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Poudre n.2, bustina contenente una polvere di carbone animale. Pillules n.3, di costituzione non costante, secondo alcuni farmacologi e clinici erano composte da polvere di molluschi , oppure mollica di pane di frumento a cui era mischiata farina di noce moscata o ancora canfora, cannella, rabarbaro o menta.
30 grammi di radice o rizoma di belladonna bolliti per 13-15 minuti in 0.6 litri di vino bianco secco, aggiungendo il carbone animale alla soluzione. Ne risultava un liquido giallognolo, piuttosto inquietante, con un deposito fioccoso dovuto alla deposizione dei tannati. Filtrazione. Un cucchiaio di questa soluzione veniva somministrata al paziente che poi raggiungeva le tre somministrazioni al giorno. Poi gli venivano date da masticare, durante la giornata, rizomi o radici di calamo aromatico o le pillole.
Gli alcaloidi della belladonna esercitavano la loro azione combinata contro i postumi dell’encefalite. Il carbone animale aveva una funzione «carminativa», cioè assorbiva l’aria nello stomaco. La noce moscata riduceva la nausea. Il calamo aromatico attenuava la secchezza orale e cutanea (causato dall’atropina)
LE FORZE SANITARIE Organo ufficiale del Sindacato Nazionale Fascista dei Medici
31 luglio 1941
«Recentemente, grazie all’iniziativa e alla munificenza italiana, molto rilievo ha acquistato lo studio di una malattia infettiva di particolare malignità, che è quella della così detta encefalite epidemica, per combattere la quale è sorto a Kassel, con l’assistenza della Regina Imperatrice d’Italia, un grande Istituto.»
Laurea Honoris Causa in Medicina all’Università di Roma (Tra gli altri votata da Cesare Frugoni e Eugenio Morelli). Le vie e gli Istituti che portavano il suo nome lo hanno mantenuto.