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Petrarca

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Vita, morte e miracoli di Francesco Petrarca

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Arezzo

• Nacque ad Arezzo nel 1304 da Ser Petracco, un notaio fiorentino che faceva parte del gruppo dei Bianchi, esiliato come Dante nel 1302 in seguito alla vittoria dei Neri, e da Eletta Canigiani.

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Incisa

• Francesco passò quasi interamente i suoi primi 6 anni con la madre Eletta ad Incisa Valdarno, un incantevole borgo sulle colline toscane (fra Firenze, Arezzo e Siena). Gli nacquero 2 fratellini: uno morì nell’infanzia, mentre Gherardo (1307) rappresentò il suo compagno ideale e, come vedremo, un modello di vita.

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Avignone

• Nel 1312 il padre si trasferì ad Avignone (lavorava presso la corte Pontificia)

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Carpentras

• Essendo Avignone sovraffollata, Petracco spostò la famiglia a Carpentras (ad una ventina di chilometri a nord-est)

• A Carpentras Francesco trascorse 4 anni di gioia e serenità anche grazie all’amicizia con Guido Sette (che nel 1358 diventerà arcivescovo di Genova).

• Studia grammatica e retorica con Convenevole da Prato

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Montpellier

• Seguì, insieme all’amico Guido, gli studi giuridici a Montpellier (1316) prima...

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• [gli attuali studenti di diritto] “non si curano di conoscere l’origine del diritto e i nomi dei suoi fondatori, ma si contentano di imparare le norme dei contratti... Non pensando, nella loro profesione, se non al guadagno e non sapendo che l’apprendere l’origine delle scienze e dei fondatori di esse è cosa utile e piacevole”.

• “Quale venale mercato: tutto è in vendita: la parola, la mano, l’ingegno, l’anima, il decoro, la fama, il tempo, la fede, l’amicizia e il prezzo non è pari al loro valore” (Fam. XX, 4, 3-4, 21 e 24)

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Bologna

• ... e a Bologna poi, con il fratello Gherardo e l’amico Guido (1320 e il 1326).

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• “Andavo con i miei coetanei e nei giorni di festa facevamo passeggiate così lunghe che spesso il sole tramontava mentre ancora ci trovavamo per i campi. Si tornava a notte inoltrate e le porte della città erano ancora aperte” (Sen X, 2)

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Avignone

• Dopo la morte del padre, tornò ad Avignone...

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• ... ad Avignone frequentò il mondo elegante della città.

• Sono anni in cui Francesco conduce una vita frivola e dissipata, riscuotendo grande successo presso l’aristocrazia grazie alle sue doti di arguzia e di eleganza mondana.

• Ciò non gli impediva lo studio dei classici (amava soprattutto Virgilio e Cicerone) e dei grandi pensatori religiosi, in particolare di sant’Agostino (di cui teneva sempre con sé un’edizione “tascabile” delle Confessioni)

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[Laura]

• [FORSE] Ad Avignone, il 6 aprile 1327, nella chiesa di Santa Chiara, vide per la prima volta la donna che amò per tutta la vita e a cui si ispira nelle sue opere poetiche in italiano: Laura, identificata tradizionalmente con una Laura di Noves, sposa del marchese Ugo di Sade.

• Se infatti nulla sappiamo della donna che gli diede il primo figlio (come nulla sappiamo di colei che nel 1343 lo rese padre per la seconda volta – la figlia Francesca) è noto al mondo il nome del grande amore “poetico” di Petraca: Laura

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• Attorno al 1330 prese gli ordini minori, entrando a far parte del clero: lo scopo essenziale era (come spesso nel Medioevo) quello di assicurarsi una rendita sicura.

• Entrò quindi in rapporti di amicizia e di "clientela" con la potente famiglia Colonna (molto potente in Italia, Francia e Provenza): prima fu parte del seguito del cardinale Giacomo Colonna, poi divenne cappellano di Giovanni Colonna e nel 1335 canonico nella cattedrale di Lombez.

• Grazie alla protezione di questa famiglia entrò in contatto con i più importanti intellettuali del tempo, poté studiare e possedere libri costosi e rari, ed avere riconoscimenti pubblici.

• Al servizio dei Colonna ebbe modo di soggiornare in divesri posti e di fare finalmente un viaggio a Roma...

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Fontaine de Vaucluse (1347)

• “Tornato anche di là [da Roma]. Non riuscendo a sopportare il senso di fastidiosa avversione che provavo per Avignone... Trovai una valle piccola, ma lolitaria ed amena che si chiama Valchiusa, a quindici miglia da Avignone. Vi nasce il Sorga, regina di tutte le fonti. Incantato dal fascino di quel luogo mi ci trasferii con tutti i miei libri quando avevo già cominciato il mio trentaquattresimo anno” (Posteritati, 880)

• ... Solitudine, bellezza della natura, vagabondaggio per i campi e per i boschi... Libertà di pensare, di studiare, di scrivere...

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• Chiare e fresce e dolci acque…

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• Dicevamo, dunque

• ... Solitudine, bellezza della natura, vagabondaggio per i campi e per i boschi... Libertà di pensare, di studiare, di scrivere...

• ... In solitudine quasi perfetta (pochissime visite...)

• Riceveva però molte lettere...

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•Ed aveva un nuovo amico: Philippe de Cabassole, vescovo di Cavaillon

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• Fu soprattutto grazie a questo momento di ritiro che Petrarca intensificò i suoi studi e i suoi scritti...

• ... Che lo stavano rendendo sempre più famoso...

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Incoronazione• Se Petrarca ama la vita solitaria

fatta di studi e riflessioni, vi è in lui, però, anche un prepotente bisogno di affermazione culturale e di gloria.

• Tale desiderio verrà appagato con l'incoronazione poetica (da cui l'espressione "poeta laureato": laurus è l'alloro, antico simbolo di Apollo come dio della poesia).

• La cerimonia si celebrò a Roma, in Campidoglio, l'8 aprile 1341 (dopo che il re di Napoli Roberto d'Angiò lo aveva "esaminato" per tre giorni).

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La gloria e la fama

• Così, dunque, con la cerimonia capitolina, si concludeva la prima fase dell’esperienza letteraria e culturale del Petrarca.

• Nonostante la sua attrazione per la “vita romita” egli aveva saputo attirare su di sé l’attenzione di buona parte della società colta;

– Era uno dei cittadini privati più famosi

– Si era affermato come poeta in volgare, poeta in latino, storico, filosofo morale...

– Aveva una corrispondenza con intellettuali di Italia, Francia...

– Si proponeva come l’intellettuale che voleva dar vita ad una nuova civiltà fondata sulla tradizione classica...

– Durante l’incoronazione gli era stato consegnato il “privilegium lauree” che gli riconosceva un cospicuo numero di onori..

– Le nuove signorie italiane cominciarono ad interessarsi attivamente alla sua persona ed al suo lavoro...

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• A partire dagli anni '40 la fama del Petrarca, quindi, cresce sempre più.

• Accolto ovunque con onori e riconoscimenti, entra in contatto con varie nobili famiglie italiane (i Correggio di Parma negli anni Quaranta, i Visconti di Milano tra il 1353 e il 1361, i da Carrara di Padova nell'ultimo decennio della sua vita).

• Dopo il 1350 entra in stretti rapporti d'amicizia con Giovanni Boccaccio (che lo considera un maestro spirituale e culturale): ma rifiutò una cattedra nello Studio di Firenze, come rifiutò di li a poco il posto di segretario del cardinalato in Provenza offertogli dal Papa.

Il poeta “cortigiano”

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I momenti di crisi

• Nonostante gli agi e la gloria, in Petrarca si intensificano i momenti di crisi accentuati da varie vicende:

– la crisi religiosa (acuita dal fatto che il fratello Gerardo si fa frate nel 1843)– La vergogna per la nascita della figlia naturale (1843 - Francesca)– il venir meno delle speranze di rinnovamento politico (il tentativo di Cola di

Rienzo, fallito nel 1347)– La peste (1848)– La morte di Laura (a causa della peste del 1848)– La morte precoce del figlio Giovanni (1861)– l'aggravarsi della corruzione ecclesiastica (gli ultimi anni della "cattività"

avignonese: solo dopo la morte del Petrarca il papato tornerà nella sua sede romana)

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Mondanità e solitudine...

Petrarca alterna come sempre a momenti di intensa vita sociale e mondana...

Momenti in cui torna a raccogliersi in operosa meditazione (nella composizione di opere o nell'approfondimento di letture) in luoghi solitari come Valchiusa (ci torna nel 46-47) e Selvapiana (presso Parma)...

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• Il De vita solitaria, composto a Valchiusa nel 1346-1347, mostra questa vita ideale, affiancandosi, e non contrapponendosi, alla contemplazione dell’esistenza ascetica e monastica. Il De ocio religioso, un trattato sulla vita ascetica, scaturito da una visita al caro fratello Gherardo a Montrieux, è la consacrazione della felicità monastica, condizione privilegiata per la tradizione cristiana. Francesco pare anelarla quale risoluzione degli affanni, delle paure, dei dolori e delle insicurezze dell’umanità.

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Il ritiro ad Arqua

...per ritirarsi poi, negli ultimi anni, nella tranquillità di Arquà, sui colli Euganei.

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• Petrarca rappresenta una figura nuova di intellettuale.

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L’intellettuale cosmopolita

Non è più l’intellettuale comunale legato ad un preciso ambiente cittadino, ma è un intellettuale cosmopolita, universale.

Come testimonia anche la sua ansia di viaggiare che lo porta ad essere cittadino di Avignone, Parma, Milano, Venezia, Padova…

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L’intellettuale cortigiano

Petrarca è un intellettuale che non disdegna di vivere nelle corti di grandi signori, a cui da lustro grazie alla sua fama.

Egli accetta incarichi prestigiosi in cambio di rendite, onori pubblici, protezione. Tuttavia resta geloso della sua autonomia intellettuale.

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L’intellettuale nuovo

Questa autonomia gli è comunque garantita dalle rendite ecclesiastiche (che gli consentono di non dipendere dal mantenimento di un signore). Non deve “LAORARE” per mantenersi e quindi può dedicarsi agli studi a tempo pieno (otium letterario).

Petrarca può considerarsi ricco: conduce una vita agiata, può permettersi accoglienti casette in luoghi ameni e incantevoli (Valchiusa, Selvapiana, la casetta milanese vicino alla basilica di Sant’Ambrogio, Arquà). Può anche disporre di tutti i libri che vuole.

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Il prestigio della letteratura

I suoi privilegi si spiegano col grande prestigio che ha assunto la letteratura presso la classe dirigente italiana: il letterato è colui che, con i suoi scritti, assicura l’immortalità della fama.

Petrarca ostenta disprezzo per un sapere puramente tecnico e scientifico. Secondo lui le lettere, che apparentemente non sono necessarie, sono invece assai utili perché spronano alla meditazione e alla riflessione interiore e quindi portano alla vera conoscenza di sé.

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• Buona vita e…

• Buona lettura