi dietro, via dal tuo corpo, la tua inutile esi-stenza.

Se provi a denunciarmi alla polizia, potrò andare in prigione, ma quando ne uscirò ti rintraccerò e la tua fine sarà ancora più lenta e dolorosa di quanto puoi immagina-re. Puoi scappare se vuoi, ma io ti ritrove-rò; puoi far passare giorni, mesi, anni rifu-giandoti in un altro Stato, ma sappilo, io prima o poi mi vendicherò, e, come spero tu sappia, la vendetta è un piatto che va servi-to freddo.

Tanti baci dal peggiore dei tuoi incubi Riccardo

.

Cara Silvia, 30 marzo2011

a quanto pare non vuoi proprio ricambiare il mio amore...non sono contento che tu stia bene e che sia felice senza di me, quindi ti lascio due scelte: puoi metterti con me op-pure rifiutarti, ma allora saranno guai seri. Non ho ancora deciso cosa potrei farti… per te non vorrei una morte troppo banale e troppo rapida, voglio vederti soffrire come sto soffrendo io a vederti ogni “santo gior-no” in facoltà , voglio vederti morire da-vanti ai miei occhi in un dolore che ti pie-ghi mettendoti in ginocchio, a chiedermi di avere pietà di te, e io con un sorriso beffar-do ti dirò di no, che la tua fine è giunta. E quando sarai “crepata” farò mangiare il tuo corpo dai ratti, e quando non ci sarà più niente di te la mia vendetta sarà com-piuta, e in quel momento, solo allora potrò ritenermi soddisfatto.

Nell’altro caso devi fare tutto quello che ti dirò io fino alla fine dei tuoi giorni; se fa-rai un passo falso, lo sai anche tu, la tua vita finisce lì; sono e sarò il peggiore dei

Lettera di minaccia di Riccardo (a cura di Linda Galiazzo)

come me, ma io ho un anno in più di te; so pure che sei intel-ligente... non so se io mi posso definire tale, ma non me la ca-vo poi tanto male neanche io. Ti starai chiedendo come fac-cio a sapere tutte queste cose di te. E’ semplice: ho un amico che è in corso con te; lui mi fa da “spia” e mi riferisce tutto quello che scopre su di te. Lo vedi cosa mi fai fare? Ricor-dati sempre che ti amo da mo-rire (ma forse lo avevi già ca-pito)!

Baci da Riccardo (il tuo ammi-ratore forever)

              18 gennaio 2011

Cara Silvia,

sei una ragazza favolosa, hai i capelli biondi e gli occhi del colore del mare, ma soprattutto sei bellissima. Ti prego di non respingermi : io voglio stare con te per sempre, e se non lo avessi capito io TI AMO, TI A-MO DA IMPAZZIRE! Di te mi piacciono il sorriso, la simpati-a e la bellezza. Lo so che non è la prima volta che ti scrivo una lettera, ma tu non mi hai mai risposto… Mia Silvia, io ti guardo da lontano proprio come fa un ammiratore segreto, ma lo

faccio perché non ho il corag-gio di parlarti e ti ammiro in silenzio. Penserai che sono un pazzo ma non è così, anzi sì, sono pazzo di te! Io ti penso alla sera e non riesco a dormi-re, poi mi addormento e ti so-gno quasi sempre e sei il mio primo pensiero alla mattina appena mi sveglio. Ogni tanto ti vedo in discoteca con le tue amiche e una sola volta mi hai degnato di uno sguardo, io in-vece ti guardo sempre! E’ pro-babile che ti fischino le orec-chie ogni tanto; se è così, sappi che sono io che ti penso inten-samente e con tanto amore. So che frequenti l’ università,

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6 aprile 2011 Cara Silvia, So che ora potrai riposare in pace,senza essere perseguitata e minacciata da quel maledetto che ti ha tolto la vita. Eri un’amica stupenda e un’ottima studentessa;sognavi di diventare qualcuno e secon-do me ci saresti riuscita. Non posso immaginare il mio futuro senza di te, perché tu per me non eri solo un’ amica: eri una sorella e appena avevo un problema sapevo di poter

contare su di te , che mi aiutavi a superarlo. Ma io ti prometto che sarà fat-ta giustizia, perché non per-metteremo a quell’assassino di farla franca.

Non riesco più a scrivere dalla tristezza che provo,ma devi sa-pere che sarai per sempre nel mio cuore…Addio La tua amica

Giada

Pagina 5 Giallo e non solo...

Silvia Gasparin (a destra) con l’amica Giada

Lettera di Giada, amica di Silvia (a cura di Klaudia Avduramani)

Lettera di Riccardo dopo l’omicidio ( a cura di Denise Gorgi)

3 aprile 2011 Ciao Silvia, sono io, il tuo incubo peggiore diventato realtà. Chissà quante volte mi avrai so-gnato, ma anche io ho sognato molte volte: pensavo di porre fine alle mie pene d’amore e di non innamorarmi più, ma poi mi sono innamorato di te e te l’ho detto. Tu non mi hai voluto, mi hai respinto e in tal modo hai firmato la tua condanna a morte. Ho deciso di servirti la tua morte su un piatto d’argento; ho architettato tutto da solo e mi sono fatto anche i complimenti, perché una morte così cruenta nessuno se la sarebbe mai aspettata, ma si sa… io sono fatto così . Sai quanto mi dispiace per la tua fine? Sinceramente … neanche un po’! Ora che mi sono liberato sono molto più contento. I tuoi occhi che non mi hanno mai degnato di uno sguardo ora non guarderanno più nessuno. Vorrei dirti dove me ne andrò, ma è inutile: tu ormai sei morta e io ne vado fie-ro, hai capito? Ho detto MORTA, in una pozza di sangue! E così soffriranno anche le persone che ti erano vicine, perché non ti hanno mai convinto a darmi una possibilità; pensavano solo a difenderti da me… poveri il-lusi! Addio Silvia, avremmo potuto essere felici, se solo tu lo avessi voluto… Riccardo

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Pagina 6 Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE

Sentiamo ora direttamente le voci dei protagonisti

La cattedrale è un edificio imponente; a quell’ora è perfino spaventosa. Il campanile, alto e potente, si erge sovrastando due figure, minuscole e fragili che, nel frattempo, parlano tra loro: “Silvia, amo-re della mia vita, sostanza della mia povera esi-stenza, finalmente ti sei resa conto dell’ errore che hai fatto rifiutandomi. Hai finalmente capito che il tuo cuore appartiene a me, vero? Ti starai chie-dendo come hai fatto a vivere senza di me fino-ra.” “No, Riccardo, mi dispiace che tu abbia pensato a tutto ciò, ti sei illuso, in realtà sono qui per cer-care di farti capire che tra noi non può funziona-re! Tu non mi piaci abbastanza, sei poco raccoman-dabile e troppo ossessivo. Io ho bisogno di qual-cuno che mi lasci respirare, no, non posso accet-tarti.” “Avanti Silvia! Tu sei bellissima e io ti amo con ogni particella della mia - senza te - inutile esi-stenza!

E sono sicuro che tu contraccambi questo mio im-menso amore per te.” “No, Riccardo, te l’ho già detto! Lasciami in pace, ti prego. Addio.” “No, no, no, no, no! Non mi aspettavo di certo que-sto da te! Oh, ora ho capito, è stato tutto un inganno! Ma se non posso averti io non ti avrà nessun altro! Mi hai spezzato il cuore ed ora io ti spezzerò la vi-ta!!! Adesso sali in macchina, forza! Ti basta questo col-tello per convincerti?” “Ti prego, Riccardo, non fare pazzie, non farmi del male, non dirò niente a nessuno… Faremo come se non fosse successo niente, eh?” Giunto nei pressi della discarica, Riccardo si lascia sfuggire una risata perversa, poi estrae il coltello, quindi lo affonda all’altezza del cuore di Silvia, che si accascia senza un grido. “Silvia, Silvia, Silvia, hai visto? Non ti è convenuto rifiutarmi, perché è costa-to più a te che a me”.

L’incontro tra Silvia e Riccardo (a cura di Giacomo Parolin)

Alla vista del corpo il barbone si girò e cominciò a correre a perdifiato verso i luoghi che frequentava abitualmente, come in cerca di conforto . Improvvisamente sbucò dal nulla un braccio, che afferrò quello di Enrico e lo fermò . Era il suo amico Gaspare . “Enrico, dove corri ? Hai visto un fantasma ?” “Peggio!” quasi gridò : “Ho visto un morto, anzi, una morta !” “Mi dispiace per te amico mio ! La vecchiaia co-mincia a farti brutti scherzi !” e sotto alla sua fitta barba cominciò a ridere sghignazzando . “ Ridi, ridi pure , ma quando anche a te capiterà una cosa del genere ti passerà la voglia di prendermi in giro.” “ Va bene, basta scherzare . Sei proprio sicuro delle parole che stai dicendo?”

Dialogo tra Enrico e un amico (a cura di Nicola Regojevich)

“Anche se sono vecchio non vuol dire che io non sappia distinguere una donna morta dalla spazzatu-ra” Ci fu qualche minuto di silenzio. Poi Enrico ri-cominciò:“Stavo frugando dentro alla spazzatura quando a un certo punto un luccichio ha attirato la mia attenzione . Ho cominciato ad avvicinarmi pia-no piano per colpa dei miei problemi alle gambe . Era un orologio d’oro. Era attaccato a un braccio e il braccio a un corpo , un corpo di una donna. Bella, giovane, elegante! Credimi, Gaspare non ho mai provato un tale spavento. Pensa che ho perfino la-sciato lì l’orologio e ho pensato solo a scappare più veloce che potevo!” “ Stai tremando … stasera sei mio ospite: non puoi stare da solo in queste condizioni. Dai, vieni a dor-mire vicino a me, ti do anche qualche straccio per coprirti. A cosa servono gli amici, sennò?”

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Buio. Buio pesto. Solo un lampione po-sto al centro, quasi per riscaldare l’atmosfera dal freddo di quella notte d’inizio primavera. Solo ratti e un branco di cani randagi a caccia di cibo tra la sporcizia, oltre ai soliti barboni in cerca di calore intorno a un vecchio copertone incendiato. Il crepitio del bruciare della gomma era l’unico rumore oltre agli ulu-lati dei cani e agli squittii dei topi e,solo ogni tanto, il rombare delle auto: un’atmosfera surreale. C’erano vari odo-ri in quell’ambiente; si andava

dall’inconfondibile odore di ferro vec-chio a quello che “saltava subito al naso”di alimenti in via di putrefazione. La discarica copriva una zona di die-cimila metri quadrati e al suo interno c’era di tutto: ruspe, rottami di bici-clette, sacchetti di immondizia raccolti per strada e tantissimi oggetti gettati senza un minimo di attenzione per la raccolta differenziata. Vi regnava il caos. Il posto ideale per nascondervi un cadavere…

Pagina 7 Giallo e non solo…

rie, la lunga barba, i capelli arruf-fati, il busto magro con le costole sporgenti, il tutto unito a un carat-tere decisamente scontroso. Non aveva alloggio e se aveva fortuna riusciva a dormire dentro le cabine telefoniche, altrimenti si rannicchiava negli angoli delle scale dei vecchi edifici. Per man-giare andava a cercare nei bidoni dell'immondizia o nelle discari-che. Cominciò perfino a rubare, anche se non era bravo: il suo migliore furto fu di venti euro. E così nel giro di qualche ora la vita di Enrico si trasformò da raffi-nata e piena di successi a una vita da barbone.

Due giorni prima che perdesse la sua azienda tessile, la famosa “Taglia e cuci”, in una partita a poker, veniva descritto come un uomo raffinato, bello e socievole con tutti. Il suo ufficio era sempre in ordine e perfino quando par-cheggiava la macchina voleva stare dentro lo spazio delle linee bianche: insomma un uomo pro-prio d'oro. Lui era Enrico. Il denaro ricavato in molti anni di lavoro Enrico lo investì per acqui-stare nuovi macchinari, per co-struire nuovi capannoni e per au-mentare il salario dei lavoratori, in modo che ne arrivassero altri. Anche il presidente della Repub-blica andò a visitare la fabbrica e la nominò “migliore azienda tessi-le d'Italia.” Tutto andava liscio come l'olio fino al dieci giugno di qualche anno fa. Ci fu un colloquio tra Enrico e il proprietario di un'azienda negli Stati Uniti. Costui gli chiese se voleva partecipare ad una partita a poker in cui sarebbero state messe in gioco la sua azienda,

produttrice di macchinari tessili, e quella di Enrico. Ovviamente rifiutò, ma lo strano soggetto riprovò dicendo che, se avesse vinto Enrico, gli avrebbe dato l'azienda e un milione di eu-ro. La posta in gioco era molto alta e così, senza neanche pensarci, Enrico accettò. Cinque giorni dopo a mezzanotte in punto si trovava in un bar in cui si tenne la partita a poker. Enrico sapeva che non avrebbe vinto, infatti, non era un bravo giocato-re. L'ultima volta aveva perso il cane in un'altra scommessa co-me quella. Come previsto perse la partita. Infuriato diede due pugni all'ame-ricano con cui aveva fatto la scommessa. Poco dopo arrivò la polizia che lo arrestò e qualche giorno dopo la sua azienda pas-sò nelle mani dell’americano. Disperato Enrico, una volta uscito di prigione, abbandonò la fami-glia e cominciò a vagabondare per la città. Ora il suo aspetto era decisa-mente brutto: i denti pieni di ca-

La discarica di via Jacopo Stretto, a Padova

Enrico ai tempi in cui era un manager di successo

Ma chi sono i personaggi e quali i luoghi di questa terribile vicenda? Ecco le loro storie e le loro descrizioni.

Enrico il barbone(a cura di Francesco Cassol)

La discarica (a cura di Gianluca Marangoni)

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Silvia era una bella ragazza di ventitré anni,con gli occhi az-zurro cielo e i capelli lunghi e biondi,spesso raccolti in una coda di cavallo. Era alta e ma-gra e sembrava una modella. Frequentava il quarto anno del-la facoltà di lettere ed era mol-to brava; le piacevano soprat-tutto l’italiano e la storia. Ama-va andare in discoteca ad a-scoltare musica e ballare; fin da piccola aveva imparato a suonare la chitarra. Era molto gentile e socievole con gli altri, ma allo stesso tempo riserva-ta:solitamente non dava confi-denza agli estranei. Era golosa delle torte al cioccolato fatte da sua madre e di patatine fritte. Aveva diversi hobby, tra cui la

pallavolo, lo studio della chi-tarra, la lettura dei fumetti e il gioco con il computer. Preferi-va il mare alla montagna. L’estate scorsa si era divertita un sacco in vacanza al mare con delle sue amiche.

La sera del suo ritrovamento da parte di un barbone che si aggirava nella discarica in cui il suo assassino l’aveva lascia-ta, indossava il suo abito prefe-rito: un vestito rosso cucito per lei dalla sua nonna,un paio di scarpe nere con i tacchi a spillo e un paio di orecchini d’oro. Portava con sé anche un orolo-gio d’oro ed una borsetta dove teneva i documenti che hanno permesso di identificarla.

Pagina 8 Giallo e non solo...

Silvia con il suo vestito preferito

Avanzava con passo calmo ma deci-so, mentre osservava la sua preda ter-rorizzata. Impaurita. Agghiacciata. Immobile. Cercava in ogni modo di chiamare aiuto, ma in quel luogo buio e sperduto, dove Riccardo l’aveva portata caricandola sulla sua auto, non c’era anima viva; solo lui, il suo as-sassino. L’omicida era un ragazzo giovane, assai alto e di corporatura robusta, indossava un giubbotto inver-nale, nero come la pece, i pantaloni jeans di un colore blu notte, gli scar-poni grossi, quasi da montagna e la cintura di pelle. Il volto, che avrebbe voluto essere impassibile, tradiva, nell’espressione degli occhi e della bocca, una rabbia mista a disprezzo. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte e bagnavano il ciuffo di capelli che sempre gli copriva lo sguardo

sfuggente. Mentre avvicinava il coltello alla vittima sembrava un po’ indeciso ed esitante, ma, quando si ricordò del suo rifiuto, non cambiò idea. Alzò la lama affilata verso il cielo tenebroso di quella notte e con un movimento brusco e repentino colpì al cuore la povera ragazza, che crol-lò al suolo mentre il sangue guizza-va qua e là, formando un lago ros-so. Riccardo sembrava soddisfatto, fe-lice, perché finalmente la sua ven-detta su colei che non lo aveva vo-luto era stata compiuta; dopodiché gettò a terra il coltello e con un ghigno sinistro e malvagio si allon-tanò dal luogo del delitto.

Riccardo, l’assassino (a cura di Alberto Galvan)

Silvia, la vittima (a cura di Michele Antonello)

Riccardo Favini

Page 9: Giallo e non solo

A Silvia

Ogni giorno penso a te

perché eri una parte di me. La tua semplicità,

la tua onestà, la tua verità,

la tua generosità, i tuoi sorrisi,i nostri giochi,

i tuoi occhi, la tua vita serena, così era:

vera. Ora da lassù

prega con Gesù per questo mondo che ti ha strappato

ma un'altra vita ti ha donato.

MARCO

Poesia di Marco, il cugino di Silvia (a cura di Kevin Pilotto)

Giallo e non solo...

La morte di Silvia ispira alcune sentite poesie da parte di chi la conosceva, anche del suo assassino...

Poesia di Giorgia, amica di Silvia (a cura di Giorgia Casonato)

SENZA TE

Silvia, amica mia, com'è vuota la mia vita

senza di te, senza la tua dolcezza, senza la tua amicizia.

Quale orrenda sorte

hai dovuto subire da chi ti chiamava “Amore”

e vedeva il cielo nei tuoi occhi!

Quell' amore malato e cattivo in un attimo ha cancellato

la tua vita, i tuoi sogni,

i nostri grandi segreti.

Con te ogni giorno era primavera. Senza te mi è rimasto l'inverno.

GIORGIA

Silvia (a sinistra) con l’amica del cuore Giorgia

Pagina 9

Page 10: Giallo e non solo

Due intensi primi piani di Silvia

Poesie - inquietanti - di Riccardo (a cura di Elena Xie e Damiano Reginato)

Pagina 10 Giallo e non solo…

E t'ho uccisa

E t'ho uccisa.

La rabbia m'ha accecato, il cuor m'ha guidato, la mente s'è sopita.

Ora il cielo nei tuoi occhi è spento;

tu dormi e non fai rumore ma io ti sento nel cuore:

dolore, rimpianto e tormento

Forse lì dove stai non conta il prima, ma l'adesso

e il perdono è più facile per l’orrore commesso.

RICCARDO

Per te

Quando nel cielo il sole non brillerà più,

Quando nella notte la luna non splenderà più , Quando le stelle dalla nostra vista spariranno, allora, forse, diventerai uno dei tanti ricordi

del mio passato.

I tuoi occhi che racchiudono l'universo intero, la scintilla di vita nel tuo sorriso,

un giorno, per me, saranno come neve al sole...

Per ora ti dico solo che ti amo. Te lo dico

e te lo ripeto, andrei all'inferno

pur di amarti per l'eterno.

Com’è strana la mente umana: sentimenti contrastanti si sono agitati con il passare del tempo nella mente di Riccardo: amore, odio, rabbia, dolore, pentimento.

Page 11: Giallo e non solo

Titolo brano interno

Titolo brano interno

Pagina 11 Giallo e non solo…

La notizia è stata ripresa anche dalla stampa inglese!

Dal Daily Telegraph del 12 aprile 2011 (a cura di Sarah Ntow)

A 24-years-old man called Riccardo Favini was arrested on Sunday, April 10th in Go-rizia (Italy) for killing a 23-years-old girl, Silvia Gasparin, and leading her into a landfill in Padua . She was a student at the Uni-versity of Padua, who enjoyed much disco clubing. Last month in March the inno-cent girl told the police officials that a man by name of Riccardo followed her se-

veral times on her way to the disco club. She told the authori-ties that Mr Favini had threat-ened to harm her if she had not been his girlfriend. Her body was accidentally found in the dump on April 4th. Detective Miriam Pagani spoke with Mr Favini. About a week after talking with the detective, Riccardo was supposed to meet with her, but failed to show up. According to Pagani’s report,

she sought for him, but no one could find him. Officials later found Riccardo who denied killing the girl. But a DNA test was done on him and it was confirmed that he was the one who killed Silvia. He was arrested by the detec-tive and transported to the jail, where he was held on a charge of murder. He is now awaiting trial.

The funeral of the murdered girl

Padua, Italy – 24-years-old man killed a young girl

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Silvia Gasparin? Una cara amica.

Uccisa? No, non ne sapeva nien-te, anzi, gli dispiaceva.

Seguire gli agenti? E perché mai? Lui non c’entrava nulla…

Peccato che il test del DNA sui frammenti di pelle abbia in segui-to confermato ciò che l’ispettrice Pagani aveva subito intuito. Pec-cato per lui anche che le sue let-tere di minaccia fossero ancora in camera di Silvia, assieme al diario della ragazza, e che le a-miche di lei abbiano testimoniato sulle sue attenzioni ossessive.

Avrà molto tempo per riflettere sul gesto commesso, Riccardo Favini, studente universitario, ventiquattro anni compiuti a gen-naio e almeno altrettanti da scon-tare nelle patrie galere per omici-dio premeditato, aggravato da futili motivi.

Anche l’ispettrice Pagani, davanti alla sua solita tisana fumante, sta riflettendo: non è per questo che tanti anni fa si era arruolata nelle forze dell’ordine; non avrebbe solo voluto arrestare criminali, avrebbe voluto invece impedire che i crimini venissero commes-si...

Il corpo della ragazza era semi-coperto dai rifiuti, che non na-scondevano però la macchia ros-so scuro sul vestito rosso fuoco, all’altezza del cuore. L’ispettrice Miriam Pagani, della polizia di Stato, questura di Padova, ha riconosciuto quegli occhi e non è riuscita a non maledire le lungag-gini della giustizia: qualche gior-no prima proprio lei aveva ricevu-to la ragazza - Silvia, le sembra-va di ricordare - e redatto il rap-porto contenente la sua deposi-zione. Un tale, conosciuto in una discoteca, la perseguitava e la minacciava. La denuncia per stal-king doveva fare il suo iter; non era stato possibile fermarlo subi-to e adesso era troppo tardi.

Ma almeno il suo arresto glielo doveva, a quella ragazza che non aveva potuto proteggere.

Avanti, dunque, Pagani, vediamo di incastrarlo adesso e di impe-dirgli di nuocere ancora.

Dilettante: aveva abbandonato l’arma del delitto - un coltello da cucina - vicino al corpo. “I ragazzi della scientifica faranno il loro lavoro, alla ricerca di impronte…” Un momento: sotto le unghie

c’era qualcosa: Silvia aveva ten-tato fino all’ultimo di difendersi. “Sì, dei frammenti di pelle! Sei mio, caro Favini!”

<<Pagani a centrale: mandate una volante a cercare un tale Riccardo Favini. I dati li trovate nell’archivio delle denunce. L’accusa potrebbe essere omici-dio premeditato.>>

Riccardo era fuggito, ma gli a-genti lo hanno fermato una setti-mana dopo al confine con la Slo-venia; stava cercando di espa-triare. Una breve vacanza, per fuggire dallo stress degli studi, ha sostenuto.

Serata sfortunata: Silvia sanguina, spira sotto squartamento. Subito scappato sghignaz‐zando sadico squartatore Silvia.  Solerte sottufficiale segue sinistro squartatore  senza so‐sta. Scoperto,  si sente sorpreso. Suddetto subisce sacrosanto scotto sua scelleratezza.

Pagina 12 Giallo e non solo...

Cosa manca ancora? L’indagine e la soluzione del caso!

Giustizia è fatta, ma con l’amaro in bocca...

La triste storia di Silvia in un tautogramma

L’ispettrice Miriam Pagani