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Traumi relazionali precoci multipli e dissociazione:
Lorenzo CioniniAIPPC – Associazione Italiana di Psicologia e Psicoterapia Costruttivista
CESIPc – Scuola di Psicoterapia Costruttivista (Firenze, Livorno, Padova)
la logica dell’assurdo
VII Congresso FIAP Amore e Psiche – La dimensione corporea in Psicoterapia
6 – 9 Ottobre 2016
Trauma relazionale precoce multiplo
u Assenza di sintonizzazione affettiva, gravi forme di trascuratezza, violenza psicologica, violenza fisica, abuso sessuale (in particolare intra-familiare) da parte delle figure di attaccamento (FdA) che comportano esperienze sistematiche e reiterate, di mancata validazione/disconferma di parti del Sé.
u Le esperienze divengono traumatiche nella misura in cui superano la capacità di costruzione di significati, in relazione agli attuali limiti di maturazione biologica del sistema del bambino.
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Trascuratezza e assenza di sintonizzazione affettiva: la disconferma
u «La “conferma” della propria identità non dipende dall’approvazione, ma dal “riconoscimento” degli altri, dalla loro accurata percezione del modo in cui noi ci sperimentiamo» (Bromberg, 2011, pag.57).
u La mancata conferma, da parte delle FdA, degli stati emotivi e affettivi del bambino può fargli sentire alcune parti di sé come non accettabili (parti non-me) in quanto non accolte e rappresentate nella mente dell’altro, portandolo a disconoscerle, a diffidarne e a non rappresentare “la realtà della propria esperienza”.
u La capacità del bambino, e poi dell’adulto, di dare significato ai propri stati affettivi, riflettere su di essi, sentirli appartenenti a sé può essere così compromessa, portandolo a dissociare gli stati del Sé non riconosciuti e confermati.
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L’abuso sessuale intra-familiare: caso estremo di disconferma traumatica
u «Il bambino… avvicinato sensualmente dal genitore… è spaventato e confusamente attivato… ma non… in grado di attribuire… un significato… alla propria esperienza… di contatto con il genitore…Il senso di confusione cresce e… in questa paralizzante situazione… sente… la spinta a rivolgersi al genitore stesso… per la ricerca del significato di ciò che succede… Il genitore, sessualmente eccitato, esclude dalla sua mente il punto di vista della soggettività e della sensibilità del figlio e… dice al figlio che non deve provare paura, che questo è una specie di regalo, una prova del suo più profondo amore e della sua predilezione per lui. Questa versione fa aumentare confusione e timore, perché in nessun modo questi stati, affetti ed emozioni in gioco incontrano ciò che il figlio sente in sé e nell’altro. » (Albasi, 2008, pag.210).
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La dissociazione come protezione dall’esperienza del trauma
u Limitando la capacità di riflettere su di sé e sulle esperienze traumatiche, la dissociazione preserva l’identità da un “collasso” ed evita che possa venir meno il senso di continuità personale.
u La dissociazione protegge la persona dal rischio che il dolore si ripresenti, stabilendo confini più sicuri fra gli stati del Sé che hanno a che fare con i ricordi delle esperienze traumatiche e gli stati del Sé che hanno sviluppato le risorse che si sono dimostrate efficaci per venire a patti con quelle esperienze.
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Trauma evolutivo e dissociazione sono sempre presenti nella storia di sviluppo
u « Nell’essere umano la dissociazione è intrinseca allo sviluppo sia normale sia patologico » (Shore, 2011).
u Esperienze di disconferma di stati del Sé da parte delle FdA sono presenti nella storia evolutiva di qualsiasi persona; i percorsi di sviluppo differiscono fra loro, da questo punto di vista, solo in termini di misura.
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Pattern di attaccamento e dissociazione
u «… se guardiamo al trauma non come a una situazione speciale ma come a un continuum (…) Se accettiamo il fatto che il trauma evolutivo è un fenomeno centrale nel dar forma alla personalità, allora dobbiamo anche accettare che è presente in ogni persona ed è sempre un fatto di misura. Se è così, allora anche la stabilità ottenuta da un attaccamento sicuro è un fatto di misura. (…) la differenza sta nel grado di insostenibilità di quello (…) che chiamiamo trauma evolutivo o trauma relazionale.» (Bromberg, 2011, pag. 13-14).
u Nelle relazioni con le FdA, per far fronte alle inevitabili esperienze disconfermanti il Sé e massimizzare la probabilità di vicinanza e protezione, qualsiasi bambino utilizza – in misura maggiore o minore – strategie “distanzianti” e/o “coinvolgenti” che implicano comunque la messa in atto della dissociazione da alcuni stati del Sé.
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Distanziamento, Coinvolgimento e Dissociazionenon vanno intesi come categorie ma come processi
ATTACCAMENTO - TRAUMA - DISSOCIAZIONE(Lorenzo Cionini, 2016)
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Dissociazione(traumi relazionaliprecoci multipli)
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Patricia CrittendenDynamic Maturational Model of Patterns of Attachment in
Adulthood
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ATTACCAMENTO - TRAUMA - DISSOCIAZIONE(Lorenzo Cionini, 2016)
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u «Paradossalmente, l'obiettivo della dissociazione è di mantenere la personale continuità, coerenza e integrità del senso del Sé e di evitarne la dissoluzione traumatica» (Bromberg, 1998, pag. 111)
u «Attraverso l’uso creativo della dissociazione, la mente seleziona la configurazione di stati del Sé (…) più adattiva in un dato momento senza compromettere la sicurezza affettiva» (Bromberg, 2006, pag. 4)
Processi dissociativi vs. Struttura dissociativa
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Distanziamento, Coinvolgimento e Dissociazionenon vanno intesi come categorie ma come processi
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Processi dissociativi vs. Struttura dissociativa
u Quando le esperienze traumatiche precoci sono violente, prolungate e non linearmente costruibili, quando la speranza di potersi proteggere viene meno e il livello di attivazione affettiva intensamente caotico, i processi dissociativi danno luogo a una struttura dissociativa.
u Se la FdA è la stessa che mette in pericolo, la situazione diviene difficilmente sostenibile. Non potendo rappresentare la persona che dovrebbe proteggerlo dal pericolo come causa dello stesso, il bambino crea due rappresentazioni scisse del care-giver. Rappresentazioni che non possono essere attivate simultaneamente; quando è presente l’una, l’altra non esiste.
u Il bambino opera la stessa dissociazione per le parti del Sé; una che si relaziona con la parte ”buona” del care-giver e l’altra con quella ”cattiva”, così che le due esperienze non entrino in contatto, preservando, mediante la dissociazione, un senso di coerenza (“non era lei, non ero io”).
u Si costituiscono stati multipli del Sé che hanno un accesso indipendente alla consapevolezza e operano indipendentemente l’uno dall’altro. Alcuni possono essere ben funzionanti per la gestione della vita quotidiana, altri – che rimandano al trauma – operano in modo implicito e automatico.
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ATTACCAMENTO - TRAUMA - DISSOCIAZIONE(Lorenzo Cionini, 2016)
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Dissociazione(traumi relazionaliprecoci multipli)
Distanziamento, Coinvolgimento e Dissociazionenon vanno intesi come categorie ma come processi
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Possibili effetti dell’esperienza traumatica e della dissociazione
u Esperienze traumatiche precoci multiple che portano a fenomeni dissociativi, di diversa entità, possono tradursi nelle sintomatologie più diverse.
u Al di là delle specifiche caratteristiche del disturbo, aspetti comuni sono:Ø la perdita di credibilità verso l’esperienza “in prima
persona” passata e presente;Ø una possibile disconnessione dalla memoria
autobiografica delle esperienze di disconferma e lo svuotamento del loro contenuto emozionale,
Ø Percezione di inaffidabilità rispetto a sé e all’altro con oscillazioni fra desiderio di vicinanza e paura della stessa
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Osservare la dissociazione nel flusso conversazionale
u Nella conversazione terapeutica si possono osservare improvvisi cambiamenti della prospettiva del racconto edella attivazione emotiva del paziente: Ø gli stessi eventi possono essere presentati in maniera doppia,Ø nella narrazione possono comparire incoerenze che la fanno
sembrare “assurda”.
u Tanto maggiore è la “apparente” assurdità logica (dal punto di vista di un osservatore esterno) tanto maggiore sarà la rilevanza del suo significato implicito (per il paziente).
u Si tratta presumibilmente di contenuti appartenenti a parti dissociate del Sé, che emergono in modo improvviso e automatico, ciascuno con un proprio status di “verità esperienziale”.
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La metafora del poligrafoSe l’attenzione del terapeuta è rivolta non soltanto al
contenuto (esplicito) della narrazione ma anche e soprattutto alle parole o alle frasi che appaiono “strane” o
“assurde”, al modo in cui vengono pronunciate, all’intonazione della voce, ai cambiamenti corporei che le
accompagnano…
se immaginiamo il parlato come la linea più o meno “ondulata” tracciata da un poligrafo…
…la parola o la frase “apparentemente assurda” può essere considerata come un ”picco”, in alto o in basso e
utilizzata come indicatore dell’emergeredi uno stato “non-me”.
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L’uso del “poligrafo”u I picchi del poligrafo possono essere utilizzati come porte di
ingresso allo stato dissociato del Sé.u Nel momento in cui il terapeuta percepisce un “picco” (in termini
di parole/frasi o di micro/macro cambiamenti corporei) può:u ripetere a specchio le parole/frasi del paziente e/o esplicitare ciò
che ha osservato a livello corporeo per aiutarlo a soffermarsi sullo stato emotivo-affettivo attivato in quello specifico momento, facilitandolo nell’entrarci in contatto e riconoscerlo,
u aiutare il paziente a mantenere/sviluppare il contatto con le sensazioni emerse, con richieste di tipo associativo, interventi metaforici, l’uso dell’immaginazione,
u confermare, in modo prevalentemente implicito, la “verità esperienziale” delle sensazioni dello stato “non-me”, che è emerso, qualsiasi sia il loro contenuto.
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Obiettivo del lavoro terapeutico sugli stati dissociati del Sé
u Confermare la “verità dell’esperienza soggettiva” degli stati del Sé sentiti come “non-me”, così che divenga possibile una riconnessione alle esperienze traumatiche del passato.
u L’entrata in contatto con le sensazioni dissociate degli stati “non-me” permette l’emergere di collegamenti con ricordi episodici e sensazioni relative a esperienze traumatiche che hanno ora la possibilità di essere riconosciute e accolte nella loro “realtà soggettiva” e significatività emotivo-affettiva.
u Il riconoscimento e la legittimazione di stati “non-me” come parti di sé può dar luogo all’inizio di un processo di integrazione attraverso la transizione dalla dissociazione al conflitto.
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Lorenzo CioniniScuola di Psicoterapia costruttivista
Indirizzo Costruttivista IntersoggettivoCESIPc, www.cesipc.it
Firenze, Livorno
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