STUDI OSSERVAZIONALI STUDI OSSERVAZIONALI STUDI DESCRITTIVI STUDI DESCRITTIVI STUDI ANALITICI STUDI ANALITICI STUDI STUDI CASO-CONTROLLO CASO-CONTROLLO STUDI LONGITUDINALI STUDI LONGITUDINALI STUDI TRASVERSALI STUDI TRASVERSALI STUDI EPIDEMIOLOGICI STUDI EPIDEMIOLOGICI
1. STUDI OSSERVAZIONALI STUDI DESCRITTIVI STUDI ANALITICI STUDI
CASO-CONTROLLO STUDI LONGITUDINALI STUDI TRASVERSALI STUDI
EPIDEMIOLOGICI
2. RETROSPETTIVI Casi di malattia Esposizione passata al
fattore di rischio Confronto con un gruppo di controllo Solitamente
soggetti sani STUDI CASO-CONTROLLO
3. STUDI CASO-CONTROLLO SI CONSIDERANO DUE GRUPPI DI SOGGETTI
soggetti affetti dalla particolare condizione in studio soggetti
con le stesse caratteristiche dei primi, ma non affetti dalla
particolare condizione in studio CASI CONTROLLI LATTENDIBILIT DEI
RISULTATI DIPENDE DALLA CORRETTA SELEZIONE DEI CASI E DEI
CONTROLLI
4. Studi analitici che permettono di indagare sul ruolo
eziopatogenetico di eventuali fattori di rischio STUDI
CASO-CONTROLLO Molto diffusi nella pratica epidemiologica in quanto
permettono di studiare malattie poco frequenti
5. STUDI CASO-CONTROLLO 1. Definizione degli obiettivi 2.
Rassegna dei dati disponibili 3. Scelta e definizione della
popolazione da studiare 4. Raccolta ed analisi dei dati TAPPE DELLO
STUDIO
6. STUDI CASO-CONTROLLO OBIETTIVI E CAMPI DI APPLICAZIONE
Relazione fattore di rischio MALATTIA Stima del rischio relativo
(OR)
7. STUDI CASO-CONTROLLO I CASI La definizione di caso deve
essere ben specificata dal protocollo dindagine; essa deve
considerare criteri di inclusione ed esclusione oggettivi. E
necessario adottare criteri semplici, basati su misure facili da
eseguire, ma che siano anche rigidi, per poter definire i soggetti
senza incertezze.
8. Ove possibile, per la definizione di caso, opportuno
adottare criteri sui quali si siano gi ottenuti accordi nellambito
di Consensus Conferences In genere si utilizzano i casi incidenti,
ossia di nuova diagnosi, evitando i casi prevalenti che potrebbero
avere alcune caratteristiche particolari (ad es. forme meno gravi
di malattia con una sopravvivenza pi lunga) I CASI STUDI
CASO-CONTROLLO
9. STUDI CASO-CONTROLLO LA FONTE DEI CASI Ospedali Ambulatori
Consultori Studi medici Registro tumori
10. STUDI CASO-CONTROLLO CONTROLLI E molto importante che i
controlli abbiano le stesse caratteristiche individuali dei casi I
controlli vengono spesso scelti fra i ricoverati nello stesso
ospedale in cui vengono selezionati i casi, a condizione che la
causa del ricovero non sia in alcun modo correlata alla patologia
in studio
11. STUDI CASO-CONTROLLO CONTROLLI Possono essere usati come
controlli campioni di popolazione generale o di popolazioni
coabitanti, o di popolazioni vicine negli studi territoriali
12. Una possibilit di scelta dei controlli fornita dalla
tecnica dellappaiamento (matching): per ogni malato si seleziona
una persona che abbia le stesse caratteristiche (et, sesso, luogo
di nascita, condizione sociale) ma che non sia affetta dalla
malattia. Unaltra modalit consiste nella scelta di un gruppo di
controllo che, globalmente, abbia caratteristiche simili a quelli
dei casi tranne che la malattia o condizione correlata ad essa.
STUDI CASO-CONTROLLO SCELTA DEI CONTROLLI
13. STUDI CASO-CONTROLLO RACCOLTA DEI DATI Il protocollo deve
esprimere chiaramente le determinazioni e le variabili da valutare.
Bisogna raccogliere i dati riguardanti i casi ed i controlli
(sesso, et, etc.) con particolare interesse ed attenzione verso i
livelli di esposizione al fattore di rischio in studio
14. STUDI CASO-CONTROLLO ANALISI DEI DATI Lanalisi statistica
verte sulla ricerca se, in passato, i casi sono stati esposti, in
modo diverso rispetto ai controlli, ad uno o pi fattori di rischio
Si raccolgono quindi informazioni sulla presenza o assenza di
malattia e sulla presenza o assenza di esposizione ad un fattore di
rischio e si suddividono i soggetti in quattro categorie
utilizzando la tabella di contingenza 2X2
15. STUDI CASO-CONTROLLO ANALISI DEI DATI In questa situazione
non si possono avere i tassi di incidenza perch si parte
dallosservazione di casi di malattia gi in atto
16. Esposti (A) Non esposti(C) Esposti (B) Non esposti (D)
Inizio Studio Gruppo malati(A+C) Gruppo di controllo (non malati)
B+D STUDI CASO-CONTROLLO PASSATO PRESENTE
17. STUDI CASO-CONTROLLO Si pu invece calcolare lODDS RATIO o
RAPPORTO DI PROBABILITA b + d a + c c + d d c Non esposti (Exp -) a
+ b b a Esposti (Exp +) Controlli (M -) Casi (M+)
18. STUDI CASO-CONTROLLO 1. Si calcola la probabilit di essere
esposti rispetto a quella di non essere esposti per i casi (a/a+c):
(c/a+c)= a/c 2. Si effettua lo stesso calcolo per i controlli
(b/b+d): (d/b+d)= b/d b + d a + c c + d d c Exp- a + b b a Exp+
Controlli (M -) Casi (M+)
19. STUDI CASO-CONTROLLO 3. Si calcola poi la probabilit di
essere esposti per i casi rispetto alla probabilit essere esposti
per i controlli e cio il Rapporto di probabilit o Rapporto di Odds
a/c: b/d = ad/bc OR = axd bxc b + d a + c c + d d c Exp- a + b b a
Exp+ Controlli (M -) Casi (M+)
20. STUDI CASO-CONTROLLO ODDS RATIO SE 1 gli esposti ammalano
pi dei non esposti, il fattore considerato associato allo sviluppo
della malattia
21. 1. Valutare il ruolo di uno o pi fattori di rischio
nelleziopatogenesi della malattia 2. Stimare il rischio relativo
attraverso il calcolo dellOdds Ratio (OR) 3. Valutare il ruolo dei
singoli fattori di rischio e della loro eventuale interazione STUDI
CASO-CONTROLLO OBIETTIVI
22.
E organizzativemente semplice, poco costoso e rapido;
pu essere utilizzato per malattie anche molto rare;
consente di indagare su diversi possibili fattori di rischio
contemporaneamente;
permette di valutare ipotesi recentemente emerse;
relativamente semplice mantenere costanti le modalit di
rilevazione.
STUDI CASO-CONTROLLO VANTAGGI
23. STUDI CASO-CONTROLLO SVANTAGGI 1. Non permette di calcolare
lincidenza o la prevalenza della malattia ma solo la stima dei
rischi 2. Non e adatto se il fattore di rischio poco frequente
nella popolazione esaminata 3. Manca di dati oggettivi sullentit
dellesposizione pregressa
24. STUDI CASO-CONTROLLO DISTORSIONI PIU COMUNI
Selezione non accurata dei casi e dei controlli
una non corretta selezione dei casi (e dei controlli) pu dar luogo
ad associazioni spurie.
25. STUDI CASO-CONTROLLO ESEMPIO SELEZIONE DEI CASI IN AMBITO
OSPEDALIERO BIAS BERKSONIANO Maggiore probabilit di entrare nel
gruppo di studio Ci accade spesso quando il fattore di rischio a
sua volta una malattia che aumenta la probabilit di ricovero (es.
HBV e ca. epatocellulare)
26. STUDI CASO-CONTROLLO DISTORSIONI PIU COMUNI
Ricordi diversi nei casi rispetto ai controlli (bias
anamnestico)
Atteggiamenti diversi degli intervistatori con i casi rispetto
ai controlli (interviewer bias)
27. STUDI CASO-CONTROLLO ESEMPIO Studio caso controllo che
confronta la fonte di L-Triptofano assunto da soggetti con la
Sindrome EMS ( casi ) e la fonte di L-Triptofano assunto da
soggetti sani ( controlli )
28. STUDI CASO-CONTROLLO 1. Si calcola la probabilit di essere
esposti rispetto a quella di non essere esposti per i casi (a/a+c):
(c/a+c)= a/c = 45/1 41 46 24 23 1 Non Esposti altre case
produttrici 63 18 45 Esposti Showa-Denka Company Controlli (M-)
Casi (M+)
29. STUDI CASO-CONTROLLO 2. Si effettua lo stesso calcolo per i
controlli (b/b+d): (d/b+d)= b/d = 18/23 41 46 24 23 1 Non Esposti
altre case produttrici 63 18 45 Esposti Showa-Denka Company
Controlli (M-) Casi (M+)
30. 3. Si calcola poi la probabilit di essere esposti per i
casi rispetto alla probabilit essere esposti per i controlli e cio
il Rapporto di probabilit o Rapporto di Odds a/c: b/d = ad/bc OR =
45x23 18x1 45/1: 18/23 = 45x23/18x1 57,5 41 46 24 23 1 Non Esposti
altre case produttrici 63 18 45 Esposti Showa-Denka Company
Controlli (M-) Casi (M+)
31. STUDI OSSERVAZIONALI STUDI DESCRITTIVI STUDI ANALITICI
STUDI LONGITUDINALI o di COORTE STUDI TRASVERSALI STUDI
EPIDEMIOLOGICI STUDI CASO-CONTROLLO
32. STUDI di COORTE Gli studi di coorte o longitudinali sono
studi analitici in cui un gruppo di soggetti (coorte) viene seguito
per un determinato periodo di tempo . Possono essere: PROSPETTICI
RETROPETTIVI
La durata dellindagine dipende da:
meccanismi biologici del fenomeno studiato
tempo di induzione della malattia
periodo di latenza della malattia
33. STUDI di COORTE PROSPETTICI allinizio dello studio si
seleziona la coorte costituita da due gruppi di soggetti (esposti e
non esposti ad un fattore di rischio), si raccolgono i dati di
interesse epidemiologico e si continua poi a raccoglierli
osservando longitudinalmente la coorte fino al presente per
valutare gli eventuali effetti in relazione con una esposizione
collocabile nel passato.
34. RETROSPETTIVI STUDI di COORTE si selezionano gruppi di
soggetti esposti in passato a determinati fattori di rischio,
successivamente i membri della coorte vengono seguiti fino al
presente per valutare gli eventuali effetti in relazione ad una
esposizione collocabile nel passato
35. TIPO DI STUDIO TEMPO Studi di coorte prospettico Studi di
coorte retrospettivo passato presente futuro Arruolamento della
coorte e raccolta di dati sui fattori di rischio Raccolta di dati
sugli effetti (Malattie) Arruolamento della coorte e raccolta di
dati sui fattori di rischio Raccolta di dati sugli effetti
(Malattie) STUDI di COORTE
36. STUDI di COORTE 1. Selezione della coorte (esposti, non
esposti) 2. Raccolta dei dati storici e/o nuove determinazioni 3.
Follow-up 4. Analisi ed interpretazione dei dati TAPPE DELLO
STUDIO
37. SELEZIONE DELLA COORTE STUDI di COORTE Nelle fasi iniziali
dello studio devono essere specificati i criteri di ammissibilit
(esposizione accertata attraverso fonti attendibili) stabilendo i
requisiti di inclusione nello studio
38.
La coorte pu essere composta da:
un gruppo eterogeneo di persone
un gruppo specifico
un gruppo esposto ad un determinato fattore di rischio
SELEZIONE DELLA COORTE STUDI di COORTE
39. STUDI di COORTE SELEZIONE DELLA COORTE La coorte pu essere
APERTA quando vengono aggiunti nuovi soggetti alla popolazione in
studio CHIUSA quando il gruppo in studio stabilito definitivamente
allinizio dello studio
40. STUDI di COORTE
La dimensione del campione dipende da :
Consistenza della popolazione bersaglio esposta al fattore di
rischio
Probabilit di non accertare il rischio relativo come
significativo
Probabilit di valutare il rischio relativo come statisticamente
significativo
41. STUDI di COORTE
La dimensione del campione dipende da:
Livello di significativit scelto
Probabilit di evitare un errore di I tipo (respingere un
ipotesi vera)
Probabilit di evitare un errore di II tipo (considerare un
errore di II tipo (considerare vera una ipotesi falsa)
42. STUDI di COORTE RACCOLTA DATI Relativa allesposizione
alla/e patologia/e deve essere eseguita in maniera standardizzata,
su basi definite. Analisi semplice Studi di incidenza Studi di
prevalenza Studi di incidenza cumulativa Analisi stratificata Studi
di densit di incidenza
43. STUDI di COORTE TEMPO DI OSSERVAZIONE Anni-Persona R = P/N
x 100 R= Rapporto P= Numero di casi osservati N= Numero totale anni
osservazione
44. STUDI di COORTE VALIDIT DELLINFORMAZIONE Registrazione
giornaliere o periodiche (secondo protocollo) Indagini cliniche o
anamnestiche Visite mediche, analisi specifiche Analisi ambientale
Le fonti di informazione possono scaturire da:
45. INTERNO STUDI di COORTE CRITERI DI VALUTAZIONE di soggetti
non esposti distinzione tra esposti e non esposti nellambito della
stessa coorte raffronto tra la frequenza della malattia negli
esposti e nella popolazione generale ESTERNO COORTE DIVERSA
46. STUDI di COORTE FOLLOW-UP
Il periodo di follow-up varia in base al fenomeno in
studio:
pochi mesi in caso di valutazione di efficacia di una
terapia
molti anni in caso di valutazione di fattori di rischio che
esplicano la loro azione dopo un lungo periodo di latenza
47. PRESENTE FUTURO Inizio Studio Esposti malati (A) Sani
esposti al fattore di rischio (A + B) Sani NON esposti al fattore
di rischio (C + D) Esposti non malati (B) Non esposti malati (C)
Non esposti sani (non malati) (D) STUDI di COORTE
48. STUDI di COORTE ANALISI DEI DATI TASSO DI INCIDENZA NEGLI
ESPOSTI = A/A+B (x K) TASSO DI INCIDENZA NEI NON ESPOSTI = C/C+D (x
K) TASSO DI INCIDENZA NELLA POPOLAZIONE = A+C/A+B+C+D (x K) B + D A
+ C C + D D C Non esposto (Exp.-) A + B B A Esposto (Exp.+) Non
Malato (M-) Malato (M+)
49. STUDI di COORTE Per stimare la forza dellassociazione tra
il fattore rischio e la malattia si calcola il RISCHIO RELATIVO Il
rapporto tra tasso di incidenza negli esposti e tasso di incidenza
nei non esposti Questo valore indica di quante volte aumenta il
rischio di malattia nei soggetti che hanno quel fattore rispetto a
coloro che non lo presentano
50. STUDI di COORTE RISCHIO RELATIVO TASSO DI INCIDENZA NEGLI
ESPOSTI TASSO DI INCIDENZA NEI NON ESPOSTI A/A+B C/C+D B + D A + C
C + D D C Non esposto (Exp.-) A + B B A Esposto (Exp.+) Non Malato
(M-) Malato (M+)
51. STUDI di COORTE RISCHIO RELATIVO
E un numero assoluto, non un tasso
Esprime di quante volte maggiore la probabilit di ammalare
negli esposti rispetto ai non esposti
52. STUDI di COORTE SE 1 gli esposti ammalano pi dei non
esposti, il fattore considerato associato allo sviluppo della
malattia RISCHIO RELATIVO
53. STUDI di COORTE RISCHIO ATTRIBUIBILE INDIVIDUALE RA
Rappresenta la quantit di rischio supplementare attribuibile al
fattore di rischio considerato, ossia la quota di malati che
eviterebbero la malattia se fosse completamente rimosso il fattore
di rischio T . INCIDENZA NEGLI ESPOSTI - T . INCIDENZA NEI NON
ESPOSTI A/A+B - C/C+D
54. STUDI di COORTE RISCHIO ATTRIBUIBILE NEGLI ESPOSTI RAE
Rappresenta la proporzione di malati di una popolazione esposta che
pu essere evitata rimuovendo il fattore di rischio A/A+B - C/C+D
A/A+B T. INCIDENZA NEGLI ESPOSTI - T. INCIDENZA NEI NON ESPOSTI T.
INCIDENZA NEGLI ESPOSTI
55. STUDI di COORTE RISCHIO ATTRIBUIBILE DI POPOLAZIONE RAP
Rappresenta la proporzione di casi rispetto allintera popolazione
che non ammalerebbe se venisse rimosso il fattore di rischio T.
INCIDENZA TOTALE - T. DI INCIDENZA NEI NON ESPOSTI = (A+C/A+B+C+D)
- C/C+D RA X P P= prevalenza del fattore di rischio nella
popolazione
56. STUDI di COORTE FRAZIONE EZIOLOGICA Rappresenta la
proporzione totale di malati nella popolazione dovuti al fattore di
rischio T. INCIDENZA TOTALE - T. INCIDENZA NEGLI ESPOSTI T.
INCIDENZA TOTALE RAP/ T. DI INCIDENZA TOTALE (A+C/A+B+C+D) - C/C+D
A+C/A+B+C+D
57. STUDI di COORTE VANTAGGI
Si possono calcolare direttamente i tassi di incidenza
Tutti i casi di malattia o di complicazioni che si verificano
in un tempo definito possono essere accertati obiettivamente
La rilevazione dei fattori di rischio non pu essere influenzata
dalla presenza della malattia
58. STUDI di COORTE SVANTAGGI
Non si addice a malattie rare nella coorte in esame
Spesso di lunga durata, organizzativamente difficile e
costoso
E difficile mantenere costante nel tempo le modalit di
rilevazione
Non si possono saggiare ipotesi eziologiche emerse
successivamente allinizio dello studio
59. STUDI di COORTE DISTORSIONI
Perdite al follow up
La conoscenza o meno dei fattori di rischio pu influire
sullaccertamento o meno dei fattori di rischio
Cambiamenti nel tempo delle modifiche di rilevazione
60. STUDI di COORTE ESEMPIO Studio di coorte per la valutazione
della relazione tra fumo di sigaretta e cancro polmonare 500 100
290 10 Non esposti (Exp.-) 210 90 Esposti (Exp.+) Non Malati (M-)
Malati (M+)
61. STUDI di COORTE Incidenza negli E+ 90/300 = 30% Incidenza
nei E - 10/300 = 3% Incidenza totale 90+210/90+10+210+290=16%
RISCHIO RELATIVO 30/3 = 10 500 100 290 10 Non esposti (Exp.-) 210
90 Esposti (Exp.+) Non Malati (M-) Malati (M+)
62. STUDI di COORTE RISCHIO ATTRIBUIBILE ESPOSTI A/A+B - C/C+D
A/A+B T. INCIDENZA NEGLI ESPOSTI - T. INCIDENZA NEI NON ESPOSTI T.
INCIDENZA NEGLI ESPOSTI 30 3 30 = 90% 500 100 290 10 Non esposti
(Exp.-) 210 90 Esposti (Exp.+) Non Malati (M-) Malati (M+)
63. STUDI di COORTE RISCHIO ATTRIBUIBILE DI POPOLAZIONE T.
INCIDENZA TOTALE - T. INCIDENZA NEI NON ESPOSTI (A+C/A+B+C+D) -
C/C+D 16 3 = 13% 500 100 290 10 Non esposti (Exp.-) 210 90 Esposti
(Exp.+) Non Malati (M-) Malati (M+)
64. STUDI di COORTE FRAZIONE EZIOLOGICA T. INCIDENZA TOTALE -
T. INCIDENZA NEGLI ESPOSTI T. INCIDENZA TOTALE =RAp/ T. DI
INCIDENZA TOTALE (A+C/A+B+C+D) - C/C+D A+C/A+B+C+D 16 30 = 87% 16
500 100 290 10 Non esposti (Exp.-) 210 90 Esposti (Exp.+) Non
Malati (M-) Malati (M+)
65. STUDI EPIDEMIOLOGICI SPERIMENTALI STUDI OSSERVAZIONALI
66. STUDI EPIDEMIOLOGICI TERAPEUTICI PREVENTIVI SPERIMENTALI
Clinica trial Sperimentazioni cliniche sul campo comunitari Field
trial Community trial
67.
Studi sperimentali valutazione di efficacia di trattamenti ed
interventi preventivi
Stime di efficacia comparativa confronto tra un nuovo ed un
vecchio trattamento o un placebo (giudizio probabilistico)
Problemi di non adesione accettabilit del trattamento
STUDI SPERIMENTALI
68. STUDI SPERIMENTALI Pur comprendendo gli studi
metodologicamente pi corretti , trovano molte limitazioni di
applicazione in campo umano a causa di problemi etici Prevedono
lintervento diretto dello sperimentatore introducendo o eliminando
un fattore di rischio oppure sottoponendo i soggetti in studio a
particolari terapie. TROVANO MAGGIORI APPLICAZIONI IN CAMPO DELLA
PREVENZIONE
69. STUDI SPERIMENTALI CONTROLLATI CONTROLLATI-RANDOMIZZATI
TRIALS
70. STUDI SPERIMENTALI
CONTROLLATO (CONTROLLED)
I soggetti coinvolti nello studio sono suddivisi in due
gruppi:
il gruppo o braccio sperimentale che riceve il trattamento
il gruppo o braccio di controllo che riceve un diverso o nessun
trattamento.
TRIALS
71. gruppo sperimentato o trattato cui viene praticato un
trattamento o un intervento controverso gruppo di controllo cui
viene praticato un placebo o un intervento universalmente accettato
CONFRONTO STUDI SPERIMENTALI CONTROLLATO (CONTROLLED) TRIALS
72. STUDI SPERIMENTALI ASSEGNAZIONE DEL PAZIENTE AD UNO DEI DUE
GRUPPI IN MANIERA CASUALE gruppo sperimentato o trattato cui viene
praticato un trattamento o un intervento controverso gruppo di
controllo cui viene praticato un placebo o un intervento
universalmente accettato CONFRONTO CONTROLLATI-RANDOMIZZATI
RANDOMIZZAZIONE TRIALS
73. STUDI SPERIMENTALI L'assegnazione del trattamento ai
soggetti deve avvenire con un metodo casuale (random). La
randomizzazione aumenta la probabilit che altre variabili, non
considerate nel disegno dello studio, si distribuiscano in maniera
uniforme nel gruppo sperimentale e in quello di controllo. In
questo modo, le differenze eventualmente osservate tra i due gruppi
possono essere attribuite al trattamento. RANDOMIZZAZIONE
74.
Introduce deliberatamente un elemento di casualit
nellassegnazione del trattamento ai soggetti di una sperimentazione
clinica.
Durante la successiva analisi dei dati fornisce una base
statistica solida per la valutazione quantitativa della evidenza
relativa agli effetti del trattamento.
Tende a costituire gruppi di trattamento nei quali la
distribuzione dei fattori prognostici, noti e non noti, sono
simili.
International Conference on Harmonisation (ICH : E9)
LA RANDOMIZZAZIONE
75. STUDI SPERIMENTALI CLINICAL TRIALS IL PAZIENTE NON DEVE
SAPERE A QUALE GRUPPO APPARTERR singolo cieco doppio cieco triplo
cieco
76. STUDI SPERIMENTALI CONTROLLATI CONTROLLATI-RANDOMIZZATI
TRIALS IL PAZIENTE DEVE SEMPRE ESPRIMERE IL PROPRIO CONSENSO
INFORMATO
77. TRIALS CONTROLLATI-RANDOMIZZATI RCCT (Randomized Controlled
Clinical Trials) Usati per la valutazione di interventi terapeutici
in soggetti malati RCFT (Randomized Controlled Field Trials) Usati
per la valutazione delle misure di prevenzione in soggetti sani
STUDI SPERIMENTALI
78. SPERIMENTAZIONI CLINICHE DI NUOVI FARMACI le
sperimentazioni cliniche che riguardano nuovi farmaci da immettere
sul mercato si dividono in quattro fasi distinte:
79. Questa fase tende a privilegiare la sicurezza del farmaco
rispetto allefficacia e viene condotta su un numero limitato di
volontari (20-80), serve, inoltre a stabilire gli opportuni dosaggi
terapeutici I FASE VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI FARMACOLOGICI E DELLA
TOSSICITA SPERIMENTAZIONI CLINICHE DI NUOVI FARMACI
80. II FASE INIZIALE VALUTAZIONE CLINICA DELLEFFETTO DEL
FARMACO Serve, oltre che a confermare la sicurezza della sostanza a
valutarne il reale beneficio terapeutico. Il numero di volontari
maggiore di quello della fase precedente (100-200). Molte
sperimentazioni sono bloccate in questa fase per lo scarso
beneficio che apportano SPERIMENTAZIONI CLINICHE DI NUOVI
FARMACI
81. III FASE SPERIMENTAZIONI CLINICHE DI NUOVI FARMACI
VALUTAZIONE COMPLETA DEL TRATTAMENTO Provata lefficacia di un
farmaco, diventa fondamentale paragonarne leffetto con altri gi
esistenti. Questa fase la sperimentazione clinica controllata
propriamente detta. La buona riuscita della sperimentazione
condiziona leventuale registrazione del farmaco in commercio.
82. SORVEGLIANZA POST-REGISTRAZIONE I farmaci devono essere
monitorati per valutare leventuale insorgenza di effetti
collaterali a distanza, oltre ad una pi esaustiva valutazione
dellefficacia. IV FASE SPERIMENTAZIONI CLINICHE DI NUOVI
FARMACI
83. CARATTERISTICHE DI UNO STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO RCT
Mette a confronto un gruppo sperimentale o trattato cui viene
praticato un intervento controverso
Gruppo di controllo cui viene praticato placebo o intervento
universalmente accettato; lassegnazione dei soggetti in studio ai
vari trattamenti fatta dal ricercatore studio sperimentale
Presi due gruppi di soggetti con caratteristiche identiche,
lassegnazione ai trattamenti casuale (randomizzata)
84. MOTIVI DELLA RANDOMIZZAZIONE
Per variabili di incerto significato prognostico:
Stratificazione -> randomizzazione
Nellanalisi dei risultati:
analisi delle caratteristiche sociali ed anagrafiche dei due
gruppi
Evitare le influenze personali
85. Sequenza temporale delle tappe della sperimentazione
randomizzata controllata sia clinica che di popolazione tra il
reclutamento dei soggetti e la raccolta dei dati finali CONSENSO
INFORMATO DEI PARTECIPANTI ALLO STUDIO RANDOMIZZAZIONE MISURA
(LIVELLO DI BASE) MISURA (LIVELLO DI BASE) MISURA (EFFETTO) MISURA
(EFFETTO) INTERVENTO IN SPERIMENTAZIONE PALCEBO O ALTRO INTERVENTO
NON SPERIMENTALE
86. COME MODELLO IDEALE Necessit di uno o pi gruppi di
confronto (clinical trial) esclusione dei casi in cui lassenza di
trattamento conduce a sicuri esiti negativi (es. Streptomicina per
la meningite tubercolare nel 1946) E IL TIPO DI STUDIO PI
AFFIDABILE PER LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA STUDIO CONTROLLATO
RANDOMIZZATO RCT
87. I pazienti ammessi allo studio sono rappresentativi di
quelli osservati nella pratica quotidiana? I criteri di inclusione
sono adeguati alle finalit dello studio?
Prima tappa degli studi di valutazione di efficacia ->
definizione dei criteri di ammissione (patologia, sesso, et)
STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO
88.
Il trattamento applicabile alla pratica clinica?
Sono importanti
Semplicit del protocollo terapeutico
Compliance dei pazienti allo schema terapeutico
Adeguatezza del trattamento (accettabilit, costi)
STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO APPLICABILITA DEL METODO
89. Sono riportati gli esiti clinici importanti? Clofibrato
colesterolemia riduzione di eventi cardiovascolari? riduzione
mortalit complessiva Per studi con esiti a distanza (es. studi di
sopravvivenza in oncologia) importante che la durata sia adeguata :
risultati precoci possono solo essere preliminari STUDIO
CONTROLLATO RANDOMIZZATO
90.
Laccertamento degli esiti clinici soggettivo o oggettivo?
I criteri diagnostici e di rilevazione devono essere
espliciti
Le osservazioni devono essere accurate e riproducibili
Bisogna effettuare controlli di qualit ed analisi degli
strumenti usati
Negli studi a doppio cieco gli esiti non devono essere
influenzati da opinioni preesistenti
STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO
91. La conduzione dello studio accettabile? Due fonti di
distorsione da evitare sono : La contaminazione: somministrazione
accidentale del trattamento sperimentale ai pazienti del gruppo di
controllo Il conitervento: effettuazione di interventi diagnostici
e terapeutici addizionali diversi nei gruppi a confronto STUDIO
CONTROLLATO RANDOMIZZATO CONDUZIONE DELLO STUDIO
92.
E preferibile lintroduzione della cecit semplice e doppia
perch:
I pazienti non sanno quale trattamento ricevono
Nel doppio cieco il medico non conosce il trattamento
somministrato
Nel doppio cieco assente lautosuggestione (riduzione influenza
personale)
STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO CONDUZIONE DELLO STUDIO
93.
Lanalisi finale riguarda tutti i pazienti ammessi allo studio e
tutti gli esiti?
Pu verificarsi il cosiddetto drop out ->alcuni pazienti non
sono presenti per tutta la durata dello studio
STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO ANALISI FINALE
94. STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO Nelle conclusioni si tiene
conto e della significativit statistica e del significato dei
risultati? a. Rilevanza clinica b. Significativit CONCLUSIONI
95. PROBLEMI NELLA CONDUZIONE DELLO STUDIO 1) Differenze
iniziali tra i due gruppi: - Trattamento chirurgico (minor rischio)
- Trattamento medico 2) Maggior attenzione e pi frequenti controlli
per il gruppo trattato con nuove procedure -> differenze 3)
Contemporaneit dei due gruppi 4) Presenza di Volontari
(scientificamente difficile) Es. efficacia del vaccino antipertosse
-> 47% figli unici (vaccinati), 20%figli unici (placebo) 5)
Nella randomizzazione scelta casuale Es. Uso dei casi alternati
-> possibile vizio personale nellassegnazione RCCT
96. STUDI SPERIMENTALI 1. Paragonare lefficacia di due o pi
trattamenti terapeutici 2. Valutare lefficacia di un intervento di
prevenzione o di rimozione di fattori di rischio su un gruppo di
persone 3. Valutare lefficacia di un intervento di prevenzione o di
rimozione di fattori di rischio su intere popolazioni
OBIETTIVI
97. STUDI SPERIMENTALI VANTAGGI
E lo studio pi corretto dal punto di vista metodologico
Distribuzione casuale dei fattori non conosciuti nei due gruppi
confrontati
Possibilit di effettuare studi in cieco che eliminano il
condizionamento psicologico di paziente e sperimentatore
98. STUDI SPERIMENTALI SVANTAGGI 1. Applicazioni limitate
nelluomo per problemi etici 2. Impossibilit di esporre i soggetti a
fattori di rischio 3. Spesso difficile organizzativamente, di lunga
durata e costi elevati
99. 3. Perdita al follow-up 2. Rifiuto alla partecipazione 1.
La conoscenza del trattamento pu influenzarne lesito (inconveniente
che si elimina con gli studi in cieco) STUDI SPERIMENTALI BIAS
100.
Sperimentazioni cliniche controllate
Sperimentazioni sul campo
Sperimentazioni di intervento comunitario
STUDI SPERIMENTALI VARIANTI
101. DIFFERENZE TRA RCCT E NORMALE PRATICA CLINICA Spesso poco
definito Ben definito problema clinico Potenzialmente la pop.
generale Gruppo a rischio esclusi popolazione Lunga durata Breve
termine durata Fino a 10 6 10 2- 10 3 N. di pazienti NORMALE
PRATICA CLINICA RCCT
102. DIFFERENZE TRA RCCT E NORMALE PRATICA CLINICA meno
accurato eventi ben raccolti follow-up intermittente continuo
profilo duso Spesso variabile Costante dose A volte molti 1 o pochi
N. di farmaci NORMALE PRATICA CLINICA RCCT
103.
Esempio: studio sperimentale clinico controllato e
randomizzato
Spironolattone e Scompenso Cardiaco:
Problema clinico: lo spironolattone blocca i recettori
dellaldosterone bloccandone, quindi, lazione se aggiunto alla
terapia standard dello scompenso cardiaco in grado di ridurre il
rischio di morbilit e mortalit?
Disegno dello studio: doppio cieco, randomizzato, controllato
vs placebo
Popolazione studiata: 1663 pazienti
(per randomizzazione: 822 trattamento e 841 placebo)
STUDI SPERIMENTALI ESEMPIO
104. STUDI SPERIMENTALI ESEMPIO Criteri di inclusione :
pazienti con insufficienza cardiaca in grado III e IV secondo NYHA,
gi in trattamento con ACE inibitore e diuretici dellansa e frazione
di eiezione pari o minore a 35% Criteri di esclusione : pazienti
con disfunzioni valvolari cardiache, malattie cardiache congenite,
angina instabile, cancro, ecc.
105.
Durata dello studio : il reclutamento dei pazienti durato 18
mesi, il follow-up previsto 3 anni
Eventi misurati :
Primario: mortalit totale per qualsiasi causa
Secondari: mortalit per cause cardiache, ospedalizzazione per
problemi cardiaci, modifiche del quadro clinico
STUDI SPERIMENTALI
106.
Risultati:
414 pz hanno interrotto la terapia per problemi vari (200 nel
gruppo placebo, 214 in quello trattato)
19 perch necessitanti di trapianto
STUDI SPERIMENTALI
107.
Evento primario:
Riduzione del 30% del rischio relativo e dell11% del rischio
assoluto di mortalit per qualsiasi causa nel gruppo trattato con
spironolattone
STUDI SPERIMENTALI
108.
Eventi secondari:
Riduzione del 31% del rischio relativo di mortalit
Riduzione del 30% del rischio relativo per ospedalizzazioni per
cause cardiache nel gruppo trattato con spironolattone
Miglioramento clinico significativo a favore del gruppo
trattato con spironolattone.