Stanziale seminario accademia s. luca 19.06.14

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Spazi e desiderio nell'economia politica dell'immaginario

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  • 1. Pasquale Stanziale SPAZI E DESIDERI NELLECONOMIA POLITICA DELLIMMAGINARIO ACCADEMIA DI S. LUCA - ROMA Arti visive e Architettura nella Societ del Consumismo corso a cura di PAOLO PORTOGHESI TESTO INCONTRO DEL 19 giugno 2014 ***** 1- Indicazioni di percorso 2- Slittamenti progressivi del desiderio 3- Dalla societ dello spettacolo alla Nuova Babilonia 4-Lo statuto dellImmaginario e la fantasmagorie della merce 5- Luoghi 6- Dallethos consumeristico alla Business Art 1 Indicazioni di percorso 1.1 1

2. Le riflessioni che propongo riguardano leconomia politica dellimmaginario un ambito critico che vede coinvolte la filosofia, leconomia politica, lestetica e la psicoanalisi di massa (i cosiddetti studi culturali). Questo perch limmaginario da tempo larea in cui prendono forma processi e dinamiche strutturali in senso marxiano. E ci ha incidenze notevoli in molti campi: dallarte alleconomia ai consumi. Iniziamo con una descrizione letteraria. La nebbia, un muro spesso che sembra vagamente granito trasparente, ogni tanto si squarcia intorno alla figura, che per il resto per rimane nascosta [] La nave sembra procedere pi lenta del solito. Marina mi d la schiena e indossa una sublime giacca oversize di Prada. Una sublime giacca oversize di Prada, come scrive Easton Ellis (in F. Carmagnola 2006) nel suo Glamorama: una frase che nel suo sublime richiama il desiderio, limmaginario e la merce. Cercher di definire nelle note che seguono, tre aspetti del sublime. 2 Slittamenti progressivi del desiderio Il primo personaggio che convochiamo sulla scena dellimmaginario non pu non essere che il desiderio umano. 2.1 Il termine desiderio corrisponde al latino cupiditas e al greco relativi al significato di appetizione, ovvero il principio che muove luomo allazione, ma anche, in una seconda accezione, lappetizione di ci che piacevole. In Aristotele il desiderio rexis che richiama il tendersi, lo sporgersi. Agostino intende il desiderio come amor, qualcosa da cui non si pu sfuggire essendo proprio dellessere umano. Spinoza inoltre definisce il desiderio come essenza dell'uomo esso la proiezione dell'individuo verso gli oggetti, e non la mancanza dell'oggetto (E. Balibar 1988:102). 2.2 Ma nella lettura della Fenomenologia dello Spirito di Hegel operata da A. Kojve negli anni 30 a Parigi che troviamo quelle caratterizzazioni del concetto di desiderio che saranno variamente sviluppate nella filosofia francese (e non solo). Kojve, si sa, tenne inchiodata per sei anni tutta lintellighenzia francese- da Bataille a Sartre, a Lacan- alle sue lezioni sulla Fenomenologia dello spirito di Hegel. A tale proposito ritengo che lIntroduzione alla lettura di Hegel di Kojve (1996) rappresenti un inevitabile punto di riferimento. Per Kojeve (1996:20) il desiderio umano differisce dunque dal Desiderio animale .... per il fatto che si dirige non verso un oggetto reale ma verso un altro Desiderio. Cos, per esempio, nel rapporto tra l'uomo e la donna, il Desiderio umano unicamente se l'uno non desidera il corpo bens il desiderio dell'altro, se vuole possedere - o assimilare il Desiderio assunto come tale, se cio vuole essere desiderato, amato o, meglio ancora, riconosciuto nel suo valore umano, nella sua realt di individuo umano. La storia umana la storia dei desideri desiderati. (corsivi miei). 2 3. E il desiderio di riconoscimento, desiderio antropogeno, connette Freud ad Hegel dato che questo riconoscimento ha a che vedere con la costruzione dellio e quindi con il desiderio e limmaginario. 2.3 Jacques Lacan- che riteniamo rappresenti un pensiero forte del 900- ebbene Lacan facendo propria la lezione kojviana fa del desiderio uno dei fondamenti della sua teoria psicoanalitica (e della relativa clinica). (J. Lacan 1958-59 1974 1978 1982). 2.3.a- Per Lacan nel percorso della coscienza infelice troviamo anzitutto la originaria mancanza-a-essere. 2.3.b- Al successivo stadio pulsionale connesso il vettore del desiderio orientato verso oggetti e sostituti. 2.3.c- Il desiderio quindi dellAltro: non siamo noi il soggetto che desidera, ma lAltro a desiderare, e questo Altro linconscio con le sue strategie. Ma il desiderio umano anche, come abbiamo visto, desiderio del desiderio dellaltro nel senso che vuole essere ci che allaltro manca, la causa del suo desiderio. Conseguentemente: 2.3.e- il desiderio un vettore, 2.3.f- il desiderio opera in relazione alla mancanza-a-essere, 2.3.g- il desiderio si avvita in una dinamica senza fine, ecco questo inquietante, sul bordo di un vuoto che propulsore e costitutivo del soggetto. 2.3.h- Il desiderio non si appaga come il bisogno, di un oggetto, ma si radica nellimmaginario del soggetto (J. M. Palmier 1972). La psicoanalisi contemporanea, infine, (M. Recalcati 2012) individua dieci tipi di desiderio, una galleria di ritratti che rispecchiano la realt soggettiva contemporanea ma che nel tempo attuale conducono ad una realt agghiacciante: luomo occidentale ormai in preda ad una eclisse del desiderio, condannato a perseguire un godimento schiacciato sul consumo compulsivo perennemente insoddisfatto. (M. Recalcati 2012: 12). 2.4 Questa sommaria perimetrazione del desiderio umano, nella sua dialettica, nella sua ambiguit di fondo, nel suo rapporto con loggetto, il fatto che loggetto desiderato per la sua soggettivazione: tutto ci gi indica che il desiderio umano, come limmaginario, produce e pu essere prodotto. Conseguenza di ci che il valore viene soggettivizzato a misura di desiderio: ci che comporta la valorizzazione economica di aspetti immateriali, immaginari, simbolici. (F. Carmagnola 2006). 3 Dalla societ dello spettacolo alla Nuova Babilonia Il secondo personaggio che convochiamo sulla scena dellimmaginario un giovanotto francese, un filosofo particolare. La sua opera principale un libretto accuratamente evitato dai manuali di filosofia, ma che rappresenta un segmento teoretico di estrema importanza nel pensiero del 900 per intuizioni, consapevolezze e profezie. Stiamo 3 4. naturalmente parlando di Guy Ernest Debord, principale esponente del Situazionismo, e del suo La societ dello spettacolo. 3.1- Lambito filosofico-politico della Societ dello Spettacolo di Debord, unarea che molti autori che oggi si occupano di economia dellimmaginario non attraversano, per varie ragioni, ma che rimane, a nostro avviso, un ambito importante per una serie di motivi. -Debord (2002:43 segg.) sostiene che Lintera vita delle societ in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ci che era direttamente vissuto si allontanato in una rappresentazione. E che Nel mondo realmente rovesciato il vero un momento del falso. Una consapevolezza che ci dice come ormai costitutiva delle nostre realt sia unalienazione spettacolare. -E per Debord Lo spettacolo il momento in cui la merce pervenuta alloccupazione totale della vita sociale (G. Debord 2002:58). 3.2 possibile inoltre verificare come vi sia una corrispondenza tra la Sds ed alcune fasi economico-politiche. 1) Alla nascita dei mercati di massa corrisponde lo spettacolo concentrato, 2) la fase del ciclo storico che inizia negli anni 50 caratterizzata dalle societ del consumo di massa- richiama ampiamente lo spettacolare diffuso, 3) la fase infine che caratterizzata dai consumi emotivi- ed pertinente alla organizzazione economica post-fordista e al turbo-consumerismo- corrisponde, a quella dello spettacolo integrato nel suo senso ultimo, quando la spettacolarit secondo Debord (1997:194) (Lipovetsky 2007) si mescolata ad ogni realt. 3.5 Per quanto riguarda lo spettacolo allora esso non una sovrastruttura - nel tradizionale linguaggio marxista - e neanche una simulazione (J. Baudrillard 1979). Esso, nel contesto della Sds, allo stesso tempo: una figurazione dell'immaginario, una tecnica di produzione e un motore della circolazione del capitale. 3.6 3.7 Un esito pervasivo della societ dello spettacolo riscontrabile nelle societ avanzate, infine, quello che Vanni Codeluppi (2011:91) chiama paradigma dello spettacolo/performance. Uno stato in cui nei soggetti non esiste pi nessuna separazione tra la dimensione pubblica e quella privata. Nelle tendenze delle cosiddette societ performative (N. Abercrombie B. Longhurst 1998) abbiamo che la vita sociale viene percepita da parte di molti soggetti come una continua rappresentazione (V. Codeluppi 2011:92). Si tratta, lo avvertiamo tutti, di una diffusa sindrome da audience ovvero il sentirsi continuamente sotto locchio di telecamere o parte di uno spettacolo. Ci con le implicazioni linguistiche e di immagine conseguenti. Uninterconnessione continua, ormai costitutiva della quotidianit. La societ dello spettacolo diviene quindi societ dellaudience in cui si guarda e si guardati (V. Codeluppi 2011:92), una societ in cui tutti si sentono attori ed in cui una preoccupazione prevalente quella del come mostrarsi nei social-network. 4 5. 3.8-3.9 Relativamente alle risposte invertite alle domande di Debord troviamo che queste sono da tempo fatte proprie dal marketing di aziende, la deriva debordiana sperimentata e istituzionalizzata da Facolt di Architettura, come modo di leggere la citt ed presente in alcuni format TV nei quali vengono costruite situazioni emozionanti da attraversare. Che dire poi di quel gigantesco dtournement che prende il nome di postmoderno, quello che secondo Fredric Jameson (1994) un immenso simulacro immaginifico tra stereotipizzazioni e nostalgie. I riferimenti- in questo caso- sono lHotel Bonaventure a Los Angeles e Pulp Fiction di Quentin Tarantino. 3.10 Sul situazionismo ci sarebbe ancora moltissimo da dire relativamente allarte ed alla politica: ci che richiederebbe un apposito tempo, ma penso che a questo punto possa risultare interessante illustrare sinteticamente il progetto darte integrale situazionista: lurbanismo unitario, elaborato negli anni 60 a partire dalla critica avanguardista dellarte moderna. I situazionisti volevano, come altri movimenti, trasformare la realt, cambiare i bisogni delle persone a partire dalla costruzione di situazioni. I situazionisti erano colpiti dagli scritti di Henri Lefebvre e di Michael De Certeau che avevano esplorato nel campo della sociologia il principio della quotidianit e sviluppato una consapevolezza della struttura sociale della citt organizzata in quartieri autoreferenziali, distinti sulla base di condizioni di lavoro, di classe e funzione, affidata a componenti tipici della macchina urbana funzionalista. (B. Schwartz 2000). il 1959 lanno in cui Constant Nieuwenhuys avvier i lavori per la progettazione della sua New Babylon, la citt utopica, anti-capitalista che sfider il dominio dellimmagine proposto da Fred Freedman. Lo scontro a distanza pone due posizioni inconciliabili tra loro: da un lato vi un amore per limmagine-icona, per limmagine da abitare, per limmagine che seduce e ammalia, dallaltro lo sforzo titanico di generare una nuova societ proprio dallabolizione della rappresentazione. Constant era persuaso dellidea che solo un salto evolutivo potesse salvare la civilt umana. Solo quando lHomo Ludens avrebbe scansato lormai corrotto Homo Sapiens, saremmo stati pronti, come specie, ad affrontare la riprogettazione totale del nostro modo di abitare la Terra. LHomo Ludens avrebbe vagato spinto inesorabilmente dalle proprie pulsioni, che lo avrebbero condotto ovunque in relazione al tessuto psicogeografico. (B. Schwartz 2000). Constant a met degli anni 50 visita con Gallizio il campo degli zingari di Alba. la prima volta che entra direttamente in contatto con la cultura nomade e che vede con i suoi occhi la reale possibilit di un diverso modo di abitare. cos che Constant concepisce il progetto di un accampamento permanente per i Gitani di Alba e questo progetto allorigine della serie di disegni per New Babylon. Di una New Babylon dove si costruisce sotto una tettoia, con laiuto di elementi mobili, una dimora comune; unabitazione temporanea, rimodellata costantemente; un campo nomade su scala planetaria. Da notare a questo punto come il progetto di Constant apra ad una profetica corrispondenza con il nomadismo postmoderno. 5 6. Ma fondamentale- a mio avviso- per comprendere la visione situazionista dellarte il rapporto tra la critica della vita quotidiana e la critica dellarte: larte come capacit di trasformare la vita quotidiana. Infatti quello che viene posto allattenzione della critica di questi artisti lobiettivo di creare quello che sar chiamato la maison appassionante una casa appassionante, emotiva, contro il modello costruttivista e strutturalista della machine abiter, la macchina da abitare. Quindi contro lurbanismo moderno, che secondo i situazionisti era ispirato dalle direttive della polizia, bisognava cos costruire una, loro la chiamano cos, anarchia urbana contro la razionalizzazione delle citt. Un architettura barocca, quindi, ossia modellare larchitettura per far sognare, attraverso uno spazio ludico imprevedibile Quello che poi, ironia della sorte, stato realizzato dei progetti architettonici e urbanistici dei situazionisti stato quello di creare, appunto delle citt dei divertimenti ma queste citt dei divertimenti non hanno trasformato la realt, ne hanno creato unimitazione, hanno nuovamente stratificato il territorio. (G. Marelli 2005). 4 - Lo statuto dellImmaginario e la fantasmagorie della merce Ma lasciamo gli utopiati situazionisti per tornare al tema delleconomia dell immaginario umano. Abbiamo individuato in precedenza il desiderio e la spettacolarizzazione come dimensioni proprie dellimmaginario. Ora cerchiamo di accostarci alle dinamiche proprie di questo registro soggettivo e di massa. 4.1 LImmaginario presente, a vari livelli, nella psicoanalisi contemporanea. 4.1.a- Abbiamo anzitutto il classico matema lacaniano L (J. Lacan 1974:50) relativo alla dialettica dellintersoggettivit In questo segmento teorico il soggetto nel suo originario desiderio si rivolge al primordiale oggetto del godimento ma questo suo desiderio dellordine dellimpossibilit, conseguentemente instaura una relazione immaginaria con sostituti delloggetto del godimento attraverso i quali struttura il suo Io, ovvero il Moi alienato. Chi dirige tutto il gioco, per, lAltro assoluto dellOrdine simbolico- il potere, le convenzioni- che lo domina e definisce il soggetto dal lato dellIo e dal lato dellinconscio (J. Lacan 1974:842). In questa teoria sono gi chiaramente presenti elementi relativi a una economia dellimmaginario che si fa politica nella misura in cui il desiderio umano viene manipolato e il soggetto si presenta con un Io spossessato dalle realt di dominio dal potere/ordine Simbolico/grande Altro. Costitutiva del soggetto dunque unalienazione che strutturale e strutturante. In effetti questo matema si pu dire che rappresenta una specie di DNA psichico, una struttura che mette insieme anche caso e necessit. 4.2 6 7. In effetti qui gi siamo nel pieno dello statuto dellImmaginario. Il passo successivo quello che riguarda il lacaniano nodo che unisce i tre Registri del soggetto, essenziali del campo psicoanalitico: lImmaginario, il Simbolico e il Reale (RSI), registri del soggetto derivati dallantropologia strutturale di Claude Lvi-Strauss. 4.3 Ricordiamo che questa teoria lacaniana RSI stata- ed - oggetto di approfondimenti e di torsioni. Immaginario, simbolico e reale costituiscono una terna dialettica produttiva e di rilevante valore teoretico. In particolare questa teoria rappresenta un passaggio quasi obbligato oggi per lestetica e la critica darte che, attraverso la rilettura hegeliana delle teorie lacaniane da parte di S. iek, il discusso- ma per noi assolutamente interessante- filosofo pop, hanno trovato ampie articolazioni per quanto riguarda, leconomia dellimmaginario. L Immaginario- certamente il pi importante dei tre registri dato che orienta il vettore del desiderio. Esso costituisce la struttura dellIo (Moi). 4.4- Limmaginario non realizza semplicemente un desiderio in modo allucinatorio: piuttosto, la sua funzione simile a quella dello schematismo trascendentale kantiano: una fantasia qualunque costituisce il nostro desiderio, fornisce le sue coordinate; o meglio, letteralmente, ci insegna come desiderare (S. iek 2004:19). possibile schematizzare tre versioni interessanti di questo registro: limmaginario come fantasy, come fiction, come simulacro. (Carmagnola 2007: 65). 4.5.a- LImmaginario come Fantasy, dunque. Si tratta di una fantasia che orienta il desiderio . Questa Fantasy (M. Senaldi 2007), pu essere intesa: 4.5.a.a- come schema attraverso cui oggetti concreti possono avere la funzione di oggetti del desiderio; 4.5.a.b- come intersoggettivit accostando il carattere soggettivo del fantasma con il fantasma collettivo dellillusione; 4.5.a.c-come ci che riempie una lacuna o risolve un intoppo presenti in una narrazione/racconto della rete simbolica. 4.5.c-Abbiamo quindi lImmaginario come Fiction. Unapparenza che serve a costituire la realt, ma anche la legge scritta simbolica (A. Piotti 1999). Fantasy e Fiction (iek 1999:203) sono interdipendenti e sono costitutivi del grande Altro. Ma hanno anche la funzione di plot, di trama, della fiction. 4.5.d- LImmaginario come Simulacro. Questa versione dellImmaginario la pi inquietante perch quando lordine simbolico collassa, si disintegra, il reale viene fuori. Emerge cos il simulacro come spettro, fantasma: l immaginario dellorrore e dellosceno del Reale non arginato dal simbolico. Si tratta della nostra situazione attuale, il cosiddetto deserto del reale iekiano (Carmagnola 2006:203) in cui la corruzione generalizzata buca il simbolico facendo emergere lorrore del reale. 4.6- Infine 7 8. L'immaginario una cosa molto concreta. Come l'inconscio, l fuori, nella citt, per le strade. Basta guardare: il nostro sguardo ne preda, vi si ammala. (F. Carmagnola 2007:70). [..] In altre parole limmaginario pre-dispone o pro-getta, in una situazione storicamente differente, i quadri di quella specifica forma di alienazione che venne definita dapprima come industria culturale (M. Horkheimer T.W. Adorno, ed. 1997) e successivamente societ dello spettacolo (G: Debord, ed 2002) o societ dei simulacri . (J. Baudrillard, 1979). Abbiamo poi il Simbolico- che tiene insieme Immaginario e Reale, -esso costituente per il soggetto, -esso annoda e snoda lImmaginario col Reale (J. Lacan 1974). 4.7-LOrdine Simbolico lacaniano - o Grande Altro- comprende la legge e il potere. lOrdine che fa da barriera al Reale con le sue forme di godimento. Laccesso allOrdine simbolico- rete dei significanti- linguaggio- comporta lalienazione del soggetto (S. iek 1999 2000) ovvero il Simbolico lordine del soggetto in quanto assoggettato (G. C. Contri 2001:128). 4.7.a- Carmagnola (2002) storicizza il Simbolico indicando nel postmoderno lepoca della crisi di questo Ordine. Ma lOrdine simbolico si caratterizza anche per il fatto che lordine del godimento in quanto comandato [..] regime dei godimenti forzati, compulsivi e dubbi. (G. B. Contri 2001:130). Il film di riferimento Blade Runner. Il collasso dellOrdine Simbolico per Carmagnola (2006:203) sotto gli occhi di tutti, nei tre campi delle relazioni familiari, della societ civile e delle istituzioni pubbliche. Il Reale, infine. 4.8- Questo registro si sottrae a qualunque simbolizzazione o significazione Il reale il mostro di Alien, le figurazioni inquietanti nei film di David Linch, la gola di Irma per Freud. Il Reale resiste ad ogni rimozione e si presenta negli oggetti osceni dei fantasmi amorfi. Esso , come abbiamo detto, strettamente connesso con il godimento- godimento che diverso ed al di l del piacere- godimento che, nellera attuale, obbligato, al presente e deve essere esibito. Il Reale- da non confondere con la realt- limpossibile, linconscio in quanto indicibile. Diciamo che questo godimento proprio della situazione perversa che caratterizza precisamente la societ del consumo generalizzato (come diceva Pasolini, i sudditi diventano consumatori). Si assiste alla proliferazione di piccole jouissances e di discorsi inautentici, allofferta ossessiva di gadget, di oggetti del desiderio fittizi attraverso cui si mantiene in vita il circuito del capitale: tale istanza si estende a tutto ci che appare potenzialmente in grado di colmare una mancanza fondamentale quella del vero Oggetto perduto. (I. Guanzini 2014). 4.8.a- Su questo percorso troviamo, per inciso, anche una lettura del crollo delle Torri Gemelle dell11 settembre. Il reale che buca lo spessore della serie delle fantasmatizzazioni mediali e diviene evento coniugandosi con un immaginario-fiction. Paradossalmente, sostiene iek (2002), abbiamo che con questo evento la realt che copia lo spettacolo. Il Reale, infine ci che S. Benvenuto (in S. iek G. Daly 2006:19) chiama sindrome di derealizzazione: quando non ci sentiamo pi nella realt familiare, e quindi percepiamo finalmente la realt come .... Reale ovvero il che ci faccio io qu 8 9. 5 - Luoghi 5.1 Bisogna quindi considerare il sistema circolare di interconnessioni che legano il Capitale, lindustria culturale, il soggetto- con il suo immaginario- ed il consumo: si tratta di interconnessioni dinamiche per cui: -nel rapporto tra industria culturale e soggetto abbiamo che limmaginario viene attivato e quindi prodotto, -nel rapporto tra soggetto e consumo abbiamo che limmaginario produce con il consumo. Ed a questo punto che possiamo comprendere in modo pi articolato perch una giacca oversize di Prada sublime. Si tratta della fantasy dellimmaginario che concretizza, attraverso nella mitologia fashion, loggetto del desiderio, un immaginario pertinente ad una narrativa del glamour nel cuore, mercantile ed immateriale, del mondo contemporaneo nella confusione tra ruolo ed identit e tra accadimento e reality show. 5.2 Corrispondente al cosiddetto terzo spirito del capitalismo (E. Boltanski E. Chiapello 1999), abbiamo che lImmaginario si fa componente principale del circuito economico. Questa economia, nel capitalismo dellimmaginario, si occupa della produzione di segmenti di immaginario sociale in grado di corrispondere alla fantasmagoria delle merci (W. Benjamin 1986) connettendo la produzione al consumo. inteso, 5.2.a- La merce come spettacolo ha nei luoghi-non luoghi qui dobbligo ricordare Marc Aug (2009): i suoi santuari in cui il consumo diviene evento colorato da sensazioni ed emozioni ovvero dalla fabbrica al teatro, dalla merce come produzione alla merce come rappresentazione (G. Deleuze F. Guattari 2002). Non-luogo come luogo come spazio non-identitario, non-relazionale non-storico. Uno spazio caratterizzato dalla spettacolarit, fatto di immagini, per essere visto, fotografato, filmato e proiettato su uno schermo. Si tratta prevalentemente di luoghi in cui lidentit quella delle nostre tessere di riconoscimento magnetico, delle nostre carte di credito 5.3 Gli outlet, come altri spazi di consumo sofisticati, agiscono sullimmaginario come fantasy attraverso schemi in cui la merce diviene oggetto del desiderio ed in cui il fantasma (lacaniano) soggettivo tende a coincidere con il fantasma collettivo dellillusione. E, sempre nellambito dellimmaginario/fantasy, si ha che lo spazio di consumo, con la sue scenografia e la sua merce viene a costituire un testo pubblico in cui i soggetti sono incessantemente chiamati ad interagire per confronto con le loro fantasmatizzazioni. Nel quadro, poi, dellimmaginario/fiction si ha che tutto il plot funzionale ad un simbolico il quale, ad una diversa visione delle cose, mostra come la scena sia falsa, dato che si tratta di unarchitettura fatta solo di facciate decorative su volumi anonimi. Ovvero 9 10. emerge, a questo diverso sguardo, una realt di simulacri: il reale che emerge con tutta la sua vacuit di fondo. I Factory Outlet Center sono sostanzialmente megastrutture sceniche, di appeal estetico per il consumatore, che si sente cos doppiamente gratificato: spende bene in ambienti architettonicamente attraenti. (G. Ferrara M. Martorana 2005:7). Ma ci che va compreso perch la definizione di ambiente architettonicamente attraente coincida con un ambiente che simula perch evidente che si tratta di finzione scenica il passato, che imita un luogo storico perfettamente conservato e riportato alla vita grazie alla nuova funzione commerciale e quindi che il processo di costruzione di questa riconoscibilit , per cos dire, fondato su un percorso di sottrazione di identit dell'architettura e del luogo. Gli Outlet, infine si inseriscono in modo organico in quellorizzonte culturale postmoderno in cui evidente la crisi dei cosiddetti modelli di profondit (F. Jameson 1994) riguardanti le dicotomie: interno/esterno, autenticit /inautenticit, essenza ed apparenza. 6 Dallethos consumeristico alla Business Art 6.1 I principale ambito strategico attraverso cui leconomia dellimmateriale- intesa come economia dei beni simbolici- principalmente opera e si realizza in relazione allimmaginario lindustria culturale con i connessi ambiti del marketing, della pubblicit e dei media. 6.2 6.3 Il marketing e la pubblicit (che ne una parte come promozione del prodotto) sono le aree principali delleconomia dellimmateriale nelle sue osmosi con limmaginario individuale e collettivo. 6.4 Il marketing si presenta con tecniche sempre pi sofisticate (tra le ultime quella del marketing esperienziale) tendendo a quel marketing virale di cui parla W. Gibson (2005) in un suo romanzo. Questa affermata tecnica assume, nel capitalismo del terzo millennio, quasi laspetto dellheideggeriano compimento della metafisica nel suo essere parte di una diffusa strategia di controllo e di dominio che vede luomo come risorsa disponibile, sfruttabile e manipolabile. Il marketing, quindi, orientato verso la cultura di massa, vede laffermarsi dei consumi emotivi, del turboconsumerismo, il formarsi di societ edonistiche, lossessione della performance. Si giunge infine ad un homo felix che ormai ha la felicit a portata di mano.. (G. Lipovetsky 2007:287). 6.4.a- La pubblicit come comunicazione, con la sua funzione ideologica, una delle forme culturali dominanti, essa fornisce continuamente supporti al desiderio il quale preda di strategie estetico-spettacolari (R. Sassatelli 2004). 6.5 6.6 10 11. La televisone, poi, attua quella che Sartori (2000:111) definisce una mutazione antropogenetica, producendo lhomo videns che a differenza dellhomo sapiens limitato nel pensiero razionale, difetta di capacit di astrazione e di capacit simbolica. 6.7 Sembra realizzarsi, in effetti, il consolidamento di quella societ del controllo come la intendono G. Deleuze (1990) e M. Foucault (1978 1997). 6.8 Per quanto riguarda il soggetto biopolitico, il consumatore, esso ha un posto centrale. Scriveva W. Benjamin nei Passages (ed. 2002:167): qui che dimora lultimo dinosauro dEuropa, il consumatore. Sulle pareti di queste caverne la merce prolifera come una flora immemorabile, intrecciando come un tessuto ulcerato, i rapporti pi sregolati.. scrive Benjamin. []il consumatore dialoga, consiglia, partecipa alla produzione (prosumer) e diventa cos partner dellazienda. Leggasi ConsumATTORE, un essere non facile da gestire e con il quale relazionarsi. Sopratutto perch in altre fasi diventa ConsumAutore o ConsumatoRe. secondo C. Sangiorgi (2010). 6.9 Il consumatore come produttore rappresenta (Codeluppi 2008) un terzo fattore dellattuale capitalismo dopo il processo di astrazione della societ e dopo la transizione dalleconomia materiale alleconomia della conoscenza. (D. Cohen 2007 in V. Codeluppi 2008 e M. De Certeau 2001). Il consumatore produce e valorizza. Il consumatore come produttore . partecipe della produzione di immaginario collettivo (V. Codeluppi 2010), . attivo del quadro delle conquiste culturali (innovazione) (T. Frank 1997), . diviene ci che consuma strutturando cos la propria identit. (J. Baudrillard 1979). 6.10 6.11 Per concludere cerchiamo di dare uno sguardo al rapporto tra arte, societ e consumo con un richiamo a forme estetiche di resistenza e di intervento. 6.12. Lovetto Kinder un oggetto che ossessiona da tempo psicoanalisti e filosofi. Questo oggetto del desiderio, metafora della negazione, nascondiglio di galma ecc. viene chiamato in causa anche da Slavoj iek (2011:343) nel quadro di una critica che riguarda larchitettura decostruttivista. Ma procediamo con ordine. La tesi del filosofo sloveno che possibile applicare allarchitettura la triade lacaniana di Immaginario, Simbolico e Reale che corrisponde vagamente alla triade di realismo, modernismo e postmodernismo. Per prima cosa abbiamo la realt delle leggi fisiche a cui dobbiamo obbedire se vogliamo che un edificio si regga in piedi, delle funzioni concrete a cui deve adempiere, dei bisogni da soddisfare - tutta la serie di considerazioni pragmatico-utilitarie. Poi c il livello simbolico: significati che un edificio si suppone debba rappresentare ed esprimere. Infine c lo spazio immaginario: lesperienza di coloro che vivranno o lavoreranno nelledificio- come lo percepiscono, come lo sentono. Potremmo sostenere, scrive iek (2011:343), che uno dei caratteri che definiscono il postmodernismo lautonomizzazione di ognuno di questi tre livelli: la funzione 11 12. dissociata dalla forma e cos via.[] Il legame tra forma e funzione reciso, non c nessuna relazione causale tra i due: la forma non segue la funzione, la funzione non determina pi la forma, e il risultato una estetizzazione generalizzata. Questa estetizzazione raggiunge il suo climax - per iek- nei grandi poli culturali multifunzionali contemporanei, la cui caratteristica fondamentale il divario tra rivestimento e struttura. Formalmente il contrasto tra esterno e interno di norma quello tra la sfericit del rivestimento e le linee rette delle strutture interne: un involucro curvo (una cupola a forma di uovo) avviluppa gli edifici interni a forma di scatola a linee verticaliorizzontali. [] Come il National Theater of China, con la sua gigantesca copertura in metallo e vetro, un guscio duovo che protegge gli edifici adibiti a spettacolo. [..] questo edificio per iek , per una sorta di gigantesco Kinder Sorpresa. [] Lestetizzazione della pelle culmina-per il filosofo sloveno- nei cosiddetti edifici scultorei di Frank Gehry, dove la struttura esterna che avvolge linterno funzionale non pi solo un guscio ma una scultura con un significato a pieno titolo, responsabile delleffetto di un sublime- e questo il secondo tipo di sublime che emerge dopo quello relativo alla giacca oversize di Prada- quello in cui prevale un immaginario come fantasy intersecato dalla fiction nella narrazione progettuale come bordatura del vuoto, il Das Ding heideggeriano-lacaniano o- se vogliamo- forma di sublimazione- [] Il mistero semiotico centrale dei poli culturali multifunzionali dicevamo- dunque il mistero di questo raddoppio del limite [] Perch un contenitore deve essere a sua volta contenuto? (S. iek 2011:346 segg.). La risposta di iek, supportata dalle analisi di Zaera Polo (E. A. Mainyu 2011), Jameson (2007), Salingaros (2009), che linvolucro rappresenta un dispositivo, dispositivo di isolamento e immunizzazione, una significazione politica per cui si inscatola una realt liquida, schiume economiche (nel linguaggio di Peter Sloterdijk) uteri sociali, mondi-capsula autonomi. Linvolucro dunque assume un valore politico: .nel superare la divisione tra interno ed esterno nel senso di racchiudere lesterno stesso, un esterno protetto, schermato; .nel fatto che spesso si tratta di proteggere uno spazio pubblico privatizzato; .nel fatto che il luogo in cui si opera quello del mercato globale; .nel fatto che, dal punto di vista del marketing, ledificio, come il consumo, deve creare unesperienza con unatmosfera del luogo. 6.13 Mike Featherstone (1994:98) ha individuato con precisione i tratti caratteristici della nuova fase evolutiva della modernit: -crolla il mito dellunicit del lavoro dellartista, -si sviluppa unEstetica della Sensazione, -vi sovraccarico dellimmaginario e della simulazione, -e quindi abbiamo lestetizzazione della vita quotidiana. Featherstone nota come gli abitanti delle citt si fanno consumatori sempre pi voraci di merci simboliche e come larte tenda a spostarsi progressivamente verso lindustria, attraverso il design, la moda e la pubblicit. Ed in ambito di sociologia dei consumi due concetti vanno ricordati. 12 13. -1) Il concetto di mcdonaldizzazione dovuto a George Ritzer (2005:89), poi, che ha posto in evidenza come sia in atto ladozione da parte delle principali istituzioni sociali (scuola, sport, politica, ecc.) del principio di razionalizzazione e standardizzazione nella gestione delle risorse della McDonalds. Le variabili in questo caso sono: efficienza, calcolabilit, prevedibilit, controllo -2) Il concetto di disneyzzazione di Alan Bryman (V. Codeluppi 2005) che nota come le principali regole di funzionamento dei parchi a tema disneyani vengano progressivamente adottati dalle societ avanzate nei loro principali settori dazione. Secondo Bryman la disneyzzazione caratterizzata da quattro principali aspetti: - la tematizzazione: opera unattrazione che procura unesperienza piacevole rendendo pi probabili gli atti dacquisto, - il consumo ibrido: le diverse forme di consumo sono sempre pi connessa fra loro, - il merchandising, -il lavoro performativo: i lavoratori offrono una vera e propria performance spettacolare. 6.14 Rispetto a tutto quanto stato posto in evidenza: processi, tendenze, strumentalizzazioni, repressioni, sviamenti, leconomia politica dellimmaginario trova gi nel concetto di decolonizzazione una prima via di riscatto. Serge Latouche ritiene che bisogna far uscire il martello economico dalla testa, che leconomia deve essere demistificata, in altri termini leconomia deve rivedere la sua collocazione, bisogna far tramontare lonnipotenza assolutista della razionalit (S. Latouche 2004:132) e porre in primo piano letica e la salvaguardia ambientale. Diamo uno sguardo, infine, a spunti ed autori che si sono occupati di definire forme di resistenza, di comportamenti estetici reattivi e critici. Anzitutto il fatto che gli psicoanalisti contemporanei denunciano il dominio decisivo dellImmaginario nellepoca attuale, come questo immaginario- nella sua natura fantasmatica e infestante- stia corrompendo gravemente lordine politico e civile. LImmaginario, infatti, coltiva sistematicamente un nuovo campo desistenza, in cui la fiction mediatica promuove, ad esempio, lideale di una corporeit smembrata e disanimata, e la nuova gnosi da cyberspazio, detta le regole per un post-umanesimo privo di mondo, entro uno scenario meramente funzionale. Il soggetto, tuttavia, pu trovare riconoscimento- e quindi possibilit di identificazione- soltanto accettando la propria alienazione fondamentale nella rete simbolica (S. iek 2011:298), nel proprio costitutivo e quotidiano contraddire il dogma post-umano e solipsistico del godimento e dellautorealizzazione. Carmagnola poi (2010: 125- 128) pone in evidenza listanza di delineare unetica delle immagini e a tale proposito sviluppa una serie di riflessioni che, partendo dallo scenario dellimmaginario, portano ad unetica della resistenza tenendo presente Adorno e Deleuze relativamente al fatto che larte ci che resiste in contrapposizione al cosiddetto mondo amministrato. Questa etica disegna una vera e propria tattica che comprende: -lastensione dalle immagini, unastensione di fronte alla bulimia, alleccesso di immagini; -la fedelt allimmagine simbolica ovvero il riconoscimento pieno del simbolico affermando lArte come resistenza e posizione, - il restare fedeli al desiderio (che ricorda il non cedere sul desiderio lacaniano), il riferimento lAntigone e lamore puro, 13 14. -maneggiare i sintomi ovvero considerare le immagini come sintomi, considerare i rimandi e le implicazioni, -cercare il punctum, ovvero delineare uno spazio significante che va dalle grandi immagini classiche a forme che organizzano il vuoto (le scatolette di fiammiferi nella casa di Prevert viste da Lacan) a immagini anamorfiche. C, a questo punto, un ambito come dire, possibilista, che mi sembra corretto considerare brevemente. Si tratta di quellambito di ricerche che considera non tutti i soggetti vittime di un assoggettamento generalizzato. In contrapposizione a Jameson, Habermas, Debord e iek, arruolati nel partito della critica, pi o meno radicale, della postmodernit vi sono altri intellettuali che individuano nel postmoderno processi di risoggettivazione, linee di fuga, per cos dire, creative. Non si pu non citare il classico Michel De Certeau (2001) il quale sostiene che i consumatori non sono passivi perch svolgono unincessante lavoro di produzione. Secondo De Certeau i consumatori utilizzano qualsiasi cosa venga proposta sul mercato secondo modalit proprie e, nel farlo, svolgono un incessante lavoro di fabbricazione del senso. In De Certeau c il potere-logos del controllo razionale e della tecnocrazia e, al di sotto, sono presenti pratiche astute, pratiche presenti in un ampia area sociale che ha si limmaginario contaminato, ma fino ad un certo punto, che riesce anche a divertirsi spiazzando il consumo. E De Certeau porta in primo piano categorie quali lopacit,il bracconaggio, leffimero, il gioco, la singolarit, lanonimit, il consumatore flaneur. Si tratta delle cosiddette pratiche tricky, pertinenti ad unetica trickster del truffatore, dellimbroglio, (F. Carmagnola 2006:177) relativa a strategie di gioco nel campo dei consumi e della comunicazione. Si tratta di giocare la merce e di operare allinterno del sistema dei consumi. Abbiamo poi Michel Maffesoli (1988 2007) che delinea un immaginario postmoderno variegato in cui, su uno sfondo New-Age, prendono forma: il reincantamento del mondo, leffervescenza dionisiaca di tipo tribale ( il tempo delle trib, del nomadismo) ed una estetizzazione generalizzata comprendente il cosiddetto immaginale. In questo immaginario- in cui la fantasy fluttua liberamente, legandosi e slegantosi con la fiction ed in cui si cerca di canalizzare il godimento di parti del Reale- lelemento fondamentale lo spirito comunitario, un comune ethos in cui il corpo individuale si perde nel corpo collettivo e le immagini condivise sono alla base del reincantamento del mondo, immagini diverse, multiple, che entrano in risonanza creando una coesione che impregna la vita sociale nella quale il consumo diviene funzionale allaggregazione. Chiudiamo queste riflessioni riferendoci ad una sequenza slapstick di Guido van der Werve (Carmagnola 2010), relativa ad un terzo modo di intendere il sublime: la distesa della banchisa polare, un uomo si muove lentamente sul ghiaccio, dietro una enorme nave rompighiaccio lo segue, si sente solo il rumore del vento e del motore della nave che avanza dietro luomo. *** 14 15. Bibliografia generale e di riferimento. 1942, S. C. PEPPER, Word hypotheses. 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Immagini amando.it 18 19. Pasquale Stanziale docente di Filosofia Teoretica presso a Pontificia Facolt Teologica di Caserta e collabora con Universit ed Agenzie di Formazione. Ha al suo attivo unampia pubblicistica nel campo delle Scienze Umane. Collabora con la rivista Civilt aurunca per la parte socioantropologica. Tra le sue pubblicazioni Omologazioni e anomalie (Caserta 1999), ricerca divenuta un classico degli studi locali, Mappe dellalienazione (Roma 1995), saggio di filosofia politica e la traduzione del best-seller la Societ dello spettacolo di G. Debord (Viterbo 2002). Ha curato anche Il Manuale di saper vivere ad uso delle giovani generazioni di R. Vaneigem (Viterbo 2004) ed una antologia di autori situazionisti (Viterbo 1998). Tra le pubblicazioni pi recenti Cultura e societ nel Mezzogiorno (Caserta 2007), Materiali per uneconomia politica dellimmaginario (Civilt Aurunca n. 2 2008- 2012 Latina), Scenari tra economia e scienze umane (Quaderni Craet n. 11 Sec. Univ. Napoli 3-2009), Cyberanalysis, (Quaderni Craet n. 14 Sec. Univ. Napoli 6-2010). Laclau & Mouffe: egemonie, socialismo, populismo,(La Sinistra Rivista- Mothly Review 5-2013). 19