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I social network Scuola dei Sacerdoti - Vivaio, Incisa 26 aprile 2012

L'influenza dei social network sui giovani. Formazione - 2012

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Questa presentazione è stata utilizzata in una lezione di formazione ad un gruppo internazionale di seminaristi. L'obiettivo era quello di indagare l'influenza dei Social Media nelle dinamiche relazionali e psicologiche dei giovani. Prima di capire in quale girone dell'Inferno posizionare i Social Network occorre conoscerli e usarli. Fatto questo, è possibile farsi un'idea di come influenzano i ragazzi, i giovani (e gli adulti) riflettendo su alcuni aspetti circoscritti. Scopriamo - come sempre - che non è lo strumento che può essere utilizzato bene o male, ma esso esiste ed ha già modificato il mondo e l'uomo; offre varie opportunità allo sviluppo della persona, ma evidenzia anche una serie di comportamenti relazionali da rivedere e disfunzioni. In conclusione si propongono alcuni consigli utili e buoni principi di comunicazione che possono sempre servire nella concretezza dei piccoli atti quotidiani e nel dialogo adulto-giovane. ps. La presentazione è troppo testuale, magari più in là sarà sistemata. Se lo fate voi, passatemela ;)

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I social networkScuola dei Sacerdoti - Vivaio, Incisa

26 aprile 2012

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INTRO | A quali social siete iscritti?

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Lucia Ciciriello I social network

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INTRO | A quali social siete iscritti?

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2 miliardi nel 2010

Le persone che usano la rete sono passate da:

361 milioni nel 2000

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FIRST TIME | Cosa sapete dei social network?

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socialQUIZ

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- divisione in due squadre- identità sonora e segnapunti- solo una è la risposta esatta

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1. Cosa sono i social network?

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A. gruppi di persone che parlano di Internet

B. trappole per topi

C. strutture web che permettono di gestire la propria rete sociale

D. computer collegati tra loro

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1. Cosa sono i social network?

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Giuseppe Riva, I social network, 2010Il social network è una piattaforma basata sui nuovi media che consente all’utente di gestire sia la propria rete sociale (organizzazione, estensione e confronto) sia la propria identità sociale (descrizione e definizione)new media: presenza di uno spazio virtuale, lista di altri utenti, tipi di connessioni con gli altri utentisocial network: capacità di rendere visibili e utilizzabili le proprie reti sociali; permettono di decidere come presentarsi alle persone che compongono la rete

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2. Quante sono le foto che vengono inserite ogni mese

su Facebook dagli utenti?

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A. circa 500

B. quasi 1 milione

C. oltre 1 miliardo e mezzo

D. più di 3 miliardi

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2. I numeri di Facebook(Fonte: Patrizia Mazzola, Vivere in rete, 2011)

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ogni mese - inserite più di 3 miliardi di foto- creati 3,5 milioni di eventi- 20 milioni di persone diventano fan di una paginaogni settimana - condivisi più di 5 miliardi di contenutiogni giorno250 milioni utenti accedono con i dispositivi mobili

650 milioni di persone sono in relazione su Facebook: la percentuale degli iscritti aumenta del 50% ogni anno

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3. Quanti contatti riesce a gestire il cervello?

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A. un massimo di 5000 persone

B. tra i 50 e i 70 amici

C. massimo 150 persone

D. 20 giovani aspiranti sacerdati provenienti da tutto il mondo va già bene, no?

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3. Quanti contatti riesce a gestire il cervello?

(Fonte: Patrizia Mazzola, Vivere in rete, 2011)

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- Studio di Robin Dunbar, docente di antropologia dell’Università di Oxfordpag: “puoi avere anche 1000 amici, ma il tuo cervello ne gestisce solo 150. Le donne riescono a gestire più relazioni a distanza rispetto agli uomini.”- Vince chi ha più amici: se avete pochi amici potete comunque comprarli. Aumenti il capitale sociale (=differenza tra amici e contatti)- Chiedersi: come mai gli chiedo l’amicizia? Se è per curiosità il rapporto comincia male...

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4. Cos’ha in più Google Plus rispetto agli altri social?

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A. permette di inviare i messaggi diretti

B. puoi inserire circa il 50% di immagini, video e foto in più

C. il motore di ricerca di Google può cercare anche tra i contenuti condivisi

D. puoi pubblicare i risultati di Google Analytics sulla bacheca

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4. Cos’ha in più Google Plus rispetto agli altri social?

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- fondato da Google- suddivide i contatti in “Circles” (cerchie) --> buon livello di privacy- avviare sessioni audio, video ed entrare a far parte di videoritrovi, stanze virtuali

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5. A quale social network si riferisce questa figura?

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A. Youtube per i giovani

B. LinkedIn

C. il Facebook per i ragazzi che hanno meno di 12 anni

D. Twitter

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5. To tweet (cinguettare, twittar, tiririt, tweeter, pípanie)

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Twitterpiattaforma sociale di microblogging- contenuti di interesse comune- twittare/live-twitting sugli eventi/argomenti

tweet = frasi di 140 caratteri

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6. Cos’è un hashtag?

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A. una marca di computer

B. indica un argomento di discussione, soprattutto su Twitter

C. il tipo di tag su una foto su Facebook che si applica sui parenti

D. una parola che non si può usare su Internet

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6. Cos’è un hashtag?

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parole o frasi precedute dal simbolo cancelletto (#)- ricerca argomenti/seguire discussioni- trend topics- taggare gli altri con @

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7. What’s this?

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A. il segnale di PARCHEGGIO in Spagna

B. il marchio commerciale di Pinocchio

C. vuoi vedere che è l’icona del social network di moda in questo periodo?

D. Questo quizzone è troppo difficile per noi preti!

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7. What’s this?

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PINTERESTTeniamolo d’occhio: anche se al momento è usato molto in settore Business, diventerà molto interessante per i giovani. Perché?- visivo- organizzazione in Boards- condivisione (pin, ripin, follower/following)

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SECOND TIME | 10 “hashtag”

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1. social network & #mind

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Derrick De Kerchove, “La mente accresciuta”, 2011MENTE ACCRESCIUTA = espansione e accelerazione della mente del singolo / una formazione spontanea di un aggregato di menti, che svolgono diverse funzioni cooperative per realizzare miriadi di obiettivi corali e iniziative. La mente accresciuta, per quanto una (unificata da elettricità e digitalizzazione), non è affatto una mente collettiva, è solo connettiva. Vuol dire che la mente singolare si amplia ma non viene sommersa, non viene riassorbita in un’entità monolitica. Si connette senza svincolarsi. Internet, la rete, è un’estensione della mia mente, ma io sono ancora padrone di me stesso. Non sono un nodo come un altro di una mente globale.

Giulio Meazzini, “Il futuro ha fretta”, 2010“Negli ultimi decenni, l’aumentato utilizzo della tecnologia ha investito i nostri cervelli di una massa crescente di stimoli multipli, veloci, brevi, in parallelo, modificando letteralmente il nostro modo di pensare. [...] gli strumenti che usiamo, modificando la struttura del nostro cervello, cambiano anche il nostro linguaggio, il modo di leggere e pensare. I #natividigitali hanno un loro modo di imparare, mescolando concetti in modo pragmatico e “non sequenziale”, per cui a scuola i professori, formatisi sui libri, tentano invano di insegnare con metodo lineare a studenti che, formatisi in rete, ragionano e apprendono per tentativi e sfide, mentre giocano on-line. Bisognerebbe rendere la scuola virtuale, coinvolgente e multitasking, con gruppi di lavoro cooperativo on-line” (?).

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2. social network & #natividigitali

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Giulio Meazzini, “Il futuro ha fretta”, 2010Cosa succede alla mente dei nativi digitali? Bambini e ragazzi sono naturalmente a loro agio con le nuove tecnologie, le manipolano, le esplorano, le personalizzano senza bisogno di manuali, ma per tentativi ed errori. Interagiscono con esse.- La loro #identità si modella nel mondo reale come nel virtuale, non possono separarsi dal cellulare ormai estensione del proprio corpo, quasi protesi elettronica. Non solo da casa, internet sul mobile permette un allargamento della sfera sociale, una serie continua di contatti.- Se appaiono immaturi emotivamente, è anche perchè nella rete manca la comunicazione “non verbale”, fatta di gesti, sguardi e piccoli movimenti del corpo: le relazioni della vita reale sono ben più complesse di quelle virtuali. Usano un linguaggio povero, essenziale, frammentario e superficiale.- Ogni generazione è diversa e deve trovare nuove strade per esprimersi, facendo attenzione a non perdere gli strumenti base del pensare. La rete può essere vista come una cultura unica che appiattisce, ma anche un trampolino verso una nuova comprensione di cos’è e dove va la famiglia umana. I #natividigitali sperimentano sulla propria pelle quest’unico sistema nervoso che connette, prima volta nella storia, ogni uomo sul pianeta. Gli adulti devono aiutarli ad entrare con equilibrio in questo nuovo mondo, sostenendoli con la propria esperienza di vita.- Benedetto XVI, in Youcat 2011, invita i ragazzi a formare gruppi e reti di studio, scambiandosi idee su internet, per rimanere in dialogo sulla loro fede.

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3. social network & #bisogni(Fonte: Giovanni Riva, I social network, 2010)

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A che livello di bisogni risponde il social network?- offre opportunità molto diverse- sviluppa la propria identità e aiuta a comprendere quella degli altri- accompagnano l’utente nel proprio sviluppo personale

1. BISOGNI FISIOLOGICIfame, sete, sonno

2. BISOGNI DI SICUREZZAprotezione e sicurezza nell’ambiente

3. BISOGNI ASSOCIATIVIamore, affetto, amicizia

4. BISOGNI DI AUTOSTIMAautostima e status

5. BISOGNI DI AUTOREALIZZAZIONEsé esteso

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4. social network & #opportunità(Fonte: Giovanni Riva, I social network, 2010)

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I social network sono uno spazio sociale ibrido (interrealtà): permette di far entrare il virtuale nel nostro reale e viceversa, offrendo a tutti noi uno strumento potentissimo per creare e/o modificare la nostra esperienza sociale.Per questo possiamo usare i social network:- come strumento di supporto alla nostra rete sociale (organizzazione ed estensione)- come strumento di espressione della nostra identità sociale (descrizione ed definizione)- come strumento di analisi dell’identità sociale degli altri (esplorazione e confronto)

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ESEMPI di Profili di FACEBOOK

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5. social network & #disfunzioni(Fonte: Giovanni Riva, I social network, 2010)

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Comportamenti disfunzionali:- cambiamento di identità: identità fittizie (gender swapping o fake)- comportamenti aggressivi: troll (gruppi provocatori), stalking- violazione o manipolazione dell’informazione: hacking (tentativo di penetrare nei profili altrui), spyware (raccolta di info relative a ciò che l’utente fa senza il suo consenso)- abuso e distribuzione dell’informazione (scambio di programmi commerciali, spamming).

Come mai?- bisogno frustrato (non esserci)- desiderio di essere visibile (voler esserci).Nota. I social network sono la piattaforma ideale per amplificare il desiderio di riconoscimento di ognuno di noi: il fattore celebrità.

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6. social network & #latioscuri(Fonte: Giovanni Riva, I social network, 2010)

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VIDEO: Alex Kornfeind - Alex una Vita su Facebook

identità fluida: “se io posso più facilmente cambiare la mia identità, anche l’intervento esterno può cambiare il modo in cui gli altri la percepiscono (es. targeting su Facebook)”. L’identità diventa flessibile ma precaria, mutevole ma incerta: problema per un adolescente che sta cercando di costruire la propria identità (cfr. Erikson 1995)

analfabetismo emotivo: modificare la propria situazione sentimentale da “fidanzato” a “single” è molto diverso da dirgli guardandolo negli occhi “ti voglio lasciare” guardandolo negli occhi. Usando il social network l’altro e le sue emozioni non sono immediatamente visibili: questo porta alla mancanza di consapevolezza delle proprie emozioni e di quelle degli altri (cfr. Goleman 1995)

privacy: è cambiato il concetto di privacy intesa non come un diritto, ma una minaccia alla libera conoscenza. Gli utenti sono disposti a diulgare i propri dati personali senza problemi.

eccesso di informazione: porta a 1. ansia da mancanza di informazione sufficiente, 2. disinteresse o rifiuto dell’informazione.

dipendenza: 20% del tempo lavorativo (2h al giorno) soglia di produttività dell’uso dei social media. Il superamento di questa soglia può nascondere un “disturbo da dipendenza”

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THE (happy) END | Consigli utili

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- favorire il dialogo tra adulti e giovani, in famiglia e tra famiglie: su quali tecnologie far entrare in casa, cosa ci piace dei social network, le conseguenze dei cambiamenti dei social network nel tempo, ecc.- diffondere la cultura della dieta tecnologica: non regalare l’ultima novità tecnologica (o comunque parlarne con i genitori prima) anche per attendere informazioni sull’impatto e l’affidabilità, promuovere il “ri-consumismo” di oggetti “reali” (chitarre, palloni, abbonamenti alla piscina, racchette da tennis, ecc.)- posizionare le tecnologie solo in luoghi comuni (nel salone, in cucina, non in camera o in bagno): peri giovani favorisce il “controllo”; per gli altri la condivisione reale dell’esperienza virtuale- date e darsi di limiti per il tempo e comunque un determinato tempo dedicato da passare con le tecnologie, sui social network e altri media- fare mercoledì delle ceneri e venerdì santi senza pc- informarsi e diffondere i rischi della privacy- commentare insieme le immagini e gli stili di vita presenti sui social parlando di cos’è bello e cos’è brutto.

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THE (happy) END | Buoni principi per una buona comunicazione

© Chiara Lubich

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THE (happy) END | Buoni principi per una buona comunicazione

© Chiara Lubich

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1. comunicare è essenzialeCosì sul vissuto si accende la luce, per chi racconta e per chi ascolta, e l’esperienza sembra fissarsi nell’eterno. Si ha quasi una vocazione al comunicare.

3. sottolineare il positivoè nello stile dell’unità mettere in luce ciò che è buono, convinti che sia più costruttivo evidenziare il bene, insistere sulle cose buone e sulle prospettive positive, anche se la denuncia opportuna di errori, limiti e colpe, è doverosa per chi ha responsabilità.

2. occorre farci unoMettersi nei panni dell’altro. Anche quando si parla o si svolge un tema non ci si limita ad esporre un pensiero, ma sentiamo prima l’esigenza di sapere chi abbiamo dinanzi. Il messaggio è così partecipato e condiviso.

4. importa l’uomo non il mediaIl mezzo è un semplice strumento. Per portare l’unità, occorre innanzitutto quel mezzo imprescindibile che è l’uomo, un uomo nuovo per dirla come San Paolo, che ha accolto cioè il mandato di Cristo ad essere lievito, sale, luce del mondo.