44
Pedagogia speciale Che cosa è… La pedagogia speciale è un ambito di ricerca della pedagogia. Il suo campo di indagine riguarda la disabilità. Un particolare aspetto della relazione educativa, ossia quello che riguarda individui con disabilità, che necessitano, per questo, di risposte ai loro bisogni educativi

Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Pedagogia speciale

Che cosa è…

La pedagogia speciale è un ambito di ricerca della pedagogia.

Il suo campo di indagine riguarda la disabilità. Un particolare aspetto della relazione educativa, ossia quello che riguarda individui con disabilità, che necessitano, per

questo, di risposte ai loro bisogni educativi

Page 2: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Alcuni aspetti introduttivi

Concetto di disabilità

La disabilità è un concetto in evoluzione, spesso il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che

impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società sulla base dell’uguaglianza con gli altri (OMS, 2007 – Convezione ONU dei Diritti delle Persone

con Disabilità).

Page 3: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Alcuni aspetti introduttivi

Concetto di disabilità

Vi possono essere 3 tipologie di disabilità:

Fisica

Cognitiva

Sensoriale

Page 4: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Alcuni aspetti introduttivi

Concetti di menomazione ed handicap

Una menomazione è un problema che riguarda la funzionalità o la struttura del corpo. E’ causa di una o più difficoltà incontrate dall’individuo nell' esecuzione di

un compito o un'azione.

L’handicap può essere indicato come lo svantaggio vissuto da una persona a seguito di una disabilità o menomazione.

Page 5: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

D.M. 141/99 – Formazione classi con alunni in situazione di handicap

Le classi che ospitano più di un alunno in situazione di handicap sono costituite con non più di 20 iscritti; per le classi intermedie il rispetto di tale limite deve essere

rapportato all’esigenza di garantire la continuità didattica nelle stesse classi. Le classi e le sezioni delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni in

situazione di handicap non possono essere costituite con più di 20 alunni, senza superare il limite massimo di 25 alunni, (tenendo conto, peraltro,) previa valutazione della gravità dell’handicap e delle situazioni oggettive degli alunni interessati, delle condizioni organizzative e delle risorse professionali disponibili in ciascuna scuola.

Alcuni aspetti introduttivi

Page 6: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dossier dell’alunno disabile

Relazione iniziale del docente di sostegno: viene realizzata dal docente specializzato al primo consiglio di classe e presenta l’alunno.

Programmazione per l’alunno (per obiettivi minimi o differenziata): viene redatta dal consiglio di classe e va fatta con riferimento al P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato) e

alla programmazione della classe (la programmazione per obiettivi minimi non si deve discostare molto dalla programmazione della classe).

La famiglia deve autorizzare la programmazione differenziata, altrimenti si va per obiettivi minimi. Nel caso di programmazione differenziata va scritto in calce alla pagella “la

presente votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell’O.M. 80 del 09 Marzo 1995”.

Diagnosi funzionale: va fatta una sola volta nella vita dell’alunno dai neuropsichiatri.

Alcuni aspetti introduttivi

Page 7: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Certificazione amministrativa:

- viene rilasciata ogni anno dal neuropsichiatra, dopo che l’alunno è stato sottoposto alla visita (accompagnato dalla famiglia);

- riporta in via sintetica la diagnosi;

- va richiesto alla famiglia entro novembre;

- il neuropsichiatra deve riportare la connotazione di gravità ai sensi dell’Art. 3, comma 3, della legge 104/92.

Alcuni aspetti introduttivi

Page 8: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Profilo dinamico funzionale (P.D.F.): viene redatto dal GLIS (Gruppo Misto), composto dall’equipe medica, dalla famiglia, dal docente di sostegno, da un

docente curricolare (solitamente il coordinatore) entro febbraio e riporta ciò che sa fare l’alunno nel sociale. In genere viene redatto alla scuola materna, in II

elementare, IV elementare, in II media, in II superiore, in IV superiore e tutte le volte in cui si presentino degli elementi rilevanti per modificarlo.

Progetto Educativo Individualizzato (P.E.I.): viene redatto ogni anno entro giugno dal GLIS e riguarda la programmazione per l’alunno relativa all’anno scolastico successivo;

materialmente viene redatto dal docente di sostegno.

Alcuni aspetti introduttivi

Page 9: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Progetto educativo-didattico (P.E.D.): sono due, di cui il primo serve a chiedere lo sdoppiamento delle classi ai sensi del D.M. 141/99; il secondo serve per ottenere una

deroga di 18 ore su un alunno in base alla connotazione di gravità, ai sensi della L. 333/01. Vengono redatti dal consiglio di classe.

Consiglio di classeProgrammazione per l’alunno

P.E.D.

MediciDiagnosi funzionale

Certificazione amministrativa (entro novembre)

G.L.I.S. si occupa del P.D.F. (entro febbraio) e del P.E.I. (entro giugno)

Alcuni aspetti introduttivi

Page 10: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dal concetto di integrazione al concetto di inclusione

Il concetto di integrazione dal punto di vista pedagogico comporta una relazione asimmetrica, in cui un contesto accogliente e attento integra al proprio interno una

“diversità” che ne accetta le regole.

Il concetto di inclusione presuppone invece una relazione simmetrica tra pari, in cui il contesto è fruibile da tutti a prescindere dalle proprie “diversità”.

Il concetto di inclusione

Page 11: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dal concetto di integrazione al concetto di inclusione

Rispetto al concetto di inclusione è importante ricordare quanto affermato nella classificazione ICF, che dà conto del funzionamento di un soggetto in relazione al suo contesto, non valutando l’individuo in sé ma considerandolo in rapporto dinamico ed

interattivo con l’ambiente che lo circonda.

Il concetto di inclusione

Page 12: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

L'inclusione è un processo di risposta alladiversità delle esigenze di tutti gli studenti, attraverso una maggiore partecipazione

all'apprendimento, alla cultura e alla comunità, al fine di ridurre l'esclusione all'internoe dalla scuola (Booth, 1996).

Comporta cambiamenti e modifichenei contenuti, approcci, strutture e strategie, con una comune

visione che interessa tutti, dato che è responsabilità del sistema scuola educaretutti.

L'educazione inclusiva si occupa di fornire adeguaterisposte all’ampio spettro di esigenze di apprendimento non formale e formale in

contesti educativi secondo un approccio che guarda come trasformarei sistemi di istruzione, al fine di rispondere alla diversità dei discenti.

Mira a consentire sia agli insegnanti che agli studenti di sentirsi a proprio agio conla diversità, da vedere come una sfida dell'apprendimento, piuttosto che un problema.

(UNESCO, 1994).

Definizione di Educazione inclusiva

Page 13: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Aspetti introduttivi

Il concetto di Educazione Inclusiva

Ha l’obiettivo di dare la giusta attenzione e il rispetto a tutte le differenze, e di superare le barriere che impediscono la partecipazione al processo educativo

e all’apprendimento.

L’attenzione è sui processi di apprendimento, per rispondere alle forme differenti con cui gli alunni presentano le loro conoscenze, le modalità di

interagire e di apprendere.

Secondo Barton, consiste in una duplice attività: aumentare la partecipazione da una parte, e rimuovere le barriere di esclusione dall’altra (Barton, 1997).

Educazione inclusiva

Page 14: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Aspetti introduttivi

Il concetto di Educazione Inclusiva

L’Educazione Inclusiva è un costante processo di miglioramento della scuola, volto a sfruttare le risorse esistenti, specialmente le risorse umane per

sostenere la partecipazione all’istruzione di tutti gli studenti all’interno di una comunità.

Questo modello ha come scopo l’adattamento della scuola alle esigenze di apprendimento dei bambini e non solo l’adattamento dei bambini alla scuola.

Pensiero divergente e pensiero convergente L’Educazione Inclusiva è per il pensiero divergente

Educazione inclusiva

Page 15: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Aspetti introduttivi

Gli strumenti principali utilizzati nella progettazione e nel coordinamento degli interventi educativi per l’inclusione sono: il piano dei servizi personalizzati

(PSP) e il programma di intervento personalizzato (PIP).

Il piano di servizi personalizzati è svolto in un arco di tempo più lungo rispetto ai programmi di intervento, che costituiscono solo un passaggio o una parte

dell’intero intervento. Per sviluppare un piano dei servizi che comprende molte aree, c’è bisogno di un team interdisciplinare, mentre per applicare un programma di intervento è richiesto un piccolo gruppo che può essere

composto solo da persone qualificate

Educazione inclusiva

Page 16: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Aspetti introduttivi

Il programma di intervento personalizzato è una componente del piano di servizi personalizzati e uno strumento di lavoro permanente di uno o più

membri del gruppo, che coordina i loro interventi verso il raggiungimento degli obiettivi fissati.

Le componenti del programma di intervento personalizzato sono:• obiettivi di apprendimento;

• strategie di intervento e di apprendimento per ciascun obiettivo;• strategie di valutazione delle competenze acquisite;

• revisione continua del programma di intervento.

Educazione inclusiva

Page 17: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Il concetto della “resilienza”

è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.

Esempi di capacità resilienti sono:• capacità istintiva: caratteristica dei primi anni di vita quando i meccanismi

mentali sono dominati da egocentrismo e senso di onnipotenza;• capacità affettiva: che rispecchia la maturazione affettiva, il senso dei valori,

il senso di sé e la socializzazione; • capacità cognitiva: quando il soggetto può utilizzare le capacità intellettive

simbolico-razionali

Educazione inclusiva

Page 18: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Il concetto della “resilienza”

Andrea Canevaro in “Bambini che sopravvivono alla guerra” definisce la resilienza come “la capacità non tanto di resistere alle deformazioni, quanto di capire come possano essere ripristinate le proprie condizioni di conoscenza…, scoprendo una dimensione che renda possibile la propria

struttura”.

Educazione inclusiva

Page 19: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Cosa è l’ICF?

L’ICF è lo strumento dell’OMS per classificare salute e disabilità (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute).

L’ICF non classifica le persone, ma descrive la situazione di ciascuna persona all’interno di una serie di domini della salute, tenendo conto del corpo, della persona e

dell'ambiente.

L’ICF e il concetto di inclusione

Page 20: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Importanza dell’ICF e concetto di inclusione

L’importanza dell’ICF rispetto al concetto dell’inclusione è data dal fatto di consentirne un’applicazione pratica nel suo riconoscimento e di rafforzare l’assunzione di un modello della disabilità non più basato su un approccio di tipo medico, ma su un

approccio di tipo sociale.

L’ICF e il concetto di inclusione

Page 21: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dal modello medico al modello sociale

Grazie all’ICF si diffonde un diverso concetto di salute che, mentre nel passato veniva identificato e classificato come “assenza di malattia”, attualmente viene

definito come: “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”.

Questa diversa prospettiva include oltre la salute fisica, anche quella psichica, nonché l’integrazione sociale.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 22: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Da dove si è partiti...

Il Modello delle Charity

Modello che si affermò tra la fine del XIX°secolo e la Seconda guerra Mondiale.Questo modello considerava la disabilità come un problema individuale, e se i servizi sono

inadeguati è perché le esigenze individuali non possono mai essere soddisfatte pienamente.

Il contributo positivo di questo modello riguarda la compassione e l'impulso caritatevole che sono stati generati in molte associazioni e organizzazioni che si occupano di disabilità.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 23: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Da dove si è partiti...

Il Modello delle Charity

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Immagine predominante della persona disabile come “vittima bisognosa di aiuto”

che necessita di essere assistito con benevolenza e senso della carità

EsclusioneControllo/classificazione delle persone

Istituzionalizzazione e assistenza (disabilità come problema

individuale)

Page 24: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo...

Il Modello medico

Comparso all'indomani della Seconda guerra mondiale e basato su un approccio biomedico, definisce la disabilità come deficit corporeo, psichico o mentale che colpisce una persona,

limitandone la partecipazione sociale.

Questo modello segue una logica di causa-effetto: una malattia o un trauma provoca un deficit nell'organismo, a cui consegue l'incapacità di fare determinate cose, la quale produce

uno svantaggio sociale o un handicap.

Secondo questo approccio, la disabilità deriva quindi chiaramente dal deficit di un individuo. Gli interventi proposti vertono principalmente sulle cure e mirano alla guarigione del singolo o

per lo meno al suo riadattamento alla società.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 25: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo..

Il Modello medico

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Immagine predominante del disabile come “paziente” che necessita di cure

Le difficoltà vissute dalla persona disabile sono causate da menomazioni fisiche, psichiche e

sensoriali

Gli interventi di riabilitazione sono finalizzati alla re-integrazione delle perone disabili nella società

Il contesto sociale e l’ambiente non influiscono sull’inclusione

Page 26: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo...

Il Modello sociale

In risposta a questa visione della disabilità in termini prettamente medici, a partire dagli anni 60’ diversi movimenti di persone disabili hanno sviluppato un approccio nuovo che dà

vita al modello sociale. Secondo questo modello, l'handicap è il risultato dell'inadeguatezza della società alle

specificità dei suoi membri e ha origini esterne all'individuo.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 27: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo..

Il Modello sociale

Il genere d'interventi proposti cambia: l'approccio sociale abbandona l'ideale di guarigione, per promuovere lo sviluppo delle capacità di cui la persona dispone, allo scopo di renderla

autonoma nel quotidiano.

Questo modello persegue anche l'eliminazione delle barriere architettoniche e sociali e promuove l'adeguamento dell'ambiente e dei servizi, affinché le persone affette da

disabilità fisiche o psichiche possano fruirne.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 28: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo...

Il Modello sociale

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Barriere attitudinali, culturali, ambientali e altri tipi di barriere nella società rendono le

persone disabili

Gli interventi sono finalizzati a rimuovere le barriere a livello individuale, comprese le barriere

fisiche, psicologiche, attitudinali e sociali

Partecipazione delle persone disabili e ruolo attivo nel rivendicare una società che riconosca i loro diritti

Il contesto sociale e l’ambiente giocano un ruolo importante per l’inclusione, la riduzione delle

barriere, l’empowerment e l’autodeterminazione delle perone disabili

Page 29: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo...

Il Modello Bio-psico sociale

Si afferma all'inizio degli anni 2000 e porta all'elaborazione della Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute.

Nel modello bio-psico-sociale il funzionamento e la disabilità sono viste in un’interazione dinamica tra le condizioni di salute e i fattori contestuali, compresa la persona e

l’ambientale.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 30: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Quale è stato il passaggio successivo...

Il Modello Bio-psico sociale

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Condizione di salute(disturbo o malattia)

Strutture di funzionamento del corpo

Attività Partecipazione

Fattori ambientali Fattori personali

Page 31: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Community Base Rehabilitation approach (CBR)

È un approccio che si è sviluppato nei paesi a basso in via di sviluppo (Asia, Africa, ecc.) a partire dal 1970, con l'emergere di due concetti: l'assistenza sanitaria di base e la

partecipazione della comunità in materia di salute (WHO, 1981). La CBR è stata promossa inizialmente come iniziativa locale per colmare il divario tra un onere sempre maggiore per gli interventi volti a supportare la disabilità nei paesi in via di sviluppo e la mancanza di risorse professionali e finanziarie. La CBR è stata formalmente

approvata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1978.

La CBR tenta di coniugare riabilitazione fisica (cure mediche) e inclusione sociale attraverso la partecipazione sia della persona con una disabilità che della comunità, nel

processo di riabilitazione (DFID, 2000).

Altri tipi di approcci alla disabilità

Page 32: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Capability approach

L'approccio delle Capability ha avuto origine nel corso degli anni 80’ dal pensiero dell’economista-filosofo Amartya Sen, pensiero ulteriormente sviluppato dal filosofo

Martha Nussbaum. Centrale dell'approccio delle Capability è l’Agency, ovvero come qualcuno che agisce e produce un cambiamento, la cui realizzazione può essere

valutata in termini di suoi valori e obiettivi.Esso mira a fornire agli individui i mezzi attraverso i quali sviluppare il loro potenziale,

indipendentemente dal fatto che i destinatari dell’intervento decidano di utilizzarli (Simonnot, 1995).

L'approccio delle Capability considera tutte le persone degne di riguardo, capaci di essere autonome, in grado di auto-realizzarsi e che debbano essere trattate come esseri

con un proprio fine, piuttosto che come strumento dei fini altrui (Nussbaum, 2000).

Altri tipi di approcci alla disabilità

Page 33: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Movimento dei Disability Studies

Il movimento dei Disability Studies è un fenomeno che nasce negli anni 50’, grazie all’impulso dei seguenti fattori: voler dare un sostegno alla nascita del movimento per i

diritti civili in Nord America durante gli anni 60’ e 70’; dalla reazione al fallimento e all'indifferenza delle scienze sociali rispetto al tema della menomazione fisica; dal

contributo fornito dal movimento per la disabilità nel Regno Unito, attraverso l'idea che la disabilità è causata dall’oppressione, dalla disuguaglianza e dell'esclusione (Thomas,

2004).

I Disability Studies sono una forma di ricerca definita come «corrente a-teoretica» (Barnes, 1995). Per questi autori la disabilità è data dello specifico sviluppo sociale (in un

dato luogo e in un dato tempo) di una certa cultura.

Ciò che caratterizza i Disability Studies è il loro impegno a favore delle persone disabili nella loro lotta per la piena uguaglianza e inclusione sociale.

Altri tipi di approcci alla disabilità

Page 34: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dove siamo oggi..

Il Modello dei Diritti Umani

Con la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCPRD) viene superato l’approccio focalizzato solamente sul deficit della persona con disabilità. Viene accolto il modello sociale della disabilità e vengono introdotti i diritti umani (come i

principi di non discriminazione, parità di opportunità, autonomia, indipendenza), con l'obiettivo di conseguire la piena inclusione sociale, mediante il coinvolgimento delle

persone con disabilità e delle loro famiglie.

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 35: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dove siamo oggi..

Il Modello dei Diritti Umani

La definizione di disabilità della Convenzione ONU, basata sul modello e sui diritti umani, è la seguente:

“la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione

alla società su base di uguaglianza con gli altri” (Preambolo, punto e).*

* http://www.unric.org/html/italian/pdf/Convenzione-disabili-ONU.pdf

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 36: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dove siamo oggi..

Il Modello dei Diritti Umani

La centralità del contesto socio-culturale nella determinazione del livello di disabilità impone che le persone con disabilità non siano discriminate, intendendo per

discriminazione:

“qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di

uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo”*.

* Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCPRD)

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 37: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dove siamo oggi..

Il Modello dei Diritti Umani

Esempio di nuovo concetto introdotto dall’UNCRPD è quello di “Accomodamento ragionevole”

In base al quale è necessario che il contesto (ambienti, procedure, strumenti educativi ed ausili) si adatti ai bisogni specifici della persone con disabilità. Il concetto di

“accomodamento ragionevole” (Art. 2 UNCRPD), viene definito come:

“le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per

garantire alle persone con disabilità il godimento e l'esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Page 38: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Dove siamo oggi..

Il Modello dei Diritti Umani

Alcuni modelli di approccio alla disabilità

Diritti Civili(diritti di cui gode una persona sulla base della

propria cittadinanza. Sono finalizzati a far si che vi sia un uguale trattamento)

Diritti Umani (diritti di cui gode una persona sulla base della propria

appartenenza al genere umano. Sono finalizzati a far si che vi siano uguali opportunità ed un’effettiva partecipazione)

Il contesto sociale è soggetto a forme di discriminazione istituzionale, ad atteggiamenti e stereotipi che impediscono alle perone disabili di godere delle stesse opportunità delle

persone non disabili

La disabilità non è più vista come un’entità “medica” o come un problema individuale, ma come una questione di Diritti

Gli interventi sono focalizzati sulla rimozione di barriere sia culturali che ambientali, che impediscono alle persone disabili di vivere pienamente e attivamente

Le persone disabili rivendicano il riconoscimento dei propri Diritti, in particolare: inclusione, partecipazione, uguaglianza, autodeterminazione ed emancipazione

Page 39: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

La promozione del concetto di “Europa inclusiva” a livello politico è stata introdotta per la prima volta dalla Dichiarazione di Madrid. In questo importante documento, i

rappresentanti delle organizzazioni europee, dei disabili e della Commissione Europea hanno disegnato linee di azione per favorire una società più inclusiva.

Il rapporto sottolinea in modo esplicito la necessità di servizi di qualità effettivamenteaccessibili, che promuovano l’autonomia sulla base dei reali bisogni delle persone

disabili, il cui numero non è certo trascurabile.

Verso un’Europa basata sulla società inclusiva

Page 40: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Infatti secondo la Dichiarazione di Madrid, nel 2003 erano 50 milioni i disabili in Europa, e innumerevoli sono i casi di esclusione.

Un esempio è dato dal fatto che nel 2003, oltre il 50% delle persone disabili erano escluse dalla forza lavoro, rispetto a meno del 25% del resto della popolazione.

Verso un’Europa basata sulla società inclusiva

Page 41: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Le nuove tecnologie possono portare un contributo significativo alla creazione di una società inclusiva. Tuttavia non sono un aiuto così semplice da utilizzare nella lotta

all’esclusione sociale: gli ausili tecnologici possono essere importanti, ma non risolvono qualsiasi problema.

Il successo nel loro utilizzo si basa sull’integrazione di molti fattori differenti quali: le diverse professionalità degli operatori, una cultura volta all’inclusione e la presenza di

Centri di competenza indipendenti.

Verso un’Europa basata sulla società inclusiva

Page 42: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Tutti elementi che hanno un ruolo essenziale nel garantire che la tecnologia venga sfruttata al meglio, perché come riportato da una comunicato della Commissione Europea:

“La sfida non è solo quella di fornire una migliore assistenza a coloro che sono esclusi (o a rischio di esclusione) ma di combattere attivamente le barriere strutturali dell’integrazione

sociale, riducendo in tal modo l’incidenza di esclusione”.

Comunicazione EC “Building an inclusive Europe”

Verso un’Europa basata sulla società inclusiva

Page 43: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

L’approccio inclusivo verso la società europea del domani è auspicato anche nel documento Europa 2020*, che presenta 3 priorità :

•    Crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;

•    Crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;

•    Crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

Verso un’Europa basata sulla società inclusiva

* http://ec.europa.eu/italia/documents/attualita/futuro_ue/europa2020_it.pdf

Page 44: Lab. Ped. Sp. Educazione Inclusiva I - Concetti base

Fine primo incontro

Grazie della vostra attenzione!