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FAVOLE In quanto strumento di insegnamento, sono stati il principale mezzo di educazione e socializzazione di tutta la storia Possono insegnare valori, criteri e modelli di comportamento accettabili. Ci insegnano ad affrontare le situazioni che probabilmente incontreremo nella vita e a gestire il meglio possibile le sfide che ci aspettano • istruiscono • trasmettono valori •Abituano alla disciplina Arricchiscono l’esperienza • facilitano la soluzioni di problemi

Lucidi Seminario Sulla Fiaba Per Genitori Calvecchia

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Questi lucidi sono stati presentati durante due serate di formazioni genitori alla scuola materna di Calvecchia. Le due serate avevano lo scopo di trattare il significato delle fiabe a livello simbolico e la loro importanza nella crescita cognitiva ed emotiva del bambino. L'autrice di queste slide è la dott.ssa Maria Silvia Guglielmin, psicologa,psicodrammatista (studio in Treviso vicolo biscaro,1) parte dei contenuti di queste slide sono stati ricavati dal libro "il mondo incantato di Bettelheim

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FAVOLE In quanto strumento di insegnamento, sono stati il principale mezzo di educazione e socializzazione di tutta la storia

Possono insegnare valori, criteri e modelli di comportamento accettabili. Ci insegnano ad affrontare le situazioni che probabilmente incontreremo nella vita e a gestire il meglio possibile le sfide che ci aspettano• istruiscono

• trasmettono valori

•Abituano alla disciplina

• Arricchiscono l’esperienza

• facilitano la soluzioni di problemi

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Le fiabe si occupano dei problemi umani universali, soprattutto di quelli che preoccupano la mente del bambino, e quindi parlano al suo io e ne incoraggia lo sviluppo. (B. Bettelheim,1977)

Esse parlano delle pressioni interiori del bambino in un modo che il suo inconscio comprende e, senza sminuire le violente lotte interiori che il processo di crescita comporta, offrono esempi di soluzioni sia permanenti sia temporanee a pressanti difficoltà.

Le fiabe pongono il bambino onestamente di fronte ai principali problemi umani

Molte storie cominciano con la morte di una madre o di un padre…. Un genitore anziano il quale decide che è venuto il momento di lasciare che la nuova generazione prenda il sopravvento….

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I TRE PORCELLINI

La fiaba insegna in forma divertente e drammatica al bambino che non dobbiamo essere pigri e prendercela comoda, perché altrimenti potremmo perire. L’intelligente programmazione e la previdenza unita al duro lavoro ci permetteranno di trionfare anche sul nostro più feroce nemico: il lupo

La storia illustra anche i vantaggi del crescere, dato che il terzo porcellino, quello più saggio, è solitamente rappresentato come il più grosso e il più anziano

Le case che i tre porcellini costruiscono simboleggiano il progresso dell’uomo nella storia (baracca-casa di legno-casa di mattoni)

Le azioni dei porcellini evidenziano un progresso della personalità dominata dall’Es a una personalità sotto l’influenza del Super-io, ma sostanzialmente controllata dall’Io

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Soltanto il porcellino più anziano è in grado di rimandare il desiderato momento dei giochi, e agisce invece conformemente alla sua capacità di prevedere quello che può accadere in futuro

Lupo: rappresenta tutte le forze asociali, inconsce e divoranti da cui l’individuo deve imparare a difendersi, e che egli può sconfiggere mediante la forza del proprio Io

L’identificazione con i tre porcellini insegna che ci sono degli sviluppi: possibilità di progresso dal principio del piacere al principio di realtà.

Al bambino che è stato invitato ad identificarsi con uno dei protagonisti, si infonde speranza e gli viene detto che sviluppando la propria intelligenza potrà sconfiggere anche un avversario molto forte.

Il bambino si identifica volta per volta con ogni porcellino e riconosce la progressione dell’identità

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• Le fiabe sono rivelatrici dei problemi interiori degli esseri umani e delle giuste soluzioni alle loro difficoltà

• Sono rappresentazioni simboliche di fondamentali esperienze di vita

• Si colloca sul mondo della fantasia, ma tutto ciò che si sperimenta sul piano emotivo è vero

• Parlano alla mente conscia, ma anche alla mente preconscia e inconscia

• Sollecita al cambiamento, alla crescita e alla maturazione psicologica

• Si giunge sempre ad un apice, ad una crisi che solo l’insight dell’eroe odi un suo aiutante può risolvere

• L’unità complessa e contraddittoria dell’individuo è rappresentata non solo dalla figura del protagonista, ma dall’unità di tutti i personaggi.

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SCHEMA STRUTTURALE DELLE FIABE

Andamento a tre fasi: Inizio – crisi - soluzione

Inizio: le fiabe iniziano con la presentazione di una determinata situazione, che spesso già contiene in sé quegli elementi di criticità che di lì a poco si manifesteranno pienamente

C’era una volta un povero contadino con tre figli…. (ricerca mezzi di sussistenza)

C’era una volta un vecchio re… (successione al trono)

C’era una volta una bellissima principessa…. (trovare lo sposo)

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Crisi: si delinea in pieno, e spesso drammaticamente, il problema che costituisce il nucleo vero e proprio della fiaba. Diviene chiaro in questa fase chi è il protagonista e qual è la difficoltà che si trova a dover superare

Soluzione: porta alla tipica conclusione “e vissero felici e contenti” riuscendo a risolvere il problema, a oltrepassare l’ostacolo, a sconfiggere il nemico.

In questo sta il messaggio positivo della fiaba: i problemi esistono, ma si possono superare.

A volte la soluzione viene dal protagonista stesso dalla sua furbizia, coraggio o bontà d’animo, ma il più delle volte è aiutato dalla comparsa di un alleato

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Il Nemico e l’Alleato sono due personaggi immancabili: l’uno crea difficoltà e ostacoli al protagonista, l’altro lo aiuta. L’uno è mosso da cattive passioni, molto comuni, la gelosia, l’invidia, l’avidità, l’altro dai buoni sentimenti: la compassione, la riconoscenza, la generosità

I PERSONAGGI

I personaggi non sono ambigui: l’eroe non ha mai paura e il cattivo non ha mai pietà. Il che non corrisponde affatto alla vita reale, dove luci e ombre si mescolano. Ma corrisponde alla necessità del bambino

Permette al bambino di comprendere facilmente la differenza fra le due cose.

Le ambiguità devono attendere finché una personalità relativamente solida non si sia stabilità sulla base di positive identificazioni

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Il bambino si trova nella condizione di dipendere totalmente per la sua sopravvivenza dai genitori, i quali, in quanto persone reali, sono un po’ buone e un po’ cattive, e questo è anche nella sua percezione quotidiana. Ma è troppo terrificante pensare di dipendere totalmente da qualcuno che può anche essere cattivo. Così il bambino scinde le immagini: la mamma buona e la mamma cattiva, la fata e la strega.

Tutte le azioni cattive nelle fiabe non sono mai compiute da mamme, ma da matrigne e persino le matrigne si comportano benissimo con i figli propri.

Il bambino stesso nella realtà è un po’ buono e un po’ cattivo. Ma neppure questo è molto tollerabile per il bambino. Nell’immaginario tutte queste tendenze distruttive possono trovare spazio e volto, nella rappresentazione del nemico, del rivale, nell’antagonista.

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Il male nelle fiabe c’è come parte indispensabile dello sviluppo narrativo, solo che alla fine viene superato dal bene

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Attraverso la fiaba il bambino fa un viaggio nella sua interiorità per rispondere alla prima e più importante domanda: Chi sono?

L’eroe della fiaba intraprende un viaggio e alla fine del viaggio, della storia l’eroe consegue la sua vera identità e con tale identità la sicurezza interiore circa se stesso, il suo corpo, la sua vita, la sua posizione nella società, egli è felice di essere così com’è.

Perché il bambino possa credere alla storia e integrare il suo atteggiamento ottimistico nella propria esperienza del mondo, è necessario che la senta molte volte. Se in più la drammatizza, ciò la rende molto più vera e reale.

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Il bambino avverte quale fiaba fra le tante si adegua meglio alla sua situazione interiore del momento e avverte anche dov’è che la storia gli fornisce dei punti d’appoggio per venire alle prese con un difficile problema

Chi sono io

Dentro di noi ci sono tendenze contraddittorie è necessario integrarle

Personalità unificata

Separazione

Per divenire realmente sestessi: se si riesce realmente a

separasi dai genitori

Liberarsi dal potere che i genitori hanno

su di noi

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Non esiste minaccia peggiore nella vita di quella che saremo abbandonati, lasciati completamente soli

Angoscia di separazione

Più siamo giovani maggiore è la nostra angoscia quando ci sentiamo abbandonati, perché il bambino piccolo perisce in senso reale quando non viene adeguatamente protetto e accudito. Perciò la consolazione definitiva è che non verremo mai abbandonati

Unione permanente del principe e della principessa

Simboleggia l’integrazione dei diversi aspetti della personalità

Unità morale a livello più elevato l’angoscia di separazione è superata quando è stato trovato il partner ideale

Creazione

di rapporti

umani

soddisfacenti

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Regno

Non viene mai detto niente di esso, neppure di quello che fa il re e la regina. Diventare il re o la regina di questo regno ha un solo scopo: quello di comandare anziché di essere comandatoDiventare re o regina simboleggia una

condizione di vera indipendenza, in cui l’eroe si sente sicuro, soddisfatto e felice come l’infante si sentiva nel suo stato di maggiore dipendenza, quando era veramente curato in tutto nel regno della propria culla

Alla fine della storia l’eroe ha superato tutte le prove e malgrado ciò è rimasto fedele a se stesso, o attraversandole ha raggiunto la sua autentica individualità

E fu saggio e pacifico (è una vittoria su se stessi non sugli altri) e vissero felici e contenti … E’ in questo che la maturità dovrebbe consistere: nella capacità di governare se stessi con saggezza, e di conseguenza vivere felici

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Hansel e Gretel Credono che i loro genitori

stiano complottando per abbandonarli

Un bambino piccolo che si sveglia affamato nell’oscuritàdella notte si sente minacciato di completo rifiuto e di

abbandono, che egli percepisce sotto forma di paura di morire di fame. I bambini, che sanno di avere

un bisogno disperato dei loro genitori, tentano di tornare a casa dopo essere stati abbandonati

Hansel riesce a trovare la strada per uscire dal

bosco

Prima che un bambino abbia il coraggio di affrontare il viaggio

che simboleggia l’impresa di trovarese stesso, può prendere l’iniziativa

solo cercando di tornare allapassività, di garantirsi una gratificazione

eternamente dipendente

Il fatto che ritornino a casa non risolve nulla

Qualche storia

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La conseguenze del tentativo di affrontare i problemi Della vita mediante la regressione e il rifiuto, è quella

di ridurre la capacità dell’individuo di risolvere i problemi

Utilizzo delleBriciole di

pane

Hansel e Gretel danno pieno sfogo alla loroRegressione mangiando la casa di

Marzapane, i bambini non pensano che stanno distruggendo ciò che dovrebbe dare

loro rifugio

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Il rovescio di posizioni a danno della strega

Comunica che i bambini che hanno poca esperienza e stanno Ancora imparando l’autocontrollo non devono essere

Giudicati in base agli stessi criteri con cui sono giudicatiI grandi, che si suppone siano meglio in grado di

Dominare i loro desideri istintuali. la punizione della stregaÈ giustificata così come il salvataggio dei bambini

Per sopravvivere essi devono sviluppare L’iniziativa e rendersi conto che la loro unica

Risorsa consiste nella progettazione intelligente eNell’azione

La strega è una personificazione

Degli aspetti distruttivi

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Ereditano i gioielli della strega

Stadio superiore di sviluppo:La madre buona era nascosta in quella cattiva, distruttiva

(strega)

uccelli

È preferibile per Hansel e Gretel non trovare subito il Sentiero, ma affrontare i pericoli del mondo.

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Cappuccetto Rosso

Nella sua casa regna l’abbondanza che la bambinaÈ lieta di condividere con la nonna

Il mondo esterno per lei non è un luogo Minaccioso, dove non possa trovare un sentiero

quindi abbandona la propria casa volontariamente Riconosce la bellezza del mondo esterno

Ambivalenza del bambino vivere in accordo Col il principio del piacere o col principio di

realtà

Raccogliere Fiori finche non

È più divertente

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maschio

Seduttore che se gli si da retta diventa Il distruttore (LUPO)

La figura paterna responsabile, forte e Salvatrice (CACCIATORE)

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Per quanto l’ingenuità sia affascinante, è pericoloso rimanere ingenui per tuttala vita

Fornisce al lupo tutte le Istruzioni per andare alla casa

Della nonna

L’inconscio di CR fa di tutto per tradire la nonna

Non c’è nulla che la nonna non Avrebbe dato alla bambina: indica che

Non è una figura matura, ma che siLascia trasportare dalle proprie

necessità

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E’ di CR l’idea di riempire diSassi la pancia del lupo

Deve essere CR a decidere cosa Fare e a mettere in atto il suo

Proposito. Se in futuro non vuole Correre rischi, deve essere in grado

Di eliminare il seduttore. Se lo avesse fatto ilCacciatore CR non avrebbe mai potuto avere

L’impressine di aver realmente superato la suadebolezza

RinascitaCR e la nonna non muoiono realmente

È una rinascita a livello superiore. I bambini devono poter credere che sia Possibile raggiungere una più alta forma di esistenza se si riesce a

Padroneggiare le necessarie fasi di sviluppo

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La fiaba mette in guardia contro il lasciarsi trasportare da sentimenti di collera. E’ facile che un bambino si senta infastidito con una persona cara … egli tende a nutrire sentimenti di collera, e a lasciarsi trasportare da sfrenati desideri senza darsi molto pensiero delle conseguenze nel caso che essi si avverassero. Molte fiabe illustrano gli esiti tragici di simili desideri

Ma se da una parte ammonisce dall’altra parte rassicura, garantendo che la buona volontà o le buone azioni possono annullare tutto il male procurato dai cattivi desideri

Nelle fiabe solo i desideri degli adulti hanno delle conseguenze. La morale implicita è che gli adulti sono responsabili delle azioni da loro compiute in un impeto d’ira o per stupidità, mentre i bambini non lo sono. Se i bambini desiderano in una fiaba, desiderano soltanto cose buone, e il caso o uno spirito buono soddisfa i loro desideri, spesso al di là delle loro più fervide speranze

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La fiaba pur ammettendo che adirarsi è molto umano, prevede che soltanto gli adulti hanno un sufficiente autocontrollo da non lasciarsi prendere la mano, dato che i loro bizzarri desideri ispirati dalla collera si avverano: le fiabe mettono però in rilievo le meravigliose conseguenze che si hanno quando un bambino nutre desideri o pensieri positivi. La disperazione non induce il bambino della fiaba a covare desideri di vendetta. Il bambino augura soltanto cose buone, anche quando ha forti motivi di desiderare che succeda del male ai suoi persecutori. Biancaneve non nutre desideri astiosi verso la malvagia matrigna e così Cenerentola vuole che le due sorellastre vadano al gran ballo

Il male nelle fiabe c’è come parte indispensabile dello sviluppo narrativo, solo che alla fine viene superato dal bene

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Un bambino piccolo può far ben poco da solo, e questo è scoraggiante per lui, tanto che egli, persa ogni speranza, può rinunciare ad impegnarsi. La fiaba impedisce che questo avvenga dando una straordinaria dignità ai minimi successi e suggerendo che da essi possono scaturire meravigliosi sviluppi. Così la fiaba incoraggia il bambino a confidare nell’importanza dei suoi piccoli progressi reali. (fare amicizia con un animali o entrare nelle sue simpatie come nel gatto con gli stivali , dividere un tozzo di pane con uno sconosciuto come nella gallina dalle uova d’oro)

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APPRENDIMENTO DEI RUOLI ATTRAVERSO LA FIABA

• Prime letture della fiaba ai bambini, nel quale l’adulto funge da lettore-narratore-attore

• Segue una fase di gioco individuale con gli oggetti

• Culmina con la drammatizzazione e gioco dei ruoli

J. RoJas Bermudez

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lettura

I bambini piccolissimi non conoscono il significato delle parole del racconto e la loro attenzione si focalizza sul modo in cui la fiaba viene raccontata.

Il bambino riceve tutto lo stimolo della drammatizzazione dell’adulto e registra in toto questa esperienza emotiva.

In questa fase il contenuto formale del racconto non è importante, importa ciò che il bambino sente durante la lettura mimata. Da questo registro globale emergeranno poi le forme e i contenuti….

Sarà importante il tono e la melodia che produrranno in lui determinate sensazioni… gioia, paura, curiosità….

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Seconda fase: memorizzazione

Si manifesta attraverso la richiesta di una determinata lettura e il rifiuto di ogni cambiamento di forma da parte del lettore.

In questo ci sono due registri quello dello sfondo tono e melodia, e quello della forma, parole e testo.

Il bambino si libera dalla dipendenza dell’adulto grazie alla STRUTTURAZIONE DELL’IMMAGINE.

La fiaba passa ad appartenere al bambino, ora egli può evocarla a volontà senza il bisogno dello stimolo esterno

Il bambino giocherà la fiaba fino a riuscire a riprodurre nell’ambiente l’immagine che ha della fiaba. Questa riproduzione fedele viene chiamata immagine reale. Grazie a questo gioco incomincia a comprendere le interazioni e i rapporti di tempo e spazio tra i personaggi

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La drammatizzazione

Il bambino che aveva giocato la fiaba con oggetti, incomincia a condividere il gioco con le persone. Con loro procura di ripetere la fiaba, con una differenza fondamentale: delega i personaggi, ma ne tiene uno per sé

Con la drammatizzazione il bambino incorpora attivamente se stesso alla struttura della fiaba, è uno dei suoi personaggi. In successive drammatizzazioni cambierà personaggio, fino ad esaurire le possibilità del racconto. In questo modo scopre una nuova fonte di esperienze, formate dai vissuti di ogni personaggio nelle varie situazioni della fiaba

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SVILUPPI DELLA STORIA

DISEGNARE

DRAMMATIZZARE

L’USO DEI BURATTINI

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Drammatizzazione (Dotti, Psicodramma per bambini, Franco Angeli, 2002)

Consente di esorcizzare e meglio maneggiare le paure da parte dei bambini. La paura giocata diventa governabile. A differenza di quanto succede nella quotidianità si può giocare a “stare nella paura” e a sconfiggere senza le conseguenze della vita reale

I bambini possono sperimentare le dimensioni della fusionalità e dell’aggressività. Con la mediazione del ruolo giocato e del contesto di semirealtà (come se) possono essere vissute esperienze significative connesse alla sperimentazione della rabbia, dell’assertività, come pure della fiducia, dell’abbandono e dell’intimità

Facilita la comunicazione di contenuti emozionali rilevanti del bambino in un contesto protetto

Permette di lavorare sui momenti critici che l’esperienza scolastica incontra nel suo procedere ( inserimento, chiusura, elaborazione di lutti o perdite…)

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Proposte di lavoro

Drammatizzazione su copione: diventa l’opportunità di giocare sulle trasformazioni e sulle varianti ai ruoli proposti dal copione di partenza. La fiaba e il racconto svolgono la funzione di pretesto per consentire l’emergenza dei contenuti e delle fantasie dei bambini. Attraverso i personaggi e le situazioni proposte dal testo, i bambini trasformano e ricreano con la drammatizzazione una nuova storia, specchio di ciò che avviene nel loro mondo interiore

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Drammatizzazione con i peluche e/o oggetti significativi: Se si utilizzano i peluche, tra gli attori della drammatizzazione non vi sono solo i bambini che interpretano dei ruoli, ma anche gli oggetti significativi per i bambini stessi. In questo caso l’oggetto diventa una sorta di alter ego protetto che parla al posto del bambino. Nel gioco di inversione di ruolo con questi oggetti il bambino comunica ed esprime contenuti molto importanti.

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DIECI INDICAZIONI PER UN RACCONTO EFFICACE (George Burns, 101 storie che guariscono, ed. Erickson, 2006 )

1 Siamo tutti narratori Raccontiamo le nostre storie, ascoltiamo le storie degli altri e ascoltiamo le nostre storie

2 Affidati al tuo entusiasmo

3 usa la tua intelligenza, moralità, integrità

Bisogna comunicare messaggi che aiutino responsabilmente i bambini a raggiungere quello che vogliono o di cui hanno bisogno

4 adatta la storia

L’identificazione con la storia è più facile se il suo personaggio si addice all’età del bambino.

Bambini di età prescolare: comunicano per metafore

Nei primi anni scuola elementare: storie di animali

In seguito storie di eroi di cartoni animati o film

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5 rendi reale la storia Arricchendola di particolari

6 prepara un canovaccio della storia

7 Ripeti la storia

Qual è l’esito della storia?

Quali sono i passi o i processi che portano ad esso?

Qual è il problema da cui prende avvio la storia?

Quale personaggio può corrispondere bene all’ascoltatore?

8 raccontala a qualcun altro

9 osserva il tuo ascoltatore

10 Sii flessibile

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IL SENSO DEL GIOCO deriva da una struttura naturale di dotazione biologica e che matura in concomitanza con tutte le altre funzioni naturali.

La condivisione di senso con l’altro: l’incontro di due.

Ecco le condizioni che la comunità scientifica moderna identifica come essenziali per ogni evoluzione armoniosa e felice”

3 componenti:

contenuto

forma

Vissuto emozionale

Devono essere in equilibrio

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LE FUNZIONI PSICOLOGICHE E RELAZIONALI

Ogni essere umano ha bisogno di avere assolte le funzioni psicologiche fondamentali, pena

l’infelicità, la solitudine, il disagio o la malattia mentale

Tali funzioni non sono esclusive dell’età evolutiva, esse necessariamente accompagnano tutta la vita, declinandosi nelle diverse relazioni sociali che l’individuo attraversa nel corso della sua esistenza

Page 38: Lucidi Seminario Sulla Fiaba Per Genitori Calvecchia

FUNZIONE DI DOPPIO

Mettere in parole i vissuti, i sentimenti ed i contenuti interni dell’altro

• Messaggio “Non sei solo… non sei il solo” Il doppio legittima l’esistenza e il riconoscimento anche dei contenuti più difficili da comunicare

• Sottolinea il senso di appartenenza e di condivisione da parte degli altri dei propri contenuti interiori: “gli altri comprendono quello che io provo e quindi appartengo ad un contesto che mi può capire”

• Formulando i contenuti con parole e accenti nuovi favorisce l’esplicitazione e la chiarificazione del vissuto

• Favorisce la connessione con altri contenuti mentali inediti e facilita il comportamento spontaneo

• Promuove il sentire emotivo versus la razionalizzazione . Aiuta la persona a stare nell’emozione, anche se difficile, per meglio capirla e gestirla, piuttosto che fuggire nel bisogno di spiegarla, razionalizzarla o negarla

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FUNZIONE DI SPECCHIO

E’ attivata ogni qual volta una persona ha la possibilità di ottenere un rimando esterno

• Consente un confronto tra auto ed eteropercezione. Ciò consente adattamenti e cambiamenti nel modo di porsi con gli altri

• E’ fortemente individuante. Lo specchio costringe ad uscire dall’indistinto, dal fantastico e dall’illusione di una fusione tra mondo interno e mondo esterno

• Favorisce la consapevolezza che il mondo esterno costituisce un dato di realtà indipendente, non modificabile in base al desiderio

• Costringe all’auto-osservazione

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FUNZIONE DI RISPECCHIAMENTO

Il processo di rispecchiamento parte dalla persona, che ritrova in un altro essere umano qualcosa di simile a sé

• Il rispecchiamento sano facilita la conoscenza di sé attraverso l’altro, consentendo di ritrovare e riconoscere nell’altro parti di sé, attuando un processo di conferma di sé attraverso la relazione

• L’altro può costituire il luogo che dà diritto di esistenza a parti di sé negate o temute. Attraverso l’altro è possibile riconoscere alcuni aspetti di sé come elementi di una comune umanità

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FUNZIONE DI INVERSIONE DI RUOLO

Diviene attiva quando ad una persona viene fornita l’opportunità di mettersi dal punto di vista di un altro da sé

• Permette il decentramento percettivo che favorisce il superamento dell’egocentrismo cognitivo e affettivo

• Permette di avere accesso al punto di vista dell’altro, crea le condizioni per una conoscenza del vissuto dell’altro

• Permette di guardare se stessi con gli occhi dell’altro

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FUNZIONE DI INCONTRO

Promuove la capacità di vivere relazioni più autentiche e basate sulla reciprocità

Avviene un incontro quando due persone si relazionano per quello che sono, nella loro umanità reale, nel qui ed ora

• Promuove il TELE: la capacità delle persone di entrare in relazione emotiva reciproca per giungere ad un incontro

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RUOLO

I ruoli sono la forma operativa attraverso la quale le relazioni divengono percepibili.

E’ la forma operativa che l’individuo assume nel momento specifico in cui egli reagisce ad una situazione specifica nella quale sono implicati altre persone od oggetti.

La forma è creata dalle esperienze passate e dai modelli culturali della società in cui la persona vive

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CONTRORUOLO

È il ruolo complementare con cui un individuo interagisce quando assume un determinato ruolo

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TECNICA DI GIOCO DI RUOLO

La tecnica di gioco di ruolo viene attivata quando l’altro accetta di giocare un ruolo complementare nella relazione nella relazione, sostenendo in tal modo ad un ruolo di realizzarsi e di svilupparsi.

Un adulto attiva la funzione di gioco di ruolo quando accetta di essere il controruolo proposto dal bambino