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Ilaria Alpi

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CHI ERA ILARIA ALPI?

Era una giovane donna, forte e determinata,«battagliera e femminista convinta», con lapassione per gli animali.«Soffriva di vertigini e temeva il vuoto, ma siera scelta un lavoro in cui l’elicottero è unodei cosiddetti ferri del mestiere. Aveva unaautentica fobia del vuoto, una vera e propriachenofobia ma volava con tranquillitàalmeno apparente».Era una giornalista coraggiosa con la mentein Europa ed il cuore in Africa.Sono Giorgio e Luciana Alpi a raccontarequesto e altri tratti del carattere della lorounica figlia, Ilaria.

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«Fin dai suoi primi anni di vita – dice Luciana -

la ricordo come una bambina di carattere, tosta, molto sensibile.Una bambina curiosa, che voleva imparare, ma che aveva anche

idee chiare».

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GLI ANNI DELLLA FORMAZIONE

Nata a Roma il 24 maggio 1961, si laurea con il massimo dei voti in lingue e letteratura araba presso l’istituto di Lingue Orientali dell’università «La Sapienza», poi si

trasferisce al Cairo per approfondire la conoscenza del mondo arabo perchè: «Amava i paesi arabi e, più li conosceva, più desiderava raccontarne i segreti, i costumi, gli

stili di vita, le tensioni interiori».Dal Cairo inizia a collaborare con i giornali «Paese Sera» e «L’Unità».

Nel 1989, vince il concorso per giornalisti RAI e viene assunta

prima a RAI SAT e poi trasferita alla redazione esteri del TG3: qui sarà inviata a Parigi, Belgrado, Marocco, Zagabria e per sette

volte in Somalia dal dicembre 1992 al marzo 1994.

«Lei, però, fin da subito si accorge che preferisce approfondire le

notizie e non semplicemente darle, come si usa spesso nelle agenzie,

nei quotidiani…».

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L’ULTIMO VIAGGIO IN SOMALIAIlaria, accompagnata dal cameraman Miran Hrovatin, nella primavera del 1994, si trovava nelle città di Mogadiscio, in Somalia, per indagare su donazioni di denaro di organizzazioni umanitarie italiane destinate ai Paesi in via di sviluppo per la costruzione di infrastrutture.Piano piano, con la sua inchiesta, arriva a scoprire un traffico illecito di rifiuti tossici e armi tra l’Italia e la Somalia.

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MISTERI IRRISOLTI SULLA MORTE DELLA GIORNALSTA

Mogadiscio, 20 marzo 1994, ore 15.10: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vengonoassassinati nell'autovettura su cui viaggiano accompagnati dall'autista Abdi edal vigilante armato Nur, entrambi scampati all’agguato.

Son trascorsi 22 anni dal quel tragico giorno e i motivi di questo dupliceassassinio non sono stati ancora definitivamente chiariti.

Questo omicidio è rimasto unmistero in cui si intrecciano trameinternazionali, depistaggi e falsetestimonianze.

Ogni anno passato è stato unanno di impegno costante per laricerca della verità da parte deigenitori di Ilaria.

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L'INSEGNAMENTO DI ILARIA...

Leggendo i racconti che di Ilaria hanno fatto i suoi genitori, alcuni colleghi e amici abbiamo scoperto molte cose di lei.Ilaria era una grande donna, una reporter eccezionale, caparbia e coraggiosa che andava alla ricerca della verità, di quella verità che è sinonimo di giustizia, di diritti e di uguaglianza, di libertà, che non conosce confini di razze, lingue e territori, che non si piega ai compromessi politici ed economici, perché Ilaria, ribelle e sognatrice, guardava il mondo, la parte più povera e dimenticata del mondo con gli occhi “trasparenti” di un bambino e credeva che un’alternativa fosse possibile.

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Ilaria ci ha insegnato:

•a dire di no alla menzogna e all’inganno,

•a NON VOLTARE LE SPALLE AI DEBOLI E AGLIINDIFESI;

•ad indignarci per le ingiustizie e le atrocità checontinuano ad accadere;

•ad amare ciò che si fa, la conoscenza, la cultura.

Per tutte queste ragioni vorremmo che la nostrascuola fosse intitolate a lei: ILARIA VIVE E DEVEVIVERE in ognuno di noi.

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E poi la donna parlò

nella sua lingua impossibile

aveva la tua telecamera

e mi versò del the

Ad altri giorni pensai

quando dicevi: Non muoverti

la luce è giusta per riprenderti

io sono brava, sai

Dicevi: l’Italia è fantastica

ma poco succede da noi

dammi frontiere coi brividi

immagini ai limiti

Eri il sole, e curiosi e guerrieri

gli occhi tuoi

Eri il sale, che dava sapore ai

giorni miei

Le città ci guardavano

insieme viaggiare e far

l’amore con allegria

dicesti: fra un po’ l’inverno

verrà, peccato!

Il vento freddo dell’Est

riempiva gli occhi di polvere

fece un granello di una

lacrima

e il treno ripartì

Nessuna guerra più ormai

il tempo ha fretta e dimentica

ma era sospeso in quelle

immagini

che io portavo via

Dicevi: è un mestiere

bellissimo,

catturo la vita ed è mia

che cosa mi può mai

succedere?

al massimo mi sparano

Eri il sole, fra le borse e i

biglietti nel tassì

Eri il sale, di piccole lacrime al

check-in l’aeroporto è un

ufficio postale

ti controlla, ti timbra e ti

manda via

dicesti: fra un po’ l’estate

verrà e torno!

Eri il sole, ma sei tramontata

via da qui

Eri il sale, negli ultimi istanti

del tuo film

molta vita è ormai acqua

passata

é tornata più volte primavera

ma non torna più quella luce

su me, di allora

Il vento freddo dell’Est

riempiva gli occhi di polvere

fece un granello di una

lacrima

e il treno ripartì

Ad altri giorni pensai

REPORTER (Pooh)