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L’ANELLO DELLA VERITÀ Un'affascinante leggenda racconta che un giorno, nel lontano 1850 in Calabria Nova, nella splendida cittadina di Forum Hercules -attuale Tropea- che si affaccia sul cristallino mar Tirreno, il cielo nella sua immensa bontà, decise di concedere qualche goccia di pioggia, agli abitanti del luogo, dopo estenuanti mesi di attesa e di amara siccità. E piano, piano, fitta, fitta, l’acqua piovana scendeva giù. Che meraviglia! Per tutti gli abitanti, un gran sollievo. Sotto quell’acqua benedetta che tutti ormai aspettavano da giorni, giunse, al porto del luogo, un umile barcaiolo che ormeggiò la sua barchetta nei pressi dell’Isola di Tropea. E lì un passante lo fermò chiedendogli di andare presso la chiesa di Santa Maria. Il barcaiolo già inzuppato, e con gli abiti bagnati, non fu capace di respingere tale richiesta e a malincuore, nonostante il tempo burrascoso, si diresse con l’ospite verso la destinazione richiesta. I due, arrivati vicino alla chiesetta dell’Isola di Santa Maria, furono fermati da un secondo uomo che chiese al barcaiolo di dirigersi al Lido di Capo Vaticano. Sempre preoccupato per il tempo, il barcaiolo si rituffò nel mare, verso il Lido con i due ospiti, accettando anche questa volta l’incarico. Arrivato al Lido... ecco giungere un terzo sconosciuto che, salito prontamente nel barchino, chiese se poteva essere accompagnato verso la bocca del porto di San Nicolò a Ricadi. Il barcaiolo, incapace di rifiutare anche questa terza richiesta, riportò la barchetta in mare e si diresse verso la destinazione indicata.

Lanello della verita

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L’ANELLO DELLA VERITÀ

Un'affascinante leggenda racconta che un giorno, nel lontano 1850 in Calabria Nova, nella

splendida cittadina di Forum Hercules -attuale Tropea- che si affaccia sul cristallino mar Tirreno, il

cielo nella sua immensa bontà, decise di concedere qualche goccia di pioggia, agli abitanti del

luogo, dopo estenuanti mesi di attesa e di amara siccità. E piano, piano, fitta, fitta, l’acqua piovana

scendeva giù. Che meraviglia! Per tutti gli abitanti, un gran sollievo.

Sotto quell’acqua benedetta che tutti ormai aspettavano da giorni, giunse, al porto del luogo, un

umile barcaiolo che ormeggiò la sua barchetta nei pressi dell’Isola di Tropea. E lì un passante lo

fermò chiedendogli di andare presso la chiesa di Santa Maria. Il barcaiolo già inzuppato, e con gli

abiti bagnati, non fu capace di respingere tale richiesta e a malincuore, nonostante il tempo

burrascoso, si diresse con l’ospite verso la destinazione richiesta. I due, arrivati vicino alla chiesetta

dell’Isola di Santa Maria, furono fermati da un secondo uomo che chiese al barcaiolo di dirigersi al

Lido di Capo Vaticano.

Sempre preoccupato per il tempo, il barcaiolo si rituffò nel mare, verso il Lido con i due ospiti,

accettando anche questa volta l’incarico. Arrivato al Lido... ecco giungere un terzo sconosciuto che,

salito prontamente nel barchino, chiese se poteva essere accompagnato verso la bocca del porto di

San Nicolò a Ricadi. Il barcaiolo, incapace di rifiutare anche questa terza richiesta, riportò la

barchetta in mare e si diresse verso la destinazione indicata.

Durante il tragitto... la barchetta, con dentro i quattro uomini, incrociò una Galea nera guidata dal

Pirata Carascosa (Karagoz, vale a dire occhio nero)- uno dei più intrepidi corsari- piena di spiriti

malvagi: voleva conquistare Tropea e tutte le coste del Tirreno e poi dello Ionio.

L’obiettivo più importante per loro era Tropea, nota per il suo patrimonio artistico e culturale, oltre

che meta turistica ambita di re e imperatori. Mentre la sciagura stava per abbattersi sulla città di

Tropea, il barcaiolo si affrettò per raggiungere, al più presto possibile, la riva per mettersi in salvo

insieme ai suoi amici.

Ecco, però che, all’improvviso, da lontano, apparve loro una vecchietta vestita di nero che

prontamente fermò gli uomini in barca e rivolgendosi a loro disse: -Attenzione! Tornate indietro, vi

prego! Dentro la galea c’è il Re, il nostro re Italo è prigioniero dei pirati... è stato rapito e

derubato di tutti suoi averi dal Pirata cattivo Carascosa, è ferito ma tornerà salvo, ve lo assicuro, e

sarà proprio com’era quando aveva vent’anni. Presto non perdete tempo... non vedo nessuno in

mare, oltre a voi; e con questo diluvio, i pirati ne approfitteranno per fuggire e lo uccideranno. Ora

lui è solo svenuto... ma si sveglierà presto perché, non è giunta ancora la sua ora.

Miei cari amici, per ricompensa, avrete in dono l’anello d’oro che sta ai piedi della Madonna

dell’Isola che ha il potere di concedervi qualunque cosa voi desideriate. Andate, figli miei, e non

dimenticare nessuna delle mie istruzioni-.

Il barcaiolo preso dallo stupore e sconcertato per quanto stava accadendo, riprese le forze e seguì le

indicazioni della vecchia mendicante. La nave che stava a poche miglia dal porto di Tropea

proveniva dall’Oriente, e di lì a poco sarebbe scomparsa nel nulla. Il barcaiolo e i suoi uomini

spaventati ma allo stesso tempo con gli occhi pieni di speranza, nonostante le onde altissime,

continuavano a remare. Mentre la loro barchetta solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si

levò una tempesta e fu costretta a interrompere il viaggio e a rifugiarsi nella baia di Riaci. Qui, con

grande sorpresa, trovarono un’imbarcazione di fortuna, una barca a vela, molto più grande della

precedente.

Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l’ancora,

inalberarono le vele, cominciarono a remare e giunsero in prossimità della nave pirata... ma si

accorsero con grande dispiacere che era andata alla deriva. Nessun rumore, nessuna voce, loro

potevano udire... solo il rumore dell’uragano che si abbatteva tremendo su di loro. Così allora

pensarono di salire sulla nave, per salvare il salvabile e per dare ascolto alle parole sagge di quella

vecchietta che sembrava aver cambiato il corso del destino. Quando furono sopra la nave pirata,

guardando dall’alto, si accorsero che era ben poco ciò che rimaneva dei corpi dei pirati: erano stati

divorati dagli squali. Pensarono, allora, di alleggerire il carico della nave prima che affondasse e

solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il tesoro... udirono dei lamenti

provenire dalla vecchia stiva. Il barcaiolo scappò, in preda all’ansia e al panico per scoprire

qualcosa di più. Quando aprì la porticina della stiva, vide davanti a lui una scena incredibile: il re

Italo imbavagliato e sofferente, e per fortuna ancora vivo. Lo liberò subito e chiamò i suoi

compagni. Il barcaiolo fu molto felice ed esclamò: -questo è un miracolo! E ricordando anche ciò

che aveva detto la vecchia signora... di lì a poco il re avrebbe dato loro una lauta ricompensa:

l’anello prezioso che valeva una fortuna... avrebbe cambiato la loro vita per sempre.

Quando il re, ormai sano e salvo, e i suoi prodi amici si avvicinarono al forziere per controllare il

tesoro, furono colti da grande sorpresa e infinito stupore: c’era qualcosa che brillava di una luce

chiara e sfavillante; e più si avvicinavano, più la luce aumentava, esplodeva e abbagliava gli occhi

di tutti i presenti.

Era la luce dell’anello ma anche della verità, di una misteriosa Verità che si nascondeva in

quell’angolo di mare blu che aveva inghiottito il male senza tanti pregiudizi, e in quel pezzo di cielo

ferito dall’odio ma pur sempre in cerca di nuovi orizzonti di sole. Quella verità che rivela la vera

identità, quella verità che grida e si fa giustiziera dei poveri, dei buoni e degli afflitti.

Il mio anello! -gridò il re- è lui che mi ha salvato, mio Dio! Siete voi che mi avete trovato nel mare

sperduto della vita, e mi avete liberato dalla prigionia e dai terribili pirati che mi tenevano

incatenato in quest’orrenda nave. Io, oggi vi dono il mio anello. L’anello della fede. Lo riconosco!

Prendete! Voi mi avete salvato, Dio vi ha mandato a me. Io sono stato per la mia nazione, un re

buono e ora lo sarò anche con voi. Quello che Dio ci dà, non è nostro, ma lo dobbiamo a nostra

volta ridonare: questa è la verità, questa è la giustizia, questo è l’amore.

Mentre il re e i suoi eroi festeggiavano la vittoria sui nemici e sul male, la tempesta si calmò, e

decisero, subito dopo, di riprendere il viaggio: levarono l’ancora, inalberarono le vele,

cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono, ritentarono, ma essa

restava ferma lì, come se fosse incagliata su uno scoglio. Essi allora pensarono di alleggerire

ulteriormente il carico, ma, all’improvviso, tra le altre cose, videro e scaricarono una piccola cassa

bianca. Il re e i compagni di viaggio decisero di aprirla per verificarne il contenuto e con grande

gioia e meraviglia scoprirono un bellissimo e prezioso quadro della Vergine Maria.

Ora tutto era chiaro, tutto trasparente come l’acqua di quell’azzurro mare cristallino in cui stavano

navigando quattro uomini baciati dalla vita. La nave, finalmente, poté muoversi e riprendere la rotta

sulle onde placide del mare rabbonito.

Alle prime ore del tramonto il re Italo e i suoi tre preziosi amici approdarono al porto di Tropea e

scesero sull’isola che oggi porta il nome della Madonna: "L’isola di santa Maria" che si affaccia sul

mare: quel posto meraviglioso, dimora di silenzio e di profondità, faro sicuro per navigatori in cerca

della via, della verità, della vita. Sono quegli uomini che hanno attraversato uragani e tempeste,

onde anomale e pirati, ma non si sono mai fermati... hanno seguito sempre la voce della coscienza,

la voce del cuore.

Teresa Averta