22
L'Orientamento scolastico–professionale L'Orientamento scolastico–professionale verso l'integrazione lavorativa verso l'integrazione lavorativa di persone con disabilità di persone con disabilità Proget t o “ UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA_I CARE 2007~2009” Dot t . ssa Cr i st i na Gazzi Dot t . ssa Mi chel a Zannol Psi col ogo- Psi cot er apeut a Psi col ogo Servizio per l'Et à Evol ut iva Esper t o i n Or i ent ament o al l e Scel t e ULSS 2 – Fel t re – - novembre 2009 - 2 Spazio di confronto Riflessione su alcune tematiche emerse nel percorso Orientamento scolastico-professionale Discussione di un caso Sintesi e conclusioni STRUTTURAZIONE dell'incontro 3 1. ORIENTAMENTO: quale significato ha per voi nelle situazioni di soggetti con disabilità? 2.a che età dovrebbe iniziare secondo voi l'orientamento? Perché? 3. quali agenzie sono coinvolte? 4. dalle vostre conoscenze come è gestito oggi l'orientamento per persone con disabilità? SPAZIO DI CONFRONTO

Secondo incontro - Ruolo orientamento

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Page 1: Secondo incontro - Ruolo orientamento

L'Orientamento scolastico–professionaleL'Orientamento scolastico–professionaleverso l'integrazione lavorativa verso l'integrazione lavorativa

di persone con disabilitàdi persone con disabilità

Proget to “ UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA_I CARE 2007~2009”

Dot t .ssa Crist ina Gazzi Dot t .ssa Michela Zannol

Psicologo- Psicoterapeuta Psicologo

Servizio per l 'Età Evolut iva Espert o in Orientamento al le Scel t e

ULSS 2 – Fel t re –

- novembre 2009 -

2

● Spazio di confronto● Riflessione su alcune tematiche emerse nel percorso

● Orientamento scolastico-professionale● Discussione di un caso● Sintesi e conclusioni

STRUTTURAZIONE dell'incontro

3

1. ORIENTAMENTO: quale significato ha per voi nelle situazioni di soggetti con disabilità?2.a che età dovrebbe iniziare secondo voi

l'orientamento? Perché?3. quali agenzie sono coinvolte?4. dalle vostre conoscenze come è gestito

oggi l'orientamento per persone con disabilità?

SPAZIO DI CONFRONTO

Page 2: Secondo incontro - Ruolo orientamento

4

FamigliaFamiglia ScuolaScuola

ComunitàComunità lavorativalavorativa

AssociazioniAssociazioniPersonaPersona

ServiziServiziCoetanei

5

DISABILITÀ

DEFICIT

RELAZIONE

PROCESSO

COSTRUZIONE

INTEGRAZIONE

CONDIVISIONE

ASPETTATIVE

PROGETTUALITÀ

ORIENTAMENTO

PUNTI DI FORZA

DISABILITÀ APPROCCIO MULTIDIMENSIONALE (antropologico, sociale, clinico...)

Disabilità fisica

Soggetti con DeficitCognitivo

Disturbi di personalità

Diagnosi multiple

Page 3: Secondo incontro - Ruolo orientamento

CARATTESTICHE DI SVILUPPO TIPICHE

DELL'ETA'

CHE COSA SUCCEDE “DENTRO” ALL'ADOLESCENTE NEL MOMENTO IN CUI AFFRONTA L'ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

COSA SUCCEDE “FUORI”

“DENTRO”

PUNTI DI FORZA

DEFICIT

PUNTI EMERGENTI

CAMBIAMENTI

CORPO

AFFETTIVITÀ

DIMENSIONE COGNITIVASESSUALITÀ

Page 4: Secondo incontro - Ruolo orientamento

POSSIBILI VISSUTI:CURIOSITA'

PAURA DI PERDERE “IL CONTENITORE SCUOLA” COME FONTE DI SICUREZZA

TIMORE DI NON CONDIVIDERE L'ESPERIENZA CON I COMPAGNI

TIMORE DI PERDERE CONTENUTI DI TIPO SCOLASTICO E DI PERDERE ESPERIENZE PIACEVOLI

SENSO DI INADEGUATEZZA

POSSIBILI VISSUTI VERSO I PARI

- TIMORE DEL CONFRONTO

- SENTIMENTI DI ESCLUSIONE

- AUTOSVALUTAZIONE

COSA SUCCEDE “FUORI” AL RAGAZZO/A CHE FA ALTERNANZA

FAMIGLIA

- IPERPROTEZIONE

- DELEGA / DISINTERESSE

- AUTONOMIE / NON AUTONOMIE

- ASPETTATIVE

- PAURE

- CAMBIAMENTI ANCHE NEI GENITORI (età, ruolo sociale, ...)

Page 5: Secondo incontro - Ruolo orientamento

RUOLO DEI SERVIZIIN QUESTA FASE:

ACCOMPAGNAMENTO

TRASMISSIONE DI INFORMAZIONI

AGGIORNAMENTO DATI

LAVORO CON LA FAMIGLIA

COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA

RISCHIO DI CONSERVARE UNA FOTO VECCHIA DEL RAGAZZO

RISCHI DI CRONICIZZARE “IL PROBLEMA”: es. è un soggetto con ritardo cognitivo lieve, ma cosa significa “ritardo cognitivo lieve” a 14-15 anni

DENTRO E FUORI

Intreccio

RELAZIONI

RETE

Un po' di storia...Tradizionali modalità di concepire la disabilità

Tendenza a definire il soggetto come “limitato” (mancanza) = “qualcosa che una persona ha” come “tratto negativo”

La sua condizione non è modificabile

Page 6: Secondo incontro - Ruolo orientamento

SVILUPPO PROFESSIONALE eSCELTE CIRCA IL FUTURO

Tradizionali modalità di concepire la disabilita'

CONCENTRAZIONE SUI LIMITI E SUI DEFICIT INDIVIDUALI

PERSONA CON DISABILITÀ NON è IN GRADO DI BADARE A SE STESSA, DI PRODURRE, DI SCEGLIERE, DI DECIDERE

Ultimo decennio

Tematichedisabilità

Nuove consapevolezze

Significative ricadute per l'orientamento e

l'inserimento professionale

18

ASPETTATIVA DI VITA

� Inizi 1900: durata media di vita = 9 anni� 2000: 62 anni

(Calignano, 2003)

� Fattori:� progressi medico-scientifici� maggior conoscenza disabilità� interventi riabilitativi precoci� miglioramento condizioni generali di vita

� Conseguenze:� ���� popolazione adulta � progettare percorsi di vita : acquisizione autonomie VQ e capacità di

integrazione sociale e lavorativa

Page 7: Secondo incontro - Ruolo orientamento

19

PROGETTO DI VITA

� “pensare adulto” il giovane con disabilità

� percorso longitudinale

� interventi educativi integrati: esperienze di integrazione (scolastica, lavorativa, sociale)

� strumento essenziale per sviluppo dell’identità e dell’autonomia

20

PROGETTO DI VITA

SOGGETTI PROTAGONISTI:� famiglia� coetanei � scuola � servizi / enti� associazioni volontariato

21

Nuova concezione della disabilità

� soggetto = individuo in divenire

� diritto di avere un futuro

NO soggetto bisognoso di assistenza

� capace di acquisire abilità di autonomia personale e sociale con

partecipazione scolastica e

integrazione sociale

Page 8: Secondo incontro - Ruolo orientamento

22

INTEGRAZIONE

DETERMINA

la Qualità di Vita dell’individuo

23

INTEGRAZIONE

RUOLO DETERMINANTE NELLO SVILUPPO DELL’INDIVIDUO

INTEGRARE UNA PERSONA =metterla nelle condizioni di

diventare parte di un contesto sociale, di condividere esperienze relazionali,

emotive e cognitive con il gruppo di cui fa parte

24

Ricerche nazionali ed internazionali (6° Congresso Nazionale Disabilità

Trattamento Integrazione, 2006) 1/3

Le persone con disabilità intellettiva: hanno meno successo scolastico vanno a scuola meno anni sviluppano poche competenze fanno lavori considerati “bassi”, poco

interessanti, poco qualificanti hanno stipendi bassi difficilmente fanno carriera hanno pochi rapporti sociali

Page 9: Secondo incontro - Ruolo orientamento

LE SCELTE

Giovani con disabilità manifestano (Yanchak e coll., 2005):

● scelte fatte da altre persone (mancanza di iniziativa)

● credenze professionali inadeguate che possono comportare difficoltà di adattamento

● paura del fallimento

● tendenza ad aderire in modo acritico alle indicazioni di altri

● difficoltà nella formulazione di obiettivi per il proprio futuro

I giovani con disabilità

● minor conoscenza delle possibili opzioni professionali

● scarse conoscenze dei processi decisionali

● gamma ristretta di abilità utili e necessarie per un produttivo inserimento professionale (Hitchings et al., 2001)

CONCETTO DI LAVORO

● Ricerca (Ferrari, Nota, Soresi, 2007) confrontando persone con sviluppo tipico e con ritardo mentale di pari età cronologica e mentale

CONCETTO DI LAVORO POVEROFALSATO DA ATTENZIONE AGLI ASPETTI POSITIVI

IGNORANDO SENSO DI RESPONSABILITà, FATICA, IMPEGNO

Page 10: Secondo incontro - Ruolo orientamento

Non considerano il lavoro

● possibile fonte di realizzazione e soddisfazione

● mezzo per favorire l'appartenenza sociale

● modalità per potenziare le proprie conoscenze e capacità

ORIENTAMENTO

Interventi programmati :

● mirano a potenziare e/o sviluppare nei soggetti tutte quelle capacità che permettono loro di scegliere

● attività per sostenere la persona nel processo di sviluppo del suo percorso formativo/professionale (Pombeni e coll. 1994),

● persona protagonista di un personale progetto di vita

● attuati da personale specializzato (esperti in orientamento)

● longitudinali (non sporadici) durante il percorso scolastico

30

ORIENTAMENTO SCOLASTICO-PROFESSIONALE

Attività di consulenza e attività educativo-formative a supporto delle scelte scolastico-professionali

Scelte e decisioni: generalmente difficili, complesse ed impegnative i ragazzi e le ragazze si sentono impreparati, inadeguati

a gestire efficacemente scelte che riguardano il loro futuro

Page 11: Secondo incontro - Ruolo orientamento

31

ATTIVIT À DI ORIENTAMENTO

Persone con sviluppo tipico Fornire supporti

all'attivazione di consapevoli processi decisionali

Persone con disabilità Eterogeneità Aiuti specifici

nell'affrontare ostacoli e barriere di natura personale e ambientale (Blustein et al., 1999)

Stessa metodologia ma strumenti diversi

Spazio individuale: serve un'attenzione particolare

32

METODOLOGIA (1/)Modello di Orientamento del LA.R.I.O.S. (Università degli Studi di Padova) - cont ribut i di studi, ricerca e prat ica a livello nazionale ed internazionale

Presuppost i:

“ … la capacit à del le persone di cambiare, maturare ed autoregolarsi”

coniugando la t eoria psicologica con suggeriment i che la psicopedagogia e le t eorie del l ’ insegnament o indicano come facil it ant i l ’ apprendimento e i l r idimensionament o del le dif f icol t à che i sogget t i pot rebbero incont rare nel corso del la loro evoluzione

33

INTERVENTI DI ORIENTAMENTO

Da realizzare molto precocemente

Ingenuo intervenire in epoche di transizione, alla fine di percorsi formativi, o durante pressioni temporali a causa di precise scadenze legate a normative

Page 12: Secondo incontro - Ruolo orientamento

ORIENTAMENTO

● Processo continuo nel tempo, accompagnamento , che si basa su un progetto attentamente programmato

PERSONA bisognimotivazioni

aspettative

benessere psicologico

FINALITÀ

● PREVENIRE esperienze individuali di INSUCCESSO e di DISAGIO (scelte affrettate, poco ragionate, poco consapevoli, superficiali)

● CONTRIBUIRE al miglioramento della QUALITÀ di VITA e il BENESSERE personale

ORIENTAMENTO E PREVENZIONE

No a determinare precocemente i lavori futuri della persona

Sì a incremento di abilità: competenze decisionali

capacità di introspezione e di autovalutazionecapacità di analizzare la realtà

Page 13: Secondo incontro - Ruolo orientamento

37

Essere orientato non equivale a fruire di

consigli, di esortazioni o di atteggiamenti

falsamente rassicuranti:

individuo attivo

nel processo di scelta

Orientamento scolastico-professionale

● Non esiste contrapposizione tra orientamento scolastico e professionale: sono un unico processo finalizzato alla realizzazione personale

● Le azioni di orientamento

=

sistema di supporto per la decisione

39

MODELLI DI ORIENTAMENTO e applicazioni per la disabilità

DIVERSI, ognuno con proprie specificità e caratteristiche

Tra i maggiormente accreditati: modello educativo

Page 14: Secondo incontro - Ruolo orientamento

40

IL MODELLO EDUCATIVO

Obiettivo

Intervenire sulle caratteristiche delle persone al fine di

migliorare abilità e competenze implicate:

a) nei processi di scelta;

b) nella progettazione e realizzazione delle decisioni

c)variabili: autoefficacia, coping, problem-solving decisionale,

assertività, autoregolazione, autodeterminazione

41

IL MODELLO EDUCATIVO

L'orientamento comporta

Insegnare abilità atte a sviluppare consapevoli e autonomi processi decisionali di tipo scolastico o lavorativo

Interdisciplinarità sistematica: collaborazione con esperti/Servizi ed agenzie esterne alla scuola

Partecipazione attiva dell'alunno e della sua famiglia circa l'assunzione di decisioni

42

IL MODELLO EDUCATIVO: es. di variabili

Abilità decisionali Approfondire conoscenza ed analisi di variabili che concorrono ad assumere decisioni vantaggiose per se stessi

Coping Affrontare e risolvere situazioni difficili, nuove, frustanti e a negoziare laddove necessario

Abilità sociali e assertività

Difendersi dall'ingerenza e dall'aggressività altrui; avviare e gestire interazioni

Autodeterminazione

Incrementare le capacità di crearsi obiettivi e perseguire scopi

Autoefficacia Incrementare le proprie credenze di efficacia (di scelta, perseveranza, controllo di situazioni emotive difficili)

Conoscenza di sè Aumentare le proprie conoscenze, i punti di forza e di debolezza, i propri stili attributivi

Page 15: Secondo incontro - Ruolo orientamento

43

Ricerche nazionali ed internazionali (6° Congresso Nazionale

Disabilità Trattamento Integrazione, 2006) 3/3

BARRIERE

� Interazioni sociali (con capi, colleghi) – abilità socialiInterazioni sociali (con capi, colleghi) – abilità sociali� Aspettative stereotipiche delle persone nei confronti Aspettative stereotipiche delle persone nei confronti

della disabilità della disabilità (poco affidabili, ritardatari, assenteisti, (poco affidabili, ritardatari, assenteisti, scarsamente produttivi, non seguono regole, ecc.)scarsamente produttivi, non seguono regole, ecc.)

Rischio di assunzione atteggiamento con basse aspettativeRischio di assunzione atteggiamento con basse aspettative

Basse credenze di efficaciaBasse credenze di efficacia

Scarsa autodeterminazioneScarsa autodeterminazione

44

AutoDeterminazione e Qualità della Vita

L’autodeterminazione contribuisce alla QdV

C’è un imperativo morale ed etico, per noi che lavoriamo C’è un imperativo morale ed etico, per noi che lavoriamo con le persone con disabilità:con le persone con disabilità:

PROMUOVERE ED INCREMENTARE PROMUOVERE ED INCREMENTARE

L’AUTODETERMINAZIONEL’AUTODETERMINAZIONE

45

AUTONOMIApersonale e sociale

In questa cornice, ruolo centrale sviluppo > consapevolezza in se stessi, nelle propr ie

capacità, limiti, nel proprio essere adulti, rinfor zo dell’autostima

APPRENDIMENTO DI ABILITA’ FUNZIONALI

PREREQUISITO PER L’INTEGRAZIONE

Page 16: Secondo incontro - Ruolo orientamento

46

a proposito del LORO FUTURO PROFESSIONALE

anche LE PERSONE CON DISABILITÀnutrono aspettative ed aspirazioni

� spesso si tratta di desideri vaghi e confusi, non chiaramente formulati

SPETTA ALLA RETE TRA I SERVIZIfacilitare la trasformazione in precisi obiettivi

professionali

a questi riguardi anche la collaborazione con i familiari è importante

IL RUOLO DEL CONSULENTE DI ORIENTAMENTO

● si integra in un processo già in atto e dinamico, su richiesta della scuola

● specifico protocollo basato su assessment multidimensionale (valutazione a più livelli)

● incontri con insegnanti

● colloqui con famiglia

● fase di conoscenza del soggetto

● presa visione documentazione storia del soggetto

FASE DI CONOSCENZA DEL SOGGETTO

Colloqui e uso di strumenti di analisi e di approfondimento (Soresi, 2007) su funzionamento:

● fisico, psicologico, educativo, professionale, aspi razioni,

desideri, interessi, attitudini, aspetti di autoval utazione,

credenze di autoefficacia, idee irrazionali su si s é e sulla

realtà esterna, aspettative occupazionali, punti di forza,

abilità pre-lavorative, abilità sociali, stili deci sionali,

autodeterminazione, autonomia, autoregolazione,

concetto di lavoro, qualità della vita .. .

Page 17: Secondo incontro - Ruolo orientamento

49

PROTOCOLLO DI ORIENTAMENTO PROTOCOLLO DI ORIENTAMENTO PER LE PERSONE CON DISABILITA'PER LE PERSONE CON DISABILITA'

� Strumenti di autovalutazione� Strumenti di eterovalutazione� Test� Procedure di osservazione diretta

� Gli strumenti utilizzati sono standardizzati e scientificamente validi ed attendibili

IL RUOLO DEL CONSULENTE DI ORIENTAMENTO

● analisi, elaborazione e sintesi dei dati

● uso dei dati come strumento formativo per impostare e realizzare programmi educativi di sviluppo dell'identità personale e scolastico-professionale dell'alunno

● pubblicizzazione dei dati circa l'efficacia dell'intervento alla scuola, ai Servizi e alla famiglia, con indicazioni concrete

● monitoraggio in itinere

51

Il CONSULENTE, ANCHE NEL CASO DELLA PERSONA CON

DISABILITÀ, HA IL RUOLO DI CREARE LE CONDIZIONI

PERCHE' SIA ESSA STESSAIL PIÚ POSSIBILE

RESPONSABILE ATTIVA DELLA PROPRIA SCELTA

Page 18: Secondo incontro - Ruolo orientamento

L'orientamento nell'ASL

La transizione dalla scuola al mondo del lavoro è un passaggio critico e spesso l'allievo è privo di competenze specifiche

L'intervento è auspicabile per creare le condizio-ni di facilitazione del passaggio (sviluppo di spe-cifiche abilità, incremento di conoscenze sulle varie professionalità... banco di prova)

53

ES. DI PROGRAMMA DI ORIENTAMENTO“Stare con gli altri: no problem” (Soresi e Nota, 2001)

� Abilità sociali “di base”; � Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali con i coetanei in

un contesto scolastico;� Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali con i coetanei in

un contesto ricreativo e di attività di tempo libero;� Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali con i superiori

(insegnanti ed operatori sociosanitari) in un contesto scolastico e riabilitativo;

� Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali con i colleghi e datori di lavoro;

� Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali nel contesto familiare;

� Abilità sociali per l'avvio di relazioni sociali nel contesto comunitario.

Anna

anni 19

Segnalazione

Percorso

Scelta scuola superiore

Alternanza scuola-lavoro

Situazione attuale

Page 19: Secondo incontro - Ruolo orientamento

Azioni di orientamento Incontro in classe 2^ e 3^ media nel

gruppo classe

Percorso individuale di orientamento

Fondamentale il lavoro in sinergia con in-

segnante di sostegno, famiglia e servizio

Azioni di orientamento 3^ media: individuazione del per-

corso formativo

Visita alla scuola successiva: co-

noscere la scuola e presentare il

caso programmazione di Anna

Azioni di orientamento Lavoro sulle autonomie personali

e sociali (uso mezzi pubblici,

cura di sé e degli oggetti...), au-

toregolazione

Page 20: Secondo incontro - Ruolo orientamento

Azioni di orientamento Programmazione: Visita alla scuo-

la con famiglia e visita con in-

segnante di sostegno (un giorno

intero di laboratorio)

Iscrizione e frequenza alla scuola

successiva

andamento Primo anno: programmazione semplificata su richiesta

famiglia con sostegno

Secondo anno: differenziata, ma fermata

Secondo anno di ripetenza: azioni di orientamento per

una rivalutazione e per scelta di partecipazione a vari

laboratori: non puntare più solo su un'unica attività

(sono emerse obiettive difficoltà)

viene inserita in un percorso personalizzato propo-

sto con vari laboratori, tra cui sceglie: educazione

alimentare, giardinaggio-erboristeria, informatica;

lezioni teorico-pratiche in piccoli gruppi

andamento Terzo anno: viene coinvolto il SIL che partecipa a tutte le

azioni per l'inizio dell'alternanza scuola-lavoro;

percorso in cucina di una scuola materna: “fallimento”

per fretta, ambiente ampio e dispersivo, Anna attratta

dai bambini, problema grosso tagliare frutti

rivalutazione a carico della scuola, SIL, consulente di

orientamento e Servizi

Programmazione secondo percorso, in altra scuola ma-

terna, ma con figura femminile, scuola piccola, man-

sioni per cui portava qualche piatto ai bambini, tolta

fretta e precisione

Page 21: Secondo incontro - Ruolo orientamento

andamento Ora l'alternanza scuola-lavoro si è trasformata in un tiro-

cinio

Indubbiamente questo caso fa vedere bene le sinergie

tra le varie agenzie che si occupano di orientamento

Insieme di fattori molto positivo: collaborazione scuola-

famiglia-servizi- tante cose sommate

62

CONCLUSIONI

� La sinergia degli interventi, l’integrazione e il lavoro in rete necessari per la buona riuscita

� Elemento fondante è il lavoro interdisciplinare , in cui ogni attore viene coinvolto attivamente e interagisce costruttivamente

63

CONCLUSIONI

L’obiettivo principale non è solo l’inserimento lavorativo, è anche

il benessere di ogni persona inserita, è l’aumento dell’autonomia,

è ragionare nell’ottica di PERCORSO e

PROGETTO DI VITA

Page 22: Secondo incontro - Ruolo orientamento

64

ORIENTAMENTO AL FUTURO

PRESENTE

PASSATO

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